Wandering agony of a little bunny

Combat - Sakiko Yumeno & Evelynn Harcrow

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    Quanto poteva essere difficile rintracciare una ragazza di cui sapevo solamente a grandi linee - ma nemmeno - cosa facesse il quirk? Che poi nemmeno era una conoscenza approfondita, le avevo semplicemente visto far vibrare una maniglia fino a vederla crollare e niente più. Ah beh giusto, sapevo anche che aveva una forza abbastanza fuori dalla norma dato che quel macchinario non poteva essere calciato via senza avere una capacità fisica più forte del normale, no? Era abbastanza pesante da quello che avevo constatato, il macchinario che soffiava quel fumo nero, ed avevo addirittura pensato di far crollare il pavimento per farlo cadere al piano di sotto ma la ragazza aveva trovato una soluzione poco ortodossa ma comunque talmente efficace da farmi rimanere spiacevolmente...come dire, delusa. Ero rimasta a bocca asciutta, ecco, al punto che mi ero chiesta "tutto qua?".
    Però ero sicura di una cosa, anche lei era arrivata alla conclusione che quel detective che era passato come un martire avesse da nascondere talmente tante cose che una giornata intera di domande non sarebbe bastata. Avevo continuato a domandarmi un'infinità di cose e più pensavo a quello che era successo quella sera, più continuavo a chiedermi se davvero fosse stato reale quello che avevo passato: solo a me - e probabilmente alla mia compagna di sventura dell'epoca - era risultato così ovvio? Probabile, l'opinione pubblica non era a conoscenza di tutte quelle cose che erano avvenute sul tetto o, per meglio dire, di tutti i discorsi che erano stati fatti dunque per forza di cose doveva essere così: un poliziotto aveva sventato tutto prima di venir ferito a morte da due donne che poi erano scappate via e, di conseguenza, quelle due dovevano essere per forza delle terroriste.
    Mi aveva dato fastidio, certo, soprattutto per il brutto nome che mi aveva affibbiato. Per un bel po' ero rimasta in disparte a pensare se dovessi fare qualcosa, soprattutto vedendo che il Culto si era fermato ed aveva fatto perdere le tracce di sé: dovevo davvero andare a pestare la coda di un cane che dormiva? Yami in fondo sembrava aver una gran paura di quella gente (anzi, aveva e basta) e perché non ne dovevo avere io? Tutto questo mi contrariava, in particolar modo il volersene lavar le mani da parte della svedese che in compenso aveva cercato di distrarmi mandandomi su un altro tipo di faccenda che per lei poteva essere correlata, per me nemmeno tanto ma se si trattava di far qualcosa come parte di quel gruppo dentro il quale non mi sentivo ancora particolarmente calata, lo avrei fatto volentieri.
    « Dove può essere quel coniglietto? »
    La soluzione a cui ero arrivata era che per fare qualcosa contro quel poliziotto, avrei dovuto cercare la ragazza di quella sera e per farlo mi sarei dovuta esporre piano piano, sempre di più. Non avevo altro modo per farmi notare, in fondo, se non facendo qualche atto estremamente appariscente che però non sentivo fosse ancora nelle mie capacità. Come fare per far dunque sapere di me in giro? Andare in giro nel momento del giorno dove mi sentivo più a mio agio in assoluto per diversi motivi (ergo la notte), andare a cercare qualche giustiziere mascherato non ufficiale, fare...cose e sperare che la mia presenza arrivasse alle orecchie di quella ragazzina. Ergo mi ero messa, da qualche sera, a fare un po' di esplorazione: i mezzi per origliare o camminare senza farmi notare ce li avevo e frequentando qualche persona tramite conoscenze laterali ed ascoltando i rumors, mi era arrivato all'orecchio un piccolo punto di partenza: nei pressi di Bunkyo, da un po' di tempo a questa parte, si aggirava una vigilante di nome Rebel Bunny che andava in giro a punire i cattivi.
    ...ok, l'ultima parte potrei averla inventata io ma il fatto che ci fosse una vigilante era vero. Il fatto però che in un paio di sere nel quartiere non fossi stata fortunata, nei miei appostamenti, mi aveva quasi fatta rinunciare al proposito: mi ero data un limite di cinque tentativi prima di cambiare zona e stasera sarei arrivata a metà del traguardo, era però così tanto noioso dover aspettare di scorgere qualcosa facendo su e giù tra i tetti dei palazzi che avevo seriamente in mente l'idea di portarmi qualcosa con cui intrattenermi. Magari potevo farmi un giretto al Tokyo Dome? No, con la tuta che avevo addosso meglio di no. Gambe incrociate su un tetto, osservavo in basso alla ricerca di qualche movimento sospetto ma, soprattutto, in religioso silenzio. Non era da me star zitta e buona, sono sincera, ma in quest'occasione era quasi dovuto: se avessi fatto rumore io, non avrei sentito---qualsiasi cosa degna di attenzione. Mimetizzata con le ombre della notte, silenziosa come il cielo che nulla dice stavo nel mio come un gufo che, in cima all'albero, aspettava che un roditore uscisse dalla tana per andare a caccia ma in questo caso non stavo aspettando proprio un roditore: stavo aspettando un coniglio che a quanto pare non usciva volentieri quando le luci del giorno lo avrebbero messo un po' più in evidenza.

    Keep them longing,
    make them plead.

    SCHEDA | VILLAIN | CRONOLOGIA | #LIVELLO 6
    Energia: 550 | Forza: 75 | Agilità: 240 | Quirk:210
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    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    “…è una notte buia nella frenetica città di Tokyo. I bravi cittadini che ancora non stanno dormendo si affrettano per fare ritorno dalle loro famiglie, beatamente ignari del pericolo che sta in agguato dietro ogni angolo e in ogni vicolo di questa famelica città. Ma la brava gente di Tokyo può permettersi il lusso di questa ignoranza grazie a valorosi giustizieri che vegliano su di loro. Guardiani della notte che sorvegliano le strade di Tokyo, lì dove la giustizia degli Eroi non arriva abbastanza velocemente – guerrieri… vigilanti come me – Rebel BunAgh-tciù!

    La stoica auto-narrazione della impavida paladina della giustizia venne interrotta da un sonoro starnuto che riecheggiò in cima ad una scalinata nei pressi di una zona residenziale nella periferia del quartiere di Bunkyo. Sakiko tirò su con naso in maniera piuttosto anticlimatica e starnutì di nuovo prima di poter tirare un fazzolettino e soffiarsi il naso.

    “Ugh – questa volta il monologo mi stava pure riuscendo cosi bene…” – si lamentò la vigilante solitaria con una nota nasale – “…questa notte fa più freschetto del solito. Questo costume non tiene molto caldo – mi toccherà procurarmi una versione invernale prima che arrivi l’autunno.” – considerò ad alta voce, abbastanza sicura che non vi fosse nessuno nei paraggi ad ascoltarla. Come aveva constatato nel suo monologo a quell’ora della notte in quella zona giravano solo malintenzionati, ubriaconi e squinternati… e poi ovviamente lei, intrepida paladina della giustizia.

    La ragazza si liberò del fazzolettino sporco gettandolo in un cestino dei rifiuti vicino e si sgranchì flettendo all’indietro la schiena e stiracchiando le braccia sopra la testa. Aveva proprio bisogno di un po’ di movimento. Erano già un paio di mesi che aveva ripreso le sue attività da vigilante dopo che aveva temporaneamente sospeso a causa dello stato in cui si era trovata la città dopo la “Notte delle Farfalle” – dopo quell’evento la città era diventata agitata e tumultuosa per i gusti della ragazza che tutto sommato faceva la vigilante solo come hobby e non era intenzionata a correre rischi inutili.

    Ma il desiderio di menare le mani e azzuffarsi con criminali di poco conto crebbe in maniera graduale ma inesorabile durante quel periodo di astinenza. Non era un sorpresa che il desiderio fosse direttamente proporzionale allo stress che stava accumulando in quel periodo e senza nessuna valvola di sfogo che le permettesse di scaricarlo in maniera soddisfacente sentiva che stava per esplodere.

    La vigilante con il favore delle tenebre navigò furtivamente i vicoli del quartiere con cui ormai aveva preso una certa familiarità. Ritornando infatti alla sua attività di vigilante aveva deciso che fosse più sicuro muoversi in unico quartiere piuttosto che girare tutta la città rischiando di finire in situazioni scomode. Non c’era un vero e proprio motivo per cui aveva scelto Bunkyo come “territorio” da pattugliare. Era abbastanza facile da raggiungere senza essere troppo vicino a casa sua, era un quartiere relativamente tranquillo quindi non rischiava di imbattersi in criminali fuori dalla sua portata e poi era di partenza familiare con il quartiere perché era lì che prendeva lezioni di auto-difesa ed era lì che la sua ragazza Morrigan frequentava l’università. Anche se tecnicamente non era esattamente la sua ragazza. Almeno non in maniera ufficiale… e questa decisamente una delle cause del suo stress.

    Stava bene con Morrigan, dopo aver passato una meravigliosa notte di San Valentino insieme le due si erano avvicinate e avevano iniziato a frequentarsi come “non-amiche”. Il rapporto con Morrigan presentava diverse sfide fra cui quella non insignificante di non poter frequentarsi liberamente in pubblico a causa della sua carriera di idol… ma Sakiko era convinta che la cosa fra di loro stava funzionando piuttosto bene tutto sommato. Perciò quello che non riusciva a comprendere era perché l’irlandese fosse cosi restia a riconoscerla come sua ragazza e non come “tizia che frequento di nascosto”. Da un certo punto di vista Sakiko sapeva che alla fine era solo una formalità e non che pretendesse chissà cosa. Non voleva mica che si fidanzassero ufficialmente, per potersi sposare e annunciare al mondo la loro relazione, anche se occasionalmente si era permessa di fantasticare un po’ su simili scenari.

    Ma davvero non era quello che lei voleva – quello che voleva era giusto essere rassicurata. Rassicurata che entrambe volessero la stessa cosa da quel rapporto e che per Morrigan lei non fosse solo una storia passeggera. Non riusciva a fare a meno di pensare che il motivo per cui l’irlandese si opponesse cosi tanto ad “impegnarsi” in maniera ufficiale fosse perché non pensava che sarebbe rimasta a lungo con lei.

    Considerare quel pensiero la riempì di avvilimento e frustrazione, che la vigilante sfogò calciando di malumore una lattina abbandonata in un vicolo. Sbuffò esasperata e il suo primo istinto fu quello di tirare fuori il suo cellulare e mandare un messaggio su Babel proprio la diretta interessata. Aveva appena scritto “Hey, Momo <3” quando un rumore di saracinesca attirò la sua attenzione prima che potesse inviarlo. La vigilante tese le orecchie e riconobbe il suono di schiamazzi sospetti che proveniva giusto da dietro l’angolo.

    La ragazza piegò le labbra in un sorriso d’anticipazione e ripose via il suo cellulare senza concludere l’invio del messaggio. Sembrava che finalmente avrebbe avuto occasione per sfogarsi un po’.

    Avvicinandosi furtivamente verso l’origine degli schiamazzi passò davanti ad una vetrina illuminata dove scorse il proprio riflesso. Istintivamente si soffermò per un momento per controllare il suo aspetto. Era sicuramente piuttosto soddisfatta del look del suo nuovo costume – si trattava di un modello ispirato ad un costume da “bunny-girl” da casinò. Un body rinforzato ma flessibile di colore nero con sgambatura a pantaloncino, gambe coperte da un pantacollant a rete nero e dei pratici stivaletti militari neri ai piedi. Il volto era coperto da una maschera nera che lasciava intravedere solo la bocca e i limpidi occhi verdi. Il tratto sicuramente più distintivo del costume era però il paio di orecchie nere da coniglietta che facevano capolino dalla chioma bionda della ragazza.

    La idol era stata piuttosto categorica su quell’aspetto e distrattamente le sistemò un po’ perché fossero posizionate a dovere. Purtroppo non si muovevano a comando come avrebbe desiderato ma almeno per il momento l’effetto la soddisfaceva comunque. Oltre che nell’aspetto estetico nonostante le apparenze il costume era una miglioria anche sull’aspetto pratico rispetto a quello amatoriale che indossava precedentemente del quale adesso portava solo la giacca sportiva come accessorio per coprire le spalle.

    La vigilante si diede ultima sistemata e si diede una paio di schiaffetti sulle guancie – era il momento di entrare in scena.


    …e cosi balzò da dietro l’angolo con fare baldanzoso. Davanti a lei si prospettò una scena che aveva correttamente ipotizzato: un paio di ladruncoli stavano cercando di scassinare la saracinesca di un negozio di elettronica. “Ah-ah!” – esclamò con fare teatrale attirando l’attenzione dei due uomini – “Fermi dove siete, furfanti! Vi ordino di arrendervi… nel nome della giustizia!” – dichiarò con tono altisonante mentre in maniera perfettamente coordinata e chiaramente ben praticata sfoggiò una posa scenica da Sailor Moon, stendendo le braccia con fare drammatico. “Se opporrete resistenza dovrete vedervela con me, Rebel BuAH!? - ASPETTATE! DOVE STATE ANDANDO!?” - si interruppe con fare allarmato vedendo che i due criminali dopo un momento di sgomento e perplessità decisero di darsela subito a gambe piuttosto che affrontare la ragazza squilibrata che si era appena palesata davanti a loro, prima che attirasse le attenzioni della polizia o di qualche Eroe.

