Magical Singing Party - Absolutely not a business meeting

Role/ Affiliazione Bloodpact || Shinjiro, Kalyani (Slot Extra), Lawrence

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    Shinjiro Aragaki

    Dopo il loro primo incontro al Cafe Fantasia Kalya era venuta varie volte al Kagejikan e, anche se l'altra era a conoscenza della sua seconda identitá e di cosa facevano, nella sua mente era ancora un pó esitante a definirla come membro di Bloodpact vero e proprio. Ne aveva tuttavia parlato con Desmond e Masao e deciso che potevano fidarsi... quel giorno, tuttavia, non era uscito di casa strettamente per quello, anche se Kalyani c'entrava comunque.
    La conversazione con Hisoka gli aveva fatto realizzare che conoscere qualcuno specializzato nel raccogliere informazioni in giro avrebbe fatto loro solo che bene e, guardacaso, proprio nella stessa giornata si era ritrovato con una certa persona da voler rintracciare... e quando aveva riferito tutto su Hayato agli altri, Kalyani aveva proposto una persona che poteva fare al caso loro. A quanto pare la ragazza faceva parte di una gilda online di videogiocatori, e uno dei loro membri sembrava essere il tipo di persona che si occupava di queste cose... sembrava anche il tipo di persona piuttosto riservata, perché aveva accettato di incontrarsi di persona solo a patto di evitare i propri nomi e usare un luogo di terze parti come "territorio neutro" per l'incontro. Personalmente la riservatezza a Shinjiro andava bene, soprattutto perché non aveva la minima idea di che tipo di persona fosse, perció prima di rivelare troppo voleva farsi un'idea di chi era e di come lavorava, idea che immaginava fosse reciproca... ma quando Kalyani gli aveva riferito l'indirizzo del luogo d'incontro non aveva potuto fare a meno di alzare un sopracciglio.
    Un karaoke.
    Che... aveva senso? Stanzette private insonorizzate, chiusa, nessuno che disturbava... peró non poteva fare a meno di sentirsi un pó uno stereotipico yakuza nel recarsi a parlare di roba segreta in un luogo del genere.
    (Perché parlare in un ristorante vuoto no, vero)
    Il karaoke scelto si trovava ad Akihabara, dall'aspetto appena entrati sembrava essere a tema futuristico, un pó scifi. Aveva deciso di recarsi lí insieme a Kalyani, che era in teoria il suo punto di contatto con il misterioso "Starrysky", vestiti in modo assolutamente normale, anche se nel suo caso aveva sempre la suit della 30MINUTESINDUSTRIES infilata sotto i semplici jeans e felpa leggera che indossava. Altro piccolo particolare era la collana che aveva iniziato ad indossare da qualche mese. Era un semplice accessorio in argento, regalo di compleanno di alcuni amici, ma vi aveva fatto installare un piccolo microchip che lo rendeva in grado di materializzare il giaccone e il resto dei suoi vestiti "da Joule" semplicemente premendo un piccolo bottone sul ciondolo. Il poter far apparire - e soprattutto sparire- in un istante il suo equipaggiamento era valsa la piccola fortuna che aveva dovuto pagare per procuraselo. Niente piú uscire di casa bardato di tutto punto e preoccupandosi che la signora del piano di sopra lo vedesse. E in quanto al perché aveva scelta una collana... era perfettamente normale, discreta, non sembrava innaturale che vi giocherellasse ed era difficile da perdere accidentalmente... soprattutto quando usava il quirk. Auguri a togliergliela di dosso quando il metallo diventava rovente.
    « Um, é la prima volta che lo incontri di persona anche per te?» chiese a Kalyani mentre varcavano la soglia del karaoke e si avvicinavano al bancone. Lanció una rapida occhiata alle telecamere di sicurezza installate all'ingresso, sentendosi in colpa anche se non aveva nulla di illegale, poi si rivolse al signore che prendeva gli ordine.
    « Dovrebbe esserci una stanza per tre ordinata a nome... "Faith Fighters"?» chiese, voltandosi verso Kalyani per chiedere conferma del nome della gilda.
    Ah, e ovviamente, per la cronaca, a Shinjiro non era passato nemmeno per l'anticamera del cervello che fossero lí al karaoke per, beh... cantare al karaoke.
    Erano lí per parlare di affari, no?
    .... no?
     
