The Meat of the Matter

Role libera tra Senka Itou e Kaito Fujikawa

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    Senka Itou

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    Sembrava una giornata piuttosto tranquilla e oziosa, non solo per Senka che si era organizzata per avere il pomeriggio libero, ma per tutta Tokyo: il locale in cui aveva preso posto era quasi pieno, eppure l'atmosfera era così calma e poco rumorosa che senza tenere la sua attenzione occupata con qualcosa la corvina rischiava di appisolarsi o perdersi nei meandri dei suoi pensieri, persino i soliti fiumi di camminatori ben visibili dalla vetrata del luogo sembravano più lenti e organizzati, quasi ipnotici. Erano queste le giornate che piacevano alla K9, quelle in cui l'universo sembrava rallentare diventando almeno pigro quanto lei. Era molto brava a nasconderlo, tanto a tutti i suoi conoscenti quanto a se stessa, ma nella sua vita privata o più in generale nel suo tempo libero era una poltrona professionista, anche se provava a non esserlo almeno moralmente allenandosi quotidianamente per mantenere la linea e dandosi a qualche nuovo leggero hobby di tanto in tanto. Guardava fuori dal locale girando lo stuzzicadenti nel suo analcolico e fissando i vestiti altrui, attendendo con ansia il giorno in cui facendo un gran bel Boom con la sua compagnia o vincendo alla lotteria avrebbe potuto cominciare a vivere come una stramaledetta imperatrice, nel lusso e nella pacchia più totale, purtroppo, ben consapevole che una realtà del genere non si sarebbe potuta mai realizzare... forse. Aspettava a gambe accavallate, il suo braccio destro si appoggiava con il gomito sul bracciolo della sedia e reggeva la sua testa con un indice appena sotto il mento, il sinistro era ancora impegnato con quel drink di un profondo e trasparente colore violaceo, quasi la turbava non aver preso qualcosa di intonato ai suoi vestiti: un dolcevita di cotone color crema con sopra un corsetto di un verde spento ed elegante dalle varie decorazioni in pizzo, le sue maniche erano leggermente rimboccate e mostravano alcuni bracciali fini e dorati, in fine aveva dei pantaloni a zampa di elefante della medesima tinta del corsetto, il tutto coronato da una collana e degli orecchini entrambi decorati con pietre di giada verdastra. Un abbigliamento abbastanza casual per i suoi standard, questo semplicemente perché quel giorno stava anche provando una nuova acconciatura, insomma, in realtà non aveva un vero e proprio taglio diverso dal solito, aveva semplicemente provato a tenere i capelli mossi per vedere se in qualche modo potessero donarle.
    E chi stava aspettando in quel locale? Semplicemente, un uomo. Beh oddio, più un ragazzo, nel sito d'incontri dove lo aveva trovato, tra le altre informazioni generali, c'era ovviamente la sua data di nascita e ci era voluto poco alla corvina per rendersi conto che i due avevano poco più di un lustro di differenza, nonostante ciò nelle foto questo Kaito mostrava un bel fisico scolpito e un aspetto abbastanza maturo, non ci voleva più di qualche sguardo alle immagini per immaginarselo come il tipico ragazzo che sembrando un po' più adulto del resto dei ragazzi nella sua compagnia provava sempre a procurare alcolici o altre stupidaggini. E come si vestiva quell'individuo? Considerato che sembrava contrattualmente obbligato a flexare i suoi muscoli in ogni singola foto la corvina non poteva esserne certa, era sicuramente una persona trendy che teneva al suo aspetto fisico stando all'inaspettatamente interessante conversazione su vari prodotti per capelli che avevano avuto via chat, ma probabilmente non faceva nulla più che stare alla moda salvo per la sua pettinatura che al contrario era vagamente datata, sicuramente gli dava carattere.
    Non sapeva bene cosa aspettarsi da quell'incontro, in effetti non utilizzava nemmeno spessissimo quell'app di incontri per fare nuove conoscenze, ma perché negare un incontro a una persona oggettivamente attraente che poteva avere anche qualche interesse in comune? Magari sarebbe stata una storiella, magari un'amicizia, o magari un inaspettato nuovo contatto di lavoro, quest'ultima opzione non era nemmeno così improbabile visto che dal suo profilo sembrava essere uno Yuuei, non poteva saperlo e questo la faceva vagare con l'immaginazione, tanto di tempo per fantasticare ne aveva: ormai era passato un po' da quando si era seduta, in effetti quasi mezz'ora, era in ritardo? No, anzi, era la corvina ad arrivare sempre con un anticipo spaventoso ovunque, semplicemente per rendere più graduale il distacco tra quando passava il tempo solo con se stessa e quando si trovava a passarlo con qualcuno, non era proprio carino incontrare una persona subito dopo aver staccato da qualche progetto di lavoro e arrivare con la testa ancora occupata da quei pensieri, trovava giusto dedicarsi interamente alla persona che aveva davanti chiunque essa fosse. Anche per questo aveva fissato l'appuntamento per il primo pomeriggio, praticamente le tre, tanti reputerebbero un orario simile quasi strano, per lei era quasi la prassi, in fondo se fossero saltati fuori degli interessi comuni con la persona che aveva di fronte avrebbero potuto passare la giornata assieme, se è possibile passare dei bei momenti con qualcuno perché aspettare? Al contrario uscire di sera o dopo cena, pur essendo un'occasione più elegante, preclude a priori questa possibilità e quel ragazzo in questo senso era piuttosto promettente...
    ... e molto probabilmente a breve sarebbe arrivato

