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.AOI HOUOULe risposte del monaco furono parecchio, come dire proibitive dato che ogni loro idea veniva semplicemente abbattuta con molta semplicità: pareva quasi che quel luogo fosse a prova di intrusione ed allo stesso tempo fosse il paradiso dei ladri dato che c'erano zone oscure ovunque, i suoni non si sentivano e molto altro. La situazione era assai complessa e mentre Suzuki e Fukuba continuavano a fare domande, Aoi decise che forse era meglio continuare a controllare per bene la zona dato che se le risposte date dal monaco continuavano ad essere così scoraggianti era meglio sperare di trovare qualcosa di più corposo... forse.
La ragazza, dunque, avrebbe iniziato a controllare la zona del ritrovamento del cadavere; compreso il cadavere stesso sebbene non così facilmente dato che era arduo abituarsi a vedere una ragazzina morta in questa maniera atroce, per cercare ogni minimo indizio, sbavatura od errore che l'assassino avesse potuto fare. Più Aoi continuava a guardare più iniziava a farsi strada nella sua testa l'ipotesi di un qualcuno che aveva un Quirk cche facesse parte di una pool molto ristretta che potesse permettere una cosa del genere: Teletrasporto, Invisibilità, Occultamento, ecc... sembrava davvero arduo comprendere il come e ciò era... frustrante.
Devo trovare qualcosa a tutti i costi, non è possibile che qualcuno possa muoversi così per entrare in un luogo! Sbottò, sebbene questo suo commento veniva abbattuto dalla medesima lista di Unicità che balenavano nella sua testa. Forse potrebbero aver fatto dei sopralluoghi prima di agire? In fondo non sarebbe stupido pensare che qualcuno, mascherato da turista oppure uno dei fedeli stessi, può aver detto al killer come agire indisturbato senza essere visto e sentito ed in quel caso; una pausa mentre la ragazza udiva che i suoi due partner di indagine erano interessati a vedere le telecamere, tutto avrebbe senso... però come si può smascherare una talpa se non si ha la certezza che ci sia? Fare domande dirette desterebbe sospetto inoltre potrebbero essere tirati in ballo dei Quirk di Charming o Manipolazione Mentale... uff questo si che è un caso tosto!
Aoi dunque si sarebbe avvicinata al monaco per fare una domanda, prima che questi portasse i due alle videocamere.
Mi scusi, sarebbe possibile vedere una lista; in caso l'abbiate ovviamente, di chi ricopre le varie mansioni in questo Tempio? Non so una sorta di bacheca ove vi dividete i compiti per gestire la struttura... l'avete?
Il piano della cino-nipponica era sostanzialmente comprendere chi era l'addetto a quel luogo la notte del crimine e sapere fin dove si spingessero le sue mansioni. Era una pista parecchio davvero flebile, ma oramai il dado era tratto ed ogni eventuale; quanto impossibile od improbabile, pista poteva essere utile, no?. -
.Tecnicamente sì. - rispose la giovane eroina alla domanda dell'uomo dal viso mascherato - I dettagli di quella sera sono stati pubblicati sui giornali però, quindi vuol dire tutto come niente. - concluse quindi il discorso.
Mentre Shinjiro (o "Haru Suzuki") e Tobi continuavano a fare delle domande al monaco, la ragazza dalla pelle scura decise di dare un'occhiata alla scena del crimine per cercare di ottenere più informazioni riguardo all'accaduto. In realtà, pur ponendosi in dialogo con il monaco, anche l'altro studente della UA stava osservando la stanza e aveva intenzione di analizzarla più approfonditamente attraverso l'utilizzo della propria unicità di analisi.
