🦋 Appetite for Destruction

ACT II - Brave New World

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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    In fin dei conti era vero: Hisoka era importante. Senza di lui e la metà di quelle fastidiose parole che aveva pronunciato a Shinya non sarebbe mai venuto in mente di portare con sé Hayato e probabilmente se ne sarebbe andato con Valerio lasciando i due ad uccidersi a vicenda. Invece aveva appena deciso di sfruttarlo un po' per i suoi comodi, e per farlo aveva bisogno dei suoi sentimenti. Era stato caritatevole ed aveva deciso di lasciar morire una persona al posto di due. Shinya amava sfruttare le persone per i suoi fini, ma faceva sempre del suo meglio per render loro palese che li stesse sfruttando, perché non gli piaceva ricevere senza dare, e voleva che le persone sapessero a cosa stavano andando incontro. Quindi accettando di venire con lui, Hayato avrebbe inconsciamente firmato un patto in cui acconsentiva a farsi sfruttare dall'albero per ricevere in cambio... qualsiasi cosa avesse voluto.
    Da Aogiri non si poteva scappare, Shinya lo sapeva meglio di tutti, ma era una storia che era meglio lasciare per momenti futuri. Sempre con la mano tesa, guardò Hayato allontanarsi un breve istante, osservò Hisoka alzarsi in piedi e Valerio di sfondo battere ritmicamente il piede sul pavimento, le braccia conserte. Facendo leva sulla sua immensa pazienza, li lasciò perdere, pretendendo di non ascoltarli o lasciarsi coinvolgere, ma dopo qualche minuto, si lasciò sfuggire un sospirò.
    Già, per quanto calmo e paziente, non era che non avesse proprio nulla da fare. E Valerio era lì a ricordargli che avevano tempi piuttosto stretti. Si schiarì la voce con un colpo di tosse, e richiamò i presenti all'attenzione battendo le mani. «Allora, avete finito di fare i bambini delle elementari?» domandò, serafico, sebbene il suo tono tradisse una certa fretta. Anche se beh, lui alle elementari non c'era stato e non sapeva con esattezza come si comportavano i ragazzini di quell'età, ma era abbastanza adulto da poter supporre che scoppiassero a litigare per questioni futili. Da una parte era stato meravigliato che Hisoka fosse riuscito ad alzarsi, dall'altra era l'ultima cosa a cui voleva pensare in quel momento. «Valerio. – richiamò il Caporegime, prima che i due avessero tempo di replicare, e facendo frattanto cenno ad Hayato di tornare da lui. – Non mi interessa come, non voglio più vederlo una singola volta in vita mia.» asserì, addossandogli il poco piacevole compito di finire di occuparsi di lui. Quasi gli spiaceva di non poterselo portare dietro, Valerio era un ottimo supporter.
    Quando Hayato lo raggiunse, Shinya gli porse di nuovo il DISQ. Attese che il biondino lo prendesse ed infilò la mano destra fra uno dei drappi del suo kimono. Ne estrasse una fialetta al cui interno stavano tre pasticche identiche a quella che aveva appena teso al sottoposto, la aprì, prese la prima fra le dita, se la portò alle labbra e la mandò giù come fosse una deliziosa caramella. Una piacevole sensazione di calore lo invase: il Vice socchiuse gli occhi per un paio di secondi e attese qualche istante, come se si stesse concentrando su qualcosa. Sorrise velatamente, risollevò le palpebre, e le sue iridi cremisi si posarono sul Consigliere. Shinya si avvicinò, allungò le braccia e prese il viso di Hayato fra le mani.
    «Ascoltami attentamente, Hayato-kun. — mormorò. Le sue dita gli sfiorarono la base del mento, a metà fra la pelle e la maschera, accarezzandogli il volto. — Adesso voglio che ti concentri solo su di me, va bene?» gli sussurrò, ipnotico, fissandolo - per quanto possibile - negli occhi. Il suo tono era serio, voleva davvero la sua piena attenzione.
    «Solleva appena la maschera e manda giù, ci penso io a tenere il farmaco lontano.» continuò, riferendosi alla piccola sfera che gli aveva donato poco prima. Pur non avendo rivelato come, effettivamente Shinya era sembrato in grado di controllare il farmaco ed in quella stanza non ve ne era, che poi fosse vero o meno forse nessuno lo avrebbe scoperto adesso. Hayato doveva solo scegliere se fidarsi o meno.
    «Quando lo avrai fatto... concentrati, e pensa di volermi raggiungere, ovunque io sia. Dovrebbe bastare.» mormorò il Vice, prima di lasciar scivolare le mani attorno alla base del suo collo, fino a ricongiungerle appena sul retro. No, sebbene potesse sembrare non voleva strozzarlo. Shinya tastò appena la parte alta della schiena del ragazzo: stava controllando se, fra il proprio vestiario, il ragazzo disponesse di un cappuccio. Se lo avesse trovato, glielo avrebbe semplicemente tirato sul capo, in caso contrario avrebbe lasciato perdere, liberandolo dalla propria presa per entrambi gli esiti e ristabilendo fra loro una distanza normale.
    Fondamentalmente al momento non aveva tempo di spiegare come funzionava quel quirk che stava per assimilare. Aveva avuto tempo per fare i suoi dovuti test, ma non aveva tempo per spiegare una teoria astratta in pochi minuti e soprattutto... avrebbe rovinato l'atmosfera, che non era proprio necessaria, ma discretamente importante. «Ah, un'ultima cosa. Stiamo per andare in un posto speciale, hai un nome, un alias, con il quale vuoi che ti chiami?»
    Shinya avrebbe atteso le risposte del ragazzo. Se Hayato gli avesse effettivamente dato ascolto, scostando eventualmente la maschera per prendere la pillola, avrebbe potuto avvertire una lieve e soffusa sensazione di calore diffondersi lungo le proprie membra, seguita purtroppo da un pungente ed acuto dolore in corrispondenza del petto. Shinya era comunque lì davanti per sostenerlo, se ne avesse avuto bisogno, ma la sensazione non sarebbe durata più di un paio di secondi.
    Forse era semplicemente il suo corpo che si stava adattando, come la prima volta che aveva manifestato il suo quirk. Solo che ora era una persona adulta, ed il suo fisico aveva smesso di crescere da un po'.
    Shinya gli avrebbe sorriso un'ultima volta, sussurrandogli un "ci vediamo presto", stessa frase che gli aveva detto quando si erano separati ai magazzini dell'asta, si era voltato di tre quarti verso Valerio ed Hisoka, eseguendo un cordiale inchino di saluto, avrebbe stretto il proprio ventaglio, e poi sarebbe semplicemente sparito.
    Come se non fosse mai stato lì. Libera dalla sua presenza, la stanza con le porte aperte e spalancate, aveva gradualmente cominciato a riempirsi di nuovo di quella nebbiolina scura, e qualche farfalla sarebbe slittata al suo interno.


    STATISTICHE
    VALORE
    Livello:
    8
    Energia:
    540/1050
    Forza:
    250
    Quirk:
    400
    Agilità:
    375
    Farmaci:
    SS+
    Medica:
    SS+
    Peso:
    [5]
    Scheda:
    QUIRK & INVENTARIO
    NOTE: Dim puoi decidere tu se far funzionare il DISQ su Hayato oppure no. In caso ci vediamo direttamente nell'altra discussione, e puoi direttamente scrivere le reazioni ad entrambi i post nel tuo primo post di là, altrimenti rimani qui. Hisoka invece rimane per forza con Valerio e può postare qui.
    Vi comunico con piacere che Asakusa è salva!

    HANZO'S BLESSING:
    Data l'alta concentrazione del farmaco e la sua dubbia natura, il raggio d'azione di Shinya è esteso a 15 metri.

    TECNICHE USATE:
    ✧ Dark Divine Core [x1]
    ✧ Black Fate [x1]

    QUIRK:
    Limbo [Emitter Quirk]
    Shinya è in grado di generare una strana specie di sabbia scura, che ricorda per certi versi dei granuli di catrame. A dispetto di ciò, questa sostanza è molto leggera e sembra avere una densità simile a quella dell'aria, indi per cui si comporta esattamente come i pesci si comportano in acqua. Shinya è in grado di generarla a partire dai suoi capelli: molto più lucidi e setosi del normale, infatti, crescono ad una velocità molto maggiore rispetto alla media.
    Questa sabbia è abbastanza fine, ma può essere aggregata a formare qualsiasi genere di costrutto, anche se essi non paiono molto adatti a sopportare urti o colpi massicci e tendono a disgregarsi facilmente in virtù del fatto che non sono in grado di formare legami molecolari fra loro e l'unico modo in cui possono rimanere aggregati pare essere sotto il controllo diretto di Shinya.
    La proprietà singolare del quirk, tuttavia, è un'altra. Essendo, appunto, molto fine, la sostanza, è molto adatta ad essere ingerita o respirata e, se ciò avviene, ha - sul corpo umano come su quello animale - lo stesso effetto che avrebbe un anestetico.
    Con anestesia si indica in generale l'abolizione della sensibilità, della coscienza e del dolore, associato a rilassamento muscolare. La sabbia di Shinya agisce allo stesso modo: deprime il sistema nervoso centrale e lo priva dello stato di coscienza. Ovviamente l'effetto varia a seconda del come essa viene in contatto con l'organismo e della quantità, ma il denominatore comune è lo stesso. Sembra molto simile alla morfina.
    ANCHOR (Arisu)
    ANCHOR — Quirk di rilocazione. Il suo funzionamento è piuttosto basico: permette di usare una persona come ancora per spostarsi nello spazio fisico.
    Nonostante l'apparente utilità possiede numerose controindicazioni:
    1) L'utilizzatore deve conoscere la persona da utilizzare come ancora e provare per essa dei forti sentimenti, positivi o negativi che siano.
    2) Lo spostamento può avvenire solo nelle immediate vicinanze della stessa. Se la connessione all'ancora è debole lo spostamento non può avere successo e fa percorrere solamente un terzo del tragitto nella direzione in cui l'ancora si trova. Più è forte la fiducia che si prova nella propria ancora più lo spostamento sarà preciso e vicino ad essa.
    3) Usare il quirk richiede una notevole concentrazione, in quanto l'attenzione deve essere focalizzata unicamente sull'ancora; la rilocazione non richiede molte energie, ma è impossibile avere più di un'ancora contemporaneamente, e cambiarla è estremamente dispendioso.
    4) Il range del quirk è virtualmente infinito, ma per essere usato bisogna che l'utilizzatore sia a conoscenza della posizione della propria ancora prima di tentare di spostarsi. Se la posizione non è conosciuta bisogna aver avuto un contatto con l'ancora nei venti minuti antecedenti lo spostamento e la distanza non deve superare i 20 chilometri.
    5) È possibile portare oggetti o persone con sé soltanto se essi sono a contatto con il proprio corpo e se si possiede almeno un terzo della propria energia totale. I vestiti e l'equipaggiamento base che si possiedono quando si sceglie la propria ancora sono esclusi dal conteggio.
    Peso: [1]

    TECNICHE
    Dark Divine Core — Consente di scegliere una persona come propria ancora o cambiarla se se ne possiede già una.
    Costo: 50
    Black Fate — Usando la propria ancora come riferimento è possibile spostarsi nello spazio fisico, secondo le regole indicate precedentemente.
    Costo: 20
    Hedonism — Estendendo il potere del quirk ad un oggetto o una persona aggiuntiva è possibile portarlo/a con sé durante la rilocazione.
    Costo: 70