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    Kaito Fujikawa
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    Se la Tokyo che Senka stava sperimentando quel pomeriggio era pervasa da un’atmosfera placida e serena, per Kaito era esattamente l’opposto: caotica, come il traffico che il canuto aveva beccato sulla strada per arrivare all’appuntamento, e colorita, come il vocabolario di cui stava facendo ampiamente sfoggio. Una volta tanto, però, la sua impazienza era motivata: non voleva arrivare tardi al suo appuntamento. La sua moto sportiva scivolava con facilità tra le interminabili code che quel giorno ostacolavano la strada principale di Shibuya. Fu solo quando, finalmente, riuscì ad infilarsi in una piccola traversina laterale che l’avrebbe portato fuori dal traffico, che si sarebbe imbattuto in un posto auto libero. Non era una zona di Tokyo che frequentava spesso, ma non era molto diversa dalla vicina area di Shinagawa, dove lui alloggiava. Un breve check sul Maps gli avrebbe confermato che non era poi così lontano dal luogo che Senka aveva proposto per l’incontro di quel giorno; lasciò quindi la moto, decidendo di proseguire a piedi..

    Nel tragitto, si specchiò in una delle belle vetrate di uno di quei tanti ristoranti nel vialetto: a ricambiare il suo sguardo nel riflesso un ragazzo estremamente affascinante (conta se se lo dice da solo? Ovviamente sì) che aveva prestato molta attenzione nella scelta del suo look per l’incontro. Le sue iridi paglierine si soffermarono su un ciuffo di capelli fuori posto, una ciocca che gli ricadeva sulla fronte e che decise che avrebbe tenuto così. In fin dei conti, tutto il suo look doveva sembrare curato, ma disinteressato: una camicia casual, blu a tinta unita, e sopra una giacca sportiva da motociclista; dei chino crema che sicuramente rendevano onore ai suoi muscoli; infine, scarpe beige, cintura abbinata e occhiali da sole a completare il look. Era un look abbastanza estivo, considerata l’aria fresca di quel giorno, ma non era poi così male. E poi il freddo, si sa, aiuta a tonificare i muscoli (?).

