Crazy Handful of Nothin'

Role | Shinjiro & Desmond

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    Desmond Philip Archisorte

    La domanda di Shinjiro sul funzionamento del suo Quirk lo prese un po’ in contropiede, lasciandolo in silenzio per diverso tempo.
    «Non ne ho idea.»
    Rispose infine, senza riuscire a nascondere una punta d’imbarazzo.
    «Ammetto di essermelo chiesto anch’io, ma non sono riuscito a trovare una risposta soddisfacente e, ad essere sincero, non credo di avere intenzione di chiedere una consulenza a un medico.»
    Per un po’ basta visite a medici specializzati in Quirk, poco ma sicuro.
    «L’effetto curativo non ha effetto sul mio stesso organismo in quanto vi è abituato e ciò mi fa pensare che possa essere sempre attivo, ma allo stesso tempo, come dici tu, se così fosse avrebbe un effetto offensivo ben ridotto, per non dire nullo.»
    In poche parole, rischiava di ferire l’avversario e poi curarlo, vanificando l’effetto primario, eppure ciò non accadeva stando alle poche volte che ne aveva fatto uso con l’intenzione di rispondere – in modo più o meno conscio – al pericolo.
    «L’ho quasi sempre utilizzato con la volontà di chiudere le ferite di chi avevo davanti, quindi… non so, potrebbe essere un insieme delle due cose? L’effetto curativo è sempre attivo e viene inibito dalla volontà al momento di un attacco offensivo, o viceversa… sentiti autorizzato a vedere se funziona mentre dormo.»
    Si aprì in un sorriso stanco, a pensarci bene non era un’idea così assurda… o forse sì, visto che spesso e volentieri l’utilizzo di quell’unicità sfuggiva al controllo conscio come era già stato abbondantemente dimostrato con Camilla.
    Già, forse non era una grande idea, meglio evitare prima di ritrovarsi con un morto sulla coscienza dal momento che non era uno tendente al buonumore, appena sveglio, figurarsi se lo faceva di soprassalto trovandosi uno che pasticciava col suo sangue.
    «Lascia perdere.»
    Borbottò infine, cestinando da solo la propria idea.
    Il discorso venne rapidamente interrotto da un concitato vociare, seguito da una rissa o per meglio dire un’aggressione a un uomo di mezza età.
    Oh no, non stava succedendo sul serio, vero? Lui quella sera era uscito di casa solo per vedere Shinjiro e fare due chiacchiere con lui, non era pronto per… tutto quello.
    Si rendeva conto che era un pensiero molto meschino ed egoista, da parte sua, poteva finalmente agire e fare qualcosa, essere d’aiuto, ma ora più che mai rimpianse di non essere rimasto a casa.
    Semplicemente non era pronto, aveva ancora bisogno di tempo.
    O magari era il momento di scuotersi dal torpore che lo aveva accompagnato nell’ultimo periodo e dimostrare che non era bravo solo a parole.
    Si concesse un profondo respiro e poi seguì Shinjiro, fidandosi della sua capacità di analisi della situazione e della conoscenza del luogo.
    Ok, il piano: Io cerco di attirare l'attenzione dei due lontani dal tipo... tu cerca di portarlo via, innanzitutto.
    Un grande piano.
    Sì.
    Con alte probabilità di finire la fedina penale sporca, nella migliore delle opzioni, o magari in ospedale se non direttamente cadavere.
    Non potevano chiamare la polizia ed andare via? Sarebbero arrivati in fretta, non era necessario intervenire e— il volto coperto da scaglie dell’uomo vittima del pestaggio entrò nel suo campo visivo.
    «Merda.»
    Un borbottio appena udibile, mentre d’istinto si portò nuovamente la mano destra al braccio opposto, tornando a grattare – o per meglio dire artigliare con una certa nota di panico – le bende che coprivano le ferite in fase di guarigione. Seguirono una serie di coloriti improperi nella propria lingua madre: aveva trattato quelle ferite con un po’ troppa energia e che di conseguenza si erano riaperte.
    «Sembra che non abbia più scuse.»
    Resistendo all’impulso di vomitare sentendo il sangue scorrere sulla propria pelle, lasciò che defluisse da esse e una volta superata la barriera dei vestiti si compattasse in piccole gocce che sembravano muoversi in concomitanza col braccio che le aveva prodotte; pur pallido in volto e quasi vinto dalla paura, tornò definitivamente a dedicare la propria attenzione a Shinjiro che si era calato sul volto una maschera tanto brutta quanto efficace: nessuno l’avrebbe riconosciuto, poco ma sicuro.
