🦋 Mad Tea Party

ACT II - Brave New World

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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    Girovagare per una città quasi morta era strano. Sembrava di essere all'interno di un setting post-apocalittico, libro o film che fosse, invece era la realtà. Lembi di fumo nerastri si levavano dal suolo verso il cielo, come fiamme scure e tossiche, come se fosse sceso l'inferno in terra. Tokyo sembrava diventata un gigantesco nido di insetti: persino gli sgargianti colori delle aree di solito più vive e festose della città erano spariti coperti da quella coltre nera e azzurra di farfalle, che parevano essere l'unico organismo a proprio agio in mezzo a quella nube venefica. Per quanto si provasse a scacciarle, le farfalle tornavano sempre indietro, si posavano sugli alberi coprendone le foglie, sulle strade coprendone l'asfalto, sui muri delle abitazioni coprendone le finestre.
    Nel centro di Roppongi l'imponente Mori Tower, uno dei simboli del quartiere, era diventato un immenso pilastro nero. Per la strada pochi rumori: primo fra tutti quello dei passi di una coppia di persone che schiacciava, camminando, le farfalle sulla strade. Dei passi, sì. Perché nonostante lo stato d'emergenza impediva idealmente e tassativamente ai civili di mettere il naso fuori di casa, qualcuno che lo faceva c'era eccome.
    Pochi giorni prima, infatti, a distanza di nemmeno un'ora dall'annuncio del 30MinutesMan i social già brulicavano di like e dei più disparati commenti. Spiccavano celebrità e Pro-Heroes che non avevano ovviamente perso l'occasione di esporre il loro pensiero e di consigliare a tutti di stare a casa. #StaySafe e #StayHome erano diventati gli hashtag più visitati del momento, mentre fra di essi i soliti leoni da tastiera scrivevano che era tutto un complotto studiato per diffondere le scie chimiche e altri giocavano ad improvvisarsi eroi scrivendo che avrebbero aiutato i professionisti uscendo di casa e cercando di salvare i civili, perché si erano procurati una maschera anti-gas per l'occasione, guadagnandosi così i cinque minuti di fama.
    Eppure quando la vera emergenza era cominciata ed erano state riportate le prime notizie di persone trasportate via in coma in tutta fretta, anche i social avevano cominciato a quietarsi.
    Fra gli hashtag era, tuttavia, ad un certo punto, comparsa una diretta di pochi minuti. Il soggetto? Il proprietario dell'Arcadia. Non era proprio una celebrità, ma era un'account molto seguito, soprattutto dalla nicchia che si intendeva di gaming e computer. La live aveva istantaneamente sfiorato i 100mila spettatori, più che per la popolarità del posto in sé per il fatto che riprendeva un giovane ragazzo dai capelli dorati, all'interno del noto negozio. C'era da essere stupiti perché, lo sapevano tutti, il proprietario dell'Arcadia era una specie di leggenda metropolitana e non aveva mai mostrato il proprio volto in pubblico prima di allora. Come tutti aveva dichiarato prima solidarietà e poi la chiusura del negozio a tempo indeterminato, ma oltre a quello... aveva spronato la gente ed in particolare i suoi followers a non rimanere con le mani in mano. Aveva inquadrato una maschera anti-gas nera ed aveva detto che nei prossimi giorni avrebbe dato una mano alla città come poteva, avvantaggiato dal fatto di avere dei parenti nella polizia e sapere come muoversi per non dare fastidio alle autorità. Chiunque volesse unirsi a lui era il benvenuto, avrebbe mandato gli aggiornamenti sulla sua posizione e su quello che faceva in tempo reale, con tanto di foto per assicurare che tutto stesse procedendo per il verso giusto.
    In men che non si dica si era formato il gruppo "Tech Otakus Save the World" con centinaia di iscritti. Una goliardata, si sarebbe potuta chiamare. Eppure era una goliardata che andava avanti da ben due giorni. Gli aggiornamenti sul gruppo, che era diventato quello ufficiale del movimento, c'erano sul serio, in aggiunta a molte foto del proprietario dell'arcadia e chiunque avesse deciso di mostrarsi per aiutarlo. Quartieri minori di Shinjuku, periferia di Shibuya, campus universitario di Bunkyo; in soli due giorni il gruppo si era riempito di foto di queste persone immerse in quel campo minato di farfalle, molto spesso comparivano anche piccole live per risollevare il morale della popolazione generale che si interrompevano bruscamente quando veniva avvistata una figura incappucciata di nero o un civile svenuto per strada.
    E ai soliti guastafeste che mormoravano come il bene si facesse senza postarlo sui social e di come fosse tutta una mossa di marketing per promuovere il negozio, i sostenitori del movimento rispondevano che almeno loro qualcosa stavano facendo, al posto di ammuffire spaventati dietro ad uno schermo.
    Ad esempio, quel giorno, la pagina indicava una ronda prevista era nei pressi di Roppongi Hills, alle ore diciannove e quaranta, con ritrovo davanti alla famosa statua del ragno in fronte alla Mori Tower. Se ne erano già concluse altre due quella mattina, siccome era pericolo stare fuori per troppo tempo senza un'equipaggiamento adeguato, il ragazzo dai capelli dorati e l'ideatore del movimento era l'unico ad esporsi in prima persona al pericolo, e non voleva più di tre o quattro persone per volta ad aiutarlo. Persone che rimandava a casa appena concluso il giro di ronda. Coordinava tutto grazie ai commenti ed ai messaggi privati su Babel.
    Molto più lontano da lì, nelle stesse ore, a casa di Arabella era arrivato un pacco per posta. O meglio, dire per posta era un po' un'esagerazione, visto che al momento non si poteva consegnare posta, ma Phantom aveva segretamente a capo un ingegnere ed operava in modi alquanto singolari. Alla porta di casa sua si era depositato un drone ed aveva lasciato un rozzo pacchettino trasparente contente una maschera anti-gas ed un bigliettino. Il mittente era... Switchblade. Quella ragazzina che Arabella non poteva certo dire di non aver incontrato spesso. Ed il bigliettino recitava: "se vuoi renderti utile, controlla il link che ti ho mandato xoxo", più un post scriptum che sottolineava come la maschera non fosse gratis e che il suo costo sarebbe stato detratto dal suo prossimo stipendio. Ovviamente.
    Se Arabella avesse controllato i suoi messaggi, infatti, vi avrebbe trovato un link da parte della ragazzina con le corna. Il link reindirizzava alla live ed al gruppo dell'Arcadia. Il testo del messaggio diceva: "qualcosa non quadra in questa situazione, vuoi controllare? xoxo"
    Insomma, "xoxo" pareva essere la firma di Switchblade.
    « We all pretend to be the heroes on the good side. »

    CITAZIONE
    Ciao ragazzi e benvenuti all'Evento Brave New World.
    Essendo un'attività ufficiale e molto importante vi invito a stilare una lista completa dell'equipaggiamento e delle tecniche in dotazione nel vostro primo post. Successivamente potete non riportarli interamente fino all'utilizzo ma per tutta la durata dell'attività ci rifaremo solo ed esclusivamente a quanto contenuto nel post iniziale.
    Vi ricordo che il tempo di postaggio è ridotto a tre giorni (72 ore). Avete uno slot ritardo [1] valido per un ritardo di un giorno. Dopo averlo utilizzato questo si ricarica e torna disponibile dopo due turni. Se non avvisate e postate con un ritardo sostanziale (insomma, nessuno vi punisce se postate in 75 ore) lo slot ritardo verrà automaticamente consumato, se disponibile. In ogni caso, slot ritardo o meno, vi prego di informare il master per ogni ritardo in Annunci Staff o in via privata. Eventuali provvedimenti verranno valutati caso per caso.
    E' assolutamente proibita qualsiasi modifica ai post (ad eccezione di quelle svolte nei quindici minuti successivi al postaggio, che non vengono segnalate) senza il permesso del master, quindi se avete dimenticato o sbagliato qualcosa prima di editare chiedete.
    Per qualsiasi tipo di domanda invece vi ricordo di utilizzare il Topic delle Domande dell'Evento e di non porle mai in via privata dove non riceverete risposta.
    Esseno probabilmente Joshua un follower dell'Arcadia e ricevendo quindi gli aggiornamenti prima, l'ordine di postaggio sarà il seguente. Avete libertà di organizzazione per gestire eventuali dinamiche in privato, ma non essendo i personaggi collegati in alcun modo non dovrebbe essercene bisogno. Potete concludere il post con l'arrivo di fronte alla statua del ragno, purché non contraddiciate nulla di quanto scritto nel post.
    Ordine: Master, Joshua, Arabella.
    Buona scrittura e buona fortuna. :**:
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    Chi l'avrebbe mai detto che nell'arco della propria vita avrebbe assistito ad un evento del genere - sicuramente non lui, poco ma sicuro. Spesso si leggeva nei libri di storia di eventi epocali e ci si chiede come ha vissuto il tizio medio in quel periodo, cosa provava quando camminava per le strade e com'era l'atmosfera generale? Terrore, paura, paranoia ma soprattutto incredulità erano le emozioni che il californiano stava provando, intervallate a momenti di calma accettazione seguita da ansia per poi ripetere il ciclo, il tutto mentre era comodo e parzialmente isolato nella comodità della sua umile dimora. Poi di comodità ne provava poca, sin dall'inizio dell'evento un paio di giorni fà era irrequieto, cercando di calmarsi guardando video o altro ma niente sembrava potergli dimenticare quelle maledette farfalle. Non aiutava che le vedeva fuori dalla finestra, ma pazienza. Era un divertente come non poco tempo fà era scettico la maschera che aveva preso presso "Nemo-kun"-san fosse stata una buona scelta, però eccoci qui. Che poi fosse stato solo per lui manco se ne sarebbe ricordato, era stata la bionda - si era presentata poi come Laguna - a tirare in ballo quel argomento. Chissà se l'avrebbe mai rivista? Le doveva un favore, senza quella maschera sarebbe stato molto più nervoso.
    Ritornando però sull'argomento dei video, era così strano essere proprio nel centro dell'azione quando avrebbe potuto starsene comodamente in California, peccato però che era stato un idiota e che ora era bloccato lì. Ha parlato moltissimo con i suoi, assicurandogli che stava bene e che non aveva nessuna intenzione di uscire, ringraziando suo padre per la locazione del Mercato Nero - non aveva ancora la spada, ma onestamente in quel momento sarebbe stata di troppo. Non è che ora avrebbe guadagnato molto uscendo fuori ed utilizzandola, non era uno a cui gli si addiceva il titolo di vigilante, tanto meno di eroe.
    Eppure seguiva con così tanto fervore le varie live, foto e messaggi dei pazzi che si aggiravano in quel inferno.
    Per fortuna il suo appartamento non era vicino alle zone maggiormente colpite, la connessione ancora funzionava permettendogli di seguire lo spettacolare livestream di nientepopodimeno che il proprietario dell'Arcadia. Una figura misteriosa che lui aveva solamente sentito menzionare, in quei mesi come cliente dell'arcade mai aveva sentito qualcosa di concreto su di lui, solo varie leggende e rumors. Tanto meno vederlo, c'è chi diceva che non era un solo individuo ma un gruppo che si nascondeva perché aveva dei legami con la yakuza o altri gruppi mafiosi, oppure che era una turbo-gnocca che preferiva non mettere a fuoco la sua vita privata. Ok, quest'ultima era una sua trovata nonché sogno, ma andiamo avanti. Tutto questo mistero e silenzio nonostante i casini per Tokyo, fra cui omicidi ed altro, ed ora con l'evento del secolo sbuca fuori come un ratto invece di rimanere chiuso nella propria caverna. Eccolo lì filmarsi mentre cercava di fare la cosa giusta, mentre era rimasto con le mani in mano quando il mese scorso non uno, non due, bensì tre persone avevano osato prendere il personaggio più viscido durante un torneo. Scherzi a parte, non poteva trovare una buona ragione per giustificare questa rivelazione proprio ora che Tokyo era diventata un terrarium. Se ci teneva così tanto al volontariato ed aiutare il prossimo, perché farlo ora e non prima? Esiste sempre chi ha bisogno d'aiuto, vorrebbe dire che era solamente uno che cercava un po' di fama gratis ma a che scopo? La sua figura era già enorme, era una leggenda grazie all'Arcadia, non gli serviva più fama salvo essere reclutato da un film - non capiva. Forse era solamente troppo cinico e stava pensando troppo.
    Disteso sul proprio letto, Joshua sospirò profondamente. Era vestito per uscire eppure non ne aveva la minima voglia, troppo impegnato sul proprio portatile a seguire le varie notizie ma soprattutto a leggere il messaggio di Saki che solo oggi si era degnata di rispondergli. La ragazza era diventata un chiodo fisso nella propria mente sin dall'inizio di quel putiferio, erano soliti parlare fra di loro ma sapere che era al sicuro era un'ottima, fantastica notizia. Non sapeva cosa avrebbe fatto se fosse rimasta bloccata a Tokyo, i due non si conoscevano da così tanto tempo ma tra loro due correva già un legame particolare, che lui voleva conservare. Anzi, doveva conservarlo o non sapeva cosa avrebbe fatto con se stesso, sarà una cosa da cliché ma sentiva che sarebbe disposto anche a correre per metà Tokyo pur di trovarla. Non era una sensazione romantica, non provava il minimo interesse di quel tipo sulla bionda, se doveva descriverlo era qualcosa di più simile ad amore fraterno, ma essendo figlio unico non ne era sicuro.
    « Am I really that dumb to go outside, » disse sottovoce con i palmi delle mani sotto la testa, fissando il soffitto ed i piedi che penzolavano dal letto, uno dei tanti lati negativi di affittare un appartamento a Tokyo mentre sei alto un metro e troppo. Aveva letto che un gruppo di quei nerd sarebbe passato per Roppngi, non così distante da dove stava ma non lo poteva nemmeno considerare sotto casa, però con la maschera e le varie visite che aveva fatto nei paraggi non sarebbe stato così difficile da raggiungere, dunque nessun problema su quel fronte.
    Il vero dilemma era perché farlo. Cosa sperava di raggiungere andando lì? Aveva già detto che non voleva né fama né gloria. Forse avrebbe potuto chiedere delle spiegazioni al biondino? Hm, forse, ma non era così disperato da addentrarsi fra quelle strade dannate dalle tutte le divinità per farlo. Un'altro dubbio che gli saliva era cosa avrebbe fatto lì, l'avrebbe aiutato oppure fatto qualcosa di sua iniziativa? Probabilmente no, alla fine non sapeva nemmeno somministrare in pratica il primo soccorso e non... gli interessava sacrificare la propria vita per confermare che si, nei dintorni ci stavano dei cadaveri. I fatti e quelle risposte gli dicevano che alla fine era meglio rimanere al sicuro dentro casa, accettare la realtà e continuare, eppure il suo cuore ci voleva andare. Voleva dire che non sapeva il motivo di quella confusione, ma in realtà la sapeva benissimo ed era lo stesso motivo per cui per mesi si sentiva in conflitto con se stesso. Anzi, non mesi, anni, un decennio per l'essatezza. Era in quello stato perché era un dannato idiota che per tutta la sua vita aveva cercato di fingere, di indossare i panni di un realista ed aveva avuto la faccia tosta di fare la voce della ragione a Sakiko, di abbassare i sogni della sua - attuale - migliore amica solo perché da piccolo lui non è riuscito a diventare un eroe. Un classico ragionamento da liceale, se lui non poteva esserlo allora doveva instigare del dubbio in tutti gli altri, abbassarli al proprio livello e convincersi di star facendo la cosa giusta. Invece di rischiare e motivarsi ha deciso di mentire, per esempio al biondino dicendogli che non ci teneva a diventare più forte e di non capirne l'utilità nonostante l'evidenza indicasse l'esatto opposto. Aveva finto di essere ragionevole e di voler diventare un adulto come si deve non perché ci tenesse genuinamente, bensì perché in cuor suo era un buon piano B, una vita che l'avrebbe consolato abbastanza da non farlo diventare un vecchio acido fra un paio di decenni. La stessa cosa per la maschera e quella dannata spada, si era dato una miriade di scuse per mettersi il cuore in pace e continuare quella messa in scena.
    Voleva tanto seguire e realizzare anche in parte quel sogno, però non si sentiva all'altezza, si ripeteva che un lavoro come si deve l'avrebbe reso felice ma dentro di se sapeva bene che non era vero. Anche lavorando in un posto ideale sarebbe stato frustrato, tirando fuori delle scuse quando non doveva fare altro che accettare la verità, far pace con il Joshua di sedici anni ed aiutarlo a riparare il suo cuore infranto. « I'm human too, dammit!! » preso da un flusso di rabbia colpì il muro, era davvero così sbagliato voler vedere il proprio sogno realizzato? In una realtà alternativa sarebbe riuscito a diventare un eroe famoso e di successo? Non lo sapeva, non era lì il nocciolo della questione, il fatto sta che ora aveva la possibilità di fare qualcosa eppure continuava a fare la ragazzina indecisa del ca**o.
    "Forse... sto partendo dal presupposto sbagliato," non voleva diventare un eroe, non gli interessava diventare un perdente della UA. Ciò che voleva era diventare un individuo badass che era capace di cambiare il mondo, una persona capace di strappare le ingiustizie dalla radice e senza dover rispondere a nessuno; una persona che non era un cane del governo. « ... a superhero, » non un hero, non un pro-hero, proprio un superhero - una parola esagerata, forse, però rendeva meglio l'idea che aveva nella propria mente. Un ruolo per cui non dovevi passare un esame, che non te lo potevano insegnare ed al quale non era possibile mettere un voto, bensì qualcosa di più naturale e libero.
    Forse poteva concedere a quella parte di se stesso questo momento di gloria. Solo per quella serata, forse era possibile fare una tregua con quella parte di se stesso e concedersi quella mezza gioia.
    In quel momento ritornò a pensare alla modella bionda, a come agiva senza pensarci troppo ed alla voglia genuina di aiutare il prossimo nonostante cercasse di affrontare un mondo ben più grande di lei. L'invidiava, parecchio, eppure aveva negato a se stesso la possibilità di emularla per pura inerzia, desiderando di optare per la strada dell'adulto per bene invece di rischiare il proprio collo per inseguire un desiderio così infantile. Da bambino era il suo più grande sogno, da adolescente aveva affrontato la dura realtà archiviandolo ma ora da bambinone adulto si rendeva conto che, forse, seguire un sogno idiota se lo rendeva felice non era così male. Tokyo era in malora, chissà se si sarebbe mai ripresa, ma in quel turbinio nero e blu c'era la chance di far rinascere qualcosa - il suo animo.