    Tutto sommato, Kai era contento di quell’appuntamento: dubitava che con la Itou sarebbe mai nato qualcosa di serio: il canuto tendeva ad essere una persona difficile da accontentare ed estremamente imprevedibile… ricetta per il disastro.
    Tuttavia, sperimentava per la prima volta una vera e propria privacy, ora che abitava da solo—ed era una bella sensazione. Di fatto, quando abitava ancora all’università ad Osaka, non aveva alcuna difficoltà a conoscere gente nuova; al contrario, l’ambiente scolastico non era esattamente l’ideale per instaurare delle amicizie né, tantomeno, per qualcosa di più approfondito. Così aveva scaricato sul suo cellulare una di quelle app per incontri, e il resto è storia.

    Si trovò di fronte ad una vetrina molto semplice ma classica, decisamente non rientrava nella tipologia dei posti che Kai era solito frequentare. Verificò per l’ennesima volta nella chat con la Itou che il nome del locale corrispondesse a quello proposto da lei per l’incontro: quando ne ebbe la conferma, aprì la porta e varcò la soglia. Scansionò la sala alla ricerca di due grandi orecchie da cane e una chioma corvina. Individuò Senka immediatamente, intenta a sorseggiare un drink di un violetto intenso, e le sue sopracciglia schizzarono immediatamente in alto nel realizzare che, di persona, la ragazza sembrasse molto più carina che in foto.
    Si mosse verso il tavolo, il suo passo tutt’altro che felpato sarebbe risuonato facilmente per tutta la sala così innaturalmente quieta. Al Fujikawa, quei contesti così seriosi non piacevano per nulla.

    «Eccomi, finalmente! Mi stavi aspettando?» esordì, quando fu abbastanza vicino al tavolo perché lei potesse sentirlo; un angolo della sua bocca si sollevò in un sorrisetto beffardo, vagamente provocatore. Aveva deciso che si sarebbe posto, durante l’appuntamento, in maniera più spontanea possibile (come se ci si potesse aspettare qualcosa di diverso da lui, poi). Posò il casco della moto su un angolo del tavolo e si sfilò la giacca, appoggiandola sullo schienale della sedia di fronte alla ragazza. Si accomodò (o forse è meglio dire che si lasciò pesantemente cadere sulla seggiola, che scricchiolò sonoramente in protesta) davanti a lei. «Hai già dato un’occhiata al menu? Ordina quello che vuoi» le fece un’occhiolino, come a suggerirle che, ovviamente, avrebbe provveduto lui per quell’incontro. In fin dei conti, sapeva essere un gentiluomo (?).
    Ready? Ok.
     
