You're burning up, I'm cooling down

free role | ginxsumire

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    Group
    Yuuei Student
    Posts
    6,966
    Location
    Camp Halfblood

    Status
    Anonymous
    Sumire Murakami
    ● I tempi stanno cambiando, e noi con lui ●
    Il buio riempiva il salotto di casa sua, ad illuminarlo vi erano solo le luci degli edifici di Tokyo e il televisore acceso davanti a lei, o meglio, a loro. Stavano guardando un film, Orgoglio e Pregiudizio, sotto l'ovvia insistenza di Sumire che non voleva sentirsi dir di no, come se non lo avesse visto da sola almeno una decina di volte, e non pensasse sempre la stessa cosa: Darcy era un idiota, insensibile e cinico che non meritava Lizzi. Aveva quelle maniere fredde, senza tatto, tipiche dei ricchi, sembrava quasi non importargli degli altri... Sumire si sentiva un po' Darcy, in quel ultimo periodo. Si era distaccata da tutto e tutti, e vivere ora di nuovo da sola non l'aveva affatto aiutata. (...)
    < Gin... >; il fatto che il corvino si trovasse a casa sua quel giorno non era affatto casuale, e il film era scusa per avere qualche rumore di sottofondo che non la distraesse.
    Doveva parlare con lui.
    Come sempre, nella sua testa aveva organizzato tutto un piano: avrebbe parlato una volta finito il film, quando piú si sentisse pronta... ma piú pensava all'idea piú sentiva l'urgenza di farlo, un malessero interiore, fisico... ansia, che la spinsero a pronunciare il suo nome.
    Ma la discussione, la veritá era che nemmeno lei sapeva eattamente come sarebbe andata, né quel che lei stessa voleva dire, tranne ció che l'avrebbe scaturita.
    Sdraiata con la testa fra le sue gambe, osservava i suoi occhi dal basso, il suo sguardo perso tra il di lui viso e i propri pensieri. < Mi sembra di non conoscerti. >, per Gin sarebbe stato un colpo a ciel sereno, perche con Sumire le cose andavano sempre cosí. < Che cosa stiamo facendo? >
    Non si era mostrata particolarmente strana nei giorni precedenti, piú di quanto non lo fosse in quell'intero ultimo anno, le cose non sembravano andare male. Era tutto normale, allora perché, probabilmente si sarebbe domandato lui, se ne usciva cosí?
    Non era qualcosa che aveva pensato solo in quei ultimi tempi, era un sentimento che giá da molto covava nella sua testa e si era rifiutata di dargli ascolto, che come al solito aveva soffocato... finché ora era diventato piú grande di quel che poteva sopportare. Un miscuglio di sensazioni e frasi che avrebbe voluto dire, ma che aveva paura a pronunciare.
    Sumire non si sentiva comoda con Gin, né con tutta quella situazione.
    Student | SCHEDA
    Hero | dress


    lvb07rA
    VEjmRhZ
    LrZ2CEP
    contatti
     
    .
  2.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    15,274

    Status
    Anonymous
    Gin non era quel tipo di persona che guarda tanti film. Non che si tirasse mai indietro, ma nel suo privato gli era capitato ben poche volte di decidere di dedicare del tempo alla visione di qualcosa per propria scelta e in maniera autonoma. Proprio per questo non aveva mai visto Orgoglio e Pregiudizio prima e non sapeva praticamente nulla a riguardo ad eccezione del fatto che fosse tratto da un romanzo famoso. Detto questo, non avrebbe mai avuto da ridire su una proposta del genere, a maggior ragione se proveniva da Sumire. Nonostante tutto ciò che era successo ultimamente non aveva mai smesso di assecondarla. Qualcuno di malizioso potrebbe pensare ad un contorto ed egoistico bisogno di farlo per ripulirsi dalle bugie che le raccontava e dalle cose che le teneva nascoste, ma la realtà è che Gin era semplicemente sempre stato così con la ragazza. C'erano poche cose che gli interessavano più di tentare del suo meglio per renderla felice.
    Era seduto sul divano di casa della ragazza e stava giocando coi suoi capelli bianchi illuminati solo dallo schermo del televisore. Da qualche tempo Tobiko aveva deciso di andarsene e la ragazza aveva l'appartamento tutto per sé, ma nonostante questo il loro tempo privato non aveva avuto chissà quale miglioramento. Sicuramente la colpa era anche - se non specialmente - sua. Quell'avventura che era iniziata come nulla se non un ammasso di buoni propositi era stata dirottata in fretta, aveva iniziato a raccontarle sempre più bugie e si sentiva sporco per questo. Principalmente perché non era in grado di raccontarle. Temeva specialmente il giorno in cui totalmente per caso passeggiando con lei avrebbero incontrato Ishida e tutto quel castello di menzogne a cui di continuo aggiungeva un tassello sarebbe caduto. Ogni giorno quella torre metaforica diventava sempre più alta e il suo crollo avrebbe fatto sempre più danni.
    Le parole di Sumire squarciarono il silenzio come gli artigli di un avvoltoio che cerca di nutrirsi di una carcassa. Quelle parole avrebbero probabilmente fatto tremare chiunque in una relazione, figuriamoci Gin già in preda ai suoi dubbi esistenziali. Il suo cervello iniziò immediatamente a vagliare tutte le ipotesi, dalla più probabile possibilità che avesse lasciato qualche sua traccia in giro, all'idea che l'eroe con cui si era scontrato fosse riuscito a connettere i tasselli e avesse fatto la spia fino all'estremamente improbabile confessione di Tobiko. Incredibile come le cose cambino in fretta e ora il tatuato si fidasse così tanto del ragazzo di Providence da dubitare fortemente della possibilità che avesse confessato ciò che avevano fatto. In fondo, anche se non viveva più lì, avrebbe subito anche lui sicuramente l'ira della ragazza dai capelli bianchi.
    Mh? - cercò di fare del suo meglio per mantenere un'espressione meno terrorizzata possibile e non smettendo di accarezzarle i capelli, pur con una mano sicuramente molto più tremolante di prima - Che cosa intendi, babe? - le chiese alzando un sopracciglio. Nonostante tutto, quella era una domanda onesta. Si odiava per questo, ma aveva veramente bisogno di tastare il terreno. Normalmente al primo accenno di una cosa simile si sarebbe gettato a terra a confessare tutto, ma ora non era nella posizione di farlo. L'impossibilità di essere sincero e il fatto di dover cercare di capire cosa intendesse per vedere quale bugia inventarsi lo distruggeva, ma non poteva fare altrimenti. In solo qualche mese la prospettiva di dover mantenere il segreto per non farla arrabbiare si era evoluta nel bisogno di mentire per proteggerla... e lui sapeva benissimo che Sumire non aveva il minimo bisogno di protezione, ma erano successe cose nella sua vita, sembrava non essersi mai ripresa da quanto accaduto al Palazzo Imperiale... e dirle che si era unito ad un gruppo di vigilantes che combattevano l'Albero non sembrava la miglior cosa da confessarle in quel momento. O mai.
    Nothing is what it seems, Tell me about the man in your dreams, And was it me?
    12TH DIVISION
    LVL7
    GIN NAKANO
     
