Pleather for Breakfast

Combat || Joshua e Masao

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    JOSHUA MORGAN GRANT
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    Il sole era appena sceso ma un po' di caldo finalmente rimaneva, onestamente ne aveva già piene le scatole di vestirsi come un'inuit per andare fuori a correre. Nei mesi che ha iniziato a farlo aveva ottenuto un certo apprezzamento per quella pratica, da solo nelle strade più belle di Tokyo si creava un'atmosfera quasi romantica dove l'unica cosa a cui doveva fare attenzione era di raggiungere l'obbiettivo che si era preimpostato. Un po' come la vita vera, però senza alcun pensiero, una sfida con se stesso che all'inizio falliva miseramente ma man ci è arrivato sempre più vicino. Una volta raggiunto l'obbiettivo voleva raggiungerlo meglio, poi ne faceva un'altro ed il tutto iniziava daccapo.
    Quella serata la situazione era più o meno la stessa, però non stava facendo la sua solita routine né la corsa era il suo unico obbiettivo. Ultimamente, con la decisione di dedicarsi di più al suo sogno di essere il protettore di Tokyo, un vero e proprio supereroe, gli è venuta in mente l'idea di fare qualcosa di più con il tempo che dedicava all'attività fisica. Dunque, perché non iscriversi in una palestra? L'idea era semplice ma geniale, e per fortuna non ci volle molto per trovare un luogo nelle vicinanze (non era minimamente sotto casa, ma nessun problema) che non solo rientrava nel suo budget, ma gli permetteva di fare un po' di più con se stesso. Più che classica palestra pareva un posto dove la gente faceva esercizi più mirati ad arti marziali, ed infatti lui ne fece buon uso ma solo ad un livello assai basso. Non voleva imparare a fare kick-boxing o altro, era lì per mettersi in forma.
    « Poca gente, hm, » con un po' di fiatone, Joshua arrivò di fronte all'entrata del posto. Gli piaceva correre prima di arrivare, così poteva subito passare al dunque senza correre dentro l'edificio che di sicuro l'avrebbe fatto impazzire. Il fronte non era tutto 'sto granché, era un posto molto economico e semplice ma dentro era pulito, ordinato ed aveva ciò che uno si aspettava da un edificio del genere. Due ring di media grandezza, un'area aperta e libera dove la gente si riuniva per fare riscaldamento e quant'altro e più in là, verso la fine, anche i macchinari più 'pesanti' e classici. Sacchi, gomme di trattori, corde, insomma non mancava niente. Era lì da oramai un mesetto scarso, dunque la sua faccia non era così sconosciuta e la gente già lo salutava con un breve cenno del capo. Era una bella sensazione, iniziava a capire come mai, dopo una certa, uno andava lì non solo per se stesso ma anche per divertirsi insieme ai soliti sospetti. Il suo sguardo si indirizzò verso i sacchi, di cui uno era già occupato e decise che avrebbe iniziato con quello; aveva già, più o meno, a mente la routine che doveva fare. Come detto prima, il riscaldamento l'aveva già fatto strada facendo, dunque non c'era niente a fermarlo.
    Un salto dentro gli spogliatoi a cambiarsi ed era di nuovo lì, ora indossando dei semplici pantaloncini corti ed una t-shirt grigia che aveva visto giorni migliori. Il logo, quello di un picchia-duro che lui apprezza molto (uno dei tanti, insomma), era sbiadito ma era ancora riconoscibile e Joshua aveva deciso che se doveva liberarsi di quella maglietta tanto vale farla morire come un vero guerriero. Comunque, si avvicinò al sacco accanto a quello occupato da un biondo, iniziando man mano a fare la sua solita routine. Supponeva che quella sarebbe stata una serata come molte altre, l'ennesima parola nella parte introduttoria del libro della sua vita che man mano avrebbe raggiunto l'ennesimo periodo importante.
    Per ora, però, si lavora per il domani.
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    Masao Suzuki
    Sì, Masao Suzuki al momento era impegnato a prendere a pugni un sacco da boxe. Non fate quella faccia stranita, aveva un sacco di buoni motivi per essere lì in palestra.

    Rabbia da sfogare. Un senso di impotenza e frustrazione, acuiti dalla mancanza di nicotina. L'impulso di spaccare tutto per il puro gusto di farlo; per sentirsi forte e padrone della sua esistenza, una volta tanto. Il desiderio di rimettersi in forma, diventare più carino, dimostrare a tutti che non era solo un eterno ragazzino dall'aria goffa e dall'animo inaffidabile. La volontà di proteggere-anzi no, riformuliamo.
    La volontà di dimostrare agli altri che li avrebbe potuti proteggere.


    Ma soprattutto, ora che Masao aveva deciso di essere un poco più sincero con se stesso, doveva proprio ammettere che

    sì insomma ecco

    c'era proprio un bel panorama lì in palestra


    La maggior parte dei clienti di quel piccolo stabilimento erano, come lui, lavoratori più o meno gracilini, ma l'ambiente gli piaceva per quello: la clientela non gli metteva soggezione, e qualche bel ragazzone da sbirciare comunque c'era. Eye candy a cui rifilare qualche occhiata furtiva tra una flessione e l'altra, domandandosi vagamente come cosa quando come chi approcciare, e realizzando con una certa bruciante soddisfazione che sì, volendo avrebbe potuto provarci.
    E se qualcuno avesse reagito a un suo invito con violenza, come gli era successo alle medie, sarebbe stato perfettamente in grado di difendersi.

    (Ciao Masao, sono la tua autostima. Passavo giusto a chiedere come ci sentiamo oggi.)

    Sai che c'è, Autostima? oggi ci sentiamo veramente di buonumore. E visto che abbiamo fatto un sacco di esercizio e siamo tutti sudaticci e senza fiato, tiriamo gli ultimi due pugni a questo sacco e prendiamoci una pausa.

    Si sedette su una panca lì accanto, recuperando la sua bottiglia d'acqua, e dopo essersi tolto un po' di sudore dalla fronte con un asciugamano dedicò un'occhiata curiosa al tizio che si era messo a fare esercizio accanto al lui.
    Aaaalto. Straniero. Non spiacevole, ma no, non era il suo tip-hey, era una maglietta di Marvel vs. Capcom quella che indossava?
    Oho. Sembrava simpatico! E lui cercava giusto qualcuno con cui allenarsi...

