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- White CaneCITAZIONEDi comune accordo con Whatnot, siccome Robin non ha tecniche che infliggono effettivamente danno, sará equipaggiata anche lei con un bastone virtualmente identico al White Cane di Norio cosí possono bastonarsi vicendevolmente al buio come si deve!. -
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Robin Allard.
L'oggettività è una questione di punti di vista.
Ciò che noi chiamiamo "realtà" non è che una fazione dell'incontenibile Tutto - una gamma estremamente limitata di luci odori suoni colori dimensioni sensazioni filtrata dalla limitatezza dei nostri sensori biologici.
Quando ero bambina ho passato molte serate stesa a occhi chiusi sul letto, cercando di separare la mia coscienza dal mio corpo. Volevo vedere com'era il mondo visto da fuori.
I miei libri sui viaggi astrali sono finiti nel cestino da tempo, ma l'ossessione per le percezioni (in)umane mi è rimasta. Per questo ho deciso di buttare un pomeriggio della mia vita partecipando ad una "passeggiata al buio" che simula le condizioni e le difficoltà delle persone non vedenti. Nessun improvviso senso di empatia verso il prossimo: voglio solo percepire il mondo da un punto di vista diverso dal solito.
Ascoltarlo meglio. Questa città sa essere così caotica.
Avevo letto la descrizione dell'evento su Babel prima di effettuare la mia prenotazione. Sapevo che mi avrebbero bendato, dato un bastone e affidato alle cure di una persona non vedente che mi avrebbe accompagnato lungo il percorso.
Sapevo perfettamente cosa aspettarmi. Eppure, ciò non ha impedito al mio cuore di accelerare appena il volontario mi ha coperto gli occhi.
Nervosismo?
Ah.
Dev'essere per via di questo senso di... Vulnerabilità.
Del sapere di non essere in grado di cavarmela da sola in questa situazione.
Il dover dipendere dagli altri.
"C'è nessuno?"
Ed è forse per quello che la mia voce nello scostare la tenda suona così esitante.
La stanza in cui mi hanno detto di andare dista solo un paio di metri in linea retta. Distanza coperta con una mano tesa in avanti, passi lenti, il bastone stretto contro il petto.
So che se lo poggiassi a terra riuscirei a capire meglio cosa ho intorno, invece di brancolare nel buio. Eppure, il mio istinto è quello di aggrapparmici come se fosse una spada - l'unica mia difesa contro un mondo tenebroso e pieno di nemici.
Sciocco, lo so. Cosa dovrei temere, di venir presa a bastonate da un cieco? Ma il corpo non reagisce sempre in maniera razionale a stimoli inaspettati, e a volte l'unico modo per minimizzare fastidiosi impulsi è quello di assecondarli.
Dunque, stringo il mio bastone.• Robin Allard • Villain • Eden's Thorn • Livello 2 •
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Robin Allard.
Il detto "non giudicare un libro dalla copertina" è, se non del tutto errato, perlomeno riduttivo: l'aspetto esteriore è solo uno dei tanti fattori che influenzano il nostro giudizio di una persona.
Giudichiamo gli altri dalle loro apparenze, ma anche dal modo in cui si muovono; dalle loro espressioni facciali, il modo in cui ci guardano negli occhi, dai gesti che fanno senza nemmeno accorgersene. Gran parte della comunicazione è non-verbale e non conscia, ma si tratta principalmente di comunicazione visiva.
Immaginate dunque lo sconcerto del trovarsi in una stanza con uno sconosciuto, e non riuscire a farsi una prima impressione di questa persona.
" ... signore, o signora... Allard, giusto?"
Seguito dalla piacevole realizzazione che la confusione è reciproca.
Nel buio di questa stanza, io non sono che un'essenza totalmente distaccata dal corpo, priva di caratteristiche e generalità. Un nulla che trascende i confini materiali.
Ed è un gran sollievo fingere, per un istante, di esistere solo a metà.
Illusione che si infrange appena apro nuovamente bocca.
