The Mark of Cain

AM per kekko4000, _JoJo_, DualSlayerBlade, Ryuko

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    THE MARK OF CAIN

    Aiden continuava a massaggiarsi l'occhio: sentiva la testa farsi sempre più pesante, tutto iniziava a sfumare, come se da poco più di dieci metri di distanza tutto diventasse lentamente fumo nero, pesante e incomprensibile. Era abbastanza sicuro che se nessuno di loro avesse preso l'iniziativa velocemente sarebbe comunque morto per quella ferita. La sua coscienza andava e veniva a sprazzi: si sentiva stanco e spossato, come un bambino che durante il ritorno in macchina da una giornata al mare continua ad appisolarsi a ripetizione. Aiden purtroppo non aveva mai avuto un passato così felice in ogni caso.
    Ah... - osservando ora il volto di quei due ragazzi gli sembrava di ricordare. Erano passati anni, erano maturati, cambiati, ma doveva trattarsi di quei due ragazzi che avevano assoldato per rubare l'acido. Homura non era mai stato d'accordo con quel piano e sperava perlomeno di offrire una sepoltura degna a quei poveri bambini, ma Bolek era riuscito a convincerlo dicendo che fosse il volere di Dio, e che se la polizia li avesse beccati non sarebbero più riusciti ad aiutare nessuno, a liberare nessuno dal demonio dei quirk
    Siete voi... Se non è divina provvidenza questa. - con quelle parole sussurrate, un sorriso si dipinse sul suo volto stanco e ferito. Aiden era quasi sollevato di morire per mano loro, per mano di quelle che in un modo o nell'altro erano state le "sue" uniche vittime a sopravvivere. Una sorta di distorto contrappasso, come se soffrire la stessa pena potesse in qualche modo sollevarlo da tutti i suoi peccati. Ovviamente Homura sapeva benissimo che non sarebbe stato così, che quella sera sarebbe bruciato all'inferno ammesso che laggiù la sua pelle non fosse resistente come sembrava esserlo in vita, ma preferiva morire per mano loro che per mano di quell'anonimo ragazzo in maschera che, forse ancora stordito dai gravitoni dell'albino e quindi non in grado di comprendere il rischio di uscire da quella chiesa, sembrava voler giustamente fuggire.
    Ironico come ora, al momento di privare Aiden della sua vita, tutti in quella Chiesa sembrassero non avere davvero il coraggio di farlo. L'inglese aveva puntato una lama al suo collo, poi bloccata dal diavolo.
    Come se si trovasse davvero in una sorta di tribunale divino, come se fosse un animale in una battuta di caccia, tutti sembravano dibattere su chi avesse più diritto di prendere la sua vita. E forse, ormai, quello era tutto ciò che si meritava: essere un trofeo, una pellaccia da dividersi per poterla usare come tappeto nel salotto di fronte ad un camino. Non era più una persona da tanto, tanto tempo. Di questo era fermamente convinto.
    Solo una persona, in quel momento drammatico, era una voce fuori dal coro: Daisuke aveva posto una domanda sull'evasione, come se si trattasse della richiesta di verità ad un condannato a morte. Aveva davvero senso chiederlo in quel momento? La risposta avrebbe cambiato qualcosa? L'unica persona che aveva davvero già preso una vita in quella stanza sembrava la più riluttante a farlo di nuovo.
    E' scritto tutto nel libro. - ringhiò di dolore con la mano sull'occhio, le dita evitavano le schegge ancora affondate nella sua grondante carne - Io... Non volevo fuggire! Perché mai avrei dovuto? - si concesse quindi quella confessione sebbene l'intero racconto, più ordinato e logico, era scritto in quella Bibbia. Ci aveva lavorato tutti quei mesi in cui era stato un fuggitivo: la sua confessione più profonda, il racconto di un criminale che avrebbe dovuto indicare tutti i veri colpevoli che si celavano dietro a quella storia. Quella confessione che avrebbe voluto fare in prigione - Volevo... Confessare tutto. Ma loro non volevano che lo facessi, e allora mi hanno sbattuto fuori... - sussurrò, abbassando lo sguardo a terra - Sono stato una preda per tutto questo tempo. Vi prego, uccidetemi e sparite. Non c'è motivo di sprecare altro tempo qui, non voglio che altri paghino per i miei sbagli. Lo farei io ma... - Aiden aveva provato più e più volte a privarsi della vita, ma le sue catene infiammate non sembravano voler scalfire il suo corpo e non aveva mai avuto il coraggio di tentare quel gesto con qualcosa che non fosse il suo corpo.
    Polizia ed eroi si erano ormai ammassati fuori dall'edificio e stavano per irrompere nella Chiesa. Forse quell'ultima confessione, al di là delle parole contenute nel libro in possesso di Daisuke, avrebbero cambiato il punto di vista sulla situazione. Spiegavano l'esiguità degli ostaggi, il fatto che non fossero legati o bendati. Probabilmente erano paralizzati solo dalla loro paura, paura che qualcuno si era impegnato a generare attorno all'aura del Sagrestano rendendolo un nemico pubblico che, a conti fatti, non sembrava proprio essere.


    Danni gravi al volto



    CITAZIONE
    Ordine: Master, kekko4000, _JoJo_, DualSlayerBlade, Ryuko.
    Bene ragazzi, siamo giunti ad un punto di svolta. Fuori è pieno di polizia ed eroi e a breve entreranno nell'edificio. Ora come ora Yuya sembra effettivamente la vostra migliore possibilità di fuga, ma avete tutti libertà di scelta.
    Se agite contro il Sagrestano potete agire autoconclusivamente purché non vi intralciate. Al momento Yuya sembra il più determinato ad ucciderlo quindi se qualcuno di voi vuole agire prima probabilmente sarà lui a fermarvi: Homura vuole morire quindi non si difenderà in alcun caso. Insomma, se avete intenzione di pestarvi i piedi a vicenda anche solo per roleplay consultatevi in privato!
    Buona fortuna. :**:
     
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    Zhen Lubbock

    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato da altri



    Ormai la missione era fallita, aveva incontrato troppi ostacoli fra lui e il suo obiettivo, l ‘unica soluzione che poteva fare, era scappare, ma a quanto pare quella persona che gli aveva fatto fallire il suo attacco poco prima, aveva deciso ancora una volta di mettersi in mezzo. Sembrava che le sue intenzioni fossero di far rimanere Zhen nell’edificio in modo che la polizia lo potesse catturare, in seguito, affermò che una volta arrestato non sarebbe rimasto al sicuro nemmeno in prigione. In quel momento il sadico aveva il volto mascherato verso l’uscita, e fermandosi, spostando la testa leggermente in basso a destra
    A te che importa? Di certo non sono problemi che ti riguardano.
    Successivamente avrebbe sentito di dietro un passo energetico dirigersi verso il Segrestano, a quel punto girò completamente il corpo per controllare che cosa stesse succedendo. Solo in quel momento sentì un lieve bruciore al fianco sinistro, la stessa parte del braccio fasciato. Per fortuna si trattava solo di una ferita leggera, anche se non aveva capito come se lo fosse fatta, infatti nel momento in cui era stato trafitto dalla lama dell’uomo dai capelli albini Zhen era ancora stordito. La vista che gli presentò davanti però non gli dispiaceva. L’uomo che gli era stato d’intralcio teneva la lama davanti al collo del Segrestano e attivando rapidamente la sua abilità, probabilmente pote’ sentire solo gli oggetti che in passato conosceva già l’esistenza, ovvero la seconda lama che teneva addosso l’uomo dai capelli bianchi, che forse avrebbe potuto vedere dal manico che usciva dal suo corpetto, e quella specie di falcetto spaccata dell’uomo in nero che pote’ comunque vedere attaccato al fianco sinistro. Un altro piano gli piombò in testa in quel momento, quella di allungare la lama in modo di recidere il collo dell’uomo mezzo nudo e subito dopo quello di far scoppiare gli altri due oggetti, con quelle esplosioni avrebbe potuto colpire tutti e 4 gli individui, successivamente avrebbe provato a scappare dall’ingresso che in quel momento stava alle sue spalle. Quando stava per attivare la sua prima tecnica, l’uomo non più mascherato gli parlò. Forse era la stanchezza, oppure erano ancora gli effetti del colpo di prima che gli resero ancora più pesanti quelle azioni da effettuare, ma per qualche ragione si fermò e iniziò ad ascoltare quel tipo. Quest’ultimo lo aveva consigliato di non uscire da quella direzione, in più si era proposto ad aiutarlo, ovvero, non solo avrebbe ucciso l’obiettivo al posto suo, ma lo avrebbe fatto scappare. Appena finì la conversazione, l’uomo vestito in nero allontanò la lama dall’uomo in ginocchio. Prima di rispondere rimase in silenzio per un paio di secondi, giusto per avere il tempo di ragionare un po'. Quanto ci si poteva fidare di questo individuo, lo aveva appena attaccato e ora aveva intenzione di aiutare il suo aggressore?
    Zhen era certo di trovare qualcuno appena fuori l’entrata, in fondo erano appena usciti gli ostaggi e sicuramente qualche agente si era diretto lì. Una volta fuori poteva provare a scappare in due modi:
    il primo caso era di farsi catturare volontariamente, sfruttando la loro inconsapevolezza del suo quirk. Una volta in macchina, sarebbe stato facile liberarsi dalle manette, distruggere le armi degli eventuali individui che sarebbero stati all’interno del vicolo, ucciderli per poi scappare, ma questo piano risultava troppo rischioso, anche perché gli avrebbero tolto la maschera e avrebbero conosciuto il suo volto il che lo trasformava in un vero e proprio fuggitivo. La seconda opzione era quella di disarmare tutti gli agenti fuori, e utilizzare lo smoke per scappare, forse oltrepassando il muro sarebbe stato più facile arrivare alla moto parcheggiata e fuggire, ma nel caso avesse incontrato un eroe all’uscita, tutto si sarebbe rivelato più difficile. A quanto pare entrambi i piani era fin troppo rischiosi, e forse sarebbe stato il caso di provare ad accettare l’offerta, anche se non aveva capito come potesse aiutarlo a scappare, forse avrebbe sfruttato l’unicità del suo compagno, almeno da quanto sembrava il capo sembrava essere lui fra i due. Così, prendendo un tono cordiale
    Non c’è bisogno di segni o altro, il mio obiettivo è solo di eliminarlo, per il resto, accetto la tua offerta, però..
    prendendo un tono un pò più serio
    spero che il tuo amichetto non intralci la proposta. Non vorrei che si creano inconvenienti
    riferendosi all’uomo con l’arma in mano. La sua affermazione di prima gli era sembrato al quanto ostile, e temeva che gli avrebbe cercato di impedire la fuga, magari attraendolo verso di lui ancora una volta e stordendolo successivamente, anche se, qualora avesse cercato di bloccarlo, il sadico mascherato non sarebbe stato così clemente con quell’uomo. Prima lo aveva colto di sorpresa, ma questa volta sarebbe stato preparato ad un evento simile, infatti, se la sua deduzione fosse stata esatta, durante il volo quindi prima dell’impatto, avrebbe avuto la possibilità di difendersi, e in quella frazione di secondo, avrebbe utilizzato Iron Maiden sul Kunai, trafiggendolo, dopo di che avrebbe utilizzato Instant Explosion sulla punta della lama. Per quanto fosse semplice questa combinazione di tecniche, era anche letale, infatti, una volta superato lo strato di carne e muscoli, l’esplosione sarebbe avvenuto dentro il corpo, dove sarebbero stati presenti solo organi fragili e vitali, e sicuramente gli avrebbe procurato un grave danno. Ma avrebbe agito in questo modo solo se quell’individuo avesse avuto l’intenzione di attaccarlo, intanto, mentre aspettava che quei tre sull’altare si decidessero sul come eliminare il Segrastano, Zhen si sarebbe avvicinato e appoggiato sul muro dalla parte dell’uscita, cercando di rimanere entro il raggio di 10 metri dagli altri, e cominciò a concentrarsi per utilizzare la sua abilità, anche se questa volta sarebbe stato con gli occhi aperti, in modo da controllare Ash. Mettendosi in quella posizione, stava cercando di percepire se al di là del muro ci fossero gli agenti armati, per capire quando avrebbero cercato di sfondare l’ingresso.



