The Mark of Cain

AM per kekko4000, _JoJo_, DualSlayerBlade, Ryuko

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    THE MARK OF CAIN

    La furia omicida di Zhen sembrava senza limiti. Gli ordini di Aogiri erano chiari: uccidere il Sagrestano evaso di prigione. Ciononostante, il ragazzo sembrava intenzionato ad infierire senza alcun motivo sul corpo dei poveri poliziotti che stavano sorvegliando l'entrata da cui voleva accedere alla chiesa. Sfortuna, la loro: se per caso si fossero ritrovati a sorvegliare una delle altre porte, o se invece fosse stato lui a scegliere un altro ingresso, probabilmente quella sera sarebbero riusciti a tornare a casa indenni, abbracciare la propria moglie e i propri figli. Quello stesso comportamento contrario alle regole che il ragazzo aveva mostrato lavorando per un paio di giorni all'Eden's Rose, qualche anno prima, si stava nuovamente mostrando apertamente. Sarebbe probabilmente ingenuo affermare che Aogiri non avesse nulla in contrario: solitamente i terroristi sono ben gelosi dei propri attacchi, tendono a rivendicarli puntualmente. L'uccisione del Sagrestano avrebbe probabilmente portato un determinato risalto al gruppo, ma ora che era stata infangata con la morte di dei membri delle forze dell'ordine il suo significato era profondamente mutato. Forse lo scopo di quella manovra di Aogiri era mostrarsi a protezione del popolo, forse come una sorta di "polizia illegale", ma il fatto che fossero stati colpiti anche i "buoni" avrebbe vanificato tale sforzo. Il gruppo non era certamente noto per la gentilezza con cui trattava i suoi membri: di continuo i traditori o chi falliva la propria missione venivano torturati o nel peggiore dei casi uccisi. Forse più tardi Zhen avrebbe pagato la sua disobbedienza, ma non era importante ora. Ciò che rimaneva erano i corpi di degli agenti di polizia a terra e le impronte di Ash e dello stesso Lubbock sul loro sangue versato sul freddo cemento.
    L'interno della Chiesa iniziava a vantare ora numerosi visitatori, anche se tutti erano indecisi sul da farsi. Il killer di Aogiri sembrava quasi interrogarsi ironicamente su chi fosse la sua preda, il giovane di ETERNIUM fantasticava sulla presenza di così pochi ostaggi e il motivo per il numero esiguo. Fu il cuoco albino a prendere l'iniziativa, tentando di attaccare il Sagrestano inchinato dietro all'altare della Cattedrale. Ironicamente, fu proprio una sua vecchia conoscenza a fermarlo.
    Daisuke si mosse agile: considerando i due come potenziali disturbatori si mosse velocemente per allontanarli. L'illuminazione della Chiesa era pessima, i lampi che scaturivano dalle catene del serial killer di certo non miglioravano la situazione. Era possibile scorgere sagome, forse qualche ruga nei momenti migliori, ma distinguere i volti era difficile. Considerando anche che Ash era cambiato molto in quegli anni, il giovane di ETERNIUM probabilmente non lo riconobbe neppure. Due portali aperti sotto le gambe dei disturbatori e questi, magicamente, si trovarono fuori dalla Chiesa. Ad avvertirli fu un rumore di umidiccio, come se fossero saltati in una pozzanghera: effettivamente si trovavano nuovamente sulla pozza di sangue che sgorgava dai poliziotti uccisi da Zhen. Ash avrebbe probabilmente potuto riconoscere lo zampino del ragazzo conosciuto alla UA qualche anno prima in quel salto spaziale: non era un'unicità poi così comune.
    In ogni caso, il giovane dai capelli neri aveva agito probabilmente in parziale ritardo, e i gravitoni dell'albino non erano proprio tra le particelle dedicate al salto spaziale. Il suo pugno di gravitoni colpì il Sagrestano in pieno viso, sebbene Ash non fosse riuscito a vederne l'effetto. L'uomo venne sbalzato verso sinistra sbattendo contro il muro. Fu allora che apparve Yuya.
    In piedi sull'altare, in vero segno di disprezzo verso l'istituzione cattolica, e con un pungente odore di zolfo: il ragazzo doveva probabilmente sembrare ad Homura un vero demone. L'uomo si lasciò scappare un urlo, rizzandosi sulla schiena e poggiandola sul muro contro il quale poco prima aveva sbattuto. Chiunque altro avrebbe reagito probabilmente in un altro modo, ma non il Sagrestano. Quella non era la prima ierofania della sua vita, no. Aveva incontrato Dio una volta, poteva benissimo incontrare il Diavolo.

    C'è rumore di bruciato. Un crepitio tenue ma continuo si manifesta con sempre maggiore intensità. Lentamente il suo udito riprende a funzionare normalmente. I suoni attutiti si fanno sempre più forti, sempre più presenti, sempre più corposi. Un fuoco brucia. Il ricordo è quello di un camino, un inverno felice. Suo padre è tornato da raccogliere la legna nel bosco per riscaldarsi. Un ricordo, ma un ricordo inesistente. Non c'è mai stato alcun camino, tantomeno una famiglia amorevole. Aiden prova ad alzarsi, ma cade. Lentamente riprende coscienza, riesce a rendersi conto di ciò che lo circonda. I suoi occhi, aperti e attivi per tutto questo tempo, solo ora iniziano a trasmettere le informazioni al cervello, a renderlo cosciente. Il suo naso inizia a pizzicare. Tossisce pesantemente, e ogni colpo di tosse è come se gli cadesse un mattone sul petto. Guarda le sue mani e sono insanguinate. Non ricorda cosa stava facendo ma le maniche color sabbia che prima avvolgevano le sue braccia sembrano sparite, come carbonizzate. Pian piano riprende coscienza di sé.
    Aiden ha ventiquattro anni, si trova in un qualche paese del Medio-Oriente, è uno US Marine. Osservando le sue mani si rende conto che qualcosa non quadra: la sua pelle nera è frammentata, interrotta, come un puzzle incompleto. Lentamente capisce che quella non è la sua pelle. Non solo, almeno. Sul suo corpo ritrova frammenti e brandelli di carne ed ossa altrui. Lentamente, tutto inizia a diventare chiaro. Sì, tutto torna alla memoria.
    Aiden ha ventiquattro anni, si trova in un qualche paese del Medio-Oriente, è uno US Marine. Il carro su cui stava viaggiando coi suoi commilitoni passa su una mina, ed esplode. La luce dell'esplosione lo acceca, il suo rumore lo assorda. Ora riesce a capire la provenienza di quel crepitio di fuoco, ora riesce a comprendere la natura di quel nauseabondo odore che infesta il suo naso, il dolore che pervade ed attanaglia la sua cassa toracica. Aiden si guarda attorno, i corpi profanati dei suoi compagni sono avvolti dalla morsa delle lamiere. Aiden è l'unico sopravvissuto. Un grande uomo vide Dio in un cespuglio in fiamme, una volta. Aiden lo vede ora in quel carro militare e nel suo acciaio che brucia imperterrito, in quell'orribile monumento di morte. Ora finalmente capisce perché è vivo, perché solo lui tra tutti i suoi compagni è vivo. Ora comprende il suo destino.

    Sì, Aiden ha visto Dio una volta. Vedere il Diavolo lo spaventa, ma non lo stranisce. Aveva commesso così tanti peccati, in fondo. Lentamente l'uomo iniziò a gattonare verso l'uomo in costume.
    Tu... Io... - balbettò osservandolo, le labbra corrucciate in una strana smorfia. Probabilmente non sapeva neppure lui se era il caso di sorridere o di piangere di paura.
    Queste fiamme... Sono tue o... - domandò con la sua voce rotta. Messo di fronte al Diavolo, il suo primo intento fu quello di chiarire quel dubbio che lo attanagliava da tutta la vita, lo stesso per cui stava piangendo poco prima. Chi aveva ragione, i suoi genitori o Bolek? Le fiamme che covava nel suo corpo erano le fiamme di Dio per purificare i peccati, o erano quelle dell'inferno per ardere il mondo?
    No, no. Non c'è tempo. NON C'E' TEMPO! - si zittì da solo, piegando la testa di scatto e colpendola col palmo della mano, proprio dove poco prima era stato colpito dall'albino, troppo immerso nella sua preghiera per accorgersene. Il suo intero corpo tremò per un istante.
    Tu che semini discordia tra la gente, ho un favore da chiederti. - riprese quindi con una luce diversa negli occhi, con voce più ferma, poggiando i palmi scuri sull'altare, vicino ai piedi di Yuya, facendo leva per tirarsi leggermente su, rizzando la schiena verso lui.
    Sei qui per punirmi, sì. Sì sì sì, lo so. Tu puoi leggere nel mio cuore, sì. - riprese, ora più delirante. I due stati d'animo sembravano alternarsi senza soluzione di continuità nelle sue parole - Tu lo sai, non ho commesso io quegli omicidi. No no no... - balbettò - NO! - urlò colpendosi nuovamente le tempie. La catena di fuoco si decompose nell'aria come una candela che si spegne, e l'uomo chiuse la Bibbia poggiata tra i piedi del ragazzo con la coda. La strinse tra le sue ossute mani scure, e la porse a lui alzandola verso il cielo come si trattasse di un'ostia consacrata.
    Ho scritto qui la verità. La mia verità. Sì, la mia confessione. - disse osservando i vitrei occhi della maschera del ragazzo porgendo la Bibbia in cui, a suo dire, aveva scritto qualcosa - Ti prendo, consegnala a... Ai giornali. A internet. A qualcuno. - gli sussurrò mentre un lugubre sorriso si dipingeva sul suo volto smunto - NON alla polizia, no no no... NO! Non alla polizia... - aggiunse muovendo di scatto il capo - Loro... Loro non vogliono che si sappia, io... - iniziò a balbettare - Io volevo confessare, sì. Io volevo confessare, ma loro mi hanno cacciato. Loro vogliono uccidermi, io... Sì, loro vogliono uccidermi. Loro non vogliono che si sappia, io... - i suoi occhi iniziarono a diventare umidi mentre la sua voce singhiozzante proferiva quelle parole - IO NON HO FATTO NIENTE! - urlò dunque, scoppiando in pianto - Se vuoi prenderti la mia vita prendila... Ma fa almeno che si sappia la verità. Sì, la verità... la verità...
    Tutti in Chiesa poterono assistere a quella scena, probabilmente anche il killer di Aogiri e il cuoco albino qualora si fossero decisi a rientrare in fretta.


    Danni medi (gravi-2) al volto



    CITAZIONE
    Ordine: Master, kekko4000, _JoJo_, DualSlayerBlade, Ryuko.
    Ash e Zhen si ritrovano fuori, assieme. Possono comunque rientrare: Daisuke non è passato per l'entrata quindi non ne conosce precisamente la posizione. L'ultima tecnica quindi fallisce e può recuperare 15 punti energia relativi all'utilizzo di quella tecnica. Ovviamente prima di entrare potete discutere a piacimento nel caso in cui vogliate allearvi, considerato che apparentemente condividete lo stesso obbiettivo.
     
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    Zhen Lubbock

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    Dopo aver liberato l’ingresso, il sadico, senza pensarci due volte, entrò nella cattedrale per compiere la sua missione principale: uccidere il Segrestano. Non sapeva quale fosse il motivo di questo assassinio assegnato dall’organizzazione degli Aogiri, forse era un loro vecchio sottoposto che li aveva traditi, o forse era a conoscenza di informazioni che non dovevano essere rese pubbliche, oppure gli rappresentava una minaccia di qualche tipo, in ogni caso non gli interessava il movente di questa uccisione, fino a quando gli davano il compito di uccidere, non aveva nessuna esitazione a farlo.
    Entrando nell’edificio, vide un uomo senza maglia inchinato sull’altare che teneva in mano delle catene fatte di fuoco, probabilmente create tramite il suo quirk. Cominciò a dirigersi verso di lui, fino a quando non avrebbe raggiunto la distanza di 9 metri da lui. In quel momento si accorse che la stessa persona che aveva percepito fuori tramite le sue armi, stava entrando nell’edificio e si era posto a qualche metro dietro di lui. In quella cattedrale erano numerosi gli oggetti in metallo: quelli posti sull’altare o che potevano avere sopra gli ostaggi, perfino lo scheletro della stessa cattedrale, ma pochi si movevano, per questo era più facile individuarli, soprattutto quando conosceva la precisa forma e grandezza, e non lo perdeva mai di vista. Dalla posizione e dalla distanza dal pavimento era probabilmente accovacciato dietro qualche panca, forse non si voleva fare vedere, ma da chi? Dal Segrastano o dall’uomo mascherato davanti?
    Zhen decise di ignorarlo momentaneamente, il suo obiettivo era di fronte d’altronde, fino a quando non lo avrebbe ostacolato poteva pure lasciarlo stare, anche se comunque ogni tanto la sua attenzione ricadeva su di lui. Più tempo passava, più aumentavano le probabilità che quell’entrata principale potesse essere sfondata da qualche eroe accompagnato da dei poliziotti armati. Così, continuando a guardare l’uomo senza maglia, afferrò lentamente la lama che teneva sotto la giacca, pronto a scattargli sopra, ma ad un tratto percepì come le lame alle sue spalle si alzarono improvvisamente, e nel guardare dietro, magari poteva essere un attacco rivolto verso di lui, sentì una strana sostanza in forma liquida sui piedi, poi ad un tratto, senza neppure sapere cosa fosse successo esattamente, si trovò all’esterno dell’edificio, sopra il sangue sgorgato dai cadaveri dei poliziotti.
    Dove mi trovo?
    Si chiese dubbioso mentre nervoso stava controllando intorno, trovando un’altra persona affianco. Fino a quel momento non lo aveva visto, prima nascosto dentro la siepe e poi dietro le panchine, ma ora, accertandosi che fosse lui per via delle armi che portava sopra, poteva riuscire a guardare l’uomo che fino a quel momento si era mosso nascosto dietro le sue spalle. Aveva i capelli bianchi e indossava uno strano vestito nero, dai lineamenti della faccia non sembra molto vecchio, forse aveva più o meno trant'anni.
    Sarà stato lui a portarmi qua fuori? Magari possiede un quirk capace di teletrasportare le cose o magari non mi sono mai mosso da qua... ne esistono di quirk strani...
    Guardò sotto di lui vedendo delle impronte di sangue dirigersi verso l'ingresso, le aveva create lui subito dopo aver ucciso i poliziotti, quindi quello che aveva visto all'interno della cattedrale non era un illusione perciò era stato spostato all'esterno dell'edificio. Successivamente, con ancora in mano la lama, cominciò a camminargli incontro, nel mentre, con un tono stranamente calmo
    Che cosa stai cercando di fare?
    Mostrò la punta della lama ancora sporca di sangue intento a minacciarlo, anche se in qualche modo era attento ai suoi movimenti, tenendo conto che aveva delle armi con se' e in qualunque momento poteva attaccare
    Se stai cercando si ostacolarmi non ci penserò due volte prima di eliminare anche te, in fondo, hai visto come riduco chi cerca di intralciarmi.
    riferendosi ai tre cadaveri affianco ai loro piedi. Il tempo passava, e doveva sbrigarsi per compiere la sua missione il prima possibile.
    Per tua fortuna non ho molto tempo, però non significa che non mi possa occupare di te, quindi, non ti mettere fra i piedi
    Così, se quell’uomo sarebbe rimasto nel buio, come aveva fatto fino ad ora, avrebbe continuato ad ignorarlo e sarebbe rientrato immediatamente nella cattedrale.
    Una volta dentro, avrebbe notato un ragazzo dai capelli corvini in piedi infondo alla stanza e un’altra persona, con una tuta nera e il viso coperto, sull’altare.
    Chi diavolo sono? pensò nervoso nel vedere come sempre più persone stavano cercando di mettersi in mezzo.
    Essere agitato però non gli serviva a nulla, anzi, avrebbe peggiorato la situazione, sapeva fin dall'inizio che il compito non sarebbe stato facile, quindi, doveva calmarsi e cominciare ad analizzare meglio la situazione, però prima doveva sapere chi fossero quelle persone appena arrivate. Erano già entrati gli eroi? Probabilmente no, ci sarebbero anche i poliziotti con loro e per il momento non stava percependo nessun oggetto in metallo che avesse la forma di un’arma da fuoco. Forse prima erano nascosti, e non li aveva notati, e potevano essere dei complici dell'uomo scappato da prigione. Nel mentre quest'ultimo, era in ginocchio davanti all’uomo vestito di nero. Stava blaterando delle assurdità, ovvero, dovevano rivelare una verità alla società, o almeno una cosa del genere, Zhen non ci fece molto caso, non gli interessava, in fondo perché dovrebbe, tanto lo doveva eliminare. Cominciò ad avvicinarsi a lui lentamente, fino a quando non avrebbe raggiunto una distanza di circa 8 metri, e appena entrato nel raggio, si sarebbe forse accorto che l’uomo vestito di nero possedeva con sé dei strani materiali in metallo nei guanti, e di un oggetto a forma di mezza luna con attaccata una catena.
    In quella situazione l’unico problema erano le persone che aveva intorno, non solo era in svantaggio numero, uno di loro aveva la possibilità di teletrasportarlo fuori, magari questa volta lo avrebbe portato più lontano. L’unico modo per avvicinarsi al suo obiettivo, anche se avrebbe perso un po' di tempo, era di non sembrare immediatamente ostile, così, rimise la lama sotto la camicia, forse lo avrebbe notato solo la persona davanti a lui, o magari no, in fondo il Segrastano lo stava distraendo. Però prima doveva sapere le loro vere intenzioni, non era certo di chi fossero e in un certo senso sperava di non doverli affrontare tutti, per quanto fosse grande la sua sete di sangue si trattava comunque di uno scontro 4 contro 1, e sicuramente non voleva finire male. Decise che era il momento di recitare, lo aveva sempre fatto, così, con tono lievemente gentile e un ambiguo sorriso sulla faccia, aprendo le braccia in modo da far intendere che non fosse un loro nemico
    Potrei sapere cosa ci fate anche voi qui? Magari abbiamo tutti un unico scopo e sarebbe un peccato non approfittare nell’aiuto di altri.
    Nel mentre, piano piano si sarebbe avvicinato all’altare, fino ad arrivare ad una distanza di 5 metri.



