Zafiro Añejo

Role - Izusu & Rei

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    Rei picchiettava con la suola della sua scarpa destra sullo spoglio marciapiede, ben fissata a terra dalla punta del profondo tacco che indossava. Era ormai metà ottobre, le temperature iniziavano ad abbassarsi e lei sicuramente non sarebbe dovuta trovarsi in mezzo alla strada con quel tubino nero che le lasciava scoperte le spalle e buona parte della schiena. Fortunatamente aveva un pesante cappotto scuro a tenerle un po' di caldo nell'attesa di quel taxi. Ma facciamo un attimo un passo indietro.
    Rei era ben felice di non aver mai più sentito parlare di Izusu Morikawa: questo significava che il ragazzo aveva iniziato a tirare dritto - o a non farsi beccare - e che il loro piccolo segreto di quando aveva iniziato a sparargli addosso senza un valido motivo non sarebbe mai giunto fino alle orecchie di Saeko Saotome. Quelli erano, fondamentalmente, i termini del loro accordo. Un paio di settimane prima, però, il ragazzo dalle braccia di ghiaccio aveva malauguratamente deciso di approcciarla durante la sua rappresentanza all'evento di chiusura delle Olimpiadi, rischiando di farle fare una pessima figura di fronte ad una delle poche amiche che aveva. Il tentativo di corromperla offrendole dei dolcetti era stato sicuramente encomiabile, ma Rei era cresciuta nell'agiatezza e sarebbe servito molto di più di un paio di dolcetti per riuscire a comprare il suo perdono. Aveva deciso, assolutamente in maniera autonoma e senza prendersi la briga di farglielo sapere, che il ragazzo le doveva un favore bello grosso.
    Non era raro che la signora Okazaki trascinasse la figlia ad una festa dell'alta società di Tokyo. Ancora meno rari erano i suoi tentativi di accoppiarla, in tali feste, al rampollo di questa o quell'altra famiglia. Generalmente la madre di Rei sembrava una sostenitrice delle coppie ricche, quel tipo di unione che puntava ad aumentare il capitale piuttosto che a dissiparlo. Erano anni che Rei si sottoponeva a queste iniziative e conosceva benissimo i margini di tolleranza della madre: sapeva esattamente quante volte poteva rifiutarsi di andarci prima di scatenare una scenata e sapeva bene che non avrebbe potuto rifiutare quella serata all'insegna del lusso che era stata organizzata all'Abyssal Cyber Paradise. Bugia: in realtà aveva ancora un po' di corda da poter tirare, ma la verità era che tra tutte le cene noiose che proponeva sua madre quella sembrava poter essere una delle poche interessanti. Non era mai stata in un locale simile, ma ciò che maggiormente la attirava era la presenza di una sirena all'interno del locale. Sicuramente non poteva mettersi a tirare su un atelier sul posto ma forse sarebbe riuscita a scattare qualche foto di nascosto in modo da poterci lavorare su a casa con tutta calma.
    Rimaneva un problema da gestire: la compagnia. Del tutto contraria a portarsi dietro per tutta la serata uno dei classici ominidi che le proponeva sua madre, aveva deciso di riscuotere il debito di Izusu dicendo alla signora Okazaki di avere qualcuno da invitare. In realtà quella era l'ultima risorsa a cui voleva fare riferimento, ma una rapida analisi aveva evidenziato l'impossibilità di invitare chiunque altro dalla UA, persino Naru: non aveva la minima intenzione di presentarli a sua madre, che tra l'altro sembrava bizzarramente eccitata all'idea che la figlia avesse finalmente qualche amichetto. Izusu era, insomma, il capro espiatorio perfetto per una serata usa-e-getta.
    Contrariamente a ciò che poteva trasparire dai suoi messaggi - sua madre le aveva insegnato a scrivere sempre in maniera minuziosa - in realtà l'idea di proporre la cosa a Izusu la agitava non poco ed era rimasta paonazza per l'intera conversazione, specialmente durante la sua gaffe riguardo ai numerosi errori di battitura commessi dal ragazzo. Sta di fatto che in un modo o nell'altro erano riusciti ad organizzarsi e questo ci riporta all'inizio, ovvero al momento in cui Rei, fuori dal locale designato, attendeva l'arrivo della macchina che avrebbe dovuto portare Izusu sul luogo del misfatto, non capendo per quale motivo si sentisse così agitata durante quell'attesa.
    Le sue scarpe laccate di rosso, abbinate ai grossi fermacapelli a forma di fiore che agghindavano i suoi capelli al solito taglio che soleva mostrare in tutte quelle serate, si muovevano velocemente sul marciapiede evidenziando la sua impazienza.
    Uff... ma quanto ha intenzione di metterci?! - borbottò tra sé e sé, stringendosi nel cappotto e agitando freneticamente le mani sul bicipite opposto nel tentativo di scaldarsi - Non c'era traffico in giro, scommetto che era semplicemente in ritardo lui. - aggiunse stizzita, conversando con Love nascosto tra le pieghe del cappotto - Vedrai che il taxi mi costerà una fortuna. - concluse quindi infastidita, come se il denaro fosse suo o fosse un problema. Nulla di nuovo sotto il sole per Rei.
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    IZUSU MORIKAWA
    In tutta onestà, Izusu non credeva avrebbe mai più sentito Rei Okazaki - se non incontrandola nuovamente per caso, ma Tokyo era grande ed un primo incontro casuale c'era già stato, scommettere sul secondo a quel punto sarebbe stato vero e proprio gioco d'azzardo. Il loro primo incontro era stato... quel che era stato. In cuor suo, cosciente di essere pienamente nel torto, il ladruncolo non aveva mai riflettuto troppo a lungo sul fatto che anche da parte di Rei vi fosse stata un'applicazione decisamente eccessiva della forza bruta, pensava di essere stato solamente fortunato a scamparla e che faceva meglio a non tirare troppo la corda. Quindi certamente non aveva sentimenti ostili nei confronti della giovane, ma non aveva nemmeno intenzione di fare uno sforzo attivo a cercarla su internet e social, ecco, sia mai che venisse accusato di metterla in imbarazzo o in difficoltà. L'aveva incontrata quella volta alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi e le era ingenuamente corso incontro per salutarla ma niente di particolare nel dialogo gli aveva dato l'impressione che la ragazza provasse qualsiasi cosa oltre l'indifferenza nei suoi confronti, e dunque ancora una volta il ragazzo non aveva alcun motivo di cercare di ricontattarla - al termine del loro breve scambio si era ritrovato a pensare che probabilmente non l'avrebbe rivista per chissà quanto, se non in TV se fosse diventata un'eroina abbastanza famosa.
    Insomma, di tutti i possibili scenari, l'ultima cosa che si sarebbe aspettato era che fosse lei a cercarlo e a scrivergli. La ragazza aveva scelto di esordire chiedendogli se stava "rigando dritto" e lui si era ritrovato a ripercorrere tutte le ultime settimane nella sua mente e tentare di ricordare se aveva taccheggiato qualcosa e se qualcuno poteva averlo visto e se Rei poteva essere venuta a saperlo in qualsiasi modo. Nel frattempo aveva optato per negare ogni cosa a prescindere ed affermare che stava rigando "drittissimo" e sperare nel meglio.
    Sorpresa delle sorprese, dopo un teatrino sulle sue pessime doti di digitazione di cui l'albino si era sinceramente già scordato, Izusu non era nei guai: era Rei ad avere bisogno di un favore. Il ragazzo era una persona fondamentalmente buona per quanto avesse un senso della morale abbastanza personale, e già di per sé quando gli veniva chiesto un favore da una persona che gli piaceva era portato a voler dire di sì, ma il favore in questione si rivelò essere accompagnare la ragazza ad una festa. Quindi ricapitolando: Izusu non era nei guai, aveva l'occasione di riabilitarsi agli occhi di Rei dopo il suo furto e per raggiungere questo obbiettivo doveva andare ad una festa. Il ragazzo avrebbe messo volentieri una firma per far sì che tutte le sue future interazioni con chiunque si evolvessero come quella.
    L'unico "problema" era che da come gliel'aveva presentata era una di quelle feste da elegantoni dove bisognava vestirsi bene - Izusu non navigava esattamente nell'oro, ma non era nemmeno la prima festa elegante a cui presenziava vista la sua tendenza a farsi amici ovunque e di qualsiasi tipo, che prima o poi finivano per invitarlo da qualche parte. Sapeva bene su cosa doveva spendere e invece su cosa poteva risparmiare un pochino perché magari erano capi che rimanevano più nascosti.
    Gli articoli più costosi per la serata erano una cravatta viola pastello in seta ed una giacca nera che era piuttosto normale aldilà dell'essere una giacca da donna. Izusu indossava spesso giacche con tagli femminili, piuttosto che maschili, perché era più facile trovare taglie molto piccole che meglio si addicevano al suo fisico asciutto e stretto, voleva evitare l'effetto "giacca di papà": la giacca che aveva scelto gli cascava perfettamente, dopotutto, era identificabile come femminile solamente dal fatto che non aveva il taschino, aveva un solo bottone e che l'imbottitura delle spalle era molto sottile. Sotto la giacca nera indossava uno stretto gilet di colore grigio molto scuro, quasi nero, caratterizzato da una fitta trama incrociata ed abbinato ad un paio di pantaloni attillati del medesimo tessuto e colore - il prezzo dei due capi era stato medio, ma era stato minuzioso nello spazzolarli e stirarli perfettamente e renderli presentabili. Infine, l'articolo più economico di tutti, era stato la camicia: pochi spiccioli da UNIQLO per una camicia nera i cui gli unici requisiti erano stati lo slim fit ed il colletto rigido per la cravatta. Un filo di matita nera agli occhi, all'orecchio destro un pendente d'argento a forma di croce, abbinato ad un fermacravatta dello stesso materiale, ed ai piedi un paio di belle scarpe nere lucide, che probabilmente sarebbero state l'articolo più costoso dell'intero outfit se Izusu non le avesse semplicemente rubate. Niente di esagerato che lo rendesse sospetto, comunque.