    Parametri

    Zhen Lubbock- lvl 6
    Energia 435(-10)
    Forza 186
    Quirk 81
    Agilità 258
    Stato: ferita lieve al fianco sinistro


    Tencniche & Equipaggiamento


    Equipaggiamento: Cotta di maglia (resistenza danni lievi), guanti (+5 frz),Coltelli da lancio (6, Peso: [1], Danno: Lieve), Peso: [1], Danno: Medio),Smoke Bombs (x3 , Peso: [1], Peso Totale: [3]),Maschera Antigas (Potenziamento 1, Filtri: [1]),Teruko's Blood (x1, Peso: [1]),Poison Counter (x1, Peso: [1], Effetto: Medio), Pistola (3 ricariche).

    Abilità:
    Zhen, è in grado di percepire in tempo reale tutti i materiali di metallo intorno a lui, entro un raggio di 10 metri.

    Tecniche:
    CITAZIONE
    Resistance LVL 3
    DESCRIZIONE: la resistenza di un oggetto metallico viene aumentato o diminuita.
    DANNO: Medio-gravi
    COSTO(in energia): 25 + 10 mantenimento

    Iron Maiden lvl 3
    DESCRIZIONE: Come dal nome (vergine di ferro), l'elemento di metallo bersagliato viene irrigidito e successivamente, spuntano da esso massimo 3 punte metalliche con lunghezza di 20 cm ciascuno, che lacerano qualsiasi ostacolo incontrano davanti.
    COSTO: 35 PE
    DANNO: medio-grave

    Instant Explosion lvl 3
    DESCRIZIONE: l'oggetto viene compresso con una forza elevata in un punto di esso, dopo un lasso di tempo, dipendentemente dalla forma e quantità dell'oggetto in metallo (oggetto con peso minore di 1 chilogrammo e mezzo), pezzi di metalli vengono respinti verso l'esterno con una velocità elevata, provocando dei danni ai corpi circostanti.
    DANNI: Medio-gravi
    COSTO(in energia): 40



     
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    • Roy Ash O'Connor •
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    Narrato - Pensato - Parlato - Parlato Altri


    Le azioni di Ash, attenuate dalla rabbia e dalla frustrazione accumulatosi negli anni, non poterono che suscitare una reazione doverosa nei confronti di chi, esattamente come lui, aveva avuto a che fare con il Reverendo Bolek. Le parole del corvino, però, destarono curiosità. Quelle parole rappresentavano l'ovvietà della via del "bene", come la definiva lo stesso Ash. Che non corrisponde necessariamente alla via del "giusto". Erano parole pure, pronunciate proprio da chi non ha alcuna intenzione di fare del male a qualcuno.
    L'albino inglese, interpretò in questo modo l'intervento del ragazzo dei portali spazio-temporali, uno che, anni prima, se la memoria non lo ingannava, avrebbe dovuto far saltare in aria la Yuuei con la bomba di Orochimaru... Che il tempo avesse cambiato anche lui?
    Certamente non aveva un'aria minacciosa, quelle parole trovavano una logica comune e tutto questo solo per essere più consapevole di chi gli stava di fronte.
    Ash non era omicida, questa fu la questione. Effettivamente dovette pensarci su un pochino. "Ho mai ammazzato sul serio qualcuno?". Pensò, in risposta a Daisuke. Il fatto che dovette pensarci, anzi, chiederselo in prima persona, significava soltanto che lui stesso era in malafede di se stesso!
    La sua rabbia venne quindi disturbata da un principio umanitario, un senso civico o civile? Non aveva grossa importanza, ciò che importava è che Ash, non aveva mai ammazzato nessuno.
    I suoi occhi erano costantemente fissi su Homura il quale, come atteso, ricambiò lo sguardo e per qualche istante non poté che rivedere le scene del passato.
    D'altra parte, lo stesso Sagrestano, nonostante i colpi ricevuti, il volto tumefatto, non provava alcun desiderio di rivalsa. Era ormai arreso, inerme. Ma arreso di fronte a cosa? Avevano per caso combattuto? Di fatto, era un preda già a terra e priva di forze.
    «Silenzio.»
    La voce avvolta nel casco felino interruppe tutti quei pensieri, rubandogli tutta l'attenzione necessaria. La lama era sempre protratta verso il collo di Homura ma in quel momento, era concentrato sul ragazzo che, con molta sicurezza, gli rassicurò un modo di fuga.
    Era infatti, il suo secondo problema, la fuga.
    L'evasione, magari, gli avrebbe permesso di essere identificato come salvatore dagli stessi ostaggi, ma aveva comunque i suoi grossi rischi.
    Fu in quel momento che Ash, riuscì finalmente a capire in che modo si sarebbero dovute concludere le cose. Nel momento in cui Yuya venne allo scoperto, tutta quella circostanza pareva avere un senso. Ancora una volta, il ricordo di quella serata di tre anni prima, in quello stesso luogo, avvolse la mente di Ash. Non si dimentica facilmente la vista di un "collega" incatenato ad una colonna e torturato.
    E così chissà quanti bambini. Certe situazioni possono lasciare segni indelebili, soprattutto se il tempo ti porta ad ostentare una rivalsa, un riscatto sociale o una qualsiasi altra forma di reazione ad un torto subito.
    Ed era proprio quello il punto: sia Ash che Yuya, probabilmente gli unici ad essere sopravvissuti alle sue grinfie, avevano un conto in sospeso con lui e la storia dei fatti vedeva in Yuya nelle vesti della vera vittima di quella vicenda.
    Di fronte a certe logiche, per quanto sanguinarie, Ash non poteva essere impassibile.
    Il ragazzo dalla coda appuntita che, a sua memoria, aveva la capacità di teletrasportare fino a cento litri di acido, almeno, stava proponendo una rapida soluzione al tutto, lasciando libero il killer, rimasto indietro in prossimità dell'uscita laterale. Inoltre, gli venne proposto di prendersi anche "la firma" dell'omicidio di Homura. Un'offerta, a suo dire, troppo allettante. E dato che è troppo, è appunto sospetta.
    Il ragazzo dal volto bendato, non pareva però dispiaciuto dell'offerta... era evidente che lavorava per conto di qualcuno o qualcosa di importante.
    E qualcun altro, al posto suo, lo avrebbe reso autore della morte di Homura.
    Questa cosa non gli suonava per nulla nuova.
    Con un gesto, Yuya spostò la lama dal collo di Homura contrapponendosi ad esso.
    Ash lasciò che il Diavolo facesse la sua parte. Non ne era ancora molto convinto ma era in grado di comprendere che era solo la rabbia, la sua unica e vera motivazione.Se prima era la rabbia nei confronti di suo padre, il boss Arthur O'Connor, in quel momento fu la rabbia per il Sagrestano di Bolek.
    Aveva semplicemente cambiato bersaglio.
    Probabilmente era, si, cambiato, ma non aveva risolto un granché con se stesso. La sua rabbia doveva contenerla da qualche parte, in qualche modo e con qualche mezzo.
    Avrebbe dovuto incanalarla nel verso "giusto" ma invece era soltanto un pretesto.
    Ne aveva di lavoro da fare.
    Le motivazioni di Yuya furono più che convincenti per Ash, per questo non obiettò la sua richiesta. E da carnefice a spettatore-complice, la panoramica è diversa. Cambia.
    La sua attenzione si focalizzò sulla figura pietosa di Homura il quale, dopo averli osservati con attenzione, li riconobbe.
    «Siete voi... Se non è divina provvidenza questa.»
    Voleva morire e per mano loro. Un atteggiamento simile, è di chi ammette la sconfitta ma in quel caso, forse, non si trattava di una sconfitta.
    Forse, di una vittoria.
    Le parole di Homura, riuscirono in gran parte a chiarire molti aspetti che fino a pochi minuti prima, gli sarebbero sembrati privi di fondamenta.
    A partire dal suo atteggiamento completamente accondiscendente alla morte, quasi fosse per lui un mezzo di salvezza e di redenzione allo stesso tempo.
    Ma ciò che attirò di più l'attenzione, fu il dettaglio su un determinato libro. Ash, ebbe infatti il dubbio - e non a caso domandò al riguardo poco prima - di aver visto qualcosa passarsi tra le mani, per poi essere posto all'interno di un portale di Daisuke.
    «E' scritto tutto nel libro.» Aveva chiaramente detto Homura.
    Le sue parole si rivelarono una confessione ed una supplica. Sembrava in preda a qualcosa o qualcuno da cui non ci si può sottrarre, qualcuno di più potente, che ci manovra.
    Di chi sei stato preda?
    Fu la domanda che Ash porse al Sagrestano. Domanda a cui forse non avrebbe mai avuto risposta, se non in quel fantomatico libro che accennava.
    L'albino inglese non era però del tutto convinto. Come poteva sapere se il tutto non fosse che uno squilibrio mentale? Non sarebbe nemmeno una cosa tanto insolita.
    Ma c'era qualcosa di vero nelle parole e nei gesti di Homura che, per quanto si percuotesse con le sue catene, le stesse non riuscivano a danneggiarlo più del dovuto.
    Stava sul serio chiedendo di porre fine alla sua vita.
    Ash ripose la lama della waki-chain nel fodero e, contestualmente, si voltò indietro, verso il killer, come a volersi rassicurare che non facesse mosse azzardate.
    Vorrei capire di più su questo libro... Chiese poi, voltandosi verso Daisuke, ormai consapevoli che, se mai avrebbe dovuto esserlo, non era più un mistero.
    Ma ogni cosa a suo tempo e quello, non era il momento di perdersi in chiacchiere. La tensione accumulata era mutata in ansia. Non sapeva se, come e quando Yuya avesse eliminato Homura. Era consapevole che sarebbe accaduto da un momento all'altro e più i secondi passavano, più l'ansia cresceva.
    Forse, era più doloroso assistere che compiere un omicidio.