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    Doveva ammetterlo, Kalya si era sentita un sacco orgogliosa di sé, quando si era proposta di aiutare il Bloodpact a trovare qualcuno in grado di saper rintracciare informazioni su criminali e sospetti. Le sarebbe piaciuto poter avere lei stessa delle conoscenze specifiche a riguardo e poter agire in prima persona, ma l’informatica non rientrava totalmente nel suo campo, per quanto comunque lei ci capisse più di una persona comune. Aveva pensato subito a Starrysky, il suo compagno di gilda online, e lo aveva contattato per potergli chiedere una piccola consulenza - a pagamento, ovviamente.
    La consapevolezza che lui avesse accettato di incontrarsi, alla fine, le faceva abbastanza strano: non si erano mai visti in viso, dal momento che la politica della gilda non lo prevedeva, e non sapeva neanche il suo vero nome. Quel giorno, invece, avrebbe potuto finalmente vedere come fosse davvero il suo compagno di giocate online.
    Shinjiro le aveva chiesto di accompagnarlo, perché lei era il punto di contatto fra lui e l’informatico. Però… mica si aspettava che Starrysky le proponesse di vedersi a un karaoke. Certo, poteva essere un luogo molto riservato, dove potevano parlare in santa pace senza problemi, però… lei non era mai stata in un posto del genere. Non aveva una voce orribile, in realtà, ma si vergognava da morire a cantare di fronte alla gente, soprattutto ai suoi colleghi di lavoro, e aveva sempre rifiutato le proposte di passare una serata in uno di quei posti.
    Ora, invece, ci stava andando sul serio. Con Shinjiro, per giunta. Ma tanto avrebbero parlato di cose serie… quindi non doveva preoccuparsi, no?
    Si diede comunque della stupida da sola, perché lui si era vestito in maniera molto casual, mentre lei aveva scelto di vestirsi e truccarsi carina per qualche assurdo motivo. Insomma, mica erano usciti per piacere, quello era praticamente lavoro! Quindi si ritrovò a sospirare, continuando a pentirsi amaramente di essersi messa quell’accenno di tacco.
    Arrivati di fronte al karaoke, Shinjiro le chiese se fosse la prima volta che vedesse di persona quel ragazzo. “Sì, è la politica della gilda. Ma giochiamo insieme da un bel po’ di tempo e posso assicurarti che, anche se non l’ho mai visto prima di oggi, è una persona fidata.” Asserì con una certa sicurezza. Insomma, poteva considerarlo un suo amico di giocate online… e dubitava fortemente che fosse qualcuno di discutibile, quindi potevano stare tranquilli.
    Una volta entrati dentro all’edificio, Kalya si guardò intorno con un’espressione totalmente spaesata. Quel posto… era particolare, con quell’ambientazione un po’ sci-fi e quelle lucine a neon, che coloravano l’ambiente di tonalità blu e fucsia. “Mh? Sì, Faith Fighters,” confermò, tornando a guardare Shinjiro quando questo le chiese implicitamente se fosse giusto il nome della gilda.
    L’addetta alla reception assegnò loro la stanza otto, indicandola come una delle ultime del corridoio che si trovava alla loro sinistra. Kalya ringraziò con un piccolo inchino, prima di iniziare a incamminarsi verso il posto designato, premurandosi di restare al passo del suo collega. “Non sono mai stata a un karaoke, devo dirti la verità,” confessò, mentre avanzava lungo il corridoio. “Tu, invece? Sono tutti così… extra?” Gli chiese, sollevando un sopracciglio. Ma se quello per lei era extra, non aveva ancora visto l’interno.
    Fu lei a poggiare la mano sulla maniglia e ad aprire la porta della loro stanza. Il primo dettaglio che notò di quel posto era che non vi fosse nessuno, e quindi che loro fossero stati i primi a presentarsi all’appuntamento. La seconda cosa che balzò praticamente subito ai suoi occhi fu l’arredamento di quella stanzetta, che si poteva definire molto più che extra, al punto che lei si fermò davanti alla porta a fissare quel posto con un’espressione di pura perplessità.
    I colori che regnavano sovrani lì dentro erano il rosa e l’azzurro, che tinteggiavano le mura di quella stanza, dove vi erano state dipinte anche delle palme stilizzate. Il pavimento era a scacchi, color bianco e nero, e in mezzo al salone spiccava un tavolino circolare che era letteralmente un acquario, con dei pesciolini che nuotavano pigramente al suo intero. Intorno a questo vi erano dei divanetti di pelle lucidissima, praticamente metallizzata, e di fronte ad essi un enorme schermo piatto, con quattro microfoni poggiati sul ripiano. Il resto della stanza aveva un’estetica abbastanza discutibile, a partire dalle stampe che mescolavano uno stile anni ‘80 a uno futuristico, con qualche delfino sparso qua e là a caso, fino alla presenza di… colonne di marmo bianco, stile antica Grecia??
    “... Ooooook, questo mi sembra molto vaporwave,” commentò Kalya, infine, dopo un lunghissimo silenzio contemplativo. Si addentrò di qualche passo lì dentro, guardandosi intorno quasi per accertarsi che quel posto fosse davvero arredato in quel modo e non fosse solo frutto della sua immaginazione, prima di sospirare profondamente. “Beh, non mi sarei mai mai aspettata di parlare di affari seri in un posto del genere.” Confessò, voltandosi a guardare Shinjiro e sollevando un sopracciglio.
    Vide un interruttore vicino al muro e, presa da un moto di curiosità, vi si avvicinò. “E questo che fa…?” Nel momento in cui lo premette, le luci dentro la sala si abbassarono leggermente e si accese una piccola palla stroboscopica appesa al soffitto, da lei completamente ignorata fino a quel momento, che investì quel posto di lucine bianche e rosa, creando un’atmosfera molto disco.
    “... Capisco.” Fu il suo unico commento, ormai non riuscendo più a sorprendersi di nulla, arrivata a quel punto (?).
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    Kalya Raji
     
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    Odiavo il fatto di dovermi far vedere da Symmetra. Non perché avessi qualcosa contro di lei, anzi. La trovavo simpatica, anche se un pochino troppo dorky per i miei gusti. Ma chiunque è troppo dorky per i miei gusti, quindi non conta.

    Avevo scelto quello specifico karaoke per una ragione specifica - ci ero già stato prima.
    Non per cantare, ovviamente, ma per fare pratica con i loro sistemi di sicurezza. Con il tempo, in visite sempre più frequenti in cui lavoravo al pc, facendo finta di cantare da solo - un pochino per cercare di sistemare il sistema di riconoscimento vocale di FROST, un pochino perché avevo bisogno di un posto dove la mia identità non fosse conosciuta e avessi modo di registrare tutto quello che mi serviva. Avevo passato tutte quelle numerose serate a cercare di bucare il sistema di videosorveglianza del locale. Non avevo avuto molta fortuna, nel senso che non ero riuscito a procurarmi un accesso diretto al feed in maniera attiva, ma potevo solo riprodurlo o registrarlo sulle mie periferiche. Il che, per quanto mi riguardava, era più che sufficiente.

    « ... sigh. »

    Sì, avevo bisogno di soldi.
    Odiavo dovermi mostrare in faccia.
    Ma non erano il genere di affari che mi sentivo in grado di discutere da dietro uno schermo per ora, specialmente se le cose si fossero complicate. Ma potevo fidarmi di Symmetra - se non potevo fidarmi dei miei compagni di gilda, non potevo fidarmi di nessuno.

    ...
    forse sarei dovuto tornare indietro.
    Scelsi di andare contro il mio giudizio, tirando dritto attraverso l'ingresso.
    Avevo scelto un posto molto flashy apposta. Con tutto quello che succedeva intorno a noi, non saremmo stati troppo al centro dell'attenzione. Avevo indosso una tuta scura, con qualche decorazione a forma di stella e una mascherina chirurgica.

    Dopo un breve scambio di parole con l'addetto al Karaoke, mi sarei diretto verso la terrificante e spaventosa sala Karaoke con i pesciolini, cercando di combattere la voglia di dare una testata contro il rosa e l'azzurro che dominavano la mia vista. La mia attenzione fu presto attirata dalle lucine bianche e rosa. Rimasi immobile per più di un secondo, lo sguardo che balenava in giro alla ricerca dei responsabili. Identificai immediatamente quella che - speravo - essere Symmetra e il suo amico. Altrimenti, c'erano state molte incomprensioni e ci saremmo dovuti spiegare.