    Fatta quella decisione spese un po' di tempo a smanettare col portatile, seguire i vari gruppi legati al proprietario dell'Arcadia non era difficile, soprattutto siccome il tutto era gestito con commenti e messaggi. Non aveva voglia di stare insieme a dei fanatici, però d'altro canto essere solo non lo entusiasmava, dunque decise di segnalare la sua voglia di partecipare alla ronda delle diciannove e quaranta. La famosa statua del ragno non sarebbe stata nemmeno difficile da trovare, la parte facile era stata fatta - ora toccava a prepararsi mentalmente in vista dell'evento.
    Il che ci porta al presente, ovvero le diciassette e qualcosa nei dintorni della Mori Tower e se dentro il suo appartamento l'atmosfera era tetra, lì fuori di sera era tutta un'altra storia. Già la maschera rendeva la propria visuale strana, non si era ancora abituato, però fra le farfalle, il cielo parzialmente coperto e quel gas nero che pareva essere ovunque e salire in alto come dei pilastri il tutto era... agghiacciante. Se non avesse quel rush di adrenalina in corpo sarebbe ritornato dentro senza esitazione, però attualmente era impegnato a fissare con terrore e stupore l'imponente torre che era diventata quasi nera.
    Voleva dire di essere preparato al peggio, però non era così, oltre alla maschera aveva con sé uno zaino con dentro cibo, acqua ed un paio di cosette di dubbia utilità viste le circostanze. Aveva con sé una giacca un po' più pesante di color viola, sotto una felpa leggera ed una t-shirt rosa con un disegno molto appariscente di una pg di una serie di picchia-duro. Non l'ideale ma alla fine mica gli altri la potevano vedere, non era più estate.
    Comunque, camminava con un po' d'esitazione e quando possibile evitando di calpestare le farfalle, non aveva alcuna paura degli insetti ma in quantità così spropositate iniziava a sentire un po' di paura. Per questo motivo procedeva con delle falcate lunghe, a volte facendo dei salti ma se proprio era obbligato le calpestava facendo una smorfia ogni qual volte poteva sentire il rumore sotto i piedi. Una scena veramente poco eroica, però oh alla fine era solo. Da lì a poco tempo, comunque, raggiunse finalmente la statua, un po' in anticipo ma nemmeno troppo, non sapeva chi doveva aspettare dunque si era prefissato di arrivare lì prima. Aveva bene in mente la faccia del biondino, e stavolta non si riferiva a Hayato, dunque l'unica cosa da vedere era chi l'avrebbe accompagnato. O anche se sarebbe stato accompagnato... o se sarebbe anche arrivato, per quanto ne sapeva poteva essere benissimo una trappola.
    schedaquirkcronologia ● outfit: [X] ◈



    Energia: 300
    Forza: 61
    Quirk: 80
    Agilità: 134
    Peso: [1/4]

    Status: /
    Tecniche usate:

    Lista tecniche:
    ► Strawberry on the Shortcake [LV 2] | La sua mano e metà dell'avambraccio diventano una piccola mitragliatrice di basso calibro, simile ad una Uzi, che spara una folata di proiettili in un cono di fronte a lui. Se questa mossa viene usata tre volte di fila, alla quarta Joshua subirà delle scottature lievi.
    costo | 40 PE.
    danno | medio.

    ► Blueberry Cheese Brownie [LV 2] | Facendo apparire una glock laddove prima c'era la sua mano, Joshua riesce a mantenerla attiva ed utilizzarla senza molto sforzo mentale né fisico, allungando il raggio d'azione dei propri attacchi di un paio di metri. Il danno non cambia ed è uguale a quello che infliggerebbe con un normale pugno. Mentre questa trasformazione è attiva lui non può usare altre tecniche.
    costo | 35 PE + 5 mantenimento
    raggio | 5 metri.

    ► Gooseberry Sugar Donut [LV 2] | Come detto prima, le armi trasformate non sono dure quanto quelle vere però fanno male comunque, motivo per il quale a volte decide di non seguire la logica ed usarle come arma contundente per colpire una parte scoperta dell'avversario, idealmente la testa. Se quella parte è coperta (armatura, casco) o il colpo viene parato con qualcosa di duro, Joshua subirà dei danni lievi.
    costo | 40 PE.
    danno |medio (contundente)

    ► Cranberry Chocolate Sundae [LV 2] | Facendo diventare tutto il suo braccio un fucile da caccia, Joshua successivamente spara un colpo che, però, invece di colpire l'avversario invece cerca di far passare il proiettile vicino alle proprie orecchie. L'obbiettivo è di stordirlo, facendolo concentrare l'avevrsario sul pericolo e sul rumore invece che su Joshua stesso. Mentre la sua mano è trasformata i suoi movimenti sono limitati e non può compiere questa tecnica due volte di fila, siccome quella trasformazione è tutt'altro che semplice da mantenere..
    costo | 40 PE.
    raggio | 3 metri.
    effetto | medio (sanguinamento)

    ► Nuts Berry Milk Blancmange[LV 2] | Con un po' di pratica, Joshua ci ha oramai preso la mano con il proprio quirk ed ha tirato fuori dei nuovi trucchetti che, si spera, non dovrà utilizzare così spesso. Aumentando la quantità di sangue smaltito nell'organo apposito e così tirando fuori più ferro, i proiettili sparati da Joshua sono più duri e realistici, diventando dunque più pericolosi. Questo processo è molto intensivo e non lo può mantenere a lungo né replicare più di una volta a role al giorno, dunque lo tiene solo in casi di pericolo. Un chiaro segno che questa tecnica è in uso sono delle linee rosse e piuttosto vistose che si dirigono verso l'arma.
    costo | 40 PE + 15 mantenimento
    danno | aumento di uno step i danni inflitti (3 Turni)


    Equipaggiamento:
    ►MASCHERA ANTIGAS |Dispositivo di protezione delle vie respiratorie da agenti inquinanti dell'atmosfera. Le maschere antigas moderne sono composte da un facciale di gomma o silicone che garantisce la perfetta aderenza al viso; inoltre sono dotate di linguette e fibbie per fissare la maschera antigas dietro la testa. Sono anche dotate di un grande visore trasparente di policarbonato o vetro stratificato che offre un'ampia visibilità. All'interno è presente una seconda maschera che copre la zona naso-bocca. In questa maschera interna sono presenti due aperture: una per l'inspirazione e una per l'espirazione, fornite delle apposite valvole per condizionare il flusso dell'aria. La valvola d'inspirazione è collegata a un filtro che impiega sostanze a base di carbone attivo opportunamente trattate per filtrare e fissare i gas nocivi, mentre la valvola d'espirazione espelle l'aria respirata senza far appannare il visore. L'utilizzo della maschera in ambienti inquinati è possibile solo con un'adeguata presenza di ossigeno.
    danno |Filtra l'aria e la purifica da qualsiasi genere di scorie [Annulla danni lievi provenienti da Gas Soporiferi/Velenosi]
    durata | [3/3]
     
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    Farfalle volavano, sciami interi che oscuravano quasi il cielo tanto era il loro numero.
    Come se la passava la nostra Vigilante preferita? Beh, non malissimo ma neanche tanto bene. Quando era scoppiato l'attacco epidottero, lei era a casa sua e stava tranquilla. Poi erano circolate le notizie, i social erano impazziti, televisione discuteva dell'evento, tutto la città era andata nel panico. Lei si era spaventata, molto spaventata. Però si era preparata ad una situazione del genere. Per prima cosa si era occupata delle finestre, con nastro isolante e varia roba si era premunita di intasare ogni fessura, neanche una molecola di gas doveva passare ed entrarle in casa. Per la porta fece una cosa simile ma permettendo alla porta di aprirsi e chiudersi in caso di necessità. Se avessero dato fuoco alla palazzina se ne sarebbe andata dalla porta insomma. Cibo? Tutto apposto. Aveva una buona dispensa di cibo in scatola, frutta, verdura, ramen da scaldare al fornello, porzioni di cibo precotto e da scaldare, insomma era pronta ad un'apocalisse dal punto di vista professionale. Dal punto di vista umano era meno preparata.
    Aveva paura, paura per se stessa, per suo padre che non si faceva sentire nonostante le chiamate e a cui cercava di giustificare dicendo che era partito per un qualche viaggio all'estero, una vacanza, qualcosa. Insomma era spaventata e preoccupata. Il primo giorno fu quello più duro. Il secondo non lo fu di meno ma iniziò a sentire la pellaccia adattarsi come si adattava quando il suo quirk mutava in lame la carne. Era un momento passeggero, presto tutto si sarebbe risolto. Lei doveva solo restare concentrata.
    Per distrarsi si era messa a guardare i social ma dopo poco aveva mollato. Troppi leoni da tastiera, troppi cospiratori, troppe persone impanicate, troppo caos. Le era salita più depressione in quei cinque minuti di social che in vent'anni di vita normale. Per cui aveva optato per un allenamento fisico, esercizi per mantenersi in movimento ed in forma nonostante non potesse uscire e andare in palestra o da qualche altra parte. Non aveva una maschera anti-gas e non voleva correre rischi.
    "Vorrei uscire sai?" Parlò guardando il proprio animale domestico, come se questi potesse risponderle. "Ma cosa potrei fare? So poco delle zone colpite. Non so chi ci sia, quanti terroristi stiano combattendo, quanta gente stia morendo per le strade. Dannazione, se avessi un'unicità di fuoco andrei a bruciare tutti questi maledetti insetti." Era un brutto segno che stava parlando con un animale come una vecchia zitella amante delle soap-opere? Probabilmente.
    Sospirò, scivolando dai cuscini del divano fino a cadere a terra sul pavimento. La sua gatta le si accoccolò accanto. Arabella la carezzò fissando il soffitto. Phantom non si era fatto sentire molto e lei non sapeva se restare in attesa di un comando o chiedere immediatamente ordini. "Se esco c'è il rischio che muoia sai? Non mi ha mai fermato questo. Ho sempre saputo che prima o poi sarei morta eppure..." Aveva comunque paura, dopotutto era umana e la paura la provava anche lei. Non la paura di morire. Qualcosa di peggio.
    Pensò al come stava combattendo e al perchè combattevano quei terroristi. Non stavano facendo una cosa simile alla sua? Lei stava versando sangue, picchiando criminali e feccia, loro stavano cercando una cura al quirk ma ad un costo decisamente alto. Le venne in mente suo padre. I suoi discorsi su come certa gente andasse fermata. Era confusa. Da un lato gli atti di quei terroristi stavano facendo disastri a non finire ma, da un punto di vista razionale, cercavano una cura ad un male. Un po come lei che cercava di "curare" una società dai "malvagi".
    "No, io sono diversa da loro. Io non sto facendo del male a gente innocente, loro si. Quante persone stanno soffrendo senza alcuna colpa? Devo fare qualcosa. Devo smetterla di stare qui con le mani in mano. Devo fare QUALCOSA" E qualcosa le colpì la porta. Sbattè le palpebre nell'udire quel tonfo dietro la porta, tanto che scattò in piedi quasi si aspettasse di vedere una figura sfondarle la porta e appropriarsi di casa sua. Non accade niente di ciò ma attese qualche secondo prima di andare ad aprirla. Le era arrivato un pacco.
    Aprì la porta e la richiuse, scatola in mano e sguardo corrucciato. Ne scorse il contenuto e lesse il messaggio da parte di quella ragazzina a cui aveva quasi tagliato la testa per errore tempo addietro.

