Tengoku no Tobira

Single Quest || Castiel

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    CASTIEL LEROY
    ● VIGILANTES ● GOOD OMENS ● LIVELLO #7 ● SCHEDAPORTFOLIOART
    Anno nuovo, vita nuova. Non per Castiel. Castiel si sentiva in una perfetta stasi di cui non riusciva a liberarsi. Dicembre, gennaio, febbraio, marzo... sebbene ogni singola cosa sembrasse andare a meraviglia, ormai erano passati mesi da quando Sakiko era stata aggredita per strada e lui, che si era ripromesso (e le aveva promesso) che l'avrebbe vendicata, non aveva fatto alcun tipo di progresso. Quella dannata Lilith non si trovava da nessuna parte, evanescente come il demone di cui portava il nome.
    Forse era presuntuoso da parte sua aspettarsi che venisse fuori solo ed esclusivamente perché lui voleva che lo facesse, eppure di solito andava così, no? Nei fumetti agli eroi di turno bastava solo desiderare ardentemente che il loro nemico giurato uscisse allo scoperto affinché potessero vendicarsi di tutto il male che aveva causato e... era così deludente il fatto che la realtà non fosse un fumetto. Non ricordava di aver mai visto un eroe spendere mesi e mesi a cercare lo stesso cattivo. Forse perché era un fumetto e quando ti divoravi interi volumi nella spanna di tempo di un pomeriggio era difficile quantificare. Magari nella realtà lo facevano.
    Il punto è che Castiel non sapeva nemmeno quanto di cattivo ci fosse in questa Lilith. Non sapeva niente di lei, se non il fatto che fosse una donna. Non era mai riuscito a strappare più di qualche mugolio o cenno d'assenso a Sakiko e dopo aver intuito che la giovane ne parlasse tutto fuor che volentieri aveva semplicemente smesso di chiedere. Capiva, perché anche lui ci aveva messo un po' ad elaborare Zack, e se ci pensava - a volte - gli venivano ancora i brividi.
    In fin dei conti, però, non importava.
    Aveva fatto del male a Sakiko e, che fosse cattiva o meno, se Castiel se la fosse ritrovata fra le mani non avrebbe avuto alcuna pietà.
    Il problema era che, cercare qualcuno di cui si conosce nient'altro che il nome fittizio, in una metropoli grande come Tokyo, era come cercare un ago in un pagliaio.
    Castiel aveva cominciato a vagare per la città per i fatti propri; gli faceva ridere pensare al termine "ronda", lo sentiva troppo altisonante per sé stesso, ma in fin dei conti era proprio quello che faceva.
    Aveva fatto molta attenzione a tenersi lontano dagli eroi, ma da quando era riuscito a mettere le mani su una tuta simile a quella di CYPHER si sentiva un po' più tranquillo a solcare i cieli di notte. Ormai era anche in grado di muoversi da solo, senza dover necessariamente contare sul supporto di suo cugino. Se possibile evitava di scontrarsi con altre persone e se proprio capitava, preferiva temporeggiare fino all'arrivo degli eroi, per poi scappare e lasciare che fossero loro a finire il lavoro. Ogni tanto gli era capitato di imbattersi in qualche altro coraggioso che pattugliava volontariamente le zone più nebulose della città, ma niente: anche chiedendo, nessuno conosceva questa Lilith.
    E lui finiva per tornare a casa sempre più stanco e avvilito di quando era uscito.
    Quindi alla fine aveva accettato la triste verità: doveva espandere la sua rete di contatti o non sarebbe andato da nessuna parte.
    Ma come fare? A chi poteva chiedere? CYPHER e la sua organizzazione? Per quanto a lui sarebbe piaciuto incontrare di nuovo il vigilante bianco probabilmente l'uomo non era dello stesso avviso e avrebbe preferito non rivederlo affatto e... gli altri forse lo consideravano un intralcio. No, doveva fare da solo. Anche chiedere a Desmond era fuori discussione. Non era neanche riuscito a scoprire quale fosse la sua seconda identità, si sarebbe solo messo in ridicolo dimostrando di non saper badare a sé stesso e di non essere cresciuto di una virgola.
    Era stato mentre macinava quei pensieri, come un frantoio a lavoro che gli era venuto in mente di avere delle olive che non aveva ancora usato. Ironicamente, sempre per merito di Sakiko.
    Era una vicenda che risaliva al novembre scorso. Gli aveva raccontato che, mentre era sul set di alcune riprese, all'università imperiale di Tokyo, era stata fermata da una donna - una docente - che aveva dato dimostrazione di sapere di lei un po' troppe cose e gli aveva chiesto se facesse parte di qualche network.
    Castiel non si era sentito particolarmente indispettito da ciò, a stento credeva di poterlo chiamare network il suo. Era contento che Sakiko ne avesse parlato con lui. Ecco, forse aveva sentito minacciata la propria privacy, quello sì, ma aveva preferito non partire prevenuto e aveva risposto che sarebbe andato a sentire cosa fosse questo grande network composto da altri network soggetto dell'avventura della sua collega nel mondo dello spettacolo.
    E ovviamente alla fine non era mai andato a parlare con nessuno.
    Come con la storia del Kagejikan. Non era colpa sua, a volte tendeva a dimenticarsele le cose. E gli tornavano in mente sempre nei momenti più strani, ovvero quando ne aveva bisogno.
    Per quello al momento si trovava leggermente in disparte a fissare, nei corridoi della Todai, la porta della segreteria universitaria, in attesa che chiamassero il suo numerino.