    « Abbi pietà, Symmetra. Spegni quelle luci, sembra la scrivania di Chilling. E no, non è un bene. »

    Non mi interessava davvero come fosse Symmetra, anche se me l'immaginavo propriamente così. Magari con dei brufoli, ma quest'aspetto era più in linea con il profiling che avevo fatto. Diedi un'occhiata rapida al suo accompagnatore, squadrandolo da capo a piedi con l'unico occhio non coperto dai capelli. La mia iride azzurra si mosse per memorizzarne qualche caratteristica principale.

    « Starrysky. Se hai un modo con cui preferisci che io ti chiami, dimmi pure. »

    Dissi, facendo un semplice cenno del capo all'uomo, prima di togliermi le cuffiette. Erano ridicole in quell'ambiente. Senza aggiungere troppo altro, sprofondai nel divanetto più vicino e poggiai il mio zainetto sulle gambe. Beh, i convenevoli erano finiti - speravo sinceramente. Non avevo voglia di parlare della mia vita o altro, ero qui per lavoro e per soldi.

    E con un pochino di fortuna, sarei potuto andare via senza dover minacciare nessuno di cose strane. Tralaltro, il cellulare che avevo in tasca stava già registrando l'audio. Bastava fare attenzione a isolare i suoni corretti con Audacity in un secondo momento.

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    Shinjiro Aragaki

    Le volte che aveva rivisto Kalya era sempre stato al locale, dopo una giornata di lavoro (per lei) e mentre lavorava o stava per finire(per lui), perció sempre in occasioni molto tranquille e con vestiti di tutti i giorni. Perció, quando se la ritrovó davanti vestita non esattamente elegante, ma comunque piuttosto in tiro, non poté fare a meno di fissarla per qualche secondo, come aveva fatto al loro primo incontro, per poi affrettarsi a distogliere lo sguardo.
    « L'azzurro ti sta molto bene.» commentó. I colori chiari in generale le stavano benissimo, creando un contrasto con la pelle e i capelli color nocciola. Su di lui o altri particolarmente pallidi avrebbe solo accentuato un aria malaticcia. Aveva notato anche i tacchi, altra cosa con cui non la aveva mai vista, e il particolare che pure con quelli fosse comunque un quasi dieci centimetri piú bassa di lui era... stranamente adorabile. Non la faceva tipo da tacchi piú che altro.
    Restó ad ascoltare la risposta dell'altra sul funzionamento della loro gilda online. Anche se aveva giocato in passato a giochi online, lo aveva sempre fatto insieme ad un cerchio di amici che giá conosceva, e non aveva mai giocato in modo cosí approfondito da essere entrato davvero nel "circolo"; era piú il tipo da giochi casual con una partita ogni tanto, anche perché gli altri piú appassionati tendevano a giocare o di sera o nel pomeriggio, e i suoi orari e altri hobby gli avevano sempre impedito di giocare per ore di fila: anche ai tempi del liceo, o era al locale ad aiutare, o era impegnato con il club di basket, o semplicemente aveva preferito fare altro.
    Per quel motivo tutta l'idea di conoscere qualcuno da anni e considerarlo una persona "fidata" senza averlo neppure mai visto in faccia o sapere il suo vero nome gli faceva un pó... strano. Anche se forse ora che ci pensava era un pó come il rapporto che aveva con alcuni suoi clienti: di Complotto-san ad esempio non sapeva nulla, peró lo considerava un tipo a posto.
    Svitato, sí, ma innocuo.
    « Um, capito... vedremo che tipo é.» commentó.
    Inizió a seguire l'addetta alla reception, dapprima a passo spedito e poi rallentando appena per non rendere troppo difficile all'altra stargli dietro, soprattutto con quei tacchi. Onestamente non aveva idea quanto difficile fosse camminarci, ma l'ultima cosa che voleva era vederla rovinare a terra.
    « Davvero, mai? So che fuori dal Giappone sono un pó... diversi, piú... pubblici?» chiese, prima di guardarsi attorno per rispondere alla domanda dell'altra.
    « Ci andavo spesso al liceo, soprattutto dopo una vittoria con la squadra di basket... non sono tutti cosí, la maggior parte sono piú... "tranquilli".» ridacchió.
    « Qui ad Akihabara trovi di tutto, molti hanno stanze a tema come questo.»
    E si che ormai aveva capito che il tema di quel karaoke in particolare era uno un pó futuristico, ma nulla avrebbe potuto prepararlo per la stanza che avevano riservato. Kalya si fermó sulla soglia, probabilmente stupefatta, e Shinjiro si avvicinó a sbirciare da sopra la sua spalla.
    Un attimo dopo, assunse la stessa espressione perplessa dell'altra.
    Quelli... quelli erano pesci veri...? E perché il busto greco...?
    « Uaporu... cosa?» chiese dopo qualche secondo, dopo essersi riscosso abbastanza da muovere qualche passo all'interno.
    «... vediamola cosí, anche se qualcuno origliasse, nessuno ci prenderebbe sul serio qui.» commentó dopo essersi guardato attorno e aver preso cautamente posto su una delle poltroncine di pelle. Erano cosí lucide e dall'aspetto cosí plastificato che si aspettava quasi fossero dure al tatto, nemmeno fossero mobili per la casa di una Barbie.
    Onestamente, con tutto quel rosa l'impressione era un pó quella.
    E... e c'era una palla da discoteca. Ovviamente.
    In ogni caso sembravano essere arrivati per primi, perció cercó di mettersi comodo e attese l'arrivo di Starrysky... nome che tra l'altro sperava di non distruggere pronunciandolo ad alta voce. Il suo inglese era migliorato un pochino grazie a Desmond, ma era migliorata piú che altro la comprensione e il vocabolario, non tanto la pronuncia.
    E poi c'erano tante consonanti tutte attaccate.
    Venne strappato a quelle riflessioni dall'arrivo del terzo componente di quella riunione. Giró lo sguardo verso la porta e inarcó un sopracciglio.
    ... per un attimo, per qualche motivo, gli era parso piuttosto familiare, ma ovviamente era sicuro di non conoscerlo.
    ... probabilmente somigliava ad un suo conoscente per altezza e corporatura o qualcosa del genere.
    E impiegó un attimo a capire che "Symmetra" doveva essere il nick di Kalyani. Ok, l'usare pseudonimi era stata una condizione per incontrarsi dopo tutto. E giá che si parlava di nickname usati nei giochi online...
    « Facciamo "Berserker"... o Joule, mi é indifferente. » ricambió l'occhiata dell'altro assottigliando lo sguardo. Indossava una mascherina chirurgica e i capelli gli coprivano buona metá di ció che era visibile del viso, perció si concentró piú che altro sull'osservarne portamento e linguaggio del corpo mentre prendeva posto.
    « Giá che siamo qui, prima di iniziare a parlare di "affari" vogliamo ordinare qualcosa? A me non dispiacerebbe dello yakitori. E del ramen.»> fu la prima cosa che disse, passando lo sguardo sugli altri due e indicando il tablet posto sul tavolino per ordinare cibo e bevande.
    Era un pó curioso di come si sarebbero comportati i due nell'incontrarsi... soprattutto se d'ora in poi avrebbero dovuto lavorare insieme come parte di Bloodpact, dove non erano esattamente tipi da dare ordini, assegnare compiti e arrivederci.
    E poi aveva onestamente fame. Era autunno, iniziava a fare di nuovo freddo, e il suo metabolismo bruciava (letteralmente) ancora piú calorie del solito. E insomma, quella stanza era quello che era, ma l'avevano prenotata per un'ora abbondante come minimo, non potevano mica scambiarsi due parole e via, no?
    Ed infine, era un suo personale mantra che si potevano capire molte cose da cosa ordinava da mangiare una persona. Un pó come era successo con Desmond.
    E poi non potevano cantare se erano impegnati a strafogarsi.
     
