Well, you're a goddamn Philistine

Role || Joshua e Kalyani

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    iù passava il tempo con Joshua, più si rendeva conto di quanto in realtà fosse completamente estranea a quel mondo. Nel senso, ci giocava per svago quando si annoiava, partecipava ai tornei con il pensiero che potesse vincere buoni da spendere nel suo quartiere preferito, ovvero Akihabara, ma non pensava che ci fosse addirittura un eroe della community. Aveva inteso le parole di Joshua come qualcosa di legato alla lore del personaggio, non tanto al suo ruolo in real life (?). Per questo motivo lei rispose all’espressione esterrefatta e triste che le aveva rivolto, manco lo avesse insultato, con una completamente perplessa.
    “... ooook.” Fu la sua unica risposta, mentre riportava lo sguardo sullo schermo di fronte a sé. Francamente poco le importava essere così tanto informata su quella religione (???), visto che vedeva quel genere di attività come un semplice passatempo divertente - e se se la cavava nel gioco non era certo perché faceva parte attivamente di quella community. Probabilmente Joshua era quasi sul punto di disconoscerla, ma francamente a lei non importava moltissimo arrivata a quel punto. Prima che quel momento avvenisse, però, doveva stracciarlo nel gioco, anche se aveva perso il primo round.
    “Sei un po’ troppo fomentato, comunque.” Disse ad un tratto, dopo che lui le disse che non bisognava raccontare in giro quale fosse la propria waifu. “Insomma, non ci vedo niente di così riservato… bah, siete strani.” Si strinse le spalle, rivolgendosi a un voi generico, probabilmente riferito a quelli che la pensavano come Joshua. Lei non si faceva assolutamente problemi a mostrarsi scettica e pungente, in fondo non poteva vantare di essere una persona delicatissima, soprattutto quando faceva uscire il lato più competitivo di sé.
    Di certo tutto si aspettava, fuorché lui che festeggiava insieme a lei per la buona riuscita della sua tattica. Insomma, pensava che avrebbe fatto un verso scocciato, ma… In effetti stavano giocando un’amichevole e lui si era proposto di aiutarla, quindi non doveva sorprendersi più di tanto. Si voltò comunque a guardarlo con un sopracciglio alzato. “Festeggi anche se ti batto, per caso?” Domandò a quel punto, con fare quasi sprezzante. “Anche se immagino che tu sia felice della riuscita di quella tattica perché pensi di avermela insegnata tu… beh, sbagliato. La sapevo già da prima.” Ed eccola che tornava a fare l’orgogliosa, gonfiando il petto e sollevando leggermente il mento. Per quanto sembrasse ormai un po’ più sciolta in presenza di Joshua, non abbandonava mai quel suo atteggiamento che, il più delle volte, la faceva risultare antipatica agli altri.
    Kalya, comunque, poté festeggiare ben poco, visto che Joshua aveva risposto al suo attacco. Difatti, nonostante lei avesse portato la vita del suo avversario a un livello piuttosto basso, la sua tattica finale vide nuovamente lei come sconfitta: era un bastato un piccolissimo errore, una distrazione da parte sua che il suo rivale l’aveva nuovamente messa con le spalle al muro, vincendo il primo match. Lei, in tutta risposta, arricciò le labbra in quello che sembrava un vero e proprio broncio, innervosita al pensiero che si stesse facendo battere continuamente. Di certo quello non era un buon modo per ripagarle il gelato!
    “... Abbiamo altri due round.” Fece, con il fuoco negli occhi, riprendendo in mano il joystick e sfoggiando un’espressione serissima, neanche stesse per affrontare la finale di un torneo internazionale.
    E quella doveva essere un’amichevole, eh.
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    Guardò a sua volta sorpreso l'altra, anche lui confuso a ciò che disse, o per meglio dire al fatto che non lo aveva compreso il che a qualcuno di normale sarebbe del tutto comprensibile, ma Joshua funzionava in modo diverso. Non era, però, ferito dalle parole di Kalya, non era il genere di persona che si offendeva per quelle cose, per lui quella reazione era l'equivalente di una macchina che si fermava e che lo forzava a frenare, un'opportunità per spiegare e farsi capire meglio. « Se non mi fomento ora quando mai lo potrei fare? A lavoro? Sono qui per divertirmi, » che poi era solito a sparare iperbole, lì non aveva niente da dire e le dava ragione. « Conoscere nuova gente così, in posti come questi, poi. Man! E' uno dei motivi per cui mi piace questa community, » quella frase non l'aveva detta Joshua il tipo pieno di sé o quello che fingeva di essere arrogante per speziare i tornei o le partite, bensì il ragazzo che per tutta la sua vita ha amato quel genere di videogiochi e la gente che li circonda.