    Non era sicuro di essere stato puntualissimo, non metteva spesso la matita e gli ci voleva sempre più di un tentativo, ma quando era sceso il taxi lo stava aspettando e dunque vi salì a bordo senza indugiare. Non pareva esserci molto traffico, il taxi andò spedito mentre Izusu guardava fuori dal finestrino con aria felice. Era contento di rivedere Rei, ad essere sinceri, era convinto che lei odiasse lui, ma lei a lui piaceva (non che i canoni di Izusu fossero particolarmente stringenti). Essere stato invitato da lei ad una festa lo metteva decisamente di ottimo umore. L'interno della sua mente al momento erano semplicemente le parole "Rei" e "Festa" sparate a ripetizione che rimbalzavano contro le pareti della sua scatola cranica avanti e indietro.
    Non aveva mai pensato che Rei gli avrebbe pagato il taxi, era già stata una cortesia sufficiente chiamarglielo, dunque al momento di scendere avrebbe porto con una certa riluttanza il proprio bancomat al tassista. Se questi non avesse avuto obiezioni avrebbe potuto semplicemente strisciare la carta, al ché Izusu sarebbe finalmente potuto uscire dal veicolo.
    -Rei-san!!- La chiamò, sebbene fosse completamente inutile poiché se la trovò praticamente davanti - invero era stata a metà fra una chiamata di saluto ed un'esclamazione sorpresa. Sembrava avesse un vago broncio, come tutte le altre volte che Izusu l'aveva vista d'altro canto, quindi non vi diede troppo peso. Le fece un doppio breve inchino di saluto con aria entusiasta. -Come stai?? È qui la festa?- Domandò, iniziando a guardarsi intorno per capire più o meno qual era l'ambiente in cui si trovava. Abyssal Cyber Paradise - ah, certo che conosceva questo posto! Forse c'era anche già stato, ma non era sicuro: avrebbe dovuto vederlo dall'interno per confermarlo.
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    Una volta visto il taxi avvicinarsi al marciapiede, Rei non avrebbe dato tempo ad Izusu di tentare di pagare, tirando fuori il portafoglio dalla borsetta in pelle che portava sotto il braccio destro e saldando il conto. Solo una volta terminato di pagare si sarebbe girata verso di lui, presumibilmente ormai sceso dall'auto, squadrandolo dalla testa ai piedi come fosse il giudice di un qualche programma televisivo dedicato alla moda. Si avvicinò a lui dopo gli inchini, poggiando una mano sul suo petto e guardandolo dritto negli occhi. Una scena che non avrebbe sfigurato nel finale di qualche commedia romantica ma che non aveva, nella mente di Rei, nessun sottotesto sentimentale. Anzi, le sue intenzioni erano ben definite.
    Una giacca da donna, davvero? - inarcò un sopracciglio, aggiustandogli uno dei baveri. Non lo riteneva uno dei suoi più grandi talenti, ma essendosi disegnata da sola il costume (non utilizzato) un pochino se ne intendeva di vestiti, ma la maggior parte del suo occhio derivava semplicemente dall'essere cresciuta in ambienti altolocati e con un po' troppi soldi da spendere.
    E ti sei persino truccato?! - riprese a parlare dopo aver portato una mano al suo volto senza alcun rispetto dello spazio personale, stropicciandogli la palpebra e la guancia per assicurarsi non fosse solo qualche bizzarra ombra generata dalle luci al neon che già definivano il locale dal suo esterno. Aveva avuto abbastanza incontri con Izusu, e soprattutto incontri turbolenti, da sentirsi in un certo senso a suo agio con lui, se non altro nel maltrattarlo.
    Vabbé. - sospirò - Mi aspettavo peggio, onestamente. - rimase a guardarlo per qualche secondo, per poi stringersi nel cappotto. Molto probabilmente molte compagne di classe avrebbero ucciso per uscire con un ragazzo che si truccava e indossava abiti femminili. Lei, personalmente, avrebbe ucciso per non uscire con un ragazzo, in generale. Si era promessa di godersi un po' di più la vita, però, di cercare di non essere misantropa quanto era, di dare un'occasione alle persone e a tutte quelle occasioni mondane da cui aveva sempre cercato di sfuggire. Non era mai andata a ballare o in generale in un locale simile, non amava particolarmente uscire la sera e quella tra tutte sembrava l'occasione meno noiosa che sua madre potesse proporle, tra tante cene con anziani ricchi in locali stellati dove l'unico pregio era il cibo di qualità.
    Mettiamo le cose in chiaro. - disse affondando il capo nel cappotto - Non potevo più rifiutare di uscire, ma non volevo finire con qualche bamboccio figlio di questo grande chirurgo o quell'altro imprenditore. Non sapevo chi invitare e quindi sei qui. - spiegò quindi guardandolo dritto negli occhi - Con un po' di fortuna non incontreremo mia madre. Se siamo sfortunati, ti prego, tieni chiusa quella bocca larga che ti ritrovi. - mise le cose in chiaro. Izusu, era evidente, aveva l'abitudine a farsi trascinare un po' troppo nelle conversazioni. La stima che Rei provava nei suoi confronti era così bassa che temeva sarebbe stato in grado di parlare dei suoi intrallazzi illegali se lasciato andare a ruota libera ed era onestamente stupita fosse ancora a piede libero. Per quanto riguardava sua madre, ne aveva parlato brevemente con l'albino alle Olimpiadi, prima di essere fortunatamente interrotti dalle premiazioni dei giovani tirocinanti.
    Terminata la sua predica si voltò verso il locale, sospirando. Era innegabile che avesse una leggera ansia e che per quanto cercasse di fingere non era per nulla da imputare ad Izusu. L'ultima volta che era andata ad una serata lontanamente simile erano successe cose imbarazzanti con Naru e... insomma, non era proprio una persona gioviale e a suo agio in mezzo alle persone. In questo, il ragazzino con la giacca da donna in piedi di fronte a lei sembrava decisamente più esperto.
    E-entriamo...? - si ritrovò a balbettare, cercando poi di deglutire via la sua preoccupazione - Penso che dovresti tenermi aperta la porta. - lo stuzzicò, sapendo bene che infastidire gli altri era l'unico metodo efficace che conosceva per cercare di distrarsi dalle proprie debolezze - Non bastano un po' di trucco e una giacca da donna per sollevarti dai tuoi compiti. - sì, era facile da immaginare ma la signora Okazaki l'aveva cresciuta con una distinta immagine del classico "principe azzurro", per quanto quel fascino non avesse mai realmente attecchito su di lei. Abbassò quindi lo sguardo verso le sue mani aspettando di vederle, come si aspettava, fasciate da quei bizzarri guanti che il ragazzo sembrava portarsi sempre dietro. Non voleva certo che ghiacciasse l'intero locale.
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    Rei Okazaki
     
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    IZUSU MORIKAWA
    Izusu aveva appena tirato fuori il portafogli quando dal finestrino sinistro sarebbero piombate come due uccelli predatori le braccia di Rei Okazaki, una con in mano un portafogli e l'altra con in mano una carta per il pagamento. Il ragazzo la osservò stupito, come detto non si aspettava certo che lei gli avrebbe pagato il taxi, ma ovviamente lungi da lui immaginarsi di rifiutare. Rimise il portafoglio in tasca ed osservò la transazione con un sorrisetto, mentre iniziava ad uscire dall'auto.
    Il suo saluto caloroso si scontrò con un'accoglienza glaciale, degna di un ufficiale dell'esercito. La mano che gli venne posata sul petto era decisamente ostile, per quanto inizialmente Izusu avesse ovviamente frainteso e qualche fantasia romantica gli fosse scappata. Era un tocco indagatore, in pochi istanti aveva sondato la sua giacca e gli aveva messo anche le mani in faccia constatando che aveva del trucco addosso. Istintivamente, Izusu sollevò le braccia e fece per indietreggiare, ma si sarebbe comunque sottoposto alla tortura per il momento.
    -S-solo un po' di matita!- La anticipò, sentendo che le sue dita scendevano sulle sue guance evidentemente in cerca di fondotinta o altro. -Di solito la metto perché sono troppo... bianco. Comunque se è inappropriata la levo!- Esclamò, sollevando le mani in segno di resa. All'allontanarsi della ragazza si risistemò il colletto e la giacca sulle spalle, non sapendo in che condizioni era dopo lo stropicciamento. -Per la giacca non ci posso fare molto. Ti garantisco che le giacche da uomo mi stanno peggio.- Ridacchiò, un po' colpevole. Il ragazzo reggeva il proprio cappotto in mano, un semplice imbottito grigio senza fronzoli, ma quando sentì che Rei aveva delle "cose da mettere in chiaro" prima di entrare nel locale decise di indossarlo, voleva evitare di infreddolirsi troppo. Fondamentalmente la ragazza voleva solo spiegargli le premesse ed il suo ruolo per quella serata.
    -Ho capito! Sono il tuo scudo per casi umani!- Esclamò, schioccando le dita con aria ammiccante. A giudicare dal fatto che gli aveva chiamato un taxi e glielo aveva pagato così senza battere ciglio, che lo aveva invitato ad una festa che sembrava decisamente di alto livello e anche da una generica aura lievemente snob che Rei emanava, Izusu si era fatto l'idea che facesse parte di una famiglia relativamente altolocata: quest'ultimo dettaglio pareva esserne la conferma definitiva. La madre doveva essere qualcuno di importante, partecipava a feste importanti e tentava di trovare compagnie importanti alla figlia. Figli di chirurghi, figli di imprenditori o altri bambocci, come li aveva definiti Rei, forse generalizzando eccessivamente ma d'altro canto doveva esserne veramente esasperata. Non si poteva dire che quel tipo di ambiente fosse quello dove Izusu si trovava più a suo agio, anzi, la festa più elegante a cui aveva partecipato in vita sua probabilmente comunque non si avvicinava a niente del genere, tanto più che non era affatto sicuro di cosa avrebbe trovato all'interno. Ma ad Izusu piaceva provare cose nuove, in fondo, non avrebbe detto di no a priori, in fondo era certo di potersi divertire anche in quella circostanza. E poi ogni tanto era divertente fingere di essere qualcuno che non eri.