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    «L'azzurro ti sta molto bene.»
    Nel sentire queste parole, totalmente inaspettate, Kalyani ebbe come l’impressione che Shinjiro le avesse momentaneamente dato in prestito il suo quirk. Difatti, avvertì le sue guance raggiungere una temperatura ben oltre il livello di fusione (?), tanto scottavano al contatto. Era soltanto un commento innocuo ma, considerando quanto si stesse facendo problemi riguardo il suo abbigliamento, sapere che comunque lui lo apprezzava le provocava una sensazione di sorpresa, mista a imbarazzo e piacevole soddisfazione.
    “G-grazie,” bofonchiò, praticamente sottovoce, mentre deviava lo sguardo per non fargli vedere in che condizioni era ridotto il suo viso - se se ne fosse accorto sarebbe stato anche peggio, visto che non era una liceale e non doveva lusingarsi così tanto per una cosa così piccola.
    Si ritrovò inconsciamente a pensare, però, che da quel momento in poi avrebbe considerato l’idea di indossare un po’ più spesso il colore azzurro.
    Sorvolando la sua completa incapacità di reagire ai complimenti, Kalya si focalizzò piuttosto sulla risposta che Shinjiro le diede riguardo le sue esperienze con i karaoke. “Sì, ricordo dei locali in India dove si faceva il karaoke su un palco, davanti a tutti… un incubo. Per questo, perlomeno, apprezzo quelli giapponesi.” Almeno erano intimi e, se doveva fare una figuraccia, la faceva davanti ai suoi amici. “Forse devo ancora entrare nell’ottica che qui è un passatempo piuttosto comune…” D’altro canto, anche Shinjiro stesso ammetteva di esserci stato in passato, quindi era praticamente una cosa normalissima, più di andare a vedere un film al cinema praticamente.
    E non si aspettava che lui avesse praticato pallacanestro al liceo… anche se, considerando la sua altezza fuori dal comune, non era poi così tanto strano dedurlo. Era curiosa di vederlo in campo, ad essere del tutto sincera, forse perché qualcosa le diceva che fosse un bravo giocatore. Di certo avevano interessi diversi sullo sport, visto che lei amava il pattinaggio ed era una frana nei giochi che prevedevano il lavoro di squadra.
    Gli avrebbe spiegato in un altro momento cosa voleva dire vaporwave e lo avrebbe aiutato anche nella pronuncia, troppo impegnata a guardarsi intorno e realizzare che avrebbero parlato di affari in mezzo a palme, delfini rosa e busti greci assolutamente plasticosi. Sembrava davvero una casa delle bambole, solo futuristica e con tocchi di vintage. Ma la sua contemplazione fu bruscamente interrotta dall’arrivo del suo compagno di gilda, Starrysky, che le disse di spegnere quelle lucine da discoteca.
    Un po’ colta di sorpresa da quell’arrivo, Kalya premette nuovamente l’interruttore e la palla stroboscopica si spense, mentre le luci tornavano ad alzarsi leggermente, lasciando tuttavia un’atmosfera ancora soffusa. Portò poi lo sguardo sul ragazzo, osservandolo con una punta di curiosità. Le faceva stranissimo vederlo dal vivo per la prima volta, dopo aver parlato con lui online quasi tutti i giorni, e se lui aveva immaginato lei più brufolosa, lei lo aveva immaginato un po’ più grande dell’età che dimostrava. E magari anche un po’ più alto.
    “Ciao, Starrysky.” Un sorrisetto le piegò le labbra, con un piglio più amichevole che sfoggiava di solito. Fino a qualche istante prima si era sentita un po’ nervosa all’idea di conoscere dal vivo una persona con cui aveva parlato solo da dietro lo schermo, ma dopo aver rotto il ghiaccio si sentiva già più rilassata. Perlomeno, da un primo sguardo, quel ragazzo sembrava tranquillo come appariva online, anche se un po’ schivo.
    Si sedette a sua volta su uno dei divanetti, poco distante da Shinjiro e fronteggiando l’altro ragazzo. Doveva ammettere che, anche se si era rilassata, si sentiva vagamente a disagio ad approcciare dal vivo a Starrysky… doveva abituarsi a guardare il suo viso e non il suo avatar, ma sperava di riuscirci presto.
    “Mh? Oh, si può ordinare da mangiare?” La proposta di Shinji la risvegliò dai suoi pensieri. Si sporse leggermente verso di lui, prima di allungare il braccio, prendere il tablet in mano e sfogliare velocemente le proposte che il menù offriva, indecisa su cosa prendere. Non aveva la più pallida idea che si potesse addirittura mangiare lì dentro ma, effettivamente, era un locale e aveva senso che si consumassero anche pasti e bevande.
    “Io prenderò i takoyaki. E penso che ti imiterò, prendendo anche dello yakitori.” In generale le piacevano quasi tutti i piatti della cucina giapponese, quindi tendeva spaziare molto e provare sempre cose diverse. “Ordino anche per te, allora… tu cosa vuoi, Starrysky?” Chiese all’altro, sollevando lo sguardo verso di lui. Nel caso in cui ne avesse avuto bisogno, gli avrebbe passato senza problemi quel tablet, in modo che potesse scegliere da solo i piatti che preferiva.
    “Allora…” Ah, pessimo approccio per colmare il silenzio. Ma insomma, lei era una frana in queste cose! Si ritrovò a trarre un piccolo sospiro. “Mi fa piacere che tu abbia accettato il nostro invito, anche se… non mi aspettavo che ci saremmo incontrati in questo posto, devo essere onesta.” Sollevò un sopracciglio, con fare vagamente divertito. Beh, non le era sembrato proprio tipo da frequentare posti del genere… tutti e tre, lì dentro, sembravano decisamente fuori contesto.
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    Oh no. Erano di quel genere di persone che quando si va in un posto, bisogna mangiare. Non ho mai avuto la passione per il buon cibo, un pochino per i problemi economici nei quali versavo, un pochino perché i miei pasti generalmente venivano fatti davanti al pc.

