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.Nonostante tutto ciò che era successo, i test per la Licenza Provvisoria e ad Utilizzo Lavorativo si tenevano ancora al Tokyo Dome a Bunkyo. Mieko Sasaki aveva insistito personalmente per non cambiare sede visti tutti gli investimenti che vi aveva fatto e la LIVE INC. non aveva la minima intenzione di perdere una quantità così ingente di denaro solo perché qualche pazzo lo aveva preso d'assalto durante quei giorni di buio che avevano colpito la città di Kyoto. Nonostante i rapporti col terrorista che aveva presidiato lo stadio e il presunto testimone chiave del processo l'azienda aveva deciso di non rilasciare alcuna dichiarazione. Se non l'altro l'odio che Mieko provava per Henry Elfin e viceversa non aveva avuto uno sbocco pubblico: nonostante tutto erano comunque due persone adulte. Quando tutto era potuto tornare alla normalità i lavori di pulizia del Tokyo Dome si erano svolti in fretta: grazie al suo capitale inestimabile la signora Sasaki non aveva certo bisogno di aspettare le truppe statali per ripulire quel posto dalle centinaia di migliaia di farfalle che lo avevano invaso e, ironicamente, fu uno dei primi edifici a tornare completamente utilizzabile nonostante nessuno potesse uscire di casa.
Quella era la prima sessione di esami per le licenze dopo quanto accaduto. Almeno dal mero punto di vista delle perdite tra le forze dell'ordine per fortuna quell'evento non era minimamente paragonabile alla sconfitta di Okinawa di quattro anni prima. Non per questo, però, ci si poteva adagiare sugli allori. Quanto successo aveva mostrato le imperfezioni del sistema eroistico, inadatto a coprire la città. Si trattava di un'ovvietà: un attacco del genere non si vede tutti i giorni - fortunatamente - e una quantità simile di eroi non sarebbe stata sostenibile per l'economia del Paese. Avevano iniziato a prendere piede numerose teorie, tra chi riteneva giusto permettere anche alle altre forze dell'ordine l'utilizzo dell'unicità in casi particolari e altre proposte simili. Chiaramente quel dibattito avrebbe occupato le televisioni nazionali per chissà ancora quanto tempo e forse non avrebbe mai raggiunto una soluzione che accontentasse tutti.
Una cosa era certa, comunque: la macchina non poteva fermarsi e, anzi, proprio ora c'era bisogno di avere più forze a disposizione e decisamente più preparate. Il lavoro di ricostruzione era appena cominciato. Anche a questa sessione degli esami la UA aveva mandato i suoi candidati. Tra di essi si trovavano anche Yoshito Amaterasu e Ryo Sasaki, due giovani aspiranti eroi che avevano svolto il test d'ingresso alla prestigiosa scuola non troppo tempo prima e avevano ognuno avuto le proprie esperienze sul campo, chi lavorando a fianco ad un eroe di professione e chi come ricognitore durante le operazioni contro il Culto della Farfalla Morente.
Col lavoro sopraffino svolto al Tokyo Dome era quasi incredibile che lo stadio fosse stato l'epicentro di uno degli attacchi terroristici. L'aria era salubre e cristallina come quasi non era mai stata in una metropoli trafficata e inquinata come Tokyo, la zona risplendeva quasi più oggi che prima. Era una giornata di fine febbraio e il sole scaldava appena. Fuori dallo stadio si accalcava una massa leggermente meno nutrita rispetto al solito: molti avevano deciso di abbandonare gli studi dopo l'attacco che aveva colpito la città, altri erano ritornati a casa propria per scampare al gas velenoso e non erano ancora riusciti ad accedere nuovamente alla città con le infinite liste di persone che vi chiedevano accesso. Ad un certo punto l'attenzione di tutti i presenti venne catalizzata dall'aprirsi delle porte automatiche dello stadio rimaste fino ad allora chiuse.LICENZA YOSHITO E RYOCITAZIONECiao ragazzi e benvenuti alla vostra licenza provvisoria.
Avete completa libertà per l'introduzione, sta a voi decidere se giungere insieme o meno. L'importante è che vi troviate davanti allo Stadio alle dieci del mattino.
Se avete domande chiedete pure in MP. Come al solito iniziamo pure con un ordine casuale che manterremo per il resto dell'attività.
A voi!. -
.Ryo Sasaki
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.Alle prime luci del mattino di quel giorno di fine febbraio, un'insolita quiete regnava nel quartiere di Asakusa. Solitamente a quell'ora, dal dojo Amaterasu, si potevano udire i distinti kiai urlati da un giovane ragazzo alle prese con i suoi allenamenti mattutini; ma quel giorno c'era qualcosa di diverso, non si udivano voci, né rumori, provenire da quel luogo.
Dov'era Yoshito?
Il suo futon era vuoto e perfettamente in ordine, come se non ci avesse dormito nessuno quella notte; la palestra era silenziosa e avvolta nella penombra e persino il giardino dietro casa, che a volte usava per i suoi allenamenti, era privo di qualsiasi anima.
Ma allora dov'era?
Poco lontano dal dojo, raggiungibile in pochi minuti di cammino, c'era un piccolo santuario shintoista ed era lì che si trovava l'aspirante eroe. Alla vigilia del giorno dell'esame, il giovane s'era allenato per tutto il giorno, sino a tarda notte, e prima di andare a dormire decise di andare a dar tributo agli Dei, forse in speranza di un loro benedizione. Difronte all'altare, il ragazzo dai capelli di fuoco, era fermo ed assorto in una posizione di preghiera… O almeno questo era ciò che stava facendo la sera prima. Forse fu per la stanchezza accumulata con gli allenamenti, o forse fu il momento di calma che s'era riuscito a ritagliare dopo una settimana di battaglie interiori, in cui cercò di non darla vinta alle sue ansie; fatto sta, che adesso, difronte all'altare del santuario la figura di un giovane nella posizione del Buddha seduto, troneggiava sonnecchiante ma riuscendo a mantenere la posizione. Ci pensarono i primi raggi di sole a ridestarlo dal suo sonno.
Oh. A quanto pare mi son addormentato.
Parlò a sé stesso con un tono quasi di commiserazione, come se non fosse la prima volta che gli accadesse qualcosa del genere. Strizzò gli occhi ed inspirò profondamente per sopprimere la voglia di sbadigliare, mentre alzava i pugni chiusi verso il cielo per stiracchiarsi le braccia.
Il sole è già giunto a schiarire il mattino. Valutò mentre si alzava, eseguendo un po' di stretching ed osservando l'alba. Qualcosa mi da a credere che abbia dormito qui per tutta la notte.
Dialogò da solo, o per essere precisi, rivolse quelle parole a sé stesso come farebbe un padre che rimprovera il figlio, mentre cerca di risultare sarcastico e non arrabbiato. Sapeva che dormire all'esterno non era salutare e ci stava pensando il suo corpo indolenzito a ricordarglielo.
Direi che è meglio che rientri per prepararmi. Esclamò a voce alta una volta finito con lo stretching. Ma prima... Si avvicinò all'altare ed afferrò una corda intrecciata che calava sul suo frontale. Dedicherò una preghiera per codesta giornata.
Tirando la corda, una campana iniziò a tintinnare. Da una tasca del suo vestito, Yoshito tirò fuori una moneta che lasciò cadere in un contenitore posto davanti al tempio. Fece dunque un doppio inchino e batté due volte mani per poi, infine, inchinarsi nuovamente come esecuzione finale; quello che eseguì era rituale ben preciso, atto a richiamare a sé la benedizione della divinità locale.
Yosh! Esclamò soddisfatto. Direi che son pronto per cominciar siffatto dì!
Dopotutto era un giorno speciale quello che lo aspettava.
Aspettava questo momento sin dal giorno stesso ch'era entrato in accademia; non era la fine del suo percorso, né tanto meno la meta a cui aspirava, ma era una tappa necessaria e che andava affrontata. Era un primo passo verso quel futuro che s'era prefissato di raggiungere, sapeva benissimo quale fosse il peso di quell'esame e cosa sarebbe significato se l'avesse superato: gli avrebbero concesso una licenza temporanea per l'uso dell'unicità e, grazie ad essa, avrebbe potuto finalmente compiere gesta più consone ad un aspirante eroe.
Eroe…
Quella parola aveva assunto un significato ed un peso del tutto diverso da quando aveva iniziato quel percorso, e adesso Yoshito si ritrovava a contemplarla davanti allo specchio del bagno di casa. Tante cose erano successe da quell'esame d'ingresso alla Yuuei: aveva stretto amicizie, conosciuto vari generi di persone e loro unicità, ma più di ogni altra cosa, aveva avuto la possibilità di mettere alla prova sé stesso e le proprie capacità. Aveva appreso che la parola "eroe" possedeva delle sfumature diverse da quelle che si aspettava e per questo motivo, e specie dopo gli eventi con il Culto delle Farfalle, era da un po' che non si sentiva più così tanto "eroico", ed aveva incominciato ripiegare su un termine più realistico e a lui vicino.
…o Guerriero?
Sporto in avanti con le mani poggiate sui lati del lavandino, guardò dritto negli occhi la sua immagine riflessa, interrogandosi su chi fosse.
Eroe e Guerriero son due concetti che possono sembrare simili, ma in base al contesto possono essere completamente opposti; possono coesistere, ma non necessariamente son collegati tra loro.
Dopo l'incontro con i senpai Shoya ed Amachi e lo scontro col terrorista Hisao, aveva iniziato a rivalutare l'idea che aveva sugli eroi e, soprattutto, l'idea che aveva di sé; e quel giorno, proprio quel giorno di dubbi, avrebbe dovuto condividere quella prova con la persona che per prima aveva avuto l'ardore di mettere in dubbio i suoi metodi ed ideologie: Ryo Sasaki. Era un suo compagno di corso e con lui aveva già condiviso più di un'esperienza; tuttavia, gli era difficile catalogarlo.
Erano amici o semplici conoscenti? Forse nemici o magari rivali? Difficile a dirsi. Yoshito non sembrava essere capace di decifrare quel giovane con le occhiaie perennemente marcate, fatto sta che i due quasi si comportavano l'uno come l'antitesi dell'altro; non condividevano particolari risentimenti o contrasti, erano semplicemente due opposti incapaci di coesistere ma che, come tutti gli opposti, finivano sempre per attrarsi fra loro, e quel giorno non era altro che un riprova di questa teoria.
Quel giorno, il volto sempre solare e lucente del giovane Amaterasu, era delineato da un'espressione seria e priva di sorrisi; non era la collaborazione con Sasaki la causa di ciò, né tanto meno l'esame di per sé.
Quel che lo teneva accigliato, eran dei fatti a lui recenti e molto più familiari.
Continuò a lavarsi e, senza volerlo, una mano raggiunse il fianco sinistro per poi spostarsi sull'avambraccio destro; lì, come testimoni della sua audacia -o stupidità-, v'erano le cicatrici che s'era procurato come trofeo di battaglia, dopo la sua ricognizione all'aeroporto di Haneda assieme alla sua senpai, Amachi Jabar. Ancora non erano veramente guarite, almeno non nel suo spirito, ma non erano le ferite ciò che gli faceva male, ma un evento successivo però ad esse correlato. Per via del suo coinvolgimento con il Culto delle Farfalle e per il rischio che ciò gli aveva comportato, aveva avuto uno screzio non indifferente col padre, un litigio che non si era risolto per il meglio e che aveva sia inasprito -ulteriormente- i rapporti tra i due e sia lo aveva portato ad una situazione che lo aveva costretto alla ricerca di un lavoro. Eventi che non esamineremo in questa sessione, ma che hanno portato il giovane a dare un significato ben differente per quell'esame per la licenza temporanea: era ora un'occasione di rivalsa, la situazione perfetta per dimostrare il proprio valore al padre, e che il suo non fosse "il sogno di un ragazzino che si rifiuta di diventare adulto".
Quest'oggi… Non ti è concesso fallimento alcuno. Gli disse il riflesso, fissandolo come se quello fosse un ultimatum.
Indossò i suoi usuali abiti scolastici e sotto di essi la tuta elastica che usava come costume, così sarebbe rimasto al caldo senza rinunciare alle proprie difese; procedette poi ad indossare il resto del suo armamentario, dagli stivali con potenziamento elettrico, alla cintura con i rampini, mentre il casco preferì portarselo dietro e tenerlo sotto il braccio.
Aveva terminato i preparativi con largo anticipo e poté raggiungere Bunkyo senza alcun affanno. Arrivò sul posto con quasi un'ora d'anticipo rispetto all'orario prefissato e, sebbene non ci fosse ancora molta gente, non era il solo anticipatario. Tuttavia, non avrebbe di certo atteso difronte al Tokyo Dome per quasi un'ora. Sfruttò quel tempo per fermarsi ad un bar in zona, un lusso che raramente si concedeva, ma almeno avrebbe un luogo comodo in cui attendere e, soprattutto, pensare. Ordinò un tè, che sorseggiò così lentamente da farlo freddare, ed impiegò quel breve tempo libero per distendere i muscoli e scaricare la tensione; per farlo, optò per la meditazione, che consisteva semplicemente in una serie di respiri atti a rilassare il corpo e la mente.
Poiché più che "pensare", voleva solo svuotare da quei flussi di pensieri.
Camminava verso il Tokyo Dome dove molta più gente era ora radunata, il tempo era volato senza che se ne accorgesse. I suoi occhi eran concentrati sui grandi cancelli dello stadio ancora sigillati, quando lo sguardo notò, quasi per sbaglio, la figura di Sasaki fermo lì ad aspettarlo; poteva pensare quel che voleva su quel ragazzo, ma non gli si poteva certo dire che non fosse un tipo puntuale.