    Parametri

    Zhen Lubbock- lvl 6
    Energia 530
    Forza 186
    Quirk 81
    Agilità 258
    Stato: Illeso


    Tencniche & Equipaggiamento


    Equipaggiamento: Cotta di maglia (resistenza danni lievi), guanti (+5 frz),Coltelli da lancio (6, Peso: [1], Danno: Lieve),Coltelli da lancio (2, Peso: [1], Danno: Medio),Smoke Bombs (x3, Peso: [1], Peso Totale: [3]),Maschera Antigas (Potenziamento 1, Filtri: [1]),Teruko's Blood (x1, Peso: [1]),Poison Counter (x1, Peso: [1], Effetto: Medio), Pistola (3 ricarica).

    Abilità: Zhen, è in grado di percepire in tempo reale tutti i materiali di metallo intorno a lui, entro un raggio di 10 metri.




     
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    Narrato - Pensato - Parlato - Parlato Altri


    Era successo tutto troppo in fretta, neanche il tempo di potersi accorgere dell'esito del suo attacco sferrato nei confronti del Sagrestano che, di colpo, sentì perdere l'equilibrio e il controllo dei propri movimenti. Fu appunto un momento molto breve ma decisamente intenso. Ebbe il cuore in gola, il suo respiro gli sembrò bloccarsi appena sopra il petto per poi sentirsi come risucchiato dal basso e in un batter d'occhio si ritrovò di nuovo davanti all'ingresso esterno della Chiesa, lo stesso punto da dove era entrato seguendo la losca figura che aveva eliminato i tre poliziotti. Ed in quel momento, era esattamente davanti ai loro corpi, sopra il loro sangue. Si guardò di scatto a destra e a manca, le sue braccia, istintivamente erano alzate, come a volersi parare da qualcosa o da qualcuno. Un gesto incontrollato dettato da un attimo di paura perché proprio per un attimo tutto se stesso gli sembrò fuori controllo.
    Fu per lui impossibile capire cosa fosse accaduto, fino a quando la losca figura che aveva seguito, non apparve quasi all'unisono accanto a lui. Qualcuno, anzi, il quirk di qualcuno li aveva allontanati dalla Chiesa. Eppure il Sagrestano era ben preso dal fustigarsi con le sue catene e, a parte gli ostaggi, non aveva ancora identificato altre persone.
    La losca figura gli si rivolse, anch'egli, stupito da quanto accaduto e subito la domanda che gli fece riaffiorare vecchi ricordi. Lo stesso uomo mascherato volle sapere quali fossero le intenzioni dell'albino e di non mettersi tra i piedi. Lo stesso uomo con la maschera lo minacciò prima a parole e poi mostrandogli la lama... era evidente, quindi, che non poteva essere stato lui. Entrambi erano stati messi lì da qualcuno, tramite l'uso di un quirk molto particolare, una unicità che aveva provato soltanto una volta in vita sua.
    All'Accademia degli Heroes, infatti, fu lo stesso attentatore a voler poi cambiare idea e a salvare tutti tramite il suo quirk spazio-temporale. C'erano molte probabilità che si trattasse della stessa tipologia di unicità. La sensazione di vuoto, la perdita di equilibrio, il cuore in gola, sentirsi risucchiato e poi, "come per magia" apparire in un altro luogo designato dal portatore del quirk. Uno dei quirk più incredibili che aveva conosciuto in vita sua e quirk del genere, non si dimenticano così facilmente.
    Siamo stati... teleportati qui. Non ci vogliono dentro, credimi e potrei saperne quanto te.
    Rispose Ash alle domande dell'uomo mascherato. Sembrava deciso a volersi occupare del Sagrestano quanto lui, diversamente, non si sarebbe perso in chiacchiere e si sarebbe lanciato all'attacco ma non lo fece. Ash si preparò a qualunque evenienza e restò in un concentrato silenzio.
    Probabilmente aveva intuito correttamente e la losca figura, l'omicida dei tre poliziotti, ritornò dentro la Chiesa. Ash, invece, volle prendersi qualche secondo in più.
    Le sue scarpe ormai erano inzuppate del sangue delle guardie e stava già pensando che l'unico modo per non essere eventualmente incastrato, era quello di disfarsi della sua tuta... una volta concluso il caso, se mai fosse riuscito ad uscirne vivo ed indenne.
    E così, pensò ad una strategia "B". La stessa strategia, la formulò strada facendo a passo spedito e senza correre, verso l'interno della Chiesa. Ormai era inutile, aveva come minimo due nemici da affrontare... forse tre.
    Man mano che si avvicinava all'atrio poté udire delle voci. Diverse, forse due o tre. Riconobbe la stessa del Sagrestano che aveva udito qualche minuto prima ed era disperata, chiedeva, anzi, forse supplicava qualcuno, magari Dio? Purtroppo le cose si stavano svolgendo senza la sua presenza e non poté fare altro che cercare di intuire chi e di cosa stessero parlando quelle voci.
    Quando fece il primo passo all'interno della Chiesa, Ash riuscì però ad intravvedere nuovamente l'uomo con la maschera vicino all'altare che cercava in qualche modo di "mediare" sull'eliminazione dello stesso obiettivo. E lì, proprio in quel punto, in piedi sull'altare e con aria decisamente più matura e cresciuta, un ragazzo apparentemente garbato ma a lui noto. Un ghigno solcò il suo volto incupito, forse quella presenza, lo rasserenerò... mentre sotto di esso, a terra, Yomura, il quale invocava una sorta di punizione divina mentre millantava di essere, in qualche modo, innocente.
    Cosa stava accadendo esattamente?
    Ash, volle così rinunciare del tutto al suo mascheramento e di colpo si tirò indietro il cappuccio, svelando così la sua chioma albina. Si guardò intorno in cerca dell'autore del quirk che lo aveva condotto all'esterno, sperando di essere riconosciuto. Fece un giro su stesso con lo sguardo tirato verso l'alto ed infine si rivolse a tutti coloro che lo avrebbero ascoltato.
    Sono spiacente per la mia intrusione ma ci sono dentro fino al collo anch'io ed intendo giocarmi tutto, pur di mandare al diavolo quel verme.
    Iniziò così a caricare i suoi gravitoni, voleva essere pronto qualora l'uomo mascherato avesse cercato di fare il furbo.
    Poi iniziò con il suo piano "B".
    Voi cinque... Disse rivolgendosi agli ostaggi. Uscite dalla porta dietro di me, vi condurrà nel cortile della Chiesa in cui ci sono diversi plotoni di poliziotti... Forza! Terminando con una sorta di ordine impartito ma ci teneva davvero ad essere creduto affinché gli ostaggi gli credessero.
    Tranquilli, vi coprirò io!
    Continuò, mentre dal corpetto estrasse il suo lungo Kunai in carbonio.
    I suo gravitoni intanto, iniziarono ad avvolgere le sue mani, un evento quantistico assolutamente invisibile, anche allo stesso occhio di Ash.
    Avrebbe sicuramente voluto rivolgersi a Yuya, metterlo in guardia da quel losco tipo mascherato ma così facendo, avrebbe rischiato di fargli saltare una sua eventuale copertura, mentre per l'eventuale Daisuke, sperava che il suo volto scoperto lo avrebbe fatto in qualche modo desistere a un altro attacco nei suoi confronti.



    Roy Ash O'Connor - Livello 7

    Energia 690 | Quirk 362 | Agilità 262 | Forza 101


    CITAZIONE
    TECNICHE
    Un semplice accumulo di gravitoni, magari per un effetto potenziato (narrativamente), non una mera tecnica.

    CITAZIONE
    EQUIPAGGIAMENTO

    # Black Pinafore Kimono [Costume] - Color Nero
    # Waki-Chain [Offensivo] - Danni Medi - Peso [2]
    # Kunai [Offensivo] - Danni Medi - Peso [2]
    Renji Yomo, Tokyo Ghoul | Code © Only for MHA GDR.
     
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    Il corvino non si aspettava un lavoro semplice, ed era giusto così. Alla fine non aveva neanche una delle caratteristiche basilari per un lavoro non complesso. Doveva confrontarsi con un criminale possibilmente letale, doveva stare attento data l'affluenza elevata di forze dell'ordine, ed in più, era completamente da solo, in caso di emergenza non avrebbe ricevuto alcun supporto. Era una situazione terribile però? No, era comunque una cosa più che fattibile, e quello era stato il punto di vista del ragazzo per tutto il viaggio in autobus. Ma ora che era davvero arrivato, poteva confermare quella situazione? La risposta era ancora una volta negativa. Non era da solo, e ciò era decisamente un'problema. Non aveva la minima idea sulle possibili intenzioni di quei due ragazzi. Potevano essere lì per uccidere il sagrestano, potevano essere lì per consegnarlo alla legge, magari erano dalla parte di Homura stesso, quest'ultima non era un opzione così improbabile. Perchè? Semplice, le loro scarpe erano sporche di sangue, come si poteva evincere dalle impronte che lasciavano. E non c'erano grandi possibilità, diciamo che probabilmente non erano di ritorno da una gita in macelleria.
    Era stato proprio per questo che Daisuke aveva avuto una reazione tanto rapida, non ci aveva nemmeno riflettuto troppo. Sia che fossero lì per ucciderlo, sia che fossero lì per salvarlo, erano degli ostacoli sul tracciato che Yami gli aveva affidato. Forse ci sarebbero state vie migliori di quella scelta dal ragazzo, forse parlare avrebbe prodotto effetti maggiormente positivi, o magari sarebbe stato meglio attaccarli frontalmente, cercando di neutralizzarli rapidamente - sebbene il giovane fosse alquanto sicuro che non ne sarebbe stato in grado - liberandosi del tutto del problema.
    La situazione però, quasi come se il ragazzo si fosse ritrovato in un qualche romanzo giallo di bassa lega, non faceva che dargli nuovi fonti di stupore. Improvvisamente, uscendo praticamente dal nulla, una figura scura emerse al di sopra dell'altare sacro della cattedrale. Il corvino riconobbe perfettamente quella figura, non che fosse difficile come cosa. Ma ciò non migliorava la situazione, la rendeva solo più complessa. Cosa ci faceva Yuya lì? Era stato mandato da Yami come supporto? Magari la fiducia della giovane svedese nei confronti di Daisuke, era talmente bassa che non si fidava nemmeno nel lasciargli quella singola missione. Il giovane ragazzo sorvolò completamente la situazione reale, ma non poteva farci molto, il suo cervello era composto da una strana ingenuità che quasi deificava la figura della ragazza albina, sebbene non fosse certamente una persona così "brillante" come piaceva immaginare a Daisuke. Una cosa era certa però, la presenza di Yuya era un vantaggio enorme. Non solo era una persona di cui si fidava, ma era anche una possibile uscita di emergenza super-funzionale. Se la situazione fosse degenerata in maniera esagerata, non ci sarebbero stati molti problemi nello scappare con il mutante, anzi, sarebbe stato sicuramente più facile che scappare con i suoi portali a corto raggio.
    Stava succedendo tutto troppo rapidamente però, era proprio per questo motivo che Daisuke si rese conto solo dopo qualche secondo, che uno dei due ragazzi aveva colpito il suo "obbiettivo" al volto, o almeno così il corvino immaginava. Non aveva assistito alla scena, si era solo reso conto della contusione sul volto dell'uomo dalla pelle scura. L'arrivo di Yuya aveva raccolto tutti i pensieri del ragazzo, come quando ci si concentra su una singola mosca durante una lezione, e si perde la cognizione di quello che succede intorno ad essa. E Daisuke non si era reso conto di Homura per un qualche motivo elegante, no, aveva sentito il suo urlo, e si era prontamente rivolto verso la sua figura. Era una situazione inaspettata, anche perché il membro di ETERNIUM non aveva la minima idea di cosa potesse averlo colpito. Sembrava un qualcosa di relativamente pericoloso però, a giudicare dalla potenza con cui l'uomo dai capelli bianchi era stato sbalzato contro il muro.
    Il Carro si voleva avvicinare a quelle due figure in lotananza, ma aveva paura che i due uomini potessero rientrare, causando danni maggiori, magari andando a colpire il suo stesso collega, pensando che fosse un alleato di Homura e che fosse lì per aiutarlo. E come immaginava, in giro di davvero poco tempo, le due figure che aveva respinto all'esterno della porta rientrarono dentro alla grande cattedrale. Il sangue che veniva trasportato dalle loro scarpe era visibilmente aumentato, ciò faceva intuire che il cadavere - o forse più di uno - fosse direttamente all'esterno dell'edificio, probabilmente una guardia incaricata di osservare gli ingressi. Non era un bel segno, il resto dei poliziotti lì presenti non ci avrebbe messo molto a notare la mancanza di quella guardia, che fosse per una mancanza di contatti, o che fosse per una semplice ronda di controllo attorno al perimetro della chiesa. E proprio in quel momento, avrebbero ottenuto una motivazione per entrare nell'edificio e neutralizzare il sagrestano. Quella sarebbe stata una vittoria per Daisuke, a dire il vero, però non sarebbe stata corretta. Doveva avere il tempo di elaborare un piano di fuga, soprattutto ora che Yuya si era "intromesso" in quella missione "solitaria". Doveva trovare un modo per comunicare con lui. E doveva farlo in fretta. E doveva anche capire come gestire la situazione con quelle due persone di troppo. Non sarebbe stato adatto andarci in maniera offensiva, ma non doveva nemmeno dimostrarsi amichevole. Non poteva macchiare l'immagine del gruppo alla sua prima missione.
    "Non vorrei affiliarmi a degli assassini, se devo essere totalmente sincero" - la voce del corvino era brusca, ma non lasciava trasparire una leggera tranquillità, era ovviamente un'immagine di facciata, però sarebbe stato meglio se il ragazzo mascherato l'avesse presa come un affermazione impavida. Mentre parlava, gli occhi di Daisuke si spostarono in maniera abbastanza eclatante sulle impronte lasciate dal ragazzo, cercando di far intendere ciò che aveva dedotto. il corvino aveva imparato a ripudiare la morte in quei tre anni di "pellegrinaggio". Infatti faceva fatica a guardare quelle impronte insanguinate, senza far arrivare alla sua mente il forte odore di ferro, e quella sensazione di inutilità che aveva provato per lungo tempo dopo la morte del ragazzo. Però era un criminale, doveva impare ad affrontare la morte faccia a faccia, sebbene non fosse interessato nel causarla, e tantomeno nel riceverla. In generale però, sebbene non avesse la minima idea di chi fosse quella persona mascherata, ma non si fidava affatto, erano presenti troppe variabili sulla sua persona, sarebbe stato troppo pericoloso far finta di niente.
    La situazione però, era cambiata leggermente nel momento in cui la seconda persona mostrò il suo volto. Sentiva di averlo già visto da qualche parte, quella chioma albina non era nuova tra le sue sinapsi, però non era affatto sicuro di ricordarsi bene chi fosse quella persona. Magari osservandolo più a lungo avrebbe ottenuto una risposta, ma aveva davvero la possibilità di perdere tempo? No, era una risposta più che ovvia. E ciò era diventato ancora più chiaro nel momento in cui parlo, voleva far scappare gli ostaggi, un'azione sicuramente nobile, ma utile? Non troppo a dire il vero, avrebbe ridotto in maniera esponenziale il tempo disponibile, in assenza di ostaggi la polizia non avrebbe avuto problemi ad entrare alla fine. E chi dava la certezza che Homura non avrebbe agito per fermare la fuga di quelle cinque persone? Era ok rischiare di alterare una personalità così pericolosa? Sì, sembrava davvero interessato a Yuya, o perlomeno all'immagine occultata del ragazzo, ma non sarebbe stato così facile scomettere sulla sua fermezza in una situazione tanto svantaggiosa. In generale però, Daisuke non avrebbe avuto molto tempo per pensare, meglio agire in fretta. Perciò, avrebbe chiuso i tre portali aperti per far fuoriuscire i due ragazzi, e ne avrebbe aperti altri due. Il suo piano era semplice, avvicinarsi velocemente a Yuya, così da poter avere un contatto diretto. Aveva bisogno di comprendere la situazione, dato che la presenza del suo collega, poteva solo voler dire una cosa. Yami aveva avuto un cambio di piani, e aveva scelto di agire per arginare i problemi. Se Homura non avesse fermato gli ostaggi, la polizia sarebbe entrata nell'edificio in giro di poco, non aveva più senso preoccuparsi di consegnarlo alla legge. La cosa più importante era evitare possibili problemi gravi. Perciò, il ragazzo avrebbe rapidamente aperto due portali. Uno sotto ai suoi stessi piedi, e l'altro a meno di un metro di distanza dall'altare, dove il suo compagno era maleducatamente innalzato. In assenza di problemi, avrebbe anche cercato di parlare rapidamente con il ragazzo, cercando di tagliare direttamente al punto dei suoi dubbi.
    "Cosa succede? Perché sei qui? Va tutto bene?" - quasi ironicamente, il ragazzo dai corti capelli neri, era più interessato al suo collega di ETERNIUM, piuttosto che al famoso criminale che si ergeva al suo fianco, sebbene non fosse sollevato sull'altare stesso. Sperava vivamente che fosse lì solo per dare supporto, e che non ci fosse stato un cambio di piani a causa della sua incompetenza.
    Daisuke Okada | Livello 7
    Quirk: 255
    Forza: 205
    Agilità: 260
    Energia: 660-15=645