    "se vuoi renderti utile, controlla il link che ti ho mandato xoxo"

    Un link? Quale link? Non aveva ricevuto messaggi...o forse si? Si precipitò a controllare i propri messaggi e lo trovò: un link ad una live ed una discussione del gruppo di Arcadia. Proprio quel giorno ci sarebbe stata una ronda a Roppongi Hills, alle diciannove e quaranta, di fronte alla statua del ragno. La mente della Vigilante viaggiò. Si erano fatte delle ronde, probabilmente per soccorrere le persone rimaste bloccate per strada. Ronde a cui lei avrebbe potuto partecipare se avesse avuto il giusto equipaggiamento. Ora lo aveva e poteva agire, fare qualcosa. Ma rimase sull'attenti al "qualcosa non quadra in questa situazione, vuoi controllare? xoxo"
    Cercò di mantere la mente lucida e ben aperta. Una figura leggendaria come quella del capo di Arcadia perchè doveva mettersi così in mostra? Possedeva già i suoi follower, sarebbe stato sciocco cercare di fare come altri e cavalcare l'onda del "farò l'eroe e vi verrò a salvare perchè ho una maschera anti-gas", il suo locale era già bello pubblicizzato senza che rischiasse la vita in primis. Poteva essere un atto di bontà? Dopotutto lei stessa stava pensando di uscire per dare una mano. Eppure c'era un angolino della sua mente che sussurrava le parole del testo di Switchblade: "qualcosa non quadra".
    Pensò al peggio, aprì la mente a possibilità meno nobili. Poteva essere una trappola? Si. Poteva benissimo essere una trappola.
    Doveva restarsene a casa con le mani in mano? Ci pensò per meno di un millisecondo e poi prese la maschera, preparandosi ad uscire. Si chinò verso la sua gatta, coccolandola forse per l'ultima volta chissà. "Fai la brava. Tornerò presto." Le promise.

    Si muoveva veloce. L'orario era quel che era e l'illuminazione non era proprio delle migliori, probabilmente dovuto alle miliardi di farfalle che ricoprivano ogni superfice. Se le capitava ne schiacciava una sotto i piedi mentre camminava, stando sempre all'erta. Switchblade le aveva detto di controllare e lei stava obbedendo, non le aveva detto cosa non andava ma si stava preparando ad ogni evenienza. Anche alla morte seppur la considerava l'ultima possibilità. Non sarebbe morta, non in quel modo, non facilmente. Se ne sarebbe andata in un futuro lontano, preferibilmente combattendo. Quel giorno non sarebbe morta. Non se lo sarebbe permesso.
    Arrivò dopo poco tempo, erano le diciannove e qualcosa e la vigilante si mise ad osservare con attenzione i dintorni, cercando persone, in piedi e non.
    La statua di un ragno si ergeva davanti a lei.
    Il punto d'incontro di Arcadia.


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    FAZIONE
    Livello:
    3
    Exp:
    300
    Forza:
    48 + 10
    Quirk:
    55
    Agilità:
    47 + 10
    Peso:
    1/4


    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    ©
    • Status: Illeso.
    • Tecniche usate: //
    • Energia: 0000

    • Equipaggiamenti: //
    • Lista tecniche:
    » Nome Tecnica [Livello x]: Descrizione.
    Costo: NA
    Danno:


    Steel, the sharp claws of Justice [Livello 2] [25 PE]
    Concentrando il quirk nella zona degli arti superiori, dal gomito fino alla punta delle dita per essere precisi, Arabella è in grado di rendere la zona localizzata spessa e scura come fosse fatta di metallo e, a seconda della propria volontà, è in grado di modificarne temporaneamente la forma per rendere l'avambraccio affilato e tagliente come la lama di una spada o renderlo robusto come un martello/mazza di ferro in grado di sfondare le difese nemiche. In questo modo sarà in grado di sfruttare il proprio quirk per sferrare un singolo colpo ai danni dell'avversario.
    Tecnica Offensiva - Danni Medi
    Iron, never bent on injustice [Livello 2] [25 PE]
    Dinanzi ad un attacco avversario si potrà, con la dovuta concentrazione, sfruttare il proprio quirk per indurire una zona estesa, subendo l'attacco e riducendo gli eventuali danni. La zona prescelta diventerà di un colore grigiastro simile al metallo, diventando solida come la piastra di un'armatura medievale. Una corazza dura e resistente difficile da scalfire.
    Tecnica Difensiva - Danni Medi
    Zinc, cauterize my wounds [Livello 1] [Costo: 15 PE]
    Abituata a riadattare la temperatura per mutare forma, Arabella ha imparato a sfruttare questo potere anche in piccole zone per aumentare il processo di guarigione. Utilizzando il quirk su una porzione di pelle lacerata o danneggiata da un colpo si potrà aumentare il calore corporeo e cauterizzare la ferita.
    Tecnica di cura
    Cura danni lievi
    Gold, stronger than you [Livello 1] [Costo: 25 PE + 10]
    Padroneggiando il proprio quirk, Arabella è in grado di estendere la trasformazione ad ogni parte del corpo. Non si limita a ricoprire la pelle ed indurirla ma di dare un marcia in più. I tessuti sottostanti assumono le stesse caratteristiche del metallo, più resistenti ma al coltempo capaci di adattarsi ai movimenti della vigilante. I muscoli mutano, la resistenza viene aumentata per assicurare di donare un impatto deciso contro chiunque abbia la sfortuna di mettersi contro di lei. Ogni attacco fisico o tecnica d'attacco da parte sua avrà la possibilità di arrecare danni superiore al normale.
    Effetto: +1 step al calcolo dei danni inflitti (Es. Lieve -> Medio)
    Durata: 3 turni



    EQUIPAGGIAMENTO:
    Maschera Antigas [3/3]
    Dispositivo di protezione delle vie respiratorie da agenti inquinanti dell'atmosfera. Le maschere antigas moderne sono composte da un facciale di gomma o silicone che garantisce la perfetta aderenza al viso; inoltre sono dotate di linguette e fibbie per fissare la maschera antigas dietro la testa. Sono anche dotate di un grande visore trasparente di policarbonato o vetro stratificato che offre un'ampia visibilità. All'interno è presente una seconda maschera che copre la zona naso-bocca. In questa maschera interna sono presenti due aperture: una per l'inspirazione e una per l'espirazione, fornite delle apposite valvole per condizionare il flusso dell'aria. La valvola d'inspirazione è collegata a un filtro che impiega sostanze a base di carbone attivo opportunamente trattate per filtrare e fissare i gas nocivi, mentre la valvola d'espirazione espelle l'aria respirata senza far appannare il visore. L'utilizzo della maschera in ambienti inquinati è possibile solo con un'adeguata presenza di ossigeno.
    ► Tipologia Equipaggiamento: Difensivo
    ► Danno: Filtra l'aria e la purifica da qualsiasi genere di scorie [Annulla danni lievi provenienti da Gas Soporiferi/Velenosi]
     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    Tech Otakus Save the World. "Che cavolata", pensò Damian scrutando lo schermo del proprio telefono. Non riusciva quasi a credere a quanta gente ci fosse davvero cascata. Una parte di lui aveva sempre desiderato recitare la parte del cattivo, colpa dell'essersi spesso trovato a simpatizzare per i malvagi nel procedere attraverso alcune visual novel o videogames, ed a dire il vero al momento si sentiva piuttosto soddisfatto di sé stesso. Come una sorta di mastermind capace di giocare con gli ideali delle persone, era tutto cominciato dall'annuncio su internet: Damian aveva pensato che il suo ruolo nel culto si fosse esaurito con la parte dell'annuncio su Babel perché, dopotutto, oltre ad essere bravo a trafficare con i computer, non aveva chissà quale altro talento. Eppure tutti quei mesi che avevano separato luglio da novembre non avevano fatto altro che rafforzare anche le sue convinzioni. Si chiedeva se non si fosse fatto convincere da Hanzo troppo facilmente, ma il carisma immenso di quell'uomo lo avevano fatto sentire quasi come si trovasse di fronte ad uno di quei personaggi che amava e che non avevano una sola e singola falla nella loro morale. E se da una parte c'era la voglia di farsi notare da Atsuki e dall'altra quella di rendere fiero suo padre, stando a sentire Atropos aveva capito di essere sostanzialmente una dannata persona comune e che l'unica cosa che poteva fare era... imitarlo, perché non avrebbe mai raggiunto il suo livello. E quando si parlava di livellare per Damian non c'era niente di irraggiungibile, quindi significava parecchio. Aveva finito per impegnarsi per la causa più del previsto, ed ora era lì, con una maschera di plastica nera sul viso e centinaia di farfalle a svolazzargli intorno. Farfalle che per metà erano sue.
    Forse doveva ringraziare il suo talento innato come attore per essere riuscito a mantenere il suo sangue freddo mentre parlava davanti alla telecamera offrendosi di aiutare la gente quando in realtà era uno degli artefici di quel disastro. Con un sospiro alzò lo sguardo al cielo plumbeo verso il quale si levavano quei lembi di denso fumo nero, prima di riportarlo sul cellulare. Era nel centro di Roppongi, la schiena poggiata ad una delle zampe di Maman e stava aspettando. Erano le sette e dieci e da lì a poco sarebbe cominciata la prossima ronda. Non accettava che venissero con lui più di una-due persone per volta, primo perché non era un babysitter, secondo perché con troppe persone sarebbe stato più difficile sbarazzarsi di loro.
    A Damian piaceva il suo quirk, ma al di là di quello non vi era particolarmente legato: lo riteneva bello, ma non era niente che lo avrebbe aiutato a vincere il prossimo torneo di Monster Hunter; nel senso, non era come perdere un dito. Non poterlo utilizzare liberamente inoltre non glielo aveva mai fatto apprezzare più di tanto, quindi non pensava avrebbe sofferto più del dovuto una volta arrivato il momento di rinunciarci.
    Non si poteva certo dire che gl'importasse della salute delle generazioni future, ma... come aveva visto l'esodo di massa delle persone spaventate di perdere il proprio quirk fuggire da Tokyo, aveva visto anche il contrario. Moltissime persone affette da nega-quirk si erano trasferite a Tokyo nel medesimo periodo e ciò faceva riflettere. In realtà lui stesso conosceva alcune persone che si portavano sulle spalle un bagaglio genetico simile e... ecco, della loro salute gli importava.
    Ad esempio...
    Dei passi lo riportarono alla realtà. Damian sollevò lo sguardo dal cellulare e vide una figura incappucciata venirgli incontro. Si diede una spinta e staccò la schiena dalla zampa di ragno, raddrizzando la spina dorsale. Ecco, ad esempio lui.
    Uno dei possessori di nega-quirk che conosceva.
    Si erano conosciuti giocando online e, risparmiando i dettagli, adesso lo accompagnava nella causa come Black Chrysalis. Damian lo considerava suo amico, sperava fosse vero anche il contrario.
    «Ehi, sei tornato. Com'è andata?» chiese, la voce un po' ovattata dalla maschera anti-gas che aveva sul viso.
    L'altro scrollò le spalle e si tolse il cappuccio, rivelando dei capelli bianchi ed una maschera uguale a quella del biondo, sotto la quale scintillavano dei brillanti occhi rossi. «Tu?»
    Damian sorrise e gli mostrò lo schermo del cellulare, sul quale campeggiava uno screen della schermata di HAE con un roll che raffigurava due personaggi a cinque stelle: l'unità speciale di Whisper e Darius Wild, ultima aggiunta all'agenzia di Endeavor. «Mi sentivo fortunato.»
    Il suo compagno emise uno sbuffo e scosse la testa. Damian era certo che lo avrebbe probabilmente anche offeso in modo più eclatante se ogni parola non equivalesse ad una frazione in più del filtro consumato. «E Kimura-san?»
    «Già mandato~ probabilmente lo vedrà poi e mi offenderà per allora.» ridacchiò, prima di riporre il cellulare in tasca.
    Era strano che riuscisse a parlare in modo quasi normale in quella situazione, ma la verità era sottile: era contento di non essere da solo.
    «Sei sicuro di non essere stanco?»
    La domanda lo colse un po' impreparato, ma Damian scosse la testa. A dire il vero era un po' stanco, ma considerava l'aver bevuto altri due energy drink prima di uscire in strada abbastanza per arrivare a fine giornata.
    «Sicuro. E se ce la fa mio padre che ha sessant'anni non vedo perché non dovrei farcela io. E prima che tu dica che lui era un poliziotto addestr--» prima che potesse finire la frase, il suo compagno gli fece segno di stare zitto.
    «Shh. Arriva qualcuno.» disse.
    Damian inarcò un sopracciglio e di riflesso guardò l'orario sul proprio cellulare. Sette e trenta. «È presto.»
    L'altro scrollò le spalle. «Un ragazzo ed una ragazza. Credo. Dai passi.» Il viso di Damian si fece ancora più perplesso.
    «Aspettavo solo il ragazzo.» rimarcò, prima di scambiare una lunga occhiata con l'altro. Entrambi intuirono che ci fosse qualcosa che non andava. Ma il tempo stringeva.
    L'altro si tirò sulla testa il cappuccio nero. «Facciamo come sempre?» chiese. Damian annuì. «Ti inseguo e appena abbassano la guardia li stendo e li portiamo da Hanzo.»
    Ricevette un altro cenno d'assenso in risposta e poi guardò la Chrysalis allontanarsi e sparire inoltrandosi fra le farfalle che infestavano la zona da passeggio di Roppongi Hills.
    In silenzio, appoggiò di nuovo la schiena alla zampa della statua che aveva scelto come punto di ritrovo. Era buffo, il suo compagno aveva un nega-quirk che Damian considerava più utile del proprio, ma da un certo punto di vista poteva comprendere perché volesse sbarazzarsene. Non doveva essere bello sentire così tanto. Aspettò qualche altro minuto, poi come previsto dall'altro, vide spuntare all'orizzonte prima un tizio altissimo, poi una ragazza.
    Fu proprio una fortuna che in quel momento indossasse la maschera, altrimenti non sarebbe riuscito a mantenere la sua poker face, perché quando vide il ragazzo, per poco non gli prese un accidente: era quel dannato che faceva casino nel suo negozio.
    Serrò le labbra per un lunghissimo istante, e per un momento rivalutò tutto il dispiacere che aveva provato nelle ore precedenti a far finire le persone in coma. Comunque si calmò in fretta, in quel momento le sue ottime capacità di finzione erano un sacco d'aiuto, chi l'avrebbe mai detto.
    Quando i due raggiunsero la statua del ragno si sarebbero ritrovati di fronte un ragazzo alto poco meno di un metro e ottanta, capelli biondi, viso coperto dalla plastica nera della maschera e vestito da una felpa bianca senza cerniere posta sopra ad una maglia nera a collo alta.
    «Salve, state entrambi bene? Problemi nel trovare il posto?» li salutò, gentilmente. Sorrideva, anche se non si poteva vedere, s'intuiva dal tono di voce. Solite domande di rito che faceva sempre. Serviva ad aumentare il loro bond level. «Allora... tu devi essere @tored, giusto?» mormorò rivolgendosi a Joshua, prima di volgere lo sguardo verso Arabella. Damian era onestamente curioso di sapere chi fosse e perché fosse lì, visto che la sua presenza complicava un po' il suo piano. «Mentre tu non mi hai scritto, vero? Non ti aspettavo, come ti chiami?»