    « Joule, allora. Berserker fa un pochino gacha sopravvalutato. Senza offesa. »

    Ero indeciso su come affrontare la questione.
    Oh, beh, come facevo di solito.
    Dicendo le cose come stavano.

    « Mi sono portato dietro pochi soldi. Una porzione piccola di kaarage di pollo e dell'acqua, per favore. Sii gentile, Symmetra e non farmi toccare il tablet. Non ho abbastanza disinfettante per una follia del genere. »

    Sistemai meglio il portatile sul tavolino davanti a me. Nel caso in cui qualcuno si fosse avvicinato per guardare sul mio schermo, avrebbe visto un sistema operativo custom molto minimale, un wallpaper azzurro a tinta unita e una piccola emoticon bianca impassibile in basso a destra. Quindi alzai lo sguardo verso Symmetra - per quanto fosse una persona vera, una donna in 3d... era pur sempre una compagna di gilda. L'idea di incontrarla dal vivo mi faceva venire l'orticaria, come avevo detto, ma...

    « Questo posto è stato il primo di cui sono riuscito a... »

    ... ad hackerare le telecamere

    « trovare delle buone recensioni. E poi è il posto perfetto per parlare di cose non propriamente legali. Non si sa mai, mi tengo tutte le porte aperte. Non mi stupirei se ci fossero degli yakuza, quattro stanze più in là. Spero di potervi aiutare, piuttosto, è un periodo di magra da quando è scoppiato il caos con le farfalle. Non c'è più tanta gente come prima in giro. »

    Maledetto Hanzo, aveva affossato l'economia. Un sacco di gente nelle università aveva deciso di lasciare gli studi perché la vita era sempre più effimera e avevano avuto esperienze di simil-morte. E quindi mi ero ritrovato con gli introiti praticamente dimezzati. Questo lavoretto mi serviva. E sì, mi sentivo al sicuro a parlare senza problemi di cose potenzialmente illegali, in fondo stavo registrando tutto. Sia sotto il punto di vista video che audio, grazie al mio cellulare.

    « Ah, informo che non canto. Ma Symmetra sembra non vedere l'ora. Joule invece mi sembra una persona seria e pratica. Con uno stomaco più grande del mio. »

    Tch. Quanto aveva intenzione di mangiare?

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    Poteva essere un pó superficiale o stereotipata come considerazione, ma da una donna con l'aspetto di Kalyani ci si poteva aspettare che fosse molto piú abituata a ricevere complimenti. Il modo invece in cui era arrossita o comunque risultava molto piú timida e indecisa di quanto potesse sembrare ad una prima occhiata contrastava nettamente con quell'immagine.
    E cantare davanti a tutti sembrava piuttosto imbarazzante e potenzialmente traumatizzante come cosa: vero che nessuno pretendeva di essere dei perfetti cantanti, ma nel farlo davanti a una intera sala se si ci prenotava per una canzone c'era un pó l'aspettativa implicita di non essere dei completi incompetenti, immaginava, anche perché ovviamente non potevano cantare tutti in quel caso... lui personalmente non era granché a cantare, per questo lo aveva sempre fatto solo in compagnia di amici fidati e di lunga data. Enfasi su "di lunga data", dove una performance terribile al karaoke non era certo la cosa peggiore che si aveva condiviso insieme.
    « Sí, qui é semplicemente un modo per riunirsi e passare del tempo insieme, non tanto per cantare "bene".»
    Poi c'erano anche quelli che ovviamente la prendevano in modo piú competitivo e organizzavano gare di canto tra amici.
    Mentre passava il tablet a Kalyani, spostó invece lo sguardo e l'attenzione su Starrysky, piuttosto felice che avesse detto immediatamente di spegnere quella palla stroboscopica... perché giá il busto greco che lo fissava dalla parete non aiutava, ma discutere di "affari" con quelle lucine soffuse bianche e rosa sarebbe stato impossibile.
    Rispose con un sorrisino al commento su "Berserker"; era il nomignolo che Masao e Desmond gli avevano affibiato nella chat di gruppo, e per qualche motivo i due avevano deciso che i loro nomi dovevano essere a tema classi di videogiochi.
    « Non l'ho scelto io, quindi mi va benissimo.»
    Restó a osservarlo sistemare il portatile sul tavolino mentre Kalyani prendeva presumibilmente gli ordini.
    Inarcó un sopracciglio nel sentire il commento sulle recensioni, ma non commentó. Gli sembrava un pó strano che non ne avesse trovati altri di piú... normali nell'arredamento con buone recensioni, ma era d'accordo con lui sul fatto che l'ambiente ridicolo avrebbe aiutato a camuffare ció di cui stavano parlando anche se qualcuno avrebbe colto qualche stralcio di conversazione.
    E immaginare due stereotipici yakuza in giacca elegante cantare un duetto anni 80 in una stanza uguale a quella e poi mettersi a parlare di affari come se niente fosse era una immagine mentale bellissima.
    «... ho un metabolismo molto attivo.» borbottó in risposta al commento dell'altro, per poi assumere un'aria piú seria. Quasi incosciamente si raddrizzó sulla poltrona, appoggiandosi allo schienale.
    « Mentre aspettiamo il cibo, tanto vale iniziare... Symmetra mi ha detto che te la cavi a ritrovare informazioni su persone od... altro. Se ti chiedessi di trovare quante piú informazioni possibili su una certa persona, cosa saresti in grado di ricavare esattamente? E soprattutto di cosa avresti bisogno? » chiese, infilando una mano in tasca a sfiorare il telefono. Aveva un nome e la foto di Hayato, ma nessuna informazione su dove si trovasse al momento o cosa stesse facendo... tranne il fatto che, se era parte di Aogiri, era probabilmente ancora a Tokyo. Poi c'era la questione del casinó, che Hisoka aveva indicato come base dell'Albero... forse si poteva usare come possibile zona in cui Hayato si aggirava. Ovviamente, piantonare di persona il Casinó aspettando di incrociarlo sarebbe stato quantomeno sospetto ed estremamente rischioso... che era poi il motivo per cui si era rivolto ad uno come Starrysky. Voleva usare il cercare informazioni su Hayato come una sorta di "test d'ingresso" sulle sue capacitá, per farsi un'idea di cosa l'altro era in grado di fare.
    « Ti avviso in anticipo del fatto che questa persona é in... brutti giri. Ovviamente voglio cogliere meno rischi possibili, quindi soprattutto... non si scoprirebbe in nessun modo che hai raccolto informazioni su di lui?»
    Lui onestamente non sapeva nulla di quelle cose tranne l'immagine stereotipata dello smanettone data dai media, che non era ovviamente realistica.
    Si rivolse poi a Kalyani; aveva un paio di cose che aveva intenzione di chiedere anche a lei.
    « Per quanto riguarda te, Symmetra... sei venuta da me un paio di volte, ma parlami un pó meglio delle tue capacitá "tecniche". Non siamo mai riusciti ad approfondire il discorso.»
    Si rese conto con un attimo di ritardo che "venuta da me", poteva suonare ambiguo.... lui ovviamente intendeva "venuta al mio locale", ma aveva evitato di dirlo perché sarebbe stato un pó inutile usare pseudonimi se poi ci si metteva a parlare della propria vita privata.
     