    -Sarò muto come un pesce!- Esclamò il giovane. Poteva certamente capire perché in un ambiente simile, Izusu Morikawa non fosse esattamente una persona da presentare ai genitori. -Posso almeno farle i complimenti per il tuo costume da Hero?- Scherzò, con tono supplichevole ma totalmente pronto a ricevere una scarica di pugni in risposta.
    Terminate le doverose premesse, il giovane albino vide una certa ansia formarsi addosso a Rei. La imputò interamente a sé stesso, perché in fondo da come ne aveva parlato lei sembrava piuttosto abituata a circostanze del genere.
    -Andrà bene. Giuro che farò il bravo.- Provò a rassicurarla, con tono pacato ed una mano sul cuore, solenne. Poco dopo, la ragazza suggerì di entrare, e fece notare che probabilmente Izusu avrebbe dovuto atteggiarsi a gentleman e tenerle la porta aperta. Il ragazzo si affrettò a distaccarsi da lei e precederla alla porta, che aprì piano e si scostò di lato per farla entrare prima di lui, con un vago inchino.
    -Ovviamente. Dopo di lei.- Avrebbe atteso che lei entrasse, dopodiché avrebbe lasciato andare la porta e si sarebbe avventurato a sua volta all'interno dell'Abyssal Cyber Paradise. Il dubbio se c'era mai stato o meno venne immediatamente fugato, era la prima volta che metteva piede lì dentro, altrimenti avrebbe certamente ricordato quella... sirena? O meglio, quella che presumibilmente era una ragazza dal Quirk mutant che le donava fattezze simili alla nota creatura folkloristica. Era bellissima, ed era all'interno di una sorta di colonna verticale di vetro e piena d'acqua più o meno al centro del locale. Dopo averne notato la bellezza, il ragazzo si chiese cosa si provasse a rimanere chiusi lì dentro - l'idea doveva essere quella di un pesce in un acquario, ad essere sinceri ad Izusu l'idea metteva un po' angoscia. D'altro canto non è che dovesse rimanerci tutto il giorno, probabilmente si trattava solo di qualche ora la sera ed era pagata per farlo. C'era di peggio, in fondo.
    -Wow...- Il locale era modernissimo e tenuto alla perfezione, Izusu si guardò intorno adocchiando il bancone da bar rotondeggiante e poi cercò lo sguardo di Rei per capire se dovevano fare qualcosa di particolare o se erano liberi di girare come preferivano, in caso ovviamente la serata doveva iniziare con un drink.
    Ripensandoci, però, non sapeva se tutto il locale era stato affittato per la festa o se avevano dei locali precisi dove dovevano dirigersi, magari con un buffet diverso. Non sapeva proprio niente di quella festa, in effetti, non che fosse mai stato un problema per lui.
    -Senti uh... dobbiamo metterci da qualche parte particolare o hanno affittato tutto il locale? Come funziona per i drink? Abbiamo qualcosa di incluso?- Giusto qualche domanda se Rei non avesse preso alcuna iniziativa. In ogni caso le sarebbe stato dietro senza fare storie, aveva già abbracciato il suo ruolo di scudo umano.
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    Rei sfregò con forza le sue dita sulle guance del ragazzo, osservando il suo trucco. Forse era stata un po' troppo dura. Capitava spesso che per quanto cercasse solamente di saziare la propria curiosità per ciò che trovava particolare o buffo finisse per risultare scortese o insopportabile. Lavorare su sé stessa significava anche cercare di capire cose come quella e fare del proprio meglio per migliorarsi.
    Non ho detto questo. - sospirò, riferendosi sia alla questione della giacca che all'inappropriatezza del trucco - Sei semplicemente... strano. - corrucciò le labbra e assottigliò le palpebre dandogli una ultima occhiata, per poi lasciare definitivamente andare le sue guance. Nonostante tutto, in certe cose come il vestiario e lo stile personale era doverosamente una sostenitrice del "vivi o lascia vivere", quindi non erano fatti suoi. Il suo interesse era puramente scientifico, come se Izusu fosse una sorta di topo di laboratorio al suo servizio per la serata.
    "Scudo per casi umani" non era esattamente ciò a cui aveva pensato, ma sicuramente spiegava bene l'utilità del ragazzo quella sera. In tutta onestà Rei sapeva benissimo di essere troppo dura con i vari pretendenti che sua madre le metteva davanti, era conscia che si meritassero alla peggio solamente la metà degli insulti con cui li descriveva, ma la maggior parte delle sue uscite con quei rampolli dell'alta società di Tokyo erano finite in un disastro. Per lei, ovviamente. E dato che era lei la costante in tutti quegli incontri ovviamente le era sovvenuto il dubbio di poter essere lei il problema. In realtà quella era una probabile verità e lo aveva semplicemente accettato, ma questo non cambiava le cose: non voleva frequentare quelle persone perché si rendeva chiaramente conto di essere inadatta.
    Si limitò a lanciare un'occhiata fulminante verso il ragazzo dai capelli bianchi quando questi osò parlare del suo costume. Ne avevano parlato abbastanza alla cerimonia delle Olimpiadi quindi era certa che quel semplice sguardo sarebbe bastato a fargli cambiare idea, serio o ironico che fosse. Per il resto cercò di deglutire e farsi forza, osservando la porta ormai spalancata e sostenuta da Izusu. Era difficile, ma doveva farsi forza ed entrare.
    Il locale era rumoroso proprio come si aspettava, ma questa era un'ovvietà. L'atmosfera era illuminata da luci soffuse al neon, i toni rosati pervadevano l'intero locale. Al centro dell'ampissimo stanzone si trovava l'enorme cilindro di vetro che conteneva la famosa sirena, mascotte del locale. Non lo aveva detto ad Izusu ma uno dei motivi per cui aveva deciso di farsi forza e andare a quella serata era proprio per vederla. D'altronde Izusu era un maschio e nel pieno della giovinezza, quindi era certa che i suoi ormoni lo avrebbero comunque attirato lì: la scusa perfetta per avvicinarsi anche lei senza farlo notare.
    Il lato positivo era che una volta entrata l'ansia non era diminuita, sì, ma non era neanche aumentata. Il locale era pieno di gente ma comunque più vivibile di come lo sarebbe stato in una serata normale. Se nessuno avesse alzato troppo il gomito probabilmente non sarebbe successo nulla di strano o di imbarazzante, quindi poteva cercare di tranquillizzarsi e godersi la serata.
    Ovviamente hanno affittato il locale. - rispose ad Izusu, probabilmente ancora all'oscuro del grado di facoltosità in cui si era immerso. In effetti le venne in mente solamente adesso che portare il ladruncolo in un covo di ricconi non fosse stata probabilmente la migliore idea della sua vita. Ed era abituata ad avere idee stupide.
    Tieni. - dopo aver rovistato nella borsetta tirò fuori due piccole carte plastificate di colore nero e con un numero scritto sopra - Mostrala al bancone e puoi prendere quello che vuoi. Quanto vuoi. - gli disse sporgendogliene una - Cerca solo di rimanere... decoroso. - Izusu sembrava aver capito bene il suo ruolo quella sera, quindi confidava non avrebbe comunque alzato troppo il gomito, ma meglio essere sicuri - E non farti venire strane idee. Non ti ho fatto venire qui per srubacchiare in giro, chiaro? - sentenziò con tono tombale, cercando di farsi capire chiaramente nonostante la musica alta del locale. Dopodiché allungò un braccio verso il ragazzo con l'intenzione di prenderlo a braccetto. Non si trovava a suo agio in mezzo a così tante persone, quindi non aveva intenzione di rimanere da sola. Era imbarazzante, era decisamente fastidioso, ma era per il suo bene. Lo aveva invitato anche per quello, in fondo.
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    IZUSU MORIKAWA
    Il prepotente sfregamento della faccia di Izusu continuò per qualche istante e questi, sebbene si mostrasse riluttante dal momento che il tono di Rei sembrava estremamente critico, sotto sotto non gli dispiaceva: il contatto umano era sempre la sensazione più bella del mondo, perlomeno dove la sua pelle gli permetteva di sentirlo.
    Quando Rei lo lasciò andare si risistemò la giacca sulle spalle e si schiarì la voce. Alla fine aveva passato il test e Rei aveva decretato che non aveva mai insinuato che il trucco fosse inappropriato e che era solo... strano.
    -Strano, mh.- Rifletté, cercando di interpretare il tono con cui gli era stato pronunciato. Non sembrava molto positivo, sinceramente, ma se fosse stato totalmente negativo il ragazzo era sicuro che Rei non gliel'avrebbe affatto risparmiata. -Oh, beh, sarà.- Concluse quindi, scrollando le spalle e decidendo che per il momento andava bene così.
    Quando Izusu tirò nuovamente fuori la questione del costume da eroe di Rei si aspettava una qualche reazione violenta, ma considerate le circostanze forse l'occhiata killer che gli era stata lanciata era il massimo che Rei potesse permettersi - erano pur sempre a pochi passi da un locale che per forza di cose doveva avere almeno un po' di security, specie a quell'ora di sera. In ogni caso non vi furono ripercussioni alla battutaccia di Izusu e questi si chiese se poteva tirare la corda ancora un po', ma cambiò idea quando vide che Rei doveva star lottando con una qualche forte sensazione d'ansia e faticava ad entrare nel locale anche dopo l'incoraggiamento di Izusu e la promessa che avrebbe fatto il bravo. Precedendola e tenendole la porta aperta la vide compiere dei timidi passi in sua direzione, decisamente più lenti del normale, per poi varcare la soglia quasi con il fiato sospeso, come se si stesse direttamente immergendo nell'acquario della sirena.
