Absolutely Totally Completely Definitely NOT a Valentine Date

Social Role|Sakiko Yumeno - Morrigan O'Brien #NSFW #Yuri

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    Sakiko Yumeno

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    Sakiko fissò intensamente il maledetto interruttore con un misto di ostilità e timore. Fece dei respiri profondi cercando di rilassarsi. Allungò nuovamente il dito verso il piccolo pulsante… ma arrivato a neanche un centimetro l’indice cominciò a tremare e la ragazza finì per ritrarlo di scatto come se fosse stato ustionato trattenendo un piccolo strillò frustrato.

    Di nuovo. Era ormai il terzo tentativo che faceva cilecca.

    La ragazza sfogò la sua momentanea frustrazione scuotendo i pugni serrati e pestando ritmicamente i piedi in una sorta di piccolo balletto stizzito sul pianerottolo di fronte alla porta.
    Uuuugh! Non ci riesco, non ci riesco, non ci riesco…” – mugugnò con tono avvilito la bionda lamentandosi con se stessa. Era troppo tesa e nervosa. Piuttosto che farfalle si sentiva dei gabbiani nello stomaco.
    Era davvero cosi imbranata da non riuscire neanche a suonare un maledetto campanello? – si domandò mentalmente rivolgendo una malevole occhiata in cagnesco al campanello in questione, come se intendesse incolpare questo della sua incapacità e non la sua palese vigliaccheria.

    Consapevole di quanto fosse imbarazzante la situazione la giovane idol in difficoltà cercò di richiamare a se tutta la sua risoluzione per farsi forza. Sbuffò con fare sconfortato serrando gli occhi.
    “Avanti Saki, smettila di fare la vigliacca e suona questo stupido campanello. Che cosa c’è da esser cosi nervosi?”
    Già, che c’era da essere nervosi? In fondo si trovava solo lì in visita alla sua amica Morrigan per passare una piacevole serata fra ragazze per il giorno di San Valentino. Assolutamente nulla per essere nervosi giusto?

    Magari avrebbe potuto esserlo se magari una piccola parte di lei avesse cominciato a diventare consapevole di un certo tipo di sentimento che magari andava oltre la semplice amicizia che magari aveva iniziato a provare per l’irlandese. Magari.

    Ma ovviamente non stava pensando a nulla del genere. E in ogni quando si sorprendeva a farlo automaticamente partiva a zittire quel pensiero tappandosi metaforicamente le orecchie e cominciare a cantilenare non sempre metaforicamente “LALALALALALALA!” .

    Morrigan era sua amica.
    Amica. A – M – I – C – A.
    Sakiko si era affezionata piuttosto velocemente alla ragazza dai capelli color ciliegio e ci teneva a preservare quel rapporto. Perciò qualsiasi ipotetico sentimento diverso dall’amicizia sarebbe senza dubbio scomodo, inopportuno e assolutissimamente proibito. Un sentimento del genere avrebbe sicuramente finito per rovinare tutto e Sakiko non aveva intenzione di permetterlo.

    O almeno cosi pensava… ma intanto era lì di fronte alla casa di lei per passare con lei la notte di San Valentino. La idol sentiva di essere ingaggiata in una battaglia contro se stessa e aveva la strana sensazione di star perdendo.

    Nel suo contorto subconscio represso era consapevole di star semplicemente mentendo a se stessa. Sapeva bene che non era un caso che avesse invitato l’amica a passare quello specifico giorno con lei. Sapeva bene che c’era un buon motivo per cui aveva passato ore a selezionare quale dannato pigiama decidere di portarsi perché doveva trovare la giusta combinazione che Morrigan potesse trovare “desiderabile” ma non troppo apertamente “provocante”. E sapeva benissimo perché non riusciva a premere quel dannato campanello. Perché se l’avesse fatto si sarebbe trovata a passare un intera notte con lei ed era terrorizzata all’idea di quello che avrebbe potuto fare o dire e da quello che avrebbe potuto non fare o non dire. Insomma quella serata si prospettava come un potenziale disastro… e nonostante ciò lei non poteva fare a meno di sentirsi eccitata all’idea allo stesso tempo.

    Era senza dubbio una sorta di bizzarra tortura mentale che si stava auto-infliggendo.

    Sakiko si schiaffeggiò energicamente le guancie con le mani per ricomporsi. Espirò con fare esasperato e tirò fuori il suo cellulare. Lesse l’orario sullo schermo – otto meno dieci. L’appuntamento era per le otto. Era una fortuna che si fosse presentata lì con venti minuti d’anticipo – benché non aveva esattamente previsto che si sarebbe attardata perché incapace del semplice atto di suonare un campanello.


    La ragazza automaticamente approfittò dello schermo del cellulare per verificare il proprio aspetto aggiustandosi nervosamente le ciocche di capelli biondi lasciati sciolti ad incorniciarle il viso. Aveva optato per un outfit piuttosto casual e decisamente poco femminile, indossando dei semplici jeans una giacca marrone e una semplice maglietta bianca.

    La ragazza si fece di nuovo coraggio e approcciò di nuovo il campanello per fare un nuovo tentativo. Ancora una volta allungò l’indice verso l’interruttore… e ancora una volta questo cominciò a tremare nervosamente prima di raggiungerlo. Ma questa volta la idol tenne duro borbottando fra se a denti stretti Do it, you chicken…” e chiuse gli occhi distogliendo lo sguardo, quasi come se si aspettasse che premendo la porta sarebbe esplosa.
    Il dito fece finalmente contatto.

    Il suono del campanello risuonò all’interno dell’appartamento…




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    SPOILER (click to view)
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    Note: Da come si può intuire dal mio post di apertura questa role ha luogo retroattivamente nel giorno di San Valentino su gentile concessione dello Staff ò - ò/

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    Aveva comprato un pigiama. Aveva speso ore al centro commerciale cercando di capire che tipo di pigiama avrebbe dovuto prendere, perchè lei di solito dormiva con una canottiera e qualche pantaloncino che non usava più per uscire. Insomma, mettersi qualcosa di nuovo per andare a letto le sembrava uno spreco inutile di soldi, ma non poteva presentarsi a Saki con canotta e pantaloncini scombinati dall'aspetto usato. Le importava il suo giudizio? Forse... un po'. Ma era anche il fatto che lei fosse una idol, che la vedeva sempre vestita relativamente bene e che quello che avevano quel giorno di San Valentino era... un appuntamento? Un appuntamento tra amiche, a detta di Saki. La verità è che la bionda era come un libro aperto per lei, spesso il suo viso la tradiva e rivelava emozioni che non avrebbe ammesso ad alta voce, altre volte erano invece le sue azioni, proprio come invitarla a passare una serata assieme proprio il giorno di San Valentino. Morrigan aveva già il sospetto che l'amica provasse una cotta per lei, per quanto non fosse stata palese come un certo ragazzo dai capelli rossi, o azzurri ora, era quello oppure che ci teneva davvero molto a quell'amicizia, pur conoscendosi da soltanto alcuni mesi. Non aveva dato molto peso ai sentimenti di lei in quel caso, aveva fatto finta di nulla e probabilmente aveva continuato in quel modo. Sinceramente non aveva idea del perchè non fosse semplicemente lei stessa a fare la prima mossa e vedere cosa succedeva, dopotutto l'attrazione c'era, Saki l'aveva colpita fin dal primo momento, perché era semplicemente bellissima, ma c'era qualcosa che la frenava e le diceva che non fosse una buona idea. Nemmeno comprendeva se lo faceva per se stessa e per il fatto che la sua vita era già incasinata abbastanza senza aggiungerci una relazione di mezzo, oppure se lo facesse per la stessa Saki, la ragazza dai capelli rosa non era da relazioni lunghe e stabili e non voleva farla soffrire, non voleva giocare con lei, forse teneva a quell'amicizia più di quanto pensasse.
    Era tornata a casa da qualche minuto, dopo aver finito le lezioni all'università era andata al supermercato per prendere tutto il necessario per la serata. Aveva comprato un barattolo di gelato enorme che probabilmente avrebbero fatto fatica a finire in due, alcuni sacchetti di patatine e popcorn, un paio di lattine di birra ed alcune di coca, e poi gli alimenti per i vari animali: i suoi due gatti, il cane e i due uccellini. Aveva fatto un po' fatica ad ambientare i due gattini alla nuova casa, aveva dovuto mettere la gabbia degli inseparabili in un posto dove i felini non potessero raggiungerla, aveva dovuto farli abituare alla presenza del pomerania, ma alla fine era riuscita a farli andare d'accordo... i gatti, il cane gli uccelli e la coinquilina che avrebbe voluto cacciarla fuori d'appartamento.
    Una volta a casa aveva dato da mangiare agli animali e poi aveva dato una sistemata alla propria stanza e all'appartamento in generale. Aveva praticamente appena finito quando sentì il campanello suonare. Guardò l'orologio sulla parete, constatando che l'amica fosse in anticipo di qualche minuto.
    Scese al piano terra ed andò lei stessa ad aprirle, salutandola con un sorriso. ‹ Oh, la mia idol preferita. › la prese un po' in giro, come sempre da quando aveva scoperto la cosa, e si fece da parte per lasciarla passare.
    Non avendo avuto il tempo di cambiarsi e mettersi comoda, Morrigan indossava ancora gli abiti con cui era uscita: una maglietta marroncina sotto una camicia bianco sporco a righe verdi, e dei pantaloni verde scuro tenuti allacciati da una cintura, ed i capelli allacciati in una coda di cavallo.
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    Morrigan O'Brien
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    Sakiko Yumeno

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    Sakiko rimase immobile con il dito sul campanello e gli occhi serrati decisamente per più a lungo del dovuto. Solo dopo qualche secondo si azzardò a sbirciare con un occhio per constatare che a conti fatti l’universo non era esploso.

    La ragazza tirò indietro il dito liberando finalmente il campanello e arretrò d’un passo, rigida e tesa come un alunna che viene chiamata alla cattedra impreparata, quasi con fare intimorito come se si aspettasse che il citofono iniziasse ad insultarla di punto in bianco.

    …ma il citofono non diede alcun segno di vita. La idol inarcò un sopracciglio e assumendo un espressione perplessa. Fece nuovamente un passo in avanti esaminando nervosamente il citofono inclinando leggermente la testa di lato.

    In quel breve lasso di tempo il silenzio della mancato responso alimentò con vertiginosa intensità crescente dubbi e timori nella mente della ragazza. Aveva suonato l’interruttore sbagliato? Il citofono era guasto? Morrigan non aveva sentito il campanello? Forse Morrigan non era in casa? Magari si era dimenticata del loro appuntamento ed era uscita?


    Questo teatrino di catastrofici scenari nella sua testa avrebbe potuto sfatato semplicemente suonando di nuovo il campanello. Se non fosse che appunto che richiedesse di suonare di nuovo il campanello per una seconda volta. Sakiko non era sicura di essere pronta ad affrontare una simile prova di forza di volontà.

    …ma per sua fortuna non dovette angosciarsi ulteriormente sul quel dilemma perché improvvisa il portone si aprì rivelando la figura di Morrigan. L’irlandese si era presa inaspettatamente la briga di scendere giù dal piano del suo appartamento per venire ad aprirle di persona.

    Abbastanza inaspettamente da lasciare interdetta la idol facendola rimanere imbambolata per decisamente più a lungo del dovuto a fissare Morrigan come se fosse un apparizione mistica.

    In quel breve lasso di tempo il cervello già normalmente non particolarmente performante della idol fece cortocircuito. Bloccata, incapace di decidere come reagire, come un cervo in mezzo alla strada che rimane paralizzato a fissare le luci dei fanali dell’auto che sta per investirlo.
    Ma a dispetto della sua temporanea immobilità esterna all’interno il cervello in pieno panico della ragazza stava lavorando a ritmi cosi frenetici e intensi che avrebbero dato filo da torcere ad un computer della NASA.