    .
  3.  
    .
    Avatar


    Group
    Yuuei Student
    Posts
    6,966
    Location
    Camp Halfblood

    Status
    Anonymous
    Sumire Murakami
    ● I tempi stanno cambiando, e noi con lui ●
    Signorina Elizabeth, ho lottato invano, ma non c'è rimedio! Questi mesi trascorsi sono stati un tormento, sono venuto a Rosings con lo scopo di vedervi, dovevo vedervi, ho lottato contro la mia volontà, le aspettative della mia famiglia, l'inferiorità delle vostre origini, il mio rango e patrimonio, tutte cose che voglio dimenticare e chiedervi di mettere fine alla mia agonia (. . .) nel silenzio teso che s'era creato nella stanza si udiva cosí la confessione di Darcy, ed ironico fu che per quanto le odiasse, quelle stesse parole avrebbero potuto uscire dalle labbra di Sumire e non sarebbero state che veritá. Non c'era alcun dubbio sulla lotta che Sumire affrontava con i Murakami; ingoiava costantemente tutto il veleno che la sua stessa famiglia distillava nei confronti del proprio fidanzato. Lo detestavano, il padre l'odiava, e faceva in modo che Sumire lo sapesse ogni volta che poteva.
    Non c'era dubbio ch'era ella ad impegnarsi, a prendere abbastanza coraggio da affrontare il sangue del suo sangue, che aveva da sempre temuto. Non ne parlava con Gin, a volte ci scherzava solo dicendo cose come "se ti tagliassi i capelli ti accetterebbero" o "se avessi meno tatuaggi andrebbe meglio", quando la veritá era che il corvino avrebbe dovuto essere una persona completamente diversa per essere gradito ai Murakami. L'intera faccenda era piú complicata, le volte in cui Sumire passava a Kyoto per visitarli, era un continuo litigio tra i suoi: se da una parte Kaito faceva il possibile perché la figlia lo lasciasse, dall'altro la madre era disposta quantomeno a tollerarlo, e ció si scatenava in discussioni padre-madre su cosa fosse meglio per Sumire, come se lei non fosse capace di decidere da sola. Non si trattava in realtá soltanto di Gin, dopo l'accaduto di un anno prima al Palazzo Imperiale, erano entrambi preoccupati ed insistevano perché lei lasciasse la carriera. Sumire d'altro canto si era presa un anno di pausa, "pausa di riflessione" diceva lei, anche se dopo l'incontro con Hasu nella fabbrica abbandonata, era piú una "pausa per superare i traumi". Dunque era tutto in tensione con entrambi loro, e Gin era nel mezzo, incolpato di star rovinando la sua famiglia.
    Tutta quella storia la faceva sentire stanca e sola, perché era lei a dover lottare per entrambi, e non era piú nemmeno sicura ne valesse la pena. Che cosa stavano facendo?
    Le iridi cerulee di lei osservavano il viso del ragazzo, era nervoso, come chiunque lo sarebbe stato all'udire fatidiche parole come "non ti riconosco". La mano di Sumire spostó gentilmente quella di Gin, la quale stava accarezzando i suoi capelli, e si mise a sedere. Non voleva essere toccata, ed aveva bisogno di prendere le distanze per parlare. Ora, non lo guardava piú. ‹ Sei distante... ›, e per quanto ora parlasse di lui, sapeva che si trattava di entrambi. ‹ Va tutto bene, no? Eppure c'é qualcosa che non va. ›, difficile da spiegare a parole quando tutto si trattava di sensazioni. ‹ Non so se sei tu, o sono io. Ma allora perché, pur essendo tutto normale, io mi sento in questo modo? ›; per quanto provasse ad addolcire l'amara pillola, ció che pensava infondo era che Gin non la conosceva, sapeva poco di lei, ed ora ella avvertiva che forse nemmeno lei sapeva di Gin.
    Student | SCHEDA
    Hero | dress


    lvb07rA
    VEjmRhZ
    LrZ2CEP


    Edited by Lostien - 8/2/2023, 12:53
    contatti
     
    .
  4.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    15,274

    Status
    Anonymous
    Il lato positivo era che quelle di Sumire sembravano essere le normali paranoie che ogni tanto nascono in una coppia, almeno per il momento non sembrava sapere con chiarezza nulla di particolare. Il lato negativo era che questo non lo faceva minimamente sentire meglio. La ragazza si mise a sedere e fece del suo meglio per evitare il contatto visivo. Gin non faceva quasi mai particolare attenzione ai comportamenti altrui, ma aveva passato abbastanza tempo con Sumire da conoscere tutti quei suoi atteggiamenti, indipendentemente da ciò che la ragazza potesse pensare. Quello significava che le cose erano serie.
    La triste verità era che no, non andava tutto bene. Tutto il contrario, anzi. E il fatto che Gin non sentisse di potersi aprire con la persona che considerava la più importante al mondo lo divorava dentro già abbastanza, non serviva che lei si mettesse a gettare benzina sul fuoco. Ciò che più faceva male, però, era come Sumire proiettasse quelle emozioni e quelle sensazioni sulla loro esistenza di coppia quando quei momenti che poteva passare con lei, al contrario, erano veramente gli unici momenti in cui tutto sembrava andare bene, nonostante fosse una palese finzione, un momento in cui semplicemente non pensava ad altro. Ma se la ragazza stava facendo quel discorso significava che non era lo stesso per lei.
    Umh... - Gin si trovò ad esitare un attimo, pur lasciando alla ragazza tutto lo spazio che potesse ritenere necessario. Indipendentemente dalla necessità di riflettere prima di dire qualcosa di sbagliato, il ragazzo tatuato non era mai stato particolarmente bravo con le parole e questo Sumire doveva saperlo bene. Si rendeva conto che non ci fosse un modo per rassicurarla e allo stesso tempo continuare a mentire, ma aveva anche ben chiaro nella sua mente cosa sarebbe successo se avesse confessato la verità. Si trattava, in quel momento, di soppesare i pro e i contro di ogni possibile scelta. Era un approccio che Gin aveva sempre odiato, sia nelle relazioni che nella vita di tutti i giorni.
    Io... - accennò a parlare, fermandosi poi ancora per qualche secondo - Mi rendo conto di essere stato un po' distante, ultimamente. - si prese le colpe, perché bugie o non bugie non avrebbe mai fatto ricadere qualcosa su Sumire. Gin la amava, nonostante tutto, e avrebbe preferito mille volte prendersi le colpe di qualsiasi cosa piuttosto che discutere inutilmente con lei - Da un po', in realtà. - confessò colpevole - Il fatto è che... non sono mai stato bravo ad affrontare le cose. Ci ho messi mesi a superare quanto successo a SALEM, e ce l'ho fatta solo perché ho conosciuto te... - sospirò - E poi tutto si è ripresentato, cento, mille volte più grande. - abbassò lo sguardo a sua volta - E quando penso a ciò che hai passato... e non ne abbiamo mai parlato, perché non ho mai avuto il coraggio di chiedertelo. Ho solo... paura, di tutto. - fece qualche secondo di pausa - Di perderti. - mormorò poi.
    Quella non era tutta la storia, ma a conti fatti non aveva detto alcuna menzogna. Quello era in fondo il suo modo di mantenersi la coscienza pulita, senza mai mentire, semplicemente omettendo quando non poteva essere confessato. Se conosceva un minimo Sumire, sapeva benissimo che non sarebbe bastato. Ma era un inizio.
    Nothing is what it seems, Tell me about the man in your dreams, And was it me?
    12TH DIVISION
    LVL7
    GIN NAKANO
     
