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ACT II - Brave New World

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    Vedendo manifestarsi solamente una delle due figure che aveva identificato dall'alto, Benedict non poté che restare dubbioso sull'accaduto. Le ipotesi che si potevano campare in aria erano molteplici e almeno per il momento non aveva abbastanza prove per decidere quali considerare più realistiche e quali scartare. Che le due figure avessero deciso di collaborare o, viceversa, che una avesse eliminato l'altra? Purtroppo entrambi gli scenari erano congrui col fatto che erano rimaste all'interno del palazzo per ben più tempo del necessario per giungere fin lì. E come aveva fatto quella figura femminile ad entrare nello stanzino riservato allo staff se l'unica chiave disponibile la aveva lui? Anche qui le possibilità erano molteplici, tra una spiccata dote di scassinamento che l'avrebbe certamente resa più una criminale che un'eroina fino ad un qualche tipo di unicità di potenziamento o affini, scenario che in tutta onestà avrebbe detestato. Se c'era una cosa che odiava più dei quirk in generale erano quelle sequenze genetiche casuali che donavano poteri sovraumani a qualche individuo a caso piuttosto che starnutire zucchero filato o sudare senape. Perché sapeva benissimo che se mai fossero giunti allo scontro sarebbe stato in netto svantaggio. La figura tentò di aggirarlo ma considerata l'assenza della seconda persona e il fatto che stesse comunque mantenendo le distanze rimaneva comunque più sicuro tenere d'occhio l'uscita sul tetto per sicurezza. La camminata lenta e circolare di quella ragazza gli ricordava quasi quella di un lupo che si muove lateralmente tenendo gli occhi fissi sulla sua preda e certamente non riusciva a sentirsi a suo agio.
    Fantasma? - inarcò un sopracciglio, pur schermato dalle pesanti lenti nere della maschera antigas - Temo di non sapere di cosa stiate parlando. - aggiunse quindi. Ed era vero, perché anche dal suo monolocale di Ginza il segnale era completamente disturbato e quelle poche volte che aveva provato a collegarsi al mondo esterno aveva miseramente fallito. In quel quartiere ormai quasi dimenticato dai kami non c'era nulla che potesse aggiornarlo su quelle strampalate notizie. Ci avrebbe decisamente riso su altrimenti.
    Volendo sedersi, la figura non avrebbe trovato altro se non il cornicione che arrivava più o meno all'altezza dell'anca. Anche decidendo di sedervicisi, comunque, il farlo avrebbe comportato la morte di decine di farfalle che avevano deciso di colonizzarlo come un nido. Ascoltando le sue parole le dita che Benedict aveva già affondato nella giacca scivolarono dal freddo del metallo che portava nella fondina sino alla tasca interna. Che stesse tentando di distrarlo o volesse onestamente parlare con lui, la situazione era comunque diversa da ciò che si aspettava. Temeva l'arrivo dei rinforzi ma sperava che strambe unicità a parte questi potessero solo uscire dalla porta che teneva d'occhio o avrebbero dovuto rompere le ampie vetrate per arrampicarsi su, causando comunque del rumore che li avrebbe fatti notare.
    Suppongo che minuto in più o minuto in meno non riparerà questo disastro, giusto? - esordì quindi in modo ardito alla sua domanda. La frase doveva suonare decisamente ambigua e l'obbiettivo era proprio quello. Quasi si vergognava di star attuando quella stupida tattica che aveva visto utilizzare da tanti, tanti criminali durante l'interrogatorio, ovvero cercare di fingersi innocenti. Eppure, per una volta, aveva tutte le carte in tavola per farlo. Era davvero un poliziotto e quella figura non avrebbe certamente potuto dimostrare il contrario, quindi poteva permettersi di rigirare la colpa. Alla peggio avrebbe fatto nascere qualche sospetto verso la terza figura o si sarebbe finto un loro collaboratore per poi pugnalarle alle spalle. Era riprovevole, ma in fondo Benedict era una persona come tante e dubitava che qualcuno che non fosse decisamente sicuro di sé stesso si sarebbe messo in moto in una situazione simile. Tutto ciò che poteva fare era giocare d'astuzia come al solito.
    Chiedete ciò che volete... - disse tirando fuori la mano dalla giacca, che ora stringeva saldo il suo distintivo. Lo allungò verso la donna, anche se era quasi come non mostrarlo. Da quella distanza e col fumo nero di mezzo se ne riconosceva la forma ma il suo nome era illeggibile. Ovviamente non le avrebbe comunque permesso di leggerlo dato che, idealmente, la menzogna richiedeva che lui pensasse che quella donna era una criminale e di certo non le avrebbe offerto il suo nome su un piatto d'argento - ... Ma avete il diritto di rimanere in silenzio e di chiamare il vostro avvocato. Finiamo questa chiacchierata in fretta e spegnete quel coso, sono col culo al freddo da giorni e voglio tornare a casa. - aggiunse quindi riponendo nuovamente il distintivo nella giacca mentre la coda dell'occhio identificava qualche movimento al lato opposto del suo campo visivo, accompagnato dal fragile schioccare delle vite di numerose farfalle, purtroppo inevitabili. Decise comunque di fingersi ignaro di tale movimento. La seconda figura, comunque, molto difficilmente avrebbe raggiunto le sue spalle, un po' perché Benedict era molto vicino al bordo del tetto e un po' perché farlo le avrebbe richiesto di percorrere una distanza inaudita, superiore alla dozzina di metri. Il Detective Kimura aveva fatto il suo tiro di dadi, rimaneva solo da vedere l'esito. In un modo o nell'altro era riuscito ad inventarsi una buona menzogna, se non per le due figure per la Polizia di Tokyo. Era lì in appostamento da giorni ma le comunicazioni erano disturbate e non poteva dichiarare la sua posizione. Se anche quelle persone lo avessero picchiato, catturato e consegnato alla polizia non avrebbero comunque potuto negare quella versione, perché era davvero un detective. Doveva solo sperare che fossero alla peggio quel tipo di persona che cattura i potenziali criminali e non appartenessero a quelli che preferiscono ucciderli. E se anche gli avessero creduto sarebbe dovuto essere estremamente minuzioso nell'eliminarle, perché un eventuale fallimento avrebbe fatto saltare la copertura.
     
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    Evelynn Harcrow
    Davvero non aveva idea di cosa stesse parlando? Piegai la testa - coperta da casco e maschera antigas - da un lato mentre le mani piano piano scivolarono dietro la schiena mano a mano che mi avvicinavo al cornicione. Non avevo niente da prendere, era un gesto che facevo spesso e volentieri quando parlavo con qualcuno. In genere lo facevo per porgere anche un po' il petto in fuori, dubito che in una situazione come questa mi sarebbe servito perché non avevo davanti un cliente il cui fine era far bella figura per potermi portare alla fine in qualche stanza d'albergo ma avevo molto probabilmente occasione di esser in presenza dell'autore di tutto questo.
    Almeno in questo quartiere.
    Non c'era bisogno di essere una persona così tanto intelligente per arrivarci: persino il più stupido dei cretini avrebbe capito che una persona tutta coperta, sul tetto di una struttura praticamente deserta, davanti ad un macchinario che sparava fumo ed in mezzo alle farfalle in questo modo fosse ad un buon novantanove percento l'autore di questa opera macabra che senza la tossina sarebbe potuta anche essere apprezzabile. Le farfalle, in fondo, erano animali davvero belli da vedere.
    « Facciamo finta di crederti. » Con un indice indicai il cielo. « Colpa dei droni e della gente. Da un po' di tempo i primi vengono inviati in questa zona per riprese ma come per magia le immagini sono sempre disturbate ed il loro funzionamento è compromesso. Però le persone giurano di aver visto qualcuno qua o nei pressi della struttura, per questo hanno iniziato a chiamarlo "il Fantasma di Ginza". Come chiameresti in fondo l'unica figura vista viaggiare per questo deserto azzurro? Ringrazia queste dicerie se mi trovi qui, ero davvero ansiosa di incontrarti. »
    Gettai uno sguardo oltre il cornicione che, da quel che potevo vedere, mi arrivava a mezza vita. Con un po' di attenzione poteva essere anche una comoda via di fuga, speravo eventualmente di essere in condizione per farlo.
    Quello che non mi aspettavo, però, era tutto il siparietto che aveva cercato di tirare su dopo. Quel distintivo poteva essere falso o vero, aveva senso però fosse solamente il secondo caso perché in quel modo sarebbe stato perfetto: qualsiasi persona si fosse presentata poteva essere abbattuta, fatta passare come colpevole ed avere il fondoschiena salvo facendo sì però che comunque quella macchina venisse spenta. Poteva portare un cadavere - o meno, dipendeva se fosse sempre capace di uccidere o no - in centrale lasciando la macchina accesa?
    Questo mi poneva in una situazione più difficile di quella che pensassi perché nella mia testa mi trovai costretta, quasi, a pensare che l'unica opzione che mi rimanesse a questo punto fosse quella di---provare ad ucciderlo? Potevo anche provare a fare un'opera di toccata e fuga per distruggere la macchina ma mi sorgevano diverse domande: uno, me l'avrebbe fatto fare? Due, se ce l'avessi fatta sarei stata punto e da capo, come cavarmela dunque? E tante altre. Ma ehi non potevo scompormi per così poco, soprattutto perché ad ogni passo le farfalle facevano rumore ed io ero rimasta ferma fino ad ora. Bel sistema di allarme.
    Sotto il casco sorrisi di fronte a questa recita. « Andiamo caro, mi hai presa per stupida? » Va bene che ero americana, completamente idiota però no. « Senza considerare il fatto che non ho motivo per cui debba rivolgermi ad un avvocato, non ho ancora provato nemmeno a toccarti. » Sospirai con fare teatrale. « In che brutta posizione devo averti messo. Ma dato che mi hai dato il permesso di farti delle domande allora lo prendo volentieri, detective. » Stavo mettendo in dubbio che lo fosse perché di distintivi mostrati così in fretta e furia ne potevo trovare ovunque, bastava un po' di photoshop. Provai a scansare delle farfalle con la mano per potermi sedere, se non ce l'avessi fatta sarei rimasta in piedi a guardare la figura che avevo davanti.
    « Prima domanda, e scusa se partirò forte. Se è vero che stai qui da giorni, perché non hai chiamato i colleghi dalla centrale per avvertirli di quella? » Puntai con la testa la macchina. « Insomma se il gas nero fa male alla gente e come è ben visibile, quella lo diffonde allora chiunque può arrivare alla conclusione più logica. Perché dunque non spegnerla, chiamare aiuto ed attendere qui in modo che chi l'avesse piazzata non venisse a controllare cosa non andasse? Sarebbe stato molto più facile. » Un poliziotto normale o una qualsiasi forza dell'ordine in ogni caso avrebbe messo come obiettivo primario quello della salvaguardia delle persone, disattivando il macchinario e mettendo intanto in sicurezza il quartiere. Non voglio credere che la polizia o chi per loro abbia provato a sacrificare delle persone per delle opportunità.
    « Seconda domanda, davvero al posto mio crederesti che chi ho davanti non c'entri niente? Questa è una conseguenza della prima alla quale aggiungo che dal mio punto di vista solo chi l'ha piazzato può trovarvisi intorno da giorni: ti sei scordato di nascondere il cibo in scatola giù e di spegnere le luci. Altrimenti perché stare qui per tutto questo tempo senza far niente? » O era uno di loro, oppure era uno stupido che non aveva idea di dove trovarsi. Seconda ipotesi che sentivo di poter propriamente scartare a priori senza troppe difficoltà, davvero: agiva in maniera troppo cauta per---no, quella non poteva essere una giustificazione. Chiunque avrebbe agito in maniera cauta al suo posto, chiunque tranne me.
    « La terza domanda è un po' più personale, che va oltre il lavoro che dovresti fare. Perché? L'annuncio che c'è stato è stato abbastanza chiaro, certo, ma mi domando il perché abbiate questo obiettivo: cosa vi spinge a detestare così tanto i quirk? Personalmente vorrei che le persone non li guardassero come poteri di cui aver paura e quello che cercate di fare va quasi contro: le persone senza quirk avrebbero paura di quelle con e la discriminazione sarebbe sempre più marcata. »
    Soprattutto per i mutant che, povere anime, si sarebbero trovati ad esser considerati sempre più animali da circo rispetto a quanto non lo fossero già adesso e personalmente mi avrebbe fatto schifo. Doveva esserci una certa uguaglianza nel trattamento di ogni unicità e di ogni persona che fosse in possesso di una di queste, cosa impossibile fino a quando la società moderna non avesse almeno accettato di abolire il sistema delle Licenze che era il motivo, in fondo, per cui avevo accettato di portarmi dietro quella carta che Yami mi aveva dato.
    « Sei davvero un poliziotto? Fai il tuo dovere e spegni quella macchina anzi, distruggila. Perché dovrei farlo io quando è il tuo lavoro? Fallo e ti prometto che di me non ricorderai nemmeno l'ombra. » Faceva quello che stava in servizio, eppure non era per niente logico e speravo che non fosse così solo per me e---già, a chi sarebbe dovuto importare in fondo? Eravamo in tre su quel tetto e dal canto mio la situazione era molto più che chiara così come lo era per quel poliziotto. Se la persona con cui fossi entrata fosse stata dalla sua parte? Sarei stata in qualche guaio eppure ero talmente vicina ad una via di sicurezza che riuscivo a sentirmi più o meno sicura comunque.
    Perché più o meno? Perché sono sicura che la persona che avevo davanti era disposta a tanto pur di difendere la sua posizione.
    Mi indicai. « Ho qualcuno da proteggere, qualcuno che ha paura di addormentarsi per non svegliarsi più solo per aver messo il naso fuori di casa. » Mi dava fastidio il fatto che potesse pensare in qualche modo che fossi la colpevole io anche se con tutta probabilità era la copertura che si sarebbe dato. Che avrebbe dato. « Quarta domanda, detective: perché hai voltato le spalle alla città? Eri stanco di essere uno dei tanti dietro ad una scrivania ed avevi bisogno di far qualcosa per cui si ricordassero che esistessi? Oppure sei invidioso di qualche unicità in particolare e se non puoi averla tu, non l'avrà nessun altro? »
    Ok lo ammetto, questa forse è un po' pesante come accusa ma già ho poca fiducia negli eroi: se deve mancare anche nel resto delle forze dell'ordine perché si annoiano allora davvero non saprei più a cos'appellarmi se non a me stessa ed a quelle pochissime persone che hanno dimostrato di meritarsi la mia fiducia.
    Ammetto che avrei voluto giocarmela in altro modo, non pensavo però che tirasse fuori la carta del distintivo. Soprattutto speravo che questo dialogo desse modo alla mia compagna casuale di avventura di inventarsi qualcosa per poterlo cogliere di sorpresa.
    Magari le mie punzecchiature sarebbero servite a qualcosa.
    SchedaEnergia: 425Forza: 070Agilità: 150Quirk: 180Code
     
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    TREMORS
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    Tremors prestò ascolto a cosa avesse da dire il Fantasma di Ginza in seguito all’ultima domanda di Evelynn, ma la risposta la spiazzò leggermente nel modo più inaspettato che ci fosse. Era tutto quello che aveva da dire? Forse era solo lei a non esserne convinta, dopo così tanto tempo come investigatrice. Le prove sembravano trovarsi lì, l’ultimo piano del grande magazzino era incontaminato, il macchinario sul tetto emetteva ancora il fumo nero e lui… semplicemente era lì. Ne aveva avuto conferma, ciò che ella aveva visto sul tetto prima di mettere piede dentro il Ginza Wako non era frutto della fantasia dovuto al farmaco, era reale. Parlava come un vero essere umano. Bisognava anche far attenzione a come si esprimesse con le parole, in un certo modo. Un modo che lei, inevitabilmente, conosceva bene. Si parlava di avvocati. Del diritto di rimanere in silenzio. Le abitudini erano dure a morire, si trattava forse di una legge universale ben conosciuta da tutti. Oppure era un bravissimo attore? Difficile saperlo, ora come ora. E quel… coso, aveva seminato caos e panico a tutta Tokyo, e lui chiedeva semplicemente di spegnerlo? Dopo essere rimasto sul tetto, per tutto quel tempo, col culo al freddo? Non aveva molto senso liquidare così un'eventuale conversazione esortando a sbrigarsi con le parole, secondo l’intuito di Tremors. Cercava di concludere velocemente perché aveva qualcosa da nascondere? Forse, tutto era possibile, ma ella non si sarebbe messa a urlare subito “devi andare al rogo”. Aveva bisogno di una certezza che forse avrebbe trovato grazie alle parole taglienti di Evelynn, a cui sperava che il Fantasma di Ginza rispondesse, in un modo o nell’altro. Non intendeva illudersi la vigilante mascherata, questo era bene precisarlo. Semplicemente, e senza troppi giri di parole, detestava i poliziotti, i detective o chiunque lavorasse per la legge che venivano meno al loro senso di dovere. E se lui lo era... si sarebbe rivelato essere un grande problema. Si trattava di un impegno che i genitori adottivi della vigilante avevano onorato sino alla fine, e vedere comportarsi così i pseudo-colleghi calpestava la memoria di Mizuki e Ryū, oltre a portare Tremors sempre di più a convincersi del marcio che ci fosse nella società. Certo, non bisognava fare di tutta l’erba un fascio, ma era anche vero che affidarsi troppo all’ottimismo, ad una certa, risultasse solo deleterio per la società. Prima Foxgloves, una figura di cui difficilmente si sarebbe dimenticata, ora questo Fantasma di Ginza. Intendeva scoprire il suo nome ed era certa che sarebbe stato difficile tirarglielo fuori dalle sue labbra, se non si ricorreva alla forza o peggio. Un pensiero aveva preso forma nella mente ed ella scosse il capo nel tentativo di scacciarlo via. Non ora, almeno.
    La vigilante mascherata prese a fissare ora il macchinario, che continuava ad espellere inesorabilmente il pericoloso farmaco, mentre avanzava con passi lenti e poi graduali calpestando appositamente le farfalle. Ciononostante non si avvicinò troppo, non era ancora il momento, voleva solo capire se il macchinario avesse una durata. Non poteva di certo continuare a rilasciare quel fumo nero, niente era illimitato. Doveva pur esserci un limite, forse una ricarica? In quel caso, non sarebbe stato strano se il Fantasma di Ginza si fosse trovato lì apposta, per aggiornare manualmente il macchinario. Fu allora che decise di cogliere l'attimo migliore come le aveva raccomandato Evelynn. Si schiarì la voce e lanciò una rapida occhiata alle farfalle calpestate, prima di portare del tutto l’attenzione sulla figura in mezzo tra lei ed Evelynn. « Questo coso che dici di spegnere, non può durare così a lungo. Deve esserci un momento in cui viene qualcuno ad aggiornare, a controllare se la situazione vada bene. Ovviamente, per il momento, resta una mia congettura, ma qualcosa nelle tue parole ha messo una pulce nel mio orecchio. A che pro restare in questo posto mentre nei dintorni c’è una tecnologia molto pericolosa che sta seminando chissà quanto caos? Oltretutto, perché salvare le persone per poi venire qui? Inoltre, come ci sei arrivato qui? Stento a credere che tu sia un dipendente del Ginza Wako, il governo è stato chiaro nel raccomandare chiunque di rintanarsi in casa propria. Lei sembra esserci arrivata, c’è una falla, qualcosa che non quadra in ciò che hai detto » fece una piccola pausa e nel mentre indicò Evelynn con la mano sinistra. Un altro paio di passi, calmi e tranquilli, sebbene risultasse paradossale vista la situazione in cui vivevano attualmente. « Perché non ci fai un grande favore e dici la verità? L’unica e sola verità, come direbbero i testimoni come giuramento in un processo. E… » si trattenne dal terminare Tremors. Avrebbe voluto dire quanto non le piacessero i bugiardi, men che meno coloro che avevano tradito la giustizia stando dalla parte sbagliata, ma non poteva permettersi di lanciare un'accusa senza una prova sufficiente. Non era nella sua indole, se ci fosse stata davvero una falla, un'incongruenza, il resto sarebbe venuto da sé, da come avrebbe risposto il fantasma di Ginza. Come l'effetto domino, era sufficiente far cadere un pezzo perché il resto crollasse da solo. « Questo è tutto quanto. » concluse infine, chiedendosi poi sotto sotto come avrebbe reagito il Fantasma di Ginza. Si sarebbe congratulato con loro due per una visione, come dire, attenta sul mondo circostante? O l'avrebbe presa male, magari iniziando a sbottare? Oppure ad attaccarle? C'erano troppe possibili variabilità, la vigilante mascherata doveva restare vigile come aveva sempre fatto, con le mani lungo i fianchi. Non aveva ancora toccato la Fluid Gun ma l'avrebbe fatto se fosse stato necessario, con la distanza tra lei e lo "spettro" che doveva essersi presumibilmente accorciata un po' per avere quest'ultimo sotto la mira.
    22 y/o | VIGILANTE | SCHEDA
    FRZ 45 | QUI 120 | AGI 110 | NRG 240