    Roy Ash O'Connor - Livello 7

    Energia 555 | Quirk 362 | Agilità 262 | Forza 101


    CITAZIONE
    TECNICHE
    Gravity Clash Mantenimento
    Con questa tecnica il PG può trasferire il punto gravitazionale da se stesso ad un'altra persona/oggetto/struttura, toccandola con una mano ed indirizzare la forza attrattiva su un altro bersaglio (altra persona, altro oggetto, altra struttura...), toccandolo con l'altra mano.
    Il risultato sarà uno scontro forzato tra due persone o oggetti, oppure tra persona ed uno oggetto/struttura. I due contatti non devono avvenire per forza nello stesso turno.

    ♆ Status Stordimento
    ☩ Costo 65 PE (Mantenimento)

    CITAZIONE
    EQUIPAGGIAMENTO

    # Black Pinafore Kimono [Costume] - Color Nero
    # Waki-Chain [Offensivo] - Danni Medi - Peso [2]
    # Kunai [Offensivo] - Danni Medi - Peso [2]
    Renji Yomo, Tokyo Ghoul | Code © Only for MHA GDR.

    OFF: per la tecnica mi trovo un po' disorientato sul costo. Io l'ho pagata già nello scorso post, non so se ho fatto bene e non so se devo togliere qualcosa per il mantenimento. Nel caso, correggo al prossimo post. Grazie
     
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    Narrato
    Parlato
    Il corvino era molto preoccupato per Yuya, aveva paura al pensiero di essere nei suoi panni. E sebbene le due situazioni fossero decisamente poco affiliabili, aveva paura che il suo collega avrebbe fatto la sua stessa fine, dopo aver privato quell'uomo della sua vita.
    Daisuke non stava bene, e benché avesse cercato in più modi di "guarire", aveva capito a sue spese che non era possibile. In quel momento, il Carro, aveva paura che il Diavolo si ritrovasse nella sua stessa situazione. Un'odio interno, quasi auto-lesionista, che era talmente potente da fermare gli altri pensieri. Ma questi pensieri non erano abbastanza. Non aveva il coraggio di fermarlo, provandogli a spiegare che poi sarebbe caduto in un tunnel senza fine, da cui uscire era praticamente impossibile. Sì, probabilmente una volta passata quella nottata lo avrebbe invitato nel rifugio di ETERNIUM, più per parlare di quella situazione, per aiutarlo ad allietare quei pensieri, che per un reale interesse in ciò che aveva bisogno di dire. Sapeva bene quanto fosse utile parlarne, e quanto - già solo quello - poteva portare al ragionamento, e soprattutto alla riflessione.
    Cosa poteva fare Daisuke in quella situazione quindi? Dentro di sè, sentiva di non avere la minima voce in capitolo. Non aveva mai avuto il minimo rapporto con quell'uomo dalla pelle scura, e non era stato mandato lì con l'intento di ucciderlo. In effetti, a ripensarci in quel momento, gli ordini di Yami erano stati eccessivamente vaghi. Non gli aveva detto praticamente nulla, solo di evitare che Homura causasse problemi. Ma dopo aver visto quanto tenue quell'uomo risultava, il cervello di Daisuke aveva quasi totalmente eliminato la possibilità che causasse problemi. Anzi, se proprio bisognava osservare la verità, era stato Yuya a creare quella situazione di disagio. Se l'altro corvino non fosse mai arrivato infatti, tutto si sarebbe probabilmente evoluto in modo simile, ma con un Sagrestano arrestato, piuttosto che giustiziato in modo così spartano.
    Ciò che davvero interessava Daisuke, ma per motivi esterni alla sua missione, che erano alimentati puramente dalla sua indole curiosa - che sebbene normalmente soppresa, riusciva ad uscire di tanto in tanto - che ardeva dal desiderio di scoprire di più su quella situazione. Sì, sebbene la svedese non gli avesse dato i migliori ordini possibili, era convinto che avesse avuto le sue ragioni per mandarlo lì. Ed evidentemente, i piani della ragazza erano in disaccordo con quelli di qualcun altro. Il corvino però, non era sicuro dell'identità delle persone di cui il Sagrestano parlava. La polizia? Era fattibile sì, non era certo una novità trovare dei membri corrotti nelle forze dell'ordine, ma nel caso fossero stati corrotti, chi era interessato a bloccare la voce dell'uomo? E nel caso in cui non parlasse della polizia, che si stesse riferendo ad un qualche gruppo di criminali, che era riuscito ad accerchiarlo anche all'interno del carcere, riuscendo poi a farlo fuggire? Il giapponese non ne aveva la minima idea, e non aveva intenzione di proseguire con quelle domande. Se davvero tutte quelle informazioni erano ritrovabili sulla bibbia, l'opzione migliore era aspettare l'arrivo di tutti i membri di ETERNIUM nel covo di Ueno, e poi leggerlo tutti assieme, così da poter raggiungere una qualche "illuminazione divina" in contemporanea. Alla fine dei conti rimaneva sempre una Bibbia, no?
    " Piacerebbe anche a me saperne di più, so solo che è una Bibbia. Però, dato che Homura lo ha voluto affidare al Diavolo, credo che sia corretto lasciarlo nelle nostre mani. " - il carro volle enfatizzare pesantemente la parola Diavolo, il nomignolo "in codice" che Yami aveva affidato al suo collega. Ed era anche la parola con cui il sagrestano si stava riferendo a lui, una cosa abbastanza ironica da un punto di vista consapevole. Inoltre, dopo aver finito di pronunciare quella frase, il ragazzo sfruttò il portale alla sua destra, come porta di accesso per la sua "dimensione" personale. Poi, si piegò rapidamente, così da "raccogliere" le Sacre Scritture dal pavimento trasparente della sua stanza. Lo aveva fatto per un semplice motivo logico, non aveva la minima idea di come funzionasse quel suo potere, una volta fuso con l'unicità di Yuya. Esistevano tre possibilità diverse. Il teletrasporto del ragazzo funzionava, e la stanza di Daisuke rimaneva intatta, senza il minimo danno negli oggetti contenuti in essa. La seconda, dove la sua stanza veniva chiusa in modo forzato, e gli oggetti venivano dispersi nel teletrasporto del Diavolo. Ed infine, l'ultima, quella dove gli oggetti contenuti nella stanza venivano ridotti in frantumi, senza possibilità di ricostruirli nel loro stato originale.
    Quindi, dopo questa rapida sessione di possibilità, il cervello di Daisuke indicava come inserire il Testo Sacro nel suo zaino fosse l'opzione migliore. Così nulla sarebbe andato storto, ipoteticamente perlomeno.
    Dopo aver fatto ciò, lo sguardo di Daisuke iniziò a squadrare le persone presenti in quella stanza, concentrandosi particolarmente su Yuya. Avrebbe voluto rincuorarlo, magari dicendogli qualche parola di supporto, o dandogli una pacca rassicurativa sulla spalla. Ma era profondamente consapevole, che ciò gli avrebbe solo messo più pressione addosso. Doveva fare una cosa molto pesante da sopportare, e dargli la possibilità di ripensarci non sarebbe stato niente più che insensibile. Le altre due persone all'interno di quella cattedrale, sembravano della stessa opinione.
    L'uomo albino aveva un'aria particolare attorno a sè, tanto che Daisuke sentiva di averlo già visto da qualche parte, ma non era sicuro se essa fosse solo una lieve sensazione, magari causata dalla situazione particolare in cui si erano ritrovati. L'unico altro ragazzo albino che ricordava era totalmente diverso da quello che aveva a pochi passi dal suo corpo, e il rapporto che aveva intrattenuto con lui, era stato talmente breve che non era nemmeno considerabile una relazione.
    Per quanto riguardava la quarta persona, invece, la situazione era diversa. Sembrava pienamente interessato nella morte dell'uomo, ma non per questo non rimaneva sospetto. Alla fine, li aveva già attaccati una volta, farlo nuovamente non sarebbe stato nulla di strano di nuovo. Perciò, sebbene l'uomo bendato sembrasse tranquillo, appoggiato al suo muro vicino all'uscita, una piccola parte della mente del Carro, si era concentrata su di lui. Voleva evitare che colpisse di sopresa dopo la morte del Sagrestano, una cosa decisamente possibile a giudicare dal suo comportamento in quella serata invernale.
    L'unica persona che lo sguardo di Daisuke saltò, più per pietà che per mancanza di interesse, era Homura. Non voleva osservare la scena di un suo amico che portava via la vita di una persona, e non voleva osservare quel miscuglio di vacuità e felicità, che probabilmente l'uomo avrebbe mostrato.
    Sebbene non fosse una persona credente, il suo cuore stava "pregando"per l'anima del criminale, sperando che potesse godersi l'aldilà. Magari un giorno si sarebbe ritrovato lui nella "posizione" del Sagrestano, ma sperava vivamente che quel pensiero potesse rimanere solo tale.
    Daisuke Okada | Livello 7
    Quirk: 255
    Forza: 205
    Agilità: 260
    Energia: 550

    Condizione Fisica

    Danni medi alla spalla destra




    Equipaggiamento e Tecniche

    -Difensivo- Shocker (Doppio)
    Danno: Danni lievi +[Stordimento]
    Durata: Permanente.
    Peso: [2]