    « Con calma però, eh, usa quell'energia per il torneo non contro di me, » aveva già visto persone così in giro ma poche erano a quel livello, però rimaneva conscio delle implicazioni di quella risposta. Non gli sembrava una brutta persona, almeno all'apparenza e c'era anche il fatto che essendo una bella ragazza Joshua non era il miglior giudice di carattere, però rimaneva fiducioso che quell'atteggiamento da tsundere non era malizioso. « Non si tratta di vincere o perdere, sembra cliché ma è vero. Se migliori tu quello che hai sconfitto vorrà vincere e cercherà di migliorare, e così parte un effetto a catena che rende tutti in questa community migliore. Aiutandoci a vicenda possiamo raggiungere livelli di abilità che da soli sarebbe impossibile, dunque in teoria festeggio perché ho un'altro motivo per migliorare. Insomma, ho un motivo in più per difendere la mia corona, » ed eccolo che di nuovo cadeva nelle solite abitudini. Quella mentalità in quel caso era applicata nei videogiochi che amava, però era un mantra che di recente Joshua ha iniziato a seguire anche altrove, come per esempio quando rende fiero il suo alias Silver Face. Voleva essere il primo a spingere ed a creare quell'effetto a catena, non solo nella community di videogiochi che frequentava ma anche nella società in cui viveva.
    Notando ed apprezzando il fuoco negli occhi dell'altra, la guardò negli occhi e le chiese una domanda semplice: « rimani o cambi personaggio, per caso? » . Rimanere era la risposta che si aspettava, però parte di lui voleva vederla cambiare personaggio nel disperato tentativo di vincere e di coglierlo impreparato. Era la parte di lui che adorava fomentarsi dopo una vittoria, di godersi i cori di disapprovo (ovviamente di gente che stava al gioco) dopo un match e così facendo spronare a far migliorare la sua ennesima vittima. Perché tutti i cattivi prima o poi dovevano essere sconfitti, dunque perché non perdere contro qualcuno che era migliorato a tal punto da poterlo battere? Chissà se Kalya, con quel fuoco dentro, non trovi un nuovo boost di motivazione di far pratica anche a casa, andare e partecipare a tornei ed un giorno sconfiggerlo dopo una serie di match leggendari? Quella si che sarebbe stata un'ottima ricompensa.
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    a verità era che, anche se trovava l’entusiasmo di Joshua piuttosto esagerato, poteva quasi capirlo in un certo senso. In fin dei conti non le serviva che le spiegasse perché adorasse tanto quella community per rendersi conto di quanto fosse importante per lui… In fondo si trattava di quello che gli piaceva, la sua passione del cuore, se così si poteva definire. Anche lei nutriva particolare entusiasmo per ciò che l'appassionava, solo che aveva sempre riguardato solo e unicamente il suo lavoro, per questo motivo non l’aveva mai considerato un vero e proprio hobby.
    Ma si limitò a scrollare appena le spalle, senza dire nulla di tutto ciò e tenendosi questi pensieri per sé. “Sei qui per divertirti e conoscere gente con le tue stesse passioni, quindi…” Pensò ad alta voce, prima di arricciare le labbra in una piccola smorfia. “E non ti è mai capitato di incontrare persone troppo arroganti che ti hanno infastidito?” Domandò, alzando un sopracciglio. Immaginava di sì, comunque, perché anche lei aveva conosciuto un sacco di persone online che avevano assunto atteggiamenti veramente inaccettabili.
    E lei neanche ci poteva stare a discutere in maniera civile, visto che il loro unico modo per portare avanti la conversazione era insultare. Ma sorvoliamo che è meglio.