    Izusu osservò Rei illuminata flebilmente dai neon rosa ed attese istruzioni, soffermandosi per un istante su qualcosa che stranamente fino a quel momento non aveva considerato, complici anche le distrazioni sul suo trucco e tutto il resto: era molto bella, si era agghindata a dovere per la serata, indossava un vestito da sera e delle scarpe rosse, abbinate a dei fermacapelli floreali con cui si era acconciata i capelli. Il ragazzo si ritrovò a chiedersi di nuovo quanti anni avesse perché non lo ricordava (sebbene ricordasse un teoricamente immotivato sollievo ad aver constatato sul suo profilo Babel che era almeno maggiorenne), ma si affrettò a distogliere la mente da quel pensiero perché sapeva benissimo quale sarebbe stato il pensiero a venirgli dopo e per il momento non era proprio il caso. Era strano associare quella figura così distinta ed elegante alla ragazza che girava per le bancarelle in bikini con dieci spade addosso, ma ad essere sinceri Izusu non disprezzava nessuna delle due facce. Affatto.
    Ovviamente avevano affittato l'intero locale, con chi pensava di avere a che fare Izusu? Alzò le braccia in un teatrale segno di resa e registrò l'informazione, guardandosi intorno ed iniziando a scandagliare i presenti, che dovevano dunque essere tutti invitati alla festa. Ricconi di vario tipo e figli di ricconi, probabilmente. Ora che ci pensava, forse poteva sperare di fare colpo su un qualche ricco ereditiere o ereditiera e sistemarsi a vita? Volendo poteva essere anche il toy-boy di qualcuno più in là con gli anni, ma ad essere onesti non era proprio il suo tipo di cosa. Insomma, non che dicesse no a priori, ma preferiva divertirsi con qualcuno nel suo range di età perlopiù, avrebbe dovuto crearsi proprio una situazione particolare perché Izusu si lasciasse sedurre da qualcuno sulla mezza età, e fino ad ora non era mai capitato.
    Rei gli allungò qualcosa, una sorta di tesserino scuro. Un buono per un drink, forse? Un po' esagerato sotto forma di tessera plastificata, ma in fondo erano ricconi.
    Ma no, Izusu aveva intuito il tipo di oggetto ma non il suo valore: era un buono per drink illimitati, una cosa decisamente molto pericolosa da dare a Izusu, a cui fremettero le dita.
    -Decoroso. Sissignore. Molte grazie.- Accettò la tessera accogliendola fra le proprie mani come un Samurai avrebbe accettato la consegna cerimoniale di una spada da parte di una famiglia che lo aveva ingaggiato - o qualcosa del genere, non è che Izusu fosse particolarmente ferrato sulle dinamiche del Giappone feudale, stava andando un po' a sentimento. Ad ogni modo ringraziò Rei e fece scivolare la tessera scura nel taschino interno della giacca, sentendola nuovamente raccomandarsi che non rubasse nulla.
    -Non oserei mai, se ti faccio sfigurare con questa gente e con tua madre tu poi sfiguri me. Se sono tutti ricconi so benissimo che se mancasse qualcosa sarei l'unico sospetto, tsk.- Concluse, incrociando le braccia con aria offesa che Rei potesse ritenerlo tanto stupido. Ovviamente ci aveva pensato eccome, per quanto ora facesse il veterano, in particolare si immaginava che ci fosse una stanza dove venivano raccolti tutti i cappotti che doveva essere una vera e propria miniera d'oro. Doveva ancora valutare se un colpo del genere che poteva potenzialmente sistemarlo per un bel po' valesse inimicarsi la dolce Rei per sempre e per tutte le sue prossime vite sino alla morte termica dell'universo, avrebbe riflettuto sul da farsi strada facendo.
    Per il momento, se vi fosse stato un addetto gli avrebbe lasciato il proprio cappotto e probabilmente Rei avrebbe fatto altrettanto, altrimenti se lo sarebbe semplicemente trascinato dietro per mollarlo poi dovunque si fossero messi a sedere.
    Rei gli allungò il braccio per essere presa a braccetto ed Izusu fu più che felice di assecondarla, sfoggiandole un gran sorriso. Una pallina dell'abaco era stata spostata in direzione di Rei, allontanata dal Grande Colpo. Prendendolo per il braccio, la ragazza si sarebbe istantaneamente accorta della totale assenza di calore corporeo di Izusu: non fosse stato per la morbidezza della carne, sarebbe stato esattamente come abbracciare un manichino.
    -Che ne dici di un drink per iniziare?- Propose, indicando con un cenno il grande bancone del bar, posto poco prima del grande cilindro della
    sirena. Se Rei avesse acconsentito l'avrebbe felicemente condotta a braccetto sino al banco e si sarebbe fatto preparare un Sex On The Beach dal barista - niente batteva i sapori fruttati per il giovane, del resto. -Vedi qualcuno che conosci? Magari da cui tenersi alla larga?- Ridacchiò il ragazzo - eventualmente sorseggiando il suo cocktail se fossero andati al bancone, in alternativa semplicemente seguendo Rei dovunque volesse condurlo.
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    Rei non era particolarmente avvezza al contatto umano ma persino lei era abbastanza furba da capire che la temperatura corporea di Izusu era assolutamente al di fuori del normale. Un po' lo aveva già notato quando aveva pasticciato con le sue guance poco prima, osservando il suo bizzarro trucco sugli occhi, ma aveva imputato quell'anomala freschezza al fatto che facesse ancora freddino fuori e lei stesse aspettando all'aria aperta da svariati minuti. Le sue braccia, ora che ce l'aveva vicino, erano certamente un altro discorso. La questione non la stupiva più di tanto, perché se c'era una singola cosa che conosceva per certo del ragazzo era la sua unicità. Non ci si era mai arrovellata più di tanto ma aveva dedotto da tutto il casino successo tra guanti, tesserino e robe varie al loro primo incontro che Izusu non fosse in grado di controllare la propria unicità e indossasse i guanti proprio per sopprimerla, proprio come stava facendo anche ora. Era certa che la sua dovesse essere una vita complicata, anche se col fatto che dei semplici guanti aiutassero a tenere la sua unicità a bada non doveva essere poi così male, sicuramente c'erano innumerevoli persone che stavano peggio. Dopo essersi irrigidita d'istinto a causa della temperatura totalmente inaspettata, comunque, decise di provare a fare finta di nulla. Anche perché aveva già fatto uno scivolone abbastanza grosso prendendolo in giro per come scriveva al telefono, non era il caso di impegnarsi per peggiorare quella situazione già di per sé precaria.
    Con un cenno del capo Rei acconsentì all'idea di avvicinarsi al bancone. Come detto quell'ambiente non era particolarmente frequentato dalla giovane, che non se ne intendeva particolarmente di drink vari. Era invece più abituata a bere vini, che ufficiosamente beveva sin da quando non aveva ancora l'età adatta per farlo a causa della passione della signora Okazaki di farsi accompagnare a varie degustazioni nel corso degli anni. E anche se visti tutti i ricconi lì presenti il locale aveva probabilmente fatto incetta di vini pregiati non le sembrava assolutamente il caso di prendere un calice di vino, motivo per il quale reiterò semplicemente l'ordinazione di Izusu pur non avendo la minima idea di cosa il ragazzo avesse preso.
    Nah. - rispose semplicemente alla domanda di Izusu riguardo alle persone da cui tenersi alla larga - Non sono cattive persone, sono solo... noiose. - aggiunse - E comunque nessuno di loro si ricorderà di me, sarò stata solamente una tra tante. - quel pensiero era solitamente uno dei più tristi che potessero attraversare il cuore di una ragazza, o anche di un ragazzo in tutta onestà, ma Rei lo trovava molto confortante in realtà. L'idea che la pessima serata passata insieme fosse solamente un ricordo lontano e sbiadito, affogato tra molti ricordi migliori. Per lei era ovviamente tutto il contrario e rancorosa com'era ricordava ognuno di quei ragazzi e ogni singolo loro errore. Detto questo, era ben conscia che la rabbia nei loro confronti non aveva il minimo senso e che con ogni probabilità non volevano uscire con lei tanto quanto lei non voleva uscire con loro. Sicuramente le parole che aveva rivolto loro non erano per nulla lusinghiere e loro non se le meritavano minimamente, ma lei non amava per nulla conoscere nuove persone, specialmente se forzata a farlo.
    Quindi... umh... - quel pensiero, mentre aspettavano i drink fossero pronti, le aveva fatto realizzare un dettaglio importante - Co-cosa fai nella vita...? - a conti fatti, Rei non aveva la minima idea di chi Izusu fosse. Lui sicuramente sapeva molte più cose di lei: sapeva che era un'aspirante eroina, aveva visto nel dettaglio la sua unicità, doveva quantomeno aver immaginato fosse molto facoltosa, l'aveva persino vista quasi nuda... ma tutto ciò che lei sapeva di lui era che era un ladruncolo e aveva le mani fredde. E si rendeva conto che tutte quelle storie sul rigare dritto e sul perdonare una sbandata non avevano senso se l'unica luce in cui continuava a vederlo era proprio quella di ladruncolo. Anche se si era fatta promettere che avrebbe smesso di rubacchiare in giro, tutto ciò che aveva fatto nei loro successivi incontri, anche ora, era raccomandarsi che non rubasse in giro, come se non avesse mai realmente considerato che potesse meritare davvero una seconda occasione. E questo doveva per forza essere perché lei non conosceva Izusu Morikawa, conosceva solamente quel criminale da due soldi che aveva provato a rubarle un pupazzo appena acquistato a Ginza mesi prima.
