Love is war. You fall, you die.

Role | Momouko, Lowrence "jack sballow" & ... Kensei

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    Kensei Kurayami
    San Valentino.
    La festa degli innamorati.
    Coppiette cinguettanti, cioccolatini, fiori e promesse.
    Il giorno in cui viene celebrato l’amore in ogni sua forma.
    Il giorno in cui per le strade si percepisce un’aria di festa, di felicità e di …
    M̷̛͖͘Ǒ̶̟͍̌R̴͕̯͆̉Ţ̶̕͠Ë̸͖́͗.
    Nessuno osava avvicinarsi a quella panchina.
    Sembrava essersi creato una sorta di triangolo delle bermude dove chiunque entro un certo raggio non osava avvicinarsi per il timore di venire inghiottito e affondato.
    Aleggiava attorno un'aria pesante, malsana: che fosse posseduta da uno spirito maligno?
    No, niente di tutto questo.
    L'aria densa e minacciosa che scaturiva da quella panchina era tutta concentrata su un singolo individuo il cui sguardo pareva avvelenasse chiunque l'avesse incrociato anche solo per sbaglio.
    Si dice che niente sia più forte dell'amore. Stronzate - avrebbe detto il Kraken - l'istinto di protezione di un fratello andava oltre l'umana comprensione.
    Qualcuno poteva scambiare tutto ciò per gelosia, e forse in gran parte lo era ma non cambiava molto le carte in tavola.
    Lui era lì per un buon motivo.
    Un motivo nobile e quasi sacro per lui.
    Qualcuno aveva osato chiedere di uscire a sua sorella, proprio il giorno di San Valentino - ma tu guarda che fortuita e deplorevole coincidenza -, e lui di certo non si sarebbe lasciato sfuggire una simile occasione di scongiurare simile avvenimento festeggiare tale magno gaudio.
    Era seduto su quella panchina, scomposto come un drogato strafatto, vestito di una tuta monocroma nera larga tre taglie più di lui per mantenere comodi i tentacoli che pulsavano arrotolati al suo stomaco, come budella, per il nervosismo.
    Non certo un gran bel vedere fuori dai cancelli di una delle attrazioni di Tokyo che portava la firma del topo malefico dalla vocina che gli faceva accapponare la pelle.
    Con le mani chiuse tra di loro dentro l'enorme tasca della felpa, e il cappuccio tirato fin sopra la sua fronte, Dryas osservava con occhi ridotti a poco più che fessure quella figura dai capelli bianchi come la neve là in mezzo a via vai di persone.
    Dryas dell’Eden aveva pedinato sua sorella fino a quel punto, fino all'ingresso del parco divertimenti.
    In guerra, conoscere il terreno di scontro poteva essere decisivo tra una vittoria e una sconfitta e già Kensei partiva svantaggiato: se quello era il luogo dell'appuntamento significava che la figura misteriosa conosceva anche fin troppo i bene i gusti di sua sorella.
    E questo non andava per niente bene, visto che lui odiava quel genere di cose in realtà non proprio tutto.
    « Tsk! » ringhiò sommesso perchè ancora il rivale non si era fatto vedere, non aveva mostrato la sua faccia e neanche il suo sesso. Sarebbe stata un'altra ragazza? O un principe azzurro dai capelli biondo platino e il sorriso smagliante?
    Tutta quell'attesa stava iniziando ad innervosirlo, e il suo cuore batteva come un tamburo di guerra così forte che più volte pensò di stare per avere un infarto.

    Ora, per quanto fosse una spina nel fianco, un'inguaribile rompi coglioni che si caccia nei guai una volta sì e una pure, nonchè sua sorella maggiore e manager... le voleva bene.
    Le era in qualche modo affezionato anche se a volte avrebbe voluto strangolarla con tanta soddisfazione.
    A differenza di Jace, Momo era l'altra parte della medaglia... era ciò che Kensei definiva essere uno spiritello burlone e rompicazzo ma che lascia il vuoto cosmico senza la sua presenza. Non avrebbe mai potuto fare a meno di Momo, e non lo avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura che ci teneva a lei più di quanto ella stessa pensava.
    Kensei era nato iperprotettivo e probabilmente l'influenza della Madame non aveva fatto altro che innalzare questo suo lato da guardiano e per questo motivo non gli andava a genio che una delle sue sorelle venisse abbordata da una misteriosa figura sconosciuta... figurarsi poi quando le aveva chiesto un appuntamento!
    Aveva quasi sviluppato un sesto senso per questo genere di cose, come l'odore di sangue per uno squalo.
    E quel gusto amaro di ruggine si fece più forte quando si era presentato nei camerini di Momo per offrirle quel drink che le portava dopo ogni esibizione per "rinfrescarsi" la gola.
    L'aveva trovata mentre si metteva a tutto punto, con abiti diversi dal solito e un sorriso sornione che sembrava attraversarla da guancia a guancia.
    « Che stai facendo? Te ne vai? » le aveva chiesto.
    "Ooh~ Perché t'interessa?" gli aveva risposto con la sua solita vocina melliflua e ridacchiante.
    « No. Non mi interessa. Ma sentiamo. Dove andresti conciata così? » invece gli interessava eccome! Sembrò essere più un padre che un fratello in quel momento vedendo la figlia mettersi abiti succinti e prepararsi per una bella serata di divertimento e sballo.
    "SE-GRE-TO" le aveva detto con una vocina canzonatoria mirata proprio a pungerlo, sì, là, diretto nel cuore e lui avvertì quella stilettata fredda e irritante.
    La cosa gli dava ... fastidio?
    Sì molto, anzi no, moltissimo.
    La sua palpebra destra ballò e si mise di fronte alla porta con le braccia conserte e i tentacoli a sbarrare ogni via di uscita.
    Voleva provocarlo? Perfetto! C'era riuscita ma non se ne sarebbe andata così facilmente da lì.
    "Sei sicuro di non volermi lasciare passare... Kenny-Bo?" un'altra provocazione, stavolta più velata, sottile e dolce come l'arsenico.
    Avrebbe voluto farla restare lì, in quella stanza, farle un lavaggio di capo e rimproverarla sulla sua condotta poco consona alla sua posizione ma c'erano due motivi buoni per cui si fece da parte con un sonoro sbuffo d'arresa.
    Il primo, era che Momo poteva avere qualche carta in tavola per ricattarlo e avrebbe vinto a mani basse calpestando il suo orgoglio e questo gli dava più fastidio di ogni altra cosa.
    Il secondo era che lasciandola andare avrebbe potuto seguirla, pedinarla, e scoprire la viscida figura misteriosa che aveva osato chiederle di uscire il giorno di San Valentino e fargli cambiare idea.
    « Almeno vedi non cacciarti di nuovo nei guai, sorellina. » disse secco restando fermo sull'uscio il tempo necessario per darle qualche vantaggio.

    Kensei in quella panchina se ne stava ad osservare ogni persona che si avvicinava a sua sorella, il suo volto era una maschera fredda e calcolatrice come di un predatore paziente che attende la prima vittima che si avvicina al fiume per bere sfinita dalla disidratazione.
    Forse la misteriosa figura aveva vinto sul fattore terreno di gioco, ma sicuramente non si sarebbe aspettato un attacco a sorpresa come quello che aveva in serbo il Kraken.
    Chiunque sia...è molto scaltro e sa che carte giocare. Ma non funzionerà. Kensei non era lì per rovinare quel rapporto che ancora doveva nascere, no.
    Certo che no!
    Volevo solo fargli capire qual era il suo posto nel mondo, ovvero lontano da Momo.
    Ma non ci riuscirà... non vincerà.
    Già si sentiva soffiare un vento freddo quella notte che portava con sé un sussurro.
    « Carthago delenda est.»
    ◢ Villain | Eden's Thorn | Scheda | Liv.3 ◣

    CITAZIONE
    ReЙ :<3: Iruko

    [Role Extra per me]
     
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    JACK SBALLOW
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    C'era qualcosa di tremendamente sbagliato in casa Jackson, quel pomeriggio. E no, non mi riferisco ai biscotti bruciati in forno quella mattina o all'esorbitante quantità di Joy che Jack aveva prodotto quando Erika aveva chiesto un refill. No. C'era una musica nell'aria che riempiva il silenzio in maniera inquietante...