Ci ritiriamo nelle nostre camere alle ventidue e ci svegliamo alle sei. - rispose l'uomo con volto impassibile alla domanda del ragazzo con la mascherina - E appunto, rimaniamo nelle camere. Ovviamente non posso garantire che tutti lo seguano, ma la disciplina dovrebbe. - aggiunse - Allo stesso modo, stamane ho chiesto in sala mensa se qualcuno avesse notato qualcosa e nessuno ha riportato nulla. Chiaramente, anche qui, non posso garantire la loro sincerità, ma la loro morale dovrebbe. - concluse.
Aoi e Tobi stavano indagando la scena con lo sguardo, ma non sarebbero riusciti a trovare tanti più indizi rispetto a prima. Il tatami che copriva il pavimento era praticamente nuovo e pertanto era in grado di mantenere perfettamente la propria forma. Se fosse stato più vecchio e usurato magari sarebbero rimaste delle impronte a causa del peso dell'individuo, ma non c'era nulla di nulla. A conti fatti, la setta si prendeva cura del Tempio e cercava di offrire sempre un'ottima casa alla divinità.
Osservando il povero corpicino appeso, cercando di superare l'istintivo bisogno di distogliere lo sguardo da cotanta orripilanza, si potevano forse notare un paio di cose. Le corde con la quale la ragazzina era legata alle due colonne erano intonse. Il corpo doveva quindi essere necessariamente stato bruciato in un altro luogo e poi trasportato lì. Il fatto che non vi fosse sangue sul pavimento e anzi fosse tutto pulito era un altro indizio, e il fatto che il corpo fosse ancora in sospensione dopo essere rimasto lì per tutta la notte doveva indicare anche che lo strato carbonizzato fosse solo quello esterno e non avesse in alcun modo compromesso i tessuti interni, o questo avrebbe causato necessariamente un collasso del corpo, legato per i polsi, sotto il suo stesso peso. Era già evidente, ma era impossibile quindi che non si trattasse di qualcosa di premeditato. Forse, come altrove, sarebbe stato meglio iniziare ad interrogarsi sul perché dell'atto, e non sul per come. In un mondo di unicità, purtroppo, era fin troppo semplice compiere "il delitto perfetto". Proprio per quello, anche analizzando il tempio dall'esterno, Tobi non avrebbe trovato un granché. Le finestre non erano certo le migliori al mondo e qualche spiffero riusciva a farsi spazio fin dentro al tempio, ma mentre il tatami era semplice da cambiare certi lavori di manutenzione non avrebbero potuto non disturbare il kami che vi abitava all'interno. Non era impossibile, ma considerato che le finestre non erano apribili (altrimenti non avrebbe avuto senso chiudere la porta a chiave) era abbastanza improbabile che qualcuno si fosse preso il tempo e la briga di smontarle e rimontarle con minuzia per portarvi un cadavere all'interno. Anzi, avrebbe lasciato certamente più impronte e possibili indizi rispetto al romperle e basta tanto, visto com'era stata addobbata la scena, era chiaro che quel crimine voleva essere visto. La discrezione in certi elementi era dunque inutile.
A questo punto direi di dirigerci al mio ufficio dove possiamo trovare tutto. - disse l'uomo per rispondere ad Aoi e fare un unico viaggio visto l'interesse nella visione dei filmati delle telecamere che riprendevano la zona attorno alla scena.
Prima di uscire Whisper diede un'ultima occhiata alla povera vittima, interrogandosi sul perché di quella disposizione chiaramente rituale. Era evidente che la prospettiva di liberare i giovani dalle unicità non era più l'intento del Sagrestano una volta mancato Bolek che ne era l'emissario: quelle non erano cure, erano veri omicidi.