"Allard. Robin. È un nome francese."
Perché la mia voce non passa. È una voce femminile, e non è qualcosa che il buio, né anni di esercizi per abbassarne il tono, possono nascondere. Una voce che dà una forma, seppur vaga, al mio incorporeo, che incasella e strozza in un oceano di preconcezioni reciproche.
Io sono una donna. E tu sei un uomo, a giudicare dalla tua voce. Una bella voce, suadente e sicura.
Il resto è ancora vuoto. Due fantasmi, appena più palpabili.
Mi hanno dato un bastone, sì. Annuisco alla sua domanda - per poi rendermi conto che non è in grado di vedere il gesto. Ma di certo sentirà il modo in cui ho appena poggiato la punta del bastone a terra, verticalmente, con un bel "toc" per annunciarne la presenza.
"Lo usi dando un colpo davanti a sé prima di ogni passo," ha detto. Seguo le sue istruzioni, procedendo a piccoli passi e agitando il bastone a destra e a sinistra - sentendomi un po' sciocca, invero, come un bimbo che agita un ramo trovato durante una gita in montagna.
Altri lati positivi dell'assenza di visione: non può vedere la smorfia che m'incrina il volto, il vago disgusto che accompagna l'idea di venir presa a braccetto da uno sconosciuto. Una reazione istintiva, che in altri frangenti mi sarei curata di nascondere. Ma in questo spazio privo di visione, le uniche informazioni che possiamo scambiarci sono intenzionali. Sono ben pochi i suoni che il corpo umano è in grado di emettere in maniera non intenzionale: gorgoglii di stomaco, starnuti, peti, un accellerare del respiro prima di un attacco di panico. La parola è forse l'unico mezzo di espressione su cui abbiamo totale controllo.
Un mondo più semplice, quello del puro suono. Uno in cui poter semplicemente esistere.
"...Lei come si chiama?"
Ed è un concetto a cui potrei quasi abituarmici, realizzo, un attimo prima che la punta del mio bastone tocchi quella della della mia guida.• Robin Allard • Villain • Eden's Thorn • Livello 2 •
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Robin Allard.
La casa è dove è il tuo cuore, si dice.
Ma dov'è casa tua se un cuore non lo hai? Se ti è sempre sembrato rotto ancora prima che te lo trafiggessero con una pallottola?
Mi chiede se sono stata in Francia, e se da una parte vorrei dire che non sono francese, dall'altra sono quasi offesa che non l'abbia dedotto dall'accento.
Io ce l'ho ancora, un accento?
"Ci ho vissuto qualche anno, per motivi di studio."
Sì, in realtà mi dà fastidio che il signor Toda Norio mi prenda a braccetto, ma mi darebbe ancora più fastidio brancolare nel buio seguendo la sua voce, aggrappata al mio bastone.
Le dimensioni che sono solita visitare da sola non sono così buie.
Mi chiedo se sia in grado di immaginare la camicia che indosso basandosi sul tipo di stoffa che sente tra le dita. Sottigliezze tattili che a me sfuggono: tutto quel che percepisco è il suo braccio intorno al mio, rigido come una sbarra di ferro.
Non sono nervosa - non ancora. Ma anche un cieco sarebbe in grado di percepire che sono a disagio.
"Iniziamo pure. Come saprà l'idea è di provare a navigare una normale strada urbana. Io non le dirò cosa ci attende, ma lungo il percorso sono presenti piccoli ostacoli e... imprevisti."
Annuisco di nuovo. Abitudine. "Va bene."
Iniziamo a camminare, un passo alla volta, ed è così difficile stare in piedi, rimanere dritta, cercare di adattarmi al passo di una persona che non puoi veder-
RUMORE. Quasi balzo all'indietro, confusa, trovandomi a stringere il braccio dell'uomo come un cucciolo spaurito.
Robin Allard, impaurita da una bici.
"Mi scusi."
Profondi respiri. Raddrizzo la schiena, tornando a poggiare il bastone a terra.