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    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    • Status: Illeso, sì, ma ci tiene a diventare un'ombra, forse quella di Benedict.
    • Tecniche usate:
    • Peso Trasportabile: 3/4

    • Equipaggiamenti:

    〣 Vibe Suit N.00A1 [Costume]
    Il costume di Aya consiste in una suit nera molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto. Poi sono presenti un fodero sul lato della coscia sinistra, che serve a contenere senza problemi la Fluid Gun, e un piccolo contenitore chiudibile con la zip sul lato della coscia destra, dove riporre eventuali oggetti; tutti e due sono stati realizzati in kevlar. Inoltre, Aya indossa una mezza maschera, realizzata in due diversi tessuti pensati per proteggere la pelle dall’attrito quando Aya deve spostarsi velocemente, sia a terra che a mezz’aria, con una zona traspirante compresa tra il naso e le labbra, unita ad una maschera da occhiali protettivi, pensata principalmente per celare le iridi rosse come il sangue cremisi della vigilante.
    Effetto: Resistenza contro danni lievi

    〣 Fluid Gun [Supporto]
    Una pistola, la cui peculiarità non è sparare proiettili, bensì, un concentrato particolare di un liquido nero, il quale a contatto con qualsivoglia superficie si indurisce all'istante, bloccando/rallentando movimenti di un eventuale avversario colpito. Può essere contenuto sino ad 2 litri di tale liquido, che è equivalente all'incirca a 10 colpi. Altresì tutto il contenuto della pistola può essere "scaricato" nella seconda forma, rilasciando tutto ciò che ne rimane in un'unica "onda" di liquido.
    Colpi: 10/10
    Effetto: Paralisi [5 turni]

    〣 Maschera Antigas [Difensivo]
    Dispositivo di protezione delle vie respiratorie da agenti inquinanti dell'atmosfera. Le maschere antigas moderne sono composte da un facciale di gomma o silicone che garantisce la perfetta aderenza al viso; inoltre sono dotate di linguette e fibbie per fissare la maschera antigas dietro la testa. Sono anche dotate di un grande visore trasparente di policarbonato o vetro stratificato che offre un'ampia visibilità. All'interno è presente una seconda maschera che copre la zona naso-bocca. In questa maschera interna sono presenti due aperture: una per l'inspirazione e una per l'espirazione, fornite delle apposite valvole per condizionare il flusso dell'aria. La valvola d'inspirazione è collegata a un filtro che impiega sostanze a base di carbone attivo opportunamente trattate per filtrare e fissare i gas nocivi, mentre la valvola d'espirazione espelle l'aria respirata senza far appannare il visore. L'utilizzo della maschera in ambienti inquinati è possibile solo con un'adeguata presenza di ossigeno.
    Effetto: Filtra l'aria e la purifica da qualsiasi genere di scorie [Annulla danni lievi provenienti da Gas Soporiferi/Velenosi]

    • Lista tecniche:

    #1: Tremor Radius [Livello 2]
    L’utilizzatore rilascia le vibrazioni di media intensità dal palmo di una mano per sferrare un attacco contro l’obiettivo, il quale prenderà forma di un raggio cilindrico di pura forza concussiva dal diametro di trenta centimetri e allungabile fino ad un massimo di tre metri, colpendolo per scaraventarlo via e causandogli danni da contusione, o nel terreno circostante per provocare una scossa sismica (raggio: tre metri), sufficiente a far perdere l’equilibrio a tutti quelli che si trovano sopra, ad eccezione dell’utilizzatore.
     
    Danno: Medio
    Costo: 30 PE
    #2: Earth Rotation [Livello 2]
    L’utilizzatore irrigidisce le vibrazioni intorno a sé a tal punto da formare un campo di forza a 360° fatto di energia vibrazionale, il quale lo proteggerà dagli attacchi di livello medio. Inoltre, gli oggetti che entrano in contatto con il suddetto campo di forza verranno fatti balzare in una direzione casuale.
     
    Resistenza: Media
    Costo: 35 PE
    #3: Sky's The Limit [Livello 2]
    L’utilizzatore sfrutta le vibrazioni per agevolarsi gli spostamenti rilasciandole dalle mani e dai piedi, che sia per spostarsi più velocemente in una direzione e raggiungere così un obiettivo o per compiere salti che normalmente non sarebbe in grado di fare, oltre che per addolcire gli atterraggi da altezze considerevoli. Qualora qualcuno si trovasse nei suoi paraggi, subirebbe l’effetto collaterale che comporta il venir spinti via.
     
    Effetto: Fornisce un aumento temporaneo (2 turni) di un punto agilità ogni dieci punti quirk
    Costo: 40 PE
    #4: Deterioration Internal [Livello 2]
    L’utilizzatore si avvolge di un’aura di energia vibrazionale diventando a tratti irriconoscibile, il cui scopo è quello di stordire l’obiettivo mediante il contatto fisico, che sia un pugno o un semplice tocco, in quanto le vibrazioni si insinueranno nel corpo scuotendo sensibilmente la struttura fisiologica.
     
    Danno: Stordimento [Medio]
    Costo: 40 PE - 10 PE
    #5: Pressure Damage [Livello 2]
    L’utilizzatore attinge al vero potere dell’energia vibrazionale, rilasciando dalle mani un’ondata distruttiva a 180° (raggio: tre metri) per spintonare violentemente e/o rispedire al mittente qualunque tipo di attacco, che sia energetico (come una palla infuocata) o materiale (come una lancia di terra); purché funzioni il parametro Quirk dovrà essere superiore a quello dell’avversario e la potenza verrà dimezzata (mortali > molto gravi > gravi > medio gravi e così via). Inoltre, nella direzione in cui viene lanciato l’attacco, causerà un tremolio di entità media e si andrà a creare una discreta spaccatura sul terreno, sollevando eventuali detriti per spedirli contro.
     
    Danno: Medio
    Costo: 40 PE
    #6: Shattering World [Livello 2]
    Giacché ogni cosa nell’universo vibra a una propria frequenza naturale, l'Unicità permette all'utilizzatore di sfruttare le vibrazioni esistenti e accentuarle a tal punto da sbriciolare - o al massimo danneggiare - la materia, come ad esempio gli oggetti o i costrutti creati dalle Unicità. Tuttavia, a causa della complessità di cui sono fatti i loro corpi, non avrà effetto sugli esseri umani. La tecnica si presenta sotto forma di una "bolla" appena impercettibile attorno all'utilizzatore, dentro cui avrà il controllo su quali e quanti bersagli colpire.
     
    Nota: In caso di costrutti creati dalle Unicità altrui, il parametro Quirk di Aya dovrà essere superiore a quello degli avversari.
    Costo: 20 PE (Attivazione - Mantenimento), più 40 PE per ogni bersaglio

     
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    Sentendo le parole della prima donna che era arrivata sul tetto, Benedict si mise a ridere da dietro la maschera. Ironico che una leggenda metropolitana simile si fosse originata semplicemente dal suo vagare in giro alla ricerca del segnale per il telefono. Lo trovava onestamente divertente.
    E' un bel nome. - disse, riferendosi all'appellativo di "fantasma" - Temo di non esserne degno, però. - aggiunse con un sospiro. Ironicamente quello sembrava il maggior riconoscimento che aveva mai ricevuto in carriera. Dopo quella breve introduzione iniziarono le interminabili domande della donna, seguite poi da quella della sua compagna che aveva deciso di interrompere il proprio vacillante silenzio. Si trattava di due donne, quindi.
    Mi spiace signorina, ma c'è un'ordinanza della polizia ben chiara che invita tutti i civili a rimanere a casa. - replicò quindi al suo sostenere di non necessitare di un avvocato poiché non lo aveva neppure toccato - Non vi ho mai vista in centrale e dubito che siate un'eroina, per cui che siate coinvolta o meno in questo casino starebbe comunque ai colleghi deciderlo. E sì, le servirebbe un avvocato. - aggiunse con calma. Un civile per strada era una possibile vittima e una possibile vittima in più avrebbe appesantito il sistema sanitario che già si trovava in leggera crisi. Chiunque provava ad aggirarsi per le strade avrebbe pagato esattamente come chi andava in giro in macchina senza cintura di sicurezza, criminale, terrorista o meno.
    Ha risposto già lei. - disse con un sorriso schermato dalla maschera - Le comunicazioni sono disturbate. Ho provato a girare un po' per contattare i colleghi ma non potevo allontanarmi troppo dall'obbiettivo. - aggiunse quindi - A quanto pare tutto ciò che ci ho guadagnato è il soprannome di fantasma e una donna interessata a me, non è andata poi così male. - aggiunse sornione. Era quasi deprimente che quella fosse l'unica occasione in tutta la sua vita in cui una donna aveva dimostrato interesse nei suoi confronti, pur in modo completamente errato.
    Quanto al resto... - aggiunse sospirando, estraendo la pistola dalla sua fondina. Non la puntò verso nessuna delle due ma un appassionato di armi avrebbe potuto riconoscere senza problemi il modello in dotazione alla polizia giapponese. E considerato quanto era difficile procurarsi un'arma da fuoco in Giappone quel dettaglio contava probabilmente più di qualsiasi distintivo. Poi che si trattasse di un poliziotto buono o di uno cattivo rimaneva tutto da definire - Sono un detective, non un tecnico. - disse, per poi alzare l'arma verso il pilastro che emanava fumo - Avvicinatevi, su. Vedete qualche pulsante per caso? Pensate che dei terroristi sarebbero così scemi da metterci una levetta "on-off"? - chiese, per poi abbassare di nuovo l'arma, portata nella mano destra all'altezza del fianco - Non so voi, ma io non ci metto le mani col rischio di peggiorare tutto. Non è il mio lavoro. - concluse. E per quanto fosse appassionato di videogiochi, Benedict non era certo un ingegnere. Non aveva davvero idea di come spegnerlo, era una piccola precauzione presa nel caso in cui fossero stati catturati.
    Oh, no. - disse simulando stupefazione, portando la mano destra alla bocca schermata dalla maschera alla successiva accusa della ragazza - Maledizione, detective. Cosa mi ha fatto scoprire? Mi è caduta una scatoletta di tonno e l'olio ha formato la scritta "Qui ha mangiato il colpevole"? - la provocò, per poi scrollare le spalle - Assurdo, il "Fantasma di Ginza" non è davvero un fantasma e ha addirittura bisogno di mangiare. Vi ho detto che sono qui da giorni, pensate che stessi facendo lo sciopero della fame? - le chiese dunque. Non riteneva quella prova di particolare valore, perché il fatto che qualcuno avesse mangiato all'interno del Wako Ginza non lo rendeva certamente colpevole di un atto terroristico. O, almeno, lui non si sarebbe mai basato su una prova simile per un suo caso.
    E' ciò che ho pensato anch'io, per questo sono qui. - rispose quindi all'altra donna, ignorando le ultime provocazioni di quella con cui aveva dialogato finora. Anche a dichiararsi non colpevole, sapeva che quelle parole avrebbero avuto poco acchito. Erano anni che faceva interrogatori d'altro canto - Stavo aspettando che arrivasse qualcuno. E casualmente eccovi qui. - disse spostando lo sguardo su entrambe, per poi fare spallucce - La differenza tra me e voi è che io vi credo. - aggiunse quindi con semplicità - Dovrei portarvi in centrale già solo per essere uscite di casa, eppure eccovi qui ad accusare un membro delle forze dell'ordine, noncuranti. - spiegò quindi, muovendosi verso il pilastro - Siete in due contro uno, e se davvero foste colpevoli non ci avreste messo molto a liberarvi di un poliziotto. - diede una leggera spinta con un colpo di polso alla pistola, riafferrandola poco dopo per la canna, impugnandola come un'arma da mischia, e diede un paio di colpi al pilastro. Un forte suono metallico riecheggiò nell'aria facendo librare in volo numerose delle farfalle che erano posate lì a fianco - Oh no, signora detective. - aggiunse in tono monotono, piegando il capo verso Eve - Non sono riuscito a distruggerla, e ora? - scosse la testa quasi deluso - Sono un poliziotto, se anche avessi un'unicità per farlo non potrei usarla. Ma prego, accomodatevi pure, non vi fermerò. Anche se non sono arrivati i colleghi almeno è arrivato qualcuno. - concluse, per poi roteare la pistola tra le dita ed impugnarla nuovamente in modo consono. Non sapeva neppure lui se credeva in quelle sue parole o meno.
    Purtroppo per le due donne, Benedict non era un ragazzino. Quelle provocazioni sarebbero forse state utili in qualche gara di dissing alla mensa della scuola ma il Detective Kimura era praticamente più anziano delle due messe assieme. Rimuginava sulle unicità da quando suo padre era morto e quelle due ragazze non erano ancora nate, non aveva un ego così fragile da potersi sentire toccato da delle provocazioni simili. Anche perché, in fondo, il suo desiderio stesso era nato da basi completamente diverse. Non era mai stato invidioso delle unicità altrui, anzi, aveva sempre rigettato persino la propria e avrebbe preferito nascerne privo piuttosto che sentirsi sporco da sempre, appartenente in un modo o nell'altro a quella macchina orribile che aveva portato alla morte di suo padre. E quanto all'essere solo uno sfigato dietro ad una scrivania, beh, quello avrebbe probabilmente colpito nel segno... una ventina d'anni prima. Ormai era così abituato alle prese in giro dei colleghi e a non ricevere una promozione nonostante tutti i casi risolti che non ci faceva neanche più caso. Non aveva deciso di seguire Hanzo Takashi per prevaricare sugli altri, per sentirsi importante o speciale. Benedict Scott Kimura non voleva più possedere un'unicità, voleva smettere di essere unico.
     