L'ufficio del monaco era a non troppa distanza dal tempietto, circa cinque minuti a piedi, vicino alla pagoda tipica del parco e che ne era in un certo senso la mascotte. Era all'interno di un grosso edificio il cui esterno era tipicamente e deliziosamente tradizionale, ma il cui interno a mura bianche e pieno di apparecchi tecnologici poteva forse stonare con l'aria quasi antica della zona e forse con le stesse idee bizzarre che ci si potevano fare di una setta di monaci. Attraverso un lungo corridoio che vista la presenza di tavoli e sedie doveva essere la mensa citata precedentemente dall'uomo si arrivava al suo ufficio, una piccola stanzetta dalla porta blu. Si trattava di un normalissimo ufficio dal mobilio di colore chiaro e pieno di scartoffie e con una scrivania dotata di computer fisso. La vita dei monaci poteva forse sembrare facile, ma in realtà c'era un sacco di burocrazia di cui dover tener conto. Attendendo l'accensione del pc l'uomo, dopo aver fatto entrare i ragazzi e la Pro-Hero, si mise a rovistare all'interno di un cassetto.
Ecco qui. - disse allungando loro un fascicolo con tre o quattro fogli. Si trattava di un elenco di due o trecento persone dotato di nome, età e mansione. Non tutti erano monaci o comunque non solo monaci. Alcuni avevano mansioni chiaramente riconducibili al tempio, come la pulizia delle zone comuni o gli addetti alla cucina e a lavare i piatti, altri svolgevano invece lavori esterni e ritornavano semplicemente per la sera. In cima ai fogli era visibile la scritta riguardante la settimana corrente per cui era ipotizzabile che i lavori più comuni e che richiedevano minori abilità fossero a rotazione.
Una volta acceso il computer, l'uomo cliccò sulle registrazioni video della notte precedente, partendo da mezzanotte e mezza. Sullo schermo erano apparse le riprese di una decina di telecamere tutte appartenenti a una zona diversa del parco e la velocità di riproduzione era 2x. Giunti verso l'una e quaranta di notte si vide una figura poco identificabile nella notte e in seguito alla sua apparizione tutte le telecamere smisero di funzionare a turno, riproducendo solo rumore bianco. Pochi minuti dopo, sempre una dopo l'altra ma in ordine contrario, ripresero il loro normale funzionamento, ma non si poteva notare nulla di diverso rispetto a prima.. -
."Haru Suzuki"
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.Tobi Fukuda
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.AOI HOUOUAoi avrebbe dunque controllò la scena non trovando nulla utile alla causa, purtroppo quel luogo era talmente pulito e nuovo che ogni traccia di prova nemmeno a pagarla oro. Lo zelo di quei monaci era enconiabile e molto probabilmente il motivo della scelta della scena del ritrovamento poteva essere stata influenzata da questo.
Ad ogni modo, la cino-nipponica, potè ottenere una sola certezza: quella scena del crimine era solo secondaria. Era chiaro che la ragazza era stata uccisa ed arsa lontano dal tempio e poi collocata li in un secondo momento dato che, come aveva visto fin dai primi momenti, tutto attorno a lei non era bruciato o anche solo rovinanto un poco dalle fiamme. Anche se chi l'avesse uccisa avesse avuto un Quirk preciso basato sul controllo del fuoco non poteva lasciare intonso il luogo dato che fra fumo e calore la zona sarebbe stata comunque danneggiata. Anche le corde erano perfettamente sane e visto che erano avvolte attorno ai polsi della ragazzina dovevano essere in parte danneggiati, cosa che in realtà non era.
Dannazione! Com'è possibile che siano stati così precisi! Perchè non hanno lasciato indizi! Pensò sospirando amaramente. Quella situazione era troppo frustrante per la ragazza dato che la morte di una ragazzina era tremenda ed in aggiunta, sapendo che era un crimine razziale lo rendeva ancora più malsano e logorante. Credo che, almeno per ora, la scena del crimine non produrrà nessuna prova a favore del nostro caso... a meno che il fatto che non ve ne siano non sia già di per se una prova, ma purtroppo non ho maturato abbastanza esperienza per capirlo... dannazione...
Il Monaco, rispondendo alle domande di tutti, scortò dunque tutti i presenti in un ufficio ove chi lo desiderava poteva controllare le telecamere mentre Aoi poteva leggere la cartellina ove erano segnati turni, nomi e mansioni di chi si occupava del tempio. La cosa che sconcertò la ragazza dalla pelle ebano fu il fatto che non erano solo monaci quelli che si occupavano di quel luogo.