" Come mai ha voluto provare questa esperienza, signora Allard... o signorina? "
Una domanda che paralizza. "Non signora né signorina," vorrei dire. Urlare. 無性です. Ma non mi va di divulgare simili informazioni. Di farmi riconoscere anche quando non mi si può vedere.
"Signorina." Una risposta che gocciola rassegnazione. "Ho studiato psicologia, e pianifico di specializzarmi in neuroscienze. Sono interessata al modo in cui il cervello umano interpreta gli stimoli sensoriali per ricreare un'approssimazione della realtà."
Nel modo in cui il cervello inventa mostri e incubi lì dove non batte il sole.
Mi sento così vulnerabile. A livello razionale so che in questa stanza non c'è nessun nemico, ma... Il fatto di non potermene assicurare provoca in me reazioni fastidiose, come l'accellerazione del battito cardiaco, del respiro, e aumento della perspirazione.
"Perdoni la domanda indiscreta, ma... Lei è non vedente fin dalla nascita? Mi piacerebbe farle qualche domanda sulla sua condizione, se non le dispiace."
Così che il suono delle nostre parole possa riempire questo vuoto.• Robin Allard • Villain • Eden's Thorn • Livello 2 •
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• Tecniche usate:⢃⠼/Hari [Livello 1] [15 + 5 mantenimento]
L'uso più basilare del quirk. Vengono evocati un gran numero di piccoli costrutti a forma di aghi sottili che vengono inviati tutt'attorno all'utilizzatore, a raggio, ad una altezza di circa un metro e mezzo dal suolo fino ad un massimo di tre metri di distanza. Quando incontrano un bersaglio gli aghi ritrasmettono le sensazioni fisiche provate dal bersaglio all'utilizzatore sotto forma di impulso nervoso, permettendendo in particolare all'utilizzatore di "vedere" per un istante attraverso gli occhi del bersaglio. Sono altrimenti assolutamente innocui ed indolori.
Effetto: //
Raggio: Tecnica ad area (360°), 3 metri
• Energia: 175 - 15 = 160
• Forza: 40
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Robin Allard.
Non è che non mi piaccia parlare.
È che mi piace essere ascoltata.
Non vedo perché dovrei sprecare fiato, tempo e attività neurale per pronunciare parole che gli altri non sono in grado di capire, di considerare con rispetto, o che non sono veramente interessati a sentire. Persone che chiedono "come stai?" per pura consuetudine, senza alcun reale interesse nei confronti delle condizioni psicofisiche altrui. Gente che chiacchiera di tutto e niente giusto per riempire il vuoto.
Non pensate quindi che mi stia degnando di rispondere alla domanda di Toda perché lo ritengo un buon ascoltatore. È che concentrarmi sul suono della mia voce e sul filo del mio pensiero mi aiuterà, spero, a prestare meno attenzione all'ambiente circostante fatto di nero, strani suoni e sensazioni.
Di sussultare meno ad ogni bicicletta.
"Esattamente. Ad esempio... Ah, mi spiace usare un paragone legato alla vista, ma il primo che mi viene in mente è la radiazione ultravioletta," spiego, con voce molto più sicura della mia camminata. "Un tipo di radiazione dalla lunghezza d'onda immediatamente inferiore allo spettro visibile dall'occhio umano. In parole povere, significa che anche un umano dalla visione perfetta è di fatto cieco ad alcuni tipi di colori che ci circondano. Certi animali sono in grado di vederli - e lo stesso vale per certi tipi di odori e suoni che non siamo in grado di percepire. I nostri sensori biologici sono piuttosto limitati."
Sto entrando in modalità spiegone? Scusate, è che - come detto sopra - sto cercando di distrarmi.
Contraddittorio, lo so, cercare volutamente di attenuare un'esperienza che ci tenevo a sperimentare in prima persona. Un meccanismo di difesa. Evitamento. L'ho passato a pieni voti, il mio esame di psicologia cognitiva. Vedete perché ci tengo tanto a raggiungere la sublimazione dell'essere? La biochimica è così frustrante. Sapere perché sono spaventata non mi aiuta a ridurre la mia agitazione. Posso solo cercare di ignorarla, di camminare piano, di stringere il braccio di Toda più di quanto vorrei.