    TECNICHE PERSONALI:
    Chaos Tide [Livello 4] [Costo 100 + 40]
    Shinya genera una sorta di palude di sabbia simil catrame che ricopre il suolo, usando sé stesso come epicentro. La sabbia è appiccicosa e rende i movimenti difficoltosi per chi ci cammina sopra o in mezzo, ma al di là di questo non ha particolari effetti. Se non avete mai provato l'ebbrezza di sprofondare in delle sabbie mobili, questa sarà certamente la prima volta. Essendo la palude assoggettata al suo controllo, se si sposta questa lo segue.
    Raggio: 5 metri
    Effetto: Dimezza i costi di tutte le sue altre tecniche finché rimane attiva.
    Pandemonium [Livello 4] [Costo 70]
    Tecnica che può essere usata solamente quando Chaos Tide è attiva. La palude diventa come "viva" e reagisce alle vibrazioni, come un campo minato, se qualcuno ci cammina sopra, nel giro di un secondo numerosi spuntoni affilati si alzano in corrispondenza della superficie stimolata (e del metro immediatamente attorno) trafiggendo brutalmente qualsiasi cosa vi si trovi sopra.
    Danno: Grave. Può applicare [Sanguinamento]
    Asphyxia [Livello 4] [Costo 80 + 30]
    Eccedere nell'utilizzo delle cose non fa mai bene. Nemmeno quando si tratta di anestetici, perché diventano tossici per l'organismo e si rischia di morire di overdose. Con questa tecnica Shinya rende una porzione qualsiasi della sua sabbia creata in precedenza altamente tossica, e se essa entra a contatto con il sangue o viene respirata, inibisce completamente prima il senso del dolore, poi il senso del tatto, ed a lungo andare provoca la perdita di coscienza che può condurre alla morte dell'individuo.
    Danno: Avvelenamento [Grave] - se non curato entro dieci turni conduce alla morte, se sotto forma gassosa infligge avvelenamento [Medio] anche all'utilizzatore.
    Nega Genesis [Livello 4] [Costo 80 + 30]
    Tecnica che può essere usata solamente quando Chaos Tide è attiva. Se delle persone o oggetti vi sono immersi, la sabbia di arrampica addosso ai malcapitati fino a raggiungerne metà della figura (in caso delle persone, quindi, il busto) e si solidifica impedendone qualsiasi altro movimento fino a che non si sgretola o il proprietario del quirk non rilascia la tecnica.
    Blocco: 4 turni
    Dark Star's Eyes [Livello 4] [Costo 70]
    Tecnica difensiva delle più semplici esistenti. Un muro in grado di bloccare qualsiasi forma di attacco, sia esso fisico o elementale. Si alza da terra a circa mezzo metro da Shinya (o da un punto qualsiasi se la palude è attiva) e sparisce dopo aver protetto dall'attacco. Già, molto banale. Infatti, per rendere un po' più scenico il tutto Shinya ha deciso di dare a questo scudo la forma di un gigantesco occhio circolare di tre metri di diametro, che solleva la palpebra scrutando gli artefici dell'attacco.
    Resistenza: Grave
    Annihilation Wish [Livello 4] [Costo 70]
    A partire dai propri capelli, Shinya genera dieci kunai affilati e solidi, di circa venti centimetri. Può scagliarli contro un eventuale avversario oppure usarli semplicemente in prima persona.
    Raggio: 7 metri
    Danno: Grave
    Oblivion Correction [Livello 4] [Costo 100]
    Il vero scopo della sabbia di Shinya è essere un anestetico. Se inalata provoca intorpidimento generale e inibisce completamente la sensazione del dolore. Shinya sfrutta questo fatto generando una densa cortina di fumo nero che ha lo scopo di intontire gli avversari, oltre che rendere meno visibile la propria figura, visto che lui, essendo immune al proprio quirk, vi si può muovere all'interno senza alcuna difficoltà.
    Raggio: 3 metri
    Status: Sonnolenza
    Logos Eater [Livello 4] [Costo 90 + 40]
    Shinya genera una grande quantità di sabbia e la modella fino a fargli assumere la stessa forma di una sorta di animale mitologico, alto tre metri e largo due: un'idra a tre teste. Il mostro non ha ovviamente volontà propria e Shinya lo controlla tramite il movimento delle dita. Proprio come l'idra di Lerna se una testa viene tagliata al suo posto ne crescono due. L'idra può mordere o colpire con una delle sue teste o la coda.
    Raggio: 3 metri
    Danno: Grave

    ABILITÀ:
    Chrȳsāōr
    Shinya ha, col tempo, imparato a regolare le varie quantità e i dosaggi del proprio quirk a seconda dell'uso che ne vuole fare, anche sperimentandoli proprio su sé stesso. Il suo organismo ha reagito di conseguenza, evolvendosi ed ha cominciato a mantenere sempre una certa dose di sabbia nel sangue, motivo per il quale, ad oggi, Shinya ha finito per sviluppare una totale immunità al proprio quirk ed una resistenza naturale alla maggior parte dei farmaci. Il suo organismo processa in automatico qualsiasi sostanza chimica e la neutralizza. Ciò lo rende immune agli status [Avvelenamento], [Paralisi], [Stordimento] e [Sonnolenza] se l'agente che lo causa è chimico.
    Effetto collaterale: ormai è anche privo della capacità di provare dolore.

    EQUIPAGGIAMENTO:
    Mikazuki [Tessen] [Offensivo/Supporto]
    Mikazuki è un Tessen di circa quaranta centimetri di raggio dal quale Shinya non si separa quasi mai. Le stecche sono in ferro nero e superano leggermente il pavese color rosso vivo, terminando in delle punte acuminate e taglienti, rendendolo un'arma adatta per poter essere usata a distanza ravvicinata. Da chiuso è sfruttabile anche come una sorta di asta, mentre da aperto è ottimo per difesa e, con movimenti studiati, le punte fungono da arma da taglio.
    Danno: Medio-Grave
    Peso: [2]
    ARISU [DISQ]
    Contiene ANCHOR.
    JANE [DISQ]
    ??????
    Peso: [1]
    LOUISE [DISQ]
    ??????
    Peso: [1]
    MIKOTO [DISQ]
    ??????
    Peso: [1]
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    ...Era calata una pace quasi snervante. Metà della popolazione nella stanza era svanita, lasciando un vuoto che il farmaco faceva del proprio meglio per colmare. Nella penombra, immersi nel gas, i due uomini rimanevano soli, con tra loro soltanto un ordine sospeso.

    Hisoka non avrebbe rotto quel silenzio per primo. A malapena i battiti d'ali delle farfalle lo facevano, incorniciando la calma dopo la tempesta. Insolito per lui godersi la quiete. Un momento tranquillo, empio. La missione si era rivelata così pesante che ogni fibra del suo corpo necessitava di una pausa, fisicamente, emotivamente.

    Si trascinò su passi affaticati, poggiò la schiena seduto al lato dell'altare. Ormai l'effetto anestetizzante combinato della Cura e del Veleno lo risparmiavano da qualsiasi dolore, anche scaricando peso sulle coltellate dietro. Presto quella sensazione non si sarebbe limitata alle ferite.

    Se con qualche miracolo avesse dissuaso Valerio dai suoi doveri, che garanzie c'erano di raggiungere un ospedale? L'anemia e l'avvelenamento gli rendevano difficile soltanto reggersi in piedi. Questo poi riponendo tanta fiducia un ospedale comune potesse salvarlo dalla formula di Shinya. Magari fosse stata la Clinica di Teruko, ma era dall'altra parte di Tokyo.

    Le opzioni andavano a ridursi con lo scoccare di ogni secondo.

    La maglia – ormai pregna di sangue – emanò un suono simile ad una spugna quando Hisoka la gettò al lato. Se ne liberò giusto così che non gli si essiccasse addosso ora che l'emorragia era cessata... Gli squarci c'erano ancora, però. E poteva soltanto vedere quello allo stomaco, gonfio e lacerato, la schiena doveva essere anche peggio.

    ...Un sopravvissuto si sarebbe ritrovato con delle cruente cicatrici. Non era il suo caso, quindi.

    Passò il palmo sui pantaloni per ripulirsi dal sangue prima d'infilarlo in tasca. Lo smartphone ancora gli diceva non ci fosse segnale, non con quelle farfalle... Fece comunque una chiamata. Morrigan. Ovviamente fallì ancor prima di iniziare. Dovette provarci lo stesso, anche sapendo fosse inutile. Era stato inutile anche alzarsi in piedi, se per quello, o gridare e coprirsi di patetico.

    Avrebbe voluto parlarci, un'ultima volta. L'aveva sotto il suo stesso tetto ed era stato troppo coniglio da parlarle con onestà. Ora che era pronto per dirle ciò che provava non riusciva a raggiungerla. Quanto tempo aveva scioccamente buttato, ignaro della morte in agguato. Voleva darle una spiegazione, chiederle scusa, magari anche affidarle un testamento. Un vero e proprio addio... Ma soprattutto gli sarebbe piaciuto andarsene con la sua voce all'orecchio.

    Forse un finale così era riservato solo alle brave persone.

    Il cellulare gli scivolò tra le dita cadendo a terra, seguito appena dopo dal braccio inerme che prima lo reggeva. Non serviva più spendere energie per tenerlo rigido. O per tenere la testa sollevata, quindi lasciò che anch'essa si accasciò all'altare. E poi... Abbassò le palpebre.

    Non ancora morto, ma non propriamente vivo.

    Hisoka Morow

    Livello 6 ♠ Villain ♥ Indipendente ♣ 25yo
    Energia: 455 ♦ Forza: 13 ♠ Quirk: 217 ♥ Agilità: 234
    Status ♥ ♣ Equipaggiamento ♠ ♦ Tecniche
    • Status
    – Avvelenamento Grave [4/10]
    – Pugnalata Media all'addome
    – Pugnalate Medie alla schiena

    • Tecniche Utilizzate
    ---

    • Equipaggiamento
    Marked Cards
    Oggetto Quotidiano [Munizioni: 20]
    ► Peso: [2]

    Maschera Antigas
    Equip Difensivo [Annulla danni Lievi da Gas Soporiferi/Velenosi]
    ► Peso: [1]

    XSQ
    Equip ? [Aumenta efficacia tecniche di uno step per tre turni] [Dosi: 5]
    ► Peso: [0]
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    Tutto ciò che stava succedendo era estremamente imbarazzante per Valerio che, probabilmente, avrebbe in quel momento preferito essere letteralmente ovunque tranne che in quel posto. Molte persone odiavano crescere e avrebbero dato di tutto pur di tornare ragazzini ma il Capo della Sicurezza di Aogiri ringraziava Dio ogni singolo giorno di essere cresciuto e non avere più in sé l'idiotico ardore che quei due stavano con così tanto impegno dimostrando nella loro discussione. Era d'accordo con Shinya in quei momenti: quello sembrava un litigio tra due bimbe di sei anni e sebbene temesse ciò che stava per accadere non vedeva l'ora di andarsene. Hayato, d'altro canto, lo stava piacevolmente stupendo: non si aspettava quella crudeltà da parte sua, ma soprattutto quella maturità. Se il ragazzo dai capelli rossi era dovuto giungere a due passi dalla morte per capire la realtà dietro all'esistenza umana, il biondino sembrava decisamente più realista, più conscio di come stavano le cose.
    Il Morow si era dimostrato ridicolo per ben due volte nel giro di pochi minuti: la prima invocando la morte e pensando di valere qualcosa per Xander quando quest'ultimo probabilmente non si ricordava neppure più il suo nome, la seconda quando, dopo aver ricevuto quella punizione che aveva richiesto, aveva iniziato a rantolare come un verme infilzato su un amo in metallo cercando di salvarsi la vita. Era come un bambino che ignora un giocattolo e questo diventa magicamente il suo preferito quando si rompe o viene buttato via. Se non era in grado di apprezzare la vita finché non era sul punto di perderla forse non se la meritava e basta.
    Mi prendo io la responsabilità. - schiuse le labbra mettendo a tacere i pensieri su vita e morte rispondendo alla frase di Shinya riguardo al presunto coinvolgimento di Zero in quegli errori di comunicazione. Avrebbe fatto di tutto pur di difendere sua nipote. D'altro canto lo stesso Ichinose aveva ragione: visti i disturbi che avevano avuto luogo in tutta la città, le forze dell'ordine e gli eroi in giro e così via non era decisamente facile trasmettere un messaggio in quelle condizioni. La situazione era quasi medievale e ogni messaggio finiva per distorcersi sempre di più per ogni passo che doveva attraversare per giungere al destinatario.
    Oh. - quel semplice suono, quasi deluso, venne smorzato nella sua gola quando il Vice dai capelli neri affermò di voler essere accompagnato dal suo evidente nuovo pupillo Hayato. Si chiedeva come l'avrebbe presa Eris - Capisco. - aggiunse semplicemente, limitandosi poi a vederli sparire in quella nube di fumo con una nota quasi di invidia nella voce.

    Oggi è proprio il nostro giorno fortunato, Hisoka Morow! - trillò quindi quando fu certo della sparizione del Vice e del suo pupillo che manipolava la polvere. Il suo tono era ora decisamente più genuino e sollevato - Non avevo proprio voglia di andare a morire, e qualcosa mi dice neanche tu.
    I suoi occhi chiari si posarono quindi sull'altro, ferito e ora accasciato a terra. Si avvicinò a lui, calpestando per errore il suo telefono caduto sul pavimento della Pagoda, frantumandolo in mille pezzi - Ops, niente più chiamate verso Aogiri, che peccato. - ridacchiò tra sé e sé. E' proprio vero che non fanno più i telefoni resistenti come un tempo.
    Ti chiedo scusa, farà male. ♠ - disse quindi imitando ironicamente il suo consueto tono di voce. Effettivamente doveva aver preso una botta in testa decisamente potente per aver smesso di parlare come un coglione per più di cinque minuti, o forse era effetto del veleno. Vedendolo inerme a terra quasi gli spiaceva davvero per lui, un peccato che prima o poi avrebbe comunque riaperto bocca rovinando inevitabilmente tutto per l'ennesima volta.
    Valerio mosse la mano destra verso i capelli rossi del ragazzo, afferrandoli con prepotenza e dirigendosi verso le scale dell'edificio sacro trascinandoselo dietro come un sacco di patate: una procedura per nulla dissimile da quella che avevano applicato a tutti i cadaveri che quel giorno aveva tirato fuori dalla Pagoda. Non era a conoscenza del veleno utilizzato da Shinya per cui non sapeva se l'ex dipendente di Aogiri avrebbe sentito il dolore alla chioma per il trascinamento o le decine di colpi che avrebbe ricevuto sulle ferite già aperte scivolando scalino per scalino fino all'uscita della Pagoda, dove avrebbero dovuto sorpassare gli altri dipendenti dell'Eclipse chiamati lì per gestire la situazione.
    Di lui me ne occupo io. - avrebbe quindi detto ai suoi sottoposti - Voi pulite il posto e poi possiamo andare a casa. - aggiunse con un cenno del capo. Era difficile per lui decidere se salvare la vita a quel tizio o meno. Il suo comportamento al contempo lo disturbava e lo intristiva pesantemente. Sembrava aver vissuto la sua vita sentendosi il protagonista di chissà cosa, fino all'ultimo. Assumendo Xander come una bussola quando questi sicuramente non era minimamente interessato alla sua esistenza, e questo Valerio poteva dirlo con certezza conoscendo l'uomo da decine di anni. Chiedendo una morte da protagonista di un qualche racconto epico quando era solo un ratto che stava venendo calciato nelle fogne. Illudendosi di vivere la sua vita fino in fondo quando la verità era che aveva passato anni e anni senza avere un motivo che gli permettesse di alzarsi dal letto senza il bisogno di perseguitare maniacalmente gli altri.
    Beh, se non altro quella era l'idea che si era fatto Valerio, il custode dei segreti di Aogiri, del tizio dai capelli rossi. Shinya non gli aveva detto esplicitamente di ucciderlo, solo che non avrebbe mai più voluto vederlo: era quello il momento di trasformarsi nel Cacciatore di Schneewittchen, salvargli la vita e spedirlo da qualche parte? Conoscendo l'Ichinose, quello era quasi affidare la propria vita al buonsenso del Morow, che decisamente non ne aveva mai dimostrato neppure un briciolo in tutta la sua carriera al Casinò. Se da un lato quel suo strenue attaccamento alla vita poteva quasi convincerlo che d'ora in poi quel tizio avrebbe rigato dritto e si sarebbe tenuto ben lontano dai guai, l'ex-carcerato sembrava decisamente quel tipo di persona che si sarebbe diretta all'Eclipse il giorno dopo essere stato ricucito in cerca di vendetta. Si trovava decisamente in una brutta posizione, e dubitava che quel corpo che non era neppure più in grado di reggersi in piedi potesse aiutarlo nella sua decisione.


