Vanitas

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    switchblade
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    Kardama non era stato molto felice del fatto che Rin aveva deciso di rapire due membri dell'organizzazione criminale conosciuta come Deep Void ma, in tutta onestà, quell'esito era tutt'altro che imprevedibile. Dal canto loro i due erano decisamente degli ossi duri e non erano minimamente intenzionati a fornire informazioni alla giovane e questo significava una semplice cosa: la loro utilità si riduceva all'essere consegnati all'Eden per la taglia presente sulle loro teste oppure all'essere sfruttati come degli ostaggi nella speranza di ottenere qualcosa dal gruppo capitanato dal misterioso Blank. Una cosa era certa, l'individuo che stavano cercando e che modificava gli equipaggiamenti da loro immessi sul mercato nero rimuovendone i dispositivi di tracciamento e aumentandone l'efficacia e la letalità era nel gruppo da molto meno rispetto a Cube e Juggler, i due scagnozzi che Switchblade aveva rapito. Con un po' di fortuna, magari il malavitoso cinese lo avrebbe riconosciuto di minore importanza rispetto ai due collaboratori e avrebbe deciso di consegnarglielo per evitare problemi. L'unica cosa al mondo a valere tanto quanto i soldi quando si parla di criminalità e di affari sono le informazioni e, almeno da quel punto di vista, i due ne erano decisamente pieni. Conoscevano l'ubicazione della villa di Blank, la sua struttura, magari erano così importanti in gerarchia da conoscere persino i suoi piani per il futuro, insomma, tutte informazioni che difficilmente qualcuno avrebbe lasciato scivolare in mano nemica. A volte la strategia di tenersi gli alleati il più vicino possibile per tenerli sotto occhio può risultare deleteria.
    Tale strategia, al contrario, non era certamente impiegata da PHANTOM. Vuoi per il timore che il piccolo gruppo incuteva alle persone o vuoi per delle circostanze fortunate, tutti coloro che avevano provato ad avvicinarsi al gruppo erano spariti dopo poco. Vista la poca costanza di chi un giorno voleva autoproclamarsi difensore di Tokyo e il giorno dopo spariva nel nulla, Kardama difficilmente dava informazioni riguardo il loro operato a chi si avvicinava al gruppo per la prima volta, per evitare fughe di informazioni. Tale comportamento era stato estremizzato talmente tanto che ancora ora, dopo mesi, la loro recluta più recente - Arabella Zimmermann - non aveva mai incontrato l'effettivo capo del gruppo. In quei mesi Rin era comunque rimasta in contatto con lei, indicandole alcune zone dove andare di ronda o persino inviandole una maschera antigas durante il fattaccio. PHANTOM, in ogni caso, non era certo il gruppo più organizzato della città e il volere generico del suo fondatore di eliminare i criminali gli aveva sempre impedito di aver un obbiettivo ben fissato... fino ad allora.
    Quando infatti aveva visto le sue creazioni venire modificate e corrotte da quello sconosciuto, difficile a dirsi per un uomo che amava definirsi morto ma l'aveva presa decisamente a cuore. In un certo senso quegli equipaggiamenti erano comunque suoi e ne sentiva non tanto il senso d'appartenenza quanto la responsabilità: era come se avesse forgiato una spada sopraffina ma senza filo e qualcuno avesse poi deciso di affilarla prima di rivenderla. Si era quindi messo sulle tracce di questo misterioso contrabbandiere e lo aveva collegato a Deep Void, intenzionato però a studiare meglio la situazione prima di agire.
    Switchblade non era stata altrettanto paziente e, come in un rito d'iniziazione, aveva deciso di rapire due dei membri più importanti del gruppo proprio assieme ad Arabella. Non riuscendo a cavare alcuna informazione da loro aveva preferito l'opzione di sfruttarli come ostaggi... e poi una nube nera aveva coperto la città. Avevano dovuto trovare un posto sicuro per nasconderli, nutrirli, organizzare dei turni di guardia... insomma, nessun ostaggio è utile da morto e, in breve tempo, più che un vantaggio i due giovani erano diventati un peso. L'unicità di Juggler poi era davvero difficile da gestire, tanto che Kardama era stato costretto ad intascarsi un po' di materiale anti-unicità dall'azienda di produzione di equipaggiamenti a scopo eroistico in cui lavorava, fortunatamente riuscendo a farla franca. Se c'era una cosa che l'ingegnere odiava era mescolare la sua non-vita privata al suo operato da giustiziere notturno. Convivere con Switchblade era già difficile considerato che era un uomo solo e ormai sulla quarantina e spacciare la giovane per sua figlia era estremamente difficile considerato che la morte della sua famiglia non era certamente passata inosservata nei telegiornali ai tempi.
    Era necessario liberarsi dei due e al più presto. PHANTOM aveva quindi contattato direttamente il gruppo criminale proponendo un incontro proprio nell'abitazione di Cube. La scelta del posto non passava di certo inosservata perché, pur non facendone direttamente menzione, doveva significare che quell'incontro era collegato al rapimento dei due. L'abitazione stessa poi era decisamente difficile da ignorare considerato che... era un tempio. Non c'era molto altro da aggiungere e Switchblade si era anche posta delle domande a riguardo in quel mezzo secondo prima di realizzare che, in fondo, lei era cresciuta letteralmente in una fogna.
    Kardama le aveva detto di arrangiarsi: così come era stata lei a farli finire in quella situazione sarebbe dovuta essere lei a tirarli fuori. La giovane Switchblade aveva quindi deciso di chiedere ad Arabella ed Hana. Se la prima era appunto una collaboratrice ormai stabile, la seconda era una ragazza più o meno della sua età con cui si era trovata a combattere degli uomini in nero... e non se l'era cavata male. Le era parso di capire che anche lei fosse interessata a fare il suo piccolo per difendere la città e che considerasse Arabella come la sua senpai o qualcosa di simile, quindi cosa poteva andare male a coinvolgerla? Tutto, potenzialmente, ma dovrebbe essere chiaro oramai che la valutazione dei rischi non rientrava tra le migliori doti di Rin.
    Aveva deciso di dar loro appuntamento fuori da un locale come tanti altri ad Edogawa, vicino alla bizzarra abitazione di Cube, ma non direttamente lì. Si sarebbero dovuti incontrare fuori dal locale alle dieci di sera e di portare tutto il necessario, certamente non per avere un pigiama party.
    Rin si trovava già lì, con addosso delle scarpe da ginnastica, dei leggings neri e una felpa violacea decisamente di qualche taglia più grande del dovuto, schiena poggiata al muro in mattoni rossi dell'esterno del locale che gli donava un fascino decisamente occidentale. L'estate si avvicinava, la città si stava riprendendo, il cielo scuro era comunque limpido... quella sembrava proprio una bella serata per versare del sangue.
    ❖ i'm armed to the teeth like a fucking animal ❖


    CITAZIONE
    Ciao ragazzi e benvenuti in AM.
    Il primo post come al solito è abbastanza libero, dovete semplicemente dirigervi dove pattuito. Per quel che mi riguarda visto il rapporto esistente tra i vostri PG se volete mettervi d'accordo in privato e arrivare assieme non è un problema. L'ordine di postaggio è casuale ma come al solito manterremo in seguito quello che si sarà venuto a formare.
    Se avete delle domande non esitate a chiedere e buona fortuna!
     
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    HANA TACHIKAWA
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    Ah, non era un pigiama party?
    Ops.

    Scherzo, scherzo.
    Però era esattamente quello che aveva detto a sua mamma, prima di uscire verso le nove di sera con zainetto e suit ben nascosta sotto i vestiti.

    Più o meno aveva capito il programma della serata, anche se la sua mente faticava a comprenderne appieno la portata.

    Insomma: l'ultima volta che aveva ricevuto un messaggio da Rin era stato per una semplice missione di raccolta informazioni, che poi era finita con uno scontro alquanto caotico e inaspettato con... quei cosi in nero, nel bel mezzo di un corridoio di un palazzo abitativo.

    Una trattativa di ostaggi con probabile imboscata era un bel passo avanti come secondo appuntamento, no?
    E al terzo topi morti?

    Comunque, a proposito di appuntamenti.
    Arabella.
    Cosa diamine stava succedendo con la sua senpai preferita?
    Niente, in realtà. Ed era quello il problema.

    Ahem! No, il vero problema erano l'imbarazzo e la confusione che si erano creati dopo quella sera al Kura Sushi, almeno da parte di Hana. Un momento prima avrebbe fatto di tutto per uscire con lei mano nella mano, un attimo dopo avrebbe voluto sprofondare nelle viscere della terra, cambiare nome e identità, e prendere il primo volo per le Isole Svalbard o qualche altro posto molto molto a nord e con molto molto poco wi-fi.

    Sfortunatamente non poteva fare nessuna delle due cose, quindi era giunta all'unica conclusione che le sembrava sensata: Play. It. Cool.

    Far finta di niente. Mostrarsi calma e sicura. In pieno controllo delle proprie emozioni.

    Era così convinta del suo piano, da aver addirittura insistito con Arabella affinché si incontrassero prima di giungere al luogo dell'appuntamento designato da Rin, con la scusa che da sola Hana si sarebbe sicuramente persa e che era meglio fare la strada insieme.
    Avrebbero semplicemente chiacchierato. Del tempo. Dei nuovi locali che avevano aperto in città. Di quelle scarpe viste in vetrina che però erano costosissime.
    Oh sì, e anche della missione, forse era il caso.

    * * *


    « Oh ehyyy. Uhh come va? Hai... tagliato i capelli? »

    ...Avevamo detto play it cool!
    Dannazione. Nella sua testa sembrava molto più facile da fare.
    Ci mancava solo che facesse le--

    « Ti stanno davvero benissimo. » --finger guns.

    Ma si può essere più agitati dall'incontrare una persona sulla quale si vuole tantotantotanto fare una buona impressione, piuttosto che per l'imminente e illegalissima operazione che stava per intraprendere con Phantom?
    Sì.

    « Non che prima ti stessero male. Stavano bene anche prima. E anche adesso. Ehm. Andiamo? »

    Ecco, quello era uno di quei momenti dove avrebbe voluto smaterializzarsi all'istante sulle Isole Svalbard, invece di convivere con la figura di merda appena fatta per il resto del tragitto.

    Mentre camminava pregò tutte le divinità affinché Arabella dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, per spezzare l'imbarazzo che era riuscita a crearsi da sola nel record di zero punto due secondi.

    Hana non aveva niente di nuovo ai capelli, erano sempre dello stesso arancione naturale, dello stesso taglio scalato, con il solito codino a raccogliere i ciuffi più lunghi.
    Indossava i soliti vestiti dal taglio sportivo, anche se questa volta aveva optato per delle tonalità nere al posto di quelle sgargianti e fluo che le piacevano tanto. Lo zainetto era in realtà semi-vuoto, serviva più che altro a metterci le scarpe da ginnastica nel caso avesse avuto bisogno di togliersele, ecco.
    Mascherina per coprirsi il volto: in tasca.
    Cellulare: in silenzioso, batteria al 78%.

    ...Sperava di non aver dimenticato niente.
    Insomma, non sapeva esattamente cosa bisognava portarsi dietro, ad un incontro di quel genere.

    Probabilmente del nastro telato.
    Il nastro telato in qualche modo serviva sempre.




    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    ©
    • Energia: 100/100
    • Forza: 019
    • Quirk: 028
    • Agilità: 028

    • Status: illesa
    • Tecniche usate:
    //


    • Equipaggiamento: Adaptive suit



    • Lista tecniche:

    HYPE [Livello 1]
    Costo: 15 PE
    Danno/Effetto: Tecnica ad ampio raggio - 2 metri [spostamento]

    BREAKDANCE [Livello 1]
    Costo: 10 PE
    Danno/Effetto: Tecnica Offensiva - Danni Lievi

    DUBSTEP [Livello 1]
    Costo: 15 PE
    Danno/Effetto: Tecnica ad ampio raggio - 2 metri [spostamento]

    AIRFLARE [Livello 1]
    Costo: 10 PE
    Danno/Effetto: Tecnica offensiva - Danni Lievi

    FREESTYLE [Livello 1]
    Costo: 60%*agilità PE [+2% PE mantenimento]
    Danno/Effetto: Power-Up [Agilità+10%]



    Yup, ci siamo accordati per arrivare insieme.
     