    Condizione Fisica

    XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX




    Equipaggiamento e Tecniche

    -Difensivo- Shocker (Doppio)
    Danno: Danni lievi +[Stordimento]
    Durata: Permanente.
    Peso: [2]

    -Costume- Suit
    Effetto: Resistenza danni medi + Resistenza elementale media
    Peso: [0]

    -Curativo- Teruko's Blood (x1)
    Effetto: Cura Danni [Medi]. [Diminuisce gli altri di due step.]
    Peso: [1]

    -Supporto- Granata Narcotica (x2)
    Effetto: Dopo 1 turno -5 in riuscita. dopo 2 turni effetto narcotizzante leggero
    Peso: [2]

    NOME TECNICA : Portal Creator Lv.3
    DESCRIZIONE : Daisuke può concentrarsi per creare un portale nel giro di poco più di un secondo, questo portale sarà completamente da lui impostato, la massima distanza dal suo corpo è di 25 metri e con una grandezza complessiva di altezza e lunghezza di 1 metro, la massima quantità di portali creabili è di 16, e quelli creati vengono automaticamente fatti scomparire dopo 24 ore dalla propria creazione.
    COSTO:
    Portali dal 1° al 8° = 15 ( a portale )
    Portali dal 9° al 16° = 25 ( a portale )




     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    Yuya non sapeva cosa si era aspettato, ma ovviamente il sagrestano non lo riconobbe. Ne fu deluso, ma si lasciò ricadere il casco sulla testa come se nulla fosse successo. Non poteva rischiare di essere visto da altri.
    Troppo concentrato sulla scena che gli si era presentata davanti agli occhi, ignorò totalmente tutti gli altri avvenimenti all'interno della chiesa. Cos'era quella patetica recita?
    Patetica, ma convincente. A Yuya sembrava sincero e quella cosa non gli piaceva per niente. In quel frangente non era nemmeno in grado di riconoscere il fatto che per il sagrestano lui, lì in piedi sull'altare, nel centro del suo logo di culto, doveva rappresentare la più profana delle bestemmie.
    Eppure, il braccio in avanti, per afferrare, con gli artigli, il libro sacro, lo tese comunque. Afferrò il tomo, fremendo di una curiosità che si sforzò di reprimere e lo strinse fra le dita. Una parte di lui avrebbe voluto aprirlo e leggerlo immediatamente, a costo di rovinarsi gli occhi a causa della penombra della chiesa, l'altra gli stava dicendo che c'erano questioni più urgenti a cui far fronte.
    Era sicuro che lì, all'interno di quel libro ci fossero tutte le risposte di cui avevano bisogno, sia lui per chiarire ciò che era successo in passato. Sia Yami, forse, che sembrava aver deciso che proteggere quell'uomo fosse la scelta giusta. Forse sapeva alcune cose e quello era l'ultimo tassello di cui aveva bisogno per completare il puzzle. O forse era solo buona e Yuya si stava facendo le solite mille paranoie per niente. Yuya avrebbe voluto rispondere, dire che era comodo scaricare la colpa e la responsabilità delle proprie azioni su Dio o sul Diavolo, in modo da non essere in torto con sé stessi. Ma la verità era sempre e solo una: non era quello che il sagrestano avrebbe voluto sentirsi dire e Yuya doveva prima portarlo dalla sua parte, portarlo a vederlo come una figura positiva, per poterci parlare.
    Proprio in quell'istante, udì la voce di Daisuke alle sue spalle. Il ragazzo lo riscosse dalla sua trance e Yuya gliene fu grato. Guardò il sagrestano e sferzò l'aria con la coda, prima di rialzarsi in piedi dalla posizione quasi in ginocchio che aveva assunto precedentemente.
    «Lo farò. Anzi, lo faremo. — mormorò, posandosi una mano sul cuore. — Eternium prenderà in custodia il tuo volere.» asserì, teatrale abbastanza da esser sicuro di convincerlo delle sue buone intenzioni. Metterci un nome criptico nel mezzo faceva parte del piano, era equivalente a dire "hai degli alleati". Non che Yuya morisse dalla voglia di allearsi con l'uomo che era stato complice del reverendo Bolek, diciamolo.
    A quel punto, indietreggiò di un passo, in modo da arrivare sul bordo dell'altare e si voltò appena, pur sempre tenendo d'occhio l'uomo di colore, e schioccò le dita in direzione di Daisuke, per attirare la sua attenzione. Non poteva dargli ora spiegazioni dettagliate, ma la scena doveva averla vista anche lui. Quello era un uomo disperato, aveva paura della polizia, com'era giusto che fosse, ma c'era una parte del discorso che a Yuya non quadrava: "Loro non vogliono".
    Loro, la polizia? Era impossibile. Stava forse insinuando che la polizia fosse corrotta? A Yuya pareva impossibile anche quello, ma sapendo bene come andava il mondo non escluse che qualche membro potesse esserlo e che Homura potesse aver paura di quelli. Perché, in fin dei conti, non sembrava aver paura di morire.
    «Puoi metterlo nella stanza vuota? Dobbiamo far arrivare questa cosa a Yami. Credo ci aspetti una lettura molto interessante sussurrò, usando una sorta di parola in codice che era certo che Daisuke avrebbe capito. Fra una varia chiacchiera e l'altra, ormai le conosceva le potenzialità dei quirk dei membri di Eternium. Era un po' arrogante da parte sua il supporre che Daisuke accettasse di collaborare, ma andava bene così: Yuya era arrogante. E non avrebbe accettato che qualcuno si intromettesse in quel delicato momento. A costo di ucciderlo con le sue stesse mani.
    Se Daisuke avesse accettato, prendendo in custodia il libro, Yuya si sarebbe voltato di nuovo verso il sagrestano.
    «Sono dalla tua parte. — avrebbe detto. Era vero? No. Era lì per mettere la parola fine a tutto quello. Ma doveva pensare a cosa Homura avrebbe voluto sentirsi dire in quel momento. — Quindi dimmi, perché tutto questo?»
    Villain scheda LVL 7 ART © code ©
    FRZ: 220 ; QUI: 270 ; AGI: 235 ; EN: 630
    TECNICHE & EQUIPAGGIAMENTO [Click!]
    • Tecniche usate: //

    • Equipaggiamento [6/6]
    Black Panther [Costume + Casco]: Quando Yuya entra in azione cela la sua identità grazie ad uno speciale costume composto da una maglia e da dei pantaloni separati fra loro, entrambi aderenti e dal color nero pece. Il tessuto è in fibra di carbonio, materiale molto resistente in grado di fornire una difesa basilare, senza tuttavia limitare i movimenti. Porta dei lunghi guanti che si fondono con le maniche della maglia e che in corrispondenza della punta delle dita hanno degli artigli affilati, taglienti ed intrisi di una droga che inibisce i sensi. Abbinato ad esso, un casco integrale, nero, rigido e antiurto, che gli cela completamente i lineamenti, e dal design pare ricordare vagamente le sembianze di una pantera.
    ► Effetto Suit: Protegge da danni [Medi] fisici ed elementali.
    ► Effetto Helmet: Protegge da danni [Gravi] alla testa.

    Lynx's Claw [Supporto]: Sono un paio di guanti tessuti con lo stesso materiale del costume di Yuya. Gli sono stati regalati da Chris. Sopra ogni dito ci sono degli accessori metallici dalla forma di un artiglio, che possiedono delle lame retrattili dalla lunghezza di due centimetri. Esattamente come degli artigli, sono degli ottimi strumenti di supporto per arrampicarsi e infliggere graffi. Inoltre le lame secernono una lieve droga eccitante, che se entra a contatto con il sangue nel giro di qualche minuto inebria e confonde i sensi del bersaglio, rendendolo facilmente vulnerabile.
    ► Effetto: Stordimento [Lieve]
    ► Peso: [2]

    Senketsu [Offensivo]: Senketsu (letteralmente "sangue fresco") è un kusarigama molto leggero. Ad un'estremità della catena è collegata una piccola falce ricurva, all'altra un peso in piombo, simile per aspetto alla testa di una mazza chiodata. Tale peso è l'arma vera e propria, usata per colpire l'avversario prima che riesca ad avvicinarsi o per bloccargli la spada; il falcetto viene usato solo per finire l'avversario una volta reso inerme. Yuya si sta ancora chiedendo il motivo per cui l'ha comprata, ma una certa donna, una volta, gli ha detto che andarsene a giro disarmati non è proprio una bella cosa.
    ► Danno: Medio (taglio)
    ► Peso: [2]

    Smoke Bombs (x1) [Supporto]: ► Peso: [1]
    Poison Counter (x1) [Curativo]: ► Effetto: Cura Avvelenamento [Medio] ► Peso: [1]
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    Yuya afferrò il libro sacro che il Sagrestano gli aveva indicato, stringendolo nelle sue mani coperte dalla tuta demoniaca di colore nero. Aveva deciso in un certo senso di fidarsi dell'uomo inchinato di fronte a lui, e difficilmente avrebbe sbagliato: se anche quel libro si fosse rivelato una normalissima Bibbia e facesse tutto parte del mondo immaginifico ormai corrotto della mente dell'uomo, lasciarlo lì ed ignorarlo sarebbe comunque stata la scelta peggiore.
    Le due presenze che il Carro di Eternium aveva fatto uscire dall'edificio sacro vi rientrarono in realtà in fretta, specialmente l'assassino di Aogiri. Nonostante il loro obbiettivo sembrasse il medesimo, non sembravano essere riusciti a comunicare nel modo giusto per riuscire a mettere in campo un'alleanza, vuoi per la follia omicida che lentamente stava prendendo di nuovo possesso del corpo di Zhen o vuoi per la moralità dell'albino inglese che, pur volendosi vendicare del Sagrestano, sembrava comunque voler limitare il più possibile le vittime esterne.
    Tornato all'interno della Chiesa, l'anglosassone decise di accantonare almeno per il momento la sua voglia di vendetta per preservare l'incolumità di quelle persone che, seppur in numero esiguo, sembravano intrappolate all'interno dell'edificio. Urlando cercò di attirare la loro attenzione per permettergli di fuggire dall'uscita alle sue spalle, la stessa da cui lui e il criminale conosciuto al mondo come "Cutter" avevano varcato per ben due volte in pochi minuti. L'operazione ebbe esito positivo e, a complicare la comprensione del tutto, ebbe anche il benestare del presunto persecutore. Homura era infatti ancora in ginocchio di fronte all'altare, il suo volto catatonico osservava come ipnotizzato la Bibbia che Yuya, anzi, Nocturne stringeva al petto.
    Quelle poche persone presenti in Chiesa non se lo fecero ripetere due volte: come dei folli, anche un po' troppo incautamente, si fiondarono verso l'esterno mentre Zhen si avvicinava lentamente all'altare. Una volta giunti fuori, tutti i presenti in Chiesa avrebbero potuto sentire le loro urla: la visione dei corpi dei poliziotti a terra in una pozza di sangue non appena messo piede fuori dall'inferno non era certo delle più rassicuranti, considerando anche che il Sagrestano era entrato da un'altra parte. Difficilmente alla polizia sarebbero sfuggite quelle urla e, una volta appreso della fuga degli ostaggi, la burocrazia avrebbe probabilmente visto una brusca impennata. Insomma, le persone lì presenti non erano gli ultimi arrivati nel mondo del crimine e tutti, tranne il Sagrestano quasi in stato di trance, non ci avrebbero messo molto a capire che quell'evento segnava l'inizio di un conto alla rovescia su una bomba molto, molto pericolosa: nel giro di qualche minuto quella Chiesa si sarebbe riempita di Eroi come fosse la messa domenicale e nessuno di loro sarebbe probabilmente voluto essere lì quando questo sarebbe accaduto.
    Dalla mia parte... - borbottò alle parole di Yuya dietro la sua maschera felina - Abbiamo tutti un unico scopo... - riprese le parole di Zhen che, ormai a cinque metri dall'altare, era probabilmente diventato un'altra voce nella sua allucinazione. Molto probabilmente Homura stava vivendo una sorta di tribunale divino: conscio di essere ormai al probabile termine della sua vita, le tre figure nere che lo circondavano dovevano sembrargli una qualche sorta di boia inviato da Dio per giudicarlo e punirlo. Ash era ancora distante, nella penombra, e il Sagrestano non sembrava averlo percepito. Le sue parole di incitamento per la fuga degli ostaggi di poco prima gli erano probabilmente sembrate poco più che un brusio di sottofondo, voci di un antico ricordo.
    Non— NON SONO UN ASSASSINO! - urlò portandosi la mano alle tempie in reazione alle parole di Daisuke, dirette a Zhen e probabilmente anche ad Ash ma da lui percepite come un'accusa personale. Il suo sguardo si infiammò per un attimo mentre delle scintille iniziarono a svolazzare attorno a lui come lucciole in una calma notte, ma quello sprazzo di follia sembrò consumarsi al passaggio di una mano di fronte al suo volto.
    Ho sbagliato in passato... Sì, lo ammetto. Ma... - iniziò a borbottare sovrastato dall'ombra dell'imponente croce alle sue spalle - Ho chiesto perdono... Dio mi ha perdonato... E allora perché loro... - riprese tra i singhiozzi - Mi hanno preso... E mi hanno rigettato in questa gabbia di leoni... Per cacciarmi... Uccidermi... - si interruppe mentre un grido lancinante sembrò quasi cavare il suo petto dall'interno - Sono disposto a morire... Ma solo qui. Qui, dove ho commesso i miei peccati... - concluse quindi tra i singhiozzi disperati - Perché tutto questo... E' ciò che chiedo io a voi...
    Le sue dita ossute erano fisse sull'altare e lo stringevano con incredibile foga e lucidità. Il suo linguaggio del corpo tradiva le sue parole, in una bizzarra ambiguità tra una sanità forse solo apparente nella rigidità delle sue membra e i deliri di un folle che sembravano fluire nei pensieri in disordine che esprimeva a voce quasi come stesse parlando da solo. Si trattava forse del corpo di un soldato che, convertitosi a soldato di Dio, non sembrava voler abbandonare la disciplina neanche quando la stessa sanità mentale sembrava voler abbandonare quel ricettacolo. Si trattava del corpo di un uomo che aveva visto quattro continenti, viaggiato per ore, imparato numerose lingue. Anche quello che fino a pochi giorni prima sembrava un criminale senza rimorsi era invece il più semplice degli uomini. Un uomo spezzato, quasi incapace di reggersi sulle sue gambe, che aveva solo cercato il posto a lui più congeniale per morire. E che sembrava averlo trovato, finché quattro sconosciuti non si erano imbucati al suo funerale.


    Danni medi al volto



    CITAZIONE
    Ordine: Master, kekko4000, _JoJo_, DualSlayerBlade, Ryuko.
    Yuya e Daisuke si trovano vicino al Sagrestano, a meno di un metro da lui. Zhen si trova a cinque metri da loro, alla loro sinistra nonché alla destra del Sagrestano, che è rivolto verso di loro. Ash è a dieci metri dalla scena, dista quindi solo cinque metri da Zhen e si trova alle sue spalle. A voi la parola!
     