    Il discorso di Joshua la lasciò, beh… più sorpresa di quello che si sarebbe aspettata. C’era una sottile tensione competitiva che animava loro due ma, nel sentirlo dire quelle frasi, poteva dedurre che in fin dei conti non fosse proprio così tanto montato come dava l’impressione di essere. Aveva un che di altruista che lei, purtroppo, non possedeva… o almeno, non nel molto del videogioco. Per questo motivo, per la prima volta da quando si erano incrociati, le labbra di Kalyani si stesero in un sorriso divertito.
    “Beh, è una cosa che può succedere anche nella vita di tutti i giorni, non solo giocando a Tekken.” Gli fece notare, stringendosi le spalle. “Ma a me non piace perdere, anche se ha i suoi vantaggi. Quindi… non permetterò che accada di nuovo.” Asserì, con sicurezza, quasi stesse parlando della sua stessa vita (?). Ma in realtà, in quel momento, aveva assunto un atteggiamento abbastanza rilassato, quindi meno strafottente rispetto a prima. Considerando come si era posta fino a quel momento, era decisamente un buon segno.
    “Mmmh… visto che con il mio personaggio preferito non è andata così tanto bene, provo a cambiare.” Decretò, iniziando a sfogliare la lista delle varie opzioni offerte dal gioco, prima di scegliere una degna sostituta alla sua preferita - ovviamente sceglieva sempre un personaggio femminile, non sopportava giocare con quelli maschili. Niente di personale.
    E così, con il fuoco negli occhi, i due si accinsero a giocare quel secondo match, entrambi con l’obiettivo di vincere.

    Alla fine, Kalya riuscì miracolosamente a vincere gli altri due round, piuttosto stupita di averlo fatto con un personaggio con cui non aveva giocato molto spesso. Doveva essersi fomentata anche lei, come Joshua, a quanto sembrava.
    “Beh, direi che ora siamo pari.” Posò il joystick sul tavolino di fronte a sé e si voltò a guardare il suo avversario con un sorrisetto, mentre incrociava le braccia sotto al seno. “Sei un degno rivale, devo riconoscerlo… Ma questa era un’amichevole. Conto di rifarmi in una sfida un po’ più seria.” E annuì, come a voler rimarcare le sue parole. Non si rendeva neanche conto del fatto che ciò implicava doversi parlare e magari vedere di nuovo… ma pazienza. Alla fine si trattava solo di una rivincita, anche se a conti fatti avevano pareggiato, e non voleva dire che sarebbero diventati amici. Anche perché lei non voleva essere amica di uno come lui (?) tsundere.
    In quel momento annunciarono l’inizio del torneo. Kalya prese un respiro profondo, improvvisamente un po’ nervosa, prima di voltarsi verso Joshua. “Beh… io allora vado. Grazie per l’allenamento,” fece, anche se in teoria non avrebbe dovuto ringraziarlo, visto che l’aveva fatto per sdebitarsi.
    Raccolse velocemente le sue cose e iniziò ad allontanarsi, ma prima si voltò a guardarlo con un sorrisetto. “Se non fai il tifo per me mi offendo.” Disse, prima di dargli di nuovo le spalle e raggiungere la sua postazione con uno sguardo fiero e sicuro di sé, nonostante l’ansia.
    E avrebbe controllato che Joshua stesse facendo il tifo per lei, quindi non aveva scampo.
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    Ho avvertito in pvt del ritardo :sadbunny:
     
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    La domanda della ragazza lo lasciò leggermente perplesso, non perché fosse scema ma per il fatto che gli sembrava scontata. Comprensibile? Si, poteva capire da dove proveniva Kalya però chiesta ad alta voce lo lasciò con la fronte aggrottata. Non se l'era presa con lei, però, come detto prima poteva capire come mai aveva posto quella domanda. « Più di una volta, però che vuoi che faccia? Magari hanno avuto una brutta giornata, forse la loro situazione famigliare è uno schifo, è inutile fare di tutta l'erba un fascio. Se possibile li ignoro, non c'ho pazienza per quelli davvero persi nel loro ego, però se rompono le scatole... insomma, o cerchi di calmarli o li levi da qui. Molta gente è qui per allontanarsi dalle noie giornaliere, » forse una spiegazione troppo dettagliata e filosofica, però era quel genere di risposta che aiutava anche se stesso per mettere in chiaro i suoi pensieri. Anni, anzi, mesi fa le avrebbe dato una risposta diversa ma non quel giorno, quello che stava di fronte alla ragazza era un Joshua ben diverso.
