Absolutely Totally Completely Definitely NOT a Valentine Date

Social Role|Sakiko Yumeno - Morrigan O'Brien #NSFW #Yuri

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    Il viso imbronciato di Saki si rasserenò in un secondo dopo le scuse dell'universitaria. Morrigan sapeva che Saki non l'aveva detto con l'intento di sgridarla, la loro dinamica era sempre stata quella di stuzzicarsi un po' a vicenda, anche se la maggior parte delle volte era Morrigan che prendeva in giro l'altra e non viceversa. Ovviamente lei non era mai veramente cattiva con Saki, le sue provocazioni erano molto soft ed ironiche, non aveva motivi per essere crudele con lei, e per quanto a volte non avesse nemmeno la necessità di avere tali motivi —Hisoka lo avrebbe scoperto qualche settimana dopo— , non le sorgeva spontaneo esserlo con Sakiko.
    In ogni caso, per quando l'inglese dicesse di non essersi offesa sul serio, entrambe sapevano che c'era un fondo di verità nelle sue parole: non voleva che lei la considerasse una bambina, perchè lei era un adulta che sapeva cosa voleva. Un silenzio carico di pensieri riempì la stanza per alcuni secondi, e Morrigan non impiegò molto a capire, dal suo sguardo, ciò che le voleva trasmettere. Come se le avesse letto i pensieri, sapeva il fatto che se la considerava una bambina, non l'avrebbe mai vista come qualcuno di cui poteva innamorarsi. Morrigan stessa era arrivata a capirlo soltanto alcuni attimi prima, e l'inglese le stava chiaramente dicendo che, se quello era il problema, doveva dimenticarselo e farsi avanti. Saki aveva chiaro ciò che desiderava da lei, Morrigan un po' meno.
    La ragazza dai capelli rosa non badò più alle parole di lei, era completamente concentrata a capire quello che voleva, senza riuscire ad arrivare ad una conclusione. I pensieri e i sentimenti le si mischiavano in testa e le facevano sorgere domande cui se di solito trovava risposta, ora erano solo confusi e vaghi. Perchè continuava a frequentare Saki? Perchè aveva accettato di vederla il giorno di San Valentino?
    C'era sempre un motivo pratico quando lei frequentava i suoi amici, per Hisoka era stato il suo stesso diletto, con Izusu per il nuovo romanzo che stava scrivendo, i compagni dell'università perchè l'aiutassero con i compiti. Ma Sakiko? Le due appartenevano a mondi completamente differenti, l'irlandese decisamente non gradiva il suo, e non aveva mai avuto intenzione di approfittarsi della sua fama per qualcosa, tutto il contrario, preferiva non si sapesse in giro. L'idol non contribuiva in nessun modo concreto alla sua vita.
    Morrigan non era una persona troppo sociale, probabilmente se chiunque altro gli avesse chiesto di uscire per San Valentino avrebbe semplicemente rifiutato, inventandosi qualche scusa, perchè semplicemente non aveva voglia di uscire, oppure organizzare la serata o comprare un pigiama nuovo solo per fare bella figura con una ragazza.
    Scosse leggermente la testa come per scacciare via tutti quei pensieri, non era il momento adatto per isolarsi nella stessa stessa mente, avendo lei lì davanti. Doveva godersi la serata e non pensare a nulla, continuava a ripetersi. ‹ Amazing. Puoi immagazzinare anche le persone? › (. . .)
    Sakiko continuò a spogliarsi e stavolta Morrigan si costrinse a spostare subito lo sguardo altrove, sull'interessante ciotola di patatine che iniziò subito a sgranocchiare, per concentrarsi su qualcos'altro. I discorsi di prima, e quello che stava accadendo in quel momento, l'avevano portata ad iniziare a sentirsi un po' a disagio, non tanto per colpa di Saki e del fatto che fosse stata quasi nuda davanti a lei per degli infiniti secondi, ma per quel che lei stessa provava all'avere questa informazione in testa; Saki quasi nuda nella sua stanza da letto, che poco prima le comunicava con lo sguardo di volere lei, e lei mezza sdraiata sul letto, vestita, ma senza la minima idea di quello che voleva.
    ‹ Fastidio? › sussurrò, alzando finalmente lo sguardo su di lei, ma schivando i suoi occhi. ‹ E' acqua passata, non mi da più fastidio. ›
    Ora che parlavano di Sachie però, Morrigan ricordò un momento, o meglio, un paio di giorni, in cui era stata "cattiva" con la bionda, per colpa della sua bugia.

    Morrigan non era poi così stupita che Sachie l'avesse invitata a mangiare in un fast-food, soltanto perchè voleva il nuovo pupazzetto dell'Happy Meal, non aveva minimamente sospettato nulla, ed anzi ci aveva giusto riso e l'aveva presa un po' in giro, ma poi per farle compagnia aveva finito per comprarlo anche lei, ed ora al cellulare portava appeso un piccolo coniglio.
    Il nervosismo di lei però, era palpabile, l'universitaria sapeva che c'era qualcosa che non andava, ma non conosceva la natura del suo turbamento, così aveva passato la maggior parte dell'uscita a provare a farle sentire a suo agio, senza molti risultati, anzi, più era gentile, più tutto sembrava peggiorare.
    Si erano poi fermate in un parco, su una panchina un po' isolata dalle altre, e l'inquietudine della bionda non aveva fatto che aumentare, arrivando a far quasi preoccupare sul serio Morrigan.
    ‹ Dimmi. › le disse con una certa urgenza, dopo tutte quelle sue parole confuse. Voleva capire cosa le stava succedendo.

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    Morrigan O'Brien
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    Sorry il ritardo!
    E non accetto nessuna rima in inglese.
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    Sakiko Yumeno

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    L’espressione di Sakiko si congelò per un momento quando Morrigan volle approfondire la questione del Quirk della idol chiedendo, in maniera quasi distratta, se fosse anche in grado di “immagazzinare” le persone. Il volto sbiancò leggermente, abbassò lo sguardo, chiaramente rammentando qualcosa di sgradevole, e rispose in maniera evasiva «No… il mio Quirk non è… adatto per essere usato sugli esseri viventi.»

    La verità era che il Nexus di Sakiko era si, in grado di immagazzinare anche organismi viventi. Il problema era che il processo includeva un passaggio di “spaghettificazione” – un fenomeno in genere osservabile nel campo di buchi neri e che inevitabilmente comportava il doloroso decesso di qualsiasi organismo vivente che venisse immagazzinato. Il Quirk ricomponeva il corpo in maniera perfetta ma non c’era un modo per un essere vivente di sopravvivere il trattamento. In più non era neanche chiaro se un essere vivente potesse sopravvivere all’interno dello spazio generato dal Quirk in primo luogo.

    Sakiko aveva dovuto scoprire questa nozione quando aveva giusto sei anni. Da bambina aveva provato ad utilizzare il suo Nexus per immagazzinare un piccolo canarino giallo che le aveva regalato la nonna paterna. La sua intenzione era quella di tenerlo al sicuro per poi mostrarlo ai suoi genitori. Ma sventuratamente quando la piccola fece per richiamare l’animale a se, ciò che si trovò fra le mani era il corpo illeso ma totalmente privo di vita della povera creatura.

    Inutile dire che l’incidente traumatizzò profondamente Sakiko, al punto che per un intero mese non fu in grado di utilizzare in alcun modo il suo Nexus e anche dopo essersi ripresa sin da allora non utilizzò mai più il Quirk su un essere vivente.
    La idol non esitò a cambiare subito argomento non volendo riportare alla mente quello spiacevole episodio in quella serata.


    Purtroppo però l’argomento su cui la conversazione andò a parere era un ricordo piacevole. Il giorno in cui aveva rivelato a Morrigan la sua identità e di conseguenza che per tutto il tempo in cui si erano conosciute aveva mentito sulla sua identità.

    .....



    …la tensione di quel giorno era soffocante. Sakiko aveva l’impressione che la verità nascosta le stesse tappando la gola e avrebbe finito per strozzarla. Ogni giorno passato in compagnia di Morrigan il senso di colpa per la menzogna era cresciuto di pari passo con l’affetto che aveva iniziato a sentire per quella che era ormai diventata un amica. Ma allo stesso tempo era cresciuta la paura delle possibili conseguenze. La possibilità che confessare la menzogna avrebbe compromesso definitivamente il loro rapporto.

    Paura e senso di colpa l’avevano quindi tormenta con crescente intensità ed era quindi giunta al limite della sopportazione.
    Il che non rendeva però in alcun modo la cosa più facile. Sakiko si sentiva avvampare la testa – aveva come l’impressione che la parrucca incriminante che portava sulla testa le si stesse stringendo addosso fino a stritolarle il cranio.

    Alzò lo sguardo verso Morrigan e la guardò dritta negli occhi.