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    A questo punto era possibile che fosse davvero un detective o poliziotto, non aveva però chiarito molti dei miei dubbi. Magari qualcosina sì eppure c'era ancora un bel pezzo della mia coscienza che mi diceva di non essere fermamente convinta. Almeno aveva dei nervi piuttosto saldi, gran parte delle persone avrebbe risposto in altro modo rispetto alla persona che avevo davanti e soprattutto non avrebbero mantenuto quella compostezza. Non sapevo se fosse per deformazione professionale, perché avesse un sangue freddo od una pazienza invidiabile o per abitudine. Poteva sentire frasi del genere tutti i giorni e soprattutto in una situazione del genere doveva gestire due persone potenzialmente pericolose oppure poteva esser come me ai tempi degli Stati Uniti che davano della poco di buono in qualsiasi momento ma facevo orecchie da mercante. Poteva essere qualsiasi cosa ma da un lato mi trovavo sorpresa.
    « E' divertente quello che dicono le persone su di te in determinate circostanze, soprattutto quando se lo inventano. » Rispetto al discorso del Fantasma, fossi stato al suo posto me la sarei presa a ridere comunque. « Ma non credo sia inappropriato, l'aspetto da spettro ce l'hai un po'. » Almeno con quella divisa, l'unica cosa che ci mancava era il colore bianco rispetto a quello scuro.
    In ogni caso la situazione era un po' complessa e se prima non avevo intenzione di sedermi sul cornicione, adesso lo trovai necessario. Scostai delle farfalle con le mani un po' forzatamente, avevo solo bisogno di uno spazietto per appoggiarmi e niente più: per fortuna non ero tanto invasiva, tenermi in forma era molto importante per me. Comunque non credevo per niente che le farfalle fossero aggressive, altrimenti solo quando una persona camminava avrebbero fatto qualcosa. Il manto stradale in fondo ne era completamente coperto e ci avevo camminato fino a poco tempo prima per raggiungere il Ginza Wako.
    Poi magari erano farfalle geneticamente modificate in grado di divorare una persona e non lo sapevo, non dandomi l'impressione però mi ritenevo abbastanza tranquilla. Dunque in definitiva ne avrei spostate un po' e mi sarei seduta sul cornicione dando alla figura del poliziotto l'impressione, che al momento era anche vera, di non voler muovere un dito. Volevo seguirlo in centrale? Diamine no, però dovevo bluffare un po'. Lo avevo fatto fino ad ora, perché non continuare?
    Soprattutto pensando che c'erano ancora un paio di cose che non mi tornavano. « Hai una buona parlantina, magari in circostanze normali ci avrei anche potuto pensare. » Risposi alla battuta, aveva una certa sicurezza nel tono che non mi dispiaceva ma non essendo questo il momento adatto per pensarci, preferii concentrarmi su altro. « Dunque mi stai dicendo che questa non era un'emergenza per la quale andare a cercare aiuto presso qualche collega? Pensavi che questa macchina si sarebbe allontanata da sola? » Questa era una cosa che mi perplimeva assieme ad altre. « Le comunicazioni sono disturbate ma gli apparecchi funzionano, cosa ti proibiva di fare una foto alla macchina ed andare nella centrale più vicina? Inoltre andiamo, la zona limitata è ristretta ed i droni dei telegiornali hanno mostrato che basterebbe fare mezzo isolato per trovare campo. Non era così tanto. Ma comunque perdonami se ho tante domande ma da cittadina preoccupata non posso fare a meno di farne. »
    Cittadina preoccupata, sì.
    Era vero, non avevo nemmeno aggiunto "brava" o "modello". Non potevo dire di esserlo e non avevo tutta questa arroganza. Si diceva arroganza o faccia di bronzo? Più che altro nervi saldi. Perché nervi saldi? Perché avevo preso tutte queste attenzioni su di me per permettere a quell'altra stupida di poterlo aggirare e poter far qualcosa più o meno di sorpresa e questa non solo mandava all'aria la pseudo copertura che le avevo creato ma si metteva pure a fare domande? A volte mi domando se sono io che sbaglio a pensare certe cose. Dovrei avere meno aspettative nelle persone.
    Una volta seduta accavallai le gambe dondolandole dal cornicione, fare un dietro front per me era anche abbastanza facile. Mi dovevo girare, appoggiare i piedi sulla parete verticale e poi cominciare a camminare per andarmene. Per fortuna che avevo imparato ad usare la mia ombra come collante, sarebbe tornato comodo in molte, moltissime occasioni. Speravo. « Davvero ti hanno mandato qui da solo? In una zona così nevralgica ti assegnano qui da solo senza nessun supporto? Soprattutto dopo che per giorni non riesci a stabilire un contatto non mandano nessuno? E non ci credo che l'abbiano già fatto, altrimenti quella cosa non sarebbe qui. » Indicai la macchina, se davvero gli avessero mandato qualcuno avrebbero già pensato anche a quella. Non voglio pensare che il comando di polizia sia così crudele da abbandonare qualcuno o nemmeno cercare di capire cosa gli sia successo dopo giorni che non ha notizie. « Geez, devono avere davvero una pessima considerazione di te. » Scossi appena il capo, mi sarebbe dispiaciuto davvero tanto in quel caso. « Ma comunque non è nemmeno questo quello che più mi lascia dubbi e per quanto tu faccia il seccato vuoi dirmi che in giorni che ci sei e con un centro commerciale intero a disposizione tu non ci abbia nemmeno mai provato a fare qualcosa? Non riesci a stabilire contatti, non ti mandano nessuno, non riesci a disattivare la macchina ma passi il tuo tempo a guardare l'aria. Vuoi dirmi che un agente autorizzato non avrebbe avuto una buona giustificazione per provare a prendere in prestito qualsiasi cosa da questo posto per provare a far smettere quella cosa? Oppure insomma...hai una pistola in mano, prova a spararci a quell'affare no? Di sicuro avrai avuto tempo anche per osservarla quella cosa, un punto dove sparare potrai averlo trovato. In fondo credo sia un'emergenza più grande di qualche permesso. » Il problema delle Licenze proprio come aveva detto lui: un poliziotto non poteva usarla, tutto qua, anche in una situazione dove avrebbe potuto farlo. No scusate, non che avrebbe potuto: avrebbe dovuto. Si trattava di una regola di fronte alla sicurezza di tante persone, di una zona intera.
    Era frustrante anche solo da immaginare, se quei fogli di carta non ci fossero stati si sarebbe potuto fare molto di più rispetto ad ora. Diceva di crederci ma ci trattava come se sapessimo come disattivare quella macchina. No, non mi convinceva ancora. Battei le mani una volta. « Oh, ci sono! Vuoi che vada a chiamare io aiuto? Nemmeno mi interessa se mi tratterranno per chiedere cosa ci facessi fuori, davvero, ma dato che sembra ti abbiano abbandonato e che tu abbia bisogno di un minimo di aiuto non credo ci siano problemi se andassi ad una centrale a dire che c'è un poliziotto sul tetto del Ginza Wako a guardia di un macchinario che spara fumo. Oppure, se non ti fidi, prometto di rimanere qui con te ad aspettare ed appunto, perché non provi a sparare a quella cosa? Se riesci a distruggerla prometto di seguirti in centrale, scambio volentieri il mio tempo per la sicurezza di questo quartiere. » In fondo avrei qualcosa da guadagnarci: non avendo fatto niente di niente e non avendo intralciato alcuna indagine non avevano molto per cui incriminarmi.
    Va bene ero uscita quando non dovevo, al massimo mi avrebbero fatto una multa. Oh no.
    Era comunque un test, figuriamoci se vado davvero in una centrale. « E non solo del quartiere, questa cosa del togliere i Quirk alla gente è così stupida che mi domando cosa sia passato per la testa di quella gente. Sei interessato al punto di vista di una persona qualsiasi? Converrai che se avessi voluto, almeno io, farti del male avrei avuto ben altro modo e ben altro approccio per farlo. »
    Volevo far finire questa storia, o almeno provarci.
    Divertente come la mia ignoranza mi stesse impedendo di farlo.
    SchedaEnergia: 425Forza: 070Agilità: 150Quirk: 180Code
     
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    La mano dominante non raggiunse ancora la Fluid Gun, la Caporecluta non poteva considerarsi soddisfatta poiché le risposte del non più Fantasma di Ginza non appagavano la sua curiosità. Aveva come la sensazione che stesse tralasciando qualcosa, probabilmente pure il più idiota ci avrebbe fatto caso. Aveva confermato di essere un detective? Allora niente gli proibiva di girovagare alla ricerca di una zona dove contattare i colleghi e far loro sapere che avesse trovato un macchinario, nonché uno dei punti dove veniva diffuso maggiormente il farmaco, in questo modo lui e i suoi colleghi si sarebbero potuti riunire per mettere fine a tutto quanto. Oppure, se proprio non riusciva a sentirsi con loro, avrebbe potuto usare l’Unicità o la pistola per provare a fermare ciò che dava origine al fumo. Notò con piacere che Evelynn fosse dello stesso pensiero. Era una situazione di cui non si poteva ignorare il pericolo, i suoi superiori non gli avrebbero fatto un grande affare di stato per l'utilizzo. Al massimo, gli avrebbero dato dei premi per aver “annullato” uno dei piani dietro il Culto delle farfalle. Inoltre quella pistola doveva avere una buona gittata come la Fluid Gun, se non più precisa. Forse il problema era la quantità dei proiettili, ma doveva essersi portato dietro almeno un paio di ricariche. Erano due strade molto plausibili da percorrere, eppure non l’aveva fatto, no? Aveva affermato di trovarsi lì da giorni e, considerando il macchinario ancora attivo, non doveva aver fatto qualcosa per fermarlo. Sebbene ci fossero i pezzi del puzzle sul tavolo, era come se non fosse spuntato fuori un modo per farli incastrare perfettamente. Bisognava trovarlo, quel modo.
    Siccome qualcosa non le tornava, Tremors volle dire la sua dopo che Evelynn aveva evidenziato l’emergenza della situazione in cui vivevano, laddove i permessi potevano considerarsi “legalmente” non necessari. « Se ti danno l’appellativo “Fantasma di Ginza” è perché hai girovagato tanto per raccogliere le vittime, quindi suppongo che tu abbia scoperto dei punti dove le comunicazioni non erano disabilitate del tutto. In quel caso, perché non hai provato a metterti in contatto con una delle centrali della polizia? Insomma, capisco che i tuoi colleghi abbiano altre priorità, come aiutare i Pro-Hero, ma questo macchinario non è da meno. Il tuo "non potevo allontanarmi dall'obbiettivo" non regge. È come trovare l’arma del delitto, e di sicuro verrebbero subito qui per disattivarlo con effetto immediato. Magari avrebbero anche capito che a questo punto ve ne siano altri in alcuni punti di Tokyo, in questo modo la situazione si sarebbe risolta. Più o meno. Quindi… » si schiarì la voce lanciando un’occhiata decisa alla distesa di farfalle color blu. Possibile che fosse così difficile giungere a quelle risposte..? Se ci erano arrivate la vigilante mascherata ed Evelynn, perché non anche il detective? « … le risposte sono due. Una "così così" e una negativa. Sta a te decidere da quale partire, non dovresti avere problemi ad indovinare » affermò con la voce di una che non aveva chiaramente tempo da perdere, come un implicito invito per lo "spettro" a svelare le proprie carte. La risposta "così così" era rappresentata dal fatto che forse Benedict fosse il detective più inutile e incapace che la Caporecluta avesse mai conosciuto, mentre la risposta negativa si basava sul fatto che ci fosse il suo zampino dietro gli attacchi terroristici. Poteva aver detto tante fandonie con lo scopo di far perdere tempo alle due giovani donne, non sarebbe stato così strano. « Un'altra cosa che ti chiedo è dove siano le vittime che hai raccolto » aggiunse poi la vigilante mascherata, non nutriva chissà quale fiducia nei confronti dell'uomo lì presente ed era certa che la cosa fosse ricambiata. Ma doveva portarle al sicuro, con tutta probabilità in uno degli ospedali più vicini. Per sua fortuna aveva con sé il cellulare usa-e-getta e intendeva contattare il Vigilante in Verde una volta scoperta l'ubicazione, per attendere ulteriori ordini. Ciò prevedeva però che ella si allontanasse da Ginza Wako per andare in un punto dove le comunicazioni non erano manomesse. Il problema era solo il detective, che non dava l'idea di voler collaborare o di arrendersi. Impossibile non notare le falle nella sua recitazione, le informazioni non coincidevano, nemmeno con il buon senso e un po' di intelletto. Ironico che fosse proprio un'investigatrice privata a pensarlo.
    « Lo stesso vale per me » puntualizzò la Caporecluta, Druid le aveva detto di scoprire di più sul mistero del Fantasma di Ginza. Aveva cambiato totalmente i piani, anche se la presunta rivolta dell'Albero occupava ancora un posto nella sua mente, per andare a Ginza anziché ad Asakusa. Tutto questo solo per ottenere delle informazioni: macchinari che davano origine alla diffusione del pericoloso farmaco, di cui non restava altro che seguire la possibile scia per trovare gli altri punti, cittadini che con tutta probabilità si erano uniti al Culto delle Farfalle, anche a costo di tradire ciò che avevano giurato di onorare, e venivano usati per fare da guardia. Forse, su quest'ultimo punto, lo erano da tempo e attendevano solo il momento adatto per emergere fuori dalla superficie. Per mettere in azione un piano di tale portata, servivano prima le risorse, i soldi e le giuste conoscenze.
    22 y/o | VIGILANTE | SCHEDA
    FRZ 45 | QUI 120 | AGI 110 | NRG 240


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    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    • Status: Illeso.
    • Tecniche usate:
    • Peso Trasportabile: 3/4

    • Equipaggiamenti:

    〣 Vibe Suit N.00A1 [Costume]
    Il costume di Aya consiste in una suit nera molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto. Poi sono presenti un fodero sul lato della coscia sinistra, che serve a contenere senza problemi la Fluid Gun, e un piccolo contenitore chiudibile con la zip sul lato della coscia destra, dove riporre eventuali oggetti; tutti e due sono stati realizzati in kevlar. Inoltre, Aya indossa una mezza maschera, realizzata in due diversi tessuti pensati per proteggere la pelle dall’attrito quando Aya deve spostarsi velocemente, sia a terra che a mezz’aria, con una zona traspirante compresa tra il naso e le labbra, unita ad una maschera da occhiali protettivi, pensata principalmente per celare le iridi rosse come il sangue cremisi della vigilante.
    Effetto: Resistenza contro danni lievi

    〣 Fluid Gun [Supporto]
    Una pistola, la cui peculiarità non è sparare proiettili, bensì, un concentrato particolare di un liquido nero, il quale a contatto con qualsivoglia superficie si indurisce all'istante, bloccando/rallentando movimenti di un eventuale avversario colpito. Può essere contenuto sino ad 2 litri di tale liquido, che è equivalente all'incirca a 10 colpi. Altresì tutto il contenuto della pistola può essere "scaricato" nella seconda forma, rilasciando tutto ciò che ne rimane in un'unica "onda" di liquido.
    Colpi: 10/10
    Effetto: Paralisi [5 turni]

    〣 Maschera Antigas [Difensivo]
    Dispositivo di protezione delle vie respiratorie da agenti inquinanti dell'atmosfera. Le maschere antigas moderne sono composte da un facciale di gomma o silicone che garantisce la perfetta aderenza al viso; inoltre sono dotate di linguette e fibbie per fissare la maschera antigas dietro la testa. Sono anche dotate di un grande visore trasparente di policarbonato o vetro stratificato che offre un'ampia visibilità. All'interno è presente una seconda maschera che copre la zona naso-bocca. In questa maschera interna sono presenti due aperture: una per l'inspirazione e una per l'espirazione, fornite delle apposite valvole per condizionare il flusso dell'aria. La valvola d'inspirazione è collegata a un filtro che impiega sostanze a base di carbone attivo opportunamente trattate per filtrare e fissare i gas nocivi, mentre la valvola d'espirazione espelle l'aria respirata senza far appannare il visore. L'utilizzo della maschera in ambienti inquinati è possibile solo con un'adeguata presenza di ossigeno.
    Effetto: Filtra l'aria e la purifica da qualsiasi genere di scorie [Annulla danni lievi provenienti da Gas Soporiferi/Velenosi]

    • Lista tecniche:

    #1: Tremor Radius [Livello 2]
    L’utilizzatore rilascia le vibrazioni di media intensità dal palmo di una mano per sferrare un attacco contro l’obiettivo, il quale prenderà forma di un raggio cilindrico di pura forza concussiva dal diametro di trenta centimetri e allungabile fino ad un massimo di tre metri, colpendolo per scaraventarlo via e causandogli danni da contusione, o nel terreno circostante per provocare una scossa sismica (raggio: tre metri), sufficiente a far perdere l’equilibrio a tutti quelli che si trovano sopra, ad eccezione dell’utilizzatore.
     
    Danno: Medio
    Costo: 30 PE
    #2: Earth Rotation [Livello 2]
    L’utilizzatore irrigidisce le vibrazioni intorno a sé a tal punto da formare un campo di forza a 360° fatto di energia vibrazionale, il quale lo proteggerà dagli attacchi di livello medio. Inoltre, gli oggetti che entrano in contatto con il suddetto campo di forza verranno fatti balzare in una direzione casuale.
     
    Resistenza: Media
    Costo: 35 PE
    #3: Sky's The Limit [Livello 2]
    L’utilizzatore sfrutta le vibrazioni per agevolarsi gli spostamenti rilasciandole dalle mani e dai piedi, che sia per spostarsi più velocemente in una direzione e raggiungere così un obiettivo o per compiere salti che normalmente non sarebbe in grado di fare, oltre che per addolcire gli atterraggi da altezze considerevoli. Qualora qualcuno si trovasse nei suoi paraggi, subirebbe l’effetto collaterale che comporta il venir spinti via.
     
    Effetto: Fornisce un aumento temporaneo (2 turni) di un punto agilità ogni dieci punti quirk
    Costo: 40 PE
    #4: Deterioration Internal [Livello 2]
    L’utilizzatore si avvolge di un’aura di energia vibrazionale diventando a tratti irriconoscibile, il cui scopo è quello di stordire l’obiettivo mediante il contatto fisico, che sia un pugno o un semplice tocco, in quanto le vibrazioni si insinueranno nel corpo scuotendo sensibilmente la struttura fisiologica.
     
    Danno: Stordimento [Medio]
    Costo: 40 PE - 10 PE
    #5: Pressure Damage [Livello 2]
    L’utilizzatore attinge al vero potere dell’energia vibrazionale, rilasciando dalle mani un’ondata distruttiva a 180° (raggio: tre metri) per spintonare violentemente e/o rispedire al mittente qualunque tipo di attacco, che sia energetico (come una palla infuocata) o materiale (come una lancia di terra); purché funzioni il parametro Quirk dovrà essere superiore a quello dell’avversario e la potenza verrà dimezzata (mortali > molto gravi > gravi > medio gravi e così via). Inoltre, nella direzione in cui viene lanciato l’attacco, causerà un tremolio di entità media e si andrà a creare una discreta spaccatura sul terreno, sollevando eventuali detriti per spedirli contro.
     