    NnAH!? Che ci fa qui? È venuta ad aprirmi di persona? Nnnnnngh – non sono pronta, non sono pronta, non sono pronta. Il mio cuore non è ancora pronto. YABE. YABE.

    Cosa faccio? Cosa faccio? Guardala – è cosi super super cute con i capelli legati in quel modo. Oh, God. Sono senza speranze – sono passati appena due secondi e ho già il batticuore. Come dovrei fare a passare un intera notte cosi con lei!?

    No. No. No. No. Calma, calma, calma… andrà tutto bene. Devi solo rilassarti. Rilassarti e comportarti in maniera normale.


    …com’è che ci si comporta in maniera normale?

    Aspetta, aspetta… Da quanto la sto fissando senza dire nulla? Ohnonononono. Penserà che sono stramba. YABEYABEYABE. Presto, presto – fa qualcosa! Dì qualcosa!

    Salutala!

    Ma come la saluto? Yo? No, no, no, troppo informare? Ciao? Salve? Bonsoir? Ok, smettila di scervellarti inutilmente – stai perdendo troppo tempo. Dì QUALCOSA DANNAZIONE!

    «Ya…hallo... !?»



    AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! “YAHALLO”!?
    COSA SIGNIFICA? WHYYYYYYYYYYYYYYYY!? JUST KILL ME!




    …ma nessuno si presentò a mettere fine alle sue imbarazzanti sofferenze e quindi fu costretta a cercare di mettere delle redini alla sue farneticazioni mentali e cercare di riprendere un minimo il controllo su se stessa. Ormai non poteva più tirarsi indietro quindi tutto quello che poteva fare era perseverare.

    Cosi, già rossa d’imbarazzo in viso, con risoluto imbarazzo alzò la mano a palmo aperto in segno di saluto e sbottò nuovamente «YAHALLO!» – a voce più alta cercando di mostrarsi più convinta come se proferire quella scemenza fosse la sua intenzione sin dall’inizio.
    La ragazza però non indugiò e cercò di mostrarsi a suo agio e spensierata come sempre, decidendo quindi di improvvisare cavalcando l’onda di follia che la stava possedendo.

    Una decisione che in retrospettiva a mente fredda probabilmente avrebbe rimpianto.


    Avanzò di un passo verso Morrigan e assunse una posa militare – schiena dritta, piedi uniti, spalle rigide. Portò la mano a taglio sulla fronte mimando un saluto militare e sbottò con nervoso entusiasmo «C-cadetta Sakiko pronta a prendere parte alla missione “Super Valentine Girls Night”! Chiedo il permesso di salire a bordo!»

    Decisamente una decisione che sicuramente avrebbe rimpianto.


    A quel punto dopo quella patetica scenetta la ragazza sarebbe rimasta lì impalata in posa in attesa che Morrigan le sbattesse la porta in faccia.





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    Saki era vestita con dei semplici blue jeans ed una giacca marroncina, era pittoresco il contrasto che provocava quando invece la vedere in tv o su qualche rivista tutta agghindata, non era però innaturale, non ci voleva poi chissà quanto trucco per risaltare il già bel viso della giovane.
    La prima cosa che le saltò in mente appena notò l'espressione di Sakiko al vederla, fu che c'era qualcosa che non andava. Aveva qualcosa di strano in faccia o si era sporcata i vestiti, oppure c'era tipo Hisoka dietro di lei a tenderle un agguato —il solo pensiero le provocò un brivido dietro la schiena—, altrimenti non si sarebbe spiegata l'espressione mista tra sorpresa e terrore con cui la stava guardando, come se avesse davanti a sé un fantasma. Passò quindi una mano sulle guance, in un gesto quasi automatico, sperando di togliersi qualunque cosa stesse traumatizzando la bionda, e poi si voltò, ed ovviamente non c'era Hisoka dietro di lei, ma solo la receptionist che si stava facendo gli affari propri.
    Stava per domandarle se stava bene, quando questa sbottò in un'affermazione senza senso. ‹ C-cosa...? › chiese, perplessa e spiazzata. Forse era uno strano slang giapponese che lei non conosceva? Tale affermazione però sembrò mandare ancor più in agitazione lei, col viso che si imporporava e gli occhi sgranati come se cercassero di uscirle dalle orbite. A quel punto l'irlandese iniziò a capire, Sakiko non era nervosa perché le fosse successo qualcosa di male, né perché Morrigan avesse qualcosa di strano in faccia, era nervosa per Morrigan, per la sua presenza.
    La ragazza dai capelli rosa fece per dire qualcosa ma non seppe esattamente cosa, ormai si conoscevano da qualche mese e non ricordava di averla mai vista così agitata soltanto per averla incontrata. Probabilmente era la situazione a tenerla in quel modo, il fatto che quel giorno era San Valentino, e magari il pensiero che Morrigan potesse sospettare della sua cotta, come se non ne fosse già a conoscenza.
    Sbottò di nuovo quella stessa esclamazione, mettendosi in posizione da militare, interpretandone il ruolo; a Momo scappò una risata per l'assurdità della situazione. Non era nemmeno la prima volta che Saki s'immedesimava in un ruolo, davanti a lei, ricordava la prima volta in cui si erano conosciute, in cui lei e la bionda avevano finito a giocare ai pirati in mezzo a una lezione di arti marziali.
    Decise che il modo migliore per farla tornare a suo agio era seguire la corrente e fare finta di nulla, dopotutto voleva passare una serata tranquilla e gradevole in sua compagnia ed avrebbe preferito che anche Saki potesse godersi la serata sentendosi a proprio agio. ‹ Permesso accordato, cadetta Sakiko! › rispose lei, assumendo la sua stessa posa, con un sorriso beffardo a solcarle le labbra.
    ‹ Mmh... "yahallo" però non suona come qualcosa che direbbero i militari, non credi? › le diede il suo irrichiesto parere, la lasciò così passare dentro l'edificio, sotto lo sguardo parecchio perplesso della receptionist, che le fissava come se fossero due svampite.
    ‹ Comunque, come stai? Che hai fatto in questi giorni? › , l'irlandese la condusse verso l'ascensore e le due salirono fino al terzo piano, dove lei alloggiava.
    Una volta arrivate, Morrigan l'avrebbe fatta entrare nel suo appartamento. Esso non era nulla di speciale, Saki si sarebbe subito trovata davanti al salotto, comunicante con la cucina. L'appartamento poi si estendeva a destra, dove vi era la stanza di Morrigan e il bagno, e a sinistra, dove si trovava invece la camera della sua coinquilina, che quella sera Momo aveva fatto in modo che sparisse non si trovava lì. Il pavimento era un parquet oscuro e le pareti bianche, ornate con qualche specchio e alcuni quadri.
    Appena Saki avesse messo piede in casa, avrebbe visto una palla di pelo bianca correre ed iniziare a saltellarle attorno alle gambe, era il piccolo pomeranian di Morrigan. ‹ Vieni qui! Non disturbare Saki. › lo sgridò l'irlandese, prendendo in braccio il cagnolino.
    ‹ Accomodati. Sei arrivata prima di quanto mi aspettassi, io sono tornata a casa nemmeno mezz'ora fa. › le disse, indicando il divano in salotto.
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    Morrigan O'Brien
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    Sakiko Yumeno

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    Sakiko rimase per un momento bloccata nella buffa posa militaresca, tesa come una corda di violino. Un momento, una frazione di secondo , di nervosa attesa. Attesa per vedere come Morrigan avrebbe reagito alla sua stramberia.

    Qualsiasi persona sensata si sarebbe mostrata stranita e imbarazzata di fronte a quella scena colorita ma piuttosto infantile. Dietro quella giocosità apparentemente spensierata e briosa c’era un ingarbuglio di ansia e nervosismo di una persona che non aveva un idea concreta di come interagiscono le persone adulte e normali e utilizzava come riferimento ciò che conosceva – ovvero scene di film, cartoni animati e fumetti.

    Sakiko era dolorosamente consapevole di star facendo qualcosa di stupido ma non poteva farne a meno. Non sapeva come farne a meno. In cuor suo sperò soltanto che Morrigan non la prendesse troppo a male. Nel migliore dei casi prospettava e sperava che l’irlandese semplicemente facesse finta di niente e fingesse di non aver visto di niente. Nel peggiore dei casi le avrebbe riso in faccia e le avrebbe sbattuto la porta in faccia. Non che avrebbe potuto biasimarla in ogni caso.

    …ma Morrigan la sorprese - come era ormai diventata una sua assidua abitudine da quando si erano conosciute.

    La ragazza dalla chioma rosa infatti, nonostante una prevedibile perplessità iniziale, non solo non mostrò segni di giudizio o disapprovazione, ma arrivò perfino ad unirsi a quella recita improvvisato stando al gioco.



    La idol bionda istintivamente sorrise di fronte a quella reazione e si sentì drasticamente più sollevata. Sentì nervosismo e tensione sciogliersi un po’… Comprese che si stava preoccupando troppo e si stava tormentando inutilmente con i suoi soliti filmini mentali. In fondo uno dei motivi per cui Morrigan aveva iniziato a piacerle era proprio il suo comportamento tollerante e affabile.

    L’irlandese non sembrava mai lasciarsi perturbare dai suoi comportamenti insoliti e stravaganti, anzi molto spesso ne sembrava divertita, a volte perfino abbastanza da prendervi parte.
    Sakiko non aveva mai incontrato qualcuno che sembrasse accettare la sua personalità in maniera cosi naturale e genuina.

    Incoraggiata da ciò la ragazza allargò con confidenza il sorriso e sbuffò divertita nel vedere Morrigan imitare la sua posa. Il nervosismo non era sparito ovviamente. Poteva sentire ancora il cuore battere forte come un assolo di tamburo tribale. Le mani sudate. Le guancie calde e arrossate.

    …ma la piccola spinta che Morrigan le aveva dato indirettamente le diede abbastanza sicurezza da non lasciarsi sommergere da quell’onda di ansia e incertezza ma di impegnarsi a cercare di cavalcarla e domarla… possibilmente evitando di pensare che l’onda avrebbe potuto andare ad infrangersi in una scogliera.

    Quando quindi Morrigan le fece notare che il suo saluto iniziale non si sposava molto bene con il tema militaresco della sua scenetta improvvisata la idol rispose prontamente con un aria vagamente incerta «Già, hai ragione questo perché…» – ponderò giusto un momento per poi riprendere con un espressione di segretezza e complicità – «…quello è il saluto in codice della mia organizzazione super-segreta.» – inventò spudoratamente cercando di darsi un aria misteriosa.



    Dopo questo insolito saluto quindi Morrigan fece strada accompagnando Sakiko verso l’ascensore. Le due passarono oltre la receptionist che al contrario dell’irlandese aveva un espressione piuttosto critica e di disapprovazione. Sakiko passandole davanti istintivamente si calcò la visiera del berretto sulla fronte per cercare di coprire di più il viso e cercò di concentrarsi su Morrigan, sperando che la receptionist non la riconoscesse. Non voleva attirare attenzioni su di se. Specialmente non quella sera. In più non voleva causare indirettamente seccature a Morrigan.

    Le due salirono nella cabina dell’ascensore e l’irlandese attaccò bottone chiedendole cosa aveva combinato quei giorni. Sakiko sospirò facendo una mezza smorfia e alzando le spalle «Solito tram-tram. È un periodo super-super-indaffarato. Interviste, servizi fotografici, interviste, prove di danza, interviste, prove di recitazione… e ancora interviste – aggiunse con fare un po’ esasperato. Si portò le mani alle guancie massaggiandole distrattamente – «…a forza di mantenere una faccia sorridente mi fanno male i muscoli della faccia… di questo passo mi si riempirà di rughe come una prugna.» – brontolò distrattamente con tono rassegnato. La ragazza rivolse un espressione interessata all’amica e seguì a chiedere con un pelo d’incertezza «…e tu? Che mi dici? Cosa hai combinato ultimamente?»