    .
  5.  
    .
    Avatar


    Group
    Yuuei Student
    Posts
    6,966
    Location
    Camp Halfblood

    Status
    Anonymous
    Sumire Murakami
    ● I tempi stanno cambiando, e noi con lui ●
    Gli occhi cerulei di lei fissavano lo schermo del televisore dove vi raffiguravano immagini di persone d'altri tempi, dove c'era una certa etichetta da seguire, regole su regole del corteggiamento e quasi non si lasciava spazio ai sentimenti, in alcuni momenti chissá Sumire pensava che fosse meglio cosí. Si trovava bene, lei, al seguire regole stabilite, al fare passi sicuri... mentre ora sembrava starsi buttando in un precipizio, senza sapere cosa vi avrebbe trovato una volta toccato il fondo.
    Si rese conto che pur essendo Gin accanto a lei, parlare di ció che stavano affrontando le recava solo un enorme senso di insicurezza. Doveva essere normale in una coppia parlare dei problemi, affrontare certe avversitá ma Sumire e Gin le lasciavano passare come se nulla fosse accaduto, e ció che realmente accadeva finiva per ammucchiarsi col resto e per questo, dopo un anno, Gin non aveva sentito nulla da lei sul Palazzo Imperiale.
    Ed era per questo che le parole del corvino erano confuse, un miscuglio di eventi che peró non rispondevano davvero a ció che Sumire chiedeva: perché era distante?
    Paura di perderla diceva lui, ma non domandare non era l'unico modo che aveva di perderla, si rispondeva lei.
    Si prese una lunga, interminabile, pausa prima di parlare, mille domande, affermazioni, spiegazioni, fiorivano nella sua mente e lei non sapeva bene quale di tutto ció ne fosse la radice.
    Sapeva peró che quello era il momento, era il momento di chiarire tutto.
    ‹ Stavo per morire Gin. › parole appena sussurrate, con una leggerezza e calma di chi sembrava estraniato da ció, come se fosse lei a raccontare le vicende di qualcun altro. Eppure il peso di quelle parole era enorme nella mente di lei.
    ‹ Stavo per morire e non ho fatto niente per impedirlo. ›, e di nuovo i ricordi di quella gigantesca onda tornavano alla sua mente. I suoi occhi fissavano ora terra, e le sue braccia incrociate sotto il petto; sembrava voler prendere ancora di piú le distanze da Gin. ‹ Non che dipendesse da me a quel punto ma... non so nemmeno cosa mi sia passato per la testa in quel istante, ma mi ero arresa. › pausa.
    ‹ Se sono viva, anzi, se io e Tobi siamo vivi, non é per noi, lo capisci? É un miracolo se io sono qui con te Gin... io e Tobi non eravamo pronti, nonostante tutti quegli anni di allenamenti non eravamo minimamente pronti e io... › un sospiro tremante uscí dalle sue labbra. Lei era stata la peggiore, i pensieri oscuri che aveva covato quel giorno, l'aver preferito se stessa a quei civili, l'aver anche pensato di abbandonare il suo compagno la tormentavano nelle notti sole, in cui aveva tutto il tempo di riflettere.
    ❛ (. . .) Te lo ricordi quanto frignavi, insieme al tuo amichetto? Che vergogna. Una figura a dir poco patetica, esattamente come te~ ❜ risuonavano ora le parole di Hasu in quel magazzino, in cui lei vi si rispecchiava. ‹ ...ero patetica. ›
    ‹ E tu... › ed ora i suoi occhi ghiacciati si posarono su di lui, lontani, irraggiungibili. ‹ ...tu non ne sai niente. ›; e nonostante ció che diceva lo narrava senza alcun sentimento, ció che era monatavano in lei erano sconforto e rabbia. ‹ E tu non hai voluto chiedermi niente. ›, non c'era un singolo soggetto a cui indirizzare quelle emozioni, non c'era un singolo colpevole ma Gin era il suo ragazzo ed era lí in quel momento. Il suo tono era piú calmo e composto, ma di disdegno, ed accusatorio. ‹ Mi hai lasciata affrontare tutto da sola. ›, non era vero che andava tutto bene, lo capiva ora, dal modo impetuoso con cui ora si rivolgeva a lui, dalla rabbia che iniziava a ribollirle nel sangue.
    Student | SCHEDA
    Hero | dress