    Una mano si alzò sulla chioma bruna sintetica e l’afferrò alla base sfilandola via, liberando e rivelando la fluente chioma bionda nascosta al di sotto. Liberi dalla restrizione della parrucca i capelli biondi fluirono come una valanga dorata cascando dalle spalle della ragazza.
    «Io… non mi chiamo davvero Sachie Scott. Il mio vero nome è Sakiko Yumeno… Ho utilizzato l’alias di Sachie per proteggere il mio anonimato e…” – a questo punto voce e coraggio vennero improvvisamente a mancare. La idol faticò a ritrovare le parole per continuare – «…non era mia intenzione mentirti ma avevo paura di rivelarti la verità…» – cercò di spiegare.
    Le parole si fermarono. Aveva paura di aggiungere di più – temeva che qualsiasi parola sbagliata avrebbe potuto peggiorare tutto. Cosi aspettò la reazione di Morrigan, con lo stesso terrore nel cuore di un capitano di una nave che sta per essere investita da un mostruoso tsunami.


    .....



    …adesso, lì nel presente, la minaccia di quello tsunami sembrava lontana, ma la sensazione di angoscia e paura che aveva provato quel giorno era ancora vivida nella mente della idol.

    Perciò quando captò una nota di incertezza ed evasività nella risposta di Morrigan non poté ignorarla. Sakiko non era dotata della sottigliezza e della sagacia dell’irlandese quindi non era in grado di approcciarla in maniera discreta e sofisticata. Cosi l’approcciò in maniera totalmente frontale.
    La idol si fece strada sul letto gattonando brevemente per raggiungere Morrigan, facendo nel mentre attenzione a calpestare nulla nel tragitto. Raggiunta la posizione di Morrigan però non si fermò e prese invece posto addosso all’irlandese, accavallandosi sulle gambe della ragazza, e chinandosi su di lei fino a quando non si trovò letteralmente faccia a faccia.

    Sarebbe potuta sembrare una quanto mai sfacciata mossa d’abbordaggio, se non fosse che Sakiko non avrebbe mai trovato il coraggio di mettere consapevolmente in atto qualcosa di cosi audace. La mente dell’idol era infatti troppo colma di apprensione per poter contemplare un qualsiasi secondo fine.

    Morrigan si sarebbe trovata di fronte un perfetto primo piano del viso di Sakiko – un viso crucciato da un espressione mista di preoccupazione e testardaggine. Gli occhi smeraldini della idol cercarono ed inseguirono insistentemente quelli scarlatti di Morrigan – Sakiko era una di quelle persone ingenuamente convinta che se guardavi una persona dritta negli occhi questa non avrebbe potuto fare a meno di dirti la verità.

    «Ne sei davvero, davvero sicura? Cioè io… potrei capire se tu fossi ancora arrabbiata con me…»
    – chiese infine.






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    Non pensava che la domanda così casual e tranquilla sul quirk della bionda potesse provocare in lei quella reazione. Lo lesse nei suoi occhi e poi nelle sue poche parole che, per qualche motivo, aveva toccato un punto sensibile: la ragazza fu vaga e rispose come se volesse cambiare rapidamente argomento. L'idea più logica che le venne in mente fu che lei lo avesse già provato e che il risultato fosse stato parecchio spiacevole. Le parole che aveva utilizzato le diedero un piccolo indizio, aveva parlato di esseri viventi, quindi non solo persone, un animale allora? Le risultava molto più fattibile che avesse provato il suo quirk su un animaletto, piuttosto che su una persona.
    L'irlandese avrebbe voluto indagare di più, ma il discorso andò a parare su un altro tema non proprio gradevole.

    Morrigan era sinceramente preoccupata dal suo comportamento ansioso e impensierito, avrebbe voluto aiutarla, ma finchè non parlava e le diceva quello che le stava accadendo, ben poco poteva fare. Aveva prolungato la sua sofferenza per tutto il pranzo, portandola in un parco in un posto isolato, l'universitaria aveva ben capito che qualunque cosa avesse, riguardava in qualche modo anche lei. La prima cosa a cui pensò fu che lei dovesse partire, e quindi le due non si sarebbero più viste, considerando quanto sensibile era la ragazza dai capelli castani, quella reazione così esagerata le sembrava fattibile, ma era ben lontana da quello che Sachie le stava per rivelare.
    Il suo voltò si lasciò in un'espressione sorpresa quando la donna scoprì i capelli biondi, lasciando la parrucca castana sulla panchina. Morrigan ebbe giusto il tempo di sentirsi confusa per pochi secondi, dato che poco dopo lei le spiegò la verità. La ragazza le aveva mentito per mesi, fingendosi qualcun altro per "preservare il suo anonimato". Che cosa diavolo significava?
    Non stava minimanete pensando a chi era "Sakiko Yumeno", in quel momento Morrigan sentì come se un fiume di sentimenti negativi stesse cercando di sommergerla, invadendo il suo viso: gli occhi rossi di lei facevano pensare a lava incandescente. Morrigan non sopportava le bugie dalle persone di cui si fidava, Sachie rientrava in esse, più perchè la riteneva incapace di mentire che non perchè le aveva dimostrato di essersi guadagnata la sua fiducia. Ed ecco il risultato. Era delusa da se stessa, ed arrabbiata con lei.
    ‹ Quindi sei anche codar- › quindi sei anche codarda oltre che bugiarda, Morrigan sapeva che con lei sarebbero bastate poche parole per ferirla, ma sarebbe stato insopportabile patetico vederla piangere. Non voleva che piangesse, e non voleva nemmeno le sue scuse, in quel momento non sopportava nemmeno avercela davanti. ‹ Non importa, va bene. ›, il suo tono solitamente amabile aveva lasciato posto a una voce di piombo, chiaramente quel "non importa" era pura formalità, perfino una come Sakiko avrebbe compreso quanto importava. A quel punto si alzò dalla panchina. ‹ Devo andare adesso... ›


    E mentre la ragazza riportava a mente quei spiacevoli ricordi, si ritrovò, senza alcun preavviso, Saki addosso. L'irlandese granò gli occhi, rendendosi conti che soltanto pochi centimetri sepravano il suo viso da quello della bionda, riusciva quasi a vedere il suo riflesso nei suoi occhi verdi. Un fremito lieve come un sussurro invade il suo corpo al sentire il respiro di lei così vicino al suo, e fu giusto abbastanza attenta da cogliere il senso delle parole di lei, e la sua domanda. Ma Sachie non era ciò a cui stava pensando in quell'esatto momento, ma alla breve distanza delle sue labbra rosee, che avrebbe voluto annullare. Aveva resistito fino a quel momento, trattandola come fragile porcellana, perchè non voleva romperla, ma Saki glielo rendeva difficile, inevitabile.
    ‹ Se io ti baciasi la smetteresti di pormi quella domanda...? ›
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    Morrigan O'Brien
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    Sorry il ritardo,,
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    Sakiko Yumeno

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    Fu come se lungo fischio acuto percuotesse i timpani di Sakiko cercando di penetrarle il cervello.
    Rumore bianco che si infrangeva sulle sponde mentali della sua coscienza erodendole come le onde di un oceano.

    «Devo andare adesso…»



    Ogni singola sillaba gelata le si conficcò nel petto come una lama. Sakiko conosceva il volto nascosto di quelle parole, il significato di quel tono di voce. Se Morrigan andava adesso non ci sarebbe stato più un dopo per loro al quale fare ritorno.
    Il cuore palpitante le grida in gola quasi soffocandola.

    Il rumore bianco si fece più intenso.

    Non riesce a pensare. Non che servirebbe a qualcosa in quel momento e non è mai stata brava a farlo in primo luogo. Forse se lo fosse stata avrebbe evitato di trovarsi in questa situazione in primo luogo.

    I suoi si fissano disperati su Morrigan mentre si alza dalla panchina. Ma gli occhi si fanno lucidi offuscandole la vista, mentre lacrime insolenti le scavano il viso in fiamme. Lacrime traditrici, lacrime colpevoli, lacrime egoiste – lacrime di coccodrillo forse qualcuno le avrebbe chiamate. Ma anche se lo fossero state avrebbero avuto meno valore? Il dispiacere e il rammarico che contenevano per Sakiko non erano di certo meno genuini.
    Sapeva di aver sbagliato ma non voleva che perdere Morrigan fosse il prezzo da pagare per il suo errore. Era un desiderio assolutamente e vergognosamente egoistico ma in quel momento permeava ogni fibra del suo corpo.

