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.CASE I: LIFE IS A PRAYERErano passati ormai un paio di mesi dalla giornata in cui si era tenuta la Manifestazione del Corteo Anti-Mutant, al termine della quale un pericoloso criminale era - forse con l'ausilio di qualche frangia estremista del Movimento - riuscito ad evadere dal Centro di Detenzione di Tokyo. Purtroppo le indagini non erano ad un buon punto, complice anche uno strano evento accaduto ad Halloween in una specie di vecchio, enorme magazzino a Tsukiji. Anche a quell'evento, purtroppo, non si era ancora riusciti a dare una spiegazione plausibile. Una cosa, però, è certa: le forze dell'ordine di Tokyo avevano avuto un gran daffare negli ultimi tempi.
In un primo tempo, tutto in città era stato muto. Il Sagrestano era irraggiungibile, perché non sembrava aver lasciato alcuna traccia dietro di sé. Viste le riprese del carcere danneggiate, era impossibile anche solo pensare di riuscire a risalire a quei presunti quattro o cinque uomini in casacca nera che lo avevano aiutato durante la sua evasione. La polizia aveva provato ad interrogare qualche persona tra i ranghi alti del Movimento Anti-Mutant giapponese, ma tutti avevano con fermezza criticato l'operato del Sagrestano e il Reverendo Bolek e avevano preso le distanze dal loro modo di fare, affermando inoltre che il Movimento agiva solo nella piena legalità concessa dallo Stato.
Vista la delicatezza della situazione, ad occuparsi delle indagini assieme alla polizia era l'eroina Whisper, forse mossa anche dai sensi di colpa, credendo di essere in un certo senso complice di quell'evasione per la sua pessima gestione della Manifestazione. Per rimediare alla situazione di pericolo in cui aveva messo dei giovani studenti, inoltre, si era proposta per un nuovo stage, questa volta meno rischioso: voleva infatti mostrare ai giovani eroi come comportarsi su una scena del crimine, trovare indizi e quant'altro. Purtroppo, ovviamente, questo necessita di una scena del crimine, appunto.
L'iscrizione all'attività extra-curricolare era stata nuovamente volontaria, e tra i volontari erano stati successivamente estratti alcuni studenti dal Preside. Le uniche informazioni date ai ragazzi erano riguardo all'ora e al luogo in cui recarsi: si trattava del famoso Tempio Ikegami Honmon-ji alle due del pomeriggio, poco dopo il termine dell'orario scolastico mattutino.
Anche un'altra persona, però, era stata inviata lì. Si trattava di un semplice ristoratore coinvolto di recente in qualche casino nel suo ristorante. Un misterioso uomo in bianco gli aveva dato l'indirizzo di qualcuno che avrebbe potuto aggiustare eventuali danni subiti dalla sua proprietà (lavorativa o abitativa) e dal quale il ragazzo aveva deciso di recarsi. Purtroppo, come quasi sempre accade nella vita, nulla è gratis: questo misterioso benefattore era riuscito comunque ad invischiarlo nel ricambiare il favore. L'uomo, infatti, dirigeva anche una piccola compagnia di investigatori privati che spesso aiutavano la polizia nelle indagini. Purtroppo tutti i membri dell'agenzia erano occupati quel giorno, ma gli avrebbe davvero fatto comodo ficcare il naso in quell'indagine. Il gentilissimo uomo aveva già contattato la polizia, annunciando l'arrivo di Haru Suzuki. La situazione era quasi demenziale, considerato che aveva semplicemente preso uno dei nomi più comuni nell'arcipelago e uno dei cognomi più comuni e li aveva messi assieme. Quella, comunque, sembrava un'offerta da non poter rifiutare in ogni caso.
Quanto a ciò che li avrebbe aspettati, oltre al termine "indagine", nessuno dei tre aveva molte informazioni. Con ogni probabilità, però, sarebbero stati aggiornati dalla Polizia o dalle forze di Providence una volta giunti in loco. Davanti al tempio era parcheggiata una volante della polizia e le porte, stranamente, erano sigillate da un nastro di colore giallo che recitava "Nihon no Keisatsu - Non passare" in kanji di colore nero e ben scanditi.CITAZIONEBene ragazzi, benvenuti all'AM.