    Immaginate la scena come ripresa da un drone. Dalla cucina vi spostate nel salone (beh, del resto è un open space), e poi imboccate un largo corridoio che conduce ad una porta socchiusa, la musica che si fa via via sempre più forte. Facciamo finta che il vostro drone sia piccolo abbastanza da riuscire a passare attraverso lo spiraglio da cui filtra una sottile linea di vapore. Ed eccovi qui, nel bagno dei Jackson. Dove anziché esserci sparato reggae (Jack) o metal (Erika) a tutto fuoco durante un bagno rilassante, c'era... Questo.



    Il vostro drone deve scansarsi, per evitare di essere travolto da un paio di gambe che piroettando si spostano dalla vasca ad un altro punto poco lontano. Avete a malapena il tempo di stabilizzare la telecamera, prima che le gambe ricompaiano con uno svolazzante asciugamano attorno ad esse. Il dubbio gusto estetico dell'indumento improvvisato -ritraente le Tartarughe Ninja che giocano a beach volley con Mario, Luigi, Kirby e Link- non lascia dubbi sulla persona che avete innanzi. E' chiaramente Jack. Sollevando la telecamera, vedrete dei capelli ossigenati ancora bagnati scuotersi a destra e sinistra seguendo il ritmo della musica. Le mani battono due volte al ritmo della musica, quasi ad imitare una flamencata spagnola, prima di tornare rapidamente all'asciugamano calante per fissarlo per bene in vita. I fianchi prendono a muoversi, facendo scattare gli addominali, mentre la punta di un piede scivola a destra e sinistra in una versione rivisitata di un twist anni sessanta. Forse Jack non era la persona più intonata del mondo (spoiler: era così stonato da far ululare i cani del vicinato) ma tutto il talento che gli mancava nel canto lo aveva nel ballo.
    Con gli occhi chiusi, stringeva il rasoio come un microfono, muovendo le labbra in playback con la musica. Neppure il fono fu sufficiente a fermarlo, dato che finì col cantare -pardon, far finta di cantare- contro il flusso di aria calda.
    Quelli di voi che conoscono un minimo Jack potrebbero pensare che si sia fatto una canna di Joy di troppo. E invece no. L'Americano era genuinamente euforico, e stava preparandosi ad una grande serata. Ma andiamo con ordine:

    Tutto era cominciato qualche giorno prima, mentre Jack camminava da un lato all'altro della sua stanza con lo sguardo fisso sul suo telefono. Era normale essere colpiti dai ricordi del precedente San Valentino, specie quando era stato un qualcosa di magico che si era portato via la sua verginità. A distanza di un anno era di nuovo solo. Beh, non che ci fosse mai stato qualcosa all'infuori di quella notte. Stava di fatto che tra il lavoro e l'attività da vigilante, l'Americano non aveva incontrato molta gente interessante. Molte donne interessanti, ecco. In realtà il numero si restringeva ad una ed una sola persona che aveva incontrato praticamente per sbaglio in una rocambolesca serata, e che si faceva chiamare Momo. I due non si erano davvero frequentati o sentiti per telefono, ma l'accaduto risaliva a poco tempo prima, e questa poteva essere un'occasione buona per conoscersi meglio. Lei era DAVVERO interessante, dopotutto. Era amante del cinema, della musica e dei cartoni animati Disney esattamente come Jack. Per non parlare del suo davanzale decisamente fuori scala, considerato fosse poco più alta del maestro Yoda. In un'occasione come quella, uno psicologo o un inguaribile romanticone avrebbe potuto suggerire il caro vecchio "scrivi una lettera per esprimere i tuoi sentimenti". Poveri stolti, non avevano mai avuto a che fare con una non vedente. Perciò l'Americano fece la cosa più razionale che potesse fare: uccise la sua razionalità. Si fumò non uno, ma ben tre spinelli a base di Joy, e quando fu così stordito da non capire bene cosa stesse facendo, inviò un messaggio vocale con poche semplici parole: HeY gIrL, yOu lOoK fInE, wOulD yOu Be My VaLenTine? certo il tono era quello di un tizio che si era appena sparato tre canne e si era fermato solo perché non sapeva più contare fino a quattro, eppure il messaggio sortì l'effetto giusto: era riuscito a invitare Momo ad uscire con lui. E dopo il successo della missione, crollò nel mondo dei sogni proprio mentre lei gli rispondeva.

    Fu proprio sul finire della canzone che Jack piroettò per un'ultima volta con l'intento di andare recuperare il deodorante, mossa che per poco non gli costò un'attacco cardiaco. Il motivo? Iniziata la piroetta nel bagno c'era solo lui. Conclusa, Jack si ritrovò faccia a faccia con sua sorella Erika, comparsa sulla soglia del bagno con la tipica espressione di chi non sappia bene cosa stia guardando, un sopracciglio inarcato che per poco non le volava via dalla fronte. L'urlo che Jack cacciò fu decisamente poco mascolino, oltre che tremendamente simile a quello di Homer Simpson. che cosa...stai... facendo Lowry? domandò lei con cautela, come stesse parlando a qualcuno di totalmente impazzito. Con gli occhi mezzi fuori dalle orbite, il fratello era ripiegato su stesso, una mano sul petto ed una al muro per reggersi c-cazzo Erika per poco non mi prende un infarto ti sei fatto un bagno di Joy? cos- no! rispose Jack stizzito, drizzando la schiena uno non può essere semplicemente di buon umore? umpf a San Valentino? Certamente... con lo sguardo di chi la sa lunga, Erika incrociò le braccia, appoggiando una spalla su un lato della porta e un piede sull'altro ma non uscirai da questo bagno finché non lo ammetterai. E ricorda il patto: niente più bugie, Candyman.
    Fu così che l'Americano spiattellò tutto alla sorella minore, che ascoltò con attenzione. In realtà non fece alcun commento negativo, anzi, era genuinamente felice per lui. Fu quando però Jack si chiuse la porta di casa alle spalle che Erika, sola nel salotto, giunse le mani Kami-Sama... pregò, con gli occhi chiusi non permettere a nessuno di spezzare il cuore a mio fratello e fin lì fu una preghiera abbastanza innocente. Peccato che poi seguì la fatidica frase: manda un tuo angelo, anzi, il migliore dei tuoi angeli, a vegliare su di lui. Così non farà succedere nulla di male a mio fratello... e innanzi ad una preghiera così pura, l'universo non poteva che rispondere.

    I lampioni si erano da poco accesi, quando Jack arrivò al luogo dell'incontro. Due lunghe colonne di plaffoniere intervallate da panchine verdi illuminavano la via verso le porte di Disneyland, dove un tripudio di luci, colori e suoni riversavano magia in ogni direzione. Come credete potesse essersi vestito Jack, per un incontro romantico in un posto come quello? Esatto: con una felpa nera ritraente i cattivi Disney come fossero i protagonisti di F.R.I.E.N.D.S, una cosa che solo vere persone di cultura avrebbero potuto apprezzare. I blue jeans e le sneakers rosse dai lacci bianchi completavano un outfit decisamente poco elegante, ma del resto andare a Disneyland in giacca e cravatta era un sacrilegio.
    Con l'impazienza di chi non stava più nella pelle, l'Americano camminava allungando il collo in qua e in là, alla ricerca del suo appuntamento. Certo, essendo più alto della maggior parte dei giapponesi non aveva davvero bisogno di farlo, eppure fu più forte di lui. Ah, Momo! la chiamò infine con entusiasmo quando la scorse. Pur avendo pianificato di avvicinarsi con calma, non poté fare a meno di raggiungere la ragazza al piccolo trotto, avendo anche il tempo di fare il photo bomber ad una famigliola intenta a fare un selfie. Quando la raggiunse, mimò ti togliersi un cappello invisibile con un breve inchino Capitan Jack Sballow al suo servizio, milady fece, lasciando che l'ampio movimento si concludesse in un gesto inequivocabile, con la mano aperta in attesa della sua pronta all'avventura, principessa? O preferisci una cosa tipo "Momo is the new Ade"? anche se la ragazza non poteva vederlo, Jack fece una strizzata d'occhio. Le corna e la coda da diavolo di lei rendevano perfetto il commento, e tra sè Jack gongolò per essersi preparato così bene.
    La serata stava per cominciare. E nulla l'avrebbe potuta rovinare. Proprio così. NULLA.