    “ARGH! Almeno potevate farmi finire la presentazione! Balordi!” – gridò con palese frustrazione apprestandosi però prontamente a lanciarsi al loro inseguimento…








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    SPOILER (click to view)
    Scusa per il ritardo . w .
     
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    Questa tuta con il caldo era terrificante ma dovevo stringere i denti, sapevo che serviva per rendermi il meno visibile possibile anche se la temperatura serale aveva iniziato ad alzarsi. Per fortuna almeno la sera non era così terribile da sopportare, immagino però di dover trovare un rimedio perché così non posso andare avanti anche se sono sicura che d'inverno, a circostanze completamente opposte, mi metterò a pensare che avrei dovuto imbottirla di più. Che poi dove ho il cuore sento un po' di fresco pure, magari l'ho seriamente fatta imbottire troppo oppure la pelle nera non è un buon materiale per fare qualcosa di sopportabile.
    Chissà come doveva essere quella di una persona che si faceva chiamare Rebel Bunny in giro: di sicuro mi aspettavo qualcosa che somigliasse ad un coniglietto e od aveva le orecchie, o un pon pon come coda. Mi aspettavo un po' di bianco, sono sincera, ma non di certo un Mutant di quella specie non tanto perché non ne avevo mai visti, perché sarebbe stato troppo banale. Magari quella era una persona semplice che basava qualcosa sul suo aspetto, chi poteva dirlo. Rimaneva il fatto che come un coniglio vero, per queste sere era rimasto nella sua tana senza farsi vedere da qualsiasi predatore notturno che avrebbe potuto mettergli i bastoni tra le ruote quando magari pensava lei di essere uno di questi, altrimenti non si sarebbe messa a fare la vigilante. Non poteva essere un eroe perché non si sarebbe fatta viva di notte, se fosse stata una villain che dava la caccia ad altri cattivi mi sarei messa a ridere e per forza di cose l'opzione della paladina mascherata che voleva fare per i fatti suoi era la più probabile. O paladino, insomma.
    « Anche nei quartieri più bui, Tokyo è relativamente tranquilla di notte. Sono quasi delusa. » Non mentii mormorando tra me e me, dondolando la gamba accavallata mentre stavo seduta sul cornicione di un palazzo a guardare in basso. Mi aspettavo che ci fosse più vita per il semplice fatto che avendo dimostrato che fosse possibile cogliere gli eroi in controtempo, i cattivi avessero trovato un po' di coraggio per uscire dai propri covi ma a quanto pareva o passavano le coppiette che cercavano un motel da qualche parte o un angolo relativamente oscuro dove fare le loro cose, oppure qualche ladruncolo che magari scappava o tentava di vedere se ci fosse qualcuno da derubare. Non che quello fosse affar mio, qualcuno di sospetto mi era anche passato sotto il naso ma più che osservare dove stesse andando non era che fosse mia intenzione seguire, anzi speravo che fosse qualcun altro a farlo al posto mio in modo da pedinare a mia volta. Un po' complesso, vero? Mi sentivo quasi una stalker a stare quassù nonostante avessi in genere la pazienza di un topo in gabbia sotto effetto di caffeina con una ruota dove correre.
    Che brutta similitud-qualcuno stava urlando e non era un urlo di disperazione o terrore. Probabilmente aveva svegliato qualcuno nelle case di fianco ma era stato abbastanza particolare da attirare la mia attenzione.
    « Potrebbe essere la mia serata fortunata? »

    Non mi ci volle poi più di tanto per raggiungere il luogo da cui l'urlo era venuto, se l'avevo sentito non poteva essere lontano ma quello che mi interessava era il vedere da chi fosse provenuto e da quel che vedevo mentre mi avvicinavo a passo relativamente celere allora potevo dire che le cose, per stanotte, mi fossero andate bene.
    Davvero bene. Non sembrava essere una zona particolarmente trafficata e dunque avrei potuto fare un po' di rumore, però non sembrava essere quello il mio pensiero principale. Più mi avvicinavo, più mi facevo largo quasi (speravo) silenziosamente dalle ombre più mi trovavo ad immaginare come avrei potuto trattare quella piccola coniglietta per ottenere le sue attenzioni, per far spargere la voce sul mio conto...come mi dovevo comportare a tutti gli effetti? Dovevo passare come quella ragazza cattiva che per arrivare a qualcosa non si faceva scrupoli a fare male? Volevo passare come tale? Non lo so, sapevo solamente che a guardare quella ragazzina sbuffare contro la saracinesca di un negozio chiuso mi sembrava di avere davanti una completa amatoriale che giocava a fare la supereroina di nascosto perché non aveva le capacità per farlo ufficialmente e dunque sentivo quasi il suadente desiderio di...rovinare il suo sogno? Farle capire che non era come si era immaginata? Che se avesse incontrato qualcuno capace di metterle i piedi in testa tutto poteva finire in un attimo?
    Il sorriso sotto il casco mostrava solamente i denti bianchi, avevo la stessa sensazione di quando mi capitava di avere sotto le mani qualcuno che non sapeva resistere al mio carattere e mi lasciava qualsiasi cosa in mano.

    Magari poi la sorte avrebbe deciso che quel piccolo coniglietto mi avrebbe letteralmente squartata viva e l'adrenalina di trovarmi a fare qualcosa di letteralmente insolito - ma così stimolante, quando mai capitava di dare "la caccia" a qualcuno? - mi faceva mostrare una sicurezza che non avrei avuto in altre circostanze.
    In genere ero una persona cauta, per farmi notare da quella ragazza che cercavo avrei dovuto mollare le "cattive abitudini". Smisi di non fare volutamente rumore grazie alla mia affinità con le ombre avvicinandomi e lasciando che il rumore degli stivaletti a terra fosse ben udibile, facendo capolino dalle ombre del vicolo dal quale ero finita osservando la ragazza che stasera stavo cercando. Aveva letteralmente le orecchie da coniglio, non poteva non essere lei. « I coniglietti non sono animali notturni, tesoro. » Braccia conserte, la destra che però si alzava e portava l'indice a sfiorarmi il labbro inferiore. Quella era di me l'unica parte visibile: avevo fatto modificare il casco in modo che mi coprisse almeno gli occhi e che fosse simile ad un cappuccio per rendermi il meno riconoscibile possibile ed il risultato non mi dispiaceva. Andare in giro con una bella divisa ma un casco da motociclista sarebbe stato davvero, davvero brutto. « Cosa ci fai fuori dalla tua tana sola soletta? Per fortuna non ti ha trovata nessun malintenzionato. »
    Eccetto me.
    Mi fermai a circa sei, sette metri ad occhio e croce ma non di meno: volevo essere abbastanza reattiva nel caso in cui decidesse di scappare e credetemi, non era assolutamente quello che volevo succedesse.
    « MY LOVE CUTS TO THE QUICK »
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    Forza:
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    • Status: Illeso.
    • Tecniche usate: //
    • Energia: 550/550

    • Equipaggiamenti: Suit + Casco, Kusari Gama
    • Lista tecniche:
    » Nome Tecnica [Livello x]: Descrizione.
    Costo: NA
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    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Sakiko era quasi partita in sprint per correre dietro ai due fuggiaschi nel cuore della notte per dargli una sana dose della sua idea di giustizia. Ma improvvisamente proprio un attimo prima che si lanciasse in corsa sentì un ombra rivolgerle la parola.
    Inutile dire che la cosa prese totalmente di sorpresa, concentrata com’era sull’inseguimento l’inaspettata voce vellutata dell’ombra la fece praticamente sobbalzare sul posto.

    La vigilante bionda in allerta per essere stata sorpresa fece istintivamente un passo indietro mettendosi in guardia guardandosi attorno con fare guardingo per localizzare la fonte dalla voce «C-chi va là?» – chiese impulsivamente con un tono di voce non particolarmente eroico.
    Fu a questo punto che notò che non era stata un ombra a parlare ma un effettiva persona – una persona mascherata e vestita con un costume nero. Un costume nero piuttosto aderente.

    Ironicamente parlando, perfino la non particolarmente arguta vigilante bionda era subconsciamente consapevole che incontrare un personaggio vestito in costume in un vicolo buio nel bel mezzo della notte probabilmente non portava a nulla di buono.

    Non aiutò sicuramente a tranquillizzarla il modo in cui la decisamente donna misteriosa si rivolse a lei con tono suadente e vagamente… giocoso? Quasi come fosse si stesse pregustando il divertimento, in maniera simile a qualcuno che sta pensando ad una battuta divertente ma se la tiene per se fino al momento giusto.

    La donna stava facendo piccole ovvie frecciatine al suo distintivo look da coniglietta. Sakiko sentiva che il personaggio di giustiziera che stava interpretando al momento avrebbe dovuto rispondere prontamente a tono con qualche battuta casual, mostrandosi quel giusto di impavida ed impertinente. Ma in verità la ragazza non era di base particolarmente brava ad improvvisare in maniera cosi spontanea senza un copione ed il suo stato mentale teso e allarmato in quel momento inaridì ulteriormente la sua creatività oratoria.

    Chi era questa misteriosa donna in costume? Cosa voleva da lei? Era per caso una complice di quei due criminali? No, decisamente non sembrava far parte di quella risma. Forse si trattava di un Eroina in servizio che stava pattugliando la zona? Improbabile, Sakiko era abbastanza sicura che con la sua discreta conoscenza di fan degli Eroi avrebbe riconosciuto un personaggio da look cosi… distintivo.

    Questo la lasciava solo con confusione ed incognite. Ma la domanda che più le premeva era: era in pericolo o no?

    Aveva di fronte un nemico o una semplice eccentrica persona che passava lì per caso e aveva pensato di attaccare bottone? Nemmeno con la sua piuttosto innata ingenuità la idol riuscì a considerare la possibilità che la misteriosa donna fosse un alleata.

    La maschera che la donna portava sul viso ne oscurava gli occhi ma Sakiko poteva sentire distintamente la pressione dello sguardo della donna su di lei. L’enigmatica ambiguità che trasmetteva la donna le impediva di comprendere se dovesse sentirsi minacciata o meno – era un po’ come essere fissata da un gatto: difficile sapere cosa stesse architettando ma c’era la buona probabilità che la cosa implicasse qualche guaio.
    D’altro canto se la donna aveva deciso di annunciarsi a voce piuttosto che attaccarla forse non aveva intenzioni ostili? Magari era una vigilante come lei che aveva giusto casualmente incrociato la sua strada?

    Si, suonava troppo comodo anche nella testa di Sakiko.

    Ciò nonostante decise contro ogni buon senso di non darsela a gambe levate prima di scoprire quali fossero le intenzioni della donna e invece cautamente cercando di ricomporsi in maniera più stoica, ma senza però abbassare la guardia o lasciarsi avvicinare, si rivolse alla donna «Er- Salve…? Ti serve aiuto per caso?» – chiese con incertezza come se stesse vagliando che la donna fosse una vecchietta che aveva bisogno di aiuto per attraversare la strada. Ma dentro di se aveva il netto presentimento che non avrebbe davvero voluto vedere cosa l’aspettava dall’altro lato della strada che voleva fare attraversare la donna misteriosa.








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    [Adaptive Suit: Bunny Special ]Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. In oltre la tuta è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Potenziamento: (1/4)
    Danno/Effetto/Resistenza: Resistenza a danni leggeri.





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    Il bello di essere una persona che vive più sotto la luce della luna rispetto a quella del giorno era che queste situazioni non ti facevano paura, anzi ti ci sentivi quasi a casa: quante volte mi era capitato di trovarmi un borseggiatore che mi chiedeva di seguirlo in un vicolo per dargli quello che avevo nella borsetta solo perché ero vestita bene? Quante volte mi capitava di vedere la stessa cosa ma far finta di niente dato che non era affar mio? Oh, ho visto talmente tante cose andare e succedere nei vicoli che ci potrei scrivere un libro tralasciando, ovviamente, i dettagli in cui per i borseggiatori non finisce bene o viene usata qualche abilità che di solito non sarebbe consentita.
    Mi sono sempre domandata in queste circostanze di chi sia l'autorità ed il dovere di intervenire: gli eroi non si potrebbero sprecare per dei furtarelli dunque toccherebbe alla polizia? Ai vigilantes come quel piccolo adorabile coniglietto che avevo davanti? Insomma, aveva reagito proprio come uno di questi animaletti che di notte era stato sorpreso troppo lontano dalla sua tana a farsi i fatti propri sapendo di non dover essere lì, di non potersi permettere di essere lì: uno scatto quasi impaurito, quelli da jumpscare nei film dell'orrore. Anche il tono di voce usato non sembrava dei più sicuri, chissà dov'era finita quella paladina in erba che aveva appena urlato di farsi consegnare alla giustizia a---chissà chi, non avevo visto andar via qualcuno e forse ero stata davvero tanto lenta per questo. Oh beh, non mi interessava chi fosse andato via ma chi, semplicemente, fosse rimasto che per il momento era esattamente chi stessi cercando.