    «Ero venuto qui per fare due passi, mica mi aspettavo sul serio di dare una mano a un giustiziere mascherato
    Rispose vagamente piccato, coprendosi ulteriormente il volto con il cappuccio della giacca scura, anche se non riuscì a dire altro che il suo interlocutore uscì allo scoperto, fronteggiando a viso aperto (circa) i due assalitori.
    Non era un qualcosa di cui essere fieri, tutt’altro, ma al sicuro in quel vicolo adiacente passò quei primi momenti di scambio di battute tra le due fazioni completamente immobile, incapace di fare alcunché, limitandosi a osservare la scena come uno spettatore totalmente estraneo alla faccenda mentre Shinjiro prima cercava di farli ragionare e poi… passava all’azione. Il giovane cuoco, quell’individuo tanto pacato e tranquillo, aveva appena malmenato e stordito uno dei due tizi utilizzando il proprio Quirk.
    Come faceva? Come riusciva a non essere vinto dalla paura? Erano due persone normali tutt’altro che abituate a situazioni del genere, come riusciva a farsi coraggio e reagire?
    -Che cazzo hai fatto al mio amico?! Ti concio così male che ti passa la voglia di fare il buffone in maschera!-
    La voce del secondo assalitore non sembrava particolarmente amichevole e per quanto uno dei due fosse momentaneamente fuori combattimento erano due contro uno e lui stava lì a piangersi addosso, senza contare che non si sarebbe mai perdonato se fosse successo qualcosa a Shinjiro.
    «Merda.»
    Attorno alla sua mano si erano accumulate abbastanza gocce di sangue da poter procedere con una controffensiva decente.
    Si concesse un profondo respiro, prese il cellulare da una tasca e compose rapidamente il numero della polizia, segnalando l’aggressione a voce bassa.
    Okay, avevano il tempo contato se non volevano essere arrestati per uso non autorizzato del Quirk. Fece capolino dal vicolo in cui era nascosto, osservando la situazione: il primo assalitore sembrava ancora fuori combattimento, cotto a puntino dall’attacco di Shinjiro, mentre il secondo aveva portato avanti le mani e tramite una bocca comparsa non si sa come sui palmi, aveva cominciato a vomitare – letteralmente, si potrebbe dire – una sostanza scura e vischiosa dall’odore acre in direzione del cuoco.
    «Ma che schifo...»
    Era la cosa più disgustosa che avesse mai visto, voleva solo che smettesse al più preso o sarebbero stati in due a vomitare— guardò attentamente il tale, si concentrò immaginandolo come uno dei bersagli con cui si era allenato sino a quel momento e un urlo tra il dolore e la sorpresa decretò che l’aveva colpito con uno dei “proiettili”: il ragazzo si stava stringendo al petto una mano dolorante, la sinistra, mentre la bocca sul palmo aveva smesso di emettere quella melma oscura, piegata in una smorfia orribile.
    «Uh, non male… anche se avevo mirato a una gamba.»
    Continuò a borbottare tra sé e sé, ringraziando quella che quasi sicuramente era la fortuna del principiante.
    Con uno dei due assalitori ancora stordito e l’altro troppo impegnato a lamentarsi per il dolore, Desmond corse via dal proprio nascondiglio, avvicinandosi all’uomo ancora sdraiato sull’asfalto bagnato, piegato in due per i colpi subiti e in quel gesto istintivo che spinge gli esseri umani a proteggersi la testa.
    «Va tutto bene, non voglio farle del male, riesce ad alzarsi?»
    Parole appena sussurrate in modo che solo l’uomo potesse sentirlo, poi gli cinse la schiena con un braccio in modo da aiutarlo ad alzarsi e consentendogli di fare peso contro di lui.
    «Spostiamoci da qui, è pericoloso.»
    Giusto qualche passo in direzione del vicolo che poteva offrire loro protezione e poi sentì qualcosa avvilupparsi attorno ai piedi e alle caviglie: una rapida occhiata per realizzare che Vomitino si era ripreso dallo shock momentaneo e che ora quella dannata schifezza nera stava cercando di bloccare i movimenti suoi e dell’uomo che si stava sostenendo a lui. Più provava a liberarsi e più la presa sembrava stringersi, sembrava di essere finito nelle sabbie mobili, mentre poco a poco la macchia nera risaliva e si avviluppava alle loro gambe.
    Voleva bloccarli in quello schifo melmoso? Era intenzionato ad ucciderli? Ma soprattutto, quella porcheria scura non lasciava aloni sui vestiti, vero? Perché altrimenti lo avrebbe aspettato sotto casa non per picchiarlo, quanto per fargli pagare il conto della lavanderia.
     