    Non voleva perdere Morrigan. Non tollerava che ciò che aveva fatto la derubasse di tutti i momenti che aveva condiviso con lei e ancor di più che la derubasse dei momenti che ancora non avevano ancora potuto passare insieme.
    Sakiko con tutta se stessa volle ribellarsi a questa ingiustizia auto-inflitta.
    Voleva che quel sentimento raggiungesse Morrigan. Voleva che l’irlandese capisse che era davvero pentita e dispiaciuta per averle nascosta la verità. Voleva che capisse che si era davvero affezionata a lei.
    Le sue labbra serrate si schiusero brevemente – ma Sakiko si zittì prima di proferir parola. Temeva che qualsiasi cosa avrebbe detto sarebbe giunta insipida e vuota alle orecchie di Morrigan, che le sue parole si sarebbero sgretolate prima di raggiungerla.

    Un'altra onda di rumore bianco invase la sua testa.

    Un sensazione di dolore bruciante si conficcò nella sua testa come un tizzone bollente.
    Il respiro si fece affannato. Il cuore galoppava. La gola si strinse. Il volto si bagnava di lacrime.

    La sua mano scattò disperata, allungandosi per afferrare quella di Morrigan. «Ti prego, aspetta…» – sentì la propria voce distante e ovattata. «…m-mi spiace per averti tenuto la verità nascosta tutto questo tempo… io sono stata una stupida. Tutto questo tempo avrei voluto confessarti tutto ma…» – un singhiozzo la interruppe. La sua voce si spezzò – non abbastanza forte da sostenere il peso emotivo di quelle parole, ma Sakiko perseverò e cacciò le parole fuori dalla sua gola con la forza quasi gridando – «…anche se ho mentito sul mio nome non ti ho mai mentito su chi sono! Non ho mai finto di essere una persona che non sono! …e non ho mai finto di voler essere tu amica.» – concluse infine a faccia bassa rivolta a terra, incapace di guardare Morrigan in faccia. Le lacrime ormai prive di alcun freno le scivolano sulle guancie e gocciolano sul terreno mentre cerca inutilmente di sopprimere i singhiozzi, seppur incurante in quel momento di come quella scenata in pubblico potesse essere problematica se qualche curioso l’avesse riconosciuta.


    .....




    Onda di rumore bianco.


    Dove si trovava adesso?
    Cercò di mettere a fuoco la situazione. Una panchina…? No, ovviamente. Si trovava a casa di Morrigan. Nella stanza di Morrigan. Sul letto di Morrigan. Addosso a Morrigan.
    Un eco le rimbombò con urgenza nella testa.

    «Se io ti baciassi smetteresti di pormi quella domanda?»



    Sakiko riprese coscienza di se e avvampò. Il suo volto si arrossò come la sirena di un allarme rosso. Morrigan le aveva davvero rivolto quelle parole? Non era un altro prodotto della sua immaginazione troppo fervida? Aveva passato cosi tanto tempo a fantasticare su uno scenario simile che non riusciva a fare meno di nutrire qualche dubbio al riguardo.
    Ma Morrigan era lì davanti a lei ed era estremamente reale. Forse uno scherzo? No. Si rispose in maniera immediata. Subconsciamente era certa che Morrigan non avrebbe scherzato su una cosa del genere. Certo l’irlandese si divertiva a prenderla in giro e stuzzicarla ma Sakiko era convinta che non si sarebbe mai presa gioco in quel modo dei suoi sentimenti.

    Quindi…? Voleva dire che era una domanda seria? Che si aspettava una risposta?
    Oh, no, no, no, no, no. Non era pronta a nessun livello. Paura e panico presero il sopravvento e subito la idol cercò mentalmente una via di fuga. Avrebbe potuto semplicemente fingere di prenderla in burla, fare un po’ l’offesa, buttarla a ridere, passare il resto della serata tranquillamente a farsi le trecce, guardare filmacci, mangiare e poi… proseguire a pentirsene per il resto della vita.



    Onda di rumore bianco.



    Il corpo di Sakiko si rifiutò. Come un mulo ostinato il corpo si tese rifiutandosi di arretrare e di spostarsi. Il subconscio della idol non aveva intenzione di lasciarle sprecare una simile opportunità.
    Le sue dita si strinsero caparbiamente con forza sulle lenzuola dove poggiavano le sue mani.
    Non era il momento di essere codarda. Era il momento di essere… egoista. Non voleva più fingere di non desiderare di più da Morrigan.

    …ma ovviamente era qualcosa più facile a pensarsi che dirsi, figurarsi quanto fosse terrificante il farsi.
    Sakiko aveva avuto modo di recitare in un paio di occasioni il ruolo di cosiddette “femme fatale” – donne fascinose e seducenti in grado di ammaliare chiunque con un semplice sguardo e un sorriso. Era una bella sensazione interpretare un ruolo del genere. Era inebriante, la faceva sentire forte ed emancipata – una donna che sa quello che vuole e come prenderselo.

    Ma adesso nella realtà, senza maschere e riflettori, Sakiko si sentiva tutto l’opposto. Si sentiva fragile e vulnerabile, in costante bilico e prossima a cadere come se stessa camminando sulla passerella di una nave pirata.

    La idol fece ricorso a tutta la sua risoluzione. Cercò di assumere un espressione matura e sostenuta, cosa che normalmente sarebbe stata in grado di fare con la semplicità di uno schiocco di dita, ma in quel momento afflitta da tensione e nervosismo ciò che ottenne fu piuttosto una smorfia crucciata. La ragazza però trovò il coraggio di incrociare lo sguardo con quello di Morrigan e risponderle «Dipende…» – soffermandosi con un groppo di esitazione quasi ripensandoci, ma lì mentre guardava l’irlandese negli occhi per un prezioso momento la sua paura si sciolse – «…vuoi baciarmi per farmi stare zitta… o vuoi farmi stare zitta per baciarmi?»

    E forse lì a quel punto, questo sarebbe bastato. Forse a quel punto le sarebbe bastato attendere la risposta di Morrigan. Ma Sakiko sentì improvvisamente un impulso di impazienza. Sentì come se non avesse subito colto l’occasione l’avrebbe persa. Ancora una volta temette che le parole non sarebbero state abbastanza, che per ottenere ciò che voleva avrebbe dovuto lei per prima ad allungare la mano ed afferrarlo.

    Il respiro si fece affannato. Il cuore galoppava. La gola si strinse. Nessuna lacrima.

    Sakiko si chinò leggermente in avanti avvicinando il suo viso a quello di Morrigan. I suoi capelli biondi sciolti cascano giù come un piccolo sipario che separa le due dal resto del mondo, luce dorata color miele filtra delicatamente fra di essi. Sakiko avvicinò le sue labbra a quelle di Morrigan…

    Onda di rumore bianco, ma il rumore fiorì in musica quando le labbra fecerò contatto.






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    Morrigan riuscì a compiere pochi passi prima che Sakiko le afferrasse il braccio e la costringesse a restare. Stava sbagliando tutto, pur non rendendosene conto. Non voleva essere trattenuta contro la propria volontà, Morrigan la respinse, allontando bruscamente la sua mano da quella di lei, soltanto per poi alzare lo sguardo sul volto di lei. Vedere il suo viso piangere, dispiacersi per un secondo, e poi i suoi capelli biondi, sinbolo della sua menzogna.
    Morrigan non cambiò la sua dura espressione, ma rimase ad ascoltarla, con gli occhi che passavano dalle sue lacrime alle crini bionde. Era scossa dall'affanno, sembrava una piccola creatura ferita, chiunque ne avrebbe avuto pietà, ma la ragazza dai capelli rosa trovava qualcosa di ridicolo nelle emozioni di chi a sua volta l'aveva ferita, seppur non intenzionalmente. Trovava Sakiko assurdamente melodrammatica, le sue lacrime la irritavano, e la mettevano a disagio. Non voleva vederla, era troppo chiedere?
    Non se ne rendeva conto consciamente, ma Morrigan considerava Sakiko come una fanciulla immatura, rinchiusa nel corpo di un'adulta. Ed era proprio per questo che ora non sapeva come risponderle: dubitava avrebbe capito se le avesse spiegato perchè era così arrabbiata.
    ‹ Non volevi mentirmi ma lo hai fatto comunque. › le rispose aspra. Voleva distanziarsi, vederla piangere le faceva provare un miscuglo di sensazione di cui non capiva bene la natura. Le sue lacrime l'annoiavano, ma al contempo iniziava a provare una certa pena per lei, che avesse esagerato? ‹ Non essere insistente, ho bisogno di tempo. › le spiegò, nel modo più gentile che potè. Non aveva mai trovato quei suoi atteggiamenti infantili e invadenti fastidiosi, anzi ne era sempre stata attratta, ma in quel momento risultavano sconvenienti. Aveva bisogno che lei si comportasse da adulta e capisse che farla restare avrebbe solo peggiorato la situazione.