    Vedere quel sorriso sul volto di Kalya era come vedere una lepre bianca nel fitto di una boscaglia, raro ed aveva un qualcosa di magico. Aveva ragione, molta ragione, non era una cosa che succedeva solo lì ma se si metteva a parlare della vita vera finiva di smettere di parlare domani. Era bello, però, sapere che avevano circa la stessa opinione in merito; anche la parte finale sul non voler perdere. « Beh io ho una reputazione da mantenere, non posso essere battuto in un torneo dal primo che arriva, » ovviamente la metteva così per far scena, se c'era uno sconosciuto che era davvero bravo e lo batteva non poteva far altro che essere contento. Più carico e motivato che contento, a dirla tutta, però insomma, era un'opportunità per beccarlo dopo il loro match e fargli delle domande. « Comunque hai ragione, ed è un peccato che non succeda di più al di fuori di Tekken o nei fighting games, » si limitò, poi, a dire, non volendo andare nel dettaglio.
    Poco dopo notò che l'altra aveva deciso di cambiare, e mentre una parte di lui prese la cosa come una vittoria personale, l'altra non gli permise di provarci seriamente come prima ora che lei aveva scelto un'altro personaggio. Forse non lo sapeva usare così bene, e vedendo la scelta di Kalya era anche un personaggio contro di cui non ci aveva giocato molto dunque era un'opportunità di provare delle cose nuove. Aveva deciso di prenderla come un tipo di allenamento, vedere se era in grado di mettere a segno delle combo dedicate a quel pg, imparare meglio le movenze e così via. Rimaneva motivato, ovvio, però che gusto c'era nel stracciarla ancora più facilmente? Sorry not sorry koh(?).

    « Se vuoi ti passo il mio contatto, sempre se il tuo ragazzo non se la prende, » detta molto sul divertente ed amichevolmente, Joshua aveva preso per scontato che Kalya ne avesse uno. « Di mattina, circa, lavoro, però se non sono occupato ti concedo volentieri una first to five, » continuò mentre metteva il suo arcade stick nello zaino, alzandosi e tornando a torreggiare su di lei. « Alla fine però sei capace di divertirti, pensavo che non fosse possibile, » forse prendendosi un po' troppa confidenza con l'altra, il ragazzo decise di metterla sul ridere, notando poco dopo che era quasi l'ora del torneo. Per lui era arrivato il tempo di tirare fuori matita e blocco note, mentre per Kalya di smammare e fare le sue partite. « Buona fortuna, » si limitò a salutarla con un gesto della mano, zaino in spalla e già alla ricerca di un buon posto dove sedersi. In teoria ci dovrebbero essere in giro un paio di facce a lui note dunque, se loro non lo avrebbe salutato, il suo nuovo obbiettivo era di sedersi vicino a loro, ma prima che lui si potesse allontanare sentì di nuovo la voce della ragazza.
    Oho!
    « Lo avrei fatto anche contro la tua volontà, » rispose con uno sguardo beffardo, felicemente sorpreso della situazione. Chissà se non avrebbe convinto altri a fare il tifo per lei? Mah, lo avrebbe fatto anche da solo, però quelli erano pensieri da fare solo dopo aver trovato un posto da sedere.
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    e vuoi ti passo il mio contatto, sempre se il tuo ragazzo non se la prende, »
    Kalya si ritrovò a sollevare il sopracciglio a quella frase, rivolgendogli un’occhiata piuttosto scettica e anche vagamente sorpresa. Non era la prima volta che qualche ragazzo facesse insinuazioni del genere per indagare sul suo conto, ma non poteva sapere se fosse anche quello il caso. Joshua sembrava essere abbastanza tranquillo e amichevole, ma poteva avere comunque un secondo fine… beh, la tattica di Kalya per scoprire la verità era solo una: essere molto diretta.
    “Cos’è, un modo per sapere se sono single?” Domandò, arricciando le labbra in una piccola smorfia e assottigliando lo sguardo, per fissarlo e metterlo in soggezione (?). “Devo dirti che è un metodo di approccio che non funziona più tanto, ma… se non è questo il caso, allora non devi preoccuparti: non ho il ragazzo.” E anche se fosse stato così, si sarebbe fatta dare lo stesso il contatto perché non c’era assolutamente niente di malizioso.