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    Arabella Zimmermann



    Switchblade voleva incontrarla. Brutta storia.
    Quando Rin c'era di mezzo succedeva sempre qualcosa e non era mai nulla di buono. La prima volta che si erano incontrate Arabella era finita in uno scontro con due membri di Deep Void, la seconda volta che si erano sentite era finita a combattere (e a prenderle) in un mare di farfalle con una maschera anti-gas in faccia, questa era la terza possibile missione. Cosa doveva aspettarsi? Edifici che le crollano addosso?

    Nonostante il nervosismo però si sentiva quasi contenta. Le ronde era buone, davano piccoli risultati e le permettevano di tenersi allenata meglio di qualunque palestra. Il problema era che erano solo ronde. Non c'era un vero e proprio effetto, togliere dalle strade un ladruncolo o una testa calda era come strappare un'erbaccia da un orto poco curato: ne togli una e ne spuntano due. Doveva fare di più. E, forse, con Phantom avrebbe potuto farlo.
    Si era preparata alla serata, aveva fatto le dovute spese e nello zaino che portava dietro la schiena aveva tutto l'occorrente. Era pronta, era concentrata, era...terribilmente imbarazzata.
    Hana era stata coinvolta da Switchblade, con enorme disappunto di Arabella (che gliene avrebbe dette quattro appena possibile) e con enorme imbarazzo. La Vigilante era stata invasa dalla confusione dopo la serata al Kura Sushi, cioè sul serio come era potuto accadere una cosa del genere? Credeva di reggerlo bene l'alcool.

    Ok, dai. Non era un problema. Era diventata all'improvviso la protagonista di un dating sim ma non era un problema. C'erano guai più grossi a cui far fronte, come tener viva Hana dopo l'incontro con Switchblade. Aveva fiducia nella sua allieva, non per questo non temeva potesse rimanerci secca in una missione di Phantom. Avrebbe dovuto tenere gli occhi aperti.
    Una senpai con un allievo morto non è un gran senpai.

    * * *



    "Ah, si sto bene e tu? Uhm, si, ho dovuto tagliarli" Replicò alla domanda sui capelli, allugando una mano a spostarsi una ciocca dietro l'orecchio. Erano più corti rispetto alla serata al Kura Sushi, le arrivavano poco sotto il lobo dell'orecchio, la giusta lunghezza per chi vuol far il Vigilante. "Grazie" Doveva rispondere con un complimento? E perchè le finger guns? "Ti trovo bene" Commentò con nonchalance. Mantenne una facciata di calma, di pura tranquillità, sapeva mascherare bene il nervosismo...al contrario di Hana. Si incamminò al fianco della giovane, camminando in silenzio per buona parte del tragitto. Presente l'imbarazzo? Si, quello che si era infilato tra le due appena Hana aveva chiuso bocca e iniziato a camminare verso la loro destinazione. Ecco, immaginate quanto era diventato pesante dopo una bella camminata in totale silenzio dopo appena venti secondi.
    "Allora..." Ruppe infine il silenzio, guardando Hana e cercando qualsiasi cosa a cui aggrapparsi per poter far conversazione. "Uhm..." Di nuovo pausa di un paio di secondi. La bella maschera di calma si stava crepando sotto l'imbarazzo. Concentrazione, dai. Zaino. Hana ha uno zaino. Argomento trovato. "Hai portato l'occorrente per la serata?" Il tono era diventato serio e professionale. Argomento della conversazione agganciato. Missione "Rompere il silenzio imbarazzante" riuscita.
    E mentre continuavano a camminare, le parve di intravedere in lontananza Switchblade. Allungò un braccio verso l'alto, agitandolo per ricercare la sua attenzione. La Vigilante non era appariscente, gli abiti che aveva indosso erano semplici e neri, di quelli che si potrebbe mettere mentre si va a fare una corsetta notturna. Aveva anche un cappuccio abbassato, durante la serata se lo sarebbe dovuto mettere in testa per completare la mimetizzazione. Sotto gli abiti non c'era niente, non c'era un armatura o un costume per la nottata. Non era ancora portata per quelle cose.
    Portava attorno al collo la sciarpa rossa. Per farsi riconoscere meglio dalla giovane di Phantom. "Sta attenta" Raccomandò sottovoce "Quando c'è di mezzo Rin le cose non sono mai semplici"
    E detto questo si voltò verso Switchblade, allungando il passo per avvicinarsi, montando un sorriso. "Buonasera, Rin" Gli occhi si spostarono veloci attorno a loro, cercando e osservando ogni possibile persona che potesse anche solo soffermarsi su di loro, ancora mantenendo quel sorriso affabile di chi ha appena incontrato un amica.



    LIVELLO: 4
    ENERGIA: 300

    FORZA: 88
    QUIRK: 95
    AGILITÀ: 92
    PESO: 4

    EQUIPAGGIAMENTO:

    Helmet [Costume]
    Shuriken x2 [Offensivo]
     
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    switchblade
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    Con un colpo di reni la giovane dalle corna protrudenti si diede la spinta necessaria per alzare la schiena poggiata al muro non appena vide le sue invitate avvicinarsi. La prima volta che si erano incontrate, lei e Arabella lo avevano fatto proprio in un bar come quello. Rin si era fatta trovare all'interno nonostante l'orario poco adatto alla sua età ma non le aveva neppure dato il tempo di ordinare qualcosa da bere. Le cose ora erano molto diverse, l'estate era in arrivo e non in procinto di finire e non doveva avere alcun timore di prendersi un raffreddore per qualche inaspettata folata di vento ad attendere fuori dal locale. No, quella sera non ci avrebbero neppure messo piede, avevano cose molto più importanti di cui preoccuparsi. Le priorità erano cambiate in fretta, e a farle cambiare era proprio stato quell'incontro con Arabella: chiuse le questioni riguardanti quella misteriosa droga spacciata da Aogiri - con risultati decisamente infruttuosi - avevano deciso di dedicarsi interamente a quella questione sulla contraffazione dei loro prodotti tecnologici. Erano ancora all'oscuro di come Aogiri potesse possedere - o almeno sembrasse possederlo - il farmaco che qualche mese prima aveva invaso la città, pur in forma ridotta. Rin ne era stata vittima perdendo momentaneamente l'uso della sua unicità e proprio per quello i percorsi di PHANTOM e Arabella si erano incrociati. Molto ironicamente, Hana aveva fatto una figuraccia ben simile alla sua, cadendo da un tetto in un vicolo proprio di fronte all'uomo che l'aveva salvata quella notte. Certe volte l'universo sembra interamente scritto da chissà quale umorista dal probabile pessimo gusto.
    Agitò la mano per salutarle, con un sorriso sornione sul suo giovane volto. Avevano deciso di arrivare assieme, quindi dovevano davvero essere in buoni rapporti. In tutta onestà, se Rin aveva invitato entrambe era proprio per fare chiarezza sul loro rapporto e successivamente decidere il da farsi. Aveva saputo delle azioni non proprio impeccabili di Arabella durante la sua ronda ai tempi del gas e sebbene non potesse biasimarla... chissà, forse avere qualcuno di conosciuto a pararle le spalle avrebbe potuto portare ad un esito completamente inaspettato. Lei stessa si sentiva infinitamente più conscia delle proprie capacità quando agiva con Kardama piuttosto che farlo da sola, il problema era che lui non sembrava disposto a farlo spesso.
    Awww... - mugugnò - Non mi aspettavo arrivaste assieme, siete così carine. - disse inclinando leggermente il capo verso destra con un enorme sorriso sul volto. Era estremamente probabile che non lo pensasse minimamente e stesse semplicemente agendo in qualità di agente del caos con la licenza di uccidere come al suo solito - Avete portato le vostre cose? - si riprese quindi immediatamente, andando subito al sodo - Vi spiego la questione sul tragitto, prima arriviamo meglio è. - concluse.
    La sua domanda era fondamentalmente retorica, pertanto non fece neppure finta di attendere una risposta prima di allontanarsi dal muro e mettersi in marcia. Se avevano davvero portato l'equipaggiamento come richiesto bene e altrimenti, molto semplicemente, male... per loro. Aveva scelto come punto di incontro quel bar senza un vero e proprio motivo in particolare, molto semplicemente era abbastanza vicino alla loro destinazione da poterci arrivare in fretta ma abbastanza lontano per permettergli di incontrarsi lontano da sguardi indesiderati. Farle giungere direttamente al Tempio era fuori discussione: non era certo una stratega sopraffina per cui era ben conscia che qualcuno avrebbe potuto agire allo stesso modo con cui lei e Arabella avevano rapito Cube e Juggler. Far finire degli ostaggi in mano del nemico era il modo più veloce per perdere quel poco di vantaggio che avevano.
    Per farla breve... - prese quindi parola una volta incamminatesi verso la loro destinazione - Qualche mese fa, parecchi in realtà, io e Ara Ara abbiamo rapito due importanti membri di Deep Void. - iniziò a spiegare con un discorso chiaramente indirizzato alla coetanea - Sai, gli uomini in nero che ci hanno attaccate quel giorno, eccetera eccetera. - si voltò verso di lei in attesa di un qualche cenno d'assenso - Fondamentalmente, Ara Ara, io e il nostro capo ci occupiamo di immettere equipaggiamenti tracciati sul mercato nero in modo da poter rintracciare i criminali che li acquistano e quindi... fare piazza pulita. - questa volta le sue parole erano invece indirizzate alla donna più grande. Entrambe le ragazze avevano in mano pezzi differenti di quel complesso puzzle, le parole di Switchblade dovevano essere la mano intenzionata a riordinarlo. Quando lei e Arabella si erano incontrate per la prima volta, infatti, la giovane ragazza di PHANTOM aveva fatto leva più sulla protezione di quella ragazza che spacciava per Aogiri che sulla vera motivazione dietro al suo astio per Deep Void, fondamentalmente perché non si fidava ancora di Arabella. Non c'era però alcun motivo di tenerle nascosta la verità una volta giunte a quel punto.
    Il fatto è che qualcuno ha iniziato a modificare i nostri equipaggiamenti rendendoli più pericolosi e rimuovendo i traccianti, e tutto ciò che sappiamo di questo misterioso stronzo è che è molto, molto probabile abbia dei legami con Deep Void. - Hana conosceva già quella storia mentre Arabella, salvo comunicazioni tra le due, doveva esserne ancora all'oscuro - Per cui, sfruttando i due ostaggi che abbiamo catturato... Ho organizzato un incontro con gli uomini in nero questa sera. ☆ - rivelò quindi loro il motivo della loro presenza tentando una voce più dolce e sorniona possibile. A ripeterlo ora ad alta voce sembrava davvero una pessima idea, ma ormai tutte le pedine si muovevano sulla scacchiera da sin troppo tempo per fermarsi.
    Mi servite quindi come bodyguards per la trattativa, se tutto va bene questa sera noi avremo il nome che cerchiamo e Deep Void riavrà i suoi alleati... se tutto va bene. - concluse con un sospiro, fermando il suo passo.
    Alla loro sinistra un alto muro annerito dalla poca manutenzione celava una struttura ben più grossa: si trattava di un tempio shinto ormai in disuso. Poggiando le mani sul massiccio cancello di colore nero che celava la sua entrata Rin lo infuse con la sua unicità e, arretrando con fatica, lo aprì rivelando un lungo sentiero in pietra che portava proprio al tempio - Siamo arrivati.
    Non era al corrente di come Cube fosse entrato in possesso di quel posto - ammesso lo fosse legalmente - ma le era stato chiaro sin da un primo sopralluogo che quello era tutt'altro che un luogo sacro. Le varie stanze della struttura erano davvero allestite come delle normali stanze di un'abitazione e vi era persino una palestra dagli attrezzi decisamente impolverati. In molti angoli erano presenti delle telecamere anche se le era bastato ben poco per capire che fossero in realtà fuori uso da molto tempo.
    C'era qualcosa di spettrale in quel luogo e non era nulla di riguardante misteriosi fantasmi giapponesi e terrificanti yokai. Rin era in qualche modo convinta che quel tempio fosse per nulla dissimile dalla fogna in cui era cresciuta, una semplice prigione su misura per un bambino cresciuto per essere speciale. Non aveva però deciso di parlarne con Cube stesso, perché il dialogo non è un diritto dei prigionieri.
    Al termine del sentiero in pietra sarebbero giunti all'entrata del tempio, varcata senza alcun tipo di intento religioso. Nonostante l'aspetto esteriore la sua struttura interna era del tutto inadatta alla pratica religiosa, rendendo quindi abbastanza chiaro che quella costruzione fosse sempre stata utilizzata per altri scopi e la sua forma esteriore fosse tale solo per prevenire che qualcuno provasse a ficcare il naso all'interno. Giunti in fondo una rampa di scale portava ad un'ampia stanza sottostante, quella che appunto ospitava la zona palestra. In un'ampia stanza si trovavano alcuni attrezzi ormai impolverati e il pavimento in tatami al cui centro, seduti su due sedie, si trovavano legati gli ostaggi.
    Ed ecco i nostri due campioni! - disse saltellando nella stanza dopo aver premuto l'interruttore della luce: un fascio giallognolo illuminò la stanza rivelandone la trasandatezza e illuminando i corpi dei due uomini legati alle sedie. I loro vestiti erano sporchi ma sembravano illesi, per quanto fosse difficile dirlo con certezza visto che i loro volti erano coperti da dei sacchetti di carta simili a quelli che vengono dati in panetteria. Rin si era infatti premurata di non renderli partecipi del luogo in cui si trovavano: quel posto sembrava davvero una trappola per topi e voleva evitare qualsiasi tipo di asso nella manica da parte di Cube. Non sapeva bene come fossero i rapporti tra il ragazzo e l'organizzazione di cui era membro ma c'erano grosse possibilità fossero gli altri a giocare in casa, quasi letteralmente.
    Innanzitutto non preoccupatevi, stanno dormendo e anche dovessero svegliarsi hanno dei regalini legati addosso. - si voltò verso le due concedendo loro un occhiolino - Il nostro capo ha sgrafignato del materiale anti-unicità dal posto dove lavora, quindi non potranno comunque utilizzare le loro unicità. - aggiunse rivolgendosi più ad Arabella che ad Hana considerato che la donna aveva visto di cos'erano capaci quei due maledetti tizi.
    Quindi... - portò l'indice destro alle labbra, riflettendo - Umh... Volete fare un giro per vedere com'è il posto o organizzare le vostre posizioni... - chiese quindi loro.
    C'erano solo due possibili esiti: o gli uomini in nero erano disposti a concedere loro quello scambio e tutto si sarebbe concluso con una stretta di mano oppure sarebbero giunti lì già sul piede di guerra. Anche se aveva ostacolato il gruppo più e più volte Rin non aveva in realtà nulla in particolare contro Deep Void per cui, potendo, avrebbe tenuto fede a quello scambio senza problemi: ciò che le interessava infatti era semplicemente quel maledetto contraffattore.
    Mancava ancora un po' di tempo all'orario pattuito e quell'intera operazione si era basata sul rispetto e sulla fiducia reciproca, molto ironico considerato che era un vero e proprio patto tra criminali. Switchblade era stata tanto ingenua da lasciare i due lì da soli sapendo che gli uomini in nero si sarebbero diretti lì all'orario pattuito e non prima. Poteva permettersi questo tipo di sicurezza proprio grazie all'ignoranza riguardante PHANTOM e a tutte quelle volte che aveva ucciso uomini in neri in giro per la città. Il gruppo poteva essere composto da una persona o da un esercito, valeva davvero la pena rischiare di essere annientati solo per salvare due persone? L'idea di giustizia di Kardama si basava sul timore e fino ad allora PHANTOM aveva mantenuto bene la sua fama.
    ❖ i'm armed to the teeth like a fucking animal ❖