    Eppure ora quei capelli biondi quasi sfioravano le sue guance, e il suo viso era tinto di cremesi per l'imbarazzo e non dal pianto. In quel momento era Sakiko ad essere l'adulta che sapeva quello che voleva, e Morrigan la bambina indecisa. Se avesse ragionato un solo attimo avrebbe capito quale pessima idea tutto ciò fosse, per entrambe.
    Per quanto la domanda fosse di Morrigan, lei sperava che fosse Saki a fare la prima mossa, forse per mantenere la sua coscienza pulita al sapere che non era stata lei ad iniziare, o perchè continuava nella sua indecisione e non aveva la minima idea di quello che stava facendo. Non l'aveva invitata lì con l'intento di conquistarla, pur sapendo della cotta che aveva la ragazza per lei, ma non avrebbe saputo dare nessun'altra spiegazione.
    L'incanto svanì per un attimo alle parole di lei, a cui Morrigan ridacchiò, stava anche pensando a una risposta, quasi volesse smorzare la situazione e tirarsi indietro, come faceva sempre con Hisoka, ma per motivi diversi.
    Saki non le lasciò scampo, aveva già dimostrato che non l'avrebbe lasciata scappare così facilmente. Si studiano per quel che sembravano minuti interi, pur essendo un piccolo attimo, occhi negli occhi. E i loro volti si avvicinano, esitanti come bambini timidi al primo incontro.
    Fu Morrigan a porre fine a quella breve distanza che le separava, pur delicatamente, sfiorandole appena le labbra color di ciliegio, godendosi quella nuova sensazione senza alcun ansia nè fretta. Sentì un brivido attraversarle la schiena quando le sue labbra assaggiarono quelle morbide dell'amica, una scossa che cancellò ogni sua insicurezza: in quel momento voleva Saki.
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    Sakiko Yumeno

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    Non era cosi che sarebbe dovuta andare. Non era cosi che funzionava.

    Il copione prevedeva che mostrando genuino gesto di sincerità e pentimento sarebbe dovuta riuscire a dimostrare quanto fosse dispiaciuta e che meritava una seconda chance per redimersi. Era sempre cosi che andava nei film, no?

    Sakiko aveva visto e rivisto mille volte questo tipo di sviluppo – un semplice ma spontaneo e appropriatamente scenico gesto di buona fede era sempre in grado di risolvere qualsiasi divergenza fra due persone. Che questi fossero un padre e un figlio, una coppia di amanti… o due amici.
    Non importava cosa fosse successo, chi fosse stato ferito o quali fossero le ragioni delle due parti. La semplice ma onesta natura del gesto in qualche modo sovvertiva qualsiasi altro fattore, rammentando le due parti di quanto fosse importante il loro legame avvicinandoli cosi quasi per magia sulla strada della riconciliazione.
    Si trattava di una trope narrativa pigramente idealistica e semplicistica senza dubbio, ma ciò non di meno Sakiko da incurabile romantica l’aveva sempre apprezzata. Qual’era il senso se no? Il mondo non sarebbe stato troppo cinico e triste senza questo genere di risvolto?
    Eppure la mano di Morrigan si era sfilata dalla sua.

    Eppure Morrigan non sembrava in alcun modo smossa dal suo disperato tentativo di riconciliazione.

    Eppure nella sua voce c’era solo asprezza e irritazione mentre la respingeva di nuovo.

    Eppure la sua schiena appariva cosi fredda e distante mentre si allontanava da lei.

    Sakiko dovette cosi constatare ancora una volta nella maniera più ardua quanto la vita vera sapesse essere crudelmente e inesorabilmente deludente.

    Nessun calo di sipario, nessun taglio di fine scena, nessun pubblico a simpatizzare con lei per le sua sventura seppur meritata. Lì su quella panchina c’era rimasta solo lei, smarrita e avvilita, in grado solo di singhiozzare a capo chino commiserandosi per le proprie colpe.

    …e nonostante ciò Sakiko era ignara che quello era solo un piccolo assaggio della dura strada della redenzione che l’aspettava.

    Passarono infatti ben due settimane prima che Morrigan si rifacesse nuovamente viva con lei. Dopo un totale silenzio radio la irlandese, dopo aver ignorato qualsiasi tentativo di contatto di Sakiko, le concesse una piccola breccia di contatto. Ma non sembrava intenzionata a perdonarla tanto in fretta, anche da quel punto i suoi contatti furono scarsi e sporadici, quando parlavano era decisamente più fredda e distaccata rispetto a prima che Sakiko le avesse rivelato la verità. Per la idol fu un periodo decisamente stressante e pieno d’angoscia – non sapeva come comportarsi per riconciliarsi con Morrigan e aveva l’impressione che ogni sua iniziativa peggiorasse solo le cose. D’altro canto temeva che se avesse mollato la presa la ragazza irlandese avrebbe considerato la cosa come segno di disinteresse da parte sua decidendo di tagliare definitivamente ogni contatto.

    La idol quindi perseverò a mandarle almeno un messaggio alla settimana. Non parlava mai di quello che era successo, ne insistette nel porgerle scuse. Aveva capito che quell’approccio avrebbe solo infastidito Morrigan – le avrebbe concesso il suo perdono solo se e quando lo avrebbe deciso lei. Qualsiasi tentativo di pressione avrebbe solo ottenuto l’effetto opposto. Era frustrante e avvilente ma non c’era nulla che poteva fare al riguardo.
    Cosi invece si limitò semplicemente a scriverle resoconti della sua settimana, del suo lavoro, delle sue conversazioni e di qualsiasi cosa che in generale le passasse per la testa.

    Le conversazioni al lavoro.
    Le chiacchiere amichevoli con Castiel e Jason.
    Le interminabili discussioni con Joshua.
    I posti sfiziosi dove andava a mangiare o a far compere.
    Le stupidaggini che guardava in tv o sui social.
    Il gioco o l’anime di turno che l’appassionava.

    Si trattava dello stesso tipo di frivolezze senza filtro che aveva sempre condiviso con lei – la differenza era che adesso non era Sachie a raccontarle ma Sakiko.
    Inutile dire che la maggior parte di questi messaggi non ricevettero mai alcun cenno di risposta da parte di Morrigan serrata nella sua trincea di silenzio punitivo. Sakiko però non demorse e perseverò con ostinata costanza, determinata a riconciliarsi con lei.

    Si trattò di periodo piuttosto stressante e angosciante per la idol, costretta a sopprimere il suo stato d’animo turbato per non lasciare che influisse sul suo lavoro. Era una professionista in fondo e come tale non poteva di certo permettersi di rovinare il lavoro di tutti perché aveva litigato con la sua amica.

    …ma l’ironia volle che fosse proprio quel distacco forzato che la spinse a realizzare quanto effettivamente tenesse a Morrigan.
    A realizzare che forse non provava solo un semplice sentimento di amicizia per lei.



    .....




    …ed era proprio quel medesimo sentimento che adesso sbocciava nel contatto fra le loro labbra.
    Morrigan non avrebbe dovuto far altro che accettare il bacio di Sakiko. Ma l’irlandese prese per se le labbra della bionda e le ultime difese mentali di Sakiko crollarono inesorabilmente come un castello di sabbia.

    Estasi in fiamme fluì per tutto il corpo della idol – sentimenti di piacere, sollievo, sorpresa e terrore mischiati in un unico portentoso cocktail mandarono in corto circuito il suo cervello.

    Un intensa pulsione di desiderio invase il suo corpo. Il suo momento di coraggio si trasformò in uno di avida incoscienza. Sakiko voleva di più e non era intenzionata a essere lei quella che avrebbe frenato la situazione. La ragazza era mentalmente preparata ad andare fino in fondo.


    Le loro labbra rimasero intrecciate in quel bacio apparentemente fragile e delicato, ma che per forza di crescente intensità avvicinò le due ragazze l’una contro l’altra come due magneti.
    Sakiko sentiva le sue gote pizzicare di rosso ed era fin troppo conscia del proprio respiro mentre sentiva quello di Morrigan accarezzarle la pelle.
    Istintivamente la sua mano si allungò sul viso di Morrigan accarezzandole con delicata premura la linea del mento con la punta del pollice. L’altra mano invece cercò istintivamente quella dell’irlandese per stingerla, concatenando le dita con le sue. Non era sicuro se il suo intento fosse quello di legare a se Morrigan, o quella di appigliarsi timorosamente a lei prima di lanciarsi.

    Cercò di calmarsi prendendo un profondo respiro – inavvertitamente percepì il profumo di Morrigan. Profumava di fiori e sapone. Era un profumo dolce ma che per qualche motivo le diede un senso nostalgico e le riempi il petto di calore.
    Sentì il bisogno di rubare un altro assaggio di quel profumo. Scostò il suo viso sull’incavo del collo della ragazza assecondando il suo desiderio per poi ricompensare quel momentaneo capriccio lasciandole dei baci sul collo.

    Una parte di lei si chiese se fosse il caso dire qualcosa… ma bocciò quasi immediatamente l’idea. Qualsiasi parola sarebbe stata scomoda e ingombrante in quella situazione, occupando rumorosamente spazio che poteva essere usato per baci ed effusioni.