    CITAZIONE
    Uno o due giri e abbiamo finito, buona fortuna. :zizi:
     
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    Aveva le forze di qualcuno ai cancelli dell'oltretomba.

    L'aspetto di chi già li aveva superati.

    ...Eppure, ancora coltivava una minuscola speranza.

    O forse mezza... E magari pur'essa illusoria.

    La voce di Valerio era il flebile barlume di una luce in fondo al tunnel, debole, ma accecante in contrasto all'oscurità che avvolgeva il giullare. Quelle frasi, quel tono sollevato – a tratti gioviale – nel pronunciarle, lo spronarono a rialzare le palpebre, e fissarlo incuriosito.

    « Non avevo proprio voglia di andare a morire. »

    Perché proprio quello lo rinvigorì? Difficile spiegarlo, probabilmente a quel punto anche inutile data la stranezza dell'intera situazione. La presenza oppressiva di Shinya li aveva abbandonati, restava un Valerio con più spazio di essere se. Non era il pupazzetto obbediente di Aogiri, era una persona, con i desideri e le preoccupazioni di ogni essere umano.

    Aver a che fare con il Vice e Hayato gli aveva fatto quasi perdere prospettiva che le persone (semi-) normali esistessero. Non c'era alcuna speranza davanti ad una serpe e un verme... Valerio non gli dava quell'impressione. Certo non si presentava nemmeno come un gran simpaticone afferrandogli i capelli e trainandolo a mo' di carcassa.

    Lasciò fare.

    Sopraffarlo fisicamente era fuori questione. Quel tempo gli sarebbe stato più utile a riflettere piuttosto che fare l'animale selvaggio, dimenandosi peggio di un gatto portato al veterinario. No, sconfiggere una mera foglia non gli garantiva sopravvivenza... Non puoi far saltare in aria un'intera organizzazione.

    O forse sì?

    Rimbalzare sui gradini ancora faceva male.

    Con una mano si ancorò al pugno guantato che gli reggeva la testa, con l'altra all'avambraccio coperto dalla camicia, e usò la poca forza rimastagli per aggrapparsi almeno un minimo a Valerio, così che tutto il suo peso non fosse scaricato sugli scalini ad ogni passo.

    ...Quello avrebbe pensato Valerio, sperava.

    Una mano impresse Long Distance al guanto, l'altra alla camicia. Quest'ultima si sarebbe trasferita senza idugio prima ai pantaloni, poi alla scarpa destra.

    Aveva un secondo trucco di magia da sfoggiare quella sera.

    ♦ ♣ ♥ ♠

    Il tutto ricordava davvero una processione. Eccetto che il morto non era in una cassa, e ancora respirava. Invece di parenti e cari aveva testimoni gli scagnozzi senza nome di Valerio, e quest'ultimo gli faceva da Caronte. Esso diede un ordine alle sconosciute figure, fece un cenno del capo, e il Jester ancora appeso al suo braccio avrebbe atteso paziente l'entrata della Pagoda si facesse meno affollata...

    Poi sarebbe esploso.

    Piccole detonazioni dai palmi, innocue per Valerio ma sperava abbastanza improvvise e nette da liberarlo, seppur magari perdendoci qualche capello strappato. Sarebbe scivolato al lato sfregando a terra, fermandosi appena un paio di metri dal Caporegime... C'avrebbe messo un po' ad accumulare le proprie energie, e far perno sugli avambracci.

    « ...Sapete qual è il vostro problema? ♠ »

    Non si sarebbe messo totalmente in piedi, troppa fatica per un corpo che stava rapidamente perdendo il senso del tatto. Ma manco era sdraiato, più un ibrido, separato dal pavimento come un amante che alzava dal letto appena la parte superiore, per guardarti dormire.

    « Vi fate mettere in soggezione dal mio fare irritante~ Avete troppa voglia di mettermi al mio posto, e vi lasciate trasportare ♦ »

    Quello che stava fissando però non era il suo amante, nonostante lo sguardo dietro la maschera fosse decisamente goliardico. Anche la sua melodicità vocale tornò nella norma... La chiave era sembrare normale. Sicuro, convinto, di ogni singola sillaba che lo lasciava.

    « Shinya che si avvinghia... Hayato che mi accarezza... E ora anche tu ♥ »

    Alzò il braccio, lo tese in direzione dell'avversario. Aprì il palmo, raramente non per esplodere, bensì ricevere.

    Il suono di una detonazione accompagnò il distorcersi trasparente dell'aria attorno a Valerio, firma del Quirk di Hisoka. Avrebbe sentito il braccio gettato in avanti da una forza invisibile, ma giusto per un attimo, prima che il guanto si sfilasse dalle sue dita e partisse come un razzo.

    L'ex-Caporecluta l'afferrò e lo strinse tra le sue di dita, sembrava un trofeo di guerra da quanto orgoglio e compiacimento dimostrava.

    « You should know better by now. Chi mi tocca, esplode~ ♣ »

    Rammendava a Valerio che un mero contatto fisico bastasse a tramutare qualsiasi cosa in un ordigno... E sfoggiava una delle sue più recenti abilità, quella di sparare invece che distruggere. Una dimostrazione pratica e visiva.

    Ma le lezioni su Tainted Love non finivano lì.

    Detonò la seconda bomba.

    Stavolta la forza gli avrebbe gettato la gamba destra all'indietro, seguendo la calzatura prima che anch'essa si separasse a lui. Forse quella mossa sarebbe stata abbastanza da portarlo in ginocchio per mancanza d'equilibrio, o addirittura cadere al livello d'Hisoka.

    « Oops. Magari non serve nemmeno toccarmi, di sti tempi sembra chiunque mi stia attorno salti in aria ♥ »

    Si assicurò di non sfiorare mai direttamente le scarpe di Valerio. Il terzo e ultimo componente del puzzle era quello: Anche un contatto indiretto poteva dar vita a una bomba.

    C'erano limitazioni... Ma Valerio non aveva bisogno di saperle. Per ciò che gli aveva dimostrato, nel peggiore dei casi Hisoka era in grado di piazzare una bomba ovunque in un certo raggio, finché ci fosse indirettamente collegato.

    Preoccupante, se ci si soffermava a valutare le implicazioni di ciò.

    « È quasi divertente pensarci. Avrei potuto fare fuori chiunque eccetto Shinya, lmao ♣

    ...Lui è l'unico che non deve indossare una maschera ♦ »


    Sorriso malefico. Tono palesemente divertito e sadico... La performance vera e propria stava cominciando. Aprì nuovamente il palmo lasciando cadere il rosso guanto a terra... E lo puntò verso il volto di Valerio.

    Verso la sua maschera.

    Le implicazioni erano ovvie. Se poteva sfilargli un guanto, sfilargli una scarpa... Poteva fare lo stesso con una semplice maschera antigas. Costringerlo a inalare il medesimo farmaco che aveva contribuito a spargere.

    Non c'era alcuna carica impressa sulla maschera antigas di Valerio... Ma lui come poteva esserne certo?

    « Actually– »

    Disse in maniera palesemente finta, mimando sarcasticamente qualcuno che si era appena ricordato un dettaglio.

    « Ho già impresso un timer sia sulla tua protezione che quella dei tuoi collaboratori. Non serve mi sprechi, salteranno in aria da sole anche dovessi morire ♠ »

    Strisciando a terra aveva fatto contatto con il pavimento, seguendo la logica del "tocco indiretto", era plausibile Valerio gli credesse. Poteva aver impresso le stesse cariche sulle maschere degli altri membri.

    « Il minimo che posso impostare è mezzo minuto, il massimo è venti... Oddio, non mi ricordo a quanto ho regolato ♦

    Questo veleno mi sta giocando brutti scherzi ♥ »


    Potreste morire in qualsiasi momento, voleva comunicare. Non avevano la garanzia di poter cercare un posto sicuro in cui ripararsi... Il tempo è sempre tiranno, e Hisoka lo sapeva bene.

    Quanti minuti rimanevano a lui?

    Abbastanza da poter tentare un'ultima disperata tattica come quella. Un bluff di proporzioni esagerate, da sorreggere interamente sulle sue abilità recitative e di persuasione... E l'avversione di Valerio a prendersi un tale rischio, per quanto magari improbabile.

    « ...Dovrei continuare con i giochetti, o hai capito dove voglio arrivare? »

    Una vita per una vita. O per più vite, nel caso gli importasse qualcosa dei suoi sottoposti. Se c'era anche solo una minima possibilità Hisoka stesse dicendo il vero... Valeva la pena tentare la sorte pur di godere della sua dipartita?

    « Se morissi, non potrei dissipare le cariche. Aiutami a salvare la pellaccia, e ti garantisco nessuno di voi soffrirà manco un'annusatina di questa nebbia... E Aogiri non mi avrà più tra i piedi. »

    ...Quella forse non era una promessa che era interamente pronto a mantenere. Odiava Hayato, ancora voleva distruggere tutto ciò che gli dava senso e valore... Una lista che comprendeva l'Albero.

    Ma negoziazioni di quel genere non erano il contesto migliore per lasciare ambiguità. Se l'avrebbe fatto tornare da Morrigan era pronto a dire qualsiasi cosa e fare i più insensati giuramenti.

    Il tempo stringeva.

    Hisoka Morow

    Livello 6 ♠ Villain ♥ Indipendente ♣ 25yo
    Energia: 355 ♦ Forza: 13 ♠ Quirk: 217 ♥ Agilità: 234
    Status ♥ ♣ Equipaggiamento ♠ ♦ Tecniche
    • Status
    – Avvelenamento Grave [5/10]
    – Pugnalata Media all'addome
    – Pugnalate Medie alla schiena

    • Tecniche Utilizzate
    Heartfelt Farewell [Livello 1]
    - Un particolare stile di movimento che permette all'utilizzatore di spostarsi molto più rapidamente del normale, sballottandosi qua e la trasportato dalla forza delle proprie esplosioni. Potenzialmente anche planando in aria addolcendo la caduta tramite detonazioni, o sfruttandole per grossi balzi e cambi di direzione a mezz'aria.
    - Il lavoro grosso del movimento è fatto dal Quirk, piuttosto che i muscoli dell'utilizzatore, ciò rende possibili bruschi cambi di traiettoria improvvisi, o salti senza alcun tipo di rincorsa. Il corpo non offre molti spunti per prevederne i movimenti, se usato bene porta ad azioni abbastanza inaspettate.
    - Le deflagrazioni sono piccole e direzionate, possono generarsi da ogni punto d'uscita di "Crashing Embrace". Non arrecano danno bensì fungono unicamente da propellenti.
    - Ogni singola esplosione ha effetto sulla velocità e traiettoria del corpo fino a 2 metri, poi perderà propulsione. Serviranno altre esplosioni per riprendere e mantenere velocità.
    Costo: 25 a turno

    Long Distance [Livello 2]
    - Si impregna di una carica speciale uno o più oggetti a contatto con il proprio corpo. Essa non esplode, bensì farà da propulsore.
    - Tramite un semplice comando mentale, l'oggetto viene fatto detonare, e una piccola esplosione partirà da esso spedendolo in volo come un razzo.
    - Si può decidere l'angolazione e la traiettoria del decollo facendo fuoriuscire la "spinta" da una zona della superficie rispetto ad un'altra. In ogni caso la deflagrazione sortirà soltanto questo effetto senza causare danni.
    - L'esplosione ha effetto sulla velocità e traiettoria dell'oggetto fino a 3 metri, poi perderà slancio.
    Costo: 5 per caricare, 20 per attivare

    Quiet Kiss [Livello 1]
    - Quando una propria bomba entra in contatto con un altro oggetto, si trasferisce tutta la carica a quest'ultimo. Il secondo oggetto diventa la bomba, il primo torna innocuo.
    - Il trasferimento è attuabile solo all'interno del raggio d'azione dell'abilità (2 metri).
    - Gli esseri umani non possono aver cariche trasferitegli dentro o fuori (ma possono comunque essere caricati normalmente). L'unica eccezione è il corpo dell'utilizzatore stesso.
    Costo: 10

    • Equipaggiamento
    Marked Cards
    Oggetto Quotidiano [Munizioni: 20]
    ► Peso: [2]