    Mi domando cosa passi nella testa delle persone in questo momento quando si trovano dall'altra parte della barricata: cosa puoi pensare quando vai in giro di notte cercando di far del bene ma ti trovi apparire dal nulla una sconosciuta con un costume abbastanza discutibile, un cappuccio per non farsi vedere in volto e che ti si rivolge in un modo colmo di scherno facendo una battuta abbastanza fraintendibile e da film di bassa lega? Probabilmente penserei che è un pazzo da evitare il più in fretta possibile e...beh, non è che ci si vada tanto lontani nonostante mi reputi tutto sommato una persona perfettamente capace di intendere e di volere o di pensare in modo autosufficiente seguendo un filo logico quasi sempre.
    « Aiuto? Uhm. » Mi feci pensierosa incrociando le mani dietro la schiena, alzando di poco lo sguardo verso l'alto e compiendo dei passi tutto sommato casuali sul posto, come se stessi riflettendo. Tacco, punta, passo. Tacco, punta, passo. Uno a destra, uno a sinistra, uno in avanti un po' come un bambino che non sapeva dove andare o che camminava giusto per passare tre secondi di tempo. « In effetti sì, ad essere del tutto sincera. Vedi, c'è una persona che sto cercando perché avrei da discutere con lei di una questione abbastanza importante, solo che per questioni abbastanza...complicate non posso cercarla in nessun archivio. Questioni legali. » Feci un piccolo gesto con la mano per far proseguire il discorso, fermandomi sul posto e voltando il capo in modo da guardare Bunny dandole il fianco. Le code dietro la schiena ondeggiavano intrecciandosi ritmicamente un po' come se si stessero facendo i fatti loro. « Dunque mi sono domandata...come posso trovarla senza andare a chiedere a persone che mi potrebbero fare troppe domande? Potrei chiedere, che ne so, a dei vigilanti o ad altre persone poco raccomandabili come me, per esempio. Mi hai fatta aspettare un bel po' di giorni, piccola coniglietta. »
    « Non. Si. Fa. » Ridacchiai puntandola con l'indice con fare abbastanza giocoso, perché mi stavo comportando come uno di quei cattivi da televisione che poi venivano puntualmente battuti dal buono di turno perché avevano parlato troppo? Oh, questo non era un film però ma la vita reale, dunque a meno che non ci fosse qualcuno di appostato dietro un angolo proprio come avevo fatto io, sarebbe stata solo una questione di scoprire se i miei allenamenti fossero serviti a qualcosa oppure se quel coniglio fosse un cacciatore molto più bravo di quanto non sembrasse.
    Ed in genere quelli non sono di certo animali predatori.

    « Dunque, piccola paladina mascherata, te la senti di dare una mano ad una persona in cerca di aiuto? »
    Le domandai allargando le braccia, dando poi un'occhiata intorno a me. Di cos'avevo paura, di telecamere di sicurezza? Oh, che mi riprendessero: avrebbero avuto solamente un bel vedere e si sarebbero godute uno spettacolo diverso per cinque minuti dai soliti passaggi random o tentativi di rapina. Se non ci fossero state allora tanto meglio, volevo attenzioni ma non tanto di quel tipo che mi avrebbero fatto cercare da persone indiscrete ma solo da quelle persone che volevo lo facessero.
    Poi il fatto che non avessi intenzione di farmi aiutare in maniera pacifica non coadiuvava di certo il mio non volermi far ricercare, sapevo però che questo era un mondo dove se volevi un favore allora te lo dovevi prendere dunque un po' di metodi poco gentili non avrebbero fatto male a nessuno.
    Magari quella vigilante sarebbe stata un po' più attenta o sarebbe migliorata, piano piano.
    Che brava mentore che potrei essere, davvero.
    ...no, non è credibile.
    Riposi le braccia dietro la schiena, piegandomi un pochetto in avanti compiendo qualche passo cauto e leggero. « Ma dato che non mi va di alzare la voce...ti spiace se mi avvicino? » Non avevo proprio intenzione di fare male adesso, solo di portarmi in quello che poteva essere il mio raggio d'azione ideale: cinque metri, non di più, per poi far partire la mia ombra nel buio della notte fulminea come un lampo nero. Un singolo filamento, niente di differente, diretto allo stomaco della ragazza: niente di pericoloso, a contatto sarebbe stato solo appiccicoso. Si sarebbe attaccato a lei e mi avrebbe permesso di tirarmi verso di lei, azzerare in maniera rapida le distanze per farmi tentare di scivolarle alle spalle e darle un...abbraccio. Presente quando una persona amata si trova dietro di te e ti avvolge affettuosamente le braccia al collo passandole da sopra le spalle? Stessa cosa, senza stringere, tirare o provare a far male per ora.
    Chissà quanto era veloce questo coniglietto.
    « MY LOVE CUTS TO THE QUICK »
    VILLAIN
    Livello:
    6
    Exp:
    1070
    Forza:
    075
    Quirk:
    210
    Agilità:
    240
    Peso:
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    • Status: Illeso.
    • Tecniche usate: //
    • Energia: 500/550

    • Equipaggiamenti: Suit + Casco, Kusari Gama
    • Lista tecniche:
    » Agony's Lace [Livello 3]: C'è chi nella notte si muove meglio trovando il suo mondo, trovando la propria dimensione. Come alcuni animali, del resto, che preferiscono la vita nelle tenebre ed in esse si muovono meglio: un esempio? Un pipistrello. Non che Evelynn sia proprio uno di quegli animali, anzi, ma come loro grazie al favore delle tenebre ha una maggiore mobilità e sicuramente una capacità di movimento superiore.
    Cosa farà tramite questa tecnica? Senza troppi giri di parole scaglierà dall'ombra un singolo filamento nero che andrà ad allungarsi al massimo di 5m cercando di attaccarsi a qualsiasi cosa: potendone modificare la solidità, la ragazza in questo caso deciderà di renderla quasi appiccicosa. Questa tecnica, dunque, verrà usata non come metodo offensivo ma puramente di movimento: potrà per esempio attaccarla ad un qualsiasi individuo per tirarsi a lui e non perderlo di vista, oppure potrà utilizzarla per attaccarsi a delle superfici lontane e poter, di conseguenza, raggiungerle per poter usare la sua abilità per camminarvi sopra. E' una delle cosiddette tecniche di utility, niente che porterà del danno maggiorato..
    Costo: 50
    Danno: //
     
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    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Sakiko già si stava pentendo di non aver seguito il suo istinto ed essersela data a gambe lì sul momento prendendo esempio dai due furfanti che aveva colto in fragrante – adesso loro erano sicuramente salvi e al sicuro ben lontano da quel luogo e ormai anche dalla mente piuttosto preoccupata della idol.
    Forse la fuga non sarebbe stata un opzione particolarmente eroica o dignitosa… ma Sakiko era dell’opinine che non c’era neanche molto di eroico e dignitoso nell’essere presi a calci da qualcuno.

    E malgrado i sorrisi civettuoli e il tono di voce mielato la misteriosa donna mascherata dava chiaramente l’impressione di non avere alcuna buona intenzione nei suoi confronti… e a dir la verità Sakiko era sempre meno interessata a scoprirlo.
    La vigilante intimorita quindi arretro di un altro passo all’indietro cercando di mantenere le distanze dalla donna che dal canto suo invece sembrava avere l’intento completamente opposto.

    La donna si muoveva in maniera deliberatamente sinuosa e artificialmente spensierata. La donna stava recitando una parte molto specifica e Sakiko poteva riconoscerlo perché in fondo recitare era il suo lavoro.

    L’impressione che le data era quella di un gatto che vuole giocare un po’ con la sua preda – e questo le iniettò un sensazione di irritazione e allo stesso paura dentro le vene. Non aveva intenzione di fare da preda a nessuno.
    Dentro di lei si sviluppò un urgente dilemma basato sul natura istinto che ogni essere umano prova quando si trova di fronte ad una minaccia: combatti o fuggi.
    Momentaneamente indecisa se seguire l’impulso di alzare le gambe per tagliare la corda o alzare le mani per difendersi la ragazza non seguì molto il discorso della donna – sostanzialmente le uniche cose che comprese dall’ascoltarla fu che stava cercando qualcuno e che amava abbastanza il suono della sua voce.

    il suono della sua voce.

    Un inaspettata realizzazione fulminò la mente di Sakiko spiazzandola.
    Aveva già sentito quella voce.

    Non l’aveva notato all’inizio perché era troppo occupata ad essere spaventata e confusa ma improvvisamente i toni caldi della voce della donna risuonarono con un evanescente familiarità nelle orecchie della vigilante.
    Conosceva quella voce. Ne era sicura – e Sakiko non era davvero il tipo da sbagliarsi su queste cose. La ragazza vantava un notevole orecchio musicale e una discreta propensione a ricordare voci e musica che ascoltava anche ad una certa distanza di tempo. Specialmente le voci di persone che le avevano lasciato una certa impressione.

    Ma forse per via del panico e dell’agitazione la ragazza in quel momento non riusciva ad associare un nome a quella voce – sentiva un distinto ricordo aleggiare e volteggiare intorno alla sua testa come una fastidiosa mosca estiva che sfuggiva costantemente e beffardamente dalla sua presa. Per quanto si sforzasse non riusciva a metterlo a fuoco.

    Esasperata dalla tensione e dalla confusione la vigilante quindi sbottò «Aiutarti a trovare qualcuno? Di cosa stai parlando e soprattutto… ci conosciamo per ca-AGH! CHE DIAMINE FAI!?» – si interruppe in grido inorridito quando la donna le lanciò contro una sorta di filamento nero che andò a colpirla nell’addome indifeso dove rimase attaccato.

    Subito Sakiko seguì il suo primo istinto e cercò di rimuovere l’inquietante filamento dal suo costume ma subito si rese conto che si era trattata di un errore quando constato la natura appiccicosa di quel filamento e la ragazza non solo non riuscì a liberarsi ma dovette pure faticare per non rimanere con le mani incollate. In una frazione di panico e frustrazione la ragazza sbottò «Cosa diamine stai facendo!? Che diamine vuoi da me!?» – ingenuamente non cogliendo che il dialogo ormai era superfluo e che sarebbe stato più saggio subito prepararsi alla lotta.

    La idol però non ebbe tempo di rivalutare il suo errore di valutazione – prima ancora che finisse la frase la donna infatti sembrò utilizzare quel filamento come traino per tirarsi a lei azzerando le distanze con velocità fulminea. Sakiko ebbe appena modo di seguire i movimenti rapidi della donna che con agilità disarmante si portò alle sue spalle – sentì le braccia della donna stringerla da dietro e pur non percependo un intento violento in quel gesto nella testa della vigilante scattò un campanello di allarme. In risposta a quel contatto fisico non richiesto di riflesso la vigilante cominciò a sgomitare per liberarsi dalla presa non particolarmente serrata della donna “HEY! Giù le mani!» – protestò indispettita.


    SPOILER (click to view)
    EDIT
    Avevo mancato di rispondere all'ultima parte - ho modificato per aggiungere la reazione mancante.






    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Normale | Peso 0/4 | Energia 300 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90

    EQUIPAGGIAMENTO
    QUOTE
    [Adaptive Suit: Bunny Special ]Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. In oltre la tuta è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Potenziamento: (1/4)
    Danno/Effetto/Resistenza: Resistenza a danni leggeri.





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    Edited by Leonarch - 17/9/2021, 00:00
     
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    E' incredibile come le persone in presenza di un qualsiasi pericolo grande o piccolo che sia cambino completamente atteggiamento. Non importa quanto tu possa atteggiarti, non importa quanto effettivamente tu sia forte o meno ma se riconosci una situazione come colma di insidie e del tutto differente rispetto a ciò che stavi facendo prima, la guardia alta è il minimo che tu possa fare e questo ne era il caso più evidente: Bunny era passata dal fare la spavalda con due ladruncoli da vicolo nascosto che cercavano di entrare in un negozietto per prendere chissà cosa e vivere in maniera un po' meno difficile, decantando giustizia, correttezza, rettitudine e coraggio nell'affrontare due persone inesperte in toto, al cercare di mediare per capire cosa volesse una persona come me che nemmeno si era fatta sentire al momento di avvicinarsi, apparsa dal nulla e con un vestito che sembrava dire di non essere una di quelle persone che potevi trovare in un vicolo per caso.
    Se mi si poteva classificare, di certo non mi si sarebbe messa in quella categoria di persone da cui la mamma ti raccomandava da piccola: di certo rientravo nel giro degli "sconosciuti" dai quali non accettare le caramelle o quegli estranei da evitare quando si passava per una strada poco illuminata la sera, mi piaceva però dire che ero un passetto oltre dato che non lo facevo mai e che quando mi capitava, si trattava sicuramente di un'occasione speciale.
    E questa era un'occasione speciale.

    Chissà se quei due ladruncoli si erano fermati a guardare o se semplicemente se l'erano date a gambe. Voglio pensare la seconda, insomma al posto loro me ne sarei andata con la forza di mille soli cercando di non esser preso da una Vigilante che quella sera non aveva avuto niente di meglio da fare che una ronda rovinandomi i piani. Magari avrebbero potuto vedere di come la situazione si fosse sviluppata e nel caso tornare sul luogo del misfatto ma se per caso mi fossi dimostrata completamente pazza ed avessi colpito ed attaccato anche loro?
    Non lo avrei fatto, sia chiaro, era solo un'opzione da dover considerare da parte loro e poi odiavo avere possibili seccature in mezzo, che se ne andassero e mi lasciassero da sola nel mio vis-a-vis con questa bella coniglietta lasciandomi fare la parte del gufo notturno in santa pace.