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    Zhen Lubbock

    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato da altri



    In quel momento, il suo unico pensiero era come uccidere il Segrestano, era così vicino, a pochi passi da lui, ma un movimento brusco e sicuramente i tre intorno lo avrebbero fermato in qualche modo, tenendo conto che uno di loro aveva la capacità di teletrasporto. Con un volto finto aveva provato a collaborare con loro, in qualche modo, ma a quanto pare nessuno gli aveva risposto, probabilmente perché non si fidavano ancora di lui, perché mai dovevano farlo, non mostrava nemmeno il suo volto e di sicuro le orme di sangue lasciate dietro non potevano dare sicurezza. La situazione peggiorò quando l’uomo dietro di lui decise di far fuggire gli ostaggi all’esterno.
    Che diavolo sta facendo?!
    Avrebbe pensato nervoso mentre osservava quell’uomo, lo stesso che era stato nascosto dietro per tutto il tempo, incitare le persone a prendere l’ingresso al retro della chiesa, la stessa da cui erano appena entrati. Sapeva che quel gesto non avrebbe portato niente di buono, avrebbe dato il via libera alla polizia e ora questi non avevano nessun motivo nel rimanere all’esterno della chiesa a guardare, però, il sadico, in quel momento era costretto a non dire nulla, era ancora in minoranza e qualsiasi mossa sbagliata forse lo riavrebbe riportato fuori. Ora non aveva veramente più tempo, era solo questione di minuti, anzi, forse secondi, prima che le porte principali sarebbero state sfondate da decine di poliziotti armati e eroi, la situazione di certo non migliorò quando, una volta fuori, gli ostaggi iniziarono ad urlare vedendo i cadaveri impregnati di sangue, ora si che gli agenti sarebbero stati in guardia, forse quella scena avrebbe dato al sadico più tempo, magari la polizia avrebbe pensato che ci sarebbero stati dei complici col Segrestano e dovevano rivedere il loro piano di azione, però il tempo a disposizione rimaneva comunque poco. Ora non poteva più rimanere a guardare, era il momento di fare qualcosa. Doveva pensare ad un piano e anche alla svelta. Con il volto rivolto verso l’altare, sembrava che la persona alle sue spalle avesse un qualche risentimento verso l’uomo senza maglia mentre, al contrario, i due nuovi arrivati avevano detto esplicitamente che lo avrebbero protetto, anzi precisamente, che stavano dalla sua parte, ma sicuramente non lo avrebbero fatto uccidere da un assassino qualunque. Poteva pure sfruttare in qualche modo la persona dietro di lui, il problema era che non conosceva il suo quirk, in più, per qualche strana ragione, aveva il presentimento che in qualche modo lo avrebbe rallentato o perfino bloccato, gli dava l’impressione di quella persona, che dopo aver scaricato un po' della sua rabbia su qualcuno, alla fine, come atto di pietà lo avrebbe lasciato andare, e di certo questo non gli sarebbe tornato utile, il suo obiettivo era di ucciderlo, anche se non sapeva se alla fine lo avrebbe fatto, si trovava comunque in svantaggio numerico, in più non conosceva nemmeno l’unicità della persona vestita di nero, ma per lo meno aveva alcuni aspetti favorevoli, se avesse attacco avrebbe avuto il vantaggio dell’attacco a sorpresa siccome non conoscevano il suo quirk, in più conosceva l’individuo che lo aveva teletrasportato, ovvero, il ragazzo accanto all’uomo con la coda, aveva appena utilizzato la sua unicità per dirigersi da lui. La persona senza maglia ricominciò a blaterale, ma Zhen non diede molto peso alle sue parole, non gli interessava, dopo aver utilizzato resistence sulla propria cotta di maglia, iniziò a concentrarsi più del dovuto, fino a quel momento aveva tenuto discretamente attiva la sua abilità, percependo in grosso modo i materiali in metalli intorno, ora però, iniziò a concentrarsi solamente su di essa. Si girò di 180 gradi, con la faccia rivolta verso l’ingresso principale dell’edificio e per tutta la durata del discorso tenne gli occhi chiusi, coperti dalla maschera antigas, il suo obiettivo era di percepire solo i materiali che si sarebbe servito ed escludere, o per lo meno, di dar minor peso a tutto il resto che non gli interessava sentire, come lo scheletro dell’edificio e le cornici dei quadri appesi e altri oggetti insignificanti. Il tempo diminuiva e aveva a disposizione un solo attacco, ma in questo attacco avrebbe dato tutto se’ stesso. Forse il Segrestano aveva ragione, lui non era un assassino, forse non aveva mai ucciso nessuno, non era la prima volta che persone importanti incolpano i più deboli, facili da manipolare per scaricarli tutte le colpe in modo da sembrare innocenti e privi di peccato, però, quella sera in quella stanza, c’era un assassino che non avrebbe sicuramente biasimato nell’uccidere ogni singola persona presente, ma purtroppo si sarebbe solo limitato a farne fuori solo una. Dopo circa un paio di secondi dopo il discorso dell’uomo inginocchiato, ora che forse gli individui intorno avevano l’attenzione puntato su altro, dopo un piccolo sorrisetto stampato sulla faccia, avrebbe dato inizio al suo piano. Avrebbe cercato di compiere movimenti rapidi e precisi, non poteva farsi sfuggire quell’uomo così tanto vicino a lui. Di scatto aprì gli occhi e afferrò i due pugnali che aveva nella fascia obliqua lungo il suo petto, probabilmente questo gesto lo avrebbe visto solo l’uomo davanti, contemporaneamente avrebbe utilizzato fission sulla punta della lama ricurva che l’uomo vestito di nero teneva appeso sulla sua destra, avrebbe staccato circa 25 cm e avrebbe utilizzato immediatamente Instant Explosion sulla stessa parte, da quella distanza avrebbe sicuramente colpito tutti e tre, e se avesse avuto fortuna, molti frammenti di metalli avrebbero colpito la faccia del Segrestano siccome si trovava ancora inginocchiato. Durante le esplosioni, Zhen si girò di scatto e avrebbe effettuato uno scatto di circa un metro a destra, voleva prendere di mira la persona che aveva il potere del teletrasporto, forse, lo avrebbe costretto a farlo fuggire in modo che non lo avrebbe più infastidito e poteva concentrarsi completamente sul suo obiettivo, e sfruttando la temporanea confusione delle persone presenti, lanciò le due lame, una in direzione del Segrestano mirando al suo busto e l’altra verso l’individuo alla sua destra mirando alla sinistra della sua testa, non voleva colpirlo, ma quando l'arma avrebbe varcato la soia di oltre 50 cm del ragazzo (sempre se fosse riuscito ad arrivare), sarebbe stato ridotto in mille pezzi, per via della tecnica del ragazzo, e forse avrebbe colpito ancora una volta tutti e tre gli individui sull’altare, compiendo due esplosioni concatenate nel giro di nemmeno 2 secondi. Il piano di Zhen era di utilizzare un’esplosione dopo l’altro, non voleva dare tempo ai nemici di reagire, in modo che, non solo li avrebbe confusi ma li avrebbe anche danneggiati. Subito dopo il lancio delle lame, afferrandolo dalla cintura, avrebbe attivato la smoke buttandolo 2 metri più avanti, nel mentre, scattò in modo obliquo per un altro metro e mezzo a destra e un metro davanti e sarebbe arrivata la terza ondata di esplosioni. Avrebbe utilizzato ancora fission, questa volta sulle catene della stessa arma di prima dell’uomo vestito in nero e avrebbe utilizzato ancora una volta Instant Explosion. Appena il fumo avrebbe nascosto tutti nell’area, richiuse gli occhi, concentrandosi solo sulla sua abilità, ora questa era diventata la sua vista, mentre gli altri, forse, non avrebbero visto niente dentro a quel fumo nero. Dietro erano presenti le lame che teneva con sé l’uomo, mentre davanti forse sarebbe rimasta attaccata alla cinta la parte rimanente dell’arma, e se avesse avuto fortuna, il pugnale lanciato avrebbe colpito il Segrestano, rilevando la sua posizione, l’unico problema era il ragazzo che poco prima si era teletrasportato sull’altare, ma per lo meno, per la maggior parte delle unicità per essere attivate su dei punti precisi, si ha bisogno di vederli, e forse valeva lo stesso per lui, fino a quando il sadico si muoveva nascosto nella cortina di fumo non poteva essere rintracciato e sarebbe stato difficile attaccarlo. Camminando in avanti per circa 50 cm, rapidamente con la mano destra avrebbe utilizzato il C.L.O.S.E.T che aveva nella cinta, in modo da prendere la pistola, mentre con la mano sinistra avrebbe preso una delle cariche in modo che appena fosse terminato il timer dell’oggetto e fosse comparso, avrebbe caricato l’arma, pronto per un eventuale uso.



    Parametri

    Zhen Lubbock- lvl 6
    Energia 365(530 - 165)
    Forza 186
    Quirk 81
    Agilità 258
    Stato: Illeso


    Tencniche & Equipaggiamento


    Equipaggiamento: Cotta di maglia (resistenza danni lievi), guanti (+5 frz),Coltelli da lancio (6, Peso: [1], Danno: Lieve),Coltelli da lancio (0 (2-2), Peso: [1], Danno: Medio),Smoke Bombs (x2 (3-1), Peso: [1], Peso Totale: [3]),Maschera Antigas (Potenziamento 1, Filtri: [1]),Teruko's Blood (x1, Peso: [1]),Poison Counter (x1, Peso: [1], Effetto: Medio), Pistola (3 ricariche).

    Abilità: Zhen, è in grado di percepire in tempo reale tutti i materiali di metallo intorno a lui, entro un raggio di 10 metri.

    Tecniche:
    CITAZIONE
    Instant Explosion lvl 3
    DESCRIZIONE: l'oggetto viene compresso con una forza elevata in un punto di esso, dopo un lasso di tempo, dipendentemente dalla forma e quantità dell'oggetto in metallo (oggetto con peso minore di 1 chilogrammo e mezzo), pezzi di metalli vengono respinti verso l'esterno con una velocità elevata, provocando dei danni ai corpi circostanti.
    DANNI: Medio-gravi
    COSTO(in energia): 40

    Fission LVL 1
    DESCRIZIONE: può dividere o unire oggetti metallici (entro 5 metri).
    COSTO (in Energia): 10

    Resistance LVL 3
    DESCRIZIONE: la resistenza di un oggetto metallico viene aumentato o diminuita.
    DANNO: Medio-gravi
    COSTO(in energia): 25 + 10 mantenimento



     
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    KGlCSc5


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    I suoi gravitoni erano attivi. Ash poteva percepire l'effetto gravitazionale attorno a sé, come se tutto l'ambiente circostante fosse, in qualche modo, sotto il suo dominio. Una sensazione che ormai conosceva troppo bene, come la definiva lui: L'illusione che tutto ciò che lo circondasse, dipendesse da lui. Una sorta di buco nero, silenzioso, relativamente piccolo ma profondamente massiccio da poter risucchiare anche una intera stella dalle dimensioni di Altair. Se ne sta lì, impercettibilmente immobile e pronto a divorare qualsiasi cosa che gli si avvicini. E in quella Cattedrale, Ash riusciva quasi a sentire il peso delle panche che lo circondavano, del ragazzo mascherato avanti a lui, i grossi lampadari appesi e probabilmente anche coloro che erano sull'altare.
    Ash era pronto a scattare al minimo segno di ostilità ma non dopo essersi accertato che gli ostaggi fossero fuggiti dalla porta alle sue spalle. E poté "sentire" anche loro, quando gli passarono accanto a passo serrato, legati ed imbavagliati. Percepiva i loro singoli pesi, per poi sentirli svanire lentamente una volta entrati nel corridoio che li avrebbe condotti all'uscita.
    Fate in fretta, io cercherò di tenerlo buono fino all'arrivo dei rinforzi!
    Avrebbe teatralmente detto Ash ai cinque ostaggi mentre questi si affrettarono a raggiungere la libertà.
    Voleva far si che loro fossero i testimoni perfetti per poterlo scagionare, nel caso le forze dell'ordine lo avessero colto all'interno. Lui doveva passare per: "Il ragazzo che ci ha fatto scappare!".
    Aveva imparato a sue spese il fatto di dover agire impulsivamente durante le situazioni critiche. Forse Ash, era veramente cambiato o semplicemente era cresciuto.
    Le grida di terrore che si susseguirono, confermarono che gli ostaggi avevano appena notato i cadaveri dei poliziotti.
    Erano fuori. E da quel momento in poi, avrebbero avuto tutti pochissimo tempo. Il tutto accadde sotto il suo occhio severo puntato sull'obiettivo, Homura, e sulle altre tre persone presenti in quel momento.
    Erano tutti lì per lui, il folle pluriomicida e non erano suoi complici. Diversamente, qualcuno di loro avrebbe cercato di impedire la fuga degli ostaggi.
    Magari avrebbero raggiunto il Sagrestano per scopi diversi ma quelle persone erano state attratte da Homura esattamente come lui. Mentre non aveva la più pallida idea di chi potesse essere il tizio mascherato, non si poté dire lo stesso per gli altri due che, se il linguaggio del corpo non lo ingannava, non avevano affatto un atteggiamento minaccioso o ostile nei confronti di Homura. Le sue suppliche, il suo delirio di apparente innocenza non lo convincevano affatto, però
    "E gli ostaggi chi ce li avrebbe messi?" Avrebbe dedotto lo stesso albino.
    Homura sembrava stesse quasi lottando con la parte oscura di sé e in tutto questo ci vedeva una sorta di sotto-testo. Reclamava la sua innocenza ma allo stesso tempo chiedeva di essere punito da quei due che aveva di fronte. Due persone che con un po' di attenzione non gli sarebbero sembrate così estranee.
    Considerato il mascheramento felino del primo, poteva dare l'impressione di essere un eroe, qualcuno arrivato lì per acciuffare il cattivo. Ma Ash non aveva mai stretto amicizie con eroi. La coda però non gli passò inosservata, in un primo momento non ci aveva fatto caso. Aveva una coda, un probabile mutant e forse un conto in sospeso con Homura. Per una frazione di secondo gli apparve l'immagine di un ex collega incatenato su una colonna con il folle Reverendo Borek nel ruolo del boia... e quell'ex collega aveva esattamente quel tipo di coda. Però non sembrava affatto minaccioso, sembrava quasi lo stesse ascoltando, non aveva capito bene tutto il discorso, quasi confidenziale, ma non riuscì a non farsi scappare quel nome durante il dialogo: Yami.
    Quel nome lo raggelò per qualche istante che per Ash sarebbero sembrati diversi minuti. Se davvero stavano parlando della "Witch", significava, forse, che il cerchio si doveva ormai chiudere.
    A quel punto, decise di affidarsi un po' al suo istinto e convincersi che forse le sue intenzioni erano sulla giusta strada. L'aspetto del secondo ragazzo, invece, un po' più giovane, gli sembrò qualcuno che aveva conosciuto principalmente per via del quirk teleporting. L'aspetto inoltre, anche se da quella distanza non poteva scorgerne in dettagli, gli sembravano sempre più familiari.
    Era giunto alla conclusione che, seppur riconoscendoli, non avrebbe potuto chiamarli per nome, non in quella circostanza almeno. Ash si era volutamente fatto riconoscere fisicamente così da poterli rasserenare. Non erano loro il suo obiettivo e non voleva essere attaccato da loro.
    Le arti marziali ti insegnano sia a difenderti e sia ad evitare di combattere, sfruttando tutto ciò che possa essere utile ad evitare uno scontro fisico. Ce la stava mettendo davvero tutta, li aveva anche interpellati ma non vi fu risposta. Probabilmente, era voluto, stavano temporeggiando, non volevano dargli corda.
    Forse tutti e tre avevano capito e stavano cercando di recitare ognuno la sua parte, come da copione.
    Però, era arrivato il momento di improvvisare, il ragazzo mascherato non aveva affatto delle buone intenzioni e i suoi gravitoni erano rimasti attivi per tutto il tempo proprio perché il suo istinto gli diceva che qualcosa sarebbe accaduto.
    Così fu. Il killer che aveva davanti compì dei rapidi movimenti con le braccia, lanciò qualcosa che sembrò frantumarsi in diverse schegge. Quando lo stesso scattò verso destra, Ash ne approfittò per sfogare l'accumulo di gravitoni che per qualche minuto aveva premurosamente caricato. Utilizzò la tecnica che aveva previsto di utilizzare, l'unica che in tali circostanze potrebbe in qualche modo, far perdere il controllo al nemico.
    Non appena il ragazzo mascherato, a qualche metro da sé, si spostò di colpo sulla destra, Ash stese il suo braccio sinistro nella sua direzione, con il palmo della mano ben aperto. Gli allenamenti condotti negli ultimi anni, lo aiutarono a miscelare il potere gravitazionale all'agilità marziale. Se avesse agito con il giusto tempismo, la tecnica di Ash avrebbe costretto il corpo dell'avversario ad essere letteralmente attratto a sé, ad una velocità pressoché simile a quella gravitazionale terrestre. Un po' come la velocità di un pallone da calcio che, dal primo piano di un palazzo, raggiunge il suolo della strada. La distanza tra i due era più o meno quella.
    Se la tecnica, quindi, avesse sortito il suo effetto, nel momento in cui il corpo del killer sarebbe arrivato a pochi centimetri da lui, con la mano destra Ash avrebbe estratto velocemente il suo kunai in carbonio dalla pettorina, mirando al fianco sinistro dell'avversario.


    Roy Ash O'Connor - Livello 7

    Energia 690 (-70)| Quirk 362 | Agilità 262 | Forza 101


    CITAZIONE
    TECNICHE
    Gravity Boost - III Stadio
    Il PG utilizza il suo corpo come punto di gravità, attirando persone o oggetti a sé nel raggio di 13 metri. Può essere effettuata su una persona/oggetto/struttura alla volta.
    Utilizzando un'arma bianca, il PG potrà concludere la tecnica facendo in modo che l'avversario venga colpito o perforato semplicemente tenendola ben salda in mano.