Ci sono anche non monaci che si occupano della manutenzione del tempio? Questo aumenta il campo dei sospetti... Disse a bassa voce mentre gli altri erano occupati a controllare i video notando che; visto che la stessa Aoi cercò di vedere, verso l'1:40 si intravide una figura e poi tutte le telecamere andarono in shotdown momentaneo. Che abbia avuto complice è oramai lampante, ma come ha detto Suzuki-san bisogna capire che tipologia di legame abbiano il Sagrestano e chi lo ha fatto evadere... se lo usassero come Capro Espiatorio per coprire i loro crimini? In fondo tutti hanno visto quello che è accaduto alla Manifestazione e se lo usassero per nascodere qualcosa di più grande? Chiese guardando i suoi compagni dopo che essi ebbero parlato o fra una pausa e l'altra del loro discorso. Sono anche molto organizzati visto che hanno un Quirk o Gadget tali da mandare in tilt le telecamere... io onestamente non saprei che altro pensare.... -
.La LaCroix allungò la mano sinistra verso la ragazza dalla pelle scura una volta finito di consultarlo per poter dare un'occhiata anche lei. Nel caso in cui la ragazza glielo avesse lasciato, avrebbe iniziato a sfogliarne le pagine, osservando i nomi impressi con l'inchiostro sulla carta bianca. Poco prima le immagini sullo schermo del pc del monaco si erano distorte in un tripudio senza senso.
Purtroppo non aiuta un granché. - rispose con pacatezza il monaco, premendo un tasto sulla sua tastiera, portando le immagini sullo schermo a scorrere al contrario. Premendo un altro pulsante ne fece riprende il normale scorrimento una volta tornato all'una e trentacinque circa - E' il semplice sterrato che dall'entrata porta al tempio, lo stesso che avete percorso oggi per arrivare al tempio. - spiegò - Solo... - fece per aggiungere, facendo però una pausa di un paio di secondi - Insomma, che sia un'unicità o qualcos'altro, per coprire l'intera area e disabilitare tutte le telecamere... ce ne vuole. - proseguì, per poi bloccare le riprese premendo nuovamente sulla tastiera - In ogni caso, non sono stati dentro più di un paio di minuti. - concluse.
A quel punto i vari ragazzi espressero la loro idea a riguardo. Il primo a esprimersi fu Haru Suzuki, ed era anche normale considerato che l'investigazione era il suo lavoro. La sua ipotesi era suggestiva ma aveva comunque qualche punto debole. L'altro ragazzo, Fukuda, gli subentrò aggiungendo qualche altro dettaglio. Leticia socchiuse gli occhi sentendo parlare del Corteo Anti-Mutant e quanto accaduto.
Dubito che le due cose siano collegate. - decise dunque di subentrare una volta sentito parlare del disturbo delle comunicazioni durante quell'operazione - Un membro di quella che chiamiamo "Mutant Task Force" ha praticamente ammesso che la manomissione era opera loro. - spiegò, senza aggiungere dettagli troppo particolari, anche se si trattava della "donna d'oro" che si era scontrata con uno dei loro senpai - Non vedo un motivo logico per cui la MTF dovrebbe collaborare col Sagrestano. Anche se... - corrugò le sopracciglia, facendo una pausa di due secondi - No, niente. E' un'ipotesi troppo infondata.
Il Fukuda cercò anche di elaborare un'interpretazione delle modalità dell'uccisione, sebbene con poche basi di speculazione.
Purtroppo non abbiamo ancora identificato il corpo. - rispose quindi alla sua domanda - Il clima è teso e la polizia è sommersa di denunce di "sparizione", e quando magari i loro figli arrivano a casa mezz'ora dopo chiamare la polizia per disdire è il loro ultimo pensiero. Ci stanno lavorando. - aggiunse la donna.