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    Quando Starrysky le disse che non aveva portato molti soldi con sé e che ordinava soltanto una porzione piccola di kaarange con acqua, Kalya fu tentata per un attimo di offrirgli lei da mangiare, ma poi doveva farlo anche con Shinjiro per non risultare maleducata e… non aveva ancora quel livello di confidenza per fare una cosa del genere, per quanto potesse apparire come una semplice gentilezza - però offrirgli il pancake dal tuo piatto va bene, eh. Per questo motivo si limitò semplicemente ad annuire, selezionando il piatto scelto dal ragazzo e sollevando leggermente un sopracciglio al commento sul tablet e i disinfettanti.
    Beh, non era la cosa più igienica del mondo, ma… non era niente di così tragico. O no?
    Inviò l’ordine cercando di non pensare a ciò, prima di sollevare lo sguardo verso di lui quando disse che quel posto aveva delle buone recensioni… Beh, di certo poteva entusiasmare gli amanti di quel genere di stile, ma tra questi lei non rientrava affatto. Le piacevano le cose in stile futuristico, ma non in maniera così tanto… appariscente.
    “Sono certa che tu possa aiutarci,” disse semplicemente, con una certa sicurezza. Aveva grossa fiducia nelle capacità informatiche del suo compagno di gilda e se aveva indirizzato il Bloodpact a lui era proprio perché sapeva che sarebbe stato in grado di poterli aiutare in maniera concreta.
    « Ah, informo che non canto. Ma Symmetra sembra non vedere l'ora.»
    “Guarda, no.” Si affrettò a rispondere, sentendo le guance diventare leggermente rosse. “Potrei cantare solo sotto costrizione.” Insomma, gli unici ad averla sentita canticchiare erano stati i suoi fratelli che, passando davanti alla porta del suo bagno, l’avevano colta nel bel mezzo di un karaoke in solitaria sotto alla doccia. Si era imbarazzata in quell’occasione, figurarsi davanti a quei due! Probabilmente sarebbe esplosa sul posto, come minimo.
    Ma tornando ai discorsi più seri, rimase ad ascoltare Shinjiro, mentre questo si rivolgeva a Starrysky per chiedergli se fosse in grado di ricavare informazioni sulla persona che interessava al network. Kalya non ne sapeva moltissimo a riguardo, dal momento che era entrata da poco in quel giro e non conosceva tutti i retroscena, quindi si sporse leggermente in avanti per ascoltare meglio, con un’espressione molto attenta e curiosa. La persona che Shinjiro stava cercando doveva essere molto pericolosa e immischiata in affari decisamente loschi, cosa che la portò ad aggrottare leggermente le sopracciglia con fare pensieroso.
    Si chiedeva se anche lei, in un certo senso, avrebbe potuto dare loro una mano a risolvere quella faccenda. Li aveva condotti da un hacker, certo, ma il suo ruolo era stato molto… passivo, fino a quel momento? A conti fatti, lei aveva fatto solo da intermediaria, quindi non si poteva considerare un ausilio concreto… però non le veniva in mente nessun altro modo per fare qualcosa di effettivamente utile. Non era forte fisicamente, come aveva avuto modo di appurare qualche giorno prima, né aveva delle grosse abilità informatiche. L’unica cosa in cui poteva rivelarsi effettivamente utile era…
    Fu proprio Shinjiro a chiederglielo. Portò gli occhi color oro su di lui, con una punta di sorpresa, non aspettandosi minimamente che si sarebbe rivolto a lei. Le aveva letto nel pensiero, per caso? Certo… quel venire da me era abbastanza ambiguo, tanto che ritrovò a reagire con qualche secondo di ritardo, lanciando un’occhiata nervosa e imbarazzata a Starrysky per vedere la sua reazione a quelle parole, prima di rivolgersi nuovamente all’altro.
    “Beh, come tu sai, gestisco la succursale di un'azienda che si occupa di fabbricazione e vendita di equipaggiamenti,” iniziò, quasi come se stesse facendo un colloquio di lavoro (?), parlando senza nascondere nulla. Erano informazioni che anche il suo compagno di gilda sapeva. “Ho una laurea in ingegneria meccanica e sono brava a costruire dispositivi per tutte le necessità, utili sia sul campo di battaglia che per, boh… pulire casa con un robot?” Alla fine le sue conoscenze riguardo l’ingegneria spaziavano molto, dal momento che era un argomento che la interessava moltissimo. Se c’era una cosa di cui lei andava profondamente orgogliosa era il suo impegnarsi sempre al massimo per migliorare ogni giorno di più nel suo lavoro.
    “Oh, so aggiustare anche macchinari difettosi e migliorarli, all’occorrenza.” Aggiunse poi, con una certa sicurezza, mostrandosi all’altezza delle loro aspettative. Perché, alla fine, per Kalyani contava tantissimo non deludere nessuno, soprattutto una persona che aveva riposto la sua fiducia in lei - anche se, magari, Shinjiro non si aspettava grandi cose da lei e Kalya stava semplicemente ingigantendo tutta quella storia, come faceva sempre.
    “Sono brava anche con l’aspetto hardware del computer…” E lanciò un’occhiata al portatile di Starrysky, lasciando intendere che, in caso in cui rischiava di rompersi, lei poteva sistemarlo senza problemi. Insomma, anche se non era ancora molto brava a combattere, poteva rendersi utile a modo suo!
    In quel momento, dentro quella stanza plasticosa, iniziò a sentire leggermente caldo e si tolse la giacca azzurra, restando solo con la camicia a righine che portava sotto. Non ci ripensò, ma le maniche erano leggermente arrotolate e lasciavano scoperti i suoi avambracci… compreso il livido che si espandeva su quello destro. Non era passato moltissimo tempo dal suo scontro con Gabriel, forse una decina di giorni, e il livido che le era venuto sul punto dove l’aveva colpita non si era ancora rimarginato del tutto, anche se ora aveva assunto una sfumatura di viola molto scuro.
    Ma lei non ci ripensò minimamente, ormai abituata a quel segno sul suo braccio. “Spero che questo possa esservi d’aiuto in qualche modo.” Disse semplicemente, per poi poggiare il mento sul palmo della mano destra e tornare a guardare Shinjiro negli occhi, attendendo la sua reazione con una punta di aspettativa.
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    Ci avevo visto giusto, si rendeva conto del fatto che aveva ordinato per un esercito. Quindi era una buona forchetta, oppure c'era qualcosa sotto. Finché non mi avessero chiesto di dividere il conto, poteva mangiare quello che voleva.

