I took a sip from my devil's cup

Busan, dunque ecco chiarita la provenienza dell'altro.
«Mi stavo giusto chiedendo da dove arrivassi, data la tua cadenza, ma parli bene il giapponese e non pensavo fossi straniero.»
Lui arrivava da Okinawa, non poteva fare troppo lo schizzinoso sulla parlata altrui.
«Ammetto di non essere un gran conoscitore dei negozi di quel tipo...» Gli piacevano le cose carine, ma non aveva mai pensato di acquistarne perché... già, perché? La gente lo scambiava comunque per una ragazza, quindi tanto valeva togliersi qualche sfizio «Potresti accompagnarmi, una volta o l'altra, che ne dici?»
Un sorriso al gigante, potevano non diventare gli amiconi del secolo ma un giro con lui (frase interpretabile in molteplici modi) se lo sarebbe fatto volentieri.
“Beh, oggi è la tua giornata fortunata, Kohaku. Io posso farti da personal trainer.”
Lo diceva giusto per darsi un tono? Perché okay, era carino, ma non aveva alcuna intenzione di trovarsi con uno strappo muscolare per colpa del primo pallone gonfiato trovato in palestra che voleva farsi bello.
Però dai, era così genuino ed entusiasta che almeno per quella sera poteva provare.
«Sei uno sportivo professionista?»
Sentire che si allenava da così tanto tempo un po' lo rincuorava, ma è anche vero che un sacco di esaltati della palestra passano intere giornate ad allenarsi pompandosi di quei terribili frullati proteici o perché no di ormoni.
Lo seguì tranquillo in un'area più aperta, lanciando di tanto in tanto occhiate ai presenti che si allenavano e chiedendosi quanto poteva sembrare fuori luogo, visto da uno sguardo esterno.
«Sai, qualche tempo fa mi hanno aggradito per strada» Voce appena udibile e aria afflitta: ecco il suo pezzo forte, sembrare carino, adorabile ed innocente era la sua specialità «Nulla di grave, ma mi sono spaventato molto... spero non succeda più, ma ho deciso che voglio imparare a proteggermi e magari a contrattaccare per guadagnare un po' di tempo per scappare.»
In parte era la verità e in parte voleva imparare qualcosa di nuovo in modo da combinare l'uso del proprio quirk e dei coltelli alle tecniche di autodifesa e contrattacco, possibilmente ingraziandosi l'altro e rispondendo in anticipo a qualsiasi sua domanda a riguardo.
«Credo che qualsiasi conoscenza a riguardo potrà essermi utile.»
Un altro sorriso e poi imitò la posizione di guardia dell'altro, guardandolo in cerca di una parola o di un cenno che confermassero la correttezza.
«Vado?»
Non che credesse di fargli male sul serio, ma in fondo in fondo gli dispiaceva colpirlo.
Un lieve colpo sulla spalla, titubante, poi per l'ennesima volta lo vide piegarsi verso di lui in modo da ridurre un po' la differenza d'altezza.
Che nervi, sapeva da solo di essere basso.
Un sorrisetto angelico e poi mosse rapido un'ala in modo da far impattare la parte carpale sugli stinchi del gigante e, possibilmente, fargli perdere l'equilibrio in modo da farlo finire seduto o in ginocchio.
Almeno per un attimo voleva che avessero gli occhi (più o meno) alla stessa altezza, dimostrando di non essere del tutto sprovveduto ed indifeso, prima di tornare alla loro lezione.

A guy like you
should wear a warning