Se non c'è altro... - la interruppe l'uomo, che ormai aveva preso posto seduto alla scrivania, giustamente volenteroso di poter riprendere le sue mansioni. Whisper lo ringraziò e lo salutò, e si diresse quindi fuori dall'ufficio intenzionata a tornare alla scena del delitto.
Se posso essere onesta... - prese parola la donna mentre camminavano, con la lista dei nomi ancora sottobraccio e l'intenzione di farne delle copie - Il ragazzo trovato su una croce al momento dell'arresto del Sagrestano era un mutant. - disse - Dubito quindi che questi siano considerati "incurabili" nella loro filosofia. - aggiunse - Personalmente... E' ancora tutto da decifrare, ma se dovessi scommettere qualcosa direi che o non si tratta del Sagrestano o che la sua filosofia sia cambiata molto durante gli anni in prigione. - spiegò - Voi che ne pensate? - domandò quindi loro mentre si avviavano nuovamente verso il tempietto presidiato dagli agenti della polizia.. -
."Haru Suzuki"
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.Tobi Fukuda
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.AOI HOUOULe cose si stavano facendo sempre più complesse e contorte, ogni singola ipotesi messa in atto da uno di loro veniva smontata e questo era davvero snervante dato che più si andava avanti; quindi più le ipotesi andava via via disfacendosi, più il caso sembrava essere irrisolvibile. Il gruppo aveva solo un mucchio di domande e risposte che non aiutavano gra che se non per evocare ulteriori domande... era un circolo vizioso a cui serviva quanto prima uno sbocco.
Onestamente parlando, Aoi non aveva la ben che minima idea di come andare avanti. Quella era la sua prima scena del crimine e come tale non sapeva assolutamente che altro fare dato che ogni sua idea andava in vacca ed anche con ulteriori analisi, osservazioni od altro non aveva trovato assolutamente nulla. Stava iniziando ad avere una vaga sfiducia nelle sue capacità e cominciava ad arrabbiarsi con se stessa.
Che ci sono venuta a fare qui? Non servo assolutamente a nulla! Sbottò mentalmente. Non so che altre domande fare, non so come riunire i pezzi del puzzle... non so che diavolo fare per scoprire cosa sia accaduto... non sarei dovuta venire...
Aoi dunque avrebbe raggiunto gli altri e sarebbe rimasta in silenzio ad ascoltare le tesi altrui e le eventuali risposte di Whisper, la Pro-Hero.. -
.No, è corretto. - rispose l'eroina francese a riguardo della domanda su Bolek e il Sagrestano - Scavando tra gli archivi ho trovato il registro di un interrogatorio con un membro della Chiesa tenuto in seguito ai fatti dell'Orfanotrofio. - prese quindi a spiegare per fornire un po' più di dettagli - A quanto pare la posizione della Chiesa rispetto alle unicità è un po' controversa, ma anche loro rigettavano le tesi del Reverendo Bolek... Ancora prima che iniziasse a parlare di morte. - aggiunse, aggiustandosi gli occhiali con la mano sinistra - La burocrazia ecclesiastica però è lenta e per impedirgli di fare danni hanno deciso di farlo trasferire qui dove la comunità è molto piccola. Purtroppo però... - fece un paio di secondi di silenzio - Beh, non è stato così. Alla fine meno persone ci sono, più è facile che ti seguano. - concluse. Alla fine erano così che funzionavano le sette basate su autorità carismatica: meno persone vi prendevano parte, più intimo era il contatto, più facile era esercitare influenza e assoggettarle al proprio volere. Specificato quello, si limitò semplicemente ad ascoltare le idee dei ragazzi mentre camminavano nuovamente verso la scena del crimine. I due ragazzi espressero le loro idee mentre la ragazza dalla pelle scura non sembrava volersi esprimere. Il suo sguardo si incupì per un attimo: era davvero giusto mettere quei ragazzi di fronte a cose simili? Non si trattava di una rapina o un rapimento, ma di un brutale omicidio ai danni di due bambini. Quei ragazzi volevano essere lì o la scuola li obbligava? Eppure essere eroi significava anche quello, essere in grado di sopportare il peso di cose così orribili. Ma era giusto?