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    Shinjiro Aragaki

    Non sapeva per quanto tempo Mr Muscolo sarebbe rimasto steso a terra, ma poteva immaginare non fosse molto; tra quello e Desmond che- sperava- avrebbe chiamato la polizia, era meglio cercare di fare piu' in fretta possibile. In fondo non doveva necessariamente mettere ko quei due tizi o fare chissà cosa, l'ideale sarebbe stato semplicemente guadagnare abbastanza tempo da far allontanare la vittima del pestaggio e poi filarsela.
    Aveva però guadagnato qualche secondo per occuparsi solamente dell'altro tipo rimasto più indietro, che aveva... alzato le mani e gli aveva lanciato contro una roba nera e appiccicosa dall'odore acre da due bocche apparse letteralmente sui palmi.
    ... perchè doveva avere a che fare sempre con gente dai quirk disgustosi? Prima quell'ammasso di carne informe con Teardrop, ora questo, perchè non poteva incontrare lo stronzo che sparava fulmini dalle dita come tutti? Sarebbe stato piu' letale ma almeno i fulmini non ti lasciavano l'odore di... roba melmosa rigurgitata addosso.
    Almeno fu felice di avere la maschera, non voleva quella roba vicino al viso; alzò istintivamente le braccia a ripararselo in ogni caso, ritrovandosele quasi incollate insieme dalla poltiglia scura che le aveva coperte. Poteva muoverle e cercare di separarle, ma erano strettamente legate insieme da uno strato di poltiglia nera che le teneva vicine come un elastico. Il getto di roba appiccicaticcia diminuì di intensità insieme ad un verso di dolore e Shinjiro intuì più che vederlo che Desmond doveva in qualche modo aver usato il suo quirk, intuizione confermata quando l'inglese lo superò rapidamente per aiutare la figura riversa a terra a rialzarsi.
    Tentò di nuovo inutilmente di scostare le braccia incollate le une alle altre, poi venne distratto da un rumore alle sue spalle; Mr Muscolo si era ripreso dalla botta e si era rialzato, un braccio ancora grottescamente ingrossato. Nel vederlo vibrare un pugno nella sua direzione all'altezza del petto, Shinjiro alzò l'ammasso di melma scura sulle braccia a mò di scudo, tendendolo al massimo. Il pugno potenziato vi impattò contro e si ritrovò rallentato abbastanza da colpirlo con intensità minore allo sterno, facendolo barcollare all'indietro di qualche passo, ma non riuscì comunque a perforare la melma, che aveva ora avvolto anche il braccio del tipo fin quasi al gomito.
    Il tipo provò a ritirare il braccio dalla melma, poi sgranò gli occhi e alzò lo sguardo su Shinjiro, di una buona decina di centimetri piu' alto di lui.
    I due si fissarono in un silenzio quasi imbarazzato per una frazione di secondo, entrambi bloccati parzialmente in quella melma ed una identica -se la sua fosse stata visibile- espressione di "ed ora?" sul viso.
    Prima che Mr Muscolo si ricordasse che a differenza sua aveva un altro braccio libero con cui ridurlo in poltiglia, Shinjiro agì d'istinto attivando il quirk su tutto il corpo, riscaldandolo rapidamente, e sfruttò la vicinanza tra i due per sferrargli una seconda ginocchiata nello stomaco.
    Non aveva ancora capito bene cosa fosse quella roba - e non ci teneva a scoprirlo- ma come sperava era roba che al calore si scioglieva, o perlomeno ammollava. Con uno strattone liberò entrambe le braccia lasciando il grosso della melma ancora avvolta al braccio del tipo con il fiato mozzo per la seconda volta in pochi minuti, scattando poi rapidamente verso il suo compagno, che sembrava deciso a non lasciar andare Desmond e l'altro uomo. Il tipo della melma parve leggermente sorpreso nel vederlo con le braccia libere, ma prima che potesse ricoprirlo nuovamente di quello schifo (ci sarebbero volute qualcosa come tre docce per sentirsi di nuovo pulito) il cuoco investì anche lui con una rapida ondata di calore.
    Tutto il corpo ormai gli formicolava per i continui sbalzi di temperatura uniti allo sforzo prolungato di quella sera, ma in quel momento aveva altro a cui pensare.
    Il tipo lanciò tre identici versi di dolore dalle tre bocche e arretrò, la melma che aveva rigettato tutt'attorno che andava sciogliendosi in pozzanghere sull'asfalto.
    « Via, via! » sibilò a Desmond, esortandolo ad andarsene.
     