    "Hey! Nice shirto!"

    ...Con l'inglese.
    Se il suo accento era molto giapponese, il suo modo di fare lo era ben poco. Si sa, gli orientali come lui solito s'imbarazzano un sacco nell'approcciare così apertamente degli stranieri. Il nostro biondo (poco) palestrato, invece, stava guardando il suo nuovo amico con un'espressione che sembrava urlare "come at me bro": sapeva di fare pena, ma non si sarebbe comunque tirato indietro senza combattere.

    "Speak Engrish? You from where?"

    Perché doveva fare pratica.

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    Era utile andare lì ed usare i sacchi per sfogarsi, non l'avrebbe reso un maestro in nessuna arte marziale ma con delle dritte per lo meno era un buon allenamento per non solo tenersi in forma, ma anche per divertirsi. Insomma, a chi non piaceva colpire un sacco immaginandosi che fosse qualcuno che quel giorno gli avesse dato fastidio? Soprattutto se alla fine dell'allenamento ne uscivi bello contento, sapendo di aver spinto il tuo corpo ai propri limiti.
    Quella serata le cose dovevano andare come al solito, si avvicinò allo strumento non aspettandosi di dar fastidio al biondo lì accanto né di dover scambiare quattro parole con lui. Non che non lo volesse o lo trovasse fastidioso, era solo che in una palestra raramente attaccava bottone, non volendo rompere le scatole agli altri, però se la situazione appariva non gli dispiaceva conoscere qualcuno di nuovo. Lo aveva fatto nei tornei ed in altri luoghi, dopotutto. Insomma, era di fronte al sacco senza molte aspettative però ecco che venne colto di sorpresa, proprio dal biondo che non aveva nemmeno considerato - un grosso errore, a quanto pare, visto il complimento che ricevette. Volle sorridere però venne colto un po' sul momento per via dell'inglese dell'altro, un accento davvero giapponese da qualcuno che forse non si aspetta che uno straniero sapesse alquanto bene la lingua di quel paese. Però un complimento era un complimento, e se aveva riconosciuto quella maglietta, oh... Ohoho.
    « Parlo giapponese, eh. Comunque, ah, ci giochi? » ovviamente gli aveva risposto in giapponese, non aveva voglia di rispondergli in inglese ed obbligarlo di farlo parlare così. Magari a lui non dispiaceva, però non voleva attirare troppo l'attenzione, era un sogno un po' lontano e difficile da raggiungere però voleva essere un cittadino di Tokyo, non uno gaijin. « California meridionale, comunque, anche se ora vivo qui, a Ginza, » risposto con un tono d'orgoglio, era un po' curioso di come avrebbe reagito l'altro al suo giapponese. Sapeva che non poteva passare per un nativo giapponese, però oh, almeno poteva definirsi quanto meno fluente.
    La sua mente però rimase fissa su quel commento, non voleva saltare a conclusione affrettate però quanto gli sarebbe piaciuto credere che anche all'altro piacesse la saga di Marvel vs Capcom. Onestamente i picchia-duro a più personaggi non li giocava tantissimo, o almeno non a livello agonistico, però ciò non voleva dire che non l'apprezzava o che non la considerava una conoscenza essenziale del suo repertorio. « Non mi aspettavo che qualcuno la riconoscesse 'sta maglietta, » commentò con un vago alone d'imbarazzo, che a dire la verità era più allegria che altro. Voleva però andarci piano, che se voleva poteva andare a mille all'ora se si trattava di picchiaduro e non lo fermava più nessuno.
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    Masao Suzuki
    "Ah! Il tuo giapponese è molto meglio del mio inglese, complimenti!" esclamò, passando alla sua lingua madre.
    L'unico errore che l'altro aveva fatto era stato dargli subito del tu in maniera così informale, ma ormai sapeva che era una cosa da gaijin e non gli dava fastidio.
    Si alzò in piedi e fece qualche passo per avvicinarsi, asciugamano su una spalla e bottiglia d'acqua in mano.

    "Capisco abbastanza l'inglese ma faccio fatica a parlarlo, sto cercando di fare pratica," spiegò con un sorriso imbarazzato - giusto per precisare che no, non l'aveva approcciato in inglese perché dava per scontato che l'altro non sapesse la lingua.
    "È per un amico."

    Ma lo straniero parlava giapponese così bene, e aveva dichiarato di abitare lì con un tale orgoglio, che si sarebbe sentito in colpa a chiedergli di tornare a parlare inglese. Meglio passare ad un linguaggio che parevano conoscere bene entrambi, allora: quello dei picchiaduro.

    "Ho giocato solo al secondo Marvel vs. Capcom, su Dreamcast."

    Dreamcast: un nome pronunciato con una D iniziale in maiuscolo, in grassetto e pure sottolineata tre volte.
    Con riverenza.

    "Il mio main team era Gambit/Cyclops/Strider ma onestamente non ci ho giocato tantissimo, sono più un tipo da Guilty Gear e Blazblue."

    Si prese una pausa per bere un sorso d'acqua, perché quando non parlava in inglese Masao parlava veloce - forse anche troppo quando si infervorava chiacchierando di argomenti che gli piacevano, come i picchiaduro.

    "La maglietta l'hai vinta a un torneo?"

    Lo squadrò dal basso in alto. Americano, eh? Certo che era proprio alto. Perché da quando era un vigilante incontrava solo stranieri alti?

