How can it be wrong if it feels so good

Role | Shoya x Hisoka

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    Hisoka Morow

    Shorty si ostinava a non comprendere la situazione. Come preferiva. Se doveva costringerlo a tirar fuori ciò che gli interessava, l'avrebbe fatto. Ormai era chiaro i fatti avrebbero parlato più di qualsiasi pavoneggiamento.

    « Oh, kid~ ♥ »

    Sospirò profondamente il giullare.

    « Penso tu mi abbia frainteso. La mia non è premura... È che non ho voglia di perder tempo con gente noiosa ♠ »

    Lo scrutava con occhi sottili e il classico sorriso affettato, quasi come un'accusa, o meglio una domanda: sei uno di questi?

    « Di Hero corrotti ce ne sono più di uno, che per un motivo o l'altro mettono le mani in pasta dove non dovrebbero con razionalizzazioni di tutti i tipi ♦

    Non ho il minimo interesse a collaborare con qualcuno di passivo. Coloro che chiudono un occhio sui mali e pensano quindi di non esserne responsabili ♣ »


    "Il conto lo pagherò alla fine". Eh no, troppo facile. Voleva la botte piena e la moglie ubriaca. Hisoka s'alzò e con pochi passi accerchiò il proprio tavolo, raggiungendo Shorty... Scrutandolo dall'alto verso il basso, fin troppo vicino, invadendo il suo spazio personale e opprimendolo da sopra.

    « Se vuoi sporcarti le mani, sporcatele davvero~ ♥ »

    Gli sussurrò, sibilando come il serpente che ti offre la mela.

    « I tuoi ideali valgono abbastanza da giustificare i peggiori crimini... Finché non li commetti tu. Detesto i pigri ♣ »

    Finalmente gli avrebbe lasciato un po' di spazio. Facendosi indietro, mani sui fianchi, pronto a dargli un ultimatum.

    « Sono disposto ad aiutarti, se passi un piccolo test~ Stanotte

    Sei libero di rifiutare e ce ne andremo per le nostre strade. Accettare però significherebbe potenzialmente mettere a repentaglio la tua carriera ♠

    Ora dimmi, c'è arrosto sotto quel fumo? ♦ »


    Hisoka non gli avrebbe dato troppo spazio di negoziazione, era interessato in un Sì o un No. Se Shorty non fosse stato pronto a buttarsi in un crimine per questi ideali di cui si faceva tanto fiero, di cosa avevano parlato fin'ora?
     
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    Ancora una volta quel giovane spettinato e trasandato sembrò non voler rispondere alle domande che gli venivano poste, bensì decise di emettere profondi sospiri e nuovamente riportare la concentrazione su stesso: su quanto il suo tempo fosse prezioso e su quanti Hero corrotti aveva già incontrato che non si volevano sporcare le mani, che rimanevano passivi rispetto alle circostanze.
    Shoya appoggiò la mano destra sul tavolo tamburellando con le dita, mentre poggiando il gomito sinistro teneva il braccio sollevato a sorreggersi il mento; aveva notato perfettamente lo sguardo accusatorio che gli era stato rivolto contro e non gli fece molto piacere essere trattato in quel modo, come un impostore. Dopo tutto quello che aveva fatto e quello che aveva detto ricevere uno sguardo così e delle parole così pesanti fu come essere colpito da delle coltellate. Fortunatamente durante tutta la sua carriera in accademia aveva vissuto più di una volta situazioni simili e pertanto il giovane dai capelli neri non si scompose troppo, non si lasciò prendere dall’ira come era capitato già altre volte. Si lasciò scivolare addosso quello sguardo, ma se lo appuntò mentalmente.
    Un giorno mi ricorderò di come mi hai guardato, stanne pur certo.
    Fissò in maniera neutra e disinteressata Hisoka, il quale d’un tratto aveva deciso di alzarsi in piedi ed avvicinarsi a passo lento, sempre più vicino. D’istinto Shoya smise di tamburellare con le dita e distese bene la mano destra sul legno del tavolo, fece la stessa cosa con la mano sinistra che già aperta reggeva il suo volto. Se si fosse avvicinato ulteriormente o avesse tentato il contatto fisico avrebbe carbonizzato all’istante l’aria presente tra di loro, ma sperava di non doverlo fare ed era quasi sicuro che il criminale non si sarebbe spinto a tanto: infatti Hisoka si fermò giusto appena per sussurragli delle parole sibilando in un goffo tentativo di porre la sua stazza fisica sul giovane. Shoya lo seguì con lo sguardo e ascoltò attentamente le parole che gli furono rivolte, ma non lasciò trasparire alcun timore, non aveva paura di lui, anzi era sempre più contento del fatto che lo stesso sottovalutando così tanto da avvicinarsi in quella maniera.
    L’ultima volta che una persona si è avvicinata così tanto da minacciarmi è stata quasi bruciata viva… ma non glielo dirò, potrebbe essere un’informazione troppo utile
    ripensò al combattimento che aveva affrontato in palestra con Sumire, purtroppo per lei aveva subito gravi ustioni; ma dopotutto se l’era andata a cercare.
    Infine Hisoka si allontanò lanciando una sfida che aveva il chiaro suono di un ultimatum, voleva sottoporre il giovane dai capelli neri ad un test, quella notte, subito.
    Questo era uno scenario che Shoya aveva previsto, prima o poi si sarebbe dovuto sporcare le mani anche lui, ma non pensava di doverlo fare così presto, non prima di aver concluso alcuni progetti che ancora aveva in ballo, si era già esposto fin troppo.
    Senza alzarsi, ruotò il busto per rivolgersi direttamente ad Hisoka che tenendo le braccia sui fianchi attendeva impaziente una risposta.
    La collaborazione che ti chiedo fa parte di un progetto molto grande che è ancora in corso d’opera. Al momento ho diverse faccende da chiudere come eroe prima di sporcarmi le mani e espormi più di quanto già non sia esposto parlando con te direttamente.
    prese fiato e mantenne un tono serio, quello che aveva sempre avuto fin dall’inizio della conversazione e che comunque non era bastato.
    Non ti chiederò qual’è il test, perché non mi preoccupa minimamente, ti chiedo solo di rimandare ad un altro momento. Questo per te è un problema?
    osservò con sguardo interrogativo Hisoka, il quale aveva proprio l’aria di essere uno che non era abituato a sentirsi contraddetto.
    Shoya rimase seduto a dimostrazione di voler continuare questa negoziazione, il suo volto diceva “abbi fede e non te ne pentirai”.
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    Hisoka Morow

    « La collaborazione che ti chiedo fa pa– »

    Non era stato un Sì o un No. E dal tono già sapeva dove volesse andar a parare prima che la frase fosse completa. Hisoka sbuffò, voltò lo sguardo al soffitto, e cominciò a mimare le parole con l'altro aprendo e chiudendo la bocca in derisione.