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    Moumoku Hizoku

    San Valentino, il giorno degl'innamorati!
    Un giorno magico per alcuni, un motivo di depressione per altri. tipo single e altra gentaglia del genere.
    Ma per Moumoku Hizoku?
    Questo giorno per lei significa solo una cosa: Cioccolata Gratis! ed in offerta il giorno dopo.
    Era il periodo perfetto per lasciarsi andare all'ingrasso; dai campioni gratuiti che distribuivano i negozi a quella che le veniva donata da clienti e spasimanti vari, le sue scorte di ciccolata raggiungevano il loro limite massimo, abbastanza da non sapere dove più metterla. ma allora a che diavolo è servita la sq?
    Una cosa però amava della cioccolata gratis: la cioccolata di prima scelta in offerta il giorno dopo la festa! ah ecco.
    Domori... Chuao... GranCacao... Con quale prelibatezza mi vizierò quest'anno?
    Le era capito di assaggiare cioccolato di prima scelta in passato, e d'allora non riesce più a farne a meno; se non avete mai provato cioccolato di qualità pregiata, non potete capire il motivo dietro questa sua ossessione. bah. basta ch'è dolce e al latte e per me va bene anche quella del penny market.
    Della festa di per sé non gl'importava niente, aveva sempre trovato un modo per reclinare cortesemente gli inviti di ogni suo pretendente. solitamente con un dito medio, chiamandoli "loser" e ridendogli in faccia.
    L'ultima sua esperienza era stata però proprio l'anno scorso, attirata con l'inganno dal fratello Nara con la scusa di una missione segreta o roba simile. classic nara. Era stata così pessima che l'unica cosa che ricorda di quella sera, è ch'è stata drogata, ha rimorchiato un ragazzino ed il dopo chi se lo ricorda. Una cosa se la ricordava però: non erano nemmeno arrivati in quarta base.
    e meno male. altrimenti sarebbe stata pedofilia.
    Cavolo! Amnesia o no, almeno avrei saputo che me l'ero spassata! signora, lei ha dei problemi.

    C'era un problema però. ah, sì?
    Per motivi che non vi staremo qui a spiegare, andatevi a leggere la sq, non aveva i fondi per comprarsi la cioccolata che desiderata il giorno dopo. ah, già.
    Che fare allora? già, che si fa?
    Beh, il piano era semplice, "piano" : era riuscita ad organizzare un appuntamento con un tipo che aveva conosciuto qualche mese prima, una serata a base di numeri primi, Sandroni e "manzi italiani". se la fa con gente strana, ammettiamolo. Sarebbe stato lui a pagare per la sua cioccolata.
    Un piano perfetto. oppure no
    Nella sua testa lo faceva come un suo piano, quando in realtà era un violino? stato Jack a contattarla.
    Con un messaggio vocale, non il più romantico tra i mezzi possibili ed il modo in cui glielo aveva chiesto non era di certo il più elegante tra gli inviti. leggere post qui sopra per comprendere il livello di disagio.
    Ed ora eccola qua, dopo una mezza giornata di lavoro all'Elysium, era davanti all'armadio nel suo camerino a mettersi tutta in ghingheri per il grande evento.
    Mmh, vediamo... Il completo per "serata selvaggia" sono questi qua. Mentre quelli che devono dire "sono fregna non troppo" sono questi qua. e qui c'è da chiedersi chi glieli abbia preparati.
    Parlava a bassa voce ma non abbastanza basso per non farsi sentire da orecchio impiccione.
    Sapeva che c'era qualcuno ad ascoltarla, un certo takoyaki troppo curioso e protettivo da non ignorarla. chissà chi è. Prese poi un completo in fondo all'armadio, quasi a caso, era uno di quelli più impolverati e meno usati.
    Il Candyman non è degno del mio miglior abito.
    che solitamente prevede roba in pizzo o in latex.

    Eccolo che arriva.
    Pensò, percependo l'arrivo del fratellino, sentendo che un ghigno iniziava a manifestarsi sulla sua faccia.
    Che stai facendo? Te ne vai?
    Proruppe la voce Dryas entrando in stanza.
    Ooh~ Perché t'interessa?
    Gli rispose per canzonarlo. Non riuscì a trattenersi dall'inarcare le proprie labbra.
    non so perché ma questa discussione mi sembra d'averla già letta.
    È più forte di me. Quando capita l'occasione, non riesco a trattenermi dal punzecchiarlo!
    No. Non mi interessa. Continuò lui. Ma sentiamo. Dove andresti conciata così?
    Dimostrando che la cosa gl'interessa eccome.
    tuffandosi di testa nella sua trappola.
    SE-GRE-TO.
    Scandì lei sillaba per sillaba e continuando a sorridere e sghignazzare. Lo provocava volutamente come se volesse vedere fin dove fosse disposto ad arrivare. "vedere" in senso figurato ovviamente.
    La la la ♪... Na na na ♫...
    Iniziò persino a canticchiare un fastidioso motivetto improvvisato al momento, solo per dargli ulteriormente sui nervi. da bra sorella maggiore. Continuò a vestirsi come se niente fosse e cercò anche di uscire dalla stanza con altrettanta indifferenza; tuttavia il muro Dryas non era d'accordo con quella sua condotta e le si parò tra lei e l'uscita.
    Momo non riuscì a trattenere un sorriso e anche una lacrima! no quella no, davanti a cotanta intraprendenza.
    Sei sicuro di non volermi lasciare passare... Kenny-Bo?
    Alzò gli occhi verso l'alto, affinché fossero visibili da sopra gli occhiali. kensei è tipo 20cm più alto stando alla scheda. Il tono che usò ed sorriso sornione che aveva in volto, sembravano sembrare quella frase più una minaccia velata che una vera domanda. Era come se Moumoku sapesse qualcosa su di lui che lui sapeva che lei sapesse, e che lei sapeva che lui non voleva si venisse a sapere. mi sono pers*.
    Fatto sta, che la cosa sembrò funzionare.
    La fece passare, lasciandola andare con un monito come raccomandazione.
    Almeno vedi non cacciarti di nuovo nei guai, sorellina.
    Sott'intendendo precedenti a noi non noti.
    Non prometto niente!
    Le rispose lei mentre si allontanava dandogli le spalle e facendo "ciao ciao" con la manina.
    ma adesso io voglio sapere quello che lei sa che lui sa, ma che lui non vuole... vabbè lasciamo perdere.
    Kensei era semplicemente preoccupato per la sorella, forse un po' troppo iperprotettivo, giusto un po', eh, ma sapeva benissimo Momo che tipo era e non c'era mai nulla di buono dietro le sue uscite. Il loro passato parlava da sé.
    povero stolto. se solo sapesse il vero motivo dietro questa uscita.