    ♆ Danni Stordimento/Sanguinamento
    ☩ Costo 70 PE

    CITAZIONE
    EQUIPAGGIAMENTO

    # Black Pinafore Kimono [Costume] - Color Nero
    # Waki-Chain [Offensivo] - Danni Medi - Peso [2]
    # Kunai [Offensivo] - Danni Medi - Peso [2]
    Renji Yomo, Tokyo Ghoul | Code © Only for MHA GDR.


    OFF: Ho postato ad una velocità fantozziana!
     
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    Come si doveva comportare? Daisuke avrebbe voluto fare questa domanda al suo compagno - nonché amico - Yuya. Era una cosa ovviamente retorica, non avrebbe mai perso del tempo, tanto prezioso in quel momento, per chiarire un suo dubbio. Ma quello era ciò che la sua testa pensava, il suo cuore la vedeva in modo diverso.
    Si sentiva preso per i fondelli, sebbene la situazione non fosse chiara nemmeno a lui. Evidentemente, gli altri membri del gruppo lo sottovalutavano pesantemente, proprio per questo era stato mandato Yuya. Il suo "cuore" vedeva solo quello, sebbene la realtà fosse parecchio diversa. Sì, era riuscito ad "evolversi" in quei tre anni, aveva compreso in modo più preciso le sfaccettature della sua personalità, ed era quasi del tutto riuscito ad eliminarne altre. Perché quasi? Molto semplicemente, non si sentiva completamente libero dai vincoli mentali, che nel passato dominavano ogni aspetto della sua persona. infatti, ancora oggi sentiva il bisogno di dimostrare la sua utilità, anche quando nessuno la metteva in dubbio. Forse era un problema di autostima, forse una paura di essere abbandonato fissa nel suo subconscio. La risposta non esisteva, e Daisuke non era nemmeno intenzionato a trovarla. Aveva già perso fin troppo tempo a migliorarsi, e aveva già realizzato che non avrebbe mai raggiunto il suo ideale di perfezione. Se voleva risolvere quel problema, prima doveva aiutare Yami ed ETERNIUM. Poi, avrebbe sicuramente avuto il tempo per risolvere quella pecca minore. La testa del Carro stava praticamente flluttando tra pensieri futili, ma venne fortunatamente riportata a terra dalle parole del Diavolo. Gli stava porgendo un libro, o per essere più precisi, una Bibbia. Daisuke aveva udito le parole che i due si erano scambiati, il suo interesse era stato sommario sì, però qualche parola l'aveva colta. Homura aveva fatto intendere che all'interno di quella Bibbia, erano presenti informazioni decisamente importanti. Una seconda parola che il ragazzo aveva sentito, era ETERNIUM. Yuya aveva detto un qualcosa inerente al gruppo, ma per quale motivo? In pochi avrebbero compreso l'importanza di quel nome, d'altronde quella che i due corvini stavano facendo, si poteva quasi considerare la prima missione, vera e propria, del gruppetto. Nessuno si sarebbe sentito più tranquillo dopo aver udito quel nome, non erano ancora abbastanza famosi. Che a Daisuke fosse scappato un qualche dettaglio? Magari no, magari era una cosa che Yami gli aveva tenuto nascosta di proposito. Avrebbe avuto senso stringere un legame con una persona di quel tipo? Gli ideali di ETERNIUM non andavano così tanto a braccetto con l'eradicazione dei quirk, anzi. Però bisognava anche mettere in conto, come Homura si stesse comportando, stava dicendo che non era colpevole alla fine. Magari era stato davvero usato, Daisuke non avrebbe fatto fatica a crederci, la persona che aveva davanti ai suoi occhi non gli ricordava affatto un serial killer pericoloso.
    Ma forse era ancora presto per giudicare, magari era tutta una messa in scena del Sagrestano, o di qualcuno che lo stava sfruttando. Gli ingranaggi del cervello di Daisuke, si stavano sforzando per trovare una soluzione, ma non riuscivano ad uscire da quel labirinto di pensieri. Forse la cosa migliore era lasciar fare al caso, e sperare che tutto potesse andare per il meglio. Sebbene quella fosse una cosa assolutamente poco apprezzata dal ragazzo.
    Qualunque fosse il caso però, fidarsi di Yuya non gli avrebbe dato fastidio. Lo riteneva un amico, ed era consapevole delle sue capacità logiche.
    " Certo, poi dovrai anche rispondere alle mie domande però. " - una volta finito di parlare, il Carro si inclinò leggermente per afferrare la Sacra Scrittura, che era stata però - perlomeno da quanto Yuya aveva detto - modificata dal criminale nero di pelle. Gli sarebbe piaciuto scappare nella stanza assieme a quel libro, ma sapeva anche lui che non era il momento adatto. Ci era voluto più tempo del dovuto a realizzarlo, ma Daisuke si era appena reso conto che la sua missione era appena terminata. Gli "ostaggi" erano riusciti a scappare, ma non sembravano troppo felici da ciò che era presente all'esterno della Cattedrale.
    Ciò, riduceva in modo ancora più drastico il tempo disponibile, l'opzione migliore sarebbe stata sruttare l'unicità di Yuya per scappare... gli occhi di Daisuke però, erano fissi su Homura, gli faceva pietà, si poteva capire quanto distrutto fosse, e come aveva pensato in precedenza, riusciva a specchiarsi nella sua figura. Una parte del suo cuore, voleva prenderlo a scappare da quelle chiesa, dicendogli di scappare all'estero e ricominciare da capo. Ma non sarebbe stata una cosa giusta, era un criminale, ed era chiaro che meritasse una punizione. Nell'aprire un portale alla destra del suo corpo, così da poter sfruttare la famosa stanza vuota citata da Yuya, lo sguardo afflitto del giapponese non si staccò dal volto del Sagrestano, provava un misto di tristezza e compassione per quell'uomo, ma non sapeva come esprimerlo a parole. No. forse era corretto dire che non voleva esprimerlo a parole. Lo sguardo del giovane, passò anche per il volto di Yuya, il quale aveva espresso un commento a dir poco importante, che però non aveva ricevuto alcuna risposta precisa. L'uomo daila pelle ebano non era decisamente nello stato mentale adatto per avere una conversazione sensata, questa era una cosa abbastanza chiara.
    In tutto questo, aveva scelto di "lasciar cadere" la Bibbia all'interno di quella stanza finta, perciò fece scomparire il suo braccio destro all'interno di quel portale, non facendolo apparire in nessun luogo reale, quella "stanza" era davvero il posto più sicuro in cui tenere le "memorie" - se così si vogliono chiamare - del Sagrestano. Era praticamente finita, gli bastava scappare ora, no? Magari Yuya ci aveva già pensato, ed aveva già pianificato un piano di fuga semplice e pulito. Tristemente, quest'idea di Daisuke, si rivelò essere decisamente solo un'idea. Successe tutto in modo alquanto casuale, imprevedibile, proprio per questo motivo Daisuke se ne rese conto decisamente tardi. L'arma sul fianco destro del Diavolo, si era in qualche modo spezzata, e all'improvviso era esplosa in mille frammenti, altamente veloci.
    Il cervello del ragazzo giapponese era inizialmente andato in panico, non si aspettava un attacco in quella situazione, aveva abbassato la guardia infatti, e ciò poteva rivelarsi fatale. Il suo cervello arrivò ad un'unica soluzione, senza possibilità di trovarne altre, una cosa forse positiva. Se aveva una singola opzione, non avrebbe perso tempo a fare una decisione, ma si sarebbe potuto buttare a capofitto, agendo in modo istintivo, una cosa abbastanza rara per il corvino. Perciò, la prima cosa che fece fu aprire un portale speciale, uno di quelli che usava raramente, proprio per le caratteristiche particolari che utillizava. Avrebbe provato ad aprire un Black Hole sulla sua destra, proprio come il portale che aveva aperto in precedenza - il quale invece sarebbe stato chiuso poco dopo l'estrazione del braccio, e l'apertura del secondo portale - ma ad una distanza leggermente maggiore, di circa 25 centimetri. Il suo piano era abbastanza semplice, attirare i residui di metallo e scagliarli fuori da uno dei vari portali che aveva lasciato aperti. Il pericolo maggiore sarebbe stata la velocità, ma era l'unica soluzione per proteggere tutte e tre le persone.
    Con lo sguardo, Daisuke avrebbe osservato le altre due persone rimaste all'interno della chiesa. In precedenza non aveva notato l'avanzamento di una delle due, la stessa che aveva proposto una collaborazione. Che fosse lui l'artefice di quell'esplosione? A giudicare dalle azioni della seconda persona, che sembrava concentrata a sua volta sul ragazzo con la maschera anti-gas, era l'opzione più plausibile.
    Se l'azione di quel "vigilante" - che era entrato lì dentro per far scappare gli ostaggi - fosse fallita. Daisuke si sarebbe prontamente nascosto dietro al portale aperto in precedenza, rimanenendo inginocchiato affianco all'altare. La sua speranza risiedeva tutta in quel singolo portale, non aveva senso crearne altri solo per magari peggiorare la situazione. Nel migliore dei casi, quella persona sarebbe stata attirata da quella forza particolare, e sarebbe stata automaticamente allontanata.
    Dipendeva tutto dalle abilità di quelle due persone alla fine, e ciò non era affatto una cosa positiva.
    Daisuke Okada | Livello 7
    Quirk: 255
    Forza: 205
    Agilità: 260
    Energia: 645 - 85 = 560

    Condizione Fisica

    XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX




    Equipaggiamento e Tecniche

    -Difensivo- Shocker (Doppio)
    Danno: Danni lievi +[Stordimento]
    Durata: Permanente.
    Peso: [2]

    -Costume- Suit
    Effetto: Resistenza danni medi + Resistenza elementale media
    Peso: [0]

    -Curativo- Teruko's Blood (x1)
    Effetto: Cura Danni [Medi]. [Diminuisce gli altri di due step.]
    Peso: [1]

    -Supporto- Granata Narcotica (x2)
    Effetto: Dopo 1 turno -5 in riuscita. dopo 2 turni effetto narcotizzante leggero
    Peso: [2]

    NOME TECNICA : Portal Creator Lv.3
    DESCRIZIONE : Daisuke può concentrarsi per creare un portale nel giro di poco più di un secondo, questo portale sarà completamente da lui impostato, la massima distanza dal suo corpo è di 25 metri e con una grandezza complessiva di altezza e lunghezza di 1 metro, la massima quantità di portali creabili è di 16, e quelli creati vengono automaticamente fatti scomparire dopo 24 ore dalla propria creazione.
    COSTO:
    Portali dal 1° al 8° = 15 ( a portale )
    Portali dal 9° al 16° = 25 ( a portale )

    NOME TECNICA : Black Hole Lv.3
    DESCRIZIONE : Questa tecnica crea un portale grande oltre mezzo metro che ha un campo d'attrazione di 10 metri, così che ogni corpo, liquido o solido che entri in quella zona venga attirato e fatto entrare nel portale, per poi farlo uscire da un portale normale a scelta dell'utilizzatore. Tutto viene attratto dal portale, anche le persone, a meno che la forza del bersaglio non sia superiore di almeno 1/3 al punteggio Quirk del caster.
    COSTO: 40 + 15 mantenimento

    NOME TECNICA : Empty Room Lv.3
    DESCRIZIONE : Utilizzando questa tecnica Daisuke riesce a creare una finta stanza che ha come ingresso un portale. Il quale può essere benissimo un portale aperto in precedenza, la tecnica in questione infatti non crea un vero portale, ma teletrasporta in una stanza invece che da un altra parte. La stanza è un zona cubica di lato 3 metri. Si presenta come una semplice stanza trasparente, essendo dello stesso "materiale" dei portali, seppur questa sia tangibile. L'effetto che può dare entrare nella stanza è simile a quello che si può avere quando si va su un pavimento di vetro sopra di un canyon, con una profonda sensazione di vuoto sotto ai piedi, facilmente risolvibile concentrandosi un po'. Il portale d'ingresso, se usato per uscire, può teletrasportare in qualsiasi altro portale creato in precedenza da Daisuke.
    COSTO: 30 per crearla + 10 mantenimento.
    DURATA: Può durare al massimo 3 turni.



     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    Inutile. Inutile, inutile, inutile. Inutile. Non poteva sperare che il sagrestano desse loro delle informazioni sensate. Qualunque domanda posta dal corvino finiva per scontrarsi con la psiche spezzata e spaventata dell'uomo scuro di pelle. Ormai Yuya non udiva altro che balbetti confusi e sconclusionati. Come se non ci fosse niente da fare. Fortunatamente, avere Daisuke dalla sua parte lo faceva sentire un po' più tranquillo. Aveva sempre odiato la solitudine lui, del resto, per quanto faticasse ad ammetterlo a sé stesso. Il suo compagno afferrò il libro e lo nascose, proprio come gli aveva chiesto.
    «Credo che ci risponderemo a vicenda.» ghignò il corvino, con un briciolo d'ironia, per rispondergli. La verità era che non aveva informazioni. Forse ne aveva anche meno di Daisuke, visto che non era stato a sentire Yami nel dettaglio. Certo, se avesse saputo che il pazzo assassino della chiesa era in realtà meno innocuo di una mosca, si sarebbe risparmiato un viaggio a vuoto evitando di farsi prendere dal panico. Ormai, comunque era inutile rimuginare su ciò che non era successo, anche perché con gli ostaggi in fuga e le urla che avevano riempito la cattedrale c'era poco da fare: tra poco la polizia avrebbe fatto irruzione e loro sarebbero dovuti scappare. Yuya si era voltato di nuovo verso il sagrestano. In effetti niente gli impediva di farlo in quel momento: se quello che Homura aveva detto era vero avrebbero scoperto tutto una volta usciti di lì e letta la bibbia.
    Prima che potesse anche solo tentare di finire di formulare quel pensiero, e magari esporlo per scoprire se Daisuke fosse d'accordo con lui, qualcosa lo colse alla sprovvista. Il peso di Senketsu appesa alla sua cintura si dimezzò completamente e la piccola falce... esplose, completamente. Una bruciante fitta di dolore lo colpì alla parte alta della coscia, sulla destra: Yuya si buttò giù dall'altare quasi d'istinto, facendo leva sulla gamba sana, un po' per lo sbalzo un po' perché in ginocchio sarebbe caduto comunque. Imprecò, sottovoce, e si strinse la mano destra sulla parte colpita, spostando la sua attenzione sul sagrestano: se non si fosse spostato lo avrebbe trascinato giù con lui. Una lieve nube di zolfo si raccolse attorno alla sua coda, ma il corvino la scacciò via fendendo l'aria. Era il suo istinto che gli stava dicendo di teletrasportarsi via prima di rimanerci secco.
    «Che cazzo di problemi--!» soffiò inviperito.Sollevò la mano dalla ferita solo per scoprire che il suo costume fosse completamente strappato ed incenerito e sulla sua pelle campeggiava ora una contusione rossastra. Era bruciato. Quel maledetto mascherato gli aveva fatto esplodere la sua falce addosso, e forse aveva colpito anche gli altri.
    Credeva di essere ad un passo, un passo, dal guadagnarsi la fiducia del sagrestano, e quello aveva rovinato tutto così! Che andasse a farsi fottere!
    Yuya si rialzò appena, aggrappandosi all'altare, per spiare oltre la pietra che lo aveva sorretto fino a poco prima, stando ben attento tuttavia a non superarlo se non con la punta del casco.
    «Stai bene?» domandò, sottovoce, rivolto al sagrestano. Non ci credeva. Stava davvero rischiando la vita per qualcuno che quasi tre anni prima era stato complice di un prete che per poco non l'aveva bruciato vivo? E tutto perché voleva sapere la verità? Un momento. Voleva saperla? Forse no. Forse no ed era solo un debole che si stava lasciando impietosire dagli altri. Ma non era intenzionato a lasciar morire una persona. Non di nuovo. Non davanti a lui.
    Ti sei rammollito, Yuya.
    Una vocina nel suo cervello. Aveva ragione. Chi era stato a ridurlo così? Yami? Oppure aveva fatto tutto da solo, perché in fin dei conti non era mai stato forte?
    Yuya soppesò le sue possibilità di uscire indenne da quella situazione: era affianco ad un uomo accusato di essere un pericoloso serial killer, nella chiesa c'era un pazzo che faceva esplodere le cose, uno in grado di far sbalzare le cose a destra e a sinistra con chissà che quirk e Daisuke. Non male.
    Ispirò profondamente, cercando di concentrarsi, e chiuse gli occhi per una frazione di secondo. Il respiro pesante dietro la visiera del casco, e per un momento dimenticò persino il dolore che gli stava bruciando la gamba. Un piano, gli serviva un piano. Qualcosa, qualcosa che potesse mettere la parola fine a tutto e permettere loro di scappare. Dietro l'altare infuriava già la battaglia e a lui interessava sempre e solo quello. Era un codardo. Riaprì gli occhi.
    «Vuoi morire? — chiese d'improvviso, guardando l'uomo dai capelli bianchi. Non credeva di essere mai stato così serio in tutta la sua vita. — Se la risposta è sì, ti ucciderò io, qui adesso e ora.» disse. Non c'era traccia d'esitazione nella sua voce, ma Yuya si sentiva l'animo a pezzi. Sperava con tutto il cuore che la risposta non fosse affermativa, perché non era sicuro di farcela.
    «Se la risposta è no... — sospirò, si alzò in piedi e gli puntò un artiglio contro il petto, senza sfoderare la piccola lama, era rischioso, lo stava praticamente provocando, ma doveva apparire sicuro di sé stesso. Ed almeno quella, era una delle cose che sapeva fare meglio. — Alzati e difenditi. Va' fuori dove ci sono gli eroi, consegnati a loro e chiedi di essere tenuto in custodia fin quando non verrà fuori la verità. Noi faremo ciò che hai chiesto.» disse, quasi ringhiando. Gli faceva ancora male la gamba. Aveva capito che non si fidava della polizia, non sapeva perché, ma decise che non era importante. Lo avrebbe scoperto. Se la polizia non gli piaceva, pazienza. Non avrebbe avuto niente in contrario a farsi tenere in custodia dagli eroi in caso. Yuya non sapeva come funzionavano di preciso quelle dinamiche, ma era sicuro che qualche tipo di accordo avrebbero potuto stipularlo. «Non vuoi essere presente a difendere la tua verità quando la riveleremo?» Yuya era furioso, era arrabbiato, e non sapeva perché. Forse si era lasciato trascinare dalla foga del momento, forse voleva prendere quel pazzo mascherato e riempirlo di pugni fino a farsi sanguinare le nocche. Ed ora il suo pensiero fisso era raggiungere Daisuke. Si slacciò una cosa dal costume e la lasciò a terra vicino all'uomo di chiesa: era un fumogeno. Era implicito che gli stesse dicendo di usarla per coprire i propri movimenti nel caso avesse deciso di optare per la seconda opzione. «Decidi in fretta.» disse, e si voltò di nuovo. Balzò di nuovo sull'altare, questa volta per scavalcarlo, senza nascondere una smorfia di dolore che fortunatamente nessuno poteva vedere. Ora doveva solo aiutare Daisuke a tener impegnato il pazzo con la maschera. E capire chi cazzo fosse l'altro individuo.
    «Chariot! — vociò, chiamando Daisuke ed affiancandolo, avendo la premura di non sbandierare il suo nome ai quattro venti. Non sapeva come chiamarlo di preciso e la carta di Yami era il primo appellativo che gli era venuto in mente. — Preparati, tra poco ce ne andiamo!» ringhiò, spostando lo sguardo sulla coppia rimanente.
    Alzò la voce. «Sicuro di voler combattere, Zorro? — disse, rivolgendosi all'individuo mascherato. — Non mi interessa se puoi far esplodere le cose. Mi sembra che siamo pur sempre tre contro uno.» asserì. Non sapeva perché, ma era quasi certo di avere anche l'appoggio del tipo che aveva fatto scappare gli ostaggi. Aveva un comportamento con un non so che di familiare.
    Villain scheda LVL 7 ART © code ©
    FRZ: 220 ; QUI: 270 ; AGI: 235 ; EN: 630
    TECNICHE & EQUIPAGGIAMENTO [Click!]
    • Status: Danni medi alla coscia destra.
    • Tecniche usate: //