Buongiorno Sasaki-kun. Proruppe il biondo verso il corvino, mentre col capo accennava un inchino. "Costui si augura che non sia tardo il suo arrivo e che breve possa esser stata la tua attesa." Questo o un qualcosa del genere avrebbe detto col suo solito modo di fare, ma questa volta si limitò ad un semplice. Spero che non mi abbia dovuto attende a lungo. Suonando quasi glaciale nel suo tono.
Avevano preso accordi, nei giorni precedenti, d'incontrarsi difronte ai cancelli e dirigersi assieme verso la sede d'esame.
Il giovane samurai era molto serio in volto e, così come a casa anche in quel momento, il suo viso era privo del suo solito sorriso; un cosa che difficilmente sarebbe passata inosservata agli occhi vigili di Ryo. A differenza del solito, Yoshito appariva diverso: non si dilungò in ulteriori cerimonie e né cominciò sproloqui indesiderati.
il suo sguardo severo incrociò quello del compagno e, dopo aver aggiunto solo poche parole, il sedicenne riprese il suo passo e s'incamminò verso l'ingresso -ora aperto- dello stadio.
I cancelli sono aperti. Dovremmo affrettarci❖ HERO ≠ WARRIOR ❖
Lv [4] - F [085] - Q [110] - A [080+020] - P [2/4]Tecniche, Equipaggiamento & Status
©Status:IllesoEnergia:300/300Tecniche Usate:NesunaINVENTARIOTECNICHE PERSONALI:Yoroi (鎧) [Livello 2] [25 PE + 5 M]
Yoshito ha creato questa tecnica come tributo alle grandi armature della tradizione samurai. Essa permette di creare una protezione a piastre costituita da un materiale resistente ai danni, emulando quindi la funzione di un'armatura. La protezione può essere applicata sia su una superficie o oggetto sotto forma di scudo o direttamente su se stessi o un qualcuno con cui si è in contatto fisico, creando temporaneamente uno o più pezzi di un'armatura Yoroi in base all'area da proteggere.
Resistenza: Media.Hinokami (火の神) [Livello 2] [25 PE + 5 M]
Portando la sua mano verso il suo fianco come per toccare un fodero immaginario, Yoshito evoca un'arma da taglio a corto raggio (un tessen o una katana) la cui lama è costituita da un materiale, solitamente metallico, altamente infiammabile che si incendia a contatto con l'aria. Questa tecnica è un tributo, bensì sia una blanda imitazione, alla tecnica di famiglia che porta lo stesso nome; solitamente eseguita da emitter di fuoco e che consente di incendiare la propria arma per rendere più temibili i propri attacchi.
Danno/Effetto: Medio / Può applicare ustioni [Medie].
Extra: 5 PE in meno se attivata dopo Ōdachi.Ōdachi (大太刀) [Livello 2] [40 PE + 5 M]
Portando entrambe le mani dietro il fianco destro come per nasconderle, Yoshito materializza un'arma da taglio la cui lunghezza è celata alla vista. Il giovane samurai, continuando a generare materia all'interno dell'arma, produce una lama flessibile ed allungabile che si estende istantaneamente nella direzione in cui è puntata; mentre si allunga, la lama può essere curvata per correggerne la direzione. La tecnica permette di effettuare attacchi a sorpresa a distanza se puntata verso un nemico o, se puntata verso il pavimento o un muro, di sollevare il ragazzo dal suolo e trascinarlo in una direzione specifica, permettendogli di raggiungere un punto normalmente non raggiungibile.
Danno: Medio.
Raggio: 3 metri.
Extra: 5 PE in meno se attivata dopo Hinokami (ma le fiamme sulla spada si estinguono).Kusarigama (鎖鎌) [Livello 2] [25 PE + 5 M]
Eseguendo un movimento ad arco verso l'esterno di entrambe le mani, Yoshito materializza tra le sue mani una kusarigama di colore nero. L'arma è composta da un kama, un falcetto con una lama curva lunga 60 centimetri che appare nella sua mano destra, il quale è collegato alla mano sinistra dal kusari, una resistente catena d'acciaio ad anelli che consente di aumentare la gittata dell'arma, alla cui punta è collegato un manico in acciaio come contrappeso. Ciò consente di poter gestire l'arma con maggiore libertà e di poterla recuperare una volta lanciata.
La kusarigama può essere utilizzata in mischia per attacchi diretti a corto-medio raggio, usandola come normale arma bianca o lanciandola verso un bersaglio dal kama o dal contrappeso e recuperandola tramite la catena; in alternativa, lanciandola dal manico in acciaio alla sua estremità, può essere usata per immobilizzare un bersaglio avvolgendolo con la catena.
Danno/Effetto: Medio / Può limitare temporaneamente i movimenti nemici.
Raggio: 3 metri.Enmaku (煙幕) [Livello 2] [25 PE]
Stringendo la mano in un pugno, Yoshito materializza nel suo palmo una polvere nera che può essere lancia o soffiata via direttamente nello stato particellare, o addensa in una piccola sfera del medesimo colore che esplode al contatto. Se lanciata, la sfera di polvere conflagra in una cortina di fumo nero che ricopre l'area nel punto della deflagrazione; essa può accecare gli avversari e occultare il ragazzo alla vista di quest'ultimi, rendendolo più difficile da individuare e permettendogli di celare i suoi attacchi. La polvere è formata da un composto infiammabile che, se acceso, incendia l'area di impatto e causa ustioni a coloro che si trovano nel suo raggio d'azione. La nube permane nell'area per un numero di turni pari al livello della tecnica anche dopo che è stata innescata.
Effetto: Accecamento / Occultamento o Ustioni Medie (Se innescata).
Raggio: 3 metri.
Durata: 2 turni.EQUIPAGGIAMENTO:ADAPTIVE SUIT [Costume]
Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Il modello base è completamente di colore nero, con qualche rifinitura colorata, e compatibile con una moltitudine di accessori e gadget. Sulla schiena campeggia il simbolo del dipartimento di supporto della famosa scuola per eroi.
Effetto: Resistenza danni lievi.
Peso: [0].
Durata: Permanente.HELMET [Accessorio costume]
Copricapo protettivo, facente parte dell'equipaggiamento individuale, realizzato in materiale resistente agli urti e usato sia in ambito sportivo sia nel mondo del lavoro, allo scopo di preservare la testa da impatti improvvisi. Pur derivando chiaramente dall'elmetto, si distingue per essere stato concepito ed essersi tecnicamente evoluto in funzione di proteggere la testa dagli effetti dell'impatto di un corpo in velocità contro oggetti generalmente fermi e non viceversa.
Effetto: Protegge da danni medi alla testa.
Peso: [0].
Durata: Permanente.ELECTRIC BOOSTER [Supporto]
WIDE ARROW [Supporto]
Questo dispositivo sembra a tutti gli effetti una vera e propria cintura molto massiccia. In realtà si tratta di una combinazione di un filo con un rampino a forma di freccia attaccato all'estremità, che può essere attivato premendo un piccolo bottone laterale. La corda è molto spessa e resistente al taglio, ed è lunga venti metri. Viene sparata solo in linea retta, ed è dotata di un sistema automatico riavvolgibile. Ciò gli permette di conficcarsi in qualsiasi superficie non metallica, permettendo a chi la usa di percorrere grandissime distanze in poco tempo e di raggiungere superfici altrimenti fuori portata. È utilizzata soprattutto durante dagli studenti durante gli allenamenti in terreni pseudo distrutti o dissestati.
Effetto: Utilizzabile come rampino o fune. [+10 in Agilità].
Peso: [1].
Durata: 1/3 Role.BUCKLER [Difensivo]
Un piccolo scudo circolare, con un diametro massimo di 45 centimetri, peso tra 1 e 1.5 chilogrammi, realizzato in metallo, impugnabile con una maniglia antiscivolo. Per via delle sue piccole dimensioni, è poco adatto a proteggere dai proiettili o quirk ad ampia gittata, ma è molto utile per difendere la mano ed il braccio, parare attacchi in mischia e intrappolare l'arma nemica: è dopotutto uno strumento leggero e maneggevole, peraltro impiegabile anche come una specie di tirapugni (o addirittura un'arma da lancio), benché questo non sia il suo ruolo primario. Il design è personalizzabile.
Effetto: Protegge da danni lievi (solo armi bianche o provviste di lame).
Peso: [1].
Durata: Permanente.
Edited by ReЙ - 3/3/2021, 20:52. -
.Contrariamente a quanto avevano pensato i due giovani, nessuna entrata nello Stadio li attendeva — non ancora perlomeno. La calca di persone davanti a loro infatti non sembrava essere intenzionata a muoversi neanche di un millimetro nonostante l'apertura delle porte e il motivo era presto detto: perché, al contrario, qualcuno stava uscendo. Era una donna vestita elegante, con un completo di color panna sopra ad una camicetta viola dalle decorazioni barocche. I suoi capelli erano bianchi e bluastri e non superavano i limiti imposti dal suo viso pallido. Gli occhi, verdi come la camicia, erano schermati da degli occhiali da vista. Aveva ormai assistito e gestito dietro le quinte numerosi esami ma, ad esclusione di quel piccolo incidente col N.240 mesi addietro, era la prima volta che Miku, la segretaria di Mieko Sasaki, si trovava a lavorare con un ruolo attivo e a volto scoperto in quella manifestazione.
Henry Elfin, ormai in prigione, aveva col tempo perso sempre più il suo ruolo centrale negli esami, anche grazie all'imporsi della Sasaki. Negli ultimi tempi il suo ruolo si era ridotto alla semplice presentazione delle prove: era davvero necessario assumere qualcuno per quel ruolo quando potevano benissimo tagliare le spese e incaricare qualcuno che già aveva un ruolo negli esami? La risposta di LIVE INC., alle prese con una piccola crisi economica come tutti gli altri in quella città che tentava di rialzarsi, era stata chiaramente no.
Ad affiancare la segretaria vi erano due bodyguard vestiti di nero, un uomo e una donna. Mosso qualche timido passo fuori da quel colosso di cemento, catalizzando lo sguardo di tutti, Miku si fermò ad un paio di metri dalle porte.
Buongiorno e benvenuti a quest'edizione dell'Esame per la Licenza Provvisoria. - disse con voce chiara ed elegante osservando la folla di fronte a lei - Ora procederò a fare l'appello, elencandovi a coppie. Ad ogni coppia verrà abbinato un numero, che sarà il vostro codice distintivo durante l'esame. - proseguì aggiustandosi gli occhiali sul volto con le esili dita della mano destra - Terminata questa procedura ci dirigeremo all'interno dello Stadio per la spiegazione della prova. - concluse con un cenno del capo.
La procedura richiese una decina di minuti nei quali la donna sembrò recitare l'interezza della lista degli iscritti a memoria con prodigale minuzia ed era evidente che doveva tenerci particolarmente al suo lavoro. Yoshito Amaterasu e Ryo Sasaki formavano assieme la coppia numero 15. Vi erano in totale 28 coppie: non erano stati in molti a disertare quell'esame ma qualcuno dei nomi elencati dalla segretaria non aveva ricevuto risposta e quindi era stato perso un po' di tempo a riarrangiare le coppie come possibile.
Bene, proseguiamo. - con quelle parole, Miku e le due guardie del corpo si voltarono ed invitarono il gruppo di persone a seguirli all'interno del Dome. Ad accoglierli all'interno un'ampissima vetrata era in realtà completamente oscurata per celare ai giovani aspiranti eroi ciò che li avrebbe attesi quando la prova avrebbe avuto inizio. Miku svoltò immediatamente a sinistra e al termine di un lungo corridoio accolse tutti i presenti all'interno di un piccolo auditorium. Vi erano una cinquantina di poltroncine per sedersi ed un piccolo palco rialzato su cui la donna salì per rendersi visibile a tutti i presenti. Le pareti erano bianche e inerti.
Visti i recenti eventi che hanno colpito la nostra città, ora più che mai è necessario proteggere i cittadini. - iniziò quindi a spiegare poggiando le mani sulla scrivania che campeggiava sul palchetto, rimanendo in piedi - Il contatto col pubblico è fondamentale nella carriera di Pro-Hero e non si riduce certo alla forza bruta che permette di difendere il popolo dai criminali. - proseguì - La capacità di porsi in modo rassicurante, la prontezza mentale per prendere decisioni in grado di salvaguardare anche le altre persone, il... Il riconoscere il valore della vita altrui. Queste sono tutte capacità che un eroe deve sviluppare nel suo percorso di formazione. Per questo motivo, il test a cui verrete sottoposti vi richiede di scortare un civile attraverso uno scenario pericoloso.
Un leggero brusio si diffuse tra i presenti in sala. Era chiaro che quella prova fosse all'ordine del giorno per ogni eroe di professione ma, allo stesso tempo, poteva decisamente essere piena di imprevisti. Scortare un civile non richiede infatti solo capacità individuali ma dipende anche in larga misura da con chi si ha a che fare: esistono persone che si fidano ciecamente degli eroi e altre che li odiano, i bambini si comportano in modo diverso dagli adulti e dagli anziani e così via. Per essere un test sul quale si basava il futuro della loro carriera era decisamente imprevedibile.