    Considerava Joshua solo un rivale di giochi picchiaduro, un po’ eccentrico ma non eccessivamente fastidioso. Certo, si era legata al dito la macchia sul suo bellissimo costume, ma pazienza.
    Le sfuggì uno sbuffo quando lui le disse che era capace di divertirsi, prima di sollevare gli occhi al cielo. “Certo che so divertirmi… quando gioco a qualcosa che mi interessa. E quando c’è qualche degno rivale.” Le sfuggì un breve sorrisetto, poggiando le mani sui fianchi e guardandolo con un’espressione eloquente. “... E poi cosa vorresti insinuare, scusa? Che sono noiosa?” Borbottò, aggrottando improvvisamente le sopracciglia, colta da questa realizzazione. Cioè, insomma… lei non era noiosa, no? Forse era un po’ troppo perfezionista, ma…
    Oh no, forse era davvero noiosa, ed era un altro dei motivi per cui faticava a legare con le altre persone.
    Ma scacciò prepotentemente questo pensiero dalla testa, cercando di non farsi altri problemi solo per un commento innocuo di una persona che, a conti fatti, non la conosceva davvero. Aveva sempre la tendenza ad ingigantire tutto nella sua testa, ormai era abbastanza palese.
    Al suo commento riguardo il tifo, Kalyani si lasciò sfuggire uno sbuffetto divertito, prima di scuotere leggermente la testa e dargli di nuovo le spalle.
    Che tipo, pensò, prima di concentrarsi solamente sul torneo che stava per avere inizio.

    Il torneo ebbe la sua conclusione dopo tre ore abbondanti di scontri all’ultimo sangue fra i partecipanti, al punto che ormai il sole stava calando all’orizzonte, colorando la spiaggia con i suoi raggi caldi e piacevoli. Kalya era rimasta assolutamente concentrata per tutti i match, battendo molti suoi avversari con una certa facilità, al punto che molti iniziarono a puntare su di lei per il primo posto… Peccato che, nelle semifinali, un giocatore molto più bravo di lei le precluse la possibilità di poter arrivare in finale e aspirare alla vittoria, facendole ottenere il terzo posto.
    Per quanto la consapevolezza di non aver ottenuto la piena vittoria le avesse dato profondamente fastidio, Kalya si sentiva comunque discretamente soddisfatta del suo risultato, ripromettendosi di dare il massimo al prossimo torneo e di raggiungere il primo posto. Ovvero quello che le spettava.
    Prese il suo premio, prima di uscire fuori dal tendone del torneo, avvicinandosi nuovamente alla spiaggia, che ormai era quasi vuota - anche se lei non capiva il perché, dal momento che quello era praticamente il momento più bello per godersi il mare. E proprio lì incontrò nuovamente Joshua, a cui rivolse una breve smorfietta stizzita.
    “A quanto pare non sono ancora degna del primo posto,” fece, per poi stringersi le spalle. “Però ho avuto comunque il buono sconto per un negozio di elettronica ad Akihabara… anche se penso di poterci comprare solo un videogioco.” Sventolò il fogliettino davanti al viso, osservandolo con una punta di scetticismo, prima di lasciarsi sfuggire un sospiro. Beh, era sempre meglio di niente in fondo.
    “Secondo te cosa ho sbagliato, maestro?” Ormai si divertiva a chiamarlo così, anche se non sembrava affatto seria, anzi appariva piuttosto giocosa e strafottente. Ovviamente non lo considerava davvero suo maestro, visto che lei non ne aveva bisogno, ma l’atteggiamento che lui aveva assunto sembrava fargli credere che fosse così per lei e Kalya la trovava una cosa piuttosto divertente.