Per quanto sia brutto... - prese quindi parola per rispondere alle domande dell'investigatore privato riguardo alla permanenza del sagrestano in carcere - Non era certamente la persona peggiore là dentro, anche perché fino a prova contraria gli omicidi erano compiuti da Bolek attraverso la sua unicità. Era un complice, certo, ma la sua pena non era niente di particolare rispetto ad altri criminali partoriti dalla nostra società. - spiegò - Quanto ad eventuali visite, il carcere dovrebbe tenerne un elenco certamente più dettagliato della mia memoria ma onestamente non mi pare ne abbia mai ricevute. - aggiunse - Ho studiato il caso una volta venuta in Giappone. - specificò per argomentare la sua frase. Lo aveva studiato, sì, ma non andò oltre nella spiegazione del perché. Si trattava di un caso esemplare: un caso esemplare di malagestione. Forse il motivo per cui il Sagrestano era riuscito a fuggire era anche causato da tutti i misteri che circondavano la sera del suo arresto. Bolek ucciso da un misterioso criminale che doveva essere suo complice, la presenza di due studenti della UA sulla scena... Era evidente che qualcuno aveva usato la propria influenza per gettarvi sopra un polverone, e il mutismo dell'unico testimone in prigione non aveva certo aiutato a far luce su quanto accaduto.
Quanto al resto, Leticia non sapeva cosa pensare. Da un lato la possibilità che l'uomo avesse cambiato la sua visione del mondo, ma come diceva il ragazzino della scuola per eroi era assurdo puntasse a tanto. Lo era, sì. Forse. A conti fatti non sarebbe certamente stata la prima personalità a proporre una cosa simile: per quanto assurdo come piano, l'assurdo è una percezione soggettiva e alcuni avrebbero trovato assurdo già solo il suo credere in un Dio inspiegabile. Che riuscirci fosse assurdo era molto probabile, che quello fosse il suo obbiettivo forse meno.
Pensate che a far evadere Homura possa essere stato un qualche ex compagno galeotto una volta rilasciato, Suzuki? - domandò dunque all'uomo, riflettendo sulla sua domanda. Le ipotesi erano due: o si trattava del Sagrestano e di chi lo aveva fatto fuggire, e quindi anche quest'identità misteriosa meritava di essere indagata, oppure si trattava di qualcuno di completamente diverso. Il fatto che nelle orribili carceri giapponesi le telecamere fossero pressoché assenti non aveva aiutato nell'identificazione dei misteriosi aiutanti del Sagrestano. Che si trattasse di un messaggio di ripicca come detto dal giovane studente era possibile, ma non spiegava il resto.
Chiedo scusa. - disse loro la donna accennando un inchino. Ormai erano giunti alla base delle scale che portavano al Tempio, sotto lo sguardo dell'agente di polizia preposto a sorvegliare la scena del crimine. La donna si diresse quindi verso l'uomo facendosi consegnare un tablet olografico e poi tornò dai tre - Devo mostrarvi altro, ed è peggio. Se non volete guardare... - aggiunse osservando la ragazza dalla pelle scura, ancora convinta che non avesse proferito parola poiché sconvolta da quanto aveva visto.
Sullo schermo erano le immagini del delitto di quella notte al Teatro di Ginza. Sul palco del teatro kabuki si trovava un altro corpo carbonizzato su cui era stato praticato un rituale di seppuku e il suo sangue ormai secco era sparso sul palco in legno. La scena era così diversa da quella nel Tempio, eppure la firma era la stessa. Non si poteva escludere che si trattasse di un puzzle da risolvere nel suo completo. Sospirò, guardandoli.