    STATISTICHE
    VALORE
    Livello:
    5
    Energia:
    425
    Forza:
    80
    Quirk:
    160
    Agilità:
    160
    Hacker:
    S+
    Spec Lab:
    //
    Peso:
    --
    Scheda:
    QUIRK & INVENTARIO
    TECNICHE PERSONALI:
    Moonlight Densetsu [Livello 3] [Costo 55 + 20]
    Un turbine di farfalle che si raccoglie e genera una specie di tornado attorno ad un obiettivo. La loro densità e concentrazione è talmente elevata che rimanere intrappolati fra le sue spire è come trovarsi all'interno dell'occhio di un ciclone. Le farfalle che compongono questo turbine possono essere ipoteticamente create a partire da qualsiasi cosa, indi per cui niente impedisce a Damian di usare altre tecniche mentre mantiene questa attiva.
    Blocco: 3 turni
    Decretum [Livello 3] [Costo 50]
    Toccando un materiale molto solido e resistente, Damian lo trasforma in uno sciame di farfalle. Queste si frappongono automaticamente fra lui ed una potenziale offensiva, assorbendo il colpo e proteggendolo dall'attacco in arrivo, sia esso fisico od elementale. Se il colpo è più forte del danno che Damian è in grado di parare, la barriera si sfonda e l'attacco passa oltre.
    Resistenza: Medio-Grave
    Eros and Apollo [Livello 3] [Costo 65]
    Trasformando una delle flower arrow in un piccolo gruppo di farfalle ed inducendole a pungere l'avversario, queste ultime trasmettono la sostanza contenuta nell'arma nel sangue del malcapitato e quest'ultima diventa soggetta ai suoi effetti come se ne fosse stato colpito.
    Raggio: 2.5 metri
    Danno: Infatuazione [3 turni]
    C'est la vie [Livello 3] [Costo 65 + 10]
    Damian sfrutta il fatto che le sue farfalle tendono a mantenere le proprietà dell'oggetto originale (in particolare la loro durezza) per trasformare un oggetto affilato (di solito un paio dei suoi coltelli) in uno sciame di farfalle per poi ordinargli di scagliarsi ed investire un eventuale nemico. Non è facile sfuggire a questa tecnica perché una volta individuato l'obiettivo tendono ad inseguirlo fino a che non esce dall'area di controllo di Damian. Se si viene investiti dallo sciame le ali delle farfalle possono provocare graffi e danni da taglio.
    Raggio: 5 metri
    Danno: Medio-Grave
    The Entrance to Wonderland [Livello 3] [Costo 50]
    Damian sfrutta la polvere in grado di trasformare gli oggetti in farfalle per trasformare una porzione di pavimento, suolo o muro in farfalle, provocando così un buco nel terreno o in una parete. Un po' come le trappole coperte di foglie. La usa soprattutto per far cedere costruzioni, considerate che finché siete a terra non succede nulla, ma un buco nel pavimento al secondo piano di un edificio...
    Danno: //

    ABILITÀ:
    Plastic Love
    Essendo che gli oggetti che Damian trasforma in farfalle tendono a mantenere le loro proprietà, il ragazzo si è accorto, con il tempo, che esse funzionano come una sorta di teletrasporto per gli oggetti. Difatti, a quanto pare, anche se gli oggetti possiedono dei meccanismi, quando li trasforma essi continuano a funzionare in modo passivo, svolgendo la loro funzione. Ad esempio se trasformasse un altoparlante che trasmette musica in un piccolo sciame di farfalle, esse continuerebbero ad emettere musica allo stesso modo di prima.
    Questo rende l'inventario di Damian praticamente illimitato e lo svincola dal peso trasportabile per quanto riguarda gli oggetti che può portare con sé.

    EQUIPAGGIAMENTO:
    Maschera Antigas [Supporto]
    Dispositivo di protezione delle vie respiratorie da agenti inquinanti dell'atmosfera. Le maschere antigas moderne sono composte da un facciale di gomma o silicone che garantisce la perfetta aderenza al viso; inoltre sono dotate di linguette e fibbie per fissare la maschera antigas dietro la testa. Sono anche dotate di un grande visore trasparente di policarbonato o vetro stratificato che offre un'ampia visibilità. All'interno è presente una seconda maschera che copre la zona naso-bocca. In questa maschera interna sono presenti due aperture: una per l'inspirazione e una per l'espirazione, fornite delle apposite valvole per condizionare il flusso dell'aria. La valvola d'inspirazione è collegata a un filtro che impiega sostanze a base di carbone attivo opportunamente trattate per filtrare e fissare i gas nocivi, mentre la valvola d'espirazione espelle l'aria respirata senza far appannare il visore. L'utilizzo della maschera in ambienti inquinati è possibile solo con un'adeguata presenza di ossigeno.
    Flower Arrow [Supporto]
    Nessuno ha ancora ben capito cosa siano, quel che si sa è che sono stati brevettati dall'eroina Midnight. Hanno uno strano design floreale ed a tratti è persino imbarazzante. Sembrano dardi, non troppo dissimili da quelli che userebbe Cupido in un manga Shojo, ma la loro forma serve solo a trarre in inganno gli altri. In realtà sono cerbottane dalla gittata di circa sette metri, e per usarle non vanno scagliate con nessun arco. Bisogna solo "soffiare" nella parte del dardo opposta alla punta una volta inquadrato il bersaglio. I proiettili sono piccolissimi e quasi impossibili da evitare, e ce ne sono tre per dardo. Una volta colpito l'obiettivo, esso si infatuerà perdutamente dell'ultima persona a cui ha rivolto la parola.
    Effetto: Applica [Infatuazione: 3 turni].
    Munizioni: [3].
    Ruler of the Maze [Costume]
    Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Costruita in modo da imitare alla perfezione i modelli della Yuuei. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Il modello base è completamente di colore nero, e compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Damian indossa la propria sotto i vestiti, dato che il suo modello richiama semplicemente quello di una maglia nera a collo alto e dei pantaloni cargo del medesimo colore.
    Effetto: Resistenza danni Medi
    Coltelli da Lancio [Offensivo]
    Un doppio set da tre coltelli da lancio ciascuno d'acciaio da 20cm dal colore nero opaco, con 11cm di lama a doppio filo. Il manico è leggermente più stretto rispetto alla parte terminale ed è forato da una serie di tre buchi in modo tale da alleggerirne il peso. Sono perfettamente bilanciati ed aereodinamici, il che li rende eccezionali armi da lancio. Possono essere scagliati oppure all'occorrenza essere branditi come comuni lame. Sono inseriti in una custodia di cuoio contenente tre lame ciascuna, dotate di cinghie comodamente allacciabili alle cosce oppure alla vita, in modo da poter essere estratti e lanciati facilmente.
    Non vi illudete, Damian non sa davvero usarli. Li usa per lo più per trasformarli in farfalle.
    Munizioni: [6]
    Shocker [Costume]
    Il Taser è una pistola elettrica, anche nota come storditore elettrico o dissuasore elettrico. È classificato tra le armi da difesa «meno che letali» che fa uso dell'elettricità per paralizzare i movimenti del soggetto colpito facendone contrarre i muscoli. Se il suo uso fosse o meno da considerarsi legale è stato un argomento a lungo discusso o dibattuto. Nel novembre 2007 l'ONU ha equiparato l'uso di taser ad una forma di tortura e ne ha sconsigliato l'acquisizione alle forze di polizia. Qui un taser è stato integrato all'interno di un guanto, in modo da poter essere occultato più facilmente.
    Effetto: [stordimento]
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    Ci sarebbe bastato poco in quel momento per fargli tirare fuori una pistola, nel suo caso trasformare la sua mano destra in una pistola, vista l'atmosfera che si intervallava da pazza a completamente pazza, salvo dei momenti dove la poteva definire ultraterrena. Non sapeva chi doveva esserci lì salvo per il biondino, al quale doveva fare un paio di domande perché i suoi dubbi non sarebbero scomparsi con un semplice faccino attraente. Se non ci è riuscita Saki o Shion non ci sarebbe riuscito lui, che fra l'altro partiva con un grande svantaggio essendo un nerd, e si sa che Joshua non poteva trovare attraenti i suoi simili.
    Comunque, con una falcata e camminata che di eroico aveva poco e niente, notò non molto lontano da se una figura all'apparenza femminile con dei capelli scuri, possibilmente neri che gli disse che salvo una parrucca non si trattava del belloccio. Alzò la guardia, non si sa mai, però non fece movimenti avventati, anche perché subito dopo la sua visuale notò un'altra, ben diversa, figura proprio dalla statua del ragno - questa volta bionda. Bene, la riunione di famiglia poteva finalmente avere inizio, il californiano chiuse la distanza che lo divideva dal proprietario dell'Arcadia, era praticamente davanti a lui, mentre teneva sott'occhio l'altra. Preso da un'improvvisa ondata di nervosismo, fece un profondo sospiro - doveva ritornare a casa quella notte, non aveva ancora risposto a Saki. Non ne ha avuto il coraggio.
    « Sto una favola, è da anni che volevo visitare lo zoo di Tokyo, » e di fronte a lui ci stava anche una scimmia, che bello! Quella domanda l'aveva infastidito un po', forse per via della gentilezza, l'implicito sorriso oppure per chiedere a due persone come stavano nel bel mezzo dell'attacco terroristico del secolo. « Si, ma per l'occasione Silver Face andrà più che bene, » un nome scelto a caso, proprio come la tag di Babel, che l'aveva inventata giusto per non essere chiamato per nome nel bel mezzo di quella messa in scena. Probabilmente l'avrebbe scartato una volta finito con quello lì. « Te invece? OH! Dude, senti, ora che posso finalmente parlarti c'ho una marea di arcade machines da consigliarti, » ad un passo dal dargli una pacca sulla spalla, Joshua aggiunse subito dopo la domanda una valanga di espressioni da nerd. Il motivo, però, della domanda? Niente di troppo segreto o strategico, solo per sapere come chiamarlo nel bel mezzo di quella... operazione? Massì, mettiamola così.
    « Per la cronaca, non è con me, » commentò cercando di intromettersi dopo la frase del biondo, un po' amichevole come tono ma in verità era solo per rompere il suo stesso ghiaccio. Mani in tasca e ginocchia leggermente flesse, Joshua voleva apparire rilassato siccome era tutto tranne quello ed un'occhio attento l'avrebbe potuto notare eccome. Stava ancora pazientando per l'occasione buona per porgli quelle domande, forse mentre si avviavano a fare quello che il biondino aveva in mente - bombardarlo fin da subito con delle domane pungenti non gli sembrava il caso.
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    Come bisogna comportarsi davanti alla gente?
    Arabella faticava nelle relazioni sociali, le riusciva più semplice combattere o giochicchiare a qualche giochino semplice per cellulare o un qualche dating sim. Ma con le persone era difficile, non era come nei giochi, non c'era una lista di possibilità tra cui scegliere, non potevi andare ad intuito o seguire una guida on-line quando ti scocciavi per non riuscire a sbloccare una specifica route. Dovevi improvvisare.
    Quando vide il tipo dai capelli scuri avanzare verso la statua del ragno una parte di lei provò l'istinto di fermarsi, valutare la situazione e attaccare. Non attaccò, per fortuna. Decise che era meglio valutare la situazione con minuziosità, senza partire all'attacco subito.
    "Ciaaaao" Salutò con fare amichevole, agitando una mano con un fare forse troppo espansivo. Ma voleva evitare di attirare sospetti con un fare da generale. Già in passato era stata scambiata per una poliziotta, non voleva ripetere la cosa. E visto che parlava con un nerd doveva adattarsi al suo linguaggio, manco stesse avvicinando una specie aliena. Dopotutto lei giocava ai dating sim e a pac-man. Non era tanto diversa da un nerd no? Poteva adattarsi allo slang. Questo, almeno, era il suo pensiero. "Eh. Queste farfalle mi agitano un poco." Disse indicandole con un gesto delle braccia.
    Scosse il capo alla domanda del biondo. Non voleva mentire ma neanche dire la verità, non tutta almeno. Non sapeva di chi fidarsi. Poteva fidarsi del tipo alto? Forse si. Forse no. Meglio rimanere sul vago.
    "Una mia amica mi ha parlato della tua iniziativa. Lei non è voluta venire, credo avesse altro da fare. Ma io voglio tanto dare una mano. Posso vero? Più siamo meglio è." Disse alzando i pollici e sorridendo, anche se dietro la maschera era improbabile che i due lo vedessero. "Ah, a proposito. Cosa dobbiamo fare? Soccorrere gente? Colpire i cattivi?" Stava esagerando? Nah. Si comportava da esaltata, il che poteva essere un bene. Forse però era meglio abbassare un poco il morale. "Ah, giusto. Puoi chiamarmi...uh...non devo dare il mio nome reale giusto?" Pausa. "Puoi chiamarmi Steelheart" Pollice in su.
    Se fosse sopravvisuta quel nomignolo se lo sarebbe tenuto per il resto della sua carriera da vigilante, è deciso.

