Silence of the Lamps

Combat | Gin vs Shoya

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    Ricordo che faceva male. Guardarla stare male.

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    SHOYA ISHIDA
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    « O muori da Eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo »
    Un’inebriante sensazione di pura potenza iniziò a scorrere nelle vene di Shoya mentre il campo elettromagnetico generato da Ion Pylon si estendeva fino al massimo della sua gittata creando una cupola il cui epicentro era proprio il bastone conficcato nel terreno. L’aria completamente rarefatta era difficile da respirare, la pressione esercitata sul corpo sarebbe stata ingestibile se non attraverso delle tute ad altissima tecnologia dotate di resistenza ai campi elettrici; l’eroe ovviamente disponeva di tutti i mezzi per poter resistere a lungo in quella condizione: in primo luogo il suo corpo era ormai temprato dagli effetti del suo Quirk, per cui come una vera e propria batteria poteva caricare dentro di sè e scaricare energia nell’ambiente in continuazione senza perdere mai di efficacia, in secondo luogo disponeva di una divisa a cui lui aveva dato il nome di “Full Dive” e che gli permetteva di veicolare il suo Quirk attraverso di essa senza subirne alcun danno.
    Un osservatore esterno a questo punto del combattimento avrebbe fatto molta difficoltà a guardare l’interno del campo elettromagnetico, tra scariche di corrente azzurre, bianche e viola si sarebbero intraviste due figure: una fermamente in piedi e a schiena dritta, l’altra probabilmente chinata su se stessa schiacciata dal peso di tutta quell’energia, entrambi comunque immobili nella loro posizione e ad una distanza pressoché irrisoria, sarebbe stato come vedere due persone che si danno la mano per salutarsi in una tempesta elettrica.
    All’interno della cupola la situazione era invece evidentemente a vantaggio di Shoya il quale non solo era riuscito ad attivare Ion Pylon, ma era anche riuscito ad afferrare il polso del suo avversario, esattamente come aveva premeditato di fare. Essere riuscito a completare una strategia di attacco così articolata e complessa gli diede un’ulteriore scarica di adrenalina e di compiacimento, voleva annichilire l'avversario, spaventarlo, dimostrargli la sua superiorità per poter soggiogarlo mentalmente, ma forse voleva anche dimostrare a sé stesso di essere ancora capace di combattere. Le ultime missioni che aveva affrontato per Lifeline erano per lo più stati salvataggi di persone, risoluzioni di catastrofi climatiche e qualche pattugliamento, da troppo tempo non si trovava a dover sporcarsi le mani in uno scontro così complicato e con un avversario che gli potesse tenere testa. Che tutta questa situazione fosse alla fine un puro pretesto egoistico per autoalimentare il suo ego? Molto probabilmente sì, ma la risposta certa a questa domanda sarebbe arrivato solo una volta sconfitto il suo avversario e nelle sensazioni che avrebbe provato il giorno dopo sapendo di essere stato il vincitore dello scontro; forse non gli sarebbe rimasto nulla dentro o forse si sarebbe sentito ardere come fuoco vivo, solo il tempo avrebbe potuto dirlo.
    Nonostante la situazione di netto vantaggio l’eroe aveva dato un altro ultimatum al suo avversario, se avesse voluto avere anche una sola chance di uscirne indenne quella notte avrebbe dovuto rivelare la sua identità, raccontare il perché si trovava in quel vicolo la sera e soprattutto che relazione aveva con quell’uomo svenuto a terra usato come palla di cannone. Questa strada dopotutto non era proprio così impercorribile, per lo sconosciuto sarebbe stato stato sufficiente togliersi quel casco ed iniziare a parlare, egli doveva solo prendere consapevolezza del rischio di finire in una stazione di polizia, anche se a dirla tutta Shoya non aveva poi granchè voglia di dover redigere un verbale, giustificare la situazione e perdere tempo a spiegare a tutti cosa era accaduto; non era la prima volta che l’eroe si trovava a mantenere un segreto o ad insabbiare alcune situazioni, per cui forse forse il motociclista avrebbe fatto bene ad arrendersi e giocarsi la carta del dialogo.
    I muscoli della mano non erano mai stati così tesi, il braccio gonfio con le vene che pulsavano, una forte sensazione di prurito cosparsa in tutto il corpo dovuto alla pelle d’oca, Shoya continuava a mantenere quella posizione di dominazione osservando lo sconosciuto soffrire e fare la sua mossa: cioè parlare, ancora una volta, ma adesso con difficoltà e con un tono nettamente diverso, niente più spavalderia; infatti l’uomo con il casco in testa tentò ancora una volta di toccarsi con la mano libera, questo gesto avvenne sotto gli occhi attenti dell’eroe che avrebbe potuto fermarlo in qualsiasi momento, fu come vedere una scena a rallentatore e di cui sapeva già l’esito, ovviamente egli avrebbe fatto di tutto per allontanarsi dal campo elettromagnetico, ma nonostante Shoya conoscesse bene l’esito di ciò che stava per accadere decise nella sua magnanimità di lasciare che accadesse, anzi onde evitare ripercussioni sulla sua di mano che serrava ancora quella dell’avversario, decise di mollare la presa, proprio una frazione di secondo prima che lo sconosciuto potè schizzare a grandissima velocità verso l’esterno del campo elettromagnetico utilizzando ancora una volta quella strana tecnica “energetica”.
    Compiaciuto e con uno strano sorriso stampato in volto Shoya non sarebbe rimasto lì fermo immobile, ma avrebbe iniziato a camminare nella direzione di fuga del suo avversario, lasciando però Ion Pylon conficcato nel terreno, portarlo con sé in questo momento sarebbe stato oltremodo faticoso e si sarebbe trascinato dietro il campo elettromagnetico senza alcun motivo. L’eroe fece pochi pesanti passi sull’asfalto della strada ed emerse a petto aperto, spalle larghe e schiena dritta da quella cupola ovattata e densa di aria rarefatta, la tuta brillava di una luce violacea scintillante, il suo corpo era ancora carico di energia elettrostatica ed evidentemente poteva continuare a combattere se fosse stato necessario. l’avversario invece si trovava chino a terra e con entrambe le mani alzate in alto in un chiaro segno di resa, non avrebbe continuato a battersi o almeno questa sembrava la sua intenzione.
    Fino a quel momento Shoya aveva fatto la figura dell’ingenuo, aveva creduto alle parole del suo interlocutore e si era lasciato prendere in giro più volte pur di non ricorrere alla violenza, si era quindi limitato a difendersi annullando il nemico, poi si era lasciato andare e come spesso era successo in passato il suo Quirk e la sua superiorità in strategia di combattimento avevano preso il sopravvento. Adesso cosa avrebbe dovuto fare? Credere all’avversario e dargli tempo di recuperare il fiato o sfruttare il vantaggio e ridurlo in fin di vita?
    Incrociò le braccia al petto e lasciò che l’istinto ragionasse al posto suo e decise di procedere con la strada politica, intavolare una conversazione e raccogliere tutte le informazioni che gli servivano.
    Ora puoi toglierti il casco e mostrarmi i tuoi documenti, non ti consiglio di giocare ancora qualche altro trucchetto, perchè le cose per te potrebbero solo peggiorare...
    Shoya era molto sicuro di sè, parlava come se avesse la situazione sotto controllo ed effettivamente si sentiva così, non vedeva come il suo avversario potesse uscirne rapidamente, se non con qualche nuova tecnica o asso nella manica, in quel caso allora tutto sarebbe ricominciato da capo. L’eroe aveva ottenuto quello che realmente desiderava, dimostrare ancora una volta di essere il più forte, non trovava più senso nel continuare a combattere adesso.
    Se sarai sincero con me lo capirò e quindi potrei essere buono con te.
    negli anni di gavetta scolastica e di tirocinio Shoya aveva imparato ad essere un buon comunicatore e se c’era una cosa su cui poter fare leva in una situazione disperata è la speranza, dare una via d’uscita ad una persona con le spalle al muro è il modo migliore per controllarla e dominare la situazione. Avrebbe attesto una risposta e al tempo stesso avrebbe tenuto bene gli occhi aperti su ogni movimento del nemico, al prossimo trucchetto o scherzo l’eroe avrebbe iniziato a scaldarsi sul serio.