    Danno: Medio
    Costo: 40 PE
    #6: Shattering World [Livello 2]
    Giacché ogni cosa nell’universo vibra a una propria frequenza naturale, l'Unicità permette all'utilizzatore di sfruttare le vibrazioni esistenti e accentuarle a tal punto da sbriciolare - o al massimo danneggiare - la materia, come ad esempio gli oggetti o i costrutti creati dalle Unicità. Tuttavia, a causa della complessità di cui sono fatti i loro corpi, non avrà effetto sugli esseri umani. La tecnica si presenta sotto forma di una "bolla" appena impercettibile attorno all'utilizzatore, dentro cui avrà il controllo su quali e quanti bersagli colpire.
     
    Nota: In caso di costrutti creati dalle Unicità altrui, il parametro Quirk di Aya dovrà essere superiore a quello degli avversari.
    Costo: 20 PE (Attivazione - Mantenimento), più 40 PE per ogni bersaglio

     
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    Trovo insopportabile la vostra mancanza di fede. - disse, dopo un sospiro, citando un famoso film di fantascienza. Le loro parole iniziavano a dargli la nausea, e non perché lo stessero accusando o perché avessero ragione, quanto per la totale infondatezza delle loro elucubrazioni, giuste o meno. Quella conversazione gli stava ricordando quanto amava il suo lavoro e quanto non avrebbe voluto perderlo.
    Bene, ho capito. - sbottò quindi, portando la mano destra al cranio per grattarsi i capelli - Mi è salita la deformazione professionale, quindi peggio per voi. - se le due ragazze non sapevano cosa ciò significasse lo avrebbero scoperto presto, perché Benedict adorava parlare.
    So che eravate ironica... - esordì quindi, roteando nuovamente l'arma nelle sue mani, impugnandola per la canna e colpendo di nuovo quel pilastro di metallo col calcio della stessa. Quel nuovo tonfo acuto fece volare via altre farfalle dalle ali blu, rivelando ancora meglio la superficie del tetto che circondava il pilastro stesso. Dopo quel gesto Benedict decise di riporre l'arma nella fondina - Ma sì, il timore è esattamente quello che sparisca. - aggiunse quindi con una nota di ovvietà, voltandosi verso la donna che si era ora seduta sul cornicione - Non c'è alcun tipo di cavo o sistema di alimentazione. Se avete visitato l'interno del Wako, e mi pare vi siate entrambe prese il vostro tempo, avrete notato l'assenza di qualsiasi tipo di cavo interrato. - iniziò quindi a spiegare, indicando il terreno ai piedi del pilastro - La sua presenza, d'altro canto, avrebbe significato la presenza di un qualche tipo di trasporto ed installazione, eppure nessuno nei palazzi circostanti ha denunciato nulla nei minuti precedenti l'attacco. - proseguì - D'altra parte, una scelta umana ed oculata avrebbe certamente portato alla sistemazione di questo diffusore in un punto più alto. Ginza è piena di grattacieli che avrebbero garantito sia una migliore e più veloce diffusione del farmaco che di passare del tutto inosservati. Perché la città è piena di farfalle, quindi? - domandò loro, ma era una domanda retorica ed era abbastanza ovvio che si sarebbe preso lui l'onore e l'onere di rispondere - Se lo scopo di questi terroristi è, come dicono, quello di salvare la popolazione, l'ipotesi più ovvia dell'ostruire i soccorsi diventa semplicemente inapplicabile, perché andrebbe contro i loro principi. Pensavo fino a poco fa che servissero in qualche modo a disturbare le comunicazioni, ma se così fosse sarebbero disabilitate in tutta la città. - fece spallucce - Se è vero ciò che dite e se posso fidarmi di voi, però, non è così. - disse quindi con un atto di fiducia verso di loro, a differenza delle due ragazze. Una fiducia finta ovviamente dato che lo sapeva benissimo anche senza di loro, ma bisogna calibrare perfettamente le parole usate in situazioni simili - A questo punto, la vita media di una farfalla è di due settimane. C'è chi vive di più e chi vive di meno, sta di fatto che anche in un anno di tempo credo sia impossibile produrre tutte queste farfalle senza alcuna unicità, e qui sta il trucco. - disse quindi alzando l'indice destro a fianco del volto - Nei miei giretti, anche se è poco visibile a causa della nebbia, ho notato che alcune farfalle emettono una leggera polverina nera quando sbattono le ali e questo fenomeno si fa considerevolmente più consistente tanto più che ci si avvicina al pilastro. A questo punto, assodato che tutto questo deve per forza essere frutto dell'attuazione di uno o più quirk, ho personalmente individuato due possibili risposte. - fece qualche secondo di pausa, aggiustandosi bene la maschera. Iniziava quasi a mancare l'aria dopo tutto quel chiacchierare, ed era solo all'inizio.
    Opzione uno: i pilastri assorbono quella proteina o che diavolo è direttamente dalle farfalle che li circondano, non hanno bisogno di energia e possono andare avanti all'infinito. Ma perché coprire tutta la città di farfalle e sprecare, per così dire, batterie? - domandò quindi, nuovamente retorico - Opzione due: alcune farfalle sono dei pilastri e le altre servono solo a nasconderle come un ago in un gigantesco pagliaio. Questo spiega perché il pilastro si trova in un punto senza alcun tipo di rilevanza strategica e perché, almeno dai dati in mio possesso, è spuntato dal nulla. Proprio per questo ritengo che sì, allontanandomi troppo in cerca di rinforzi chiunque possegga questa unicità in grado di trasformare gli oggetti in farfalle o le farfalle in oggetti, che deve per forza trovarsi qui vicino per quel poco che conosco sulle unicità, potrebbe benissimo venire qui, prendere il suo bel pilastrino e andare da un'altra parte vanificando tutto.
    E quello rispondeva ad una parte delle accuse. Per le altre, purtroppo, non poteva fare nulla. Le prove erano così inconsistenti che non avrebbe potuto fare altro che mostrarne altre egualmente inconsistenti in risposta. Per quanto gli spiacesse ammetterlo non poteva portare quelle persone a fidarsi di lui se erano partite col piede sbagliato, solo a farle allontanare il prima possibile, schivare il pericolo.
    E questo è come si svolge un'indagine, signorine. - aggiunse quindi - Si raccolgono dei dati, delle prove, e in base a quelle si cerca di costruire un'ipotesi di un colpevole. Ciò che voi state facendo è decidere arbitrariamente il colpevole e cercare di cucirgli delle prove addosso, ma la verità è che tutto ciò che avete su di me è che mi trovo qui. Ma per quel che ne sapete potrei essere qui, chessò, da una decina di minuti? Se ora entrasse qualcun altro da quella porta per lui sareste tanto colpevoli quanto me seguendo la vostra logica. Vi sentite tali? - sorrise da dietro la maschera, per poi puntare l'indice della mancina verso Eve - Specialmente voi, signorina. Vedendo come non siete riuscita a muovere neanche una singola accusa senza poi provocare, questo mi fa capire che non state cercando una confessione quanto una reazione. - aggiunse, ritirando la mano al fianco - Potrei avvicinarmi con l'intenzione di mettervi le manette per oltraggio a pubblico ufficiale e per voi sarebbe solo un tacito assenso di corrispondere a chissà quale uomo nero avete bisogno di cacciare per soddisfare il vostro ego. Sembrate decisamente una di quelle persone che pur di avere ragione camminerebbe vestita di bistecche in una gabbia di leoni per dimostrare che sono feroci. - sospirò scuotendo la testa.
    Analizziamo la situazione, ci sono tre possibilità. - riprese quindi (sì, adorava davvero tanto parlare) alzando tre dita al lato del volto - Possibilità uno: sono davvero un poliziotto. Non posso mostrarvi altre prove e siete libere di non credermi. Per la cronaca, signorina... - disse quindi rivolto nuovamente verso Eve - Sì, i miei colleghi mi odiano e hanno una pessima considerazione di me. Premesso che non posso ovviamente mostrarvi alcuna prova a riguardo penso che, in ogni caso, questo renderebbe loro deprecabili e non me. - aggiunse rispondendo alla sua provocazione. Era vero: i suoi colleghi lo prendevano continuamente in giro e un po' tutti lo odiavano, un po' per il suo talento, un po' per la sua parlantina, un po' perché lo consideravano un raccomandato essendo il fratello del Capo della Polizia. Ah sì, un po' anche perché usciva con Whisper.
    Ipotesi due, statisticamente la più probabile: sono letteralmente qualsiasi cosa che non sia essere un poliziotto od un terrorista. Uno spogliarellista con degli ottimi props da poliziotto. Uno schizofrenico. Qualcuno che è salito qua sopra solo per suicidarsi. Un effettivo criminale che si è intrufolato al Wako per una fallimentare rapina. Qualsiasi cosa, insomma. - aggiunse. A conti fatti quell'opzione includeva pressoché l'interezza dell'esistenza umana, difficile trovare prove per l'uno o per l'altro.
    E tre, la vostra preferita: sono effettivamente un terrorista. - aggiunse con calma. La verità che tanto voleva negare - Di solito l'onere delle prove sta all'accusa ma mi pare siate decisamente a corto, ho personalmente solo due cose da improvvisare a mia difesa. - aggiunse quindi - Punto primo: se fossi davvero un terrorista dovrei in teoria conoscere i limiti di questo disturbo delle comunicazioni. Perché allora spingermi così vicino al limite, tanto da essere identificato? Suppongo che avrei dovuto cercare di rimanere il più nascosto impossibile, o sarei un idiota. - e sì, lo era davvero. E per un motivo stupido. Ma tanto valeva provare di far giocare la propria stupidità a proprio favore - Punto secondo: mi rendo conto che l'educazione sulle armi da fuoco nel nostro Paese sia ridicola ma vi assicuro che sparare sull'acciaio è uno spreco di proiettili e personalmente non ci tengo a svuotare il caricatore per poi trovarmi l'ipotetico signor trasforma-farfalle di cui sopra a farmi cucù mentre sono a corto di munizioni. Ora... - fece un lungo sospiro: per loro fortuna era giunto alla fine - Mettiamo che abbiate ragione. Sono un terrorista. - sorrise da dietro la maschera - Eppure siete qui a perdervi in chiacchiere, dicendo quanto io dovrei distruggere quel coso ma senza neppure provarci voi. Beh, in quel caso sareste mie complici. Saremmo tutti dei cattivi piccini picciò. - aggiunse, voltando quindi loro le spalle e camminando di nuovo verso l'orologio che spiccava in fronte al tetto - Beh, visto che vi siete spinte fin qui pensavo aveste un'unicità in grado di distruggere quel coso visto che io non ce l'ho, ma suppongo che tornerò a contemplare la piazza fino a che non si consumeranno i filtri e arriverò all'inesorabile momento della morte. - concluse camminando verso il bordo.
     