    Maschera Antigas
    Equip Difensivo [Annulla danni Lievi da Gas Soporiferi/Velenosi]
    ► Peso: [1]

    XSQ
    Equip ? [Aumenta efficacia tecniche di uno step per tre turni] [Dosi: 5]
    ► Peso: [0]
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    Hisoka aveva ragione: Valerio era un essere umano, senziente, non una mera pedina di Aogiri. Una persona come tante altre, con passioni - il fumo nel suo caso - persone care, cose che odiava. Sfortunatamente tra quest'ultime c'erano anche i prepotenti. Dietrich era comunque un "ragazzo di strada" e, soprattutto, aveva fatto il buttafuori per la maggior parte della sua vita. In quel momento Hisoka non sembrava molto altro che un ragazzo alticcio che cerca di fare il duro per non farsi buttare fuori dal club, e se prima il club in questione era Aogiri ora era il creato. Lo lasciò andare sentendo le piccole esplosioni solleticargli il braccio, alzando gli occhi al cielo da dietro la maschera. Perché c'era un'altra cosa sulla quale Hisoka, pur in quello stato, aveva ragione.
    Il Capo della Sicurezza dell'Albero lo stava trascinando come una carcassa, e quella sembrava una Trauermarsch. L'uomo era ancora indeciso sul salvargli la vita o meno, ma quella era l'unica parte di cui era sicuro del suo piano: Hisoka doveva sembrare un cadavere ai suoi colleghi, perché risparmiare un uomo vivo avrebbe rovinato la sua reputazione. Ora, nonostante tutto Valerio non aveva mai ucciso un uomo né era particolarmente intenzionato a farlo: come detto, anche all'Eclipse il suo ruolo era principalmente quello di ottenere informazioni e quello, più legale, di allontanare i clienti molesti. Quella posizione, però, stava diventando sempre più difficile da mantenere. Vedendolo lasciare a terra il telefono e cadere quasi inerme onestamente si aspettava fosse svenuto o al limite dell'incoscienza e di farlo passare come un cadavere, ma ora che aveva deciso di fare esplodere cose qua e là e di aprire bocca, beh, la recita era finita. C'è un motivo se il Cacciatore di Schneewittchen la porta in un bosco isolato per simulare la sua morte, al di là delle teorie dello stato liminale rappresentato da boschi e foreste: perché se qualcuno vedesse la ragazza viva allora non potrebbe più fingere di averla uccisa per salvarle la vita.
    Lasciò volare via il guanto rosso senza troppi problemi, rimanendo però in piedi alla seconda esplosione: i suoi sensi notevolmente aumentati gli donavano un'ottima percezione spaziale e in conseguenza un sopraffino senso dell'equilibrio. I vantaggi di un padiglione auricolare ben sviluppato e, soprattutto, la totale assenza di stimoli ad olfatto e gusto all'interno della maschera antigas. Tutto ciò che aveva guadagnato era un leggero dolore alla caviglia e un po' più acuti problemi alla mano interessata dalle detonazioni.
    Magari è perché nessuno ti teme, Hisoka. - rispose freddamente, voltandosi, alla sua frase ad effetto riguardante le esplosioni - Stalker di cuochi e tormento di ragazzini in pubertà... - riprese quindi, chinandosi di sua spontanea volontà per avvicinarsi al ragazzo dai capelli rossi - ... E la maggior parte delle volte in ospedale ci sei finito tu. Non sei riuscito a sconfiggere un liceale neppure con una dose di XSQ, e l'ha visto tutta la Nazione al telegiornale. - ridacchiò tra sé e sé. Al di là dello scontro privato con Hayato quello con il leoncino del web era stato il suo ultimo combattimento, doveva certamente ricordarselo bene - Ho visto petardi scoppiare con più forza, jester.
    Su un'altra, ultima cosa il giovane di Kyoto aveva ragione, ma sembrava aver ragionato poco sulle implicazioni di quell'assunto, forse a causa dello stato alterato in cui si trovava o forse per semplice mancanza di lungimiranza. Shinya Ichinose era immune al farmaco delle Papilio quirkensis, corretto. Aveva anche affermato di aver lavorato spalla a spalla con Hanzo Takashi, suo originale inventore. Nell'immediato il ragionamento di Hisoka era corretto, Valerio ne era suscettibile come chiunque altro. Ma il fatto che Shinya non lo fosse significava che il corvino era a conoscenza dei metodi per contrastarlo. Allo stesso tempo, l'uomo era l'inventore dei DISQ, unicità sintetiche in pillola.
    La storia di Wagner e quella di Morow erano in un certo verso simili: entrambi erano stati arruolati da Xander ed entrambi lo avevano preso, almeno inizialmente, come un esempio. C'era una singola cosa a dividerli, oltre alla diversa lunghezza della carriera nell'Albero: la loro obsolescenza. Se Hisoka poteva essere superato senza troppa difficoltà - il suo stesso pupillo Hayato, in fondo, poteva ora generare esplosioni - Valerio confidava fortemente nella sua utilità per Aogiri. Erano talmente interessati alla sua unicità che, per quanto odiasse considerarla un prodotto, avevano tentato di generare Zero. La ragazza, però, non era bastata a renderlo superato: sebbene potesse trasmettere automaticamente le informazioni ai macchinari elettronici l'area di influenza dei sensi di Dietrich continuava ad essere senza rivali. Proprio per questo sapeva che, anche respirato quel gas, non lo avrebbero mai lasciato morire. Sarebbero potuti volerci mesi, magari anni, ma era una pedina troppo utile per Aogiri perché potessero lasciarlo andare in un modo simile. Secondariamente, qualcuno si sarebbe comunque accorto della sua assenza perché se aveva aspettato prima di trasmettere il messaggio di Eris al Vice di Aogiri era anche perché, tra le altre cose, stava aspettando l'arrivo di qualcuno. Ma questa è una storia per un altro giorno.
    E' questo il tuo problema. - disse quindi accomodandosi a terra, seduto ad un paio di metri da lui, sebbene la pelliccia si sarebbe decisamente sporcata - Pensare che tutto possa risolversi con la violenza o le minacce, senza alcuna grazia. C'è molto di più nel futuro di Aogiri, e tu evidentemente non vi trovavi spazio. - scosse la testa. Aveva visto tante nuove reclute bruciarsi velocemente allo stesso modo. Persone rimaste a dieci o vent'anni fa, con una visione distorta di Aogiri. Sotto il controllo di Eris molte cose erano cambiate e altrettante erano destinate a cambiare.
    Premesso che non mi importa particolarmente degli altri... - disse puntando il dito indice della mano nuda verso la Pagoda, ad indicare le altre reclute ipoteticamente marchiate dalle esplosioni di Hisoka - Ho sempre odiato le persone come te. Finché era una cosa lavorativa ero disposto a chiudere un occhio, ma ora sei giunto a minacciarmi sul personale. - disse con più serietà nella voce. Qualcosa come Aogiri per cui Hayato ed Hisoka erano disposti a scambiarsi il sangue per altri sembrava essere un impiego come tanti. Dietrich non ne faceva una questione chissà quanto filosofica, non era una setta o la sua famiglia. Non più, almeno. Aogiri era semplicemente l'organizzazione che lo pagava e gli permetteva di mantenere il suo tenore di vita in cambio di ore del suo tempo. Un lavoro come un altro, forse più pericoloso, forse meno etico, ma nulla di più. La sua vita, però, era un'altra cosa. Ed era, beh, molto permaloso.
    Continuiamo coi giochetti, su. - disse quindi mettendo le braccia conserte, per poi osservare l'orologio d'oro cinto al braccio destro ticchettare imperterrito - Mi rimangono tra gli zero secondi e i diciannove minuti circa. E a te, invece? - sorrise da dietro la maschera antigas. Il banco vince sempre si dice, e Hisoka partiva in costante perdita: il farmaco presente nell'aria non era comunque mortale, il veleno nel suo corpo sì, così come le sue ferite. E se anche la maschera di Valerio fosse esplosa prima dell'ultimo ticchettio della vita di Hisoka il jester sarebbe morto allo stesso modo. Più che una scommessa quello sembrava un gesto disperato e Dietrich preferiva quasi pensare fosse dovuto agli annebbiamenti dovuti al veleno che da un momento di lucidità, perché altrimenti non poteva spiegarsi come l'Eclipse non fosse in costante perdita avendo messo un individuo simile ai tavoli - Coraggio, vediamo chi muore prima.


    CITAZIONE
    Per onor di cronaca, siamo a 5 turni su 10 per l'Avvelenamento. Per il resto buona fortuna di nuovo. :asd:
    Sono le tue ultime cartucce a disposizione, io me ne lavo le mani. :stare:
     
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    Lo guardò. Diede a Valerio un lungo, penetrante sguardo... Per poi abbassare il capo.

    Niente da fare. L'aveva sconfitto.

    Era morto.

    Aveva perso il conto, era la quarta volta in venti minuti?

    C'era poco di cui rimanere sorpresi. Sapeva fosse un Hail Mary, manco lui ne era convinto durante l'esecuzione. In serata provò a mentire, a barare, a combattere, a minacciare. Tutte le armi nel suo arsenale... E nulla funzionava. Aveva finito le munizioni.

    Avrebbe voluto issarsi seduto a sua volta per specchiare Valerio. Almeno morendo con una parvenza d'averlo fronteggiato da eguale, sembrava invece fosse il suo destino crepare sdraiato a terra. L'unica differenza stava in chi gli avrebbe sorriso mentre accadeva.

    Restò fermo, a testa china, attendendo il farmaco lo sopraffacesse, accompagnato unicamente dal suono dei suoi affannati respiri attraverso la maschera. Non era in grado di ricatturare lo stesso panico irrazionale di prima. Magari perché stavolta riconosceva di essere seriamente spacciato.

    Se davvero negli ultimi attimi ti passava la vita davanti, forse doveva guardarsi addietro e pensare a cos'avrebbe potuto approcciare diversamente... Non gli veniva in mente nulla. Ovviamente aveva commesso errori, si era cacciato nei guai... Altrimenti non si sarebbe trovato in quelle condizioni, no?

    Eppure non riusciva a pensare d'aver potuto fare altrimenti. Agire diversamente significava essere qualcun altro. Non sarebbe stato Hisoka, perché Hisoka era la persona comportatasi in quel modo. E il destino di Hisoka era spegnersi lì, per quanto avesse cercato di opporsi.

    Infuriarsi e far chiasso era al pari di protestare il sole affinché smettesse di tramontare.

    Valerio poteva prendersi gioco di lui quanto voleva, Lion l'aveva aperto in due, ma per Hisoka anche solo potersela contendere con un Tirocinante della UA era un traguardo. Era atterrato a Tokyo con un Quirk atrofizzato e in meno di un anno aveva fatto passi da gigante. Fino a potersela giocare testa a testa con i pupilli dei Pro-Hero più capaci della nazione.

    ...Se lo ripeteva tra se e se, come volesse darsi conferma non fosse stato tutto inutile. Qualcosa l'aveva ottenuto, vero? Era persino diventato un noto Villain nella città più interessante al Mondo. Il Clown Il Jester. Una tetra figura riconoscibile da chiunque a colpo d'occhio.

    Le riaffermazioni non funzionavano. Tutto ciò non lo soddisfaceva.

    Ad un passo dalla morte non pensò a quanto gli sarebbe mancata la vita da Villain, ma che volesse rivedere Morrigan, Shion, Akahito, Shinjiro, e anche Hayato (per motivi molto diversi). Amici, amanti, nemici, non i suoi tipici bisogni egoisti.

    E aveva gettato tutto al vento.

    Ma aveva mai avuto modo di sottrarsi a quel fato? Era venuto alla luce già imboccato per una strada che non aveva scelto, incamminandosi verso una morte da ratto. Madre deceduta, padre sconosciuto, non aveva manco una nazione da chiamare casa. È così sorprendente un bimbo nato in quelle circostanze fosse venuto su storto?

    Ogni nostra scelta e azione è soltanto il prodotto di tutte le esperienze di vita che vengono prima. Hisoka era nato solo, circondato da spettatori e artisti, ma isolato dal mondo intero. Il suo cuore era raggelato sin dai primi attimi... Soltanto scoprendo le sfide, riuscì a scaldarlo.

    « Violenza e minacce? ...Heh. Come se voi mi aveste mai mostrato qualcosa di diverso. »

    Si rivolgeva a Valerio... Circa. Non alzò lo sguardo su di lui. Parlava con abbastanza voce da farsi sentire, ma con l'intonazione di chi mormorava con se stesso. Quel "voi" era bello carico. Includeva il Caporegime, l'Albero, Tokyo intera, il mondo.

    Nei suoi ultimi minuti, qualcuno l'avrebbe biasimato per volersi sfogare un po'? Specialmente ora che comprendeva per la prima volta chi era davvero.

    « Il mio unico peccato è stato voler essere felice, come voi "persone normali" lo siete ogni giorno. Cos'avrei dovuto fare realizzando che l'unica cosa che mi da gioia è illegale? Accasciarmi e rassegnarmi, invecchiando e morendo nella totale apatia? »

    Che colpe aveva se il suo cuore era parziale a certi svaghi più che altri? Non l'aveva scelto lui, dopotutto. Gli era stato imposto. Dalla biologia, o dal suo sviluppo, o dal segno zodiacale se si voleva credere in quello. Di certo non era stato Hisoka a decidere di poter apprezzare così poche cose dell'esistenza umana.