Di battere il tempo col metronomo del mio bastone.
"L'occhio umano è piuttosto recettivo, ma le creature viventi dall'apparato visivo più avanzato che conosciamo sono gli stomatopodi, un piccolo ordine di crostacei. L'occhio umano è composto tre diversi tipi di fotorecettori. Gli stomatodi, di contro, ne hanno sedici, e sono in grado di percepire una gamma di colori che va dall'ultravioletto alla radiazione infrarossa." Pausa. "Il mondo che loro vedono è un caleidoscopio di tinte che non siamo nemmeno in grado di percepire - o immaginare. Una realtà più vera del nostro reale."
Ed è forse crudele, cercare di spiegare tutto ciò ad un uomo che non può vedere.
O forse, proprio per questo sarà in grado di capire.
"L'altra particolarità degli stomatopodi è la loro incredibile violenza: sono in grado di estendere le loro chele con tanta velocità da far ribollire l'acqua intorno a loro, creando delle onde d'urto." Una pausa. "Non si trovano spesso negli acquari. Spaccano i vetri."
Sorrido nel buio.
Alla mia domanda successiva, l'uomo risponde di buon grado, spiegando di essere cieco fin dalla nascita. Interessante. Di domande in verità ne avrei, ma il mio bastone tocca un ostacolo improvviso, facendomi sussultare.
Che tipo di ostacolo, mi chiede Toda. E non so se ad ansiarmi è più il fatto che l'uomo si sia allontanato, o il fatto che mi sia ansiata quando si è allontanato.
Mi sento così debole in questo posto. Sperduta.
Un lungo respiro.
"...Penso che sia una pianta." Dichiaro, dopo aver pungolato per qualche istante l'oggetto di fronte a me. La base è dura, ma poggiando il lato del bastone contro l'oggetto e sollevandolo piano, ho potuto seguire il contorno di un vaso, e poco più in alto, la punta del mio bastone ha incontrato una massa molto men definita, solida, e più frusciante. Vegetazione.
"Sono abbastanza sicura di avere davanti un qualche tipo di vegetale in vaso, ma non so se sia un cespuglio, un albero o un qualche tipo di arbusto decorativo, magari con rami bassi e che si estendono in larghezza. Il mio istinto sarebbe quello di sollevare il bastone per determinarne meglio la forma ed evitare di prendermi un ramo in faccia..." Abbasso la punta del mio bastone, poggiandolo nuovamente sul pavimento con un toc. "...Ma se questa fosse una vera strada, sarebbe il mio bastone a rischiare di finire in faccia a qualcuno."
Mi prendo qualche attimo per pensarci in silenzio, mordicchiandomi un labbro.
"Onestamente non saprei cosa fare." Ammetto. "Suppongo potrei provare a fare un giro largo intorno all'oggetto, estendendo un braccio per essere sicura di non venir colpita da un ramo."
Un'altra pausa.
"Ma non mi piacerebbe il modo in cui i passanti mi guarderebbero, anche se non potrei vederli."• Robin Allard • Villain • Eden's Thorn • Livello 2 •
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©• Status: Illeso.
• Tecniche usate:⢃⠼/Hari [Livello 1] [15 + 5 mantenimento]
L'uso più basilare del quirk. Vengono evocati un gran numero di piccoli costrutti a forma di aghi sottili che vengono inviati tutt'attorno all'utilizzatore, a raggio, ad una altezza di circa un metro e mezzo dal suolo fino ad un massimo di tre metri di distanza. Quando incontrano un bersaglio gli aghi ritrasmettono le sensazioni fisiche provate dal bersaglio all'utilizzatore sotto forma di impulso nervoso, permettendendo in particolare all'utilizzatore di "vedere" per un istante attraverso gli occhi del bersaglio. Sono altrimenti assolutamente innocui ed indolori.