    -Costume- Suit
    Effetto: Resistenza danni medi + Resistenza elementale media
    Peso: [0]

    -Curativo- Teruko's Blood (x1)
    Effetto: Cura Danni [Medi]. [Diminuisce gli altri di due step.]
    Peso: [1]

    -Supporto- Granata Narcotica (x2)
    Effetto: Dopo 1 turno -5 in riuscita. dopo 2 turni effetto narcotizzante leggero
    Peso: [2]




     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    Nonostante i suoi movimenti fossero fluidi come sempre,Yuya si sentiva le membra pesanti. Non aveva idea di cosa lo avesse spinto ad offrirsi volontario per uccidere il sagrestano. Non voleva farlo e non voleva sporcarsi le mani di sangue, eppure si sentiva in qualche modo legato a quella figura.
    Forse voleva credere che la morte di quell'uomo lo avrebbe aiutato a chiudere definitivamente un capitolo della sua vita che ormai era durato troppo a lungo. Era un espediente ed un intermezzo. E lui era egoista, come sempre. Non aveva mica pensato di uccidere l'altro per esaudire la sua richiesta, per quanto volesse convincersene, ma solo ed unicamente per sé stesso e per quel peso che si era portato sulle spalle troppo a lungo. Alla fine non gli interessava davvero nemmeno il reale contenuto della bibbia, probabilmente.
    Yuya ripensò a Shou, quel ragazzino che aveva assistito alla fine del reverendo Bolek insieme a lui, ed ai suoi occhi confusi e terrorizzati quando era andato a trovarlo la mattina dopo la vicenda. C'era tornato per due mesi interi, fino a quando non aveva ricevuto notizia che una famiglia era interessata ad adottarlo, ed allora aveva smesso di impicciarsi nei suoi affari, perché era meglio così: che quel bambino si scordasse di lui e della vicenda e vivesse la sua vita lontana dai brutti ricordi. Chissà come stava adesso. Yuya aveva fatto in modo di non lasciargli niente anche per questo, magari un giorno avrebbe pensato al "ragazzo con la coda" dell'orfanotrofio, ma Yuya per quel giorno sperava di essere già morto e sepolto.
    Non appena ricevette la conferma dal ragazzo mascherato, Yuya si rimise il casco in testa: ovviamente, da bravo codardo qual era non voleva che qualcuno vedesse l'incertezza sul suo volto in quel momento.
    Le parole di Ash e di Daisuke lo riscossero dal suo torpore mentale. «Non c'è tempo.» sussurrò, stringendo i pugni. No, in quel momento non c'era proprio tempo per discutere.
    Avrebbero dovuto rimandare le spiegazioni a più tardi.
    Nonostante fossero celati dalla visiera del casco, i suoi occhi saettarono rapidamente dalla figura del sagrestano a quella del ragazzo albino al suo fianco. Yuya era disarmato, l'unico mezzo con il quale avrebbe potuto uccidere l'uomo di chiesa era stata distrutto dal ragazzo in maschera, quindi non aveva scelta. «Scusa, la prendo in prestito. — disse, rivolto ad Ash, indicando la wakizashi che il ragazzo portava con sé, sperando che quest'ultimo decidesse di concedergliela per un momento. — Qualcuno vada a chiamarlo.» aggiunse poi, genericamente rivolto al poi il tipo mascherato vicino all'ingresso della chiesa. Aveva bisogno di averli tutti vicini se li voleva portare via tutti insieme, Daisuke lo sapeva, Ash no, ma poteva intuirlo conoscendo il suo quirk, e Yuya non credeva avrebbe avuto la forza psicologica di muoversi dopo quello che stava per fare.
    Se Ash gli avesse davvero concesso di usare la sua katana, Yuya si sarebbe rivolto al sagrestano per l'ultima volta, la punta acuminata della lama rivolta verso la sua gola. «Sei sicuro di volermi chiamare divina provvidenza?» asserì, quasi sorprendendosi da solo quando il tono della voce gli venne fuori deciso, autoritario e non rotto ed incerto come si era aspettato. Il corvino abbassò la lama, spostandola dalla sua gola al suo petto, leggermente sulla sinistra, dove sapeva stare il cuore. Lui sapeva esattamente quanta forza imprimere per tagliare la carne di un uomo, avrebbe preferito non farlo, o farlo in altri modi, usando del veleno o qualche medicinale in grado di farti addormentare placidamente, non era venuto lì preparato per uccidere, ma a conti fatti sapeva come farlo.
    Il sagrestano era in ginocchio, le mani sul volto, grondanti di sangue. Guarda te, si disse Yuya, nemmeno da ultimo voleva lasciare in pace le persone: doveva renderlo un assassino.
    Se c'era qualcosa di divino era sicuramente l'autocontrollo e la fermezza che Yuya si stava trovando a dimostrare. Sperò che nessuno lo stesse guardando in quel momento. Spostò il piede sinistro all'indietro, usandolo come perno, e serrò le mani attorno all'impugnatura della katana: la destra stretta sull'elsa e la sinistra con il palmo aperto poggiato al termine di essa. Si chinò appena, piegando le gambe; la verità era che avrebbe voluto farlo nel modo più semplice ed indolore possibile, ma non aveva le competenze per non fare altro che non fosse trafiggergli il cuore. «Mi dispiace.»
    Quelle parole gli uscirono da sole. Per cosa? Non lo sapeva. Gli dispiaceva e basta. Yuya era sempre stato convinto che cattivi non si nascesse, ma si diventasse: qualcosa ti manda fuori strada, ti fa sbandare e tu finisci sul binario sbagliato, senza volerlo. Non sapeva cosa fosse successo a lui, ma si dispiacque lo stesso. Un secondo dopo, usò il peso del suo corpo come leva e lasciò che la lama d'acciaio trapassasse il petto del sagrestano, accasciandosi in ginocchio con lui, per sorreggere il peso del corpo altrui. Rimase immobile qualche istante che gli parve interminabile, il respiro quasi trattenuto, mentre percepiva il sangue sgorgare dalla ferita inzuppargli le mani e gli abiti, il suo odore acre e pungente che lo aveva raggiunto anche da sotto il casco. Yuya si sentì orribile, e per un momento desiderò che l'uomo non morisse, pur sapendo bene come la cosa fosse impossibile. Si morse la lingua e mando giù un enorme groppo che gli era salito alla gola, poi... un sussurro. «Voglio solo che tu sappia che non sono un assassino.» disse, a voce talmente bassa che probabilmente nessuno al di fuori dell'uomo morente avrebbe potuto udirlo. «E non credo che tu lo sia.» Era una confessione strana da fare: aveva appena detto di non essere un assassino ad un assassino, e che credeva che quell'assassino non fosse tale.
    Non sapeva perché, ma Yuya alla fine era una persona più fragile di quanto poteva sembrare all'apparenza, aveva appena commesso un omicidio ed aveva bisogno di andarsene da lì con la pace nel cuore, altrimenti era certo che sarebbe sprofondato in un abisso e che lo avrebbe rifatto. Non pianse, perché la situazione era troppo precaria e non poteva permetterselo, forse era l'adrenalina ad impedirglielo, ma avrebbe voluto farlo, la coda accasciata a terra, immobile come un serpente morto, era indice di quanto si sentisse male. Lentamente, la sua mano sinistra scivolò verso terra e si strinse con le dita attorno al polso del sagrestano: era abbastanza vicino da udire qualsiasi altra cosa l'uomo di chiesa avesse voluto dire, se aveva delle ultime parole, altrimenti sarebbe comunque rimasto lì fino a quando non avrebbe più percepito alcuna pulsazione provenire dal polso di Homura.

    Yuya si sarebbe rialzato solo dopo quell'interminabile lasso di tempo, scrollandosi di dosso ed adagiando delicatamente a terra il corpo senza vita del sagrestano, estraendo la lama dal suo petto, mentre tentava disperatamente di convincersi che aveva fatto la cosa giusta, iniettandosi a forza quella frase in testa come dovesse bere una medicina cattiva e stesse tentando di ingannarsi dicendosi fosse squisita. Spense semplicemente il cervello e si disse che non gli importava più di nulla: raddrizzò la schiena e restituì la katana al suo legittimo proprietario, senza dire una parola; alzò la testa cercando di ignorare la sensazione di umido che facevano i suoi vestiti sporchi di sangue a contatto con la sua pelle e si voltò.
    Sperò che gli altri lo avessero raggiunto, perché non aveva forza sufficiente per compiere più di dieci passi: se così fosse stato, Yuya avrebbe teso le braccia acchiappando per i vestiti Ash con una mano e Zhen con l'altra; Daisuke, che era quello con cui aveva più confidenza con la coda.
    Quei tre si sarebbero sentiti risucchiare un po', come se un aspiratore li tirasse via stirando loro le fibre muscolari, e meno di un secondo dopo la scena davanti ai loro occhi sarebbe diventata un'accozzaglia di colori dalle trame psichedeliche ed il pungente odore di zolfo.
    La destinazione, era il parco di Ueno.
    Villain scheda LVL 7 ART © code ©
    FRZ: 220 ; QUI: 270 ; AGI: 235 ; EN: 460
    TECNICHE & EQUIPAGGIAMENTO [Click!]
    • Tecniche usate: Teleport Lv 3: Attraverso la particolarità del suo quirk, Yuya è in grado di effettuare una sorta di teletrasporto decisamente rapido ed efficace.
    Costo: Per i calcoli potete guardare la scheda, il totale è 170.
    Effetti: Stordimento [Medio-Grave]

    • Equipaggiamento [6/6]
    Black Panther [Costume + Casco]: Quando Yuya entra in azione cela la sua identità grazie ad uno speciale costume composto da una maglia e da dei pantaloni separati fra loro, entrambi aderenti e dal color nero pece. Il tessuto è in fibra di carbonio, materiale molto resistente in grado di fornire una difesa basilare, senza tuttavia limitare i movimenti. Porta dei lunghi guanti che si fondono con le maniche della maglia e che in corrispondenza della punta delle dita hanno degli artigli affilati, taglienti ed intrisi di una droga che inibisce i sensi. Abbinato ad esso, un casco integrale, nero, rigido e antiurto, che gli cela completamente i lineamenti, e dal design pare ricordare vagamente le sembianze di una pantera.
    ► Effetto Suit: Protegge da danni [Medi] fisici ed elementali.
    ► Effetto Helmet: Protegge da danni [Gravi] alla testa.