    CITAZIONE
    A voi la parola, potete interagire liberamente con gli ostaggi addormentati e chiedere a Switchblade ciò che volete.
     
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    HANA TACHIKAWA
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    Venti secondi.
    Venti secondi che sembrarono vent'anni, passati in silenzio, con l'orrenda sensazione del proprio stomaco che si accartoccia su sè stesso come una pallina di carta stagnola.
    E proprio quando finalmente trovò la forza di aprire bocca con l'intenzione di blaterare qualcosa sul magnifico clima di quella serata di prima estate, Arabella ebbe la stessa idea e parlò per prima, col risultato che ad Hana morirono le parole in gola con un suono a metà tra il singhiozzo, un gargarismo e un colpetto di tosse per mascherare il tutto.

    « Ah, sì, ho portato tutto... credo. » Ma non ne era poi così sicura. Non aveva armi di alcun tipo, né tantomeno fantastici accessori da spia dei film di Hollywood.

    Uno sguardo fugace alla senpai, per vedere invece il suo, di equipaggiamento. Anche lei aveva uno zaino, ma era certa che il contenuto fosse ben diverso.

    In quello che sembrò solo una frazione di secondo rispetto al tempo passato in silenzio, arrivarono al luogo concordato con Rin.

    « Lo so » Rispose sottovoce appena prima di avvicinarsi ulteriormente, ricordando bene com'era andato il primo appuntamento con la ragazza dalle corna. « Fai attenzione anche tu. Ciao Rin. »

    Aveva appena riacquisito un po' di sicurezza, quando ovviamente arrivò Rin a demolirla con quel commento che sfondava una porta aperta.
    Hana arrossì così tanto che valutò l'idea di indossare subitoimmediatamente la sua mascherina nera per coprirsi la faccia. Come se non bastasse, le venne di nuovo chiesto se si fosse equipaggiata a dovere.

    Non c'è niente di più spaventoso di qualcuno che ti chiede se ti sei preparato bene per qualcosa di cui non sai veramente se ti sei preparato bene.
    Cosa si aspettavano che portasse, una katana?

    Dubbio destinato a rimanere senza risposta, dato che Rin iniziò subito a fare strada verso il vero luogo dell'incontro.
    La seguì, ascoltando e annuendo quando l'altra cercò un cenno d'assenso. La storia degli equipaggiamenti tracciati l'aveva più o meno capita da quella volta che Rin aveva cercato l'aiuto di quell'ingegnera indiana. Il rapimento vero e proprio invece era un'avventura che avrebbe volentieri ascoltato in tutti i suoi dettagli, ma Rin sembrava voler tagliare corto.

    « In sostanza, per noi è più importante arrivare a Mister Contraffattore piuttosto che consegnare alla polizia Cip e Ciop. Giusto? »
    Era seria, nonostante avesse usato soprannomi non proprio professionalissimi.

    Arrivate al cancello, lasciò che Rin lo aprisse con la sua unicità e la seguì sul sentiero.

    Ora iniziava a sentirsi un filino nervosa, doveva ammetterlo. Si trovò a guardarsi le spalle più volte, a tendere l'orecchio ad ogni rumore della notte, a sforzarsi di osservare oltre le ombre che la struttura proiettava.
    Non era intimidita da chissà quali kami che avrebbero potuto arrabbiarsi per quell'intrusione, no. Era inquieta perché, se fosse stata nei panni dei cattivi, quello sarebbe stato il momento perfetto per un'imboscata.

    Inoltre, dei kami non c'era proprio di che preoccuparsi, visto che più si addentravano nel "tempio", più era chiaro che non fosse mai stato un vero luogo di culto.

    Rin, invece, sembrava fin troppo allegra e a suo agio in quella situazione.

    « Carini. » Commentò con una sicurezza falsissima la vista dei due ostaggi legati e incappucciati.
    Scene del genere le aveva viste solo nei film, prima di allora. Per chissà quale collegamento partorito dal suo cervello, pensò a come sua mamma in quel momento fosse convinta che si trovasse a casa delle sue amiche, ad ingozzarsi di patatine e serie tv.
    Scusa mamma.

    « Uhm, sì, ho delle domande: quelli che arrivano li incontriamo fuori o qui dentro? In quanti saranno? Vuoi che io e la senpai ci nascondiamo per intervenire solo al momento giusto, o stiamo con te e facciamo le facce cattive? »

    Sicuro le sarebbero venute in mente altre domande, ma intanto lasciò che Rin o Arabella avessero il tempo di rispondere a quelle.

    Nel mentre, con una nonchalance questa volta sincera, iniziò a togliersi le scarpe e i calzini. Per quanto a prima vista quello sembrasse un gesto assurdo, confidava nel fatto che entrambe sapevano già come funzionasse il suo quirk... e di quanto lei ci tenesse alle sue scarpe.

    Ma non sarebbe rimasta completamente a piedi scalzi, no: questa volta era attrezzata!
    Aprì lo zaino e ne estrasse un paio di...

    ...crocs.
    Blu scuro.
    Che c'è? Le infradito non erano adatte, facevano flipflop quando camminava e rischiava anche di inciampare.
    Le crocs erano più stealth, non rischiava di perderle, e poteva liberarsene con un semplice movimento del piede.

    Viva le crocs.



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    Arabella non si sentiva una buona insegnante. Faceva quel che poteva, cercava di indirizzare i Vigilanti alle prime armi su una buona strada, dare loro una preparazione quanto meno adeguata per non finire in cella o sgozzati per strada dal primo scemo armato di coltello. Però Arabella riteneva di non essere una buona insegnante. Questo perchè c'erano sempre piccole crepe, in lei come nei suoi allievi, che le rendevano l'espressione buia e pensierosa. Ecco, dopo la frase di Hana l'espressione di Arabella era quella. Buia, pensierosa, con un cipiglio preoccupato.
    La Vigilante non era ancora attrezzata a dovere, si era premunita delle prime strumentazioni da poco, eppure non aveva avuto l'accortezza di fare lo stesso con Hana o Masao. Certo, i soldi erano quelli che aveva. Ma anche solo una parolina, un indicazione, una richiesta alle orecchie giuste sarebbe stato meglio di lasciare Hana a prepararsi da sola. Si mordicchiò il labbro, pensierosa. "Dopo questa serata dovremmo fare alcune compere" Dichiarò seria. No, non intendeva shopping e no, niente armi. Hana non le sembrava pronta a ricevere un arma. Le avrebbe procurato roba per difendersi o per nascondere le tracce in caso di necessità. "Un buon equipaggiamento può fare la differenza in certe situazioni" Lo diceva con quel tono sicuro, di chi sa tutto, tipico di chi è più grande e chi ha più esperienza. Solo che lei l'esperienza non ce la aveva....ancora.

    Annuì con un cenno del capo al dire di Hana, un gesto quasi impercettibile, per poi rivolgere l'attenzione alla ragazza cornuta. "Awww..." Che brutto suono "Non mi aspettavo arrivaste assieme, siete così carine." Le rivolse un'occhiataccia, rivolgendo lo sguardo altrove. Dove? Dappertutto tranne che su Hana. Cercò di farlo con nonchalance, cercando di dare l'impressione di star guardando la zona. Limitò un cenno del capo come risposta positiva alla domanda sull'essersi preparata, per quanto sotto sotto non ne fosse sicura al cento per cento. Era la prima volta che si portava dietro armi. Di solito le armi erano le sue braccia e le sue gambe. Non oggetti esterni.
    In silenzio, continuando a lanciare occhiate in giro, seguì la giovane di Phantom cercando di non apparire troppo rigida.
    Switchblade volle iniziare con uno spiegone, rammentando di come avessero rapito mesi prima i due membri di Deep Void, e mettendo tutti al corrente della situazione con gli uomini in nero e della questione degli equipaggiamenti contraffatti. Sul fare piazza pulita mantenne una facciata inespressiva, evitando di far trapelare qualunque emozione, di nuovo rispondendo solo con un cenno del capo. Non aveva ancora ucciso nessuno e non era sicura di essere capace di farlo. Continuava a pensarlo ma c'è un mare di differenza tra pensare di uccidere e farlo nell'effettivo.
    "Hai organizzato cosa?" Un incontro con gli uomini in nero? La facciata inespressiva cambiò in una di sorpresa e di sconcerto. Si poteva leggere una vena di preoccupazione nel suo sguardo. Tornò a mordicchiarsi il labbro, pensierosa, mentre Rin finiva di spiegare. Hana pareva molto inquieta, vide i gesti dell'allieva resa un filo paranoica dalle affermazioni della cornuta e dovette imporsi di mantenere una facciata di calma. Essere agitati in due non rende calmi nessuno. Le mise una mano sulla spalla, in un gesto rassicurante. Sembrava voler dire con lo sguardo "Stai tranquilla" E poi entrò nel tempio.