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    Evelynn Harcrow
    Stavo iniziando ad essere un po' confusa, si stava difendendo con così tanto fervore che quasi stavo iniziando a credere che fosse un poliziotto davvero. Non credevo al fatto che fosse tutto sommato così odiato dai colleghi da essere abbandonato lì per giorni e giorni, magari era un vigilante che cercava una qualsiasi copertura? Poteva essere reale?
    Almeno non ci stava attaccando, cosa che gli dava almeno qualche punto sotto l'aspetto della fiducia da conquistarsi: non potevo escludere che comunque non lo fosse, dovevo tenere sempre presenti tutti i casi ma magari far sì che fossero più o meno paritari? Che non fosse un settantacinque colpevole ed il resto innocente? In fondo era un po' una sorta di "poliziotto di Schroedinger", finché la scatola non veniva tirata su non potevo sapere se fosse serio o meno.
    « Dammi del tu per favore, mi fa così strano. » Non ero abituata a sentirmi dare del lei, non quando ero io in primis che mi appellavo all'altra persona con la seconda singolare: non avevo intenzione di portare tanto rispetto ed anche se si fosse rivelato una qualsiasi forza dell'ordine, ormai era tardi per iniziare a portare rispetto dopo che per minuti ero stata fermamente convinta che fosse un terrorista. « Va bene, faccio un passo indietro allora e provo a collaborare anche se è tardi, spero almeno tu riconosca la buona fede. »
    Nessuno davvero aveva visto portare qui quel coso? Eppure non era piccolo, magari poteva essere entrato in qualche modo secondario o venir trasportato senza che le persone se ne accorgessero? In fondo con questa spettrale polvere chi mai si sarebbe messo a guardare fuori? Se fossi stata una civile qualunque ammetto che sarei stata molto lontana dalle finestre per paura di qualsiasi spiffero possibile, dunque guardare fuori non sarebbe stato di certa la mia priorità principale. Osservai l'uomo che almeno aveva riposto la pistola, dovevo dargli credito di avere comunque un buon giudizio.
    Non so quanto, al posto suo, se fossi stata davvero un'agente quanto mi sarei potuta rilassare o quante ipotesi avrei potuto scartare, di certo sarei rimasto in guardia. « Non so, dato che stiamo facendo ipotesi me ne vengono in mente tre di cui due sul come ci sia arrivata qui quella cosa: i centri commerciali non hanno magazzini? Intrufolarlo qui dentro dall'ingresso di carico scarico merci durante la chiusura non penso sia così impossibile per chi non ha buone intenzioni. Inoltre non escluderei una sorta anche di trasporto "volante", passami il termine. Una persona con paura non si avvicina alla finestra e non guarda fuori con questa roba, no? » Proprio come avevo pensato, sembrava tener molto al fatto di dover lanciare ipotesi per provarle ma non avendo nessuna prova dalla mia per quello che dicevo potevo solo fare domande, magari gli davo qualche pista.
    Trovavo molto più semplice però il semplice giustificare perché qui e non perché in un qualsiasi punto più alto del quartiere, di sicuro in cima alla torre dell'orologio poteva essere un'opzione più appetibile però... « Non credi che l'abbiano messo qui perché in un punto troppo alto sarebbe stato troppo in vista? Qui mi sembra tutto sommato abbastanza nascosto, almeno guardandomi in giro non mi sembra proprio alla luce del sole. E' più difficile notarlo qui che lassù in cima, no? » Per lassù, intendevo alla sommità della torre che si sarebbe messo a guardare di lì in avanti.
    E dunque la colpa non era della macchina ma delle farfalle? Quella serviva solo a diffondere la polvere che quegli insetti emettevano dalle loro ali? E soprattutto erano animali creati artificialmente o tramite il potere di qualche unicità? Potevano anche essere il prodotto di un quirk, certo, però sarebbe dovuto essere un quirk effettivamente potente per poterle mantenere in questa quantità e soprattutto con questa efficacia. Dei...com'era che si chiamavano, cavolo. Ah! Costrutti? Potevano essere qualcosa del genere? Difficile, raramente avevo sentito di cose del genere che andavano a centinaia di metri di distanza da soli senza il portatore vicino ed anche se quel poliziotto o tale fosse il creatore, era improbabile che avesse tutta questa copertura.
    Dunque, dato che fino ad ora prove continuavo a non averne, potevo solo limitarmi a fare una domanda stupida. « ...bruciare le farfalle o ucciderle? Quelle particolari, intendo. » Con una mano indicai sotto di me a significare la struttura del centro commerciale. Sentendo che potesse essere colpa loro mi guardai anche intorno su quelle che erano appoggiate di fianco a me, sembravano un po' diverse da quelle che svolazzavano attorno alla macchina. « Materiali per farlo qui ce ne sarebbero. Potrebbero aver usato tante farfalle per rendere quelle pericolose meno riconoscibili. » Feci spallucce, lasciandolo poi parlare e dato che sembrava essere tale e quale a me - davvero, anch'io adoravo parlare tanto, tantissimo e penso che si stesse vedendo - esaminai le tre opzioni. La uno ci avevo già perso troppo tempo, la seconda era quella davvero più statisticamente probabile ed avrebbe potuto giustificare anche l'utilizzo del distintivo del quale non aveva mostrato il nome, mossa comunque prudente. Numero tre, era un terrorista ma stava conversando perché era talmente sicuro dei propri mezzi da non aver paura che mandassimo qualcosa a monte. Potevano essere due di queste tre opzioni insieme? Niente escludeva niente, per dire. E...davvero ci stava dando le spalle? Potevo approfittarne: non avevo mandato un messaggio a Yami prima? Di sicuro non avrei potuto mandargliene un altro ma il telefono sembrava funzionare, perché non scattare una foto al macchinario ed anche all'uomo che con cui stavamo parlando? « La seconda opzione sulla tua identità mi stuzzica, se fossi davvero uno spogliarellista probabilmente ti conoscerei allora. In tanti usano dei distintivi per entrare nella parte. »
    Tutti i telefoni adesso avevano la modalità silenziosa e finché mi dava le spalle, potevo ritenermi tranquilla: dovevo solo fare due scatti e poi rimettere il telefono al suo posto. « Allora se non ti dispiace proporrei qualcosa che andrebbe a favore di tutti in tutte le ipotesi: o mi permetti di andare alla stazione di polizia più vicina per segnalare quella cosa anche sapendo che mi tratterrebbero per mille e mille domande e non solo, oppure - se anche lei è d'accordo - mandiamo la mia nuova amica incontrata non più di quindici minuti fa a cercare qualcosa per aver a che fare con le farfalle. Caso uno, ci guadagni che arriva aiuto e mi consegno da sola alla polizia: tu ci fai una bella figura e tutti come prima. Caso due, quello che facciamo non interrompe ciò che volevi fare in nessun caso. Caso tre, rimani da solo con una di noi avendo più possibilità di cavartela. Senza stare a dire che sia per forza una di queste. »
    Si stava avvicinando al bordo dell'edificio lontano da me, tanto meglio.
    Nonostante tutto uno sconosciuto in questa situazione più mi stava lontano, meglio era. « E te l'ho detto subito tesoro, io sono venuta qui per parlare. Per fortuna ho trovato qualcuno a cui piace farlo. » Il fatto che ci fosse anche una macchina che sparava - o diffondeva - fumo era stato un plus che accettavo ben volentieri. Sempre che la ragazza che sgretolava porte non avesse qualcos altro da dire o da fare, per ora mi potevo permettere di dire che stesse semplicemente andando.
    Non bene. Non male.
    Stava andando.
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    TREMORS
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    Se non altro, il detective ci sapeva fare con le parole, oltre ad Evelynn. A Tremors sembrò paradossale la situazione: il pericoloso farmaco circolava nell'aria, bisognava indossare le maschere anti-gas con i filtri che si consumavano... e il massimo che si poteva fare in quel di Ginza Wako era di chiacchierare? Parole su parole, un po' della colpa andava anche a lei, nel tentativo di approfondire meglio le proprie idee. « Non sarebbe strano se l'avessero messo qui con un'unicità di teletrasporto o... di portali. Sono molto rari, certo, ma niente va tralasciato » rispose in seguito alle parole di Benedict su come il Culto avesse potuto mettere il macchinario su quel tetto, ritenendo allo stesso tempo probabile lo scenario proposto da Evelynn. In effetti gli edifici come il Ginza Wako avevano a propria disposizione dei magazzini sul retro, in cui scaricare di nascosto la merce. « Concordo con lei, sarebbe stata una mossa stupida mettere questi macchinari sui grattacieli più alti. Verrebbe più facile seguire la scia, e questi del Culto... vedrebbero i propri piani andare in frantumi. Oltretutto mettere tutto questo in azione, implica delle capacità di problem solving eccellenti, poiché bisogna valutare ogni pro e contro e mantenersi pronti agli eventuali imprevisti » indicò Evelynn quando parlò di "lei" con un cenno del capo, per poi fare una piccola pausa. Riprese ad ascoltare il detective, più parlava, più la Caporecluta si infastidiva. Non lo diede a vedere, non poteva permettersi di vacillare. Però cosa ne poteva sapere lui del percorso che Tremors aveva deciso di intraprendere? Poteva essere il miglior detective al mondo, ottenere i maggiori riconoscimenti e tutto quello che voleva, e alla vigilante mascherata non sarebbe importato niente. Fintanto che faceva il suo lavoro, senza tradire il senso di dovere, lei non aveva niente di cui lamentarsi. Per quanto la riguardava, potevano continuare per il proprio percorso. Non era una questione di voler soddisfare l'ego, di voler dimostrare di avere ragione. Fece un passo in avanti, nel tentativo di sgomberare la mente.
    « Quel che ho detto resta una mia congettura » asserì lapidaria la Caporecluta, facendo saettare lo sguardo cremisi sulla figura del detective, seppur ancora celato dalla maschera anti-gas. « Converrai con me che questi giorni sono molto particolari, vuoi che sia per le farfalle, vuoi che sia per il farmaco che aleggia nell'aria, senza dimenticare ovviamente i disturbi delle comunicazioni che sembrano aver colpito solo alcune zone di Tokyo... » continuò con un tono che voleva essere serio, come ad evidenziare un'altra volta la portata della situazione apocalittica in cui tutti erano stati catapultati senza volerlo. Per fortuna, o perché era voluto, Shinichi Matsumoto aveva dato l'avvertimento in tempo perché il Governo si mobilitasse assicurando la sicurezza dei cittadini. Se non totale, almeno una gran parte della popolazione. « ... quindi risulta leggermente difficile chiedere in giro per ottenere delle informazioni, delle possibili piste. Quel che resta sono i cinque sensi e l'intuito » ed era così per Tremors, che aveva visto i propri piani cambiare all'ultimo momento, passando dal verificare la probabile rivolta dell'Aogiri all'indagare sul conto del Fantasma di Ginza. Poteva sbagliare o meno, ma non le restava che affidarsi a ciò che poteva percepire, osservare, sentire e infine trarne conclusioni. Non definitive, però. Nel mentre che parlava, cercava di carpire la frequenza che emanava l'uomo. « Nella mia mente ci sono dei possibili scenari, tra cui solo due spiccano maggiormente. Scenario A: sei un cittadino che si è trovato qui al momento sbagliato. Per riallacciarmi al tuo monologo, sì, avresti potuto essere uno spogliarellista. O uno schizofrenico, oppure qualcuno con tendenze suicide. Non era da escludere. Poi c'è lo scenario B: sei un terrorista. Spesso la soluzione è proprio ciò che si para davanti i nostri occhi. Visto che non puoi dimostrare prove sul fatto che sei un detective, non mi resta che tenere in considerazione l'eventuale possibilità che tu ci sia dietro questi attacchi terroristici. Sai fin troppe cose, magari non è merito della tua deduzione, bensì del fatto che tu abbia contribuito. Ora come ora, solo qualcuno lassù potrebbe sapere la verità » scrollò appena le spalle, aveva seriamente bisogno di una prova concreta ma non era certa di riuscire ad ottenerne una. Il tempo stringeva, i filtri non erano eterni. Distolse quindi lo sguardo dal detective per soffermarsi sulle farfalle, più precisamente quelle nei dintorni del macchinario. Se fossero davvero speciali come diceva il detective, allora non avrebbe dovuto essere difficile percepire qualcosa di diverso. Le farfalle erano creature della natura e, come enunciava una legge fondamentale, nulla si poteva creare, tutto si trasformava. L'essenza restava immutata. Forse, potendo percepire le vibrazioni in maniera intima a differenza di altre persone, avrebbe potuto sentire qualcosa. Le osservò con fare attento, immobile sul posto.
    Poi esalò un piccolo sospiro calcolando mentalmente quanto tempo avesse prima che i filtri della maschera anti-gas si consumassero del tutto, decisamente intenzionata a tenersi l'Unicità. Ci era nata e, sebbene provenisse da due genitori di cui avrebbe fatto volentieri a meno, aveva appreso ad apprezzarla nel corso degli anni, usandola per uno scopo che accomunava i Vigilanti: agire laddove le leggi non rappresentavano che solo una fastidiosa limitazione. Nell'esaminare le farfalle speciali le era venuta in mente un'idea, poteva provarci, ma le movenze del detective catturarono la sua attenzione. Stava dando le spalle ad entrambi, come se desse per scontato ciò che aveva detto. Morire inesorabilmente sul tetto del Ginza Wako? Doveva essersi proprio stufato della sua vita, se era vero ciò che aveva detto riguardo la pessima considerazione che i colleghi avevano nei suoi confronti. Non da meno quelle di Evelynn, che stava tirando fuori... un telefono? Certo, aveva senso. La Caporecluta fece altrettanto con il proprio cellulare usa-e-getta, riponendolo successivamente al suo posto, e poi si schiarì la voce. « A differenza tua, non intendo starmene qui a far un bel niente e poi soccombere per colpa del farmaco » sentenziò con voce dura e si sgranchì le mani e i polsi, spostando lo sguardo cremisi sul macchinario e le farfalle speciali, nello stesso modo in cui si adocchiava qualcuno che detestavi molto. Decise di prendere in mano l'iniziativa e avanzò a passi decisi verso il pilastro, facendo probabilmente scappare via diverse farfalle a causa del rumore dei passi. Si fermò in seguito, a settanta centimetri di distanza, non considerava saggio avvicinarsi troppo considerati i possibili imprevisti, e spostò altrove l'attenzione. Il bordo le fece capire che fosse ancora distante, se l'intento era quello di buttare giù il macchinario e le farfalle speciali. Non importava se si fossero schiantati a terra, c'era qualcosa di positivo in quella situazione apocalittica. Ad eccezione dei tre presenti, le persone non osavano metter piede fuori dalla propria abitazione. Grazie a quell'avvertimento da parte del Governo ella poteva tirare un lungo sospiro immaginario. Doveva solo concentrarsi su come ponderare bene la forza delle vibrazioni combinate. Forse serviva qualcosa che desse una forte spinta, come quando si teneva in mano una freccetta e bisognava mirare bene oltre ad esercitare la giusta forza per il lancio. Tese la mano dominante in avanti portando l'altra dietro, dopodiché avrebbe cercato di sfruttare al meglio la combinazione. Il raggio cilindrico doveva servire da "mira" mentre l'ondata distruttiva da "forza" per il lancio. Una volta serrate le labbra, si sarebbe scatenata con l'Unicità, formando appunto il raggio con la mano dominante e poi, subito dopo, l'ondata distruttiva con l'altra mano, che probabilmente avrebbe trascinato una buona parte delle farfalle speciali con sé con una violenta e innaturale spinta, impotenti come dovevano essere in teoria se potevano "volare" debolmente. Un tentativo da parte di Tremors, quello di spezzare la musica del Caos, di porvi fine. Sperò che funzionasse, non restava che provarci con tutta se stessa. L'aveva detto chiaramente: mai e poi mai sarebbe rimasta lì ferma, a far niente, come il detective. Di minuti ne aveva persi a sufficienza.
    22 y/o | VIGILANTE | SCHEDA
    FRZ 45 | QUI 120 | AGI 110 | NRG 170


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    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    • Status: Illesa, sì, ma molto, molto incazzata.
    • Tecniche usate: Tremor Radius + Pressure Damage
    • Peso Trasportabile: 3/4

    • Equipaggiamenti:

    〣 Vibe Suit N.00A1 [Costume]
    Il costume di Aya consiste in una suit nera molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto. Poi sono presenti un fodero sul lato della coscia sinistra, che serve a contenere senza problemi la Fluid Gun, e un piccolo contenitore chiudibile con la zip sul lato della coscia destra, dove riporre eventuali oggetti; tutti e due sono stati realizzati in kevlar. Inoltre, Aya indossa una mezza maschera, realizzata in due diversi tessuti pensati per proteggere la pelle dall’attrito quando Aya deve spostarsi velocemente, sia a terra che a mezz’aria, con una zona traspirante compresa tra il naso e le labbra, unita ad una maschera da occhiali protettivi, pensata principalmente per celare le iridi rosse come il sangue cremisi della vigilante.
    Effetto: Resistenza contro danni lievi

    〣 Fluid Gun [Supporto]
    Una pistola, la cui peculiarità non è sparare proiettili, bensì, un concentrato particolare di un liquido nero, il quale a contatto con qualsivoglia superficie si indurisce all'istante, bloccando/rallentando movimenti di un eventuale avversario colpito. Può essere contenuto sino ad 2 litri di tale liquido, che è equivalente all'incirca a 10 colpi. Altresì tutto il contenuto della pistola può essere "scaricato" nella seconda forma, rilasciando tutto ciò che ne rimane in un'unica "onda" di liquido.
    Colpi: 10/10
    Effetto: Paralisi [5 turni]

    〣 Maschera Antigas [Difensivo]
    Dispositivo di protezione delle vie respiratorie da agenti inquinanti dell'atmosfera. Le maschere antigas moderne sono composte da un facciale di gomma o silicone che garantisce la perfetta aderenza al viso; inoltre sono dotate di linguette e fibbie per fissare la maschera antigas dietro la testa. Sono anche dotate di un grande visore trasparente di policarbonato o vetro stratificato che offre un'ampia visibilità. All'interno è presente una seconda maschera che copre la zona naso-bocca. In questa maschera interna sono presenti due aperture: una per l'inspirazione e una per l'espirazione, fornite delle apposite valvole per condizionare il flusso dell'aria. La valvola d'inspirazione è collegata a un filtro che impiega sostanze a base di carbone attivo opportunamente trattate per filtrare e fissare i gas nocivi, mentre la valvola d'espirazione espelle l'aria respirata senza far appannare il visore. L'utilizzo della maschera in ambienti inquinati è possibile solo con un'adeguata presenza di ossigeno.
    Effetto: Filtra l'aria e la purifica da qualsiasi genere di scorie [Annulla danni lievi provenienti da Gas Soporiferi/Velenosi]

    • Lista tecniche:

    #1: Tremor Radius [Livello 2]
    L’utilizzatore rilascia le vibrazioni di media intensità dal palmo di una mano per sferrare un attacco contro l’obiettivo, il quale prenderà forma di un raggio cilindrico di pura forza concussiva dal diametro di trenta centimetri e allungabile fino ad un massimo di tre metri, colpendolo per scaraventarlo via e causandogli danni da contusione, o nel terreno circostante per provocare una scossa sismica (raggio: tre metri), sufficiente a far perdere l’equilibrio a tutti quelli che si trovano sopra, ad eccezione dell’utilizzatore.
     
    Danno: Medio
    Costo: 30 PE
    #2: Earth Rotation [Livello 2]
    L’utilizzatore irrigidisce le vibrazioni intorno a sé a tal punto da formare un campo di forza a 360° fatto di energia vibrazionale, il quale lo proteggerà dagli attacchi di livello medio. Inoltre, gli oggetti che entrano in contatto con il suddetto campo di forza verranno fatti balzare in una direzione casuale.
     
    Resistenza: Media
    Costo: 35 PE
    #3: Sky's The Limit [Livello 2]
    L’utilizzatore sfrutta le vibrazioni per agevolarsi gli spostamenti rilasciandole dalle mani e dai piedi, che sia per spostarsi più velocemente in una direzione e raggiungere così un obiettivo o per compiere salti che normalmente non sarebbe in grado di fare, oltre che per addolcire gli atterraggi da altezze considerevoli. Qualora qualcuno si trovasse nei suoi paraggi, subirebbe l’effetto collaterale che comporta il venir spinti via.
     
    Effetto: Fornisce un aumento temporaneo (2 turni) di un punto agilità ogni dieci punti quirk
    Costo: 40 PE
    #4: Deterioration Internal [Livello 2]
    L’utilizzatore si avvolge di un’aura di energia vibrazionale diventando a tratti irriconoscibile, il cui scopo è quello di stordire l’obiettivo mediante il contatto fisico, che sia un pugno o un semplice tocco, in quanto le vibrazioni si insinueranno nel corpo scuotendo sensibilmente la struttura fisiologica.
     
    Danno: Stordimento [Medio]
    Costo: 40 PE - 10 PE
    #5: Pressure Damage [Livello 2]
    L’utilizzatore attinge al vero potere dell’energia vibrazionale, rilasciando dalle mani un’ondata distruttiva a 180° (raggio: tre metri) per spintonare violentemente e/o rispedire al mittente qualunque tipo di attacco, che sia energetico (come una palla infuocata) o materiale (come una lancia di terra); purché funzioni il parametro Quirk dovrà essere superiore a quello dell’avversario e la potenza verrà dimezzata (mortali > molto gravi > gravi > medio gravi e così via). Inoltre, nella direzione in cui viene lanciato l’attacco, causerà un tremolio di entità media e si andrà a creare una discreta spaccatura sul terreno, sollevando eventuali detriti per spedirli contro.
     
    Danno: Medio
    Costo: 40 PE
    #6: Shattering World [Livello 2]
    Giacché ogni cosa nell’universo vibra a una propria frequenza naturale, l'Unicità permette all'utilizzatore di sfruttare le vibrazioni esistenti e accentuarle a tal punto da sbriciolare - o al massimo danneggiare - la materia, come ad esempio gli oggetti o i costrutti creati dalle Unicità. Tuttavia, a causa della complessità di cui sono fatti i loro corpi, non avrà effetto sugli esseri umani. La tecnica si presenta sotto forma di una "bolla" appena impercettibile attorno all'utilizzatore, dentro cui avrà il controllo su quali e quanti bersagli colpire.
     
    Nota: In caso di costrutti creati dalle Unicità altrui, il parametro Quirk di Aya dovrà essere superiore a quello degli avversari.
    Costo: 20 PE (Attivazione - Mantenimento), più 40 PE per ogni bersaglio