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Raggio: Tecnica ad area (360°), 3 metri
• Energia: 160 - 5 = 155
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Robin Allard.
La dote più importante per uno scienziato è la capacità di analizzare i fatti con una mente cristallina, senza lasciarsi influenzare da opinioni personali, pregiudizi e desideri. Senza inventare implicazioni dove non ce ne sono, come sta facendo invece il mio interlocutore.
Così estenuante, comunicare. Mi sforzo sempre di scegliere termini più chiari possibili, di non lasciare spazio ad ambiguità, ma i miei ascoltatori ci tengono sempre a dare una loro interpretazione creativa delle mie parole. Mi sta praticamente dando ragione, il signor Toda, ma ha deciso di rigirare le mie parole nella maniera più crudele possibile - implicando che lo ritenga una persona limitata, inferiore, perché incapace di percepire quel che la stragrande maggioranza degli esseri umani riesce a vedere.
Una realtà diversa, non meno vera, ci tiene a sottolineare. Oh, non sono disabile, sono diversamente abile.
"Non ho mai implicato che animali con una visione più completa della realtà siano in grado di interpretarla. Io mi limito a studiarne le percezioni," ribatto stancamente, ben decisa a chiudere lì la conversazione.
Sì, signor Toda, la sua realtà è meno vera del reale: ciò che percepisce è una parte molto limitata dell'enormità che la circonda. E non ci vedo nulla di offensivo, perché non è una fallacia personale o qualcosa che sminuisce quella dignità a cui voi umani tenete tanto: è solo una limitazione dei suoi sensori biologici. Così come i miei sensori sono al momento limitati, incapaci di percepire appieno la figura della pianta che mi si trova di fronte. Mi sta girando intorno mentre parla, il signor Toda, ed è una cosa che mi scombussola. È alla mia destra? Sinistra?
"... perché, anche se non puó vederle, saprebbe benissimo che i passanti la starebbero guardando con dispiacere? Con pietá, per l'avere difficoltá a fare una cosa cosí semplice?"
La sua voce sembra provenire da più direzioni. È questo corridoio a riecheggiare in maniera strana, o sono io a non essere in grado di ascoltare?
Perlomeno nel buio non mi vedrà ruotare il capo qua e là come un uccellino confuso.
"Beh, ovvio. Non è forse per questo che organizza eventi simili, signor Toda? Per portare gli altri a empatizzare con la sua condizione affinché realizzino che è un essere umano loro pari, e non un pietoso disabile?"
Parole brusche, forse - ma il tono con cui lui mi si è rivolto è altrettanto freddo, ben poco adatto alla professionalità che mi aspetterei da una guida. Deve averlo veramente irritato, il mio discorso di prima.
"Giacinti."
O forse è qualcos'altro di me ad irritarlo, ed è una realizzazione che arriva insieme alla pressione di un bastone piantato contro la mia schiena.
Rido.
Non una risata a bocca aperta, ma un risolino che mi scuote le spalle, tutto campanelle e soddisfazione. Perché era anche ora che le bestie di Deep Void (e chi altro potrebbe essere, a volermi morta?) mi mandassero contro qualcuno. Iniziavo quasi a preoccuparmi.
A temere che non mi considerassero più un problema.
Sento il bastone premere contro la mia schiena, e semplicemente mi piego per evitarlo. E con "mi piego", intendo dire "il mio busto scompare perché mi sto piegando seguendo l'asse spaziale di una dimensione che non riuscite a vedere". Ma tanto chissenefrega delle descrizioni complicate, no? Siamo al buio. Tutto quello che Toda percepirà è una mancanza di pressione, il suo bastone che sprofonda nel nulla come se la persona di fronte a lui fosse appena scomparsa.
Quel che io percepisco io invece è dolore, e il sussulto di una pallottola fantasma che mi preme contro il cuore.
"Quindi il Nero Vuoto impiega ciechi tra le sue file, ora?"
