Shoplifters of the World Unite

Con un lungo sospiro, il collo di Rei calò a picco come un'ancora che scivola nell'oscurità alla ricerca del fondale marino. Le ciocche colorate dei suoi capelli si sciolsero lentamente, tornando inchiostro nero che colava verso la pozza che, placida sul terreno, si stava pian piano asciugando. Tale era l'essenza dell'unicità della ragazza: un pigmento fugace e momentaneo che, estremamente facilmente biodegradabile, dopo qualche minuto non lasciava più traccia del tratto che lo aveva spalmato su un foglio. O sul cemento, in questo caso.
Passata l'agitazione e il momento di pericolo, scrollandosi di dosso l'adrenalina, anche gli strascichi di quella sua bizzarra forma alternata svanivano proprio come quell'inchiostro. Proprio come non era in grado di controllare il proprio flusso di pensieri o il proprio comportamento in quel bizzarro stato non riusciva neanche ancora a gestirne per bene la durata. Ottenuta una confessione al tapiro pareva che quella sorta di Rei alternativa sentisse semplicemente di aver compiuto il proprio dovere, lasciando nuovamente spazio alla Rei originale. Chiaramente tutto questo discorso è errato nel suo essere una semplificazione: non esistevano davvero due Rei, solamente due diversi modi per la stessa coscienza di manifestarsi al mondo. Repressa e frustrata l'una, priva di vergogna e limiti l'altra, che per comodità d'ora in poi chiameremo col modesto nome di Kami/Rei.
Sebbene Kami/Rei gli avesse puntato dieci proiettili di solido inchiostro in faccia, forse anche Izusu aveva fatto in tempo a rendersi conto che la più temibile delle due modalità di porsi della giovane Okazaki fosse in realtà la sua forma ordinaria. Ripreso possesso dei propri pensieri, infatti, non ci mise neppure un secondo ad aggredire nuovamente il ragazzo dalle braccia congelate.
Ghhhhhhh... - tremando di rabbia, con entrambe le mani si mosse ad afferrare le piccole, pelose orecchie del pupazzo a forma di tapiro per poi scagliarlo come una mazza chiodata in faccia al criminale di fronte a lei. Chiaramente continuando comunque a stringerlo, non era certamente sua intenzione farselo rubare di nuovo.
Nonostante tutto, come detto non esistevano davvero due Rei e quei due stati di coscienza erano semplicemente l'espressione dello stesso subconscio. Pur esprimendosi in due maniere completamente differenti, quegli atti erano l'effetto della stessa linea di pensiero. Rei aveva quindi deciso di risparmiare il ladruncolo... forse. Oggettivamente non aveva in realtà detto nulla a riguardo e soprattutto non era sua intenzione dare la sua parola ad un criminale che aveva derubato chissà quante altre persone prima di lei e soprattutto che le aveva rubato il tesserino della Licenza. Forse avrebbe utilizzato il suo nome per denunciarlo alla polizia, ammesso che fosse stato così stupido da essere sincero. Forse lo avrebbe semplicemente ammanettato di lì a poco, cambiando idea alla reazione del ragazzo dopo il colpo del pupazzo in caso si fosse ribellato.
La verità era che forse quel ragazzo le faceva un po' pena. Chissà, magari era costretto a rubare per vivere, qualcosa che lei non aveva certo mai potuto sperimentare nella sua facoltosa vita da ereditiera. Era anche vero però che in quel caso avrebbe provato a rubare del cibo da qualche supermercato, non certo nelle boutique a Ginza. Forse una parte di lei non voleva semplicemente sottostare all'annosa burocrazia che l'avrebbe costretta, tra le altre cose, a mettere nero su bianco per sempre negli archivi di stato il fatto che quel giorno avesse comprato il pupazzo di un tapiro. Comprendersi era un atto che aveva sempre trovato difficile, figuriamoci ora che era imbarcata in quella bizzarra avventura d'eroismo di cui ancora non era convinta appieno. A conti fatti però nessuno aveva visto cos'era accaduto in quel vicolo, il furto del giovane era stato discreto, al di là di tutto ciò che di sbagliato accadeva di solito nelle storie di formazione degli eroi quando lasciavano andare via un criminale non vi era alcun tipo di lato negativo nel semplicemente lasciarlo fuggire.
Io non lo so se-se sei sincero o no. - disse quindi aggrottando le sopracciglia, lasciando cadere il tapiro a terra e tentando di afferrare il ladro per la collottola, trascinandolo a solo qualche pericoloso centimetro dal proprio volto - M-ma ti giuro che se vedo di nuovo il tu-tuo brutto muso in giro a fa-fare qualcosa che non devi pa-passerai il resto della tua vita in una ce-cella, Morikawa Izusu. - avrebbe quindi aggiunto, affondando ancora di più le sopracciglia nel goffo tentativo di incutergli timore. Dopodiché, forse, lo avrebbe lasciato andare, fingendo che semplicemente nulla fosse successo.