    lvb07rA
    VEjmRhZ
    LrZ2CEP
    contatti
     
    .
  6.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    15,274

    Status
    Anonymous
    La cosa peggiore era che in quella situazione Gin era in un certo senso sollevato che Sumire lo stesse incolpando solamente di quello. Ed era ben conscio di quanto questo lo rendesse una persona terribile, ma una parte di sé non riusciva a non sentirsi più tranquilla.
    Per quanto possibile, Gin riusciva a capire le parole della ragazza. Su scale completamente differenti, ma si era trovato in una situazione simile durante l'incontro col compagno di scuola di Sumire qualche mese prima. Sicuramente Ishida non era il dottor Takashi, ma quel tipo di emozioni e sensazioni non dipendono strettamente da chi si ha davanti. Un supercattivo non è l'unica persona in grado di ucciderti, spesso un bambino con un coltello potrebbe essere in grado di raggiungere il medesimo risultato con il minimo sforzo. Ma sapeva di non poterglielo confessare e sapeva altrettanto bene che farlo non avrebbe risolto nulla: dubitava fortemente che ciò che servisse a Sumire in quel momento fosse la comprensione. Abbassò lo sguardo stringendo la mancina sul braccio destro, con fare colpevole, lasciando spazio alla ragazza.
    Il Nakano era una persona che odiava terribilmente i conflitti e faceva del suo possibile per evitarli, questo Sumire doveva probabilmente saperlo. Per questo motivo non si mise a parlare del fatto che anche lui aveva rischiato, come tutti, che aveva visto il parco di Ueno andare a fuoco e così via e lei non gli aveva mai chiesto nulla a riguardo. Non era sua intenzione paragonare il loro vissuto, sapeva benissimo che Sumire se l'era vista decisamente peggio, il punto del suo pensiero era semplicemente che... le persone avevano silenziosamente deciso di non parlarne. Non ne aveva mai fatto parola neppure con Tobiko. Ciò che aveva appena confessato a Sumire era vero: aveva paura, anche semplicemente di sapere cosa fosse successo. Era pienamente conscio di non essere bravo con le parole e di non essere in grado di sostenere quella conversazione, quindi era disposto ad ascoltare qualsiasi sfogo Sumire avesse da fare, ma non aveva motivo di chiederle di riaffrontare quegli eventi per chissà quale grottesca necessità di sapere. Poteva ascoltare, comprendere, quello sì. Ma quello sfogo non era mai arrivato. Prima d'ora.
    Mi dispiace, Sumire. - rispose semplicemente, senza alzare lo sguardo. Non accadeva spesso che la chiamasse direttamente per nome, anzi, ad essere onesti quasi mai, sottolineando quanto avesse preso con serietà il suo sfogo in quel momento - Mi dispiace davvero. - aggiunse con voce rotta. Come detto, le parole non erano esattamente il suo forte. Non aveva la minima idea di cosa avrebbe dovuto dirle per farla sentire meglio, o per scusarsi. Si era sbagliato: era convinto che ciò di cui la ragazza necessitasse fosse spazio e svago mentre i suoi rimorsi e i suoi ricordi la divoravano da dentro. Più che scusarsi, però, sembrava ormai fosse tardi per qualsiasi altra cosa.
    Pensavo fosse meglio non parlarne. - decise quindi di essere onesto - Che preferissi non parlarne. Io di sicuro non avevo intenzione di chiederti la storia di come sei quasi morta. - aggiunse corrugando la fronte. Tutto ciò che doveva sapere a riguardo glielo aveva già detto Tobiko - Ma... ti avrei ascoltata, se avessi avuto bisogno di sfogarti. - fece qualche secondo di pausa - Ti... - un'altra pausa - Ti ascolterei, se ne hai bisogno... se non è troppo tardi. - sussurrò.
    Parte di lui, ora, riusciva a capire i sentimenti di Sumire. Anche lui voleva raccontare ciò che era successo con Ishida a qualcuno, e lo aveva fatto in realtà. Sia con quella vigilante dalle ali d'angelo che con Tobiko. Riflettendoci ora era sicuramente stato stupido a non interessarsi a Sumire, pur avendo fatto del suo meglio per cercare di svagarla. Due anni prima - era passato tanto tempo ormai - quella gli sembrava sicuramente la scelta migliore. Ora riusciva a capire di aver sbagliato.
    Nothing is what it seems, Tell me about the man in your dreams, And was it me?
    12TH DIVISION
    LVL7
    GIN NAKANO
     
    .
  7.  
    .
    Avatar


    Group
    Yuuei Student
    Posts
    6,966
    Location
    Camp Halfblood

    Status
    Anonymous
    Sumire Murakami
    ● I tempi stanno cambiando, e noi con lui ●
    Sumire osservava Gin, le sue espressioni, le sue parole e il modo in cui la fissava. Non poteva negare che la sua presenza fosse confortante, ma allo stesso tempo il dialogo con lui sembrava recare solo un enorme senso di insicurezza. Perché non riuscivano a parlare dei loro problemi? Perché le avversità sembravano essere lasciate passare senza alcuna discussione? Era come se Gin non volesse mai affrontare ciò che stavano vivendo insieme. Non poteva peró dare la colpa soltanto a lui di ció.
    Sumire sentiva il bisogno di chiarire tutto. Ma non sapeva come. Mille domande, affermazioni fiorivano nella sua mente e lei non sapeva bene quale di tutte ne fosse la radice. Stava lì, incerta e silenziosa, i pensieri che le sembravano pesanti come macigni, che la schiacciavano.
    Infine, con un tono appena sussurrato, confessò a Gin di essere stata sul punto di morire. Fu come se si stesse guardando da lontano, come se raccontasse la vicenda di qualcun altro. Ma il peso di quelle parole era enorme nella sua mente. Si sentiva come se stesse prendendo le distanze da Gin, come se non volesse coinvolgerlo in ciò che stava dicendo.
    Sumire continuò a parlare, a raccontare di come lei e Tobi non erano pronti per affrontare tutta la vicenda al Palazzo, nonostante tutti gli anni di allenamenti. E poi confessò di aver preferito se stessa ai civili, di aver pensato di abbandonare il suo compagno. La vergogna, la rabbia e la frustrazione ribollivano dentro di lei, era una sensazione che non riusciva a togliersi di dosso, nonostante tutto quel tempo.
    Non c'era un singolo colpevole, ma Gin era il suo ragazzo ed era lì in quel momento. Era lui che avrebbe dovuto starle accanto, aiutarla a superare tutto questo, ma invece l'aveva lasciata sola ad affrontare tutto.
    La stanza sembrava impregnata di un silenzio spesso e immobile, rotto solo dal respiro dei due. Gin restava immobile, come una statua di pietra scolpita nel tempo. Il suo sguardo era fisso sul pavimento, le mani giunte sulle ginocchia, il volto segnato dalla preoccupazione. Non riusciva a trovare le parole giuste per rispondere alla ragazza, per consolarla e confortarla in quel momento di difficoltà.
    Sumire, invece, sembrava essere in grado di vedere attraverso di lui, di cogliere le sue insicurezze e le sue paure, come se potesse leggere nella sua anima. Era una sensazione strana e sconcertante, ma allo stesso tempo liberatoria, come se finalmente qualcuno lo avesse visto per quello che era davvero.
    Le parole di Gin peró sembravano sciogliersi nel vento, come se non fossero abbastanza forti per far fronte alla sofferenza di lei. ‹ Non lo so Gin. › rispose lei seccamente. Chissá era davvero tardi. ‹ Non so Gin... forse semplicemente non siamo fatti per stare assieme. › lo dirre. Ebbe il coraggio di dire il pensiero che ormai da qualche mese si era insediato nella sua mente. ‹ Che cosa stiamo facendo, se nemmeno ci parliamo? Non sento di cnonoscerti piú di quanto non lo abbia fatto il primo appuntamento e tu certo non conosci me. ›
    Student | SCHEDA
    Hero | dress


    lvb07rA
    VEjmRhZ
    LrZ2CEP


    sorry tantissimo il ritardo, mi devo organizzare perché sto facendo troppe cose alla volta
    contatti
     
