Riding a Motocrycle and Being in a Gang {Affiliazione}

Arabella Zimmermann

Reattività. Concentrazione. Intelligenza.
Erano le parole chiave per vincere quello scontro. Era stata veloce, rapida nello sfruttare lo scudo avversario per sottrarsi alla presa altrui. In un secondo momento si sarebbe ritrovata a sorridere di quella prontezza, un momento ben lontano per adesso. Lo scontro era solo agli inizi. Lei era carica, pronta ad attaccare le difese avversarie. Non era partita subito all'attacco con tecniche pesanti. Il primo attacco, quello a sorpresa, era quello in cui aveva speso energia e non aveva funzionato. Si era potenziata e aveva speso altre energia. Doveva avvicinarsi, ridurre le distanze tra lei e il dominatore dell'aria e soltanto in quell'istante colpire a piena potenza. Questo era il suo piano quando era partita all'assalto.
Ma non aveva calcolato le possibilità del quirk avversario.
Lo scudo invisibile si spaccò. Anzi, esplose. Un tornado di piccole dimensioni la scaraventò all'indietro, lei rimase in piedi ma arretrò di un paio di metri. Le fece male? Si ma non troppo. "Ugh" A denti stretti dietro quella mascherina la vigilante trattenne qualche imprecazione. Il busto era stato colpito, non tanto forte da farle seri danni, niente di serio, niente di che. Eppure era stato un fastidio non necessario. Una ferita che poteva evitare se fosse stata più scaltra e più agile. La sciarpa rossa si agitava dietro di lei, ben stretta da non volare via ma con un lembo che svolazzava all'indietro come un fiotto di sangue da una ferita aperta.
C'era rabbia gelida negli occhi della Vigilante mentre osservava il suo avversario negli occhi. Questi non perse tempo e tentò di avvicinarsi. Vide il braccio alzarsi e agendo d'istinto, lasciando che fosse il corpo a prendere il controllo dei suo movimenti, fece un balzo all'indietro, arretrando velocemente per scansarsi da qualunque attacco stesse per avvenire. Cube voleva sapere chi erano quelle due e che cosa volevano.
"Risparmia il fiato finchè ce lo hai ancora nei polmoni" Questa la risposta al giovane dai capelli bianchi. Non proprio una risposta amichevole insomma.

Passato l'attacco decise di reagire a sua volta. Spostandosi verso sinistra, muovendosi di un paio di passi, per poi scattare in avanti. Il braccio destro mutò. La pelle grigia, la carne sciolta e mutata in una sostanza metallica, l'arto allungato dall'avambraccio in giù. Come era stato in precedenza per il martello, solo che stavolta era una spada, una lama affilata e appuntita. Scattò, fendendo l'aria con il braccio che si alzava, restando a mezz'aria, altezza gola. Corse in avanti, scattando, e quando le mancò poco si fermò e spinse con il busto, con la spalla, tentando di affondare con quel gesto la lama. Da destra verso sinistra. Provando a decapitare, o anche solo tagliare, la testa del povero Cube.

Arabella Zimmermann

Tum, tum, tum.
Sentiva il cuore battere nel petto come un tamburo, il sangue pompare nelle vene assieme all'adrenalina dello scontro. Correva, lama pronta e obiettivo scelto di fronte a sè. Non c'erano ostacoli, doveva solo scattare e colpire. La lama-braccio si alzò e rapidamente cercò di direzionarla verso il collo, il tempo parve rallentare per qualche istante e riuscì a vedersi quasi dall'esterno, quasi bloccata da un telecomando invisibile. Cube fermo, senza fare il minimo cenno di difendersi o usare il suo quirk come in precedenza, la lama che sembrava trapassare l'aria senza il minimo cenno di resistenza, la lama a poca distanza dal collo di Cube. Mancava poco. Così poco. E poi puf. Come un trucchetto di magia degno del miglior mago di Las Vegas, Cube sparì e al suo posto comparve Switchblade. La Vigilante ebbe il tempo di vederla, di vedere la ragazza difendersi dall'attacco rivolto al nemico, senza avere possibilità di fermare la propria avanzata. Il metallo cozzò contro il metallo e Switchblade impattò contro uno dei muri. Sgranò gli occhi, la Vigilante, per un attimo incapace di metter a fuoco la situazione.
"A-" Qualunque cosa stesse per dire le morì in gola nell'istante in cui l'ambiente circostante mutò ritrovandosi nuovamente a fronteggiare Cube. Era disorientata, confusa da tutto quel movimento come se fosse finita dentro una lavatrice e avessero iniziato a fare la centrifuga. E non stavano ancora a niente pareva.
Non aveva neanche il tempo di riprendersi da quello strano apparire e ricomparire che dovette ritornare a concentrarsi sullo scontro. L'aria si fece solida, in un altro contesto con una diversa illuminazione non lo avrebbe notato ma lì era quasi evidente: Cube stava per attaccare di nuovo. La lama tornò ad essere un braccio e velocemente cambiò, passando da attacco a difesa. Posizionò le braccia davanti a se, gli avambracci dritti ed uniti a formare una sorta di scudo, potenziando il tutto con il suo quirk. Si piegò dietro quello scudo improvvisato sperando di essere stata abbastanza veloce da difendersi da quella tecnica.