    • Equipaggiamento [6/6]
    Black Panther [Costume + Casco]: Quando Yuya entra in azione cela la sua identità grazie ad uno speciale costume composto da una maglia e da dei pantaloni separati fra loro, entrambi aderenti e dal color nero pece. Il tessuto è in fibra di carbonio, materiale molto resistente in grado di fornire una difesa basilare, senza tuttavia limitare i movimenti. Porta dei lunghi guanti che si fondono con le maniche della maglia e che in corrispondenza della punta delle dita hanno degli artigli affilati, taglienti ed intrisi di una droga che inibisce i sensi. Abbinato ad esso, un casco integrale, nero, rigido e antiurto, che gli cela completamente i lineamenti, e dal design pare ricordare vagamente le sembianze di una pantera.
    ► Effetto Suit: Protegge da danni [Medi] fisici ed elementali.
    ► Effetto Helmet: Protegge da danni [Gravi] alla testa.

    Lynx's Claw [Supporto]: Sono un paio di guanti tessuti con lo stesso materiale del costume di Yuya. Gli sono stati regalati da Chris. Sopra ogni dito ci sono degli accessori metallici dalla forma di un artiglio, che possiedono delle lame retrattili dalla lunghezza di due centimetri. Esattamente come degli artigli, sono degli ottimi strumenti di supporto per arrampicarsi e infliggere graffi. Inoltre le lame secernono una lieve droga eccitante, che se entra a contatto con il sangue nel giro di qualche minuto inebria e confonde i sensi del bersaglio, rendendolo facilmente vulnerabile.
    ► Effetto: Stordimento [Lieve]
    ► Peso: [2]

    Senketsu [Offensivo]: Senketsu (letteralmente "sangue fresco") è un kusarigama molto leggero. Ad un'estremità della catena è collegata una piccola falce ricurva, all'altra un peso in piombo, simile per aspetto alla testa di una mazza chiodata. Tale peso è l'arma vera e propria, usata per colpire l'avversario prima che riesca ad avvicinarsi o per bloccargli la spada; il falcetto viene usato solo per finire l'avversario una volta reso inerme. Yuya si sta ancora chiedendo il motivo per cui l'ha comprata, ma una certa donna, una volta, gli ha detto che andarsene a giro disarmati non è proprio una bella cosa.
    ► Danno: Medio (taglio)
    ► Peso: [2]

    Smoke Bombs (x1) [Supporto]: ► Peso: [1]
    Poison Counter (x1) [Curativo]: ► Effetto: Cura Avvelenamento [Medio] ► Peso: [1]
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    THE MARK OF CAIN

    Dopo che Daisuke prese il libro sacro offertogli da Yuya e lo nascose nella sua dimensione personale, tutto iniziò ad andare a rotoli. L'assassino di Aogiri decise giustamente di mettersi in moto, salvo venire immediatamente fermato dall'uomo che si era lasciato alle spalle: forse prima, fuori dalla Chiesa, avrebbe dovuto tentare di stringere una sorta di alleanza. Trovarsi da solo contro tre, forse quattro persone non doveva essere particolarmente divertente neppure per un sadomasochista come Zhen. In ogni caso, l'ex cameriere del Soseiji aveva deciso di attirarlo a sé solo dopo averlo visto effettivamente muoversi, mentre l'unicità del killer mascherato era ben più infida di così. Anche senza muoversi, infatti, il giovane dalla doppia personalità aveva fatto detonare la kusarigama che il ragazzo con la coda portava al fianco, causando non pochi danni. I numerosi frammenti della lama del piccolo falcetto si disseminarono nell'aria senza fare rumore: alcuni si piantarono nella coscia del suo possessore, altri affondarono cruentemente nel volto del Sagrestano inchinato a terra, mutilandone l'occhio sinistro e causando, ovviamente, un urlo disumano. Il Carro dai capelli neri aprì prontamente un portale alla sua destra, sperando di deviare quei frammenti mortali con un effetto di aspirazione sotto vuoto. L'iniziativa fu certamente ammirevole, ma solo in parte utile: l'esplosione era comunque improvvisa e il portale non riuscì ad assorbire tutti i frammenti, pur deviandone la traiettoria. Il ragazzo si ritrovò comunque con una o due schegge di metallo conficcate nella spalla destra.
    Dopo quella mossa comunque, il ragazzo mascherato si mosse verso destra con l'intenzione di lanciare due delle sue lame verso il Sagrestano rantolante a terra e verso il ragazzo dei portali. L'energia gravitazionale scatenata dall'albino interruppe però la sua offensiva: Zhen si ritrovò attirato addosso all'uomo con un kunai a ferire il suo fianco, mentre i coltelli che aveva lanciato - più leggeri - vennero attirati con molta più foga e quasi scagliati all'indietro, cadendo vicino ad una qualche panca una decina di metri dietro all'inglese. Normalmente la cotta di maglia indossata dall'assassino di Aogiri lo avrebbe protetto da un colpo sferrato con un'arma da taglio, ma il movimento attrattivo generato dall'albino fu tale da permettere all'arma del giovane di lambirne la parte a cui aveva mirato. Il movimento repentino aveva scombussolato Zhen che, essendo tra l'altro di spalle, ci avrebbe messo un po' a riprendersi e capire cosa era successo. Insomma, era alla mercé di Ash e doveva sperare nella sua benevolenza.
    Il Sagrestano portò entrambe le mani al volto. Quella merda di metallo bruciava, bruciava veramente. Gli sembrava quasi di essere ritornato in guerra, il suo sangue caldo stava inumidendo le sue mani e avrebbe potuto giurare che ci fossero anche dei pezzi del suo occhio in quel liquido dal gusto ferroso. Il giovane con la coda, anch'egli ferito, gli si avvicinò da sopra l'altare, chiedendogli se stesse bene.

    Stai bene?



    Era una domanda facile, e la risposta era probabilmente no. Dei maledetti frammenti di metallo erano incastonati nelle ossa del suo cranio, era come se fosse la vendetta per quando, anni prima, era sopravvissuto praticamente indenne a quell'esplosione al fronte. Eppure... Eppure sì, stava bene. Forse era esattamente come quella volta, forse quell'esplosione aveva fatto scattare qualcosa in lui. Si sentiva bene, sì. Aveva smesso di affannarsi, di balbettare, di singhiozzare per quanto patetica ed orribile fosse la sua vita. Non riusciva a capire nulla, e forse era questo a renderlo così libero. Forse aveva appena visto nuovamente Dio, forse invece aveva davvero di fronte a sé il Diavolo come affermava Bolek qualche anno prima. Forse, invece, proprio in quell'istante il Sagrestano, no, Aiden Brenton era riuscito a tornare a vedere, pur senza un occhio, la vita per quello che era.
    Un susseguirsi di azioni e reazioni che sfuggivano ad un principio primo, perlomeno uno interessato a quelle azioni e quegli avvenimenti. Non aveva perso la sua fede, ma quella nebbia e quel timore che annebbiavano la sua vista, ironicamente, sembravano quasi svanite.

    Vuoi morire?



    La dottrina cristiana, almeno fino ad un certo punto, condannava il suicidio. Si trattava di un atto cruento e di violenza su un dono e una proprietà di Dio, carnalmente il corpo umano e filosoficamente il respiro stesso dell'esistenza. Probabilmente, però, Aiden Brenton non era mai stato un buon cristiano, per neppure un secondo in vita sua. Per tutto quel tempo non aveva fatto altro che privare gli altri della loro vita. Era forse il violento per antonomasia, completamente irrispettoso del creato generato dalla divinità che tanto diceva di amare. E quel giorno non era diverso: era andato in quella Chiesa per morire. Voleva solo pregare, pentirsi, e morire. Sarebbe stata un'enorme mancanza di rispetto per quel luogo, ma lui voleva morire lì. Quel giorno era uscito dal suo nascondiglio, ovunque esso fosse, conscio che quello sarebbe stato l'ultimo giorno della sua vita.
    Se non mi uccidi tu lo faranno loro. - disse con straordinaria calma, fissando quella maschera negli occhi. Gliene era rimasto solo uno, ma brillava con estrema lucidità e coscienza di sé. L'altro era coperto dalla mano insanguinata e, nonostante la pacatezza, sembrava l'intero volto gli provocasse dolore ad ogni kanji pronunciato - L'unico posto dove potrebbero tenermi in custodia è il cimitero. - aggiunse ora con qualche mugugno di dolore - Vi sarà tutto più chiaro leggendo ciò che ho scritto... Non arriverei comunque vivo a vedere la verità. - sussurrò.
    Si trattava sicuramente di una visione bizzarra. Un uomo in balia di sé stesso aveva finalmente ritrovato la sua lucidità eppure, nonostante questo, non sembrava avere la minima intenzione di continuare a vivere. Probabilmente aveva deciso che quello sarebbe stato l'unico modo per espiare i suoi numerosi peccati. Lo stesso Giuda, secondo un apocrifo, aveva ricercato la sua morte una volta pentitosi di aver tradito Cristo. E lui, Aiden, lo aveva tradito molte volte.
    Vide il ragazzo passargli una granata fumogena. Quasi ironicamente, l'uomo di chiesa era probabilmente quello più esperto di armi e armamentario vario avendo servito come soldato. Si era addestrato per uccidere le persone, era andato in guerra dove aveva compiuto gesti atroci e anche una volta ritiratosi aveva affiancato Bolek nelle sue orribili opere. Conosceva bene il peso sullo stomaco causato dal privare qualcuno della sua vita. Le persone dicevano molto spesso "ti ucciderei", "quella persona la odio così tanto che la ammazzerei" ma non avevano la minima coscienza di cosa quel gesto implicasse davvero. Sentire la persona di fronte a te esalare il suo ultimo respiro e sapere che è stato per mano tua non era un gesto semplice, e per quanto la morte fosse naturale nel corso della vita umana ed animale l'agire come agente attivo per portare la morte non lo era minimamente.
    Mi rendo conto di star chiedendo molto. Non mi sembri un assassino. - disse afferrando il diversivo con la mano destra, l'altra era ancora occupata a cercare di assordare il dolore al volto - Se non vuoi farlo, sicuramente lo faranno altri, in questa Chiesa e fuori. Io... - balbettò quell'ultima parola mentre dai suoi occhi fermi e cristallini iniziarono a scendere lentamente delle lacrime - So bene che andrò in un posto diverso da loro, ma vorrei tanto chiedere scusa a tutti quei bambini... - sussurrò, per poi tornare a guardare Yuya. Avrebbe avuto il coraggio di prendersi la sua vita o lo avrebbe delegato ad altri, magari a quello stesso assassino mascherato che sembrava aver messo piede in Chiesa solo ed esclusivamente per ucciderlo?
    Difficile sapere quanto i giapponesi avrebbero capito di quelle ultime parole dell'americano, ma il fatto che fosse convinto di finire all'inferno a differenza delle sue vittime confermava che non aveva tutto d'un tratto perso la sua fede, era solo rientrato in un normale stato di coscienza, pur chissà se temporaneo. Anche giunto alla fine, non sembrava voler condannare la fede per ciò che aveva fatto, forse conscio che gli errori giacevano nel cuore delle persone e che sbraitare riguardo alla propria fede ai quattro venti era più una giustificazione che una motivazione. Non capitava spesso che l'ultimo desiderio di un condannato a morte fosse quello di morire.


    Danni gravi al volto



    CITAZIONE
    Ordine: Master, kekko4000, _JoJo_, DualSlayerBlade, Ryuko.
    @Zhen - Mi rendo conto nel Regolamento non ci sia un limite, ma in questo post hai tentato di fare undici azioni. Una buona media per un post sarebbe di tre azioni, un po' per non complicare le cose e un po' perché - come in questo caso, a maggior ragione in una battaglia con più di due persone - si rischia di essere interrotti immediatamente. Al di là di questo, specifico che il turno di fermo per l'utilizzo dell'abilità è un turno intero in cui viene detto che la si utilizza, in cui non si possono compiere attacchi/difese sia fisici che col quirk. In sostanza, anche fosse arrivato ad usare la Smoke Bomb, Zhen non avrebbe comunque potuto percepire i metalli dei suoi contendenti. Questo comunque non è un richiamo o altro ma solo una specifica! So che probabilmente l'hai fatto per ridurre il peso in modo da poter impugnare la pistola, ma consiglio in futuro di portarsi semplicemente meno peso addosso. In ogni caso hai perso i coltelli quindi puoi considerare [1] in meno al peso attualmente trasportato! // Stato: Danni lievi da taglio al fianco sinistro, Stordimento - non può attaccare/difendersi in questo turno.
    @Ash - Il post andava bene. Ti consiglio però una volta terminata l'attività di chiedere la modifica della tecnica con l'aggiunta del grado di Stordimento, che visto il costo suppongo essere Medio-Grave ma in questo caso, anche per non annullare il gioco di Kekko, considererò essere Medio. Non ho inoltre considerato il Sanguinamento dato che una singola tecnica può applicare uno Status alla volta e ho prioritizzato lo Stordimento. // Stato: Illeso
    @Daisuke - Ho considerato la difesa come parziale visto che l'attacco di Zhen era un ottimo attacco a sorpresa. // Stato: Danni medi alla spalla destra.
    @Yuya - ... buona fortuna.
     