    Blah blah blah.

    Lasciò comunque l'altro diede le sue ragioni, ad una certa aprendo e chiudendo la mano come fosse un becco. Classico segno del "parla, parla".

    « Bastava dirmi fossi un codardo e risparmiarmi le scuse. »

    Che gran spreco di tempo. Meno male che non si era fatto aspettative, o a quel punto avrebbe potuto essere deluso. Forse doveva prevederlo da un Eroe. La loro intera vita era basata sul sentirsi potenti, sentirsi alle redini del loro destino... Ignorando il vero caos in cui sguazzavano.

    « È chiaro che non hai nulla da offrirmi, manco il divertimento di corrompere un Eroe~ Mi sei inutile, Shorty. »

    Rimandare ad un altro momento. Certo. Shorty voleva Hisoka si mettesse a rischio, senza esser pronto a ritornare l'onere. Essere prudenti era buono e giusto, ma non noiosi. L'Eroe era quest'ultimo. Metteva in priorità i propri fini, la propria sicurezza, i propri piani, senza allettare l'altro con una proposta inversa.

    Beh, Hisoka c'aveva provato.

    « Trovati qualcuno a cui faccia piacere essere sfruttato senza compenso. Stasera mi hai intrattenuto almeno un po', quindi ti lascerò andare... Ma se dovessi ripresentarti l'intrattenimento te lo strapperò~ »

    A suon di esplosioni, si intende.

    All'Eroe piaceva farsi pavone e mostrarsi in controllo di tutto e tutti, eppure non era riuscito a chiudere l'affare e aveva scacciato il Giullare. Se fosse davvero stato furbo come voleva mostrarsi, avrebbe ottenuto ciò che voleva quella sera.

    E invece.

    Il mago roteò sul tallone e gli diede le spalle, dirigendosi tranquillo al bancone. Lì avrebbe pagato per la limonata... E il barista gli avrebbe detto del tiro mancino.

    « Heh. »

    Ridacchiò, e pagò il conto intero senza un attimo d'esitazione.

    « Potevi dirmelo che non avessi uno spiccio, ti avrei offerto qualcosa. Forse capisco perché vuoi essere un criminale. Non ti pagano bene? »

    Gli diede del poveraccio con un sorriso, raggiungendolo con la voce fin al suo tavolo. Poi gli fece un cenno e un occhiolino... E prese per andarsene.

    Se Shorty aveva un asso nella manica da sfoderare per convincerlo, quello era il momento. Altrimenti, goodbye.
     
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    Shoya Ishida
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    strinse la mascella con forza e i denti andarono a sbattere emettendo un sonoro “TAC”. Era bastata una sola frase per far perdere la lucidità al giovane eroe. Era stato chiamato “codardo”, lui che più di tutti si era esposto, che più di ogni altro aveva rischiato la vita, che aveva sempre messo davanti le sue idee e i suoi ideali rispetto al sistema. No non poteva tollerare di essere stato considerato un vigliacco, non da uno come lui. Shoya alzò lo sguardo e vide Hisoka che gli faceva il verso, lo snobbava e andava a pagare il conto dicendo che era stata una perdita di tempo, che non aveva nulla da offrirgli e quindi se ne stava andando.
    D’un tratto il rumore, il brusio e il vociare scomparvero tutto divenne ovattato e la vista del giovane si annebbiò, strinse forte i pugni e i muscoli si tesero come pronti a scattare in un attacco violento. Una goccia di sudore freddo gli comparve sulla fronte e diversi brividi gli corsero lungo la schiena, non poteva far finire così quella serata, non dopo tutto quello che aveva fatto. Non percepì altro suono se non quello del suo cuore che pulsava e batteva ad una velocità inverosimile.
    D’un tratto si alzò molto velocemente facendo scivolare all’indietro la sedia di legno, la quale perse l’equilibrio e cadde sul pavimento emettendo un tonfo fortissimo, forse più forte di quanto una sedia normale potesse fare.
    L’ambiente attorno a Shoya tornò a colore e nitido, quel suono aveva ristabilito i suoi sensi e voltandosi notava come quasi tutta la sala si era voltata verso di lui, l’oste era pronto ad avvicinarsi nuovamente per dargli un’altra strigliata, ma non gli diede tempo.
    Il giovane raccolse la giacca da terra, se la mise sulle spalle e si avvicinò a passo svelto e deciso verso il criminale, con forza, determinazione e con uno sguardo completamente nuovo fissò negli occhi il suo interlocutore rapidamente e disse.
    Farò finta di non aver sentito la tua minaccia. Per questa volta.
    Questo era Shoya, la maschera di compostezza era caduta, adesso era veramente lui, un ragazzo determinato, pericolosamente folle, una mina vagante, ma convinto dei suoi ideali e determinato a tal punto da non aver paura di immischiarsi in cose ben più grandi di lui.
    Svoltiamo questa serata e rendiamola proficua per entrambi. Sono pronto.
    Ma ci tengo a precisare che qualunque cosa mi chiederai di fare non la faccio perché me lo stai chiedendo tu, ma solo perché IO voglia farla.

    e indicò se stesso con il pollice della mano destra. Battè così forte contro il petto che probabilmente Hisoka avrebbe potuto sentire il tonfo della cassa toracica.
    Adesso era pronto, nessun ripensamento, nessuna strategia, stava completamente agendo d’istinto.
    Durante tutta la serata Shoya si era davvero sforzato di essere una persona seria, matematica, lucida; si era lasciato andare in un mezzo scatto d’ira e già quella era stata la prima crepa sulla maschera che lentamente stava cadendo, il criminale l’aveva snobbato, preso in giro, sottovalutato e per di più dato del codardo, adesso non poteva tollerare oltre, sarebbe andato fino in fondo a quella storia e avrebbe mostrato il suo vero io, senza paure e senza strategie.
    Restava solo da capire se Hisoka avrebbe accettato questa nuovo carattere del suo interlocutore o se avrebbe deciso di mandare tutto a monte per l’instabilità emotiva dimostrata.
    Chi sarà ora quello che si tira indietro?
    e ricambiò l’occhiolino che poco prima aveva ricevuto.
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    Hisoka Morow

    Non c'era personificazione più perfetta del termine TRIGGERED di Shorty in quel momento. Per un attimo Hisoka preparò le dita agli scoppi, da come l'Eroe gli si era avvicinato pareva esser pronto alle botte lì in quel locale di terza categoria... Ma non aveva ancora bisogno di farlo saltare in aria.

    Le frecciatine l'avevano portato a un livello critico, e aveva letteralmente sbottato. Colpa sua per essersi messo in una gara del genere con Hisoka. Infastidire le persone era il suo passatempo preferito. E aveva funzionato egregiamente come tattica di negoziazione... Se gliel'avessero chiesto, Hisoka avrebbe ovviamente sostenuto fosse una tattica interamente pianificata.