    Il punto comunque era - almeno uno dei punti - che mi stessi divertendo nel vedere quella faccia allarmata, quell'espressione di chi non sapeva cosa aspettarsi e perché no, di chi sapesse di poter essere in grande pericolo: cosa ti aspetteresti da una persona che appare dal nulla e dice di aspettarti da qualche giorno a questa parte? Niente di buono, l'aspettare qualcuno significa essersi preparata per questo incontro, sapere cosa possa fare e poter agire di conseguenza dimostrando, o almeno lasciando supporre, di avere un discreto vantaggio. Io non sarei tranquilla se sapessi che qualcuno avesse passato il suo tempo a studiare cosa possa fare per contrastarmi mentre io, all'oscuro di tutto, non avere la minima idea di cosa aspettarmi.
    Potrebbe succedere di tutto, potrebbe mettermi KO in un colpo per poi portarmi da qualsiasi parte per un'interrogazione, una tortura o chissà quanto altro oppure potrebbe semplicemente decidere di farmi fuori in pochi secondi prima che io possa aver modo di fare qualsiasi cosa. Non sarebbe bello e non vorrei mai un incontro del genere ma in tutto questo la coniglietta aveva un po' di fortuna: non avevo intenzione di attentare alla sua vita. Avevo solo voglia di fare un po' di rumore perché si potesse spargere la voce in giro ed alla fine riuscissi ad arrivare alla persona che stessi cercando, tutto qua. E non capisco perché tutto quell'orrore nella voce, la mia ombra non era così tanto disgustosa: una volta compiuto il suo compito sarebbe tornata ad essere una docile macchiolina nera e nemmeno avrebbe lasciato traccia del suo passaggio, per ora.

    « Te l'ho detto, ho bisogno di aiuto. »
    Le mormorai una volta spostatami alle sue spalle con una velocità che, a quanto pareva, la ragazza non era riuscita a sostenere. Ero riuscita a sorprenderla in qualche modo ed il fatto che mi fossi limitata ad abbracciarla (non era nemmeno poi così bassa, credo più o meno fossimo allo stesso livello e l'eventuale differenza fosse dettata solamente dalle calzature) poteva farle capire che non avessi in fondo delle intenzioni del tutto cattive nei suoi confronti. Certo, se avessi voluto parlare e basta mi sarei già seduta su un...qualcosa ed avremmo già cominciato a conversare ma questo avrebbe portato delle domande che io non avevo intenzione di sentire ed alle quali non volessi rispondere.
    E poi si sa che i Vigilanti e le persone mascherate nei vicoli di notte non possono andare d'accordo, dunque era quasi obbligatorio da parte mia usare un po' di maniere forti per farmi ascoltare così come le aveva usate lei, più o meno, sgomitando per mandarmi via. Mi presi un paio di colpi nello stomaco, il fatto però che avessi "un'armatura" rinforzata non mi diede molto modo di preoccuparmi dei danni che avevo preso ed anzi erano quasi del tutto nulli. Come poteva un gesto del genere farmi danni? Era stato compiuto più per liberarsi che per tentare effettivamente di ferirmi e questo mi costrinse a fare qualche passo indietro tenendomi più per riflesso lo stomaco che per effettivo dolore. Strinsi appena i denti con fare di disappunto, ed io che volevo essere parzialmente pacifica. « Che bambina poco pacifica che sei. » Mormorai a denti stretti iniziando a sentire, però, un leggero sapore dolce all'interno della bocca: stavo tastando con mano della paura, dell'ansia? Che per Bunny avesse iniziato a farsi largo una sorta di agonia che preannunciava un po' di sofferenza ed in parte anche della mia superiorità? Se fosse stata un'esperta, alla fine, né mi avrebbe lasciata avvicinare così facilmente né avrebbe risposto in modo così debole.

    Dunque potevo giocare.

    Presi quei due o tre metri indietreggiando a causa del colpo, usai la mano che non stava appoggiata allo stomaco (più per scena che per altro) per compiere un piccolo gesto piegando indice e medio in direzione di Bunny dando un piccolo comando mentale all'ombra ai miei piedi: stavo facendo il possibile, durante le mie solitarie sessioni di allenamento, per rendere i miei attacchi un po' meno prevedibili a partire dalla preparazione e per fortuna aumentando io i miei riflessi, avevo ottenuto che anche la mia ombra fosse relativamente più agile e scattante, cosa che si sarebbe (spero) riflessa adesso quando questa tramutò di nuovo assumendo di nuovo una forma sottile ed affusolata, scattando verso la gamba sinistra della vigilante. Non volevo se ne andasse, dunque limitare i suoi movimenti sarebbe stato quanto di più producente avrei potuto ottenere in questa situazione e mi spiaceva un po' in fondo che le avrei fatto male se l'avessi presa, dall'altro lato mi avrebbe dato una situazione di vantaggio lasciandomi crogiolare in un calderone di sicurezza nel quale era anche un po' pericoloso stare ma avendo un po' la fissa del controllo, non mi sarebbe dispiaciuto più di tanto.
    Insomma, per farla breve ad un colpo di frusta alla parte posteriore della coscia sinistra. Non sapevo se fosse il suo lato dominante o meno, era sempre una gamba e come tale determinava quanto si potesse muovere o no. « Ed ho bisogno che tu stia qui per qualche minuto. » Conclusi con un po' più di serietà, forse era finito il momento di scherzare.
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    Tecniche, Equipaggiamento & Status
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    • Status: Illeso.
    • Tecniche usate: Agony's Whiplash
    • Energia: 450/550

    • Equipaggiamenti: Suit + Casco, Kusari Gama
    • Lista tecniche:
    » Agony's Whiplash [Livello 3]: La notte è buia e piena di terrori, la notte porta consiglio. Due detti differenti ma riguardanti la stessa cosa, ciò che porta la notte: può cullare e donare riposo così come può donare ansia e panico per l'ignoto che sta nelle sue ombre. E nell'ombra di Eve cosa si cela?
    Potendo modificare a piacimento la forma e dimensioni della sua ombra, così come la densità, Evelynn in questo caso la allunga e ne cambia forma scagliandola verso un avversario che si trovi entro i 5m da lei. Dandole una forma affusolata, diventerà un filamento a forma di frusta che verrà utilizzato per provare a colpire il bersaglio prescelto. Subito dopo il tentativo di attacco, che vada a segno o meno, l'ombra tornerà al suo posto riprendendo ad essere la semplice schiavetta di Eve.
    Costo: 50
    Danno: Lacerante - Medio/Grave
     
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    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Inaspettatamente anche per Sakiko il suo piuttosto debole contrattacco di sgomitate riuscì a permetterle di divincolarsi dalla presa non particolarmente restrittiva della donna mascherata. La idol non perse tempo a cogliere l’occasione per allontanarsi dalla donna distanziandosi di un paio di metri per poi girarsi e volgersi nuovamente a guardare la sua aggreditrice.

    A quanto pare la donna era rimasta relativamente sorpresa quanto lei dall’atteggiamento poco “mansueto” della vigilante e anche lei si era preventivamente ritrattata indietro aumentando ulteriormente la distanza che le separava. La donna sembrò leggermente indispettita dalla mancanza di collaborazione di Sakiko – si aspettava forse che si lasciasse molestare senza fare resistenza? O forse semplicemente aveva drasticamente sottovalutato la sua capacità di difendersi?

    Pensò oltraggiata la bionda espirando nervosamente dal naso con respiro accelerato. Era assolutamente furibonda che la donna si fosse presa la libertà e la confidenza di avvicinarla in quel modo. Chi diamine credeva di essere!? Sbottò mentalmente mentre un pericolosa quantità di rabbia si mischiava al mare di paura che le rombava nel petto tingendone le opprimenti onde di rosso.

    Inutile dire però che la combinazione di rabbia e paura non è assolutamente lo stato mentale ideale per qualcuno che si trova in immediato pericolo e che dovrebbe mantenere piuttosto una mente lucida e calma.

    Sakiko infatti, confusa, impaurita e indispettita, trovò piuttosto difficile ragionare in maniera efficiente su quale fosse la linea d’azione più opportuna per uscire da quella sgradevole situazione. Ancora una volta sentì l’impulso di scappare, ma questo venne subito smorzato dal desiderio di assestare una meritata manciata di schiaffi a quella donna sfacciata. Ciò che la irritava di più è che la donna avesse deliberatamente scelto di abbracciarla piuttosto che colpirla perché chiaramente non la riteneva una minaccia – non la stava semplicemente sottovalutando la stava arbitrariamente trattando come un giocattolo innocuo con cui divertirsi.

    Detto ciò però un più appropriato pensiero obbiettivo accumunò i divergenti impulsi di rabbia e paura: la semplice constatazione che la donna era dannatamente veloce. Perfino una mente poco acuta e in aggiunta alterata come quella di Sakiko non poté realizzare istintivamente che se avesse cercato di darsi semplicemente alla fuga la donna quasi certamente sarebbe stata in grado di raggiungerla in un batter d’occhio.

    Per non parlare che sembrava disporre di un Quirk le cui capacità erano ancora ignote alla vigilante. Voltare le spalle alla sua avversaria per fuggire sarebbe stato senza ombra di dubbio un grave errore. Sakiko in fondo aveva già sperimentato sulla propria pelle che questo approccio poteva essere piuttosto contro-produttivo. L’ultima volta che aveva deciso di darsi alla fuga era finita pateticamente ad essere alla completa mercé del suo avversario. Per sua fortuna però in quell’occasione il suo avversario era Joshua, americano scorbutico e dai modi orribili, ma fondamentalmente onesto e di buon cuore – almeno abbastanza da graziarla – cosi l’unica cosa venne ferita in quell’occasione era stato il suo orgoglio.

    Sakiko non aveva neanche bisogno di contemplare la possibilità per un secondo per avere la certezza che la persona che si trovava davanti non aveva di certo il buon cuore di Joshua. Un brivido gelido le guizzò su per la schiena al pensiero di cosa avesse intenzione di farle quella donna se fosse stata alla sua mercé.
    No. Non poteva darsi semplicemente alla fuga – almeno non senza prima assicurarsi di impedire alla donna di inseguirla. Per far ciò non aveva altra opzione che rimanere e difendersi.

    Con questa disperata risoluzione la ragazza rispose a tono alle parole della donna che l’aveva appena chiamata ‘bambina’“Io non sono una bambina – e non apprezzo che qualcuno mi tocchi senza permesso. I tuoi genitori non ti hanno insegnato a rispettare lo spazio personale altrui? Non so che cavolo di aiuto vuoi da me, ma se ti avvicini di nuovo quello sarà solo un assaggio!” – la minacciò in maniera convincentemente stoica enfatizzando la minaccia mostrando in maniera eloquente un pugno serrato alla donna. Sarebbe stata piuttosto credibile se non fosse che la mano le tremava leggermente e che era abbastanza consapevole che nonostante la donna avesse fatto un po’ di scena le deboli gomitate che le aveva assestato non erano di certo un deterrente particolarmente efficiente per convincere la donna che la vigilante fosse più pericolosa di quel appariva.

    A minare la risoluzione della ragazza c’era anche quel persistente senso di familiarità che le trasmetteva la voce della donna – ma qualsiasi sforzo di rammentare a chi appartenesse la voce ancora rimaneva vano, esasperandola e rendendola ancora più frustrata dalla situazione. Certo, avvrebbe potuto semplicemente chiedere direttamente alla donna chi fosse… ma visto che si era presentata con un maschera la vigilante intuì che probabilmente non sarebbe stata particolarmente incline a darle una risposta.

    In ogni caso il tempo delle chiacchiere sembrò volgere a termine perché la donna decise di rispondere alla poco convincente intimidazione di Sakiko attaccandola. La vigilante non notò neanche cosa la colpì – vide solo di sfuggita un guizzò nero sbucare dall’ombra quasi come se l’ombra stessa si fosse animata e sferzale dolorosamente il retro della coscia sinistra “Cos-OUWH!” – squillò con fare allarmato la vigilante facendosi sfuggire un sonoro gemito di dolore.
    Sulla parte colpita della gamba c’era adesso una strappatura nel collant che pur in fibra rinforzata era riuscito solo ad attutire leggermente la forza del colpo lasciando che la frustata lasciasse un visibile segno rosso sulla pelle della ragazza.

    Incassando il colpo la vigilante perse leggermente l’equilibro barcollando leggermente verso il basso ma sorreggendosi con l’altra gamba evitò di crollare a terra. “Ugh… you fucking bitch…”– imprecò istintivamente fra i denti. Per qualche motivo le veniva sempre più naturale ricorrere all’inglese per imprecare o utilizzare un linguaggio più scurrile.

    La ragazza alzò uno sguardo ricolmo di rinnovata collera fulminando rancorosamente la donna “Va bene… se hai proprio voglia giocare, ti darò una bella palla per farlo…” – dichiarò con tono di voce cupo e astioso. La ragazza non ebbe alcun ulteriore momento di esitazione – con un movimento fluido e rapido aprì il palmo della mano sul quale si materializzò prontamente dal nulla una palla da bowling accompagnata da un distintivo rumore di risucchio.

    Prima che la donna potesse comprendere le sue intenzioni, Sakiko bilanciò il proprio peso sulla gamba destra illesa e lanciò senza sforzo la palla da bowling come un bolide verso la sua avversaria. Dandogli perfino una curvatura ad effetto mirò a colpire approssimativamente la zona del torace della donna.





    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Danni Medio-Gravi Gamba Sinistra | Peso 0/4 | Energia 280 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90

    TECNICHE
    QUOTE
    Bunny Strike [Livello 2] [Costo 20]
    Saki richiama una palla da bowling dal suo Nexus e dopo averne annullato il peso con il suo quirk Libra la tira con forza contro un nemico. La palla da bowling può essere eventualmente sostituita con un oggetto di dimensione e forma analoga trovato sul campo di battaglia. La palla da bowling "evocata" da Saki raggiunge un peso di circa 8 kili.
    Raggio; 7 Metri.
    Danno/Effetto: Danno medio / Richiamo (Creazione) di (1) Oggetto "Palla da bowling" sul campo di battaglia.