    - Status:
    Dolore leggero petto e schiena e stomaco
    - Equip:
    Full Dive (Quirk - Media)
    Ion Pylon ATTIVATO 2 turni di 3
    Descrizione: Bastone di circa un metro di lunghezza costruito in gran parte da un materiale creato in laboratorio che gli conferisce una struttura a spirale per circa tutta la lunghezza rendendolo prevalentemente rigido e parzialmente elastico. La struttura è interamente ricoperta da trame di Argento che si concentrano maggiormente alle due estremità: un’estremità è appuntita ideale per piantarsi su qualsiasi superficie e fare in modo che il bastone stia stabile, l’altra estremità termina con una struttura ovoidale in cui è presente una maggior quantità di argento ideale per una maggiore conduttività elettrica.
    Il bastone è stato costruito affinché possegga internamente una batteria a ioni ricaricabile che attivata permetta di generare un campo elettromagnetico ionizzato di cui lui stesso sarà il centro e il raggio è di circa due metri e mezzo: esempio, se piantato in un terreno piano il campo elettromagnetico avrà la forma di una semisfera.
    Il campo elettromagnetico produrrà un danno elementare Medio-Grave all'attivazione a chiunque si trovi all'interno del raggio d'attivazione, oppure se qualcuno all'esterno del raggio di attivazione dovesse entrarci quando il campo elettromagnetico è attivo.
    All'interno del campo elettromagnetico qualsiasi attacco di tipo elementare subirà una riduzione di intensità di uno step; esempio da Grave a Medio-Grave.
    Il bastone è attivabile solo tramite la tecnica Ion Charge, una volta attivato la carica del bastone dura tre turni, poi ci saranno necessariamente due turni di riposo e poi potrà essere riattivato nuovamente con la stessa specifica tecnica.
    Il bastone ha un colore grigio quando è inattivo, brilla in azzurro quando invece è attivo.

    Maschera Antigas (3 su 3)
    - Abilità:
    Semiconductor
    - Specializzazioni:
    SpecializzazioneNarrativa:
    DETECTIVE [A]
    SpecializzazioneLaboratorio:
    QUIRK [A]
    - Tecniche Usate:
    //

    Scheda | Forza: 32 | Quirk: 500 | Agilità: 493 | Energia: 700

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    Fortunatamente, nonostante la sua palese posizione di svantaggio la misteriosità dell'unicità di Gin sembrava potergli fornire ancora qualche vantaggio tattico nei confronti del suo avversario. A conti fatti, sebbene l'eroe a quel punto avrebbe probabilmente notato senza troppa difficoltà la necessità del contatto fisico per l'attivazione dei suoi poteri non era ancora stato in grado di saggiarne il vero effetto, ovvero quello di imprimere dei tatuaggi momentanei sulla propria pelle o quella altrui: tutte le applicazioni che aveva effettuato su sé stesso erano celate dalla suit gentilmente regalatagli da Tobiko, quando aveva lanciato contro l'eroe di Lifeline il criminale certamente il membro delle forze dell'ordine non era stato in grado di notare il tatuaggio che vi aveva impresso e l'assalto che gli aveva mosso nel tentativo di marchiargli delle fiamme addosso era semplicemente fallito. Forse proprio per quella sorta di istintivo timore Shoya aveva deciso di lasciarlo andare dopo averlo visto toccarsi nuovamente. Aveva la fortuna di avere un'unicità molto versatile e di cui soprattutto era difficile dedurre il filo logico se non si vedevano quei segni che lasciava sulla pelle. Ad un occhio esterno indurire la propria pelle o muoversi molto velocemente potevano sembrare effetti di una semplice unicità di potenziamento, ma imprimere lo stesso effetto sugli altri? Era un'unicità difficile da decodificare.
    Quel vantaggio gli era stato utile per allontanarsi ma difficilmente avrebbe avuto un'utilità di lì in poi. Uscito dall'area d'azione dell'avversario, che gli era tanto oscura quanto la sua unicità potesse esserlo per l'altro, la sua schiena si inarcò leggermente assieme alle ginocchia nel tentativo di riprendere il fiato. La mano destra si poggiò sul casco nero pece, incapace di raggiungere la testa che gli stava ronzando a non finire. Sarebbe morto se fosse rimasto lì dentro per qualche minuto? No. Ne avrebbe fatto volentieri a meno? Assolutamente sì, poco da aggiungere.
    Giunti a quel punto, collaborare sembrava l'unica soluzione. L'unica incognita che rimaneva era semplicemente... sarebbe servito a qualcosa? Shoya sembrava più interessato al combattimento che alla semplice idea di star catturando un criminale e questa sensazione aveva dei risvolti sia positivi che negativi. Il fatto che non vi fossero degli effettivi motivi di giustizia dietro a quello scontro sembravano favorire la possibilità di uscirne intonso, perché l'eroe non sembrava voler necessariamente portare qualcuno dietro le sbarre quella sera. Chiaramente però il fatto che sembrasse prono al cercare uno scontro significava anche che Gin non aveva alcuna sicurezza che una volta eseguito quanto ordinato dall'avversario questo lo avrebbe semplicemente lasciato andare. Nonostante questo, però, Gin non pensava il ragazzo fosse un qualche pazzoide alla ricerca dell'abuso di potere, anzi. Sumire lo aveva descritto come una persona decisamente piena di sé e a cui forse piaceva imporsi sopra gli altri: una mentalità simile necessita di una sfida per mostrare il proprio valore, quindi dubitava che il ragazzo avrebbe infierito su di lui se si fosse arreso, perché non vi è nulla di onorevole o nulla da dimostrare nel battere qualcuno che non vuole battersi. Osservandola in quest'ottica, in effetti il suo comportamento non aveva fatto altro che gettare acqua sul fuoco fino ad adesso. Forse una parte di lui, per quanto inconsapevole, voleva davvero fargliela pagare per ciò che aveva fatto a Sumire e non era riuscita a ragionare lucidamente. Si sarebbe però arrovellato su queste questioni sotto la doccia e poi lungo una o più notti insonni, ora non era il caso.
    Ok, una cosa per volta... - mormorò quindi una volta ripreso il fiato. Storse il naso sotto il casco ascoltando le richieste dell'eroe, perché per quanto fosse disposto ad arrendersi e persino a mostrare il proprio volto avrebbe volentieri fatto a meno di mostrare i documenti e rivelare la sua identità. Forse però con un po' di dialogo sarebbero davvero riusciti a venirsi incontro - Per prima cosa mi tolgo il casco, ok? - annunciò la propria mossa con le mani tremolanti ancora in aria - Non posso utilizzare la mia unicità sugli oggetti, quindi non ti arriverà una palla da bowling in faccia. - rassicurò così l'avversario che probabilmente però aveva già dedotto quel particolare della sua unicità da solo. Se così non fosse stato allora la sua chance migliore sarebbe stata quella di concentrarsi sul pilastro elettrico e non su Shoya. Gli sembrava giusto specificarlo per evitare una di quelle situazioni tipiche dei film dove qualcuno mette una mano in tasca per prendere i documenti e viene crivellato dal poliziotto di turno che temeva avesse una pistola.
    Con una procedura non proprio agile a causa dei suoi lunghissimi capelli si rimosse il casco portandovi entrambe le mani e rivelando quindi il suo volto affilato e soprattutto le sue caratteristiche iridi giallastre che quasi si illuminavano nel buio come quelle di un gatto. Avrebbe gestito il resto del dialogo a volto scoperto nella speranza che l'eroe potesse leggervi finalmente la verità.
    Ascolta Shoya, ti giuro che non ho detto una singola bugia sin dall'inizio. - iniziò quindi a parlare col cuore aperto, non gli rimaneva molto altro da fare - Ok, a parte quella sul collaborare che ho detto prima, ma ora lo sto facendo. - mormorò quasi forzatamente spinto da una parte della sua coscienza - Ero semplicemente nei paraggi, ho sentito l'uomo del konbini urlare e ho seguito il rapinatore. Sono riuscito a raggiungerlo nel vicolo e gliele ho suonate, senza utilizzare l'unicità. - si premurò di specificare, e non era una bugia. Si rifiutava di utilizzare la sua unicità se non era il proprio avversario ad utilizzarla per primo, sebbene volesse punire le persone non significava certo volesse rischiare di ucciderle - Se tu non fossi arrivato sarei semplicemente tornato indietro, avrei consegnato il denaro al commesso e me ne sarei andato. Puoi svegliare il tizio e chiederglielo se vuoi, non ho nulla da nascondere. - aggiunse con un sospiro, portando poi la mancina alle tempie che ancora gli facevano un po' male - Tutto quello che voglio fare è aiutare le persone... e lo so che questo non è il modo migliore di farlo, lo so... ma è tutto ciò che posso fare. - le sue labbra si accartocciarono: se non fosse stato che il momento non era il più opportuno probabilmente si sarebbe messo a piangere - Mi dispiace di averti attaccato, pensavo solamente che sarebbe stato il modo migliore per scamparmela... ma eccoci qui. - iniziò a ridacchiare tra sé e sé.
    Nonostante la sincerità non aveva mostrato all'eroe i documenti come richiesto, né aveva intenzione di farlo. Qualora Shoya avesse insistito... probabilmente avrebbe dato il via a delle trattative. Voleva aiutare le persone, giusto? E Shoya senza dubbio era una persona. Forse. Insomma, i loro percorsi non dovevano necessariamente incrociarsi in negativo. Da ciò che aveva capito l'eroe era una persona decisamente ambiziosa e piena di sé ma il loro obbiettivo a conti fatti era lo stesso. E se Shoya si fosse casomai trovato nella condizione di arrestare le persone catturate da Gin ne avrebbero tratto entrambi vantaggio, giusto? Il primo ottenendo dei buoni rating con le forze dell'ordine e il secondo riuscendo a dare una vera punizione oltre alle botte ai criminali che fermava. Forse in quella situazione avere una fidanzata studentessa della Yuuei gli avrebbe davvero salvato la vita.
    Embarrassed they found a knife Went back and they found it twice
    FREELANCE
    LVL7
    GIN NAKANO
    FRZ - 180 ❊ QUI - 335 ❊ AGI - 210 ❊ PT [2/4]
    ©
    • Status: Danno medio allo stomaco, danno lieve al braccio destro, danni medi su tutto il corpo.
    • Tecniche usate: Jet
    • Energia: 255/750


    • Equipaggiamenti:

    Adaptive Suit [Costume] - Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Il modello base è completamente di colore nero, con qualche rifinitura colorata, e compatibile con una moltitudine di accessori e gadget. Regalatagli da Tobiko, il simbolo del dipartimento della classe di supporto della UA è stato cancellato dalla schiena per proteggere l'aspirante eroe.
    Peso: [0] / Durata: Permanente.
    Effetto: Protegge da danni medi.