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    Desmond Philip Archisorte

    Se non fosse stata una situazione estremamente seria in cui c'erano a rischio delle vite, compresa la sua, Desmond sarebbe scoppiato a ridere di fronte a quell'assurdo spettacolino offerto da Shinjiro e Mr. Muscolo appiccicati l'uno all'altro per colpa del Quirk di Vomitino in un tanto evidente quanto palpabile imbarazzo.
    In ogni caso non aveva tempo per stare lì a guardare come se la stesse cavando Shinjiro poiché ancora incollato a terra e con accanto a sé l'uomo che era stato aggredito, anche lui non era messo particolarmente bene: provò a indirizzare diverse gocce del proprio sangue nella melma che gli teneva bloccati piedi e gambe nella vana speranza che una qualche tipo di strana interazione chimica tra roba schifida potesse liberarlo, ma senza risultati.
    L'unica cosa che ottenne, a pensarci bene, fu la sensazione di sentirsi molto stupido ed impotente poiché Shinjiro se la stava cavando alla grande, mentre lui... per fortuna sua e dell'uomo mutant, il giovane cuoco riuscì a liberarsi in fretta lasciando nuovamente senza fiato il primo dei due aggressori ed avvicinandosi a loro rapidamente: una nuova ondata di calore – doveva aver abbondantemente alimentato la fucina, per sentirsi così chiaramente anche a quella distanza – e finalmente furono liberi.
    «Forza, andiamo.»
    Mormorò all'uomo, invitandolo ad avanzare in direzione del vicolo adiacente in modo da poterlo sottrarre al combattimento.
    «Ah, prima che ricomincino le danze» Si fermò a pochi passi dalla loro meta, rivolgendosi con tono chiaro ai due aggressori «Ho chiamato la polizia molto prima di quanto immaginiate, quindi se non vogliamo passare tutti quanti un'allegra serata in commissariato direi che si può finire qui.»
    Era un bluff bello e buono, aveva perso minuti preziosi piangendosi addosso e autocommiserandosi, ma i due non lo potevano sapere e avere una buona parlantina – con tono sorprendentemente sicuro, si stupì – sicuramente volgeva la recita a suo favore.
    «Credo che una pattuglia arriverà a momenti» Rimase un attimo immobile, come in ascolto del suono delle sirene che avrebbero (in teoria) riempito l'aria da lì a poco «A voi la scelta.»
    Era meglio non provocare né invitare a scappare due tizi del genere, a maggior ragione se non del tutto sobri, dal momento che potevano prenderla male, mentre lasciare loro l'illusione della scelta potava essere una mossa vincente.
    O almeno così sperava.
    Un attimo di tentennamento i cui i due si guardarono e poi, presi dalla paura di un tête-à-tête con la polizia, lasciarono il luogo dell'accaduto con una certa celerità non prima di aver dedicato loro un "non finisce qui", "la prossima volta non la passerete liscia", "vi è andata bene" e altre simpatiche variazioni sul tema.
    A quel punto Desmond si concesse un sonoro sospiro di sollievo.
    «Ci siamo.»
    Una volta nel vicolo predesignato, l'archeologo impiegò qualche attimo per cercare un luogo non confortevole, ma quantomeno un po' più riparato dalla pioggia che non aveva cessato un attimo di scrosciare, per poi far sedere a terra – tanto ormai erano tutti quanto abbondantemente fradici, senza contare che non aveva trovato posti più comodi – l'uomo aggredito. La pioggia aveva lavato via il sangue dal volto dell'uomo, lasciando ben scoperta una brutta tumefazione sotto l'occhio destro e quello che sembrava un bel colpo diretto al naso.
    «Se mi lascia un attimo prima che arrivi sul serio la polizia, vorrei provare a curare le sue ferite... come ha visto il mio Quirk non è particolarmente utile in combattimento, ma vorrei poterla aiutare ora.»
    Non sapeva nemmeno lui perché avesse pronunciato quelle parole o perché si fosse proposto per aiutarlo in quel modo, ma dopo aver visto Shinjiro farsi in quattro per salvare non solo l'uomo ma anche lui... era il minimo.
    Senza contare che voleva davvero rendersi utile.
    Attese che l'uomo ancora abbondantemente scosso dagli avvenimenti acconsentisse con un mormorio ed un cenno del capo, gli fece chiudere gli occhi perché altrimenti rischiava di sentirsi male al posto suo e dopo aver preso un bel respiro si concentrò: una volta cadute dolcemente sul volto dell'uomo, le gocce di sangue sarebbero state assorbite dalla pelle come se fosse stata carta assorbente da cucina, per poi attivare e velocizzare esponenzialmente i processi di guarigione. Non aveva la benché minima idea di come avvenisse quel processo né gli interessava più di tanto, onestamente, eppure sembrava funzionare.
    «Tenga ancora gli occhi chiusi, ci siamo quasi.»
    La voce cominciava ad incrinarsi, provata da ciò che era accaduto ma soprattutto per l'utilizzo di quel Quirk tanto disgustoso che stava lentamente imparando a padroneggiare.
    Oramai notevolmente pallido sotto al cappuccio tirato sul viso, rabbrividì tenendosi una mano all'altezza dello stomaco: non poteva stare male lì, non davanti alla prima persona che aveva seriamente aiutato, non poteva concedersi il lusso di essere sopraffatto dalla propria irrazionale paura del sangue ed il disgusto per le ferite.
    Un altro profondo respiro e poi si tirò in piedi con misurata lentezza – era stato costretto ad inginocchiarsi in modo da poter curare l'uomo con maggior comodità, ma soprattutto per non sentirsi cedere le gambe – e si rese conto che il sangue aveva smesso di scorrere dalla sua ferita sul braccio.
    «Potrebbe farle un po' male e lasciarle una sensazione un po' strana sulla zona trattata, o magari no» L'uomo aprì gli occhi, tastandosi con un misto di sorpresa e meraviglia le parti che erano state colpite «In ogni caso spero che vada tutto per il meglio.»
    Infine Desmond si voltò verso Shinjiro, era una sua impressione o le sirene della polizia sembravano avvicinarsi sul serio?
     