    *Tic Tic Tic Tic Tic...*
    è il suono tasti, non ha un telefono con pulsanti fisici veri e propri.
    Smanettando col proprio smartphone, davanti ad una grossa fontana circolare difronte all'ingresso del parco, Momo ammazzava il tempo giocando ad una versione di Sudoku con Voiceover.
    Dannazione! Non è nemmeno il 2.
    Sbagliando per l'ennesima volta la giusta combinazione, fa schifo a questo gioco, la donna aspettava l'arrivo del suo "spasimante" passeggiando circolarmente attorno alla fontana, mantenendo una distanza dal suo centro così costante da far invidia a un normovedente.
    Spero per il nostro "Candyman" che sappia che non è un bene far aspettare una donna. Se non fosse per la cioccolata me ne sarei già andata.
    Nei giorni precedenti all'appuntamento, era riuscita persino a ricordarsi del soggetto in questione. si, perché inizialmente ha accettato senza sapere chi fosse. Jack Sballow, così si era presentato, era un tipaccio che tutto sommato le stava anche simpatico; diamine, le aveva fornito persino della roba buonissima che sapeva di cioccolata... E gratis! sapete che è lo starter pack di ogni spacciatore, vero?
    Odio questi posti pieni di gente. Perché diavolo ha scelto un posto così affollato? In 'sti posti mi sembra sempre che ci sia "qualcuno ad osservarmi". e non ti sbagli. Lo perdono solo perché è Disneyworld, almeno qualcosa l'ha azzeccata... Ma questo non cambia nulla riguardo il piano!
    ah si, il piano dove "baita" jack a comprarle cioccolata.
    grande piano!


    Ah, Momo!
    Una voce familiare richiamo la sua attenzione.
    Finalmente!
    Spense lo schermo del telefono e s'incamminò verso il Candyman.
    Era ora! Gli disse sorridendo a trentadue denti. Cos'è, volevi lasciarmi qui al sole per vedere se mie corna cambiassero colore? ehm...
    Jack s'impelagò in una serie di cerimonie che la fecero sorridere.
    Oh ma che adulatore ♥ Gli disse mettendosi una mano davanti alla bocca fingendosi imbarazzata. Non pensare di riuscire a portarmi a letto così facilmente... Ghignò, facendogli un occhiolino da dietro gli occhiali. O... Almeno non di nuovo? Continuò insicura. Non mi ricordo, noi due l'abbiamo già fatto per caso? La sua era una domanda sincera, poiché non ricordava seriamente come fosse andata finire tra di loro quella sera. difficile a dirsi. dopotutto quella role non è mai finita.
    IO? Principessa? Ah-ha! Bella questa!
    ahahah! vero, bella questa.
    Rispose alla domanda di Jack scoppiando in una risata e colpendo l'altro con una forte pacca sulla sua spalla.
    Magari, ti posso rispondere così...
    Fece un paio di passi indietro allontanandosi dal biondo come se si stesse preparando per qualcosa. Poi, con uno scatto improvviso, tirò in avanti i pollici puntandoli verso l'alto, estraendole come se fosse un cowboy non cowgirl, mi raccomando che sfoggia le proprie pistole.
    Due pollici bene in alto per il nostro protagonista! Che bocconcino! Che bambola!
    sta citando ade se non s'è capito.
    Rimase in posa per qualche secondo, scuotendo a destra e sinistra i pollici verso Jack; sul volto aveva un'espressione divertita ed un largo sorriso a denti scoperti.
    Sai, stai proprio bene oggi!
    Gli disse avvicinandoglisi e mettendogli una mano sulla spalla, ed il volto così vicino da fargli vedere le pupille bianche attraverso le scure lenti dei suoi occhiali.
    Mi piace l'abbinamento di colori che hai scelto!
    ndr: che stronza.
    Gli stette così vicino abbastanza a lungo come se si aspettasse qualcosa da parte di lui, ma se Jack avesse provato a far qualsiasi cosa, Momo l'avrebbe allontanato ancor prima di provarci, lasciandolo a "bocca asciutta".
    ndr: come sopra.
    Beh, cosa facciamo adesso?
    Disse zampettando lontano da lui.
    Dove mi porti di bello?
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    Kensei Kurayami
    Il suo respiro era lento, cadenzato, quasi trattenuto mentre sentiva i battiti del suo cuore pompare nelle sue vene.
    Osservava come un predatore famelico ogni persona, di ogni razza, di ogni età di ogni sesso che si avvicinava alla sua sorellina pensando chi sarebbe stata la sua vittima.
    Quiete.
    Non era pronto a scattare per ridurre a pezzi delle ossa, non era pronto a scendere sul ring e tornare vincitore… in quel momento se ne stava quasi tranquillo e muto in pensieri e parole attendendo il segnale di inizio.
    Come in quell’attimo che precede l’inizio della battaglia, in cui prima si scontrano i nervi corrosi dalla paura o dalla sete di sangue per poi aspettare il suono dei tamburi e dare sfogo a ciò che mentalmente viene distrutto di più.
    Sarebbe stata quella bella ragazza mora dai vestiti succinti, con occhiali all’ultimo grido e una collana da brillare alla luce di lampioni? No, troppo chic, se la tirava come se ci fosse solo lei in mezzo a quella gente. Non era certo un tipo per entrare in un parco a tema Disney.
    Quel ragazzino che teneva in mano il cellulare e nell’altra un grosso palloncino? Sarebbe stato un problema mettere fuori gioco qualcuno piccolo e indifeso, gli sarebbe rimasto sicuramente sulla coscienza.
    Sarebbe stato forse, allora, quello sbarbatello dai capelli tinti di un rosso acceso, abiti neri e l’aria da goth? Seriamente? Le sarebbe caduta troppo in basso e poi, anche lui, cosa avrebbe fatto in quel parco? O forse…
    E se il ritrovo per quell’appuntamento fosse solo una trappola per attirarla allo scoperto e portarla altrove?
    Doveva seriamente pensare che quelli di Deep Void l’avessero scoperta e avessero davvero avuto così tante informazioni su di lei?
    E soprattutto…. perchè la cosa non lo stupiva affatto?.
    Le mani di Kensei dentro la tasca della felpa si chiusero strette a pugno, quasi da sentire le unghie corte premere sulla propria pelle.
    « Villani. » commentò, come se la sua famiglia fosse tutta rose senza spine.
    Anche questa opzione non era certo da escludere, e sarebbe stata ancora più vile e bastarda e ogni minuto che passava rimuginando su questo aumentava ancora di più il desiderio di terminare qualsiasi forma di vita si fosse approcciata a Momo.
    Nessuna ipotesi era da escludere: la sorella doveva ringraziarlo perchè quel giorno aveva deciso di farle da angelo custode.
    Di sicuro si sarebbe fatto ripagare - in qualche modo - a fine giornata ma questo era un altro discorso.
    Così attese.
    Attese.
    E attese.
    Quasi si stava annoiando, troppo, e si mise sul bordo della panchina pronto a darsi una spinta con i piedi per andare a raggiungere la sorella e dirle: “ guarda che questo stronzo o questa stronza ti ha dato buca, andiamocene a bere una birra” ma proprio in quel momento lo vide.
    La luce dei lampioni lo illuminò, proprio nel momento in cui mise piede sulla scena ed era difficile non notarlo per Kensei.
    Ma che cazz- era lui. Avrebbe scommesso ogni suo tentacolo che il condannato fosse quel tipo dai capelli biondi ossigenati, jeans, sneakers e una felpa nera con stampati i cattivi Disney con scritto F.R.I.E.N.D.S. scritto a caratteri gigantiformi Ma ti sembra questo il modo di uscire ad un appuntamento?! Ma che… che… che. Oooooh. No grande Odino, fa che non sia lui, ti prego. rivolse le sue preghiere al cielo alzando lo sguardo leggermente infastidito dalla cosa.
    Non solo Momo stava avendo un appuntamento, ma il designato era un autentico fanatico e nerd della Disney. C’era davvero qualcosa di peggio di questo?
    Quando tornò a fissare l’uomo, oramai era troppo tardi. Si era messo a parlare con lei.
    E il Kraken si mosse.
    Il formicolio che aveva nelle punte dei tentacoli era diventato così fastidioso da non poter riuscire più a stare seduto.
    Si alzò, con il cappuccio ancora tirato fin sulla fronte, uno sguardo che avrebbe incenerito chiunque l’avesse incrociato.
    Vuole giocare su un terreno a lui favorevole? Molto bene. Non sa con chi ha a che fare. pensò, avvicinandosi con passo felpato nella loro direzione, restando lontano abbastanza da non disturbare eventuali sensori della sorella.
    Abbastanza da poter sentire parole di sfuggita - ovviamente quelle migliori - che arrivarono a colpirlo, dritto al cuore e alla sua pazienza.
    Parole come “ portarmi a letto “ o “ principessa “ o ancora “ bocconcino”.... era come se fossero tanti piccoli bastoncini che lo punzecchiavano, ritmicamente, inesorabilmente.
    Questo l’ha già portata a letto?? E come cazzo l’ha chiamata?? puntellò i propri piedi e si voltò dalla parte opposta a quella dove stavano dialogando i due, mettendosi a ciacciare sul cellulare a caso senza una particolare motivazione ma giusto il tempo necessario per calmare le acque e non scatenare un putiferio insensato.
    E poi…il suo sguardo si voltò verso di loro e vide lei mettergli una mano sulla spalla.
    UNA MANO.
    SULLA SPALLA.
    Lo aveva toccato.
    Lo aveva appena toccato.
    Io gli spezzo le ossa. tornò a guardare lo schermo mentre l’aura di morte iniziò quasi a diventare palpabile.
    Osservò lo schermo luminoso del telefono come se fosse lo specchio delle brame della regina cattiva, come se cercasse il volto di un dio in persona che gli avrebbe detto: sì, va e compi la tua volontà, trascinalo nell’abisso!
    Sapeva però che c’era troppa gente, non erano in un vicolo, e a seconda della prossima mossa del biondino del cazzo la situazione poteva andare contro o a suo favore.
    O forse lo annegherò. Sì. un sorriso si aprì come una falce di luna sul suo volto Lo annegherò. E osserverò spegnersi il suo sorrisetto fastidioso e la sua voglia di portarsi a letto mia sorella. sembrò tremare leggermente.
    Non era un tipo sadico.
    Aveva solo un’insana passione nel vedere demolite le sicurezze degli altri.
    In realtà non voleva ucciderlo anche se nella sua mente era effettivamente così: quante volte gli era capitato di pensare di far fuori una persona e nel peggior modo possibile? Tante.
    Quante volte effettive aveva ucciso qualcuno? Zero.
    Neanche durante i combattimenti clandestini in cui forse era anche prevista una cosa simile, non uccideva mai. Al massimo spezzava qualche ossicina o strangolava fino allo svenimento ma mai si portava oltre.
    La vita comunque, per Kensei, aveva un valore. Portarla via non era compito suo e non gli avrebbe certo aperto le porte del Valhalla, non la trovava una cosa onorevole nel suo mondo distorto.
    Così l’avrebbe annegato sì. Gli avrebbe fatto passare la voglia di fare il ganzino con sua sorella, appellarla in quel modo disdicevole e soprattutto provarci per portarla a letto.
    Deep Void o no, Kensei era pronto a mettere fine a quell’incontro e a quello screanzato.
    Vediamo. Vediamo dove la porterai. E ti dirò che fine farai… così, con questa rima in testa che quasi si compiacque per averla formata, Kensei rimase in attesa della prossima mossa dell’avversario perchè a seconda del terreno in cui avrebbe dovuto agire… beh probabilmente avrebbe potuto rischiare di più o meno per scacciarlo.
    Si voltò di nuovo verso i due spippolando sul cellulare, dall’aria di tipo losco e fuori luogo, facendo allontanare chiunque attorno a sè.
    No l’aura di morte non era sparita, si era solo leggermente condensata e ristretta ed era diventata forse più piccola ma quasi soffocante.
    Se il simpatico biondo avesse anche solo per un attimo incrociato il suo sguardo, Kensei si sarebbe voltato da un’altra parte agitando il telefono in una mano - mentre l’altra la teneva in tasca - fingendo di cercare campo col cellulare.
    Avrebbe poi seguito, suddetto campo, cercando di rimanere ad una certa distanza dalla coppietta il solo pensiero mi fa vomitare. e come uno squalo avrebbe cercato di non allontanarsi troppo da loro e osservare con occhio attento ogni singola mossa.
    Prego per te. Che tu non metta una mano su di lei. Ti do ancora una possibilità, sei ancora in tempo per lasciar perdere tutto e vivere la tua vita felice, senza avermi mai incontrato. Un’ultima chance di ritirata. Sfiorala ancora, e ti farò vedere io cosa significa davvero Friends.

