Bubblegum Smoke

Haru Yagami non si divertiva.
Era un problema? A quanto pare si. Era un problema serio. Non solo non si stava divertendo, non solo era annoiato ma era anche in uno stato...nervoso? Si, potremmo dire così. Diciamo semplicemente che non era di buon umore. L'ultima volta che si era divertito risaliva a parecchio tempo prima, quando le serate erano ancora immerse nell'abbraccio dell'estate e non nello sputo dell'autunno. Già, Haru non era di buon umore quella sera.
Finiti i manga da leggere, finiti i videogiochi, finito tutto cosa restava da fare? Il rosata aveva risposto con una passeggiata notturna, sperando che la serata prendesse una piega interessante, magari fare un salto a quell'arena di cui aveva sentito parlare o magari ancora andare in quel posto lì dove appuntano le taglie e farci un pensierino.
Girava, non con una meta precisa, solo lasciando che i piedi lo portassero dove volevano. E il fatto di non riuscire a decidere dove andare e cosa fare, il fatto che il periodo stesse diventando noioso e stressante lo metteva in una brutta posizione. Avete presente quel meme? Su internet gira di tanto in tanto. C'è una maschera triste, con gli occhi arrossati pieni di lacrime, ma il tipo che la indossa se la ride. Haru era così. Solo al contrario.
Indossava una maschera sorridente, tranquilla e simpatica. Era la maschera dell'amicone, di quello che fa amicizia, che ti fa "bella" e ti batte il cinque anche se non ti conosce. E lui la sapeva indossare bene, come ogni maschera. C'era un problemino in quella performance, tuttavia: gli occhi. Come ogni maschera basta guardare le fessure degli occhi per capire chi c'è sotto. E non era una persona allegra.
Se non per gli occhi dal modo in cui prendeva a calci i sassolini. Pareva quantomeno una persona terribilmente annoiata.

« Psst! Heeeey, tu! Sì, tu! ​»

"Uh?" Sentiva le voci ora? Si guardò attorno. Sulle prime non c'era nessuno, era solo su quel marciapiede, ma poi lo vide: infilato in un vicolo come uno spacciatore in cerca di clientela. "Dici a me?" A chi altri sennò? Non c'era anima viva lì.
Ora. Qualcuno avrebbe avuto fifa ad essere avvicinato da uno sconosciuto in un vicolo. Haru era guardingo ma non per questo si tirò indietro. Il tipo sorrideva e a sua volta Haru ricambiava con un largo sorriso. "Hai bisogno di qualcosa?" Domandò per poi aggiungere a palmo di mano aperto e il tono di voce contenuto. "Non sono in vena di comprare pasticche, te lo dico subito prima che mi fai la tirata" Inclinò a sinistra il capo, osservando per bene chi aveva davanti. Dall'altro lato del marciapiede non se ne era accorto ma il tipo era un ragazzino. Oddio, non è che avesse chissà quanti anni di differenza rispetto a lui. Però...

Haru Yagami

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Esiste una teoria. Era di un filosofo, o forse uno psicologo chissà, che guardava al mondo come una scala. O perlomeno, così se la ricordava Haru.
A questa scala stava pensando il rosato mentre guardava il piccolo e tenero Kaworu mentre cercava di impietosirlo.
Pareva un gattino, uno di quelli che il Villain guardava nello schermo del telefonino, e sembrava davvero triste. Povero cucciolo. Cacciato via perchè senza documenti e con degli amici che tanto aspettavano le agognate sigarette. Pressato dall'aspettative e dalla responsabilità cosa mai poteva fare se non chiedere aiuto. Haru guardò al tutto con un'espressione impietosita, dispiaciuta, con il labbro quasi sporto in avanti tanto che pareva lui adesso il gattino sotto la pioggia. "Oh caspiterina, sei proprio sfortunato"

Si mise una mano dietro la testa, passandosi le dita tra i capelli rosati. Assunse un'espressione pensierosa. Il ragazzo chiedeva che gli prendesse le sigarette e cosa gli costava mai assecondarlo? Aiutarlo e soccorrere quel ragazzo in difficoltà? Senza contare che si mise perfino a fare un inchino e a pregare la...signorina. Sulle labbra di Haru passò rapido un sorriso. Guizzò come una scossa un sorriso ricolmo di divertimento. Nessuna offesa, nessun fastidio. Quel sorriso maligno mutò subito pelle in un sorriso benevolo. "Ho capito, ho capito. Non c'è bisogno che ti inchini. Ti darò una mano, su su." Prese le mani del ragazzo tra le sue e provò ad aprirle, tirar fuori i soldi.