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    Shinjiro Aragaki

    Con un bluff dal tempismo perfetto Desmond riuscì a mettere in fuga i due teppisti. D'altronde per una cosa del genere non valeva la pena per nessuno dei due venire visti dalla polizia, ma la stessa cosa valeva anche per loro. Allontanatisi rapidamente nel vicolo Shinjiro restò di qualche passo indietro per fare da palo e controllare la situazione, non senza lanciare un'occhiata di tanto in tanto all'operato di Desmond, curioso perchè non aveva mai visto il suo quirk davvero in azione.
    Anche se ancora in modo molto incerto, Desmond sembrava essersi fatto in qualche modo coraggio; dopo aver chiesto all'uomo di chiudere gli occhi mosse alcune delle gocce del proprio sangue fino a farle colare sulle varie ferite dell'uomo riportate sul viso.
    Con un misto di fascinazione e vago disgusto osservò le goccioline di sangue sparire rapidamente assorbite dalla ferita, e la ferita stessa iniziare a rimarginarsi a vista d'occhio, come un video riprodotto a velocità accellerata. Quindi più che guarire in sè stimolavano il corpo a farlo? Infondevano un qualche tipo di energia nel corpo?
    Era un po' inutile chiederselo in quel momento, ma stava indubbiamente funzionando.
    Anche se non poteva vedere chiaramente Desmond in viso in quel momento quando lo vide premersi una mano sulla stomaco capì che aveva raggiunto il suo limite; meglio allontanarsi il più in fretta possibile per non dover spiegare alla polizia perchè aveva una ferita aperta e sembrava sul punto di svenire per un malore.
    Quasi a conferma dei suoi pensieri, proprio in quel momento arrivò alle orecchie di tutti e tre il suono delle sirene.
    « Andiamocene.» sussurrò solo, afferrando Desmond per un braccio sia per indurlo a muoversi che per sorreggerlo se necessario. Lanciò una breve occhiata all'uomo che avevano - in qualche modo - aiutato, ma quello si limitò ad annuire, pulendosi e aggiustandosi gli occhiali sul naso coperto di scaglie.
    « Andate, parlerò io con la polizia. Mi inventerò qualcosa senza nominarvi.» disse solo.
    Decisamente grato per quella semplice frase come unica risposta invece di perdersi in ringraziamenti a profusione che non avrebbe saputo minimamente come gestire, Shinjiro si limitò ad annuire con un secco cenno del capo e ad allontanarsi da quella strada il più rapidamente possibile.
    Solo quando furono a diversi isolati di distanza e immersi nuovamente nel silenzio assoluto di stradine e vicoli secondari deserti si fermò, sfilandosi la maschera e riponendola nella tasca interna della giacca; sinceramente ora che erano lontani dalla scena erano solo due tizi qualunque in giro di notte, continuare ad indossarla l'avrebbe reso paradossalmente solo più sospetto.
    Aveva il respiro un po' pesante e sembrava ancora leggermente stupito di cosa avevano fatto.
    Non pentito, quello no. Ma stupito.
    Probabilmente l'adrenalina ancora in circolo dalla la breve rissa aiutava, insieme al corpo ancora moderatamente caldo.
    « Beh, è... è andata abbastanza bene?» commentò con voce un po' incredula, nemmeno stessero parlando di una partita di calcetto con gli amici. Più o meno. Non ne era uscito pestato nè arrestato, era già una vittoria per lui.