Per le pure e crude informazioni al pubblico da social media, potete approfondire col seguente articolo. Quanto alla storia passata del Sagrestano ci sono i due articoli sulla vecchia Quest: click e clack!
Il materiale sulla Manifestazione non è stato ancora redatto ma se volete fare riferimenti sapete dove trovare le AM, evitate solamente il metagame ovviamente.
Il primo turno è in ordine di arrivo, dopodiché manterremo quello che si sarà venuto a formare come tradizione. Il luogo esiste veramente quindi lascio a vostra discrezione il metodo di arrivo ed eventuali descrizioni.
Ricordatevi il limite minimo di 2000 caratteri e per qualsiasi dubbio avete tutti un mio contatto!
Edited by exquisite†corpses - 8/12/2019, 13:21. -
."Haru Suzuki"CITAZIONEEdit: Modificato codice role con uno più utile
Edited by Sisthra - 10/12/2019, 13:50. -
.Tobi FukudaCITAZIONEEditato perché non funzionava il link alla scheda.
Edited by ddraig - 20/12/2019, 17:51. -
.AOI HOUOUEra passato qualche tempo dalle vicende che avevano visto una branca parecchio estremista attaccare con forza e violenza le persone dotate di Quirk Mutant e di certo Aoi non era rimasta per nulla felice di vedere tanto razzismo al giorno d'oggi. La ragazza dalla pelle ebano non aveva per nulla apprezzato ciò che era successo ed avrebbe partecipato molto volentieri al gruppo di Heroes e volontari che avevano formato il cordone di protezione dato che la giovane si era sempre battuta per l'equità anche perchè che colpa avevano alcune persone a nascere con un Quirk che mutava in maniera irreversibile il loro aspetto? Non era di certo colpa di nessuno se una percentuale della popolazione nasceva con un'unicità di quella natura e di certo nessuno si poteva permettere di denigrare o peggio ancora attaccare chi era nato con quelle capacità straordinare.
Il fatto che però stava mettendo in agitazione Aoi era la fuga del Sagrestano che si era macchiato di molti omicidi; a quanto diceva il giornale stesso che la ragazza aveva per le mani, dalla prigione. Ovviamente anche suo padre ne era stato informato essendo lui un agente di polizia e per molto tempo in casa Houou non si era parlato d'altro specie quando Aoi stessa aveva confessato ai suoi genitori di voler partecipare come volontaria allo stage dell'Eroina nota come Whisper per poter indagare su questa faccenda. In un primo momento entrambi i gentiroi della ibrida cino-nipponica erano stati concordi nel non essere d'accordo con la loro avventata figlia ma la ragazza dagli occhi amabrati era stata molto persuasiva arrivando ad utilizzare la carriera del padre e della madre come ulteriore sollecito a lasciarla partecipare. Alla fine di un'accesa discussione e forse qualche pianto da parte della madre di Aoi, la neo eroina aveva ricevuto l'ok a partecipare allo stage sebbene non a cuore così leggero data la tensione famigliare che ella stessa aveva provocato ma era anche vero che prima o poi avrebbe dovuto conseguire il titolo di Pro-Hero e con esso ogni peso, responsabilità e rischio che lo accompagnavano...
-Oggi-
Era un bel pomeriggio e sebbene fosse pieno inverno ci si poteva godere ancora il tepore di un pallido sole, Aoi era appena scesa dal treno che l'aveva portata presso il Tempio Ikegami Honmon-ji dopo le lezioni del mattino. Erano appena le 13:45 quando la ragazza dalla pelle ebano era scesa ed ora si stava dirigendo a passo svelto verso la struttura che mai aveva visitato prima di allora.
Ho letto un po' di cose in treno su questo posto, ma non se avrò il tempo materiale per visitarlo in fondo questa è una missione non è mica una gita scolastica attua a farmi divertire! E' una missione seria e come tale dovrò impegnarmi al massimo dato che non posso fare figuracce con un Pro-Hero che c'ha messo la faccia per fare questo Stage! -Si disse la giovane Aoi spronandosi tramite colpetti sul viso.- So che non sono sola, chissà se i miei "compagni" sono già arrivati o se Whisper è già arrivata... sarà meglio sbrigarmi!