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    Cavolo se aveva toccato un nervo nominando la figura del ragazzo, o nel loro caso dell'assenza di quella figura. Onestamente non sapeva che dirle, la stava guardando con un'espressione perplessa e per nulla arrabbiata, non se lo aspettava per niente. Possibile che aveva pensato che ci stesse provando? Era evidente, dunque, che non lo conosceva per niente. « Non sarei qui se ci vorrei provare, ti pare che cercherei di rimorchiare dopo aver giocato a dei dannati videogiochi? » era una cosa risaputa, il tipo di ragazza che faceva per lui non sapeva niente di videogiochi. Un paradosso, circa, però se c'è qualcosa in cui lui è puntiglioso, testardo e decisamente patetico è proprio il tipo di ragazza ideale che vorrebbe come partner. « Non sembra, però ho un po' di classe, » se fosse una battuta di un film qui andrebbero messe le risate del pubblico, però così non è. Il nostro povero supereroe era cresciuto un po' in un paio di aree, era maturato un po' però in certe aree della propria personalità rimaneva tristemente e perdutamente senza speranza.
    Ricevuto comunque il contatto, il che fece nascere la domanda del come mai quella scena, lo aggiunse immediatamente nell'applicazione. Almeno ora aveva un'altra persona a cui spammare link di tornei e cose varie, se mai se la sentiva di parlare con lei per via elettronica. Chissà com'era quando si utilizzava la chat? Seria com'era se la immaginava come quei professori, anzi ora che ci pensò non starebbe male dietro una cattedra in un'enorme aula universitaria.
    Ad ogni modo.
    « Non... Diciamo che è facile farsi fare quella prima impressione, senz'offesa. Hey, a me è successo più volte che pensassero che fossi uno dei classici americani idioti, eppure, » eppure niente, Joshua, forse hanno anche ragione. « Che onore, comunque, essere degno per intrattenerla, madame Kalya, » con un breve cenno del capo, ovviamente mirato per lanciare una frecciatina amichevole all'altra, il ragazzo onestamente era contento di dover ripensare la personalità della ragazza. Sembrava avere dei spigoli, però hey era una tipa apposto e giocava ai pocchiaduro, e lui era contento anche così.

    Finito il torneo, Joshua non aveva una visione pessimista come quella dell'altra. Vero, aveva fatto il tifo per lei però era anche il genere di persona che tifava per chiunque fosse bravo, fintanto che non fossero degli idioti fastidiosi. Vederla perdere è stato un vero peccato, però la competizione era feroce ed onestamente perdere a volte era necessario se si desiderava migliorare. Ora aveva dei filmati di lei che giocava, il tipo di materiale perfetto da studiare e per scovare falle nel proprio piano di gioco.
    A tal proposito, uscito dal tendone trovò la ragazza proprio lì, all'esterno, occupata a risposarsi dopo il torneo o almeno era quello che Joshua pensava stesse facendo. La spiaggia era vicina, l'atmosfera piacevola ed il sole che man mano calava era proprio un toccasana per lo spirito di tutti i presenti.
    L'americano era lì per sgranchire le gambe, il torneo di tekken era finito ma c'erano altri videogiochi che voleva vedere dunque era intenzionato a ritornarci, però sia mai che Kalya non lo volesse trascinare da qualche altra parte per giocare. « Non maestro ma sensei, grazie, » se lo voleva fare, doveva farlo come si deve. « Comunque, non uso il tuo personaggio ed onestamente a quel livello conoscere il tuo match-up contro i personaggi altrui è importante... dunque è qualcosa che ti tocca fare da sola. Per il resto? Direi il solito, però si vede che hai provato ad usare le dritte che t'ho detto prima, » aggiunse, incrociando le braccia e sforzandosi di ricordarsi dei match della ragazza, che onestamente in quel momento si mischiavano facilmente a tutti gli altri. Poi c'era da dire che non sapeva che dirle, sembrava avere una personalità difficile dunque sia mai che calpestasse laddove non doveva mettere piede cercando di rassicurarla. « Ed onestamente? La gente lì è brava, anche senza il sottoscritto a filtrare la marmaglia si vede che gli eventuali mostri appaiono comunque, » faccie nuove e vecchie, chissà se ne avrebbe visto uno nel futuro prossimo? Joshua tirò fuori il cellulare per controllare l'ora e si, non mancava molto alla prossima esibizione il che voleva dire che la doveva salutare. « Io scappo, comunque, che c'è altro che voglio guardare. Se te devi andar via, ci si sente, » come prima alzò la mano e la agitò pigramente, controllando che l'altra non avesse altro da dire prima di rifare il percorso verso il tendone. La giornata aveva preso una piega diversa dal solito, anche inaspettata, però onestamente?