    E aveva improvvisamente sete, tutte quelle ondate di calore dovevano averlo sfiancato.
    Sembrò ricordarsi improvvisamente di una cosa, perchè si voltò a guardare Desmond.
    « La tua ferita come va? Ci sarà sicuramente un conbini aperto tutta la notte per comprare dei cerotti, qui vicino.»
     
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    Quel breve contatto con Shinjiro – tramite il braccio che non aveva appena utilizzato per attingere sangue, per fortuna – gli ricordò che no, non poteva stare lì a controllare che l'uomo stesse bene sul serio e di nuovo no, non doveva farsi prendere dall'ansia di fronte all'idea di aver peggiorato la sua situazione.
    Non era una ferita complessa né grave, era giusto un livido, non gli sarebbe successo nulla di strano per colpa sua.
    «La ringrazio.»
    Un piccolo inchino manco fosse stato l'uomo a salvare lui e poi, una volta recuperato l'ombrello che aveva lascito lì in angolo nascosto del vicolo, si incamminò dietro a Shinjiro in completo silenzio e cercando di non soccombere alla sensazione di nausea e leggere vertigini che seguivano al suo avere a che fare con il sangue.
    "Beh, è... è andata abbastanza bene?"
    Dopo aver messo diversi isolati tra loro e il luogo del misfatto, elaborando in silenzio gli ultimi avvenimenti e lasciando che l'adrenalina scemasse, fu il giovane cuoco a rompere il silenzio.
    Desmond annuì appena, cercando le parole giuste.
    «Poteva andare peggio.»
    Okay, forse era risultato più duro del previsto.
    «Quello che intendo dire è che potevamo farci molto, molto male, eppure in qualche modo... ha funzionato» Si lasciò scappare l'ennesimo sospiro di quella serata «Ammetto che inizialmente non mi sarei mai mosso per aiutare quel tizio, avevo paura e... insomma, ne ho ancora, però non rimpiango di averlo fatto.»
    Scrollò l'ombrello chiuso – non aveva senso aprirlo, tanto ormai era completamente fradicio – e si perse un attimo ad osservarlo, manco fosse l'oggetto più interessante di questa terra.
    «Mi sono finalmente sentito utile e sapere che domani quell'uomo non dovrà guardarsi allo specchio portando sul viso i segni dell'aggressione mi fa stare meglio» Rabbrividì appena, forse per il freddo o forse ripensando a ciò che era successo «Poi non lo dimenticherà così in fretta né smetterà di guardarsi attorno con paura, di notte, ma credo che sia meglio di niente, no?»
    Posò infine lo sguardo su Shinjiro, per la prima volta da quando si erano allontanati dal vicolo.
    «Come stai? Sei stato molto bravo, hai incassato diversi colpi e... oh aspetta, sei ferito?»
    Non si era reso conto della situazione, prima, ma ora quella richiesta implicita voleva rimediare alla sua trascuratezza nei confronti del suo partner in crime.
    "La tua ferita come va? Ci sarà sicuramente un conbini aperto tutta la notte per comprare dei cerotti, qui vicino."
    Scosse una mano guantata quasi con noncuranza, indicandogli come non fosse un gran problema.
    «Il sangue ha smesso di scorrere e ciò mi basta, una volta a casa mi farò una doccia e vedrò se applicare altre bende.»
    Oh sì, una doccia, aveva proprio bisogno di una lunga doccia bollente per togliersi di dosso il freddo della pioggia, lo schifo nero del Quirk nemico e tutte le brutte sensazioni della serata.
     