Parole pronunciate da qualcuno di fronte a lui, per confermare che sì, ci sono ancora, anche se il bastone è appena sprofondato nel vuoto dove prima c'era il mio busto.
Piego la testa, torcendo il collo per far svanire il mio capo nel nulla e farlo riapparire due metri alle mie spalle, dietro il mio attaccante.
"Così tematicamente appropriato," sibila la mia testa disgiunta.
Sono arrugginita. Fanno male, tutte queste contorsioni, come muscoli che urlano dopo una spaccata fatta senza prima riscaldare le gambe. Ma questo e altro, pur di far pisciare sotto il signor Toda. Mi rimetto dritta, tornando ad essere una figura meramente tridimensionale, totalmente immobile di fronte a lui.
Trattengo il respiro.• Robin Allard • Villain • Eden's Thorn • Livello 2 •
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Forza 35 | Quirk 30 | Agilità 10 | ©• Status: Illesa.
• Energia: 70/100
• Equipaggiamenti: //
Donna tagliata a metà [Livello 1] [15 PE] x 2
Sfruttando la mia capacità di muovermi in una quarta dimensione spaziale, sono in grado di effettuare movimenti del tutto impossibili per un normale essere umano. Agli occhi altrui, è come se io fossi in grado di "scomporre" il mio corpo - facendo sparire un braccio per poi farlo riapparire due metri più in là, ad esempio. Come se usassi un portale! Solo che in realtà non è un portale, mi sto solo piegando in maniera un po' strana.
Posso applicare questo effetto ad un singolo arto (o la testa), facendolo riapparire in un punto a scelta fino a due metri di distanza dal resto del mio corpo: un singolo utilizzo equivale un singolo spostamento nello spazio. Utile per schivare colpi, o per raggiungere oggetti fuori dalla mia portata.
Tecnica di scomposizione - 2 metriSPOILER (clicca per visualizzare)Avvisato in privato e in assenze della mia assenza, I'm back now.. -
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Immagino a questo punto vi aspettaste una massima sulla percezione del dolore, sul buio, o sulla natura fragile delle relazioni umane. Il fatto è che qualcuno mi ha appena tirato una bastonata sulle costole, e persino io fatico a filosofeggiare in un contesto simile.
"Putain!"
La mia prima reazione, dopo l'imprecare e il recuperare il fiato, è quella di ruotare il fianco, cercando di afferrare il bastone che mi ha colpito. Se potessi vedere sarebbe così facile neutralizzare quell'arma improvvisata, facendola scivolare in una piega dello spazio con un semplice tocco delle dita. Invece eccomi qui ad agitare un braccio alla cieca (ha, ha) dietro di me, contorcendomi e digrignando i denti per il dolore. Un gesto stupido, inefficiente e lento, ma che mi fa realizzare una cosa:
il dolore di una bastonata alle costole non è quello di una coltellata.
"...Non sei qui per uccidermi o l'avresti già fatto."
Sarebbe stato così facile per questo sgherro di Deep Void puntarmi un coltello alla gola, o replicare il gesto del suo collega che mi sparò al cuore. Se ancora sono viva, significa che è veramente cieco e non possiede armi o Quirk offensivi - o almeno non è intenzionato ad usarli.
Digrigno i denti e mi spingo in avanti, buttandomi contro il vaso. Tasto il bordo con la mano libera e corro dal lato opposto, tenendo la testa bassa per evitare di prendermi un ramo in faccia. Una difesa così miserabile, questo vaso frapposto tra me e... Un uomo cieco.
Tutta questa situazione è ridicola.
"Cosa vuoi da me?"
Perché attaccarmi, per mandare un messaggio? Intimidirmi? Testarmi? Cercare di scoprire come funziona il mio Quirk?
Se la mia ultima ipotesi è quella corretta, ho già mostrato fin troppo... Anche se da una parte sarei curiosa di spedirlo in uno spazio quadrimensionale con uno spintone, giusto per studiarne le reazioni. Farmi raccontare cosa riuscirebbe a percepire.