    EQUIPAGGIAMENTO
    QUOTE
    [Adaptive Suit: Bunny Special ]Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. In oltre la tuta è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Potenziamento: (1/4)
    Danno/Effetto/Resistenza: Resistenza a danni leggeri.



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    Edited by Leonarch - 24/9/2021, 00:27
     
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    Oh, la ragazzina - perché era chiaro che almeno si trattasse di una lei, questo ormai era un dato di fatto - non sembrava avere dei riflessi così tanto veloci da permetterle di essere un effettivo pericolo, per quel che riguardava la velocità parlo, immediato. Non potevo sapere sugli altri campi però, magari era quel tipo di persona che quando ti prendeva una volta ti smolecolava perché colpiva troppo forte e se da un lato ero curiosa, dall'altro non ci tenevo a sfidare la fortuna. Ero una persona che giocava molto safe da questo punto di vista, sapevo che se non avessi subito colpi non avrei sentito nemmeno del dolore e dato che il dolore non mi piaceva, era bene allenare i riflessi almeno e le difese in modo da stare in tranquillità al massimo delle mie possibilità: era per questo anche che avevo fatto richiesta che la mia armatura venisse imbottita il più possibile.
    Il punto comunque era che dal momento in cui poco prima ero riuscita ad avvicinarmi e sgattaiolarle alle spalle senza alcun tipo di difficoltà, anzi in maniera relativamente semplice mi aveva dato un piccolo boost alla confidenza...anzi che dico piccolo, enorme, dandomi da pensare che quella fosse legittimamente la mia little bitch in quei pochi momenti e che sarei riuscita nel mio intento di farle parlare un po' di me in giro.

    Che poi come funzionava per i vigilianti? Quelli chiamati Villain erano divisi in organizzazioni che più o meno si rispettavano o stavano nel loro - credo, non sono tanto esperta del settore nonostante il mio di gruppi - ma l'altro lato della criminalità/legalità alternativa? Si parlavano? Andavano d'accordo? Si trovavano ogni tanto per bere dei caffé e parlare di quali cattivi avessero preso?
    E perché stavo pensando a queste cose fuorché a quello che avrei dovuto fare, ovvero combattere? Vederla venir colpita dalla mia frustata alla gamba, però, mi lasciò in volto un sorriso non indifferente che alla luce sarebbe stato molto visibile mentre all'ombra beh, quello un po' meno. Chissà la ragazzina che avevo davanti che stava pensando in quel momento, che forse era stata sfortunata a trovare una tizia dall'aspetto discutibilmente poco rassicurante che voleva divertirsi un po'? Avrebbe dovuto solo maledire il fatto che avevo sentito parlare di lei in giro e che avevo deciso sarebbe stata lei il mezzo per diffondere la mia voce, almeno per iniziare a farlo, ed il fatto che fosse caduta in una piccola provocazione mandandola su di giri non migliorava la situazione.

    Volevo vedere di più.
    Volevo vedere quanto potesse diventare madida di rabbia ma soprattutto volevo sentire quale fosse il suo verso di dolore. Non era un bel pensiero da fare e riconosco che non è una cosa che mi capita di pensare spesso, forse era la consapevolezza apparente di poter fare quello che volessi che mi spingeva ad accendere l'interruttore ed aprire la porta a quel mio piccolo lato che non credevo nemmeno di avere. Era come se volessi tirare fuori un po' tutto il male che mi era stato fatto o come se volessi davvero far la parte della cattiva. « Hai detto qualcosa, stella? Per caso un complimento per m- »
    Quella era una palla apparsa dal nulla che mi stava volando addosso.
    Perché ultimamente avevo a che fare con quirk che attaccavano dal nulla? Fra materializzazioni e portali stavo facendo dei bei test di pratica, devo ammetterlo, ma l'elemento sorpresa mi diede il tempo giusto per incrociare le braccia dopo essermi chinata ed aver eretto una piccola difesa, lasciando che la palla andasse ad impattare sui miei arti inferiori e---uh? Come mai non avevo sentito così tanto dolore? Forse era l'armatura, forse magari era l'allenamento, magari un po' tutte e due.

    Ma questo era pericoloso.
    La palla da bowling impattò a terra dopo aver colpito le mie braccia, lasciandomi un lieve torpore.
    Appunto.
    Lieve.
    Non mi aveva fatto quasi niente.
    Appoggiai una mano a terra accarezzando la mia ombra come farebbe una mamma con la sua bambina, era la mia arma migliore quella. L'altra andò a prendere il kusari gama che mi portavo dietro togliendolo dalla cintura, lasciando che la parte lunga toccasse il suolo. Dovevo fare pratica anche con quello alla fine, questa mi sembrava l'occasione migliore anche perché l'avevo appurato incassando il colpo di prima: quella coniglietta non poteva farmi quasi niente mentre sembrava che il mio colpo avesse causato qualche danno e se prima avevo una piccola dose di confidenza, adesso che avevo appurato la mia effettiva superiorità era peggio perché volevo giocare con lei ancora per un po'. E non giocare come intendono le persone normali, giocare in senso davvero, davvero brutto. « Non avresti dovuto uscire da sola stanotte, coniglietta. »
    Mi tirai in piedi e la mano che toccava l'ombra compì un arco verso l'alto, lasciando partire dalla macchia nera tre mezze lune dirette verso il corpo della ragazza e non proprio casuali: una per la spalla sinistra, una per la destra ed una per il perfetto centro del corpo. Come un animale pericoloso che cerca di colpire con un graffio poderoso, la mia ombra sarebbe stato proprio questo riflesso. « E se per farti stare ferma dovrò farti un po' male allora così sia. »
    Feci schioccare il kusari gama a terra, pronta ad usarlo. Magari potevo applicare qualche "studio particolare" su di lei, chissà se potevo essere abbinata a qualche animale predatore notturno adesso.
    Un po' tale mi sentivo.
    « MY LOVE CUTS TO THE QUICK »
    VILLAIN
    Livello:
    6
    Exp:
    1070
    Forza:
    075
    Quirk:
    210
    Agilità:
    240
    Peso:
    2/4


    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    ©
    • Status: Danno Lieve [braccia].
    • Tecniche usate: Agony's Whiplash
    • Energia: 400/550

    • Equipaggiamenti: Suit + Casco, Kusari Gama
    • Lista tecniche:
    » Agony's Feral Umbra [Livello 3]: La notte, oltre ad esser buia, a volte è anche pericolosa: basta trovarsi in un posto non familiare, l'ambiente sbagliato, il posto meno adatto ed allora anche una singola passeggiata di piacere può trasformarsi in una pessima esperienza. Il buio cela i pericoli, che siano persone o predatori notturni usciti per la propria attività spingendosi, a volte, anche un po' oltre per andare a trovare qualcosa di nuovo - o per necessità. Spesso le persone più ignare non si accorgono della loro presenza fino a quando non li hanno davanti o quando non hanno le loro zanne, o artigli, direttamente sopra il corpo.
    Modificando la consistenza della propria ombra, Evelynn con un semplice gesto della mano andrà a compiere un movimento verticale facendo partire dai propri piedi tre artigli neri che verranno direzionati verso un singolo bersaglio distante al massimo 5m da lei: questi artigli saranno collegati sempre all'ombra della ragazza ed una volta dopo aver colpito, verranno da essa immediatamente riassorbiti tornando ad essere semplicemente parte di una piccola ed innocua macchia nera.
    Costo: 50
    Danno: Lacerante - Medio/Grave
     
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    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Sakiko era finalmente riuscita a contrattaccare la sua aggreditrice. Ma il suo contrattacco purtroppo non le diede la soddisfazione che aveva sperato.
    La vigilante bionda infatti osservò la sua palla da bowling volare come una palla di cannone e raggiungere senza intoppo il bersaglio nella sua traiettoria – un centro perfetto. La donna misteriosa aveva istintivamente usato le braccia per pararsi e la palla da bowling aveva impattato su di esse con un tonfo morbido per poi finire a terra e rotolare via fuori vista.

    Purtroppo la vigilante dovette constatare il demoralizzante fatto che la donna non sembrava aver riportato alcun danno concreto da quell’attacco. In genere quando una persona normale incassava una palla da bowling lanciata a quella velocità era sufficiente per metterla al tappeto, in genere assicurandogli anche la necessità di una visita all’ospedale – sicuramente nessuna persona normale dopo aver subito un simile attacco c’avrebbe pensato due volte prima di continuare il combattimento.

    Ma vedere invece la donna sbolognare con tanta leggerezza, quasi indifferenza, quell’attacco fece realizzare a Sakiko quanto poco normale fosse il suo avversario.
    La terrificante consapevolezza si insinuò come una lama gelata nella mente della ragazza: se quell’attacco non era riuscito a farle alcun danno nessun altro attacco nel suo arsenale probabilmente sarebbe riuscito a fare di meglio.

    Sakiko non si prese neanche la briga di chiedersi se l’attacco fosse stato neutralizzato per via della resistenza del costume che la donna indossava o se per caso la donna fosse particolarmente resistente sotto il costume. Aveva poca importanza, ciò che importava era che se non era in grado di danneggiarla non aveva alcun modo di sconfiggerla ne di crearsi una breccia di tempo per scappare.

    Non poteva danneggiarla, non poteva sfuggirle e la vigilante adesso aveva seri dubbi di poter riuscire anche solo a difendersi.


    Un senso di gelida disperazione cominciò a pervaderla – ma proprio in quel momento la donna si mosse nuovamente con la placida calma di chi è consapevole di avere non un solo coltello dalla parte del manico ma l’intero set da cucina. La donna infierì schernendo ancora una volta Sakiko con l’appellativo di “coniglietta” – ma la vigilante adesso era troppo preoccupata per la sua pelle per indispettirsi ulteriormente.

    Questa volta Sakiko ebbe modo di comprendere meglio la natura dell’attacco della donna – per quanto sembrasse assurdo la donna sembrava star manipolando… un ombra? Qualsiasi fosse la natura di quel Quirk la vigilante stavolta fu più attenta a notare il movimento della donna che preannunciava l’imminente attacco e subito si preparò a reagire di conseguenza per proteggersi.

    Spalancò il palmo della mano davanti a se e ancora una volta attraverso la voglia della sua mano il suo Quirk materializzò un pesante scudo anti-sommossa che la bionda
    in costume impugnò e piazzò prontamente di fronte a se.
    Da dietro lo scudo la ragazza non ebbe modo di vedere bene la forma dell’attacco ma decisamente ebbe modo di sentirla. Quando le tre sferzate d’ombra che componevano l’attacco impattarono la superficie si accartocciò nei punti corrispettivi come una lamiera d’alluminio.

    L’impatto lacerante fu cosi forte da sospingere Sakiko e il suo scudo all’indietro e riverberarsi dolorosamente attraverso tutto il corpo della ragazza e la gamba ferita della ragazza cedette a causa del dolore causato dallo sforzo facendo crollare a terra all’indietro. Questo però miracolosamente la salvò dal danno maggiore – cadendo all’indietro infatti la ragazza finì sotto la traiettoria delle lame che leggermente deviate dallo scudo viaggiarono oltre sorvolando la vigilante adesso finita a terra.

    Sakiko adesso si trovava atterrata di schiena, sotto il proprio scudo dilaniato che la copriva un po’ come una coperta. La ragazza lasciò cadere lo scudo ormai chiaramente inutile di lato con un pesante tonfo metallico sul freddo asfalto della strada e si rigirò faticosamente in posizione poggiandosi sui gomiti.
    Avrebbe voluto rialzarsi ma la gamba ferita protestava troppo dolorosamente impedendoglielo – la ragazza ansimò in maniera affannata portando lo sguardo verso la sua avversaria. Fu in quel momento, con i suoi occhi ad un altezza più bassa, che la ragazza notò un dettaglio della donna che non aveva notato prima: la donna aveva due code.
    I suoi occhi smeraldini si fissarono sulle due code che ondeggiavano sinuosamente dietro la donna e ancora una volta sentì un senso di… familiarità.

    A questo punto qualcosa fece ‘Click’ nella sua mente. Aveva già visto quelle code. Cosi come aveva già sentito quella voce. Improvvisamente la domanda che l’aveva assillata durante tutto quello sgradevole incontro rivelò la sua risposta alla vigilante. Ma non era una risposta che Sakiko avrebbe davvero voluto scoprire. Non poteva davvero essere… Era davvero lei? Perché…?

    Ma a quel punto Sakiko era completamente fuori gioco e non aveva più carte da giocare se non quella che si era appena trovata in mano. Confusa e allo stesso tempo incredula si trovò a chiedere con fare incerto «Aspetta… quella voce, quelle code… Eve? Sei tu…?»





    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Danni Lievi Generali, Danni Medio-Gravi Gamba Sinistra | Peso 0/4 | Energia 250 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90

    TECNICHE
    QUOTE
    Deep Pocket/ Bunny Shield [Livello 2] [Costo 30 + 10 Mantenimento]
    questa tecnica permette a Sakiko di richiamare a se un pesante scudo balistico anti-sommossa. Lo scudo, modello S.O.B. (Special Ops Bunker) di Livello 4 - misura 61 x 121 cm per un peso totale di 40 kg. Lo scudo è composto da una copertura in ossido ceramico di alluminio su una struttura base di aramid e rinforzamenti in kevlar. Lo scudo offre un elevato coeficcente difensivo contro i proiettili e la sua composizione di materiale gli conferisce una discreta resistenza da effetti acidi, temperature elevate e scarsa conduttiblità elettrica. Il peso elevato e la ingonbrante misura dello scudo richiedono che normalmente possa essere portato in giro solo grazie ad un apposito carrellino con ruote - ma il Quirk Libra di Sakiko le permette di farne a meno e maneggiare il pesante scudo con relativa facilità.