    .
  8.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    15,274

    Status
    Anonymous
    Le parole di Sumire lo colpirono come una palla di cannone. Sapeva che negli ultimi mesi erano stati distanti, chiaramente riusciva a sentirlo anche lui. No, probabilmente ne era ben più conscio di lei considerando che era lui, in un certo senso, a cercare di allontanarla per tenerla al sicuro. Qualche volta gli era capitato di pensarlo, doveva ammetterlo. Non si era mai sentito abbastanza per lei in ogni caso e quel sentimento si era ovviamente fatto più forte dopo la visita a casa sua a Kyoto e come erano andate le cose coi suoi genitori. La sindrome dell'impostore era sempre stata lì dal giorno uno: non era possibile che una come Sumire potesse innamorarsi di lui se l'avesse conosciuto un minimo. E indubbiamente, specialmente negli ultimi tempi, lui non era stato lì per lei.
    Era ironico che quanto sostenuto da Sumire al Palazzo Imperiale lo avesse smosso così tanto da volersi dare da fare in prima persona, portandoli poi in quella situazione. Non era mai riuscito a dirglielo, ma Gin considerava Sumire una vera eroina. Ciò che aveva fatto al Palazzo Imperiale era quanto di più coraggioso avesse mai visto fare a qualcuno, non importava se lei pensava di non avere dei meriti o se aveva avuto paura in quel momento, ne era comunque uscita in piedi. Ma lei non la pensava allo stesso modo. Il suo gesto lo aveva portato a mettersi d'accordo con Tobiko, a sporcarsi le mani in prima persona... e a finire nei casini. Casini di cui non poteva parlarle e che erano all'origine di quella discussione.
    Io... - sì, anche a Gin era capitato di pensare ciò che Sumire aveva espresso, ma sentirlo era tutta un'altra cosa. Aveva sempre cercato di scacciare quel pensiero, perché nella sua filosofia se ti azzardi a dire qualcosa, a vocalizzarlo, stai compiendo il primo passo per renderlo vero. Il fatto che Sumire lo pensasse e stesse persino mostrando di pensarlo lo portò sull'orlo delle lacrime. Il suo era sempre stato più un timore che altro, onestamente non riusciva ora a pensare ad una vita senza la ragazza dai capelli bianchi. Faceva male sentirselo dire e la parte peggiore è che sentendolo dire da Sumire poteva quasi convincersi fosse vero. Forse non era davvero mai riuscito a scrutare a fondo in quel mare nero che era la Murakami, ma era davvero così un male? Onestamente Gin si conosceva così poco che spiegarsi alla ragazza sarebbe stata un'impresa titanica, di questo era più che certo.
    Non... - esitò, cercando di prendere fiato. Neppure quando si era trovato in ginocchio davanti ad un eroe professionista si era sentito tanto in pericolo come adesso. Una parola sbagliata avrebbe portato alla sua morte - Non voglio perderti, Sumire. - non gli venne altro, perché onestamente non sapeva risponderle. Tutto ciò che sapeva era quello, che non voleva perderla.
    Giunti a quel punto, importava davvero che si sarebbe arrabbiata sapendo di quanto successo con Shoya Ishida? Aveva sempre odiato quando utilizzava la sua unicità pur non avendo una licenza, sarebbe stata in grado di perdonarlo per quanto era stato incosciente? Si era posto quelle domande per mesi e aveva sempre deciso di tenerle tutto nascosto, ma era stato tutto inutile. Inevitabilmente erano giunti a quel punto. In quella situazione importava poco se lo avrebbe odiato a vita per essere stato così stupido, essere onesto sembrava l'unico modo per provare a non farla allontanare per sempre. Anche se aveva paura, c'era poco da peggiorare in quella situazione.
    Ok. - sussurrò, portando il dorso della mano destra ad asciugare l'umidiccio degli occhi - Ho sbagliato. - aggiunse col fiato mozzato. Non era nuovo, per Gin, prendersi le colpe durante una discussione per cercare di calmare le acque. Ma quella volta era diverso.
    Ti ho nascosto delle cose. - alzò quindi i suoi occhi gialli come lampioni verso di lei - Perché avevo paura che mi avresti odiato. - aggiunse - Ma... se questo è ciò che pensi... allora non ho più nulla da nasconderti. - il suo sguardo bastava a capire quanto si stesse attaccando a lei nella speranza di non lasciarla scivolare via. Non sapeva se l'onestà sarebbe bastata o se ormai era semplicemente troppo lontana, ma giunti a quel punto non c'era molto da tenersi dentro.
    Le doveva, come minimo, la verità.
    Nothing is what it seems, Tell me about the man in your dreams, And was it me?
    12TH DIVISION
    LVL7
    GIN NAKANO
     
    .
  9.  
    .
    Avatar


    Group
    Yuuei Student
    Posts
    6,966
    Location
    Camp Halfblood

    Status
    Anonymous
    Sumire Murakami
    ● I tempi stanno cambiando, e noi con lui ●
    Aveva impiegato tempo a capirlo, ad elaborarlo ed aveva per mesi negato fosse cosí, tutto nella sua testa. Non era forse questo il segnale piú evidente che ci fosse qualcosa che non andava? Se tutto ció rimaneva in lei e non riusciva nemmeno a parlarne con lui. Ed eccoli lí invece, Sumire lo osservava dal basso, occhi negli occhi. Lo sguardo di Gin era perso, preoccupato e notava le iridi lucide, lei invece non sentiva nulla di tutto ció, sembrava quasi dissociata da tutta quella situazione, probabilmente in una sorta di meccanismo di difesa: doveva parlare di tutto, e se iniziava a lasciarsi trascinare dai sentimenti non ci sarebbe mai riuscita perché era cosí /comodo/ non parlare e far finta di nulla. Ed era ció il problema. Forse non erano fatti per stare assieme, se nemmeno riuscivano a parlare sinceramente senza ferirsi.
    Il corvino disse di non volerla perdere e Sumire non faceva che guardarlo, non sapeva cosa dire, nemmeno lei voleva davvero perderlo ma non potevano evitare quell discussione un'altra volta, ma forse non dovevano stare assieme.
    E poi successe l'inaspettato: "Ti ho nascosto delle cose.", gli occhi cerulei indugiarono sui suoi, le labbra socchiuse come a voler dire qualcosa, ma nulla vi uscí. Poi il suo sguardo cambió, si alzó dal suo ventre.
    Suo padre le ripeteva sempre che non bisognava mai mostrare ció che veramente sentiva, che mostrarsi vulnerabile era segno di debolezza e che lei, certo, non lo era. Sumire era il suo calco: occhi freddi, pelle pallida e capelli candidi. Il fratello glielo diceva spesso, che somigliava a suo padre piú di quanto pensava, con disprezzo ed odio nei confronti di lui, e rammarico in quelli di lei.
    Ed ora eccola, col quello stesso sguardo di nulla, una maschera di ghiaccio che non lasciava trasparire niente, e Gin non l'aveva mai vista, perché con lui non l'aveva mai usata. ‹ Parla. ›, gli occhi ancora fissi nei suoi sembravano sfidarlo: avrebbe retto il suo sguardo, il bugiardo?
    Student | SCHEDA
    Hero | dress