     
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    Benedict ascoltò le loro obiezioni e proposte, ma decise di non rispondere. In mancanza di prove rimanevano comunque comprensibili e difendere troppo fermamente la sua posizione, pur in assenza lui stesso di prove concrete, sarebbe semplicemente stato deleterio. Non poteva dimostrare, ad esempio, che quelle farfalle fossero effettivamente dei diffusori e non fossero semplicemente il carburante di quel pilastro o, ancora, avessero semplicemente della polvere sulle ali. Chiaramente si era spinto oltre con le informazioni certamente in suo possesso pur di difendere la sua posizione: era stata una mossa ardita ma aveva fatto attenzione a lasciare il tutto sotto forma di ipotesi che gli aveva fatto convenire fosse comunque meglio mantenere la posizione sul tetto del Wako Ginza piuttosto che allontanarsi. A quel punto qualsiasi altro loro ragionevole dubbio sarebbe semplicemente rimasto tale, perché non stava a loro decidere se la sua intuizione o il suo comportamento fossero giusti o sbagliati. In fin dei conti le due non erano dei giudici e, allo stesso tempo, erano in possesso di molte più informazioni rispetto a Kimura nella semi-bugia che aveva dipinto: bloccato nella zona senza comunicazioni da giorni non poteva certo avere informazioni su cosa stava succedendo nel resto della città a differenza loro. Ecco, quella era appunto una bugia solo a metà: certo, non era davvero bloccato lì e volendo si sarebbe potuto allontanare senza problemi, ma al contempo era vero che non aveva informazioni sul resto della città. Per quel che ne sapeva poteva anche essere rimasto l'unico baluardo a difendere il suo personale pilastro mentre tutto il resto della banda era stato sconfitto e si trovava già in prigione. L'unico collegamento con l'esterno erano le Black Chrysalis che periodicamente passavano al suo appartamento per ritirare le vittime che trovava per strada, e solo loro gli facevano capire che il piano era ancora in funzione. Questo ovviamente non implicava tutti fossero sani e salvi. Solo la maggioranza, no, forse solo Hanzo. Non aveva certezze, purtroppo.
    Beh... - decise solo di rispondere - Se vogliamo pensare che delle persone che hanno ricoperto un'intera isola di gas, ucciso un buon numero di eroi famosi, rivendicato due attentati ed annunciato pubblicamente tutto questo non una ma ben due volte siano interessati a rimanere nascosti e non essere trovati certo, sì. - disse quasi ironicamente riferendosi alla questione sulla posizione del pilastro. Esistevano criminali che volevano tenere nascosto il proprio operato e molti altri, invece, che ci tenevano a renderlo pubblico. Alcuni, come alcuni serial killer tra cui il suo amato Zodiac, sfidavano apertamente le autorità con lettere ed indovinelli. Altri, molti terroristi, rivendicavano i loro attacchi proprio per spargere quella retorica del terrore. Il Culto si trovava, in questo specifico caso, nel secondo gruppo - Era ciò che intendevo comunque, sì. - aggiunse in risposta ad Eve e alla proposta del nascondere l'arrivo del pilastro con le farfalle in volo. Era proprio ciò a cui voleva farle pensare col suo ragionamento precedente, oltre che la realtà dei fatti. Solo che pensava, e sapeva, che non era stato trasportato con nulla di volante, solo sotto forma di farfalle di Benedict in mezzo ad altre farfalle.
    Ormai seduto con le gambe a ciondoloni dal frontone dell'edificio, di nuovo, Benedict si ritrovò a riflettere sulla proposta della tizia seduta sul cornicione. Questa non era per nulla allettante dal punto di vista professionale. Sapeva che quell'avvenimento non gli avrebbe portato alcun tipo di beneficio né, probabilmente, lo voleva. Ad esclusione del fatto che era davvero un criminale in quel caso, se fosse stato davvero lì in veste di poliziotto non avrebbe voluto chissà quale riconoscimento da quell'impresa. L'indagine in sé era stata estremamente noiosa e in ogni caso aveva fatto solo il suo dovere. Quelle due donne erano state la sua unica gioia e, sebbene fossero sbiadite decisamente in fretta, era stato divertente interfacciarsi con loro. Due persone curiose a spasso per una metropoli morta. Viceversa, fermarla avrebbe prodotto semplicemente inutili sospetti e, anche volendo, non aveva probabilmente le effettive capacità fisiche per farlo. Benedict era conscio che avevano superato la porta dello Staff e considerata la necessità della chiave e del tastierino numerico non potevano averla scassinata. Una delle due doveva avere qualcosa, che fosse della superforza, la capacità di tagliare il metallo o magari una specie di fiamma ossidrica. Proprio perché avevano superato quel portone il detective aveva dedotto o almeno immaginato avessero una qualche unicità in grado di liberarsi del pilastro e, soprattutto, che era necessario evitare uno scontro frontale.
    Giunti a quel punto la situazione era estremamente particolare e come tale andava trattata. Mettendo sulla bilancia tutte le ipotesi, quella di lasciare che la donna andasse dalla polizia sembrava la più vantaggiosa: avrebbe tenuto il suo lavoro, avrebbe schiaffato in faccia a quelle due che davvero era un poliziotto e, soprattutto, sarebbe rimasto come talpa all'interno delle forze dell'ordine. Anche dopo quell'evento, riuscito o fallito, al dottor Takashi avrebbe certo fatto comodo un contatto all'interno della polizia.
    Se pensate ci sia qualcuno nelle stazioni di polizia e che non vi arrestino sul posto chi sono io per fermarvi? - disse facendo semplicemente spallucce - Obbligarvi a rimanere qui sarebbe comunque deleterio. Non so quanto durano i vostri filtri né potrei garantirvi cibo o bevande. Non potendo lasciare la posizione, arrestarvi sarebbe più un danno alla comunità che un guadagno. - rispose freddo. A rigor di logica, senza la possibilità di scortarle in modo sicuro al commissariato arrestarle sarebbe semplicemente stato un errore. Le loro maschere sarebbero bastate per il tragitto? Avevano malattie particolari? Troppe incognite facevano sì che fosse meglio lasciarle libere ed, eventualmente, lasciare fossero vittime del proprio pessimo giudizio. Se era vietato uscire di casa, prendersi la responsabilità della loro vita avrebbe invece messo lui nei guai e non loro, non poteva certo farsene carino.
    Dopo quelle parole però l'ennesima provocazione, questa volta da parte dell'altra ragazza. Voltò semplicemente il capo e la guardò. La donna utilizzò chiaramente un'unicità, causando una forte rotazione nel pilastro che, approssimandosi sempre più al cornicione a qualche metro dall'altra donna, cadde giù con un pesante tonfo metallico. Benedict alzò pigramente le mani sopra al capo e iniziò ad applaudire lentamente.
    Complimenti, complimenti! - disse con tono fintamente esaltato - Avete salvato la situazione al posto del detective senza unicità. Vi faranno una statua e gli amici al bar vi offriranno da bere ogni volta che racconterete la storia. - scosse la testa. In un mondo diverso, uno dove Benedict era ben più fiducioso delle proprie capacità, alla domanda della donna seduta sul perché fare tutto quello avrebbe forse risposto così, sì: era stanco delle persone che si credevano chissà cosa e chissà chi solo per essere nate con una sequenza di DNA che andava a loro vantaggio. Si era visto sminuito spesso dal primo eroe che passava durante un indagine per salvare la situazione. Quella donna aveva fatto tanto la dura e la splendida, ma doveva essere facile farlo quando potevi scaraventare un pilastro di metallo di chissà quante tonnellate via con un solo pugno. Se anche Benedict avesse effettivamente voluto distruggere il pilastro che avrebbe dovuto fare, picchiarlo con del vetro? Quell'implicito vantarsi della donna era come costringere un bambino sulla sedia a rotelle a giocare a calcio e poi pavoneggiarsi di come si era in grado di fare goal mentre lui, ovviamente, non era neppure in grado di muovere le gambe per colpire la palla. Beh, Benedict si sentiva in quel modo se non altro, fondamentalmente da una vita intera.
    I suoi pensieri vennero interrotti da un quasi infinito trillare del telefono nelle sue tasche. Lo tirò fuori in fretta, notando numerose notifiche da Heroes Against Evil ma, soprattutto, chiamate da parte del commissariato e di sua sorella. Il segnale era tornato dopo la caduta del pilastro, mentre per lo smaltimento del gas sarebbero probabilmente dovute passare ore: difficile capirlo ora dopo che la zona era stata invasa senza fermarsi per giorni. Chiamò quindi la polizia, alzandosi nuovamente in piedi ed allontanandosi dal bordo. Dopo numerosi e numerosi squilli risposero.
    Detective Kimura, distintivo n.248174. - disse quindi con calma. Se il detective Kimura non era chissà quanto famoso non era lo stesso per la detective Kimura, sua sorella nonché Capo della Polizia di Tokyo. Non era certo un'attrice famosa ma il suo nome era comunque decisamente famoso - Sì, mi trovo a Ginza, dove è situata la mia abitazione. - aggiunse quindi dopo qualche secondo - La zona è stata tagliata fuori al momento dell'attacco... - aggiunse, per poi voltarsi verso le due. Bene, e ora? Come lo giustificava? Avrebbe certamente potuto rivelare la verità come avrebbe dovuto e mettere quelle due nei guai, ma visto quanto si erano dimostrate irrispettose finora avrebbe certamente preferito non essere buttato giù dal palazzo. Eppure doveva giustificarsi in qualche modo, perché se quel pilastro era caduto dall'edificio e lui non aveva certo la forza per farlo qualcosa si sarebbe comunque dovuto inventare - Qualche ora fa ho identificato una specie di diffusore sul tetto del Wako Ginza. Ho osservato la situazione da lontano: è avvenuto un alterco tra persone non identificate durante il quale tale diffusore è precipitato giù dal palazzo, ristabilendo le comunicazioni... E credo anche fermando la diffusione del gas, ma non ne sono sicuro. - spiegò quindi, cercando una via di mezzo che potesse permettere alle due di allontanarsi. Perché sì, onestamente avrebbe solo voluto che se ne andassero ora - No, i colpevoli si sono apparentemente allontanati. Potete mettermi in contatto con mia sorella? - chiese, per poi aspettare nuovamente. Si avvicinò nel frattempo al cornicione da cui era caduto il pilastro, sporgendosi per vedere quelle lamiere a pezzi per terra. Tutte le farfalle sul posto, spaventate dal rumore, erano volate via. Chissà se avrebbe dovuto mettersi in contatto con Hanzo dopo quella chiamata.
    Capo. - riprese una volta messo in contatto con sua sorella. La donna iniziò ad urlare talmente forte che, pur in un incomprensibile rumore metallico, probabilmente anche le due sul tetto l'avrebbero sentita dal telefono - ... sì, risparmiami la predica. Mandami una squadra di tre persone al Wako Ginza e se possibile anche dei filtri per maschera antigas e un eroe. - disse, per poi riattaccare.
    Scenario C, neppure preso in considerazione: il detective è davvero un detective. - disse quindi rivolto alla ragazza che aveva fatto cadere il pilastro - Questa storia del "Fantasma di Ginza" deve proprio essere stata una delusione per voi due. - scosse la testa - Ok, frecciatine a parte, siamo onesti. Vi ringrazio per ciò che avete fatto ma è meglio che sparite ora. I rinforzi saranno presto qui e onestamente non ho nulla che possa giustificare il non sbattervi immediatamente in prigione, quindi è meglio che andiate. - disse quindi loro, mettendo via il telefono - Farò finta che nulla di questo sia mai accaduto, compresi tutti gli insulti. - aggiunse. Quelle parole erano oneste: ormai quel che era successo era successo, aveva fallito e nessuna coincidenza avrebbe potuto giustificare l'apparizione di un nuovo pilastro. Aveva deciso di barattare il suo lavoro per Ginza, era sicuro che Hanzo avrebbe capito. In fondo quello era solo un gigantesco esperimento, no?
     
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    C'era qualcosa di strano in tutto quello che era successo, qualcosa che non riuscivo in questo momento ad afferrare ma che - e di questo sono certa - mi lasciava una sorta di amaro in bocca indescrivibile. Era finito tutto in modo così anticlimatico che ancora mi domandavo cosa fosse vero e cosa no, davvero l'altra ragazza era stata capace di mandare all'aria il macchinario e far disperdere le farfalle con tutta questa facilità?
    Tralasciamo il fatto che mi aveva quasi presa e quando ho visto il coso volare un po' all'erta mi ci sono messa, il comportamento del detective non mi quadrava e mi spiego: posso capire che te la prendi perché siamo arrivate e ti abbiamo trattato come il peggiore dei colpevoli (oh, se solo avessi saputo), addirittura però non segnalarci quando la prima cosa che hai detto è stata che ci servisse un avvocato? Ero davvero tanto, tanto confusa ed il fatto che avesse detto praticamente anche il numero del suo distintivo sembrava tanto un voler rimarcare che fosse dalla parte dei buoni a tutti i costi. Come si direbbe negli States, weird flex but ok. Mi sentivo un po' delusa.
    « Va bene voler essere flashy, questo non significa però dover per forza dire cosa si sta facendo per quello che si reputa il proprio "bene più grande". Il fatto poi che quel "bene" sia una cosa stupida è un altro discorso. » Anche quello non mi tornava ma stavolta non del comportamento del detective, ma proprio dei terroristi: perché voler rendere la città e poi oltre un posto senza quirk rendendolo facile bersaglio di chi magari ne è provvisto? Lasciamo stare queste inutili teorie che al momento non mi porterebbero da nessuna parte, torniamo a dire che avevo addosso una strana sensazione che non voleva andarsene e non riuscivo a capire nemmeno di cosa si trattasse: l'unica cosa che riuscivo a capire era che mi lasciasse addosso un senso di incompletezza quasi imbarazzante. Era un po' come venir portati in un hotel, prepararsi e scoprire che il cliente si fosse addormentato prima che io uscissi dal bagno: era successo? Purtroppo sì, era stato però di un finale talmente avvilente che quella persona non mi aveva contattata più.
    La sensazione era la stessa, niente di più e niente di meno. Non avevo idea se in fondo quella telefonata fosse ver-ma sì, ovvio che doveva essere vera. Troppi dettagli, troppi tecnicismi e troppa rigidità che mi facevano solo pensare che fosse davvero l'ipotesi C. Mi faceva un po' di rabbia tutto questo, non che mi aspettassi chissà quante complicanze ma nemmeno qualcosa di troppo semplice: mi domando se fossi stata da sola come sarebbe andata a finire la situazione, l'unica cosa di cui dovevo dare atto alla ragazza era che una cosa giusta l'avesse fatta: si era rivelata quando le avevo chiesto di cercare un'opportunità, aveva preso a punzecchiare quando avevo finito ed aveva dimostrato, Kimura, di non essere uno di quelli con la miccia corta ma almeno aveva fatto volare la macchina e disperdere le farfalle.
    « E tutto è bene quel che finisce bene. » In realtà dentro mi stavo corrodendo in una maniera a dir poco vergognosa.
    Era finito tutto troppo bene. Non era un pensiero un po' pericoloso per una che non era praticamente abituata a combattere? Sospirai appena da sotto il casco, che brutta conclusione.
    « Per favore niente statue, detesto questo tipo di cose: grazie al cielo non sono un'eroina. » Eppure nemmeno in questa situazione riuscivo a non farmi andar giù tante cose ed in particolare a non far ben presente il mio pensiero sulla categoria degli eroi, avrei potuto pensare a tante cose da dire ma beh, ormai era fatta. « Grazie comunque per il favore, detective. Se tutti gli uomini avessero la calma che hai dimostrato di avere, Tokyo sarebbe un bel posto. » Forse era la cosa peggiore da dire in questa situazione tuttavia solo il narratore può sapere questa cosa, Eve dal canto suo si è dimostrata piacevolmente sorpresa dalla flemma di Kimura e dalla sua capacità di non agitarsi e di parlare.
    Un dialogo approfondito tra loro due probabilmente sarebbe qualcosa di tedioso e lungo dove lei cercherebbe di punzecchiarlo e lui non ci cascherebbe. Un po' come con Desmond/Daichi. Con un colpo d'anca roteò sul cornicione per appoggiare i piedi a terra sul tetto del Ginza Wako, inutile mostrare quale fosse la propria unicità e sempre meglio mantenere l'effetto sorpresa qualora dovesse servire all'ultimo secondo. « E sì nonostante tutto devo ammettere che più che una delusione, è stato abbastanza noioso. Terrò tutto questo al sicuro nella mia memoria come l'incontro di una notte e via: addio, mio caro. » Gli "soffiai" un bacio a distanza facendo il classico gesto con la mano stando nei limiti del mio casco e della maschera antigas prima di allontanarmi con passo più o meno celere. Non credo i soccorsi del poliziotto avrebbero tardato ad arrivare, meglio sparire in fretta ignorando anche la ragazzina che aveva chiaramente bisogno di qualche lezione di tattica.
    Forse passeggiare in verticale sulla superficie della struttura sarebbe stato più facile, potevo però esser vista e magari segnalata da qualcuno. Meglio filarmela alla vecchia maniera approfittando delle zone d'ombra che la sera poteva offrire. Ora che era tornata anche la linea, a quanto pareva, avrei contattato anche Yami una volta giunta in una qualsiasi zona reputata più o meno sicura per aggiornarla alla bene e meglio e chiederle dove recarmi di preciso per poterli raggiungere.
    Che enorme delusione.
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    Era così semplice far fuori quel macchinario? La Caporecluta si aspettava qualche rogna, magari un imprevisto che non aveva calcolato perché aveva preso la situazione sottogamba. Si aspettava che le farfalle speciali facessero qualcosa per fermarla, forse anche attaccandola con quella particolare polvere che emettevano ad ogni battito. Invece non successe niente, era bastato combinare le vibrazioni perché il bersaglio designato si spostasse nella direzione da lei desiderata, verso il cornicione, finché non lo vide cadere giù dall'edificio. Ci volle qualche minuto perché la gravità facesse il suo lavoro ed ecco che ebbe luogo il tonfo metallico. Un leggero sospiro abbandonò le sue labbra mentre voltava il capo, prima in direzione di Evelynn e poi in direzione di Benedict, decidendo successivamente di avanzare di qualche passo nella loro direzione. Vide quest'ultimo applaudire pigramente e ascoltò, lievemente infastidita, il suo commento. « Non mi interessa niente di tutto questo, né ora né in futuro » puntualizzò immediatamente, riuscendo a mascherare il fastidio con una voce decisa. Non le interessava effettivamente tutto quel che aveva detto il detective, non si sarebbe mai sognata di chiedere una statua per onorare il suo "lavoro". Preferiva stare nell'ombra, fare la cosa giusta, senza aspettarsi di ricevere in cambio degli applausi o le urla di gioia. Quegli onori, per lei, potevano prenderseli i Pro-Heroes. Prese ad ascoltare poi la "partner", non era un'eroina? Ringraziava davvero per non esserlo? Ma allora quale era il suo posto nel mondo? Perché si era spinta fin lì per... Aspetta. Non intendeva fermare il macchinario, anzi, le sembrava più propensa a perdersi in chiacchiere con il Fantasma di Ginza. Cosa si aspettava di scoprire Evelynn? Aveva altri interessi che non si fermavano al pericoloso farmaco? La vigilante mascherata era davvero curiosa di scoprirlo ma, complice il momento, decise di evitare di chiederglielo. Si limitò a scrutarla mentre ascoltava il suo "apprezzamento" nei confronti del detective, come per provare a rammentare la frequenza che emanava. Un asso nella manica di cui gli altri non potevano saperlo ma che tornava molto utile a Tremors. Non la aiutava di certo a riconoscere le persone con accurata precisione, ma bastava per aiutarla a capire se avesse già avuto modo di conoscerle in altre occasioni percependo qualcosa di molto familiare. Quindi non sarebbe dovuto essere difficile provarci, la musica del Caos non sembrava così fastidiosa con le farfalle che in teoria si stavano disperdendo dopo l'attacco contro il pilastro. Poi accadde l'inaspettato: sentì qualcosa trillare in maniera insistente, che proveniva dalla direzione di Benedict. Era tornata la linea? Non fu difficile fare due più due per capire che il macchinario fungesse con tutta probabilità anche da disturbatore. Mosse un passo in avanti e i movimenti del detective catturarono la sua attenzione, si era alzato in piedi e aveva dato le spalle al bordo mentre sembrava in procinto di rispondere a qualcuno. Provò ad aguzzare le orecchie facendo affidamento sull'Unicità per assicurarsi di sentire bene l'inizio della chiamata, poiché non sarebbe rimasta molto come Evelynn che stava iniziando ad allontanarsi.
    Detective... Kimura, si chiamava così? Era familiare, perché lo ricordava? Aveva una vaga sensazione come se dovesse conoscere quel cognome di fama. Però dove? Non conosceva nessun Kimura dal passato, poteva solo provenire dal nuovo presente. Potevano essere i contatti con la polizia? Dopotutto l'agenzia Mobius ogni tanto dava un aiuto alla polizia con le investigazioni. Polizia... ma certo, la detective Kimura, nonché capo della polizia di Tokyo. Ma perché spacciarsi per lei? A giudicare dall'aspetto, non sembrava femminile. Poteva essersi ingegnata per bene nel camuffarsi, ma a malincuore non sembrava il momento di perdere tempo a fare delle osservazioni. I preziosi secondi passarono e la Caporecluta ripeté mentalmente il cognome come per imprimerlo, arretrando nel mentre all'indietro prima gradualmente e poi più velocemente. Non restava che indagare dopo, inoltre ora che la linea era tornata disponibile, doveva assolutamente fare rapporto a Druid. Tornò dentro l'edificio lasciandosi il "Fantasma di Ginza" alle spalle e fece per allontanarsi subito da quella zona, prendendo una direzione opposta a quella dove era giunta inizialmente, all'inizio dell'incarico. Le sembrò tremendamente surreale la situazione per strada a Ginza, il farmaco aleggiava ancora come inarrestabile. Forse potevano volerci diverse ore perché si disperdesse del tutto. In ogni caso, dopo aver trovato un punto sicuro, nascosto e lontano dagli occhi indiscreti e dalle orecchie curiose, tirò fuori il cellulare usa-e-getta e sospirò appena nell'appurare che la linea ci fosse ancora. Non perse tempo che mandò subito a Druid le due foto che aveva scattato, il macchinario e lo spettro di spalle, accompagnato da un messaggio apparentemente criptico ma che il capo con tutta probabilità avrebbe impiegato poco per risolverlo: "Fantasma falso. Macchinario out. Linea top a Ginza. Detective Kimura". Ripose giù il cellulare nel piccolo contenitore chiudendolo subito dopo e si premurò di allontanarsi dal quartiere di Ginza una volta per tutte, intenzionata a tornare in tempo a casa, dove avrebbe potuto togliersi la maschera anti-gas e tornare a respirare normalmente senza alcuna preoccupazione. Beh, alcune non riusciva a scacciarle ora come ora, tra la rivolta dell'Albero e l'andamento di quella serata. Per quanto potesse considerarsi sollevata di aver distrutto probabilmente uno dei macchinari che avevano messo in ginocchio tutta Tokyo, oltre alle farfalle, non si sentì abbastanza completa. Poteva essere qualcosa di lontanamente simile al fallimento? Inutile girarci intorno: le parole di Benedict le avevano dato un po' su cui riflettere.
    22 y/o | VIGILANTE | SCHEDA
    FRZ 45 | QUI 120 | AGI 110 | NRG 170