"Ti chiedo un favore, però. La prossima volta che esci portati dei documenti o finirai nei guai. Va bene?" Guardò dritto negli occhi il giovane, dritto dritto negli occhi con espressione seria. "Come ti chiami, ragazzo?"

Avrebbe aspettato di sapere il nome del giovane, e che aprisse le mani permettendogli di prendere i soldi, per poi incamminarsi verso l'uscita del vicolo. "Aspettami qui. Ci metterò un secondo." E così facendo si diresse a passo lento verso il negozietto.

Un minuto. Due minuti. Tre minuti. Quattro minuti. Cinque minuti.
I minuti passavano e il rosato non sembrava tornare. Era scappato via? Ma no, Kaworu aveva potuto vederlo benissimo mentre varcava la soglia del negozietto. Il tempo passava e passava e Haru sembrava sparito. Un tempo veramente troppo esagerato per prendere delle sigarette. Che stava facendo? Chissà.
Sta di fatto che ci mise davvero tanto prima di uscire.
Fece la sua entrata in scena, fischiettando. Tra le mani aveva un pacchetto e no, non era di sigarette ma era un pacchetto di orsacchiotti di gomma multicolore. Ne stava tenendo uno tra pollice e indice, strizzandolo e sorridendo. L'orsacchiotto brillava sotto la luce del lampione. Sempre fischiettando camminava senza fretta in direzione del vicolo e...un attimo, come mai non si stava fermando all'imbocco del vicolo ma stava proseguendo oltre? Senza neanche degnare un'occhiata in direzione del vicolo.

Haru Yagami

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"Uh, come il cantante" Commentò con un sorrisetto. Chissà se era un fan o se era davvero il suo nome. O se semplicemente gli era saltato in testa quel nome a caso. Si, perchè Haru dubitava fortemente che il ragazzo stesse dicendo la verità. Anche il rosato era stato minorenne e anche lui aveva trovato e assistito ai vari escamotage per farla sotto al naso della legge. Gliene importava qualcosa? Nah.

All'uscita dal negozietto pareva persino essersi dimenticato di quel giovane nel vicolo. Si girò nell'udire i passi, aspettandosi una mano sulla spalla, una tirata per la felpa e insomma...non uno spintone. Quello lo colse impreparato. Volò in avanti, braccia protese ad attutire la caduta ed una bella botta alla schiena. Atterrò sul cemento, le mani bruciavano e un paio di sassolini si erano conficcati nella carne, sporcando tutto. Doveva essere bello impolverato e sporco su quel sudicio pezzo di strada. La sorpresa sul suo viso sparì a poco a poco, Kastiel lo tirò e lo rigirò in su minacciandolo.

"Mammina non ti ha insegnato che non bisogna fidarsi degli sconosciuti?" Replicò con un sorrisetto. Poi aprì bocca e sputò. In bocca teneva ancora un orsacchiotto, o perlomeno quel che rimaneva di un orsacchiotto di gomma dopo essere stato masticato e insalivato fino a diventare un ammasso gommoso e appiccicoso. Mentre sputava cercò di mirare ad un occhio ma gli sarebbe andato bene anche solo colpirlo su quel faccino.

Sperando che la distrazione funzionasse, con un colpo di reni provò a rimettersi in piedi e dare un bello spintone al busto del ragazzo. Voleva ribaltare i ruoli, lui in piedi e Kastiel a terra. Per ora non voleva andarci giù pesante, voleva vedere....aspetta. I dolciumi dove erano finiti? Alzò un poco lo sguardo ed eccoli li, a poca distanza. Quasi tutti sparsi a terra, contenitore mezzo svuotato del contenuto. Ahia.

Haru Yagami

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Il ragazzo si era parato, per così dire, dallo sputo. Ad Haru sarebbe piaciuto parecchio colpirlo dritto in un occhio ma la mira non era stata una delle migliori e il ragazzino aveva scampato a quel piccolo oltraggio da parte del rosato. E mentre lui se ne stava in piedi, Kastiel ribolliva di rabbia per quel gesto e pareva pronto a fargliela pagare cara. "Mi hai fatto cadere le caramelle" Commentò guardando a terra corrucciato, come un bambino a cui hanno buttato il gelato. Soffiò dal naso, innervosito ulteriormente dall'aver perso ciò che aveva comprato giusto un attimo prima.

« SEI LA DONNA PIÙ RIVOLTANTE CHE ABBIA MAI INCONTRATO IN VITA MIA. ​»

Subito si voltò verso Kastiel ancora intento a ripulirsi dallo sputo. Sbuffò con aria palesemente annoiata, una mano infilata in tasca e l'altra penzoloni lungo il fianco. Guardava Kastiel con uno sguardo di sufficienza, come si potrebbe guardare un bambino troppo chiassoso. Simulò uno sbadiglio, agitando una mano davanti alla bocca aperta.