Aoi dunque avrebbe corso con passo lesto per raggiungere il luogo dell'incontro ed una volta li potè notare di non essere la prima e nemmeno la seconda... era forse l'ultima? Era un problema non da poco era la ragazza con gli occhi ambrati avrebbe accelerato ancora di più giungendo nei pressi di quelle due figure precedentemente arrivate.
Scusate il ritardo! Eccomi, eccomi sono Aoi Houou e sono col permesso della Yuuei per partecipare allo Stage della Pro-Hero Whisper... anche voi siete qui per questo, giusto?
La cino-nipponica avrebbe dunque atteso una risposta dai suoi due interlocutori.. -
.Era sin dal momento dell'evasione, quasi due mesi prima, che Leticia si era promessa che non avrebbe fatto scappare quel serial killer. Era delusa e arrabbiata con sé stessa al pensiero di essere caduta in quella che probabilmente era una distrazione tanto palese. Ciononostante, aveva cercato di rassicurarsi con la fredda logica: anche a rendersene conto, senza un ordine esplicito della polizia non avrebbe comunque potuto agire. Ma, in fondo, non era forse quello un bieco modo per sollevarsi dalle proprie colpe, per imputare ciò che era successo a qualcun altro? Non era un semplice lavarsi le mani e sperare di riuscire ad andare avanti con meno rimorsi possibili?
Aveva quindi deciso di offrire la sua piena collaborazione alla polizia, e la sua piccola e giovane agenzia stava lavorando giorno e notte coi detective per venire a capo della situazione. Tutto era stato stranamente silenzioso nei primi tempi, come se quel malato sagrestano si stesse nascondendo in modo da lasciar sfumare tutte le sue tracce. Un criminale è un criminale però, e se davvero erano stati i fanatici del M.A.M. a farlo evadere... Beh, di sicuro si aspettavano qualcosa da lui. Questo qualcosa, inutile dirlo, era iniziato un paio di settimane prima. Un ragazzino era stato ritrovato in condizioni simili a quelle dei bambini dell'Orfanotrofio ad Haneda, e una settimana dopo a Ueno. Come detto, il modus operandi era del tutto simile agli omicidi dell'orfanotrofio, almeno per quello che si era potuto ricostruire da quei cadaveri ormai in decomposizione ai tempi. Purtroppo, con le prove a disposizione, la polizia non era ancora riuscita a ricostruire una possibile pista che potesse mostrare il criterio di scelta delle vittime o il modo in cui venissero approcciate.
Leticia era arrivata al Tempio una ventina di minuti prima rispetto all'orario pattuito con la UA. Si era offerta per un secondo stage con gli studenti visto com'era finito l'ultimo, ma non aveva ancora deciso cosa fargli fare. Purtroppo era stato il destino a darle la risposta: quel mattino la polizia era stata informata del ritrovamento di altre due vittime in due diverse località a Tokyo. Quella era stata la sua notte più prolifica, ed era la prima volta che colpiva due volte nella stessa notte. Ovviamente l'eroina francese non aveva il dono dell'ubiquità, e aveva deciso di lasciare il presidio a Ginza ad un collega della polizia, col proposito di presentarsi perlomeno prima della fine della lugubre attività extra-scolastica per educazione.
Era nel Tempio ora, ed era scoccato l'orario dell'incontro. Si massaggiò la fronte, per poi dirigersi all'entrata dello stabile. Qui si chinò alzando leggermente con la mano destra il nastro giallo della polizia per uscire all'aperto. Di fronte a lei vi erano tre ragazzi: una giovane dalla pelle scura, un tizio che lì in mezzo non poteva che risultare anonimo e un altro con cappuccio e mascherina che sembrava più un rapinatore che altro. Doveva certamente essere l'investigatore mandato da Mobius, e in un certo senso non poteva biasimarlo. Quei tizi, gli investigatori privati, erano poco più che mercenari. Non tanto guidati dalla legge come gli eroi, e per questo esenti dalla possibilità di utilizzare la propria unicità, neppure per autodifesa. Non impiegati statali come la polizia, e per questo più a rischio. Si parlava di un killer spietato con decine e decine di morti sulla coscienza lì, e quel ragazzo non sarebbe tornato in caserma o in agenzia quel giorno, ma a casa sua senza difese. Volersi coprire almeno il volto, in un certo senso, le pareva lecito e comprensibile.