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    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    • Status: Illesa, sì, ma forse non si può dire lo stesso del suo stato d'animo.
    • Tecniche usate:
    • Peso Trasportabile: 3/4

    • Equipaggiamenti:

    〣 Vibe Suit N.00A1 [Costume]
    Il costume di Aya consiste in una suit nera molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto. Poi sono presenti un fodero sul lato della coscia sinistra, che serve a contenere senza problemi la Fluid Gun, e un piccolo contenitore chiudibile con la zip sul lato della coscia destra, dove riporre eventuali oggetti; tutti e due sono stati realizzati in kevlar. Inoltre, Aya indossa una mezza maschera, realizzata in due diversi tessuti pensati per proteggere la pelle dall’attrito quando Aya deve spostarsi velocemente, sia a terra che a mezz’aria, con una zona traspirante compresa tra il naso e le labbra, unita ad una maschera da occhiali protettivi, pensata principalmente per celare le iridi rosse come il sangue cremisi della vigilante.
    Effetto: Resistenza contro danni lievi

    〣 Fluid Gun [Supporto]
    Una pistola, la cui peculiarità non è sparare proiettili, bensì, un concentrato particolare di un liquido nero, il quale a contatto con qualsivoglia superficie si indurisce all'istante, bloccando/rallentando movimenti di un eventuale avversario colpito. Può essere contenuto sino ad 2 litri di tale liquido, che è equivalente all'incirca a 10 colpi. Altresì tutto il contenuto della pistola può essere "scaricato" nella seconda forma, rilasciando tutto ciò che ne rimane in un'unica "onda" di liquido.
    Colpi: 10/10
    Effetto: Paralisi [5 turni]

    〣 Maschera Antigas [Difensivo]
    Dispositivo di protezione delle vie respiratorie da agenti inquinanti dell'atmosfera. Le maschere antigas moderne sono composte da un facciale di gomma o silicone che garantisce la perfetta aderenza al viso; inoltre sono dotate di linguette e fibbie per fissare la maschera antigas dietro la testa. Sono anche dotate di un grande visore trasparente di policarbonato o vetro stratificato che offre un'ampia visibilità. All'interno è presente una seconda maschera che copre la zona naso-bocca. In questa maschera interna sono presenti due aperture: una per l'inspirazione e una per l'espirazione, fornite delle apposite valvole per condizionare il flusso dell'aria. La valvola d'inspirazione è collegata a un filtro che impiega sostanze a base di carbone attivo opportunamente trattate per filtrare e fissare i gas nocivi, mentre la valvola d'espirazione espelle l'aria respirata senza far appannare il visore. L'utilizzo della maschera in ambienti inquinati è possibile solo con un'adeguata presenza di ossigeno.
    Effetto: Filtra l'aria e la purifica da qualsiasi genere di scorie [Annulla danni lievi provenienti da Gas Soporiferi/Velenosi]

    • Lista tecniche:

    #1: Tremor Radius [Livello 2]
    L’utilizzatore rilascia le vibrazioni di media intensità dal palmo di una mano per sferrare un attacco contro l’obiettivo, il quale prenderà forma di un raggio cilindrico di pura forza concussiva dal diametro di trenta centimetri e allungabile fino ad un massimo di tre metri, colpendolo per scaraventarlo via e causandogli danni da contusione, o nel terreno circostante per provocare una scossa sismica (raggio: tre metri), sufficiente a far perdere l’equilibrio a tutti quelli che si trovano sopra, ad eccezione dell’utilizzatore.
     
    Danno: Medio
    Costo: 30 PE
    #2: Earth Rotation [Livello 2]
    L’utilizzatore irrigidisce le vibrazioni intorno a sé a tal punto da formare un campo di forza a 360° fatto di energia vibrazionale, il quale lo proteggerà dagli attacchi di livello medio. Inoltre, gli oggetti che entrano in contatto con il suddetto campo di forza verranno fatti balzare in una direzione casuale.
     
    Resistenza: Media
    Costo: 35 PE
    #3: Sky's The Limit [Livello 2]
    L’utilizzatore sfrutta le vibrazioni per agevolarsi gli spostamenti rilasciandole dalle mani e dai piedi, che sia per spostarsi più velocemente in una direzione e raggiungere così un obiettivo o per compiere salti che normalmente non sarebbe in grado di fare, oltre che per addolcire gli atterraggi da altezze considerevoli. Qualora qualcuno si trovasse nei suoi paraggi, subirebbe l’effetto collaterale che comporta il venir spinti via.
     
    Effetto: Fornisce un aumento temporaneo (2 turni) di un punto agilità ogni dieci punti quirk
    Costo: 40 PE
    #4: Deterioration Internal [Livello 2]
    L’utilizzatore si avvolge di un’aura di energia vibrazionale diventando a tratti irriconoscibile, il cui scopo è quello di stordire l’obiettivo mediante il contatto fisico, che sia un pugno o un semplice tocco, in quanto le vibrazioni si insinueranno nel corpo scuotendo sensibilmente la struttura fisiologica.
     
    Danno: Stordimento [Medio]
    Costo: 40 PE - 10 PE
    #5: Pressure Damage [Livello 2]
    L’utilizzatore attinge al vero potere dell’energia vibrazionale, rilasciando dalle mani un’ondata distruttiva a 180° (raggio: tre metri) per spintonare violentemente e/o rispedire al mittente qualunque tipo di attacco, che sia energetico (come una palla infuocata) o materiale (come una lancia di terra); purché funzioni il parametro Quirk dovrà essere superiore a quello dell’avversario e la potenza verrà dimezzata (mortali > molto gravi > gravi > medio gravi e così via). Inoltre, nella direzione in cui viene lanciato l’attacco, causerà un tremolio di entità media e si andrà a creare una discreta spaccatura sul terreno, sollevando eventuali detriti per spedirli contro.
     
    Danno: Medio
    Costo: 40 PE
    #6: Shattering World [Livello 2]
    Giacché ogni cosa nell’universo vibra a una propria frequenza naturale, l'Unicità permette all'utilizzatore di sfruttare le vibrazioni esistenti e accentuarle a tal punto da sbriciolare - o al massimo danneggiare - la materia, come ad esempio gli oggetti o i costrutti creati dalle Unicità. Tuttavia, a causa della complessità di cui sono fatti i loro corpi, non avrà effetto sugli esseri umani. La tecnica si presenta sotto forma di una "bolla" appena impercettibile attorno all'utilizzatore, dentro cui avrà il controllo su quali e quanti bersagli colpire.
     
    Nota: In caso di costrutti creati dalle Unicità altrui, il parametro Quirk di Aya dovrà essere superiore a quello degli avversari.
    Costo: 20 PE (Attivazione - Mantenimento), più 40 PE per ogni bersaglio

     
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    Benedict tirò un sospiro di sollievo vedendo le due allontanarsi. Che incontro bizzarro, per fortuna era andato tutto liscio. Escludendo l'aver perso il diffusore e la propria dignità, ovviamente. Eppure Mormon non riusciva a vedere nulla di ciò che era accaduto come un fallimento: aveva cercato di camminare su un rasoio affilatissimo, perché se era vero che quelle due donne non avevano nulla per incolparlo per davvero era altrettanto vero che lui non aveva alcuna possibilità, in quella situazione, di dimostrarsi innocente — principalmente perché non lo era. Era stato estremamente fortunato a non trovarsi due eroi di fronte, perché sapeva benissimo che le cose sarebbero probabilmente andate in altro modo. Sarebbe decisamente stato più difficile spiegarsi, giustificarsi. Eppure la situazione in cui si era ritrovato gli aveva lasciato un certo senso di stizza addosso, come se fosse particolarmente fastidioso trovarsi dal lato errato della legge. Come gli desse fastidio essere un colpevole.
    Quel pensiero non avrebbe portato a chissà quale cambiamento in Benedict Scott. Come ogni criminale che si rispetti, era assolutamente convinto dell'eliminazione delle unicità. Anzi, a volte sembrava più convinto lui di Hanzo stesso. La differenza, in questo caso, stava nel fatto che era convinto quella fosse la cosa giusta da fare, gli dava fastidio sentirselo addossare come se fosse una colpa, qualcosa di cui vergognarsi. Questo pensiero non sarebbe mai cambiato, nonostante le provocazioni delle due. Complessi di inferiorità? Forse. Questo rendeva meno corretto il suo desiderio? E' davvero sbagliato essere egoisti? Domande troppo filosofiche per rispondervi rimasto da solo in cima al Wako Ginza.
    Se era così convinto di voler eliminare le unicità dal mondo, però, perché allora aveva lasciato che quelle due donne distruggessero il pilastro che avrebbe dovuto difendere? La risposta a questa domanda è probabilmente molto più semplice di quanto si possa pensare: analizzando tutte le possibili variabili, seduto con le gambe a penzoloni giù per la facciata del centro commerciale, Benedict si era reso conto di un semplice, orribile fatto. Lui non era speciale.
    Aveva convissuto con questa convinzione per tutta la sua vita in realtà, ma anche adesso quel pensiero era tornato a perseguitare la sua mente. Per quanto gli desse fastidio ammetterlo, erano necessarie delle unicità per eliminare le unicità, come un diamante che può essere scalfito solo da altri diamanti. Henry aveva offerto il suo corpo e giornate intere per aiutare a produrre quella mole sconfinata di farfalle che avevano invaso la città di Tokyo, suo figlio Yves per camuffare quei pilastri in mezzo alla massa, il dottor Takashi, Sakura e Reiki per indirizzarle nelle zone giuste della città e così via. E lui? Cosa aveva da offrire? Rotto quel pilastro, il giovane Elfin avrebbe potuto sostituirlo senza problemi. Morte le farfalle, qualcun altro le avrebbe generate. Lui non era in alcun modo indispensabile né insostituibile. O forse...
    Se c'era una cosa che contraddistingueva Benedict, era decisamente il suo ruolo. Era un poliziotto e, caso vuole, il fratello del capo della Polizia di Tokyo. Sapeva che numerose persone sarebbero finite in prigione durante quelle operazioni, non potevano materialmente riuscire tutti a scappare da eroi e polizia. Lui era l'unico che teneva salde tra le sue mani le metaforiche chiavi della loro libertà.
    D'altro canto, Kimura amava quel lavoro. Indagare nella psiche distorta degli esseri umani era il suo passatempo preferito, persino meglio dei videogiochi. Per quel motivo giocare con quelle due ragazze, per quanto rischioso, era stato divertente. Aveva deciso in conclusione di trattenersi, di non specificare alla ragazza seduta sul cornicione che aveva solo appellato in modo garbato la donna del pilastro e che di certo non riteneva fosse degna di una statua dato che tutto ciò che aveva fatto era stato provocare. Ma proprio per questo aveva preferito tacere: lui stesso conosceva il valore di una provocazione - ne faceva un giorno sì e l'altro pure per far confessare dei presunti colpevoli - e sapeva che farlo in quel momento sarebbe stato neppure inutile ma semplicemente deleterio, avrebbe rovinato tutto.
    Nonostante tutto, le preoccupazioni della donna con le code erano lecite. C'era un motivo preciso per cui Benedict aveva deciso di tacere sulla loro presenza: segnalarle, con loro davanti, sarebbe significato valorizzarle. Il detective, invece, aveva piani ben diversi. Quello che aveva cercato di far passare implicitamente come un atto di bontà era in realtà il preludio per un atto di sadismo estremo. E anche un pizzico di masochismo in realtà, in fin dei conti.
    Kimura portò le mani ai fianchi, alzando la camicia che indossava sino a metà busto. Con un mugolio di dolore un osso si fece spazio dalla pelle della sua schiena, pur senza ferirlo. Erano anni che non tirava fuori la sua unicità.
    Disgustoso. - disse tra sé e sé, mentre sulla cima di quell'osso di colore grigiastro si formava lentamente una composizione vetrosa di colore nero. L'uomo abbassò quindi nuovamente il capo d'abbigliamento e osservò per un paio di secondi quella lama nerastra da dietro la maschera antigas. Dopo qualche minuto iniziarono a sentirsi le sirene della polizia in avvicinamento, i rinforzi che aveva chiamato.
    La lama affondò velocemente nel fianco sinistro di Kimura, che si appoggiò con la mancina sul cornicione alla sua sinistra. Faceva male, faceva dannatamente male. Così come si era generato, quel braccio osseo ritornò all'interno del suo corpo mentre il detective si accasciava a terra e il suo vestiario si impregnava velocemente del suo stesso sangue.
    Leticia... - borbottò affaticato. Aveva composto il numero di Whisper sul suo cellulare e lo aveva portato all'orecchio. Nonostante si trovasse certamente in difficoltà per il dolore e la perdita di sangue, che ben trasparivano dalla sua voce, era tutto perfettamente calibrato. L'appellarsi all'eroina chiamandola col suo nome di battesimo per incutere maggiore urgenza e pietà, la consapevolezza che i rinforzi erano vicini e lo avrebbero salvato. Bisogna spingersi oltre per rendere una bugia credibile e forse in molti avrebbero considerato Kimura uno psicopatico in quei momenti - Wako... Ginza... Due donne... Mi hanno attaccato... - al termine di quelle parole il telefono gli scivolò di mano, difficile dire se ancora consciamente o ormai l'effetto della ferita aveva fatto il suo corso. Arrivando sul tetto i due poliziotti inviati trovarono il detective grevemente ferito, a terra e con le spalle poggiate al cornicione. I guanti che indossava erano sporchi sull'indice sinistro che, impregnato col suo stesso sangue, aveva disegnato una farfalla stilizzata sul pavimento del tetto del centro commerciale. Che volesse indicare loro il colpevole dell'aggressione che aveva subito?

    Giunta alla Clinica a Roppongi, Eve si sarebbe accomodata nella sala d'attesa che, sigillata, fungeva fondamentalmente da stanza di decontaminazione. Non erano in molti ad avventurarsi all'esterno in quelle condizioni per cui i suoi unici compagni in quell'attesa lunga un paio d'ore erano due persone senza sensi poggiate su dei lettini con una flebo connessa a fianco a loro. Fortunatamente la dottoressa Omori si faceva ben poche domande quando c'erano in ballo delle vite e l'intercessione di Yuya e Yami le avrebbe permesso di restare. Al di fuori della sala d'attesa si sentiva un brusio ben costante, indice che la clinica doveva essere decisamente affollata durante quell'emergenza.
    A tenerle compagnia, oltre che a delle riviste vecchie di qualche settimana su un tavolino in cristallo, un televisore acceso trasmetteva il telegiornale. In quei giorni sembrava quasi che i telefilm e i programmi televisivi fossero la pubblicità tra un telegiornale e l'altro. La notizia dell'ultima ora era un detective della Polizia di Tokyo che era stato ferito al fianco sul tetto del Wako Ginza qualche minuto dopo aver annunciato ai suoi colleghi di essersi trovato ad osservare uno scontro per strada. Aveva dichiarato di essere stato attaccato da "due donne" ma non c'erano altre notizie a riguardo. La zona era stata messa sotto controllo ma, lentamente, il fumo del quartiere si stava diradando sempre più e le comunicazioni erano tornate normali.