« NON HAI PROPRIO RISPETTO DI NULLA?! CERTI COLPI BASSI NON SI FANNO, ANCHE IN UNA RISSA. ​»

Alzò un sopracciglio a quelle parole. Silenzio. Incredulità sul volto del rosato.
Poi scoppiò a ridere.
"Sei un pochino ipocrita, lo sai?" Lo indicò con il dito, sorridendo. "Sei tu che hai attaccato alle spalle una povera donzella" Sbattè le palpebre con fare da femme fatale. Onore in una rissa? Forse chi voleva farsi pestare richiedeva una cosa del genere. A lui delle regole gliene era sempre fregato. Seguiva quelle di Deep Void per sopravvivenza e per gerarchia ma non gliene importava davvero. Ogni regola a cui si era sottomesso era sempre per un motivo preciso, impedire che gli venisse sottratta la libertà o la testa, e in questo caso non vedeva nessuna delle due minacciate. "Senza contare che mi hai fatto cadere le caramelle. E parli a me di rispetto? E colpi bassi? Pfff" Gli fece una pernacchia. All'ultimo istante, mentre Kastiel tentava un affondo all'altezza dello stomaco, ad Haru bastò girarsi improvvisamente di lato, lasciando che il braccio del giovane passasse oltre a fendere l'aria. "Se mi chiedi scusa in ginocchio potrei anche perdonarti sai?"

Tirò indietro il braccio destro e con uno scatto simile ad una molla fece partire il pugno in avanti, approffittando di quell'attimo per contrattaccare.
Nocche serrate. Nessun suono alla protagonista di film d'arti marziali. Un colpo diretto e preciso in direzione della testa di Kastiel. Altezza orecchio per essere precisi.

Haru Yagami

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Haru sapeva comportarsi come un bulletto delle elementari. Forse perchè alle elementari era stato davvero un bullo. Prendeva in giro, rubava le figurine, dava morsi ai compagni...cose tipiche di un bulletto insomma. E anche se era cresciuto, anche se era maturato sotto alcuni punti di vista, in lui persisteva quella cattiveria tipica di un bambino. Kastiel gli si era presentato in difficoltà e lui se ne era subito approfittato, quale miglior vittima del proprio malumore di una che si getta tra le tue braccia? Aveva bisogno di una valvola di sfogo, dopo tutto quello che era successo nell'ultimo periodo se la meritava.

Il pugno centrò il bersaglio. Sentì le nocche premere contro la testa di Kastiel e un sorrisetto soddisfatto gli piegò le labbra. Fece per tirare indietro il braccio, magari per colpire una seconda volta, quando con una velocità inaspettata se lo ritrovò afferrato. Il sorriso sparì, un'espressione stupita al suo posto.
Ancora preso da quel contrattacco inaspettato, da quella prontezza inusuale per chi è stato appena colpito alla testa, Haru venne tirato in avanti. Scivolò in avanti e il suo avversario gli assestò una ginocchiata allo stomaco. "Kah!" Il colpo gli tolse il fiato e si ritrovò a sputacchiare rivoli di saliva, disgustoso.

Si piegò in due dal dolore. E anche in quel dolore riuscì in qualche modo a reagire. Fece forza per tirar via indietro il braccio afferrato da Kastiel e con un improvviso impeto tentò di rifilare uno spintone. Non sperava di buttarlo a terra, solo di allontanarlo quanto bastava per riprendere fiato. "Sei proprio...ptu!" Sputò a terra senza finire l'insulto.
La schiena gli doleva, sentiva le mani bruciare e ora pure lo stomaco gli faceva male. Fortuna che non aveva mangiato nulla, aveva solo masticato...!!!

Alzò le mani come in segno di resa. "Diamoci una calmata ti va?" Si mise una mano all'altezza stomaco, massaggiandosi il punto colpito. La schiena poteva accettarlo, la pancia meno. "Non c'è bisogno di fare tutte queste storie per delle sigarette." Teneva sempre una mano davanti a sè, come davanti ad un animale rabbioso pronto ad attaccare. Si chinò a raccogliere una manciata di caramelle, molto lentamente, assieme al pacco. Guardò all'interno, alcuni orsacchiotti si erano salvati ma erano pochissimi rispetto a quelli finiti sul marciapiede. Sospirò e si mise quelle cadute in tasca, muovendo poi la testa verso il negozietto. Erano abbastanza distanti da non essere stati visti, complice anche l'illuminazione non ottimale. E per la distanza non avevano neanche fatto troppo rumore. "Adesso rimediamo, ok? Adesso io..."