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    Dopo chissà quanti anni spesi ad imparare giapponese era sempre bello sentirsi dire che il suo giapponese era buono. Chissà però come avrebbero reagito a sapere il motivo per cui aveva iniziato a studiarlo, però eh forse non era molto dissimile da molti altri motivi. Insomma, chi studiava una lingua solo per il nobile scopo di ampliare la propria conoscenza? Solo chi mente spudoratamente cercando di rendersi più superiore ed intelligente, ecco chi, sotto sotto tutti studiano una lingua per un motivo personale o perché sono obbligati a farlo, tipo a scuola. Questo però era il ragionamento di Joshua, di cui l'autore si dissocia e che probabilmente è molto distante dalla media... però ritorniamo alla scena presente, ossia il biondino di fronte a lui che l'ha complimentato. « Meglio è relativo - col mio accento in molti sicuro avranno da ridire, » distaccarsi da quello era difficile, però d'altro canto glie ne fregava poco fintanto che il suo giapponese era buono. Gli sarebbe piaciuto essere un vero cittadino, però era anche vero che certe persone non saranno mai accontentate né convinte, dunque non si faceva molti problemi in tal riguardo. « Yo, that's tight, io l'ho imparato per motivi molto più banali, » rispose con una risata, non imbarazzato ma con fare socievole, ammirando la motivazione dell'altro. Aveva stretto molti legami grazie al giapponese, era stra utile nel mondo dei picchia-duro però era innegabile che l'aveva iniziato a studiare perché in fondo era un weeb di merda.
    Passando a discorsi ben più seri ed importanti, Joshua si mise le nocche sotto il mento mentre l'altro parlava un po' della sua storia col gioco. Lo odiava per avere una Dreamcast, lui si era sempre limitato ad emulare il gioco o scroccare il gioco vero e proprio da un'amico; era difficile organizzare tornei, siccome ovviamente la versione emulata non era ottimale. Sarà per questo che non aveva mai dato moltissima attenzione a quel gioco, preferendo cose più disponibili e comprabili legalmente... oltre al banale fatto che preferiva i giochi non a squadre. « Figata, quelli onestamente li gioco più for fun che seriamente, sono un tipo più da Street Fighter, Tekken e nel caso Killer Instinct, però insomma dopo quasi vent'anni di giocarci a 'sta roba mastico un po' tutto, » quello era un dei pochi campi di cui si poteva permettere di darsi arie, avendo molta esperienza. Se solo la potesse tradurre in esperienza da vigilante, però pazienza, quella l'avrebbe ottenuta man mano. « L'ho comprata a... boh, sarà un torneo, EVO credo? E' vecchia, insomma, » dunque invece di gettarla la usava come pigiama o per la palestra, e solo dopo le avrebbe dato un degno riposo.
    « Credo però che dovremmo darci una mossa, magari continuiamo il discorso quando finiamo, » normalmente avrebbe volentieri parlato di quel argomento però era lì in palestra per far lavorare i suoi muscoli. Però oh, a Saki non interessavano i picchia-duro, solo roba da casualoni come Smash (che Joshua nemmeno lo considera un vero e proprio picchia-duro), dunque gli sarebbe piaciuto conoscere quello là. « Joshua, comunque, usa pure il mio nome che il mio cognome mi fa schifo, » sapeva che lì in Giappone c'era tutta una lunga storia legata a quello, dunque gli piaceva specificare che per quanto lo riguardava tutti lo poteva chiamare Joshua. Solo pochissimi membri della sua famiglia, quelli più odiosi, lo chiamavano Grant o ancora peggio Morgan.
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    Masao Suzuki
    Ciao Masao, sono la tua autostima! Passavo giusto per dirti che sono orgogliosa di te, perché avvicinare così uno straniero sconosciuto e attaccare bottone in inglese è una cosa che tre mesi fa ti avrebbe terrorizzato.

    Vero? Anche lui era orgoglioso di se stesso, anche se... Tre, cinque o dieci anni fa, l'idea di parlare con uno sconosciuto non gli avrebbe fatto così paura.
    Era sempre stato una persona socievole. Quand'è che aveva iniziato a chiudersi su se stesso?

    "Chi ha da ridire sul tuo accento sicuramente non sa parlare inglese bene come te, quindi non si devono permettere di criticarti."

    Quando aveva iniziato a lavorare, forse. O all'università. Quando il Sistema aveva iniziato a distruggerlo un insulto alla volta, facendolo sentire inadeguato, inutile, piccolo.

    "Hai imparato la lingua per i videogiochi?"

    Ma la cosa importante è che stesse finalmente ricordando come... Essere se stesso.
    Anche se il vero Masao Suzuki parlava decisamente troppo.

    "Ah! Ma non volevo distrarti, scusa!" Agitazione di falangi, lieve cenno col capo. "Ti offro un bicchiere di qualcosa dopo che abbiamo finito qui, magari?"

    Tono amichevole. Contatto visivo. Self-confidence.
    Incrinata soltanto dalla realizzazione del non sapere come presentarsi.

    Tendeva ormai a usare il nome "Daisuke Tachibana" ovunque, ma... Aveva dovuto mostrare i documenti per iscriversi in palestra, e gli istruttori lo conoscevano col suo nome legale.
    Era da tempo ormai che non vedeva ombre sospette ai margini del suo campo visivo. Forse non valeva la pena di incasinarsi la vita anche in quel contesto.

    "Mi chiamo Masao, scritto coi kanji di "Rispettabile" e "Capofamiglia"," agitò un dito per scribacchiarli nell'aria, concludendo il gesto con una smorfia poco entusiasta. "Ma il mio nome mi fa schifo. Puoi chiamarmi Tachibana," concluse con un sorrisetto complice.
    Un buon compromesso.

    "Ah, dimmi se ti serve un partner per gli esercizi o per fare sparring, magari. Altrimenti torno a picchiare sacchi anch'io."

    In attesa di risposta, svitò la bottiglietta e bevve un sorso d'acqua.