    Helmet [Costume] - Copricapo protettivo, facente parte dell'equipaggiamento individuale, realizzato in materiale resistente agli urti e usato sia in ambito sportivo sia nel mondo del lavoro, allo scopo di preservare la testa da impatti improvvisi. Pur derivando chiaramente dall'elmetto, si distingue per essere stato concepito ed essersi tecnicamente evoluto in funzione di proteggere la testa dagli effetti dell'impatto di un corpo in velocità contro oggetti generalmente fermi e non viceversa. È utile anche per celare la propria identità.
    Peso: [0] / Durata: Permanente.
    Effetto: Protegge da danni medi.

    Claw [Costume] - Un guanto esoscheletrico costruito interamente in metallo. Una volta indossato si adatta alla persona e si utilizza proprio come se fosse una seconda pelle. È un gioiellino d'ingegneria meccanica: all'inizio si presenta come un semplice bracciale molto massiccio, esercitando una lieve pressione sulla parte centrale, tuttavia, il polsino si trasforma in questo meraviglioso guanto dalle unghie acuminate, un vero e proprio artiglio!
    A dispetto delle apparenze è molto più pericoloso di quel che sembra, essendo composto da una speciale lega di titanio che lo rende immune agli effetti dei Quirk. È in grado di perforare anche oggetti (e persone!) molto resistenti, e lasciare gravi danni.
    Peso: [2] / Durata: Permanente.
    Effetto: Danni medi, +10 FRZ.

    • Lista tecniche:

    » Rider Flames [Livello 4] - Tramite il contatto, Gin è in grado di imprimere un tatuaggio con un pattern a forma di fiamme. Si tratta di un half-sleeve (un tatuaggio che copre generalmente metà arto) che causa ustione nell'area coperta.
    Effetto: Danno Grave.
    Costo: 80 PE

    » Crown of Thorns [Livello 4] - Tramite il contatto, Gin è in grado di imprimere un tatuaggio circolare a forma di corona di spine (nota: il tatuaggio avvolge la zona colpita). Il tatuaggio causa costrizione e danni da taglio nella zona colpita. Provoca Sanguinamento.
    Effetto: Danno Grave.
    Costo: 100 PE

    » Sailor Rope [Livello 4] - Tramite il contatto, Gin è in grado di imprimere un tatuaggio circolare che rappresenta una corda (nota: il tatuaggio avvolge la zona colpita). Il tatuaggio causa costrizione e può impedire di muovere la parte costretta. Se vengono colpite due parti del corpo (es. entrambi i polsi) queste verranno costrette assieme (come se fossero legate dalla stessa corda).
    Effetto: Paralisi [5 turni]
    Costo: 100 PE

    » Knock-Out Knuckles [Livello 4] - Gin è in grado di imprimere un tatuaggio di un profondo colore nero su una qualsiasi parte del suo corpo. Questo tatuaggio è in grado di aumentare la durezza della parte tatuata aumentandone sia la potenza di attacco che la resistenza. Può essere utilizzata come tecnica offensiva o come difesa localizzata. La parte tatuata assume una consistenza simile al ferro assumendo offensivamente la durezza di un tirapugni, casco, parastinchi etc., in difesa garantendo la possibilità di resistere ad attacchi con armi bianche o da perforazione.
    Effetto: Danno Grave.
    Costo: 80+40 Mant. PE

    » Jet [Livello 4] - Tramite il contatto, Gin è in grado di imprimere un tatuaggio simile ad un razzo sul corpo altrui o sul proprio. Questa tecnica è molto versatile, garantendo una molteplicità di utilizzi: utilizzandola sulle proprie gambe, ad esempio, Gin è in grado di eseguire salti particolarmente alti o scatti molto veloci. Imprimendola sulle proprie braccia, invece, può sferrare pugni molto veloci. Utilizzandola su un avversario, invece, può sbilanciarlo o allontanarlo grazie all'effetto sorpresa. Riuscendo a sfiorare il suo braccio prima di essere colpito da un pugno, ad esempio, potrà imprimere grazie al Jet una spinta nella versione opposta e allontanare il pugno avversario per proteggersi.
    Effetto: Protegge da colpi fisici di intensità Grave.
    Costo: 85 PE
     
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    Si respirava un’aria densa di polvere a Edogawa quella notte, il campo elettromagnetico generato dal pilone era ancora attivo, ma andava via via per esaurire la sua potenza, lentamente il raggio d’azione riduceva la sua portata e tra qualche minuto si sarebbe esaurito del tutto rendendo l’attrezzo inutilizzabile per altrettanto tempo. L’avversario non era a conoscenza di questo dettaglio, intimorito dalla situazione aveva deciso di smettere di combattere e quindi di arrendersi intavolando un dialogo più o meno diplomatico.
    Shoya aveva raggiunto il suo obiettivo: dimostrare a sé stesso ancora una volta di essere il migliore, proprio come un bulimico si affoga di dolci, lui si cibava di vittorie e sconfitte dei suoi avversari, poteva ritenersi sufficientemente sazio per oggi, ma non per questo se ne sarebbe andato a mani vuote, voleva conoscere l’identità di questo sconosciuto per poter in qualche modo riconoscerlo in futuro.
    Le prime parole del motociclista furono subito remissive, avrebbe accettato di togliersi il casco e per di più confermò che non poteva applicare il suo quirk agli oggetti, per cui l’eroe non avrebbe corso il rischio di essere colpito da una nuova palla di cannone. Nonostante questo Shoya non avrebbe minimamente abbassato la guardia, nutriva pochissima fiducia nelle parole del suo interlocutore, il quale fino ad ora non aveva fatto che prendersi gioco di lui e attaccarlo, come poteva adesso d’un tratto pretendere di essere preso sul serio? Si limitò quindi a rispondere con pochissime parole.
    Mmm vai avanti
    Si percepiva nel tono di voce dell’eroe un netto senso di superiorità, si sentiva il vincitore morale ed effettivo dello scontro e pertanto autorizzato a dominare la conversazione.
    Prendendo fiato ad ampi respiri osservò minuziosamente i movimenti del suo avversario, il quale riuscì a sfilarsi con non poca facilità il casco dalla testa rivelando un volto pressoché anonimo, un classico giapponese dalla pelle liscia e dal volto appuntito, l’unica particolarità risiedeva nel colore e nella forma degli occhi, sembravano quelli di un gatto di colore giallo dorato.
    Shoya rimase come deluso, si era creato un’immagine mentale di un uomo particolarmente “brutto”, perché associava questa caratteristica alla cattiveria, un po' il classico retaggio che ci si porta dietro per colpa dei film al cinema e degli anime, invece il motociclista appariva come un giovane di bell’aspetto, con dei capelli eccessivamente lunghi ed uno sguardo molto singolare, perfettamente riconoscibile in mezzo ad una folla di gente, non aveva mai visto degli occhi così.
    A quel punto iniziò un fortissimo flusso di coscienza del ragazzo vestito da motociclista, il quale iniziò scusandosi per aver mentito prima sul fatto che aveva promesso di collaborare, adesso voleva farlo per davvero raccontando i fatti come erano andati veramente: non era un villain, ma un vigilantes che avendo sentito delle urla dal kombini lì vicino aveva deciso di inseguire il rapinatore e pestarlo senza l’uso del quirk per recuperare i soldi e restituirli appena possibile, il suo unico obiettivo era quello di aiutare il povero commerciante e in generale aiutare le persone a suo modo, arrivò addirittura a scusarsi.
    In tutto questo Shoya rimase in religioso silenzio, in altre occasioni avrebbe già interrotto l’interlocutore, ma adesso sentiva come la necessità di rimanere ad ascoltare per capire se le parole che gli venivano rivolte avessero rappresentato la verità, avrebbe potuto guardare in volto il suo “nemico” e scorgerne anche ogni piccolo movimento facciale, mentire così non sarebbe stato facile e sembrava proprio che tutto ciò fosse davvero la verità.
    L’eroe era combattuto internamente da diversi sentimenti, da un lato capiva appieno le intenzioni del giovane, voler aiutare gli altri era un punto in comune per entrambi, solo che non ne approvava i metodi, cioè lui fin da piccolo si era dovuto affaticare a studiare per superare esami frequentare corsi di scuola lontano da casa così da poter raggiungere la licenza da eroe, mentre questo sconosciuto perché si sentiva in dover di aiutare gli altri aveva scelto la strada più pigra e semplice di fare altro e nel tempo libero inventarsi vigilante. No così non gli stava per nulla bene, Shoya incrociò le braccia al petto e corrucciò il volto visibilmente alterato.
    Quindi spiegami, io ho studiato, ho fatto gli esami, ho fatto il tirocinio e dopo tanti anni ottengo la licenza da eroe per poter aiutare gli altri e tu invece così perché ti va hai deciso di andare in giro a fare il vigilante?
    Disse tutto d’un fiato e con un tono di voce anche più alto di prima
    Secondo te noi eroi siamo degli idioti? No, dai spiegami, perché non riesco davvero a capire cosa diavolo ti è passato per la testa quel giorno che hai deciso di voler “aiutare gli altri”
    Canzonò l’ultima frase facendo segno con le dita di entrambe le mani per simulare le virgolette.
    Fortunatamente per te io non ho tutta questa voglia di andare alla stazione di polizia, ho usato questo deterrente prima solo per spaventarti, ma purtroppo non ha funzionato… in qualsiasi caso io non posso lasciarti andare senza almeno un nome o un accordo…
    Gli occhi di Shoya si illuminarono per un brevissimo istante, era diventato bravo ad intessere relazioni con i vigilanti ultimamente, bastava vedere come era andata con i membri di Crux, adesso aveva la possibilità di assoggettare un altro individuo che in qualche modo poteva essere usato come ponte tra lui e le sue indagini sulle varie organizzazioni criminali.
    A questo punto l’eroe si avvicinò a passo lento cercando di ridurre la distanza tra lui e il suo interlocutore in modo da poter parlare anche ad un tono di voce molto basso.
    Sai vigilante, potresti tornarmi utile un giorno… io svolgo delle indagini un po' segrete su alcune delle associazioni criminali di Tokyo tra cui Aogiri… magari ne hai sentito parlare, e magari hai anche delle informazioni da potermi recuperare… arrivati a questo punto ti suggerirei di collaborare segretamente con me.
    Il volto di Shoya era deciso e determinato, non faceva trasparire alcun dubbio o incertezza, quello non era un test e forse nemmeno una richiesta, era più un imperativo assoluto che non lasciava via di scampo, cose avesse fatto se il vigilante avesse rifiutato l’accordo? Beh probabilmente ne sarebbe conseguiti dei guai e dei problemi molto seri alla sua vita, ora che ne conosceva il volto ci avrebbe messo molto poco ad avviare un indagine con la polizia e con le varie agenzie per rintracciare la sua vita privata ecc.
    Insomma al motociclista non conveniva farsi nemico Shoya Ishida, a nessuno conviene.