Il progresso scientifico non si ferma davanti al pericolo.• Robin Allard • Villain • Eden's Thorn • Livello 2 •
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Forza 35 | Quirk 30 | Agilità 10 | ©• Status: Danni lievi al fianco.
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L'uso più basilare del quirk. Vengono evocati un gran numero di piccoli costrutti a forma di aghi sottili che vengono inviati tutt'attorno all'utilizzatore, a raggio, ad una altezza di circa un metro e mezzo dal suolo fino ad un massimo di tre metri di distanza. Quando incontrano un bersaglio gli aghi ritrasmettono le sensazioni fisiche provate dal bersaglio all'utilizzatore sotto forma di impulso nervoso, permettendendo in particolare all'utilizzatore di "vedere" per un istante attraverso gli occhi del bersaglio. Sono altrimenti assolutamente innocui ed indolori.
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Il moderno essere umano si è ormai abituato alla banalità del buio.
L'oscurità è qualcosa che intimorisce solo i bambini; un vecchio spauracchio associato nelle storie alle forze del Male per pura tradizione. La luce elettrica ha permesso all'umanità di colonizzare il reame della notte, dimostrando che stare svegli in mancanza di sole non è poi così spaventoso - soprattutto non a Tokyo, città dove cartelloni pubblicitari e lampade al neon risplendono con fierezza 24 ore al giorno.
Ma in questo momento, inizio a capire perché i miei lontani antenati avessero tanta paura del buio. Uomini delle caverne che si rannicchiano tremando intorno a un fuoco, circondati da rumori misteriosi e bestie che si annidano tra le ombre.
Anche se la bestia, nel mio caso, è un tizio cieco armato di bastone.
"Mi piace raccogliere informazioni sui fiori. Come crescono, dove, le loro caratteristiche..."
"Ma non come sono fatti," mormoro. "Peccato non possa vedermi, sono molto bella."
Un commento fatto così, tanto per guadagnare tempo. Confonderlo. Bella è un'aggettivo che verrebbe istintivo associare ad una figura più femminea della mia, dai capelli più lunghi e dalle fattezze più delicate. Magari è la volta buona che qualche sicario confonde Moumoku per me, così ce la leviamo di torno. O Shion. Lui sì che è una bella ragazza.
Il signor Toda è qui per raccogliere informazioni, dice; ma il cieco è una macchina imperfetta, dai sensori ancora più limitati di quelli di un normale essere umano. Sarebbe semplice chiudermi a riccio, rifiutando di rivelare altri dettagli su me o sul mio Quirk.
Ma mi è venuta un'idea.
"Ha mai letto - no, ascoltato - Il Giorno dei Trifidi, di John Wyndham?"
Se il mio avversario la smetterà di girare intorno al vaso, allora mi fermerò anch'io per parlare. In caso contrario, continueremo a fare girotondo, e io continuerò a sentirmi estremamente stupida.
Devo tenere il conto dei giri, per non perdere l'orientamento. Quanto sarà largo, questo tunnel? Potrei capirlo dal modo in cui la mia voce riecheggia, forse, tra le pareti, ma la traccia sonora coi finti rumori del traffico confonde le mie orecchie e il mio pensiero.
"È un romanzo di fantascienza in cui gran parte dell'umanità, diventata cieca dopo un evento misterioso, deve cercare di sopravvivere a un'invasione di piante carnivore semoventi.
I trifidi sono piante che camminano utilizzando le loro radici come se fossero lunghe..."
Inizio a piegarmi in quel modo che mi è difficile da spiegare, separando le mie gambe dal resto del corpo. Anziché far scomparire una parte del corpo per poi farla ricomparire all'improvviso come prima, però, muovo le mie gambe in maniera graduale, facendole camminare sempre più lontane mentre il resto del mio corpo rimane fermo, cercando di dare l'impressione che i miei arti si stiano allungando.
Anziché nascondere la mia natura al signor Toda, voglio cercare di fornirgli informazioni sbagliate.