    L’ascensore eventualmente giunse a destinazione quando l’indicatore luminoso indicò il terzo piano, avvisando le due occupanti con un distintivo scampanellio. Sakiko si accodò a Morrigan lasciando che questa aprisse la porta d’ingresso e facesse gli onori di casa. La idol fece appena in tempo di accomodarsi oltre l’uscio che una piccola frenetica macchia bianca le assediò giocosamente le gambe. La ragazza rimase momentaneamente sorpresa da quel tenero assalto e comprese di cosa si trattasse solo quando Morrigan prese l’animale fra le sue braccia rivelando un adorabile pomeranian bianco.L’irlandese si apprestò a rimproverare l’animale per la sua eccessiva esuberanza ma ancora prima che potesse finire Sakiko si lasciò fuggire un urletto eccitato «Kyaaa! Kawaiiii!»

    Si chinò in avanti per interagire con l’animale allungando senza indugiò le mani su di esso per accarezzarlo mugugnando gioiosamente «Awww, ma quanto sei carino! Super-super-super cute! Kya! Cosi adorabile e morbidoso!» – esclamò avvicinando la faccia all’animale incurante che questo gliela leccasse o meno.

    Solo dopo qualche secondo di effusioni realizzò di essersi lasciata trasportare un troppo e ancora chinata in avanti alzò lo sguardo un po’ imbarazzato verso il volto di Morrigan e le rivolse un piccolo sorriso impacciato raddrizzandosi in posizione eretta e schiarendosi la voce con fare nervoso «Uhn… è cagnolino davvero carino… come si chiama?» – chiese distogliendo lo sguardo cercando di recuperare un po’ di compostezza.



    Su invito di Morrigan la ragazza proseguì ad accomodarsi dentro, sostando brevemente sull’antro di ingresso, il cosi detto genkan, per togliersi secondo la tipica etiquette le scarpe lasciandole in maniera ordinata nell’apposito spazio all’entrata e facendo educatamente un piccolo inchinò «Ojama oshimasu…» e proseguì all’interno prendendo posto sul divano indicatole da Morrigan.

    La consapevolezza di essere a casa di Morrigan divenne un più concreta e il nervosismo tornò a farsi sentire un po’ più forte. La ragazza seduta piuttosto rigidamente, gambe conserte e schiena dritta, si guardò un po’ attorno assimilando l’atmosfera della casa mentre giocava nervosamente con una delle sue ciocche bionde attorcigliandole fra le dita sulle quali adesso sarebbe stato più facile notare che portava dei cerotti colorati.
    La ragazza spostò lo sguardo su Morrigan con un po’ di esitazione «Q-quindi… cosa si fa in genere in queste occasioni…? Io… non ho molta esperienza a riguardo… a questo genere di cose – confessò vagamente con fare un po’ preoccupato.





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    Morrigan si spostò subito di fianco a Sakiko, mentre l'accompagnava verso l'ascensore, in modo che quell'impicciona della receptionist non potesse guardarla troppo attentamente e potesse riconoscerla. La ragazza dai capelli biondi si trovava nel suo appartamento da nemmeno qualche secondo ed aveva già attirato tutta l'attenzione su di sè, in maniera totalmente naturale e probabilmente involontaria, un pregio considerando il suo lavoro, ma non era quello il caso.
    Si ritrovò a ridacchiare a quella sua strana e falsa giustificazione, lo faceva spesso in sua presenza, era divertente provare a metterla all'angolo e vedere con quale assurdità se ne sarebbe uscita. Si domandava se la bionda pensasse davvero che Momo le stesse credendo, o fosse cosciente di quanto poco credibile suonasse, ma continuasse con la sua recita perchè "the show must go on". ‹ Allora puoi ritenermi ufficialmente offesa per non essere stata invitata a questa tua organizzazione segreta. › affermò con tono teatralmente ferito.
    Una volta in ascensore, la ragazza dai capelli ciliegio si appoggiò ad uno dei muri, guardando Saki da uno degli specchi, annuendo mentre lei le raccontava quella che era stata la sua vita nell'ultimo periodo. La compativa, fare la idol doveva essere davvero stressante e impegnativo, non era come un normale lavoro dove dopo alcune ore potevi tornare a casa e dimenticarti di tutto, era come lavorare per ventiquattro ore. E poi c'era anche il fatto di essere una figura pubblica, non avere una vita privata tranquilla o essere fermata in mezzo alla strada da qualche fan, dover essere intervistata ed aver paura di dire qualcosa di stupido o sbagliato, al solo pensarci le veniva il mal di testa, Morrigan non sarebbe mai potuta essere capace a vivere come faceva Saki. ‹ Mi sento stanca solo al sentirtene parlare, non so davvero come tu faccia a mantenere quel ritmo. ›
    Quando lei ricambiò la domanda, automaticamente l'irlandese sorrise, contenta di dirle una novità: ‹ Oh sai, ho- ›, solo per poi ricordare che non sarebbe stato troppo prudente. Se davvero Hisoka bazzicava per il Kagejikan, era meglio che lei non ne sapesse nulla. Ormai però aveva parlato con troppo entusiasmo, qualcosa doveva dirle. Il sorriso di lei si alleviò leggermente, alzando le spalle. ‹ ...trovato lavoro. › le confessò alla fine, sarebbe bastato non dirle l'esatto luogo in cui lavorava. ‹ Come cameriera in un locale... per il resto è tutto più o meno come sempre, università... solite cose. ›, Hisoka che si rifà vivo e pretende di riavere i non-più-suoi gatti.

    Saki pareva entusiasta del piccolo batuffolo bianco quanto lui di lei; il pomeranian saltellava e leccava la faccia della bionda, lei con quegli urletti probabilmente aveva svegliato metà del vicinato. Morrigan chiuse la porta alle loro spalle osservando l'adorabile scenetta. ‹ Aidan, è venuto con me fino in Giappone dagli Stati Uniti. › le raccontò.
    Dopo quel breve sfogo, come se nulla fosse, la ragazza tornò composta e formale, togliendo le scarpe e chiedendo permesso d'entrare. Andò a sedersi sul divano, stoica e rigida come una statua, sembrava come se tutta la tensione che aveva accumulato all'ingresso fosse improvvisamente tornata senza alcun motivo apparente.
    ‹ Vuoi dirmi che non sei mai stata ad un pigiama party con delle amiche? › domandò con molta sorpresa. Saki dava quelle vibe da ragazza popolare che alle superiori tutti invitavano ad uscire, il fatto che fosse così poco avvezza a quel genere di situazioni sociali così normali era strano.
    ‹ Okay, rimedieremo. › liquidò poi la faccenda, dirigendosi verso la cucina lì accanto, più precisamente verso il frigo, da cui avrebbe preso un paio di lattine. ‹ Preferisci birra o qualche bibita analcolica? › le domandò, prendendo un paio di ciotole per infilarci dentro patatine in una e popcorn in un'altra. Tornò così verso Saki, poggiando le ciotole sul tavolino lì vicino, porgendo invece la bibita direttamente a Saki, notando le dita fasciate da graziosi cerotti. ‹ Preferisci stare qui oppure ci spostiamo in camera mia? ›
    La ragazza dei capelli rosa se ne rimase in piedi, aspettando che fosse l'altra a decidere. ‹ Comunque... che hai fatto alla mano? ›, non riuscì a trattenere la propria curiosità.
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    Morrigan O'Brien
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    Sakiko Yumeno

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    Sakiko socchiuse leggermente gli occhi sorridendo con un espressione sorniona chiaramente più divertita del dovuto da quella farsa improvvisata «Ah – vorresti far parte della mia segretissima organizzazione super-segreta? Beh, sai solo persone super-speciali possono farne parte… dovrei sottoporti a delle prove per vedere se sei all’altezza.» – spiegò ostentando superbia per la sua posizione privilegiata in un organizzazione segreta che esisteva solo nella sua testa.

    Sakiko non era decisamente pratica con faccende e interazioni da adulti – se qualcuno cominciava a parlare di burocrazia, politica o argomenti socio-economici affini la ragazza perdeva rapidamente il filo del discorso. Si trovava decisamente più a suo agio quando si trattava di giochi e storie di fantasia. Anche troppo a suo agio e molto spesso finiva per immergersi troppo nel gioco facendosi prendere eccessivamente dall’immaturo entusiasmo.

    Con questo non voleva dire che la ragazza non cercasse di comportarsi in maniera più adulta. Consapevole della sua natura svampita e immatura si preoccupava frequentemente di mantenere un comportamento decoroso e appropriato per il mondo degli adulti, specialmente quando lavorava. Era piuttosto arduo e faticoso, specialmente perché la ragazza non aveva molti punti di riferimento di vita adulta da prendere come esempio e finiva spesso invece a prendere ispirazione da adulti di opere di fantasia ottenendo inevitabilmente risultati controproducenti.



    Una volta in ascesa dentro l’ascensore le due iniziarono a scambiarsi convenevoli su vita e lavoro – in risposta allo stupore di Morrigan nei confronti della sua intensa routine di lavoro la idol fece una piccola alzata di spalla «Non saprei… suppongo che facendo questo lavoro sin da quando sei piccola alla finisci a farci l’abitudine…» – considerò istintivamente ad alta voce in maniera piuttosto schietta per poi però aggiungere con tono scherzoso – «…ma ovviamente è perché io sono una tipa tosta.»– mettendosi in posa trionfale alzando due dita della mano a “V” e sorridendo con entusiasmo nonostante si fosse appena lamentata del sorridere troppo.

    Sorridere per Morrigan non le pesava.

    Quando poi fu il turno dell’irlandese di parlare delle proprie “novità” lavorative, rivelando all’amica di essere stata assunta come cameriera, Sakiko reagì con entusiasmo senza notare il breve tentennamento di Morrigan «Wah? Ti hanno preso come cameriera? Woah, cool! E… tipo… tipo ti hanno dato una di quelle uniformi super-carine e colorate?» – chiese rivelando senza contegno le proprie priorità.

    Eventualmente le due raggiunsero il piano desiderato e Morrigan fece accomodare Sakiko nel suo appartamento dove fece velocemente conoscenza con l’adorabile pomeranian bianco che l’irlandese presentò con il nome di Aidan raccontando a Sakiko che l’aveva portato lì in Giappone sin dagli Stati Uniti «Wah, davvero? Oh, poverino deve essere stato un gran bel viaggio, eh?» – chiese apparentemente rivolgendosi allo stesso cane. «Sai ho diversi amici che vengono dagli States… ma tu sei decisamente il più carino che incontrato.» – deliberò perseverando nell’intrattenere una conversazione a senso unico con l’animale. Inevitabilmente però il volto di Castiel affiorò nella sua mente e la ragazza si sentì in dovere di correggersi «Ok… forse non proprio il più carino – mormorò fra se e se per poi seguire a ridacchiare divertita dalla cosa.

    Dopo questo breve ma adorabile intermezzo Sakiko si accomodò in quello che sembrava essere il salotto, prendendo posto sul divano. Poteva sentire le farfalle del nervosismo brontolare nello stomaco e per cercare di distogliere l’attenzione dalla cosa cercò di concentrarsi nell’osservare la casa di Morrigan. Si trattava di un appartamento piuttosto sobrio e modesto, decisamente ben differente da quello dove era abituata a vivere lei, ma sicuramente più carino e meglio arredato di quello di Joshua.

    Fu mentre osservava uno dei quadri appesi sulle pareti bianche che una vocina interiore a tradimento bisbigliò «Chissà se anche il tizio clown è stato qui.»


    Allarmata e infastidita da quel pensiero inopportuno la ragazza si affrettò a sopprimerlo e si scosse realizzando che Morrigan stava parlando con lei «Ah? Come...? Oh.» – indugiò momentaneamente facendo mente locale – «…no, ecco… non ho mai avuto occasione di fare nulla del genere.» – confessò un po’ imbarazzata. «Però…» – aggiunse con fare un po’ incerto – «…durante la mia prima serie tv ho girato diverse scene in un cui recitavamo un pigiama party…» – corrugò la fronte con fare perplesso – «…anche se immagino che sia un po’ differente senza telecamere e nessuno che grida “Azione” all’inizio della scena.»