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    » Nome Tecnica [Livello x]: Descrizione.
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    Concentrando il quirk nella zona degli arti superiori, dal gomito fino alla punta delle dita per essere precisi, Arabella è in grado di rendere la zona localizzata spessa e scura come fosse fatta di metallo e, a seconda della propria volontà, è in grado di modificarne temporaneamente la forma per rendere l'avambraccio affilato e tagliente come la lama di una spada o renderlo robusto come un martello/mazza di ferro in grado di sfondare le difese nemiche. In questo modo sarà in grado di sfruttare il proprio quirk per sferrare un singolo colpo ai danni dell'avversario.
    Tecnica Offensiva - Danni Medi
    Iron, never bent on injustice [Livello 2] [25 PE]
    Dinanzi ad un attacco avversario si potrà, con la dovuta concentrazione, sfruttare il proprio quirk per indurire una zona estesa, subendo l'attacco e riducendo gli eventuali danni. La zona prescelta diventerà di un colore grigiastro simile al metallo, diventando solida come la piastra di un'armatura medievale. Una corazza dura e resistente difficile da scalfire.
    Tecnica Difensiva - Danni Medi
    Zinc, cauterize my wounds [Livello 1] [Costo: 15 PE]
    Abituata a riadattare la temperatura per mutare forma, Arabella ha imparato a sfruttare questo potere anche in piccole zone per aumentare il processo di guarigione. Utilizzando il quirk su una porzione di pelle lacerata o danneggiata da un colpo si potrà aumentare il calore corporeo e cauterizzare la ferita.
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    Cura danni lievi
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    Padroneggiando il proprio quirk, Arabella è in grado di estendere la trasformazione ad ogni parte del corpo. Non si limita a ricoprire la pelle ed indurirla ma di dare un marcia in più. I tessuti sottostanti assumono le stesse caratteristiche del metallo, più resistenti ma al coltempo capaci di adattarsi ai movimenti della vigilante. I muscoli mutano, la resistenza viene aumentata per assicurare di donare un impatto deciso contro chiunque abbia la sfortuna di mettersi contro di lei. Ogni attacco fisico o tecnica d'attacco da parte sua avrà la possibilità di arrecare danni superiore al normale.
    Effetto: +1 step al calcolo dei danni inflitti (Es. Lieve -> Medio)
    Durata: 3 turni



    EQUIPAGGIAMENTO:
    Maschera Antigas [3/3]
    Dispositivo di protezione delle vie respiratorie da agenti inquinanti dell'atmosfera. Le maschere antigas moderne sono composte da un facciale di gomma o silicone che garantisce la perfetta aderenza al viso; inoltre sono dotate di linguette e fibbie per fissare la maschera antigas dietro la testa. Sono anche dotate di un grande visore trasparente di policarbonato o vetro stratificato che offre un'ampia visibilità. All'interno è presente una seconda maschera che copre la zona naso-bocca. In questa maschera interna sono presenti due aperture: una per l'inspirazione e una per l'espirazione, fornite delle apposite valvole per condizionare il flusso dell'aria. La valvola d'inspirazione è collegata a un filtro che impiega sostanze a base di carbone attivo opportunamente trattate per filtrare e fissare i gas nocivi, mentre la valvola d'espirazione espelle l'aria respirata senza far appannare il visore. L'utilizzo della maschera in ambienti inquinati è possibile solo con un'adeguata presenza di ossigeno.
    ► Tipologia Equipaggiamento: Difensivo
    ► Danno: Filtra l'aria e la purifica da qualsiasi genere di scorie [Annulla danni lievi provenienti da Gas Soporiferi/Velenosi]
     
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    Come ci si doveva comportare davanti alle persone? Damian lo sapeva meglio di chiunque altro: mostrando loro quello che desideravano vedere. Lui si era sempre ritenuto una persona gentile, tuttavia, a volte, gli era venuto il dubbio di non esserlo per natura propria, ma solo perché sapeva di piacere così alle persone che gli stavano attorno.
    Odiava fondere i suoi due personaggi: Damian era il ragazzo-principe che emanava quell'aura di altruismo e sensibilità che piaceva alle sue compagne di classe al liceo ed alla gente con cui lavorava in azienda; Yves era... il resto. Quello che imprecava dietro lo schermo quando l'avversario gli rovinava la combo e che non metteva piede a letto se non aveva fatto l'ultimo dungeon. Per quello l'aver rivelato di essere lui dietro l'Arcadia gli pesava abbastanza, perché sapeva che finita quella storia, nonostante si fosse - in qualche modo - salvato la faccia, avrebbe ricevuto una valanga di domande dalle persone che conosceva e che non conoscevano quella sua passione. Il fatto che si fosse esposto così tanto era segno che ci credeva veramente in quello che stava facendo.
    Un po' gli venne da ridere quando il ragazzo rimarcò che gli sarebbe piaciuto visitare lo zoo di Tokyo, ma non lo diede a vedere. Gli zoo importanti a Tokyo erano sostanzialmente due: uno era ad Ueno e nei paraggi c'era Atsuki, uno era ad Edogawa e c'era Reiki, due delle farfalle più forti di tutto il culto, che Damian augurava nessuno incontrasse. E no, non perché era preoccupato. O meglio, anche, ma per gli altri.
    Reiki gli ricordava un po' sua madre. Già, la donna non era stata per nulla contenta della sua iniziativa di andarsene a girò per una città morta, non con anche il marito fuori casa. Ma sua madre non sapeva e Damian si augurava che non lo scoprisse mai, perché l'ultima cosa che voleva vedere era la delusione nei suoi occhi.
    Damian sorrise. «Sì, anche a me. - mentì, rivolto ad Arabella. Lui fra le farfalle era più a suo agio che mai. - Quindi abbiamo Silver e... Steel, suppongo. Scusate, abbrevio, mi piacciono i nickname corti.» commentò.
    «Io sono Yves.» Ora mentre quel nome magari alla corvina non avrebbe detto alcunché, dipendeva da quanto Joshua era informato sulle faccende dell'Arcadia, ma quel nome era quello che svettava in cima a quasi tutte le classifiche degli arcade e non del locale e che anche online non si piazzava per niente male. A dire il vero quando qualcuno superava uno dei suoi record nel negozio scoppiava la rivoluzione. «E se pensi che io abbia altro posto per metterle ti ascolto, più tardi magari.» rispose, riguardo al discorso sulle arcade machines. Forse un po' di posto in realtà c'era, ma primo a Damian non uscivano i soldi dalle orecchie, secondo lui era più un giocatore di MMORPG, terzo prima di prendere sul serio un consiglio di quel tipo si sarebbe sparato in bocca.
    Era proprio una fortuna che la maschera antigas gli coprisse il viso, sì.
    Fu comunque contento di scoprire che quei due non fossero fidanzati, perché il suo essere molto poco vagamente invidioso delle persone fidanzate avrebbe contribuito solo a stressare di più i suoi nervi già tesi. Mentre Joshua a primo impatto gli sembrava un tipo più facile da raggirare, c'era qualcosa in Arabella che non lo convinceva pienamente. Non dopo quella palese scusa dell' "ah sì, me l'ha detto un'amica".
    Damian non era chissà quale uomo dalla vita vissuta, ma non era nemmeno nato l'altro ieri, ed i trucchetti per non dare spiegazioni li conosceva benissimo. Non credeva fosse una follower dell'account e nemmeno una del gruppo, altrimenti avrebbe saputo che bisognava scrivergli.
    «Beh, di certo non ti rimando a casa dopo che sei arrivata fin qui. Sarebbe da sciocchi.» disse, scrollando le spalle.
    «Spero che nessun altro abbia fatto come te svenendo a metà strada, o mi sentirei in colpa.» sospirò.
    «Comunque, le vostre motivazioni non mi interessano. Io voglio solo dare una mano, quindi accetto il vostro aiuto. Qui a pochi isolati c'è la clinica Omori, che funge da punto di raccolta per i civili in questi giorni. Pattugliamo la zona e se troviamo qualcuno lo portiamo lì.» spiegò, sottintendendo che no aveva intenzione di farli esaltare troppo. Era già rischioso così e la responsabilità era... sua, in un certo senso.
    «Purtroppo non so da dove venga diffusa... questa roba mentì, di nuovo. E questa era una bugia bella grossa. Erano due giorni che Damian si portava dietro il diffusore del farmaco sotto forma di farfalle. Era più facile in quel modo, perché non si vedeva, poteva spostarlo e sembrava che venisse trasudato direttamente dalle farfalle. Aveva sempre l'accuratezza di tenerlo abbastanza lontano da lui, ma la sua fortuna era stata che, forse per via della natura del farmaco, le farfalle avevano assunto la stessa identica forma delle Papilio Quirknesis, e distinguerle era impossibile. Doveva solo stare concentrato perché... una farfalla di posò sulla manica della camicia, Damian la osservò un istante e la cacciò via. Ecco, le sue farfalle tendevano ad usarlo come epicentro. «Se avete pareri o altri suggerimenti vi ascolto. Solo ricordate che non siamo eroi, d'accordo?»
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    Non si sarebbe aspettato che quella ragazza avrebbe usato quel tipo di tono, forse un po' esagerato secondo lui però forse era una di quelle che si gasava quando poteva fare qualcosa di positivo in giro. Tipo chi aiutava i vecchietti in pensione o gli ambientalisti - maledetti. Ad ogni modo, non era compito suo criticare il suo comportamento, chissà se il suo entusiasmo non lo aiuti in quella giornata particolare. Detto questo, trattenne a stento una risata quando disse che avrebbero colpito dei cattivi, nemmeno fossero lì per punire i pazzi che avevano messo Tokyo in quelle condizioni. A lui piacerebbe, eh, però insomma detta in quel modo lo aveva fatto fin troppo ridere. Ah, forse la doveva ringraziare, con tutta quell'atmosfera triste e senza speranza quel momento d'ilarità era assai prezioso.
    « Uh, come ve la cavate voi due con l'inglese? Insomma, non si è mai troppo sicuri, » il biondino non sembrava essere molto giapponese, ma non aveva idea se la tizia fosse capace di parlare l'inglese. Lui nel dubbio l'aveva proposta quella cosa non solo per capirsi meglio, visti i nickname anglofoni, ma per essere compresi quanto meno da eventuali nemici. Un ragionamento forse sciocco, però non aveva nulla da perdere se finiva per fare una figuraccia. « Ah m- detto all'inglese o al francese? » Yves, un nome per lui assai strano ma con molto valore. Non gli si poteva vedere la faccia ma il dubbio era ovvio e genuino, soprattutto da uno che non ne capiva una ceppa di francese. Non che il nome gli fosse nuovo, anzi, l'aveva visto molto spesso in giro non solo all'Arcadia ma anche girovagando a casaccio online su varie classifiche. Non aveva mai capito come pronunciarlo e non l'aveva mai chiesto in giro, troppo imbarazzato per fare la domanda o troppo pigro per metterlo su Google. Un nome che lui non sapeva pronunciare, però onnipresente ed imbattibile, un mistero che aveva ossessionato parecchi ragazzi. « Ah e se non stai in cima alla classifica per più di un giorno non crolla il mondo, eh, » questa onestamente l'ha detta meno per esperienza, nei picchia-duro si cimentava più ai tornei e meno ai punteggi, e più per il gusto di lanciargli una frecciatina. Raramente nel negozio, forse mai, aveva visto qualcuno superare un punteggio di Yves, però online di volta in volta succedeva - anche lì raramente, però insomma. Poi magari sbagliava e non era lui, però quel tipo era una combinazione di coincidenze così grande che a quel punto tentare non gli costava niente. Mal che vada avrebbe fatto un buco nell'acqua, niente di grave.
    Facendosi una nota, bella grossa, mentale di consigliargli dopo che macchine da mettere nel locale, rimase per un momento in silenzio mentre ascoltava cosa aveva da dire il belloccio, che nel frattempo aveva elencato cos'è che aveva in mente da fare. Praticamente si trattava di andare in giro e portare persone in una clinica, niente di che, non era molto fiducioso nella sua capacità di sollevare corpi, o cadaveri, però in tre non dovrebbe essere difficile. « Non veniva emessa da 'sti cosi? » riferendosi alle farfalle, onestamente non aveva idea da dove proveniva la nebbia nera, le farfalle o quale altra diavoleria avevano rilasciato in giro per Tokyo, però se qualcuno, o qualcosa, la stava diffondendo attivamente allora c'era da preoccuparsi. Non che ci poteva fare molto e magari aveva capito male lui, non aveva la mente più lucida in quel momento. « Hm? Se fossimo eroi dovremmo prima firmare una decina di scartoffie ed aspettare una settimana prima di agire, » un'iperbole, chiaramente, ma azzardò comunque una mezza risata. Se ve lo state chiedendo, no, Joshua non stava facendo lo simpatico per il gusto di farlo o perché trovava gli altri due chissà che simpatici, ma per non crollare sotto il peso che aveva sulle spalle. Stress, paura ed ansia si stavano man mano accumulando sopra di lui, dunque faceva quello che poteva per non impazzire, anche se voleva dire fare il pagliaccio di turno.
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    La vigilante faceva del suo meglio per apparire tranquilla, per mantenere quella maschera di personcina non vigilante, diversa dall'Arabella picchiatrice.
    Guardò prima Joshua, o come lo aveva chiamato Yves: Silver. Non riusciva a vederlo in viso, causa la maschera anti-gas, ma pareva apprezzare il suo modo di fare esagerato tanto che si era messo a ridere. Non sapeva quanto quella risata fosse sincera, se fosse una risata tranquilla e spensierata o una risata forzata per alleggerire l'alone di terrore che girava attorno a quella città assieme alle farfalle. "Sei uno straniero?" Domandò. Se preferiva parlare inglese e non giapponese poteva anche essere perchè non era di quelle parti. Anche se le risultava strano che un'estraneo di Tokyo decidesse proprio in quel periodo di dirigersi lì, sapendo anche dell'annuncio terroristico. Decise che lo avrebbe tenuto d'occhio.