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    Se solo fosse così facile, essendo uno straniero era in svantaggio quasi tutto il tempo dunque non sapeva se avrebbe mai potuto dire qualcosa del genere senza alimentare i fuochi dello stereotipo. Non che gli altri lo giudicassero ad alta voce, dunque non poteva dirla quella cosa anche volendo. Per lo meno poteva benissimo apprezzare l'incoraggiamento del biondo, una volta ogni tanto gli tornava comodo sentire parole di quel tipo anche se onestamente fra tutti i problemi che ultimamente ha avuto, quello non lo disturbava più di tanto. « Grazie, con tutti i vari tipi di persone che si definiscono giapponesi è divertente che sia un accento ad etichettarmi come uno straniero. Non che io lo voglia essere, però sarebbe bello un giorno poter essere considerato un cittadino, non un turista che fa una vacanza prolungata, » amava quella città, ai suoi occhi era una se non la più bella al mondo dunque era perennemente infastidito quando la gente non lo vedeva come tale. Sicuramente un giorno le cose sarebbero cambiate, ed era quello che lo spingeva avanti nel mentre era occupato ad affrontare faccende ben più importanti.
    « Ssss-no, ai tempi era un enorme weeb e mi è presa la voglia di studiare il giapponese. Finita la fase, ho semplicemente continuato a studiarlo perché... si, mi tornava utile per alcuni videogiochi però soprattutto per consumare media vari ed interagire con giocatori giapponesi, » certe volte erano loro ad avere le tecniche più fighe ed originali. Molti non si facevano influenzare dai trend occidentali, erano cicciuti nella loro passione per il pg e tiravano fuori delle strategie uniche. « Non era un motivo nobile, insomma, » e non doveva esserlo, anche se oggi giorno non aveva più importanza.
    Accettò volentieri la proposta dell'altro, annuendo anche se non era che lui lo stava distraendo. « Era più che altro per non dar fastidio al proprietario, a me era uguale, » come detto già prima, fosse stato per lui avrebbe continuato a parlare per ore. Avere la chance di bere un bicchiere con lui sarebbe stata un'ottima opportunità per continuare il loro discorso.
    Era un po' strano che uno preferiva usare il nome mentre l'altro il cognome, avrebbe preferito di usare il suo nome però se lui voleva così chi era lui per negare il suo desiderio? « Tachibana-san, capisco. O solo Tachibana? Vabbè poco importa, tranquillo che ti capisco, » doveva dire che i kanji del suo nome erano interessanti ed a tratti divertenti. Avere il proprio nome essere scritto in quel modo doveva essere così diverso da com'era la norma in America, Europa o nella maggior parte del mondo. Come avrebbe reagito se Morgan avrebbe un significato speciale ed unico com'era il caso di Masao? Non poteva dire di invidiarli, era contento così co,'era, però a volte si chiedeva cosa avrebbero fatto i suoi se gli avrebbero voluto dare un nome giapponese... o koreano, nel caso di quella stronza, ma vabbé.
    « Massì, già che ci siamo potremmo farlo così ci leviamo quel peso di dosso. Anzi, ora che ci pemnso è da un po' che non faccio sparring, » se lo faceva bene, ma se non poteva non si disperava. Alla fine era lì per fare attività fisica, per far lavorare il corpo e tutto, imparare come colpire l'avversario era semplicemente un bonus.
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    Masao Suzuki
    Masao: Coscienza avrei bisogno di un consulto.

    Coscienza: Sono qui.

    Masao: È che potrei aver parlato a vanvera.

    Masao: Farfugliato.

    Masao: Aver dato aria alla bocca senza ponderare appieno le conseguenze di quel che stavo dicendo.

    Coscienza: Che novità.

    Masao: È che non mi aspettavo volesse davvero fare sparring, io dicevo per dire.

    Coscienza: E?

    Masao: E beh io di solito mi alleno con una persona in grado di trasformare le braccia in pezzi di metallo. Non vorrei fargli male, a questo Joshua, ecco.

    Masao: Ma non posso dirgli "non vorrei farti male", perché sembrerebbe una sboronata.

    Masao: E mi chiedevo se tu avessi consigli per uscire da questo guaio in cui mi sono cacciato da solo.

    Coscienza: Potresti fingere un attacco improvviso di diarrea.

    Masao: Opzione numero due?

    Coscienza: Potresti salire su quel ring e fare sparring con questo tizio, colpendolo con attenzione, senza usare il tuo quirk per sbaglio o fare mosse avventate.

    Masao: Cose semplici, insomma.

    Masao: Cose che mi riescono naturali.

    Coscienza: C'è sempre l'opzione "attacco di diarr-"

    Masao: Va bene ho capito ci vado.

    "Tachibana e basta va bene," specificò, mentre tornava alla panca per poggiare asciugamano e bottiglietta d'acqua. "So che vo-" So che voi occidentali fate fatica a usare gli onorifici, stava per dire - ma sarebbe risultato scortese, vero?
    Se Desmond pareva provare autentica gioia nel mettere in dubbio certe abitudini giapponesi, questo Joshua sembrava, al contrario, disperatamente desideroso di integrarsi.

    "Non mi frega molto degli onorifici," si affretto a correggersi, per poi andare a recuperare l'equipaggiamento gentilmente messo a disposizione dalla palestra: guantoni da boxe e... Coso da mettersi in testa per non farsi male. Aveva un nome specifico? Boh. In ogni caso, era pronto a combattere.

    "Vedrai, sono bravissimo a farmi prendere a pugni."

    Ora doveva solo saltare nel piccolo, scalcinato ring in un angolo della palestra e mettersi in posizione davanti al suo avversario - gamba sinistra avanti, ginocchia leggermente piegate, braccia rilassate, mento giù, mani su, gomiti stretti. Asami sarebbe stata così fiera della sua posa difensiva not
    L'aveva già detto che il suo avversario era dannatamente alto? Perché era alto almeno un Desmond e una spanna. A livello di (pochi) muscoli sembravano essere più o meno pari, ma quei centimetri extra in altezza - e in lunghezza delle braccia, soprattutto - erano un vantaggio non da poco.
    Perlomeno non avrebbe rischiato di colpirlo in faccia per sbaglio.

    "A-Allora io vado."

    Voce dubbiosa quanto la sua espressione.
    Avrebbe iniziato lo scontro con una sequenza di diretti - destro, sinistro, destro - giusto per testare la guardia di Joshua per poi retrocedere, occhi fissi sul suo avversario.

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    • Energia: 425/425

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    Come già detto anche in privato mi scuso per il lieve ritardo :sadbunny:
     