    lvb07rA
    VEjmRhZ
    LrZ2CEP
    contatti
     
    .
  10.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    15,274

    Status
    Anonymous
    Cercò di chiarire i propri pensieri con un sospiro, passando il palmo della mano sinistra sulla fronte. Non aveva idea di dove iniziare e ora che aveva confessato di averle omesso delle cose e si trovava a pensarci, cercando di mettere ordine tra quegli avvenimenti che avevano definito i suoi ultimi mesi, non era neppure sicuro che tra quelle storie potesse esserci qualcosa di interessante per Sumire, o che perlomeno avrebbe fatto sì di placare quei terribili pensieri che aveva in testa.
    Beh... - abbassò entrambe le mani, iniziando a stringere nervosamente l'indice della mancina nella mano destra. Purtroppo Gin non era molto bravo con le parole e questo lo sapeva bene, quindi quel discorso non sarebbe stato particolarmente curato. Era convinto, però, che in quel momento solo la sincerità potesse salvarlo. Salvarli.
    E' evidente a questo punto che tu non la pensi così, suppongo, ma dopo aver visto ciò che hai fatto al Palazzo Imperiale... - l'inizio era indubbiamente la parte più difficile da superare, un po' per quella visione estremamente auto-denigratoria che Sumire aveva appena mostrato e un po' perché si era sempre mostrata particolarmente ostile al suo utilizzo non autorizzato dell'unicità - Ciò che hai fatto mi ha ispirato, e lo dico davvero. Un po' troppo, forse. - spiegò quindi - Tu sei stata straordinaria. E ho stupidamente pensato che forse avrei potuto fare la mia parte. - un secondo di silenzio e uno sguardo sinceramente colpevole - E so che non avrei dovuto, e che non dovrei utilizzare la mia unicità... ma dopo l'attentato la città è cambiata... le regole sono cambiate. E non mi sono mai messo nei guai. - bei tempi, quando quell'affermazione era ancora veritiera. Ovviamente non aveva la minima intenzione di nominare Tobiko: lui era finito nei guai, ma non ci avrebbe trascinato quello che poteva vagamente considerare il suo "maestro".
    Finché... - strizzò gli occhi, portando nuovamente una mano alle tempie. Quella era la seconda parte più difficile del discorso - Stavo fermando un tizio che aveva rapinato un konbini, una sera. Mi sono sempre dedicato a questo, la maggior parte delle volte senza neanche utilizzare l'unicità. Non ho mai cercato di andare oltre i limiti. - sospirò. Probabilmente a quel punto giustificarsi in quel modo era del tutto inutile, meglio proseguire - Shoya Ishida mi ha beccato e... ha pensato fossi un complice del tizio. O forse no, e voleva solamente sfogarsi. - nuovamente silenzio. Quel pensiero lo aveva perseguitato per molte notti senza mai riuscire a trovare una risposta - In ogni caso, prima mi ha massacrato per bene e poi... mi ha chiesto informazioni. Che non avevo. Per restare fuori dai casini. - se c'era una cosa su cui non poteva essere onesto era la natura di quelle informazioni. Sicuramente l'ultima cosa che Sumire avrebbe voluto sentirsi dire in quel momento era che si era dovuto mettere sulle tracce di Aogiri.
    Se... se avesse scoperto chi sono... se scoprisse chi sono non metterei in pericolo solo i miei genitori, ma anche te. - sicuramente non sarebbero stati in molti, nel suo settore, ad essere felici di sapere che la Murakami frequentava un vigilante - Quindi mi sono dovuto mettere alla ricerca di queste informazioni per tenermi fuori dai guai. E sono entrato in contatto con un gruppo di vigilanti.
    Almeno per il momento non c'era molto altro da aggiungere a quella storia, che indubbiamente doveva sembrare incompleta. I tizi gli avevano dato qualche informazione da riferire, si mantenevano in contatto, ogni tanto gli davano qualche soffiata e cose simili. Era evidente che non si fidassero appieno di lui e questo era normale. Dal canto suo non era certo di voler approfondire troppo quella conoscenza, una parte di lui voleva solo liberarsi del fiato di Ishida sul collo e tornare alla sua vita normale.
    Mi dispiace se non te ne ho parlato, e se... sono stato distante. - concluse quindi - Volevo cercare di non coinvolgerti... perché purtroppo, senza farlo apposta, lo avevo già fatto. - il passato di Sumire con Ishida non era dei più luminosi, tanto che era abbastanza sicuro, avendo mendato le ferite di Sumire, che il ragazzo ci fosse andato persino più pesante con lei che con lui.
    Nothing is what it seems, Tell me about the man in your dreams, And was it me?
    12TH DIVISION
    LVL7
    GIN NAKANO
     
    .
  11.  
    .
    Avatar


    Group
    Yuuei Student
    Posts
    6,966
    Location
    Camp Halfblood

    Status
    Anonymous
    Sumire Murakami
    ● I tempi stanno cambiando, e noi con lui ●
    Poteva vedersi gelida all'esterno, una maschera di ghiaccio ad avvolgere il suo viso, ma lei era scossa. Sentiva come il suo cuore le batteva forte nel petto, ed i denti stretti al voler trattenere tutte quelle emozioni che minacciavano di rompere il gelo.
    E subito quando inizió a parlare del Palazzo Imperiale i suoi occhi si assottigliarono, non il suo discorso preferito, non qualcosa che avrebbe voluto che Gin pronunciasse. Non qualcosa che avrebbe voluto lui usasse. E fu quando parló di ispirazione che Sumire fu tentata di interromperlo: era furiosa.
    Il suo respiro si fece piú intenso mentre proseguiva ed i pensieri si susseguivano uno ad uno, le mani strette a pugno e lei tremava, perché piú andava avanti piú sentiva di star perdendo il controllo, al punto che avrebbe voluto urlargli di smettere. "Mi dispiace se non te ne ho parlato..." ‹ BASTA! › lei si alzó, Gin avrebbe avvertito il pavimento sui suoi piedi tremare pericolosamente. E lei, non aveva la minima idea da dove iniziare. Voleva cacciarlo, dio, voleva picchiarlo, non voleva piú rivederlo.
    Ma era anche mortalmente preoccupata, ed era anche questo il motivo per cui era cosí arrabbiata. ‹ VAFFANCULO GIN! › Il viso prima bianco ora era rosso, le labbra schiuse in un respiro affannato e lo sguardo truce. Sapeva di starsi comportando come una pazza, ma non gliene importava niente. Sapeva anche di non aver mai urlato contro di lui, m non le importava piú niente.
    Si allontanó di qualche passo, camminando all'indietro. ‹ Quindi sarebbe colpa mia tutto quello che TU hai fatto?! › incredulitá e disprezzo uscirono dalle sue labbra. Ed in fondo lo sapeva che non era ció quello che intendeva Gin quando parlava di averlo ispirato, ma era ció che Sumire pensava. Stava usando quello che per lei era stato un trauma come scusa, e poteva rigirarlo come voleva, ma se si era messo nei casini era solo per colpa sua.
    Ed era arrabbiata si, ma sentiva anche il panico stringerle il petto perché per tutto quel tempo perché per tutto quel tempo era stata cauta perché nessuno, né quel tale Hayato, né Aoigiri potessero arrivare a lui, ma era stato inutile se ora lui per primo si metteva in pericolo.
    Student | SCHEDA
    Hero | dress