    Era meglio così, sorprese così gli piacevano.
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    alya roteò gli occhi, quando Joshua le disse di chiamarlo sensei. Ormai quella era la sua reazione standard a qualsiasi commento che lui le rivolgeva, anche se assumeva quell’atteggiamento più per fare la finta scocciata che per altro. Si era creato quel tipo di rapporto fra i due, a quanto sembrava. “Non cambia il concetto, però. Ok che prima ti ho chiamato sensei, ma ora non ti montare la testa. È la stessa cosa.” Sottolineò, con fare saccente, ma al tempo stesso abbastanza giocoso. Alla fine, nonostante tutto, Joshua non le stava così tanto antipatico e non se la sentiva di trattarlo con troppa durezza, però al tempo stesso si mostrava orgogliosa per mantenere la sua facciata.
    Classic Kalyani.
    Rimase ad ascoltarlo in silenzio, mentre lui commentava la sua performance nel torneo, prima di lasciarsi sfuggire un breve sbuffetto che le smosse una ciocca di capelli. “Ok, lo ammetto, le ho usate. Ma ho usato anche le mie tecniche, quindi non è tutta farina del tuo sacco,” fece, con un sorrisetto, che poi parve ammorbidirsi impercettibilmente. “Ma… grazie comunque. Alla fine allenarmi un po’ prima del torneo mi ha aiutato anche ad affrontarlo in maniera un po’ più rilassata.” Confessò, finalmente, prima di deviare lo sguardo e portarlo verso il mare. Lei era una persona che prendeva tutto troppo sul serio, ma lui, con quei suoi modi di fare strani e con i battibecchi che ne erano seguiti, era riuscito addirittura a farla distrarre.
    Si voltò di nuovo a guardarlo, con un barlume di sfida negli occhi. “Però sappi che voglio giocare contro di te al prossimo torneo. Non accetto un no come risposta.” E incrociò le braccia sotto al seno, con un piglio sicuro e praticamente irremovibile. In fondo, avevano un conto in sospeso e qualcosa le diceva che lui non si fosse impegnato poi così tanto a batterla, che non avesse dato il suo cento per cento. E lei voleva vedere quello.
    Nel sentirlo salutarla per andare via, lei di certo non lo fermò, dal momento che non aveva nient’altro da dirgli. Aveva addirittura il suo contatto ora, se volevano parlare potevano farlo via messaggi. Si limitò a poggiarsi con i gomiti sulla ringhiera che dava sulla spiaggia, salutandolo con un cenno di mano… prima di aggiungere altro. “Sappi che non ti ho ancora perdonato per il gelato. Forse.” Fece, sempre con un piglio vagamente giocoso, prima di deviare lo sguardo e lasciarlo andare via.
    Rimase qualche istante ad osservare il movimento delle onde che si infrangevano sul bagnasciuga, cercando finalmente di rilassarsi dopo un pomeriggio pieno come quello. Non si poteva dire pienamente soddisfatta di come erano andate le cose, dato che lei tendeva sempre a raggiungere la perfezione assoluta, ma in quel momento era così tanto rilassata che si dimenticò completamente del suo proposito iniziale, pensando unicamente all’idea di aver appreso comunque cose nuove e di essersi un pochino migliorata.
    Dopo aver preso un respiro profondo, godendosi il profumo di quel vento che sapeva di salsedine e le scompigliava i capelli, rinsaldò la presa sulla sua borsa e si allontanò di lì, lasciandosi quel mare alle spalle per raggiungere casa. Nonostante tutto era stata una giornata stancante… e dire che aveva preso quel giorno di ferie per rilassarsi un po’.
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    Non ho molto da dirvi, ricordo solo di evitare di citare esplicitamente nomi di prodotti mediatici realmente esistenti, in questo caso tekken (più una citazione a street fighters mi pare), in quanto potrebbero per qualcuno essere fonte di prestavolto. O si citano in maniera indiretta (come avete correttissimamente fatto per i personaggi di tekken), oppure ne storpiate il nome in qualche modo.
    Detto ciò, nulla di grave, avete fatto 22 post quindi prendete il bonus.

    Kalya: +50exp +25exp
    Joshua: +50exp +25exp

    Chiudo!
     
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22 replies since 6/9/2021, 13:18   361 views
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