    «Ma… non preoccuparti! So tutto sull’argomento! Sono venuta totalmente preparata!» – ci tenne a puntualizzare con nervoso entusiasmo, volendo dimostrare che non intendeva essere da meno alla serata nonostante la sua inesperienza.


    Morrigan poi adempì ai suoi doveri di buona padrona di casa offrendo a Sakiko da bere. La idol ponderò brevemente sull’offerta «Uhn… se tu prendi della birra la bevo anche io.»
    Sakiko era tutt’altro che un amante della birra, ma se l’amica voleva berne era sua intenzione farle compagnia – non voleva fare la figura della bacchettona.
    Il quesito sul cosa bere però venne quasi immediatamente eclissato quando Morrigan seguì a chiederle se voleva spostarsi in camera da letto o preferiva rimanere lì. Un eruzione di immagini e scenari le esplose nel cranio e senza riuscire a trattenersi istantaneamente la idol sbottò con eccessivo entusiasmo «SI, CAMERA DA LETTO – alzando per qualche ragione la mano come una scolaretta su di giri troppo impaziente nel rispondere alla domanda posta dall’insegnante.


    …la consapevolezza della gaffe giunse altrettanto repentina con il suo manto rosso d’imbarazzo che le infiammò il viso. Subito, ma comunque troppo tardi, si schiaffò istintivamente la mano sulla bocca come a volere di aggiungere altro che potesse peggiorare la cosa. Dopo giusto un momento di lutto per la propria dignità la ragazza liberò la bocca, si schiarì la bocca e spostando lo sguardo a destra e sinistra, evitando strategicamente di guardare Morrigan, cercò di farfugliare una spiegazione «Si, ecco… p-penso che sia meglio la camera da letto… Si, cioè… perché insomma per un pigiama party quello è il posto migliore… no?» – tentò di suggerire vagamente sperando che l’amica non decidesse di infierire.




    Desiderosa di lasciarsi alle spalle l’ennesima imbarazzante dimostrazione di essere un impiastro nell’interagire con le persone, la idol accolse ben volentieri la domanda di Morrigan, cosi da poter cambiare rapidamente cambiamento e lasciarsi quell’episodio alle spalle… possibilmente dopo averlo seppellito profondamente sottoterra.
    «Ah, questi?» – la idol si rimirò le dita cerottate, sentì un primo istinto di nasconderle, ma invece si forzò di fare la cosa opposta mettendole ulteriormente in mostra, allungando la mano verso Morrigan come se volesse mostrarle uno sfarzoso anello di diamanti. «Sono cicatrici di guerra…!» – esclamò con fare in parte scherzoso ma anche con effettivo orgoglio – «…sto cercando di imparare a cucinare!» – rivelò con entusiasmo.




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    Morrigan non si riteneva affatto una persona speciale, tutto il contrario. Non aveva nulla che la rendesse unica, non sapeva fare niente meglio degli altri, non aveva un grande carattere da leader, anzi la sua personalità era piuttosto blanda e non faceva che aggiustarsi a quella degli altri, cercando di accomodarsi a loro, ed era anche parecchio pigra. Anche se fosse esistita tale organizzazione super-segreta, lei non ci sarebbe mai entrata. Saki invece aveva quel carattere così solare ed estroverso che riusciva a portare automaticamente tutta l'attenzione su di lei, e se a questo si aggiungeva la sua bellezza esteriore e tutte le altre qualità che possedeva, la biondina poteva credersi speciale.
    Mentre erano in ascensore, Saki le disse di fare quel lavoro fin da quando era piccola, e per le idol o in generale molte star della tv, era una cosa molto normale, iniziare da bambini, seguendo quello che era più il sogno —o sete di denaro— dei propri genitori che non il proprio, esattamente come quando lei aveva fatto da modella per accontentare il fidanzato di sua madre. Non glielo aveva mai chiesto esplicitamente, ma di domandava se la bionda ci si vedeva a fare qualche altro lavoro, o avesse mai desiderato cambiarlo. ‹ Non ne ho dubbi. ›, rispose invece alla sua ultima affermazione.
    Morrigan sorrise all'immaginarsi in una di quelle tipiche divise da maid lì in Giappone, l'avrebbe odiata probabilmente, oltre a trovarla davvero scomoda. ‹ No... per fortuna no. Odio le uniformi. ›, ricordava di essersi lamentata varie volte anche al college, quando ne aveva frequentati in America, sostenendo che violava la sua libertà di espressione, per quanto lei non fosse nemmeno tipo da "esprimersi" attraverso i vestiti, era più il periodo in cui faceva l'adolescente ribelle e alternativa. Adesso invece era più un'avversione per le divise da cameriere fin troppo sessualizzate, soprattutto nella terra nipponica.
    ‹ Anche se pagherei per vedere la mia collega indossarne una. ›, il sorriso dell'irlandese si allargò ad immaginare la sua collega, Laguna, con addosso la divisa da cameriera, togliendo così tutta la sua aria da "indosso giacche di pelle e vado in moto e quindi sono una dura". (mi sto immaginando lo scontro con hisoka con lei vestita da cameriera fermatemi) ‹ Sai, è una di quelle persone toste che non riesci proprio ad immaginare in una "uniforme super-carina e colorata". ›
    Morrigan aveva abbandonato Saki a giocare con il pomeranian e si era diretta in cucina per prendere un po' di cibo da portarsi in camera, o da tenere in salotto, nel caso fossero rimaste lì, la scelta l'avrebbe lasciata alla bionda. Sperava inoltre che non fosse di quelle idol fissate col mantenere una dieta per tenersi in forma, ci aveva pensato solo in quel momento e non aveva comprato nulla di sano. Avrebbe dovuto fare uno strappo alla regola, in caso.
    In realtà nemmeno l'irlandese era una grande esperta di pigiama party, in realtà era un'usanza più da pre-adolescenti, abbandonata e sostituita subito dopo da party in casa o discoteche. Nel suo periodo da tredicenne, Morrigan viveva ancora in Francia e non era molto interessata a partecipare ad eventi sociali con le sue amiche, oltre che impegnata spesso nel suo primo lavoro. Per quanto si fosse atteggiata, Saki con le sue scene da serie tv ne sapeva un po' più di lei. ‹ In ogni caso non importa, faremo quel che ci va. ›, scrollò le spalle. L'irlandese non gradiva poi così tanto un'appuntamento, o pigiama party che fosse, troppo impostato, quasi dovessero seguire degli step, non era certo un robot.
    ‹ Sicura? › domandò subito dopo, con una preoccupazione quasi da magre, al capire che voleva bere la birra più per lei che non per se stessa. E Saki stessa non dava proprio l'idea di una che reggeva molto l'alcol. ‹ Non devi berla per me. › Non voleva esercitare un qualche tipo di pressione sociale su di lei, che non bevesse alcolici non avrebbe cambiato la sua opinione su di lei: già la considerava un po' infantile.
    La seguente domanda era stata posta con malizia intenzionata: sapeva che l'avrebbe mandata un po' in tilt, perché era così facile, e voleva vedere quale sarebbe stata la sua reazione. I suoi occhi smeraldo si sgranarono e Morrigan sembrava quasi riuscirci a leggere attraverso, sapeva già ciò che avrebbe risposto, anche se non si aspettava quel esplosivo entusiasmo.
    L'irlandese non riuscì a trattenere una risata al vederla alzare addirittura la mano, per qualche incomprensibile ragione. ‹ Scusa, scusa! › disse, cercando di darsi un contegno. ‹ Hai ragione... › disse schiarendosi la voce, anche se non era proprio credibile, con il ghigno che non riusciva a togliersi dal viso. ‹ ...e poi il mio letto è più comodo. ›, okay smettila Morrigan, la farai scappare.
    La ragazza prese così le ciotole con le patatine e i popcorn, le bibite, e fece cenno a Saki di seguirla verso la sua stanza, mentre le raccontava di come si era fatta male provando a cucinare. ‹ Ooh, davvero? › domandò, con sincero interesse. ‹ Sai, nel locale in cui lavoro ogni tanto devo cucinare anche io, e il capo è piuttosto... › severo? No, Shinjiro non era severo, aveva tutta un'aura speciale che la metteva in soggezione e faceva si che non volesse deluderlo. ‹ ...esigente, quando si parla di cucina, quindi anche io dovrei migliorare. Dovremmo provare assieme, che dici? Magari tu mi aiuti con qualche ricetta giapponese, ed io con qualcuna occidentale. › le propose. Imparare assieme a Saki sarebbe stato molto più divertente.
    Morrigan aprì così la porta della sua stanza, accendendo le luci, una lunga serie di piccoli led che pendevano dal soffitto e percorrevano tutta la stanza, perfino con questi però l'ambiente era piuttosto scuro. Il letto di una piazza e mezza era piazzato sul muro più lontano dalla porta, accanto ad una finestra chiusa, e sopra vi riposavano i suoi bellissimi due gatti; le coperte erano semplici e bianche, mentre i cuscini variavano in tonalità di azzurro. Ai lati, a destra vi era una libreria piuttosto vecchia, così colpa di libri e così messa male che forse un tocco l'avrebbe definitivamente fatta crollare, e l'armadio. Dall'altro lato vi era una disordinata scrivania, piena di fogli sparsi, matite, pennarelli, il portatile ed altri libri. Ai muri, oltre alcune decorazioni come finte piante rampicanti, vi erano parecchi poster di band musicali, cantanti, idol, etc.
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    Morrigan O'Brien
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    Sakiko Yumeno

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    Lì ancora nella cabina dell’ascensore le orecchie di Sakiko tintinnarono momentaneamente in allarme quando sentì la ragazza irlandese esprimere interesse nel vedere una sua collega in uniforme. Era stupido ma era un riflesso istintivo che non poteva sopprimere.

    Un impulso automatico di gelosia.

    Una breve scarica di panico le attraversò il cervello portandola ad immaginare una improbabile rivale. La idol però cercò di contenere le sue inutili paranoie. Tanto per cominciare non sapeva neanche se Morrigan fosse interessata alle ragazze nello stesso modo in cui lo era lei. In questi casi il suo orientamento sessuale tendeva ad essere problematico – come si faceva a capire se un'altra ragazza era potenzialmente interessata senza esporsi allo stesso tempo? Con fare frustrato Sakiko invidiò gli eterosessuali che decisamente dovevano avere vita più facile.

    La mente della ragazza non divagò più del necessari su questi pensieri e riportò la sua attenzione sulla questione prioritaria: la collega di Morrigan.
    Paranoie e insicurezze a parte non poté fare a meno di voler sapere di più su questa collega e specialmente che rapporto aveva con Morrigan. Chiaramente per semplice… curiosità. Si, curiosità. Non c’era niente di male nell’essere un po’ curiosi, no?

    Dopo non essere riuscita a convincere neanche se stessa con quella balla la ragazza però seguì a chiedere fingendo al suo meglio non-chalance «…una tua collega? E in che modo sarebbe “tosta”? Tipo donna in carriera… o tipo teppista di strada? Sai del tipo…» – la idol si soffermò momentaneamente per raccogliere la concentrazione chiudendo brevemente gli occhi.

    Quando lì aprì il suo sguardo era completamente differente. Gli occhi erano schiusi in modo da dare un espressione crucciata e tagliente, come se stesse guardando in cagnesco, i tratti del viso della idol si erano induriti in un espressione quasi imbronciata. La bocca dell’idol si storse quasi in una smorfia sdegnata sollevando l’angolo del labro superiore mostrando i denti come se volesse ringhiare «KorrRa, bastardo, vuoi fare a pugni con me!? Ti prendo a calci nel culo!» – borbottò infine enfatizzando e rollando le “r” sulla lingua mentre si rivolgeva ad un avversario immaginario.