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    Descrizione: Bastone di circa un metro di lunghezza costruito in gran parte da un materiale creato in laboratorio che gli conferisce una struttura a spirale per circa tutta la lunghezza rendendolo prevalentemente rigido e parzialmente elastico. La struttura è interamente ricoperta da trame di Argento che si concentrano maggiormente alle due estremità: un’estremità è appuntita ideale per piantarsi su qualsiasi superficie e fare in modo che il bastone stia stabile, l’altra estremità termina con una struttura ovoidale in cui è presente una maggior quantità di argento ideale per una maggiore conduttività elettrica.
    Il bastone è stato costruito affinché possegga internamente una batteria a ioni ricaricabile che attivata permetta di generare un campo elettromagnetico ionizzato di cui lui stesso sarà il centro e il raggio è di circa due metri e mezzo: esempio, se piantato in un terreno piano il campo elettromagnetico avrà la forma di una semisfera.
    Il campo elettromagnetico produrrà un danno elementare Medio-Grave all'attivazione a chiunque si trovi all'interno del raggio d'attivazione, oppure se qualcuno all'esterno del raggio di attivazione dovesse entrarci quando il campo elettromagnetico è attivo.
    All'interno del campo elettromagnetico qualsiasi attacco di tipo elementare subirà una riduzione di intensità di uno step; esempio da Grave a Medio-Grave.
    Il bastone è attivabile solo tramite la tecnica Ion Charge, una volta attivato la carica del bastone dura tre turni, poi ci saranno necessariamente due turni di riposo e poi potrà essere riattivato nuovamente con la stessa specifica tecnica.
    Il bastone ha un colore grigio quando è inattivo, brilla in azzurro quando invece è attivo.

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    SpecializzazioneLaboratorio:
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    Come scritto nel topic, scusami enormemente per il ritardo, ma periodo di ferie^^
     