Tried living in the real world Instead of a shell... I was bored before I even began

Il suo labbro inferiore tremava leggermente mentre osservava il ladruncolo negli occhi. Non era ancora convinta che quella fosse la cosa giusta da fare e senza alcun dubbio andava contro a tutto ciò che avevano cercato di insegnarle a scuola. Forse, alla fin fine, per quanto potesse provare ad impegnarsi, non sarebbe mai diventata una brava eroina. Eppure quel ragazzo era così goffo ed impacciato che quasi si sentiva in colpa a fermarlo. E poi in un certo senso aveva ragione: aveva praticamente utilizzato l'unicità solo per difendersi, a conti fatti non rientrava sotto la sua giurisdizione. Era difficile capire se tutti quei pensieri avessero un senso, se era giusto parlare di giurisdizione quando si parlava di giustizia e così via. Era evidente che almeno da quel punto di vista la sua formazione fosse incompleta. Forse sarebbe dovuta essere più attenta alle lezioni del professor Minamoto o magari le mancava semplicemente l'esperienza del mondo reale.
Sbuffò stringendo il pupazzo con entrambe le mani, osservando il ragazzo. Che il suo pentimento fosse autentico o meno, nonostante l'empatia richiesta a qualsiasi artista Rei non aveva modo di dirlo. La sua esperienza con le persone era ben poca, figuriamoci quella con i maschi. Era anzi quasi un miracolo che fosse riuscita a parlargli con tutta quella sicurezza e a sostenere il suo sguardo fino ad adesso. Tutto ciò che poteva fare era fidarsi della sua parola, che molto probabilmente era a sua volta ben poco affidabile. Credeva davvero in ciò che aveva detto, però: Rei non gli stava offrendo il perdono, gli stava offrendo solo una possibilità, e su questo il ragazzo avrebbe potuto scommetterci. Se avesse visto il suo volto in giro tra i compiti assegnati agli eroi novelli (dubitava potesse meritarsi l'attenzione dai Pro) o se lo avesse beccato di nuovo con le mani nel sacco non avrebbe mostrato la stessa misericordia che aveva mostrato ora.
Con ben poca attenzione alle mani ghiacciate del ragazzo dai capelli bianchi, nonostante i poteri da lui dimostrati, afferrò in fretta e furia la Licenza che gli stava riconsegnando. La superficie era come ricoperta di prima e sembrava quasi fosse stata incastonata in un cubetto di ghiaccio molto sottile... un parallelepipedo di ghiaccio quindi, per essere più tecnicamente corretti. Le scritte erano quasi illeggibili e la sua foto sembrava una vecchia istantanea scattata almeno una decina di anni prima e ormai sbiadita. Sperava proprio per quel ragazzino che fosse solo l'effetto della patina di ghiaccio che la ricopriva o la sua gentilezza sarebbe durata molto meno di quanto previsto. In quel caso avrebbe usato tutte le sue risorse per trovarlo e fargliela pagare, e sebbene non avesse chissà quale influenza nel mondo degli eroi essendo una semplice tirocinante era pur sempre dotata di una quantità spropositata di denaro. Solitamente per trovare una persona e fargliela pagare quella semplice condizione era più che sufficiente, ignorando le questioni legali.
Tch. - sbuffò stizzita, tenendo il tesserino con l'indice e il pollice di entrambe le mani e alzandolo al cielo per osservarlo meglio, come fosse un oggetto incastonato in una pietra preziosa. I suoi polpastrelli iniziavano a dare il classico fastidio di quando si tocca qualcosa di troppo freddo, quindi alla fine l'unicità del tizio era davvero collegata al ghiaccio. Quel dato e le sue braccia così particolari, assieme al fatto che non sembrava pienamente in controllo della sua unicità le avrebbero permesso di rintracciarlo meglio di quel nome, vero o falso che fosse, in caso di evenienza. Mentre inclinava la tessera in varie direzioni per cercare di osservarne i riflessi ascoltò i consigli gentilmente offerti dal ladruncolo.
Come se corressi il rischio. - borbottò tra sé e sé, con la maggior parte della concentrazione ancora dedicata al tesserino - Non ho mica degli amici. - specificò abbassando la mancina ai fianchi, le dita ormai troppo doloranti a causa del contatto col freddo. Non fece particolare caso a ciò che aveva appena detto sovrappensiero, non era poi così importante. In realtà per quanto le desse fastidio ammetterlo gli altri consigli dati dal criminale erano davvero utili, perché molto probabilmente la prima cosa che avrebbe provato a fare una volta giunta a casa sarebbe stato infilare la Licenza nel microonde o qualcosa di simile. A conti fatti non sembrava davvero un cattivo ragazzo, solamente uno abbastanza stupido da mettersi nei guai per un po' di soldi.
... beh, sparisci, no? - borbottò guardandolo, lasciandosi poi andare ad un lungo sospiro. Giunta a quel punto tutto ciò che voleva era andare a casa e riposarsi un po' prima della ronda notturna. Sperava solo che la sua notoria bocca larga non si sarebbe mai lasciata scappare nulla su quell'incontro in presenza delle persone sbagliate o sarebbe davvero potuta finire nei guai, guai molto grossi.