Verrete mandati in campo in ordine, una coppia alla volta, in base al vostro numero. Lì troverete chi dovete portare in salvo e il vostro obbiettivo sarà raggiungere il centro dell'arena con il civile illeso. - spiegò quindi più nel dettaglio tecnico in cosa consisteva la prova - Ad ognuno di voi verrà consegnato un badge che dovrete presentare al civile. In questi badge verrà registrata la vostra performance, valutata in tempo reale da chi dovete scortare. Al momento della consegna del badge riceverete una mappa del luogo. - aggiunse aggiustandosi nuovamente gli occhiali sul volto - Indipendentemente dal punteggio raggiunto dalla coppia, i venticinque che riceveranno il punteggio individuale più alto supereranno la prova.
Terminato di pronunciare quelle parole, Miku si chinò e tirò fuori una valigetta metallica da sotto la scrivania, poggiandola poi sopra di essa ed aprendola sotto gli occhi di tutti. Al suo interno si trovava una pila di carte simili a delle carte di credito, che dovevano poi essere quei badge per la valutazione di cui aveva parlato poco prima.
Se non ci sono domande proseguiamo. - disse quindi e, una volta risposto ad eventuali domande, avrebbe chiamato le coppie in ordine per consegnare loro una carta ognuno e poi indicare loro gli spogliatoi alla sua sinistra. Questi erano divisi in maschili e femminili e avevano una struttura a corridoio al termine della quale una seconda porta dava su un atrio. All'interno degli spogliatoi erano presenti appendini ed armadietti gratuiti che non richiedevano alcuna chiave ma la semplice impronta digitale per l'apertura e la chiusura.
Usciti dallo spogliatoio si trovava appunto un atrio al termine del quale si trovavano tre individui vestiti uguali con un completo bianco simile a quello di una setta. Si trattava degli incaricati al teletrasporto dei cadetti sul territorio della prova. Avevano tutti e tre delle unicità di teletrasporto ma leggermente diverse: uno spariva in un fumo nero, uno sembrava aprire una sorta di portale e un altro, forse il più inquietante, sembrava smaterializzare gli studenti al tocco. Dopo qualche minuto di attesa proprio questi chiamò il numero quindici. I due aspiranti eroi della UA, una volta avvicinatisi, avrebbero quindi visto il loro corpo iniziare a sparire non appena la mano dell'uomo toccò il loro petto. Un torpore simile al sonno si impossessò delle loro membra, finché un orizzonte tutto nuovo non si aprì ai loro occhi.
Si trovavano in una sorta di fabbrica abbandonata: i muri erano corrosi e si trovavano lamiere dappertutto. La temperatura era decisamente alta e fuori dalle finestre infrante in cocci di vetro molto pericolosi si riuscivano a vedere delle fiamme intente a consumare l'esterno.CITAZIONEBene, iniziamo senza ulteriori indugi. Se avete domande sulla prova non esitate a farle a Miku e riceverete risposta nel prossimo post, se invece avete domande sul post, ma spero sia tutto chiaro, chiedete pure. Manteniamo il turnaggio che si è formato e descrivete liberamente quanto accaduto pur rispettando la traccia.. -
.Ryo Sasaki
. -
.L'incontro con Sasaki non fu tra i più i calorosi. Freddi e distaccati saluti vennero scambiati, ed il principale indiziato di cotanta impassibilità era probabilmente lo spento entusiasmo che il biondo stava sfoggiando; Ryo era troppo serio per anche provare ad esser espansivo e di solito bastava Yoshito a compensare questa mancanza di brio.
Ma non quel giorno.
Quel giorno il ragazzo aveva altro a cui pensare che esibirsi nei suoi soliti teatrini.
Gli occhi assorti dei due giovani, erano puntati sui cancelli in schiusura del Tokyo Dome. Avanzando silenti verso la loro meta, uno camminava rimuginando sui propri problemi a casa, mentre l'altro si domandava cosa passasse per la mente del compagno; non possedeva, tuttavia, né la confidenza e né il coraggio per osar rompere quel filo di pensieri.
A dispetto di ciò che si aspettavano la loro passeggiata fu alquanto breve, fermandosi assieme al resto della folla non all'interno ma difronte allo stadio. Dalla struttura, accompagnata dalla sicurezza, una figura femminile in abiti bianchi e viola rubò la scena; Yoshito, così come chiunque altro attorno a loro, dedicò le proprie attenzioni verso la donna, incrociando le braccia poiché gli favoriva l'ascolto.
Sembra che lei sia la persona addetta alle presentazioni. Dagli abiti che indossa sembrerebbe una scienziata.
Con sguardo aguzzo poiché lontano, il ragazzo cercò di prestar attenzione analizzando nel contempo anche la situazione. Seguì un appello in cui i loro vennero chiamati ed un numero venne affidato per entrambi.
Più che alla donna o alla situazione, l'aspirateguerrieroeroe fu molto attento alle parole e ne valutò il suo significato nella sua mente.
Se il sistema d'esame è gestito a coppie, m'è logico supporre che vi sarà un sistema di valutazione delle capacità di collaborazione. Tuttavia, essendo i posti limitati, ciò non elude un sistema basato anche sulla competizione. Anche se accoppiati, i singoli saranno comunque valutati in base al rendimento personale. Ciò mi fa evincere che sarà necessario sia cooperare col proprio compagno, e sia sarà essenziale non far eclissare la propria prestazione da quest'ultimo.
Il punto chiave dell'esame sarà trovare un equilibro tra questi due fatt...
Mentre era assorto nel suo pensatoio mentale, così tanto da far sembrare il proprio viso ancor più grigio, ci pensò Ryo a destarlo da quel torrente di pensieri. All'atto di risolutezza, in cui il corvino parlò a Yoshito senza nemmeno volgergli lo sguardo, il giovane samurai rispose con un semplice Ne sono certo seguendo anch'egli l'esempio del compagno, tenendo gli occhi fissi verso Miku mentre gli rispondeva deciso.
Le parole di Sasaki, gli rievocarono quel giorno in palestra nuovamente nella mente.
Già, quel giorno...
Quel momento così lontano in cui i due incrociarono le armi per mero allenamento, ma in cui finirono a domandare e a questionare l'un con l'altro, quale fiamma ardesse nei loro cuori ad alimentare le loro motivazioni di eroismo. Yoshito ricorda bene quell'occasione poiché, nonostante se chiediate a Ryo vi affermerà il contrario, fu lui colui che ne uscì sconfitto da quello scontro, non fisico, ma di opinioni; era sempre stato bravo con le parole, a motivare il prossimo e a spronarlo a fare meglio, e quindi aveva sviluppato una certa sicurezza in sé stesso e nei suoi discorsi,
Ma non con Sasaki-kun.
Non fu in grado di capirlo, né tanto meno di persuaderlo; aveva fallito il suo tentativo di incoraggiamento e non fu in grado di spronarlo, che un po' era anche il suo obiettivo come eroe… Oppure no? Dopotutto quel dialogo parve aver incitato il corvino ad una sorta di competizione -unilaterale- verso il biondo, deciso a dimostrare a Yoshito quanto fosse in errore e che fosse lui quello che viveva in un'illusione. Ma questo può solo dirlo il diretto interresato.
Mi limiterò a considerare la missione come in parte riuscita.
Il pensiero gli strappò un sorriso per un breve attimo.
FInalmente fecero il loro ingresso all'interno del Tokyo Dome. Vennero fatti attendere, assieme agli altri pretendenti, in un'anticamera abbastanza capiente da poter contenere tutti quanti; le stanza era tutta bianca e alquanto neutrale, fatta eccezione per una grossa vetrata oscurata che celava l'interno dello stadio. Gli ricordò quelle che si vedono nelle sale interrogatorio nei polizieschi alla tv e il che lo portò a domandarsi. Chissà se siam sotto osservazione in codesto momento.
Ma non si fece intimorire da quel pensiero. Senza perdere la propria compostezza e rimanendo freddo e sicuro sia nella posa che nel volto, ascoltò il resto della spiegazione che la donna dai capelli bicolore elargì da sopra in palco. Una missione di scorta.... Contemplò tra sé e sé, cercando di mascherare una smorfia di rabbia. Ripensò ai fatti di Haneda e a quanto si fosse sentito impotente in quella situazione, avrebbe dovuto soccorrere e scortare i civili imprigionati all'interno dell'aeroporto, ma l'unica cosa che riuscì a compiere in quell'occasione, fu comprendere quanto il suo aiuto fosse marginale e quanto fosse marcata la sua impreparazione.
Quest'oggi, riuscirò a rimuovere questa macchia che mi sporca l'orgoglio.
Terminata la spiegazione della donna senza nome -difatti non s'era mai presentata-, vi fu un momento dedicato ai quesiti dei presenti; sebbene altri non si trattennero dall'esporre le proprie domande, Yoshito e Ryo non parevano avvezzi a prender parte alla foga degli altri; nessuno tra i due studenti parve voler esprimere dubbi sulla prova o su ciò ch'era stato detto e, se ve n'erano, preferirono tenerli per sé.
Quando tutte le domande furono esaurite, venne concesso a tutti i partecipanti del tempo per prepararsi. Seguendo il resto della folla ma rimanendo al fianco del compagno, il giovane di casa Amaterasu prese il suo badge e si diresse verso lo spogliatoio; qui, a differenza di molti altri, l'unico equipaggiamento che dovette indossare fu il casco che si era portato da casa e spasso per tutto quel tempo, poiché il resto del suo arsenale era già stato preventivamente equipaggiato.
Se quest'oggi andrà bene, dovrò commissionare un abito degno del mio ruolo al dipartimento di ricerca. Si disse sorridente mentre osservava quell'elmo bianco, che non era nulla più che un casco da motociclista, prima di indossarlo.
Attendendo che l'altro ultimasse i propri preparativi, il giovane impiegò quel tempo per meditare e svuotare la mente. Seduto su una panchina col dorso dei piedi poggiati sulla gamba opposta e le mani portate davanti al ventre con pollici e medi a contatto, aveva gli occhi chiusi ed eseguiva lenti e profondi esercizi di respirazione, mirati a fargli trovare la concentrazione.
Fu quando Ryo lo avvisò che giunto era il loro turno che abbandonò la posizione e rispose all'altro con semplice cenno del capo.
Come un soldato chiamato sul fronte, il giovane sfoggiò un portamento quasi militare con la sua camminata, incurante del pensiero altrui nei suoi confronti, poiché ben chiaro gli era il suo obiettivo. Giunse nella stanza dove tutto avrebbe avuto inizio: l'inizio dell'esame, l'inizio del suo viaggio. Qui, attraverso il vetro del casco, osservò i tre uomini incaricati del "trasporto" -se così lo si vuol chiamare- dei contendenti alle relative aree d'esame; li osservò con cura mentre sfoggiavano le proprie unicità e, sebbene in passato le avrebbe sicuramente commentate esponendo il suo stupore, rimase silente con uno sguardo quasi disinteressato, come se non ne fosse veramente impressionato.
In realtà erano altri i suoi pensieri.
Chissà se con un potere simili avrei potuto far la differenza quel giorno...
Lo sguardò cadde quasi involontario sulla sua mano aperta, dove per un istante, solo per un istante, materializzò un piccolo pezzo di legno prima di disperderlo.
Infine, arrivò il momento.
La mano dell'uomo toccò il suo petto ed una strana sensazione lo pervase; alzò le mani verso il volto e osservò il suo corpo sparire nel nulla come se non fosse mai esistito. Non era spaventato, solo curioso. Curioso da quello strano torpore che sentì invaderlo dal petto, tramutandosi in un sonno rapido e temporaneo che gli fece domandare, prima di sparire.
È questo che s'intende quando "ci si sente di morire"...?
Il risveglio non fu problematico.
Era in piedi, in un luogo che gl'era ancor più estraneo del precedente. Sembra un qualche tipo di magazzino o di fabbrica abbandonata. Commentò ad alta voce verso il proprio compagno, anch'egli lì con lui. La prova era già incominciata e non era tra le sue intenzioni sprecare tempo. Con ogni probabilità la prova è cronometrata e sicuramente ci stanno già osservando. Per esperienza personale, sapeva fin troppo bene che il tempismo era essenziale in un contesto reale, ma non per questo doveva essere precipitoso.
Fu il compagno il primo a prendere l'iniziativa, chiamando a sé le attenzioni del civile che avrebbero dovuto soccorrere e scortare.
Va bene Ryo. Questa è l'occasione che hai per dimostrarmi ciò che mi dicesti quel giorno. Di dimostrarmi che i miei modi di pensare ed agire sono errati. Quest'oggi potrai mostrarmi qual è il tuo modello di eroe. Quest'oggi potrai mostrarmi di che pasta sei fatto...!
E dopo aver condiviso nella sua mente quel pensiero verso il compagno, Yoshito affidò la ricerca a Ryo, mentre lui cercò invece un approcciò più analitico.
Il civile avrebbe potuto non rispondere, sarebbe potuto essere intrappolato o non svenuto; dopotutto quel luogo sembrava reduce da un disastro: muri corrosi, cocci di vetro sparsi e un incendio imperversava all'esterno. Potrebbe esserci stata un'esplosione. Suppose. E dallo stato dei muri, direi che il focolaio sia partito dall'interno.
La temperatura era così elevata da sentirsi soffocare, e quei vestiti ed il casco non aiutavano di certo, ma non lasciò distrarsi e iniziò ad esplorare i dintorno con lo sguardo.
Cercò innanzitutto dei muri crollati o detriti di qualche genere, sotto i quali qualcuno poteva essere intrappolato ed in attesa di soccorso; poi passò alla ricerca di oggetti utili, appigli e aperture, o di qualunque cosa che potesse tornare utili ai due per evacuare da quel posto. Le finestre son rotte ma vi son ancor dei vetri sporgenti attaccati agl'infissi. Dovremo trovare un'altra via o metterle in sicurezza se non v'è altro modo.