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    Risolta la faccenda di come chiamare il biondo, fu tirata in ballo la faccenda degli onorifici. Ora, normalmente darebbe ragione a Tachibana, non perché gli stranieri fossero necessariamente poco rispettosi ma per il fatto che fossero qualcosa di così unico e diverso dalla norma. Però era sciocco fare di tutta l'erba un fascio, siccome già Joshua rispettava e voleva imparare ad usare naturalmente gli onorifici. Voleva dire che era sulla buona strada, però non sarebbe mai arrivato al livello di un madrelingua, ed è per quel motivo che spesso chiedeva giusto per stare sul sicuro. « Onestamente non mi piace fare troppo il formale, se necessario lo faccio però insomma, ecco. Lo stesso vale per gli onorifici, li uso più per rispetto e cultura che altro, » da giovane gli avrebbe detto che li usava perché li trovava fighi, però oramai era cresciuto fuori da quella fase. Circa.
    Finita quella parentesi, seguì l'altro a mettersi guanti ed elmo e dopo essersi accertato che fossero saldi entrò nel ring. Gli era ancora strano entrarci, si sentiva come un wrestler o un boxer ma invece di quei popolari era quello che si esibiva nella fiera del villaggio. Poi essendo così alto si sentiva un po' al centro dell'attenzione, ma una cosa bella di quel posto era che nessuno si filava l'altro più di tanto durante l'allenamento. « You and me both, saremo due ottimi sacchi di patate, » già che c'erano perché non fargli compagnia con l'autoironia?
    Una volta l'uno di fronte all'altro, Joshua prese posizione cercando di utilizzare la propria stazza a proprio vantaggio. Aveva delle braccia lunghe, ed a furia di utilizzare il proprio quirk aveva imparato come spostarsi per evitare gli attacchi avversari. In uno scontro come quello non si poteva permettere di gettarsi come faceva di solito, però almeno si poteva considerare qualcuno di abbastanza mobile. Tenendo le braccia un po' di distanti dal viso, si voleva tener pronto ad attaccare anche se quello ad andare per primo era Masao. Annuì ed osservò la sua espressione e beh, che dire? Lo capiva, sarà che di botte le aveva già prese dunque non si aspettava che un semplice pugno gli avrebbe fatto così male.
    L'offensiva del biondo non fu così esplosiva, era piuttosto basilare ma abbastanza da mantenerlo sulla difensiva e fargli alzare le braccia. Usando i guanti, cercò di bloccare i primi due colpi e cercare di scattare di lato vedendo arrivare il terzo. Non ci riuscì e si beccò un colpo sul braccio - bene così. Non era, però, niente di grave, e vedendo il biondo retrocedere passò all'offensiva usando le sue lunghe braccia per tenerlo sotto pressione. Due jab dal suo braccio sinistro seguito da uno straight usando la sua mano destra, eseguiti più per tastare il terreno e vedere com'era la difesa di Tachibana. Onestamente preferiva i combattimenti dove lui era distante dall'avversario, e preferibilmente con il braccio trasformato in un fucile, però non poteva negare l'importanza di essere pronti anche a situazioni come quelle.
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    Energia: 425
    Livello: 5
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    Agilità: 196

    Status: Danni lievi al braccio sinistro??
    Tecniche usate:
    ► Nuts Berry Milk Blancmange[LV 2] | Con un po' di pratica, Joshua ci ha oramai preso la mano con il proprio quirk ed ha tirato fuori dei nuovi trucchetti che, si spera, non dovrà utilizzare così spesso. Aumentando la quantità di sangue smaltito nell'organo apposito e così tirando fuori più ferro, i proiettili sparati da Joshua sono più duri e realistici, diventando dunque più pericolosi. Questo processo è molto intensivo e non lo può mantenere a lungo né replicare più di una volta a role al giorno, dunque lo tiene solo in casi di pericolo. Un chiaro segno che questa tecnica è in uso sono delle linee rosse e piuttosto vistose che si dirigono verso l'arma.
    costo | 15 mantenimento
    danno | aumento di uno step i danni inflitti (3 Turni)

    ► Strawberry on the Shortcake [LV 2] | La sua mano e metà dell'avambraccio diventano una piccola mitragliatrice di basso calibro, simile ad una Uzi, che spara una folata di proiettili in un cono di fronte a lui. Se questa mossa viene usata tre volte di fila, alla quarta Joshua subirà delle scottature lievi.
    costo | 40 PE.
    danno | medio.

    Lista tecniche:
    Strawberry on the Shortcake [Livello 3] [Costo 65]
    Grazie ad aver aumentato la lista di armi che può utilizzare grazie all'abilità "Why can't I be like the ***** with the Silver Face?", invece di una mitragliatrice Joshua trasforma la mano e metà dell'avambraccio in un classico lanciagranate. Se prima il danno ad area proveniva dalla folata di proiettili, ora è per via dell'esplosione della granata - per il resto la tecnica è quella di sempre. Se questa mossa viene usata tre volte di fila, alla quarta Joshua subirà delle scottature lievi.
    Danno: medio-grave
    Raggio: 3 metri
    Blueberry Cheese Brownie [Livello 2] [Costo 35 + 5]
    Facendo apparire una colt .357 revolver laddove prima c'era la sua mano, Joshua riesce a mantenerla attiva ed utilizzarla senza molto sforzo mentale né fisico, allungando il raggio d'azione dei propri attacchi di un paio di metri. Il danno non cambia ed è uguale a quello che infliggerebbe con un normale pugno. Mentre questa trasformazione è attiva lui non può usare altre tecniche.
    Effetto: 5m
    Gooseberry Sugar Donut [Livello 3] [Costo 50]
    Come detto prima, le armi trasformate non sono dure quanto quelle vere però fanno male comunque, motivo per il quale a volte decide di non seguire la logica ed usarle come arma contundente per colpire una parte scoperta dell'avversario, idealmente la testa. Se quella parte è coperta (armatura, casco) o il colpo viene parato con qualcosa di duro, Joshua subirà dei danni lievi. Questa tecnica è utilizzabile durante il mantimento di Blueberry Cheese Brownie, siccome non ha bisogno di un'arma specifica.
    Danno: medio-grave (contundente)
    Cranberry Chocolate Sundae [Livello 3] [Costo 50]
    Facendo diventare tutto il suo braccio in una 'brush gun', Joshua successivamente spara un colpo che, però, invece di colpire violentemente l'avversario l'obbiettivo è ferirlo in tal modo da farlo sanguinare. Mentre la sua mano è trasformata i suoi movimenti sono limitati e non può compiere questa tecnica due volte di fila, siccome quella trasformazione è tutt'altro che semplice da mantenere.
    Danno: medio-grave (sanguinamento)
    Raggio: 5 metri
    Dark Side Mode [Livello 3] [Costo 90 + 20]
    Con un po' di pratica, Joshua ci ha oramai preso la mano con il proprio quirk ed ha tirato fuori dei nuovi trucchetti che, si spera, non dovrà utilizzare così spesso. Aumentando la quantità di sangue smaltito nell'organo apposito e così tirando fuori più ferro, i proiettili sparati da Joshua sono più duri e realistici, diventando dunque più pericolosi. Questo processo è molto intensivo e non lo può mantenere a lungo né replicare più di una volta a role al giorno, dunque lo tiene solo in casi di pericolo. Un chiaro segno che questa tecnica è in uso sono delle linee rosse e piuttosto vistose che si dirigono verso l'arma.
    Effetto: aumento di uno step i danni inflitti (3 Turni)
    Nuts Berry Milk Blancmange [Livello 3] [Costo 70]
    Sempre con l'utilizzo dell'abilità "Why can't I be like the ***** with the Silver Face?", Joshua è capace di trasformare il proprio braccio in un lanciagranate ma queste invece di esplodere sono delle flashbang. Non essendone immune, è ideale che Joshua rimanga a distanza e si copra gli occhi però a parte quello funziona in tutto e per tutto come una che è in dotazione - circa - ai militari.
    Effetto: stordimento [Medio-Grave]
    Raggio: 2.5 metri
     