    « Excellent ♥ »

    Rispose immediatamente alle parole del ragazzino, senza mostrarsi sorpreso o allietato, dando l'impressione tutto stesse procedendo come previsto. Alcuni presenti alla locanda avevano sperato di far il tifo ad una rissa, e rimasero delusi. Anzi forse stavano cominciando a spazientirsi dei due casinari che continuavano ad accentrarsi l'attenzione.

    Perché non andarsene, quindi?

    « Non posso sottoporti al mio piccolo test qui dentro, però~ ♠ »

    Sussurrò prima di voltargli nuovamente le spalle, e dirigersi – stavolta sul serio – all'uscita. Se Shorty era davvero convinto di quel che diceva l'avrebbe seguito. Non era ancora sicuro di quanto quel ragazzetto gli avrebbe potuto offrire... Ma si sarebbe comunque divertito quella sera.

    Aveva dimostrato molta più affinità per il temperamento di un Villain che quello di un Hero. Hisoka voleva punzecchiarlo per scoprire fin dove si sarebbe spinto, e perché.

    ♦ ♣ ♥ ♠

    Quella notte l'aria era propriamente gelida, si era raffreddata notevolmente da quando il Jester aveva preso ad aspettare nel locale, i due percorrevano il marciapiede lasciandosi dietro la condensazione dei loro respiri. Si addentravano sempre più nelle zone periferiche e isolate, abbandonando la parte viva di quella zona. Erano in cerca di un piccolo ritaglio privato e silenzioso...

    Ma Hisoka stava cercando anche qualcos'altro con lo sguardo. Speranzoso che prima o poi avrebbe ottenuto l'ultimo ingrediente per mettere alla prova Shorty.

    « In the end, sono sempre gli innocenti che ci rimettono ♣ »

    Disse al compagno di scampagnata, con un tono basso che non disturbasse la quiete della sera.

    « I Villain e gli Hero giocano i loro giochi, e il risultato è che il cittadino medio, che non ha idea di cosa accada dietro le quinte, soffre peggio di tutti ♥

    È un effetto a farfalla. Tu potresti arrestarmi qui ed ora, ma dubito lo farai~ E questo sicuro comporterà la sofferenza di qualcuno... Sofferenza che avresti potuto evitare ♦

    Ma di ciò sono colpevoli bene o male un po' tutti ♣ »


    Shorty invece voleva spingersi un passo oltre, passare dal passivo all'attivo... O almeno così credeva, ma per i gusti del mago rimaneva a crogiolarsi fin troppo nell'illusione di essere un grosso serio trasgressore delle regole, tendosi le mani limpide e scintillanti.

    Sarebbe stato in grado di escludere intermediari, e fare di persona ciò che professava fosse un male necessario?

    « La differenza tra Criminale ed Eroe sta in chi fa del male, e chi lascia sia fatto ♥ »

    Il suo tono era cambiato, alterato da un malevolo sorriso accesosi sulle sue labbra. Aveva individuato la preda, sbucata da dietro l'angolo di un palazzo. Ora cominciava il divertimento.

    Un ragazzino.

    Probabilmente solo un anno o due più vecchio di Shorty, vestito con una grossa felpa troppo larga per il suo corpo mingherlino e pantaloni altrettanto baggy. Alle orecchie aveva un paio di auricolari wireless, e teneva il capo incappucciato chino sul proprio smartphone.

    La vittima e le due figure poco raccomandabili di Hisoka e Shorty erano ai lati opposti del marciapiede, ma ogni passo li avvicinava, in una rotta di collisione inevitabile.

    « Stanotte, voglio che malmeni quel ragazzo fino a costringerlo all'ospedale, Shorty ♦ »

    Riferì con una freddezza più gelata dell'atmosfera attorno a loro. Come se non stessero parlando di un essere umano in carne ed ossa, e nemmeno di un animale, ma un oggetto. Il proverbiale mezzo per un fine.

    « Fallo come vuoi, nei tuoi tempi~ Ma io non alzerò un dito, guarderò e basta ♣

    Potrebbe essere interessante uno scambio di parti ♠ »


    Quelle erano tutte le istruzioni che gli avrebbe dato. La prova era incominciata. Stava tutto nelle mani dell'Eroe.

    Ciò che gli interessava non era soltanto se avrebbe accettato, ma come avrebbe approcciato la cosa. Doveva stimare se l'altro fosse un toro sbizzarrito o fosse in grado di gestirsi con più calma e raziocinio. Non aveva bisogno di un ennesimo maniaco nella sua vita. Ma qualcuno capace di commettere tali atti di violenza rimanendo lucido...

    Beh, si poteva chiamare un Hero a quel punto?
     