    Lynx's Claw [Supporto]: Sono un paio di guanti tessuti con lo stesso materiale del costume di Yuya. Gli sono stati regalati da Chris. Sopra ogni dito ci sono degli accessori metallici dalla forma di un artiglio, che possiedono delle lame retrattili dalla lunghezza di due centimetri. Esattamente come degli artigli, sono degli ottimi strumenti di supporto per arrampicarsi e infliggere graffi. Inoltre le lame secernono una lieve droga eccitante, che se entra a contatto con il sangue nel giro di qualche minuto inebria e confonde i sensi del bersaglio, rendendolo facilmente vulnerabile.
    ► Effetto: Stordimento [Lieve]
    ► Peso: [2]

    Senketsu [Offensivo]: Senketsu (letteralmente "sangue fresco") è un kusarigama molto leggero. Ad un'estremità della catena è collegata una piccola falce ricurva, all'altra un peso in piombo, simile per aspetto alla testa di una mazza chiodata. Tale peso è l'arma vera e propria, usata per colpire l'avversario prima che riesca ad avvicinarsi o per bloccargli la spada; il falcetto viene usato solo per finire l'avversario una volta reso inerme. Yuya si sta ancora chiedendo il motivo per cui l'ha comprata, ma una certa donna, una volta, gli ha detto che andarsene a giro disarmati non è proprio una bella cosa.
    ► Danno: Medio (taglio)
    ► Peso: [2]

    Smoke Bombs (x1) [Supporto]: ► Peso: [1]
    Poison Counter (x1) [Curativo]: ► Effetto: Cura Avvelenamento [Medio] ► Peso: [1]
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    THE MARK OF CAIN

    Il poliziotto che era stato ferito era stato medicato dai medici di un'ambulanza che, per evitare problemi, si trovava sul posto. Quando gli ostaggi si erano fatti vivi da dietro la Chiesa la polizia aveva avuto finalmente l'ordine di intervenire: non essendoci più persone a rischio non c'era nulla che gli impedisse di entrare in azione. Il Detective Kimura li aveva fatti accogliere da una pattuglia e aveva posto loro alcune domande. Sua sorella Selene aveva arrestato Aiden Brenton la prima volta mentre lui era stato incaricato delle indagini sulla scia di omicidi che sembrava essersi lasciato dietro dopo l'evasione. Collateralmente, durante quelle indagini, era riuscito a far arrestare il famoso Thunderstorm e il Joker, ormai ricercato da anni. Come al solito questo non gli era valsa alcuna promozione, anche perché il Team di Endeavor se n'era preso i meriti. In ogni caso, era naturale che i due fratelli si trovassero ora alla Cattedrale di Santa Maria di Tokyo. Le impronte sporche di sangue degli ostaggi liberati avevano inizialmente allarmato i poliziotti ma, riconosciuto il fatto che non fossero in alcun modo feriti, vennero informati della morte del piccolo gruppo di poliziotti che sorvegliavano l'entrata ovest dell'edificio. Il volto di Benedict si corrose in una smorfia disgustata vedendo i loro corpi a terra, le divise blu inscurite dal sangue di cui erano zuppe. Anche un nerd degli omicidi come lui non poteva rimanere impassibile di fronte alla morte di dei colleghi, specialmente per quanto era accaduto anni addietro a suo padre. Sembravano morti a causa di delle ferite da taglio, ma non se la sentiva di escludere che potesse trattarsi di lame generate da delle unicità: si trattava sempre di quei maledetti quirk in fondo, no?
    Zhen avrebbe percepito la polizia prepararsi: dovevano agire in fretta, e l'avrebbero fatto. Quando le forze dell'ordine entrarono nell'edificio tutto ciò che rimaneva era il corpo esanime di Homura. A terra, dietro all'altare. Il suo sangue circondava il suo corpo come un mare arrossato e giungeva fino a bagnare la colossale croce che campeggiava nel luogo di culto. Aveva il volto ferito, ma le sue labbra erano accartocciate in un sereno sorriso, come avesse trovato ciò che cercava.
    Benedict era entrato con quattro poliziotti dalla porta sorvegliata dai colleghi ormai deceduti. Le sue mani stringevano saldamente la sua pistola d'ordinanza che indagava ora il buio tempio alla ricerca di qualcuno a cui attribuire la colpa di quell'omicidio.
    Sua sorella era entrata dalla porta principale. Questa, aperta, creò una sferzata di luce che illuminò la navata centrale della Chiesa fino ad evidenziare la statua di culto dietro all'altare. Resasi conto che non vi era più nessuno lì dentro si mosse a passo deciso verso il fondo del tempio, calciando nel suo tragitto la pistola che, ferito, il poliziotto che si era addentrato in quella tana come un eroe aveva fatto cadere a terra dopo essere stato presumibilmente ferito dal fuggitivo. La raccolse, le mani velate dai suoi guanti neri, e la diede a un qualche poliziotto che la seguiva in modo da catalogarla come prova giusto per sicurezza.
    La misteriosa morte del Sagrestano fu un caso mediatico: era da escludere l'ipotesi di un suicidio per l'angolo d'entrata della lama e nella navata della Santa Maria erano state trovate delle impronte insanguinate incompatibili con quelle degli ostaggi. Ovviamente il ritrovamento dei poliziotti morti all'entrata andava a sostegno della teoria della presenza di uno o più sicari, confermata dal racconto degli ostaggi stessi. Questi avevano riferito la presenza di almeno quattro persone: due sembravano aver provato a prendere una via più puntata al dialogo col fuggitivo, altri due sembravano più aggressivi. Uno di questi ultimi due, dai capelli bianchi, aveva poi fatto fuggire gli ostaggi. Kimura, che aveva più e più volte ruminato le informazioni di quei casi, non ci mise molto a collegarlo al "falso" Thunderstorm: ora che lo studente impazzito della UA era stato arrestato quella che sembrava essere la sua "controfigura" falsamente accusata sembrava essersi nuovamente fatta viva. Kimura decise in seguito di ribattezzarlo "Snow" per la sua capigliatura albina. Un altro dei presenti, probabilmente l'assassino dei poliziotti e dello stesso Kimura, doveva essere "Cutter", o perlomeno sembrava agire similmente a quell'omicida un tempo al presunto soldo dell'Eden. Presumibilmente collegato alla Madame era anche un altro dei presenti, almeno stando alla descrizione del suo costume da parte degli ostaggi: si trattava di Nocturne. Poco prima di fuggire, i presenti in Chiesa lo avevano sentito parlare di qualcosa di nome "Eternium": quel nome cadde presto in sordina finché non tornò in auge, mesi dopo, quando le informazioni della Bibbia del Sagrestano vennero rivelate pubblicamente.
    Mentre sua sorella contemplava la triste scena del delitto, Benedict si diresse verso l'esterno per impartire gli ordini alle pattuglie rimaste. C'era molto da fare: dovevano proseguire l'isolamento della zona, chiamare la scientifica, un coroner e così via. Una volta fuori il detective infilò la mano destra nella tasca pantaloni, e tirò fuori il suo smartphone. Le sue dita si mossero agilmente a digitare un numero sul telefono e lo portò all'orecchio percorrendo il perimetro laterale dell'edificio. Qualche secondo di attesa mentre il cellulare emetteva un suono ritmico, Scott lo seguiva battendo il piede destro sul cemento, leggermente stressato da tutto ciò che era accaduto.
    Ottimo lavoro, Cobra. - sorrise sentendo finalmente una risposta dall'altro capo del telefono - Spero solo i poliziotti morti non siano anche quelli colpa tua. - sentenziò poi gelido, riattaccando subito il telefono. Numerosi misteri erano rimasti insoluti su quando accaduto, e alcuni sarebbero stati risolti mesi dopo con la consegna della Bibbia ai mass media da parte di ETERNIUM, altri lo sarebbero probabilmente rimasti ancora a lungo.



    CITAZIONE
    Ordine: Master, kekko4000, _JoJo_, DualSlayerBlade, Ryuko.
    Siete a Ueno, avete da fare il vostro post conclusivo e poi potete già ritirare l'exp. Ciò che avevo da dire fondamentalmente l'ho già detto nei vari turni, aggiungo solo che mi è piaciuta molto l'attività e spero sia piaciuta anche a voi! Grazie mille per aver partecipato. :**:

    Zhen: +50 exp +25 exp bonus livello +800 yen - Occhio agli errori di battitura!
    Ash: +50 exp +50 exp bonus livello +800 yen - Un ottimo ritorno sulle scene ~
    Daisuke: +50 exp +50 exp bonus livello +800 yen - RIP Daisuke senza nome
    Yuya: +50 exp +50 exp bonus livello +800 yen - Perdonami i nuovi traumi :**:

    CITAZIONE
    Il giorno dopo a Zhen sarebbe arrivato un messaggio da parte di un numero sconosciuto: nel testo vi erano riportate le congratulazioni per l'avvenuta eliminazione dell'obiettivo e la conferma che sul suo conto in banca era stata depositata una somma aggiuntiva di denaro oltre al suo solito stipendio. Raccomandava inoltre di non far parola dell'accaduto con nessuno, nemmeno all'interno dell'organizzazione, ed... una postilla in fondo recitava di non attirare l'attenzione della polizia più del necessario. La cosa non era ben vista. Ah, il solito modus operandi di Aogiri, quelle minacce velate da complimenti.
     