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    IZUSU MORIKAWA
    La reazione istintiva di irrigidimento di Rei era qualcosa a cui Izusu era abbastanza abituato, sapeva benissimo di essere freddo ed aveva suscitato quella reazione a molte persone, del resto anche lui l'avrebbe avuta se gli avessero fatto abbracciare un sacco pieno di ghiaccio, niente di assurdo o offensivo. Ad ogni modo la ragazza scelse di mantenere il silenzio a riguardo, il che Izusu lo trovò almeno un pochino strano perché arrivati al punto di essere a braccetto con Izusu la maggior parte delle persone avrebbero già manifestato una qualche curiosità riguardo il suo Quirk. C'era anche da dire che Rei il Quirk di Izusu l'aveva visto anche troppo bene, e probabilmente aveva già un'idea piuttosto chiara di come funzionasse, forse poteva rimanerle qualche dubbio legato ai guanti, se era davvero costretto a portarli sempre o roba simile. Ma forse un'aspirante Pro-hero come lei era già stata in grado di analizzarlo nel dettaglio? Di carpirne tutte le proprietà? Di farsi un'idea del funzionamento dei guanti? Insegnavano quelle cose alle accademie per eroi? Incredibile, era un libro aperto per una persona come Rei. In pochi minuti di scontro aveva già fatto una scheda completa delle sue specifiche - chissà se gli aveva attribuito anche un livello, delle statistiche e roba del genere.
    Rei acconsentì alla proposta di un drink e si lasciò accompagnare al bancone, ordinando lo stesso di Izusu e rispondendo alla sua domanda riguardo eventuali persone moleste in agguato. Beh, non che il ragazzo pensasse realmente che ci fosse attivamente qualcuno da cui stare alla larga, stava solamente provando a rompere un po' il ghiaccio, soprattutto per Rei che sembrava veramente tesa e sperava di trascinarla in qualche discorso per distrarla un po'. A dire il vero era un po' complicato perché non la conosceva poi molto e non sapeva di cosa le piacesse chiacchierare.
    -Oh no, noiose no.- Fece Izusu, con espressione contrariata. -Quasi meglio se fossero cattivi. Almeno ci sarebbe un po' di pepe.- Mormorò, ridacchiando. Ovviamente non amava le persone cattive, anzi, si era giusto preso la licenza per una piccola esagerazione comica. D'altro canto annoiarsi era la cosa che al ragazzo meno andava a genio in assoluto, odiava sentire di star sprecando il suo tempo in qualcosa, era probabilmente il motivo principale per cui viveva... così. Alla giornata. Il che era ironico, perché in assoluto si poteva dire che quello fosse lo spreco della sua vita più grande di tutti, ma per il momento Izusu seguiva l'istinto e faceva quello che gli andava di fare.
    Continuò ad ascoltare, udendo Rei definirsi una delle tante e dicendo che certamente nessuno si ricordava di lei - ed Izusu ne fu sbalordito, perché a lui Rei sembrava una persona veramente speciale, anche se era un giudizio che elargiva fin troppo spesso gratuitamente.
    -Una tra tante? Tu?- I loro due drink vennero posati sul tavolo proprio in quel momento, due bicchieri abbastanza alti ricolmi di un invitante liquido giallo che si inscuriva mano a mano che scendeva verso il basso, tingendosi quasi di rosso sul fondo, una singola ciliegina decorativa sull'orlo del bicchiere. -Che invidia questi figli-di-ricconi se una ragazza bellissima come te è solo una tra tante!- Esclamò senza pensarci troppo, sorseggiando dalla cannuccia nera di carta del suo drink e sentendo l'alcool e la frutta invadergli la gola.
    Mentre Izusu - e molto probabilmente anche Rei - sorseggiavano il proprio drink, calò il silenzio per qualche istante, gli occhi del ragazzo si spostarono sulla ragazza-sirena nel cilindro, vedendola con la coda dell'occhio mentre risaliva verso l'alto con le sue movenze sinuose. Era certamente molto attraente, ma ancora una volta l'idea di essere intrappolati in un arnese del genere distrasse Izusu dalle sue altrimenti inevitabili elucubrazioni lussuriose. La sua attenzione venne però attirata da Rei, che inaspettatamente gli aveva posto una domanda per fare conversazione.
    -Ooh, è proprio come un vero appuntamento ora!- Esclamò, evidenziando ancora una volta la sua totale incapacità di mettere le persone a proprio agio. -Sono un umile commesso. Lavoro in una cartolibreria a Bunkyo! Lavoro tranquillo, anche troppo. Spesso faccio l'extra per qualche locale per arrotondare.- Spiegò il ragazzo, contando i due lavori su indice e medio. Non era semplice vivere in un appartamento a Tokyo completamente solo, in fondo. -Tu inv... no, io già lo so.- Rise alla propria battutina. -Allora dimmi invece, quanto ti manca per prendere la licenza, mh?- Concluse, decidendo che quella era la prima curiosità che voleva togliersi su quella ragazza. Quanto tempo sarebbe passato prima che i suoi crimini fossero noti ad un vero rappresentante ufficiale e completo della legge che aveva pieno diritto di arrestarlo in qualsiasi momento? Beh, a parte questo era anche curioso di saperlo a prescindere, in fondo si era molto affezionato alla ragazza. Il suo stupido cervello continuava a suggerire di chiederle quanti anni aveva, nel frattempo.
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    P-piantala, t-ti ho già detto che è imbarazzante. - sentenziò semplicemente al complimento di Izusu, afferrando con mano tremolante il suo bicchiere. Rei non era abituata a ricevere complimenti e non era, in generale, una cosa che apprezzava particolarmente. A meno che quei complimenti non riguardassero ovviamente la sua arte. Tanto più era imbarazzante riceverli da Izusu, sia viste le bizzarre circostanze in cui si erano conosciute che considerando il fatto che lui l'aveva vista in costume... e aveva indugiato in una lunga occhiata, soprattutto. A conti fatti, quei ragazzi potevano veramente uscire con chiunque volessero, essere di buona famiglia e avere così tanti soldi permetteva di fare un sacco di cose. Vista in quei termini sì, Rei era effettivamente solo una delle tante, indipendentemente da quanta autostima potesse avere.
    Bevve un sorso del drink non riuscendo a nascondere, nonostante la luce soffusa, la sua espressione straniata. Non era terribile, ma non era neppure qualcosa che si sarebbe vista bere spesso. Detto questo, era comunque lì per fare nuove esperienze e anche quello faceva parte del pacchetto. Non si aspettava d'altronde che Izusu potesse avere chissà quali gusti raffinati, siamo onesti.
    Arrossì quando il ragazzo decise di sottolineare che quello sembrava un appuntamento, ormai priva di forze per contraddirlo. Ovviamente non era un appuntamento, ma più il ragazzo apriva bocca e meno sembrava furbo, quindi tentare di correggerlo per l'ennesima volta avrebbe risolto ben poco. Era convinta, a quel punto, che semplicemente non mettesse mai in moto i neuroni prima di parlare.
    La vita del ragazzo era decisamente più noiosa di ciò che si sarebbe aspettata, ma anche più... particolare. Per come Rei vedeva il mondo c'erano solo due motivazioni per cui avrebbe potuto lavorare in una cartolibreria: perché era un appassionato dei materiali da disegno che venivano venduti in quei posti oppure perché era una di quelle persone che si accontentano di tutto pur di incassare un assegno a fine mese e tirare avanti nella fredda Tokyo.
    Uh... - inclinò il capo - E... cosa vendete...? - domandò onestamente curiosa - Tipo... tele, pittura...? - molti di quei tipi di negozi si limitavano al necessario per sopravvivere alle lezioni scolastiche, ma c'erano anche negozi più specializzati e forniti che vendevano materiali per gli hobbisti di tutte le età. Come al solito, appena vedeva qualcosa vagamente di suo interesse Rei diventava una nerd. Una di poche parole, semplicemente.
    Umh... poco. - rispose alla domanda del ragazzo riguardo al tirocinio. Sempre con la testa tra le nuvole, non aveva ben chiari i dettagli, ma le era stato detto che la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi dove aveva incontrato Izusu l'ultima volta era il culmine del suo tirocinio e di conseguenza di lì a poco sarebbe stato il suo turno per l'esame per ottenere la licenza. Riguardando a quando aveva preso la provvisoria si sentiva indubbiamente migliorata - non che fosse difficile - ma non era ancora sicura che quella fosse la strada giusta per lei. Dopo aver schioccato le labbra abbassò lo sguardo e sorseggiò un altro goccio del drink. Non era proprio ciò a cui voleva pensare quella sera. In fondo, difficile ammetterlo, era comunque uscita anche per svagarsi un po'.
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    IZUSU MORIKAWA
    -Ah! Me lo hai già detto?- Rifletté il ragazzo, tentando di ricordare le circostanze. Non stentava ovviamente a crederlo, non era affatto avaro di complimenti del genere, ma non riusciva a ricordare nello specifico una situazione analoga. Forse quando, durante il loro primo incontro, lui le aveva detto che era una gran bella ragazza e lei lo aveva accusato di tentare di corromperla? Le complesse elucubrazioni dell'albino furono interrotte quando egli si distrasse ad osservare l'espressione stranita di Rei al bere il suo cocktail.
    -Non ti piace?- Domandò, con un risolino. Doveva averlo ordinato solo perché lo aveva preso anche lui, in effetti non gli aveva dato l'impressione di qualcuno che gira molto per locali, forse semplicemente non era molto pratica di cocktail ma voleva comunque provare.