    Effetto: Creazione (1) Scudo balistico anti-sommossa sul campo di battaglia che offre Protezione ai Danni Medi.

    EQUIPAGGIAMENTO
    QUOTE
    [Adaptive Suit: Bunny Special ]Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. In oltre la tuta è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Potenziamento: (1/4)
    Danno/Effetto/Resistenza: Resistenza a danni leggeri.



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    Vedere la persona che si ha davanti andare a terra ed essere letteralmente alla propria mercé è una sensazione che non conoscevo, sono talmente abituata a prendere schiaffi che questa è una novità.
    Non conoscevo, no, ma non sapevo nemmeno che mi piacesse così pericolosamente tanto. Con tutta probabilità è l'effetto del mio carattere, anche quando mi trovo con le altre persone od in generale con i clienti credo che avere in mano il controllo della situazione, della conversazione possano rendere il tempo che trascorre più piacevole - per me - e che di conseguenza anche le interazioni risultino più semplici: è facile far credere a qualcuno di avere il controllo quando si ha a propria volta e si sappia come manipolare leggermente le persone, come farle danzare sul palmo della propria mano. Per quello a volte basta semplicemente uno sguardo, qualche parola, un piccolo gesto e per l'altra persona non esisterai altro che tu: si dimostrerà pronta a tutto per accontentarti e quando lo farà, ti avrà lasciato le chiavi di tutto in modo che tu possa gestirla e farle credere quel che vuole.
    In sostanza, ti darà il controllo di qualsiasi cosa. Forse sono diventata con il corso degli anni una maniaca del controllo? Probabile quando le persone fanno di tutto per avere un po' del tuo tempo ed addirittura pagano per farlo, lasciandoti sviluppare una personalità molto forte: non posso negare di averne una, almeno non meno forte di quanto non fosse negli Stati Uniti dopo quel piccolo incidente. Credo si basi tutto sulla confidenza in sé stessa e nei propri mezzi, una confidenza che cresce con il tempo grazie a determinati fattori.
    Alcuni li ho appena citati, riassumendoli in "la voglia delle persone di avere a che fare con te a qualsiasi costo ed accontentarti".

    Non si può negare: avere le persone ai propri piedi è bello per chiunque.
    Ti da un piccolo senso di superiorità a cui mi sono piano piano abituata e non parlo però di superiorità come persona, semplicemente di carattere e di aspetto: sentirsi ripetere spesso di essere una meraviglia ti lascia effettivamente credere che tu lo sia e non che io non sia altrimenti, sono molto orgogliosa del mio aspetto ed anche più che vanitosa. L'ultima cosa che mi manca è iniziare anche ad andare oltre la confidenza quando si parla di combattimenti e di menare le mani con le persone: per ora lo score è in negativo, credo, con questo se ottenessi una vittoria schiacciante andrei in positivo ma guardando i risultati di ciò che ho davanti non è più una questione di sé, è solo una questione di quando con come risposta un molto lampante "ho già vinto". La mia avversaria non mi ha vista spostarmi molto veloce alle sue spalle, non ha reagito al mio primo attacco, quando ha sferrato un'offensiva lei non ho sentito quasi niente ed è stata letteralmente travolta dalla mia offensiva a tre colpi nonostante abbia evocato dal niente uno scudo. Ci faccio caso solo adesso che ha fatto materializzare le cose dal niente, o forse anche prima e me l'ero già scordato a causa dell'adrenalina dell'aver visto di essere apparentemente in una posizione di vantaggio.
    Ora non è più "apparentemente", dopo aver visto quella protezione divelta è "praticamente". Bunny si protegge come può, si fa forza dello scudo per cercare di sentire poco, poco dolore ma non serve: il coniglio cerca di correre nella tana ma l'animale notturno è più veloce, lo ferma prima che ci salti dentro e lo scaraventa lontano lasciandogli una ferita dalla quale è difficile che per il momento riesca a riprendersi.

    Quando la vedo cadere a terra allargo le labbra in quello che è più di un sorriso, è una sorta di sintomo di piacere che non mi trovavo a provare da un po' di tempo e che non credevo fosse possibile per me raggiungere di nuovo: è il dolore della mia avversaria, è il tastare nell'aria la consapevolezza di essere superiore, il non vedere contrattacchi in quella che posso interpretare come la realizzazione di inutilità nel provarci.
    E' la superiorità che mi inebria, è il sapere di esser riuscita ad instillare nell'animo di Rebel Bunny una particolare ma molto simile alla definizione agonia: mi afferro un braccio con una mano stringendo forte, perché mi piace così tanto? Devo mantenere il controllo di me stessa, tutto questo mi sta eccitando così tanto da farmi andare su un binario strano e che quasi mi spaventa. « Ti sei fatta male? »
    Sghignazzo, ridacchio.
    Rido.
    Probabilmente sembro una folle assetata di sangue e per un attimo, lo ammetto, dimentico anche che sto facendo tutto questo perché si sparga la voce che c'è una persona in giro che cerca una determinata vigilante per poterle parlare ma lo ammetto, non sto proprio mettendo su delle buone premesse perché questo accada: voi parlereste con qualcuno che per farsi notare, ha mandato una "collega" all'ospedale? Come? Non ce l'ho ancora mandata?

    Questo perché non ho finito.

    Lascio schioccare la punta del kusari gama a terra per sollevarlo e lasciarlo roteare al mio fianco qualche istante preparandolo a colpire.
    Un passo avanti, tap. « Non riesci a vedere bene al buio? » Fermati Eve, questo è un binario abbastanza pericoloso che non sei sicura di voler percorrere.
    Sarà anche buio ma se solo si impegnasse, la vigilante potrebbe vedere il mio sorriso sotto il copricapo mentre assaporo quella continua sensazione di ebrezza che la situazione mi mette in bocca. Poi mi fermo, stessa cosa per l'arma che tengo in mano che si "spegne" quasi senza vita mentre io la guardo dall'alto esaminando il da farsi con il sorriso che cambia e piano piano svanisce. Anzi, perché piano? Svanisce anche relativamente in fretta: quella ragazza ha fatto il mio nome. La conosco? Di sicuro lei conosce me e mi ha già incontrata ma come ha fatto a riconoscermi? Ha tirato a caso? Ha associato qualcosa? Qualcuno a cui ho fatto vedere il quirk? Qualche tratto distintivo? Sono stata anche brava a mascherare il corpo nei dettagli - la silhouette non si può nascondere - ma questo cambia un po' di cose. Se prima stavo giocando, questa domanda mi mette in posizione di dover seriamente pensare a cosa fare od a come fare per non mandare all'aria tanto ma in tutto ciò ho una sola certezza: non me ne posso andare senza fare niente.
    « Lilith. »

    L'ho detto a Yami, preferisco che fuori dalla vita quotidiana mi chiamino in questo modo. E' elegante, ha un significato, mi piace anche se non cambia che il mio vero nome sia Evelynn, quello che Rebel Bunny ha appena pronunciato. Non quello con cui vorrei si venisse a sapere che cerco qualcuno nei bassifondi della vita notturna, certo.
    Faccio altri due passi avanti. « E questo mi mette in una situazione estremamente difficile. Che tu ci creda o no, non volevo fare realmente del male. » Il tono è di chi effettivamente ha smesso di giocare dato che è stata messa a nudo una cosa che non doveva essere esposta, devo pensare ora a come avere a che fare con lei, come silenziarla.
    E difficile credermi quando se non si fosse protetta avrebbe subito un attacco davvero pesante ma nonostante il comportamento da maniaca scellerata, non avevo intenzione di realmente danneggiarla in maniera più grave di quanto non ritenessi necessario. Ora forse sarò costretta, questo dipenderà però da come andranno i prossimi secondi: arrivata all'incirca a distanza di catena, con un movimento circolare avrei fatto ondeggiare la catena alla cui estremità era legato il peso dell'arma in modo da cercare di colpire non la gamba danneggiata precedentemente ma quella sana ad altezza del ginocchio. Volevo danneggiarle le gambe il più possibile in modo che non si potesse alzare a breve, che non fosse in grado di correre, di alzarsi e di scappare. Volevo che rimanesse lì.

    Che avessi colpito o meno, il mio principale attacco non doveva essere quello: volevo brandire la catena che costituiva il corpo principale dell'arma mettendola in tensione per poi lanciarmi addosso alla vigilante e premergliela sulla gola, cercando di ancorarla a terra e metterla in una situazione scomoda. Non tanto da soffocarla, farle mancare un po' d'aria sì.
    Uno slancio in avanti, l'utilizzo di tutto il peso del corpo per portarla a terra definitivamente e darmi il famoso high ground che sarebbe risultato in una completa dominazione se non avesse fatto niente. Da un lato ci speravo, speravo che mi avesse dato un pretesto per non fare quello che per un attimo ho pensato con orrore di fare: qualcosa che mi è corso per la testa anche in cima al Ginza Wako pensando a quel poliziotto, qualcosa che non avrei mai creduto mi passasse per l'anticamera del cervello nei miei più remoti incubi. Strinsi i denti, sibilai.
    Questa che le rivolgevo contro era una maniacale rabbia che faceva da scudo ad una goccia di terrore di chi non sapeva cosa fare. « Dammi un motivo per non stringere questa al tuo collo adesso. » Per non farla soffrire, è già in Agonia.
    Così terminerebbe ma così inizierei io.
    Inizierei qualcosa che non voglio cominciare.
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    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Sakiko sentiva le sue forze fluire via dal suo corpo come se colando sul freddo e ruvido asfalto sul quale adesso si trovava atterrata. Inerme e a conti fatti sconfitta.
    La gamba ferita si rifiutava di collaborare, protestando con fitte dolorose ogni volta che provava a muoverla, costringendola cosi a rimanere ferma lì a terra in balia della sua avversaria.
    Avversaria che sembrava si stesse godendo ampiamente quel momento. Dire che stava gongolando sarebbe stato un eufemismo. La donna derise crudelmente Sakiko per lo stato sofferente in cui si trovava e poi arrivò persino a ridere. La suono di quella risata gelò il sangue nelle vene della vigilante. Che razza di psicopatica si trovava davanti? Che razza di persona provava cosi piacere nell’infliggere sofferenza e dolore?

    La donna non sembrava essere ancora soddisfatta e sembrò muoversi con l’intento di prolungare il proprio “divertimento” infierendo sulla vigilante ormai incapace di difendersi.

    Ma il suo buon umore sparì di colpo quando Sakiko pronunciò il nome Eve. Tutta la sua sadica giovialità evaporò istantaneamente insieme al suo perfido sorriso.
    Lilith. Questa fu l’unica parola che pronunciò con tono gelido in risposta a Sakiko.
    Ma la sua reazione l’aveva tradita. Anche nello stato penoso in cui si trovava Sakiko non poté non intuire che sembrava aver toccato un punto sensibile. Non era sicura però se dovesse essere contento o anche più spaventata.

    Era davvero Eve? Quella Eve? L’affascinante Eve che l’aveva approcciata in quel pub tempo fa?
    I ricordi potevano essere anche piuttosto distanti ormai ma nella mente della ragazza adesso era più che vividi. Non poteva essere. Eve era stata… gentile con lei. Era stata affabile e comprensiva.
    Non poteva essere questa persona spietata e crudele davanti a lei…

    Non poteva essere questo mostro.


    I passi della donna in avvicinamento echeggiarono come un monito infausto . Benché Sakiko effettivamente non godesse di vista notturna, non ne ebbe bisogno per notare che la donna si stava adesso muovendo con un intento ben diverso da prima.
    Cercò istintivamente di allontanarsi tirandosi debolmente indietro con i gomiti, ma fu un inutile spreco di energie. Chiaramente non era in condizione di poter sfuggire alla donna.

    Ma questo non fermò la spietata criminale dall’agire con eccessiva precauzione e assicurarsi di estinguere qualsiasi possibilità che la vigilante potesse rialzarsi e fuggire. Senza indugiò la donna assestò un nuovo attacco, mirando questa volta alla gamba illesa di Sakiko. La vigilante chiaramente non ebbe modo di proteggersi o schivare e il peso a capo della catena andò a colpire in pieno la zona del ginocchio infliggendole una nuova ferita e un gemito di dolore le sfuggì dalla bocca.

    La donna però non si fermò lì e fulmineamente assalì ulteriormente Sakiko, montandole addosso e utilizzando la catena della sua arma per stringerle la gola.
    Sakiko sentì i freddi anelli della catena premerle contro il collo e rubarle l’aria. La ragazza annaspò per cercare di opporsi a quell’assalto.
    I suoi occhi resi lucidi e lacrimanti dal dolore e dal panico si puntarono sul volto della sua assalitrice. La donna non sembrava si stesse divertendo più ma sembrava pericolosamente seria nel suo intento di “zittirla” in maniera definitiva.
    A quella distanza però i suoi dubbi si dissiparono completamente – per quanto non volesse crederci non aveva alcun dubbio su chi si celasse dietro quella maschera. La voce, i lineamenti della bocca, le forme del corpo… Ricordi piacevoli e passionali si mischiarono con le sgradevoli sensazioni che stava provando in quel momento. La stessa donna che aveva condiviso una piacevole notte d’intimità adesso stava cercando di toglierle la vita per nessuna ragione apparente.