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    Zhen Lubbock

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    Non aveva mai visto quella persona prima ad ora, e di certo non aveva nessun particolare rancore contro di lui, quindi non aveva nessun motivo nel rischiare la propria vita per un ordine dato dagli Aogiri. Certo, molto probabilmente se non avesse compiuto la missione con un esito positivo lo avrebbero visto con un cattivo occhio, o magari avrebbero cercato di eliminarlo in modo da scartare la spazzatura, inutile per l’organizzazione, ma comunque il sadico per il momento non aveva nessuna paura di loro, anche perché non aveva accettato l’incarico per un loro comando o per la ricompensa, tenendo conto che non sapeva nemmeno cosa ci avrebbe guadagnato, ma solo per divertimento personale. Era stanco delle solite richieste che gli ordinavano, non era entrato nell’Aogiri per diventare un fattorino che consegnava droga, aveva scelto loro perché in giro si diceva che praticavano assassini e soprattutto torture, ma fino a quel momento gli avevano affidati solo lavori di minor rilievo, ed stava diventando noioso, troppo noioso, ma ora che lo avevano notato, forse avevano deciso di dargli una possibilità, magari compiendo quella missione sarebbe passato di grado e i suoi lavori sarebbero diventati più interessanti.
    Il suo attacco a sorpresa era iniziato, usò la tecnica per far esplodere la falce che l’uomo vestito di nero aveva appesa al fianco e proprio come previsto era riuscito a colpire tutti i 3 gli individui vicini, ora gli rimaneva solo continuare con il piano appena elaborato, ma a quanto pare non aveva pensato a tutto. Appena eseguì lo scatto verso la sua destra, quando le sue braccia avevano ottenuto la forza necessaria per lanciare le lame appena afferrate, sentì improvvisamente il suo corpo appesantirsi, cadere verso l’indietro, e perdendo l’equilibro, perse anche la mira, tirando le armi da tutt’altra parte.
    Che diavolo mi sta succedendo
    Pensò allarmato in quella frazione di secondo, prima che il suo corpo venisse tirato a 5 metri di distanza verso la persona rimasta tutto il tempo alle sue spalle, la sensazione era uguale ad una caduta di un edificio, ma la caduta non sarebbe stata verticale, bensì in orizzontale, e finì sotto l’uomo dai capelli albini. Era scombussolato, non sapeva nemmeno cosa fosse successo di preciso, ma una cosa era certo, sentiva tutti i muscoli pesanti, a malapena riuscì a portare le braccia davanti alla faccia in modo da proteggersi, in quel momento era una facile preda per il suo nemico, chissà se questo lo avrebbe attaccato ancora. Intanto, anche se con un po' di difficoltà, riusciva comunque a sentire la conversazione tra i due vicino all’altare, fino a quando l’uomo vestito di nero gli aveva consigliato di smettere di combatterli. Cosa doveva fare ora Zhen, doveva ignorarlo e continuare con l’attacco? No, non poteva, in quel momento aveva difficoltà a compiere movimenti rapidi, e l’attacco sorpresa ormai era fallito, tenendo conto che un combattimento prolungato non sarebbe stato saggio, a momenti la polizia sarebbe entrata dentro l’edificio e non aveva la capacità di teletrasporsi come lo aveva uno di loro e di certo non lo avrebbero aiutato a fuggire, così, con voce tranquilla, cercò di alzare le braccia sopra la testa, in segno di resa
    A quanto pare hai ragione, per il momento non ho nessuna speranza di battervi
    Se l’uomo accanto lo avesse permesso, anche se avesse avuto la lama dietro la sua schiena o sotto il collo, il sadico con qualche piccola difficoltà avrebbe provato ad alzarsi con lo sguardo rivolto verso l’individuo in nero. Continuando con lo stesso tono
    Penso proprio di aver fallito l’incarico e a questo punto mi rimane solamente di ritirarmi prima che la polizia piombi qui dentro
    Si girò verso sinistra, in direzione dell’uscita, però prima decise di dire un’ultima cosa. Girando la testa a destra e togliendosi con la mano destra la maschera antigas, anche se rimaneva comunque la benda che gli copriva mezzo viso
    Io ormai ho le mani sporche di sangue e per me non ci sarebbero stati problemi nell’esaudire il suo ultimo desiderio, ma a quanto sembra compiere questa decisione non aspetterà a me, quindi mi chiedo, cosa farai? Lo ucciderai qui dentro rendendolo felice per un’ultima volta sotto i suoi ideali o lo lascerai alla polizia, dove verrà lasciato a marcire in prigione a vita e fino all’ultimo instante rimpiangerà questo momento, solo perché un uomo egoista ha pensato a se’ stesso.
    Questa sarebbe stata l’ultima mossa che avrebbe provato, utilizzò ancora una volta la sua faccia falsa in modo ad incitarli ad ucciderlo, per quanto riguarda la missione, agli Aogiri importava solo che quell’uomo venisse fatto fuori, chi dovesse farlo non gli sarebbe importato. Non sapeva quanto il suo discorso potesse fare effetto su di loro, ma tentar non nuoce, tanto non avrebbe avuto la possibilità di fare altro.
    Si rimise la maschera tolta in precedenza, fece quattro passi in avanti e poi si fermò nuovamente
    Ah, quasi dimenticavo, nemmeno in prigione sarà tanto al sicuro.
    Almeno ne’ era da una parte certo, l’organizzazione non se lo sarebbe fatto scappare in qualunque caso, se lo volevano morto avrebbero cercato in qualunque modo di eliminarlo.
    Successivamente, se lo avrebbero permesso, si sarebbe diretto verso l’uscita dell’edificio, lo stesso cui era entrato, prendendo in mano una smoke bombs.





    Parametri

    Zhen Lubbock- lvl 6
    Energia 445( +90 (rimborso delle tecniche non usate) -10)
    Forza 186
    Quirk 81
    Agilità 258
    Stato: ferita lieve al fianco sinistro


    Tencniche & Equipaggiamento


    Equipaggiamento: Cotta di maglia (resistenza danni lievi), guanti (+5 frz),Coltelli da lancio (6, Peso: [1], Danno: Lieve), Peso: [1], Danno: Medio),Smoke Bombs (x3 , Peso: [1], Peso Totale: [3]),Maschera Antigas (Potenziamento 1, Filtri: [1]),Teruko's Blood (x1, Peso: [1]),Poison Counter (x1, Peso: [1], Effetto: Medio), Pistola (3 ricariche).

    Tecniche:
    CITAZIONE
    Resistance LVL 3
    DESCRIZIONE: la resistenza di un oggetto metallico viene aumentato o diminuita.
    DANNO: Medio-gravi
    COSTO(in energia): 25 + 10 mantenimento



     
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    Narrato - Pensato - Parlato - Parlato Altri


    Non poteva immaginare cos'altro sarebbe accaduto se il killer mascherato avesse continuato con il suo attacco. I primi colpi furono per Ash quasi invisibili ma poté sentirne e poi vederne gli effetti, simili ad uno scoppio. Il Sagrestano e gli altri due presenti si ritrovarono feriti e sicuramente anche l'albino, prima o poi, avrebbe subito qualche danno se non avesse prontamente bloccato l'avversario che in quel momento era davanti a se.
    L'effetto gravitazionale andò a segno, nonostante il colpo sferrato velocemente, riuscì a mirare il soggetto e trascinarlo a se ad una velocità tale che il suo kunai in carbonio perforò di poco la maglia protettiva del killer, ferendolo leggermente.
    Probabilmente si aspettava un danno maggiore, Ash, ma forse, era meglio così.
    Non sei il mio avversario, né il mio obiettivo ma, come detto da te, poco fa nel corridoio, prova ad intralciarmi e non avrò alcuno scrupolo. Disse prontamente Ash, non appena ebbe il killer tra le mani. Solitamente, dopo questa tecnica, l'albino inglese era solito sferrare il colpo di grazia, piuttosto che continuare ad infliggere danni all'avversario, ma quella volta fu diverso perché Ash, appunto, era ormai diverso.
    Subito dopo estrasse il kunai e lo ripose all'interno del suo corpetto. Dopodiché attivò le cariche positive dei suoi gravitoni sulla mano destra, tentando di allontanarlo con una piccola spinta al petto, spingendolo a circa un metro da lui. Nel fare quel gesto, Ash avrebbe cercato di fondere alcuni dei suoi gravitoni sul petto del killer, i quali sarebbero rimasti in forma passiva e senza alcun danno su di lui. Era solo una forma di scrupolo, un modo per provare ad evitare che continuasse a combinare guai o cose simili. Se questa tecnica, invisibile ed apparentemente innocua, avesse avuto effetto, il killer sarebbe stato ancora sotto le dipendenze di Ash. Ammesso che Ash avesse voluto concludere quella tecnica.
    Il ragazzo con la maschera antigas ammise di non potercela fare contro di loro, dopotutto era da solo ed un combattimento prolungato non avrebbe di certo migliorato la situazione.
    Ash era ben consapevole che tutti avevano i minuti contati ormai. La polizia, dopo aver visto gli ostaggi non avrebbe atteso ancora molto per sfondare la porta d'ingresso, facendo irruzione con armi spianate o, peggio ancora, in compagnia di qualche tizio in calza-maglia.
    Ash mantenne il contatto visivo con le due persone ferite accanto a Homura, il quale si stava coprendo un occhio con la mano, per via della ferita subita dal killer.
    "Davvero una tecnica interessante... non so cosa diavolo abbia fatto ma è riuscito a colpire tre persone contemporaneamente." Pensò per un momento l'albino.
    Ash, ascoltò le parole del killer mascherato che, con sua sorpresa, si tolse la maschera antigas, lasciando intravvedere un viso, giovane, coperto da una benda. Le sue parole, celavano una provocazione ma erano parole vere. Non poteva negarlo per quanto lo avessero piuttosto disturbato.
    Aveva posto un dubbio "sacrosanto" e forse, quel dubbio avrebbe avuto maggior effetto sulle due persone a lui familiari. Entrambe erano entrate in contatto con Homura, e questi chiedeva di essere ucciso per via delle sue malefatte.
    Ash, però, non aveva alcun mezzo ed alcuna attenuante nei confronti del folle Sagrestano. Non aveva capito bene tutto il suo discorso anche se sembrava pentito per ciò che aveva fatto, per la morte di vite innocenti e per averlo "fatto conoscere" come qualcuno che non era. E' da lì che iniziarono i suoi guai.
    L'albino si rivolse di nuovo al killer: Guai a te se provi ad uscire da qui. Il tuo obiettivo è certamente Homura ma non hai avuto scrupoli con i tre poliziotti qui fuori, i quali erano qui per il tuo, mio e nostro stesso obbiettivo. Conosco bene questi metodi e la tua non è vendetta e nemmeno giustizia ma una commissione, senza esclusione di colpi. E nemmeno tu sarai tanto al sicuro in prigione, perché chi ti ha mandato qui, vorrà sicuramente la tua pelle a causa del tuo fallimento. Sbaglio?
    Gli chiese con curiosità guardandolo negli occhi.
    Poi si avvicinò all'altare e, dopo aver ascoltato le parole del ragazzo mascherato con la coda e accortosi della complicità del suo compagno, domandò con una certa dose di rammarico, come se temesse le loro risposte.
    Cosa state facendo con lui? Cosa vi ha passato tra le mani? Sembrava un libro... Questo escremento non merita alcuna pietà, ha continuato ad uccidere e ad uccidere senza sosta e senza alcuna motivazione. Lo ritengo responsabile per aver distrutto non solo vite innocenti ma anche la mia. Come fate a provare compassione per una simile bestia?
    Man mano che diceva quelle parole, l'albino si mostrava sempre più in preda alla collera, il volto era completamente tirato e le sue labbra sembravano più asciutte del solito, come quando si sta per perdere il controllo a causa della rabbia.
    A quel punto, dall'altro fianco del corpetto, estrasse la sua Waki-Chain, sfoderandola dal fodero in legno, con l'intenzione di volerla puntare a pochi centimetri dal collo di Homura che, nonostante potesse immaginare l'agonia, si stava dimostrando piuttosto forte nel resistere al dolore.
    Ditemi, ragazzi, perché non dovrei ucciderlo?
    I suoi occhi puntavano dritti al volto di Homura e se lui avesse ricambiato lo sguardo avrebbe notato tutta la rabbia repressa che per anni si era trascinato come un fardello.



    Roy Ash O'Connor - Livello 7

    Energia 620 (-65)| Quirk 362 | Agilità 262 | Forza 101


    CITAZIONE
    TECNICHE
    Gravity Clash
    Con questa tecnica il PG può trasferire il punto gravitazionale da se stesso ad un'altra persona/oggetto/struttura, toccandola con una mano ed indirizzare la forza attrattiva su un altro bersaglio (altra persona, altro oggetto, altra struttura...), toccandolo con l'altra mano.
    Il risultato sarà uno scontro forzato tra due persone o oggetti, oppure tra persona ed uno oggetto/struttura. I due contatti non devono avvenire per forza nello stesso turno.

    ♆ Danni Stordimento
    ☩ Costo 65 PE

    CITAZIONE
    EQUIPAGGIAMENTO

    # Black Pinafore Kimono [Costume] - Color Nero
    # Waki-Chain [Offensivo] - Danni Medi - Peso [2]
    # Kunai [Offensivo] - Danni Medi - Peso [2]
    Renji Yomo, Tokyo Ghoul | Code © Only for MHA GDR.
     