Salve, buongiorno. - disse la giovane eroina, vestita con una camicia bianca e al collo un piccolo cravattino di colore blu come i pantaloni eleganti che portava, a sigaretta, sopra a dei mocassini - Io sono Leticia LaCroix, ma potete chiamarmi Whisper. - aggiunse, aggiustandosi gli occhiali da vista che le erano leggermente scivolati sul naso piegandosi per uscire - Voi dovete essere Fukuda, Houou e... Suzuki, giusto? - chiese quindi quasi retoricamente, posando poi lo sguardo su quest'ultimo e indicando con dei piccoli cerchi dell'indice destro la mascherina che copriva il suo volto. Avrebbe poi atteso delle eventuali risposte prima di proseguire nella sua spiegazione.
Penso i nastri siano abbastanza eloquenti ma... Qui dietro c'è una scena del crimine. - aggiunse quindi in tono serio, indicando col pollice sinistro il nastro giallo e nero alle sue spalle - Spero non siate sensibili. Prendete una bella boccata d'aria ed entriamo. - disse quindi con un mezzo sorriso.
Attraversato il nastro, passato l'arco all'entrata del complesso, una lunga strada lastricata portava dopo qualche centinaio di metri al tempio vero e proprio, sorretto da due scalinate, quattro colonne di colore rosso come l'enorme tetto. Oltre a quello, nel complesso della setta Nichiren erano presenti altri edifici importanti, come la pagoda a cinque piani che era stata dichiarata patrimonio culturale del Giappone. Salite le scale del tempio, dell'altro nastro della polizia copriva l'entrata ad esso. Lì a fianco era in piedi un poliziotto, che allungò ai ragazzi dei guanti in lattice da usare sulla scena del crimine per evitare di contaminare le prove.
Metteteli e fate attenzione. - disse la donna inforcando i guanti sulle sottili mani a sua volta. Passato il nastro, si entrava in territorio sacralizzato dal suo essere un tempio, profanato da ciò che vi era accaduto durante la notte.
Passato il confine, il tatami scricchiolò sotto il loro passo. Al centro della struttura era presente un altare con una statua votiva di Nichiren - fondatore della setta - scavata direttamente dal legno. Dietro di essa, i polsi legati tra due delle colonne reggenti della struttura, il corpo nudo ed esanime di una ragazzina di età non identificabile, ma molto probabilmente sotto i quindici anni. Il corpo era reso irriconoscibile dalla sua pelle nera e rugosa, frutto di una lenta carbonizzazione probabilmente attuata direttamente attraverso l'unicità del Sagrestano. Probabilmente solo l'esame della dentatura avrebbe potuto fornire un riscontro, ma i risultati erano lenti ad ottenersi.
Escluso l'odore nauseante, il tempio era completamente pulito: non c'era alcun segno di sangue, neppure una singola goccia. Era già stata lì prima di loro, ma non si capacitava di come qualcuno potesse fare qualcosa di simile.. -
."Haru Suzuki"
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.Tobi FukudaCITAZIONEEditato perché non funzionava il link alla scheda.
Edited by ddraig - 20/12/2019, 17:52. -
.AOI HOUOUAoi, dunque, aveva raggiunto il luogo dello stage e solo uno dei due si era presentato come un suo compagno di classe; tale Tobi Fukada della 2B ergo era di un'altra sezione rispetto alla ragazza che era invece della Sezione A, mentre l'altro si limitò a dire che non faceva parte dell'Accademia e che lavorava per terzi senza specificare come si chiamasse o come si chiamasse questo terzo... ma poco importava visto che di li poco sopraggiunse colei che aveva richiesto volontari per quello stage: la Pro Hero Whisper.