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    Masao Suzuki
    "Cerca di non usare il tuo Quirk," si era detto. Ma come fai a non usare qualcosa che è parte di te? Qualcosa che influenza il modo in cui pensi ti agiti ti muovi in maniera così viscerale che non saresti nemmeno sicuro di essere la stessa persona se non avessi quel Quirk? Ma soprattutto, Masao, ci riusciamo una volta tanto a fare un combattimento senza riempirci di segoni mentali?
    Concentrati.

    Pugno destro.
    Parata.
    Sinistro.
    Un'altra parata.
    Terzo diretto.
    Tentativo di schivata, fallito. Guantone che impatta contro il suo avambraccio.

    Due su tre parati. Non è un totale sprovveduto, questo americano. Ha passato il test iniziale. Ora rimettiti in guardia, in fretta.
    IN FRETTA.

    Jab sinistro.
    Straight destro.
    È veloce. Ti sei fatto male? Hai parato i colpi malamente, rialzando le braccia in maniera confusa e prendendoti un colpo sull'avambraccio sinistro. Sì, fa male.
    Ma quel che brucia davvero è la realizzazione che questo tizio è più svelto di te.

    Non ti infastidisce che ti superi in altezza.
    Che picchi più forte.
    Che sia più carino.
    Ma non può essere più rapido di te. Sei TU il tizio rapidissimo.
    Sei tu. Anche se non puoi dimostrarlo ora come ora, in una palestra pubblica, sotto gli occhi di tutti. Perché non è legale. Perché non sarebbe onesto picchiare qualcuno usando il tuo Quirk, anche se non c'è nessuna differenza tra te e il tuo Quirk e tu sei così stufo di trattenerti.
    Limitarti.

    Lui è più veloce, ha le braccia più lunghe e picchia più forte, ma tu sei più basso e anche questo può essere un vantaggio, nella boxe. Smettila di stargli davanti e inizia a muoverti di lato. Girargli intorno, piano. Fagli pressione. Fai mezzo passo indietro, e poi colpiscilo con un bel cross sinistro, mirando al fianco: un pugno più lento e più potente di un semplice diretto, il baricentro più basso. Obiettivo: costringerlo ad aprire la guardia, a riposizionare le braccia per parare il colpo. Cerca un'apertura nella sua difesa, e poi piega le ginocchia e tiragli un bell'uppercut destro, un cazzotto dal basso all'alto, cercando di superare la sua difesa per colpirlo allo sterno.
    Controlla il respiro. Rimani concentrato. Bravissimo.

    Peccato che tu sia così concentrato
    che nemmeno ti sei reso conto
    di star usando il tuo Quirk per rendere i tuoi movimenti più veloci.
    Ma è un potenzialmente così invisibile, così leggero, che nemmeno lui probabilmente se ne renderà conto.
    Si spera.
    ● VIGILANTES ● LVL5 ● BLOODPACT ● SCHEDA
    Forza 80 ● Quirk 190 ● Agilità 130 + 19

    Tecniche, Equipaggiamento & Status
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    • Status: Danni lievi alle braccia. Rancore.
    • Tecnica usata: Lungo [Livello 2][40 PE]
    Masao concentra l'energia cinetica nelle proprie calzature, per poi rilasciarla di colpo in una direzione prescelta, consentendogli così di compiere salti molto più alti del normale o veloci scatti... Che probabilmente termineranno con un bel ruzzolone e una faccia grattugiata contro l'asfalto.
    Tecnica di Potenziamento - +1 Agilità ogni 10 Punti Quirk - Durata 2 turni
    • Energia: 385/425

    • Equipaggiamenti: //


    Avvisato del ritardo sia in privato che nel topic delle assenze :sadbunny: sono tornata loggiuro.
     
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    JOSHUA MORGAN GRANT
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    Se quell'incontro fosse un match di Tekken sarebbe molto più facile, per lui, uscirne fiero di se stesso e felice di aver messo su una buona figura. Se solo fosse possibile usare footsies, korean backdashing e le altre meccaniche della famosa serie nella vita reale, sarebbe più efficace anche come vigilante però la dura realtà era che era legato ai limiti del suo corpo umano. I colpi che stava ricevendo dal biondo non erano letali, era uno scontro amichevole però l'ideale sarebbe non venir colpito punto però era anche vero che la sua specialità era sparare, non dare cazzotti.
    Tutto sommato, insomma, lo scontro procedeva bene, con Tachibana che sembrava ottenere più confidenza man mano che andavano avanti. Nella testa di Joshua il tutto andava avanti a ritmo, come un metronomo, cercando di beccare dei pattern da poter così usare a proprio vantaggio. Non molto dissimile da ciò che faceva nei tornei, ma come detto prima farlo nella vita reale era molto, molto più difficile. Cercava di usare le sue braccia lunghe per ottenere un vantaggio, ma l'altro non era affatto male per quanto riguarda la rapidità e così facendo lo aveva messo sulla difensiva.
    Pareva di voler usare la sua agilità a proprio vantaggio, cambiare strategia o qualcosa del genere. Non era sicuro, però il fatto che stesse cercando di girargli intorno era un segnale che il ritmo della battaglia stava per cambiare. Joshua onestamente non sapeva cosa fare, temendo che quella fosse una trappola però che diamine, rimaneva più alto e le sue braccia più lunghe, dunque tanto vale provarci. Cercò di punirlo per aver fatto quel passo indietro ma ecco che i suoi timori si realizzarono. Un cross sinistro lo colpì al fianco, rapido e veloce come una lancia e per poco non imprecò dal dolore. I colpi di prima erano più leggeri, erano evidentemente fatti per tastare il terreno però quello era diverso. Le sue difese si erano aperte, la trappola era scattata ma ecco che i suoi istinti entrarono in gioco. Tachibana voleva colpirlo con un uppercut mirato al mento, ma le esperienze passate dall'americano lo aiutarono. Pensando ai suoi scontri contro le farfalle, contro Saki e chi altro già, si ricordò dei momenti nei quali il suo corpo si mosse quasi da solo e cercò di emulare quella sensazione.
    Tirando testa e torace all'indietro, il suo sterno fu messo al sicuro dall'attacco del biondo. Doveva fare attenzione, la prossima volta non avrebbe avuto così tanta fortuna, però dato che in quest'occasione la dea bendata l'ha favorito tanto valere usare questo a proprio vantaggio. Usando la sua stazza e lunghezza delle braccia, iniziò ad aumentare il ritmo dei colpi, chiaramente intenzionato a spingerlo verso l'angolo del ring. Lì non avrebbe avuto chance di spostarsi, sarebbe stato con le spalle al metaforico muro, la posizione ideale per recuperare il vantaggio dell'incontro.
    Oh, I'm in it to win it, baby! Number one, here I come!