    "Non mi piace. Per niente" Pensò fortissimo dentro la sua testa mentre entrava in quel luogo spettrale. Ancora meno a suo agio si sentì quando vide i due campioni legati alle sedie come i prigionieri di un film di guerra. "Chissà se anche papà vedeva cose del genere" Non potè fare a meno di chiederselo mentre allungava il primo passo verso i due. Sporchi, trasandati, con i sacchi in testa e legati come salami alle sedie.
    "Bene" Sentenziò, lo sguardo che saltava da uno all'altro. Si sfilò lo zaino da dietro le spalle, tenendola nella mancina.
    "E se va male? Cosa vuoi che facciamo?" Domandò, ancora intenta a fissare i due con uno sguardo assorto. La mano che non teneva la bretella dello zaino si tastò il fianco, là dove l'esplosione di Cube l'aveva travolta. Quel tipo era pericoloso, stava per ucciderla e ora era lì, legato ed inerme. E presto, forse, se ne sarebbe tornato a casa senza problemi. Si girò verso Switchblade. "Verranno qui hai detto, sai esattamente con chi avremo a che fare? Verranno uomini in nero e basta o c'è la possibilità che..."
    Hana si stava mettendo le crocs.
    Si, bastò quello per farla sfasare di un paio di secondi. Un enorme espressione da wtf le apparì in faccia. Sospirò, passandosi una mano sulla fronte. Quella ragazza aveva bisogno di un equipaggiamento adatto. Scosse il capo e tornò su Rin.

    "Dicevo c'è la possibilità che venga qualcuno di Deep Void in carne e ossa?" Non sapeva molto dei membri di Deep Void. Odiava non sapere le cose. "Siamo qui per una trattativa. Immagino voglia parlare solo tu, anche perchè nè io nè Hana abbiamo esperienza in questo tipo di trattative." Non era una domanda quanto più una conferma della sua teoria. Si girò verso Hana come a chiedere conferma che non avesse esperienza. "Cosa faremo qualora non dovessero accettare i termini e/o dovessero rivelarsi ostili? Potrebbero decidere di venire qui al solo scopo di provare a farci fuori. O per uccidere i loro collaboratori per toglierceli dalle mani per quanto ne sappiamo. E allora come dovremmo comportarci?" Mosse qualche passo, guardandosi per bene attorno, studiando l'ambiente circostante e cercando di fare una mappa mentale di quanto avevano visto durante il tragitto.
    "Quanto tempo abbiamo prima dell'incontro? Dare un'occhiata al posto potrebbe dare un minimo di vantaggio" Tecnicamente erano già in vantaggio per aver scelto il posto. Rin sicuro sapeva e conosceva quel posto, per quanto ne sapeva Arabella, però la Vigilante non conosceva granchè e l'idea di dover incontrare un'organizzazione criminale per uno scambio la rendeva nervosa. Prese un respiro e mantenne il sangue freddo.



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    Rin strabuzzò gli occhi alla domanda di Hana, fortunatamente invisibile alle due dato che stava camminando in fronte a loro per guidarle al tempio dove si sarebbe svolto l'incontro. A destabilizzarla non furono i termini decisamente poco tecnici utilizzati dalla coetanea, tantomeno la domanda in sé. A confonderla fu, molto semplicemente, il non aver pensato neanche per un attimo di consegnare i due alla polizia. Sarebbe stato quella la cosa più giusta da fare? Molto probabilmente sì: erano dei criminali e dovevano pagare per i loro crimini, ma quelle parole erano egualmente valide anche per loro tre. Non aveva avuto modo di dialogare con gli ostaggi nonostante tutto il tempo passato in loro compagnia ma chissà, forse anche loro nella loro mente erano convinti di star facendo la cosa giusta, di fare del bene. No, l'idea di consegnarli alla polizia non le era proprio balenata in mente: i due avevano una succosa taglia sulla testa, messa su di loro da coloro che nei fatti al Teatro Imperiale di anni prima avevano perso una madre. La sua possibile decisione era sempre stata tra eliminarli lei stessa oppure consegnarli, in cambio di denaro, a coloro che avevano degli screzi nei loro confronti.
    Esatto. - rispose quindi continuando a camminare, in fondo il fulcro era corretto - Se otteniamo quel nome forse riusciremo a bloccare la contraffazione e acciuffare molti altri criminali. - nonostante tutto, i suoi obbiettivi erano davvero virtuosi. Pur utilizzando metodi ben poco ortodossi, il fine di PHANTOM era comunque diminuire la criminalità nella città di Tokyo. Potenzialmente ci avrebbero guadagnato tutti, Deep Void scambiando un collaboratore con due membri decisamente importanti del gruppo e loro ottenendo la possibilità di fermare molti più criminali che quei due. In tutta onestà però, Rin dubitava fortemente che gli uomini in nero avrebbero accettato quello scambio. Era questo il motivo per cui aveva deciso di farsi accompagnare dalle due, sperando di apparire come un gruppo ben più numeroso della realtà.
    Come comprensibile, una volta giunte nella palestra impolverata con gli ostaggi le compagne iniziarono a porle numerose domande. Sfortunatamente, Rin aveva la risposta a pochissime di quelle: se avesse saputo quanto loro le stavano chiedendo sarebbe probabilmente significato aver avuto già una bella chiacchierata con qualcuno di Deep Void e se così fosse stato allora avrebbe probabilmente già risolto tutto e quell'incontro non ci sarebbe mai stato. Si era limitata a far giungere loro un messaggio: neanche lei, insomma, era così tanto folle da pensare di andare da sola a parlare con un tizio in grado di generare un'infinità di cloni senza un limite apparente.
    Ovviamente li incontriamo qui dentro. - rispose annuendo ad Hana. Sarebbe stato da folli incontrarli fuori, perché sarebbe significato dover successivamente entrare o rivolgere loro le spalle oppure farli andare avanti per sicurezza ma farli quindi giungere agli ostaggi prima di loro. Il potere di Juggler era davvero insidioso e probabilmente sarebbe bastato loro rimuovere il materiale anti-unicità dai suoi vestiti per fuggire tutti assieme appassionatamente e lasciarli a bocca asciutta. Era chiaramente più utile al loro scopo attenderli semplicemente lì, in fondo anche nel caso in cui le cose fossero degenerate quella stanza era fortunatamente molto ampia, forse persino più del giardino esterno.
    Non lo so quanti possano essere, ma mi auguro ci sia come minimo una persona normale. - aggiunse poi in risposta alle domande delle due. Se Blank era in grado di generare cloni infiniti, beh, Rin dubitava comunque che avrebbe mandato un esercito. A conti fatti era lui quello che avrebbe perso qualcosa se le trattative fossero andate male e certamente far sentire chi tiene gli ostaggi minacciato non è il modo migliore per iniziare l'incontro. Personalmente Rin si aspettava un gruppo di massimo quattro persone e possibilmente composto dal minor numero di cloni. Se c'era una cosa che aveva compreso col tempo era che quei tizi erano decisamente aggressivi, di certo non le persone migliori da mandare ad un incontro diplomatico.
    Se ci attaccano rispondiamo, ma non fate voi la prima mossa. - disse ad Arabella - E se la dovessi fare io... beh, seguitemi. Se le cose vanno male non esitate a prendere gli ostaggi più in ostaggio. - aggiunse con parole ben poco sensate, ma il cui significato era in fondo di trattare la merce di scambio come ciò che effettivamente era. Certo, l'ipotesi che potessero essere loro stessi ad eliminare gli ostaggi c'era, ma in quel caso sarebbe stato più sensato semplicemente ignorare la richiesta di un incontro. Poteva essere una trappola, ma tanto valeva anche all'opposto: se avessero mandato dei semplici uomini in nero per liberarsi di loro ne sarebbero uscite come al solito, quindi avrebbero dovuto necessariamente mandare delle persone in carne ed ossa e questo significava esporsi tanto quanto loro, un rischio troppo grande.
    Non c'è molto tempo in realtà, ma dovreste poter fare un giro se volete. Io vi aspetto qui. - rispose quindi, per poi stiracchiarsi allungando le esili braccia al soffitto come nulla fosse - Se volete potete stare qui con me, oppure potete nascondervi in una delle altre stanze e poi raggiungerli alle spalle così da chiuderli tra due fuochi. - aggiunse - Basta che non vi fate ammazzare prima che possano mettere piede qui dentro. - con quelle parole si spostò dietro le sedie dei due ostaggi e sfiorandone lo schienale utilizzò la sua unicità per trascinarle senza starci a contatto verso il fondo dell'enorme stanzone, producendo un orribile rumore molliccio al movimento delle gambe arrugginite delle sedie su quel tatami ormai quasi marcio.
    L'interno del finto tempio era composto dal lungo corridoio che avevano percorso e al cui termine si trovavano le scale che portavano alla palestra sotterranea. Sui muri del corridoio si aprivano sette porte, tre sul lato destro e quattro nel sinistro. Si trattava di sette stanze di dimensioni fondamentalmente affini, stanzette dai cinque metri di lato che costituivano l'ossatura di quel corridoio lungo una ventina di metri. Rispettivamente a destra si trovavano, percorrendo dall'entrata alle scale, una camera da letto, un bagno ed una piccola cucina. Dal lato opposto si trovavano invece una sorta di grosso sgabuzzino, un salotto, una sala da pranzo ed un'altra piccola sala dove, appesa ad una specie di lavagna, si trovava una mappa della città con segnati alcuni punti salienti utili per chissà cosa. Le stanze erano arredate ma visibilmente fuori uso da mesi: la polvere era diventata sovrana e le porte cigolavano. A peggiorare la situazione era la totale assenza di qualsiasi tipo di finestra - persino in bagno - in modo che fosse completamente impossibile per un occhio esterno osservare al suo interno, trattandosi in fondo - pur falsamente - di un luogo sacro. Nello sgabuzzino sarebbe stato possibile notare effettivamente tra i vari oggetti accatastati una qualche suppellettile sacra assieme invece a strambi oggetti tecnologici ma palesemente ridotti ormai a rottami. Vi erano delle piccole lucine giallognole ai lati del corridoio che permettevano di osservare nelle stanze attraverso una fioca illuminazione, ma anche se nelle varie parti della stramba casa si trovavano degli interruttori sarebbe stato probabilmente meglio evitare di accenderli se possibile.
    ❖ i'm armed to the teeth like a fucking animal ❖


    CITAZIONE
    Ultimo turno di relax. Se avete altre domande per Rin fatele, altrimenti potete scegliere se esplorare la villetta o meno e dove posizionarvi: è molto probabile che al prossimo turno arriveranno gli ospiti, quindi mettetevi in posizione!
     
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    Più andava avanti la faccenda, più si rendeva conto di essere ancora meno preparata di quanto già non si sentisse.

    Non le era sfuggita l'epressione di Arabella, in risposta alla quale si strinse nelle spalle e abbozzò un sorriso idiota, mentre una timida gocciolina di sudore si formava sulla sua tempia.

    Calma, calmissima. Non avrebbe dovuto affrontare questa cosa da sola.
    La senpai era un'ottima combattente, l'aveva vista all'opera già un sacco di volte. Anche Rin, nonostante l'avesse vista in azione solo in un'occasione, si era dimostrata supercapacissima di fare il sedere a strisce agli uomini in nero.

    E poi i cattivi non avrebbero davvero tentato di, come aveva appena detto Arabella, "farle fuori" sul serio, vero?
    ...Vero?

    Le dita iniziarono a tamburellare nervosamente sulle braccia conserte.