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    Senka Itou

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    Ed infatti eccolo che varcava la soglia del locale, un tipo bello grosso esattamente come se lo immaginava, lo ammirava farsi strada verso di lei con il suo casco da moto, i suoi capelli grigi e il tipo di capezzoli marmorei che ci si aspetterebbe da qualcuno abbastanza audace da girare Tokyo a febbraio conciato in quel modo: affari suoi, no? Sicuramente a Senka non dava fastidio chi come lui non aveva paura di mettere in mostra il fisico e se era sicuro di non fare una grave congestione nel tentativo tanto meglio. A livello di portamento invece era un po' meno raffinato di ciò che la corvina si aspettava, ma non era veramente rozzo, era più che altro simpatico, quasi adorabile, soprattutto nel parlato, insomma, le sue uniche due frasi fino a quel momento non erano proprio indice di arguzia assoluta, ma appunto, erano solo le prime due, magari aveva solo bisogno di scaldarsi.
    Andando con ordine, per prima cosa aveva chiesto se la corvina lo stesse aspettando, un piccolo ritardo? SI, effettivamente aveva sforato di una decina di minuti, per poco Senka non se n'era nemmeno accorta, non esattamente una mossa da dating-coach scusarsi per qualcosa senza prima provare a capire se il proprio interlocutore ha notato la mancanza, piccolo errore che lasciava immaginare alla K9 che il ragazzo potesse non essere proprio un mastro seduttore... a ogni sfaccettatura di se che rivelava sembrava una vittima sempre più perfetta per le sue perfidie, anche se quel giorno non le era ancora venuta voglia di dispetti. Aveva deciso di rispondere a quella frase con una risatina bassa e un semplice sorriso, cambiando immediatamente la sua postura con una inclinata in avanti con il visto appoggiato tra le mani, dimostrando al suo meglio il suo interesse verso quell'individuo che ora da vero galantuomo le aveva in qualche modo fatto capire che avrebbe pagato lui il conto. La cosa che la faceva ridere era proprio quel "Ordina quello che vuoi", non per la frase in sé, ma per il fatto che le lo aveva detto mentre lei aveva già un drink in mano, una svista? Indipendentemente, ora era troppo curiosa di provare una cosa
    "Perché non ordini tu per me? Stupiscimi, tenendo sempre a mente che sono astemia" - diceva rivelando per la prima volta la sua voce con un tono almeno beffardo quanto quello del suo interlocutore mentre provava a non sorridere troppo, aveva la sensazione che stesse ripetendo delle frasi lette da qualche parte o che magari si era preparato prima senza pensare bene a tutte le ipotesi, dunque voleva vedere se si sarebbe reso conto di ciò che aveva appena detto magari riformulando la frase o se avrebbe effettivamente ordinato un altro drink facendo si che la corvina si trovasse con due calici diversi davanti, entrambi praticamente pieni.
    Dopo la prima cattiveria gratuita della giornata, rispondeva a quel suo buffo occhiolino mordendosi leggermente il labbro inferiore e guardano per qualche istante verso il tavolo, magari poteva dargli un po' di soddisfazione come gesto, in ogni caso, era il momento di togliersi qualche curiosità in più su quell'individuo
    "Allora Kaito, è la prima volta che esci con qualcuno?" - chiedeva, immaginandosi già quale potesse essere stata la risposta, giocherellando ancora con lo stuzzicadenti del cocktail e muovendo volutamente le orecchie lentamente lasciando oscillare i suoi orecchini e cominciando piano piano a guardare sempre di più il suo casco, protagonista della sua prossima domanda
    "... E' molto carino, saI? Putroppo non me ne intendo molto di moto" - diceva facendo scorrere lentamente la sua mano verso l'oggetto e sfiorandolo con le sue unghie, instaurare subito del contatto fisico poteva essere un po' troppo intimidatorio per il ragazzo, oltre che non esattamente un esempio di educazione o buon costume, dunque quale modo migliore di mostrargli che era ben disposta a rompere più formalità del solito se non toccare uno dei suoi oggetti?
    "Ma, se non posso dire che me ne intendo, posso sicuramente dire che mi piacciono" - proseguiva, lasciando che la prossima domanda di Senka iniziasse a stamparsi da sola nella mente del ragazzo, aveva un bel veicolo, quante occasioni aveva effettivamente di fare il figo con il suddetto?
    Questa sicuramente era una di quelle...
    "La domanda fatidica é: ne hai un altro?" - una conclusione che poteva essere esattamente ciò che il ragazzo sperava di sentire oppure proprio ciò che sperava di non sentire in assenza di un secondo casco, per sua fortuna però, la corvina non era poi così restia a prendersene uno, indipendentemente dal costo, dopotutto a Shibuya c'era sicuramente un posto vicino che ne vendeva no? Sperava solo che il suo sguardo, colmo di una complicità unica, fosse abbastanza da convincerlo a fare un giro quel pomeriggio, poteva trasformarsi in un esperienza davvero divertente per entrambi.
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    Kaito Fujikawa
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    «N-no, sono appena arrivata» sussurrò Senka, seguito da un «sono contenta di vederti» mentre, nervosamente, giocherellava con una ciocca di capelli, affascinata dalla possibilità di vedere finalmente il canuto di persona.
    Ecco. Era più o meno così che Kai si era immaginato il primo incontro con la K9.
    Al Fujikawa piaceva quel genere di attenzioni che solo una ragazza ad un appuntamento poteva dargli—certo, dopo un po' lo annoiavano terribilmente, e finiva col ghostare tutte le tipe che vedeva. A volte non arrivava nemmeno ad incontrarle, perché si annoiava già dopo le prime conversazioni via chat... cosa che con Senka non era decisamente successa, anzi. Però, insomma, un incontro di persona era diverso, si può dire che fosse abituato in qualche modo ad un certo tipo di atteggiamenti, quasi se li aspettava.
    Senza che se ne rendesse conto, il suo sorriso venne perturbato, mentre era attraversato da un'ombra di dubbio: Itou non sembrò abboccare al suo tentativo di farle mostrare dell'interesse. Fu solo un attimo, però, solo un istante, tanto che solo qualcuno di molto attento avrebbe potuto notarlo.
    Le ragazze di Tokyo probabilmente se la tirano, sono più difficili fu la sua immediata conclusione, e annuì con convinzione alla voce nella testa che l'aveva annunciata. Il sorriso gli si riformò quasi istantaneamente, e la sua postura si fece più dritta sulla sedia. Ovviamente, era ben lontano dal farsi scoraggiare: non era il tipo da rifiutare una sfida—soprattutto se la suddetta aveva dei bei capelli ebano a contornare un viso così carino.