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    Desmond parve riscuotersi al suo tocco; per un attimo temette di averlo accidentalmente scottato con il calore residuo delle braccia, ma sembrava essersi solo riscosso e aver realizzato che non potevano esattamente restare qui. I due si allontanarono in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri e impegnato a lasciar passare la piccola scarica di adrenalina ricevuta.
    L'inglese rispose dopo un attimo di silenzio, e Shinjiro si lasciò sfuggire un leggero sorrisetto al suo commento iniziale, per poi tornare serio alle sue successive parole.
    « E' comunque meglio di niente. Ovvio che nel grande schema delle cose non fa tutta questa differenza... ma almeno questa volta, qualcuno lo ha aiutato, e spero che lo rincuori almeno un po', anche in futuro.» borbottò in risposta, pensieroso.
    Per molti versi ogni evento di quella serata era stata pura fortuna, una fortuita coincidenza; se avesse preso un vicolo diverso, se lui e Desmond si fossero fermati a parlare da qualche altra parte, se quell'uomo fosse andato in un locale cinque metri più in là probabilmente non avrebbe mai incontrato quei due... un cambiamento minimo in una qualsiasi di quelle cose avrebbe potuto portare ad una conclusione completamente diversa.
    Ma non era così per tutto nella vita, in fin dei conti? Se quella fatidica sera al Kagejikan avesse chiuso mezz'ora prima, o se fosse stata una serata con molta gente che restava un po' oltre l'orario normale di chiusura, probabilmente non sarebbe successo... beh, nulla di tutto questo, in effetti, e non si sarebbe nemmeno mai trovato lì quella sera.
    Però gli faceva piacere sapere che Desmond non si era pentito di averlo fatto: lo aveva in effetti trascinato un po'prepotentemente nel suo piano, ma non aveva certo avuto il tempo di chiedergli se gli andava bene.
    Fece un cenno noncurante alla domanda dell'altro sulle sue condizioni.
    « Solo qualche livido, tranquillo. Li sentirò domani mattina, ma non è la botta peggiore che ho preso.» ribattè, temeva che Desmond si sarebbe offerto di curarlo per via di qualche senso di colpa, e preferiva evitare in quel momento. E quella roba appiccicosa insieme alla suit avevano fatto un gran lavoro a ridurre notevolmente l'impatto, senza di quella probabilmente sarebbe volato via contro il muro, grazie Vomitino.
    Ed effettivamente non aveva veri e propri graffi o ferite aperte, per fortuna.
    Non era convintissimo della risposta dell'altro, ma non volle insistere.
    « Sì, direi che è ora di avviarci entrambi.» sospirò, riprendendo a camminare. Era assolutamente esausto, sfiancato sia fisicamente che mentalmente per quella sera da tutte le cose che si erano detti, e aveva sinceramente solo voglia di tornare a casa, togliersi di dosso quella suit ultra-aderente, farsi una doccia e buttarsi sul letto per dodici ore filate.