    Le mani di entrambe eventualmente non persero ulteriore tempo per darsi all’esplorazione. Le sue dita tracciarono con il tocco le forme del corpo di Morrigan, come disegnando sulla sua pelle nuda.
    La situazione si fece inevitabilmente più intensa e per Sakiko divenne più difficile seguire con precisione la successione degli eventi – capire chi bacio dove, e chi toccò cosa divenne un inutile sforzo e la ragazza preferì abbandonarsi semplicemente ai propri sensi e godersi il momento.

    Detto questo Sakiko sicuramente avrebbe preferito ricordare ciò che avvenne dopo come un armoniosa ed elegante scena di un film, dove i due amanti dai corpi lucidi e fotogenici si uniscono l’uno all’altro con movimenti lisci e fluidi come una lama che affonda nel burro.

    Ma la verità era che la idol non vantava molta esperienza. Sebbene sicuramente la singolare esperienza nel passare una notte d’avventura con Eve le avesse sicuramente insegnato qualcosa, rimaneva comunque un enorme differenza di pratica. Come una neopatentata che si mette alla guida per la prima volta non mancarono momenti di panico, gaffe e false partenze.

    Questo però non sembrò rovinare l’esperienza. I piccoli errori suscitarono giusto piccole soffici risatine da parte di entrambe e qualche paziente indicazione sussurrata. La idol che con entusiasmo cercava di prendere maldestramente l’iniziativa imparò rapidamente che si trattava di un tipo di attività che come la danza riusciva meglio quando le due parti erano in sintonia.

    L’impalcatura del letto che le sosteneva cigolò e traballò dolcemente sotto il suono di gemiti, ansimi e schiamazzi amorosi…







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    Il carattere gioviale ed infantile di lei aveva attratto Morrigan, spingendola a diventare sua amica; questa però era una delle poche volte in cui quel suo tratto ostacolava la loro relazione. Se solo lei fosse stata meno infantile, invece che tenere nascosta la sua identità, da tempo le avrebbe detto chi era realmente. Era proprio la sua immaturità ad infastidire Momo, in quel momento, e non c'erano lacrime ne parole che le avrebbero fatto cambiare idea. Se voleva allontanarsi lo avrebbe fatto, Sakiko non aveva modo di impedirglielo.
    Poi Morrigan decise di parlare la sua stessa lingua, era stata altrettando immatura, perchè sarebbe stato l'unico modo per farle capire che se voleva continuare ad essere sua amica, e riguadagnarsi la sua fiducia, avrebbe fatto meglio a non mentirle una seconda volta. L'irlandese aveva silenziato il suo contatto e non le aveva scritto per qualche settimana, con sua sorpresa la bionda invece aveva più volte provato a contattarla. Fino a quel momento non era mai stata sicura di quanto la bionda tenesse alla sua amicizia, anche perciò aveva considerato le sue lacrime come il capriccio di una bambina, ma col passare dei giorni e l'insistenza di lei, capì che per Saki la loro amicizia non era soltanto un capriccio.
    Nonostante Morrigan rispondesse in maniera concisa e scostante, la bionda si impegnava ogni settimana a mandarle un resoconto di tutta la sua giornata, ed inevitabilmente l'irlandese finì per cedere, forse anche un po' prima di quanto aveva pianificato.
    Saki però le aveva fatto capire quanto importante fosse diventata nella sua vita povera lei.


    Ma se non altro anche quel che provava Morrigan per lei era cambiato, per quanto il sentimento non avesse nulla a che fare con quello che stava accadendo in quella stanza. Era troppo presto per parlare di una cotta, amore Morrigan dubitava fosse capace di provarne, quel che era cambiato era piuttosto la sua attenzione nei suoi confronti, se si era avvicina per curiosità e per studiare quel suo comportamento così singolare, era finita per farsi coinvolgere da lei, arrivando ad importarle di quel che diceva e di quel che provava. Ne era una grande dimostrazione il fatto che, nonostante sapesse da tempo cosa Saki provasse per lei, sebbene ne fosse attratta, non ci aveva mai provato con lei.
    Quello che stava accadendo, in quella stanza, non era che un suo momento di debolezza, si era posata sulle labbra di lei con la cieca consapevolezza d’esser ricambiata e desiderata in egual maniera.
    Il sapore di lei la colpì e la fece sorridere contro le sue labbra, il burrocacao alla ciliegia copriva tutto il resto, lei era sempre così femminile e curata, le sue labbra probabilmente avevano il sapore amaro della birra e il salato delle patatine. Si notava assai come venissero da due mondi diversi.
    Lasciò che lei le accarezzasse il viso e le intrappolasse la mano, la sua libera osò posarsi sui suoi fianchi da ballerina qual era, ancora con una lieve incertezza, che persistette nel momento in cui le loro labbra di separarono e i loro sguardi si incontrarono di nuovo.
    Morrigan si permise l’analisi del viso candido della giovane donna, illuminato appena dalla luci soffuse della stanza: le ciglia lunghe incorniciavano un paio d’occhi smeraldo, scrutati già abbastanza, e che poter dire della labbra, che poco dopo si posarono sul suo collo a tracciare una scia di umidi baci. Saki non sembrava intenzionata a fermarsi, e Morrigan avrebbe seguito il suo desiderio, essendo il suo stesso.
    Non c'era imbarazzo o disagio in quegli attimi, l'irlandese trovava quasi adorabile l'inesperienza della bionda, e come l'entusiasmo la tradiva, rivelando la poca dimestichezza nei suoi movimenti e nel modo in cui la toccava, amava le lievi risate provocate dalle sue insicurezze e come Morrigan doveva sussurrarle e guidare i suoi passi.
    Non c'era imbarazzo o disagio in quel momento, al di sotto d’un viso di porcellana, cristallo in polvere, tra crini d’oro e di quarzo che come radici si intrecciavano e si addosavano alla pelle mordida di entrambe, al di sotto del peso d’iridi ardenti quanto il sole in un giorno d'agosto.
    Non c'era imbarazzo o disagio quando ripercorse le sue curve, che paiono disegnate a pennello per le sue mani; e in quel connubio, lei era pronta a indagare ogni singola increspatura del suo corpo e del suo animo.
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    Edited by Lostien - 13/8/2021, 17:30
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    Sakiko Yumeno

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    Ricordi e pensieri sfumarono dalla sua mente in estasi come acqua che evapora a contatto con un tizzone bollente. Il passato era alle sue spalle e decisamente ben lontano dalla mente di Sakiko in quel momento di passione.

    In quel frangente la giovane bionda riusciva a percepire solo il proprio corpo in relazione a quello di Morrigan. I punti soffici dove Morrigan la stringeva. Quelli più tesi dove lei carezzava Morrigan. Labbra che si sfioravano in un momento e si mordevano in un altro.
    Le dita che si intrecciavano e i respiri che si facevano gradualmente più affannati.

    Sentì i tremiti pervadere il suo corpo mentre vampate di piacere riverberavano dentro di lei. Sentì braccia e gambe tendersi, la schiena istintivamente inarcarsi. Sentì impulsivamente un sonoro gemito risalire per la sua gola, ma in un momento di coscienziosa modestia affossò il volto sulla spalla di Morrigan riversandolo contro la sua pelle perlata di sudore nel vano tentativo di soffocarlo.

    Eventualmente le due amanti si trovarono con più piacere che energia in corpo e la improvvisa tempesta passionale giunse a quietarsi. Schiamazzi e gemiti si silenziarono lasciando posto solo alla pacata quiete del dopo.

    Sakiko si ritrovò supina su un letto che non era il suo a fissare un soffitto estraneo, mentre il suo cervello rilassato galleggiava nelle endorfine. Era una sensazione strana, a Sakiko ricordò quella che aveva provato tornando su un palco al termine di un spettacolo quando il pubblico se ne era andato e i riflettori erano spenti. Tutta la passione e l’energia, che prima erano presenti con tale intensità che sembravano far tremare l’aria, adesso non c’erano più – ma la idol aveva l’impressione che sforzandosi sarebbe stata in grado ancora di sentirne gli echi e il calore come se impressi indelebilmente nelle mura stesse.

    Gradualmente mentre l’effetto dell’afterglow sfumava gradualmente il cervello della ragazza cercò di riavviare i processi cognitivi più basilari. Sentiva i propri arti leggermente intorpiditi e distanti quasi come se la testa fosse distaccata dal corpo. Sentiva la punta delle dita ancora pulsare e pizzicare come se colpite da una piccola scossa elettrica.

    Notò il proprio petto nudo salire e scendere ritmicamente su e giù a passo con il suo respiro. Una nota mentale nell’anticamera del suo cervello le suggerì che sarebbe stato opportuno coprirsi per pudore… ma la ragazza invece rimase semplicemente a fissare come ipnotizzata il ritmo del proprio respiro come se avesse realizzato solo in quel momento che il suo corpo facesse una cosa del genere.