    Adesso, la questione del drink.
    Sì, ovviamente il canuto aveva notato il bicchiere, e sì, era pienamente consapevole del fatto che fosse ancora pieno.
    Tuttavia, vi erano un paio di motivi dietro la sua proposta: innanzitutto, voleva mostrarsi premuroso e interessato, cosa che alle ragazze di solito piaceva... un drink offerto da lui doveva avere sicuramente più valore, per la Itou, no?
    Un altro motivo era legato, invece, alla possibilità di conoscere i suoi gusti.
    "Perché non ordini tu per me?" Ok, nemmeno quella era una risposta che si era aspettato. Non ne era infastidito. Sorpreso, semmai, ma in positivo.
    In fondo, era bravo a prendere decisioni per sé e per gli altri senza curarsi di eventuali input esterni stupire gli altri, e non aveva paura di correre rischi. Ad esempio, una persona ragionevole avrebbe potuto informarsi prima sulla bevanda che la Itou stava già consumando, in modo da poter ordinare qualcosa di simile. Beh, sì, avrebbe potuto, ma dov'era la sfida?
    Fortunatamente, proprio in quel momento una cameriera passò proprio in prossimità del loro tavolo.
    «Siamo pronti per ordinare» attirò quindi la sua attenzione, per poi chiederle di portare al tavolo due drink: una birra analcolica e un mocktail con zenzero e agrumi.
    Una piuttosto amara, l'altra dolce e pungente. Alla ragazza sarebbe piaciuta una delle due? Ovviamente, nulla da mangiare: quelle bevande gassate erano sempre piene di zuccheri, e non avevano bisogno di ulteriori stuzzichini ipercalorici per andare giù.

    Kaito scoppiò in una risata pernienteforzata, talmente fragorosa da fargli meritare le occhiatacce di un paio di persone accomodate ai loro tavoli lì di fianco.
    Era regola generale non parlare di ex e altri appuntamenti durante un primo incontro; tuttavia, Kai era troppo orgoglioso per non rispondere a tono a quella domanda. «Spero che tu non ci rimanga male, ma no, tante ragazze mi chiedono spesso di uscire, a volte è davvero una noia!» fece uno sbuffo teatrale, poi poggiò entrambi i gomiti sul tavolo, il mento adagiato sul dorso delle mani, «E, in ogni caso, tu sei una delle più carine» azzardò un complimento che può essere considerato tale solo da un maschio etero.
    «E tu? Incontri spesso nuovi ragazzi?» la risposta a quella domanda non gli interessava veramente, non era uno particolarmente fissato con le tipe senza esperienza e, anzi, si accollavano meno.