    « Ma a voi non è mai fregato niente. Sono soltanto un malvagio. Un sadico. Un megalomane assetato d'attenzioni che banchetta sulle sofferenze altrui... Mi avete dipinto come un demone incontrollabile per spezzarmi le ossa o gettarmi in prigione senza fare troppe domande. »

    Hisoka era da sempre in guerra col mondo intero. E per vincere, dovette trasformarsi in un Jester, adottare armi psicologiche... Che in realtà gli facevano da scudo. Si adattava alla persona che aveva davanti invece ch'essere se stesso, si mostrava forte quand'era debole, manipolava i suoi bersagli per estrarne il desiderato. Tutto ciò che Valerio detestava era nato per difendersi da chi – come lui – lo considerava al di sotto di una bestia.

    « Però non vi biasimo. Quanta comprensione puoi tirar fuori quando qualcuno ti sta facendo esplodere, o sta scombussolando la tua organizzazione? Nemmeno io stesso sono riuscito a capire Hisoka fin'ora... Il mostro che così tanti odiano in realtà non è crudele, ma soltanto profondamente triste. Ironico, vero? Haha. Hahaha! »

    L'aveva sempre saputo ma non era mai stato in grado di verbalizzarlo prima di sapere cosa fosse quell'emozione. E che potesse esistere felicità all'infuori di quella che aveva imparato a conoscere... La sua intera esistenza era predicata sull'idea che solo e unicamente le "sfide" potessero appagarlo. E che dovesse perseguirle anche a costo di morire, e senza preoccuparsi di chiunque altro, perché erano l'unica cosa a rendere la vita degna d'essere vissuta...

    Invece si sbagliava. C'era altro... Beh, questo lo portava a rivalutare molte cose, no?

    O l'avrebbe portato.

    Se non fosse morto tra pochi minuti.

    E nessuno avrebbe mai saputo la verità, sarebbe trapassato e tutti avrebbero mantenuto quell'idea di lui per il resto dei tempi. Hisoka stava svanendo, ma il Jester sarebbe rimasto. Una figura tragica per alcuni, un'entità terrorizzante per altri, una peste per certi. La reale natura dell'uomo che era si sarebbe persa... E se non c'era nessuno per ricordarlo, era mai veramente esistito?

    « Dov'è stata la mia grazia? »

    Di scattò rialzò la testa, debole qual era ma con troppa frustrazione dentro per morire calmo. Diede a Valerio un altro sguardo – probabilmente l'ultimo – nettamente diverso dagli occhi sconfitti di qualche momento prima.

    « Dov'è stata la MIA seconda possibilità!? »

    Urlò, per quanto uno con lo stomaco bucato potesse alzare la voce. Non sapeva manco perché stesse buttando energie su Valerio. Gliene fregava meno di zero al Caporegime. Silenzioso l'avrebbe giudicato, gli avrebbe dato del patetico nei pensieri poi l'avrebbe pugnalato con qualche insulto finale. Ma la sua presenza lì era puramente incidentale. Probabilmente avrebbe pronunciato quelle stesse frasi al cielo, se non ci fosse stato.

    « Se qualcuno – chiunque – mi avesse mai teso una mano d'aiuto invece di trattarmi come spazzatura–...

    ...Whatever. »


    Si trovava più in imbarazzo a farsi uscire parole del genere piuttosto che la litigata pubblica con Hayato.

    Che schifo le emozioni.

    Ed onestamente sprecava fiato... Non ne aveva tanto rimasto a giudicare da quanto stava divenendo difficile inspirare... Inoltre solo alla fine del suo monologo notò che ormai non sentiva le gambe. Dalla sua prospettiva era soltanto una testa che si sorreggeva sugli avambracci, il resto del corpo era ipotetico.

    « Ho dissipato le cariche. Siete salvi. »

    Glielo disse con una brevità menefreghista. A quel punto voleva davvero come minimo il privilegio di morire da solo, come facevano i gatti. Svelato il bluff magari Valerio avrebbe perso interesse e non si sarebbe trattenuto a fissarlo con i sorrisi che ormai era stanco di vedere.

    ...Anzi, un'ultima cosa.

    « In cambio... Potrei affidarti un ultimo messaggio per Morrigan? Nel pacchetto liquidazione di Aogiri c'è almeno una funzione di testamento? »

    Hisoka Morow

    Livello 6 ♠ Villain ♥ Indipendente ♣ 25yo
    Energia: 350 ♦ Forza: 13 ♠ Quirk: 217 ♥ Agilità: 234
    Status ♥ ♣ Equipaggiamento ♠ ♦ Tecniche
    • Status
    – Avvelenamento Grave [6/10]
    – Pugnalata Media all'addome
    – Pugnalate Medie alla schiena

    • Tecniche Utilizzate
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    Oggetto Quotidiano [Munizioni: 20]
    ► Peso: [2]

    Maschera Antigas
    Equip Difensivo [Annulla danni Lievi da Gas Soporiferi/Velenosi]
    ► Peso: [1]

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    Equip ? [Aumenta efficacia tecniche di uno step per tre turni] [Dosi: 5]
    ► Peso: [0]
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    Guardò Hisoka abbassare lo sguardo e scosse la testa, esasperato. Aveva abbastanza anni sulle spalle e aveva assistito ad abbastanza licenziamenti da capire che parte sarebbe arrivata ora. Non poteva proprio rendere il tutto più facile e saltare direttamente a quella, no?
    Questo è perché quando due persone dialogano cercano di farlo in una lingua comprensibile ad entrambi, Hisoka. - gli rispose semplicemente - E tu hai proprio la faccia di una persona che non è in grado di comprendere gli altri se non siedono ad un tavolo da gioco. - aggiunse. Non era una provocazione, semplicemente ciò che pensava di lui. Il suo fare paternalistico era naturale considerato che aveva quasi il doppio dei suoi anni, aveva visto centinaia di ragazzini come lui entrare in Aogiri, venire masticati e rigurgitati allo stesso modo. Certo, nessuno di loro era stato così idiota da chiedere di morire, ma questo veniva dopo. Le sue doti al tavolo, al di là dell'ironia precedente, erano indubbie. Anzi, si potrebbe quasi affermare che la sua lunga permanenza all'interno dell'Albero e tutti quegli errori perdonati fosse quasi esclusivamente dovuta ai soldi che faceva entrare legalmente all'Eclipse. Non era del tutto un caso, insomma, che il suo licenziamento illegale seguisse di pari passo quello ufficiale. Da quel che Valerio sapeva su di lui però, ovvero molto essendo la persona che si occupava della Sicurezza di Aogiri, il giovane di Kyoto sembrava completamente incapace di comprendere le persone quando non c'era la paura in campo. Checché se ne dica, al tavolo l'importante era sempre quello: il timore di trovare una carta sbagliata. Movimenti veloci degli occhi, impercettibili increspature delle labbra, una goccia di sudore sulla fronte. E cercava di applicare lo stesso a tutte le altre persone che incontrava: il timore di vedere il proprio locale bruciato, i dati della propria famiglia rubati, vedere un collega esplodere. Aveva mai provato a rapportarsi ad una persona senza usare la paura? O forse quella era l'unica emozione dello scibile umano che era in grado di provare davvero lui stesso? Anche ora, dietro quella spavalderia iniziale, non si nascondevano che rassegnazione e timore che tutto finisse lì, un grosso buco nell'acqua.
    Sì, sei tutto ciò che hai detto. - disse semplicemente. Non aveva intenzione di rassicurare un uomo morto, prendere la sua testolina ansimante e posarla sulle gambe accarezzandogli dolcemente i capelli mentre l'anima abbandonava il suo corpo. Era d'accordo con tutto ciò che aveva detto, dalla prima all'ultima parola.
    Il tuo errore... - scosse la testa. Non riusciva a crederci, di dover dire qualcosa di tanto ovvio. Doveva aver ragione, quel ragazzo doveva essere totalmente inabile a comprendere gli esseri umani - Il tuo errore è pensare che tutti meritino di essere felici. Che tutti lo siano. - sottolineò - Facciamo tutti del nostro meglio per esserlo, ma quel momento non arriva mai. - pensava davvero che Xander e Shinya fossero felici? Che Eris lo fosse? Che quei ragazzini che perseguitava passassero ogni giorno della loro vita saltellando in un immaginario giardino pieno di coniglietti e fate? Ovviamente non era così, e la sua presenza nella loro vita era il più palese esempio. Molto ipocrita piagnucolare di felicità rubata quando era il primo a nutrirsi della vita degli altri per un momento di ipotetico fervore. Era un cataclisma che si abbatteva sull'esistenza degli altri solo per il suo personale ludibrio: dov'era quella democraticità della felicità quando erano le persone che aveva intorno a venirne private senza motivo? Era probabile che la stragrande maggioranza delle persone con cui aveva interagito da quando si trovava a Tokyo avrebbero semplicemente preferito non averlo mai conosciuto. Fino in fondo, quel suo discorso era quanto di più egoista potesse sfiorare le orecchie di Valerio.
    L'adrenalina è una delle droghe più a buon mercato. - riprese quindi a parlare - E' già dentro di noi, bisogna solo mettersi in condizione di produrla. Non hai mai cercato felicità, solo eccitazione. - aggiunse - Portarsi sul limite del legale è solo il metodo più veloce per farlo. Non è tutto ciò che hai, hai solo sempre scelto la via più facile... - sorrise da dietro la maschera - Quella che tutti quelli che invidi tanto evitano, e si sbattono il culo ogni singolo giorno per ritagliarsi il loro angolo felice nel mondo. - in una società come quella delle unicità chiunque avesse un quirk quantomeno pericoloso poteva diventare il miglior criminale della città, almeno finché non veniva beccato o non si faceva troppi nemici. Valerio poteva capire fin troppo bene Hisoka: Locke, quel nome che si era guadagnato scassinando centinaia e centinaia di lucchetti e serrature in giro per la Germania solo perché la sua unicità gli permetteva di farlo. Ogni nuova cassaforte era una sfida, ogni nuova villa nascondeva un mondo, infinito divertimento. Aveva iniziato per ripagare i debiti di famiglia ed era finito a farlo come sfida personale. In questo, si rivedeva nel giovane dai capelli rossi. Ma poi era successo qualcosa. Aveva scoperto cosa sua sorella era costretta a fare, aveva capito che il suo passatempo preferito era semplicemente insostenibile. Aveva trovato qualcosa da proteggere. Forse anche in questo Hisoka gli era simile, ma sembrava che quel pensiero fosse ancora troppo acerbo nella sua mente. "Morrigan". Se ci teneva davvero a lei, pensava Dietrich, non avrebbe mai chiesto a Shinya di ucciderlo. Forse, come ogni sua provocazione, pensava sarebbe caduta nel vuoto. Magari pensava davvero di sentirsi forte, di poter deridere un Vice.
    L'Albero era un vero e proprio microcosmo: c'era chi riusciva a costruirsi una nuova vita, cambiare identità, trovare davvero la felicità. Chi riusciva a ritrovare gli affetti perduti o quella famiglia che non aveva mai avuto. Forse ora Hisoka era stato inconsapevolmente onesto: tutto ciò che aveva fatto era stato sfruttare l'Albero per provare a raggiungere la felicità, senza dare mai nulla in cambio. Non era mai andato per le strade a spacciare, non aveva mai aperto la via per un laboratorio nascosto o tenuto un'asta. Tutto ciò che aveva fatto era stato mettersi pericolosamente in mostra. E per questo, aveva ragione, era stato trattato solo come una bestia violenta.
    No. - rispose secco alla sua domanda sul testamento - E questo è per aver parlato male di Zero. - aggiunse afferrandolo per i capelli e sfracellando la sua testa sul marciapiede. Hisoka avrebbe perso conoscenza all'istante.













    [BE KINDER AND LESS OF A KIND NEXT TIME]
    ----------------------------------[DVW]



    Riaprendo gli occhi, quella sarebbe stata la prima cosa ad apparire agli occhi del giovane di Kyoto. La scritta si trovava su un foglietto di carta attaccato con una spilla da balia ai suoi pantaloni all'altezza del ginocchio sinistro. Giochi di parole col tedesco a parte, che probabilmente non avrebbe capito lì per lì frastornato del risveglio, avrebbe sicuramente messo a fuoco il resto. Si trovava seduto in un vicolo, la schiena poggiata al muro. Il suo respiro vorticava all'interno di una maschera antigas. Non era la sua, quella che aveva indossato alla Pagoda: si trattava di un altro modello, peraltro non tra i migliori sul mercato. Quella sorta di prodotto così economico che il fatto che funzioni è quasi più un miracolo che la norma. Nonostante tutto sembrava bastare e mentre il sole sorgeva, illuminando il suo volto gonfio per la botta ricevuta, avrebbe potuto notare che il farmaco nero si era quasi dissipato e non sembrava più che una semplice nebbiolina. Si sarebbe accorto probabilmente solo più tardi di trovarsi a Ginza: una lunga strada da Asakusa, specialmente per un cadavere. Ciò che era successo nel frattempo era un'incognita, e solo più tardi si sarebbe probabilmente reso conto che erano passati due giorni dal suo incontro con Shinya: due giorni di vuoto e buio completo.
    Vuoti di memoria a parte, c'era un altro problema da risolvere nell'immediato: ogni volta che provava a muovere le dita delle mani le sue braccia venivano percorse da un dolore lancinante, una scossa che percorreva l'intero arto fino a conficcarsi come una lama nella spalla. Difficile capire se si trattasse dell'effetto del veleno contrastato in ritardo rispetto al dovuto, delle ferita di Shinya, di entrambe le precedenti o di un regalino di Valerio. L'uomo, d'altro canto, doveva essere al corrente di quel problemino considerato che aveva deciso di pinzargli quel messaggio sul ginocchio come se fosse conscio che non avrebbe potuto afferrare il foglietto per leggerlo meglio. Al momento però quelle non erano che congetture.
    Tutto taceva a Ginza. Anche se il diffusore della zona era stato confermato come neutralizzato dalle forze dell'ordine e il farmaco non infestava più l'aria la zona non era comunque ancora stata definita come sicura. Hisoka non avrebbe incontrato nessuno nella sua lunga camminata verso casa, una camminata resa ancora più difficoltosa dalla totale impossibilità di muovere le braccia. Per il resto le ferite sembravano cucite, o perlomeno non colavano sangue come un rubinetto aperto ad ogni passo. Che respirare ancora fosse una vittoria o una sconfitta era ancora tutto da determinarsi. Due giorni prima Hisoka Morow era morto: chissà se avrebbe avuto modo di valorizzare le parole di Valerio nella nuova vita che gli si parava davanti.