    Lo sguardo smeraldino della ragazza si spostò brevemente sulla finestra chiusa e oscurata. Si chiese se fuori fosse buio o se fosse già giorno. Si chiese quanto tempo fosse passato ma non era interessata abbastanza alla risposta da prendersi la briga di verificare con un effettivo orologio.
    La ragazza invece volse invece lo sguardo a cercare Morrigan al suo fianco. Quando la consapevolezza della presenza dell’irlandese si concretizzò nella sua mente una raffica di domande cominciò ad affiorare dal suo inconscio. A cosa stava pensando lei? Le era piaciuto? Se ne era pentita? Cosa sarebbe successo adesso?

    Cosa le aspettava adesso?

    Sakiko si posizionò sul fianco volgendosi verso Morrigan. Il torpore delle endorfine stava cedendo il passo a paranoie e insicurezze.
    Tirò le coperte su a coprire parte del volto, lasciando scoperte altre parti che normalmente per pudore avrebbero dovuto aver la precedenza. Rimasero visibili solo i suoi occhi con cui scrutò con espressione distintamente apprensiva il volto di Morrigan in cerca di un qualsiasi segno che le permettesse di intuire cosa stesse pensando. La usuale impassibilità di Morrigan e la sua minima espressività era uno dei tratti dell’irlandese che a Sakiko normalmente piaceva – le dava un senso di imprevedibilità e mistero che la idol apprezzava.

    …ma questa era un delle situazioni in cui Sakiko avrebbe voluto saper leggerle nel pensiero in cerca di risposte e rassicurazioni.

    Non poteva fare a meno di pensare alla sua ultima avventura con Eve – che era rimasta una semplice avventura di una notte a seguito della quale non aveva più avuto contatti con la donna.
    Era quello che sarebbe successo anche con Morrigan? Anche per lei quella era stata solo un avventura di una notte? Una botta e via, addio e tanti saluti? Aveva barattato il suo rapporto con Morrigan per una notte di passione?

    Sakiko detestò profondamente quell’idea. Un gusto amaro si mischiò alla dolcezza di ciò che avevano appena condiviso. Una morsa di ansia cominciò a stringerle il petto e il suo primo istinto fu quello di allungare la mano a cercare quella di Morrigan in risposta all’improvviso timore che questa potesse sparire di colpo lasciandola lì da sola – nonostante a conti fatti si trovassero a casa sua.

    A quel punto ruppe il silenziò «…ho paura di aver appena rovinato la nostra amicizia.» – sbottò con un mormorio sommesso dettato più da paura e apprensione che dal buon senso, che tanto per cominciare le avrebbe fatto notare che erano state in due a cedere alla tentazione su quel letto.







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    Ardevano fuochi brulicanti di cieca passione, la bocca della donna bramava quella della bionda, le mani d'entrambe incontravano i loro corpi in un tornado scisso tra la ragione ed il sentimento, mentre quel tremore vago ne scuoteva le membra, avide d’un contatto sempre maggiore.
    Nonostante la frenesia del momento, la mente della donna erano in quiete, come galleggianti in una soffice nuvola bianca, senza pensieri ad invadere la sua testa. Lievi sospiri e gemiti appena accennati sfuggivano alle sue labbra quando Saki le donava piacere, anche se il più delle volte servivan a coprire le insicurezze dell'idol. Per quanto annebbiata dal momento, vedeva il suo timido sguardo e le incertezze che inconsciamente prendevano il possesso di lei quando si muoveva, e Morrigan, come sempre, voleva farla sentire a suo agio.
    Era l'ondeggiare del suo corpo, dal sapore inebriante, e la dolce melodia della voce della bionda che risuonava alle sue orecchie, come una flebile novità, che la destò in un’estasi che scosse il suo corpo come colpita da una scarica elettrica.
    Allo spezzarsi della collisione della carne rimase immobile, non ci fu nessun "e ora?" per lei, nessun pensiero amaro; non v'erano proprio pensieri che dirtubavano Morrigan, non c'era nulla che desiderava pensare in quel momento, certo non aveva le ansie e le preoccupazioni che ora scuotevano l'animo della compagna.
    Parlare sarebbe stato un azzardo: non lo fa, non proferisce di fatto parola, si lasciava trascinare dal torpore, regolarizzando il respiro e chiudendo gli occhi, quasi sul punto di assopirsi, quasi dimenticandosi della presenza di Saki al suo fianco.
    Se avesse dovuto paragonarlo ad altre sue esperienze, non avrebbe detto che era stato fantastico, ma era stato comunque speciale, come all'avere finalmente qualcosa che ti era proibito, o in questo caso, che ti stavi proibendo, posticipando qualcosa che solo ora capivi sarebbe stato inevitabille.
    Non se ne pentiva, nemmeno si domandava del dopo, si stava ancora godendo il ricordo d'un attimo prima, e si voleva addormentare con ciò nella sua testa. La voce di Saki però la riportò nel mondo reale, e ciò che disse la colse un po' impreparata.
    Morrigan aprì gli occhi, guardando prima il soffitto, con un sorriso che si espandeva sul viso —trovava buffa ma allo stesso tempo azzeccata il suo "ho rovinato l'amicizia col sesso"—, ed infine guardò lei. ‹ ...hai ragione, non avresti proprio dovuto obbligarmi a farlo Saki, sei proprio malvagia. ›, fece la sarcastica, cercando di farle capire che a farlo erano state in due, e che rovinare un'amicizia a volte non era un male.
    Tastò il pavimento, allungando pigramente una mano, per prendere almeno l'intimo, ma quel che toccò furono alcuni popcorn, e poco dopo il contenitore, completamente ribaltato sl pavimento: prese dalla passione si erano completamente dimenticate delle ciotole di cibo, appoggiate sul letto, ed ora sporcavano il suo pavimento. ‹ Accidenti che casino... ora mi tocca ripulire tutto il pavimento, povera me, sono così stanca... › sospirò, con recitato dramma, abbastanza palese che volesse convincere Saki ad aiutarla, o ancora meglio, a farle fare tutto il lavoro. Perchè dopotutto la colpa era sua.
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    Sakiko Yumeno

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    Sakiko fece una breve smorfia di disappunto nel sentire il commento sarcastico con cui Morrigan le aveva risposto. I suoi occhi si socchiusero per un momento in due fessure indispettite e le sue labbra si curvarono in un piccolo broncio.
    La idol non era cosi ottusa e miope da non capire che Morrigan stesse solo cercando di alleviare la tensione e tranquillizzarla. Ed effettivamente un po’ funzionò – sicuramente rammentare che ciò che era successo era stato il prodotto di un interesse reciproco la rassicurava e le dava un po’ di sollievo. Ma non era quello che la idol voleva sentirsi dire.


    Morrigan sembrava senza dubbio più calma e serena – decisamente lei stava vivendo quel momento con più leggerezza e molto meno stress. Che probabilmente era la cosa più saggia e normale da fare, e Sakiko avrebbe volentieri seguito il suo esempio se non fosse stato per la sua dannata testa piena di paranoie e incertezze. Perciò istintivamente sentiva il bisogno che fosse Morrigan ad estinguere le sue insicurezze. Probabilmente era un sentimento un po’ egoista e poco corretto ma era un sentimento dettato dalla paura. Una paura che in quel momento Sakiko non era in grado di controllare. Sakiko si era esposta rivelando i suoi sentimenti e mettendosi a nudo, in maniera sia metaforica che letterale, e adesso si sentiva vulnerabile.

    «Uff –» – sospirò con disapprovazione –«…non riesco a credere che tu mi prenda in giro anche adesso, dopo che… si, insomma dopo che abbiamo… dopo quello che abbiamo appena fatto.» – brontolò. Le veniva difficile definire ad alta voce il rapporto amoroso che avevano appena consumato. “Sesso” le sembrava troppo squallido. “Fatto l’amore” – d’altro canto sembrava troppo sentimentale e pretenzioso. Nessun termine sembrava descrivere in maniera soddisfacente il valore effettivo che dava all’accaduto. Non voleva dare l’impressione di prendere la cosa con troppa leggerezza ma allo stesso tempo non voleva apparire troppo “pesante” affibbiando alla cosa un eccessivo valore sentimentale – come se fosse un evento unico e speciale.

    …seppur a conti fatti era stato speciale per lei.

    Ed era questo che la preoccupava. Forse Morrigan avrebbe preferito che quello che avessero fatto non tenesse molta importanza e che si comportassero in maniera casual e disinvolta al riguardo. Senza il bisogno di farne drammi o scenate. Non era la fine del mondo, erano solo due amiche che per caso era finite per andare a letto insieme. Non c’era bisogno di allarmarsi o preoccuparsi perché potevano continuare a comportarsi come sempre, senza che nulla dovesse cambiare fra di loro, mantenendo lo status quo.