    Guardò Yves. Lei non era tanto nerd da saperlo, non era così esperta di videogiochi per conoscere quel nome quindi si limitò ad annuire con un cenno del capo. "Oh, io sono stata previdente. Ho preso una maschera. Se facessero come me avrebbero la maschera. Ma capisco che vuoi dire" Riferì, stando poi in ascolto per quanto riguardava la clinica e il punto di raccolta di civili. Il piano era di pattugliare la zona e se trovavano qualcuno di portarlo alla clinica per dare una mano. Annuì di nuovo con un cenno del capo. "Se troviamo uno bloccato in macchina che facciamo? Spacchiamo il vetro? Bussiamo e chiediamo se vuole una mano?" Pausa. Doveva provare ad indagare un poco di più, metter a fuoco la situazione.

    "Forse sono le farfalle." Commentò a quel non so da dove venga diffusa questa roba. Non aveva idea di come funzionasse il gas, l'unica cosa sapeva era quanto odiava quella farfalle e il loro svolazzare come uno sciame fastidioso. E dire che prima di allora aveva sempre trovato le farfalle affascinanti.

    "Uh, no. Non ho suggerimenti. Forse l'unico è quello di sbrigarci. Più tempo restiamo fermi e più c'è il rischio che qualcuno si faccia male. Quindi..." Fece un gesto della mano in avanti "Fai strada. Sei tu il capo del party giusto? Hai più exp di noi in questi pattugliamenti no?" Mischiare domande con terminologia nerd. Check.

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    Agilità:
    47 + 10
    Peso:
    1/4


    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    ©
    • Status: Illeso.
    • Tecniche usate: //
    • Energia: 0000

    • Equipaggiamenti: //
    • Lista tecniche:
    » Nome Tecnica [Livello x]: Descrizione.
    Costo: NA
    Danno:


    Steel, the sharp claws of Justice [Livello 2] [25 PE]
    Concentrando il quirk nella zona degli arti superiori, dal gomito fino alla punta delle dita per essere precisi, Arabella è in grado di rendere la zona localizzata spessa e scura come fosse fatta di metallo e, a seconda della propria volontà, è in grado di modificarne temporaneamente la forma per rendere l'avambraccio affilato e tagliente come la lama di una spada o renderlo robusto come un martello/mazza di ferro in grado di sfondare le difese nemiche. In questo modo sarà in grado di sfruttare il proprio quirk per sferrare un singolo colpo ai danni dell'avversario.
    Tecnica Offensiva - Danni Medi
    Iron, never bent on injustice [Livello 2] [25 PE]
    Dinanzi ad un attacco avversario si potrà, con la dovuta concentrazione, sfruttare il proprio quirk per indurire una zona estesa, subendo l'attacco e riducendo gli eventuali danni. La zona prescelta diventerà di un colore grigiastro simile al metallo, diventando solida come la piastra di un'armatura medievale. Una corazza dura e resistente difficile da scalfire.
    Tecnica Difensiva - Danni Medi
    Zinc, cauterize my wounds [Livello 1] [Costo: 15 PE]
    Abituata a riadattare la temperatura per mutare forma, Arabella ha imparato a sfruttare questo potere anche in piccole zone per aumentare il processo di guarigione. Utilizzando il quirk su una porzione di pelle lacerata o danneggiata da un colpo si potrà aumentare il calore corporeo e cauterizzare la ferita.
    Tecnica di cura
    Cura danni lievi
    Gold, stronger than you [Livello 1] [Costo: 25 PE + 10]
    Padroneggiando il proprio quirk, Arabella è in grado di estendere la trasformazione ad ogni parte del corpo. Non si limita a ricoprire la pelle ed indurirla ma di dare un marcia in più. I tessuti sottostanti assumono le stesse caratteristiche del metallo, più resistenti ma al coltempo capaci di adattarsi ai movimenti della vigilante. I muscoli mutano, la resistenza viene aumentata per assicurare di donare un impatto deciso contro chiunque abbia la sfortuna di mettersi contro di lei. Ogni attacco fisico o tecnica d'attacco da parte sua avrà la possibilità di arrecare danni superiore al normale.
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    Dispositivo di protezione delle vie respiratorie da agenti inquinanti dell'atmosfera. Le maschere antigas moderne sono composte da un facciale di gomma o silicone che garantisce la perfetta aderenza al viso; inoltre sono dotate di linguette e fibbie per fissare la maschera antigas dietro la testa. Sono anche dotate di un grande visore trasparente di policarbonato o vetro stratificato che offre un'ampia visibilità. All'interno è presente una seconda maschera che copre la zona naso-bocca. In questa maschera interna sono presenti due aperture: una per l'inspirazione e una per l'espirazione, fornite delle apposite valvole per condizionare il flusso dell'aria. La valvola d'inspirazione è collegata a un filtro che impiega sostanze a base di carbone attivo opportunamente trattate per filtrare e fissare i gas nocivi, mentre la valvola d'espirazione espelle l'aria respirata senza far appannare il visore. L'utilizzo della maschera in ambienti inquinati è possibile solo con un'adeguata presenza di ossigeno.
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    Chiedere a Damian come se la cavasse con l'inglese era un po' come giocare in casa: il biondo era sempre andato molto fiero del suo essere mezzosangue britannico-giapponese, ed aveva imparato a parlare entrambe ambedue le lingue sin da molto piccolo, annacquando poi quella leggera superbia nella consapevolezza di essere un informatico. Insomma, si sa, un informatico che non sa l'inglese è un informatico inutile.
    «Inglese va bene.» rispose, facendo un rapido cenno di okay con la mano destra, chiudendo pollice ed indice a cerchio. Ovviamente si riferiva sia alla questione del nome sia a quella della lingua, e poi attese che Silver rispondesse alla domanda di Steel. Non la riteneva un'informazione di vitale importanza ora come ora, ma se serviva ad allentare la tensione poteva reggere il gioco. Si sentì, invece, leggermente infastidito dal commento del più grande riguardo la questione classifica.
    Damian sapeva di essere competitivo: il fatto che qualcuno glielo ricordasse in modo abbastanza rude o senza includere complimenti velati nella frase era una cosa che gli faceva sempre prudere le mani. Non faceva quasi letteralmente altro nella sua vita e ne era orgoglioso, era ovvio che ci tenesse, ed anche se faceva finta di essere una persona umile, sotto sotto, apparteneva alla peggior specie di narcisista possibile.
    Per cui, ne approfittò per cogliere la palla al balzo. Deglutì, e si portò la mano sinistra alla nuca, a sfiorare l'attaccatura dei capelli biondo miele, abbassando appena lo sguardo, per poi dirigerlo verso Arabella, un briciolo d'incertezza e ricerca di conferma. «Eh-- wow. S-Sembri piuttosto tranquillo, per la situazione in cui siamo...» mormorò.
    Avevano letteralmente quintali di farfalle intorno, che se solo avessero deciso di sollevarsi in volo tutte insieme avrebbero potuto sommergerli come uno tsunami e Joshua parlava di classifiche di videogiochi come se fossero a passeggio in un parco ed anche solo lo spostarsi leggermente delle maschere che avevano sul viso non fosse potenzialmente letale.
    Damian si sentì una persona veramente meschina. Non stava accusando Joshua, eppure dal suo tono e atteggiamento si poteva intuire una certa dose di dubbio. Persino lecito, del resto stava recitando la parte del normalissimo civile altruista, e solo nel trovarsi fuori in strada stavano potenzialmente sfidando dei terroristi. Era normale sospettare di chiunque, anche un proprio compatriota, figurarsi uno straniero.
    Mettere i due l'uno contro l'altro non era nei piani iniziali di Damian – anche perché idealmente aspettava solo Joshua – ma, si disse, iniziare ad incrinare una potenziale fiducia prim'ancora che s'instaurasse poteva non guastare. Doveva solo capire se gli conveniva portare dalla propria parte Steel o Silver, anche se ovviamente al momento puntava sulla mora, perché Joshua non gli stava troppo simpatico, Steel era una ragazza e lui una persona semplice.
    «Mmh. Forse... non saprei come potrebbero fare, però. – commentò, in risposta ad Arabella, prima di sospirare e risollevare il viso verso il più alto. – Silver, tu... ne sei certo? L'hai sentito in televisione?» chiese, prima di scuotere la testa, e portare lo sguardo a fissare la cima della Mori Tower. Il grattacielo era un'enorme colonna coperta di insetti, nera ed inquietante. «Se lo fossero...»
    Damian rabbrividì. Non finì la frase, ma si poteva intuire il suo pensiero: Tokyo è spacciata.
    «Non importa, andiamo. I filtri non dureranno per sempre. Onestamente, ho paura di poter trovare qualcuno chiuso in auto. Ho visto alcune persone svenute e... fa davvero impressione. Spero che l'annuncio sia stato sufficiente a far evacuare tutti.» rispose al dubbio di Arabella, e purtroppo quella volta non mentiva. Nei giorni precedenti, Damian era davvero stato in giro a cercare potenziali persone svenute e le aveva viste. Pallide e nivee in volto, difficoltà a respirare per via delle farfalle e le maschere difettose, aveva davvero rischiato di sentirsi male, mentre la sua convinzione vacillava in bilico su un dirupo. La storia dell'Arcadia era solo per pararsi la faccia, lui non voleva sul serio uccidere o mandare in coma le persone, ma da lì ad accettare che eroi o altre persone si mettessero in mezzo al loro obiettivo, quello per cui Hanzo, suo padre e tutti gli altri avevano lavorato duramente, era un altro paio di maniche. Per questo, insieme alle Chrysalis, si era organizzato per portarle dove sapeva che avrebbero avuto più possibilità di sopravvivenza: Atropos aveva molte più possibilità di farli risvegliare i civili, piuttosto che gli ospedali o la polizia. Lui stavo solo difendendo il culto.
    Forse per quello non sarebbe stato difficile credergli. Sorrise in direzione di Arabella, anche se aveva la maschera, si poteva intuire dalla voce. «Ho un quirk abbastanza inutile e non sono un buon DPS, ma grazie della fiducia.» rise, facendo segno della vittoria con le dita.
    Poi indicò la strada alle sue spalle, che circumnavigava il grattacielo, e fece segno di procedere in quella direzione.
    Il primo passo era giungere all'area residenziale di Roppongi Hills.

    CITAZIONE
    Allego una piantina di Roppongi Hills perché può far comodo. L'area residenziale, potete immaginare, sono le strutture colorate in verde-acqua. Potete dare per scontato che si incamminino.
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    Voleva dire che era ovviamente uno straniero, ma in effetti con quella maschera addosso era un po' difficile capirlo, senza contare che la sua voce veniva leggermente cambiata per via dell'equipaggiamento indossato. Però non essendo nativo giapponese ed anni luce dall'essere un linguista, si poteva sentire che non era di quelle parti ed infatti più e più volte la gente non tardava a definirlo uno straniero. Una cosa che a lui un po' dispiaceva, ad essere completamente onesto, siccome gli piaceva il Giappone e se si era trasferito lì era anche per, man mano, diventare un cittadino di quella nazione. Un passo alla volta, Joshua, un passo alla volta. « Si, ma abito qui, » rispose alla ragazza con una punta d'orgoglio nella voce, che si spense subito dopo quando realizzò che forse in quella situazione non era una cosa di cui andare così fiero. **« Bene, allora propongo di procedere in inglese, »** come detto già numerose volte, forse era inutile e gli avrebbero compresi comunque, però il diavolo è nei dettagli o qualcosa del genere, no?
    Alzò le sopracciglia quando Yves commentò la faccenda, definendolo tranquillo nonostante la situazione presente il che lasciò Joshua leggermente perplesso. Era davvero sembrato così? La sua intenzione era più che altro di rompere il ghiaccio ed allentare la presa che l'atmosfera aveva sui loro animi. « Onestamente mi viene voglia di urlare e forse piangere, però fair enough, » commentò con leggerezza e come sempre facendo buon uso della propria autocommiserazione, « volevo solo rendere l'atmosfera meno... tesa, penso sia la parola giusta. ». Se poi non ci era riuscito, pazienza, almeno parlando con Yves di quelle cose si era tolto dalla testa, anche giusto per un secondo, il fatto che un coma era dietro l'angolo e che la morte poteva arrivare in un attimo. « Ad ogni modo, chiedo scusa, » se era apparsi fastidioso meglio chiudere e riparare quanto prima ogni possibile danno, visto che loro tre dovevano ancora collaborare e non voleva partire col piede sbagliato. Fosse stata una giornata normale forse se ne sarebbe fregato, però quella era tutto fuorché una giornata normale.
    Scosse la testa quando gli venne chiesto se fosse certo dell'origine di quella sostanza, onestamente era già tanto se sapeva cosa poteva fare ad un corpo umano. « Ma và, ho letto qualcosa in giro, però la maggior parte delle cose mi sembrano essere uscite dalla testa di un terrapiattista, » non erano le fantomatiche rane omosessuali però certe cose che si dicevano in giro ci arrivavano vicine. Alla fine dei conti era un ragazzo che non ha nemmeno fatto l'università, l'unica cosa che gli bastava sapere era che la fuori era pericoloso e che senza maschera a gas finiva per non svegliarsi più.
    **« C'è da dire che le maschere erano in grande richiesta, io ho avuto difficoltà a procurarne una - non tutti sono stati così fortunati, »** aggiunse quando la ragazza commentò su come fosse stata previdente. Gli venne in mente la sua visita al Mercato Nero, di come il tizio gli aveva consigliato di venire giusto quando sarebbero arrivate per evitare che queste finissero in un istante. La richiesta era elevata, aspettarsi che fossero alla portata di tutti era, secondo lui, un pensiero un po' troppo idealista. « Boh, vediamo, nel dubbio spero che il mio quirk basti, » non aveva mai provato ad usarlo per spaccare il vetro di una macchina, sapeva che poteva fare del male a delle persone però c'era una differenza sostanziale fra i due materiali.
    Se c'era una parola che poteva descrivere la sua reazione una volta sentito lo scambio fra i due era decisamente cringe. Sentire usati in quel modo quei termini gli faceva venir voglia di mandarli a quel paese, ma invece ingoiò l'orgoglio e fece finta di niente; non avrebbe gettato al vento quella chance solo per un capriccio. **« Inutile è relativo, sia mai che torni ci torni comodo avere qualcosa di meno offensivo, »** lui per esempio avrebbe preferito averne uno più da support, se vogliamo continuare il trend iniziato da quei due, però se c'era qualcosa che aveva imparato in quei mesi era che era non si poteva di certo lamentare. **« Voi due di dove siete? »** chiese mentre si incamminò, pattugliando con lo sguardo, nel frattempo, i propri dintorni per accertarsi che non ci sia nessuno. L'area residenziale era, ad occhio e croce, un bel po' distante da loro, dunque ci avrebbero messo un po' di tempo a raggiungerla - tanto vale conoscersi un po' meglio.
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    Le frasi scritte con **« lorem ispum » ** sono in inglese :neko:
     