C'era una sottile paura nel cuore della povera Vigilante. Una crepa nella sua armatura d'acciaio, piccola ma abbastanza da poter essere fatale se colpita più volte: paura di essere sconfitta. Cube non si era rivelato uno scagnozzo da due soldi, c'era da dire che Switchblade la aveva avvisata, solo che sperava di poter essere all'altezza. Quella sicurezza che aveva mostrato all'inizio dello scontro stava vacillando. Si sarebbe arresa? O avrebbe continuato a lottare?
Si prese un secondo di tempo, per ragionare e per dare uno sguardo attorno a sè, forse cercando una via di fuga? Le sue energie stavano velocemente scivolando via, la tecnica per indurire la sua forza sarebbe durata ancora poco, forse qualche altro istante. Indurire per difendere, indurire per attaccare e di nuovo indurire. Tutto stava diventando faticoso. "Col cavolo che muoio senza mettere a segno almeno un colpo"
Era stata già sconfitta un tempo, non voleva ripetere la cosa e non voleva ripetere la cosa senza almeno metter a segno un colpo. Perchè la cosa che più sembrava farla arrabbiare, la cosa più insopportabile era vedere Cube ancora illeso e senza un capello fuori posto. No, non si sarebbe tirata indietro proprio ora. Sfruttò le proprie energie rimaste, mise da parte dolori muscolari e di qualunque altro tipo. Il braccio sinistro tornò ad essere un maglio d'acciaio, una mazza resistente e dura. Avanzò, scattando in avanti, una scena già vista. Il maglio d'acciaio era pesante, duro e pendeva all'indietro rispetto al busto. Lei caricò comunque, mirando alla faccia di Cube, alzando e usando il maglio dritto e perpendicolare al pavimento, esattamente come se stesse usando un ariete di sfondamento. Gliela avrebbe spaccata quella faccia. Di questo era decisa.

Arabella Zimmermann

L'impatto venne accolto e se la cavò senza ricevere alcun danno da quell'attacco. O meglio, qualcosa la prese: una bella spazzata all'indietro di un paio di metri. Aveva una brutta sensazione di deja-vu. C'era un problema, se ne stava rendendo conto a poco a poco. Cube era più forte di lei ed inoltre disponeva di un alleato capace di rendere le sue mosse ancora più pericolose. Non ci fosse stato Juggler era sicura di poter tenere testa al tipo, con diverse difficoltà certo ma avrebbe sicuro messo a segno più di un colpo. Il problema vero era che lei e Switchblade erano separate, ognuno concentrata sul proprio avversario, ognuna senza conoscere bene l'altra. Su questo punto erano indietro ai loro avversari anni luce, non potevano sperare di eguagliare una simile sinergia in una sola serata. C'era anche da dire che sia Arabella che Switchblade non avevano mostrato un particolare interesse a combattere insieme ma avevano optato per un dividi et impera.
La Vigilante prese un bel respiro. Sentiva la stanchezza farsi largo in lei sempre di più, ormai era alle porte e lei non poteva farci niente. Eppure la Vigilante attaccò, richiamando la sua unicità per mettere a segno almeno un singolo colpo. Quasi a volerla prendere in giro Cube imitò la posa difensiva assunta da lei in precedenza, assorbendo il colpo sugli avambracci. C'era una sottile differenza: lui non aveva una pelle d'acciaio. Sotto il peso dell'arto a forma di maglio sentì le ossa di lui vibrare, sentì per un attimo la forza che aveva gettato addosso all'avversario e se ne compiacque. Un sorriso soddisfatto si formò sulle sue labbra.
Durò poco.
Lui le intimò di arrendersi. Sentì la sua gamba infilarsi in mezzo alle sue e, d'istinto, cercò rapidamente di indietreggiare facendo un mezzo salto all'indietro. Nulla di particolarmente acrobatico, qualcosa di semplice per evitare il contatto fisico con quell'uomo, distanziarsi di un poco. Lo vide muoversi e tentò di spostarsi di lato, verso sinistra, quasi gettandosi a terra come un portiere che cerca di parare un gol. "Sei..." Iniziò lei, il fiato corto in gola. "fastidioso." E se la schivata fosse andata a segno avrebbe provato a rifilare un pugno alla tempia di Cube.
Era una sua impressione o il mondo stava perdendo contorni?