La ragazza sembrava essere molto "delicata" dato che i suoi tratti erano parecchio aggraziati e la mente di Aoi, per forse deformazione di qualche strano neurone o contatto delle sinapsi, pensò che forse il nome Whisper; ovvero Sussurro, fosse collegato al fatto che appunto la Pro Hero fosse una ragazza molto graziosa e piacevole... come un sussurro appunto. Ad ogni modo quel pensiero venne presto spazzato via dato che erano in quel luogo per una questione importante e di certo non per cazzeggiare.
Si Signora, sono Aoi Houou.
La leader di quella squadra, dunque, invitò il gruppo a seguirla oltre il cordone che contrasegnava una chiara scena del crimine. Mentre il gruppo si spostava, il silenzioso e misterioso lavorotare per terzi; che grazie a Whisper scoprirono chiamarsi Suzuki, pose una domanda ai due studendi della Yuuei. Il primo a rispondere fu Tobi che fu parecchio evasivo e tutto sommato aveva senso dato che il motivo della loro presenza li era tutt'altro che votata a chiacchierare. Aoi dunque rispose a sua volta:
Ho scelto di partecipare in quanto, come detto anche da Tobi, è un argomento che è delicato. -Disse annuendo.- Già quando vi fu il corteo avrei gradito molto prendervi parte, ma purtroppo ero ancora in fase di approvazione alla scuola e non ho potuto seguire la vicenda... ammetto che ogni forma di razzismo mi crea disagio, ma forse è per via della mia famiglia...
La ragazza dalla pelle ebano avrebbe gradito estendere il discorso, ma purtroppo era giunto il tempo di serrare le bocche ed ascoltare Whisper: erano prossimo a raggiungere il luogo del crimine e di certo non sarebbe stato facile per dei nofiti reggere quella visione. La stessa Eroina si raccomandò di prendere una boccata d'aria prima di entrare, inoltre si premunì di ricordare loro di indossare i guanti per non contaminare la scena ed altri dettagli del caso. Infilati i guanti, Aoi si mosse lentamente sul tatami del tempio arrivando dinnanzi ad una scena che non si sarebbe mai e poi mai cancellata dalla sua mente... il cadavere carbonizzato di quella che doveva essere una bambina od una ragazzina era li appeso come se fosse la pelle di un qualche animale in un negozio di tassidermia.
Mio... Dio... -Questo fu il pensiero che emerse nella mente della ragazza mentre i suoi occhi ambrati si posavano su quel macabro spettacolo. Il suo corpo si era come irrigidito e sentiva il suo stomaco gorgogliare pronto a rimettere, tant'è che la stessa ragazza stava per porsi la mano sulla bocca per evitare che il conato uscisse.- No... no... no! Devo... resistere, non posso piegarmi... non ho il tempo di permettermi un gesto di debolezza del genere... -Si disse cercando di sembrare quanto più stoica possibile ricacciando il reflusso giù per la gola iniziando a guardarsi attorno in cerca di indizi... un qualsiasi indizio.- Coraggio dovrà pur esservici qualcosa, anche il solo fatto che questa stanza sia immacolata vuol pur dire qualcosa, no? Non sarò una detective e di certo è la mia prima scena del crimine, ma sono certa che c'è un motivo plausibile sul fatto che l'unica "cosa" fuori posto sia il cadavere di quella povera creatura... coraggio Aoi aguzza la vista lo devi fare per donare pace alla vittima ed alla famiglia della suddetta, senza contare che bisogna evitare altri casi di questo tipo...
Aoi stava cominciando a cercare, ma giustamente Tobi fece evincere un particolare parecchio ovvia che data la situazione la ragazza si era scordata: erano assistenti non eroi ergo dovevano attendere gli ordini del loro superiore prima di muoversi o fare qualsiasi altra cosa. La cino-nipponica, dunque, si arrestò ma col suo sguardo avrebbe continuato ad osservare in lungo ed in largo cercando indizi di ogni natura.. -
.Camminando verso il tempio centrale, l'eroina francese non poté che accennare un sorriso a sentire i ragazzi dietro di lei chiacchierare. In un certo senso, insomma, era contenta stessero dialogando. Per quanto riguardava i due compagni di scuola era abbastanza ovvio, magari si conoscevano da chissà quanto, ma non pensava che sarebbe stato proprio quel bizzarro investigatore privato vestito come un pessimo ladro ad iniziare un discorso. Purtroppo, però, sapeva che il loro entusiasmo si sarebbe prosciugato di lì a poco.