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    Giunti fino a quel punto, a Gin poco importava del tono di superiorità dell'eroe di fronte a lui e anzi, se stava riuscendo a compiacerlo tanto meglio. Quella era una semplice lotta per la sopravvivenza e lui non stava facendo altro che recitare una parte, era una semplice casualità che questo consistesse nell'essere completamente onesto. Non necessariamente recitare significa fingere o raccontare una bugia, poteva anche significare raccontare la verità in una situazione in cui normalmente non lo si avrebbe mai fatto al semplice scopo di ottenere qualcosa. E, in questo caso, si trattava della possibilità di uscire da quella situazione indenne. Beh, se non altro sul profilo personale e privato considerato che il suo fisico e il suo corpo erano decisamente già più ammaccati del dovuto.
    Gin era una persona che adorava prendere in giro e stuzzicare gli altri e quindi non dovrebbe sorprendere che un atteggiamento così servile e remissivo non fosse assolutamente da lui, ma gli sembrava fosse ciò che era più necessario in quel caso per provare a cavarsela. E in un primo momento le sue parole parvero avere successo e svolgere in modo sopraffino il loro lavoro: l'eroe si sentiva in una situazione di assoluta superiorità (ed inutile mentire, lo era effettivamente) e questo sembrava metterlo dell'umore giusto per collaborare. Purtroppo però le parole successive di Gin riguardo al voler fare il suo piccolo per aiutare le persone sembrarono colpirlo nel vivo ed infastidirlo non poco, attirando la sua ira.
    Hai ragione, mi dispiace. - Gin deglutì, sfiorando quasi terra con la fronte mentre si abbandonava in un lungo inchino di scuse. Da buon giapponese di classe media il Nakano sapeva bene che a volte bisognava abbandonare il proprio orgoglio ed il proprio credo per un bene superiore, specie quando ci si trovava in una situazione di debolezza. Erano passati i tempi dei samurai e dello scegliere la morte per non rinunciare al proprio orgoglio e lui sperava di poter vivere ancora tanti anni, possibilmente mettere su famiglia e magari comprare una villetta dove vivere tranquillamente in periferia. Per tutta la sua vita Gin si era semplicemente adagiato su quell'ideale di vita che non era né carne né pesce. Lo studiare arte o il ricoprirsi di tatuaggi erano le piccole trasgressioni che gli permettevano di sentirsi vivo, come se si stesse ribellando ad un sistema che aveva già programmato la sua vita ma al quale, a conti fatti, aveva accettato di adeguarsi oltre a quelle scelte appariscenti. La decisione di fare del suo meglio per aiutare gli altri era ciò che davvero era riuscito a farlo sentire vivo dopo tutto ciò che era successo.
    Che si badi bene, Gin rispettava il ruolo delle forze dell'ordine e l'impegno e i sacrifici che sopportavano per stabilire il proprio ruolo, sarebbe stato ipocrita pensare il contrario quando vedeva tutto l'impegno che Sumire metteva nel suo percorso formativo. Ciononostante, non riusciva a rassegnarsi all'idea che chi non aveva seguito quel percorso dovesse semplicemente stare in silenzio e subire o guardare gli altri subire le angherie di chi non intendeva rispettare le regole. Se qualcuno avesse provato a derubare una vecchietta di fronte a lui avrebbe dovuto semplicemente ignorare la questione perché non era un poliziotto? Cambiava forse qualcosa farlo con una tutina ed un casco da motociclista in testa? Era chiaro che un mondo perfetto non potesse sorreggersi su principi personali di quel tipo, ma purtroppo avevano la sfortuna di non vivere in quel mondo. E per tanti eroi fieri di sé stessi e gelosi del proprio ruolo come Shoya ce n'erano altrettanti come Tobiko, che non aveva battuto ciglio prima di decidere di aiutarlo quando aveva deciso di imbarcarsi in quella folle impresa. In quel momento Gin non pensava che uno fosse migliore dell'altro, erano semplicemente entrambi i due volti della medaglia che meglio identificava quella città ormai alla deriva. E se doveva cospargersi il capo di cenere solo per uscirne sano e salvo era disposto ad uscirne puzzando di bruciato senza troppi problemi.
    Nonostante questo, fu Shoya stesso a proporre un accordo, senza nemmeno fargli rischiare problemi nel proporlo a sua volta. Sembrava proprio che in fondo i risultati importassero di più, all'eroe, rispetto a qualsiasi disputa ideologica potesse nascere da quel confronto. Era evidente che Gin non fosse certo il primo né l'unico vigilante di Tokyo e molto probabilmente parlare di quelle questioni non avrebbe semplicemente portato a nulla, anche perché era evidente che chiunque avesse i propri motivi: c'era chi voleva aiutare gli altri come Gin, chi era alla ricerca di vendetta, chi pensava gli eroi fossero degli incompetenti e chi più ne ha più ne metta. Valeva in fondo lo stesso anche per i giovani eroi, che certo non erano una massa omogenea. C'era chi voleva diventare famoso, chi lo faceva per i soldi, chi per una storia di famiglia e chi per vero amore per la popolazione. In fondo, poi, sebbene ciò che Shoya aveva detto fosse certamente vero, agire nell'illegalità aveva anche numerosi lati negativi in confronto all'essere un eroe: essere perseguitati dalla legge, non avere diritto ad un'assicurazione e a delle cure senza rischiare di finire nei guai e così via. L'inutile battaglia a chi amava di più il popolo di Tokyo, tra pro e contro, non avrebbe semplicemente mai avuto fine.
    L'accordo va benissimo. - si riprese quasi istantaneamente, alzando il capo e puntando l'indice destro verso Shoya come una pistola finta a voler sottolineare che aveva fatto bingo, come se gli avesse letto nel pensiero. Un secondo dopo l'accordo non andava più bene. Ok, certo, era disposto ad aiutarlo per salvarsi la pellaccia, consegnargli qualche teppista o qualche rapinatore. Ma Aogiri? Era come raccattare un senzatetto dalle strade e mandarlo a combattere contro una cellula terroristica in Medio Oriente. Se non aveva letto i libri e non aveva la formazione necessaria a fermare un rapinatore di konbini figuriamoci cosa potesse fare contro un'organizzazione criminale di quel calibro. Il meglio che avrebbe potuto fare sarebbe stato proporsi di fare un bel tatuaggio in stile clan ai suoi membri per entrare tra le fila dell'organizzazione e in ogni caso anche quella procedura riguardava Gin Nakano e non l'uomo col casco.
    Per un attimo si ritrovò a pensare senza una punta di ironia che forse evitare di rivelare il suo nome e passare un paio di mesi in prigione non valessero quel rischio. Quale poteva essere la pena per aver attaccato briga con un eroe? Se fosse riuscito a convincere il giudice che si trattasse di un malinteso avrebbero potuto ridurla? Sembrava comunque una prospettiva più rosea del buttarsi in pasto alle tigri. Giunti a quel punto, però, pareva che non gli rimanesse altra scelta che accettare. Il fatto che l'eroe non volesse portarlo in commissariato andava di sicuro a suo vantaggio finché si trattava di contrattare ma significava anche che, rifiutandosi di farlo, probabilmente non ce lo avrebbe portato lo stesso e quindi le cose sarebbero semplicemente andate peggio. Con tutto il rispetto del caso il ragazzo di fronte a lui gli sembrava abbastanza squilibrato da essere in grado di agire nel peggior modo possibile. Che fosse una recita come la sua o la verità... onestamente non intendeva scoprirlo proprio ora.
    Non ho nulla al momento, ma posso senza dubbio chiedere ad un paio di contatti. - Gin decise di siglare l'accordo con un sorriso sornione ed un occhiolino. No, non aveva alcuna informazione su Aogiri e per essere del tutto onesti non aveva neppure alcun contatto, ma era necessario in quel momento mostrarsi sicuro a propria volta: qualsiasi insicurezza avrebbe potuto mostrare una sua presunta inutilità e far saltare l'accordo. Una volta assicuratosi la salvezza avrebbe avuto due scelte, prendere il biglietto meno costoso possibile per cambiare stato ed allontanarsi da quella situazione oppure mettersi effettivamente alla ricerca di un contatto e delle informazioni per riscattarsi. Per quanto gli dispiacesse, vista la sua situazione economica la seconda opzione era comunque la più valida. Non poteva comunque essere particolarmente difficile, giusto? Tokyo era piena di vigilanti e di sicuro molti di loro provavano a tirare giù Aogiri. Forse. E lui comunque non ne conosceva nessuno. Beh, era comunque abbastanza bravo a fare amicizia, di sicuro avrebbe trovato qualcuno. Bastava informarsi sulle zone a maggior tasso criminale e andare lì, certamente avrebbe trovato qualcuno. Shinjuku, rinnovata da poco, sembrava non essersi ancora del tutto ripresa e forse era il posto ideale. Ma, in tutta onestà, ci avrebbe pensato solo una volta sicuro di essere salvo e dopo una lunga dormita.
    Puoi chiamarmi Silver Dragon, comunque. - disse rizzando la schiena, tirandosi su - Che peraltro è anche il mio contatto BABEL, se dovessimo tenerci in contatto... - cosa ovvia, dubitava che Shoya avrebbe voluto istituire un gigantesco segnale luminoso a forma di drago nel cielo per sancire degli incontri in cui scambiarsi informazioni. Probabilmente non appena mossi due o tre passi in sicurezza da quella scena del crimine avrebbe afferrato il telefono e ripulito la sua intera bacheca social da qualsivoglia riferimento alla propria vita privata. Se Shoya lo avesse visto interagire con Sumire o viceversa sarebbe probabilmente morto sul posto.
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    GIN NAKANO
    FRZ - 180 ❊ QUI - 335 ❊ AGI - 210 ❊ PT [2/4]
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    • Status: Danno medio allo stomaco, danno lieve al braccio destro, danni medi su tutto il corpo.
    • Tecniche usate: Jet
    • Energia: 255/750


    • Equipaggiamenti:

    Adaptive Suit [Costume] - Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Il modello base è completamente di colore nero, con qualche rifinitura colorata, e compatibile con una moltitudine di accessori e gadget. Regalatagli da Tobiko, il simbolo del dipartimento della classe di supporto della UA è stato cancellato dalla schiena per proteggere l'aspirante eroe.
    Peso: [0] / Durata: Permanente.
    Effetto: Protegge da danni medi.

    Helmet [Costume] - Copricapo protettivo, facente parte dell'equipaggiamento individuale, realizzato in materiale resistente agli urti e usato sia in ambito sportivo sia nel mondo del lavoro, allo scopo di preservare la testa da impatti improvvisi. Pur derivando chiaramente dall'elmetto, si distingue per essere stato concepito ed essersi tecnicamente evoluto in funzione di proteggere la testa dagli effetti dell'impatto di un corpo in velocità contro oggetti generalmente fermi e non viceversa. È utile anche per celare la propria identità.
    Peso: [0] / Durata: Permanente.
    Effetto: Protegge da danni medi.

    Claw [Costume] - Un guanto esoscheletrico costruito interamente in metallo. Una volta indossato si adatta alla persona e si utilizza proprio come se fosse una seconda pelle. È un gioiellino d'ingegneria meccanica: all'inizio si presenta come un semplice bracciale molto massiccio, esercitando una lieve pressione sulla parte centrale, tuttavia, il polsino si trasforma in questo meraviglioso guanto dalle unghie acuminate, un vero e proprio artiglio!
    A dispetto delle apparenze è molto più pericoloso di quel che sembra, essendo composto da una speciale lega di titanio che lo rende immune agli effetti dei Quirk. È in grado di perforare anche oggetti (e persone!) molto resistenti, e lasciare gravi danni.
    Peso: [2] / Durata: Permanente.
    Effetto: Danni medi, +10 FRZ.

    • Lista tecniche:

    » Rider Flames [Livello 4] - Tramite il contatto, Gin è in grado di imprimere un tatuaggio con un pattern a forma di fiamme. Si tratta di un half-sleeve (un tatuaggio che copre generalmente metà arto) che causa ustione nell'area coperta.
    Effetto: Danno Grave.
    Costo: 80 PE

    » Crown of Thorns [Livello 4] - Tramite il contatto, Gin è in grado di imprimere un tatuaggio circolare a forma di corona di spine (nota: il tatuaggio avvolge la zona colpita). Il tatuaggio causa costrizione e danni da taglio nella zona colpita. Provoca Sanguinamento.
    Effetto: Danno Grave.
    Costo: 100 PE

    » Sailor Rope [Livello 4] - Tramite il contatto, Gin è in grado di imprimere un tatuaggio circolare che rappresenta una corda (nota: il tatuaggio avvolge la zona colpita). Il tatuaggio causa costrizione e può impedire di muovere la parte costretta. Se vengono colpite due parti del corpo (es. entrambi i polsi) queste verranno costrette assieme (come se fossero legate dalla stessa corda).
    Effetto: Paralisi [5 turni]
    Costo: 100 PE

    » Knock-Out Knuckles [Livello 4] - Gin è in grado di imprimere un tatuaggio di un profondo colore nero su una qualsiasi parte del suo corpo. Questo tatuaggio è in grado di aumentare la durezza della parte tatuata aumentandone sia la potenza di attacco che la resistenza. Può essere utilizzata come tecnica offensiva o come difesa localizzata. La parte tatuata assume una consistenza simile al ferro assumendo offensivamente la durezza di un tirapugni, casco, parastinchi etc., in difesa garantendo la possibilità di resistere ad attacchi con armi bianche o da perforazione.
    Effetto: Danno Grave.
    Costo: 80+40 Mant. PE

    » Jet [Livello 4] - Tramite il contatto, Gin è in grado di imprimere un tatuaggio simile ad un razzo sul corpo altrui o sul proprio. Questa tecnica è molto versatile, garantendo una molteplicità di utilizzi: utilizzandola sulle proprie gambe, ad esempio, Gin è in grado di eseguire salti particolarmente alti o scatti molto veloci. Imprimendola sulle proprie braccia, invece, può sferrare pugni molto veloci. Utilizzandola su un avversario, invece, può sbilanciarlo o allontanarlo grazie all'effetto sorpresa. Riuscendo a sfiorare il suo braccio prima di essere colpito da un pugno, ad esempio, potrà imprimere grazie al Jet una spinta nella versione opposta e allontanare il pugno avversario per proteggersi.
    Effetto: Protegge da colpi fisici di intensità Grave.
    Costo: 85 PE
     
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    Ricordo che faceva male. Guardarla stare male.