    Flirting
    Rat
    I’ll
    Eclipse
    N
    Drown you
    Slowly.
    (In your own tears)

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    The Candyman

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    JACK SBALLOW
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    Jack non era arrivato davvero in ritardo. In realtà era in perfetto orario. Nonostante tutto, ridacchiò, strofinandosi la punta del naso col dorso dell'indice, senza rispondere davvero. Aveva inquadrato Momo già dalla prima volta in cui si erano visti: la ragazza era perennemente in modalità "presa in giro", perciò bisognava imparare a non dare troppo peso alle sue provocazioni. Eppure la mancanza di peli sulla lingua fece scaturire una domanda cui Jack non sapeva genuinamente rispondere: erano già stati in intimità, oppure no? Onestamente ho ricordi decisamente confusi di quella serata ammise senza girarci troppo attorno ricordo la gente pelata...Il Bisteccone Sandrone...Quel cazzone di Lucio -chissà dov'è andato a finire-... ci pensò su un altro po' aspé, era quella la sera in cui abbiamo segato un palo della luce? senza attendere la risposta, eclissò il dubbio con uno svolazzo della mano è tutto troppo confuso, quindi direi che lo scopriremo solo vivendo questa serata tra sé, l'Americano fu decisamente soddisfatto della risposta: non aveva dato niente per scontato e anzi aveva lasciato aperta un'opportunità senza essere troppo diretto o volgare.
    Osservò invece raggiante mentre Momo imitava una delle più belle punch line di Ade, tanto da immaginare attorno a sé un alone -chiaramente rosa- che esplodesse come i capelli del villain all'urlo di SSSIIIII MOMO REGNAH! fatto con abbastanza entusiasmo da beccarsi qualche sguardo di sconcerto da parte di qualche passante vicino.
    La posizione a ginocchia piegate, pugni chiusi e stelline al posto degli occhi scomparve quando la ragazza cambiò improvvisamente atteggiamento, imboccando la super strada del provocante e facendosi molto -e dico molto vicina a lui. Per un secondo buono Jack rimase di stucco, incapace di rispondere mentre una gocciolina di sudore gli colava lungo la tempia. Le pupille bianche come i suoi capelli le donavano molto. Espirò, mettendo su un mezzo sorriso quelle tue antenne nascoste sono fantastiche, visto che in qualche modo riesci a vederci bene... cominciò, mantenendo la posizione e infilandosi una mano in tasca (per la cronaca, Jack non sapeva come Momo facesse a vederci, perciò aveva risolto con la storia delle antenne) ma sui colori mi sa che dovrai fare un po' di pratica drizzò la schiena, mettendo distanza tra i loro volti BEHOLD! la intimò ad osservare, sfoderando la sua arma segreta rimasta in bella mostra fin dal primo momento. Allargò le braccia, i palmi inclinati di tre quarti verso il cielo così da esibire la sua felpa. Se era vero che la ragazza aveva le antenne, questa avrebbe potuto percepire un'aura potentissima sprigionarsi dal biondo, mentre le sue parole scorrevano risuonando come la lingua degli dei questa felpa ritrae Ursula, Scar, Ade, Grimilde, Crudelia e Malefica insieme. E non è tutto! qualche otaku presente alla scena cominciò a sentirsi male per il troppo potere emesso da Jack, la cui figura era adesso una silhouette scura di cui erano visibili solo un paio di occhi rosa acceso e la sua felpa sono disposti e hanno addirittura la scritta di F.R.I.E.N.D.S con l'importante differenza che in questa realtà alternativa Jennifer Aniston sarà stata incenerita da uno di loro, anziché essere scaricata! i satelliti registrarono il bagliore anomalo proveniente da Tokyo, e non vi nasconderò che qualche addetto fu lì lì per dare l'allarme di Kaiju una realtà in cui L'UNICO DIO sarà il Topo Malefico, emissario e voce di Walt stesso! la risata che seguì portò i bambini ad abbracciarsi ai genitori, e i genitori ad allontanarsi stringendo tra le mani amuleti scaccia-malocchio.
    I capelli del biondo tornarono a posarsi normalmente sulla sua cute, mentre tutto tornava alla normalità tanto velocemente quanto questa era cambiato. Insomma, è una felpa stupidissima che avrei potuto mettere solo per il luogo in cui stiamo andando con una breve pausa teatrale, l'Americano portò la mano alla tasca posteriore dei pantaloni, prima di tirare fuori i due biglietti acquistati per l'occasione ed esclamare ce ne andiamo a Disneyland Momo!! con l'entusiasmo di un ragazzino, rise aprendo le braccia. Se Momo avesse voluto abbracciarlo, quello sarebbe stato il momento giusto. Fosse successo o no, da bravo gentiluomo Jack porse il gomito, così da poter prendere a braccetto la ragazza se questa avesse accettato oh e tra l'altro... fece con una strizzata d'occhio abbiamo anche il salta fila!
    Che Momo l'avesse preso a braccetto o che avesse rifiutato, si sarebbe avviato assieme a lei verso l'ingresso del parco, dove il magico castello Disney si stagliava illuminato contro le luci del sole morente.