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    Zhen Lubbock

    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato da altri



    Dopo che Zhen si appoggiò con la schiena sul muro, attivò la sua abilità e si concentrò per controllare la posizione dei poliziotti. Percepì alcuni oggetti metallici ad alcuni metri dall’ingresso, dove poco prima gli ostaggi erano fuggiti, dalla forma dovevano essere sicuramente armi da fuoco.
    Quanto ci mettono ad uccidere quell’uomo…
    pensò con aria nervosa. Sarebbe stato solo questione di momenti prima che la polizia sfondasse tutti gli ingressi dell’edificio e quei tre stavano perdendo tempo. Forse sarebbe stato chiamato da qualcuno, ma comunque, il sadico avrebbe deciso di avvicinarsi all’altare, non solo perché voleva assicurarsi che l’uomo venisse ucciso, ma anche perché non voleva rischiare di trovarsi gli agenti a fianco una volta entrati nella cattedrale, infatti, si sarebbe posizionato accanto l’uomo in ginocchio, alla destra dell’uomo vestito di nero. Quest’ultimo aveva appena preso l’arma in mano, e lo aveva posizionato davanti al petto del Segrestano. Il sadico, vedendo che lo volessero uccidere in fretta, in modo da provocargli meno dolore possibile, gli aveva provato una sorta di disgusto nei loro confronti, ma comunque non ci poteva fare niente, per il momento avevano loro il comando, soprattutto perché quell'uomo, ora mascherato, poteva impartire il comando al suo compagno di teletrasportarli il più lontano da quel luogo, Zhen stava solo aspettando che un altro portale comparisse sotto o fianco a lui. L’arma trapassò velocemente le carni dell’uomo senza maglia, producendo un piccolo rumore che venne gradito dalle orecchie del sadico. Tenendo presente la posizione della lama e la profondità del taglio, l’arma aveva sicuramente colpito l’organo vitale della persona.
    Perfetto, ora possiamo andare.
    pensò guardando l’uomo senza vita davanti a lui. L’uomo con la coda, ora inginocchiato, aggrappò i pantaloni di Zhen e improvvisamente, dopo una strana sensazione, completamente diversa da quella che aveva avuto prima, si presentarono davanti, al posto delle panchine in legno, degli alberi e piccoli cespugli e invece del pavimento in pietra, dell’erba, terra e neve, e di certo non poteva mancare quel soffio di vento freddo che gli rabbrividì la schiena. Il ragazzo mascherato in quel momento era un po' scioccato, infatti, si sarebbe aspettato un portale prima di essere teletrasportato, proprio come era successo prima nella cattedrale, ma così, portato fuori di punto in bianco, con tanta facilità, venne colto alla sprovvista. Ma quindi, chi è che li aveva portati lontani dal quel luogo invaso dalla polizia? Zhen guardò in basso, verso l’uomo probabilmente ancora in ginocchio
    Prima aveva detto che mi avrebbe aiutato, forse è stato lui a portarmi qui?
    Quante probabilità c’erano di incontrare due sconosciuti con un quirk simile? Forse si stava sbagliando, sicuramente, era difficile che accadesse, ma comunque non impossibile. Due individui che hanno la capacità di teletrasportare uomini e oggetti, sono fin troppo pericolosi, doveva andarsene immediatamente, prima che uno dei due cambiasse opinione su di lui e magari lo riavrebbe riportato nella cattedrale. Guardandosi intorno, e probabilmente riconoscendo il luogo cui si trovava, con un tono freddo
    Penso che ora posso andare.
    Non era del tutto disattento, ancora teneva d’occhio l’uomo dai capelli albini, temeva che gli facesse qualche brutto scherzo, e se qualora lo avesse attaccato avrebbe comunque compiuto le serie di azioni pensate nella cattedrale.
    Si girò di spalle, e cominciò a camminare verso l’uscita del parco mentre si sarebbe tolto la maschera antigas sistemando sulla cintura, poi con calma, avrebbe richiuso la sua giacca nera. Ci avrebbe messo ¾ d’ora a ritornare a casa. Era stanco e voleva riposarsi alla svelta. Prima di aprire la porta del palazzo, pote’ notare un uomo che stava parlando energeticamente al cellulare vicino al punto dove aveva rubato la moto, forse era il proprietario. Formò un piccolo sorrisetto a vedere quella scena, giusto una risata sulle disgrazie altrui, successivamente rientrò nell’edificio, dirigendosi immediatamente in camera sua al calduccio. Avrebbe visto Venom, immobile, attorcigliato su se’ stesso vicino la sua fonte di calore
    Almeno tu hai avuto una giornata tranquilla
    sospirò al suo animaletto. Quella sera aveva avuto la fortuna di compiere la missione a lui affidato, chissà se era un test da parte dell’organizzazione, anzi, sicuramente lo era, ormai lo avrebbero tenuto d’occhio, magari per affidargli altri obiettivi da eliminare, anche se non era entrato nell’organizzazione principalmente per questo, ma era comunque meglio dello spaccio di droga, era troppo noioso quel lavoro e se avesse continuato così avrebbe sicuramente lasciato gli Aogiri anche se le conseguenze sarebbero state spiacevoli, ma non importava, non aveva temeva quell’organizzazione, o per lo meno, fino a quel momento non gli aveva dato nessuna particolare impressione. Si stese sul letto e iniziò ad ascoltare un po' di musica, sicuramente si sarebbe rilassato, sperando che un altro sicario dell’organizzazione non lo disturbasse ancora una volta.



    Parametri

    Zhen Lubbock- lvl 6
    Energia 425(-10)
    Forza 186
    Quirk 81
    Agilità 258
    Stato: ferita lieve al fianco sinistro


    Tencniche & Equipaggiamento


    Equipaggiamento: Cotta di maglia (resistenza danni lievi), guanti (+5 frz),Coltelli da lancio (6, Peso: [1], Danno: Lieve), Peso: [1], Danno: Medio),Smoke Bombs (x3 , Peso: [1], Peso Totale: [3]),Maschera Antigas (Potenziamento 1, Filtri: [1]),Teruko's Blood (x1, Peso: [1]),Poison Counter (x1, Peso: [1], Effetto: Medio), Pistola (3 ricariche).

    Abilità:
    Zhen, è in grado di percepire in tempo reale tutti i materiali di metallo intorno a lui, entro un raggio di 10 metri.

    Tecniche:
    CITAZIONE
    Resistance LVL 3
    DESCRIZIONE: la resistenza di un oggetto metallico viene aumentato o diminuita.
    DANNO: Medio-gravi
    COSTO(in energia): 25 + 10 mantenimento






    L'AM mi è piaciuto molto, sono contento di aver partecipato ^_^
    Ringrazio tutti e scusate per la pazienza che avete avuto per i miei post :rotfl:
     
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    Narrato
    Parlato
    Una volta terminata quella lugubre giornata, Daisuke si sarebbe quasi sicuramente fiondato a casa di Yami, oppure nel rifugio di ETERNIUM, tutto sommato dipendeva dalla svedese. Per quale motivo? Ovviamente per riempirla di domande sulla questione, inconsapevole del fatto che probablimente, la maggior parte di esse non avrebbe ricevuto alcuna risposta. Sia per la giustificata ignoranza dell'albina, che per la quantità decisamente poco umana di quesiti che il corvino le avrebbe posto. A volte gli capitava di ricordare come si erano incontrati la prima volta, e di quanto la ragazza lo avesse odiato. Non era un bel ricordo in realtà, era stato un incontro alquanto rapido e fortuito, e probabilmente, non c'era nemmeno bisogno di ringraziare quell'occasione per il suo ingresso nel gruppo. Se proprio bisognava trovarne uno, era più facile che il Carro pensasse al loro sparring, quando entrambi lavoravano ancora al soldo di Bloody Snake.
    In quel momento però, la presenza del Mago nei pensieri di Daisuke era stranamente bassa. La figura che li stava dominando infatti, era il Diavolo.
    Nel momento in cui Yuya stava trafiggendo Homura difatti, Daisuke stava osservando con tristezza la maschera nera del suo compagno, non poteva vedere il suo volto, e non poteva osservare la sua espressione, ma poteva immaginare i sentimenti che potesse provare in quel momento. No, non potevano essere uguali a quelli che aveva lui dopo l'uccisione di quello studente, era una cosa ovviamente impossibile. D'altronde, il contesto, la vittima e persino lo stato mentale di quest'ultima, erano completamente diversi. Ciò però, non fermava Daisuke dall'immaginare quali potessero essere. Prendere una vita era un'azione così tanto facile, ma allo stesso tempo pesante. Una grande differenza tra i due ragazzi, inoltre, risiedeva in una cosa che Yuya poteva osservare, ma che a Daisuke era stato - fortuntamente - impossibile. Uccidendo il Sagrestano, il ragazzo poteva osservarlo negli occhi, guardando la luce della vita spegnersi, e la pelle assumere quel classico pallore che un cadavere dovrebbe possedere. Una cosa che probabilmente lo avrebbe segnato profondamente. Alla fine Daisuke aveva a malapena visto il cadavere, ma faceva ancora fatica a ricordare quel momento. Non osava immaginare come sarebbe stato se lo avesse fatto osservando faccia a faccia quel ragazzino.
    Immerso in modo così profondo nei suoi pensieri, le parole che Yuya pronunciò non giunserò alle orecchie del ragazzo. Ma notando che l'avvicinamento dell'uomo bendato, poteva immaginare che qualcuno l'avesse chiamato, o che più semplicemente avesse scelto di allontanarsi da dove le forze dell'ordine sarebbe sicuramente entrate. Sebbene lo "spettacolo" fosse già terminato, il ragazzo non era interessato ad osservare il cadavere del "grande criminale" che Homura doveva essere, gli bastava guardare i vestiti del Diavolo, pregni di sangue. E sebbene parte di esso non fosse esterno al ragazzo, era sicuro che ci fosse anche lo zampino del Sagrestano. Era una visione strana, non aveva mai visto il suo collega in quelle vesti, a dire il vero. Quando lo aveva salvato ai tempi del Fight Club sembrava estremamente tranquillo. E persino quella volta che erano entrati alla UA non gli era sembrato così strano. Ma alla fine, la missione in cui si trovavano in quel momento era decisamente diversa dalle precedenti occasioni, tutto ciò non era così strano. Sperava solo che si potesse riprendere, magari più rapidamente di quanto avesse fatto lui stesso.
    E così, dopo che la particolare coda di Yuya si attaccò a Daisuke - che ancora non era riuscito ad abituarsi alla differenza tra i loro teletrasporti - la loro avventura nella Cattedrale di Tokyo poteva considerarsi conclusa.
    Il corvino era leggermente invidioso delle capacità del suo commilitone, sebbene odiasse ammetterlo - d'altronde era sicuro che, se solo ci avesse provato, sarebbe stato fonte di battute da parte di Yuya - pubblicamente. Ma chi poteva dargli torto alla fine? Le differenze tra i due erano a dir poco vaste, e sebbene Daisuke potesse ottimizzare l'uso dei suoi portali, non avrebbe mai potuto muoversi a grandi distanze. Un altro piccolo vantaggio di Daisuke, però, era la differenza tra l'utilizzo dei due tipi di unicità. La prima volta che aveva viaggiato con Yuya, aveva rischiato di vomitare, oppure lo aveva anche fatto, non era sicuro di quel ricordo. Con i semplici portali di Daisuke invece, il rischio massimo era quello di sentirsi disorientati, ma bastava poco tempo per ritornare alla normalità.
    Dove li avrebbe portati Yuya? In un vicoletto di Shinjuku? In una strada buia di Bunkyo? Oppure nelle vicinanze della "loro" casa? La lotteria mentale di Daisuke scoprì rapidamente la soluzione. Erano nel parco di Ueno, un posto che negli ultimi mesi aveva imparato a riconoscere. La fredda brezza di fine inverno gli stava scompigliando i capelli, come se già non fossero abbasstanza arruffati. Il buio della notte aveva già ricoperto la città, e a dire il vero, lo aveva fatto prima ancora che il giovane uscisse di casa. In questo momento però, in quel ambiente quasi romantico, gli occhi di Daisuke potevano rilassarsi alla vista di quel enorme soffito oscuro. Faceva strano pensare che aveva appena "portato a termine" la sua prima missione sotto ETERNIUM, era una sensazione decisamente diversa da quelle che aveva provato in passato, ma allo stesso tempo gli lasciava l'amaro in bocca, dato che si sentiva ancora una volta come una semplice pedina, ignorante di quello che stava succedendo ai "piani alti". Non poteva nemmeno incolpare Yami, alla fine non aveva nemmeno portato a termine il compito che gli era stato affidato, seguendo invece il percorso creato da Yuya. Però gli sarebbe piaciuto sapere quali fossero i motivi dietro alle parole della svedese, così magari avrebbe capito per quale motivo dovesse agire con tanta urgenza, in una situazione che invece sembrava a dir poco tranquilla.
    Pochi secondi dopo, le parole dell'uomo bendato ruppero il silenzio della notte. Non aveva la minima idea di chi fosse quella persona, ma era più che felice che il loro rapporto rimanesse così. Da quanto aveva visto infatti, era una persona decisamente pericolosa, sia a livello fisico che a livello mentale. Sperava anche che gli avvenimenti di questa serata non mettessero nessuno contro ETERNIUM, in caso contrario si sarebbe sentito estremamente in colpa per aver creato problemi agli altri membri del gruppo. Dopo aver finito di osservare la schiena del criminale, il Carro ritornò ad osservare le due persone rimaste. Yuya, e quel ragazzo che sentiva di aver già visto, ma non sapeva dove. Qualunque fosse stato il caso però, non c'era bisogno di essere maleducati. L'uomo dai capelli bianchi era stato stranamente amichevole all'interno della chiesa, sia nell'atto di liberare gli ostaggi, che nel bloccare l'assassino. Nel caso, lo avrebbe persino salutato nel momento della sua dipartita.
    Una volta rimasto solo con Yuya, avrebbe finalmente dato voce ai suoi pensieri.
    " Yuya... se dovessi aver bisogno di parlare, non aver paura a farlo. Il mio numero lo conosci, alla fine." - la voce del corvino era pacata, come quella di una maestra che aiutava un bambino in difficoltà. Sperava davvero che il Diavolo si liberasse di tutti i suoi dubbi, sebbene sapesse quanto ciò fosse difficile. Voleva farlo perché ci teneva a lui, e non voleva che passasse la stessa situazione che era stato costretto a sopportare per mesi, a sua volta. Aveva scelto di terminare quell'affermazione con una battutina, giusto per richiamare la classica arroganza dell'altro corvino, e farlo sentire più a suo agio.
    Dopo quel momento a dir poco particolare, a Daisuke ritornò in mente il fatto che non avesse praticamente cenato - a meno che non si considerasse quella fetta di pizza all'ananas cena - e che probabilmente era meglio farlo prima che venisse troppo tardi. Doveva anche tornare a casa, alla fine.
    Era stata la prima giornata particolare dopo davvero tanto tempo, era una sensazione strana a pensarci, soprattutto perché presto i lavori del gruppo sarebbero iniziati ad aumentare, o perlomeno così Daisuke sperava.
    Daisuke Okada | Livello 7
    Quirk: 255
    Forza: 205
    Agilità: 260
    Energia: 550