    lvb07rA
    VEjmRhZ
    LrZ2CEP



    Chiaramente é solo a scopo narrativo e non é cosí tanto forte, non distrugge Gin, non ancora almeno :knife:
    Earthquake [Livello 3] [Costo: 65 PE]
    Sumire colpisce il terreno con un piede, rilasciando l’onda d’urto che provoca scosse telluriche fino a 3 metri in tutte le direzioni, sbilanciando e facendo cadere a terra il suo avversario, attorno a lei, nel raggio di 3 metri il terreno si apre creando alcune screpolature larghe e dalla profondità che varia da 50 centimetri a un metro. In cui l'avversario può rimanere intrappolato.
    Danno: Medio-Grave psicologico sicuro
    contatti
     
    .
  12.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    15,274

    Status
    Anonymous
    Sumire non si era mai arrabbiata con lui in quel modo, e non era neppure particolarmente prona ad utilizzare la sua unicità se non era in servizio. Ad onor del vero, tutto quel casino era iniziato proprio per quanto era rigida sul non utilizzarla e soprattutto sul non farla utilizzare a Gin, quindi il semplice fatto che il pavimento del suo appartamento iniziò a tremare non poté che spaventare Gin. E non solo perché rischiavano di crollare direttamente in casa di quelli del piano di sotto. Non capiva se lo avesse fatto effettivamente per spaventarlo, per punirlo o se era semplicemente stato un riflesso incondizionato ma il fatto che lo stesse minacciando in quel modo non era per nulla lusinghiero. Sperava solo di non giungere al punto di dover utilizzare anche lui la sua, di unicità.
    Non è quello che ho detto. - cercò di rimarcare con calma, nonostante la paura, muovendo giusto qualche passo verso Sumire che si era allontanata, ma senza cercare di colmare la distanza che li separava, un po' perché era indubbiamente spaventato da lei e un po' perché se si era allontanata doveva necessariamente significare che voleva i suoi spazi - Neanche lontanamente, e lo sai. - sì, è vero, non era il miglior oratore al mondo ma non c'era il minimo tentativo di scaricarle la colpa nelle sue parole. Diavolo, ad essere onesti faceva persino fatica ad incolpare sé stesso considerando che in quella storia sembrava vestire i panni della vittima a pennello. Quella non era il tipo di situazione in cui c'erano colpe da affibiare e anche qualora si volesse necessariamente trovare un capro espiatorio difficilmente sarebbero stato uno di loro due ad essere sacrificato sull'altare dell'espiazione.
    E' stata una mia scelta. - si fece quindi coraggio di proseguire dopo un lungo respiro - E ho fatto quello che ritenevo giusto. - probabilmente Sumire non avrebbe apprezzato particolarmente quelle parole, ma la discussione non sembrava certo proseguire nel verso giusto e dubitava che continuare a cercare di lusingarla e farle piacere avrebbe migliorato la sua situazione. Forse anche la Murakami così ligia al dovere e rispettosa delle leggi avrebbe capito che ogni tanto ciò che è giusto non corrisponde necessariamente a ciò che è legale o moralmente corretto. O, almeno, così la pensava Gin.
    Mi pento solamente di non avertene parlato prima. - aggiunse infine. Nonostante le notti insonni, nonostante il timore che ogni tanto attanagliava il suo petto e il desiderio di scappare da tutto e da tutti non riusciva a pentirsi di aver fatto del suo meglio per aiutare delle persone, anche se era finito nei guai - E' evidente... che non hai bisogno della mia protezione. - si guardò attorno. Quel piccolo terremoto scatenato dalla rabbia di Sumire lo aveva reso più che evidente, a dire il vero.
    Pensavo solo che per una volta sarei potuto essere io a proteggerti da qualcosa. - la mano destra andò a massaggiare nervosamente il braccio sinistro. Sapeva bene che quello non era molto di più che un pensiero egoista, ma era rimasto convinto a lungo della necessità di non coinvolgere Sumire in quella storia. Era sempre stato l'anello debole della coppia e lui considerava veramente Sumire come la salvatrice della città, quello non era che il suo modo di ricambiare. Se Sumire era davvero preoccupata per lui e non era solo presa dalla rabbia forse avrebbe potuto comprendere che quella paura che provava in quel momento lui l'aveva provata per anni, ogni volta che la ragazza indossava il suo costume. Come la notte precedente agli eventi del Palazzo Imperiale dove il suo ultimo messaggio, senza neppure informarlo di dove sarebbe andata in missione, suonava più come il saluto di un suicida che una manifestazione d'amore.
    Nothing is what it seems, Tell me about the man in your dreams, And was it me?
    12TH DIVISION
    LVL7
    GIN NAKANO


    CITAZIONE
    Scusami il ritardo, avevo un esame ieri :sadbunny:
     