    …poi in maniera altrettanto repentina l’espressione del viso dell’idol ritornò alla sua normale espressione e come se niente fosse si rivolse all’amica irlandese inclinando leggermente la testa di lato – «…una cosa del genere?»



    (…) Una volta nell’appartamento Sakiko stava facendo del suo meglio per ambientarsi e cercare dissimulare il suo nervosismo cercando di mostrarsi naturale e disinvolta. Cosa che ovviamente risultò completamente innaturale facendola sembrare ancora più tesa e nervosa.

    Morrigan dal canto suo era chiaramente tranquilla e a suo agio, e si comportava come sempre. A modo suo, chiaramente notando il più che evidente nervosismo dell’amica, cerco di metterla a suo agio invitandola ad accomodarsi e offrendole da bere.

    L’irlandese sembrò però captare che la scelta di Sakiko di bere birra non fosse esattamente genuina e le chiese se fosse sicura della scelta. Messa alle corde, capendo di essere stata colta in fragrante, la idol confessò subito con fare imbarazzato «Ok… non mi piace la birra. Penso che abbia il sapore di piedi sudati. In genere preferisco un altro tipo di alcolici – ma non è problema fare un eccezione una volta tanto. È più divertente bere in compagnia, no?» – cercò di argomentare.



    Il fattore imbarazzo però andò nettamente a peggiorare dopo che Sakiko diede voce con troppa enfasi alla sua preferenza per passare la notte in camera di Morrigan. A peggiorare la cosa la stessa Morrigan reagì sbottando a ridere.
    La idol arrossì ferocemente in viso «WAaaaaAh! Non ridere!» – lamentò con fare frustrato la bionda scuotendo leggermente in protesta l’amica presa dall’ilarità del momento.

    Eventualmente Morrigan riuscì a ricomporsi e cercò di farsi perdonare… per poi rincarare la dose con una poco velata allusione. Sakiko non arrossì stavolta – solo perché il viso era ancora rosso da prima – ma spalancò la bocca con espressione allibita che subito mutò in una imbronciata –«Momo!» – esclamò dandole un debole schiaffo di rimprovero sulla spalla – «Sei crudele! Te ne approfitti per prendermi in giro!» – protestò.

    Nonostante ciò infine Morrigan avrebbe effettivamente condotto Sakiko in camera sua spostando tutto il necessario per il loro “pigiama party”. Nel tragitto per raggiungerla la idol condivise con Morrigan la sua recente iniziativa culinaria e l’irlandese in risposta le propose di fare pratica di cucina insieme. La idol fu ovviamente entusiasta dell’idea «Wah! Davvero!? Mi sembra un idea fantastica! Assolutamente si!» – rispose con fare infervorato nonostante in verità lei all’effettivo non conoscesse granché di cucina giapponese. Gli unici rudimenti di cucina che conosceva gli erano stati insegnati quando era piccola dalla madre che era ovviamente di origine inglese. Ma lì sul momento Sakiko era troppo su di giri per l’idea e non aveva comunque intenzione di perdere un occasione simile per passare del tempo con Morrigan.

    Quando finalmente si trovarono in stanza ovviamente Sakiko si prese qualche secondo per ammirarla girando sul posto quasi con una piroetta per osservare l’intero ambiente. Si trattava di una stanza piuttosto carina e tutto sommato ordinaria per una ragazza universitaria. Aveva uno stile decisamente più sobrio e meno “femminile” di quella di Sakiko che era invece un tripudio di rosa, peluche e temi floreali. Gli occhi smeraldini della idol non si soffermarono molto sulla vecchia libreria ricolma di libri – Sakiko non era un appassionata di lettura – a meno che non si trattasse di manga, fumetti e sceneggiature. Lo sguardo si soffermò per prima su un volto familiare. Un poster appeso alla parete di Morrigan raffigurava qualcuno che ormai Sakiko conosceva piuttosto bene. Si trattava di Castiel.
    La ragazza non poté fare a meno di sorridere divertita dalla cosa – Sakiko aveva quello stesso poster nella sua stanza. Anche lei era stata, ed era ancora, una grande fan dell’idol americano – ma per una fortuita coincidenza del destino recentemente lei aveva modo di non solo incontrare Castiel, ma persino di lavorare con lui e ancora meglio diventare sua amica. Era praticamente il sogno di ogni fan.

    …beh, ad eccezione delle fan che sognavano di sposare Castiel. Ma Sakiko non apparteneva a quella categoria. O almeno non più.

    Lo sguardo della ragazza però finì inevitabilmente per posarsi sui due felini comodamente coricati sul letto vicino alla finestra «Awww…» – automaticamente commentò estasiata – «…guarda questi due pelosini. Wow, sono diventati cosi grandi dall’ultima volta che li ho visti!» – constatò avvicinandosi al letto con l’ovvio intento di carezzare i due animali.

    In realtà una piccola parte di lei si senti un po’ nervosa per via dei due animali. Ovviamente no per i gatti in se, ma perché Sakiko sapeva che Morrigan aveva ricevuto quei due gatti in custodia da "quel tipo". Inevitabilmente ogni volta che li vedeva non poteva fare a meno di pensare a quella losca faccenda della quale però Morrigan si rifiutava sempre categoricamente di parlarle.





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    Sorry ho straforato un pò con il tempo ò ^ ò
     
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    Il commento dell'irlandese, per una volta, non era studiato per provocare una qualche reazione da Saki, non l'aveva fatto apposta insomma, nemmeno aveva pensato alla possibilità di poterla rendere gelosa, col solo esprimere il desiderio di vedere la sua collega di lavoro in uniforme da maid. Saki aveva comunque ben poco di cui preoccuparsi, Morrigan non vedeva Laguna in quel modo ed era molto sicura che nemmeno la bionda avesse interessi di quel tipo verso di lei. In realtà si sarebbe divertita a stuzzicarla, sapendo che fosse un po' bigotta, ma non aveva così tanta confidenza con lei e le metteva una certa soggezione. La ragazza dai capelli rosa era abituata ad essere trattata coi guanti, da amici e probabilmente anche da nemici, e Laguna dava l'aria di una dal carattere esplosivo e facile da spazientire; non sarebbe riuscita nemmeno a ricordare l'ultima volta che qualcuno le aveva urlato in faccia in quel modo, come stava facendo ora Saki, interpretando il ruolo di una teppista che, tra l'altro, le riusciva spaventosamente bene.
    ‹ Sì, esattamente così! Anche se non ha mai davvero gridato in quel modo. ›, se la situazione fosse stata reale Morrigan non avrebbe saputo come reagire se si fosse trovata davanti una persona così aggressiva nei suoi confronti. ‹ E tu sei spaventosa da teppista, non dirmi che sei così quando ti arrabbi. › ( . . . )

    Morrigan sperava tanto di riuscire nel suo intento di tranquillizzare l'amica il prima possibile, che il suo compito per la serata non diventasse doverla costantemente rassicurare perché si sentisse a proprio agio in casa sua, perché ad un certo punto avrebbe finito per stancarsi ed annoiarsi, e quando l'irlandese si annoiava diventava distaccata e distante, come se la sua mente iniziasse a pensare a tutt'altro per intrattenersi da sola, e ciò non avrebbe fatto che mettere altra pressione addosso a Saki.
    ‹ Forse non hai assaggiato una birra veramente buona, quelle artigianali sono squisite. ›, Perlomeno fu sincera sulla birra, ma insistette ancora per farle un po' di compagnia, e forse era meglio così, magari una Sakiko brilla sarebbe riuscita a sciogliersi un po'. C'era da considerare però che la idol era già abbastanza esuberante senza alcuna goccia di alcol nel sangue, ubriaca doveva essere divertente, oppure un incubo. ‹ ...purtroppo questa l'ho presa al supermercato, quindi non garantisco che non sappia di piedi sudati. ›, detto questo le consegnò la lattina.
    "Crudele", Sakiko non aveva idea di quanto quell'aggettivo donasse alla sua cara amica, ed avrebbe dovuto essere piuttosto contenta che la crudeltà dell'irlandese a lei si palesasse solo sottoforma di frasi allusive, e non in intenti di manipolazione come invece era accaduto per Hisoka. Perchè se con il rosso lei stessa aveva contribuito a far in modo che si innamorasse di lei, con l'idol non faceva nulla ne era intenzionata ad alimentare troppo quel sentimento, che in qualche modo era più genuino, anche se non per questo implicava che Saki la conoscesse meglio del rosso. Entrambi avevano una cotta per una Morrigan che esisteva solo in parte, il jester ne avrebbe avuto la dimostrazione qualche settimana dopo.
    All'entusiasmo di lei all'idea di cucinare assieme, Momo le rispose con un leggero sorriso, ovviamente quando lo aveva proposto già sapeva che la bionda non le avrebbe detto di no; non lo aveva fatto poi molto perchè si aspettasse che Saki sapesse troppo più di lei sulla cucina giapponese —le dita incerottate non erano un buon segno—, ma perchè gradiva la sua compagnia e sapeva che in cucina con lei non si sarebbe annoiata.

    Una volta entrata nella propria stanza, lasciò che Saki si accomodasse sul letto assieme ai due gattini e giocasse con loro, intanto lei accese il pc dalla scrivania, era da lì che avrebbero visto qualche film. ‹ Già, ora sono enormi e terribili, hanno provato a mangiare i miei uccellini più di una volta. ›, le raccontò, posando le ciotole con le patatine e i popcorn accanto al portatile.
    Si diresse poi verso il proprio armadio, tirando fuori il suo pigiama appena comprato: una maglietta con stampe di ciliegine e caramelle, a maniche corte, e dei pantaloncini altrettanto corti combinati alla maglia. ‹ Guarda! L'ho preso qualche giorno fa, è proprio carino. › affermò, mostrando il completo a Saki, intanto si tolse la camicia già sbottonata e aperta, afferrò gli orli del maglione, intenta a togliere anche quello... e si fermò. Era normalissimo cambiarsi di fronte alla proprie amiche, ma di solito le sue amiche non provavano attrazione nei suoi confronti, e spogliarsi di fronte alla idol significava provocarla volutamente. L'avrebbe messa di nuovo a disagio, forse, oppure avrebbe interpretato il suo non voler spogliarsi di fronte a lei come che avesse capito qualcosa e non accettasse il suo sentimento? E lei, voleva provocarla?
    Forse stava pensando un po' troppo, le piaceva la compagnia di Saki proprio perché non aveva bisogno di ragionare su ogni cosa che diceva o faceva.
    ‹ Oh, se vuoi cambiarti il bagno è qua infondo. › la informò, togliendosi il maglioncino a collo alto, rivelando non molto di quelle sue curve acerbe: la sua pelle cerea in contrasto con un reggiseno nero.
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    Morrigan O'Brien
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    Sakiko Yumeno

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    Sakiko fu compiaciuta che la sua “imitazione” improvvisata avesse impressionato Morrigan seppur l’irlandese sembrava anche un pelo intimorita all’idea che la idol potesse potenzialmente avere un aspetto cosi burbero e belligerante. Sakiko ridacchiò brevemente e sguainò un sorriso furbesco e smaliziato rispondendo con fare giocoso «Chissà – per sicurezza ti converrebbe non farmi arrabbiare.»

    In realtà non era un ipotesi cosi improbabile. Chi conosceva davvero Sakiko sapeva che si trattava di una persona piuttosto… passionale, che si lasciava facilmente trasportare dalle emozioni. Questo in alcune circostanze passata l’aveva portata a reagire in maniera impulsiva ed emotiva. Già quando era piccola i suoi genitori avevano spesso dovuto gestire furiose scenate e capricci che in sfortunata combinazione del suo Quirk in alcuni casi si era tradotto nell’avere tutti i mobili di casa buttati all’aria. Crescendo ovviamente aveva imparato un po’ a controllarsi, specie quando si trovava al lavoro dove si sforzava di mantenere un comportamento professionale impeccabile.