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    La situazione, che per quasi tutta quella missione era rimasta piatta, aveva improvvisamente trovato un ripido picco di evoluzione. E sebbene possa non sembrarlo, era una cosa altamente negativa. Il corvino voleva seguire gli ordini di Yami senza nessuna fretta, agendo con estrema calma e senza commettere rischi. Ma così, in modo totalmente inaspettato e casuale, quella pacifica "passeggiata" nella cattedrale era stata interrotta bruscamente. L'arma di Yuya aveva scelto di esplodere in una miriade di pezzettini per un qualche motivo sconosciuto - perlomeno a Daisuke, che stava osservando con estremo interesse lo scambio di parole tra il suo collega e Homura - ed estremamente odioso. Sì, aveva provato a difendersi, ma non era assolutamente così veloce, perciò era risultato tutto in un gesto inutile. Quei frammenti di metallo erano decisamente pericolosi, ciò era ben notabile dal dolore penetrante che il corvino provava alla sua spalla destra. Erano riusciti a strappare sia la giacca, che la maglietta sottosante, trafiggendo perfettamente la morbida carne sottostante, il ragazzo non voleva nemmeno immaginare il dolore che avrebbe provato nel rimuoverli, considerando che l'estrazione avrebbe lacerato maggiormente la carne. Non era nulla di insopportabile però, doveva stringere i denti e perdurare, perdere tempo a cincischiare sopra una semplice ferita non lo avrebbe aiutato minimamente. E poi non era l'unico ad essere stato colpito. Yuya aveva ricevuto un colpo molto più ravvicinato, sebbene la differenza di posizione fosse a dir poco importante per la zona colpita. Quel povero uomo di Homura invece, era stato colpito al volto, più precisamente nell'occhio sinistro. Daisuke non poteva nemmeno immaginare il dolore che stesse provando in quell'istante l'uomo di colore, considerando quanto quelle schegge bruciassero all'interno della sua spalla. E probabilmente, nel caso del sagrestano, rimuoverle sarebbe stato anche più difficile, considerando che la zona colpita era a dir poco vulnerabile. Anzi, forse sarebbe stato quasi impossibile farlo, era decisamente felice di non ritrovarsi nei suoi panni.
    In tutto questo però, gli altri due criminali all'interno della chiesa non erano rimasti fermi. Anzi, si potrebbe dire che avevano avuto un breve, brevissimo, scontro. L'uomo che aveva fatto scappare gli ostaggi non era un alleato di quello con la maschera anti-gas, era questo ciò che il corvino aveva brevemente dedotto da quella situazione. Infatti, grazie all'unicità del ragazzo dai capelli bianchi, i due membri di ETERNIUM erano riusciti a salvarsi una fatica in più. L'uomo aveva attirato a sé il criminale, e ciò aveva quasi evidentemente calmato i bollenti spiriti del ragazzo mascherato. In una situazione così particolare, il ragazzo aveva fatto fatica a seguire le parole del suo collega, che stava parlando con il serial killer ferito. Era una scena decisamente particolare per chi conosceva il legame tra quelle due persone, ma per Daisuke, che non aveva la minima idea di perché Yuya provasse rancore per Homura, era una situazione abbastanza accettabile. Alla fine non era davvero interessato a che fine il sagrestano potesse fare, Yami gli aveva solo detto di "consegnarlo" alla polizia, ma se Yuya era arrivato lì cambiando i piani, voleva dire che anche Yami aveva avuto un cambio di idee, ma non era riuscito a contattarlo. Il cervello di Daisuke non arrivava a comprendere che Yuya stesse agendo per puro interesse personale, era uno stupido limite che però era infrangibile, e probabilmente sarebbe rimasto tale fino ad una discussione con entrambe le persone, che gli avrebbe fatto comprendere la realtà della situazione.
    Quando Yuya chiamò il nome in "codice" del ragazzo, una scossa colpì la spina dorsale di Daisuke. Gli faceva un effetto strano essere chiamato con quel nome, lo rendeva felice, ma allo stesso tempo lo spaventava. Non era sicuro del perché però, era una sensazione viscerale, quasi impossibile da descrivere. Ma questo stato di confusione non perdurò a lungo, anche grazie alle parole che il Diavolo aveva annesso al suo nome. Tra poco sarebbero scappati, e sarebbe tutto tornato alla normalità. Non era sicuro di dove Yuya volesse scappare a dire il vero. L'opzione più ovvia sarebbe stata la "tana" che Yami aveva comprato per i membri del gruppo, ma allo stesso tempo sarebbe stato scomodo muoversi da Ueno, considerando che entrambi i ragazzi abitavano a Shinjuku, e i due quartieri erano opposti rispetto a Bunkyo. Magari si sarebbe teletrasportato a casa sua, ed in quel caso sarebbe stato abbastanza facile tornare a casa. Esistevano almeno un centinaio di altre opzioni, ma la mente di Daisuke trovava quelle due come più probabili. Ma una risposta gli sarebbe giunta solo una volta teletrasporato con Yuya. Il quale, in quel momento, stava apertamente sfidando il ragazzo mascherato, in un modo che Daisuke non apprezzava molto. Era un codardo, e non conoscendo le potenzialità del nemico, aveva paura che potesse batterli anche contando la maggioranza numerica che avevano. Era una cosa facilmente fattibile però? Probabilmente no, ma questo al cervello di Daiuske non importava davvero. Funzionava in modo alquanto semplice alla fine, se esisteva una possibilità negativa, l'opzione migliore è prepararsi nel caso in cui proprio quella si riveli corretta, così da non aver problemi a risolvere la situazione in quel determinato caso. Fortuntamente però, i pensieri del ragazzo vennerò stroncati sul nascere, dal momento in cui le parole di Yuya ricevettero risposta dal giovane uomo, che finalmente si era tolto quella apparentemente inutile maschera-antigas, sebbene ciò non rendesse il suo volto completamente visibile, rimanevano comunque delle bende nel mezzo. Non che a Daisuke importasse qualcosa poi, era un semplice picco di curiosità che lo aveva raggiunto in quel momento, notato parte del giovane volto di quel giovane. Le parole del "bombarolo" erano principalmente dirette a Yuya, che in quel momento si stava nascondendo sotto un costume ben creato. Le parole di quel ragazzo non facevano una piega, non uccidere Homura sarebbe stato un gesto di puro egoismo, ma dal punto di vista di Daisuke non sarebbe stata una cosa così sbagliata da fare. Quell'uomo non sarebbe durato molto, indifferentemente dalla sua possibile morte nella cattedrale. Proprio come aveva affermato il ragazzo precedentemente mascherato, nemmeno in prigione sarebbe stato al sicuro, chi voleva ucciderlo avrebbe trovato dei mezzi comunque, e nessuno assicurava che non avrebbe ricevuto la pena di morte, finendo impiccato non appena tornato in carcere. Se la scelta fosse ricaduta sul Carro, avrebbe probabilmente scelto di farlo scappare, non avrebbe mai avuto la forza per ucciderlo, e non pensava nemmeno di avere il diritto di farlo. Sì, forse una persona che aveva sofferto per colpa sua poteva scegliere di ucciderlo, ma che aveva fatto quel povero fantatico religioso nei confronti del ragazzo? Assolutamente nulla, da quanto aveva visto anzi, gli sembrava solo una persona triste, delirante e rovinata. Avrebbe fermato qualcuno dall'ucciderlo? Ora che Yuya aveva cambiato la situazione, la sua risposta sarebbe diventata no, probabilmente. Non provava affetto né compassione per la figura di Homura, provava solo pietà. Sapeva benissimo che le sue parole inerente al pentirsi erano praticamente vuote ed inutili, ma era chiaro quanto fosse sincero nell'esprimerle. Era una persona che aveva seguito il percorso di Dio, e per un eccesso di zelo si era perso in un intricato labirinto creato da qualcuno di diverso.
    Poco prima di parlare, Daisuke avrebbe chiuso il Black Hole aperto pochi secondi prima, giudicando che ormai era diventato inutile tenerlo aperto.
    " Come hai fatto a scappare di prigione, chi ti ha aiutato? E perché hanno scelto di farlo, immagino fossero consapevoli del tuo desiderio di morire. " - la voce di Daisuke era rivolta verso Homura, così come i suoi occhi, che lo stavano osservando profondamente. Non era una domanda importante in quel momento, ma la curiosità del corvino aveva preso il sopravvento. L'ingenuità del ragazzo voleva comprendere le opinioni di Yami, ed era convinto che con quella domanda avrebbe ottenuto qualche risposta. Alla fine nessuno libera una pedina unicamente per farla bruciare. Ed era troppo strano liberare un serial killer di quel calibro, solo per manipolarlo per poco tempo. C'era qualcosa di corrotto sotto, e forse uccidere il sagrestano era proprio nei piani di chi lo aveva liberato.
    Una volta udite le parole del giustiziere albino, Daisuke non sapeva come rispondere, non gli interessava della vita di quell'uomo alla fine. Ma dentro di sé, sperava vivamente per un finale positivo per quella situazione, non voleva assistere ad un futuile omicidio, tanto quanto non gli interessava della vita di quel criminale.
    Ma scusami, ucciderlo per un puro atto di vendetta, piuttosto che per un atto di pietà, non ti renderebbe identico a lui? Non saresti un serial killer spaventoso, sì, ma saresti comunque un omicida. - Daisuke aveva parlato in modo diretto, senza pensare in modo esagerato alle sue parole. Era quello che pensava in modo onesto, non vedeva un motivo valido per ucciderlo, se non una vendetta futile, che non avrebbe portato altro che problemi. Ciò bastava come motivazione per salvare la pelle a quel criminale però? Probabilmente no, ma quella persona sarebbe stata decisamente più utile da viva, piuttosto che da morta. Anche solo per dare un elemento ricorrente alle famiglie delle persone che ha ucciso. Insultare uno spirito non porta nessun risulltato, insultare una persona viva invece, ti può far sentire decisamente meglio.
    Una cosa a cui Daisuke stava pensando inoltre, era la possibilità che i messaggi all'interno della bibbia fossero cifrati, o in qualche modo difficili da comprendere. Non sarebbe stato così strano alla fine, Homura era evidentemente afflitto da alcuni problemi mentali. Avrebbe avuto senso leggere quella Bibbia, nel caso in cui solo il sagrestano stesso si fosse rivelato in grado di decifrarla? No, e avrebbe reso quell'intera missione uno spreco di tempo. Ma poteva dire queste parole ad uno sconosciuto? La risposta era ancora una volta no.
    Sperava vivamente che Yuya fosse in grado di dare motivazioni più convincenti delle sue, alla fine il Diavolo era decisamente più bravo a convincere le persone.
    Daisuke Okada | Livello 7
    Quirk: 255
    Forza: 205
    Agilità: 260
    Energia: 560-10= 550

    Condizione Fisica

    Danni medi alla spalla destra




    Equipaggiamento e Tecniche

    -Difensivo- Shocker (Doppio)
    Danno: Danni lievi +[Stordimento]
    Durata: Permanente.
    Peso: [2]

    -Costume- Suit
    Effetto: Resistenza danni medi + Resistenza elementale media
    Peso: [0]

    -Curativo- Teruko's Blood (x1)
    Effetto: Cura Danni [Medi]. [Diminuisce gli altri di due step.]
    Peso: [1]

    -Supporto- Granata Narcotica (x2)
    Effetto: Dopo 1 turno -5 in riuscita. dopo 2 turni effetto narcotizzante leggero
    Peso: [2]


    NOME TECNICA : Empty Room Lv.3
    DESCRIZIONE : Utilizzando questa tecnica Daisuke riesce a creare una finta stanza che ha come ingresso un portale. Il quale può essere benissimo un portale aperto in precedenza, la tecnica in questione infatti non crea un vero portale, ma teletrasporta in una stanza invece che da un altra parte. La stanza è un zona cubica di lato 3 metri. Si presenta come una semplice stanza trasparente, essendo dello stesso "materiale" dei portali, seppur questa sia tangibile. L'effetto che può dare entrare nella stanza è simile a quello che si può avere quando si va su un pavimento di vetro sopra di un canyon, con una profonda sensazione di vuoto sotto ai piedi, facilmente risolvibile concentrandosi un po'. Il portale d'ingresso, se usato per uscire, può teletrasportare in qualsiasi altro portale creato in precedenza da Daisuke.
    COSTO: 30 per crearla + 10 mantenimento.
    DURATA: Può durare al massimo 3 turni.



     
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    Spavaldo, audace, sicuro di sé, non c'era un solo gesto che tradisse quanto in realtà Yuya si sentisse in subbuglio sotto quel casco con la visiera a specchio. Il suo tono di voce non aveva vacillato, la coda ferma, i muscoli ancora rigidi per la ferita, ma nient'altro, niente di niente. Eppure in testa aveva solo le parole che il sagrestano gli aveva detto.
    Voleva morire. E Yuya avrebbe voluto morire con lui, perché la consapevolezza che non sarebbe mai stato in grado di ucciderlo lo aveva travolto come una valanga in mezzo alla neve. Eppure glielo aveva chiesto lui. Si era preso il rischio. Aveva calcolato le possibilità di una risposta affermativa nel farlo, ma si era ingenuamente convinto che nessuno avrebbe mai scelto volontariamente di morire.
    Forse però, non tutti erano attaccati alla vita come lui. Aveva davvero il diritto di tirarsene fuori? Per una volta, UNA volta, che si era convinto di poter salvare una vita, quella non voleva essere salvata. Ci teneva davvero così tanto a salvare le vite? In realtà no. Teneva al fatto che la gente si ricordasse di lui come quello che salvava le vite. Era egoista, distorto, era la parte di sé che Yuya ripudiava di più, eppure era la stessa che non riusciva a fare a meno d'imbracciare.
    Non gli importava di essere marcio, ma non voleva che gli altri lo vedessero come tale.
    Aveva sempre avuto paura di uccidere, convinto che se lo avesse fatto non sarebbe mai stato più lo stesso. Era il limite che si era imposto di non sorpassare mai: privare qualcuno della propria vita. Se mai sarebbe dovuto succedere, sarebbe stato in sala operatoria e dopo aver lottato fino all'ultimo.
    Eppure le suppliche del sagrestano avevano risvegliato qualcosa nell'animo del corvino. Prima di essere un criminale, lui era un dottore. E se un paziente chiedeva di voler morire, lui non aveva diritto di obiettare. Non era una cosa a cui pensava spesso, ma era probabile che un giorno si sarebbe dovuto interfacciare con tale realtà, anche se non aveva immaginato che quel giorno potesse arrivare tanto presto.
    Le parole degli altri gli si stavano affollando in testa: voci impazzite che cercavano solo di prevalere l'una sull'altra per indurlo ad accaparrasi la ragione. Yuya le ascoltò, tutte, una per una. Ma i discorsi gli parevano privi di senso.
    «Silenzio. — mormorò Yuya, a voce così bassa da potersi unicamente udire da solo. Silenzio. Voleva solo silenzio. E voleva che se ne andassero tutti. Quello era il suo momento. Era lui che doveva mettere fine a quella vicenda che si era protratta troppo a lungo. Non solo per sé stesso, anche per... Shou. Yuya fissò Homura ancora una volta, sanguinante e sofferente. — Nessuno ha più diritto di me di uccidere quest'uomo.» asserì stavolta, alzando il tono di voce.
    Solo a quel punto, si tolse il casco, e tornò a guardare il ragazzo mascherato che si stava allontanando verso l'uscita. Non sapeva come chiamarlo, quindi si attese semplicemente al nickname precedente. Forse rovinava un po' il phatos, ma in quella circostanza era un bene, almeno non avrebbe rischiato di crollare a pezzi come un castello di sabbia che aveva sopportato troppe onde. «Zorro. Ci sono i Pro-Heros fuori, se esci di lì ti arrestano in dieci minuti, fumogeni o no.» disse, ben conscio che se lo avesse fatto, non solo avrebbe messo a rischio sé stesso, ma anche tutti loro che erano lì.
    «Posso farvi fuggire. Tutti. Ma voglio che mi ascoltiate un secondo.» Yuya si stava esponendo in quanto essere umano in quel momento, togliendosi il casco, aveva deciso di non nascondersi e per lui, quello, era equivalente a rendersi vulnerabile.
    Daisuke sapeva già chi era, in quel modo tuttavia anche Ash - perché sì, quel ragazzo dai capelli bianchi era sicuramente Ash, Yuya lo aveva riconosciuto una volta abbastanza vicino sa poterlo osservare in volto, non aveva detto nulla solo perché non era il momento adatto - avrebbe avuto modo di riconoscerlo come il ragazzo che era quasi morto crocifisso. Quanto a Zhen, non si conoscevano, e proprio per quello Yuya si stava esponendo così. Lui non era un omicida, era codardo, ma era orgoglioso, e non si sarebbe tirato indietro.
    «Non so chi sei o chi ti manda, e nemmeno mi interessa, ma ho una proposta per te. — disse, sperando di attirare, così, la sua attenzione. — Non scappare e aspetta. Lo ucciderò, tu potrai lasciare qui qualsiasi tuo segno distintivo per indicare che hai commesso tu l'omicidio. Non voglio che la gente mi ricordi per questo, ma non permetterò che qualcun altro...» disse, e a quel punto si volse verso Ash, allontanando la sua arma dal collo del sagrestano. «...Lo uccida al posto mio.» disse, e fissò l'uomo di colore nell'unico occhio che gli era rimasto. Stava piangendo, e Yuya - per quanto si vantasse di essere insensibile, sapeva benissimo di non esserlo - provò pietà.
    Le obiezioni di Daisuke avevano un senso, ma Yuya era convinto che avrebbero trovato tutte le risposte una volta leggo il libro sacro. Se c'era una cosa che non voleva era che tutto quello si concludesse solo come la risoluzione della vendetta di Ash. Qualcosa gli diceva che non ne sarebbe stato soddisfatto.
    Forse la proposta che aveva fatto a Zhen era l'unico modo intelligente per rigirare la cosa. Almeno per sé stesso. Mai avrebbe voluto che Daisuke lo vedesse come un assassino, perché in fin dei conti non lo era. Sollevò di nuovo lo sguardo dorato verso Ash. A pensarci bene, non era nemmeno sicuro che quello fosse il suo vero nome.
    «Non ho detto che non devi farlo.» — gli disse. — Ma credo che abbia sofferto abbastanza, e il Diavolo non può dire no a qualcuno che gli chiede un favore.»
    Per quanto non volesse ammetterlo, aveva fatto più pratica del dovuto con Teruko alla clinica illegale che si celava nell'ombra dell'ambulatorio dove lavorava. E Yuya sapeva benissimo dove avrebbe dovuto colpire per far sì che il cuore del sagrestano smettesse di battere il prima possibile. Sperò solo che Daisuke non dicesse nulla, era già sull'orlo del baratro da solo, non gli serviva alcuna spinta.
    Villain scheda LVL 7 ART © code ©
    FRZ: 220 ; QUI: 270 ; AGI: 235 ; EN: 630
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    • Tecniche usate: //

    • Equipaggiamento [6/6]
    Black Panther [Costume + Casco]: Quando Yuya entra in azione cela la sua identità grazie ad uno speciale costume composto da una maglia e da dei pantaloni separati fra loro, entrambi aderenti e dal color nero pece. Il tessuto è in fibra di carbonio, materiale molto resistente in grado di fornire una difesa basilare, senza tuttavia limitare i movimenti. Porta dei lunghi guanti che si fondono con le maniche della maglia e che in corrispondenza della punta delle dita hanno degli artigli affilati, taglienti ed intrisi di una droga che inibisce i sensi. Abbinato ad esso, un casco integrale, nero, rigido e antiurto, che gli cela completamente i lineamenti, e dal design pare ricordare vagamente le sembianze di una pantera.
    ► Effetto Suit: Protegge da danni [Medi] fisici ed elementali.
    ► Effetto Helmet: Protegge da danni [Gravi] alla testa.

    Lynx's Claw [Supporto]: Sono un paio di guanti tessuti con lo stesso materiale del costume di Yuya. Gli sono stati regalati da Chris. Sopra ogni dito ci sono degli accessori metallici dalla forma di un artiglio, che possiedono delle lame retrattili dalla lunghezza di due centimetri. Esattamente come degli artigli, sono degli ottimi strumenti di supporto per arrampicarsi e infliggere graffi. Inoltre le lame secernono una lieve droga eccitante, che se entra a contatto con il sangue nel giro di qualche minuto inebria e confonde i sensi del bersaglio, rendendolo facilmente vulnerabile.
    ► Effetto: Stordimento [Lieve]
    ► Peso: [2]

    Senketsu [Offensivo]: Senketsu (letteralmente "sangue fresco") è un kusarigama molto leggero. Ad un'estremità della catena è collegata una piccola falce ricurva, all'altra un peso in piombo, simile per aspetto alla testa di una mazza chiodata. Tale peso è l'arma vera e propria, usata per colpire l'avversario prima che riesca ad avvicinarsi o per bloccargli la spada; il falcetto viene usato solo per finire l'avversario una volta reso inerme. Yuya si sta ancora chiedendo il motivo per cui l'ha comprata, ma una certa donna, una volta, gli ha detto che andarsene a giro disarmati non è proprio una bella cosa.
    ► Danno: Medio (taglio)
    ► Peso: [2]

    Smoke Bombs (x1) [Supporto]: ► Peso: [1]
    Poison Counter (x1) [Curativo]: ► Effetto: Cura Avvelenamento [Medio] ► Peso: [1]
    contattiwww
     
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39 replies since 5/2/2020, 19:27   1467 views
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