Continuò ad analizzare la situazione e, nel mentre che lo faceva, la mano destra era fissa sul fianco, pronta ad intervenire e a non farsi trovare impreparato in caso una minaccia avrebbe deciso di palesarsi...❖ HERO ≠ WARRIOR ❖
Lv [4] - F [085] - Q [110] - A [080+020] - P [2/4]Tecniche, Equipaggiamento & Status
©Status:IllesoEnergia:300/300Tecniche Usate:NesunaINVENTARIOTECNICHE PERSONALI:Yoroi (鎧) [Livello 2] [25 PE + 5 M]
Yoshito ha creato questa tecnica come tributo alle grandi armature della tradizione samurai. Essa permette di creare una protezione a piastre costituita da un materiale resistente ai danni, emulando quindi la funzione di un'armatura. La protezione può essere applicata sia su una superficie o oggetto sotto forma di scudo o direttamente su se stessi o un qualcuno con cui si è in contatto fisico, creando temporaneamente uno o più pezzi di un'armatura Yoroi in base all'area da proteggere.
Resistenza: Media.Hinokami (火の神) [Livello 2] [25 PE + 5 M]
Portando la sua mano verso il suo fianco come per toccare un fodero immaginario, Yoshito evoca un'arma da taglio a corto raggio (un tessen o una katana) la cui lama è costituita da un materiale, solitamente metallico, altamente infiammabile che si incendia a contatto con l'aria. Questa tecnica è un tributo, bensì sia una blanda imitazione, alla tecnica di famiglia che porta lo stesso nome; solitamente eseguita da emitter di fuoco e che consente di incendiare la propria arma per rendere più temibili i propri attacchi.
Danno/Effetto: Medio / Può applicare ustioni [Medie].
Extra: 5 PE in meno se attivata dopo Ōdachi.Ōdachi (大太刀) [Livello 2] [40 PE + 5 M]
Portando entrambe le mani dietro il fianco destro come per nasconderle, Yoshito materializza un'arma da taglio la cui lunghezza è celata alla vista. Il giovane samurai, continuando a generare materia all'interno dell'arma, produce una lama flessibile ed allungabile che si estende istantaneamente nella direzione in cui è puntata; mentre si allunga, la lama può essere curvata per correggerne la direzione. La tecnica permette di effettuare attacchi a sorpresa a distanza se puntata verso un nemico o, se puntata verso il pavimento o un muro, di sollevare il ragazzo dal suolo e trascinarlo in una direzione specifica, permettendogli di raggiungere un punto normalmente non raggiungibile.
Danno: Medio.
Raggio: 3 metri.
Extra: 5 PE in meno se attivata dopo Hinokami (ma le fiamme sulla spada si estinguono).Kusarigama (鎖鎌) [Livello 2] [25 PE + 5 M]
Eseguendo un movimento ad arco verso l'esterno di entrambe le mani, Yoshito materializza tra le sue mani una kusarigama di colore nero. L'arma è composta da un kama, un falcetto con una lama curva lunga 60 centimetri che appare nella sua mano destra, il quale è collegato alla mano sinistra dal kusari, una resistente catena d'acciaio ad anelli che consente di aumentare la gittata dell'arma, alla cui punta è collegato un manico in acciaio come contrappeso. Ciò consente di poter gestire l'arma con maggiore libertà e di poterla recuperare una volta lanciata.
La kusarigama può essere utilizzata in mischia per attacchi diretti a corto-medio raggio, usandola come normale arma bianca o lanciandola verso un bersaglio dal kama o dal contrappeso e recuperandola tramite la catena; in alternativa, lanciandola dal manico in acciaio alla sua estremità, può essere usata per immobilizzare un bersaglio avvolgendolo con la catena.
Danno/Effetto: Medio / Può limitare temporaneamente i movimenti nemici.
Raggio: 3 metri.Enmaku (煙幕) [Livello 2] [25 PE]
Stringendo la mano in un pugno, Yoshito materializza nel suo palmo una polvere nera che può essere lancia o soffiata via direttamente nello stato particellare, o addensa in una piccola sfera del medesimo colore che esplode al contatto. Se lanciata, la sfera di polvere conflagra in una cortina di fumo nero che ricopre l'area nel punto della deflagrazione; essa può accecare gli avversari e occultare il ragazzo alla vista di quest'ultimi, rendendolo più difficile da individuare e permettendogli di celare i suoi attacchi. La polvere è formata da un composto infiammabile che, se acceso, incendia l'area di impatto e causa ustioni a coloro che si trovano nel suo raggio d'azione. La nube permane nell'area per un numero di turni pari al livello della tecnica anche dopo che è stata innescata.
Effetto: Accecamento / Occultamento o Ustioni Medie (Se innescata).
Raggio: 3 metri.
Durata: 2 turni.EQUIPAGGIAMENTO:ADAPTIVE SUIT [Costume]
Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Il modello base è completamente di colore nero, con qualche rifinitura colorata, e compatibile con una moltitudine di accessori e gadget. Sulla schiena campeggia il simbolo del dipartimento di supporto della famosa scuola per eroi.
Effetto: Resistenza danni lievi.
Peso: [0].
Durata: Permanente.HELMET [Accessorio costume]
Copricapo protettivo, facente parte dell'equipaggiamento individuale, realizzato in materiale resistente agli urti e usato sia in ambito sportivo sia nel mondo del lavoro, allo scopo di preservare la testa da impatti improvvisi. Pur derivando chiaramente dall'elmetto, si distingue per essere stato concepito ed essersi tecnicamente evoluto in funzione di proteggere la testa dagli effetti dell'impatto di un corpo in velocità contro oggetti generalmente fermi e non viceversa.
Effetto: Protegge da danni medi alla testa.
Peso: [0].
Durata: Permanente.ELECTRIC BOOSTER [Supporto]
WIDE ARROW [Supporto]
Questo dispositivo sembra a tutti gli effetti una vera e propria cintura molto massiccia. In realtà si tratta di una combinazione di un filo con un rampino a forma di freccia attaccato all'estremità, che può essere attivato premendo un piccolo bottone laterale. La corda è molto spessa e resistente al taglio, ed è lunga venti metri. Viene sparata solo in linea retta, ed è dotata di un sistema automatico riavvolgibile. Ciò gli permette di conficcarsi in qualsiasi superficie non metallica, permettendo a chi la usa di percorrere grandissime distanze in poco tempo e di raggiungere superfici altrimenti fuori portata. È utilizzata soprattutto durante dagli studenti durante gli allenamenti in terreni pseudo distrutti o dissestati.
Effetto: Utilizzabile come rampino o fune. [+10 in Agilità].
Peso: [1].
Durata: 1/3 Role.BUCKLER [Difensivo]
Un piccolo scudo circolare, con un diametro massimo di 45 centimetri, peso tra 1 e 1.5 chilogrammi, realizzato in metallo, impugnabile con una maniglia antiscivolo. Per via delle sue piccole dimensioni, è poco adatto a proteggere dai proiettili o quirk ad ampia gittata, ma è molto utile per difendere la mano ed il braccio, parare attacchi in mischia e intrappolare l'arma nemica: è dopotutto uno strumento leggero e maneggevole, peraltro impiegabile anche come una specie di tirapugni (o addirittura un'arma da lancio), benché questo non sia il suo ruolo primario. Il design è personalizzabile.
Effetto: Protegge da danni lievi (solo armi bianche o provviste di lame).
Peso: [1].
Durata: Permanente.. -
.knife,● LIVE Inc ● ART ●Non c'è bisogno di urlare. - disse con pacatezza una voce dalle loro spalle - Rende facilmente individuabili e vi sento benissimo.
Un rumore metallico dovuto alle lamiere sotto i loro piedi accompagnò la sua entrata in scena. Una figura femminile era seduta sopra a delle travi pericolanti qualche metro più in alto di loro e si era lasciata cadere alle loro spalle. Sembrava una ragazza molto giovane dai lunghi e fluenti capelli di colore violaceo. Il suo torso era decisamente scoperto, gli esili vestiti pieni di ghirigori in uno stile quasi barocco ne coprivano semplicemente i seni avvolgendo però il resto del busto e il collo. Dalla vita in giù, invece, la sua figura era coperta da una lunga gonna in tessuto viola che si adagiava sul terreno coprendone interamente le gambe. La sua pelle era pallida e il suo sguardo, illuminato dagli occhi blu quasi penetranti, era decisamente serio.
I vostri badge, prego. - aggiunse quindi muovendo un paio di passi verso di loro ed allungando la mano destra verso le loro figure con lo scopo di ricevere le carte che erano state assegnate ai due. Nel caso in cui i due aspiranti eroi le avessero fornito le loro carte identificative le avrebbe afferrate e, dopo averle passate nella mancina, le avrebbe poggiate su un polsino meccanico che cingeva la sua mano destra un po' come quando si passa una carta di credito per effettuare un pagamento. Dopo quell'operazione gliele avrebbe nuovamente restituite. Nel caso in cui non avessero accettato di dargliele beh, avrebbero semplicemente iniziato quell'esame nel peggiore dei modi possibili.
Una piccola tastiera olografica di colore bluastro prese forma dallo stesso bracciale illuminando leggermente l'area circostante. La figura femminile vi mosse agilmente le dita per un paio di secondi prima di alzare lo sguardo ai due.
Potete chiamarmi Knife. - disse quindi la ragazza gesticolando con la mancina - Come posso chiamarvi? - chiese, per poi strabuzzare leggermente gli occhi, muovendo lo sguardo su entrambi e squadrandoli dalla testa ai piedi. Dopo quel gesto si mise a digitare qualcos'altro sulla piccola tastierina digitale.
Ci tengo a specificare che l'esercitazione è già iniziata, comportatevi come fossimo già in pericolo. - aggiunse quindi, inclinando leggermente la testa verso sinistra mentre osservava i due. Molto probabilmente il bracciale che cingeva il polso di Knife, così aveva detto di volersi far chiamare, doveva essere lo strumento attraverso il quale la ragazza avrebbe espresso i suoi giudizi durante quell'esame.
La situazione era chiara, quindi: l'esame era iniziato, Knife svolgeva il ruolo del civile che necessitava di essere portato in salvo e quella doveva essere a conti fatti una simulazione realistica. Fino a che punto era difficile capirlo al momento, ciò che era certo era che per fare la migliore delle impressioni possibili avrebbero dovuto comportarsi come fosse un vero civile in pericolo. Fuori da quella sorta di fabbrica in disuso le fiamme imperversavano, vere o finte che fossero. Di fronte a loro si trovava quella che probabilmente un tempo equivaleva all'entrata del complesso, parzialmente coperta da qualche ammasso di cemento rotto. La prima scelta da fare sarebbe probabilmente stata capire come approcciare l'esterno decidendo il modo ottimale per uscire da quel palazzo distrutto.
Oh, giusto— la mappa. - riprese quindi la ragazza alzando l'indice destro a fianco al volto come avesse avuto un'intuizione. Mosse la mancina nelle tasche dell'ampia gonna estraendo due piccoli cerchietti neri simili a spille, con tanto di fibula per assicurarla a dei vestiti. Su di esse campeggiava un piccolo pulsantino di colore blu simile ad un neon. Premendolo si sarebbe rivelata una mappa olografica del luogo.❖ My life is like a knife, my knife is like a secret ❖CITAZIONEMappa incomprensibile in spoiler come al solito. Se avete domande sia su quella che sul post sapete come contattarmi. Il test è iniziato quindi buona fortuna.SPOILER (clicca per visualizzare). -
.Ryo Sasaki
. -
.A quanto pareva era proprio vero quel che si diceva: per quanto ci si possa preparare fisicamente e psicologicamente per qualcosa, ci sarà sempre qualcosa per cui non ci si è preparati. In quel momento Yoshito era pronto ad affrontare e a gestire qualsiasi cosa gli si sarebbe parato davanti, o almeno questo era ciò che pensava; quel giorno in particolare, aveva anche deciso di assumere un atteggiamento più serio ed audace, ma non si aspettava decisamente ciò che il cielo avesse in riserbo per lui.
Si, il cielo.
Perché fu letteralmente dall'alto che una figura decise di fare il suo ingresso in scena.
Arrivano!
Pensò girandosi verso il nuovo arrivo, rimanendo vigile e con la guardia alta; probabilmente si aspettava che fosse qualche minaccia. Si girò di scatto come un gatto ch'era stato preso di sorpresa, ormai aveva i nervi a fior di pelle dopo la sua esperienza all'aeroporto di Haneda, ed aguzzò la vista da dietro la visiera che ne celava gli occhi; rapido nello sguardo studiò l'estraneo nell'aspetto e nelle forme, ma fu in quel momento che si pentì di quella sua scelta.
Arrossì.
Girò la testa come se stesse facendo qualcosa di sbagliato, puntando lo sguardo lontano da quel che aveva appena visto. Tutta quell'aria di serietà e di professionalità che si voleva dare… Gli era bastato un istante per fallire nel mantenerla, reagendo con come il ragazzino che era.
Una ragazza aveva saltato giù da delle travi sulle loro teste, sfoggiando un abbigliamento aggressivo ed estremamente esposto, che lasciava ben poco all’immaginazione; la sconosciuta, con fare estremamente pacato e sicuro di sé, richiese i badge del duo prima di continuare, facendo intuire al ragazzo l’identità della persona appena arrivata.
Sarebbe LEI il civile che dovremmo salvare?