    Ma la ragazza non era riuscita a lasciarsi del tutto alle spalle i suoi sfoghi esplosivi – il suo amico Joshua l’aveva in fondo sperimentato sulla sua pelle il giorno in cui si erano conosciuti in un modo piuttosto burrascoso. Forse questo era un'altra delle ragioni per cui Sakiko era cosi dedicata ed entusiasta alla sua attività di vigilante. Sbatacchiare criminali e farabutti era un improbabile attività terapeutica che le permetteva di sfogarsi senza sensi di colpa.

    Ad ogni Sakiko non aveva mai sentito il bisogno di andare in escandescenze in presenza di Morrigan. La idol era sicura che Morrigan fosse una di quelle persone di cui si poteva fidare e non riusciva immaginare uno scenario in cui potesse essere in collera con lei.

    Per quella che la riguardava era certa che l’irlandese probabilmente non avrebbe mai visto quel lato di lei.


    (…) Sakiko non si mostrò molto convinta dall’argomentazione di Morrigan sulla possibilità che esistessero birre con un buon sapore ma si limitò ad annuire con una smorfia vagamente dubbiosa e prese in mano la lattina di birra offerta dall’amica. La ragazza fece passare le dita sulla superficie liscia e fredda in alluminio mostrando giusto un pelo di esitazione ma poi con fare risoluto aprì la lattina piegando la linguetta metallica e l’aria all’intero fuoriuscì all’esterno accompagnata dal distintivo suono “fzzzzz”. La ragazza senza indugiare si portò la lattina alla bocca prendendo un generoso sorso.

    Quando riportò la lattina giù però la sua opinione sulla bibita era palesemente ancora la stessa di prima. Il viso della bionda era contorto in una smorfia disgustata e le guancie erano leggermente rigonfie di birra che esitava a mandare giù. Eventualmente però si costrinse a deglutire – cosa che intensificò la smorfia in viso. La ragazza si affrettò però a cercare di cambiare la smorfia in un espressione d’apprezzamento… ma il risultato fu giusto un sorriso chiaramente finto tracciato maldestramente su un viso sconcertato. Un espressione che decisamente non rendeva molto onore alle sue capacità di attrice. «Hm-mm… d-deliziosa…»– biascicò piattamente. Consapevole di quanto fosse poco credibile però si fece sfuggire una risata divertita comprendendo quanto probabilmente era stata ridicola quella scena. La ragazza tirò fuori la lingua con una smorfia e si lamentò «Bleah – terribile…» – ma poi rivolse uno sguardo di complicità di a Morrigan e allungando la sua lattina verso Morrigan in un implicito invito a brindare aggiunse – «…ma forse se ne bevo ancora un po’ il sapore potrebbe migliorare. Kanpai…?» – suggerì facendo comprendere che nonostante tutto era intenzionata a perseverare nel farle compagnia.


    (…) Trovandosi di fronte ai due gatti comodamente accampati sul letto di Morrigan la idol reagì con lo stesso entusiasmo che aveva rivolto al piccolo pomeranian bianco all’entrata. «Ow – avete cercato di mangiare i poveri uccellini? Siete una coppia di furfanti… però siete cosi adorabili!» – dovette concedere e senza esitare li avvicinò allungando senza alcuna cautela o preoccupazione le mani per coccolarli.

    L’attenzione della idol abbandonò i due animali quando Morrigan tirò fuori il pigiama che aveva aquistato per l’occasione per mostrarglielo. Sakiko ammirò il pigiama con prevedile entusiasmo, facendo persino un piccolo applauso eccitato con la punta della mani «Kyaaaa! È super-carino! Aw – sono sicura che ti starà benissim- Oh – si interruppe notando che l’amica non fosse intenzionata a perdere tempo e stesse già procedendo a spogliarsi per indossarlo. Sakiko avrebbe potuto constatare quanto le stesse bene più repentinamente di quanto avesse previsto.


    Inevitabilmente Sakiko arrossì in volto quando Morrigan con aplomb impassibile si rimosse i vestiti rivelando la pelle chiara e le sue forme delicate poco pronunciate. La idol sentì il cuore palpitare per l’eccitazione e rimase imbambolata giusto un paio di secondi di troppo prima di rendersene conto e distogliere istintivamente (e con riluttanza) lo sguardo imbarazzato.


    Si sentì la gola improvvisamente secca e deglutì vistosamente per poi schiarirsi nervosamente la gola cercando di dissimulare senza molto successo il suo stato d’animo in ebollizione. Troppo assorta a reprimere le focose fantasie che si stavano accavallando nella sua testa e a trattenersi dal fissare l’amica mentre si cambiava, la idol non recepì subito quello che le disse Morrigan «Uh- come dici?” – chiese con espressione smarrita – «Oh – balbettò comprendendo a scoppio ritardato – «N-non c’è bisogno non è un problema…»
    E infatti nonostante tutto per Sakiko spogliarsi di fronte a qualcuno non era esattamente un problema. Per via del suo lavoro la ragazza non era estranea a stare in bikini o in lingerie di fronte all’intera crew di un servizio fotografico. E durante gli spettacoli teatrali le era capitato più volte di condividere il camerino con altre attrici e doversi cambiare davanti a loro di tutta fretta fra una scena e l’altra. Mettere in mostra il proprio corpo non era qualcosa che ormai imbarazzava facilmente Sakiko – specie considerando che le sue foto in bikini o in lingerie avevano ormai figurato sulla copertina di diverse riviste di moda o di gossip. Sarebbe stato piuttosto paradossale mostrare eccessivo pudore per una cosa del genere.


    Detto questo – non si poteva neanche dire che sentisse un pizzico di nervosismo nel farlo di fronte a Morrigan. Unicamente perché Morrigan occupava una posizione eccezionale nella mente della ragazza. Senza dubbio una parte più disinibita di lei decisamente voleva che Morrigan la guardasse… un'altra parte però allo stesso tempo lo temeva. Temeva che a Morrigan potesse non piacere quello che avrebbe visto? Un pochino. Ma ciò che temeva di più era che l’irlandese semplicemente, al contrario di lei, rimanesse indifferente e neanche lontanamente interessata. Quella eventualità sarebbe stata devastante per Sakiko.

    Ciò nonostante la idol senza indugiare ulteriormente si apprestò a togliersi la maglietta portando le mani ad afferrare e un lembo inferiore e sollevarla dal basso. Ma arrivando giusto a scoprire l’ombelico la ragazza si bloccò di colpo sentendo un improvvisa fitta di panico.
    Sakiko lanciò un occhiata preoccupata alla finestra che dava sulla stanza.

    Se c’era qualcosa che la idol temeva più della reazione di Morrigan nel vederla spogliarsi era decisamente l’idea che la vedesse qualche bieco approfittatore indesiderato. I paparazzi erano una preoccupazione e paura costante nella mente della ragazza. Cosi mostrando chiari segni di nervosismo, prima di continuare a cambiarsi chiese «Le t-tende sono chiuse bene?» – e a prescindere dalla risposta di Morrigan, Sakiko si approcciò alle tende tirandondole ancora di più con scrupolosa paranoia dopo aver lanciato una lunga occhiata verso esterno come a voler cogliere qualche paparazzo in fragrante.


    Accertatasi che il rischio di eventuali ficcanaso fosse quasi per certo debellato la ragazza si tranquillizzò un po’ e seguì a spogliarsi senza ulteriori interruzioni rivelando l’intimo che indossava sotto. Rispetto a quello di Morrigan l’intimo che indossava Sakiko era decisamente meno sobrio – più mirato al fattore estetico che a quello pratico. Si trattava di un modello di intimo di colore verde chiaro decorato con rifiniture di pizzo che accentuava e risaltava le curve un po’ più formose rispetto a quelle dell’amica. Nonostante le apparenze non si trattava di qualcosa che Sakiko aveva indossato per l’occasione. La idol prediligeva già normalmente questo il tipo di intimo che trovava più soddisfacente esteticamente. Solo quando lavorava su qualche numero di danza o doveva fare uno dei suoi giri da vigilante optava per un più pratico modello sportivo che le permetteva di muoversi più comodamente.

    Ormai allo scoperto Sakiko indugiò giusto qualche secondo lì sul posto con fare incerto, evitando intenzionalmente di alzare lo sguardo sul volto di Morrigan nonostante la curiosità di vederne l’espressione. Desiderosa di spostare l’attenzione su qualcos’altro la ragazza seguì a dichiarare «…e adesso tocca a mostrarti il mio pigiama!» – e con totale disinvoltura aprì i palmi della mani, mettendo in mostra le distintive voglie a forma di cuore, e, come un prestigiatore che estrae un coniglio dal cappello, tirò “magicamente” fuori dal palmo della mano un pigiama grazie al suo Quirk «Ta-da! Che te ne pare?» – esclamò con entusiasmo ponendo strategicamente il pigiama di fronte a se cosi da permettere a Morrigan di poterlo ammirare. Si trattava di un pigiama di seta rosa decorato con un tema di fragole – era un modello piuttosto leggero con una camicetta a maniche corte e pantaloncini anch’essi corti. Solo allora la ragazza si concessi di dirigere lo sguardo sul volto di Morrigan per constatare quale fosse la sua reazione.




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    Come già detto in privato, sorry per il ritardo = 3 ="
     
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    Morrigan non conosceva il lato più "aggressivo" della ragazza, nonostante sapesse del suo entusiasmo e impetuosità, in realtà nemmeno pensava fosse in grado di arrabbiarsi: lei la vedeva come una giovane solare e positiva, un sentimento tale come la rabbia non poteva tangerla. Ed era anche vero che difficilmente l'Irlandese sarebbe riusciva a farla indispettire, più perchè era lei stessa a non volerlo, che non perchè non ne fosse in grado. Senza nemmeno saperlo, probabilmente sarebbe bastato accennare al fatto che facesse parte di un'organizzazione criminale per conoscere ciò che aveva già mostrato a Joshua. Si limitò quindi a ricambiare il suo sorriso, Saki poteva stare tranquilla, Morrigan la considerava un'amica e non l'avrebbe fatta arrabbiare se non era lei per prima a farlo. (. . .)

    Morrigan si divertiva a vedere come il viso di Sakiko poteva contorcersi in mille espressioni diverse e si chiese se ciò era una caratteristica che si acquisiva grazie alla recitazione, il sapersi esprimere così bene senza nemmeno aver bisogno di parlare. Al contrario della idol, le espressioni della ragazza dai capelli rosa erano limitate, probabilmente sarebbe riuscita a contarle sulle dita di una mano, ed era anche parecchio difficile tirargliele fuori, dato che manteneva sempre uno sguardo mite, con le labbra incurvate in un sorriso appena accennato. Saki invece, con le guance ancora piene di birra, si dilettava a dimostrare il suo poco gradimento, per quanto poco dopo provasse a smentirlo a parole, risultando davvero poco credibile.
    Le sorrise, quando confessò l'ovvio, provando per lei un misto tra tenerezza e pietà. ‹ Se la trovi così terribile posso portarti del succo, davvero, mi sentirei in colpa se bevessi solo per fare contenta me. ›, se l'irlandese fosse stata nei suoi panni, non si sarebbe mai obbligata a bere qualcosa che non gradiva soltanto per "bere in compagnia" dell'altro, anche se ne avesse avuto una cotta.
    ‹ Kanpai. ›. alzò comunque la lattina, facendo cin cin con quella di lei, Saki era troppo testarda certe volte.