    .
  13.  
    .
    Avatar


    Group
    Yuuei Student
    Posts
    6,966
    Location
    Camp Halfblood

    Status
    Anonymous
    Sumire Murakami
    ● I tempi stanno cambiando, e noi con lui ●
    Sumire tremava di rabbia, il suo respiro affannato rispecchiava la furia che bruciava dentro di lei. Non riusciva a credere a quanto stava accadendo. Lo sapeva che Gin non intendesse ciò, ma infondo era quella la verità, per mascherandole con belle parole: non gli voleva dare la colpa, ma lo sottintendeva. Mai avrebbe pensato di provare una tale furia nei confronti di Gin, eppure ora la sentiva invaderla completamente. Non lo voleva nemmeno vedere, non sopportava la sua presenza. Quando Gin cercò di avvicinarsi a lei, cercando di sottolineare con calma che non era stato quello che aveva detto, Sumire lo respinse con uno sguardo gelido. ‹ Lo sottointendi! Dici costantemente che lo fai per me, come cazzo pensi che dovrei sentirmi io?! › La sua voce risuonava nell'appartamento, riempiendo l'aria di un'energia carica di indignazione. Gin poteva ben cercare di giustificarsi, ma Sumire non era disposta ad ascoltare le sue scuse.
    Le parole di Gin risuonavano nella sua mente, le sue giustificazioni e il suo senso di colpa. Ma per Sumire, la colpa era tutta sua. Era lei che aveva dedicato tante energie, tanta determinazione per arrivare dove era, per diventare una eroina. E Gin giocava a fare l'eroe, come se fosse semplice, come se potesse capire, senza rispetto per il suo lavoro, per quello che era. Ed aveva almeno ragione al dire che non aveva bisogno di essere protetta da lui, quello che desiderava era comprensione, sostegno, qualcuno che le stesse accanto. E fu ciò che gli usci di bocca pochi istanti dopo: ‹ Non ho bisogno della tua protezione. Quello di cui avevo bisogno era che tu facessi come qualunque fidanzato normale, che mi stessi accanto e che NON. MI. MENTISSI. › ancora una volta le sue parole furono eco nel silenzio della stanza, cariche di un'amarezza profonda.
    Respirava furiosamente, le sue mani tremevano quando le agitava ad indicare lui, e si allontanava perchè non voleva averlo vicino, non sopportava la sua presenza. ‹ Ed ora mi dici che tu hai fatto la cosa giusta. Non hai il minimo per il mio lavoro. Mi sono battuta, mi sono sacrificata per essere qui. E tu, tu giochi a fare l'eroe come se fosse un divertimento. Non mi rispetti, Gin. Non capisci quanto sia importante. ›. Ed a quel punto, iniziò a realizzare che non c'era altro da aggiungere: qualunque cosa avesse lui detto, Sumire non era disposta ad ascoltare, non voleva più udir nulla. Aveva bisogno di restar sola, era scioccata, delusa, arrabbiata e la presenza del corvino in quel momento la stava facendo impazzire.
    (..) ‹ Sparisci. Vattene. ›
    Student | SCHEDA
    Hero | dress


    lvb07rA
    VEjmRhZ
    LrZ2CEP



    Sorry il ritardo!
    contatti
     
    .
  14.  
    .
    Avatar


    Group
    Administrator
    Posts
    15,274

    Status
    Anonymous
    Gin e la ragazza dai capelli bianchi sembravano totalmente incapaci di comunicare. Ma non doveva stupirsene ora, probabilmente, se ne sarebbe dovuto rendere conto tanto tempo prima. Ogni sua parola veniva travisata, fraintesa, corrotta, ma ancora in quel momento amava così tanto Sumire da sottintendere fosse lui ad esprimersi male, a non riuscire a farsi capire. Per la Murakami era semplice affibiargli tutte le colpe del caso, vomitandogli addosso tutta la sua frustrazione, perché pur di non contraddirla se le sarebbe assunte personalmente senza fiatare.
    Se c'era una cosa in cui però le dava assolutamente ragione era il fatto che lui non sapesse minimamente cosa significasse fare l'eroe: era vero, non ne aveva mai avuta la minima idea finché non era finito nei guai. D'altronde non era neppure mai stata sua intenzione fingersi tale, tutto ciò che voleva fare era aiutare le persone. Nella maggior parte delle sue "pattuglie", se così si possono chiamare, non aveva neanche mai utilizzato l'unicità. Era bastato un semplice errore a mandare tutto a puttane, ma non c'era modo di fuggirne: era indubbiamente stato lui a commetterlo e ora ne pagava le conseguenze.
    Ancora ora però, mentre Sumire glielo sputava direttamente in faccia, non riusciva a capire che cosa lei volesse da lui. Che cosa significava essere "un fidanzato normale"? E davvero si aspettava, tra tutti, che proprio Gin potesse essere una persona "normale"? Riusciva a comprendere di aver sbagliato, e quello era chiaro, che avesse pensato che fosse meglio lasciarle i suoi spazi mentre la giovane di Kyoto avrebbe preferito parlare, sfogarsi, aprirsi. Avrebbe probabilmente vissuto tutta la sua vita con quel rimpianto. Ma cosa aveva sbagliato, oltre a quello? In cosa non era stato un buon fidanzato? Scagliandogli quelle parole contro, Sumire assomigliava molto più a suo padre che alla ragazza che credeva di conoscere. Gin non si era rivelato all'altezza dell'immagine ideale della ragazza e quindi andava buttato come un giocattolo difettoso. Purtroppo non era nella sua natura avere la testa a posto troppo a lungo ed era ormai evidente quanto le due cose fossero incompatibili.
    Capisco. - rispose con voce tremolante - Non ti rubo altro tempo. - si morse quindi il labbro. Avrebbe voluto dirle quanto si fosse sempre sentito inadeguato o che non era un suo diritto avere voce in capitolo sulla sua vita, ma decise semplicemente di tacere. Non aveva intenzione di sfogarsi. Anche ora, non poteva sostenere l'idea di litigare con lei. Preferiva semplicemente andarsene. Forse si stava sbagliando di nuovo: forse anche ora, invece di lasciarle il suo spazio, avrebbe dovuto provare ad abbracciarla, a baciarla, a farsi perdonare. Ma la verità è che non aveva molto da dire per giustificarsi e che nonostante l'impeto delle sue parole sembrava le motivazioni della ragazza fossero razionali. Forse era più razionale ora di quanto non lo fosse stata nei mesi passati assieme.
    Tu sei tutto per me. - si lasciò quindi sfuggire sul ciglio della porta della stanza - Probabilmente non ho mai capito veramente cosa significasse stare nei tuoi panni, ma non ti ho mai mancato di rispetto. - curioso che proprio ciò che l'attraeva di lei al loro primo appuntamento, l'incapacità di comprenderla, fosse anche l'origine di quello che sembrava essere il loro ultimo incontro - E mi dispiace se non te ne ho mai parlato, ma non ti ho mai mentito. - in un certo senso quella era l'unica liberazione che aveva deciso di concedersi: proprio come lui per paura non si era mai interessato a quanto accaduto al Palazzo Imperiale, anche la ragazza non gli aveva mai chiesto, prima d'ora, che cosa stesse succedendo in quegli ultimi mesi. Si fermò ad osservarla per un ultimo istante coi suoi occhi gialli ormai spenti prima di lasciare la stanza con un sospiro e dirigersi verso la porta dell'appartamento. Se la sua presenza non era gradita non intendeva restare lì un attimo di più.
    Nothing is what it seems, Tell me about the man in your dreams, And was it me?
    12TH DIVISION
    LVL7
    GIN NAKANO



    CITAZIONE
    Perdonami anche questo ritardo ma purtroppo tra esami e lavoro è stata veramente dura trovare sia il tempo che l'ispirazione. :sadbunny:
    D'ora in poi dovrei essere più puntuale se la role prosegue
     
    .
13 replies since 28/1/2023, 15:59   258 views
  Share  
.
Top
Top