    « La win condition è chiara: ci serve quel nome. » Disse dopo che entrambe ebbero finito di parlare, cercando di mascherare una punta una montagna di ansia dietro il suo slang giovanile.

    « Ma l'idea di nasconderci per poi chiuderli alle spalle non mi fa impazzire. Non vorrei... renderli nervosi? Insomma. Io al posto loro mi innervosirei. E poi magari vedendo solo Rin fanno i gradassi, e così saremo costrette a intervenire. Meglio farci vedere da subito come squadra, no? »

    Lo sguardo passò da Rin ad Arabella un paio di volte, in cerca di un qualche tipo di approvazione. Sapeva bene di essere l'ultima arrivata, perciò alla fine avrebbe seguito i suggerimenti delle altre due, se avessero avuto pareri diversi.

    « E sì, farei un giro anch'io. » Insieme ad Arabella, ovviamente.
    Non si sarebbe scollata da lei non tanto per ragioni romantiche, quanto perché aveva visto troppi horror andare malissimo per colpa del fusto di turno che aveva avuto la brillante idea di dividersi dal gruppo.
    Mai dividersi in quelle situazioni.
    Le basi proprio.

    Prima di voltarsi, sfilò dalla tasca della felpa una mascherina di stoffa nera e la indossò. Quel gesto, ormai divenuto automatico, le fece improvvisamente ricordare una cosa.

    « Ah! Ho pensato al mio nome in codice. » Fierissima e senza nemmeno un'ombra di imbarazzo, annunciò: « Potete chiamarmi Leap. »

    Le piaceva. Corto, immediato, facile da ricordare, rappresentativo e familiare.
    Quando Arabella le aveva chiesto di trovarsene uno, aveva passato giorni a riempire pagine e pagine di nomi fighissimi e un po' trash, prima di rendersi conto che il nomignolo col quale era nota nella sua scuola di danza era più che adatto.

    Quel piccolo annuncio le fece recuperare un po' di fiducia in se stessa, cosa che cercò di trasmettere anche alla senpai. Aveva scorto in lei un insolito velo di preoccupazione, e voleva rimediare.

    « Ora che ci penso » Le sussurrò mentre esploravano « Non so qual è il nome in codice di Rin. Tu lo sai? »
    Non ricordava che Rin glielo avesse detto al loro primo incontro. E se lo aveva fatto, lo aveva dimenticato.
    Alla peggio l'avrebbe chiamata "capo" per il resto della serata.

    « Abbiamo visto tutto? » Disse una volta terminato il breve giro perlustrativo, aspettando la senpai per tornare da Rin o seguire istruzioni diverse.

    Il tempo stringeva e non era il caso di farsi trovare in corridoio.



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    Come bisogna comportarsi durante una trattativa, Arabella non lo sapeva di preciso. Sapeva le basi, tuttavia non poteva immaginare così su due piedi cosa fare. Nella testa stava maledendo Rin per non averla avvisata prima. Se lo avesse fatto si sarebbe preparata, avrebbe elaborato un piano e non si sarebbe dimostrata una totale incapace. Strinse il pugno, cercando di non mostrare la propria frustrazione più del necessario. Ormai era lì, tanto valeva ballare.
    "Saranno già nervosi di loro. Anche se non dovessero vederti potrebbero sospettare della presenza di qualcuno ad osservarli. Se vedono solo Rin potrebbero sospettare qualcosa, questo si. Ma non faranno i gradassi." Almeno ipotizzava. E sperava. Sperava tanto. "Se dobbiamo farci vedere dobbiamo far sembrare che siamo preparate da tempo." E qui andò a lanciare un'occhiataccia a Rin. "E non far capire che siamo state portate qui all'improvviso senza poterci preparare prima a dovere sul da farsi."
    Tornò a guardare Hana, una mano sulla spalla per rassicurarla e dare l'impressione di avere tutto sotto controllo nonostante tutto. Prese un bel respiro e si avvicinò a Switchblade, allontanandosi dalle orecchie e dagli occhi di Hana per parlare sotto voce.
    Aveva lo zaino ancora in mano. Infilò una mano e strinse uno degli shuriken, tirandolo fuori con molta delicatezza e mostrandolo a Swtichblade mentre dava le spalle all'allieva. "Ho portato due di questo, stasera. Non ne ho mai usato uno prima e da quanto ho capito c'è un piccolo esplosivo al suo interno." Per come lo teneva sembrava stesse implicitamente chiedendo se lo volesse o meno usare lei al posto suo. Non era brava quanto Swtichblade a lanciare le cose contro la gente.

    "Si, facciamo un giro veloce." Decise tornando da Hana, sempre con lo zaino in spalla e mezzo aperto. Se qualcuno di curioso avesse deciso di lanciar un'occhiatina all'interno avrebbe scorto un qualcosa di metallico e ricurvo, pareva una maschera o qualcosa del genere. Si incamminò per il corridoio, aprendo le porte ed esaminando stanza per stanza, prestando attenzione ad ogni angolo della casa. Non si poteva mai sapere, avrebbe anche potuto trovare...boh. Qualsiasi cosa potesse tornare utile.
    "Ah, bene" Commentò accennando ad un sorriso. "Leap, mh." Annuì ancora con un sorriso. "Mi sembra un buon nome in codice" Non riteneva veramente importante il tipo di nome in codice, bastava che ci fosse un nome in codice. Ma per come era fatta Hana un pizzico di incoraggiamento e di approvazione le avrebbe fatto bene.
    Prese un bel respiro mentre notava la lavagna con la mappa della città. Cercò di memorizzare mentalmente la mappa e i luoghi segnati. Non si poteva mai sapere.
    "Il nome di Rin?" Si voltò verso la ragazza. "Si fa chiamare Switchblade"
    Mosse il collo a destra e a sinistra, scrocchiando le ossa e riscaldando i muscoli. Finito il brevissimo giro di esplorazione, e assicuratasi che anche Hana avesse una vaga idea dell'abitazione, tornò da Rin. Proprio mentre stavano incamminandosi si ricordò di una cosa. "Tu non sai il mio" Di nome in codice. Si morse il labbro, pensierosa. Non voleva farsi chiamare in quel modo ma le toccava. "Per stasera chiamami Steel"
    Tornate al punto in questione decise di comunicare la strategia.
    "Ok, ho pensato a qualcosa." Iniziò quindi a comunicare l'idea che le era venuta così su due piedi. "Ho intenzione di stare vicino i prigionieri, diciamo a guardia. Se tentano di liberarli posso fermarli. Stessa cosa se provano a farli fuori." Guardò Rin come a chiedere se le andasse bene. Poi guardò Hana. "Non penso sia una buona idea per te metterti in prima linea. Credo sia meglio se tu stia dietro o affianco a Switch. Puoi anche decidere di nasconderti se vuoi e startene nell'ombra." L'idea che aveva in testa era Rin che parlamentava, lei a guardia e Hana pronta ad intervenire e a fare numero. Mise mano nello zaino e tirò fuori l'Helmet, assieme agli shuriken esplosivi, buttando in un lato della stanza l'ormai vuoto lo zaino. Si infilò la maschera addosso. Era una maschera comune, per nulla appariscente. Anzi, era piuttosto oscura. Grigia come l'acciaio, le fessure degli occhi erano due zone grigie che quando infilò la testa si accesero di una brillante luce dorata. Era fatto in acciaio per l'involucro esterno, sotto l'acciaio c'era un materiale ugualmente resistente ma di fattura diversa. Non le copriva la testa completamente, i capelli dietro la nuca erano lasciati liberi per una buona parte, ed essendo stretti in una sorta di morsa si erano fatti appuntiti. C'era una striscia larga pochi centimetri, un punto che era potenzialmente vulnerabile ma solo se si era precisi come un chirurgo. Una volta appoggiata alla parete, in mezzo alle sedie dei due carcerati e rimase in attesa. Quando parlò la voce risuonò fredda e alterata.
    [Se hai qualcosa da dire Switch, dillo ora.]




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    L'espressione di Seiko in quel momento era particolarmente concentrata e si poteva quasi dire che sembrasse preoccupata mentre camminavano quasi all'oscurità. Non aveva mai avuto problemi a pensare alla propria esistenza come un semplice strumento per Deep Void, ma ultimamente erano sorte nuove emozioni all'interno di quel bizzarro clone. Non aveva mai avuto un motivo particolare per servire Blank, se non quello di essere un prodotto della sua Unicità e sentirlo quindi come compito naturale, come una leonessa che sa che deve cacciare per il branco. Da quando l'Eden's Rose era scomparso e quella ragazzina era arrivata a dettare legge dentro la villa del criminale cinese aveva capito che forse c'era qualcosa di secondario che la spingeva ad agire. Seiko non era mai stata sentimentale perché di sentimenti diversi dalla rabbia difficilmente ne provava ma quell'inquietudine che veniva scambiata per il suo solito broncio era qualcosa di alieno che teneva soppresso la maggior parte del tempo.
    Purtroppo sì, ma la maggior parte delle operazioni sono così. Se avessero capito che li tenevamo in trappola come topi sarebbero scappati. - Avrebbe risposto a Norio facendo spallucce, impartendogli un minimo di conoscenza sul comportamento dei loro avversari. Era qualcosa che aveva imparato in anni di "lavoro" in quel campo ed era arrivata al punto di capire quando conveniva lasciare perdere o meno. E' proprio strano che abbiano deciso di rimanere lì nonostante tutto. Ci terranno troppo a questo scambio di informazioni. - Avrebbe terminato così quel discorso anche perché non avevano molto tempo per restare lì a discutere delle tattiche di PHANTOM. Sapeva che non sarebbe cambiato niente a metterci un minuto in più od in meno, ma allo stesso tempo quel gruppo di Vigilantes era particolarmente imprevedibile. Fallire la missione non era un'opzione per lei, avrebbe preferito farsi saltare le cervella piuttosto che mostrare la sua faccia da perdente a Ying Yue.
    Lo sguardo della ragazza dai capelli violacei sarebbe quindi andato verso l'Unicità di Norio, una specie di spirito in quell'oscurità che l'avrebbe attraversata appena assieme a Cutter. Si aspettava facessero male o perlomeno pizzicassero, ma non avvertì granché quasi delusa. Vedere un uomo con indosso una maschera simile agitare quei filamenti di luce era piuttosto inquietante, come se fosse veramente un demone. I sensi del trio erano condivisi in quel momento e curiosamente Norio avrebbe avvertito che Seiko era quasi simile ad un essere umano normale per quanto riguardava le sensazioni. I sensi della ragazza erano affinati e sempre sull'attenti - forse la si poteva paragonare ad un cane guida - ed il collegamento proseguì senza intoppi particolari.
    Un'ultima cosa. Edward Lapsus possiede un'Unicità in grado di far scambiare persone ed oggetti tra di loro. Se non è scappato vuol dire che la sua Unicità è stata annullata in qualche modo. Se le cose si metteranno male, il modo migliore per scappare è liberarlo e fuggire con lui. - Avrebbe spiegato, rivelando questa informazione ai due. Non le piaceva dirlo di fronte ad un membro di Aogiri, ma tanto valeva assicurarsi almeno la sopravvivenza di Norio. L'uomo di mezza età avrebbe capito un po' meglio che la ragazza fosse decisamente più bassa di lui e Cutter, avvertendo anche il peso dell'arma appoggiata sulla spalla destra. Zhen avrebbe avvertito la presenza di quegli strani oggetti collegati qui e là fra le fronde ma non andò molto a fondo sulla faccenda, d'altro canto non sembravano muoversi o attivarsi in maniera particoalre. I loro passi erano particolarmente rumorosi su quella pietra dove l'unico rumore erano sporadici insetti e Seiko ogni tanto dava un'occhiata alle sue spalle e dintorni per garantire la loro sicurezza.
    E' tutto molto tranquillo. - Dopo qualche minuto di camminata veloce sarebbero arrivati di fronte al tempio, le cui porte di carta si aprivano per farli entrare in quel tempio ormai sconsacrato. La facciata in sé era parzialmente nascosta dall'oscurità e dalle piante, ma si vedeva che la maggior parte degli elementi religiosi erano stati rimossi. Seiko non avrebbe aspettato molto per entrare all'interno della struttura, ormai impolverata e priva di qualsiasi manutenzione. Era passata in testa al gruppo e per quanto fosse affascinante vivere in un tempo, nella pratica sembrava fare parecchio schifo. Numerose porte erano poste a lato di un lungo corridoio, ma solo una fioca luce proveniva dal fondo di una scalinata che scendeva verso il basso.
    Andiamo. - Avrebbe sussurrato, stringendo con forza il manico della preziosa arma, ma facendola sparire nel nulla per l'ennesima volta. Questo gioco di apparizioni e sparizioni di armi era una delle caratteristiche dei cloni di Deep Void e lei non ne era esclusa. Odore di chiuso e di polvere avrebbe fatto strada anche dietro le maschere in quell'inquietante corridoio uscito dagli incubi di qualche regista horror. Ogni passo rimbombava nel passaggio ed una breve rampa di scale portava a vedere dall'alto una porta scorrevole di carta ingiallita, illuminata dalle medesime luci poste con precisione nel corridoio. Seiko non avrebbe esitato a scendere lungo quelle scale, come se conoscesse a memoria il luogo. Si sarebbe quindi girata verso Norio e Zhen poco prima di trovarsi di fronte alla porta, assicurandosi che fossero dietro di lei, prima di spalancare l'entrata della palestra con un gesto secco.
    Vedo che vi siete attrezzati bene. - La ragazzina dal volto coperto annunciò così la sua entrata, facendosi strada al centro come rappresentante del gruppo. Due uomini erano legati e privi di sensi a delle sedie, il volto coperto per non mostrare loro nemmeno uno spiraglio della stanza. Digrignò i denti fino a scricchiolare, tenendo le braccia conserte. Gli ostaggi posizionati in quel modo la facevano arrabbiare talmente tanto che avrebbe voluto dare fuoco all'intera struttura senza pensarci troppo. Di fronte a sé aveva una ragazzina in possesso di un paio di corna ma come previsto non si era presentata da sola. Non capiva se coloro che accompagnavano Switchblade fossero degli uomini o delle donne, soprattutto per quella che si faceva chiamare Steel la quale indossava una maschera.
    Switchblade, se non sbaglio? - La ragazza avrebbe piegato leggermente la testa di lato, prima di porre quella domanda in maniera aggressiva. Siamo qui per rappresentare Deep Void e vorrei capire perché due dei miei uomini sono ancora legati. - Avrebbe concluso, lasciando spazio di azione e parola a chi era stato incaricato di farlo. Tenere a bada la lingua biforcuta di Seiko non sarebbe stato facile.
    Your silence is my favorite sound