    I gattini si lasciavano coccolare tranquillamente da Saki, comportandosi come due piccoli angioletti, che avevano dimostrato di non essere, mentre Morrigan era intenta ad indossare il pigiama. Al contrario di Saki, come poco dopo avrebbe avuto il piacere di vedere, i capi intimi di Morrigan erano estremamente semplici e pratici: neri, senza troppo fronzoli o roba inutile che poteva infastidirla. Il suo ragionamento era piuttosto semplice: raramente qualcuno aveva il piacere di vederla seminuda quindi preferiva sempre e comunque la comodità all'estetica.
    Guardava di sottecchi il modo in cui Saki se ne rimaneva imbambolata a fissarla, e se fosse rimasta pochi altri secondi, probabilmente le avrebbe chiesto di smetterla. Che la guardasse in maniera così ossessiva, quasi stesse studiando ogni parte del suo corpo, la metteva a disagio, e un po' se lo meritava. Indossò così in fretta la maglia a maniche corte e i pantaloncini.
    Quando arrivò il turno di Saki, che decise di rimanere in stanza piuttosto che cambiarsi altrove, la bionda iniziò a fissare preoccupata le tende e Morrigan impiegò qualche secondo a capire il perchè. ‹ Mh, si, dovrebbero. ›, disse, per quanto lei si fosse comunque apprestata ad assicurarsi fossero ben chiuse. Doveva essere dura doversi sempre preoccupare di non essere visti, e non poter godere di una tranquilla vita privata rischiando invece di farsi fotografare da qualche paparazzo in cerca di scandalo. Nemmeno l'irlandese ci teneva particolarmente ad essere vista in giro assieme a Saki, non voleva mettere nei guai lei, e tantomeno finire su qualche rivista di gossip come la sua ipotetica ragazza. La notorietà era qualche che lei avrebbe preferito evitare.
    Inevitabilmente gli occhi di Morrigan caddero sul corpo di Saki, sulle sue forme preziose e piacenti. Era andata a sedersi sul letto e il suo sguardo intercalava tra l'idol e i due gattini che si erano posati sul suo grembo. Sapeva già quanto bella fosse la bionda, lo aveva pensato anche a prima volta che l'aveva vista, ma se quella volta ne aveva provato una certa invidia, essa si era trasformata in attrazione. Chissà, se non avesse saputo i sentimenti di Saki verso di lei, ci avrebbe provato.
    ‹ Chissà quante persone vorrebbero essere al mio posto in questo momento, sono proprio fortunata. › commentò con tono ironico e scherzoso, per quanto la frase avesse un che di serio.
    ‹ E' così grazioso! Lo adoro. Dovrei proprio andare a fare shopping con me, ti voglio come mia consulente d'immagine › disse, guardando il pigiama dell'amica, non troppo dissimile dal suo.
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    Scusa il ritardo. Sai già in cos'ero impegnata,,
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    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Sakiko sorrise compiaciuta quando Morrigan cedette al suo invito di brindare per celebrare simbolicamente l’inizio di quella serata. Ma la idol non riuscì ad ignorare l’offerta alternativa dell’amica e i suoi occhi smeraldini si assottigliarono squadrando l’irlandese con fare critico «…succo? Suvvia, solo perché non mi piace la birra non c’è bisogno di trattarmi come una bambina.» – protestò e imbronciando il viso con fare offeso gonfiando le gote andò a prendersi distrattamente un altro sorso dalla sua lattina dimenticandosi sbadatamente che contenesse birra finendo cosi a fare un'altra smorfia.

    La ragazza però resetto l’espressione schifata per ripristinare il suo broncio rivolgendosi all’amica «…e non provare a negarlo. Guarda che riconosco l’espressione che fai quando pensi che mi sto comportando in maniera infantile.» – dichiarò con fare accusatorio. Ed era tutto sommato vero.

    Sakiko ovviamente non aveva alcun poter telepatico per leggere nel pensiero – ma la idol aveva l’abitudine di studiare le facce e le espressioni altrui ed era diventata piuttosto esperta nell'interpretarle. Era una sorta di hobby che aveva iniziato a praticare molti anni prima come esercizio per migliorare le sue doti di recitazione. Osservare discretamente le persone che le stavano attorno, memorizzarne le espressioni, i tic e perfino il modo in cui parlavano. Ognuno di questi tratti era come un nuovo colore da aggiungere alla sua palette recitativa, permettendole di esprimere ed interpretare un più ampio raggio di emozioni sul palco o davanti ad una telecamera.

    Ovviamente non si trattava di una scienza esatta e la precisione con cui la idol riusciva ad associare un espressione ad uno specifico stato emotivo o pensiero dipendeva molto di persona in persona, ma anche quanto passava con quella persona. Chiaramente più conosceva una persona più le veniva facile leggere le loro espressioni.

    Ma in alcuni casi certe persone rimanevano difficile da leggere a prescindere dal tempo che passava con loro.
    Morrigan era una di esse.

    Le espressioni della ragazza irlandese erano sempre piuttosto ermetiche e discrete. I movimenti del suo viso rimanevano la maggior parte del tempo fini e delicati, rendendo difficile e ambiguo il tentativo di decifrare quello che stava pensando attraverso di essi.
    C’erano delle distinte ragioni per le quali Sakiko era quindi in grado di riconoscere quella specifica espressione. La prima ovviamente era che passava molto più tempo del dovuto ad osservare il viso di Morrigan. Era come un impulso inconscio – molto spesso praticamente senza rendersene conto si ritrovava a rubare occhiate furtive quando la ragazza non stava guardando o semplicemente direttamente a fissarla in volto quando parlavano.

    La seconda ragione era che era piuttosto familiare con quello specifico tipo di espressione in generale. Era un misto di accondiscendente, perplesso e rassegnato. Era il tipo di espressione che si rivolgeva ad un bambino capriccioso quando lo si assecondava. Aveva visto quel tipo di espressione sul viso di molte persone quando mostrava un lato meno “adulto” della sua personalità – cosa che accadeva piuttosto spesso a seconda da quanto lei si sentiva a suo agio con la persona in questione. Una di queste persone era per esempio il suo amico americano Joshua, le cui espressioni era in genere piuttosto dirette e facili da leggere – per quanto fosse piuttosto superfluo visto che comunque l’americano era comunque il tipo da dire apertamente quello che pensava in ogni caso.

    Oppure suo padre Itsuki, che era anche la terza ragione per cui era familiare con quell’espressione in primo luogo. Il padre utilizzava spesso quell’espressione quando era con lei, rimproverandola spesso per comportarsi in maniera infantile. Il che era un po’ un paradosso dal punto di vista di Sakiko, visto che a suo dire lui era il primo che insisteva a trattarla come una bambina.

    Anche suo padre era una persona dalle espressioni piuttosto tirate e criptiche, in maniera molto simile a Morrigan. Come l’irlandese era una persona molto quieta e distaccata che esprimeva i propri pensieri e le proprie emozioni con il contagocce. La idol non poté fare a meno di rammentare come da piccola aveva iniziato una sorta di gioco dove cercava in diversi modi di rompere la maschera inespressiva del padre portandolo a reagire per strappargli una qualsiasi altra espressione. Per la maggior parte si trattò di cercare di farlo ridere o quantomeno sorridere, agli inizi quando era piccola in maniera piuttosto ingenua con smorfie, stupide scenette e balletti improvvisati – per poi sviluppare metodi e approcci più elaborati con il passare del tempo. Ma il gioco assunse una natura differente quando il padre e la madre si separarono, e ancor di più quando la madre morì. Il gioco era diventato per lei un modo di consolare il padre ma allo stesso punto un punto di contatto con lui in quel momento di difficoltà. Riuscire a far sorridere lui in un certo modo la aiutava a sentirsi meglio con se stessa. Ancora adesso sentiva una nostalgica sensazione di realizzazione e compiacimento nelle rare occasioni in cui riusciva a strappargli un sorriso.

    E provava una sensazione simile con Morrigan. Il fatto che l’amica irlandese fosse cosi ermetica con le sue emozioni e i suoi pensieri rendeva i momenti in cui li esternava una rarità. E ciò rendeva quegli sporadici sorrisi che le rivolgeva una rarità preziosa. Forse era uno dei motivi per cui le piaceva.

    Le piaceva l’idea di essere una delle poche persone che riusciva a farla sorridere.
    Di essere una delle poche persone a cui la ragazza dai capelli di ciliegio donasse i suoi sorrisi.



    (…) Veloce ed avanti. Il tono della scena cambia molto quando entrambe le ragazze si ritrovano in camera di Morrigan a cambiarsi. Sakiko aveva colto l’occasione per ammirare con espressione un po’ rapita le forme dolci e modeste della ragazza in lingerie – sicuramente dilungandosi un po’ troppo nel farlo. Cosa che poi pagò su sulla sua stessa pelle quando fu lei a spogliarsi sotto gli occhi scarlatti di Morrigan. Nonostante fosse abituata a mettere in mostra il suo corpo, farlo sotto lo sguardo della ragazza per cui aveva una cotta le trasmetteva una strana sensazione di imbarazzo… seppur allo stesso tempo anche una sensazione di piacere nel sentire lo sguardo di Morrigan su di lei. Era una sensazione inusuale e la ragazza considerò che probabilmente si sarebbe sentita più a suo agio a farlo di fronte ad una platea di spettatori. Era come se il suo cervello mandasse elaborasse due impulsi contrastanti.

    La idol fu quasi sul punto di cedere all’impulso di affrettarsi a coprire in qualche modo la sua semi-nudità andando a incrociare le braccia sul petto per coprirsi quando Morrigan commentò con un apprezzamento ironico. Sakiko cogliendo l’ironia reagì sfogando l’imbarazzo e il disagio del momento «Ah-ah-ah…» – mimò meccanicamente una risata monotona – «…molto divertente. Vedo che sei piuttosto in vena di prendermi in giro oggi.” – constatò con tono sarcastico e un espressione un po’ indispettita avendo percepito il commento della irlandese solo come una burla e non avendo l’acume adatto per rispondere a tono la ragazza invece aprì nuovamente il palmo della sua mano e richiamò con il suo Quirk quello che apparì come un grosso, morbido cuscino rosa. La ragazza perpetrò cosi la sua ripicca lanciando senza molta forza il cuscino addosso a Morrigan mirando alla faccia «Cosi siamo pari.» – dichiarò arbitrariamente con espressione compiaciuta facendole poi una linguaccia dispettosa.

    L’espressione della idol si rabbonì un po’ quando però Morrigan espresse quello che sembrava un più sincero apprezzamento per il pigiama che aveva scelto addirittura proponendole di fare shopping insieme. Ovviamente una proposta fantastica per Sakiko che reagì con prevedibile entusiasmo «Davvero?” – chiese arrossendo lievemente in volto mentre indossava i pantaloncini del pigiama – «…mi piacerebbe molto fare shopping insieme. Non ho molte occasioni di farlo in compagnia senza essere tartassata da uno sciame di curiosi…» – rispose con sincerità per poi sospirare con fare un pò abbattuto.





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    Rimase spiazzata, Morrigan, alla risposta della ragazza. Era vero, c'erano certe volte, anche fin troppo spesso, che si rivolgeva a lei come se fosse una bambina, e le capitava quasi di crederci, per i suoi modi di fare. Non fu spiazzata perchè la bionda l'avesse scoperto, ma perché l'aveva capito. Come? Morrigan la sottovalutava, in un certo senso, o forse sopravvalutava se stessa, e pensava non fosse in grado di distinguere i suoi toni alquanto soavi e poco cambianti, pensava che agli occhi di Saki lei si mantenesse sempre "costante": gentile e disponibile, non certo che riuscisse a coglierne le diverse sfumature.
    Ed invece Saki l'aveva osservata più di quanto pensasse, e questo era un chiaro segno di quanto le due fossero diventate amiche, di quanto lei in quei mesi, si fosse affezionato a Morrigan tanto da riuscire a interpretare quel poco di espressione che sfuggiva al suo viso. Le venne quasi da ridere, non la conosceva che da più di qualche mese ma era riuscita laddove Hisoka aveva fallito, capirla. Non era strano, a pensarci meglio, il jester vedeva nell'irlandese la sua salvezza, Sakiko vedeva solo Morrigan.
    Era sorpresa di lei, piacevolmente sorpresa.
    La ragazza dai capelli ciliegio se ne rimase in silenzio, con aria quasi confusa. ‹ Ahm... non so cosa dire. › confessò, aggrottando leggermente le sopracciglia. Le dava fastidio essere trattata così? Perchè glielo stava facendo notare soltanto adesso? ‹ Scusami, non mi sono accorta di trattarti in quel modo. ›, ed era una mezza verità: non lo aveva mai fatto apposta, il suo inconscio la portava naturalmente a parlarle così. (. . .)