    Era la prima volta che Sakiko si trovò a temere davvero per la propria vita e questa nuova orribile sensazione la riempì di disperazione. Un istintivo meccanismo di sopravvivenza scattò dentro di lei e la spinse a cercare di reagire nonostante tutto. La ragazza provò a fare forza con le gambe per liberarsi ma ovviamente in vano visto che erano ormai entrambe praticamente fuori uso.

    A quel punto però, in un evanescente momento di lucidità, la ragazza realizzò che la donna aveva commesso un errore. Presa dal panico non realizzato prima la cosa, ma nel suo intento di mettere la vigilante alle strette la donna si era portata inconsapevolmente entro il raggio d’azione del suo Quirk Libra. Attraverso quel contatto diretto Sakiko poté applicare il Quirk sulla sua assalitrice procurandosi cosi una breccia d’apertura.

    La sua mano destra si strinse sulla catena della donna e a sorpresa iniziò a sospingerla indietro allentando la pressione sulla propria gola – non importava quanta forza potesse mettere la sua avversaria se il suo Quirk poteva renderla più leggera di una bambola di pezza per lei. Riacquistando la sua normale capacità di respirazione Sakiko cercò di riprendere fiato. Aveva guadagnato tempo ma non aveva risolto la situazione – non poteva illudersi, aveva già constatato che non era in grado di battere quella donna.

    Quindi che opzioni le rimanevano? Arrendersi e chiedere pietà? Alla donna che fino ad un momento fa rideva di gusto nel vederla soffrire?

    Finora l’unica cosa che sembrava aver fatto effetto era stato il menzionare il suo nome – ma non era sicura se la cosa giocasse più o meno a suo favore. Se voleva convincere la donna a lasciarla andare aveva bisogno di qualcosa di più…
    I suoi si posarono sulla catena dell’arma che adesso faceva fra divisorio fra le due in quella specie di prova di forza. Si, forse disarmarla sarebbe bastato a dissuaderla.

    La ragazza quindi aprì momentaneamente le dita della mano che stringevano la catena e spalancò il palmo della mano mettendo in mostra la distintiva voglia a forma di cuore. Immediatamente la voglia sembrò affondare in se stessa aprendosi in una voragine nera. Sakiko avrebbe seguito a stringere nuovamente la mano sulla catena e la voragine avrebbe cominciato a risucchiarla come un lungo spaghetto metallico fino ad assorbire l’intera arma e disarmare Eve.

    Se fosse riuscita nel suo intento di rubare l’arma della donna, Sakiko si sarebbe portata il braccio piegato di fronte al proprio volto come a volersi proteggere da eventuali attacchi di ripicca e denti stretti avrebbe mormorato con il fiatone «T-ti prego, Eve… so che sei tu. Ti prego, l-lasciami andare…»





    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Danni Lievi Generali, Danni Medi Gamba Destra, Danni Medio-Gravi Gamba Sinistra | Peso 0/4 | Energia 195 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90

    TECNICHE
    QUOTE
    Bunny Slam [Livello 2] [Costo 25]
    Entrando in diretto contatto fisico con un avversario Saki utilizza il suo quirk Libra su di esso annullando il suo peso e sollevandolo in aria per lanciarlo a terra o contro una parete. Una volta perso il contatto diretto con l'avversario l'effetto "anti-peso" del quirk viene resettato.

    Danno: Medio da contusione.


    Bunny Trick [Livello 2] [Costo 30]
    questa tecnica permette a Sakiko di assorbire/ richiamare un oggetto sul campo di battaglia. Questa tecnica è applicabile anche su determinate armi ed oggetti utilizzati da eventuali avversari, permettendo a Sakiko di provare a disarmarli.

    Raggio:
    1 Metro (su base dell'abilità Nexus Override)
    Effetto: assorbimento 1 oggetto/arma/equipaggiamento presente sul campo di battaglia/ richiamo 1 oggetto precedentemente assorbito durante il combattimento.
    Nota: il tentativo di disarmare un avversario ha effetto solo quando la stat Quirk di Sakiko è superiore alla Forza dell'avversario.

    EQUIPAGGIAMENTO
    QUOTE
    [Adaptive Suit: Bunny Special ]Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. In oltre la tuta è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Potenziamento: (1/4)
    Danno/Effetto/Resistenza: Resistenza a danni leggeri.



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    Per quanto avessi detto di voler essere conosciuta con il nome di Lilith, sapere che questa persona conoscesse il mio vero nome mi lasciava con un misto di sensazioni che riuscivo a quantificare ma tutte insieme risultavano davvero fastidiose: la prima era del panico perché insomma, mi aveva riconosciuta e sapeva chi fossi. Avrebbe potuto tranquillamente andare da qualsiasi autorità e dire che l'avessi attaccata, allora sarebbe iniziata una procedura abbastanza lunga che non sarebbe finita molto bene per me in qualsiasi circostanza: mi potevo difendere, potevo dire che mi trovassi da qualche parte ma i colpi sul corpo rimanevano e se corrispondevano alle descrizioni di ciò che avevo usato, inventarmi che le avessi mostrato il quirk per curiosità nella circostanza di un incontro avrebbe retto fino ad un certo punto. Di certo i ragazzi degli ETERNIUM mi avrebbero potuto sostenere dicendo magari che fossi stata con loro tutta la sera, a quel punto però sarebbero andati a vedere telecamere, cercare testimonianze di scontri e chissà quant'altro.
    Un fastidio indescrivibile.

    Oltre al leggero panico mi rimaneva la confusione sul come mi avesse potuta riconoscere: l'unica cosa che non avevo mascherato era la voce, dunque probabile fosse per quello o magari aveva semplicemente una memoria fotografica, aveva imparato la mia silhouette e non la poteva dimenticare. Magari le code, quelle sono abbastanza comuni però ed è strano che ci sia qualcuno che si ricordi di questo particolare: averne due però non è da tutti, la mia pelle non si vedeva e di base...rimaneva appunto la tonalità, il timbro vocale. Avrei dovuto mascherare anche quella, coprirla con qualche modificatore e mettere mano a qualche risparmio.
    E poi c'era l'ultima sensazione, quella più sgradevole: la frustrazione di aver fatto del serio dolore a qualcuno che conoscessi. Non mi veniva in mente nessuno che potesse avere aspirazioni da vigilante nonostante non si potesse mai sapere cosa passasse dalla testa delle persone, come potevo essere certa che non ci fosse una vecchia cliente, per dire, che non si fosse messa a fare la paladina? Il punto era che oltre i ragazzi del gruppo, non c'era praticamente nessuno a Tokyo con cui avessi una familiarità eccessiva che mi spingesse ad essere riconosciuta così. Ero rimasta particolarmente impressa a questa persona? Per un attimo, comunque, la consapevolezza e la forte ipotesi di arrivare a conoscere questa persona mi fece pentire di essermi comportata come mi ero comportata e di aver provato della vera ebrezza nel trovarmi in completo controllo della situazione. Lo ero anche tutt'ora, insomma se avessi deciso di silenziarla per sempre non credo avrei avuto enormi difficoltà nel riuscirci.

    Ci ho anche seriamente pensato.
    Per quanto però avere la vita di qualcuno sul palmo delle proprie mani sia eccitante, toglierla non ha mai avuto una grande attrattiva ai miei occhi. Dovrò trovare un altro modo per-

    Mi trovo ad avere la momentanea mancanza di stabilità e contatto sul terreno, o meglio mi trovo spinta via con una facilità quasi disarmante come se pesassi niente. Da posizione estremamente dominante mi trovo in piedi - sempre però in vantaggio - e soprattutto senz'arma, risucchiata dentro una mano dandomi una ancor più fastidiosa di deja vù perché quel quirk mi sembrava di averlo già visto da qualche parte, solo che non ricordo di preciso dove ed anche questo mi da frustrazione, è un dettaglio che mi impedisce di guadagnare tutte le relative sicurezze che mi servono, è quel puntino nero in mezzo alla pagina bianca che sai esiste, cerchi di ignorare ma non ce la fai perché ormai te ne sei accorta.
    Dove l'ho visto? Sicuramente la risposta mi aprirebbe il mondo per sapere anche chi sia questa persona nonostante beh, potrei metterci davvero poco a scoprirlo. Si è limitata a disarmarmi, si è semplicemente limitata a togliermi di mano una minaccia senza realizzare che effettivamente la mia alleata migliore è quella macchia nera che sta ai miei piedi e con la quale potrei far di lei un po' ciò che voglio. Quando mai si erano fermati a chiedermi pietà? Mi avevano chiesto spesso "ancora", oppure di fermarsi per mancanza di fiato ma questa sensazione era strana.
    Che diamine stavo facendo? Perché mi era piaciuto così tanto? Ero davvero così cattiva? Ero la stessa che si era preoccupata per una ragazza di cristallo a cui avevano tolto le dita tramite tortura? Ero la stessa che si era infuriata quando era stato avvelenato un ragazzino sotto i miei occhi? Erano i due lati della stessa medaglia, forse non avevo ancora esplorato questo per mancanza di tempo e timore nello scoprire che mi piacesse più dell'altro e...sì, mi era piaciuto molto più dell'altro.

    Schioccai la lingua con estremo disappunto notando le mani libere. « Apprezzo la tenacia ma lo gradirei indietro, grazie. » Non c'era giocosità, non c'era voglia di scherzare ma una più che discreta serietà che dimostrava come non avessi molta voglia di giocare. Con un piccolo scatto, slanciai le mani verso il basso aprendole e spalancando le dita lasciando che la mia ombra le avvolgesse in un sospiro, un battito d'aria nero in grado di mallearsi sottoforma di guanti neri dalle dita estremamente affusolate, lunghe ed affilate.
    Un animale che aveva appena mostrato degli strumenti da caccia, ecco cos'ero, ed anche le gambe si erano trovate avvolte da quello strato nero rendendo potenzialmente i calci estremamente più pericolosi ma...diciamo che era solo un metodo intimidatorio di pormi.
    Un paio di passi per piazzarmi di fianco a lei, poi mi abbassai in modo da sedermi sui talloni e reggermi il volto con entrambe le mani in modo da poterla osservare da un po' più vicino senza toccarla. « Dammi il tuo telefono e togliti la maschera. » Lo stavo facendo passare come ordine ticchettando con la punta delle dita vellutate di nero sulle guance: erano affilate ma sapevo come non farmi male. In ogni caso sì, era un ordine decisamente importante dato che stavo chiedendo ad una Vigilante di togliere l'unica cosa che la tenesse nascosta al pubblico ma in questo modo stavo mettendo tutto nelle sue mani: mi stava supplicando di lasciarla andare, se lo voleva davvero allora non avrebbe avuto difficoltà.

    Anche perché sembrava voler giocare sui miei sentimenti chiamandomi per nome e per quanto in parte ci stesse riuscendo e mi stesse facendo sentire un filo in colpa, il panico forse ben mascherato di essere rivelata al mondo e ritrovarsi una taglia in testa - se non peggio - era un po' più forte.
    Dovevo in qualche modo tutelarmi, no?
    « Te l'ho detto che voglio dell'aiuto: sarò di sicuro più propensa a fidarmi di qualcuno che mi conosce e si fa vedere in volto. »
    Piegai la testa di lato come un gatto che osserva curioso una situazione, lasciando anche ondeggiare le code dietro di me incrociandole ritmicamente. Ora la decisione spettava solamente a lei...anche perché se si fosse rifiutata, l'avrei smascherata io con le mie stesse mani volente o nolente.
    « »
    « MY LOVE CUTS TO THE QUICK »
    VILLAIN
    Livello:
    6
    Exp:
    1070
    Forza:
    075
    Quirk:
    210
    Agilità:
    240
    Peso:
    2/4


    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    ©
    • Status: Danno Lieve [braccia].
    • Tecniche usate: Agony's Maul [Liv.3]
    • Energia: 350/550

    • Equipaggiamenti: Suit + Casco, Kusari Gama
    • Lista tecniche:
    E' abitudine ed uso comune vedere la notte come un periodo pericoloso, quel periodo della giornata dove non viaggiare perché rende i posti meno sicuri e le persone meno affidabili. Inutile girarci attorno, è vero: chiunque vedrà un vicolo di notte in modo differente rispetto al giorno. Chissà chi potrebbe trovarvisi dentro, qualcuno di pericoloso? Al buio, in fondo, le persone tirano fuori il loro lato peggiore.
    Così come Evelynn, grazie a questa tecnica, tirerà fuori gli artigli permettendo alla propria ombra di avvolgerle per un breve periodo gambe e braccia. Nel primo caso la parte interessata saranno perlopiù le mani, vedendo la creazione sulle stesse di artigli neri in prossimità delle dita mentre nel secondo caso, le gambe, si tratterà di rendere gli arti inferiori estremamente affilati. Un attacco fisico portato con questa tecnica attiva causerà danni maggiori rispetto ad un attacco fisico normale.
    Costo: 50+20 Mantenimento
    Danno: Lacerante - Medio/Grave
     
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    Vigilante » Scheda » Quirk


    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    La tattica improvvisata di disarmare la donna sembrava aver avuto effetto – quanto meno abbastanza da lasciarla interdetta e interrompere il suo sadico momentum.
    Sakiko osservò con breve sollievo la donna ritrarsi e togliersi di dosso a lei – sembrava meno certa di quello che stava facendo. I suoi movimenti prima rapidi e concisi portati con spietata non-chalance adesso tradivano incertezza. La vigilante ignorava ovviamente il conflitto interiore della donna e quindi non aveva idea di cosa stesse causando quella incertezza. Forse l’aveva riconosciuta? Non sembrava quello il caso, la donna non aveva dato alcun cenno di riconoscerla.