    Bisognava dire che per essere la persona che aveva iniziato la conversazione, non sembrava star facendo un enorme sforzo per portarla avanti. O meglio, probabilmente lo sforzo c'era eccome, Izusu non lo intendeva certamente in senso incriminatorio o infastidito, anzi era relativamente divertente osservare l'impegno di quella che probabilmente era solamente una ragazza incredibilmente timida e affatto abituata a rapportarsi a quel modo con una persona (o con un ragazzo, nello specifico). Fortunatamente - o sfortunatamente - Izusu era più che in grado di parlare per entrambi.
    -Certo che abbiamo tele e pittura!- Esclamò, fieramente, come se fossero sue. In realtà, aldilà di essersi affezionato, il ragazzo non aveva particolari motivi per desiderare di stare lì nello specifico, salvo il carico di lavoro accettabile ed un orario estremamente compatibile con i suoi bisogni. -La maggior parte del fatturato ci viene da roba scolastica, ma è molto grande e c'è anche materiale più per hobbisti.- E si parlava di uno spettro di hobby piuttosto ampio, dalla pittura all'assemblaggio di model kit. Non identificò un particolare interesse nelle domande di Rei riguardo tele e pittura, credeva stesse solo tentando di farsi un'idea sul negozio dove lavorava Izusu. Altrimenti avrebbe certamente approfondito, non era nella sua sfera di interessi abituali - ma del resto non lo erano neanche i libri che scriveva Morrigan eppure stava sempre a sentirla volentieri, ad Izusu piaceva quando le persone erano appassionate di qualcosa e gli piaceva lasciarsi coinvolgere e spiegare cose di cui non sapeva nulla.
    La risposta della giovane per quanto riguardava la sua carriera fu decisamente poco soddisfacente, e l'albino sollevò un sopracciglio, una sorta di implicito "tutto qui?", ma non aggiunse nulla. Era evidente che Rei non avesse molta voglia di parlarne e forse non poteva neanche biasimarla troppo, doveva essere una carriera molto impegnativa ed il giovane era sicuro che ci pensasse già tutto il resto dei giorni dell'anno, magari quando usciva voleva semplicemente pensare ad altro. Il ragazzo si sforzò di pensare a qualche altro spunto di conversazione che non coinvolgesse gli Heroes, ma a conti fatti non sapeva veramente nient'altro di Rei. L'unica alternativa era puntare a qualcosa che per forza di cose dovevano avere in comune, ed in quella circostanza era essere lì entrambi quella sera.
    -Eri mai stata al Cyber Paradise? Io lo conoscevo ma non mi sembra di esserci mai stato.- A meno che non fosse stato una tappa secondaria in una serata con gli amici e ci fosse arrivato già con diverso alcool in corpo. -Sembra una figata. Hanno anche una sirena.- Così dicendo alzò lo sguardo nuovamente ad osservare l'elegante figura che faceva su e giù nel suo cilindro. Le parole di Izusu dovevano essere vagamente scherzose, ma il suo tono era abbastanza neutro. -A te piacerebbe fare una cosa del genere? Nel senso, se il tuo Quirk fosse di quel tipo.- Avrebbe domandato, indicando con un cenno del capo proprio la ragazza-sirena, sorseggiando ancora dal suo cocktail e poggiando entrambe le mani sul bicchiere con aria assente. Inutile specificarlo, a lui non sarebbe piaciuto molto. Forse poteva considerarla una specie di esibizione, e da quel punto di vista certamente sembrava più appetibile, ma la ragazza non sembrava star facendo nulla di particolare al momento a parte nuotare e, forse, danzare un po'. A quel modo sembrava quasi solamente una sorta di oggettificazione ed oltre all'evidente sensazione angosciosa già espressa datagli dal cilindro, sembrava quasi umiliante.
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    Rei fece spallucce riguardo al commento sul gusto del drink. Non era ciò a cui era abituata, ma non era neanche terribile. Era semplicemente impedita a nascondere le sue reazioni e questo non era mai stato un mistero.
    C'è di peggio. - rispose con tranquillità, giocherellando con la cannuccia tra le dita - Non ho mai bevuto un drink, semplicemente. Preferisco il vino.
    Lo ascoltò quindi parlare del posto in cui lavorava. Sì, era uno di quei posti che vendevano un po' di tutto. Non approfondì per il momento, anche perché aveva già un negozio di fiducia da cui rifornirsi, ma l'idea di presentarsi un giorno sul suo posto di lavoro per comprare qualcosa era stranamente... allettante. Fino ad allora era sempre stato Izusu ad intrufolarsi nella sua vita, forse per una volta avrebbe potuto restituire il favore. Fargli sentire direttamente la stretta della giustizia, un'implicita dimostrazione del fatto che se si fosse comportato male lei avrebbe saputo benissimo dove andare a prenderlo. Certo, oltre al fatto che gli aveva mandato il taxi a casa e quindi conosceva anche quell'indirizzo, ma tralasciamo.
    Secondo te ci sono mai stata? - stropicciò il naso alla domanda sul locale, indicandosi poi con l'indice della mancina. Aveva appena detto di non aver mai bevuto un drink, e poi tutto il resto. Veramente Izusu non aveva ancora capito con che tipo di persona aveva a che fare?
    E' molto bella. - commentò sulla sirena, lanciando lo sguardo verso il pilastro in vetro che torreggiava nel locale, evitando commenti sul resto - In realtà sono venuta qui stasera soprattutto per vederla. - sorrise. Rei aveva da sempre il sogno nel cassetto di dipingere quante più persone dall'aspetto bizzarro possibile, come uno specchio sulla diversità umana da lasciare ai posteri. Solo ora che si trovava lì, però, si rendeva conto che strapparle una foto per dipingerla a casa senza neppure poter chiedere il suo consenso era un po' da maleducati.
    Abbassò lo sguardo alla domanda di Izusu. Sembrava che, nonostante tutto, fosse impossibile eludere i discorsi sul suo futuro, quella sera. Dalle loro interazioni aveva dato per scontato Izusu fosse una persona estremamente più stupida e vuota, il personaggio giusto con cui passare quella serata, insomma. Come al solito, invece, si era sbagliata. Poco male, ormai era lì, doveva ballare.
    Le unicità sono più versatili di quanto pensi, ghiacciolino. - sospirò, per poi voltarsi verso di lui - Mi sono iscritta alla UA semplicemente perché volevo la licenza e mia madre ha pensato fosse il modo più veloce per ottenerla. - disse quindi - Conosceva qualcuno, o una roba simile. Volevo semplicemente ottenere il permesso per usarla per scolpire o dipingere e ballare... insomma, fare la performance artist. - si fermò a bere un goccio di drink - Ora... non lo so cosa voglio fare. - abbassò lo sguardo. Tutte le persone che aveva incontrato da quando si era iscritta a scuola in un modo o nell'altro l'avevano convinta che ci fosse veramente qualcosa di più in ciò che potevano fare. E vedere Thelema e Temple alle Olimpiadi fare ciò che amavano, pur essendo in grado di salvare le persone nel frattempo, le aveva dato da pensare.
    E tu, invece? - lo guardò - Se non sbaglio dopo l'attacco terroristico avevano trovato delle sculture fatte di ghiaccio ad Hama-rikyu. - aggiunse abbassando lo sguardo sulle sue mani - Hai un talento nascosto, per caso? - ridacchiò. Si era da sempre promessa di andare a vedere quelle sculture. Da ciò che aveva sentito erano ancora lì, mantenute come uno dei tanti monumenti in ricordo dell'accaduto disseminati per la città. Tra il tirocinio e il resto, però, non ne aveva mai avuto modo e quella rimaneva solo una promessa lontana.
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    IZUSU MORIKAWA
    Izusu ascoltò il commento di Rei riguardo il cocktail, soffermandosi ad osservare come giocherellava con la cannuccia fra le dita, aveva un che di affascinante.
    -Uhm, beh, i drink sono tutti diversi.- Il ragazzo scrollò le spalle, poi indicò il barista con la propria cannuccia. -Sai, molto spesso ai barman piace fare cocktail. Non sei obbligata a conoscere i drink, basta dirgli cosa ti piace o cosa avresti voglia di bere e lui avrà il mix che fa al caso tuo.- Spiegò, con un sorriso innocente. Non era la prima né l'ultima a non conoscere i nomi dei cocktail, i baristi erano più che abituati a gente che partiva a fare la propria ordinazione con "non lo so", ed erano più che propensi ad indirizzare un cliente indeciso verso la giusta direzione, anzi, spesso erano fieri di farlo.
    Rei si indicò con una smorfia scettica quando Izusu le chiese se era mai stata all'Abyssal Paradise, facendogli notare con una domanda retorica che non era tipa da locali.
    -Umpf.- Sbuffò. -Beh come puoi notare proprio stasera, fanno anche eventi talvolta, non è che sia esclusivamente un locale per fare serata.- Sollevò un sopracciglio. -Che non sei una che fa serata lo ho capito.- Concluse, una bonaria presa in giro. La sirena, che Izusu aveva citato quasi per gioco sembrò diventare il focus principale della conversazione per i successivi minuti: Rei esordì lodandone la bellezza, ed aggiunse che era uno dei motivi principali per cui aveva accettato di partecipare a quell'evento.
    -Ah!- Fece Izusu, stupito dell'interesse della ragazza. -Solo curiosità o ti piacciono le sirene?- Domandò, sfregandosi il mento con aria pensierosa. Beh, non c'era niente di strano in realtà, magari ne aveva semplicemente sentito parlare. -Ad ogni modo è molto bella, sì.- Concluse, rendendosi conto che non aveva ancora detto la sua a riguardo, poco prima di chiedere a Rei se le sarebbe mai piaciuto fare qualcosa del genere.