"...lunghe, lunghe..."
Poggio il bastone a terra e, senza volerlo, mi trovo a stringere il bordo del vaso con la mano libera.
Non ho veramente bisogno di quel supporto per restare in piedi: le mie gambe rimangono connesse al mio corpo, anche se agli occhi di un comune essere umano appaiono staccate dal busto. Ma non sono più abituata a queste sensazioni; alla discrepanza tra quello che so, e quelle parti schifosamente umane del mio cervello che insistono che ciò non sia possibile.
"...lunghe gambe," concludo, tenendo alta la voce per confermare al mio nemico che sì, la mia testa è ancora davanti a lui anche se le mie gambe sono a due metri di distanza.
Un paio di secondi per studiare la sua reazione.
Poi ricompongo il mio corpo e mi metto a correre verso quella che spero sia la direzione della porta, il bastone stretto contro il petto.• Robin Allard • Villain • Eden's Thorn • Livello 2 •
Tecniche, Equipaggiamento & Status
Forza 35 | Quirk 30 | Agilità 10 | ©• Status: Danni lievi al fianco.
• Energia: 40/100
• Equipaggiamenti: //
Donna tagliata a metà [Livello 1] [15 PE] x 2 (una volta per gamba)
Sfruttando la mia capacità di muovermi in una quarta dimensione spaziale, sono in grado di effettuare movimenti del tutto impossibili per un normale essere umano. Agli occhi altrui, è come se io fossi in grado di "scomporre" il mio corpo - facendo sparire un braccio per poi farlo riapparire due metri più in là, ad esempio. Come se usassi un portale! Solo che in realtà non è un portale, mi sto solo piegando in maniera un po' strana.
Posso applicare questo effetto ad un singolo arto (o la testa), facendolo riapparire in un punto a scelta fino a due metri di distanza dal resto del mio corpo: un singolo utilizzo equivale un singolo spostamento nello spazio. Utile per schivare colpi, o per raggiungere oggetti fuori dalla mia portata.
Tecnica di scomposizione - 2 metriSPOILER (clicca per visualizzare)Edit rapido perché Sis mi ha fatto notare che erano due post che non menzionavo il bastone che Robin teoricamente ha ancora in mano.
Edited by Whatnot - 21/7/2021, 16:47. -
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Tecniche, Equipaggiamento & Status
© Status: Illeso.
Tecniche usate:⢃⠼/Hari [Livello 1] [15 + 5 mantenimento]
L'uso più basilare del quirk. Vengono evocati un gran numero di piccoli costrutti a forma di aghi sottili che vengono inviati tutt'attorno all'utilizzatore, a raggio, ad una altezza di circa un metro e mezzo dal suolo fino ad un massimo di tre metri di distanza. Quando incontrano un bersaglio gli aghi ritrasmettono le sensazioni fisiche provate dal bersaglio all'utilizzatore sotto forma di impulso nervoso, permettendendo in particolare all'utilizzatore di "vedere" per un istante attraverso gli occhi del bersaglio. Sono altrimenti assolutamente innocui ed indolori.
Effetto: //
Raggio: Tecnica ad area (360°), 3 metri
⣑⠊/Yumi [Livello 1] [20]
Vengono generate tre grandi frecce e lanciate in tre direzioni diverse: generalmente una davanti all'utilizzatore, una alla sua sinistra, una alla sua destra. Nel colpire un bersaglio infliggono una fortissima sensazione di formicolio alla zona/arto colpito, simile in tutto e per tutto a quella che si prova quando un arto si "addormenta", rendendolo insensibile e difficile da muovere. E sì, ovviamente può accidentalmente colpire alleati se non fa attenzione. Però ha la scusa perfetta,"non ti ho visto"!
Effetto: Paralisi (2 turni)
Raggio: Tecnica di status, 1,5 metri
Energia: 145 - 5 - 20= 120
Forza: 40
Quirk: 74
Agilitá: 36
Equipaggiamenti:
- White CaneInviato tramite ForumFree Mobile
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