    Solo in quel momento notò il movimento delle orecchie di lei, e l'immagine lo disturbava vagamente. Fortunatamente, la ragazza spostò subito il focus della conversazione sul suo casco e sul tema delle moto. «Questo? È in fibra di carbonio, è leggero, molto resistente, ha un design unico» la sua voce era entusiasta, era palesemente un topic che gli piaceva molto. «Se ti piacciono, sicuramente amerai la mia BMW R Nine T, un'edizione limitata direttamente dalla Germania» concluse, con il tono di voce di chi sta descrivendo la cosa più vicina ad un figlio che possiede.
    Aveva speso (o meglio, fatto spendere ai suoi genitori, ma dettagli) circa 30'000 yen, e no, non avrebbe rovinato l'estetica della sua moto fantastica con una di quelle orribili reti elastiche per portarsi più di un casco appresso (anzi, generalmente non portava nemmeno il suo).
    Stava per rispondere, ma esitò un momento. C'era qualcosa in quella conversazione che aveva qualcosa di strano, aveva in qualche modo l'impressione che la canina non fosse estremamente interessata alle moto. «Non ne serve un altro, puoi usare il mio» affermò, cercando di mantenere un sorriso neutrale, ignorando lo stimolo quando, in risposta alla provocazione di Senka, una lieve scossa lungo la sua spina dorsale gli annunciò il risveglio di alcune delle sue pile (ndr: gli organi elettrici della sua unicità possono reagire in maniera imprevedibile se il ragazzo è emozionato).
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    Senka Itou