    CITAZIONE
    Per semplice curiosità ho voluto immaginare un possibile "consumo di energia" del quirk usato da Shinjiro in questa role.
    Ha tenuto il corpo caldo costantentemente per i primi 8 post, che possiamo immaginare come un uso di Radiation (15) al primo post più costo di mantenimento per i successivi. Visto che quasi tutti i post sottindendevano comunque il passaggio di svariati minuti mentre parlavano/camminavano e che stava cercando di mantenere una temperatura 'più alta', mettiamoci pure un costo di mantenimento di 15 invece di 5 per i successivi.
    15 * 8 = 120
    Durante lo scontro ha praticamente usato due volte Thermal Shock (15*2) e un ultima volta Radiation solo sulle braccia per liberarle. (15)
    Totale: 120 + 30 + 15= 165 PE in totale su 300, poco più della metà delle sue "energie", abbastanza per barcollare a casa e buttarsi a letto (?)

    Ovviamente questo non serve assolutamente a nulla, mi sembrava solo divertente vedere se era effettivamente "fattibile". Mi diverto così.
     
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    Desmond Philip Archisorte

    Rimase nuovamente in silenzio, pensieroso, di fronte alla parole pronunciate dall'altro.
    Di certo non avevano di certo cambiato le sorti del mondo, l'ordine ultimo delle cose – né aveva la presunzione di poterlo fare, senza contare che era un po' troppo cresciuto per credere di poter salvare tutti – eppure quella sera avevano fatto la differenza per quell'uomo, le cui sorti potevano essere ben diverse, volgendo al peggio, se solo non fossero intervenuti.
    «Mi sembra un buon modo di vedere le cose.»
    Sì, era decisamente una prospettiva... rincuorante.
    La loro era stata una piccola, minuscola azione, eppure gli piaceva comunque pensare di essere stato d'aiuto ad un cittadino qualsiasi.
    «Potrei quasi prenderci la mano» Guardò Shinjiro, abbozzando un sorriso «A tutto questo, intendo, a parte la pioggia.»
    Quanto odiava quella pioggia, era fradicio fino al midollo e cominciava ad avere freddo, senza contare che come minimo si sarebbe svegliato con il raffreddore, il giorno dopo.
    «Aspetta.»
    Si fermò di colpo, trattenendo Shinjiro per un braccio come se si fosse reso conto di un qualcosa molto, ma molto importante.
    «Ci ho fatto caso solo ora.»
    Un attimo di silenzio.
    «I tuoi capelli sono quasi asciutti.»
    Erano sotto la pioggia da ore e Shinjiro sembrava appena uscito da una calda doccia ristoratrice, con i capelli appena umidi strofinati da un asciugamano e ben lontano dalla sua sensazione di gelo che attanagliava sin nelle ossa.
    «Questo è un effetto del tuo Quirk, immagino... dannato uomo termosifone
    Non c'era cattiveria nella sua voce, quanto una bonaria presa in giro, anche se più pensava alle mille applicazioni nella vita quotidiana di quel Quirk più l'odio se lo stava guadagnando tutto.
    «Hai idea di quanto tempo passo ad asciugarmi i capelli? Immagino che invece a te basti alzare un po' la temperatura e hai fatto.»
    Si lasciò scappare uno sbuffo divertito, passandosi una mano sul volto.
    "Solo qualche livido, tranquillo. Li sentirò domani mattina, ma non è la botta peggiore che ho preso"
    Gli dedicò un'occhiata vagamente apprensiva ma decise di non insistere ulteriormente.
    «Nel caso avessi bisogno d'aiuto, sai come trovarmi.»
    Dubitava che l'altro gli avrebbe chiesto di utilizzare il Quirk a proprio favore, ma era importante che comprendesse che non aveva problemi ad utilizzarlo, se gli veniva chiesto.
    Sentendo le ultime parole dell'altro riprese a camminare, seguendolo sino al punto d'incontro iniziale, la stazione, rendendosi conto solo in quel momento quanto fosse terribilmente stanco, oltre che infreddolito.
    «Non credo dimenticherò facilmente questa... gita, ma comunque ti ringrazio» Si piegò in un inchino formale, profondamente riconoscente «Mi hai dato molto a cui pensare.»
    Era stata una serata tutt'altro che facile, ma non si era pentito di essere uscito di casa dopo così tanto tempo.
    «Buonanotte.»
    Lo salutò con una mano, incamminandosi lentamente in direzione di casa.
     
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