Insicuro su come comportarsi, cercò di non questionare troppo la situazione in quel momento e, ravanando freneticamente nella sue tasche, tirò fuori il badge e lo portò dalla ragazza dalla chioma violacea. Col capo rivolto altrove e chiaramente in disagio, il giovane porse il badge senza emettere fiato; se non avesse avuto il casco a coprirgli il volto, avrebbe sfoggiato un viso paonazzo per via dell’imbarazzo.
Passata la carta alla ragazza, mentre questa era impegnata ad identificarle sul bracciale che aveva al polso, con un movimento ad arco e diagonale che andava dalle spalle al suo petto, l’aspirante eroe si svestì del bianco haori che portava a mo’ di mantello e, allungando entrambe le braccia verso la sconosciuta, glielo porse, ancora incapace di concederle uno sguardo.
Tenete. Disse lui fallendo nel non sembrare imbarazzato. La prego di indossare "questo". Puntualizzò mentre apriva l’haori come se foste una vestaglia.
Fu molto conciso, anche perché non sapeva cosa dire; sperava che lo indossasse senza fare storie, l’avrebbe persino aiutata se glielo avesse concesso. In caso avesse obiettato, il ragazzo le avrebbe semplicemente replicato. La prego di fornirci la sua piena collaborazione. In questo momento la sua incolumità è una nostra responsabilità. E... Mmh... Era indeciso su come proseguire senza risultare offensivo o invadente. Nel suo attuale "stato" il suo corpo è privo delle adeguate "protezioni". Potrebbe dunque ferirsi o... Cercò al volo un'altra scusa che potesse convincerla. Prendersi un raffreddore! Ma era così agitato che non trovò molte opzioni che fossero adatte al caso.
Mai e poi mai, questo mattino, avrei potuto immaginare che mi sarei potuto trovare in una simil condizione!
Knife.
Fu questo il nome con cui si presentò la donzella in difficoltà, invitando poi i due a procedere a loro volta con le proprie presentazioni.
Il primo fu Ryo a prendere la parole, esponendo una presentazione che ben si sposava con il carattere del giovane: breve e concisa. Toccò dunque a Yoshito il momento di presentarsi e, nonostante le normali aspettative suggerirebbero l'arrivo di un'esibizione decisamente più teatrale e prolissa di quella del corvino, il ragazzo aveva ritrovato la compostezza posata di cui si era vestito quel giorno e, seguendo l'esempio del compagno, anche lui fu stringato con la sua presentazione -almeno per suoi standard-.
Sono Yoshito Amaterasu, studente della classe B del corso per eroi alla Yuuei Academy.
Si fece anche più composto quando Knife rivelò che la prova fosse già iniziata. Cercò di mostrarsi il più eroico che potesse. Se l'esame è già iniziato non posso permettermi di mostrarmi indeciso o impreparato. Dopotutto è compito degli eroi quello di rassicurare chi gli è attorno, attraverso le proprie azioni. La posa si fece dignitosa e volitiva, con la schiena retta e la mano sul fianco poggiato su una spada che non c'era; rimase persino in silenzio a differenza del suo solito, in quel momento pareva quasi la raffigurazione vivente dello stereotipo del samurai silente col capo coperto da una kasa, come lo si vede spesso nei film.
Peccato che in quel frangente, non avesse né spada né copricapo lì con sé.
Il "vestito" era pronto, ed ora non restava altro che decidere cosa fare; ma prima che i due potessero proseguire, Knife rubò un'ultima volta la scena e donò ai ragazzi una spilla a testa munita con pulsante blu. L'appuntò al suo petto e, dopo aver pigiato il relativo pulsante, sia Yoshito che il compagno poterono osservare un'ologramma azzurro di quella che sembrava essere una mappa della zona. Vi ringrazio. Rispose secco il ragazzo, ben conscio che quell'aiuto gli avrebbe decisamente facilitati nella gestione della situazione. Dopotutto, gli eroi non escono mai in missione senza un'adeguata preparazione.
Lo sguardo del giovane era adesso assorto nello studio di quella piantina ma, a differenza di Sasaki, non mantenne per sé la sua analisi, esponendo ad alta voce i suoi pensieri su come gestire la situazione. Così avrebbe evitato di ripetersi più volte.
Il percorso sembra alquanto articolato e pensato per farci scegliere tra differenti soluzioni. A piedi probabilmente ci metteremo un tempo non indifferente per giungere a destinazione, anche se penso che sia la via più sicura. Il tono del giovane era stentoreo ed autoritario. Tuttavia, sia entrambi equipaggiati con rapini ad eiezione. Personalmente ho già avuto esperienza in passato col trasporto di persona con suddetto equipaggiamento. Potremmo quindi optare per il percorso più breve, tagliando direttamente per i tetti dei palazzi se l'area esterna lo permette. Rimase assorto qualche istante di più rispetto al compagno ad analizzare la situazione. Nondimeno, suppongo che la soluzione non sarà semplice come sembra. Mi aspetto che l'area esterna sia stata disseminata con trappole o situazioni che ci costringeranno a deviare dal percorso ottimale. Sarà dunque necessaria una ricognizione... Prese una breve prima di continuare. Ma prima di ogni altra cosa, dobbiamo trovare un modo sicuro per abbandonare questo edificio. Sasaki, lascio a te il compito di perlustrare la zona.
Il soliloquio del ragazzo aveva molteplici scopi. Gli serviva per permettergli di organizzarsi col compagno, poteva fungere da rassicurazione per il civile e sfoggiava anche le capacità di analisi e di leadership del giovane dalla chioma di fuoco. Ryo, intanto, non aveva certamente bisogno delle parole del compagno per entrare in azione; ancor prima che Yoshito terminasse di parlare, aveva separato un suo occhio dalla sua orbita per mandarlo in perlustrazione. Il samurai rimase ad osservare per qualche istante il bulbo che volava per la stanza, ricordando la prima volta che glielo avesse visto fare, durante il loro esame d'ingresso assieme a quell'altro ragazzo di cui non ricordava più il nome.
Forza Sasaki. Dimostrami il tipo di eroe che aspiri a diventare.
Mentre Ryo esplorava, Yoshito si girò e si avvicinò lento alla ragazza.
Come lei stessa ha detto, la prova è già incominciata. È necessario quindi che io la tratti come se fosse veramente una civile in difficoltà.
Non si preoccupi, Knife-san. Le disse il ragazzo cercando di sembrare il più rassicurante possibile. La situazione è completamente sotto controllo. La porteremo in salvo in men che non si dica. La voce era calma e ponderata e decisamente più bassa rispetto al suo discorso di prima. Al momento il mio collega sta cercando un'uscita. Sono completamente fiducioso nelle sue capacità, quindi non si preoccupi. Siamo in buone mani. Le si fermò accanto, retto nella posa e con la mano sul fianco. E mentre lui cerca una via sicura da questo lui. Sarò io stesso ad assicurarmi la vostra protezione. Non esitate ad affidarmi a me se avete dubbi o timori in questa situazione.❖ HERO ≠ WARRIOR ❖
Lv [4] - F [085] - Q [110] - A [080+030] - P [2/4]Tecniche, Equipaggiamento & Status
©Status:IllesoEnergia:300/300Tecniche Usate:NesunaINVENTARIOTECNICHE PERSONALI:Yoroi (鎧) [Livello 2] [25 PE + 5 M]
Yoshito ha creato questa tecnica come tributo alle grandi armature della tradizione samurai. Essa permette di creare una protezione a piastre costituita da un materiale resistente ai danni, emulando quindi la funzione di un'armatura. La protezione può essere applicata sia su una superficie o oggetto sotto forma di scudo o direttamente su se stessi o un qualcuno con cui si è in contatto fisico, creando temporaneamente uno o più pezzi di un'armatura Yoroi in base all'area da proteggere.
Resistenza: Media.Hinokami (火の神) [Livello 2] [25 PE + 5 M]
Portando la sua mano verso il suo fianco come per toccare un fodero immaginario, Yoshito evoca un'arma da taglio a corto raggio (un tessen o una katana) la cui lama è costituita da un materiale, solitamente metallico, altamente infiammabile che si incendia a contatto con l'aria. Questa tecnica è un tributo, bensì sia una blanda imitazione, alla tecnica di famiglia che porta lo stesso nome; solitamente eseguita da emitter di fuoco e che consente di incendiare la propria arma per rendere più temibili i propri attacchi.
Danno/Effetto: Medio / Può applicare ustioni [Medie].
Extra: 5 PE in meno se attivata dopo Ōdachi.Ōdachi (大太刀) [Livello 2] [40 PE + 5 M]
Portando entrambe le mani dietro il fianco destro come per nasconderle, Yoshito materializza un'arma da taglio la cui lunghezza è celata alla vista. Il giovane samurai, continuando a generare materia all'interno dell'arma, produce una lama flessibile ed allungabile che si estende istantaneamente nella direzione in cui è puntata; mentre si allunga, la lama può essere curvata per correggerne la direzione. La tecnica permette di effettuare attacchi a sorpresa a distanza se puntata verso un nemico o, se puntata verso il pavimento o un muro, di sollevare il ragazzo dal suolo e trascinarlo in una direzione specifica, permettendogli di raggiungere un punto normalmente non raggiungibile.
Danno: Medio.
Raggio: 3 metri.
Extra: 5 PE in meno se attivata dopo Hinokami (ma le fiamme sulla spada si estinguono).Kusarigama (鎖鎌) [Livello 2] [25 PE + 5 M]
Eseguendo un movimento ad arco verso l'esterno di entrambe le mani, Yoshito materializza tra le sue mani una kusarigama di colore nero. L'arma è composta da un kama, un falcetto con una lama curva lunga 60 centimetri che appare nella sua mano destra, il quale è collegato alla mano sinistra dal kusari, una resistente catena d'acciaio ad anelli che consente di aumentare la gittata dell'arma, alla cui punta è collegato un manico in acciaio come contrappeso. Ciò consente di poter gestire l'arma con maggiore libertà e di poterla recuperare una volta lanciata.
La kusarigama può essere utilizzata in mischia per attacchi diretti a corto-medio raggio, usandola come normale arma bianca o lanciandola verso un bersaglio dal kama o dal contrappeso e recuperandola tramite la catena; in alternativa, lanciandola dal manico in acciaio alla sua estremità, può essere usata per immobilizzare un bersaglio avvolgendolo con la catena.
Danno/Effetto: Medio / Può limitare temporaneamente i movimenti nemici.
Raggio: 3 metri.Enmaku (煙幕) [Livello 2] [25 PE]
Stringendo la mano in un pugno, Yoshito materializza nel suo palmo una polvere nera che può essere lancia o soffiata via direttamente nello stato particellare, o addensa in una piccola sfera del medesimo colore che esplode al contatto. Se lanciata, la sfera di polvere conflagra in una cortina di fumo nero che ricopre l'area nel punto della deflagrazione; essa può accecare gli avversari e occultare il ragazzo alla vista di quest'ultimi, rendendolo più difficile da individuare e permettendogli di celare i suoi attacchi. La polvere è formata da un composto infiammabile che, se acceso, incendia l'area di impatto e causa ustioni a coloro che si trovano nel suo raggio d'azione. La nube permane nell'area per un numero di turni pari al livello della tecnica anche dopo che è stata innescata.
Effetto: Accecamento / Occultamento o Ustioni Medie (Se innescata).
Raggio: 3 metri.
Durata: 2 turni.EQUIPAGGIAMENTO:ADAPTIVE SUIT [Costume]
Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Il modello base è completamente di colore nero, con qualche rifinitura colorata, e compatibile con una moltitudine di accessori e gadget. Sulla schiena campeggia il simbolo del dipartimento di supporto della famosa scuola per eroi.
Effetto: Resistenza danni lievi.
Peso: [0].
Durata: Permanente.HELMET [Accessorio costume]
Copricapo protettivo, facente parte dell'equipaggiamento individuale, realizzato in materiale resistente agli urti e usato sia in ambito sportivo sia nel mondo del lavoro, allo scopo di preservare la testa da impatti improvvisi. Pur derivando chiaramente dall'elmetto, si distingue per essere stato concepito ed essersi tecnicamente evoluto in funzione di proteggere la testa dagli effetti dell'impatto di un corpo in velocità contro oggetti generalmente fermi e non viceversa.
Effetto: Protegge da danni medi alla testa.
Peso: [0].
Durata: Permanente.ELECTRIC BOOSTER [Supporto]
WIDE ARROW [Supporto]
Questo dispositivo sembra a tutti gli effetti una vera e propria cintura molto massiccia. In realtà si tratta di una combinazione di un filo con un rampino a forma di freccia attaccato all'estremità, che può essere attivato premendo un piccolo bottone laterale. La corda è molto spessa e resistente al taglio, ed è lunga venti metri. Viene sparata solo in linea retta, ed è dotata di un sistema automatico riavvolgibile. Ciò gli permette di conficcarsi in qualsiasi superficie non metallica, permettendo a chi la usa di percorrere grandissime distanze in poco tempo e di raggiungere superfici altrimenti fuori portata. È utilizzata soprattutto durante dagli studenti durante gli allenamenti in terreni pseudo distrutti o dissestati.
Effetto: Utilizzabile come rampino o fune. [+10 in Agilità].
Peso: [1].