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    Shoya Ishida
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    Hero Lv. 6 | III A | 19 Anni
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    La bizarra coppia camminava lentamentamente verso la periferia, uno era particolarmente vestito bene e ben curato, l’altro molto trasandato e spettinato. Chiunque avesse buttato uno sguardo a quei due avrebbe pensato che c’era qualcosa che non andava.
    Il test non poteva essere eseguito alla locanda, così si era pronunciato Hisoka mantenendo un tono pacato, quasi avesse dato per scontato fin dall’inizio che la faccenda si sarebbe conclusa esattamente così: a camminare al freddo e al gelo invece che terminare il tutto con una pacata stretta di mano al calduccio.
    Questo atteggiamento però non diede particolarmente fastidio a Shoya, il quale era ben consapevole che si trattasse di un bluff: infatti il criminale era stato visibilmente in difficoltà durante tutta la loro conversazione alla locanda e ben più di una volta si era dimostrato preoccupato o perplesso, questo suo improvviso modo di fare così sicuro e convinto era emerso solo quando il suo interlocutore elegantemente vestito aveva fatto cadere la sua maschera mostrando il suo vero carattere accettando di essere messo alla prova con un test.
    Si abottonò per bene la giacca per coprirsi e si sistemò la cravatta sul collo per far passare meno aria possibile, il vento gelido che si canalizzava in quelle viuzze piccole e sperdute iniziava ad essere davvero fastidioso. Shoya sentiva ancora il cuore battere ad una velocità impazzata, l’adrenalina era ancora in circolo e l’ignorare ciò a cui sarebbe stato sottoposto lo rendeva ancora più agitato, ma non ansioso, quello no, nel suo sguardo si poteva percepire come quella decisione fosse stata sì impulsiva ma anche parzialmente ponderata, come se in quel momento fosse emerso il suo vero io e non quel fantoccio che si era creato per mascherare la sua vera identità. Restava il fatto che odiava essere allo scuro di ciò che gli sarebbe stato chiesto.
    Hisoka parlava di sofferenza, di quanto il cittadino medio soffrisse ben più degli Eroi o dei Villain e di come alcune scelte avrebbero portato necessariamente del danno a qualcun altro. Le parole filtravano nel cervello del giovane dai capelli neri ma con suono ovattato, non perfettamente percepibili; camminava affianco al suo compagno di merende, ma non lo stava molto a sentire, perchè si era chiuso in se stesso, nei suoi pensieri e nelle sue congetture, come già altre volte era capitato durante le sue missioni.
    Non è la prima volta che mi trovo in situazioni complicate, devo prestare molta attenzione
    Ripeteva a se stesso che l’occasione giusta sarebbe arrivata, il modo per risolvere quella situazione, bastava solo aver cura di analizzare i dettagli.
    Devo rispondere, altrimenti penserà che non lo sto ascoltando.
    Umidificò velocemente le labbra ormai secche e fece scaldare un attimo la gola per far uscire un suono più possibile chiaro e poco vibrante.
    Sbagli e sbagli di grosso a pensare che la sofferenza sia un problema.
    Prese un’altra boccata d’aria per riscaldare la bocca.
    Penso che non ci sia nulla di più spaventoso al mondo della capacità dell’essere umano di sopportare il dolore e di resistere alla sofferenza. Ed è proprio quando soffriamo che tiriamo fuori il meglio di noi, mentre i nostri nemici abbassano la guardia e si adagiano nel loro stato di conforto.
    Shoya magistralmente evitò di pensare al fatto che veniva accusato di essere lui stesso la causa di sofferenze altrui, quel pensiero ancora non voleva farselo entrare in testa. Al momento si voleva focalizzare sul fatto che solo quando soffri puoi davvero diventare più forte e migliorare te stesso. Un ambiente sicuro, confortevole non ti aiuterà a crescere quanto una vita di sofferenze e ingiustizie. Questo era ciò che non ti insegnavano in quella maledettissima scuola per aspiranti eroi, tutti cresciuti dentro una bolla di sapone protetti notte e giorni da quelle quattro mura.
    Il suo sguardo si perse nel vuoto e camminò dritto giusto perchè affianco aveva qualcuno che lo stava guidando.
    D’un tratto la voce di Hisoka si fece diversa e il suo volto mostrava un sorriso malevolo che non prometteva nulla di buono.
    Il criminale stava dando le istruzioni del test e Shoya dovette scrollare un attimo la testa velocemente per far rientrare il suono nel suo cervello in maniera limpida scacciando via ogni tipo di pensiero.
    Davanti a loro, dall’altra parte del marciapiede si trovava un ragazzo, sembrava un coetaneo vestito bizzarramente con una felpa gigante e dei pantaloni altrettanto grandi a mascherare un corpo secco e magro.
    Ecco Hisoka voleva che si scatenasse un pestaggio tra il ragazzo vestito elegantemente e quello con la felpa; come se non bastava voleva che lo sconosciuto malcapitato fosse ridotto così male da finire in ospedale. Il criminale non sarebbe intervenuto, avrebbe solo fatto da spettatore.
    Shoya abbassò lo sguardo verso i piedi e iniziò ad elaborare una strategia nel più breve tempo possibile, non era spaventato dal dover pestare uno sconosciuto, anzi non vedeva l’ora di scaricare tutta quella tensione, però doveva comunque far credere al suo interlocutore che questo fosse un compito troppo arduo e complicato. Così senza riscaldare la gola e con voce un pò tremante dal freddo rispose rapidamente.
    Ma sei impazzito? Vuoi davvero che pesti uno sconosciuto così senza un motivo?
    La risposta era implicita.
    Ok, ma tu stai qui e non alzare un dito... maledizione... fai fare a me, a modo mio.
    Iniziò parlando in modo preoccupato e finì con un tono particolarmente arrabbiato e scocciato dando sfogo a tutta la sua frustrazione per far credere che quello fosse un compito difficile.
    Ah quanto non mi conosci e quanto mi sottovaluti
    Così Shoya decise di sbottonare la giacca e tenerla aperta tirando su le maniche, poi senza pensarci ulteriormente scattò in avanti correndo lasciandosi alle spalle Hisoka, il quale probabilmente non l’avrebbe seguito subito di corsa, ma anzi sarebbe stato fermo a godersi lo spettacolo; la distanza con lo sconosciuto incappucciato si ridusse a zero in pochi istanti. Shoya aveva scelto di correre anche per allertare il malcapitato che infatti nonostante avesse le cuffiette e il cappuccio alzò lo sguardo e puntò le pupille vuote e spaventate verso di lui.
    A quel punto non c’era molto da fare, doveva mettere in atto il suo piano e sperare che tutto più o meno si sarebbe svolto come aveva ipotizzato. Il primo gesto che eseguì il ragazzo dai capelli neri fu quello di sfilare rapidamente una cuffia wireless al malcapitato: infatti con uno scatto della mano invase l’area privata dello sconosciuto, il quale immediatamente saltò sulla difensiva impaurito e muto come un pesce. Nel frattempo la cuffietta veniva lanciata via in mezzo alla strada con fare visibilmente minaccioso.
    Questa non ti serve!
    Disse in maniera cattiva, dura e spaventosa a mezzo metro di distanza con voce alta, decisa e che fosse udibile anche a distanza.
    Subito però Shoya con un tono molto più basso e impercettibile disse.
    Svelto maledizione! Chiama la polizia! Subito!
    Hisoka non avrebbe mai potuto sentire quella conversazione a meno che non si fosse messo a correre pure lui per raggiungere subito la posizione del malcapitato, Shoya aveva volontariamente dato le spalle al vero criminale e aveva corso velocemente per batterlo sul tempo. Con un gesto degli occhi indicò appunto la posizione di Hisoka e fece in modo di far capire al ragazzo incappucciato che era in pericolo.
    Ok, adesso tira fuori il portafogli e dammi quello che hai!
    Ritornò con voce dura e a tono alto.
    Il ragazzo era paralizzato, ma fortunatamente per lui aveva già il telefono in mano e tra una minaccia ed un’altra aveva già aperto il dialer del telefono componendo rapidamente il numero della polizia per poi avviare la chiamata e mettere l’aggeggio in tasca sfilando il portafogli.
    Bravo ragazzo, sei sveglio allora, meno male che avevi già il telefono tra le mani, così Hisoka non sospetterà di me se tra poco dovesse arrivare la polizia
    Nel momento in cui il ragazzo con la felpa stava per porgere il portafogli, Shoya diede uno schiaffo alla mano del malcapitato facendo rotolare via l’oggetto in pelle che cadde rumorosamente sul marciapiede.
    Ch... Che… Che cosa vuoi da me?
    Disse impaurito, ma non ci fu tempo di una risposta perchè Shoya gli diede subito uno schiaffo con la mano destra dritto in faccia sulla guancia sinistra.
    Abbassati quel cappuccio e combatti!
    Gli gridò in faccia.
    Nel mentre sperava che la chiamata fosse partita e che l’auricolare Wireless che il ragazzo teneva ancora su stesse registrato la loro conversazione così che la polizia con il tracciamente GPS li avrebbe potuti raggiungere sentendo le urla e i colpi ricevuti.
    Devo solo tenermi pronto, io sono incensurato, Hisoka no... vediamo che succede
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    Hisoka Morow

    Il test era più di una semplice misura morale, era un "colloquio", seppur in microcosmo. Voleva sapere cosa fosse disposto a fare, e come l'avrebbe fatto. Era uno a cui importava dell'onore? Preferiva i metodi efficienti o divertenti? Quant'era cauto? Quanto tempo ci metteva a decidersi e formulare un piano?