    La sua piccola tregua ebbe vita corta – la donna ritrovò rapidamente la propria risoluzione e si “armò” nuovamente questa volta utilizzando il suo Quirk che sembrò modellare le ombre per guantare le mani della donna con minacciosi artigli affilati.

    La situazione di Sakiko non era quindi migliorata granché e si trovava sempre in una situazione di scacco.
    Inaspettatamente però la donna non si mosse per riprendere da dove era stata interrotta ma sembrò più interessata a riaprire il dialogo con lei intimandola per cominciare a restituirle l’arma sottratta.

    La vigilante era ormai oltre la soglia del terrore e della paura. Si trovava in un bizzarro stato di semi-lucidità che si basava sul primitivo istinto di sopravvivenza. E benché da un lato la logica suggerisse che non era una buona idea contrariare la donna e che fosse più conveniente assecondarla, il suo istinto invece si oppose fermamente all’idea di restituire un arma alla sua avversaria.

    Per quanto piccolo e insignificante era l’unico successo che aveva conseguito in quello scontro a senso unico e non era particolarmente incline a renderlo nullo.
    «…c-cosi la puoi usare per strozzarmi di nuovo?» – chiese cosi con tono sprezzante ma facendo trasparire più timore di quanto avesse voluto –
    «No, non credo proprio. Se r-rivuoi il tuo giocattolo dovrai lasciarmi andare…» – stabilì arbitrariamente come condizione nonostante non si trovasse nella posizione migliore per poter contrattare.

    Purtroppo quella non fu l’unica richiesta della donna che seguì ad ordinarle di consegnarle anche il telefono e rimuoversi la maschera.

    NO.
    Assolutamente no.

    La donna non sembrava averla ancora riconosciuta e Sakiko non voleva che la cosa cambiasse. Quando aveva conosciuto Eve si era ingenuamente lasciata affascinare dal suo charm al punto da arrivare a rivelare persino la sua effettiva identità. Adesso la inorridiva l’idea che quella donna potesse risalire a lei. Se avesse saputo chi era avrebbe potuto mettere a rischio tutto ciò a cui teneva – una donna spietata come quella probabilmente avrebbe sfruttato la situazione per ricattarla e avrebbe messo a rischio anche le persone che le stavano vicine.

    Joshua, Castiel, Jason, suo padre…

    Morrigan.

    No, non avrebbe lasciato che quella donna si avvicinasse in alcun modo alla gente che le stava a cuore.
    «Non ho un cellulare addosso…» – mentì, seppur tecnicamente era vero che non aveva un cellulare “addosso”. Sarebbe stato un ingombro inutile quando poteva comodamente portarlo dentro il suo Nexus e di certo lì la donna non aveva come prenderlo. «…e preferisco tenermi la maschera» – dichiarò con fare risoluto portandosi le mani sulla maschera come a proteggerla, benché chiaramente non avrebbe potuto opporre molta resistenza se avesse cercato di toglierla con la forza.
    «E r-risparmiami le stronzate. Chiedermi aiuto? Hai d-davvero un modo strano di chiederlo. Perché io dovrei fidarmi della parola di una psicopatica che mi ha appena aggredito senza motivo?» – ribatté con una ferocia alimentata dal dolore che stava provando, dalla frustrazione e sopra ogni cosa dal disprezzo che provava per quella donna in quel momento. Forse non era il modo più saggio di rivolgersi alla donna che si era già mostrata più che entusiasta a farle del male e magari voleva solo una scusa per fargliene ancora.




    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Danni Lievi Generali, Danni Medi Gamba Destra, Danni Medio-Gravi Gamba Sinistra | Peso 0/4 | Energia 195 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90

    TECNICHE
    QUOTE
    //

    EQUIPAGGIAMENTO
    QUOTE
    [Adaptive Suit: Bunny Special ]Una tuta molto elastica e resistente, fatta in microfibre di carbonio, in grado di aderire perfettamente al corpo della persona che la indossa. Il tessuto è antistrappo, rinforzato alla base del collo e sul petto, resistente al calore ed in grado di isolare, in parte, dalla corrente elettrica. In oltre la tuta è compatibile con una moltitudine di accessori e gadget.
    Potenziamento: (1/4)
    Danno/Effetto/Resistenza: Resistenza a danni leggeri.



    I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpf
     
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    Sospirai, l'orgoglio di una persona poteva essere così alto da poter compromettere la propria incolumità? Non per altro, le risposte che mi stava dando in questi momenti entravano nel concetto di entrambe le cose: mostrare una piccola nota d'orgoglio e mettersi a rischio. Una persona senza un minimo di ostinazione - un altro modo per chiamare l'orgoglio, dal mio punto di vista - alle richieste fatte di una persona che aveva mostrato di avere il pieno controllo della situazione in genere si risponde in tono affermativo, soprattutto quando si è ben consci del fatto che non ci sia la benché minima possibilità di uscita per noi. Avevo mostrato, in quei frangenti, di essere quasi completamente superiore alla ragazza che avevo davanti sotto tutti gli aspetti se non in quello della forza fisica che non avevo ancora testato: più veloce? Sì. Più abile con il quirk? Sì. La mia unicità mi aveva portato vantaggio? Sì, mi aveva permesso di attaccare praticamente senza esser stata notata e l'aveva danneggiata pesantemente. Inoltre Bunny aveva solo manifestato qualcosa che mi aveva scagliato addosso con non troppa veemenza (almeno dal mio punto di vista) dunque potevo concludere senza troppe difficoltà che fosse stata la mia serata fortunata permettendomi di trovare una persona "offensivamente" peggiore di me.

    Era bello non finire schiena a terra una volta ogni tanto.

    Dunque questa si trattava, per me, di pura e semplice ostinazione.
    In seconda cosa rispondendo così si stava mettendo in grave, gravissimo pericolo da sola perché non ci si dimentichi il fatto che fuori stia mantenendo la calma ma dentro al contrario sia un tumulto di sensazioni che se non mantenessi a forza in equilibrio allora sarebbe già successo qualcosa di davvero sgradevole sotto tutti i punti di vista. Ho già mostrato di poterle fare del male senza troppi problemi ed in qualunque modo, se solo avessi voluto avrei già fatto sì di privarla di ogni respiro, capire chi fosse e gettarla in un angolo fino a quando il giorno dopo qualcuno non l'avrebbe ritrovata e sparso la notizia che la vigilante Rebel Bunny era stata trovata deceduta in un vicolo e celava l'identità di "persona a caso".
    Quello che mi aveva mandato in subbuglio così tanto era stato il fatto che mi avesse riconosciuta per qualche stranissima ed arcana ragione ed io di lei sapevo solo che mi aveva rubato l'arma con un potere che mi aveva stuzzicato una strana sensazione di reminiscenza che tuttavia non riuscivo benissimo a catalogare: ero convinta di averlo già vista, ma dove? Il poterla conoscere mi aveva frenato fino ad ora.
    Il punto è che con quelle risposte il mio equilibrio si stava rompendo ed il nervosismo stava diventando sempre più forte. Non era un bene.
    « Sei davvero testarda. » Dissi con un filo di malcelata rabbia nella voce, marcando molto bene quest'ultima parola in modo che si capisse più o meno che stavo finendo la pazienza. Posso capire il non ridarmi l'arma ma fino ad un certo punto, aveva visto che il mio punto di forza non fosse tanto quella ma qualcosa che non poteva sottrarmi, ma rispondere così negativamente a delle richieste---che alla fine ora che ci penso non erano tanto richieste, erano dei veri e propri ordini.

    « Mi hai chiamata per nome e tu pretendi che ti lasci andare in questo modo? Mi prendi per stupida? » Mi alzai ed appoggiai le mani sui fianchi ma per poco, dovevo cercare di non cedere del tutto al nervosismo perché se così fosse stato allora si sarebbe potuto rivelare un grosso problema per entrambe.
    Non ero un'assassina e non volevo per niente diventarlo, bastava solo che questa stupida bionda diventasse un po' più intelligente.
    La guardai dall'alto indecisa per qualche secondo su cosa fare, su come agire.
    Su come farle cambiare idea.
    « Credi che te lo stessi chiedendo? Cosa mi fermerebbe dal renderti incapace di muoverti e poi toglierti io stessa quella maschera? Davvero credi che non ce la farei? Eppure ti sei messa da sola in una situazione dove devo prendermi delle garanzie perché tu non vada in giro a cantare un po' troppo, capisci? E che ti piaccia o meno di qui ai prossimi dieci... » Ticchettai un piede a terra, scandendo il tempo. « ...facciamo cinque minuti io avrò il tuo volto impresso bene nella mia testa con le buone o con le cattive. »
    Un passo a destra, un altro, poi un terzo fino a compiere un piccolo girotondo sul posto ponderando bene la situazione con una mano che era andata alla bocca come per fermare le parole e trattenerle in modo che fossero pensieri in più. Alla fine del giro sarei ritornata di fronte a quella ragazza. « Perché sapere chi sei è la mia unica garanzia. Potrai di sicuro non credermi, tuttavia posso assicurarti che non ho intenzione di andare in giro a dire chi diamine sei dato che prima che tu facessi il mio nome nemmeno mi interessava: ti rifiuti, ma che alternativa avrei? Quale?! » Forse l'ultima parola l'ho un po' urlata. Forse.
    ...
    « Va bene, va bene, va bene. Ripartiamo. » Si era messa le mani sulla maschera, no? Senza considerare il fatto che non mi credeva quando dicessi di aver bisogno di aiuto e---già, quello era il motivo principale per cui mi fossi messa in giro a cercare la prima vigilante che mi fosse capitata a tiro.
    Ovvero lei.
    In genere non lo farei mai, ormai però era anche inutile come oggetto dunque alzai la visiera dell'elmo in modo che il mio volto fosse visibile solo per lei poi avrei tentato di colmare del tutto la distanza e salirle letteralmente a cavalcioni sullo stomaco mettendoci tutto il mio peso. In qualche modo, poco prima, era riuscita a sollevarmi come se fossi una piuma e so per certo che l'avrebbe potuto fare anche adesso (non credo abbia perso l'uso improvviso di quella capacità), dunque se ci fossi riuscita avrei usato le code per legarmi alla vigilante passandogliele sotto la schiena. Un po' a forza, certo, però era l'unico modo che vedevo per avere la garanzia di non essere sollevata come prima. Inoltre avrei portato le mie mani a prendere le sue e cercare di toglierle dalla maschera per ancorarle a terra in modo da poterla guardare dritta in volto da una distanza non molto grande, al contrario.
    Volevo un contatto diretto visivo.
    Ne avevo bisogno. Voleva sapere cosa volessi? Se fossi riuscita a stabilire questo contatto, gliel'avrei detto senza troppi problemi.
    « Sto cercando una ragazza, credo una Vigilante: indossa una tuta dal corpetto nero e bianco, casco dalla visiera rossa e so che come potere sa far tremare le cose, è l'unica cosa che le ho visto fare. Io e lei dobbiamo parlare di una questione importante ed ho bisogno che si sparga la voce in giro che la stia cercando: ho pensato tu potessi darmi una mano in questo e potresti, in effetti. Se vuoi che ti lasci andare - e credimi, mi farebbe anche piacere - allora fai quello che ti ho chiesto prima. »

    Nervosismo, puro e semplice nervosismo da parte mia. Chiamatelo nervosismo di terrore, nervosismo di rabbia o entrambi ma rimane il fatto che fossi estremamente tesa e me lo si poteva leggere in volto: alla mia rinnovata richiesta avrei stretto la presa sulle sue mani usando tutta la mia forza, proprio tutta, usando i miei occhi per fissare quei buchi nella maschera e cercare i suoi.
    Ero davvero, davvero, davvero seria ed avrei concluso come non avrei voluto ma in modo da rendere le idee davvero chiare e la situazione non interpretabile. « Posso garantire la tua segretezza perché non ho interesse a spargere in giro chi diavolo tu sia ma lascia che ti chiarisca che la tua incolumità adesso non dipende solo da me. Sai cosa fare. » Se avessi avuto una qualsiasi risposta positiva da parte sua, le avrei lasciato la mano sinistra alzando la mia destra ancora vellutata di nero ad "artigli" aperti pronta a rispondere a qualsiasi tipo di scherzetto mi avrebbe potuto riservare.
    Sarebbe bastato acconsentire alle mie pesanti ma dal mio punto di vista obbligate richieste ed allora tutto si sarebbe fermato.
    Il suo dolore, il mio nervosismo e le nostre agonie.
    Ci speravo.
    Davvero.
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    E' abitudine ed uso comune vedere la notte come un periodo pericoloso, quel periodo della giornata dove non viaggiare perché rende i posti meno sicuri e le persone meno affidabili. Inutile girarci attorno, è vero: chiunque vedrà un vicolo di notte in modo differente rispetto al giorno. Chissà chi potrebbe trovarvisi dentro, qualcuno di pericoloso? Al buio, in fondo, le persone tirano fuori il loro lato peggiore.
    Così come Evelynn, grazie a questa tecnica, tirerà fuori gli artigli permettendo alla propria ombra di avvolgerle per un breve periodo gambe e braccia. Nel primo caso la parte interessata saranno perlopiù le mani, vedendo la creazione sulle stesse di artigli neri in prossimità delle dita mentre nel secondo caso, le gambe, si tratterà di rendere gli arti inferiori estremamente affilati. Un attacco fisico portato con questa tecnica attiva causerà danni maggiori rispetto ad un attacco fisico normale.
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