    Vigilantes 🍬 22 y/o🍬 Liv.3 🍬 Scheda



    Ringrazio Red e Kin per la pazienza nell'aspettare la mia risposta. Entrambi sanno che ho passato un periodaccio, ciò nonostante non mi hanno mai fatto pressioni. Grazie ragazzi ^_^
     
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    Moumoku Hizoku
    vediamo un po' se sappiamo ancora come si fa!
    Dopo un'attesa che le parve un mese, letteralmente, l'arrivo di Jack fu eccentrico e scoppiettante come la sera in cui lo aveva incontrato.
    Bene, almeno qualcosa ancora me la ricordo.
    Pensò mentre cercava di far mente locale su quella sera davanti al "53". Tuttavia i suoi ricordi erano parecchio confusi ed annebbiati, un po' come se stesse cercando di riprodurre nella sua testa un vecchio film con la pellicola danneggiata o forse una canzone col nastro usurato sarebbe l'esempio più azzeccato.
    Mentre l'altro iniziava a dar spettacolo, Momo rimase ferma seduta sul bordo della fontana, ad ascoltare il delirio del Candyman con un grosso e largo sorriso sornione stampato in faccia.
    Non so di cosa stia parlando ma farò finta di capire.
    Di tutta quella roba che Jack disse lei non ricordava niente: Sandroni, pelatoni e tizi strambi in occhiali da sole, aspetta, ma questo non l'ha detto, non aveva la minima idea a cosa o chi si stesse riferendo; era come se stesse parlando di qualcosa di sconosciuto, un qualche luogo lontano-... Un altro mondo, forse. o un altro gd*coff!*
    Ah sì, il palo me lo ricordo! Ah-ha!
    No, non è vero! uso de aru.

    Se quella dell'albina fosse stata una prova, Mr. Lowrence l'avrebbe superata a pieni voti.
    Oh~ Sei un uomo di cultura vedo!
    Disse al biondo contenta della sua replica alla citazione a pollici alzati di lei. ma non è questo quello a cui fa rifermento quella frase...
    Bravo... Bravò!
    Aggiunse poi accennando un piccolo applauso, sbattendo le punta delle dita sul palmo dell'altra mano. ma cos'è la sta perculando?
    Meno apprezzata poiché non capita, fu la battuta sulle antenne che fece Jack; la quale la lasciò alquanto perplessa e più confusa del dovuto dato che pensava che non stesse afferrando qualche meme, citazione o qualcosa del genere.
    Ma di che cazzo sta parlando?
    Le scappò a bassa voce con uno sguardo che ne testimoniava la confusione. forse stava parlando della tv satellitare che lei ha a casa. Non che quello che accadde dopo la lasciò meno perplessa.
    Al "Behold" di lui la donna rimase di sasso e, nei secondi successivi, seguirono un silenzio imbarazzante ed un'espressione vacua sulla sua faccia, il tutto mentre Jack continuava a puntarsi la maglia. Sapeva cosa significasse "behold", l'inglese lo masticava come se fosse la sua prima lingua, "come", eh?, ma pensava che lui sapesse della sua disabilità; è per questo che la prima cosa che le venne in mente fu:
    Ma cos'è cretino? no è solo sballow.
    Lo pronunciò nella sua testa con lo stesso tedio che aveva Augusto De Marinis nel farlo.
    pippo va in bagno!
    Di quella famosa sera ricordava poco e niente, ma rammentava chiaramente di aver confidato a lui e quello strambo tipo dall'accento italiano che la sua vista era al pari a quello di una talpa mentre era sotto terra. e no, i colori son l'ultimo dei problemi. Certo, se in quel momento si fosse concentrata abbastanza avrebbe potuto percepire qualcosa, ma attorno a loro c'era così tanta gente e casino che le sarebbe venuto solo un mal di testa se avesse provato a concentrarsi su una singola. c'è da chiedersi allora come fa ad andarsene in giro da sola.

    Per lo meno Jack ebbe la decenza di rompere il silenzio e di accompagnare il suo piccolo monologo con una descrizione di ciò che stava accadendo.
    è l'equivalente dei sottotitoli per lei.
    Oh! Devo tipo immaginarmela la cosa! Disse lei con faccia sorpresa. Aspetta che ci provo.
    Stese le braccia verso il biondo e cercò di mimare con indici e pollici un rettangolo, fallendo miseramente perché in questo momento non ci vede niente, nel frattempo la sua faccia si corrucciò concentrata e tirò fuori anche la lingua al lato delle labbra. praticamente è un cartoon degli anni 90.
    Ok... Ursula, Scar, Ade... Eh-he, il mio preferito... Grimilde, Crudelia, Malefica... Aspetta! Chi cazzo era Grimilde!?
    In pochi lo sanno, perché in pochi si sono letti in suo bg, ma Momo non era stata sempre cieca. Ha perso la vista in giovane età, e nemmeno il narratore ricorda quando, ma prima di allora era una sorta di fanatica della animazione Disneyana e la cosa incredibile è che questa parola esiste nel vocabolario.
    Nonostante fossero passati anni da allora, ricorda ancora chiaramente l'aspetto dei personaggi che Jack aveva citato, tranne grimilde, così come l'opera a cui appartenevano.
    Aah~ Quanti ricordi!
    La cosa le scatenò un passeggero momento di nostalgia che dovette ignorare per non perdere il filo del discorso, e fidatevi, le riesce facilmente.
    si riferisce al fatto che si distrae.

    Ok. Li ho!
    Mantenendoli impressi nella sua mente, i villain erano l'uno affianco all'altro circondati da un paesaggio monocromatico nero. l'unico colore che ancora "vede". Tuttavia si "perse" durante la seconda metà della descrizione di Jack.
    Ooh~ Come in Friends!
    Disse con voce e faccia di chi ha appena capito.
    Non l'ho mai visto.
    ma in realtà non aveva capito niente.
    Era troppo piccola quando quella serie veniva trasmessa per poterne essere interessata, mentre attualmente non è decisamente il suo genere.
    Conosco la sigla però!
    chi non la conosce.
    ♫ Na-narana na-na-nanara! ♪
    Canticchiò la famosa sigla della sitcom degli anni novanta, ostentando la sua cultura in ambito musicale.
    Se non ricordo male è una canzone dei The Rembrandts. Dovrebbe chiamarsi... Mmh...
    Ah, sì! I'll Be There for You!

    ♫ when the rain starts to pour...! ♫
    So che è una roba famosa ma... Iniziò a far dei cerchi davanti a sé facendo girare gl'indici. Non ho afferrato nulla di tutta la roba che hai detto...
    Mi spiaze!
    sorry not sorry.
    Evitò di commendare la performance da scienziato malvagio di Jack perché, beh, non sapeva proprio cosa dirgli. L'era parsa una cosa così a caso che ancora si chiedeva perché l'avesse fatto, figurarsi dirgli qualcosa. beh, l'unica cosa che le veniva in mente erano insulti.