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    Se la cavicchiava con l'inglese. Suo padre si era premunito di insegnarle qualcosina e lei si era comportata da secchiona e aveva cercato di imparare quella lingua al massimo delle sue capacità. Non era una linguista esperta, se fosse andata in America avrebbe fatto sicuro qualche figuraccia ma poteva benissimo dire un paio di frasi in quella lingua, non un discorso ma qualche frase si. Annuì quindi alla domanda sul parlare in inglese. Se qualcuno stava ascoltando o spiava o si premuniva di tenerli d'occhio per tendere imboscate magari sarebbe rimasto confuso dal sentirli parlare in inglese. Sempre ammettendo che ci sarebbe stata un'imboscata...e che avessero il tempo per dire qualcosa. Doveva ammetterlo, il fatto di non sapere cosa ci fosse in quella situazione, il fatto di avere pochi dettagli la metteva ancora più a disagio. Era una prova di Phantom? Un test per vedere quanto sapesse cavarsela in una situazione pericolosa?
    Le venne in mente Cube durante quel ragionamento.

    Lo sguardo di Damien che la fissava con l'incertezza nella voce la riscosse brevemente dai suoi pensieri. Il tipo era strano, Silver si era fatto chiamare, ed era uno straniero che abitava lì. Silver si giustificò dicendo che voleva smorzare l'atmosfera, renderla meno pesante, ammise anche di volersi mettere a piangere ed urlare. Non era quello che voleva fare Arabella ma un pizzico provò dell'empatia nei confronti di Joshua. Oltre che ancora quel pizzico di sospetto. Era una situazione difficile. "Tranquilllo, questa situazione è difficile. Posso capire che tu ci provi per allentare la tensione ma...non troppo. Non tutti lo apprezzano." Arabella seria back in action. Scusala Joshua, è una militare anche se non ha i gradi e non è stata nell'esercito. Su chi doveva mantenere i sospetti? Su Silver? Su Yves? Su entrambi? Su nessuno? "Occhi aperti" Si disse infine mentalmente.

    Silver diceva di aver letto la cosa on-line. Lei non era convinta. "On-line c'è gente strana." Un pensiero che stavolta le uscì dalle labbra mentre si guardava attorno. Silver si era premunito di prendersi una maschera. ** "Siamo stati fortunati immagino. Qualcuno furbo si è preso la maschera già al primo annuncio di quel tipo" ** Rispose in inglese, parlando nella lingua di Silver. Non le veniva naturale, si vedeva che non era la sua lingua madre, aveva difficoltà a sputare alcune sillabe ed un paio di parole suonavano strane ma il loro significato giunse chiaro. "Chissà che sta facendo ora quel pazzo" Si chiese tra sè e sè ad alta voce, facendosi sentire da entrambi. Le farfalle volavano attorno a lei, al gruppo, posandosi dappertutto e ricoprendo ogni cosa viva e non. L'idea di gente coperta sotto tappeti di farfalle le fece venire un voltastomaco tremendo ma mantenne la compostezza. "Se fossero la causa basterebbe quell'eroe lì...quello che fa fuoco e fiamme. No? Magari concentrandosi in un punto specifico dove non c'è gente ma solo farfalle" La chiarezza signori e signore. Si riferiva ovviamente ad Endeavor ma il nome le era scivolato dalla testa. Gli eroi non le piacevano abbastanza per provare interesse ad imparare i loro nomi. In compenso sapeva i loro quirk, questo si. Nel fare la Vigilante bisognava pur imparare le unicità altrui e i volti degli Eroi, giusto per evitare che uno di loro la scambiasse per una criminale e lei non sapesse come reagire in base ad un loro attacco. Doveva sapere cosa aspettarsi insomma.
    Non doveva cedere alla paura. Doveva rimanere concentrata. Concentrata. Concentrata.

    "Speriamo di non beccare gente per terra. Con queste cose qui potremmo rischiare di calpestare qualcuno e accorgercene tardi. O peggio, potremmo non vederli." Niente Panico Arabella. Niente panico. Concentrazione. Freddezza. Serietà.
    Torniamo al discorso nerd. Silver si era messo a rispondere in inglese, solo che lei aveva capito solo da metà. Le pareva che si fosse ripetuto su due termini? Magari due volte il verbo tornare? Forse era una sua impressione? Decise che avrebbe ignorato ciò e avrebbe detto comunque la sua.

    "Inutile è relativo. Ciò che per te è inutile per qualcun'altro è utile. A meno che tu non faccia uscire lo zucchero filato dal naso. In quel caso è inutile e disgustoso." Chissà se c'era qualcuno con un quirk del genere. Probabile. Il modo in cui lo aveva detto era serio, forse puntato sull'ingenuo ma serio, come se stesse davvero pensando ad un quirk del genere. Quando il californiano aprì bocca di nuovo, parlando in inglese, stavolta prestò la massima attenzione per non sbagliare. "Non sono straniera se lo chiedi. Abito qui a Tokyo da quando sono nata." Si voltò verso yves. "Per te è lo stesso no?" Un poco si maledì dentro per non ricordare bene quel dettaglio. Si incamminò, seguendo i due senza mettersi troppo avanti ma neanche troppo indietro, cercando di restare nella media. Seguendo passo passo ogni movimento dei due.



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    Livello:
    3
    Exp:
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    Forza:
    48 + 10
    Quirk:
    55
    Agilità:
    47 + 10
    Peso:
    1/4


    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    ©
    • Status: Illeso.
    • Tecniche usate: //
    • Energia: 0000

    • Equipaggiamenti: //
    • Lista tecniche:
    » Nome Tecnica [Livello x]: Descrizione.
    Costo: NA
    Danno:


    Steel, the sharp claws of Justice [Livello 2] [25 PE]
    Concentrando il quirk nella zona degli arti superiori, dal gomito fino alla punta delle dita per essere precisi, Arabella è in grado di rendere la zona localizzata spessa e scura come fosse fatta di metallo e, a seconda della propria volontà, è in grado di modificarne temporaneamente la forma per rendere l'avambraccio affilato e tagliente come la lama di una spada o renderlo robusto come un martello/mazza di ferro in grado di sfondare le difese nemiche. In questo modo sarà in grado di sfruttare il proprio quirk per sferrare un singolo colpo ai danni dell'avversario.
    Tecnica Offensiva - Danni Medi
    Iron, never bent on injustice [Livello 2] [25 PE]
    Dinanzi ad un attacco avversario si potrà, con la dovuta concentrazione, sfruttare il proprio quirk per indurire una zona estesa, subendo l'attacco e riducendo gli eventuali danni. La zona prescelta diventerà di un colore grigiastro simile al metallo, diventando solida come la piastra di un'armatura medievale. Una corazza dura e resistente difficile da scalfire.
    Tecnica Difensiva - Danni Medi
    Zinc, cauterize my wounds [Livello 1] [Costo: 15 PE]
    Abituata a riadattare la temperatura per mutare forma, Arabella ha imparato a sfruttare questo potere anche in piccole zone per aumentare il processo di guarigione. Utilizzando il quirk su una porzione di pelle lacerata o danneggiata da un colpo si potrà aumentare il calore corporeo e cauterizzare la ferita.
    Tecnica di cura
    Cura danni lievi
    Gold, stronger than you [Livello 1] [Costo: 25 PE + 10]
    Padroneggiando il proprio quirk, Arabella è in grado di estendere la trasformazione ad ogni parte del corpo. Non si limita a ricoprire la pelle ed indurirla ma di dare un marcia in più. I tessuti sottostanti assumono le stesse caratteristiche del metallo, più resistenti ma al coltempo capaci di adattarsi ai movimenti della vigilante. I muscoli mutano, la resistenza viene aumentata per assicurare di donare un impatto deciso contro chiunque abbia la sfortuna di mettersi contro di lei. Ogni attacco fisico o tecnica d'attacco da parte sua avrà la possibilità di arrecare danni superiore al normale.
    Effetto: +1 step al calcolo dei danni inflitti (Es. Lieve -> Medio)
    Durata: 3 turni



    EQUIPAGGIAMENTO:
    Maschera Antigas [3/3]
    Dispositivo di protezione delle vie respiratorie da agenti inquinanti dell'atmosfera. Le maschere antigas moderne sono composte da un facciale di gomma o silicone che garantisce la perfetta aderenza al viso; inoltre sono dotate di linguette e fibbie per fissare la maschera antigas dietro la testa. Sono anche dotate di un grande visore trasparente di policarbonato o vetro stratificato che offre un'ampia visibilità. All'interno è presente una seconda maschera che copre la zona naso-bocca. In questa maschera interna sono presenti due aperture: una per l'inspirazione e una per l'espirazione, fornite delle apposite valvole per condizionare il flusso dell'aria. La valvola d'inspirazione è collegata a un filtro che impiega sostanze a base di carbone attivo opportunamente trattate per filtrare e fissare i gas nocivi, mentre la valvola d'espirazione espelle l'aria respirata senza far appannare il visore. L'utilizzo della maschera in ambienti inquinati è possibile solo con un'adeguata presenza di ossigeno.
    ► Tipologia Equipaggiamento: Difensivo
    ► Danno: Filtra l'aria e la purifica da qualsiasi genere di scorie [Annulla danni lievi provenienti da Gas Soporiferi/Velenosi]
     