    Energia: 425
    Livello: 5
    Forza: 84
    Quirk: 120
    Agilità: 196

    Status: Danni lievi al braccio sinistro, danni lievi al fianco sinistro.
    Tecniche usate:
    ► Nuts Berry Milk Blancmange[LV 2] | Con un po' di pratica, Joshua ci ha oramai preso la mano con il proprio quirk ed ha tirato fuori dei nuovi trucchetti che, si spera, non dovrà utilizzare così spesso. Aumentando la quantità di sangue smaltito nell'organo apposito e così tirando fuori più ferro, i proiettili sparati da Joshua sono più duri e realistici, diventando dunque più pericolosi. Questo processo è molto intensivo e non lo può mantenere a lungo né replicare più di una volta a role al giorno, dunque lo tiene solo in casi di pericolo. Un chiaro segno che questa tecnica è in uso sono delle linee rosse e piuttosto vistose che si dirigono verso l'arma.
    costo | 15 mantenimento
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    ► Strawberry on the Shortcake [LV 2] | La sua mano e metà dell'avambraccio diventano una piccola mitragliatrice di basso calibro, simile ad una Uzi, che spara una folata di proiettili in un cono di fronte a lui. Se questa mossa viene usata tre volte di fila, alla quarta Joshua subirà delle scottature lievi.
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    Lista tecniche:
    Strawberry on the Shortcake [Livello 3] [Costo 65]
    Grazie ad aver aumentato la lista di armi che può utilizzare grazie all'abilità "Why can't I be like the ***** with the Silver Face?", invece di una mitragliatrice Joshua trasforma la mano e metà dell'avambraccio in un classico lanciagranate. Se prima il danno ad area proveniva dalla folata di proiettili, ora è per via dell'esplosione della granata - per il resto la tecnica è quella di sempre. Se questa mossa viene usata tre volte di fila, alla quarta Joshua subirà delle scottature lievi.
    Danno: medio-grave
    Raggio: 3 metri
    Blueberry Cheese Brownie [Livello 2] [Costo 35 + 5]
    Facendo apparire una colt .357 revolver laddove prima c'era la sua mano, Joshua riesce a mantenerla attiva ed utilizzarla senza molto sforzo mentale né fisico, allungando il raggio d'azione dei propri attacchi di un paio di metri. Il danno non cambia ed è uguale a quello che infliggerebbe con un normale pugno. Mentre questa trasformazione è attiva lui non può usare altre tecniche.
    Effetto: 5m
    Gooseberry Sugar Donut [Livello 3] [Costo 50]
    Come detto prima, le armi trasformate non sono dure quanto quelle vere però fanno male comunque, motivo per il quale a volte decide di non seguire la logica ed usarle come arma contundente per colpire una parte scoperta dell'avversario, idealmente la testa. Se quella parte è coperta (armatura, casco) o il colpo viene parato con qualcosa di duro, Joshua subirà dei danni lievi. Questa tecnica è utilizzabile durante il mantimento di Blueberry Cheese Brownie, siccome non ha bisogno di un'arma specifica.
    Danno: medio-grave (contundente)
    Cranberry Chocolate Sundae [Livello 3] [Costo 50]
    Facendo diventare tutto il suo braccio in una 'brush gun', Joshua successivamente spara un colpo che, però, invece di colpire violentemente l'avversario l'obbiettivo è ferirlo in tal modo da farlo sanguinare. Mentre la sua mano è trasformata i suoi movimenti sono limitati e non può compiere questa tecnica due volte di fila, siccome quella trasformazione è tutt'altro che semplice da mantenere.
    Danno: medio-grave (sanguinamento)
    Raggio: 5 metri
    Dark Side Mode [Livello 3] [Costo 90 + 20]
    Con un po' di pratica, Joshua ci ha oramai preso la mano con il proprio quirk ed ha tirato fuori dei nuovi trucchetti che, si spera, non dovrà utilizzare così spesso. Aumentando la quantità di sangue smaltito nell'organo apposito e così tirando fuori più ferro, i proiettili sparati da Joshua sono più duri e realistici, diventando dunque più pericolosi. Questo processo è molto intensivo e non lo può mantenere a lungo né replicare più di una volta a role al giorno, dunque lo tiene solo in casi di pericolo. Un chiaro segno che questa tecnica è in uso sono delle linee rosse e piuttosto vistose che si dirigono verso l'arma.
    Effetto: aumento di uno step i danni inflitti (3 Turni)
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    Sempre con l'utilizzo dell'abilità "Why can't I be like the ***** with the Silver Face?", Joshua è capace di trasformare il proprio braccio in un lanciagranate ma queste invece di esplodere sono delle flashbang. Non essendone immune, è ideale che Joshua rimanga a distanza e si copra gli occhi però a parte quello funziona in tutto e per tutto come una che è in dotazione - circa - ai militari.
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    Masao Suzuki
    Guardia alta. Gomiti stretti. Respira. Non farti prendere dal panico, anche se ogni colpo subito ti fa retrocedere di un passo.
    Respira. Tieni la schiena dritta. Resisti all'impulso di appallottolarti come un riccio. Brucia, farsi trovare con le spalle al muro, ma non dimenticarti che l'uomo che hai davanti è inesperto quanto te. Non ti sta dando un attimo di respiro, ma attaccare con una simile foga a incontro appena iniziato lo porterà solo a stancarsi prima del tempo.
    Respira. Tieni su le braccia, para i suoi colpi, lascia che si stanchi. E poi, appena il suo assalto rallenta, cogli l'occasione e colpiscilo con un pugno in pieno pett-


    "...Cazzo."