    Diedi un'occhiata a Symmetra, per pochi istanti, prima di fare spallucce. Le mie dita si stavano già muovendo velocemente sulla tastiera e un piccolo tentacolo carnoso era appena fuoriuscito dalla mia manica per andare a infilarsi nella presa USB del mio portatile. Con un piccolo bzzt e una lievissima scossa elettrica, aveva già iniziato a lavorare.

    « Chiedo scusa, Symmetra. In effetti è Chilling che raccoglie i balletti negli MMORPG. Allora non canteremo. Meglio per tutti. »

    Iniziai a scrivere, rapidamente.
    Non stavo scrivendo niente di interessante, in realtà, stavo solo iniziando i vari processi di startup del computer per avere gli attrezzi del mestiere pronti all'occorrenza. Con calma, un poco per volta, sarei riuscito ad ottenere quello che mi serviva, ne ero certo. Solo... c'era da capire come fare un pochino tutto. Le possibilità erano infinite.

    « Dipende da una serie di fattori. Non ho problemi a invischiarmi con brutti giri, so come non farmi scoprire. E no, c'è sempre la possibilità che io venga scoperto, ma dipende da quanto la persona in questione è alfabetizzata sotto il punto di vista informatico. Se mi stai facendo queste domande, ad esempio, potrei scoprire di tutto su di te e tu non te ne accorgeresti mai, Joule. Come per Symmetra, in fondo, ma per politica personale non faccio queste cose con i compagni di gilda. »

    Iniziai a tamburellare sul portatile, finendo di rispondere alla domanda che mi era stata posta.
    Di cosa avevo bisogno e cosa avrei potuto ottenere.
    Beh, la risposta era facile.

    « Nome e cognome è un pessimo punto di partenza. Un indirizzo email è un punto di partenza migliore. Con il suo cellulare, invece, posso recuperare tutti i file che sono passati di lì, con un pochino di fortuna. Le foto, i messaggi, tutti i backup sul cloud. Ma si possono fare anche le cose come nei film. Nel limite del possibile, ovviamente. »

    Sbattèi le palpebre.

    « Poi ci sono le ovvie limitazioni di hardware. Per certe cose, mi servirà un pc più costoso. Ma se stiamo parlando di qualcuno non eccessivamente informatizzato, non c'è problema. »

    Sospirai.

    Dopodiché, mi zittii. Anche perché il palcoscenico non era solo mio, anche Symmetra sembrava essere stata messa in mezzo. E a quanto pareva, avrei potuto chiederle una mano per un certo progetto che avevo in mente. Certo, era ancora in fase embrionale e lo stavo sviluppando più per vedere come FROST avrebbe potuto funzionare all'interno di un sistema complesso.


    « ... d'aiuto per cosa, di preciso. »

    Mi ritrovai a dire alla fine.
    Sembrava che Symmetra sapesse qualcosa in più di me. E anche se mi interessava poco, poteva essere utile sapere in cosa mi stavo invischiando - più che altro per avere le spalle coperte nel caso in cui tutta questa storia avesse un ritorno negativo sui miei affari. Come ad esempio bruciarmi il negozio.