    Hisoka l'avrebbe osservato con parecchia cura per cogliere ogni possibile sfumatura della sua personalità, per determinare se fosse conveniente lavorarci assieme o meno. E l'approccio scelto da Shorty per quella particolare missione...

    « What. The. FUCK. »

    Guardò la scena con incredulità, pura e semplice.

    Non riusciva a credere ai propri occhi, l'imbarazzo di seconda mano era così forte da volergli far coprire il volto e scappare per i vicoli.

    Perché.

    Avrebbe potuto "mandarlo all'ospedale" in qualsiasi modo, aspettare passasse e poi dargli una botta in testa, o beccarlo da davanti solo per vedere il terrore nei suoi occhi se quello era il suo stile... Ma le mosse dell'Eroe lo lasciavano ebete.

    Aveva permesso lo sconosciuto gli diede una lunga e buona occhiata in volto, facendogli posare lo sguardo anche su Hisoka per trascinarselo dietro. Ogni secondo che il ragazzo non era al tappeto svenuto l'immagine dei due si cristallizzava nelle sue memorie.

    Alla faccia del desiderio di privacy e segretezza dell'Eroe. Alla prima occasione non si era fatto problemi ad annunciare a qualcuno di volerlo pestare. Non ci sarebbe voluto nulla a fare un identikit di entrambi per venirli a cercare al mattino.

    Diamine.

    Gli aveva detto di annunciarsi? Gli aveva detto di scipparlo? Gli aveva detto di sfidarlo a duello? No, quelle erano tutte state scelte sue. Decisioni che ne definivano il carattere e il modus operandi. E non era qualcuno a cui Hisoka voleva anche solo star vicino, considerando che ora quel civile avrebbe associato anche il suo volto al pestaggio.

    Era stato vicino al voltarsi e tornare a casa.

    Vicinissimo.

    ...Dannazione a lui, era fin troppo generoso. Troppo disposto a dare seconde chance... Principalmente perché ormai aveva investito troppo tempo in quello squilibrato e si sarebbe sentito un idiota ad uscirne senza un nulla di fatto. Se c'era un'ultima possibilità di ribaltare la situazione, anche minuscola, voleva provarci.

    Shorty non lo rendeva facile, però.

    « Yo~ Yo~ Calmiamo i bollori ♠ »

    Esordì giocoso Hisoka dalle spalle del compagno, per poi farsi avanti e mettere un braccio tra questo e la vittima, per distanziarli. In tutto ciò cercando di sorridere senza far notare quanto fosse esasperato dall'intera serata.

    « Perdona il mio collega, è un po' troppo impulsivo ♣

    Come ti chiami? ♦ »


    Si rivolse all'altro con lo stesso sorriso. Una classica routine del buono e il cattivo.

    « H–Haru! Non capisco... Cosa volete da me?? »

    La protezione di Hisoka sembrava averlo calmato un po', non era più in balia della paura, ma molto più della confusione. Rimbalzava lo sguardo tra l'Eroe e il Criminale, indeciso su chi dei due fosse quello davvero preoccupante.

    « Nice to meet you, Haru ♥ »

    Sibilò avvinghiandogli il braccio attorno alle spalle, scrutandolo dall'alto con occhi da serpe. Gli avrebbe parlato come un amico di vecchia data, a cui si chiede cos'abbia fatto negli ultimi tempi, tanto che Shorty si sarebbe sentito tagliato fuori.

    La conversazione era tra lui e Haru.

    « Vedi, io sono un Villain, lui è un Hero. Ci siamo incontrati oggi al Kuroshinju perché gli interesserebbe far un po' di affari con la criminalità. Heh, che bel paladino di giustizia, lo so~ ♠

    Gli ho offerto un test per guadagnarsi la mia fiducia e collaborazione. Mandare un civile all'ospedale. Oh! Sei tu quello! ♣ »


    Se mostrando i loro volti Shorty gli aveva offerto un'arma, Hisoka stava dando in mano ad Haru un intero arsenale. Sapeva chi fossero, la loro relazione, e dov'erano stati quella sera. Chiedendo al locale ci sarebbero stati numerosi testimoni per identificare i due.

    Quel civile aveva il potere di rovinarli, Hisoka se n'era accertato.

    Solo così poteva mettere Shorty con le spalle al muro.

    « Però... Vedi... Ha fatto un pastrocchio lasciandosi vedere in volto, non posso avere alleati così scialbi. Ma per sua fortuna voglio dargli una seconda chance ♣

    Con tutto ciò che hai visto e sentito sei una vulnerabilità enorme, concordi? ♦ »


    Il tono di Hisoka rimaneva gioviale... Haru, invece, stava lentamente cominciando a mettere ordine in testa, e afferrare il discorso del Jester. E nel volto mostrava l'adeguato terrore.

    « Magari potremmo convincerti a tappar la bocca e non far voce a nessuno di tutto ciò... Però non ho tutta questa fiducia negli sconosciuti~ Niente di personale, una cosa mia ♠

    Puoi promettere e giurare quanto vuoi che non dirai mai nulla e non ti crederei. La mia fiducia è difficile da guadagnare, come puoi intuire ♣ »


    Per la prima volta da quand'era iniziato il monologo, passò il contatto visivo al suo "alleato"... Con degli occhi che dicevano tutto sull'atmosfera di quel momento.

    « Shorty, non vorrai mettere a rischio l'incolumità dei tuoi alleati, vero? Un buon collaboratore cerca sempre di proteggere un partner ♠ »

    Lasciò la presa sulla preda e fece qualche passo indietro.

    « C'è solo un modo per farmi sentire davvero sicuro i nostri segreti rimarranno salvi ♦ »

    Estrasse il telefono, maneggiò per un momento lo schermo, poi lo rivolse verso i due... Sessanta secondi. Un timer che diminuiva ogni istante, una data di scadenza alla collaborazione dei due se Shorty non avesse agito.

    « Uccidilo~ ♥ »

    Hisoka non si sarebbe mosso. Non avrebbe risposto ad alcuna domanda o tentativo di negoziazione dell'altro... Avrebbe osservato, curioso.

    Shorty l'avrebbe ammazzato entro il minuto di tempo, seppellendo con lui tutte le informazioni sensibili per entrambi? O l'avrebbe risparmiato prendendosi i rischi che ciò comportava? Qualcosa gli diceva che avrebbe fatto qualcosa di... Stupido, probabilmente.