Telecamere disturbate, nessun segno di effrazione. E' successo questa notte. - spiegò ai ragazzi - Le modalità sono le stesse, l'esecuzione profondamente diversa. Onestamente non sono espertissima di kabuki, se voi... - aggiunse, osservando poi l'ora sul tablet - Oh, non abbiamo più molto tempo, dobbiamo lasciar lavorare la polizia. - disse aggiustandosi gli occhiali - Tirate fuori tutto ciò che riuscite, vi ascolto.. -
."Haru Suzuki"
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.Tobi Fukuda
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.AOI HOUOUAl fine non sembrava essere davvero fine dato che, in un primo momento, pareva che tutti gli Eroi li presenti brancolassero nel buio. Avevano molte teorie era vero, ma nessuno così concreta da dar loro un qualche accenno di speranza di capire cosa fosse accaduto e soprattutto il Come ed il Perchè.
Aoi continuava a stare in silenzio in quanto la sua presenza non sembrava essere molto d'aiuto, senza contare che i suoi pensieri prendevano voce nelle parole di Fukada e di Suzuki lasciandola così, inevitabilmente, muta dato che non aveva senso ripetere più volte lo stesso pensiero, lo stesso concetto o le stesse preoccupazioni già sollevate dai suoi compagni di missione.
Ora il gruppo, che nel mentre si stava spostando da una parte all'altra del Tempio, si diresse verso un agente di polizia che lesto le porse un tablet. La Pro-Hero fece dunque cenno ai tre di avvicinarsi per poter vedere; se era loro desiderio essendo quelle immagini nuovamente crude e dal forte impatto emotivo, un secondo omicidio che aveva le stesse meccaniche di questo, ma era stato perpetrato ed eseguito in un altro luogo: al Teatro di Ginza.
La ragazza dalla pelle ebano fece una smorfia, ma si costrinse a guardare nella speranza di vedere qualcosa di nuovo, cosa che non avvenne dato il modus operandi adoperato in quell'omicidio replicava fedelmente quello che era avvenuto nel Tempio. Due omicidi identici in meccanica e disturbi... la cosa iniziava a puzzare. Lesti, i compagni di Aoi dissero cosa pensavano e nuovamente la cino-nipponica stette in silenzio: non sapeva cosa dire per aiutare dato che nemmeno lei si intendeva di Teatro Kabuki e non sapeva cosa dire se non le stesse cose già dette anche in precedenza.. -
.La questione posta dal misterioso Haru Suzuki era in realtà molto più semplice di quanto potesse sembrare. La popolazione cristiana in Giappone era più che esigua, e questo perché - beh - la politica passata non era stata particolarmente comprensiva nei loro confronti. La società giapponese del passato era strettamente legata alla propria religione e ai propri riti, lo stesso potere imperiale era legato direttamente ad una concezione sacra della vita. Ovviamente l'idea che esistesse un solo Dio andava direttamente in conflitto di interessi con un potere basato sulla presunta discendenza dell'imperatore dai kami con cui lo stesso era in contatto. Si erano insomma riproposte nell'arcipelago le stesse dinamiche che la cristianità aveva affrontato sotto l'impero romano. Insomma, la gestione di quel mucchio di isole non era tra le principali preoccupazioni del clero e il fatto che un sacerdote riuscisse ad ottenere la direzione di un orfanotrofio - per quanto folli potessero essere le idee di quel sacerdote - era comunque un grosso riconoscimento per la Chiesa.