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    Il ragazzo non si lasciava certo scoraggiare dall'atteggiamento di Senka, non che questo avesse qualcosa di direttamente inquietante o intimidatorio, ma probabilmente aveva potuto percepire che non si trattava certo del suo primo appuntamento, tanto meglio, prima avrebbe smesso di usare frasi prefabbricate prima si sarebbe effettivamente potuto mettere in gioco per conquistare la corvina, questo sempre se non era sua intenzione puntare solo ed esclusivamente all'aspetto fisico per riuscire nell'impresa, c'era da sperare per lui di no, altrimenti sarebbe stata la giustificazione perfetta per rendergli la vita davvero difficile.
    In ogni caso, il su interlocutore aveva effettivamente ordinato un secondo drink, anzi, per qualche istante aveva addirittura pensato che ne avesse preso un terzo visto che li aveva chiesti entrambi senza specificare per chi fosse uno e per chi fosse l'altro, realizzando poi che probabilmente era più sveglio o preparato di quanto sembrasse
    «Ecco un trucco che non invecchia mai» - diceva, sorridendogli e provando a dimostrargli che era effettivamente piacevolmente sorpresa dalla mossa
    «Facciamo così: io mi aggiudico la birra, così ti faccio provare qualcosa di nuovo» - concludeva, visto che la bevanda allo zenzero in questione l'aveva comunque già assaggiata, poteva averla già assaggiata anche il ragazzo? Sicuramente, se così fosse stato sarebbe rimasta ancora più piacevolmente stupita, si trattava di una bevanda ricercata, tipica di qualcuno con un gusto raffinato che non si accontenta di poco, il genere di persona che prediligeva la K9.
    Certo, questo a discapito di quello che trasmetteva con le frasi pernientespacccone con cui aveva risposto alla semplice domanda sui suoi precedenti in amore
    «... E perché dovrei rimanerci male?» - chiedeva ridacchiando e provando a capire quali inarrivabili titoli nobiliari erano stati conferiti alla prima fanciulla con cui aveva perso la verginità, sempre se l'aveva effettivamente persa
    «Vuol dire solo che hai superato il controllo qualità» - aggiungeva, scherzando un po': probabilmente, anzi, di sicuro non aveva risposto nel modo più elegante del mondo, ma se ciò che diceva era vero sicuramente era una buona notizia, magari se così tante desideravano la compagnia di quell'essere c'era un motivo oltre al suo aspetto aitante, magari aveva una personalità profonda e interessante a discapito di ciò che aveva dimostrato nella prima manciata di secondi di conoscenza, o magari era strapieno di soldi.
    «Ogni tanto mi tolgo lo sfizio» - Rispondeva alla domanda di Kaito sulla sua vita sentimentale senza dire ne più ne meno che la verità, non era una cosa imperativa per lei cercare sempre qualcuno con cui avere qualche tipo di storia, si trattava di una voglia che saltava fuori ogni tanto e che provava a soddisfare, ovviamente non riuscendoci sempre: capitava anche a lei di sbagliare dopo tutto, magari di metterci troppo a corteggiare qualcuno o più semplicemente di scegliere male il proprio bersaglio, quando questo succedeva, piuttosto di trovare un'altra persona, aspettava che la voglia le passasse, non per qualche motivo in particolare, solo un piccolo rituale nato chissà da dove
    «L'ultimo è stato... circa due mesi fa? Una cosa del genere» - proseguiva, quasi chiedendo a se stessa quanto tempo fosse precisamente passato, quell'incontro non aveva molti avvenimenti importanti immediatamente prima o dopo, dunque non aveva particolari indicatori temporali per capire bene quando aveva preso luogo, beh non che l'appuntamento in sé fosse poco importante.
    Osservava ora il ragazzo con una faccia serena, non stava fingendo, era effettivamente quasi felice per lui, era bello vederlo parlare del suo casco o della moto, era chiaramente una passione e si sa, non c'è nulla di meglio di parlare dei propri interessi a volte, tante volte anche avendo qualche amico stretto con cui parlarne ogni tanto sorge il bisogno di rispiegare qualcosa da capo a qualcuno di nuovo, magari avendo capito qualcosa di nuovo sulla stessa o semplicemente perché è divertente da spiegare. La corvina mugugnava interessata, pur non capendoci effettivamente nulla, non aveva idea del perché la fibra di carbonio fosse un buon materiale per un casco o che moto fosse quella di cui le aveva appena detto il nome, ma non l'avrebbe fermato
    «Dev'essere costato una fortuna spedirlo da lì» - diceva, chiedendosi implicitamente il perché se la fosse fatta spedire da li.
    Ovviamente la BMW è una casa tedesca, ma sicuramente aveva stabilimenti per la produzione anche in Giappone e pur non sapendone molto di macchine e produttori la corvina ne aveva l'assoluta certezza, in fondo la sua macchina era proprio di quella marca, più nello specifico si trattava una BMW M4 CSL ed era al cento per cento sicura di averla comprata fisicamente a un concessionario. Che se ne faceva Senka di una macchina del genere? Beh nulla che non avrebbe fatto anche con una normalissima utilitaria, anzi, non la usava nemmeno così tanto spesso, l'aveva presa principalmente basandosi sull'estetica, come praticamente il resto dei beni in sua possessione.
    «Era di un parente o ti è capitato di vivere li?» - Chiedeva, immaginando che queste potessero essere gli unici due motivi per farsi arrivare un mezzo dall'estero, alla fine, indipendentemente da dove lo compri, se il modello è lo stesso anche le prestazioni sono le stesse, giusto? Probabilmente non era così, in tal caso la K9 sarebbe stata effettivamente interessata a comprendere il perché.
    Ora l'aitante ragazzo le diceva che non c'era bisogno di un secondo casco, considerazione a cui Senka rispondeva con una faccia molto stranita
    «E tu stai senza?» - chiedeva scherzando, probabilmente non aveva capito che voleva salire in sella dietro di lui, non provare una moto, anzi, non era nemmeno sicura che il suo tipo di patente le permettesse di guidare moto più potenti di una centoventicinque,
    «Lascia che ti veda nudo prima che ti veda morto» - diceva ridendo, per poi proseguire
    «Insomma, non vorrei guidare da sola la moto, mi piacerebbe salirci con te, sicuramente al contrario mio non hai paura di accelerare» - lo provocava con lo sguardo mentre lo guardava agitarsi visibilmente, purtroppo non aveva neanche avuto il tempo di pensare a come continuare che la cameriera si era ripresentata con i loro drink: come aveva anticipato la corvina si sarebbe presa la birra (continuando in realtà a bere il suo drink prima che diventasse troppo freddo) lasciando l'altro miscuglio a Kaito, pazientando e aspettando che prendesse il primo sorso
    «Allora? che te ne pare?» -
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    Edited by XamHell - 19/3/2023, 11:20
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