    Se Aya avesse deciso di continuare fino al suo obbiettivo finale, il quartiere di Asakusa, il risultato sarebbe stato probabilmente ancora più deludente dell'incontro col Fantasma. Nonostante i possibili disordini di Aogiri di cui l'aveva informata Druid non sembrava esserci nulla di particolare. L'unico particolare degno di nota, forse, poteva essere il fatto che la coltre sembrava essere decisamente più rada rispetto a quella che aveva incontrato finora. Che qualcuno avesse distrutto un pilastro anche lì, proprio come aveva fatto lei qualche ora prima? In ogni caso, il capo di 12th Division aveva ricevuto il suo messaggio ma non aveva risposto. Era comunque un esito prevedibile: dall'uomo che aveva impedito alla bomba alla UA di esplodere ci si poteva aspettare fosse lui stesso da qualche parte in prima linea in quel momento, chissà se contro Aogiri o invece contro quei misteriosi attentatori. Anzi, magari era stato lui stesso a liberare Asakusa ed Aya era semplicemente arrivata in ritardo alla festa. Difficile a dirsi in quel momento, comunque.
    Tornata a casa, sia che si fosse prima diretta ad Asakusa che invece avesse deciso di andarci subito, avrebbe probabilmente visto la stessa notizia a cui aveva assistito Eve, la compagna sconosciuta quel giorno.


    CITAZIONE
    Innanzitutto chiedo scusa per il ritardo, pur avendo avvisato.
    Secondariamente... Ginza è salva! ... Aya e Eve, invece...?
    A voi un ultimo post conclusivo. :neko:
     
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    Le sirene in lontananza erano il segnale che effettivamente i rinforzi per Kimura stavano arrivando e nella fretta di raggiungere la clinica, non pensai nemmeno al fatto che il cognome del detective-barra-agente fosse familiare. Almeno per sentito dire. Diciamo che la delusione di aver visto finire tutto in questo modo era talmente tanta che non stavo pensando ad altro se non al fatto di non sapere esattamente come sentirmi: avrei voluto fare qualcosa, avrei voluto trovare qualcosa effettivamente eppure dall'altro lato il mio istinto di autoconservazione ringraziava che me la fossi cavata senza nemmeno muovere un dito.
    E comunque nonostante tutto quel detective continuava a non raccontarmela giusta, tante cose nella mia testa continuavano a non avere senso. Solo in futuro mi sarei interrogata su come avesse fatto ad avere quella conoscenza delle farfalle che aveva mostrato, quando mi sarei sistemata alla clinica ed avrei appreso le notizie in televisione.

    Onestamente sentivo anche il bisogno di parlare con Yami, non mi tornava il perché avesse deciso di non fare niente. So che in teoria bisognerebbe rispettare le gerarchie, ne sono a conoscenza, tuttavia è pure vero che la curiosità è femmina ed io posso dire di appartenere a quel genere. In ogni caso con il dissiparsi lento lento del fumo potevo dire che il quartiere di Ginza fosse al sicuro, potessi tirare un sospiro di sollievo perché almeno mia madre sarebbe tornata a fare una vita normale in tempi relativamente umani ed io me l'ero cavata senza troppe difficoltà.
    Certo che aspettare la decontaminazione con due persone svenute era davvero noioso, non erano un granché di compagnia. Probabilmente non avrebbero parlato nemmeno da svegli, come avevo mostrato però all'agente sul tetto del Wako la conversazione era una delle mie attività preferite e per fortuna sembrava esserlo anche da parte sua. Mi domandavo però cos'avesse spinto quei due uomini stesi nelle mie vicinanze ad uscire senza una protezione o un filtro, al mercato nero ne avrebbero potuti trovare davvero tanti: perché non procurarsene uno e finire così? Puro istinto suicida? Non sospirai in quei momenti, non finché avessi avuto il casco in testa ancora e non fossi in sicurezza. Yami e Yuya mi stavano aspettando per stare in sicurezza, spero non si aspettassero che dessi anche una mano: l'avevo fatto una volta e mi ero sentita talmente utile da farmi ribaltare quasi lo stomaco. E per fortuna la dottoressa Omori non era una di quelle che facevano tante domande, non conoscendola non mi sentivo un granché volenterosa di scambiar parole con lei sul dove fossi stata e perché quando già avrei dovuto spiegarlo almeno alla ragazza con cui avevo scambiato un paio di messaggi nelle ultime ore.
    Sistemata e decontaminata, comunque, mi sarei messa in sala d'attesa ad---attendere, sì, che il tempo passasse e che si creassero le giuste condizioni per tornare a casa. Mi sarei dovuta portare dietro un cambio, questa divisa era strana da tenere in un posto come questo: magari in televisione davano qualche aggiornamento interessante sulla situazione in città, sembrava già che a Ginza l'atmosfera fosse meno pesante e...
    « Brutto figlio di puttana. » Mi trovai ad esclamare sentendo la notizia del telegiornale che riguardava un poliziotto ferito sul tetto del Ginza Wako da "due donne". Me lo dovevo aspettare che avrebbe cercato di girarci la colpa e la cosa mi dava un fastidio incredibile e se in qualche modo mi aveva tolto i sospetti di dosso, adesso per quel che mi riguardava se li era rimessi addosso tutti quanti. Mi ero alzata in piedi quasi di scatto nel sentire la notizia e dopo aver metabolizzato mi rimisi a sedere in maniera abbastanza pesante, accavallando le gambe con fare nervoso continuando a fissare lo schermo.

    Non aveva senso.
    L'agente Kimura per quel che mi riguardava puzzava davvero tanto di sporco ed adesso l'aveva messa sul personale tirandomi nel mezzo. Non ero preoccupata, non per me almeno, perché per identificarmi non aveva niente: non mi aveva vista in volto, non sapeva quale fosse la mia unicità, non sapeva il mio nome e l'unico indizio che aveva era che avessi due code. Wow, quello sì che avrebbe ristretto le indagini in una città piena di Mutant. L'altra ragazza aveva dato anche un piccolo indizio sulle sue abilità ma non mi riguardava, la cosa che mi dava fastidio era che per incastrare e far venir fuori la verità su quel poliziotto non potevo far niente e...quale poteva essere la verità? Non lo so, dentro la mia testa però ormai era sicuro al cento percento che nascondesse qualcosa.
    Ero uscita in cerca di domande, ero tornata al sicuro con meno risposte di quante ne avessi già prima.
    E zero idee su cosa potessi fare.
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    Passarono diverse volanti a sirene spiegate mentre la Caporecluta era nascosta in un vicolo buio, il detective "Kimura" aveva fatto davvero quella chiamata. Non era uno scherzo, sembravano dirette a Ginza a giudicare dalla strada che stavano imboccando. Attese finché delle volanti non si vide neanche l'ombra e poi proseguì il viaggio fino al quartiere di Asakusa, non avendo ricevuto risposta da Druid diede per scontato che fosse molto impegnato altrove. Le restava ancora un po' di tempo, secondo i calcoli doveva riuscire a fare un salto in quel quartiere per fare una perlustrazione, augurandosi di non trovare qualcosa che servisse solo a peggiorare la situazione, e tornare in tempo a casa prima che i filtri della maschera anti-gas si consumassero del tutto. Così fece, camminò per un po' senza mai far palesare troppo la propria presenza. Aveva come l'impressione che se il detective fosse riuscito a chiamare dei rinforzi, probabilmente qualcuno di loro stava pure controllando al limitare del quartiere di Ginza, come ad organizzare dei posti di blocco. Certo, la situazione attuale era davvero uno schifo e le forze venivano impiegate, con tutta probabilità, per cause più importanti, ma la vigilante mascherata non intendeva lasciarsi cogliere di sprovvista. Secondo dopo secondo, vicolo dopo vicolo, finalmente riuscì a mettere piede ad Asakusa ma quel che trovò non la lasciò troppo di stucco. Cos'altro poteva aspettarsi? Il "soggiorno" al Ginza Wako le aveva tolto un po' di tempo, di conseguenza quelli dell'Albero potevano essersene andati già da un pezzo. Ciò che la incuriosiva di più però, era il fatto che tutto fosse stato ripulito. Non del tutto, certo, ma ora riusciva a vedere bene complice la coltre che si era diradata. Anche ad Asakusa c'era un pilastro ed era stato distrutto? Era un po' sospetto che il pilastro si trovasse proprio dove stava avendo luogo una presunta rivolta dell'Albero. C'erano dei legami tra l'organizzazione criminale e il Culto delle Farfalle? Difficile a dirsi, non avendo qualcosa che potesse dimostrarlo. Essendo che in quel quartiere dovevano essersi radunati i membri dell'Aogiri, forse i suoi colleghi più esperti, probabilmente anche Druid, erano intervenuti. Sapeva bene da molto tempo della rivalità tra la Twelfth Division e l'Albero, di sicuro i colleghi non si sarebbero lasciati sfuggire una rivolta di quest'ultimo, soprattutto se mettevano a repentaglio la sicurezza dei cittadini.
    Non trovando nulla, la Caporecluta decise di tornare a casa, senza indugiare oltre. Aveva fatto il suo lavoro, quella sera, anche se le dispiaceva un po' essersi persa la rivolta dell'Albero. Ci stava pensando da qualche tempo a quanto potrebbe essere utile nella distruzione dell'organizzazione criminale. Forse non era ancora arrivato il suo momento, ma confidava nel fatto che Druid l'avrebbe chiamata un giorno, in futuro, e non c'era motivo di dubitare di lui, le esperienze del Vigilante in Verde rimaste impresse nella Storia parlavano da sole. Si sbarazzò della maschera anti-gas quando fu certa di essere al sicuro e pensò solo a farsi una doccia bella calda, in modo da sciogliere un po' di tensione. Poi accese la piccola televisione che aveva preso qualche tempo fa e si trovava sul tavolo rettangolare, abbastanza lungo da fungere anche come scrivania o dove riporre le scartoffie dei casi su cui lavorava. Con la porta e le finestre chiuse, seguì un po' il telegiornale mentre si asciugava i capelli, rimanendo sbigottita da quel che aveva udito. « Stron- » si trattenne dall'urlare varie imprecazioni, non poteva crederci al fatto che quel detective Kimura avesse finto un'aggressione. Evelynn non gli aveva fatto niente, essendo stata la prima ad andarsene. E né tantomeno la vigilante mascherata, che si era dileguata al momento opportuno. Si vestì subito prendendo i primi indumenti che riuscì a trovare, con tanti dubbi che ora iniziavano ad albergare nella sua mente. Non riusciva a crederci, tra Foxgloves e il detective c'era del marcio nella società che andava estirpato. Poi perché fingere un'aggressione? Si stava vendicando per tutte... quelle accuse? Provocazioni? Non poteva essere quella la ragione, che fosse probabilmente infantile e stupido era da escludere senza stare a perderci tempo considerato come si era comportato durante quell'incontro. C'era altro sotto, senza alcun dubbio. Su quali indizi avrebbero fatto riferimento per rintracciare le "donne" che avevano colpito il detective? Le stesse donne non avevano rivelato qualcosa di personale né si erano tolti la maschera o altro. Se non altro, la finta vittima aveva sbagliato la persona a cui stuzzicare, la Caporecluta non avrebbe permesso che un detective del genere la facesse franca con un'aggressione mai avvenuta. Stavolta avrebbe giocato secondo le sue regole, si sarebbe impegnata per trovare le informazioni, prove concrete, che servissero a smascherarlo. Quel "Kimura" era il primo indizio e doveva trovarne altri per far crollare il castello di carte.
    22 y/o | VIGILANTE | SCHEDA
    FRZ 45 | QUI 120 | AGI 110 | NRG 170


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    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    • Status: Illesa, sì, ma determinata a smascherare 'sto bastardo di Benedict.
    • Tecniche usate:
    • Peso Trasportabile: 3/4

    • Equipaggiamenti:

    〣 Vibe Suit N.00A1 [Costume]
    Il costume di Aya consiste in una suit nera molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto. Poi sono presenti un fodero sul lato della coscia sinistra, che serve a contenere senza problemi la Fluid Gun, e un piccolo contenitore chiudibile con la zip sul lato della coscia destra, dove riporre eventuali oggetti; tutti e due sono stati realizzati in kevlar. Inoltre, Aya indossa una mezza maschera, realizzata in due diversi tessuti pensati per proteggere la pelle dall’attrito quando Aya deve spostarsi velocemente, sia a terra che a mezz’aria, con una zona traspirante compresa tra il naso e le labbra, unita ad una maschera da occhiali protettivi, pensata principalmente per celare le iridi rosse come il sangue cremisi della vigilante.
    Effetto: Resistenza contro danni lievi

    〣 Fluid Gun [Supporto]
    Una pistola, la cui peculiarità non è sparare proiettili, bensì, un concentrato particolare di un liquido nero, il quale a contatto con qualsivoglia superficie si indurisce all'istante, bloccando/rallentando movimenti di un eventuale avversario colpito. Può essere contenuto sino ad 2 litri di tale liquido, che è equivalente all'incirca a 10 colpi. Altresì tutto il contenuto della pistola può essere "scaricato" nella seconda forma, rilasciando tutto ciò che ne rimane in un'unica "onda" di liquido.
    Colpi: 10/10
    Effetto: Paralisi [5 turni]

    〣 Maschera Antigas [Difensivo]
    Dispositivo di protezione delle vie respiratorie da agenti inquinanti dell'atmosfera. Le maschere antigas moderne sono composte da un facciale di gomma o silicone che garantisce la perfetta aderenza al viso; inoltre sono dotate di linguette e fibbie per fissare la maschera antigas dietro la testa. Sono anche dotate di un grande visore trasparente di policarbonato o vetro stratificato che offre un'ampia visibilità. All'interno è presente una seconda maschera che copre la zona naso-bocca. In questa maschera interna sono presenti due aperture: una per l'inspirazione e una per l'espirazione, fornite delle apposite valvole per condizionare il flusso dell'aria. La valvola d'inspirazione è collegata a un filtro che impiega sostanze a base di carbone attivo opportunamente trattate per filtrare e fissare i gas nocivi, mentre la valvola d'espirazione espelle l'aria respirata senza far appannare il visore. L'utilizzo della maschera in ambienti inquinati è possibile solo con un'adeguata presenza di ossigeno.
    Effetto: Filtra l'aria e la purifica da qualsiasi genere di scorie [Annulla danni lievi provenienti da Gas Soporiferi/Velenosi]

    • Lista tecniche:

    #1: Tremor Radius [Livello 2]
    L’utilizzatore rilascia le vibrazioni di media intensità dal palmo di una mano per sferrare un attacco contro l’obiettivo, il quale prenderà forma di un raggio cilindrico di pura forza concussiva dal diametro di trenta centimetri e allungabile fino ad un massimo di tre metri, colpendolo per scaraventarlo via e causandogli danni da contusione, o nel terreno circostante per provocare una scossa sismica (raggio: tre metri), sufficiente a far perdere l’equilibrio a tutti quelli che si trovano sopra, ad eccezione dell’utilizzatore.
     
    Danno: Medio
    Costo: 30 PE
    #2: Earth Rotation [Livello 2]
    L’utilizzatore irrigidisce le vibrazioni intorno a sé a tal punto da formare un campo di forza a 360° fatto di energia vibrazionale, il quale lo proteggerà dagli attacchi di livello medio. Inoltre, gli oggetti che entrano in contatto con il suddetto campo di forza verranno fatti balzare in una direzione casuale.
     
    Resistenza: Media
    Costo: 35 PE
    #3: Sky's The Limit [Livello 2]
    L’utilizzatore sfrutta le vibrazioni per agevolarsi gli spostamenti rilasciandole dalle mani e dai piedi, che sia per spostarsi più velocemente in una direzione e raggiungere così un obiettivo o per compiere salti che normalmente non sarebbe in grado di fare, oltre che per addolcire gli atterraggi da altezze considerevoli. Qualora qualcuno si trovasse nei suoi paraggi, subirebbe l’effetto collaterale che comporta il venir spinti via.
     
    Effetto: Fornisce un aumento temporaneo (2 turni) di un punto agilità ogni dieci punti quirk
    Costo: 40 PE
    #4: Deterioration Internal [Livello 2]
    L’utilizzatore si avvolge di un’aura di energia vibrazionale diventando a tratti irriconoscibile, il cui scopo è quello di stordire l’obiettivo mediante il contatto fisico, che sia un pugno o un semplice tocco, in quanto le vibrazioni si insinueranno nel corpo scuotendo sensibilmente la struttura fisiologica.
     
    Danno: Stordimento [Medio]
    Costo: 40 PE - 10 PE
    #5: Pressure Damage [Livello 2]
    L’utilizzatore attinge al vero potere dell’energia vibrazionale, rilasciando dalle mani un’ondata distruttiva a 180° (raggio: tre metri) per spintonare violentemente e/o rispedire al mittente qualunque tipo di attacco, che sia energetico (come una palla infuocata) o materiale (come una lancia di terra); purché funzioni il parametro Quirk dovrà essere superiore a quello dell’avversario e la potenza verrà dimezzata (mortali > molto gravi > gravi > medio gravi e così via). Inoltre, nella direzione in cui viene lanciato l’attacco, causerà un tremolio di entità media e si andrà a creare una discreta spaccatura sul terreno, sollevando eventuali detriti per spedirli contro.
     
    Danno: Medio
    Costo: 40 PE
    #6: Shattering World [Livello 2]
    Giacché ogni cosa nell’universo vibra a una propria frequenza naturale, l'Unicità permette all'utilizzatore di sfruttare le vibrazioni esistenti e accentuarle a tal punto da sbriciolare - o al massimo danneggiare - la materia, come ad esempio gli oggetti o i costrutti creati dalle Unicità. Tuttavia, a causa della complessità di cui sono fatti i loro corpi, non avrà effetto sugli esseri umani. La tecnica si presenta sotto forma di una "bolla" appena impercettibile attorno all'utilizzatore, dentro cui avrà il controllo su quali e quanti bersagli colpire.
     
    Nota: In caso di costrutti creati dalle Unicità altrui, il parametro Quirk di Aya dovrà essere superiore a quello degli avversari.
    Costo: 20 PE (Attivazione - Mantenimento), più 40 PE per ogni bersaglio



    CITAZIONE
    Grazie per tutto quanto Den! :heart:
     
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30 replies since 26/10/2020, 21:00   1102 views
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