Le idee del giovane investigatore erano buone, ma problematiche. Innanzitutto, come giustamente puntualizzato, ricostruire l'intero trascorso triennale di un criminale in prigione era pressoché impossibile. Le prigioni giapponesi non erano dotate di telecamere e delle interrogazioni a tappeto erano chiaramente fuori discussione. E nel caso in cui ci fosse stato un qualche colpevole, beh, di sicuro non si sarebbe costituito di sua volontà. Se poi si fosse trattato di un qualche addetto ai lavori della prigione peggio che andar di notte, anzi, ad un'ovvia assenza di volontà di confessare si sarebbe persino potuta sostituire la volontà di occultare quanto successo, e per qualcuno che lavorava in prigione non sarebbe stato poi tanto difficile. Questo avrebbe però significato un profondo livello di corruzione nelle istituzioni pubbliche di Tokyo se non dell'intero Giappone: era un'ipotesi tanto complottista e strampalata quanto realisticamente spaventosa.
Leticia non era ovviamente originaria dell'arcipelago e stava ancora tentando di inserirsi nella loro cultura e nelle loro usanze. Purtroppo neanche i tre giovani sembravano (ovviamente) dei teorici del teatro kabuki ed esperti di seppuku. Aspetta, che fosse questa la risposta?
Cosa dovrebbe saperne un americano di kabuki... - borbottò tra sé e sé. Quella poteva effettivamente sembrare una considerazione molto generalista, pregiudiziale e forse persino razzista, ma a conti fatti poteva forse esserci un fondo di verità. Il Sagrestano veniva da un paesino battista e molto spesso quelle comunità, specialmente quelle piccole e chiuse come quella da dove proveniva, seguivano le scritture alla lettera e si impegnavano a condurre una vita il quanto meno mondana possibile. Molti non guardavano neppure la televisione o ascoltavano musica che non fosse musica sacra. Si trattava ovviamente di un'illazione ma, in effetti, quanto poteva saperne quell'uomo di teatro tradizionale giapponese?
Tutto ad un tratto, l'ipotesi che quei due omicidi fossero dei messaggi indirizzati alla polizia si ribaltò. Se invece si fosse trattato di due persone che tentavano di parlare tra di loro? No, troppo contorto probabilmente. A conti fatti il modus operandi era pressoché lo stesso.
Penso che questa sia una domanda a cui non ci sarà possibile dare una risposta. - disse la donna grattandosi la nuca alla domanda dello studente della UA - Spesso la semplice idea di essere nel giusto giustifica, appunto, qualsiasi mezzo. - spiegò - In fondo la differenza tra un dio e un demone sta solo nel suo modo d'agire.
La ragazza dalla pelle scura, intanto, aveva osservato quanto mostrato da quel tablet ma non aveva nuovamente proferito parola. Inizialmente Whisper distolse lo sguardo, poi posò nuovamente i suoi occhi azzurrognoli su di lei.
Va tutto bene, Aoi? - le domandò leggermente preoccupata - Mi spiace dovervi mostrare queste cose, ma purtroppo anche questo è il lavoro di noi eroi. - aggiunse - Tutti pensano che si tratti di stare a sorridere davanti ai riflettori, ma non sanno cosa c'è dietro. - fece un paio di secondi di pausa osservando l'orario sul tablet - Oh, come vola il tempo. Per vostra fortuna abbiamo praticamente finito. - sorrise a trentadue denti cercando di sollevare un po' il morale ai tre - Vi accompagno all'uscita mentre concludiamo.
Lo sterrato guidava la loro strada verso l'uscita, ed era praticamente giunto il momento di lasciarsi la scena del crimine alle spalle... letteralmente. Purtroppo, però, certe cose non si riescono ad abbandonare così facilmente. "Haru Suzuki" non avrebbe probabilmente mai più rivisto una scena simile, ma gli altri due avevano certamente scoperto un lato spesso nascosto di quello che volevano svolgere come futuro lavoro.
Dicevamo... Delle unicità, sì. - riprese camminando verso l'uscita alla testa del gruppo - Non pensate sia un po' troppo conveniente? - domandò loro - Cioè, mi spiego... Come fa un ricercato a trovare in tempo record delle persone che siano innanzitutto disposte a seguirlo, e poi che abbiano anche delle unicità utili per ciò che ha intenzione di fare? Qualcosa non mi torna.. -
."Haru Suzuki"
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