Entrati nel tempio, l'odore di carne bruciata e morte avrebbe pervaso le loro narici, forse un po' meno quelle del ragazzo con la mascherina sul volto. Quella scena era ignobile e forse il pensiero che fosse all'interno di un tempio - almeno per i più credenti - poteva peggiorare anche la situazione. Leticia non era giapponese, ma aveva studiato la lingua e la cultura del luogo. Nell'antica Europa, ad esempio, le chiese erano considerate talmente sacre che era severamente vietato, moralmente, compiere atti brutali al loro interno. Era frequente il nascondersi di criminali all'interno degli edifici sacri in modo da sfuggire alla legge o alla folla inferocita. In Giappone, almeno in molti templi, la prospettiva era addirittura ribaltata: tali edifici erano talmente sacri che era proibito già il solo accedervi a meno che non si trattasse di monaci autorizzati. I templi erano la casa dei Kami, una rottura nello spazio fisico e ontologico del mondo, come se una parte dello spazio "degli umani" fosse rimossa dal loro mondo ed elevata al mondo "degli dei", unici suoi abitanti.
La presenza di un cadavere, rappresentazione più bassa e putrida della fugace e fragile vita umana, aveva strappato quel luogo al reame divino e lo aveva catapultato sulla terra. Proprio per questo loro potevano ora mettervi piede all'interno. Ovviamente, Whisper ne era al corrente, quelle riflessioni si basavano su una mentalità antica ed antiquata. Probabilmente al giorno d'oggi ben pochi avrebbero avuto timore ad entrare in un tempio, di sicuro non il rappresentante di una religione del tutto differente.
Dagli omicidi in una Chiesa ad un omicidio in un Tempio... - si ritrovò quindi ad esternare, sovrappensiero, ad alta voce. Fu la domanda di Tobiko a scuoterla dai suoi pensieri - E' un'attività didattica, certo che potete parlare. - rispose la donna al ragazzo accennando un timido sorriso, nascosto vista la crudeltà della situazione in cui si trovavano - Non si può mai rifiutare un punto di vista, in fondo. Coi vostri occhi liberi da preconcetti delle altre indagini potreste vedere qualcosa che a noi sfugge. - aggiunse.
Anche il mascherato Suzuki aveva posto una domanda, mentre la ragazza dalla pelle scura sembrava certamente aver subito il peso della situazione che le si era presentata.
Assolutamente nulla. - rispose alla domanda del ragazzo, distogliendo lo sguardo dal povero cadavere appeso e voltandosi verso di loro - Anche perché durante la notte l'accesso all'intera struttura è permesso solo ai monaci della setta Nichiren che vi abitano. - aggiunse quindi.
Ironicamente, parlando all'interno di un tempio buddhista, "a parlar del diavolo ne spuntano le corna", dalle scale che loro stessi avevano percorso poc'anzi fece capolino dapprima una testa rasata, e poi l'intero corpo di un uomo giapponese vestito con abiti monastici. Era il monaco che aveva ritrovato il cadavere quella mattina e aveva informato la polizia. Era alto poco più di un metro e sessanta, la sua testa era rasata e il suo viso giovanile, dimostrava attorno ai trenta, quarant'anni massimo. Al termine delle scale l'uomo entrò nel Tempio approssimandosi ai quattro e salutandoli con un inchino.