    Quella era l'ultima occasione. Do or Die.
    CITAZIONE
    Prendendo come riferimento gli scontri con Fuyuko e Lion, do per scontato la polizia ci metterebbe un po' ad arrivare. Non penso abbastanza da interrompere il minuto del timer prima che scada. Anche considerando che senza sentire la loro posizione all'auricolare non saprebbero nemmeno subito dove dirigersi.
     
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    Quello schiaffo era stato decisamente eccessivo, però era fondamentale per far continuare a credere ad Hisoka che stava facendo sul serio; in verità Shoya aveva ideato un piano mentale strategico in pochissimo tempo per scampare almeno momentaneamente al compito assegnato: infatti avrebbe iniziato a fare un po' di sparring con il malcapitato fino al suono delle sirene, poi se la sarebbero data tutti a gambe levate e se anche il tizio avesse testimoniato non c’era pericolo di essere rintracciato o ricondotto a qualche crimine, aveva solo fatto a botte per strada con uno sconosciuto.
    Sembrava un piano perfetto se non che Hisoka decidette di rimangiarsi la parola che aveva dato poco prima annunciandosi con un “Yo Yo” a voce alta e allungando un braccio per dividere di due contendenti; Shoya balzò istintivamente all’indietro, non voleva farsi toccare dal suo “socio”: infatti aveva letto del detenuto numero #833, il quale aveva il potere di creare esplosioni con ciò con cui entrava in contatto diretto.
    Non..
    “...toccarlo” stava per pronunciare, ma ormai era tardi, il corpo del criminale trasandato era entrato in perfetto contatto con il ragazzo con la felpa.
    Che cosa gli è saltato in mente di intromettersi, mica aveva detto che avrei potuto fare esattamente come volevo e che lui non si sarebbe intromesso?
    Avere a che fare con Hisoka era peggio che con una ragazza: cambiava idea costantemente, quello che diceva non rappresentava ciò che pensava e se avevi la sfortuna di capitare nel giorno in cui aveva le sue cose diventava particolarmente suscettibile e contraddittoria. Ecco oggi, probabilmente, era il giorno in cui Hisoka aveva le sue cose. Forse gli avrebbe dovuto dare un bacetto alla locanda, magari si sarebbe quietato un po'.
    Shoya visibilmente scocciato abbassò le braccia che erano ben alte con i pugni chiusi pronti per scagliarsi sul corpo del malcapitato, il quale disse di chiamarsi Haru e palesemente spaventato, impaurito era paralizzato nella sua posizione. Cercò un contatto visivo, gli avrebbe detto di stare attento e allo stesso tempo avrebbe cercato di rassicurarlo. Certo dopo aver ricevuto uno schiaffo e una minaccia sarebbe stato difficile credergli, però se il ragazzo con la felpa era uno sveglio avrebbe potuto intuire velocemente la situazione, visto che gli era stato chiesto di chiamare la polizia.
    Il vero criminale prese l’iniziativa di avviare un colloquio a tu per tu con lo sconosciuto raccontandogli per filo e per segno tutta la storia: dall’incontro nella locanda, al test da eseguire nel campo. Insomma un pippone infinito da cui Shoya era stato bellamente tagliato fuori e osservava entrambi in silenzio mentre il suo cervello rielaborava una nuova strategia, un nuovo piano d’azione.
    Certo che quando parla sembra di stare a sentire Robert
    In quel momento paradossale gli venne quasi da sorridere pensando al suo collega di missione lupesco il quale era logorroico e aveva palesi problemi di comunicazione, beh Hisoka se la cavava sicuramente meglio a livello lessicale ma in fatto di logorrea erano molto simili.
    Shoya non potè fare altro che stare in silenzio, non aveva modo di replicare e qualsiasi cosa avrebbe detto non gli sarebbe servito per uscire da quella situazione. Cercò comunque di mantenere la calma, non perdere le staffe e continuare a ragionare più lucidamente possibile per portare a casa entrambi gli obbiettivi: non sporcarsi le mani e avere un socio. Sarebbe stato complicato ma non impossibile.
    Hisoka finì solo per incasinare ulteriormente la situazione, tirò fuori un telefonino, avviò un timer e annunciò che Haru doveva morire per mano di “Shorty”.
    La polizia non sarebbe arrivata in tempo.
    Il ragazzo elegantemente vestito si mise in guardia sollevando nuovamente i pugni davanti al viso mentre con gli occhi cercò subito lo sguardo di Haru per cercare in qualche modo di dirgli “stai tranquillo”.
    Fu in quel momento che Shoya si rese conto che era pronto a tutto, ma non ad uccidere uno sconosciuto, lo avrebbe pestato sì, gli avrebbe spezzato qualche osso probabilmente, ma non lo avrebbe potuto uccidere così a sangue freddo. Non c’era altro da fare se non ammetterlo.
    Rimasero fermi, entrambi, poi quando stavano per mancare cinque secondi allo scadere del timer Shoya mosse rapidissimamente la mano sinistra come per sferrare un altro schiaffo invece afferrò l’ultimo auricolare wireless rimasto all’orecchio del malcapitato e lo fece cadere per terra schiacciandolo successivamente con il piede destro con uno sonoro *Crack* seguito dall’allarme della sveglia del telefono di Hisoka. Ecco che si sarebbe voltato verso il suo “socio” con sguardo deciso, infuocato, colmo di sfida e risentimento. Gli aveva giocato un brutto tiro palesandosi e chiedendogli di uccidere uno sconosciuto, doveva lasciarlo fare con il suo pestaggio e tutto sarebbe andato secondo i piani; dopo tutto quello che aveva fatto e dimostrato ancora una volta Hisoka era tornato su i suoi passi rimangiandosi la parola data.
    Vedi Hisoka Morrow, chi può confermare che quello che hai detto rappresenta la verità? Sono qui per mia scelta o mi hai costretto a colpire Haru perché hai minacciato di uccidermi se non lo facessi? chi può dirlo?
    Detto questo Shoya fece un passo veloce e si mise in mezzo, così che Hisoka sarebbe dovuto passare su di lui se voleva colpire o afferrare il giovane malcapitato, il quale adesso conosceva un nome ed un cognome di quella strana coppia. Doveva ripagarlo con la stessa moneta.
    Haru, va via, immediatamente, corri.
    gli dava le spalle, ma il tono era chiaro, deciso. Mentre con gli occhi fissava dritto in faccia il suo “socio”.
    Il ragazzo con la felpa non se lo sarebbe fatto ripetere due volte, sarebbe scappato subito e a gambe levate, a meno che Hisoka non avesse tentato di fermarlo afferrandolo, ma lì Shoya sarebbe intervenuto con il suo Quirk e la situazione probabilmente sarebbe degenerata. La cosa più saggia era lasciar correre via Haru, il quale si sarebbe subito attaccato al telefonino per parlare con la polizia.
    Avevano poco tempo, ma avrebbe aspettato che il ragazzo fosse lontano abbastanza da non poter origliare quella conversazione.
    Senti, io ti ho cercato, ti ho chiesto di incontrarci, sono stato ai tuoi termini, ti ho spiegato per filo e per segno quello di cui ho bisogno...
    Shoya si era dimostrato un duro fin dall’inizio e adesso lo era ancora di più perché quel suo sguardo lasciava trasparire il dolore immenso che provava dentro di sé; parlava con tono sincero perché la verità di ciò che pativa gli impediva di mentire ulteriormente ed era appena arrivato al punto dove non poteva più perdonare, perché è rimasto da solo, e chi come lui stava affrontando un tremendo naufragio sarebbe probabilmente rimasto per sempre da solo.
    Sono stato cordiale, disponibile, ti ho chiesto di avanzarmi qualsiasi richiesta, ti avrei fornito informazioni e segreti su qualsiasi eroe tu mi avessi chiesto, avrei pure fatto in modo di farti intrufolare alla U.A. se ce ne fosse stato il bisogno… invece non mi hai chiesto nulla, non hai avanzato nessun interesse bensì hai voluto provocarmi, mettermi alla prova. Ma con quale diritto?
    strinse i pugni.
    Ho precisato sin dall’inizio sarebbe stata una cosa alla pari, ho accettato il tuo test, mi hai detto di fare a modo mio... E invece hai deciso di intrometterti, spiattellare informazioni superflue per mettermi in difficoltà e poi mi vieni a chiedere di uccidere una persona a sangue freddo?
    ...
    E va bene non ne sono capace, forse è ancora presto per me, non sono capace di uccidere un innocente a caso, vuoi farmene una colpa? Fammene pure una colpa.