    Nessuno avrebbe saputo quanto Morrigan si stesse trattenendo in quel momento, ogni occhiata fugace che lanciava alla bionda, percorreva rapidamente il suo corpo sinuoso, nel velato desiderio di poterlo sfiorare. Si tratteneva però, e nemmeno lei ne sapeva il motivo. Lei la voleva, anche Saki voleva lei; poteva capire perchè la bionda fosse restia, vivendo l'incertezza di cosa Morrigan provasse per lei, ma perché la ragazza dai capelli rosa non osava?
    Forse la risposta risiedeva in quello stesso discorso che avevano tenuto in salotto: la vedeva come una bambina da proteggere e non voleva approfittare dei suoi sentimenti.
    Era così immersa nei suoi pensieri che si accorse del cuscino —comparso dal nulla— quando ormai fu troppo tardi, e colpì in pieno la faccia, faceva più male di quanto si aspettasse da un cuscino. Lei lo afferrò, ma lo appoggiò dietro la propria schiena, accanto al muro per potergisi appoggiare, ‹ Che carino. Posso tenerlo vero, o scompare? ›. Morrigan non aveva idea di come funzionasse il quirk della ragazza, se le bastasse immaginare qualcosa e questa compariva, o se teletrasportasse oggetti direttamente da casa sua.
    Morrigan immaginava quanto difficile potesse essere per lei farsi anche solo una passeggiata senza esse tormentata dai paparazzi, perciò le propose: ‹ Beh, con me invece di venire in veste di Sakiko, potresti venire come Sachie, no? ›, con un leggero sorriso di complicità, al ricordare quella vecchia storia.
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    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato» - Flashback





    Sakiko fu leggermente sorpresa dalla reazione di Morrigan. Quella che si era formata sul viso della ragazza irlandese era un espressione piuttosto inusuale, per non dire rara.
    Era un espressione di sorpresa. Un espressione di perplessità.

    Sakiko rimase momentaneamente interdetta nel sentire Morrigan chiederle scusa. Non era assolutamente qualcosa che si aspettava. Era abituata al modo in cui l’amica tendeva a punzecchiarla e a prenderla in giro ormai, in genere stuzzicandola con dei commenti ironici accompagnati da un adorabile sorrisetto smaliziato. Era in genere un piccolo botta e risposta che le due intrattenevano un po’ per gioco – anche se in genere Sakiko non era esattamente in grado di rispondere a tono quindi in genere si limitava a fare una smorfia e un broncio imbarazzato.
    Sakiko era consapevole che Morrigan facesse bene attenzione a mai dire nulla di veramente offensivo, mantenendosi sempre entro una ben precisa linea. E la idol aveva la ben concreta impressione che Morrigan avrebbe potuto superare facilmente quella linea e che se avesse voluto avrebbe potuto facilmente le parole per ferirla o turbarla.
    Questa consapevolezza, forse un po’ stranamente, era per lei in un certo verso rassicurante, perché le dava l’idea che piacesse abbastanza all’irlandese da portarla a preoccuparsi di non ferirla.

    O almeno era cosi che Sakiko voleva vederla.


    Inevitabilmente di fronte a quella reazione i tratti crucciati della bionda si ammorbidirono e il suo broncio rischiò di sciogliersi fin troppo velocemente. Per un breve momento Sakiko non seppe cosa dire o fare. Non voleva che Morrigan si sentisse in colpa per una cosa del genere. Non è che fosse poi davvero offesa, era solo che… era solo che…

    «N-non c’è bisogno che ti scusi, Momo…” – si affrettò a rispondere agitando freneticamente la mano con fare apprensivo e apologetico, come se fosse convinta di essere lei quella che avrebbe dovuto scusarsi – «…è una s-stupidaggine. Non mi s-sono mica davvero offesa…» – farfugliò cercando di spiegarsi.

    …era solo che finché la considerava una “bambina” non poteva di certo prenderla seriamente in considerazione come amante.

    «Voglio dire…» – continuò con un po’ di esitazione giocando nervosamente con una ciocca di capelli, arricciandola fra le dita – «…s-so meglio di tutti che spesso tendo ad essere piuttosto testarda e… irragionevole Rivelò evitando intenzionalmente di utilizzare termini come “infantile” o “immatura” – era consapevole che probabilmente erano più azzeccati ma in fondo era troppo orgogliosa per infierire su stessa fino a quel punto. «...vorrei solo che almeno tenessi a mente che non sono davvero una bambina… e che anche se mi comporto in modo… strano lo faccio sempre con una ragione. E che sono abbastanza adulta da sapere quello che voglio…» – e quasi senza rendersene mentre queste parole sfuggivano dalle sue labbra la ragazza volse uno sguardo eloquente e risoluto su Morrigan quasi a subconsciamente volere comunicare che il quel momento lei era la cosa che voleva di più.

    Quando però Sakiko prese consapevolezza di quello che stava facendo inevitabilmente sentì la marea dell’imbarazzo salire dentro di lei e affogare quel breve momento di coraggio mentre le sue guancie finivano a galleggiare in un oceano di rosso. La ragazza cercò di distanziarsi dalla gaffe e di dissimulare il suo imbarazzo girando di scatto la testa per evitare lo sguardo di Morrigan, puntando il suo verso un angolo opposto della stanza «…a-anche se a volte sono c-cose stupide come voler bere della birra che non mi piace…» – borbottò in conclusione, enfatizzando quell’affermazione prendendo per l’appunto un altro sorso dalla lattina di birra. La sua faccia fece inevitabilmente un'altra smorfia «…si, ha ancora un sapore orribile… Ma se ne bevo abbastanza sicuramente prima o poi dovrà migliorare, no?» – commentò abbozzando un piccolo sorriso incerto.

    . . . . . .


    Il suo morbido attacco a base di cuscino andò a segno e Sakiko celebrò ridacchiando compiaciuta. Morrigan si mostrò, come suo solito, piuttosto imperturbata dalla cosa e con una certa disinvoltura, piuttosto che rimproverare Sakiko o provare a rispedire l’attacco al mittente, si appropriò del cuscino utilizzandolo per poggiare la testa. Sakiko sbuffò leggermente divertita dalla domanda posta da Morrigan «Sarebbe un bel problema se sparissero – a quest’ora sarei già finita a girare mezza nuda per strada o peggio.» – ipotizzò scherzosamente prendendo in considerazione la sua abitudine di usare spesso il suo Quirk come armadio portatile per cambiarsi i vestiti in varie occasioni. «Il mio Nexus non crea oggetti può solo immagazzinarli… Ad ogni modo, tienilo pure – ne ho almeno un'altra decina con me.» – spiegò aggiungendo alle ultime parole con un sorriso spavaldo e una giocosa sfumatura di minaccia volta ad indicare che avrebbe potuto usare quei cuscini come munizioni.
    La idol però si mostrò un po’ sorpresa quando Morrigan stessa le suggerì di utilizzare “Sachie” per accompagnarla in incognito a fare shopping. Tutto quel tempo Sakiko aveva trattato l’argomento “Sachie” come una sorta di taboo. In parte per timore che menzionarla indisponesse Morrigan, in parte perché ancora si sentiva lei stessa in colpa al riguardo.

    Sachie era l’identità fittizia con cui Sakiko si era presentata per la prima volta all’irlandese e per i primi tempi della loro amicizia la idol aveva continuato a mantenere quella facciata. Ma con il tempo più si legava a Morrigan più le divenne difficile continuare quella farsa ed eventualmente non poté fare a meno di rivelarle la verità.
    Sakiko ricordava ancora con ansia quel giorno – perché avrebbe potuto essere il giorno in cui Morrigan, scoprendo la menzogna, avrebbe potuto tagliare ogni rapporto con lei.

    . . . . . .



    La idol ricordava di come avesse inventato un pretesto per invitare la ragazza irlandese a mangiare fuori. Ricordava che era stata cosi nervosa e tesa da non riuscire a pensare lucidamente ad un pretesto convincente e improvvisando in pieno panico sul momento finì per chiedere a Morrigan di accompagnarla ad una catena di fastfood perché voleva uno dei giocattoli in promozione con l’Happy Meal.

    Si, proprio cosi. Un giocattolo dell’Happy Meal. Questo era stato il miglior pretesto che il suo cervello era riuscita a pensare lì su due piedi. In un imbarazzata retrospettiva Sakiko comprese che probabilmente era per stupidaggini del genere che Morrigan tendeva a considerarla un po’ una bambina.

    La idol ancora sentiva dolorose fitte di imbarazzo al riguardo e si nascondeva istintivamente la faccia ogni volta che pensava a quella gaffe.

    …ciò nonostante Morrigan, per chissà quale motivo, aveva accettato di andare con lei. Sakiko prese il famigerato Happy Meal al solo costo della sua dignità e ottenne cosi anche l’agognato giocattolo: un piccolo pupazzetto cell-strap per cellulari. Che a dirla tutta Sakiko trovava effettivamente incredibilmente “super-carino” e che nonostante tutto ancora custodiva gelosamente.

    Il momento della verità però pretendeva di essere affrontato.

    Sakiko aveva scelto come “campo di battaglia” una semplice e quieta panchina in un parco vicino. Un posto abbastanza isolato e riservato da non rischiare di attirare l’attenzione di eventuali curiosi e indiscreti. Voleva in fondo rivelarsi a Morrigan non al mondo intero.
    Cosi con estrema trepidazione e una lunga balbettante e nervosa premessa composta principalmente di frasi sconnesse Sakiko eventualmente riuscì a prendere il coraggio di sfilarsi a sorpresa la parrucca mora rivelando la sua reale chioma bionda e proferire le fatidiche parole.


    «Morrigan, devo farti una confessione…»




    …quando l’eco passato di quelle parole risuonò nella mente della Saki del presente, la ragazza si scosse realizzando di essersi momentaneamente imbambolata nel rivivere quel ricordo.

    La idol si ricompose e si girò dando le spalle a Morrigan rispondendo con un po’ di esitazione «Si, beh… sarebbe probabilmente una buona idea…» – nel mentre raccolse la lunga chioma bionda che le ricadeva sulla schiena, l’adagiò con cura sull’incavo del collo e con relativa disinvoltura portò le mani dietro la schiena sganciando il ferretto posteriore del reggiseno e sfilandosi le bretelle. Non si trattava di una audace mossa di seduzione, semplicemente Sakiko era abituata a non indossarlo quando dormiva – lo trovava scomodo e opprimente, e certi modelli tendevano a lasciare brutti segni sulla pelle.
    Senza troppe cerimonie la idol si disfò del reggiseno rimanendo momentaneamente in topless ma facendo ben attenzione a tenersi di spalle rispetto a Morrigan. Nonostante tutto non si sentiva ancora pronta a mettersi cosi tanto in mostra.

    La bionda indossò sbrigativamente la camicetta del pigiama mettendo fine al suo piccolo spettacolino di spogliarello. Sakiko cosi si voltò rivelando però un espressione chiaramente preoccupata «…ma n-non ti darebbe fastidio?» – chiese rivelando la sua prevedibile preoccupazione.





    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Normale | Peso 0/4 | Energia 300 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90



    I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpf


    SPOILER (click to view)
    You know the drill, and so do i
    i'm late again, sorry am i
    please accept this apology in rhyme~


    Edited by Leonarch - 3/7/2021, 19:06
     
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