Senza voltarsi e senza terminare la frase scattò in avanti, cercando di afferrare una qualunque parte di Kastiel e usandola come appiglio per buttarsi assieme a lui nel vicolo. Per essere precisi, per far finire il ragazzino a terra e lui sopra. E lontano da occhi indiscreti.

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Scrocchio di dita e minaccia da teppistello. Ad Haru pareva di essere finito in una qualche serie televisiva sui ggiovani, gli ci volle una buona dose di volontà per non scoppiare a ridere e mantenere quell'espressione timorosa che aveva messo su alle parole del ragazzo. Buttarlo giù, coglierlo di sorpresa e trascinarlo nel vicolo non risultò troppo difficile.

« No, non accetto pagamenti in natura! ​»

E a quel punto scoppiò a ridere.
Come faceva a non ridere? La situazione era assurda, surreale. Sentiva anche la testa girare, fluttuare un pochino, quel movimento improvviso pareva simile a quando metteva la testa sott'acqua. Una sensazione bizzarra ma a cui diede poco peso. "Questa era proprio divertente. Da che film degli anni '90 sei uscito, mh?"
Kastile provò a scostarsi ma mantenne la posizione, non lasciando che il ragazzo se ne andasse così facilmente. Si trovava sopra, Kastiel era una preda facile. Non ancora però. Gli occhi azzurri del Villain brillarono per un istante, la mano destra che scattava ad afferrarlo per il collo mentre l'altra cercava di ancorarsi alla spalla per tenerlo immobile. "Nessuna fretta. Ho proprio bisogno di sfogarmi stasera, sai?" Commentò con un ringhio minaccioso cercando di spingerlo a terra, di far peso con il corpo per ancorarlo giù sul terreno sudicio del vicolo. "Non ci sono occhi indiscreti a disturbarci. Ti consiglio di non trattenerti se non vuoi morire" Sussurrò. Il sorriso morì sulle labbra e con uno sguardo fisso in quello altrui alzò la gamba destra e tentò di affondare il ginocchio nello stomaco di Kastiel.
C'era qualcosa che non tornava, lo sentiva, ma l'adrenalina e il momento gli permisero di ignorare il tutto per focalizzarsi sullo scontro. Aveva bisogno, aveva davvero bisogno di una valvola di sfogo. E sperava davvero che quel ragazzo capitato tra le ruote potesse essere all'altezza di tale compito.

Haru Yagami

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Niente.
Haru si era aspettato un tentativo di ribellione, si era aspettato che in una situazione simile il ragazzo si sarebbe sfogato, avrebbe usato il proprio quirk in barba alla legge. Se lo era tanto aspettato che si era preparato a mollare la presa e gettarsi di lato, cercando di schivare qualunque attacco l'altro potesse avere in serbo per lui.
Ma non era successo niente.
A parte l'urlo da protagonista anime durante la sua mossa finale. Tutto ciò lo aveva talmente sconcertato, preso alla sprovvista e deluso (si, tutto un miscuglio di emozioni in circa cinque secondi) che la presa sulla gola del giovane si era allentata per riflesso. E ora? Se la doveva prendere semplicemente con quel ragazzino? Picchiarlo e quasi ammazzarlo senza ricevere la soddisfazione di un incontro decente? L'espressione del Villain si afflosciò, fissò il ragazzo con un senso di disgusto. "Non sai usare la tua unicità." Sussurrò. "Che imbarazzo" Sospirò e mollò la presa dalla gola. Si mise in piedi e si allontanò di un passo, giusto mentre il negoziante faceva la sua entrata in scena in quel vicolo.
Haru si voltò a guardarlo.
Ora c'era troppa gente, anche se avesse voluto picchiare Kastiel poi si sarebbe dovuto occupare di quel testimone. Troppa fatica, troppo lavoro per uno scontro che non si prospettava appagante. "E' tutto apposto, non si preoccupi. C'è stato solo un piccolo fraintendimento." Tirò su con il naso, fortuna che erano al buio perchè era abbastanza sicuro di avere i pantaloni e la felpa sporchi. "Spero non ci siano rancori ora che ci siamo chiariti" Disse rivolgendosi ora a Kastiel mostrando un sorriso. "Fa attenzione la prossima volta" Con un dito si picchiettò il collo, indicandogli un punto dove le unghie di Haru lo avevano graffiato. Agitò le dita in mo di saluto e si diresse verso l'uscita del vicolo, senza più rivolgere attenzione ai due. Aveva fatto a botte, se botte si potevano chiamare un paio di pugni e spintoni, si sentiva uno straccio, non si era sfogato come voleva e cosa peggiore aveva perso parte delle caramelle che si era comprato nel negozio. Che brutta serata. Davvero una brutta serata.

Haru Yagami

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