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Per la vita di Rei e gli standard a cui era abituata, quella giornata era già stata abbastanza. Normalmente a quel punto sarebbe tornata a casa e se ne sarebbe andata a dormire senza neppure cenare: non era molto brava a gestire la pressione e gli imprevisti, quando qualcosa di simile succedeva nella sua vita aveva sempre bisogno di ripararsi per recuperare le energie. Tristemente quel giorno non se lo sarebbe potuto permettere.
Le sue gote arrossirono sentendo le ultime parole che il ragazzo dai capelli bianchi le rivolse, rendendosi conto solamente in quel momento di ciò che aveva detto. Se un tempo era sicura che gli amici non servissero a nulla e che tutte le persone che la circondavano lo facevano solo in virtù del suo cognome e del suo essere danarosa doveva ammettere di stare cambiando pian piano idea negli ultimi tempi. Aveva incontrato, soprattutto dall'inizio del suo percorso di studi alla Yuuei, un sacco di persone che non badavano a quelle questioni ma sembravano comunque interessate a ronzarle attorno. Naru, Takeru, Kimama, persino quella bizzarra tizia dell'occhio demoniaco con cui aveva giocato a palle di neve, Yui. Erano tutte persone che in un modo o nell'altro non le davano particolare fastidio quando le stavano attorno... ma nonostante questo, considerarle amici in cuor suo era forse un po' troppo. E in ogni caso, anche volendo, nessuno di loro aveva un'unicità di fuoco che avrebbe potuto aiutarla a sbrinare la tessera congelata in questione come suggerito dal ladruncolo.
M-ma come ti permetti...?! - sbottò girandosi in fretta verso il ragazzo che intanto, pur claudicante, si stava allontanando. Era chiaramente impossibile che Rei potesse diventare amica di un individuo simile. Nonostante tutto, era comunque stata cresciuta come una persona facoltosa e dalla vita certamente non molto... normale. Per quanto a differenza della sua famiglia cercasse di avere uno sguardo un po' più aperto sul mondo e non giudicasse certo le persone dal loro reddito o dal loro stile di vita, forse intrattenere contatti con un effettivo criminale, gravi o meno che fossero i reati da lui commessi, non era il massimo. Al di là delle questioni morali, molto probabilmente avrebbe fatto decisamente danni al suo curriculum se si fosse scoperto. Anche volendo, le amicizie tra eroi e cattivi e tutte le contrizioni morali e personali che le accompagnavano rimanevano semplicemente materiali per i film e i fumetti, scenari inadatti alla vita reale.
M-ma tu guarda questo... - borbottò nuovamente, arricciando le labbra in una smorfia di disappunto. Dopo un lungo sospiro, il suo sguardo si posò sul peluche del tapiro che ancora stringeva tra le mani. Era davvero difficile quando per ottenere qualcosa non bastava semplicemente avere i soldi: aveva lottato di più per quel pupazzo che per la maggior parte delle cose della sua vita, per quanto ridicolo quel pensiero potesse essere.
Si lasciò andare ad un lungo abbraccio donato al paffuto animaletto peloso, sentendo le setole strofinarsi contro la sua guancia, contenta di esserne tornata in possesso. Nonostante questo, una volta arrivata a casa gli avrebbe dovuto dare una bella lavata. Si mosse alla ricerca della borsa del negozio per riporlo nuovamente al suo interno assieme alla tessera congelata, considerando rischioso il rimetterla nella borsetta: non voleva che sciogliendosi pian piano potesse inzuppare d'acqua il portafoglio o il suo telefono. Sebbene la sua unicità si assorbisse in un certo senso automaticamente, lo dimostrava il fatto che non rimaneva neppure una macchia nera sui muri e sul pavimento del vicoletto, non poteva certo essere sicura valesse lo stesso per l'unicità del fuggitivo e che quindi il ghiaccio sarebbe semplicemente sparito senza lasciare alcun residuo. Era invece molto più probabile che le sue fredde estremità avessero il semplice effetto di congelare il vapore acqueo o l'acqua circostante.
Va bene... - sussurrò passandosi una mano tra i capelli - Andiamo a casa, Izusu. - aggiunse infilando l'animaletto cucito all'interno della borsa di plastica del negozio. Per quanto forse l'idea di affibiargli quel nomignolo possa risultare dolce o curiosa vista dall'esterno, bisogna ricordare che Rei era in realtà una persona estremamente rancorosa e che spesso e volentieri quando nominava un oggetto o un'opera con il nome di una persona molto raramente il motivo era positivo e lusinghiero, anzi, decisamente il contrario.
Tornando a casa, rimuginando sull'accaduto e tra il timore che qualcuno potesse aver visto la scena e la paura che questo suo strappo alle regole potesse ritorcersi contro di lei si ritrovò nuovamente a pensare a quel nome e alla buffa proposta che il ladruncolo le aveva fatto prima di fuggire. Se non aveva mentito allora era davvero sprovveduto quanto immaginava: invitarla a cercarlo sui social con quel nome significava che probabilmente le aveva riferito il suo vero nome sebbene lei non avesse alcun modo di sincerarsene e lui avrebbe potuto semplicemente mentirle... forse in fondo non era davvero un cattivo ragazzo e si sarebbe ravveduto in futuro.

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