    Comunque sia, il teatrino messo su da Jack le fece mettere in dubbio l'aver accettato di venire a questo appuntamento.
    Forse sono ancora in tempo per chiedere un prestito a qualcuno in famiglia...
    "se solo ci fosse tipo il suo fratellino nelle vicinanze", eh!?
    No Momo, pensa alla cioccolata. Fallo per lei!
    Si stava contenendo solo per il bene del suo piano, ah sì, il suo "grande piano", tuttavia non riuscì a trattenersi dal commentare l'appunto che fece Jack sulla propria felpa.
    Più che stupidissima sembra una roba che si metterebbero i bambini! Ahaha!
    Oh merda, l'ho detto ad alta voce!? sì, l'hai detto.
    Ed in un momento di panico, spaventata dall'idea che quel suo commento potesse averlo offeso, cercò di fare un recupero in calcio d'angolo e mettere una pezza a ciò che aveva detto.
    Oh! Ma ovviamente sono sicura che su di te sta benissimo! Ahah-ha!
    Forzò una risata. sapete, una di quelle fintissime che si sentono spesso negli anime.
    Per distrarlo tentò quindi un approccio più "fisico" e si fiondò al suo braccio per abbracciarlo, imprigionandolo "involontariamente" see come no nello spacco tra i suoi seni, e replicando nuovamente la domanda: Comunque non mi hai ancora detto dove mi porti! ndr: tutta la storia di jack che le porge il braccio non è servita nemmeno.

    Detto, fatto. Jack tirò fuori due biglietti per l'ingresso al parco e gli occhi di Momo s'illuminarono.
    Kya~! Davvero!? Non ci posso credere!
    La sua voce si fece stridula e il suo comportamento era simile a quello stereotipato di una gyaru sedicenne. chiaramente non si sta ispirando rena, lei è maggiorenne!
    Hai persino preso il salta fila!? Ma allora vuoi davvero fare colpo! Kya! brrr...
    Gli strinse il braccio ancor più tra i suoi seni e si sporse in avanti per mostrargli le iridi pallide che si nascondevano dietro gli occhiali scuri; lo sguardo si fece seducente ed il sorriso accattivante e, con una voce calda e più e più nel suo personaggio, cercò di provocarlo.
    Se continui così forse oggi mi porti davvero a letto.
    Rimase in quella posa per più di qualche secondo, sembrava un diavolessa che cercava di convincerlo a consegnarle l'anima. più una succube direi.
    Beh, andiamo! Kyun! kyun?
    Tornando ad imitare una voce più stridula e fastidiosa, si tirò Jack a sé trascinandolo lei stessa verso i tornelli d'ingresso.
    Comunque c'è qualcosa di strano...
    Pensò tuttavia mentre camminavano.
    Sento come se "un'aura potentissima" ci stesse osservando...
    e non era quella di jack.
    Era sensazione, un sesto senso, ma forse non era niente. Forse... o forse no.
    Liv.3 29 yo Villain Eden's Thorn Scheda Portfolio ©

    Scusate il ritardo.
    Mentre Iruko se tu ritardi ancora ti sparo alle gambe. :gun: :neko:
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    Kensei Kurayami
    « Capisco. » sibilò a denti stretti mentre le sue spalle di colpo si rilassarono.
    E’ così che stanno le cose. era così che doveva andare.
    Aveva avuto ragione fin dal primo momento in cui si era messo a sedere su quella panchina.
    Già da lì aveva avuto il sentore che il terreno di scontro sarebbe stato niente poco di meno che il parco divertimenti.
    Molto bene.
    Non gli erano interessati quegli inutili vaneggiamenti, quelle parole per pavoneggiarsi e rendersi ridicolo di fronte alla sorella… tutto un bla bla bla infinito e senza senso – anche perchè non aveva prestato molto orecchio a quello che diceva e aveva cercato di starsene sulle sue per non destare sospetti e questo aveva influito sulla sua capacità di recezione.
    Che voltastomaco. se avesse aperto bocca per parlare probabilmente sarebbero usciti fiotti acidi come una creatura aliena assassina bramosa di sventrare il povero essere umano malcapitato.
    Osservò di sbieco la dolce coppietta che si scambiava risolini, battutine e smancerie degne di un drama con i controfiocchi Non dirà di no a quella richiesta assurda … Momo cederà. Il mondo Disney è parte della sua esistenza quindi … non dirà di no. .
    Iniziò a spippolare sul cellulare per non dare troppo nell’occhio, a girovagare a vuoto su Babel e su notizie del giorno skippando il video su come fare una buona insalata di polpo… e così nel mentre venne a sapere che si erano già conosciuti i due piccioncini.
    Recepì poche parole di quella conversazione e di quel… “palo della luce segato”? No, non voleva scendere in simili dettagli.
    Non sapeva bene cosa avessero trascorso i due o di cosa stessero parlando ma sperava di non sentire la parola “siamo stati a letto insieme” in una frase dell’uno o dell’altra o probabilmente avrebbe frantumato il cellulare e si sarebbe catapultato sul biondino senza attendere oltre un secondo per farlo secco.
    Sì, anche davanti ad un sacco di persone, non ne aveva di questi problemi.
    O meglio, a far secca una persona forse sì, a farla svenire di fronte a tutti e fuggire … quello no.
    La cosa più strana di tutto questo era che Kensei conosceva Momo, più di quanto ogni membro dell’Eden potesse.
    Conoscendo Momo, le sue abitudini e la sua natura sapeva che non era casta e pura.
    Ma stavolta era ben diverso.
    Qui si faceva sul serio.
    Si mettevano in gioco i sentimenti… di Kensei ovviamente.
    Devo assolutamente cercare un modo per entrare là dentro prima di loro. Assolutamente. riuscire a reperire un biglietto saltafila per il giorno di San Valentino era totalmente da escludere, non ce l’avrebbe fatta.
    Sarebbe stato più semplice rapire Momo.
    Rubare… o non rubare? Questo è il dilemma. non era molto bravo con i furti, anzi era troppo negato. I suoi tentacoli potevano essere un valido strumento per sgraffignare oggetti ma… non possedevano purtroppo la manualità giusta - nonostante le ventose fossero un gran pregio.
    Ci stava lavorando ma ancora era lontano da ottenere un ottimo risultato.
    Quindi no.
    Era escluso.
    Mettersi in coda?
    Poteva essere una soluzione provare a “saltare la fila” ovvero mettersi di fronte al primo bimbetto o al primo esserino debole che intravedeva nella fila e immettersi di prepotenza.
    Soluzione valida.
    Infine poteva optare per un piano B, ovvero provare a scalare con i propri tentacoli il muro ed entrare dentro alla “Mission Impossible” ma usando le ventose dei suoi tentacoli al posto di rampini.
    Devo decidermi. E alla svelta.
    E poi arrivarono.
    Quelle parole.
    La doccia fredda.
    Il gelo che neanche Indra in persona avrebbe potuto replicare sulla sua pelle, giù lungo tutta la sua spina dorsale.
    Le sue iridi iniziarono leggermente a sfarfallare e dal colorito castano chiaro mutarono in una sfumatura più rossastra mentre il suo sguardo si posò sul grande figlio di buona donna che aveva tolto quelle parole di bocca da sua sorella.
    “ Se continui così forse oggi mi porti davvero a letto ”
    Momo aveva detto quelle parole. Così, spudoratamente. Senza pudore.
    L’aveva detto apposta?
    L’aveva detto per farlo ancora di più incazzare irritare?
    Aveva dunque percepito la sua presenza in tutta quella folla?
    Non si accorse neppure di stringere il telefono così tanto da farsi diventare la mano rossa come un peperone.
    Respirò.
    No, sua sorella non si era accorta di lui. Non si era mai girata nella sua direzione.
    Non aveva dato alcun motivo per far dubitare Kensei del suo passare inosservato.
    Quindi faceva sul serio.
    Ed era un risvolto ben peggiore di essere sgamato.
    Momouko era caduta in quella trappola, ma Kensei non avrebbe permesso a Sballow di tirare a sè quella rete e portarsi a casa la sua preda.
    Non lo avrebbe permesso.
    Mpf. Astuto. Lo ammetto. 1 a 0 per te, biondino del cazzo. Ma non è finita. Hai solo fatto colpo su di lei con il terreno di gioco….ma questo è solo il calcio di inizio. oooh sì, un calcio.
    Quanto avrebbe voluto scattare in avanti a corsa e far diventare la suola della sua scarpa tutt’uno con la faccia di quel bellimbusto…ma! Lui sapeva che non poteva fare mosse azzardate.
    Conosceva il mondo del combattimento, e in un combattimento non vince chi è più forte ma chi sa giocare meglio tutte le proprie carte.
    Li lasciò andare, li seguì in lontananza fino ai tornelli e si distaccò giusto il tempo per mettere in atto il piano A.
    Osservò la fila, scelse la sua vittima, come un coccodrillo osserva l’avanzare della mandria per attraversare il fiume finché non prende di mira il più debole.
    Era un ometto, basso e grassoccio che era in fila per il biglietto chissà da quanto - povera anima - e teneva in mano un portafoglio con tutti i personaggini stilizzati di Toy Story.
    Era solo, non aveva nessuno accanto, quasi non si mosse a pietà.
    Quasi.
    Spiacente, ho una missione troppo importante da portare a termine. E questa fila mi è di intralcio!. una preda gustosa per il Kraken.
    Bastarono poche manciate di minuti, forse secondi.
    La bella signora che l’ometto aveva di fronte a sé mosse un passo e subito, senza neanche perdere un solo secondo, come un'ombra nera, Kensei si frappose tra l’ometto e la persona che gli stava di fronte con una grande falcata.
    L’ometto gli bussò con il dito sulla scapola e si ritrovò il Kraken dell’Eden con tutta la sua aura di morte che aleggiava attorno a lui.
    Gli sorrise, uno sguardo torvo, glaciale e scarlatto.
    Si scrocchiò il collo girandosi verso l’ometto, cercando di incutere più timore possibile - cosa che non sempre riusciva a fare visto che alla fine era una specie di tozzo di pane dipinto di nero villain.
    « Sì?.... c’è forse qualche problema?» tentò di mantenere una voce profonda strizzando leggermente gli occhi fino a farli diventare due fessure.
    Il povero malcapitato non replicò.
    Deglutì, due volte, e scosse la testa stringendosi su sè stesso.
    Non sono ancora ai livelli di Indra nell’arte intimidatoria ma stavolta non è andata così male… si auto complimentò per la riuscita del suo piano malvagio e dopo neanche tre persone aveva già il biglietto in mano.