    Hisoka è vivo, ma a che costo? Credo la fine del post sia eloquente ma riceverai le specifiche in correzione. Fai pure il tuo post conclusivo. :neko:
     
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    Il gentile tocco dei raggi mattutini portava con se calore, anche in quella stagione.

    Piacevole... Esistevano ancora sensazioni del genere? Dopo la sua ultima esperienza, Hisoka avrebbe potuto benissimo dimenticarsene. Ora che ci pensava, il fatto che qualsiasi sensazione esistesse era sospetto.

    I cadaveri solitamente non provano nulla.

    Huh.

    Era sveglio ma non si mosse d'un centimetro, timoroso potesse spezzare l'incantesimo responsabile della sua resurrezione. Prima o poi – titubante – avrebbe aperto gli occhi... Lassù c'era decisamente il cielo. Abbassando lo sguardo trovava le coltellate di Shinya. Era... Vivo? Nah, non poteva essere. Dove stava la fregatura?

    Ah.

    L'aveva trovata
    , pensò attraversato da quello sconosciuto dolore. Non aveva fatto nulla se non comandare alle braccia d'afferrare il messaggio spillato al ginocchio, e bastò per farlo scarnificare da quella scossa... Era strano trovare quella sofferenza confortante?

    I cadaveri non provavano manco dolore. Se era una carcassa, si stava conservando bene.

    Avrebbe dovuto essere felice, forse. O accusare di più la fitta lancinante agli arti. Magari essere investito da un mix incontenibile di sollievo, preoccupazione, speranza, incertezza, amore... Non sentì nulla di ciò. Le emozioni gli erano ancora nuove, dopotutto. E di recente ne aveva incassate fin troppe.

    Era andato in overload, avrebbe avuto bisogno di minimo una settimana di totale apatia per ricaricare le proprie batterie emotive. Aveva toccato il fondo di tutta la sua disperazione. Scavato nei meandri più nascosti della sua stessa psiche mettendo a nudo ogni contraddizione e incertezza...

    Si meritava una pausa.

    E proprio ora era stato messo in ferie a tempo indeterminato, quindi il tempo lo aveva.

    Molto tempo.

    Anche anni, se le cose volgevano per il verso giusto. Il lusso d'essere vivi, non aver veleni letali in circolo. Un privilegio a cui non era più abituato. Guardare al domani, prendersela con calma... Non erano così scontati. Hisoka l'aveva imparato nella maniera più dura.

    Un sentimentale poteva pensare Valerio volesse impartirgli una lezione, specialmente con le sue ultime parole.

    La verità era che Hisoka non si fece troppe domande. Magari avrebbe dovuto. Cos'aveva convinto Valerio? Dov'era, e quand'era? Le braccia? Però non riusciva a porsi quesiti attualmente... Non voleva turbarsene. Almeno per un po', se ne aveva possibilità, voleva lasciarsi Aogiri alle spalle. Rimanere sereno.

    Sapeva esattamente chi poteva aiutarlo.

    S'alzò goffamente avendo soltanto le gambe a disposizione. Gli ultimi arti rimasti l'avrebbero portato da Morrigan... "Un piccolo angolo felice". Quello era il suo? Forse Valerio aveva ragione, "quel momento" non sarebbe mai arrivato. Anche nei momenti più spensierati qualche nube nera permaneva, gli impediva di lasciarsi veramente andare... Principalmente la parte della sua mente in conflitto con se stessa.

    Magari era una battaglia interna che non avrebbe mai conosciuto pace.

    Ma non gli importava manco di quello.

    Non quel mattino.

    Perché? Beh, perché Hisoka era davvero sereno dopo il suo risveglio. Più di quanto non fosse mai stato. Era morto. Magnifico, no? L'aldilà era molto simile a come si ricordava Ginza, ma forse il Paradiso non è fuori.

    Il Jester di Schrodinger.

    La morte l'aveva ingoiato e digerito, eppure continuava a respirare. Deceduto e rinato, anche se il suo corpo non aveva mai ceduto. Vabbeh. Anche pensieri come quelli erano troppo filosofici per lui, attualmente. Magari quell'euforia era una mera reazione chimica illusoria d'un sopravvissuto ad un'esperienza traumatica.

    Ma l'idea di goderselo non gli sembrava così malvagia.

    S'incamminò fuori dal vicolo, immergendosi completamente nella calda luce mattutina.

    Hisoka Morow

    Livello 6 ♠ Villain ♥ Indipendente ♣ 25yo
    Energia: 350 ♦ Forza: 15 ♠ Quirk: 255 ♥ Agilità: 275
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    continua da qui.




    «Cazzo! Ma cosa hai nel cervello?!»
    «Almeno io ho qualcosa.»
    «Quel fottuto tappeto costa più di tutto il tuo laboratorio, porca puttana!»
    Due voci. Hayato si sarebbe ritrovato in una stanza enorme. Pareti rosse. Un rosso un po' scuro, tendente al marrone, una luce calda proveniente da un lampadario di cristallo appeso al soffitto e un'infinità di mobili ed arredi talmente sofisticati che uno solo sarebbe potuto costare quanto casa sua. Non aveva Benjamin con sé, quei due studenti della Yuuei glielo avevano sottratto all'ultimo secondo, ma non sembrava fossero riusciti a ferirlo o a fargli male. Shinya era lì davanti a lui, gli dava le spalle, i capelli neri sciupati da quel bianco sbiadito lungo la schiena ed il kimono mezzo di sangue: Hayato non avrebbe faticato a riconoscerne la voce, e probabilmente - nonostante l'avesse sentita una sola volta in vita sua non avrebbe faticato nemmeno a riconoscere l'altra. Svanita la parziale confusione dovuta all'utilizzo di un quirk non proprio, gli sarebbe bastato scrutare oltre le spalle di Shinya per accorgersi di non essere più in presenza di un solo vice, ma di due. Davanti a loro, in piedi, le mani appoggiate su una scrivania d'ebano ed un espressione visibilmente alterata sul volto, c'era un uomo dai capelli azzurri e lo sguardo di ghiaccio. Shinya stava parlando con Xander. Forse Hayato se lo ricordava dall'asta, lo aveva incontrato con Crowley per una frazione di secondo, ma non sembrava né diverso, né meno arrabbiato. Era il proprietario del Casinò; quello, probabilmente, era il suo ufficio all'interno del grattacielo a Shibuya e doveva essere incazzato perché Shinya era apparso dal nulla inzuppando di sangue il tappeto sul quale ora posavano i piedi. Shinya doveva averlo usato come ancora per raggiungere il covo di Aogiri.
    «Molto gentile da parte tua preoccuparti così, ma potresti chiamarmi qualcuno del team medico, prima di chiamare la lavanderia?» Ed ora si stava comportando di nuovo come con Hayato e Hisoka ad Asakusa, avanzando richieste come se stesse giocando e non avesse due ferite quasi mortali addosso che ancora perdevano sangue. A giudicare dalla loro entità era probabile avrebbe avuto bisogno di una trasfusione di sangue, ed anche in fretta. Se non altro sembrava esserne consapevole, eppure se ne stava lì, in piedi, come se non gli facessero male – cosa che beh, effettivamente era vera.
    Xander si accorse quasi immediatamente della presenza di Hayato. «Chi è quello?» ringhiò, non troppo accomodante e Shinya, guidato dalla voce dell'uomo dai capelli azzurri, si voltò. Hayato era lì, esattamente come quando erano giunti da Hanzo. Il Vice gli sorrise, socchiudendo gli occhi.
    «Oh, lui? – trillò. Effettivamente con la maschera era un po' difficile riconoscerlo, ma dubitava che Xander ce l'avrebbe fatta anche se Hayato non l'avesse avuta, visto che a stento si ricordava il nome di suo figlio. – Bentornato, Hasu-chan. Come ti senti? Puoi togliere la maschera ora, qui siamo al sicuro.» mormorò e fece per cingergli le spalle, ma sollevato il braccio, non appena si rese conto di avere i vestiti zuppi di sangue, arricciò appena le labbra e cambiò idea. «Meglio di no, vero? – domandò, retorico, e tornò a guardare Xander. – Hayato Ono. Te lo ricordi? Ti ha aiutato all'asta.»
    Xander inarcò un sopracciglio. Parve pensarci un'istante e la sua espressione si fece meno torva. Come quella di qualcuno che ha appena una notizia quantomeno decente. Purtroppo conosceva piuttosto bene le cattive abitudini di Shinya. «Ah, sì. Il bambino prodigio. – mormorò, senza approfondire, per poi spostarsi su una questione più pressante. – E Valerio? Dov'è?»
    Shinya sospirò. Il piano originale non era esattamente così, lo sapeva, lui sarebbe dovuto tornare lì usando Valerio come ancora, ma al momento non aveva tempo di spiegare cosa non fosse andato come previsto. Lo avrebbe fatto quando Eris li avrebbe convocati, non prima. Non aveva proprio tutto il tempo del mondo. «Oh, dovrebbe tornare presto. Sono sicuro che ti porterà buone notizie. – si limitò a dire, per poi inclinare appena il viso. – Il team medico, Xander ripeté, con una certa urgenza.
    L'uomo dai capelli azzurri emise uno "tch" sdegnato, ma alzò la cornetta del telefono che aveva sulla scrivania e premette un tasto, portandosela di seguito all'orecchio. «Ohi. Mandami su Mizuko. E digli di portare con sé almeno due del team medico. È tornato Cobra. Sì.» disse, dopo qualche secondo di attesa, e poi, brusco, riappese la chiamata.
    «Non voglio passare un minuto di più con te in questa stanza. Vedi di sparire quando hai finito.» vociò, dopo aver lanciato un ultimo sguardo al suo tappeto, girò attorno alla scrivania, fece un breve cenno ad Hayato, e se ne uscì dalla stanza sbattendo la porta.
    «Quante storie per un tappeto.» mormorò Shinya, una volta rimasto da solo con Hayato nell'ufficio, chinando lo sguardo verso terra. Non gli sembrava diverso da qualsiasi tappeto avesse mai visto in vita sua, e sebbene lui non fosse una cima nel riconoscere il valore delle cose, poteva scommettere che come minimo ne aveva altri cinque tutti uguali.
    Shinya non fece parola di Benjamin, e non pretese nessuna scusa da parte del ragazzo che gli stava facendo compagnia. Anzi, si mosse, ed andò verso la scrivania. L'ufficio di Xander era davvero grande, adiacenti ai muri c'erano molte librerie, ed a lato della scrivania c'era persino un pianoforte a coda di legno bianco. La scrivania stava al centro della stanza e, dietro di essa, c'era un'enorme vetrata, ora completamente oscurata dalle farfalle, ma che in una situazione normale avrebbe fornito una vista di Tokyo niente male. Probabilmente erano ad uno dei piani più alti. Shinya spostò la poltrona che stava davanti alla scrivania e vi si adagiò sopra, poggiando le spalle sullo schienale di velluto. Chiuse gli occhi e sospirò rilassato. Probabilmente a Xander non avrebbe fatto piacere, ma si sentiva abbastanza spossato ed aveva indubbiamente bisogno di riposarsi. Essere immune al dolore non lo rendeva immune alla stanchezza. Ma non poteva mica permettersi di morire, non ancora. Non dopo che Hanzo gli aveva detto che lo avrebbe ucciso, sarebbe stato estremamente deludente, per entrambi. La considerava una promessa, ora.
    Schiuse le palpebre solo dopo qualche secondo, e riportò lo sguardo su Hayato. Gli sorrise e gli fece cenno di avvicinarsi.
    Poi sondò la scrivania di Xander con le iridi cremisi, fino a quando non vide un paio di forbici in un piccolo portapenne dorato. Si sporse leggermente con il braccio non ferito, e le prese. No, nonostante vedere Shinya con un paio di forbici in mano non fosse una scena propriamente rassicurante, non aveva intenzione di uccidere nessun altro, per oggi. Invero, si passò le mani fra i capelli, li raccolse di lato, lasciandoli ricadere sulla spalla sana e poi prese a tagliare le ciocche bianche, una ad una, senza un unità di misura precisa, ben conscio che tanto nel giro di una o due settimane sarebbero tornati alla loro lunghezza naturale. Xander non sarebbe stato molto contento nemmeno di quello.
    «Ti avevo promesso che avrei risposto alle tue domande, non è vero?» chiese, a metà dell'operazione, riferendosi al gioco che avevano fatto alla Pagoda e al quale tecnicamente Hayato aveva "vinto". Sebbene la situazione fosse speculare, questa volta non c'era nessuna palude di polvere ad arrestare la sua avanzata. «Ne hai qualcuna?» continuò.
    Dopotutto, Shinya manteneva sempre le promesse.