    Condizione Fisica

    Danni medi alla spalla destra




    Equipaggiamento e Tecniche

    -Difensivo- Shocker (Doppio)
    Danno: Danni lievi +[Stordimento]
    Durata: Permanente.
    Peso: [2]

    -Costume- Suit
    Effetto: Resistenza danni medi + Resistenza elementale media
    Peso: [0]

    -Curativo- Teruko's Blood (x1)
    Effetto: Cura Danni [Medi]. [Diminuisce gli altri di due step.]
    Peso: [1]

    -Supporto- Granata Narcotica (x2)
    Effetto: Dopo 1 turno -5 in riuscita. dopo 2 turni effetto narcotizzante leggero
    Peso: [2]




     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    Il solito battito di ciglia ed, in una nube che sapeva di zolfo, le mura della lugubre cattedrale lasciarono il posto agli alberi ed ai prati dell'ampio parco di Ueno, illuminato dalla luna e dalle stelle. Seppur quasi certo di non trovare nessuno a quell'ora tarda di notte, Yuya aveva scelto una radura un po' riparata dalle fronde degli alberi, quei voluminosi sakura tree che da lì a poco avrebbero riempito di rosa e bianco le vie del giardino.
    Era un posto strano da scegliere, ma era molto anonimo: da lì chiunque si sarebbe potuto disperdere in qualsiasi direzione senza destare sospetti, anche loro. Il corvino però, si sentiva la mente annebbiata e confusa, come se avesse bevuto un bicchiere di troppo ed adesso non riuscisse a tenere in ordine i pensieri. Solo che i suoi vestiti sapevano di sangue e non d'alcool.
    Spesso le persone si ingannano leggendo libri o guardando film nei quali i serial killer lo trattano come un elisir, ma l'odore del sangue non è piacevole. Negli ospedali tutto viene coperto dall'odore di sterilità o da quello di disinfettante, ma quello non era, sfortunatamente, il caso di Yuya.
    Ed a lui, immune ormai anche al marcio odore di zolfo del suo stesso quirk, non rimaneva altro che assaporare quel miasma ferroso che gli impregnava i vestiti.
    L'odore della morte: gli permeava le narici, scivolando sotto il casco, incollato a vestiti, ai capelli, e gli penetrava nelle ossa.
    Yuya voleva levarselo di dosso.
    Le sue mani impregnate della viscosità del sangue, il cuore in subbuglio e prigioniero delle ultime parole del sagrestano.
    Voleva lavarsi.
    Aveva bisogno di togliersi di dosso quel fetore.
    Il fetore della morte.
    Aveva bisogno di lavarsi.
    Udendo le parole del tizio mascherato, Yuya lo liquidò con un cenno. Una parte di lui era rimasta curiosa sulle motivazioni di quell'omicida, ma al momento non aveva interesse nel parlare con lui, troppo concentrato a commiserare sé stesso.
    Si sentiva come... scollegato dal mondo esterno. Spaventato, insicuro: aveva appena ucciso una persona e non riusciva a dare un senso alle proprie azioni. Perché lo aveva fatto?
    Perché glielo aveva chiesto. E quindi? Quello significava che se qualcuno glielo avesse chiesto... lo avrebbe rifatto?
    Al solo pensiero un brivido attraversò la schiena del corvino; si tolse il casco in cerca di aria pulita. A malapena percepiva le suole delle sue scarpe affondare nel terreno. L'aria tanto bramata gli invase i polmoni e Yuya inspirò profondamente tentando di calmarsi, come se fosse riemerso dall'acqua dopo un'apnea troppo prolungata. Ma a distrarlo c'era quell'odore... e quell'umido. Quella sensazione di liquido sui suoi vestiti... il sangue. Più tentava di non pensarci più quelle sensazioni si facevano invadenti.
    Dentro di sé sentiva di aver fatto la cosa giusta, come se avesse vinto una battaglia, ma aveva paura. Cosa ne sarebbe stato di lui da quel momento in poi? Cosa avrebbe dovuto farne di quelle sensazioni?
    Una consapevolezza iniziò a pesargli sulla schiena. Lui non aveva vinto, non ancora. Non aveva vinto proprio un bel niente. Perché non si vince mai quando si prende una vita, si sacrifica un pezzo di sé stessi per andare avanti ma non si vince, anzi.
    Un pensiero.
    Vince solo chi resta umano.
    Non seppe di preciso come e perché gli fossero corse alla mente tali parole, ma vi sentì una strana connessione, ed inspiegabilmente i suoi pensieri tornarono a quella sera del teatro imperiale e a quella ragazzina che aveva decapitato la Madame. Come se quelle parole le avesse pronunciate lei.
    Il suo respiro si calmò d'un tratto. Non aveva ancora vinto.
    Doveva rimanere umano. Aveva ucciso una persona, ma non era pronto a svalutare la vita come nulla fosse per questo.
    Doveva fare il contrario... ed onorare la memoria della persona che aveva ucciso.
    Yuya si rese conto di essere rimasto solo con Daisuke soltanto quando udì le sue parole. La voce di Daisuke spezzò l'assordante rumore dei suoi pensieri ed il ragazzo si rese conto in quel momento di non poter rifiutare la sua proposta. Se c'era una cosa che in quel momento non voleva era... rimanere solo. Aveva paura di quello che poteva fare, aveva paura di sé stesso e di quello che sarebbe potuto succedere se si fosse abbandonato ai suoi pensieri.
    «Io ho bisogno di parlare. — disse, rendendosi conto di essere rimasto in silenzio per decisamente troppo tempo, ed afferrò il braccio di Daisuke, prima che se ne andasse. C'era un'altra cosa che non voleva fare in quel momento e quella era andare da Yami. Probabilmente non ci sarebbe andato per un po'. Nel suo egoismo non riusciva a fare altro che pensare che tutta quella situazione non fosse altro che colpa della ragazza. — Andiamo alla casa. Per favore.»
    Era strano vederlo così, ma Yuya aveva deciso che quello non era il momento di perdere la sua umanità.
    Villain scheda LVL 7 ART © code ©
    FRZ: 220 ; QUI: 270 ; AGI: 235 ; EN: 460
    TECNICHE & EQUIPAGGIAMENTO [Click!]
    • Tecniche usate: //

    • Equipaggiamento [6/6]
    Black Panther [Costume + Casco]: Quando Yuya entra in azione cela la sua identità grazie ad uno speciale costume composto da una maglia e da dei pantaloni separati fra loro, entrambi aderenti e dal color nero pece. Il tessuto è in fibra di carbonio, materiale molto resistente in grado di fornire una difesa basilare, senza tuttavia limitare i movimenti. Porta dei lunghi guanti che si fondono con le maniche della maglia e che in corrispondenza della punta delle dita hanno degli artigli affilati, taglienti ed intrisi di una droga che inibisce i sensi. Abbinato ad esso, un casco integrale, nero, rigido e antiurto, che gli cela completamente i lineamenti, e dal design pare ricordare vagamente le sembianze di una pantera.
    ► Effetto Suit: Protegge da danni [Medi] fisici ed elementali.
    ► Effetto Helmet: Protegge da danni [Gravi] alla testa.