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    SHOYA ISHIDA
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    « O muori da Eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo »
    Una cosa più di ogni altra faceva gonfiare il petto di Shoya, la sensazione di essere al comando, ed era ciò che stava accadendo in quel preciso istante, il vigilante aveva deciso di scusarsi e compiere un profondo inchino in pieno stile giapponese tradizionale, un gesto d’impatto e carico di significato che poneva automaticamente l’eroe su un livello superiore, d’ora in avanti sarebbe stata sua responsabilità portare avanti questa conversazione e la collaborazione che ne stava conseguendo.
    Il giovane eroe accettò con un cenno del capo l’inchino e chiuse gli occhi per qualche istante per assaporarsi quel momento, finora aveva avuto rapporti conflittuali con i vigilanti e con i pochi villain con cui era riuscito a conversare, ne erano emersi accordi per lo più alla pari, mai gli era capitato di riuscire ad imporre delle sue regole e delle sue volontà su di un’altra persona e questa nuova sensazione gli stava dando una scarica di endorfine particolarmente piacevole. Non conosceva il vero carattere del suo ormai ex avversario, non sapeva se quello che stava osservando era solo un gesto di autoconservazione e quindi dettato dal mero senso di sopravvivenza, oppure era un atto di sottomissione proprio perché il motociclista aveva riconosciuto il valore di chi aveva difronte e pertanto aveva convenuto aver senso collaborarci invece che lavorarci contro. Al momento questo era poco importante, avrebbe avuto modo di approfondire la questione più avanti, con il tempo, adesso era il momento di capitalizzare la situazione e fare in modo di concludere alla svelta prima che il traffico di Edogawa si fosse impossessato delle strade e che qualcuno avesse chiamato la polizia, non avrebbe voluto di certo trovarsi a dover dare giustificazioni, né tanto meno ricevere un altro richiamo da Lifeline.
    Adesso puoi anche tirarti su e metterti in piedi, accolgo le tue scuse… possiamo continuare la conversazione da uomini, guardandoci negli occhi.
    Disse con un tono di voce calmo e profondo, quasi rassicurante, decisamente diverso dal modo di parlare precedentemente usato, adesso Shoya era visibilmente più calmo, il volto era rilassato, i suoi occhi non emanavano più quel fuoco che era presente fino a qualche minuto prima, il suo corpo era meno rigido, un po' più rilassato anche se sempre ben dritto sulla schiena e saldo sulle gambe.
    Muovendo entrambe le mani sulla sua divisa da eroe si tolse un po' di polvere residua dovuta al violento scontro ormai concluso, fortunatamente non aveva riportato gravi lesioni da taglio, ma solo qualche livido e contusione alla parte superiore del corpo, un po' di giorni di riposo e sarebbe tornato esattamente come prima. Shoya era quasi contento di essersi procurato delle ferite, così che in ufficio il giorno dopo avrebbe potuto raccontare di essere stato sconfitto, scaraventato al suolo e lasciato privo di sensi, questo avrebbe causato una certa perdita di reputazione all’interno dell’agenzia, ma un enorme vantaggio invece per i suoi obiettivi personali. Non gli interessava poi molto cosa pensassero i suoi colleghi, o anche i suoi superiori, non aveva mai nutrito nessun tipo di sentimento positivo verso di loro, anzi odiava vederli oziare dietro quelle scrivanie a conteggiare i soldi incassati da piccole commissioni di salvaguardia del pianeta, nessuno che avesse mai mosso un dito contro le vere organizzazioni criminali di Tokyo.
    Arrivati a quel punto della conversazione il vigilante fece un segno con la mano e un occhiolino confermando che aveva accettato l’accordo e anche con piacere, il suo volto non mostrava segni di sofferenza o dispiacimento e i suoi occhi benchè affaticati non sembravano voler nascondere nessun doppio fine questa volta. Per il momento l’eroe si sarebbe dovuto accontentare di un contatto di Babel, nome Silver Dragon, niente di più, non un nome vero, un cognome, uno stato di famiglia, insomma nessuna generalità del vigilante, ma questo poteva anche andargli bene finchè avesse mantenuto fede all’accordo che si stava sigillando solennemente in quel momento.
    Per il momento non ho motivo di indagare oltre su di te, mi accontenterò di chiamarti Silver Dragon e quello che è appena successo stasera verrà gestito da me nella maniera più pulita possibile.
    Proseguì assicurando il suo ormai collaboratore che non avrebbe in alcun modo indagato oltre sulla sua identità né avrebbe fatto in modo che le sue tracce venissero scoperte sul luogo dello scontro. Nel parlare Shoya usava un tono di voce molto sicuro di sé sempre mantenendosi su i toni caldi, questo per lasciar trasparire la sua completa sincerità e determinazione, alle volte poteva sembrare molto inquietante quel modo di fare, perché era talmente chiaro e limpido che non lasciava alcuno spazio al complottismo o al ragionamento, lui era esattamente così, andava sempre dritto al punto con le persone che gli portavano rispetto o con cui aveva stretto degli accordi collaborativi.
    Allontaniamoci un momento dalla strada principale, seguimi, dovresti farcela a camminare, ho un’ultima cosa da chiederti, poi sarai libero di tornare a casa tua.
    Era arrivato il momento di togliersi da quella strada così illuminata e così centrale, l’alba era incombente e le case iniziavano ad aprire le finestre per fare entrare la fresca aria del mattino. Così Shoya si voltò e a passo lento andò a recuperare il bastone che era ancora piantato nel terreno, ma completamente spento, la punta diamantata non luccicava blu di un blu acceso, ma di un blu scuro e profondo. Fissò l’arma sulla schiena proprio dove vi era l’alloggiamento creato apposta e con la coda dell’occhio si assicurò di essere seguito, non aveva dubbi che il vigilante lo avrebbe seguito, in quel momento non aveva altra scelta se non assecondare l’eroe in ogni suo ordine, era l’unico modo che avrebbe avuto per uscire indenne da quella situazione e poter tornare sulle proprie gambe.
    Non fece molti passi, bastò giusto qualche falcata e una volta superato il gradino di un marciapiede bastò svoltare alla prima via per ritrovarsi al riparo da occhi indiscreti e lontano da corpo svenuto del vero rapinatore di kombini, quello sarebbe stato un problema da gestire successivamente.
    Shoya avrebbe atteso Silver Dragon pazientemente e con braccia conserte, mentre la schiena era appoggiata al muro di mattoni di un edificio del vicolo. Al momento giusto avrebbe parlato.
    Questo accordo è una cosa molto seria per me, vorrei ti fosse chiaro, mi aspetto che tu sia proattivo nella ricerca di contatti e di informazioni. Non mi esporrò subito, per cui potresti dover fare le mie veci ci fosse da incontrare qualche informatore, qualche altro vigilante o perché no anche qualche villain.
    Disse fissando negli occhi il suo interlocutore per fargli capire la gravità della situazione.
    Dovrebbe essere facile per te, in qualche modo stiamo aiutando a salvaguardare la città, per cui non sentirti in colpa e datti da fare.
    Non avrebbe accennato alle conseguenze di un fallimento o peggio ancora di un tradimento, non sentiva ce ne fosse bisogno, Shoya aveva già dimostrato quello di cui era capace e soprattutto aveva mostrato il suo carattere e la sua determinazione, inutile dire che gli avrebbe dato la caccia, l’avrebbe stanato e sbattuto dietro le sbarre nel giro di pochi giorni, confidava nella consapevolezza di Silver Dragon, d’altronde fino ad ora si era dimostrato abbastanza saggio nelle sue mosse, a parte quell’errore inziale.
    Deal?
    Disse in inglese allungando la mano verso il vigilante. Non aveva più paura di un contatto diretto.