    CITAZIONE
    Eccoci qui tutti assieme. Per i miei utenti appena arrivati, potete tranquillamente seguire il post per decidere cosa fare e di cosa parlare. Per una descrizione più dettagliata del tempio vi invito a leggere il post precedente di Dennis. Naturalmente se avete altre idee rispetto a seguire direttamente Seiko nella stanza potete pure muovervi in maniera diversa.
    Per chi era già qui vi chiedo di attendere il post di Dennis seguendo l'ordine scritto più in basso :zizi:.
    Ordine post: Delin, Kekko4000, Sisthra, exquisite†corpses, Nyuu, Miracle of Neverland
     
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    Zhen Lubbock

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    Per il momento Zhen non percepiva nessun oggetto metallico in movimento, questo valeva a dire che non c’era nessuno nascosto intorno, anche se non era detto che un possibile nemico dovesse avere qualcosa in metallo addosso, in fin dei conti alla maggior parte delle persone bastava il proprio quirk. Per lo meno si trovava in prima fila e quello più esposto in quel momento era proprio Seiko, anche se questa formazione non sarebbe rimasta a lungo. Durante il percorso quel Norio, ovvero Darkstar, aveva scagliato intorno degli aghi luminosi che avrebbero colpito in più parti il corpo di Zhen, e proprio in quel momento probabilmente avrebbe sentito alcune sensazioni che non gli appartenevano, era così strano, era questo che provava quell’uomo? Bah, doveva solo abituarsi a questa ambigua cosa. Per quanto avesse capito sulla sua unicità, anche Norio in quel momento stava ricevendo alcuni segnali da parte sua, forse anche quell’uomo in quel momento poteva percepire gli oggetti in metallo intorno? Sarebbe stato peggio per lui, se non si era abituati sarebbe stato solo un accumulo di informazioni inutili che probabilmente gli avrebbe dato un forte mal di testa. Un’altra cosa che attirò per un momento l’attenzione del corvino fu quello che aveva detto Seiko.
    … Edward Lapsus possiede un'Unicità in grado di far scambiare persone ed oggetti tra di loro …
    per un attimo gli portò nella mente un episodio successo parecchi anni fa
    Possibile che sia lui?
    Una volta si era scontrato con una persona che aveva un quirk simile, sarebbe divertente se lo dovesse rivedere dopo così tanto tempo, ora si che era impaziente di rivedere i due ostaggi. Chissà come reagiranno appena lo rincontreranno, sicuramente bene, anche perché entrambi hanno una cosa in comune, entrambi hanno assaporato la sua lama. Peccato per la maschera antigas, probabilmente non si accorgeranno immediatamente della sua presenza.
    Finalmente erano arrivati di fronte al tempio, e Seiko prese il posto di Zhen, sicuramente perché solo quest’ultimo sapeva dove andare, infatti i tre si sarebbero diretti in una stanza in fondo a numerose scale, posto perfetto per chiudere in gabbia delle prede, ma quella loro scelta li poteva ritorcere contro.
    La cosa che più preoccupava a Zhen era quel lungo corridoio. Era pieno di porte e non sapeva se ci fosse qualcuno al suo interno, magari volevano sorprenderli da dietro spuntando da una di quelle numerose stanze. Zhen sarebbe stato molto concentrato con la sua abilità, se avesse sentito qualsiasi metallo muoversi all’interno di quelle stanze probabilmente avrebbe rotto la maniglia interna della stanza, almeno non sarebbero riusciti ad aprire la porta immediatamente lasciandoli così qualche secondo per riposizionarsi.
    Guardando più avanti sarebbero arrivati al fatidico incontro. Seiko fu il primo a parlare e sembrava che conoscesse una di loro, Switchblade, era la ragazza con due corna in testa. Sembrava essere tranquilla, probabilmente si sentiva al sicuro con delle guardie del corpo accanto. Era questo il momento che l’uomo in nero doveva andare avanti per procedere con lo scambio di informazioni, ma nel frattempo il corvino non sarebbe stato a guardare, doveva ispezionare quelle persone, in quel momento stavano a circa a 9 metri di distanza da lui. Quello mascherato sembrava che avesse due oggetti metalli sopra, e in più, quel suo stesso elmo sembrava avere dei rivestimenti del medesimo materiale. Mentre l’altra ragazza, quella con due corna in testa, sembrava avere altri tre oggetti di grandi dimensioni. Sembrava che anche loro fossero ben equipaggiati dopo tutto. Per qualche strano motivo aveva il presentimento che quella serata sarebbe stata divertente.


    Parametri

    Zhen Lubbock-lvl7
    Energia 750
    Forza 207
    Quirk 160
    Agilità 358
    Stato: illeso

    Tencniche & Equipaggiamento


    Equipaggiamento
    Coltelli da lancio [12, peso [2], danno:lieve]
    Guanti (Effetto: +5 in Frz, Durata: 1)
    Shocker(Potenziamento 1, Peso [1], Effetto: Danni lievi + stordimento)
    Maschera Antigas (Potenziamento 2, Filtri: [1+1, D:2])
    Smoke Bombs (x2, Peso: [1], Peso Totale: [2], Durata: 1)
    C.L.O.S.E.T. 1°{ Kusarigama (peso[2], Danno: Medio, Effetto: Sanguinamento)}
    C.L.O.S.E.T. 2°{ Teruko's Blood (x1, Peso: [1], Durata: 1)}
    Pistola (4 ricariche)
    Pistola leggera di piccole dimensioni, le sue munizioni non sono normali proiettili, ma sfere di mercurio che si trovano in stato solido. I proiettili vengono sparati ad alta velocità, come una comune pistola, ma a contatto con un corpo si sciolgono attaccandosi ad essi senza provocare nessun danno. La portata di questa pistola è di 10 metri e ogni carica contiene 5 proiettili.
    Danno: Nessuno
    Peso: [2]
    Cotta di maglia
    Parte superiore: E' spesso 0.5 mm, è formato dallo stesso tessuto di una cotta di maglia e in più, ai due avambracci è presente un secondo strato più uniforme sempre di metallo. Il costume copre tutta la parte superiore del corpo, compreso palmi e dorso delle mani, lasciando libere le dita.
    Ginocchiere e parastinchi : Sono delle normali ginocchiere e parastinchi, con la differenza che nella parte imbottita è presente uno strato di metallo.
    Resistenza: lieve
    Peso: [2]

    Abilità
    Zhen, è in grado di percepire in tempo reale tutti i materiali di metallo intorno a lui, entro un raggio di 10 metri. L'utilizzo di questa abilità richiede un turno di assoluto riposo (no azioni di attacco/difesa).



    CITAZIONE
    Le informazioni che trovate nel post (distanza tra i due gruppi e gli oggetti che ha addosso switchblade) mi sono state dette da Delin in privato.
     