Durata: 1/3 Role.BUCKLER [Difensivo]
Un piccolo scudo circolare, con un diametro massimo di 45 centimetri, peso tra 1 e 1.5 chilogrammi, realizzato in metallo, impugnabile con una maniglia antiscivolo. Per via delle sue piccole dimensioni, è poco adatto a proteggere dai proiettili o quirk ad ampia gittata, ma è molto utile per difendere la mano ed il braccio, parare attacchi in mischia e intrappolare l'arma nemica: è dopotutto uno strumento leggero e maneggevole, peraltro impiegabile anche come una specie di tirapugni (o addirittura un'arma da lancio), benché questo non sia il suo ruolo primario. Il design è personalizzabile.
Effetto: Protegge da danni lievi (solo armi bianche o provviste di lame).
Peso: [1].
Durata: Permanente.. -
.knife,● LIVE Inc ● ART ●Knife inclinò di lato il capo quasi confusa alla reazione dei due ragazzi, specialmente quando quello dai capelli chiari le porse un pezzo di stoffa da indossare. Era abbastanza disorientata da ciò che stava accadendo: era una questione morale o era davvero preoccupato per il suo benestare? Nel primo caso si sarebbe dovuta sentire profondamente offesa dato che il ragazzo aveva implicitamente sottolineato che secondo lui quel vestiario non era idoneo, quasi come se - in una situazione di pericolo diversa - avrebbe potuto utilizzarlo per dirle "te la sei cercata", e quello era tutt'altro che rassicurante. Gli eroi dovevano essere disposti a salvare chiunque senza giudicare, anche dei pericolosi criminali se la situazione lo richiedeva. Nel secondo caso invece si chiedeva se davvero quel semplice capo di vestiario sarebbe in alcun modo servito a proteggerla e non avrebbe semplicemente aggiunto superficie infiammabile. Vista la situazione focosa in cui si trovavano difficilmente il suo problema sarebbe stato un raffreddore l'indomani, poco ma sicuro.
Decise che avrebbe continuato a riflettere sul significato di quelle parole ma, nel mentre, indossò il capo di vestiario come richiesto. Lo scopo dell'esercitazione, in fondo, era proprio di testare le loro capacità e le loro decisioni.
Tutto regolare, vi ringrazio. - rispose quindi alla domanda dell'altro ragazzo, sollevando la pesante manica del nuovo indumento per ottenere di nuovo controllo sul suo dispositivo di valutazione, digitandovi qualcosa. I due di cui ora conosceva i nomi, e aveva accennato un inchino alle loro presentazioni, avevano un modo decisamente diverso di porsi l'uno dall'altro. Colloquiale uno, rigido l'altro. Entrambi avevano dei punti di forza e dei punti deboli: se da un lato sentirsi appellare con rispetto era decisamente piacevole, anche l'essere trattati quasi come dei conoscenti era particolarmente rassicurante in una situazione di pericolo. Avrebbe continuato ad analizzare i loro modi di porsi senza esprimere un giudizio almeno per il momento.
Dopo una lunga, lunga, decisamente troppo lunga disamina della situazione Knife rimase sola col ragazzo dai capelli chiari. L'altro aveva deciso di dare un'occhiata alla situazione e lei decise comunque di tenerlo d'occhio, almeno per quanto possibile. Era sempre ottimo riuscire a sfruttare le proprie capacità non solo per la forza bruta ma anche per ottenere informazioni o andare in ricognizione, quindi quello gli faceva decisamente guadagnare punti. Quanto al resto, al momento aveva visto decisamente poco della sua unicità per poterlo giudicare, perlopiù da lontano. Avrebbe rimandato quel giudizio a tempo debito ma, per ora, l'impressione era positiva. Bisognava capire con quali e quante informazioni sarebbe poi tornato indietro.
Nel frattempo l'altro ragazzo stava facendo del suo meglio per tranquillizzarla, pur senza alcun contributo utile alla situazione. Da come parlava però sembrava i due avessero un qualche tipo di conoscenza e quindi fosse legittimo dividersi i compiti. Sentendo la sua ultima frase, però, Knife non si fece scappare l'occasione.
Avrei un dubbio, sì. - disse quindi, voltando lo sguardo dal suo compagno al ragazzo con cui stava parlando - Non pensate che frasi tipo "il percorso sembra pensato" o "mi aspetto che..." sminuiscano la situazione? - domandò quindi lui - Vi ho esplicitamente chiesto di comportarvi come fossimo in pericolo. Non c'è nessuna pianificazione là fuori, solo un quartiere in fiamme. - aggiunse, per poi dare un colpetto al suo bracciale e preparare le dita sulla tastiera olografica, pronta ad annotarsi l'eventuale risposta. Quella che poteva sembrare una frecciatina o una risposta piccata era in realtà una genuina curiosità: era certamente difficile immedesimarsi in una situazione simile, ma era ciò che il test richiedeva. Non bisogna mai sottovalutare la situazione in cui ci si trova, indipendentemente da quanto sembra facile. Anche l'eroe numero uno ferma degli scippi ogni tanto, ma il fatto che vada in giro a catturare dei super-criminali il resto dei giorni non significa possa prendere sotto gamba quelle altre situazioni considerate meno pericolose.
Nel frattempo l'occhio dell'altro ragazzo fluttuava in aria osservando la situazione circostante. Le fiamme in quella specie di spiazzo erano intense ma molto isolate, probabilmente non sarebbe stato particolarmente rischioso attraversarle. Certo, col fatto che l'edificio di partenza fosse racchiuso in quella struttura quadrata era pressoché impossibile al momento osservare tutto il resto del territorio almeno finché non avrebbero raggiunto il cancello che congiungeva la struttura alla prima grande via aperta, superati i due piccoli edifici presenti all'interno dello spiazzo che sembravano delle specie di piccoli garage o magazzini. Osservando la struttura dall'esterno avrebbe potuto notare che dei piani superiori non rimaneva che l'ossatura sotto forma di travi di metallo piegate qua o là e oltre al secondo piano non si trovava praticamente più nulla. Considerato questo, quel posto era probabilmente molto pericoloso e sarebbe potuto crollare da un momento all'altro. L'uscita era, come detto, occultata da delle travi e delle macerie. Gli altri punti di contatto con l'esterno erano le varie finestre infrante e disseminate di appuntite schegge di vetro.
Le fiamme all'esterno erano lontane minimo una decina di metri e comunque facilmente evitabili nel percorso fino al cancello che congiungeva lo spiazzo alla grande via. Stava a loro decidere se provare a liberare una delle possibili uscite improvvisate o tentare la fortuna, rimanendo ancora all'interno dell'edificio alla ricerca di un'ipotetica uscita di sicurezza o qualcosa di simile: sfortunatamente la mappa in dotazione non era così dettagliata.❖ My life is like a knife, my knife is like a secret ❖CITAZIONESpero che sia tutto chiaro. Se volete avventurarvi all'esterno, mantenendoci nel regno dell'ipotetico dal momento in cui scegliete l'uscita, potete giungere senza problemi fino al cancello che congiunge il rettangolo in cui vi trovate con l'esterno, io poi valuterò il tentativo e la sua riuscita.. -
.Ryo Sasaki
. -
.Per fortuna del ragazzo, la signorina Knife non fece troppe storie.
Con un'espressione scettica, o per lo meno confusa, la donzella si piegò al volere del suo salvatore ed indossò l'indumento bianco che l'era stato donato.
Pfiù...
All'interno del casco e celato da quest'ultimo, Yoshito sbuffò un silente sospiro di sollievo, grato che la sua richiesta fosse andata a buon fine; un tentativo di galanteria non perfettamente riuscito e che, in verità, celava in parte un secondo fine un po' egoista da parte dello studente; era vero che l'abbigliamento della ragazza lo distraeva e forse un po' lo disturbare, non perché vi fosse malizia o lussuria negli occhi del ragazzo, né tanto meno un pensiero retrogrado o misogino, ma era semplicemente a causa della sua mente ancora inesperta ed infantile.
Dopotutto Yoshito aveva solo sedici anni e viveva in un contesto familiare alquanto chiuso e protettivo; per quanto si atteggiasse da uomo maturo e vissuto, era solo un ragazzino ed una frana senza alcuna esperienza col gentil sesso.
Dopo ch'ebbe terminato il suo soliloquio strategico e mentre era ancora volto verso il compagno, Knife, alle spalle di Yoshito, interrogò ragazzo sulle parole che aveva appena pronunciato, alludendo che non stesse prendendo seriamente o minimizzazione la situazione. Probabilmente non riteneva naturale, in un contesto reale, un simile modo di fare e pensare.
La verità è che Knife non poteva sapere quanto fosse innaturale Yoshito Amaterasu, e che in realtà fosse normale quel sul irregolare modo di fare. Solo chi lo conoscenza, come Ryo ad esempio, poteva comprenderlo... E forse nemmeno loro...
Comprendo le vostre perplessità Knife-san, ma mi permetta di dissentire con lei per ben due motivi. Senza nemmeno girarsi verso il suo interlocutore, Yoshito iniziò a parlare continuando a darle le spalle, troppo concentrato a mantenere il suo sguardo rivolto verso il compagno. Al momento non ci è noto quali siano le cause della situazione attuale, né quale sia la situazione all'esterno.
Per quanto ne possiamo sapere, questo incendio potrebbe essere stato causato dall'attacco terroristico di un numero a noi non noto di villain, anziché la conseguenza di un incidente o un evento naturale. Il tono di voce era calmo e ponderato, non era stizzito da quelle accuse velate, ma era troppo concentrato per sfoggiar un tono meno serio e più colorato. Le informazioni in nostro possesso sono scarne e dunque dobbiamo è nostro obbligo muoverci con cautela e di conseguenza. Preferisco prepararmi per il peggiore degli scenari che farmi trovare un'altra volta impreparato…
Con un tono che per un istante risuonò amareggiato, un po' si pentì d'essersi lasciato sfuggire quell'ultima parte; la sconfitta ricevuta ad Haneda ancora un po' gli bruciava e ancora non si perdonava l'incapacità che mostrò quel giorno. Ancora ad oggi gli effetti della sua debolezza eran ancora tangibili e Yoshito colpevolizzava unicamente sé stesso, per i risultati ottenuti quel giorno; per questo, e non solo, quel giorno si mostrava così diverso dal solito.
In secondo luogo... Precisò riprendendo a parlare È mio dovere informare il mio compagno delle intenzioni e pensieri per poter coordinare meglio le nostre azioni.
Per lo stesso motivo, Sasaki-kun ti invito a far lo stesso. Disse rivolgendosi verso Ryo. A differenza del compagno, il giovane samurai si mantenne più formale nel rivolgersi verso di lui. Se dobbiamo considerare questa situazione come reale, non possiamo lasciarci condizionare dall'idea di essere sotto esame.
Non posso esserti utile se non so cos'hai in mente. Scandì quelle parole con maggior forza, come se volesse rimarcare verso l'altro il soggetto della sua discussione.
Mantenne il silenzio solo per pochi istanti, dopodiché terminò il suo discorso rivolgendo nuovamente verso Knife. Quindi perdonatemi se le mie parole possano suonarvi diminutive o presuntuose. Ma vi prego di credermi sulla parole quando affermo che il sotto scritto sta prendendo molto seriamente la nostra situazione.
E mentre Yoshito terminava il suo secondo soliloquio, l'occhio di Ryo rientrava dalla sua esplorazione verso l'esterno, passando dunque al corvino le redine della discussione. Dopo tutto quel parole, il biondo ascoltò in religioso silenzio il resoconto dell'altro; la faccia era in parte celata dalla maschera del casco ma, attraverso essa, l'espressione di Yoshito era corrucciata ed estremamente seria.
Ricevuto. Si limitò a rispondergli con un cenno del capo, abbandonando il civile alle cure del compagno
Senza ulteriori indugi o parole spese a vuoto, il ragazzo si diresse verso una delle finestre; erano molte e per fortuna tutte al pian terreno, abbastanza in basse da poterle persino scavalcare. Avrebbe scelto quella, attraverso la quale, le fiamme risultavano più basse e gestibili per la loro fuga.
È il momento di mettersi all'opera.
Pensò mentre congiungeva la parte destra del suo pugno mancino, con il palmo aperta dell'altra; in quella posizione, tra le mani si creò un bagliore e, la mancina, iniziò a tirar fuori una catena dal palmo della destra, che iniziò a srotolar per terra. Non avendo dalla sua il suo haori, la sua solita fonte di materiale, dovette far ricorso ai lipidi presenti nel suo stesso corpo come carburante per la sua creazione.
La procedura richiese mezzo minuto e terminò quando un falcetto venne tirato fuori dalla mano.
Aveva creato una Kusarigama grazie alla quale, sfruttandola dal lato del contrappeso, rimosse tutti i frammenti di vetro rimasti sulla finestra scelta, infrangendoli verso l'esterno; dopodiché, usando la lama del falcetto, avrebbe cercato di rimuovere i residui di vetro rimasti sull'infisso del cornicione.
Ho creato un passaggio, possiamo uscire da questa finestra.
Se non ci fossero state sorprese o imprevisti in quella sua operazione, avrebbe scavalcato la finestra per posizionarsi all'esterno; da qui avrebbe potuto supportare gli altri due nella loro uscita verso il cortile e, per puro eccesso di sicurezza e meticolosità, decise di raggruppare e poggiare la catena della sua arma, sul cornicione della finestra per coprire eventuali frammenti di vetro sfuggiti alla sua pulizia.❖ HERO ≠ WARRIOR ❖
Lv [4] - F [085] - Q [110] - A [080+030] - P [2/4]Tecniche, Equipaggiamento & Status
©Status:IllesoEnergia:275/300Tecniche Usate:KusarigamaINVENTARIOTECNICHE PERSONALI:Yoroi (鎧) [Livello 2] [25 PE + 5 M]
Yoshito ha creato questa tecnica come tributo alle grandi armature della tradizione samurai. Essa permette di creare una protezione a piastre costituita da un materiale resistente ai danni, emulando quindi la funzione di un'armatura. La protezione può essere applicata sia su una superficie o oggetto sotto forma di scudo o direttamente su se stessi o un qualcuno con cui si è in contatto fisico, creando temporaneamente uno o più pezzi di un'armatura Yoroi in base all'area da proteggere.