    prese fiato
    Sono pronto a navigare nel tuo mare e imparare a usare l’arpione, ma non mi puoi chiedere subito di andare a caccia di balene e pretendere che uccida la più grossa.
    la metafora rendeva il concetto.
    E adesso sbrigati, decidi cosa vuoi fare, il ragazzo avrà chiamato la polizia.
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    CITAZIONE (the saxofonist @ 25/10/2020, 17:04)
    Non c’era pericolo di essere rintracciato o ricondotto a qualche crimine, aveva solo fatto a botte per strada con uno sconosciuto.

    Sono morto :rotfl:

    Hisoka Morow

    Non serviva il bassotto si mettesse tra lui e Haru, Hisoka non era spaventato di una denuncia o due. Era parte del mestiere. Il test era più concettuale che pratico, e Shorty aveva fallito rovinosamente. S'intascò il telefono con un lungo sospiro frustrato, colmo di tutto il fastidio e la noia che quella serata gli avevano donato.

    Un vero e proprio spreco di tempo.

    Ed era certo il ragazzo non avrebbe trovato nulla di male nelle proprie azioni. Avrebbe scaricato ogni colpa e responsabilità ad Hisoka qualvolta ci ripensasse, come già stava facendo. Era stato sottoposto alla sua prova, l'aveva ciccata, e comunque aveva ricevuto un'altra chance piuttosto che essere abbandonato senza preavviso. Questo da Shorty era stato interpretato come "intromissione" e "rimangiarsi la parola".

    Non aveva manco più le forze d'essere esasperato.

    Aveva detto fosse l'ultima possibilità, l'ultima delle ultime, e stavolta avrebbe tenuto fede all'ultimatum. Ascoltò l'altro lanciargli addosso un torrente di parole come un bambino che disperato cercava di convincere i genitori a comprargli quel giocattolino davvero figo per Natale. Rimbalzava tra l'insultarlo, al quasi supplicarlo, alla negoziazione.

    I fatti erano: Shorty non era adatto a fare il criminale, e sicuramente non era adatto a lavorare con Hisoka. Se avesse voluto perseguire quella strada testardamente l'avrebbe fatto senza trascinare il Jester nei suoi guai, come aveva appena fatto con Haru.

    « ...Le faremo sapere ♥ »

    E non aveva effettivamente altro da dire.

    Passò oltre Shorty senza manco guardarlo negli occhi, ignorandolo completamente. Era finita. Aveva avuto numerose possibilità e le aveva bruciate tutte con un senso d'ego spropositato. Si sentiva protagonista del mondo, e da buon personaggio principale s'aspettava la trama si piegasse per favorire i suoi scopi... Eppure quella sera aveva fallito in fragrante.

    Forse sarebbe dovuto essere motivo di riflessione, ma era più che sicuro avrebbe trovato qualche razionalizzazione per incolpare chiunque eccetto se stesso.

    S'imbucò in un vicolo, e sparì dalla vista dell'Eroe.
    CITAZIONE
    The end~ Almeno per Hisoka. Lascio a te se vuoi dare a Shoya un ultimo post conclusivo, oppure gettarla direttamente in Valutazioni.
    Grazie mille della role :<3: È stato interessante e mi sono divertito, al contrario di Hisoka ohoh

    PS
    Questa role è ambientata prima del duello con Lion, e dell'arresto di Hisoka... Non so se valga comunque il dimezzamento dell'exp? O se sia solo per le role successive alla prigionia?
     
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    Hisoka rapidamente mise via il telefono e liquidò il suo interlocutore con un “le faremo sapere”.
    Ripiombò il silenzio in quel piccolo vicolo, nessuno fiatava più, il ragazzo era ormai scappato lontano e a distanza si poteva percepire l’eco delle sirene di una volante della polizia. Doveva filarsela e anche alla svelta, questo era il pensiero di Shoya, ma rimase fermo a fissare davanti a sè; prima aveva la sagoma del criminale che lui stesso aveva contattato telefonicamente e adesso invece non c’era niente, se non l’altro lato della strada.
    Nessuna spiegazione, nessuna risposta esplicita, o meglio era implicito che Hisoka non volesse ottenere nulla da un contatto all’interno del mondo degli eroi, si era presentato solo per sondare il terreno, solo per puro divertimento e aveva anche osato prenderlo per i fondelli.
    Shoya arrabbiato nero serrò la mascella così forte che iniziò a sentire i denti farsi male, attorno a lui le luci dei lampioni iniziarono a funzionare ad intermittenza, l’aria stava diventando satura di tensione.
    Eppure sono stato gentile
    Disse a bassa voce parlando tra sè e sè. Mentre un misto di pensieri e sentimenti gli pervadevano la mente e mentre certe cose andavano aldilà di ogni sua comprensione sapeva che gliel’avrebbe fatta pagare, in un modo o nell’altro.
    Ti sei fatto un nemico pericoloso Hisoka, e il conto si paga sempre alla fine.
    Liberò la mascella e mostrò un sorriso inquietante, la vista si era appannata e l’udito era tornato ovattato; nuovamente chiuso in se stesso cercava di rifare ordine tra i suoi pensieri e le sue prossime mosse.
    Oggi poteva aver fallito con il suo piano a breve termine, Hisoka non sarebbe stato il suo aggancio, quanti altri criminali c’erano in città? Infiniti. Il piano a lungo termine era ancora in pieno corso d’opera e le persone che in quel momento lo stavano ostacolando finivano direttamente nella black list e prima o poi quella lista avrebbe subito un epurazione. Poche erano le persone uscite con le ossa intatte dopo uno scontro con Shoya, ricordò subito Blank, i suoi scagnozzi e quelle maledettisime piante copia.
    E pensare che ero così debole, eppure li ho spezzati tutti.
    Senza ulteriore indugio si slacciò la cravatta e la mise in tasca per poi afferrarare la giacca e tenerla in mano. Adesso era il momento di correre via e sfruttando l’oscurità si dileguò senza lasciare alcuna apparente traccia.
    Lì su quel marciapiede fece una promessa a se stesso. Hisoka la pagherà.