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    Restó in silenzio a riflettere alle parole di Seiko, meditabondo. Se tutto per ora sembrava puntare ad una imboscata, era anche vero ció che aveva appena detto l'altra. Doveva esserci qualcosa che PHANTOM voleva da loro, qualche informazione... ma se non l'avevano ottenuta dai loro ostaggi, cosa poteva essere?
    Beh, supponeva l'avrebbero scoperto di lí a poco.
    Le impressioni arrivarono dal corpo di Seiko, e notó che la ragazza - oltre ad essere piú bassa di quanto si aspettava, che dopo le sue esperienze con Fumio ed Allard era quasi benvenuta come sensazione - sembrava tesa e sull'attenti, pronta a scattare. Aveva inoltre confermato che il suo quirk funzionava anche sui cloni prodotti da Blank... il che aveva abbastanza senso. Che fossero o meno i prodotti di una unicitá, al suo quirk interessava solo che avessero un sistema nervoso da leggere, non importava di chi o di cosa.
    L'uomo inarcó un sopracciglio - anche se la maschera avrebbe nascosto quel piccolo cenno - all'ultimo commento della superiore.
    « ... lo terró a mente. » disse solo. Quindi sapevano che PHANTOM aveva un qualche modo di annullare le unicitá dei due ostaggi... ovviamente, Norio non poteva sapere chi dei due ostaggi era Edward Lapsus, ma nel dubbio se la situazione degenerava sperava di poter aiutare in qualche modo a liberare entrambi. Era comunque una informazione essenziale.
    Il trio si fece strada all'interno del tempio: accompagnato ad intervalli regolari dai flash di immagini e sensazioni che riceveva dagli altri due, Norio restó al centro del gruppo e del corridoio. Avvertí una punta di nervosismo nel notare attraverso Seiko e Cutter le porte che si aprivano ai lati del corridoio: chi diceva loro che non vi erano altri membri di PHANTOM in attesa in quelle stanze, pronti a chiudere loro ogni via di fuga? Strinse con piú forza il bastone, imponendosi di mantenere la calma. Se fosse successo, non doveva affrontarli da solo: il suo compito lí era un altro, ed era su quello che doveva concentrarsi.
    Esitó un attimo quando il bastone incontró il vuoto delle scale, ma continuó a scendere seguendo la superiore attraverso la porta in fondo. Si prese i primi istanti in cui mise piede in quella nuova stanza per farsi un'impressione dell'ambiente circostante. Un flash da Seiko gli fece vedere i due ostaggi, legati a delle sedie con il volto coperto, e l'uomo strinse appena le labbra. Erano molto lontani, e la stanza molto ampia...o almeno, gli sembravano lontani. Giudicare le distanze ad occhio era difficile, per lui che non ci era abituato. Sperava di poter utilizzare la sua unicitá per sfiorarli e capire in che condizioni erano... anche se, effettivamente, non sapeva bene cosa sarebbe successo se fossero stati privi di sensi. Avrebbe perso i sensi anche lui per un attimo?
    Forse. O forse semplicemente non avrebbe avvertito nulla se non le sensazioni piú istintive: il tocco dello schienale della sedia, eventuali dolori... qualcosa del genere.
    In ogni caso, i due ostaggi sembravano ben sorvegliati. Tanto voleva considerarli irraggiungibili per ora, almeno per quanto lo riguardava. Era arrivato il suo momento, ma Seiko lo precedette apostrofando una dei presenti.
    Beh... avrebbe dovuto andarci molto cauto. Meglio cercare di iniziare quella conversazione su un piano un pó piú... cordiale.
    L'uomo si schiarí rumorosamente la gola e mosse qualche passo in avanti, il toc secco del bastone bianco che accompagnava ogni suo passo. Si scostó di circa un paio di metri da Seiko e Cutter, facendo attenzione a restare nel raggio d'azione del suo quirk; fortunatamente, per sapere se si era allontanato troppo gli bastava notare se aveva smesso di ricevere informazioni da loro.
    Fermatosi dopo quel piccolo spostamento l'uomo si inchinó, nemmeno fossero ad un normale incontro di lavoro in una sala riunioni anziché ad uno scambio pericoloso tra due associazioni criminali.
    Non era preoccupato all'idea di venire attaccato in quella posizione potenzialmente vulnerabile. Dopotutto, per lui distogliere o meno lo sguardo da qualcuno non aveva nessun significato, e poi aveva Seiko e Cutter a guardargli le spalle... letteralmente, mentre era chino ricevette un rapidissimo flash di se stesso attraverso gli occhi di entrambi. In un certo senso, e con un'ironia che non gli impedí di nascondere un mezzo sorrisetto dietro la maschera, si poteva dire che il cieco aveva occhi anche dietro la testa.
    « ... prima di rispondere alla domanda della mia collega, permettetemi di presentarmi. Darkstar, sono qui a fare le veci di ambasciatore per conto di Deep Void questa sera. » l'uomo si raddrizzó, posando entrambe le mani sul bastone davanti a sé, pacato.
    I flash che aveva ricevuto erano stati troppo rapidi per cogliere molto altro oltre ad un senso generale della stanza, e non sapeva bene dove rivolgere il capo per parlare ai suoi interlocutori. Optó per il continuare a guardare fisso davanti a sé.
    « Spero che i miei colleghi siano in buone condizioni... a nome di Deep Void, vi ringrazio per esservi presi cura di loro per tutti questi lunghi mesi. Non deve essere stato facile, visti i... recenti avvenimenti. » aggiunse, chinando di nuovo rapidamente il capo.
    Qualcun altro avrebbe potuto insinuare del sarcasmo in quelle parole, ma la voce dell'uomo era sincera. Era la veritá, dopotutto - se non volevano un ostaggio morto erano comunque stati costretti a nutrirli e tenerli in vita -, ed avrebbe aiutato, sperava, ad iniziare quello scambio di informazioni in toni... civili.
    Tamburelló sul bastone con le dita, le mani posate una sull'altra sul pomello, prima di continuare. Meglio non girare troppo attorno al discorso e passare subito al dunque.
    « Potrei sapere il motivo che vi ha portato a chiedere questo incontro? Ah, e con chi ho il piacere di parlare?» chiese infine.
    In teoria dalle parole di Seiko sapeva giá che uno dei presenti si chiamava Switchblade, ma proprio per mantenere quella fragile impressione di una conversazione normale e civile, aveva optato per chiedere all'altra persona di presentarsi normalmente.
    "You don't have to play well, you just have to play better than your opponent "
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    Deep Void
    Norio Toda

    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    ©
    • Status: Illeso.
    • Tecniche usate:
    ⢃⠼/Hari [Livello 1] [15 + 5 mantenimento]
    L'uso più basilare del quirk. Vengono evocati un gran numero di piccoli costrutti a forma di aghi sottili che vengono inviati tutt'attorno all'utilizzatore, a raggio, ad una altezza di circa un metro e mezzo dal suolo fino ad un massimo di tre metri di distanza. Quando incontrano un bersaglio gli aghi ritrasmettono le sensazioni fisiche provate dal bersaglio all'utilizzatore sotto forma di impulso nervoso, permettendo in particolare all'utilizzatore di "vedere" per un istante attraverso gli occhi del bersaglio. Sono altrimenti assolutamente innocui ed indolori.
    Effetto: //
    Raggio: Tecnica ad area (360°), 3 metri

    • Energia: 160 - 5 = 155
    • Forza: 40
    • Quirk: 74
    • Agilitá: 36

    • Equipaggiamenti:
    - White Cane
    - Smoke Bomb x1
    • Peso Trasportabile: [2/4]

    CITAZIONE
    EDIT approvato da Delin: volevo fare un piccolo appunto off sul quirk di Norio per chiarezza:
    Nel post di Zhen in particolare ho letto che lui si è giocato il ricevere sensazioni da Norio, e temo che anche nel post precedente la descrizione di Delin in cui dice che i sensi sono "condivisi" possa aver portato a un piccolo disguido...
    A scanso di equivoci, la comunicazione è "unilaterale", Seiko, Zhen o chiunque altro viene colpito dal quirk NON percepiscono i sensi di Norio, almeno non con questa tecnica base che sta usando in questi post.
    (Anche perché se così fosse si ritroverebbero letteralmente ciechi ogni paio di secondi e... Non sarebbe di grande aiuto lol)
    Norio ha una tecnica in cui "condivide" un suo senso con il bersaglio (il dolore, è la tecnica di difesa "Tate"), ma è l'unico caso in cui il bersaglio percepisce qualcosa da Norio.


    Edited by Sisthra - 3/7/2021, 21:06
     
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    Sarà fatto, Leap. - rispose alla coetanea, accompagnando quella frase con un occhiolino e un gesto di assenso col pollice destro prima di lasciare le due libere di esplorare quel posto nel poco tempo che rimaneva loro. Lei nel frattempo si sarebbe occupata di assicurarsi dello stato dei prigionieri e dell'accoglienza che aveva preparato per gli emissari di Deep Void. Era indubbio che Rin fosse più esperta nel ferire che nel curare e non avendo chissà quali metodi a disposizione per mettere fuori combattimento i due prigionieri aveva deciso di... no, non li aveva uccisi ovviamente, né li aveva colpiti estremamente forte tanto da far perdere loro i sensi, ma gli aveva fatto trangugiare una quantità di sonniferi al limite del consigliato usando la forza e sperava restassero fuori gioco per un po'.
    Anche se aveva avvisato le due ragazze con così poco preavviso - principalmente perché sapeva che coinvolgere le persone prima del dovuto avrebbe portato certamente ad una miglior pianificazione ma era anche perfettamente conscia che più individui erano al corrente di ciò che stava per accadere più probabilità c'erano qualcuno spifferasse qualcosa - si stava occupando di quell'incontro da un bel po' di tempo. Non è necessario che i soldati siano informati per filo e per segno delle questioni riguardanti la battaglia se c'è un generale ben preparato a guidarli... ruolo che difficilmente Switchblade sarebbe stata in grado di ricoprire a dovere, ma era necessario provare per scoprirlo.
    C'erano un'infinità di modi in cui quella situazione poteva andare storta: nulla, ad esempio, impediva a Deep Void di invadere quel posto con centinaia di cloni. Nel caso in cui fossero stati disposti a sacrificare i due alleati pur di eliminare un nemico quella sarebbe stata certamente la scelta più congeniale. Tutto ciò che potevano sperare era che l'organizzazione criminale, al contrario, non fosse disposta a perdere quelle due preziose pedine.
    Le due ragazze ritornarono in breve tempo, in fondo non c'era molto da guardare in quel luogo abbandonato da mesi. Per quanto fosse bizzarro dirlo riferendosi ad una struttura che aveva quell'aspetto architettonico quella era in fondo una normalissima abitazione qualsiasi.
    Sì, in realtà... - schiuse le labbra per rispondere ad Arabella e la sua domanda espressa con voce distorta, ma un ritmico ticchettio e l'allungarsi di alcune ombre dalla porta d'ingresso della palestra la costrinse ad interrompersi - Tch. - borbottò stizzita, allungando uno sguardo verso l'entrata - Non importa, vedrete tra poco. State indietro e vicino agli ostaggi. - sussurrò loro, per poi voltarsi verso la porta d'ingresso.
    In modo del tutto fortuito si presentarono tre persone, il numero esatto per compiere una rissa ben equilibrata. Non poteva comunque escludere che vi fossero altri cloni ad attenderli al di fuori, oppure che quei tre fossero effettivamente i cloni e gli originali fossero fuori... o completamente in un altro posto. Doveva però ammettere che in tutta la sua carriera non aveva mai visto degli uomini in nero al di fuori degli uomini in nero. Glabri, anziani, vestiti eleganti ed armati di katana - insomma, gli stessi che aveva visto anche Leap. Questo le dava una certa sicurezza riguardo a coloro che le si trovavano davanti in quel momento.
    Riusciva a riconoscere Seiko, che come i due ragazzi legati alle sue spalle aveva avuto un ruolo decisivo nella caduta di Madame de Steal. Era abbastanza sicura di conoscere anche l'altro ragazzino, eppure non riusciva a capire dove lo avesse già visto, principalmente perché a volto coperto non era poi tanto dissimile dalla maggioranza dei suoi coetanei. Per quanto invece riguardava il non vedente, o almeno le pareva lo fosse una volta compreso che quel rumore ritmico che li aveva annunciati era dovuto al bastone che stringeva tra le mani, non aveva la più pallida idea di chi fosse ma a giudicare dal vestiario doveva decisamente essere un membro di Deep Void. O un pendolare, ad essere del tutto onesti.
    Bando alle ciance, vecchiacci! - esclamò con foga Rin, quasi come non le importasse nulla di ciò che gli altri avevano da dire. Era davvero possibile fosse la più giovane criminale in città?
    Incontri ripetuti con gente decisamente più anziana di lei a parte, con velocità estrasse un oggetto da dietro la schiena con la mano destra, alzandolo al lato del suo volto. Il rumore di una piccola esplosione avrebbe probabilmente colpito di sorpresa tutti tranne lei, compresi i suoi alleati. Avrebbe voluto informarli prima ma onestamente non ci aveva riflettuto e poi erano arrivati quei tizi, poco male alla fin fine.
    Nel giro di un paio di secondi, forse qualcuno in più per Norio, tutti avrebbero comunque potuto capire che quell'intento era tutt'altro che aggressivo. Osservando bene l'oggetto nella mano di Switchblade avrebbero potuto notare un piccolo e grezzo groviglio di cavi e chip verdognoli con un piccolo bottone mal raffazzonato. Quel telecomando non era certo il suo orgoglio da ingegnere ma non era necessario studiare un metodo per unire il design allo scopo anche in un caso simile.
    Quanto all'esplosione, avrebbero potuto notare che in punti del soffitto ben calibrati in modo da evitare crolli strutturali si erano formati dei buchi dai quali erano cadute nella stanza numerose sbarre grandi poco più di un mattone simili al ferro, ma che Zhen non sarebbe stato in grado di percepire come tali con la sua unicità.
    Materiale anti unicità. - aggiunse quindi in fretta, cercando di placare sul nascere eventuali ostilità dovute al suo gesto. Avrebbe potuto scegliere almeno duecento modi migliori di porsi? Sì. Le importava? Probabilmente no.
    Non fate mosse strane, perché facciamo tutti schifo ora. - sul suo viso prese spazio un sorriso colpevole, puntando i suoi occhi sul volto coperto di Seiko. Il motivo per cui aveva rivelato quel piccolo asso nella manica solo ora era per tenersi al sicuro nel caso in cui il gruppo criminale avesse avuto unicità di scouting o percezione e avesse quindi preferito non cadere nella "trappola". Ovviamente quel materiale non faceva magie, lei stessa aveva ammesso di averlo dovuto legare addosso a Juggler per impedirgli di usare la sua. Insomma, se la soluzione che aveva trovato per il prestigiatore era un brucia incenso quella era un profumatore per ambienti: non avrebbe impedito a nessuno di utilizzare la propria unicità, l'avrebbe solamente peggiorata a tutti per induzione. Sul momento l'unico a rendersi immediatamente conto del suo effetto sarebbe probabilmente stato Norio, percependo in maniera leggermente più distorta gli stimoli dai due compagni, ma nulla che lo rendesse cieco come senza l'utilizzo dell'unicità.
    Dato che sapete già il mio nome... - un'indiretta risposta alle parole del non vedente, che aveva chiesto un nome. Seiko le aveva già rovinato le presentazioni e non aveva intenzione di essere lei a fare il nome delle sue due compagne. Se avevano intenzione di presentarsi lo avrebbero fatto loro, non sarebbe stata lei a metterle a rischio. Aveva poi deciso di ignorare la domanda retorica della donna, sicura che con un minimo di materia grigia avrebbe capito da sola perché i due erano ancora legati - Gradirei sapere anche io il vostro... e quello del vostro ingegnere. - aggiunse ridacchiando - Questa è la nostra unica richiesta. Il nome del vostro tizio che si diverte a giocherellare coi nostri equipaggiamenti e potete riavere indietro Asui, Lapsus e un bel bigliettino di ringraziamenti. - e quello era tutto ciò che aveva da dire, prendere o lasciare. Era curiosa delle reazioni del gruppetto nemico ma anche delle sue due compagne. Per ora quei tre, esclusa la donna, non sembravano molto pericolosi. Su di lei, però, aveva sentito molte storie in giro. Era abbastanza sicura che Arabella e Hana, nel caso di una lotta, sarebbero riuscite a tenere testa agli altri due. Il tizio vestito elegante, però, la confondeva: avevano mandato una persona non vedente per fungere da emissario per mostrare le loro buone intenzioni oppure aveva qualche potere nascosto che lo rendeva un super guerriero nel caso in cui le cose fossero andate male? Non era da escludere, poi, che stesse semplicemente fingendo.
    ❖ i'm armed to the teeth like a fucking animal ❖