    Il problema per Sakiko era che lei voleva che ci fosse un cambiamento. Non voleva che questo fosse un caso isolato, e non voleva neanche che questo scambio d’intimità fra lei e Momo fosse solo dettato dal mero desiderio carnale.

    Voleva che fosse qualcosa di più, voleva che fosse qualcosa di speciale.

    Al diavolo lo status quo.


    Cosi, mentre Morrigan sembrò spostare la sua attenzione sul disordine in cui si trovava adesso la camera, forse nel tentativo di sviare la conversazione da un argomento che riteneva scomodo, Sakiko trascinò il suo corpo sopra le lenzuola chiudendo la distanza fra se e Morrigan. L’irlandese era girata momentaneamente di spalle volgendo cosi la schiena verso Sakiko. La bionda poggiò timidamente la testa contro la sua schiena, premendo la fronte contro la chiara pelle nuda della ragazza. La sua mano si adagiò dolcemente sulla schiena e con la punta delle dita ne carezzò brevemente la pelle candida e perlata. Nonostante lo scambio amoroso avesse pienamente soddisfatto qualsiasi desiderio carnale e spento momentaneamente ogni ardore passionale, Sakiko fu sorpresa nello scoprire come nonostante tutto il semplice tocco le desse una scarica di piacere.

    Non era una sensazione dettata dalla lussuria, ma dal piacere di condividere quel semplice momento, quel banale gesto, di quieta intimità.
    Questo rinforzò la sua risoluzione, rendendola più sicura e consapevole di quello che desiderava.

    Desiderava poter avere altri momenti di intimità come quello. Desiderava condividere con Morrigan un rapporto che trascendesse un rapporto di amicizia o un rapporto meramente sessuale.
    «Hey, Momo… Ecco, vedi… io non voglio rovinare il momento o nulla del genere. Però ho bisogno di dirti qualcosa adesso perché ho paura che se non lo faccio adesso poi sarà troppo tardi…» – la ragazza si soffermò brevemente. Il fatto che Morrigan fosse girata si rivelò piuttosto conveniente. In questo modo poteva parlare nascondendo il proprio viso dietro le sue spalle – “Io non sono sicura di come sia accaduto…» – continuò con fare incerto ma risoluto – «…ma voglio che tu sappia che quello che abbiamo fatto per me non è stato un… errore o un incidente. E voglio che tu sappia che… vorrei che non si tratti di un episodio isolato… di un'unica avventura di una notte. Perché…» – la ragazza qui esitò un po’ e si strinse un po’ più vicina all’irlandese premendo la fronte e le dita leggermente tremanti contro la schiena di Morrigan – «…perché tu mi piaci Morrigan. E vorrei che… diventassimo qualcosa di più che amiche o compagne di letto…»

    La idol si quietò per qualche secondo lasciando che le parole di quella dichiarazione echeggiassero e risuonassero con tutto il loro peso fra le pareti di quella stanza.
    Qualcuno avrebbe potuto dire che quella dichiarazione sarebbe potuta già essere implicita nel momento di intimità sessuale che le due avevano appena condiviso. Ma Sakiko aveva sentito il bisogno di dichiararlo in maniera esplicita cosi che non vi fossero dubbi o fraintendimenti.

    Aveva sentito il bisogno di mettere in chiaro i suoi sentimenti in maniera chiara e inequivocabile. Aveva bisogno di farlo per scacciare ogni incertezza o ambiguità.
    Voleva essere sicura che Morrigan fosse consapevole di quali fossero i suoi sentimenti. Se poi avesse deciso di accettarli o meno sarebbe stata una sua decisione. Ma almeno cosi Sakiko sapeva che aveva fatto possibile e non avrebbe avuto rimorsi o rimpianti.

    “…non devi rispondermi adesso.» – seguì ad aggiungere – “…non voglio farti premura o pressioni. Vorrei solo che tu tenessi conto dei miei sentimenti e li prendessi… in considerazione – concluse con una nota di timore nella voce. Nonostante tutto l’atterriva l’idea di un rifiuto e una parte di lei già si rammaricava della sua audacia.

    Conclusa la sua dichiarazione, Sakiko si limitò a poggiare le labbra sulla pelle di Morrigan, lasciandole un piccolo bacio sulla base del collo, per poi separarsi.
    A quel punto si apprestò con fare goffo e chiaramente nervoso a scendere dal letto dal lato opposto di Morrigan – adesso era lei quella che desiderava cambiare rapidamente argomento e far finta di nulla. Si avvolse frettolosamente il lenzuolo attorno al corpo, stringendolo al petto con un braccio mentre usava l’altro per cercare di mettersi in piedi.

    Ma fretta e nervosismo sabotarono la coordinazione dei suoi movimenti e nel tentativo di alzarsi dal letto perse leggermente l’equilibrio rischiando di finire a terra. Riuscì ad evitare fortunatamente la caduta, perdendo però un po’ la presa sul lenzuolo che si allentò leggermente rivelando nuovamente le forme celate, e disgraziatamente finì a poggiare accidentalmente il piede su qualcosa di sgradevole “Oh, no… penso di aver schiacciato del pop-corn con il piede…” – si lamentò saltellando leggermente in aria tenendo in aria il piede in questione, cercando allo stesso tempo di coprire istintivamente le parti più impudiche, nonostante fino a poco prima le avesse lasciate in bella vista.








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    ‹ Sei proprio carina quando metti il broncio. ›, per Morrigan, non c'era nulla da dover discutere ed ogni parola che diceva era mirata a cercar di cambiare argomento. Non perchè non volesse pensarci, non le provocava alcun genere di imbarazzo, ma sapeva che non valeva lo stesso per la bionda, e non voleva che lei si sentisse scomoda. Era difficile però farla sentire a suo agio, sapendo più o meno che cosa le stava passando per la testa in quel momento. In quel caso, l'irlandese avrebbe preferito lei tenesse quei suoi pensieri per sè.
    La ragazza dai capelli rosa si voltò pigramente, allungando una mano per raccogliere il proprio intimo da terra, ma si fermò, come se congelata sul posto, quando Saki si appoggiò alla sua schiena e ne percepì il suo caldo respiro su di essa, era una sensazione piacevole ma niente più che ciò, certo per lei non aveva lo stesso valore sentimentale che gli stava attribuendo l'idol. Rimase ferma in quella posizione, non si scostò, sapendo quel che l'attendeva, se lei si era avvicinata in quel modo.
    Per lei Saki diceva l'ovvio, le sue parole erano implicite in ciò che era successo, quel che lei provava, Morrigan l'aveva scoperto mesi prima ed aveva fatto finta di niente perchè aveva deciso di non approfitarsene. Ironicamente quella scelta era dettata da n sentimento quasi d'affetto per lei, si conosceva abbastanza da sapere che avrebbe finito per ferirla e voleva evitarlo.
    Ma non era amore ciò che provava per lei, e per quanto lei stessa poco dopo disse di non volerla pressare, stava facendo tutto il contrario. Normalmente, a quel punto, Morrigan avrebbe trovato il modo di scappare —anche se essendo quella casa sua, e nella sua stanza, sarebbe stato un po' difficile—, avevano solo fatto sesso una volta e sentiva come se la bionda gli stesse dando un'importanza che non aveva, o meglio che lei non condivideva, stava affrettando qualcosa che non era sicura di voler lei per prima. Insomma, le stava comunque mettendo pressione, dicendole che doveva decidere, che doveva tenere in considerazione i suoi sentimenti, mentre era proprio perchè aveva tenuto in mente i suoi sentimenti che non era mai successo niente tra loro fino a quel momento.
    La indisponeva, dal nulla stava davvero pretendendo troppo da lei, era Saki a non tenere conto di cosa provasse l'universitaria, stava egoisticamente pensando a se stessa, lo stesso fatale errore di Hisoka.
    Più volte volle interromperla, ma non lo fece, lasciando pazientemente che finisse di sfogarsi, e quando la lasciò, Momo si voltò verso di lei, le sue iridi cremesi la seguirono mentre si allonatanava dal letto. La fissava con uno sguardo sereno ma quasi fin troppo serio, e quando se ne accorse cercò di rimediare, accennando un piccolo sorriso. ‹ Sta attenta, così mi rovini la moquette! › la sgridò scherzosamente, infilandosi dentro le coperte senza più vestirsi, e si accomodò su un fianco. ‹ Prendi il portatile e vediamo cosa possiamo guardarci... › (. . .)
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    Sakiko Yumeno

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    La “confessione” di Sakiko non ricevette risposta da Morrigan.

    E Sakiko in sincerità non se ne aspettava una. Non ancora almeno.