    Tre secondi, due respiri, un battito di ciglia. Un altro istante per assimilare la situazione, ansimando, il suo braccio ancora disteso - congelato - nell'atto di tirare il pugno.

    Aveva usato il suo Quirk.
    Non volontariamente, ma l'aveva usato. Aveva caricato energia cinetica nel pugno in maniera automatica, senza nemmeno realizzare la cosa, e se n'era reso conto solo quando il suo colpo aveva impattato contro la guardia di Joshua e l'uomo era volato a terra, spinto giù da una sberla di energia cinetica con la forza di un treno in corsa.
    Ghiaccio nello stomaco.

    "Scusanonl'hofattoappostatihofattomalestaibene?"

    Parole dette tutte d'un fiato mentre si chinava per soccorrere il suo compagno di sparring, agitando le mani con l'aria di chi vorrebbe fare qualcosa ma non sa nemmeno da dove cominciare. Aveva battuto la testa? Si era rotto qualcosa? No, riformuliamo: lui gli aveva rotto qualcosa? Ma soprattutto, perché non ti sei ancora iscritto a quel corso di pronto soccorso, Masao? Lo vedi che più tergiversi e più ne hai bisogno?
    Si portò un polso alla bocca e sollevò la striscia in velcro coi denti, sfilandosi in fretta il guantone per poi togliersi anche l'altro con la mano appena liberata. Sul suo volto, terrore (per se stesso) e preoccupazione (per l'altro).

    "Ti prego non denunciarmi anche tu," boccheggiò, il tono di voce di un bimbo che chiede al vicino di casa "ti scongiuro non dire alla mamma che ho rotto la finestra con una pallonata".

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    • Status: Danni lievi a bracci e avambracci. Terrore esistenziale.
    • Tecnica usata: Espresso [Livello 3][25 PE]
    Attraverso il tocco, Masao infonde energia cinetica in un oggetto, dandogli una decisa spinta in una direzione a piacere. Tipo verso la faccia del nemico di turno. La tecnica può essere utilizzata sia per lanciare cose, sia per colpire nemici a distanza ravvicinata - urtando lo sventurato di turno con un super-spintone atto a urtare e destabilizzare.
    Nel caso venga usata a distanza, la tecnica può essere utilizzata su oggetti di piccole/medie dimensioni, con una grandezza massima di un metro e il peso di una ventina di kg. Cestini della spazzatura. Botti. Bambini di sei anni. Ecco no, non lanciamo i bambini.
    Tecnica offensiva - Danni medio/gravi - Raggio 5 Metri
    • Energia: 360/425

    • Equipaggiamenti: //


    Abbiamo concordato in privato l'autoconclusività del cazzotto di Masao.
     
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    Premessa: Post molto corto, io e WN ci siamo accordati per rendere questo il post conclusivo. E' praticamente un TL;DR :zizi:

    JOSHUA MORGAN GRANT
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    Il pugno che si era beccato era decisamente diverso da quelli di prima, sarà forse che era più veloce, il fatto che era stati quasi steso oppure che non lo ha potuto nemmeno evitare? Qualsiasi cosa sia, dalla reazione dell'altro non era una cosa premeditata, bensì accidentale e andiamo, vederlo in quello stato era come guardare un cagnolino. Non poteva prendersela più di tanto, non l'ha fatto apposta e poi non gli ha neanche rotto tanto... però il naso gli faceva male eccome.
    Anzi, faceva decisamente male.
    Con quei guantoni non poteva fare molto, dunque dopo essersi appoggiato sull'angolo del ring se li tolse per poi massaggiarsi la zona colpita. Si, c'era decisamente qualcosa che non andava, ma preferiva prenderla con sé stesso che sul biondo. « ... in che senso anche io? Comunque tranquillo, mi serve solo del ghiaccio, » e magari finire di allenarsi per quel giorno, non avrebbe potuto fare molto in quello stato. Per fortuna il collega di palestra sembrò concordare e si offrì di dargli una mano, il che andò ad alimentare la teoria di Joshua che era davvero stato uno sfortunato incidente.
    Non sapeva se il naso fosse rotto o meno, non era neanche sicuro se il ghiaccio sarebbe bastato però non sanguinava troppo, dunque l'eventuale medico poteva benissimo aspettare il giorno successivo. Tachibana mantenne la sua parola e lo aiutò col ghiaccio fino alla fine, per poi anche offrirgli da bere il che si, lo aveva fatto anche prima, ma ora più che mai ne aveva davvero bisogno. Così, dopo essersi cambiato nei suoi abiti da civile (con un po' di fatica a rimettersi la meglietta) si allontanò dalla palestra, dopo aver rassicurato chi di bisogno che non era niente di così grave. Non che fosse del tutto vero, però non li voleva mettere nei guai o rimanere lì più del necessario. In quel momento voleva andare fuori e bere qualcosa, contento che nonostante tutto avesse incontrato un tipo, tutto sommato, simpatico.
    Oh, I'm in it to win it, baby! Number one, here I come!
     
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    Ciao ragazzi,

    Nulla da segnalare, apprezzo abbiate deciso di concludere l'attività invece di lasciarla a marcire ma penso possiate convenire con me, anche avendogli dato una fine arbitraria, che non posso darvi il punteggio massimo per quest'attività. Dato che è la prima volta che vi succede un contrattempo simile non ho comunque intenzione di penalizzarvi, ma dare punteggio pieno non sarebbe corretto nei confronti delle altre attività, le vostre precedenti e future comprese. :neko:

    Joshua: +40 exp
    Masao: +40 exp

    Passo e richiudo! :**:
     
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