    « Ho dovuto pure sborsare…. ma rendiamoci conto. Bastardo. Se ti metto le mani addosso… » bofonchiò, non che i soldi fossero per lui un problema ma era il concetto alla base che gli dava molto molto fastidio.
    Si presentò ai tornelli.
    Sapeva che Momo e quel disgraziato non potevano essere andati troppo lontani e che avrebbe potuto riconoscerli a kilometri.
    Diciamo che aveva concesso ai due qualche minuto di vantaggio.
    « E ora….»
    Attraversò la soglia del parco del topo malefico e si sgranchì ogni osso mentre i tentacoli allentavano la presa sul suo stomaco.
    Il suo sguardo saettò, da una parte all’altra, come un predatore alla ricerca delle tracce della sua preda alla ricerca di Momo e Jack.
    « Che la caccia abbia inizio. »

    Non si era minimamente reso conto di dove fosse, quali meraviglie colorate dell'universo Disney vi erano in quel magico posto dove tutti i sogni diventano realtà.
    Non si lasciò influenzare, anche se la tentazione era davvero troppa.
    E fu così.
    Non ci volle troppo tempo per adocchiare le figure piccioncinesche nella folla.
    Non ci volle neanche troppo tempo per raggiungerli.
    Scivolò, nell’ombra senza neanche curarsi davvero del luogo dove si trovava, e che se avesse compreso effettivamente quante cose vi erano per divertirsi probabilmente sarebbe andato altrove dimenticando la sua missione.
    Si trattenne dal guardare questa e quella attrazione, scelse di evitare la folla urlante e concentrarsi, sì, concentrarsi sui bersagli.
    E alla fine tutte le sue fatiche erano state ripagate… eccola là, Momo dai capelli bianchi e splendidi e profumati. Ed eccolo là, lui, il biondino che si lasciava stringere il braccio sommerso dai seni di lei.
    Non sapeva ancora quale parte del piano veniva in quel momento ma non gliene importò.
    Si lasciò finalmente trasportare, lasciò che le sue gambe, il suo spirito e il suo intento portassero la sua presenza sempre più vicina ai due.
    Sempre più incombente, come un'ombra di sciagura.
    Aumentò il passo sempre più velocemente e nel frattempo cercò di stamparsi sul volto un sorriso completamente idiota da ragazzino puccioso e coccoloso, con tanto di lieve rossore sulle guanciotte - già morbide di loro sebbene avessero qua e là qualche cicatrice... soprattutto allo zigomo.
    Devo entrare in azione… prima che sia troppo tardi. Un bacio… serve solo un bacio e avrà vinto lui. No. NoNOnoNoNoNO glielo impedirò. fu così che dall’ombra degli abissi, il Kraken fece la sua mossa e si portò in superficie, nuotò in mezzo alla folla fino a raggiungere la povera Andromeda legata a quell’abbraccio fatale del biondo scoglio.
    Ora. un balzo e l'attacco a sorpresa ebbe inizio.
    « Maaaaaaaa guarda un po’ chi si vede da queste parti! » urlò abbastanza forte da poter essere sentito anche dall’altra parte del mondo sghignazzando e sorridendo felice /apparentemente/ come una Pasqua.
    « Che fortunata coincidenza! » una recita degna del miglior film di serie Z doppiato pure male.
    Si gettò, al collo della sorella, dalla parte opposta al biondino e la strattonò verso di sè con una notevole forza per farle mollare la presa sul biondino.
    « Mooooomo-chaaaaan! » aveva malauguratamente dimenticato un “nee” per sorellina, davvero uno sbadato.
    E non sapeva quante botte avrebbe ricevuto dopo per quella farsa e per aver iniziato a distruggere il suo appuntamento di San Valentino, anche se avrebbe scommesso un tentacolo che si sarebbe divertita a vederlo bollire vivo così.
    « Sei davvero un incanto! »
    Kensei.
    Il Kraken.
    Sì, Kensei.
    Dryas dell'Eden.
    Aveva appena fatto un complimento a Momo. Il mondo stava per finire....
    E per di più... questa era l'unica cosa che sembrava davvero essergli uscita dal cuore e non da dove non batte mai il sole.
    Spostò il braccio lungo la schiena della sorella - se gliel'avesse concesso - facendolo scendere fino ai fianchi.
    « Ohps, che sbadato. » fu solo in quel momento che Kensei sembrò accorgersi del biondo americano, e solo allora gli occhi scarlatti del Kraken si posarono sulla propria preda.
    Lo squadrò, di cima a fondo, mentre stringeva il fianco della fanciulla come per rivendicarne il possesso.
    Occhi freddi e calcolatori che sembravano stonare con il suo volto dapprima sorridente.
    « Non credo di aver avuto il piacere di conoscerti prima… » voce velenosa, fredda, distaccata, non aveva proprio il piacere ma voleva almeno conoscere il nome da scrivere sulla lapide.
    Neanche si presentò, neanche volle lasciare il tempo alla sorella di spiegare chi fosse Kensei davvero.
    Il Kraken per suo conto scelse di mostrarsi così come era.
    Geloso e protettivo?
    Sì.
    Infinitamente.
    « Tu sei? » MORTO
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    Ok, dunque, come da richiesta la role viene chiusa per inattività. Però visto che bene o male nessuno di voi tre è completamente inattivato/assente/irraggiungibile, l'exp di consolazione la do' a tutti e tre.

    Lowrence: +25exp
    Moumoku: +25exp
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