    Era vagamente consapevole di essere stata probabilmente troppo affrettata e impetuosa nel farlo e che aveva probabilmente dati un impressione piuttosto impaziente ed eccessivamente bisognosa. Mentre in realtà lei stessa non era cosi ingenua da aspettarsi che le due potessero diventare una coppia concreta cosi di punto in bianco – sapeva che se doveva succedere sarebbe dovuto succedere gradualmente e che considerando il carattere di Morrigan sarebbe potuto essere un processo arduo e dai tempi tutt’altro che brevi.


    Ma quella confessione non era stata dettata dalla sua smania di definire in maniera concreta il suo rapporto con Morrigan, ma bensì era dettata dalle sue paranoie e dalle sue paure. Specie considerando che aveva avuto nella sua vita un'unica relazione che si potesse definire tale, e questa era finita lasciandole profonde insicurezze. La sua prima “ragazza” aveva ripudiato la loro relazione alla prima difficoltà, lasciando Sakiko ad affrontare da sola lo scandalo mediatico che ne era derivato.
    Il trauma che ne conseguì e le sua inesperienza rendevano Sakiko un amante piuttosto insicura che sentiva il bisogno di essere rassicurata. La idol non era in grado di rimanere calma e razionale come Morrigan che sembrava prendere la faccenda con una evidente spensieratezza.

    In quel momento Sakiko invidiò e allo stesso tempo detestò l’aplomb dell’irlandese che al contrario di lei appariva totalmente spensierata. Avrebbe voluto essere in grado di essere distaccata e casual come lei – o quanto meno avrebbe voluto che anche l’irlandese si facesse prendere dal panico come lei. Era imbarazzante e frustrante essere l’unica ad assillarsi con quelle paranoie e la faceva sentire stupida ed immatura – ma per quanto lo desiderasse non riusciva ad ignorare i propri sentimenti.
    Ciò nonostante Sakiko non intendeva lasciare che le sue emozioni sregolate rovinassero ulteriormente il momento.

    Sakiko aveva già dimostrato di sapere essere tanto paziente quanto determinata.

    Non poteva ignorare i propri sentimenti ma poteva metterli in secondo piano – come delle comparse che rimangono sullo sfondo. In fondo non in maniera molto diversa da Morrigan anche lei voleva solo godersi lo stare insieme a lei, stare in sua compagnia, senza davvero badare a cosa questo significasse.
    Allo scherzoso rimprovero la idol rispose con una piccola smorfia divertita e facendo un piccola linguaccia impertinente – si guardò momentaneamente attorno prendendo atto che il pavimento della stanza era davvero in uno stato disastroso e che avrebbe necessitato di una sistemata… ma l’invito di Morrigan di recuperare il portatile e tornare a letto da lei era decisamente più allettante perciò la idol si apprestò a raggiungere la scrivania dove Morrigan aveva lasciato il suo portatile, facendo uno slalom improvvisato sulla moquette per evitare di calpestare qualcos’altro di sgradevole.

    Sakiko eventualmente fece ritorno con fare trionfale al letto reggendo maldestramente il lenzuolo con una mano per coprire le sue beltà e con l’altra il portatile dell’irlandese. Si accomodò confortevolmente di fianco a Morrigan stringendosi affettuosamente a lei sotto le coperte – curiosamente senza badare o sentire imbarazzo nel fatto che entrambe fossero entrambe nude. Era come se quel letto fosse una zona franca per la mancanza di pudore.


    …e lì in quel letto, Sakiko riuscì a passare il resto della notte con Morrigan in maniera tutto sommato spensierata come desiderava. Guardando un film insieme, scambiandosi commenti e battute, con Morrigan che si divertiva a punzecchiarla e Sakiko che di tanto intanto improvvisava delle aggiunte personali alle scene del film. Era come se nulla fosse cambiato anche se in realtà fondamentalmente era cambiato tutto.

    In barba allo status quo.


    .....



    …Sakiko non era sicura di chi si fosse addormentata per prima ma fu sicuramente lei la prima a svegliarsi. Deboli sprazzi di sole filtravano pigramente dalle fessure delle tende. Il portatile sul quale avevano guardato il film era ancora aperto ai piedi del letto.

    Lo sguardo assonnato della bionda scivolo istintivamente sul suo fianco – Morrigan era ancora lì, distesa girata su un fianco e beatamente ancora addormentata. Che fosse ancora lì probabilmente era una cosa piuttosto scontata – ma ciò non di meno vederla lì al suo fianco e l’idea di essersi svegliata accanto a lei le diede un breve guizzò di felicità.

    Morrigan prevedibilmente non era esattamente una persona mattiniera e Saki fece bene attenzione a non far nulla per disturbare il suo sonno. Cautamente scivolò fuori dal letto e ripetendo ancora una volta lo slalom zompettò da una parte all’altra della stanza per recuperare i propri indumenti e rivestirsi. Avrebbe voluto farsi anche una doccia prima ma ironicamente le sembrava inappropriato utilizzare quella di Morrigan senza il suo permesso e chiaramente non poteva chiederle il permesso senza svegliarla – quindi intrappolata in questo conundrum decise di rimandare la doccia a quando sarebbe ritornata a casa propria.
    Avrebbe voluto rimanere lì fino al risveglio di Morrigan ma aveva una fitta lista di impegni di lavoro e in più – visto quello che aveva detto ieri alla ragazza dai capelli di ciliegio temeva che se fosse rimasta lì Morrigan l’avrebbe bollata come tipa “troppo appiccicosa” e lei intendeva invece assicurarle che voleva davvero lasciarle i suoi tempi e i suoi spazi.

    Rivestitasi in maniera piuttosto frettolosa quindi la bionda si apprestò a sgattaiolare via prima che Morrigan si svegliasse. Si soffermò giusto un momento per osservare il volto della ragazza addormentata – ugh, era anche dannatamente più adorabile mentre dormiva – dovette constatare cercando di controllare il suo spirito di adorazione. Prima di fuggire si concesse un ultimo sfizio chinandosi furtivamente su Morrigan e lasciandole un delicato bacio, sfiorandole giusto la guancia con le labbra, e bisbigliando a voce cosi bassa che la bella addormentata probabilmente avrebbe avuto difficoltà a sentirla anche se non fosse stata per l’appunto profondamente addormentata – «Ci vediamo presto, Momo~»


    Dettò ciò si avviò fuori dalla stanza e giusto prima di arrivare all’ingresso realizzò di aver dimenticato qualcosa «Oh, giusto… avevo completamente scordato. Beh… suppongo che tanto vale lasciarlo qui.» – considerò ad alta voce fra se e se. E sbrigativamente fece un ultima sosta in cucina, lasciando un piccolo souvenir per quando Morrigan si sarebbe svegliata. Dopo di ché lasciò finalmente in silenzio l’appartamento.


    Quando Morrigan eventualmente si sarebbe svegliata, nel tavolo della sua cucina avrebbe trovato un coloratissimo pacchetto di biscotti fatti in casa. L’involucro trasparente era decorato e chiuso con un fiocco in maniera quasi professionale… il contenuto dell’involucro d’altro canto sfigurava miserabilmente.
    I biscotti all’interno infatti erano infatti il risultato degli “esperimenti culinari” di Sakiko che aveva cercato di realizzare dei biscotti a forma di coniglietto ma il miglior risultato che aveva ottenuto erano delle creature informi che avrebbero potuto somigliare ad un coniglio solo se questo fosse prima passato dentro un tritarifiuti e poi qualcuno ne avesse rincollato i pezzi.

    Quel pacchetto non era altro che l’asso nella manica che Sakiko aveva escogitato come espediente per confessare a Morrigan i propri sentimenti. Prendendo prevedibilmente spunto dalla sua conoscenza di anime e manga rom-com la ragazza aveva ingenuamente pensato che fosse una buona idea fare affidamento al tipico cliché della confessione di San Valentino.

    Ironicamente però le cose erano andate molto diversamente da come si aspettava ed in qualche modo era riuscita a comunicare i propri sentimenti in maniera ben più… diretta, ricevendo in cambio molto più di quanto si sarebbe aspettata.

    Ma quei biscotti malformati, sbriciolati e leggermente bruciacchiati erano una buona rappresentazione dei sentimenti della idol – fondamentalmente basati su un idea piuttosto idealistica ed ingenua e realizzati con poca esperienza e molta goffaggine, ma con sicuramente molto sentimento ed entusiasmo e ottenendo un risultato finale che fondamentalmente era comunque piuttosto dolce.







    Combat & Status Data



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    Hello,,

    Ahem, nulla di particolare da segnalare, la role è costellata di piccoli ritardi qua e là ma mi pare di capire vi siate sentiti in privato quindi va bene così.
    Avete fatto più di 22 post quindi prendete il primo bonus.

    Sakiko: +50exp, +25exp
    Morrigan: +50exp, +25exp

    Chiudo-
     
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27 replies since 13/4/2021, 21:29   572 views
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