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    CITAZIONE
    Finish.
    Grazie per la role. penso di aver scritto i post più belli che abbia mai fatto su questo forum. ti ringrazio. mi spiace un pò per Hisoka ahah prima o poi capiterà in qualche missione/quest/role che rincontri Shoya e potrebbe non essere piacevole ahah
    Il bello delle trame on GDR. Fantastico!
     
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    Ciao ragazzi,

    La role, bar che pare uscito da un film di Sergio Leone a parte, mi è piaciuta. Veniamo però a noi...

    CITAZIONE (the saxofonist @ 22/9/2020, 20:19) 
    va beh comunque più o meno regge la storyline.

    E INVECE. ahem.
    Veniamo a noi: come scrissi qui ci sono enormi problemi rispetto alla timeline di questa role e derivano da un errore di entrambi. Stan ha sbagliato ad aprire questa role prima di concludere il combat con Lion, Saxo ha sbagliato a non chiedere se avesse senso o meno il trovare il numero di Hisoka negli archivi di Lifeline. Analizziamo il problema nel dettaglio:

    1) Innanzitutto la cronologia di Stan è un pastrocchio e alla luce dell'accaduto a questo punto l'unica giustificazione che trovo è aver confuso l'effettivo funzionamento della cronologia. La cronologia è del pg, per cui non ha senso che la role dove Hisoka viene arrestato "da" Lion e quella dove evade abbiano, in cronologia, altre tre role in mezzo. Aggiustala quindi con gli eventi in ordine cronologico per Hisoka. :zizi:
    2) A livello meta la role, essendo stata aperta dopo il combat, dovrebbe localizzarsi appunto dopo il combat con Lion, con Hisoka appena uscito di prigione. Ovviamente questo non traspare dalla role poiché, appunto, è stata aperta prima della sua fine. E questo, bambini, è il motivo per cui non si aprono role quando si ha un evento core aperto.
    3) A livello in-gdr non ha senso che Lifeline, la polizia o chi per loro possieda persino un numero collegato ad Hisoka e questi non si trovi in prigione se basta persino un messaggino di Shoya per farlo rintracciare. Non sarà Blank ma Hisoka ha comunque i suoi bei crimini sulle spalle. L'unico motivo per cui le forze dell'ordine possano avere il suo numero e lui sia a piede libero è nel caso in cui è appena uscito di prigione e quindi anche volendo non possono dargli contro, perché se l'ha trovato Shoya di sicuro Quiet Perfume lo ricopriva di slime con uno schiocco di dita.
    4) Shoya è probabilmente molto più famoso di quanto pensa di essere: figura infatti in Hall of Fame e a maggior ragione lo sarà stato dopo l'evento della nave (anche se per questo la HOF non è ancora aggiornata ma capiteci, abbiamo tante cose da fare). Per questo motivo il buon Haru o letteralmente qualsiasi passante o informatore dal bar del far west o criminale intento a vendere informazioni può riconoscerlo. Nuovamente, non sarà Endeavor ma è comunque un "personaggio pubblico".
    5) E qui scatta l'inghippo. Hisoka è decisamente famoso, più che altro perché non cerca neppure di nascondersi. Shoya, il fenomeno del momento, decide di incontrarlo. E vanno a picchiare un civile e gli fanno pure chiamare la polizia. Cocktail mortale.

    Esistono solo due soluzioni a tutta questa faccenda:

    A) Come scritto da Stan,
    CITAZIONE (Stan @ 27/10/2020, 11:16) 
    Questa role è ambientata prima del duello con Lion, e dell'arresto di Hisoka

    Se vogliamo prendere quest'indicazione come veritiera Shoya è fondamentalmente espulso dalla UA e viene spostato nella sezione Vigilantes. Hisoka ha numerosi precedenti di aggressioni a ragazzi della UA, si incontra con Shoya a cui magicamente non succede nulla e pochi giorni dopo rintraccia Lion e lo aggredisce brutalmente. Shoya viene sospettato di vendergli le informazioni (ironicamente proprio ciò che voleva fare) e viene radiato e punito, dopo l'emergenza dell'Evento, per essere stato in compagnia di un ricercato e non aver chiamato la polizia e neppure cercato di fermarlo. Questa è la soluzione con più rischio per Shoya e anche quella supportata da meno dettagli all'esclusione di Hisoka che non è depressino e non ha il braccio rotto.
    B) Fingiamo quella notazione non esista e il braccio di Hisoka sia uno woopsie. Shoya ha trovato il numero di uno appena uscito di prigione e decide di contattarlo. Per quanto stia sulle palle a polizia ed eroi non hanno nulla per arrestarlo di nuovo quindi, per quanto deprecabile, Shoya si è solo messo in contatto con un normale cittadino con dei precedenti e non è reato. Il fatto con Haru non è comunque ignorabile ma Shoya riceve solo uno strike dall'agenzia. E poi probabilmente diventa una frittata spappolata a cazzotti da Lion appena questi lo viene a sapere ma non è un problema mio. :asd:

    Questi sono i due possibili esiti e dato che nessuno dei due è logicamente ineccepibile ed entrambi presentano dei buchi di trama vi invito a rifletterci assieme e trovare la soluzione più congeniale per entrambi, che poi potete riferirmi senza problemi.
    In conclusione ci tengo a ripetere che la role mi è piaciuta e le possibili porte che questa ha aperto anche, però queste sono comunque le uniche possibilità logiche a livello di ambientazione per quanto accaduto!

    Shoya: +50 exp +25 exp + 25 exp (bonus livello)
    Hisoka: +25 exp +25 exp (1/3 malus prigione)*

    Passo e chiudo! :**:

    *nota: temporalmente forse avresti avuto il bonus livello ma non posso accreditarlo poiché non hai segnato il livello in nessun post. Ricordati di farlo in futuro se lo vuoi. :stare:
     
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25 replies since 19/9/2020, 09:56   819 views
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