    CITAZIONE
    Ordine post: Hana, Arabella, Zhen, Norio.
    Il materiale anti-quirk rende difficile (ma non impossibile) utilizzare la propria unicità, il che si traduce in danni lievi per tutti per equilibrare i dislivelli. Parametri, energia, costo delle tecniche e riduzioni date dal livello o dalle suit sono ancora in atto, con eventuali eccezioni (eventuali combattimenti saranno comunque masterati e pertanto sarà il master ad assegnare i danni, non preoccupatevi). A voi un giro di reazione all'accaduto, per tutti: dal prossimo post, anche in base a ciò che farete, potremmo ridurre l'intervento masterato a uno in modo da rendere il tutto più agevole, salvo casi particolari che necessitano di un approfondimento da parte di entrambi i PNG. Buona scrittura. :**:
     
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    Aveva sentito bene?
    Quelli che la senpai stava mostrando a Rin erano shuriken e s p l o s i v i ?
    Fighissimi.
    Non vedeva l'ora di vederli in azione.
    O forse no, perché allora avrebbe voluto dire che la trattativa era andata malissimo.

    In ogni caso, non riusciva a trattenere gli sguardi di ammirazione-quasi-venerazione per Arabella. Così professionale. Preparata. Lucida.

    Insomma, le frecciatine che aveva riservato a Rin facevano intuire che Ara avrebbe davvero gradito ricevere qualche istruzione più dettagliata - e con un po' più di anticipo, per prepararsi meglio a quell'incontro, eppure eccola là a dettare formazione ottimale e schemi da seguire, come il coach di una squadra di calcio.

    « Mi sta bene, Steel. Non sono molto brava a nascondermi, preferisco stare pronta a intervenire. »

    Pronunciò quel nome in codice con estrema soddisfazione. Fino ad allora, durante le ronde l'aveva sempre chiamata con un generico "senpai", ma tutto di quella sera sembrava essere un upgrade decisivo alla sua piccola carriera di vigilante.

    Si posizionò quindi accanto a Switchblade, lasciando tra di loro uno spazio di circa un metro e mezzo per evitare che si pestassero i piedi a vicenda in caso di movimenti improvvisi, e imitando la senpai si liberò dello zaino lanciandolo verso la parete.

    Fu proprio quando la voce distorta dal casco di Steel chiese se ci fosse altro da dire, che Hana provò una sensazione straordinariamente simile a quella che aveva provato la prima volta che era salita su una montagna russa davvero alta.
    Precisamente, le ricordava l'esatto momento in cui si era seduta e l'addetto alla giostra aveva abbassato la sbarra di sicurezza augurandole *b u o n d i v e r t i m e n t o*.

    Buon divertimento?
    Dico, ma l'hai vista quanto sale?
    Non sembrava così alta da fuori.

    ...è troppo tradi per scendere, vero?


    La porta della palestra si spalancò proprio in quel momento, rivelando tre figure che non sembravano affatto come gli uomini in nero glabri e tutti uguali che Hana aveva già avuto modo di "conoscere".

    Istintivamente si irrigidì: i modi di fare irruenti di quella che sembrava la capetta del gruppo non le piacevano. Tanto valeva prendersi subito a cazzotti, se queste erano le premesse.

    Fortunatamente, il tizio cieco (o presunto tale, visto il bastone) e ben vestito parlò con intenzioni ben più diplomatiche, mentre l'ultimo membro del trio rimase in silenzio.
    Ecco, quello là gli piaceva ancora meno: forse per la maschera antigas che era inquetante già di per sé, o forse per l'influenza della cultura pop di manga e anime dove i personaggi misteriosi sono spesso e volentieri anche i più forti o i più infami, proprio non riusciva ad abbassare la guardia nei suoi confronti.

    Ad ogni modo, sarebbe stato scortese non presentarsi dopo che Darkstar era stato così gentile da riportare la conversazione a toni civili...
    ...Se solo Rin non se ne fosse uscita con un'altra delle sue trovate.

    L'esplosione, per quanti piccola e controllata che fosse, la colse totalmente alla sprovvista. Lo sguardo andò subito a cercare la fonte del rumore, verso il soffitto, annullando così sul nascere ogni tentativo da parte sua di far credere che fosse tutto parte di un piano ben studiato e soprattutto condiviso da tutto il team di Phantom.

    Materiale anti unicità.

    Dovette davvero sforzarsi per trattenere uno sguardo fulminante a Switchblade.
    Con la coda dell'occhio però, cercò un'intesa con Steel per capire almeno se anche lei fosse stata all'oscuro di quel piano.

    « Beh... Io sono Leap. » Disse infine con il suo miglior-finto timbro maschile, cercando di non farsi scappare una certa rassegnazione nei confronti di Switch e i suoi piani.

    « E avete sentito il capo. » Non aveva intenzione di ripetere quello che aveva già detto lei: la indicò con un cenno, incrociò le braccia e sollevò un sopracciglio, aspettando una risposta.

    Sì, ovviamente quella posa da dura l'aveva provata allo specchio un sacco di volte, prima di uscire.



    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    ©
    • Energia: 100/100
    • Forza: 019
    • Quirk: 028
    • Agilità: 028

    • Status: illesa
    • Tecniche usate:
    //


    • Equipaggiamento: Adaptive suit



    • Lista tecniche:

    HYPE [Livello 1]
    Costo: 15 PE
    Danno/Effetto: Tecnica ad ampio raggio - 2 metri [spostamento]

    BREAKDANCE [Livello 1]
    Costo: 10 PE
    Danno/Effetto: Tecnica Offensiva - Danni Lievi

    DUBSTEP [Livello 1]
    Costo: 15 PE
    Danno/Effetto: Tecnica ad ampio raggio - 2 metri [spostamento]

    AIRFLARE [Livello 1]
    Costo: 10 PE
    Danno/Effetto: Tecnica offensiva - Danni Lievi

    FREESTYLE [Livello 1]
    Costo: 60%*agilità PE [+2% PE mantenimento]
    Danno/Effetto: Power-Up [Agilità+10%]

     
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    La Vigilante trattenne un'imprecazione quando Deep Void fece il suo ingresso. Il tempismo con cui si erano presentati era inopportuno a dir poco. Nello stesso istante in cui Switchblade stava per dirle qualcosa...bam. Tempismo impeccabile, non c'è che dire. Perlomeno aveva la maschera e non doveva trattenere quando la cosa la infastidisse.
    [Vi stavamo aspettando] La voce risuonò fredda e metallica tanto da far venire i brividi. Se ne stava a braccia conserte, in mezzo ai due ostaggi, gli occhi gialli della maschera intenti a fissare il gruppetto con un fare molto da tipo tenebroso dei film. Non le piacque affatto il tono con cui Seiko si rivolse loro, troppo battagliero, e il fatto che sembrasse il capo non rendeva la situazione più tranquilla. Il presentimento che quella notte sarebbe andato tutto a quel paese si stava facendo sempre più forte. I muscoli erano tesi, pareva un animale pronto a scattare al minimo cenno di un passo falso, per quanto provasse a nasconderlo. Il bello della maschera era che poteva guardare davanti a sè e nessuno poteva sapere bene chi stava guardando.
    Da prima il suo sguardo si concentrò ovviamente sulla tipa che aveva parlato, quella dalla lingua biforcuta. Il volto era coperto, così come quello degli altri, ma a giudicare dal modo in cui si era espressa e dal linguaggio corporeo la etichettò subito come la testa calda del trio.
    Il secondo su cui si concentrò fu Norio, quello col bastone. Più diplomatico, educato perfino, si inchinò a salutare e ringraziò loro per la premura di essersi presi cura dei loro compagni rapiti. Era il cervello, o quantomeno la lingua. Il terzo...
    BOOM!
    Switchblade attivò dell'esplosivo.
    Hana mise subito in chiaro che non ne sapeva niente, rivelando la cosa ai membri di Deep Void che avevano notato quel comportamento. Arabella fu meno appariscente ma non per questo meno sorpresa. Le braccia erano passate da conserte a lungo i fianchi, le mani in direzione dei punti in cui aveva messo i due shuriken. Una posa che poteva benissimo essere scambiata come una posa difensiva nel caso gli altri avessero reagito male. Ma era stata semplicemente presa dall'impulso. Dal panico. Per un attimo aveva pensato che Deep Void avesse messo esplosivo per tutta la casa e che gliela stavano facendo crollare addosso. L'attimo dopo i neuroni si erano messi in accordo e l avevano ricordato cosa aveva fatto Switchblade, tirando fuori qualcosa e urlando "Bando alle ciance, vecchiacci!" come qualunque persona calma e controllata.
    [Mpf] Quel suono infastidito, a causa del microfono camuffa-voce, risuonò molto come il verso di Darth Vader. La maschera era rivolta verso l'alto, a guardare ora i crateri e i punti in cui si erano formati. Sperava che non le sarebbe crollato addosso il soffitto. Quella casa pareva tutto fuorchè sicura. Forse era perchè apparteneva a Cube.
    Agitò lievemente il capo, un segno quasi impercettibile, e tornò a guardare davanti a sè. Non approvava quella mancanza di informazioni da Switchblade, ma si consolò pensando che era quello che l'altra volesse comunicarle prima dell'arrivo del trio. E sperò dentro di se che non avesse altre sorprese.
    Da Switchblade tornò a guardare il terzo.
    Lo riconobbe. Era lui. Era lo spacciatore. Era quello del coltello. Era di Deep Void quindi?
    La maschera era rivolta nella sua direzione. Stava in silenzio. Completo silenzio. Schiena contro il muro e un ostaggio per lato.
    Non si era premunita di rispondere alla richiesta del nome. Lei non parlava. Non era tenuta a parlare. Non si era rivolta a lui. E lei doveva solo fare la guardia.
    E intanto la polvere anti-unicità cadeva e si sentiva formicolare la pelle. Quanto le avrebbe inibito il quirk? Sarebbe stata in grado di combattere? Pensava di si ma non sapeva quanto la polvere le avrebbe inibito le capacità.
    Accidenti, quanto avrebbe voluto dirgliene quattro a Rin in quel momento.


    ❖ Steel true, blade straight ❖
     
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