Resistenza: Media.Hinokami (火の神) [Livello 2] [25 PE + 5 M]
Portando la sua mano verso il suo fianco come per toccare un fodero immaginario, Yoshito evoca un'arma da taglio a corto raggio (un tessen o una katana) la cui lama è costituita da un materiale, solitamente metallico, altamente infiammabile che si incendia a contatto con l'aria. Questa tecnica è un tributo, bensì sia una blanda imitazione, alla tecnica di famiglia che porta lo stesso nome; solitamente eseguita da emitter di fuoco e che consente di incendiare la propria arma per rendere più temibili i propri attacchi.
Danno/Effetto: Medio / Può applicare ustioni [Medie].
Extra: 5 PE in meno se attivata dopo Ōdachi.Ōdachi (大太刀) [Livello 2] [40 PE + 5 M]
Portando entrambe le mani dietro il fianco destro come per nasconderle, Yoshito materializza un'arma da taglio la cui lunghezza è celata alla vista. Il giovane samurai, continuando a generare materia all'interno dell'arma, produce una lama flessibile ed allungabile che si estende istantaneamente nella direzione in cui è puntata; mentre si allunga, la lama può essere curvata per correggerne la direzione. La tecnica permette di effettuare attacchi a sorpresa a distanza se puntata verso un nemico o, se puntata verso il pavimento o un muro, di sollevare il ragazzo dal suolo e trascinarlo in una direzione specifica, permettendogli di raggiungere un punto normalmente non raggiungibile.
Danno: Medio.
Raggio: 3 metri.
Extra: 5 PE in meno se attivata dopo Hinokami (ma le fiamme sulla spada si estinguono).Kusarigama (鎖鎌) [Livello 2] [25 PE + 5 M]
Eseguendo un movimento ad arco verso l'esterno di entrambe le mani, Yoshito materializza tra le sue mani una kusarigama di colore nero. L'arma è composta da un kama, un falcetto con una lama curva lunga 60 centimetri che appare nella sua mano destra, il quale è collegato alla mano sinistra dal kusari, una resistente catena d'acciaio ad anelli che consente di aumentare la gittata dell'arma, alla cui punta è collegato un manico in acciaio come contrappeso. Ciò consente di poter gestire l'arma con maggiore libertà e di poterla recuperare una volta lanciata.
La kusarigama può essere utilizzata in mischia per attacchi diretti a corto-medio raggio, usandola come normale arma bianca o lanciandola verso un bersaglio dal kama o dal contrappeso e recuperandola tramite la catena; in alternativa, lanciandola dal manico in acciaio alla sua estremità, può essere usata per immobilizzare un bersaglio avvolgendolo con la catena.
Danno/Effetto: Medio / Può limitare temporaneamente i movimenti nemici.
Raggio: 3 metri.Enmaku (煙幕) [Livello 2] [25 PE]
Stringendo la mano in un pugno, Yoshito materializza nel suo palmo una polvere nera che può essere lancia o soffiata via direttamente nello stato particellare, o addensa in una piccola sfera del medesimo colore che esplode al contatto. Se lanciata, la sfera di polvere conflagra in una cortina di fumo nero che ricopre l'area nel punto della deflagrazione; essa può accecare gli avversari e occultare il ragazzo alla vista di quest'ultimi, rendendolo più difficile da individuare e permettendogli di celare i suoi attacchi. La polvere è formata da un composto infiammabile che, se acceso, incendia l'area di impatto e causa ustioni a coloro che si trovano nel suo raggio d'azione. La nube permane nell'area per un numero di turni pari al livello della tecnica anche dopo che è stata innescata.
Effetto: Accecamento / Occultamento o Ustioni Medie (Se innescata).
Raggio: 3 metri.
Durata: 2 turni.EQUIPAGGIAMENTO:ADAPTIVE SUIT [Costume]
Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Il modello base è completamente di colore nero, con qualche rifinitura colorata, e compatibile con una moltitudine di accessori e gadget. Sulla schiena campeggia il simbolo del dipartimento di supporto della famosa scuola per eroi.
Effetto: Resistenza danni lievi.
Peso: [0].
Durata: Permanente.HELMET [Accessorio costume]
Copricapo protettivo, facente parte dell'equipaggiamento individuale, realizzato in materiale resistente agli urti e usato sia in ambito sportivo sia nel mondo del lavoro, allo scopo di preservare la testa da impatti improvvisi. Pur derivando chiaramente dall'elmetto, si distingue per essere stato concepito ed essersi tecnicamente evoluto in funzione di proteggere la testa dagli effetti dell'impatto di un corpo in velocità contro oggetti generalmente fermi e non viceversa.
Effetto: Protegge da danni medi alla testa.
Peso: [0].
Durata: Permanente.ELECTRIC BOOSTER [Supporto]
WIDE ARROW [Supporto]
Questo dispositivo sembra a tutti gli effetti una vera e propria cintura molto massiccia. In realtà si tratta di una combinazione di un filo con un rampino a forma di freccia attaccato all'estremità, che può essere attivato premendo un piccolo bottone laterale. La corda è molto spessa e resistente al taglio, ed è lunga venti metri. Viene sparata solo in linea retta, ed è dotata di un sistema automatico riavvolgibile. Ciò gli permette di conficcarsi in qualsiasi superficie non metallica, permettendo a chi la usa di percorrere grandissime distanze in poco tempo e di raggiungere superfici altrimenti fuori portata. È utilizzata soprattutto durante dagli studenti durante gli allenamenti in terreni pseudo distrutti o dissestati.
Effetto: Utilizzabile come rampino o fune. [+10 in Agilità].
Peso: [1].
Durata: 1/3 Role.BUCKLER [Difensivo]
Un piccolo scudo circolare, con un diametro massimo di 45 centimetri, peso tra 1 e 1.5 chilogrammi, realizzato in metallo, impugnabile con una maniglia antiscivolo. Per via delle sue piccole dimensioni, è poco adatto a proteggere dai proiettili o quirk ad ampia gittata, ma è molto utile per difendere la mano ed il braccio, parare attacchi in mischia e intrappolare l'arma nemica: è dopotutto uno strumento leggero e maneggevole, peraltro impiegabile anche come una specie di tirapugni (o addirittura un'arma da lancio), benché questo non sia il suo ruolo primario. Il design è personalizzabile.
Effetto: Protegge da danni lievi (solo armi bianche o provviste di lame).
Peso: [1].
Durata: Permanente.. -
.knife,● LIVE Inc ● ART ●Mentre il ragazzo dai capelli scuri osservava l'esterno con l'ausilio della sua unicità, Knife ascoltava le parole dell'altro intento a rispondere alla sua domanda. Se da un lato i suoi ragionamenti filavano ed erano convincenti dall'altra parte non risolvevano il problema. E' ovvio: analizzare una situazione e discuterne è sempre meglio che agire d'istinto. Beh, quasi sempre considerando che esistono anche situazioni in cui bisogna agire in fretta, ma è un altro discorso. La vita è fatta di sfaccettature e non sempre dire qualcosa di giusto significa anche essere nel giusto. Knife osservava il suo bracciale onestamente un po' confusa su cosa scrivere sul suo tastierino olografico.
Mentre ragionava sul da farsi, l'altro ragazzo si avvicinò facendo il punto della situazione. Non aveva ben capito come aveva ottenuto quelle informazioni ma erano fondamentalmente corrette riscontrandole coi dati in suo possesso. La scelta delle più veloci ma più rischiose finestre come via d'uscita rispetto al portone d'entrata coperto dalle macerie doveva significare fondamentalmente che i due non avevano un'unicità utile nello spostare dei grandi pesi. Se quello dai capelli scuri aveva mostrato la sua ma troppo lontano dall'esaminatrice poiché lei potesse osservarla, ma doveva forse trattarsi di un qualche tipo di unicità di percezione, quello che le aveva offerto l'haori non ne aveva ancora dato dimostrazione, dedicandosi fino ad allora solamente al parlare con lei.
Terminato il resoconto dello studente della UA ma prima che potesse proporre il da farsi per raggiungere la via d'uscita, Knife cercò di introdursi nel discorso per porre loro una domanda, diretta appunto ad entrambi.
Ciò che dite è corretto, Yoshito Amaterasu. - prese quindi parola osservando i due - Ma il fatto che voi possiate e dobbiate ragionare e comunicare non significa che chi è con voi debba farlo a sua volta. Credo che un comportamento simile non possa che aumentare l'ansia in una persona in attesa di essere tratta in salvo. - aggiunse quindi portando la mano libera al mento, accarezzandolo come in atteggiamento riflessivo - Vi pongo quindi una domanda... Rispondete individualmente. - disse quindi - Com'è più corretto comunicare con una persona che deve essere portata in salvo, con la cruda realtà o con dolci bugie?
E' necessario che un civile sappia tutto riguardo alla situazione in cui si trova o è lecito mentire per una buona causa? Una vittima deve sapere di trovarsi nel mezzo di un attacco terroristico o è corretto che creda di essere vittima di una fuga di gas? Se un uomo in fin di vita continua a ripetere di non voler morire è corretto mentire e dirgli che ce la farà e che verrà portato in salvo? Rispondendo alla domanda di Knife il ragazzo dai capelli chiari aveva mostrato una fortissima vulnerabilità ammettendo di non avere informazioni su quanto accaduto: difficilmente una frase simile sarebbe in grado di rassicurare un civile in pericolo. Probabilmente non esisteva una risposta corretta ed una errata a quel quesito, che serviva infatti a farsi un'idea di loro e per quello richiedeva una risposta personale.
Giunti quindi in prossimità delle finestre, probabilmente dopo una risposta o forse prima qualora anch'essa avesse richiesto troppe argomentazioni per evitare di essere coinvolti nel crollo dell'edificio, il giovane che le aveva donato il pezzo di vestiario sembrò tirare fuori un'arma dal proprio palmo destro per poi proseguire a ripulire i bordi della finestra scelta per la fuga, certamente l'opzione corretta in quella situazione che l'esaminatrice non mancò di segnare sul suo bracciale. Fatto ciò i due - o perlomeno il moro - sembravano del tutto intenzionati a scortarla fuori manualmente.
U-umh. - Knife spostò lo sguardo quasi imbarazzata capendo ciò che avevano intenzione di fare - Non credo ci riuscirete, ma se ci tenete così tanto... - se i due avessero quindi provato a sollevarla sfruttando l'haori avrebbero notato che il suo corpo era decisamente, decisamente, decisamente pesante, sopra il centinaio di chilogrammi. Poteva trattarsi della sua unicità ma difficilmente indagare sulla questione con una ragazza sarebbe potuta essere considerata la mossa giusta. In ogni caso i tre si sarebbero trovati fuori dall'edificio, vuoi con un enorme sforzo di lavoro di squadra, vuoi arrendendosi e lasciandola semplicemente uscire da sola una volta ripulita la finestra dai cocci di vetro. Attraversarono quindi quello spiazzo in tutta sicurezza giungendo fino al cancello. In un fragoroso rumore, l'edificio dove si trovavano fino a poco prima collassò su sé stesso alle loro spalle: la prima prova era stata superata.
Fuori dal cancello si trovava alla loro destra un altro edificio industriale alto poco più di quattro metri ma dalle finestre sbarrate con delle travi di metallo. Poco oltre delle mura in mattoni circondavano quel secondo enorme spiazzo ben visibile sulla loro mappa bluastra: sembrava possibile accedervi dalla destra di quell'enorme via che si apriva di fronte a loro. Le mura erano alte cinque o sei metri e coprivano interamente gli edifici che circondavano, impedendo quindi di saggiarne le condizioni a meno che non si raggiungesse il cancello d'entrata. Quelli in lontananza al termine della lunga via, invece, erano tutto sommato ancora interi o comunque in condizioni migliori della fabbrica che avevano appena lasciato ma erano interamente a fuoco.
La strada, in mattoni e inumidita qui o là da pozzanghere nere e sporche, si estendeva per un paio di centinaia di metri fino a giungere a quegli edifici che obbligavano poi a svoltare a destra, almeno secondo la mappa. Il primo cancello d'accesso allo spiazzo circondato dalle mura era a circa cinquanta metri da loro sulla destra. Bisognava quindi decidere quale percorso adottare per giungere all'uscita. L'esame non pareva essere a tempo, quindi non era obbligatorio scegliere la via più veloce o ragionare nell'ottica di evadere il prima possibile.❖ My life is like a knife, my knife is like a secret ❖CITAZIONESpero sia tutto chiaro e comprensibile, altrimenti chiedete e posso provare a segnalarvi meglio le cose sulla mappa.. -
.Ryo Sasaki
. -
.Pensava di essere stato esaustivo con il suo discorso… Pensava che almeno quel giorno si sarebbe potuto risparmiare i suoi soliti monologhi…
Purtroppo, pensava male.
Celato dal casco, un sospiro seccato fuoriuscì spontaneo dal ragazzo. Dovrebbe essere una "reale situazione di pericolo", invece siam qui a sprecar momenti preziosi, dietro della filosofia e delle insinuazioni. Era nervoso. Si sentiva quasi sotto accusa, costretto in un interrogatorio senza che vi fosse stato un crimine. Sebbene di solito fosse il primo tra gli oratori, questo suo modo d'agire era completamente opposto quando era "in azione". Un eroe non dovrebbe giustificare le proprie scelte attraverso le parole. Sono le sue azioni a decretare la giustizia delle sue gesta. Questo avrebbe voluto dirle, ma si trattenne.