    Lynx's Claw [Supporto]: Sono un paio di guanti tessuti con lo stesso materiale del costume di Yuya. Gli sono stati regalati da Chris. Sopra ogni dito ci sono degli accessori metallici dalla forma di un artiglio, che possiedono delle lame retrattili dalla lunghezza di due centimetri. Esattamente come degli artigli, sono degli ottimi strumenti di supporto per arrampicarsi e infliggere graffi. Inoltre le lame secernono una lieve droga eccitante, che se entra a contatto con il sangue nel giro di qualche minuto inebria e confonde i sensi del bersaglio, rendendolo facilmente vulnerabile.
    ► Effetto: Stordimento [Lieve]
    ► Peso: [2]

    Senketsu [Offensivo]: Senketsu (letteralmente "sangue fresco") è un kusarigama molto leggero. Ad un'estremità della catena è collegata una piccola falce ricurva, all'altra un peso in piombo, simile per aspetto alla testa di una mazza chiodata. Tale peso è l'arma vera e propria, usata per colpire l'avversario prima che riesca ad avvicinarsi o per bloccargli la spada; il falcetto viene usato solo per finire l'avversario una volta reso inerme. Yuya si sta ancora chiedendo il motivo per cui l'ha comprata, ma una certa donna, una volta, gli ha detto che andarsene a giro disarmati non è proprio una bella cosa.
    ► Danno: Medio (taglio)
    ► Peso: [2]

    Smoke Bombs (x1) [Supporto]: ► Peso: [1]
    Poison Counter (x1) [Curativo]: ► Effetto: Cura Avvelenamento [Medio] ► Peso: [1]


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    Grazie a tutti per i nuovi traumi. :capra:
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    Quello di assistere alla morte del Sagrestano, sarebbe stato l'episodio finale di quel ciclo di eventi che avevano reso Ash ciò che era diventato negli ultimi anni trascorsi a Tokyo. Quando la lama della sua waki-chain, impugnata dalle mani di Yuya, trafisse il torace di Homura, si sentì comunque parte di quell'uccisione. Probabilmente il "diavolo" non lo avrebbe intuito o capito subito, ma porre fine alla vita di chi aveva causato quel ciclo infernale, non poteva essere e rimanere attribuito ad un unico individuo. Una volta ritrovatosi all'aperto, in una zona alberosa del quartiere di Ueno, immerso nella puzza di zolfo, l'inglese albino sperava che quel dolore, venisse condiviso da chi aveva materialmente compiuto l'omicidio.
    Che poi, dal suo punto di vista, non si trattava neanche tanto di un omicidio, ma di un "pareggiamento di conti". Dopotutto, lo stesso Sagrestano, impotente e supplicante, aveva chiesto di porre fine alla sua vita, a quanto pare manipolata da qualcuno o qualcosa.
    Ash non poteva ancora credere e, probabilmente, capire chi fosse Homura e perché aveva compiuto quelle simili atrocità assieme al Reverendo Bolek ma, in quel momento, l'albino non poté che gioire per la sua morte. La sua fine.
    Avrebbe voluto condividere quella pseudo-gioia con Yuya, magari stringendogli la mano o con un semplice inchino (considerate le usanze nipponiche) ma l'atteggiamento di costui era molto provato e scioccato dalla situazione.
    Non poteva biasimarlo, in fin dei conti, non lo aveva ucciso lui e non poteva ancora capire cosa significasse togliere la vita ad un uomo, per quanto questo fosse stato malvagio in vita. Eppure, Ash non era per nulla pentito e non provava un minimo senso di colpa.
    Il ragazzo bendato, il killer assoldato per eliminare il Sagrestano si congedò quasi immediatamente. Ad Ash, non gli importò un granché, erano su due linee differenti e il caso aveva voluto che si sarebbero dovuti incontrare in quella circostanza.
    Non volle neanche rispondergli, si limitò semplicemente a guardarlo mentre si allontanava dal gruppo, accompagnato però da una strana sensazione. Non ne era certo, ma ebbe la sensazione che quel tipo, prima o poi, si sarebbe fatto notare nuovamente e magari in una situazione completamente diversa.
    Anche il ragazzo dei portali spazio-temporali pareva piuttosto lugubre per la situazione e così, volle rispettare il suo stato d'animo. Aveva capito che lui e Yuya erano amici o, quanto meno, conoscenti, e per questo il suo atteggiamento gli parve più che comprensibile: quando un amico sta affrontando un dolore o un trauma, l'empatia arriva da sé e quel sentimento diventa reciproco.
    Nonostante la tragedia, ciò che andava fatto era stato fatto. Era giusto così.
    Con un gesto si fece consegnare la waki-chain e, una volta pulita la lama con un fazzoletto, la infoderò all'interno del suo corpetto, mentre il fazzoletto lo avrebbe messo in tasca e gettato nel water di casa sua, una volta arrivato.
    Guardò gli ultimi due rimasti e con un breve inchino del capo ringraziò i due:
    Siamo tutti complici, Yuya. Non addossarti tutto il peso da solo.
    Dopo quello parole, l'albino si rivolse a Daisuke: Quel libro... spero possiate condividerlo, prima o poi.
    Voltò poi le spalle ai due ragazzi e si allontanò da essi con passo felpato, verso la metrò più vicina. Il giorno dopo, sarebbe comunque dovuto tornare nei pressi della Cattedrale per recuperare la suo moto. Non era assolutamente il caso di tornare da quelle parti, in quel momento!
    Durante il tragitto verso la metropolitana, Ash ebbe la possibilità di riflettere su tutto l'accaduto ma la cosa che gli rimase di più impressa fu proprio Homura stesso.
    Il suo sguardo, il suo dolore, la sua disperazione... Per un attimo gli sembrò quasi ingiusta la sua morte! Faceva pena.
    Cominciò a domandarsi se fosse stato giusto che un tale personaggio venisse poi ucciso da chi aveva subito le sue violenze. Normalmente, verrebbe da pensare che tali psico-killer meriterebbero la morte, dopotutto chi, avrebbe rimpianto il Reverendo Bolek, ad esempio? E così, i suoi complici?
    Ma le parole di Homura nascondevano qualcosa di misterioso o mistico che, in un certo senso, avrebbero potuto giustificare la sua disperazione, il suo pentimento.
    L'unica cosa che avrebbe potuto fare, Ash, era sicuramente cercare di capire cosa diavolo fosse quel libro e perché pareva così importante per il Sagrestano.
    L'albino inglese aveva intuito che tutta quella faccenda avrebbe portato sicuramente a qualcosa di più grande... e poi, non poté far finta di non aver udito quel nome, durante l'irruzione nella Chiesa: Yami.
    Erano tutti collegati a Yami.
    Sia Yuya, che lo stesso ragazzo dei portali, erano collegati tra loro. Lo poteva solo intuire però. E questo gli fece capire che, nel frattempo che lui si stava preoccupando di crearsi una vita diversa da quella precedente, alcune sue conoscenze non avevano smesso di muoversi e di organizzarsi deliberatamente nella città di Tokyo.
    Forse era rimasto indietro, oppure si trovava avanti rispetto a loro ma una cosa era certa: Ash poteva godere di una certa indipendenza e di una giusta dose di ignoranza che, molto probabilmente, gli avrebbero garantito la sopravvivenza in quella folle città giapponese.
    Desiderava tanto tornarsene a casa sua, il prima possibile e pensare a quale giustificazione usare per aver abbandonato il suo lavoro al ristorante quella sera.
    Probabilmente nulla.
    Quella sera stessa, prima di coricarsi avrebbe scritto la sua lettera di dimissioni e consegnata personalmente l'indomani alla famiglia che lo aveva assunto come aiuto-chef.
    In Giappone, si sa, il lavoro è una cosa fin troppo seria e certe "insubordinazioni" non possono essere perdonate.
    Meglio uscirne a testa alta e di proposito, spontaneamente. Non aveva assolutamente voglia di essere sgridato dal capofamiglia, nonché suo maestro di arti marziali, per aver lasciato il lavoro all'improvviso.
    Voleva essere lui stesso a mettere la parola fine a quel lavoro, anziché essere licenziato per giusta causa.
    Questa sua scelta lo rasserenò molto, doveva solo capire cosa scrivere in quella lettera!
    Poi, il cellulare vibrò, un messaggio di testo gli era appena arrivato. Era Maya, la figlia del capofamiglia.
    -Non andartene. Sono davanti casa tua. Aspetterò il tuo ritorno-
    Il suo cuore iniziò a battere forte ed una goccia di sudore, nonostante il freddo, gli rigò il volto.
    Doveva affrontare "quella cosa" perché "quella cosa" era arrivata a lui.
    Non poteva sottrarsi.
    Quella ragazza, Maya, aveva la capacità di renderlo vulnerabile, inerme... e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
    Quella serata, fu veramente stressante e Ash non aveva mai provato tali sensazioni in vita sua.


    Roy Ash O'Connor - Livello 7

    Energia 555 | Quirk 362 | Agilità 262 | Forza 101


    CITAZIONE
    TECNICHE
    //

    CITAZIONE
    EQUIPAGGIAMENTO

    # Black Pinafore Kimono [Costume] - Color Nero
    # Waki-Chain [Offensivo] - Danni Medi - Peso [2]
    # Kunai [Offensivo] - Danni Medi - Peso [2]
    Renji Yomo, Tokyo Ghoul | Code © Only for MHA GDR.

    OFF: Vi chiedo scusa per l'enorme ritardo in questo post finale. Purtroppo il lavoro e la famiglia mi hanno reso completamente full e non sono riuscito ad organizzarmi come avrei voluto!
    Vi ringrazio per la bellissima quest che ha dato al mio PG degli ottimi spunti di riflessione e di crescita.
    A presto!
    Jojo
     
    .
39 replies since 5/2/2020, 19:27   1467 views
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