Arabella Zimmermann

Stava per finire male, era convinta che a breve sarebbe svenuta là sul cemento e non si sarebbe mai più risvegliata. Una convinzione che si era fatta strada con la fatica e con quel torpore che stava iniziando ad abbracciarle i muscoli delle braccia e delle gambe, assieme anche alle palpebre fattesi più pesanti. Eppure quando Cube minacciò di attaccare, lei aveva reagito e aveva anche provato ad attaccare a propria volta. Si era stupita quando le nocche impattorono contro la tempia del tipo, e ancora di più rimase stupita quando, dal nulla, Switchblade colpì e portò k.o l'avversario.
Cube le ricadde addosso, svenuto e lei lo sorresse sulla spalla alla meglio che poteva. Era più pesante del normale o era solo una sua impressione. E mentre lottava internamente, senza emettere neanche un suono di fatica o di fastidio o di dolore, per mantenere l'uomo su, lo sguardo le ricadde per terra vicino alla ragazzina. Juggler era svenuto a sua volta e al richiamo della tipa strisciò sull'asfalto fino a giungere al fianco. "Anche tu. Non te la sei cavata male vedo."
Prese un bel respiro e provò a mascherare la fatica che stava provando in quel momento. Senza particolare successo.
Era ancora viva. Stanca e lì lì per crollare anche lei a terra, ma viva.
Ancora non credeva a ciò che aveva davanti gli occhi. Come era riuscita quella ragazzina magrolina a stendere tutta da sola Juggler e ad avere il tempo necessario per occuparsi anche di Cube? Certo, Arabella lo aveva tenuto occupato ma era stato difficile e ora quasi non si reggeva in piedi mentre la tipa non sembrava mostrare alcun segno di fatica, fatta eccezione per quel futuro livido causato dalla botta di prima. "Serve una mano?" Offrì quando Rin le disse di dover portare via quei tipi.
La domanda successiva le fece scappare una mezza risata. In teoria andava in giro a menare la gente anche prima di incontrare Switchblade ma evitò di dirlo. Non voleva sembrare che si stesse vantando. "Si" Disse solo, buttando Cube a terra, lasciandolo alla mercè di Rin. "Non mi dispiacerebbe darti una mano, ogni tanto." Magari avrebbe imparato qualche trucchetto con il tempo, chi poteva dirlo. Aveva domande? A tonnellate. Ma erano per un altro giorno. Ora l'unica cosa che voleva era portare via quei due prima che si svegliassero e allontanarsi il più possibile da lì. "Il mio numero già lo hai"

Arabella Zimmermann

"Non ero sicura di poterti credere" Le disse, un pensiero sfuggitole dalle labbra più che una vera e propria risposta alle parole dell'altra. Si soffermò a guardarla. Era giovane, possedeva un quirk simil-telecinetico e menava i criminali come se lo facesse da sempre. Era tutto surreale, strano persino in un mondo come il loro. Gettò uno sguardo ai due criminali stesi e svenuti, grata di essere dalla parte giusta della barricata anche se quella non proprio legale. Alzò un sopraccigliò. "Gli altri?" Intendeva i motociclisti? Cavolo, era così stanca da faticare a rimettere in ordine i pensieri? Doveva decisamente fare un allenamento più intensivo. Non poteva mica permettere che al loro prossimo incontro di apparire fiacca. Si asciugò con il dorso della mano il sudore dalla fronte. "Sarà un piacere conoscere gli altri, credo. Se sono bravi come te penso..." Pausa. Non era solita uscirsene con frasi simili ma la situazione era quel che era. "..che potrei imparare qualcosa." Era un complimento implicito, una implicita ammissione di inferiorità rispetto alla ragazzina, tutto implicito perchè il suo orgoglio del cavolo le impediva di essere un filo più umile del necessario. Ma magari ci avrebbe rimediato con il tempo.
I colpi di Cube le avevano fatto male. Non tantissimo, non dolore intollerabile ma era sicura che si sarebbe svegliata con un paio di lividi. Certo, poteva curarsi ma avrebbe richiesto energie e lei era lì lì per cadere a terra. Quindi si tenne il dolore e mentre Switchblade spariva lei si incamminava verso casa. Per quella sera aveva terminato le ronde. L'occhio le cadde sul sangue, non suo, che le macchiava l'abbigliamento. Non era vistoso, non era esagerato, con la giusta luce poteva passare inosservato. Se camminava sotto la luce di un lampione la macchia poteva essere vista per cui cercò di camminare sul bordo delle strade, evitando di farsi illuminare troppo, stando nell'ombra e tentando di muoversi quanto più veloce le riusciva. Prima tornava a casa e meglio era.