    La risposta di Rei a suddetta domanda lo confuse, perlomeno, l'aveva certamente intesa in modo molto più semplice. Lei gli fece una lezione sull'incredibile versatilità delle Unicità - cosa che in effetti ad uno nella sua situazione forse poteva sfuggire, dunque scrollò le spalle con aria colpevole. Ascoltò tutto il racconto di Rei, come sua madre l'aveva iscritta alla Yuuei solo per "fare prima" ma come tutto sommato a lei la licenza interessasse solamente per poter usare la sua Unicità nella sua arte: si definì una performance artist. Beh, un'aspirante tale quantomeno, Izusu non aveva ancora chiarissimo a che livello di progresso fosse. Dopo averla lasciata finire, si schiarì la voce per un istante, dissimulando un lieve imbarazzo.
    -Ammetto che la mia domanda era più sulle righe di "ti piacerebbe fare su e giù in un cilindro d'acqua per ore ed ore davanti a centinaia di persone in vari livelli di ubriachezza per lavoro?" ma apprezzo molto la risposta elaborata.- Concluse, ridacchiando. -Anche se dalla risposta presumo che non ti dispiacerebbe affatto. Una performance artist, huh?- Bevve dal suo cocktail, tentando di immaginarsela. L'eleganza c'era, ed il suo Quirk sembrava decisamente prestarsi a quel tipo di cosa. Mano a mano che ci pensava, con lo sguardo basso sul cocktail, iniziava a sorridere. -Che figata. Ad essere sincero, lo trovo molto più cool del voler essere un Hero. Senza... senza offesa per gli Hero, naturalmente. Ma quello che vuoi fare tu è molto più particolare e bello. Mi piacerebbe molto vederti in un'esibizione o qualcuna delle tue opere!- Concluse, con entusiasmo. Ad essere sinceri aveva quasi più... senso che Rei volesse la licenza per quello, rispetto semplicemente a voler diventare un Pro-hero, gli sembrava una ragazza troppo cool per avere come sogno nel cassetto l'essere uno sbirro, ed invero aveva sempre pensato che se era finita in quella carriera doveva essere dovuto a qualche altra causa esterna. -Ma sei già, uh... operativa o ti tocca aspettare la licenza permanente?- Domandò, curioso, ben conscio che doveva avere quantomeno lavorato alla sua arte in privato e che quindi qualcosa da vedere doveva esserci. Preso dall'entusiasmo, si era quasi perso l'ultima frase della ragazza, che diceva di non sapere quasi più cosa fare. Qualcosa le aveva fatto cambiare idea...? -Beh... credo sia normale avere dei ripensamenti. Si tratta pur sempre del resto della tua vita.- Affermò, contemplando il bicchiere. -D'altro canto sei giovane - e pure ricca. Hai ancora tempo per decidere. Puoi provare, puoi sbagliare, cambiare idea e provare qualcosa di diverso.- La rassicurò, con un sorriso vagamente dolente. In quel caso venire da una famiglia facoltosa aiutava certamente molto: poteva realisticamente permettersi di provare e cadere sempre in piedi.
    Izusu ridacchiò, sentendo la storia delle statue di ghiaccio.
    -Decisamente più di uno, mia cara.- Fece, con aria ammiccante, senza in realtà intendere nulla in particolare. -Sfortunatamente nessuno di questi è la scultura. Temo che il mio Quirk sia più che altro... distruttivo.- mormorò, sollevando una mano e guardandosela con aria quasi di rimprovero. -In tutti i sensi. Comunque. Ho sentito parlare di queste statue di ghiaccio, ad essere sincero sono molto curioso di vederle ma non sono mai capitato in zona.- Era strano pensare che dopo quell'attacco alcune zone caratteristiche di Tokyo erano cambiate in maniera così drastica, c'erano le statue ma l'esempio più emblematico era stato certamente il parco di Ueno, dato alle fiamme. Lì c'era stato, per curiosità, e lo sconforto che quell'immenso campo di cenere gli aveva restituito era stato incredibile. Però in un certo senso era stata anche una bella esperienza. In qualche modo sentiva che aver testimoniato un evento del genere validasse la sua effimera identità, una sorta di affermazione personale: io c'ero. Non che la cosa gli desse alcun merito, ma era certamente un fatto, ed era indelebile. Ricordò di essersi quasi commosso, sentendo il pugno nello stomaco che tutte quelle sensazioni insieme gli avevano provocato.

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    Cercò di fulminare Izusu con lo sguardo sentendosi fare tutte quelle storie sui drink e sulle serate. Ovviamente lo sapeva, ma aveva sempre preferito passare le serate in casa sua. Non che avesse gente con cui uscire in ogni caso. Quel tipo di vita non faceva per lei e nonostante ultimamente stesse facendo del suo meglio per aprirsi e per gettarsi nell'ignoto era ben conscia che certe cose difficilmente cambiano. Non sarebbe mai diventata il tipo di ragazza a cui piaceva uscire la sera e andare a fare festa in giro per locali notturni, questo era poco ma sicuro.
    Curiosità. - rispose semplicemente alla domanda riguardo la donna nel pilastro di vetro - Mi piacciono tutte le cose belle, e... - lanciò lo sguardo verso la colonna riempita d'acqua - Le persone sono tutte così diverse l'una dall'altra. E particolari. C'è qualcosa di speciale in questo. - per quanto avesse creduto da sempre in quelle parole aveva sempre fatto fatica a trovare speciali le differenze che non consistevano in lunghe code di pesce o sgargianti pellicce. Il suo desiderio di tenersi lontana dalle persone le impediva automaticamente di valutare qualsiasi cosa non fosse strettamente legata all'estetica. Ma ultimamente le cose stavano cambiando, forse. In quel momento riusciva a ritenere interessante anche Izusu, quindi o quel drink era molto più alcolico di quanto pensasse oppure veramente qualcosa stava iniziando a muoversi nella sua piccola testolina.
    Corrucciò la fronte capendo che come al solito era andata un po' oltre con la sua risposta, sfociando in cose che il ragazzo non intendeva e che ovviamente non gli interessavano. Anche se una cosa che aveva capito di lui, nella loro breve frequentazione, era che cercava di fare del suo meglio per fingersi interessato e coinvolto in tutto. Oppure era veramente così stupido da meravigliarsi per ogni cosa, che onestamente non era da escludere.
    Io, umh... - portò una mano alla fronte. Quelle cose erano così complicate e noiose da spiegare che non era certa avesse voglia di farlo e la forza per spiegarlo ad Izusu. Afferrato il drink si mise quindi a camminare verso il pilastro in cui si trovava la sirena per togliersi dal bancone. Immaginava che il ragazzo l'avrebbe seguita.
    Faccio danza, dipingo e scolpisco da quand'ero piccola. - gli spiegò quindi - Tecnicamente dovrei aspettare la licenza, praticamente potrei non aver mai seguito questa regola. - confessò con un sorriso colpevole - Il fatto è che... semplicemente non penso d'essere pronta. - e questo, oltre che alle questioni riguardanti l'arte, si riferiva anche alla papabile carriera da eroina - Non puoi trasmettere niente se conosci né te stessa né le altre persone. - si fermò in mezzo al locale con un lungo sospiro. Ultimamente era giunta alla conclusione che non importava la sua passione o la sua abilità, gli anni passati in Accademia e quant'altro. Non aveva mai capito quale fosse il messaggio che voleva trasmettere, né ci aveva mai capito un accidente sui rapporti e i desideri umani. I suoi tentativi di distaccarsi da tutto e tutti avevano funzionato, sì, ma lasciandola come una tela bianca messa in mostra in un museo: per proteggersi era anche rimasta inerte, non farsi toccare equivaleva anche a non assumere alcun valore.
    Era ora, forse, di lasciarsi semplicemente andare. Anche venire immersa nel fango, a quel punto, doveva valere di più di non sperimentare niente. Finché è tale e quale a quella comprata in un negozio, una tela bianca non ha alcun valore. Anche una tela sporca, lacerata e distrutta, se con le giuste intenzioni, può divenire inestimabile.
    Tu... - fece un paio di secondi di silenzio. Izusu era indubbiamente il fango in quella metafora. Senza volerlo screditare, era indubbiamente la persona peggiore che conoscesse... ed era anche l'unica lì con lei in quel momento ad essere onesti - Qual è la cosa più di valore che hai mai rubato? - gli chiese quindi voltandosi verso di lui - O-ovviamente non te lo ritorcerò contro.
    Aveva fatto del suo meglio per ammansirlo o per cercare di fingere di non sapere che era un criminale da quattro soldi, solo l'ennesimo modo per proteggere la propria innocenza. Forse doveva semplicemente accettare questo fatto e cercare di conoscerlo meglio, senza per questo giudicarlo. Si rendeva conto che era una domanda bizzarra, specialmente se posta da un'aspirante eroina, ma era certa che il ragazzo avrebbe comunque risposto.
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    Rei dichiarò che il suo interesse per la sirena era semplice curiosità, nata dal suo amore per le cose belle - aggiungendo poi che le piaceva vedere quanto le persone fossero diverse e particolari. Era un discorso interessante, era piacevole parlare con qualcuno in grado di vedere la bellezza delle persone e del mondo, e Rei sapeva certamente come esprimerlo.
    -Speciale, uhm.- Mormorò, pensieroso. -La penso come te.- Asserì, con convinzione ed una certa aria assorta, come se si stesse lasciando trasportare dai suoi pensieri. Gli veniva spesso rinfacciato come si affezionasse troppo a persone che a malapena conosceva, ma a lui sembravano tutti preziosi raggi di luce che avevano ciascuno infiniti aspetti da amare. D'altro canto era un concetto che non riusciva a mettere a parole, e non aveva nemmeno idea di come gli fosse nata questa predisposizione, ma sentiva di essere affine a quello che Rei stava dicendo, in maniera istintiva. Ma non sapeva bene come dire di più - Izusu non era una persona che avesse difficoltà ad esprimersi, ma sentiva che a volte non riusciva a comunicare i suoi veri pensieri, non era nemmeno una questione di vocabolario limitato, era solamente come se li sentisse bloccati da una cinghia. Probabilmente era per questo che non gli riusciva mai di fare discorsi troppo profondi.