    CITAZIONE
    Note: in realtà siamo a Shibuya, ma non avevo voglia di aprire una nuova discussione per un paio di post, quindi sono tornata qua.
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    HAYATO ONO
    Gli ci vollero diversi minuti per avere la totale percezione di dove fosse, benché in ogni caso non riuscì a riconoscere il luogo con esattezza.
    Tutto ciò che avvertì, all’inizio, erano due voci che battibeccavano fra loro. Una delle due era molto rilassata e Hayato avrebbe messo la mano sul fuoco che si trattasse di Shinya; l’altra, invece, era molto più agitata e gli era alquanto familiare.
    Pian piano i ricordi cominciarono a riaffiorare ed il Consigliere iniziò a rimembrare tutto ciò che gli era successo negli ultimi istanti: una marea di fiori avevano istantaneamente ricoperto la sua bestia di polvere, Sumire aveva tramortito la sua creazione con un’onda d’urto e Tobi si era diretto a gran velocità in direzione del corpo di Benjamin. Con ogni probabilità l’assalto floreale era stato operato da Reiki: se era riuscita a generare una tecnica in un tempo così ristretto, sulla base della polvere di Shinya, evidentemente c’era poco che Hayato potesse fare per portare la missione a totale compimento.
    Eppure, nonostante quella consapevolezza, si sentiva comunque un po’ deluso: sperava di ricomparire col corpo di quel ragazzino tra le mani ma si era ritrovato da solo.
    O meglio, quasi da solo.
    Insieme a Shinya, infatti, Hayato riconobbe finalmente Xander: l’aveva già incontrato e, in più, il suo nome e il suo volto erano famosi ad Aogiri. Insomma, non avrebbe fatto alcuna fatica ad associare quel volto al nome del Vice.
    Shinya e Xander nella stessa stanza.
    Che interagivano.
    Certo, era un’interazione strana ed a tratti buffa, ma di certo quel momento non se lo sarebbe dimenticato con tanta facilità: era risaputa la dualità ed il conflitto che c’era fra i due, eppure in quella situazione non sembravano poi odiarsi tanto come credeva.
    Il Vice gli si avvicinò, i suoi capelli erano ancora in gran parte bianchi e dalle ferite continuava a grondare sangue. Ne stava perdendo decisamente troppo, eppure continuava a comportarsi come sempre.
    Quando fece come per cingergli le spalle, anziché agitarsi per la vicinanza col Vice, Hayato si agitò per le sue condizioni fisiche.
    «S-Signore, la prego di fare piano, ha bisogno delle cure immediate—»
    Disse, sinceramente agitato. Forse quella era la prima volta che Hayato non faceva finta di essere impacciato.
    Proferì quella frase un po’ per suggerire a Shinya di non eseguire mosse troppo elaborate, sia per intimare implicitamente Xander a chiamare qualcuno per curarlo.
    Ovviamente Shinya non aveva bisogno di consigli da parte di Hayato, figuriamoci, eppure in quel momento il nostro Consigliere non riuscì a pensare ad altro.
    «Comunque sì, sto bene grazie.»
    Commentò, quindi, sfilandosi dalla testa quella dannatissima maschera: finalmente. Era da svariate ore che la indossava e, con ogni probabilità, i filtri non sarebbero neanche più durati tanto a lungo. Insomma, andarsene via dal Palazzo Imperiale in quell’istante si era rivelato un vantaggio anche per lui.
    Tirò un profondo sospiro, scompigliandosi leggermente la chioma bionda, per poi dedicare un’occhiata a Xander.
    Non era un’occhiata particolarmente gradevole, il caratteraccio del Vice non gli andava a genio ed il fatto che si vociferasse fosse in conflitto con Shinya non contribuiva di certo ad alimentare simpatia nei suoi confronti. Nonostante ciò, era comunque un Superiore e Hayato doveva mostrare rispetto.
    «Salve Vice Grimwald.»
    Proferì, quindi, in maniera fredda e formale, quando questo lo chiamò ‘bambino prodigio’. Era così che lo consideravano nell’Albero?
    Negli ultimi tempo Hayato aveva preso parte ad incarichi abbastanza importanti, tra cui quell’ultimo insieme ad un vero e proprio Vice. Che si fosse fatto notare dai piani alti o meno, gli riusciva ancora alquanto difficile credere che qualcuno avesse realmente potuto accorgersi di lui in mezzo a tutte quelle foglie. Non era abituato ad essere apprezzato ma, comunque, avrebbe avuto la possibilità di riflettere meglio sulla cosa una volta che fosse tornato a casa (sempre che ci fosse riuscito, dato la situazione all’esterno).
    Alla fine Xander si decise a chiamare qualcuno del braccio medico e sparì oltre la porta rivolgendo un cenno al biondino; cenno che quest’ultimo ricambiò, prima di vederlo sparire oltre la porta.
    Finalmente era andato via, portandosi dietro la sua volgarità e finendola di discutere su uno stupido tappeto (che poi tanto stupido non doveva essere, ogni singola cosa in quella stanza sembrava valere oro).
    Shinya prese posto su di una poltrona e, dopo aver sospirato, invitò Hayato di avvicinarsi: probabile che Xander avrebbe fatto storie anche per quella, quando sarebbe tornato.
    Il biondo, intanto, provava sentimenti contrastanti: qualcosa gli suggeriva di preoccuparsi per lo stato di salute del Superiore; qualcos’altro gli sussurrava di non pensarci e di avvicinarsi a lui tranquillamente; ancora, un lontano eco gli riferiva addirittura che Shinya avrebbe potuto ucciderlo.
    Ma ciò non avvenne.
    Le forbici che aveva poc’anzi afferrato, infatti, sembravano perlopiù indirizzate a rimuovere qualche ciuffo bianco dalla sua meravigliosa chioma. Povero Shinya, un utilizzo abnorme del proprio Quirk doveva averlo quasi portato al limite, nonostante non lo desse per nulla a vedere.
    «Le azioni e le parole susseguitesi nel corso di questa giornata sono valse più di qualsiasi spiegazione, Signor Ichinose.»
    Rispose, riferendosi a ciò che era successo alla Pogoda ed il dialogo con Hanzo presso il Palazzo Imperiale: era ormai evidente - dalle parole di Takashi e Reiki - che Shinya (o Cobra) dovesse aver fatto parte del Culto per diverso tempo, ma che il Culto non sapesse che l’uomo appartenesse al tempo stesso ad Aogiri. Era altrettanto evidente che Shinya avesse deciso di mettersi contro Hanzo.
    «Non ho intenzione di stancarla ulteriormente, ha bisogno di riposare.»
    Si prese un attimo di pausa.
    «Ma siccome si è mostrato così gentile, in effetti avrei un paio di domande da porle. Mi risponda semplicemente se ci riesce, per cortesia.»
    Intimò, con voce dolce e calda, propria di cui si preoccupare veramente di qualcuno (ed in effetti era così).
    Nel suo sguardo, nella sua espressione e nella sua voce non c’era più alcuna nota di giocosità o di divertimento, quella che aveva mostrato a Tobi e Sumire. No, c’era soltanto pura stanchezza: nonostante fosse riuscito ad uscire da quella faccenda più o meno indenne, Hayato aveva comunque fatto una gran fatica a teletrasportarsi e manipolare la polvere di Shinya.
    «È sempre stata sua intenzione quella di mettersi contro Hanzo Takashi, Signor Ichinose? Stava semplicemente aspettando il momento giusto oppure le vostre idee hanno semplicemente preso due strade divergenti?»
    Shinya aveva aderito a due organizzazioni, quella del Culto ed Aogiri e, almeno une delle due, non sapeva che l’uomo fosse dentro l’altra. Come avrebbe gestito la faccenda a lungo termine? Se Hanzo non avesse osato così tanto con un piano di quella portata, Shinya avrebbe comunque continuato a stare con un piede in due scarpe?
    «La seconda domanda è leggermente più scontata. A che cosa serviva il ragazzo?»
    Chiese, riferendosi chiaramente a Benjamin, che non erano riusciti a recuperare. Perché mai Aogiri doveva essere interessata ad un quirkless?
    E poi, ad Hayato era effettivamente concesso di ricevere risposte del genere? Stava forse pretendendo troppo? Beh, Shinya non si sarebbe fatto alcun problema a fermarlo, eventualmente.
    «Mi dispiace non esser riuscito a recuperarlo. Non credevo che quella donna potesse addirittura mettere le mani sulla sua preziosa polvere.»
    Già, Reiki sembrava possedere un Quirk che fosse in tutto e per tutto progettato per annullare quello di Shinya: non solo era capace di annullare gli effetti velenosi della sua polvere, ma era addirittura capace di disgregare la stessa.
    A quel punto c’era stato poco che avesse potuto fare, ma aveva comunque desiderato tentare: i tempi in cui se ne stava in un angolo all’ombra come un cane bastonato sembravano voler giungere ad una fine.

     
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    Lo sguardo assorto a fissare la lama lucida ed appuntita delle forbici, il tono di voce gentile e distante; ogni tanto era difficile persino capire se Shinya vivesse nello stesso universo delle persone normali o meno, tanto sembrava assente, ma al Vice non sfuggiva nulla. Non gli era sfuggita l'agitazione di Hayato, la sua velata preoccupazione, così come non gli era sfuggita quella strana riverenza che il biondo continuava ad ostentare nei suoi confronti. Non che gli desse fastidio, eppure riusciva a scorgere nello sguardo del giovane come una parte di lui si sentisse ancora vagamente intimorita dalla sua presenza.
    Da una parte lo trovava divertente, da una parte non riusciva a fare a meno di pensare che quell'incontro non sarebbe mai dovuto avvenire, perché era indice che ci fosse qualcosa fuori posto in quella situazione. Qualcosa che non tornava.
    Perché Hayato ed Hisoka si erano diretti alla Pagoda?
    Era sicuro di aver detto a Valerio di comunicare a Zero che ad Asakusa ci avrebbero pensato loro. Possibile che Valerio se ne fosse dimenticato? Non era da lui.
    Eppure con il quirk di Zero gli risultava difficile anche credere che qualcuno si fosse intromesso nelle loro comunicazioni.
    Qualcosa non gli tornava sul serio, ma la voce di Hayato lo riscosse da quella singola riflessione che si era insidiata nel suo cervello, convincendolo a pensarci più tardi. Shinya chiuse le forbici sull'ennesima ciocca di capelli e sollevò il viso. Ogni silenzioso secondo che faceva avanzare la lancetta dei secondi sull'orologio era una goccia di sangue in meno, ed il fatto che non provasse dolore lo costringeva a stare concentrato il doppio per rimanere cosciente, ma era meglio che pensasse al resto più tardi.
    «Sei preoccupato per me? – domandò, divertito. – È molto dolce da parte tua, ma non morirò per così poco, non ti agitare.» mormorò, stranamente rassicurante. In realtà non ci teneva in particolar modo a tranquillizzare Hayato, ma aveva cominciato a trovare interessanti le sue reazioni. Era curioso che nell'infinità di domande che avrebbe potuto sottoporgli, ne avesse scelta una di carattere quasi puramente personale.
    Il Vice posò le forbici sulla scrivania, le allineò con dei fogli ivi sparpagliati e socchiuse gli occhi.
    «La risposta è no. Ho conosciuto il dottor Takashi molto prima di Aogiri. — rivelò, sollevando le palpebre. Era molto più complicato di quello che sembrava, purtroppo. Shinya, in realtà, odiava il proprio quirk. Insomma, un motivo per il quale aveva cominciato a lavorare con Hanzo doveva pur sempre esserci. Ancora di più, odiava le sue capacità, e le riteneva la fonte di tutti i suoi mali. In breve, Shinya odiava sé stesso, ma era una storia troppo lunga per poter essere raccontata in quel frangente. — Ma a volte bisogna fare delle scelte, non credi?» sospirò, reclinando il viso verso sinistra, gli occhi rivolti verso la vetrata oscurata dalle farfalle. L'albero non era sempre stato come Hayato lo stava vedendo ora, era solo fortunato ad esserci capitato nel momento giusto. Shinya si sporse appena in avanti, poggiò i gomiti sulla scrivania, incrociò le dita e vi pose il mento sopra. Un paio di gocce si sangue caddero sui fogli sottostanti. «Non direi che le nostre idee siano incompatibili, quanto le mie più ampie. Ti sei mai chiesto a cosa servisse Chou-chan? Sai cosa ha in comune con le farfalle qui fuori? Sono la stessa specie spiegò, ma prima che potesse aggiungere altro la porta si socchiuse.
    Shinya sorrise di nuovo, e scoppiò a ridere sommessamente, scuotendo la testa, genuinamente divertito dalla coincidenza. Erano stati interrotti persino all'asta. «Ohw, è destino che ci interrompano sempre, a quanto pare. Magari un giorno te lo racconto, se ti interessa lavorare con me. Ti prometto che assegno incarichi molto più facili di questo.» rise.
    La porta si aprì del tutto, ed entrarono tre persone: Teardrop, una ragazza con gli occhi completamente neri, da insetto, i capelli a caschetto, color platino, e la parte inferiore del volto coperta, ed un ragazzino (o ragazzina?) alto forse un metro e sessanta, i capelli viola e gli occhi grigi. Uno "Shinya-sama!" notevolmente allarmato proruppe dalle labbra di quest'ultimo, che - come una scheggia - sorpassò gli altri due ed Hayato affiancando la poltrona del Vice. Shinya si voltò verso di lui, il suo sguardo si addolcì appena ed adagiò la schiena sulla poltrona di Xander. Il ragazzino si chinò verso di lui, come a voler esaminare la ferita sulla spalla, Shinya allungò appena una mano gli sfiorò la guancia e gli sussurrò qualcosa che gli altri non furono in grado di udire. Quello annuì appena, scostò la stoffa del kimono di Shinya dal torace dell'uomo dai capelli neri, facendo ben attenzione a non far calare la stoffa sulla sinistra, ed un attimo dopo lanciò un'occhiata quasi torva verso Hayato, quasi fosse geloso.
    Anche la ragazza-insetto raggiunse la scrivania - dietro di lei, Teardrop rimase in disparte - e vi posò sopra una valigetta simile ad una di primo soccorso, la aprì e cominciò a trafficare con dei flaconi colorati che normalmente non si sarebbero trovati in una valigetta di primo soccorso. Nell'osservare la ferita, persino Shinya fece una smorfia disgustata: non si era reso conto di quanto fosse profonda; e quella sul fianco doveva essere uguale. Sospirò. Aveva la carnagione molto chiara, ma niente e nessuno avrebbe impedito ad altre due belle cicatrici di aggiungersi alla sua collezione.
    «Hayato. — chiamò, senza suffissi, onorifici né niente, solo il suo nome, la voce leggermente più seria. — Sei stato bravo, non scusarti.» replicò, udendo le parole del Consigliere e riportando la sua attenzione su di lui.
    Non credeva di aver bisogno di ricordargli che per le persone fragili non c'era posto in Aogiri. L'aver trovato qualcuno così altamente compatibile con il proprio quirk poteva essere una coincidenza, ma Shinya sapeva come non farsi sfuggire le proprie risorse e Hayato era appena diventato una di loro.
    «Il ragazzo, Benjamin Miller... — era solo un suo capriccio, ma non poteva dirlo. Non così. — Diciamo che volevo offrire una scelta anche a lui.» continuò, e sorrise.
    Quel ragazzo gli era necessario, credeva fosse la chiave per risolvere una questione sulla quale aveva sprecato fin troppo tempo, ma riguardava una cosa quasi del tutto scollegata dal farmaco e dalle farfalle. In più, odiava ammetterlo, ma aveva davvero bisogno di riposo. «Ne ho bisogno, ma non quanto ho bisogno di voi. Non pensarci adesso, vai a riposarti. E pensa a quello che ti ho detto, d'accordo?» concluse.
    Non gli era sfuggita nemmeno l'espressione stanca di Hayato, dopotutto. Prese un flacone rosso passatogli dalla giovane ragazza-insetto, lo agitò e se lo passò davanti al volto, prima di stapparlo e portarselo alle labbra. «Ci vediamo presto.»