Buongiorno, la ringrazio per averci chiamato. - rispose la donna con un cenno del capo a sua volta - Ci spiace dover occupare il tempio, ma vista la situazione... - cercò di giustificarsi, anche se ovviamente non ce ne sarebbe dovuto essere alcun motivo - Lui è il monaco che ha ritrovato la... vittima questa mattina. - spiegò dunque Leticia aggiustandosi gli occhiali sul naso e guardando i ragazzi - C'è qualcosa in particolare che vorreste chiedergli? - disse quindi ai tre.CITAZIONEBene, spero che sia tutto, chiaro, potete esporre tutte le vostre considerazioni e ovviamente porre le domande che volete!. -
."Haru Suzuki"
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.Tobi Fukuda
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.AOI HOUOUIl trio aveva avuto il permesso da Whisper di controllare la zona, in fondo come lei stessa aveva ripetuto era un'attività attua a migliorare le loro doti sul campo ergo era quasi ovvio che dovessero parteciparvi attivamente e non limitarsi a stare fermi come se fossero a scuola aspettando di venir interpellati quando alzavano la mano o doveva rispondere ad una domanda. La ragazza ebano, dunque, avrebbe iniziato a guardarsi attorno limitando parecchio i suoi movimenti: era vero che dovevano imparare, ma restava comunque la prima uscita sul campo della giovine Aoi e non voleva fare qualche guaio andando a contaminare la scena del crimine o peggio ancora a cancellare delle tracce. Con un guizzante colpo d'occhio potè notare che anche Tobi aveva adottato uno stile non dissimile dal suo ed infatti si stava limitando a controllare stando fermo o muovendosi un poco. Altro approccio era invece quello di Suzuki dato che sembrava essere maggiormente esperto in quel frangente arrivando anche a porre precise domande che non erano minimamente balenate nella mente della ragazza dagli occhi ambra.
Effettivamente non ha tutti i torti, questa posizione ricorda veramente una crocifissione però non sono molto ferrata nelle religioni! Sono credente quanto basta e forse dovrei farmi una cultura maggiore su tutte le religioni dato che la Fede è sempre stato usato come mezzo per perpetrare vari crimini e sentirsi in qualche modo esenti di ogni colpa... un'altra lacuna che richiede quanto prima un intervento... -Pensò la ragazza continuando ad ascoltare le ottime domande che Suzuki stava ponendo non solo a se stesso, ma anche a lei ed agli altri due li presenti. Aoi però non se la sentiva di rispondere dato che aveva paura di dire castronerie o peggio ancora inesattezze che potevano sfociare in qualcosa di molto peggio, ergo si limitava a controllare la zona cercando anch'ella qualcosa di utile.- Che non sia stata uccisa qui è chiaro ed evidente dato che non c'è nemmeno odore di bruciato ed essendo il tempio in legno; anche con Quirk molto precisi, non sarebbe stato possibile evitare di ardere altre zone senza contare che l'odore è molto forte e di certo anche le urla lo sarebbero state... -Pensò mentre un brivido le percorse tutta la schiena, era inumano ciò che era avvenuto ma Aoi doveva restare lucida.- Deve aver sfruttato un qualche escamotage... magari degli alleati con Quirk che permettono si spostarsi nel spazio? Oppure anche Quirk che annullano i suoni? Servirebbero davvero dettagli maggiori, se solo vi fosse un indizio della vera scena del crimine...
Mentre il gruppo continuava le sue indagine apparve uno dei membri dei Nichiren, ovvero il gruppo di Monaci che si occupavano del templio ove erano tutt'ora, e Whisper disse loro che potevano far all'uomo; che pareva essere quello che aveva chiamato polizia ed eroi, tutte le domande che volevano. Il primo a porne alcune fu Suzuki che chiese se avessero visto o sentito qualcosa che fosse riconducibile ad un intruso. Poi fu la volta di Tobi che fece domande più articolate chiedendo se vi fossero cose fuori posto, chi poteva accedere al tempio senza essere visto, chi viveva nel circondario oppure se avevano misure di sicurezza varie. Quando fu il turno di Aoi per porre domande, la ragazza non aveva molto da chiedere se non una singola domanda:
Vi sono dei passaggi celati che possono essere utilizzati per non essere visti? Non so qualche passaggio poco battuto o poco illuminato, qualche botola od altro? Se si chi ne è a conoscenza?. -
.Lo è, sì. - rispose la donna alla domanda riguardo la "crocifissione" posta dal misterioso detective, osservando il corpo - Nulla di troppo strano, però. - aggiunse. Leticia era una donna europea, francese per la precisione. Era persino nata in un piccolissimo paesino, uno di quelli lontani da ogni forma di intrattenimento, uno di quelli dove la fede tende ad avere un ruolo ancora egemonico e viene vissuta come un'importante parte della vita di ogni abitante. Whisper non sarebbe stata in grado di definirsi credente o meno, ma una cosa era certa: la sua agenzia si chiamava Providence e il suo palazzo si chiamava Skycross per un motivo.