Ad esser sinceri, non voleva risponderle e forse non l'avrebbe fatto se non fosse stato per l'intervento del compagno.
Ryo fu alquanto conciso e diretto con le parole e Yoshito non poté non far altro che manifestare la propria approvazione attraverso delle leggere flessioni del capo.
Soltanto un villain vive di assoluti.
Aggiunse lui con tono severo e senza voltarsi verso gli altri due.
Verità e menzogna sono strumenti e come tali vanno usati. Pertanto, il sottoscritto, preferisce affidarsi al proprio intuito e opinioni personali, per valutare quale delle due opzioni sia più consona usare in base alla persona che si trova davanti. E in questo caso... Porse dunque le proprie parole verso chi aveva posto la domanda, girando con tutto il corpo e puntandolo verso Knife. L'istinto di costui gli suggerisce che chi ha davanti, è una persona che è più che in grado di sopportare la verità. E con cui, una comoda menzogna, potrebbe comportare più scapiti che vantaggi.
Se tuttavia la mia supposizione è inesatta, vi chiedo venia per il mio ardire e tenterò di correggere il mio errore.
Dopodiché, dandole le spalle e dirigendosi verso la finestra, chiuse la sua risposta con un'ultima frase, prima di generare una kusarigama dal suo palmo. Adesso, se non vi son altre domande, affretterei le nostra fuga prima questo posto ci crolli sulla testa.
Liberata la finestra da cocci e detriti, Yoshito uscì all'esterno in attesa degli altri due per fornirgli assistenza. Rimase in attesa senza mai cedere la sua vigilanza. Potrebbero esserci minacce nei dintorni. Meglio mantener la guardia alta. Osservando il tentativo vano del compagno, di fornir il proprio supporto al civile che dovevano trarre in salvo. Se non conoscessi Ryo Sasaki avrei potuto anche questionare le sue capacità, ma non è questo il caso. Trovo alquanto anomalo che non sia in grado di sollevarla. Che vi sia più di ciò che vediamo dietro questa ragazza? Un dettaglio che osservò ma che in quel momento decise di non pesare; erano lì per compiere il proprio dovere e non per dare il proprio parere sul peso di una donzella.
Ignorò il disagio sfoggiato da Ryo, anche se trovò divertente vederlo arrossire per la prima volta, e sopprimendo un sorriso, si rivolse verso il duo con la sua solita voce stentorea.
Forza, sbrighiamoci.
Esclamò autoritario mentre cercava di aiutare gli altri due mentre scavalcavano il muretto, ma una nota di preoccupazione ne tradì il tono; per quanto fosse una mera simulazione, era comunque impensierito dalle fiamme e dallo stato dell'edificio.
Mi sentirò al sicuro solo una volta che ci saremo allontanati da questo posto.
Finalmente erano fuori, nel cortile esterno, e fu proprio in quegli istanti che l'edificio da cui era appena evacuati, crollò davanti ai suoi occhi quasi a voler confermare le preoccupazioni del ragazzo. Non so se fosse un evento programmato oppure no. Ma se avessimo perso ulterior tempo in quel luogo, a quest'ora saremmo stati sepolti vivi.
Ammonì mentalmente Knife e le sue domande puerili, ma sapeva bene che se avesse voluto cercare un colpevole per tutto quel tempo perso, gli sarebbe bastato guardarsi allo specchio.
Tuttavia, al momento non v'era né il tempo per colpevolizzarsi né per rilassarsi; la prova era ancora in corso e finché non avessero portato il civile in salvo, non si sarebbe potuti definire al sicuro.
Yoshito premette il pulsante azzurro sulla spilla che aveva appuntata al petto ed iniziò a guardarsi attorno per studiare i dintorni e confrontarli con la mappa che aveva difronte. Cercò di orientarsi, girandosi su sé stesso come una bussola che cerca il Nord. Ok, se noi ci troviamo qui... La strada migliore dovrebbe essere questa... Hmm... Puntando il dito sull'ologramma e tracciando linee su di esso, il giovane cercava di ragionare su quale fosse il miglior approccio da intraprendere da quel momento.
Ma l'iniziativa di Sasaki lo anticipò nei fatti; Ryo propose la via più ovvia e forse la più sicura, sebbene non fosse quella più veloce per giungere a destinazione. Con una mano poggiata sul casco a coprirgli la bocca, il biondo mugugnò un attimo mentre valutava la proposta del compagno. D'accordo. Rispose repentino senza pensarci troppo su. Ma a solo una condizione.
Spense la mappa ed incrociò le braccia, come se volesse rimarcare la propria posizione. Sarò io a far da capofila durante la nostra avanzata.
Come enfatizzato in precedenza, non sappiamo cosa ci aspetta più avanti. E Sasaki... Si girò verso Ryo. Stando alla mappa, l'area in cui stiamo per avventuraci pare estremamente aperta e priva di coperture. La tua unicità è specializzata nell'avanscoperta e nella ricognizione, dunque vorrei che cediate a me il compito di proteggere il gruppo. Grazie alla mia unicità, posso garantirci un supporto difensivo anche in un ambiente così spoglio, mentre tu ci guarderai le spalle da eventuali sorprese.
Yoshito cercò gli occhi dell'altro per scambiarsi uno sguardo di complicità; il fatto che lui e Ryo fossero già a conoscenza delle capacità e delle debolezze dell'altro, era un vantaggio che non tutti potevano godere durante quell'esame. È vero, c'era un certo dissapore nel loro rapporto, ma non erano lì per andare d'accordo, erano lì per collaborare e portare a terminane la loro missione; l'aspirante eroe era ben conscio di ciò e aveva deciso di fidarsi -e affidarsi- al compagno, in speranza che anch'egli facesse lo stessi.
Ora, se non vi sono obiezioni... Lo sguardo cedette per un attimo in direzioni di Knife, forse aspettandosi un qualche tipo di opposizione o altra domanda da parte della ragazza. Direi di proseguire nell'area indicata.
Se non vi fossero state proteste a quella sua presa di posizione, il ragazzo avrebbe capitanato il gruppo verso lo spiazzo indicato da Ryo, avanzando con un passo fiero come farebbe un soldato che marcia verso il fronte.❖ HERO ≠ WARRIOR ❖
Lv [4] - F [085] - Q [110] - A [080+030] - P [2/4]Tecniche, Equipaggiamento & Status
©Status:IllesoEnergia:275/300Tecniche Usate:KusarigamaINVENTARIOTECNICHE PERSONALI:Yoroi (鎧) [Livello 2] [25 PE + 5 M]
Yoshito ha creato questa tecnica come tributo alle grandi armature della tradizione samurai. Essa permette di creare una protezione a piastre costituita da un materiale resistente ai danni, emulando quindi la funzione di un'armatura. La protezione può essere applicata sia su una superficie o oggetto sotto forma di scudo o direttamente su se stessi o un qualcuno con cui si è in contatto fisico, creando temporaneamente uno o più pezzi di un'armatura Yoroi in base all'area da proteggere.
Resistenza: Media.Hinokami (火の神) [Livello 2] [25 PE + 5 M]
Portando la sua mano verso il suo fianco come per toccare un fodero immaginario, Yoshito evoca un'arma da taglio a corto raggio (un tessen o una katana) la cui lama è costituita da un materiale, solitamente metallico, altamente infiammabile che si incendia a contatto con l'aria. Questa tecnica è un tributo, bensì sia una blanda imitazione, alla tecnica di famiglia che porta lo stesso nome; solitamente eseguita da emitter di fuoco e che consente di incendiare la propria arma per rendere più temibili i propri attacchi.
Danno/Effetto: Medio / Può applicare ustioni [Medie].
Extra: 5 PE in meno se attivata dopo Ōdachi.Ōdachi (大太刀) [Livello 2] [40 PE + 5 M]
Portando entrambe le mani dietro il fianco destro come per nasconderle, Yoshito materializza un'arma da taglio la cui lunghezza è celata alla vista. Il giovane samurai, continuando a generare materia all'interno dell'arma, produce una lama flessibile ed allungabile che si estende istantaneamente nella direzione in cui è puntata; mentre si allunga, la lama può essere curvata per correggerne la direzione. La tecnica permette di effettuare attacchi a sorpresa a distanza se puntata verso un nemico o, se puntata verso il pavimento o un muro, di sollevare il ragazzo dal suolo e trascinarlo in una direzione specifica, permettendogli di raggiungere un punto normalmente non raggiungibile.
Danno: Medio.
Raggio: 3 metri.
Extra: 5 PE in meno se attivata dopo Hinokami (ma le fiamme sulla spada si estinguono).Kusarigama (鎖鎌) [Livello 2] [25 PE + 5 M]
Eseguendo un movimento ad arco verso l'esterno di entrambe le mani, Yoshito materializza tra le sue mani una kusarigama di colore nero. L'arma è composta da un kama, un falcetto con una lama curva lunga 60 centimetri che appare nella sua mano destra, il quale è collegato alla mano sinistra dal kusari, una resistente catena d'acciaio ad anelli che consente di aumentare la gittata dell'arma, alla cui punta è collegato un manico in acciaio come contrappeso. Ciò consente di poter gestire l'arma con maggiore libertà e di poterla recuperare una volta lanciata.
La kusarigama può essere utilizzata in mischia per attacchi diretti a corto-medio raggio, usandola come normale arma bianca o lanciandola verso un bersaglio dal kama o dal contrappeso e recuperandola tramite la catena; in alternativa, lanciandola dal manico in acciaio alla sua estremità, può essere usata per immobilizzare un bersaglio avvolgendolo con la catena.
Danno/Effetto: Medio / Può limitare temporaneamente i movimenti nemici.
Raggio: 3 metri.Enmaku (煙幕) [Livello 2] [25 PE]
Stringendo la mano in un pugno, Yoshito materializza nel suo palmo una polvere nera che può essere lancia o soffiata via direttamente nello stato particellare, o addensa in una piccola sfera del medesimo colore che esplode al contatto. Se lanciata, la sfera di polvere conflagra in una cortina di fumo nero che ricopre l'area nel punto della deflagrazione; essa può accecare gli avversari e occultare il ragazzo alla vista di quest'ultimi, rendendolo più difficile da individuare e permettendogli di celare i suoi attacchi. La polvere è formata da un composto infiammabile che, se acceso, incendia l'area di impatto e causa ustioni a coloro che si trovano nel suo raggio d'azione. La nube permane nell'area per un numero di turni pari al livello della tecnica anche dopo che è stata innescata.
Effetto: Accecamento / Occultamento o Ustioni Medie (Se innescata).
Raggio: 3 metri.
Durata: 2 turni.EQUIPAGGIAMENTO:ADAPTIVE SUIT [Costume]
Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Il modello base è completamente di colore nero, con qualche rifinitura colorata, e compatibile con una moltitudine di accessori e gadget. Sulla schiena campeggia il simbolo del dipartimento di supporto della famosa scuola per eroi.
Effetto: Resistenza danni lievi.
Peso: [0].
Durata: Permanente.HELMET [Accessorio costume]
Copricapo protettivo, facente parte dell'equipaggiamento individuale, realizzato in materiale resistente agli urti e usato sia in ambito sportivo sia nel mondo del lavoro, allo scopo di preservare la testa da impatti improvvisi. Pur derivando chiaramente dall'elmetto, si distingue per essere stato concepito ed essersi tecnicamente evoluto in funzione di proteggere la testa dagli effetti dell'impatto di un corpo in velocità contro oggetti generalmente fermi e non viceversa.
Effetto: Protegge da danni medi alla testa.
Peso: [0].
Durata: Permanente.ELECTRIC BOOSTER [Supporto]
WIDE ARROW [Supporto]
Questo dispositivo sembra a tutti gli effetti una vera e propria cintura molto massiccia. In realtà si tratta di una combinazione di un filo con un rampino a forma di freccia attaccato all'estremità, che può essere attivato premendo un piccolo bottone laterale. La corda è molto spessa e resistente al taglio, ed è lunga venti metri. Viene sparata solo in linea retta, ed è dotata di un sistema automatico riavvolgibile. Ciò gli permette di conficcarsi in qualsiasi superficie non metallica, permettendo a chi la usa di percorrere grandissime distanze in poco tempo e di raggiungere superfici altrimenti fuori portata. È utilizzata soprattutto durante dagli studenti durante gli allenamenti in terreni pseudo distrutti o dissestati.
Effetto: Utilizzabile come rampino o fune. [+10 in Agilità].
Peso: [1].
Durata: 1/3 Role.BUCKLER [Difensivo]
Un piccolo scudo circolare, con un diametro massimo di 45 centimetri, peso tra 1 e 1.5 chilogrammi, realizzato in metallo, impugnabile con una maniglia antiscivolo. Per via delle sue piccole dimensioni, è poco adatto a proteggere dai proiettili o quirk ad ampia gittata, ma è molto utile per difendere la mano ed il braccio, parare attacchi in mischia e intrappolare l'arma nemica: è dopotutto uno strumento leggero e maneggevole, peraltro impiegabile anche come una specie di tirapugni (o addirittura un'arma da lancio), benché questo non sia il suo ruolo primario. Il design è personalizzabile.
Effetto: Protegge da danni lievi (solo armi bianche o provviste di lame).
Peso: [1].
Durata: Permanente..