    CITAZIONE
    Bene, l'attività è finita. Se vuoi puoi fare un ultimo post conclusivo in cui Hayato torna a casa o rimane lì al casinò, ma è puramente facoltativo. Ci vediamo comunque alla correzione. <3
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    HAYATO ONO
    Ancora una volta Chou aveva fatto irruzione nella conversazione tra Hayato e Shinya.
    Come una goccia che si infrange lievemente in uno specchio d’acqua, il Mutant aveva nuovamente tinto tutto di nero.
    Eppure il ragazzo dalle grandi ali azzurre non tormentava più il proprio animo rispetto a come aveva fatto diversi mesi fa. Ricordava bene l’asta all’Eclipse, i sentimenti che l’avevano attanagliato e le catene che lentamente avevano avvolto e stretto il proprio cuore.
    Non c’erano più.
    Non provava più nulla di tutto ciò.
    Eppure Chou era sempre lì.
    Apparteneva alla stessa specie delle farfalle che avevano invaso Tokyo, diceva il Vice.
    Quest’ultimo avrebbe voluto dirgli ancora qualcosa ma, puntualmente, erano stati interrotti. Non era la prima volta che era accaduto, nell’arco di quella giornata, ma rispetto a mesi prima Hayato era sicuramente entrato in possesso di molte più informazioni.
    Una lieve foschia arieggiava ancora attorno a molte faccende, eppure il Consigliere quella volta era riuscito a spingersi un po’ più in là.
    «Per me sarebbe un onore lavorare con lei, Signor Ichinose.»
    Commentò, accennando ad un lieve e delicato sorriso. Si voltò poi di scatto per constatare che avessero fatto il loro ingresso in stanza tre persone: una la conosceva bene, si trattava di Teardrop. Come avrebbe potuto dimenticarsela? Era stata lei a reclutarlo in Aogiri. Le rivolse un cenno come per salutarla, mentre si accertò dell’effettiva presenza di altri due soggetti, che probabilmente dovevano far parte del team medico, tant’è che si avvicinarono all’uomo con fare allarmato e, nel valutare la ferita, il ragazzino (o ragazzina) dai capelli viola gli dedicò una strana occhiata; occhiata a cui Hayato reagì semplicemente inarcando le sopracciglia. L’aveva davvero guardato con fare minaccioso, per un attimo, oppure era stata una sua impressione?
    La risposta riguardo Benjamin sarebbe arrivata da lì a poco, ma naturalmente non fu soddisfacente: a quel punto le spiegazioni sarebbero valse a poco, Shinya doveva esser stanco e l’ingresso di tutti quei presenti doveva aver rovinato l’atmosfera. Inoltre, pensare che il Vice bramasse il quirkless solo per un capriccio non era così tanto difficile da immaginare.
    Non era stato un capriccio quello per cui si era intrattenuto con Hisoka e Hayato per tutto quel tempo, in Pogoda?
    «D’accordo, Signor Ichinose. Le auguro buon riposo e buona guarigione, sono sicuro avremo modo di parlare meglio quando ne avremo la possibilità.»
    Asserì, annuendo lievemente, rivolgendo un sorriso all’uomo ed un’espressione neutra ai due aiutanti, mentre a Teardrop abbozzò un’espressione più dolce.
    Si lasciò chiudere la porta della stanza di Xander alle spalle.
    Si poggiò con la schiena su di essa, prima di incamminarsi lungo il corridoio.
    Tirò un profondo sospiro e, in quel momento stesso, avvertì tutta la stanchezza di quella giornata crollargli addosso.
    Ne aveva passate tante e aveva ricevuto una sorpresa dietro l’altra.
    Era persino riuscito a mostrare la sua solita maschera con Tobi e Sumire, senza lasciarsi prendere dal panico, e aveva affrontato Shinya alla Pogoda con nervi saldi, prima di entrare in possesso della verità.

    Ma a quale costo?

    La propria anima.
    Non la sentiva più come prima.
    Sentiva come se fosse mutata.
    Come se avesse cambiato colori.

    “Hai i colori invertiti”, gli aveva detto quel giovane ragazzo all’acquario. Com’è che si chiamava, Takeru?

    Non sentiva tristezza, né gioia, né dolore, né preoccupazione o ansia.

    Vuoto.

    Ma non era un ‘vuoto’ da intendere come ‘mancanza’.
    Era più un ‘vuoto’ di quello che ti permette di poter fare qualsiasi cosa senza subire ripercussioni psicologiche.
    Di quello che ti permette di fare tutto senza aver paura.
    Paura di diventare un mostro.

    Perché doveva temere di diventarlo?

    Era già successo, d’altra parte.

    Quando aveva visto il corpo agonizzante di Hisoka steso sul pavimento e aveva goduto.

    Oh, a proposito, Hisoka era morto.
    L’aveva quasi dimenticato.

    Si discostò dalla porta, finalmente, incamminandosi lungo il corridoio.
    Dov’era finita la voce?
    Perché non si stava complimentando con lui?
    Strano.
    Hayato si sarebbe aspettato che questa avesse fatto irruzione nelle proprie orecchie, congratulandosi con lui.
    Invece non era accaduto.
    L’aveva così odiata, nel tempo.
    Ed ora la bramava.
    Ma dov’era finita?
    Possibile che non ci fosse più?
    La risposta non era difficile da immaginare.

    Senza neanche accorgersene, infatti, Hayato aveva finito per diventare la voce.

    Non c’erano più linee di confine con i propri demoni, non c’erano più ragioni per cui lei dovesse continuare a tormentarlo.

    Non c’erano più ragioni per far credere a se stesso di essere due e non uno.

    Non c’erano più ragioni per trovare un rifugio nel buio pesto dei suoi pensieri.

    «Killing me softly... ♩»

    Canticchiò, mentre avanzava lungo il corridoio, con le mani in tasca ed uno strano sorriso sul volto, nonostante nei pressi della zona non fosse presente nessuno.

    «... with his song ♩»

    Continuò a canticchiare, sorridente, sparendo definitivamente oltre l’angolo del corridoio.



    Ho amato ogni singolo post e ringrazio tutti voi dello staff per avermi permesso di comparire anche nell’altra role, è stato tutto assolutamente fantastico çwç :<3: ringrazio in particolar modo Ryuko che ha accompagnato me e Stan nel corso di questa luuuunga avventura dagli esordi~
    E l’evento, naturalmente, è stato stupendo e ha offerto innumerevoli spunti di gioco e di riflessione, sia per i pg che hanno partecipato direttamente all’Evento che non. Grazie mille ancora a tutti :<3:
     
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    Ciao ragazzi, siamo giunti al momento del verdetto finale.
    Innanzitutto congratulazioni per aver salvato Asakusa, anche se... beh, non c'era molto da salvare sin dall'inizio perché il pilastro di Shinya non è mai esistito. Ad ogni modo, spero che la role vi sia piaciuta e che vi siate divertiti anche se l'outcome è probabilmente stato un po' inaspettato.
    Credo di aver comunque lasciato abbastanza spunti ad entrambi per proseguire sia con la trama del forum sia con le vostre trame personali, ma se avete bisogno di qualsiasi consiglio/cosa/aiuto sapete dove trovarmi. Molto probabilmente la vostra era una delle situazioni più particolari di tutto l'evento, essendo appunto più legata ad Aogiri che al culto delle farfalle in sé, ma ho apprezzato molto come vi siete mossi. Avete ruolato entrambi molto bene e anche se avete stravolto tutti i piani che mi ero fatta per questa role sono contenta di com'è venuta fuori.
    Lo sviluppo del comportamento di Hayato nei confronti dell'albero mi è piaciuto in modo particolare, avevo iniziato ad intuirlo un po' dalla SQ, e beh... posso solo dire bel lavoro. Ammetto che le mie intenzioni erano di farvi picchiare/litigare malissimo, e non sapete quanto ci sono rimasta male quando avete aperto quel combat prima dell'evento, ma col senno di poi è stato meglio così. Quindi Stan guai se mi accusi di nuovo in tag di aver messo i bastoni fra le ruote fra la HisokaxHayato perché avete fatto tutto da soli e lo sapete benissimo. Quanto ad Hisoka, mi spiace per il duro colpo, purtroppo le sue braccia si sono un po' rovinate sul serio, ma spero che tutto questo gli serva un po' da monito per il futuro, qualunque esso sia, e non nego che mi piacerebbe vederlo impegnarsi contro Aogiri, del resto ci sono parecchie organizzazioni a cui l'albero non va molto a genio e credo potrebbe uscirne qualcosa d'interessante.
    Unica nota che mi sento di fare: postate troppo in fretta ragazzi, quindi... chill. Lo dico per me, ma anche per gli altri. Ora siete stati fortunati che eravate con me che dovevo gestire solamente due role e quindi ho sempre più o meno rispettato i limiti, ma ricordatevi che se postare in ritardo dopo essersi presi l'impegno di partecipare ad un evento è una mancanza di rispetto... lo è anche postare troppo in anticipo, perché... beh, non siete gli unici. Va bene la role stimolante e quello che vi pare, il punto è che poi mi tocca farvi aspettare e non è una cosa che faccio volentieri.
    Esempio: ad un certo punto vi siete trovati a fare un giro da soli senza il mio intervento, perché sarebbe stato inutile e Shinya non aveva null'altro da dire. Non ve l'ho fatto fare perché era necessario o perché volevo, ma perché stavo cercando di rispettare la tabella di marcia degli amici che erano in The Hope of Mankind. Ed è andata bene che un turno è stato sufficiente, perché altrimenti ve ne avrei fatti fare altri. Con questo non vi sto dicendo che dovete postare sempre all'ultimo minuto del terzo giorno, ma di pensarci ogni tanto. <3

    ↳ Hisoka:
    + 100 EXP [+ 25 EXP bonus livello] ; + 2000 Yen.
    Hisoka riceve un malus permanente del -25% a tutte le statistiche dovuto alle condizioni delle sue braccia e agli effetti collaterali del veleno. In-role questo si traduce nell'incapacità di compiere movimenti precisi con le dita e di alzare pesi consistenti. Col tempo la condizione migliorerà sempre più, ma senza tornare del tutto normale... a meno che non arrivi un eventuale aiuto esterno. Quale? Chissà.

    ↳ Hayato:
    + 100 EXP ; + 2000 Yen.
    Se Hayato intende accettare la proposta di Shinya, da questo momento in poi, on-game, può considerarlo suo diretto superiore. Se ha bisogno di qualcosa può contattarlo tramite le chat private di Babel (l'ID è @cobra11, lo stesso che trovi nel gruppo delle farfalle), se invece tu hai bisogno di qualcosa da me come dettagli o altro sono sempre reperibile per MP.


    Edited by Ryuko - 19/1/2021, 18:16
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