I polsi sono legati, Cristo era invece stato inchiodato. Di per sé è una normale forma d'esecuzione antica, la stessa fine è stata servita a numerosi martiri. - aggiunse - ... Che sarebbero cristiani morti durante le prime persecuzioni. - si sentì dunque in dovere di specificare. I "cristiani nascosti", martiri giapponesi eliminati sistematicamente dal governo, erano una realtà. Ciononostante non aveva la minima idea di quanto questa realtà fosse narrata nelle scuole o comunque di dominio pubblico. Il concetto di "martire" poteva essere del tutto estraneo a quella cultura, per cui era doveroso spiegarsi.
Per i romani, si trattava della peggior pena di morte, tanto orribile da non poter essere utilizzata per i cittadini ma dedicata a schiavi o stranieri. - proseguì dunque a spiegare - "Homura" non è giapponese... Ma è difficile, nella sua mentalità, capire se si riferisca a quello o magari all'essere... Schiavi dei quirk, schiavi del Diavolo, non saprei. Ciò che è certo è che già al tempo dell'arresto era stato ritrovato un ragazzo crocifisso con le stesse modalità nel sotterraneo della loro chiesa, quindi... "nulla di strano". - concluse con una smorfia, dato che quella scena non poteva di certo essere descritta da quelle parole. Il giorno in cui quello sarebbe stato normale, beh, Leticia avrebbe probabilmente perso fiducia nell'umanità. Ammesso ne avesse.
Potrebbe, in fondo ammesso che si tratti del Sagrestano è stato aiutato da qualcuno sin dall'evasione. - rispose quindi ai pensieri ad alta voce di Tobi, poco prima che entrasse il monaco per quella specie di interrogatorio amatoriale.
L'uomo non rispose direttamente alle parole della donna, ma visto il suo inchino e la sua stessa presenza era evidente che fosse disposto a cooperare. Probabilmente, trovandosi comunque nel punto più sacro del complesso, preferiva ridurre le parole al minimo per riverenza e rispetto.
Il primo a porre una domanda fu il ragazzo "mascherato". Osservandolo il monaco alzò un sopracciglio leggermente stizzito, ma si apprestò comunque a rispondere. A conti fatti quello era comunque un luogo sacro e tale ricerca dell'anonimato era quasi offensiva.
In tutta onestà, niente di particolare. Non io personalmente, almeno. - rispose l'uomo - A conti fatti siamo comunque una specie di oasi nella città. Ci sono sia i rumori esterni, a volte rumori esterni da parte di uccelli o scoiattoli, anche se questa non è proprio la stagione adatta. In ogni caso nulla di diverso dal solito, considerando anche che le nostre camere sono all'interno della struttura ma lontane da questo tempio. - specificò - Qui, di per sé, nessuno ha libertà d'accesso se non per riti particolari. Io stesso mi sono accordo dell'accaduto sentendo l'odore dall'esterno. - proseguì dunque per rispondere all'altro ragazzo più giovane - Le chiavi sono comunque custodite da noi. O meglio, dalla polizia in questo preciso istante. - disse posando quindi lo sguardo su Whisper, sebbene non fosse proprio una poliziotta.
All'interno della struttura viviamo in circa cento persone in ogni caso. E sì, abbiamo qualche telecamera, posso portarvi in ufficio se volete. Quanto al resto... - disse, voltandosi verso la ragazza dalla pelle scura - Nulla di occulto, che non sia segnalato al catasto. - aggiunse per rispondere alla sua domanda - Al coprifuoco, comunque, tutte le luci della struttura vengono semplicemente spente, quindi possiamo dire che tutto sia poco illuminato. - terminò accennando una sorta di sorriso di cortesia al termine delle risposte.CITAZIONEPotete scegliere se fare altre domande al testimone, osservare di più la scena o andare a visionare le telecamere. O tutte e tre insomma.. -
."Haru Suzuki"
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.Tobi Fukuda
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