    Alle domande di Izusu, Rei si mise una mano sulla fronte con aria quasi infastidita, o almeno così la interpretò Izusu, impressione confermata dal fatto che lei si allontanò dal bancone col suo cocktail in mano senza ancora rispondergli. La seguì, vagamente dispiaciuto e già valutando che tipo di scuse doveva formulare, in fondo era abituato ad essere indiscreto e fastidioso senza rendersene conto e doversi scusare per cose che non si rendeva conto di aver fatto - ma in quel caso più degli altri doveva ammettere di esserci rimasto male.
    Ma poi Rei iniziò a rispondergli, ed Izusu si rese conto che probabilmente semplicemente non sapeva da dove iniziare, perché era un discorso complesso e in più pareva avere tante cose da dire. Era ovvio che il ragazzo non si immaginasse una tale virtuosità, praticava una significativa percentuale di tutte le arti conosciute all'uomo praticamente. Scultura, pittura e anche danza - il che era in realtà l'unica cosa a cui pensava Izusu con la sua limitata cultura immaginandosi una "performance artist", per nessun motivo particolare se non l'associazione alla parola performance, sebbene potesse effettivamente avere un significato molto ampio.
    -Wow. Non so nemmeno cosa dire, è straordinario, tu lo sei. Avrei un rispetto infinito anche se facessi una sola di queste cose ma tutte e tre...- L'eloquenza di Izusu si era appena esaurita, e nient'altro avrebbe seguito quei puntini di sospensione oltre alle sue facce stupite e gesti generici delle braccia per indicare qualcosa di molto grande, più qualche altro wow sussurrato. Si sorprese anche, positivamente, di averla sentita ammettere di non aver mai seguito in maniera troppo celere le regole relative all'utilizzo del Quirk nella sua arte - ricambiò il suo sorriso colpevole con uno decisamente sornione.
    La ragazza ammise infine, però, di non sentirsi pronta, e che era difficile esprimere qualcosa se non conoscevi te stesso e le altre persone, implicando che in almeno una delle due era carente.
    -Ecco cosa ti ha spinto a dare una chance a un ladruncolo, eheh.- Ridacchiò, molto fiero della sua deduzione. Doveva essere una specie di soggetto di studi - era un collegamento un po' astratto, certo, ma gli era capitata la stessa identica cosa con Morrigan che in qualche modo pareva voler prendere ispirazione da Izusu per un personaggio di uno dei suoi romanzi. Aveva dedotto che per Morrigan avesse a che fare con la natura tragica della coesistenza con il suo Quirk, ma Rei ancora non sapeva della sua condizione quindi magari era solo qualcuno che incuriosiva per qualche motivo. Beh, ad ogni modo non se la sarebbe presa, lo trovava forse un po' strano ma tutto sommato non era una novità che qualcuno lo trovasse superficialmente interessante, ben più rare erano le persone che rimanevano a lungo termine.
    Il ragazzo l'aveva seguita per qualche passo, notando che si avvicinavano alla sirena, ma fermandosi con lei in mezzo al locale, ed erano ancora lì quando lei gli fece quelle domande riguardo a cosa fosse la cosa più preziosa che avesse mai rubato. La domanda non lo colse completamente impreparato, aveva appena finito di farsi lunghi trip sull'essere un soggetto di studio per l'arte di Rei in fondo, ma fu comunque sufficiente a fargli alzare un sopracciglio. Si interrogò a lungo se fosse il caso di parlargliene o no, ma alla fine Izusu era per natura una persona piuttosto fatalista: ciò che doveva succedere succedeva e basta, se doveva finire al fresco ci sarebbe finito.
    -Sei fortunata ad essere così bella, faccio veramente fatica a credere tu mi voglia fregare. Forse sono solo ingenuo o poco lucido, ma spero davvero che non me lo ritorcerai contro.- Mormorò, ridacchiando con aria un po' preoccupata. Si riprese, però, impettendosi con aria fiera. -D'altro canto si parla pur sempre della mia vecchia vita, ora dopo l'incontro con la cazzutissima hero spara-inchiostro sto rigando dritto come promesso.- Era ovviamente esagerazione comica, non riusciva a mentirle troppo apertamente senza almeno mascherare la cosa da un'innocua burla. Aveva sempre fatto così quando erano entrati in argomento e fino a quel momento aveva sempre sperato che Rei perlomeno avesse il dubbio che ciò che stava dicendo potessere essere vero, ma sfortunatamente dopo quella domanda gli rimanevano ben pochi interrogativi a riguardo. Sospettava che Rei sapesse fin troppo bene che non aveva smesso né aveva intenzione di farlo a breve.
    -Comunque.- Tagliò corto, sfregandosi il mento. -Se intendi valore monetario, probabilmente un orologio due tre anni fa. Non lo sapevo quando lo ho... preso, ma alla fine valeva più di quel che pensassi. Immagino potresti trovarlo al polso di uno dei tuoi famosi spasimanti presenti stasera.- Spiegò, giusto per darle un'idea del tipo di oggetto di cui si stava parlando. -Se parli di valore soggettivo, invece, un vinile in edizione limitata autografato. Non sono un grande appassionato ma aveva un grande valore per la persona a cui l'ho rubato.- Si dipinse sulle sue labbra un sorriso decisamente malandrino. -Gliel'ho rubato apposta per farlo incazzare. Era uno stronzo galattico. Lo tengo come un trofeo, nascosto dietro uno dei quadri che ho appesi in casa.- Ridacchiò malignamente. -Come mai lo vuoi sapere? Sempre... curiosità?- Domandò, rifacendosi a quanto aveva detto prima riguardo la sirena. Era più che sicuro di non essere considerato una persona in cui trovare bellezza come ne aveva trovata nella splendida donna che nuotava su e giù nel cilindro d'acqua, ma forse Rei stava cercando altro al momento.

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    Chiedo scusa per il lieve ritardo : (
     
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    Nonostante i suoi tentativi di non imbarazzarsi alle parole di Izusu, il ragazzo dai capelli bianchi stava veramente facendo del suo meglio per farla fallire. Pur riuscendo a mantenere una faccia neutra quando il ragazzo la sommerse di complimenti che certamente non si meritava non riuscì a trattenersi quando il ladruncolo parlò dell'avergli appena dato una chance con quella serata.
    E-ehi! - si voltò verso di lui, arrossendo e stringendo il bicchiere con il drink con entrambe le mani - Non ti ho dato nessuna chance! Mi sembra di essere stata chiara! - scosse poi la testa con un lungo sospiro. Pur sapendo bene che probabilmente il ragazzo lo faceva appositamente per darle sui nervi non riusciva a non cadere in quel tipo di trappole dialettiche. Era una persona decisamente suscettibile, fin troppo in realtà.
    Ci volle solo una manciata di secondi prima che Izusu, non pago di quanto appena fatto, decise di rincarare la dose. Rei non era abituata ai complimenti e comunque faceva fatica a ritenere quelli del ragazzo veritieri. Riusciva a vederlo chiaramente ripetere quelle stesse parole a centinaia di altre ragazze, cosa che peraltro facevano tutti i maschi. Se c'era una cosa di cui sua madre era riuscita a convincerla in tutti quegli anni era della pericolosità degli uomini e delle loro lusinghe. Nel migliore dei casi Izusu la vedeva solo come una ricca ereditiera da spolpare con qualche parola dolce, nel peggiore dei casi come un semplice obbiettivo a cui srubacchiare qualcosa.
    Ma piantala. - scosse la testa imbarazzata dall'ennesimo complimento - Avrai bevuto due sorsi, se già non sei lucido sei veramente una causa persa. - ridacchiò tra sé e sé, non volendo cedere alle sue lusinghe. Dopodiché ascoltò i suoi racconti. Nonostante tutto, il ragazzo rimaneva illeggibile. Non riusciva ancora a capire se rubasse per denaro o per semplice piacere. Le sue affermazioni erano come al solito contraddittorie.
    Un vinile di cosa? - chiese incuriosita, per poi sorseggiare un po' del suo alcolico. L'orologio sembrava una storia noiosa come tante, l'altra era sicuramente più particolare. Se c'era qualcosa in cui i due parevano affini dopo quell'incontro, per quanto terribile, doveva essere la spietatezza nel desiderio di ferire gli altri. Non uno dei migliori sentimenti da condividere con qualcuno, ma era un inizio. Non aveva mai cercato di nascondersi dal fatto di essere una persona terribile, poco ma sicuro.
    Trovando un divanetto e un tavolino liberi abbastanza vicino alla zona del locale dove si trovava l'enorme pilastro di vetro che intrappolava crudelmente l'attrazione principale del locale, Rei gli si avvicinò e sentendo la domanda di Izusu vi si sedette, onestamente quasi sciogliendosi sulla pelle rossa che ricopriva la seduta, in preda al sempre turbinante vortice suoi pensieri.
    Mmmmh. - schioccò le labbra, osservando il suo evanescente riflesso barcollare sulla superficie del drink - E' che... - un altro paio di secondi di pausa per riflettere su ciò che voleva dire - I-insomma... Ho passato tutta la mia vita nascondendomi da tutto... - inclinò il capo - Dalle persone... Dai pericoli... Dai sentimenti... - fece un lungo sospiro - E non ho ottenuto nulla se non un mare di rimpianti. - corrucciò le labbra, per poi spostare lo sguardo su Izusu - Mi chiedevo come potesse essere vivere sapendo che non c'è il rischio che il tuo cervello sviluppi un singolo pensiero intelligente. - ridacchiò, decidendo di punzecchiare Izusu per tirare un po' su il morale dopo il suo ennesimo discorso triste. Forse voleva solamente immaginare una realtà alternativa dove aveva preso scelte totalmente differenti. Chissà cosa avrebbe rubato lei nei suoi panni, e così via.
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