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    Non era del tutto sicuro di come dover prendere la proposta di Joshua, sul momento gli venne in mente solo che forse non conosceva bene il giapponese e la pronuncia dei kanji, per cui lasciò perdere, ma non accennò a dargli molta corda. Non per cattiveria, semplicemente erano in Giappone e per quanto a Damian piacesse il proprio essere metà e metà era molto più abituato a parlare la sua lingua di nascita piuttosto che l'altra. Arabella poi non aveva dato nessun segno di vero assenso, e dar per scontato che capisse così, tutto al volo, il parlato di una persona che probabilmente era madrelingua era forse un po' scortese. Quindi sospirò, annuì appena e li lasciò fare, al massimo poteva cercare di venire incontro ad entrambi, ma che diamine di rottura: mica aveva studiato per fare l'interprete.
    «Ho sentito che qualche eroe sta andando in giro con dei lanciafiamme, ma io non ho nulla del genere.» commentò, distrattamente, ed iniziò ad incamminarsi seguito dai due.
    Aveva volutamente evitato di mostrarsi troppo convinto dalle parole di Joshua, nemmeno stavolta per cattiveria, ma voleva apparire una persona seria, allo stesso modo in cui si era presentato in live. Se fosse stato da solo con Joshua forse la situazione sarebbe stata ben diversa, ma ora si era aggiunta la variabile "Steel" all'equazione, e Damian doveva ancora capire come far quadrare i segni in modo che il risultato non cambiasse. Joshua gli sembrava un tipo abbastanza facile da raggirare tutto sommato: di nuovo, forse, se fossero stati da soli gli sarebbe bastato intavolare una discussione su qualche picchiaduro fino a fargli abbassare la guardia abbastanza da renderlo un obiettivo facile.
    Arabella non riusciva ad inquadrarla: era una ragazza e non sembrava intendersene molto di videogiochi. A dire il vero sembrava proprio la classica persona che sa quello che sa solo a causa dei continui vaneggiamenti dell'amico nerd. Per questo la sua storia stava in piedi e quadrava, anche se Damian non ci credeva minimamente.
    Al resto non rispose oltre, aveva già messo in mostra la sua visione catastrofica della situazione attuale e ripeterla non gli sembrava granché incoraggiante. Si limitò solo a ridere appena sottovoce all'affermazione sul quirk dello zucchero filato e poi decise di esporsi per primo. «Nah. Ha a che fare con i computer. Non è inutile, è inutile qui fuori.» sminuì.
    Et voilà. Quirk svelato. Altro piccolo passo necessario per guadagnarsi la loro fiducia. Certo, era una bugia, ma nessuno dei due aveva modo di saperlo.
    Inoltrarsi fra le farfalle non era piacevole. In quella zona di Roppongi la loro concentrazione era particolarmente alta, e non appena muovevi un passo, quelle che non rimanevano schiacciate, producendo quel viscido rumore di un insetto morto, si levavano in volo formando piccoli sciami azzurri che rallentavano la loro avanzata. C'era quasi da chiedersi se l'avrebbero mai raggiunta l'area residenziale. Se gli altri due avessero voluto usare i loro quirk per scacciare le farfalle Damian non li avrebbe certo fermati, ma sperava che non lo facessero senza avvertire, che già l'affermazione di Silver lo aveva messo in allerta.
    «Mh? Sì, i miei nonni sono inglesi e-- – "anche mio padre" avrebbe continuato, ma la sgradevole sensazione di aver appena calpestato ed ucciso un gruppo di farfalle gli fece dimenticare il resto. – Ugh. Che schifo.»
    Non era una persona particolarmente schizzinosa, ma era anche vero che era abituato ad un tipo diverso di farfalle, le sue, che se venivano uccise, al massimo, tornavano parte dell'oggetto che erano in origine. Quello faceva schifo punto e basta. Evitò accuratamente di guardare a terra, scrollò le spalle e continuò a camminare, iniziando frattanto a spargere le solite raccomandazioni fasulle. Disse loro principalmente di non fare cose avventate perché non voleva avere nessuno sulla coscienza, di guardarsi attentamente intorno senza allontanarsi troppo, e di scacciare le farfalle da terra come possibile, per controllare che nessuno fosse rimasto travolto. Era piuttosto sicuro che la polizia e gli eroi fossero già passati di lì nei sopralluoghi generali, ma era meglio non abbassare la guardia, perché gli avventati esistevano in tutte le terre.
    «Ah, e se per caso vi sembra che vi manchi l'aria ditelo, ho qualche filtro di ricambio ed è meglio...» stava quasi per concludere, ma successe qualcosa di inaspettato.
    Avevano appena superato l'entrata del Mori Art Museum, che, dal viale che portava agli studi della TV-Asahi, si levò in volo un massiccio sciame di farfalle. Tre-quattro metri di distanza, quanto poteva essere? Uno sciame non sollevato dal loro camminare. Damian smise immediatamente di parlare e si bloccò sul posto, fissando in quella direzione.
    «...Cazzo.» mormorò a denti stretti, e guardò subito verso Arabella e Joshua, per assicurarsi che fossero vicino a lui o sperando che si riavvicinassero il più in fretta possibile se di fossero allontanati leggermente.
    Lo sciame non fece in tempo a diradarsi, che da dietro quella nuvola bluastra si designò una figura coperta di un mantello nero, un cappuccio, ed una maschera sul viso.
    Sotto la propria, di maschera, Damian sorrise. Aveva ripetuto quella scena all'infinito nei giorni scorsi, si meravigliava ancora di come riuscisse a tenere intatta la sua poker face. Sapeva di aver davanti la sua unica Black Chrysalis, ma per Damian Yves Elfin in quel momento, quell'individuo, era una farfalla, un nemico, qualcosa da cui stare lontano ed un enorme imprevisto nella situazione.
    L'individuò con il mantello avanzò di un passo, Damian indietreggiò di uno. Lanciò un veloce sguardo verso Joshua. «E-Ehi. E-Ecco, se vuoi dire qualcosa per allentare la tensione questo è il momento giusto.» mormorò.
    Che fare? Nulla. In realtà Damian voleva vedere come avrebbero reagito i due, poi avrebbe deciso il da farsi.
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    Oh well, lui almeno ci aveva provato, gli altri non sembravano aver apprezzato il suo tentativo ma oh, che c'è di male nel cercare di alleviare la situazione e renderli possibilmente meglio performanti? Era anche vero poi che lui spesso finiva per fare il pagliaccio di turno, era sempre stato quello di cui la gente ridicolizzava o, più recentemente, snobbava dandogli neanche un centesimo di possibilità come persona. Era per quello che cercava così tanto di trovare un lavoro, di fare così tanti tentativi nonostante fossero dei fallimenti - che aveva da perdere? Si era abituato a vivere sul fondo del barile, probabilmente avrebbe potuto continuare però di recente qualcosa in lui cambiò. Voleva vedere se poteva uscire da quel barile, dimostrare agli altri che si sbagliavano; tanto, nel peggiore dei casi, non aveva nulla da perdere. Le storie con un underdog come protagonista era avvincenti per questo, no?
    Per questo, fallendo il tentativo di far nascere un po' ci conversazione, decise di calmarsi e zittirsi un po', magari ad ascoltare gli altri due avrebbe potuto di più che cerca di monopolizzare la conversazione. « Serio? Che scena, un po' lo invidio, » la soddisfazione di bruciare tutti quei dannati cosi sarebbe stata enorme, peccato davvero che i lanciafiamme non crescevano sugli alberi. Chissà se ne poteva emulare uno col suo quirk... forse no, creare del liquido combustibile era fuori dalla sua portata, senza nemmeno parlare di creare una piccola miccia. Poteva sempre sperare e sognare, no? Da lì a poco la conversazione proseguì sui loro quirk e non ci volle molto per scoprire quello di Yves, che ha avuto la fortuna di averne uno molto utile al giorno d'oggi. « Huh, beato te, » commentò il californiano, senza molta emozione o con un tono molto marcato, la frase gli era semplicemente scappata di bocca mentre stava dando aria ai suoi pensieri. « Te invece? Uh-- ah, Steel, giusto. Già che ci siamo, insomma, » essere pronti non faceva male e poter creare strategie non era una cosa da poter sottovalutare, specialmente se uno poteva essere colto di sorpresa.
    Comprendendo il disgusto del biondo, Joshua annuì sentendo le provenienze degli altri due. « Io sto qui da questa primavera, più o meno. Studio il giapponese da... boh, da giovane credo. Più per passione personale, insomma, » ed un po' si sentiva che non era al livello di uno che studiava rigorosamente quella lingua, non era un linguista ed al massimo aveva frequentato un paio di corsi scarsi. Alla fine dei conti aveva iniziato a studiarla per poter seguire meglio le proprie passioni, ma soprattutto perché al tempo aveva del tempo libero e col tempo continuò a studiarla per pura inerzia. Comunque, subito dopo chiuse la bocca e prestò attenzione ai vari consigli ed avvertimento di Yves, man mano avviandosi verso l'area residenziale e facendo attenzione di cercare di individuare cumuli strani di farfalle; quelle vittime potevano essere dietro l'angolo, l'aveva accennato anche Steel.
    La loro lezioncina però sembrò aver incontrato un contrattempo, un enorme sciame di farfalle si sollevò da terra che già da solo preoccupò non poco l'americano, che giustamente cercò di assicurarsi di stare vicino agli altri, ma fu quello che venne dopo a terrorizzarlo. Una figura con mantello e maschera apparve d'inanzi ai loro occhi, bloccando la loro strada e ponendo loro una grossa domanda: che fare? « Ma fo***ti, » disse con tono seccato, alzando la mano per sottolineare l'espressione, nel mentre guardò la ragazza che, si spera, sarebbe stata lì vicino. « Io direi di scegliere un'altra strada, salvo tu non ti senta particolarmente diplomatica - io no, » in una situazione come quella saltare a conclusione affrettate era inevitabile. Voleva dare al tipo il beneficio del dubbio, ma aveva troppo l'aria da boss di fine livello che faceva l'entrata di scena. A differenza di un gioco, però, Joshua aveva l'opzione di fare dietrofront e sperava che gli altri due condividessero il suo stesso parere. « Non siamo eroi, e di gente in bisogno d'aiuto ce ne sta altrove, » una tattica vigliacca, ma non meno vera, soprattutto se l'unica cosa che lo separava dal svenire e poi essere soffocato da delle farfalle era una semplice maschera antigas. Se uno come lui, con un colpo ben centrato, poteva romperla (o almeno così sperava), cosa gli assicurava che lo stesso non lo poteva fare qualcuno decisamente più esperto?
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    Chissà che facevano gli eroi là fuori, in quell'esatto momento. Se lo era chiesto più volte ma si ritrovò a chiederselo di nuovo, domanandosi se stessero lottando contro qualcuno, salvando un civile dal morire per terra in strada o se invece fossero semplicemente a casa propria a tremare dalla paura di morire per mano di quella sostanza. L'essere fuori a provare la rendeva una eroina? La rendeva migliore? Non ne era sicura.
    Alzò il capo e guardò in una direzione, non era una direzione precisa e non si vedeva granchè per via delle farfalle, lei si mise solo ad osservare un punto lontano come assorta e, come se niente fosse, continuò a seguire il suo gruppo. "Non hai niente con te quindi? Una qualche arma per difenderti? O un telefono per chiamare aiuto?" Domandò un poco sovrapensiero. Forse un telefono non sarebbe servito in una situazione del genere, le rete erano sicuramente intasate o disturbate, nulla impediva di provarci in caso di emergenza però. Yves si rivelò, raccontando di avere un quirk di tipo tecnologico. Un quirk inutile in un mare di farfalle vero...e allora che ci faceva lì fuori? Davvero era così sconsiderato da andare in giro con solo la maschera e niente unicità con cui difendersi da aggressioni o con cui districarsi in situazioni scottanti? "E' davvero così sprovveduto?" Magari mentiva, questo non poteva saperlo. "Ah, quindi bari ai videogiochi? Sei un cheater?" Tralasciamo il fatto che usare l'unicità sarebbe illegale? Beh, tanto sono un gruppetto di gente intenta ad andare in giro per salvare altra gente senza avere una licenza o un permesso. L'usare il quirk in maniera illegale poteva anche passare in secondo piano.
    "Quirk di...uh, come si dice? Indurimento? Si, penso sia il termine giusto." Evitò di dire della seconda faccia del suo quirk, bastava solo che sapessero di come si potesse indurire e quindi difendere da un attacco. Non serviva sapere che poteva anche reagire. "Tu, Silver? Cosa puoi fare?" Domandò con tono interessato. Doveva scoprire qualcosina in più su suoi compagni di ronda.
    E mentre si voltava ad osservare Yves, mentre questi rivelava di avere dei filtri di riserva udì la sua escalamazione. Era vicino a lui, non distante e non vicino, ad una distanza accettabile e non invasiva. Guardò nella direzione in cui guardava Yves e lo vide: un tipo incappucciato e con una maschera uscito dalla nube di farfalle come il mini-boss di un videogioco. Era lui/lei l'obbiettivo? Quello per cui era stata mandata lì ad investigare? O forse era solo un passante. "Non facciamoci prendere dal panico. Può essere un civile o non ostile insomma. Stiamo calmi." Guardò verso i due compagni. Silver era intenzionato ad andarsene via e Damien non sembrava pronto a fare niente. Si avvicinò a quest'ultimo, tendendo la mano, palmo aperto e rivolto verso di lui. "Passami un paio di filtri, per favore." Chiese, aspettando di riceverli, palmo aperto e sguardo rivolto verso il nuovo arrivato. "Facciamo così. Ci dividiamo. Io lo avvicino e provo a parlarci e se è ostile scappo via, magari provando a farmi inseguire per poi seminarlo, tanto sono abbastanza veloce. In caso ci incontriamo di nuovo alla statua del ragno o in un altro punto. Se non è ostile e ha bisogno di aiuto offrirò il mio supporto e vi raggiungerò più tardi alla zona residenziale." Un piano preciso, preparato su due piedi e di cui potevano benissimo esserci delle falle a cui non aveva pensato sul momento. Era più intenzionata ad attaccare che scappare in caso il tipo si fosse rivelato ostile, sperava di non dover ricorere alle maniere forti, anche perchè più volte durante il suo fare da Vigilante era finita al tappeto per aver sopravvalutato l'avversario. Una cosa che non voleva ripetere. Non in una situazione del genere.


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    » Nome Tecnica [Livello x]: Descrizione.
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    Steel, the sharp claws of Justice [Livello 2] [25 PE]
    Concentrando il quirk nella zona degli arti superiori, dal gomito fino alla punta delle dita per essere precisi, Arabella è in grado di rendere la zona localizzata spessa e scura come fosse fatta di metallo e, a seconda della propria volontà, è in grado di modificarne temporaneamente la forma per rendere l'avambraccio affilato e tagliente come la lama di una spada o renderlo robusto come un martello/mazza di ferro in grado di sfondare le difese nemiche. In questo modo sarà in grado di sfruttare il proprio quirk per sferrare un singolo colpo ai danni dell'avversario.
    Tecnica Offensiva - Danni Medi
    Iron, never bent on injustice [Livello 2] [25 PE]
    Dinanzi ad un attacco avversario si potrà, con la dovuta concentrazione, sfruttare il proprio quirk per indurire una zona estesa, subendo l'attacco e riducendo gli eventuali danni. La zona prescelta diventerà di un colore grigiastro simile al metallo, diventando solida come la piastra di un'armatura medievale. Una corazza dura e resistente difficile da scalfire.
    Tecnica Difensiva - Danni Medi
    Zinc, cauterize my wounds [Livello 1] [Costo: 15 PE]
    Abituata a riadattare la temperatura per mutare forma, Arabella ha imparato a sfruttare questo potere anche in piccole zone per aumentare il processo di guarigione. Utilizzando il quirk su una porzione di pelle lacerata o danneggiata da un colpo si potrà aumentare il calore corporeo e cauterizzare la ferita.
    Tecnica di cura
    Cura danni lievi
    Gold, stronger than you [Livello 1] [Costo: 25 PE + 10]
    Padroneggiando il proprio quirk, Arabella è in grado di estendere la trasformazione ad ogni parte del corpo. Non si limita a ricoprire la pelle ed indurirla ma di dare un marcia in più. I tessuti sottostanti assumono le stesse caratteristiche del metallo, più resistenti ma al coltempo capaci di adattarsi ai movimenti della vigilante. I muscoli mutano, la resistenza viene aumentata per assicurare di donare un impatto deciso contro chiunque abbia la sfortuna di mettersi contro di lei. Ogni attacco fisico o tecnica d'attacco da parte sua avrà la possibilità di arrecare danni superiore al normale.
    Effetto: +1 step al calcolo dei danni inflitti (Es. Lieve -> Medio)
    Durata: 3 turni



    EQUIPAGGIAMENTO:
    Maschera Antigas [3/3]
    Dispositivo di protezione delle vie respiratorie da agenti inquinanti dell'atmosfera. Le maschere antigas moderne sono composte da un facciale di gomma o silicone che garantisce la perfetta aderenza al viso; inoltre sono dotate di linguette e fibbie per fissare la maschera antigas dietro la testa. Sono anche dotate di un grande visore trasparente di policarbonato o vetro stratificato che offre un'ampia visibilità. All'interno è presente una seconda maschera che copre la zona naso-bocca. In questa maschera interna sono presenti due aperture: una per l'inspirazione e una per l'espirazione, fornite delle apposite valvole per condizionare il flusso dell'aria. La valvola d'inspirazione è collegata a un filtro che impiega sostanze a base di carbone attivo opportunamente trattate per filtrare e fissare i gas nocivi, mentre la valvola d'espirazione espelle l'aria respirata senza far appannare il visore. L'utilizzo della maschera in ambienti inquinati è possibile solo con un'adeguata presenza di ossigeno.
    ► Tipologia Equipaggiamento: Difensivo
    ► Danno: Filtra l'aria e la purifica da qualsiasi genere di scorie [Annulla danni lievi provenienti da Gas Soporiferi/Velenosi]
     
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