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    Dolore leggero petto e schiena e stomaco
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    Semiconductor
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    SpecializzazioneNarrativa:
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    Onestamente, per quanto lo ritenesse necessario per tenersi la testa attaccata al collo, non è che quella situazione gli andasse particolarmente a genio. In questo in un certo senso Gin e Shoya erano simili: seppure per questioni diverse, ad entrambi piaceva sentirsi superiori e in controllo. Era evidente, però, che in quella situazione l'unico modo per cavarsela era sopprimere quest'istinto e cercare di trovarsi a proprio agio nei panni del sottomesso. Si chiedeva se, in una situazione affine, anche l'eroe sarebbe stato in grado di abbandonare il proprio orgoglio o meno. La verità era che in fondo a Gin poco importava del pensiero o delle impressioni degli altri, a rendergli possibile quella finta resa era proprio l'essere conscio che si trattasse di un mero mezzuccio per avere salva la pelle. Non che questo togliesse, in ogni caso, l'essere stato effettivamente sconfitto. Da quel punto di vista però aveva effettivamente ragione Shoya, lui di certo non poteva chissà cosa contro chi aveva passato anni ad allenarsi per ricoprire quel ruolo. Di contro, neanche la maggior parte dei criminali si allenava per fare una rapina in una banca e tantomeno in un konbini. Si ritrovò a fare un sorriso indirizzato al cemento della strada quando Shoya parve accettare le sue scuse fasulle senza troppe remore.
    Oya, va bene. - disse simulando un lungo sospiro e tirandosi su, dando dei piccoli colpi alle cosce con le mani per ripulire le ginocchia dal poco sporco delle strade cittadine. Gin odiava quel tipo di retorica di cose "da uomini", non c'era nulla di mascolino o di cui andare fieri in ciò che stava succedendo, ma si convinse a tenere chiusa la bocca per il proprio quieto vivere. A quel punto l'intera conversazione si basava sul dare all'eroe ciò che sembrava volesse e cercare il modo migliore per tirarsene fuori una volta alzati i tacchi, pur essendo ben conscio che non sarebbe stato per nulla facile cavarsi da quella situazione. Molto probabilmente, almeno per un periodo, avrebbe dovuto effettivamente sottostare a quel patto. Una parte di sé, pur controvoglia, si rendeva conto di essere comunque in debito: Shoya avrebbe potuto arrestarlo ma aveva deciso di non farlo e poco importava il vero motivo.
    Sì, umh... abbastanza. - ridacchiò a riguardo dell'essere in grado di muoversi. Sebbene stesse fingendo per compiacere in qualche modo le manie di potere dell'altro, la verità era che aveva effettivamente preso una bella batosta e camminare gli faceva effettivamente fatica, quindi fece del suo meglio per zoppicare seguendo il ragazzo nel vicolo - Umh... - si ritrovò per un attimo ad indicare il criminale svenuto che era stato all'origine di tutto, ma Shoya non parve mostrare grandi segni di interesse. Si chiedeva come avrebbe gestito quella questione dato che a suo dire non aveva voglia di andare in stazione ma probabilmente gli sarebbe semplicemente bastato chiamare una volante o qualcosa di simile. Per essere del tutto onesti no, Gin non aveva la minima idea di come venissero gestite quelle questioni.
    A quel punto non gli restava che ascoltare ciò che Shoya avesse da dire, acconsentire ed andarsene. La questione era molto complicata, perché un nome altisonante come quello di Aogiri non poteva che spaventare un normalissimo universitario come il Nakano, ma d'altra parte Shoya non gli stava chiedendo nulla di più né nulla di meno di ciò che lui avrebbe naturalmente fatto. Forse quella collaborazione non era poi così male, pur considerando che Gin era chiaramente la parte passiva: Shoya ne avrebbe guadagnato prestigio e celebrità mentre lui si sarebbe assunto tutti i rischi. A quel punto bisognava capire che cosa cercassero nella loro azione, ed era quel punto che ancora confondeva maggiormente il giovane tatuatore. Shoya era interessato alla carriera o al bene della città? Le due cose non erano mutualmente esclusive ma difficilmente potevano essere perfettamente equilibrate e non riusciva a capire a quale delle due puntasse il giovane eroe. Stava assumendo dei grossi rischi a collaborare con un vigilantes e chissà, forse un giorno, con sufficienti prove, Gin avrebbe anche potuto denunciarlo per sollevarsi da quella situazione. Chissà se esisteva un programma di protezione testimoni o qualcosa di simile per casi come il suo. Molto semplicemente, come spesso gli accadeva, stava pensando troppo in là nel tempo.
    La sua mano sfiorò quella di Shoya per la stretta atta a siglare il patto e in quel momento si rese conto di essere ancora in tempo per... qualcosa. Avrebbe potuto applicargli un Jet e scaraventarlo via, approfittare della situazione per fuggire. Quello sarebbe stato chiaramente l'atto di tradimento supremo e sarebbe stata tutta colpa di Shoya che non si era informato per bene sulla sua identità. La verità era però che lo aveva davvero colpito per bene e aveva ben poche possibilità di riuscire a fuggire pur allontanandolo con la sua unicità. La sua mano strinse quella di Shoya senza alcuna conseguenza.
    Farò il possibile. - annuì - Tutto ciò che voglio è essere utile per la città. - giunti a quel punto la finzione e la realtà avevano iniziato a mescolarsi e neppure lui riusciva a capire se fosse convinto di ciò che diceva o meno. Era stato forzatamente infilato in una situazione ben più grande di lui ma forse quello era semplicemente lo sprono di cui aveva bisogno per darsi realmente da fare. Indagare su un'organizzazione di quel tipo era decisamente rischioso ma non poteva passare la sua vita a malmenare scippatori e ladri dalle capacità infime. Se si era allenato c'era un motivo e non poteva continuare a sprecare la sua vita in quel modo. Fino ad un paio di anni prima Gin sarebbe semplicemente stato terrorizzato da quella situazione ma adesso qualcosa era cambiato: il suo sguardo era serio e il suo tono di voce era calmo, Shoya non avrebbe visto alcun tipo di esitazione in quella stretta di mano.
    Yes, boss. - rispose a tono, con una pronuncia non proprio perfetta. Dopodiché si abbandonò ad un sospiro, come lasciando fluire via tutta la tensione accumulata in quei minuti. Sciolta la stretta di mano iniziò a giocherellare con il casco che aveva stretto nell'altra mano per tutto quel tempo, visibilmente in attesa di potersene andare. Continuare a rimanere lì, a quel punto, sarebbe semplicemente stato un rischio per entrambi - Quindi, umh... me... me ne vado, ok? - una volta tornato a casa, oltre ad una bella spalmata di pomata come aveva imparato quando era stata Sumire a combattere con il compagno di studi, si sarebbe premurato di scrivere a Tobiko per raccontargli l'accaduto: aveva decisamente bisogno di un consiglio in quella brutta situazione.
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    GIN NAKANO
    FRZ - 180 ❊ QUI - 335 ❊ AGI - 210 ❊ PT [2/4]
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    • Status: Danno medio allo stomaco, danno lieve al braccio destro, danni medi su tutto il corpo.
    • Tecniche usate: //
    • Energia: 255/750


    • Equipaggiamenti:

    Adaptive Suit [Costume] - Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. Il modello base è completamente di colore nero, con qualche rifinitura colorata, e compatibile con una moltitudine di accessori e gadget. Regalatagli da Tobiko, il simbolo del dipartimento della classe di supporto della UA è stato cancellato dalla schiena per proteggere l'aspirante eroe.
    Peso: [0] / Durata: Permanente.
    Effetto: Protegge da danni medi.

    Helmet [Costume] - Copricapo protettivo, facente parte dell'equipaggiamento individuale, realizzato in materiale resistente agli urti e usato sia in ambito sportivo sia nel mondo del lavoro, allo scopo di preservare la testa da impatti improvvisi. Pur derivando chiaramente dall'elmetto, si distingue per essere stato concepito ed essersi tecnicamente evoluto in funzione di proteggere la testa dagli effetti dell'impatto di un corpo in velocità contro oggetti generalmente fermi e non viceversa. È utile anche per celare la propria identità.
    Peso: [0] / Durata: Permanente.
    Effetto: Protegge da danni medi.

    Claw [Costume] - Un guanto esoscheletrico costruito interamente in metallo. Una volta indossato si adatta alla persona e si utilizza proprio come se fosse una seconda pelle. È un gioiellino d'ingegneria meccanica: all'inizio si presenta come un semplice bracciale molto massiccio, esercitando una lieve pressione sulla parte centrale, tuttavia, il polsino si trasforma in questo meraviglioso guanto dalle unghie acuminate, un vero e proprio artiglio!
    A dispetto delle apparenze è molto più pericoloso di quel che sembra, essendo composto da una speciale lega di titanio che lo rende immune agli effetti dei Quirk. È in grado di perforare anche oggetti (e persone!) molto resistenti, e lasciare gravi danni.
    Peso: [2] / Durata: Permanente.
    Effetto: Danni medi, +10 FRZ.