    In che senso? Castiel Leroy? Alla Todai? Ed era così tranquillo? Nessuno lo aveva assalito?
    Beh, chiaramente non era uno sprovveduto.
    Al momento non sembrava niente più che un normale studente in attesa del suo turno, anzi... una studentessa.
    Per essere la prima volta che lo faceva, andava particolarmente fiero di quel travestimento.
    Una parrucca corta di un verdolino sbiadito, quasi biondo, gli copriva il capo al posto della solita matassa di lunghi e ben più appariscenti capelli smeraldini, e una massiccia dose di trucco gli aveva mutato così tanto il viso da renderlo irriconoscibile: l'eyeliner gli allungava la forma degli occhi, la luce del fondotinta cambiava la forma del viso e il gloss gli ammorbidiva le labbra. Indossava dei vestiti larghi, in modo da coprire le sue forme nei punti in cui sarebbe stato eccessivamente riconoscibile come ragazzo, e dei piccoli tacchi bassi, per non esagerare con l'altezza. Sembrava una normalissima ragazza occidentale, magari lì ad aspettare che le accettassero il piano di studi all'estero. L'unica cosa su cui aveva da ridire era che i reggiseni fossero davvero eccessivamente scomodi, però aveva dovuto per forza indossarne uno, giusto per non essere troppo magro sul petto.
    Si sentiva un po' nervoso a dire il vero. No, non per il travestimento. Era solo che.. non aveva le idee chiare. Andare in segreteria e chiedere di Themis...? Che voleva dire? Per tutti i santi, non si sarebbe mai abituato a tutti quei linguaggi criptici che usavano i vigilantes.
    All'improvviso, mentre rifletteva se fosse il caso di cominciare a mangiarsi le unghie per dare al suo smalto un'aria vissuta e non far sembrare che se lo fosse messo solo quella mattina, sullo schermo che segnava l'avanzamento della coda per la segreteria comparve il suo numero.
    Per poco non sobbalzò. Ci siamo, pensò. Non poteva più temporeggiare ora.
    Era strano, il suo numero era per la categoria "altri appuntamenti" perché doveva fare una richiesta assurda e non sapeva in che altro modo porsi. Non era lì per un esame, né per arrivare un tirocinio, né per... boh, che ne sapeva di quali altri cose si facevano in università?
    Castiel si alzò dalla panca sulla quale era seduto, districando le gambe accavallate, e superò le porte a vetro che separavano la segreteria dall'atrio in cui c'era posto per attendere, avvicinandosi poi lentamente al banco da dove lo avevano chiamato e sentendo l'irrefrenabile impulso di tornare di corsa in bagno a specchiarsi per controllare se fosse ancora tutto apposto. Che stupidaggine, ma certo che lo era. Non c'era bisogno di essere così agitati.
    Dall'altra parte del tavolo c'era una donna di mezza età, degli occhiali da vista sul naso e i capelli arancioni raccolti in una crocchia. Dietro di lei e alle postazioni affianco alla sua altrettante persone si affaccendavano a mandare avanti la burocrazia universitaria. Dato che era ancora mattina presto lo accolse con un'educato "buongiorno", attendendo la sua richiesta.
    «Salve. Sto cercando... - rispose lui, ma si bloccò quasi subito. E ora? Cosa dire? Lo avrebbero capito? Gli avrebbero chiesto dei documenti? E se era tutto uno scherzo? Si morse la lingua. La donna lo guardò con uno sguardo piuttosto eloquente, aspettando che continuasse. Castiel si fece coraggio. - ...Themis.» mormorò, flebile.
    La donna non disse nulla, lo scrutò da sotto le lenti degli occhiali con sguardo severo e Castiel si sentì avvampare.
    Ecco, lo sapeva! Era tutto uno scherzo e lui aveva appena fatto la figura dell'imbecill--
    «Un momento, per favore.» la voce della signora al di là del banco gli impedì di scoppiare in lacrime dal nervoso appena in tempo e Castiel si rese conto che aveva sollevato la cornetta di un telefono e stava parlando con qualcuno.
    Eh?
    Dopo qualche istante si vide far scivolare dei fogli sulla superficie del bancone della segreteria.
    Eh?
    «L'ufficio è il numero quindici, troverà il nome scritto sulla targhetta. A lei, buona giornata.»
    Castiel rimase sbigottito a fissare i fogli.
    Eh?
    La donna continuò a fissarlo.
    «Signorina? C'è altro?»
    A quel "signorina", Castiel si riscosse come se gli avessero tirato un secchio d'acqua fredda.
    «A-Ah, no. I-Io... grazie mille, buona giornata.» biascicò, tutto d'un fiato o quasi. Agguantò i fogli, qualunque cosa fossero, e fece qualche passo indietro mettendosi a leggerli. A quanto pareva aveva un appuntamento con una professoressa fra venti minuti, una tale... Izumi Kyouka.
    Quindi... era fatta? Aveva varcato le porte del paradiso? No, non sapeva bene in cosa stava ficcando le mani, ma qualcosa era pur sempre meglio di niente. Avrebbe trovato Lilith e anche tutto ciò di cui aveva bisogno ora o di cui avrebbe avuto bisogno in futuro.
    Un lieve sorriso gli spuntò sulle labbra. Castiel si allontanò e sentì il suono che indicava che la segreteria aveva chiamato un altro numero.
    Just playing with our pride, go crush that foolish side

    CITAZIONE
    La SQ è ambientata inizio marzo 2024. Dovevo scriverla da un sacco, ma ho continuato a dimenticarmene fino a oggi, complimenti a me. Si ricollega alla specializzazione di Sakiko. Grazie e arrivederci.
    contattiwww
     
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