    • Lista tecniche:

    » Rider Flames [Livello 4] - Tramite il contatto, Gin è in grado di imprimere un tatuaggio con un pattern a forma di fiamme. Si tratta di un half-sleeve (un tatuaggio che copre generalmente metà arto) che causa ustione nell'area coperta.
    Effetto: Danno Grave.
    Costo: 80 PE

    » Crown of Thorns [Livello 4] - Tramite il contatto, Gin è in grado di imprimere un tatuaggio circolare a forma di corona di spine (nota: il tatuaggio avvolge la zona colpita). Il tatuaggio causa costrizione e danni da taglio nella zona colpita. Provoca Sanguinamento.
    Effetto: Danno Grave.
    Costo: 100 PE

    » Sailor Rope [Livello 4] - Tramite il contatto, Gin è in grado di imprimere un tatuaggio circolare che rappresenta una corda (nota: il tatuaggio avvolge la zona colpita). Il tatuaggio causa costrizione e può impedire di muovere la parte costretta. Se vengono colpite due parti del corpo (es. entrambi i polsi) queste verranno costrette assieme (come se fossero legate dalla stessa corda).
    Effetto: Paralisi [5 turni]
    Costo: 100 PE

    » Knock-Out Knuckles [Livello 4] - Gin è in grado di imprimere un tatuaggio di un profondo colore nero su una qualsiasi parte del suo corpo. Questo tatuaggio è in grado di aumentare la durezza della parte tatuata aumentandone sia la potenza di attacco che la resistenza. Può essere utilizzata come tecnica offensiva o come difesa localizzata. La parte tatuata assume una consistenza simile al ferro assumendo offensivamente la durezza di un tirapugni, casco, parastinchi etc., in difesa garantendo la possibilità di resistere ad attacchi con armi bianche o da perforazione.
    Effetto: Danno Grave.
    Costo: 80+40 Mant. PE

    » Jet [Livello 4] - Tramite il contatto, Gin è in grado di imprimere un tatuaggio simile ad un razzo sul corpo altrui o sul proprio. Questa tecnica è molto versatile, garantendo una molteplicità di utilizzi: utilizzandola sulle proprie gambe, ad esempio, Gin è in grado di eseguire salti particolarmente alti o scatti molto veloci. Imprimendola sulle proprie braccia, invece, può sferrare pugni molto veloci. Utilizzandola su un avversario, invece, può sbilanciarlo o allontanarlo grazie all'effetto sorpresa. Riuscendo a sfiorare il suo braccio prima di essere colpito da un pugno, ad esempio, potrà imprimere grazie al Jet una spinta nella versione opposta e allontanare il pugno avversario per proteggersi.
    Effetto: Protegge da colpi fisici di intensità Grave.
    Costo: 85 PE



    Segnalo che per almeno due turni ho per sbaglio lasciato Jet tra le tecniche utilizzate pur non utilizzandola, svista mia. :zizi:
     
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    Ricordo che faceva male. Guardarla stare male.

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    SHOYA ISHIDA
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    « O muori da Eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo »
    i vicoli di Edogawa erano davvero ben insonorizzati, una volta che i due protagonisti di questa storia raggiunsero la stradina laterale che tagliava perpendicolarmente la via principale fu come se fossero spariti, eppure erano lì a conversare come se nulla fosse successo; uno sguardo attento avrebbe potuto notare il ragazzo vestito da motociclista visibilmente ferito e caludicante, mentre l’altro ugualmente dai capelli neri ma con una chioma decisamente meno folta ben appoggiato con la schiena alla cinta di mattoni, anch’egli con segni evidenti di contusione e polvere. Il silenzio tornò a regnare in quei pochi minuti che separavano la notte dalla mattina, di tutti un solo uomo restava a terra: il vero artefice di quella rapina al kombini che tanto aveva scatenato.
    il vigilante non sembrò voler essere di molte parole, probabilmente le ferite non lo facevano ragionare lucidamente o semplicemente voleva tagliare corto per filare via da lì il più velocemente possibile, d’altro canto Shoya si sentiva completamente a suo agio, respirava regolarmente, aveva recuperato il fiato e il ritmo del battito cardiaco, questa sera aveva vinto almeno moralmente lo scontro e adesso stava dettando le sue condizioni saggiando la fedeltà e le intenzioni del motociclista con la coda di cavallo. I pochi istanti preceduti dalla stretta di mano furono colmi di tensione, chissà cosa sarebbe successo, una nuova tecnica? Un tradimento? Oppure la sigla definitiva di un accordo particolarmente importante. Ebbene tutto andò per il verso giusto, almeno secondo il punto di vista dell’eroe, il quale si trovò a stringere con discreta forza la mano del suo interlocutore sfoggiando un mezzo sorriso compiaciuto e divertito allo stesso momento, questa volta si era davvero buttato alla cieca, chissà cosa avrebbe potuto fare il suo ex-avversaio se solo questo scambio fosse avvenuto mezz’oretta prima. I due si scambiarono un profondo sguardo di intesa, entrambi poterono notare la serietà delle intenzioni reciproche, era appena nata una collaborazione che forse avrebbe potuto svoltare la sorte di molte persone di Tokyo ancora vittime di associazioni criminali inaresstabili come Aogiri.
    Shoya ascoltò la dichiarazione d’intenti del vigilante, disse che avrebbe fatto il possibile, beh questo non sarebbe stato sufficiente, l’eroe voleva dell’impegno e della dedizione in questo compito.
    Fare il possibile non sarà sufficiente, dovrai attivarti con ogni mezzo a tua disposizione, ogni giorno che perdiamo è una persona in più che rimane vittima di Aogiri o di altre organizzazioni... questo pensiero deve convivere con te.
    L’eroe stava esternando a voce i pensieri che lo affligevano internamente da ormai tanto tempo, aveva dedicato tantissimo alla sua formazione ed altrettanto al suo lavoro come assistente in agenzia, era arrivato il momento di prendere in mano la sua vita, le sue responsabilità e raggiungere i suoi obiettivi, che in qualche modo coincidevano con la salvaguardia e il benessere di Tokyo. Se c’era da scendere a compromessi beh l’avrebbe fatto, doveva allearsi con i Vigilantes? Perchè no, alla fin fine si è uniti da un obiettivo comune, avrebbe dovuto sporcarsi le mani? Non aveva paura di farlo.
    Si staccò dalla cinta di mattoni, distolse lo sguardo da Silver Dragon e iniziò ad allontanarsi in direzione dell’uomo svenuto a terra. Prima di congedarsi si voltò un’ultima volta verso il motociclista e finì quella conversazione con un avvertimento.
    Non dovrai parlare con nessuno di questo incontro, nè dovrai mai fare il mio nome, solo io e te sappiamo cosa è successo questa notte, se dovesse uscire fuori qualcosa a riguardo e dovessi poi trovarmi nei guai... beh
    Concluse la frase stringendo la mano destra a forma di pugno e incanalando parte del suo quirk proprio nel braccio, il quale iniziò ad illuminarsi di viola proprio come successo fino a durante lo scontro. L’energia elettrostatica generata dal quirk di Shoya si potè percepire nell’aria circostante, visibilmente numerosi granelli di polvere iniziarono ad alzarsi e a dirigersi verso l’epicentro. Poi rilassò i muscoli della mano e la aprì rilasciando completamente tutta l’energia, la tuta tornò di colore nero e la polvere cadde depositandosi lentamente sul suolo.
    Ci risentiremo presto.
    Congedò definitivamente il Vigilante dirigendosi verso il ladro svenuto a terra. la soluzione a quella situazione era decisamente quella di una soffiata anonima alla stazione di polizia, non c’era altro che potesse fare, per cui diede una leggera spinta con il piede destro all’uomo affinchè si ritrovasse appoggiato su un fianco, poi con un altro calcio avvicinò il portafoglio contente i soldi che l’uomo aveva rubato al kombini. A quel punto l’eroe prese il telefono che teneva in tasca e mascherando sapientemente il suo numero avviò la telefonata anonima alla polizia. Avrebbe poi segnalato la posizione e il fatto accaduto.
    Detto questo Shoya si sarebbe voltato per vedere se il vigialante si era già allontanato e così fu, adesso doveva dileguarsi lui il più velocmenete possibile, raggiungere il suo appartamento attraverso vicoli nascosti e curarsi le ferite nel miglior modo possibile. Domani si sarebbe preso un giorno di riposo dall’ufficio.

    - Status:
    Dolore leggero petto e schiena e stomaco
    - Equip:
    Full Dive (Quirk - Media)
    Ion Pylon
    Maschera Antigas (3 su 3)
    - Abilità:
    Semiconductor
    - Specializzazioni:
    SpecializzazioneNarrativa:
    DETECTIVE [A]
    SpecializzazioneLaboratorio:
    QUIRK [A]
    - Tecniche Usate:
    //

    Scheda | Forza: 32 | Quirk: 500 | Agilità: 493 | Energia: 700

    CODE © Saxo



    Ti ringrazio per la role, mi sono divertito parecchio e spero sia stata piacevole anche per te. inoltre abbiamo aperto uno scenario inaspettato e comunque molto interessante se vorrai continuarlo. a questo punto i nostri PG si sentiranno su Babel! A presto!
     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    Mi sembra tutto regolare. Bel combat guys. Mi ha fatto morire dal ridere in molteplici punti.

    Gin: +50 exp +50 exp (bonus livello);
    Shoya: +50 exp +75 exp (bonus livello);

    Chiudo! ✨
    contattiwww
     
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22 replies since 5/3/2022, 18:01   446 views
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