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    Restó a osservare Starrysky mettersi a lavoro con una punta di sorpresa: pensava volesse solo prendere qualche appunto, segnarsi qualcosa di particolare, ma... non si stava mettendo al lavoro... adesso, o no? Non aveva la minima idea onestamente di come funzionavano quelle cose, ma sapeva solo che probabilmente non bastava pigiare furiosamente i tasti del computer due secondi come si vedeva nei film... o no?
    Forse la tecnologia era andata cosí avanti che era diventato effettivamente possibile...?
    Osservó il tentacolo dell'altro con una punta di sorpresa. Non per il tentacolo - lui era l'ultima persona che si sarebbe fatto problemi a quel riguardo-, quanto per il fatto che si era infilato nella porta usb del computer.
    « Um-» azzardó, non sapendo come chiedere qualcosa al riguardo senza risultare possibilmente indelicato.
    Sembrava ovviamente star usandolo per fare qualcosa con il computer; chissá come funzionava? Faceva male? Poteva potenzialmente prendere una scossa?
    Restó ad ascoltare la spiegazione dell'altro in silenzio, riflettendo, poi tiró fuori il telefono e aprí la foto scattata durante l'escursione in montagna insieme ad Amachi ed Hayato. Posó il telefono sul tavolo e a scanso di equivoci indicó Hayato sulla foto.
    « La persona che mi interessa é lui. Hayato Ono... anche se ormai per quanto ne so potrebbe essere un nome falso. Un mio contatto mi ha riferito che é parte di Aogiri.» inizió andando subito al dunque, dando loro tempo di assimilare l'informazione. Aogiri era comunque uno dei gruppi criminali piú noti del Giappone.
    « Ha lavorato con me per mesi... e mi ha spiato, per mesi. A quanto so, non lo ha fatto per conto di Aogiri, di questo sono piuttosto certo, ma per conto di un'altra persona che voleva informazioni su di me.... é una lunghissima storia, non staró qui a tediarvi con i dettagli. » come faceva a spiegare che il tizio che gli aveva detto di spiarlo era stato un ex membro di Aogiri e ora era diventato il suo sopracitato contatto senza far sembrare folle l'intera storia?
    Ugh.
    « Ora... saró franco con voi. Io e un altro membro del mio gruppo abbiamo avuto un paio di... incroci con gente di Aogiri in passato, ma voglio che restino solo cosí. Non mi hanno bruciato casa allora e non ho certo intenzione di mettermi da solo contro di loro mettendomi in testa di smantellarli o dare loro fastidio. Non sono cosí folle.» commentó. Probabilmente Symmetra poteva capire benissimo come si sentiva, avendo avuto un'esperienza simile con gli uomini in nero.
    « Preferirei che non si ricordino nemmeno che esisto, onestamente. Lui peró... voglio rintracciarlo. Non so nemmeno se sia veramente parte di Aogiri, ma il fatto che si sia improvvisamente licenziato e abbia cambiato numero di telefono per non farsi rintracciare rende la cosa un pó piú credibile... voglio sapere dov'é adesso, cosa sta facendo, se possibile raccogliere prove delle sue attivitá. Ovviamente non ho il numero attuale di telefono.» riportó lo sguardo su Starrysky.
    « ... immagino sia un problema?» chiese.
    Qualcuno bussó alla porta poco dopo. Oooh, il cibo era arrivato, erano veloci.
    Restó ad aspettare che il cameriere ebbe distribuito le varie porzioni e bevande... e sí, il suo ordine era decisamente il piú grosso.
    «... sicuro di non volerne un pó?» propose scrutando l'ordine al confronto misero di Starrysky mentre divideva le bacchette per iniziare a prendere i noodles nel ramen.
    Aveva preso solo un pó di pollo fritto e dell'acqua... mangiava abbastanza, sí?
    La descrizione di Symmetra del suo lavoro era piuttosto particolare, soprattutto quella parte sul progettare oggetti adatti "al campo di battaglia".
    La sua mente la immaginó automaticamente con una chiave inglese in mano vicino ad un cannone laser o qualcosa del genere.
    « Quindi fai equipaggiamenti per eroi...? Anche... armi?» chiese, interessato e un pó stranito. Chissá se all' occorrenza avrebbe potuto aggiustare anche la sua suit... anche se, dovendo recarsi all'ospedale della 30MINDUSTRIES regolarmente per fare manutenzione, forse era meglio non rischiare si accorgessero che ci stava mettendo mano qualcun altro...?
    Ma comunque, l'opzione di avere qualcuno che poteva occuparsi della loro attrezzatura era interessante...
    « Io e il mio gruppo... beh, "gruppo" ci fa sembrare chissá quante persone... siamo solo in tre. Facciamo ronde piú che altro qui in zona contro gli anti-mutant. Non si sentono piú tanto come subito dopo la manifestazione anti-mutant, ma sono ancora in giro. Oltre a quello, umm... cerchiamo di aiutare dove possiamo.»
    Modo elegante per dire "ci ficchiamo nei guai un pó dove capita".
     
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    Anche lei lanciò un’occhiata visibilmente incuriosita a quel piccolo tentacolo che sbucò da sotto la manica del suo compagno di gilda, osservandolo attaccarsi al suo portatile come una vera e propria chiavetta USB. Si chiese se fosse in grado di potersi collegare a qualsiasi dispositivo elettronico, anche ai macchinari che costruiva lei stessa, e cosa fosse in grado di fare… Non conosceva moltissime cose sul conto di Starrysky, ma certamente era una persona piuttosto interessante. La politica della gilda di cui lei faceva parte non lo prevedeva, ma non le sarebbe dispiaciuto conoscere qualcosina di più sulle sue abilità.
    In fondo avevano interessi in comune e potevano nerdare insieme tranquillamente. Ma non disse niente di tutto ciò, tenendo queste cose per sé e limitandosi ad ascoltare in silenzio mentre gli altri due conversavano.
    “Per un hardware più adatto, posso aiutarti io,” intervenne, con un’espressione seria. “So costruire computer, anche con diverse funzionalità complesse… quindi per quello non devi assolutamente preoccuparti.” Come già detto, voleva assolutamente rendersi utile a modo suo, per questione di puro orgoglio personale. Senza contare che darle un pretesto per mettersi con il cacciavite in mano era sempre ben accolto, visto che le piaceva costruire e aggiustare dispositivi elettronici anche come semplice hobby.
    Fu il turno di Shinjiro di spiegare a Starrysky il motivo per cui lo avevano contattato. A dir la verità neanche Kalya ne sapeva molto, per questo motivo si sporse in avanti a osservare la foto che stava mostrando all’altro, inquadrando subito quello che sembrava essere il criminale che dovevano tenere sott’occhio. Era indubbiamente un bel ragazzo, o almeno poteva dedurlo da quella foto, ma… non le dava l’impressione di essere una brava persona. Forse perché ora sapeva che non doveva fidarsi di lui ma, in generale, non le dava delle vibes molto positive.
    E aveva ragione, visto che era parte di Aogiri. Le labbra si Kalya si arricciarono in una smorfia abbastanza nervosa, nel sentire il nome di quella famosa organizzazione criminale, che era impossibile non conoscere se si viveva a Tokyo per un determinato periodo di tempo. Lei aveva già avuto a che fare con Deep Void, anche se non poteva immaginare quanto potesse essere fastidioso sentirsi spiati per mesi da qualcuno. O forse avevano spiato anche lei e non aveva avuto la minima idea.
    Paranoie a parte (?), continuò ad ascoltarlo senza interromperlo, fino a quando non decise a parlare. “Posso capire perfettamente, insomma, mettersi contro un’intera organizzazione criminale non è un’idea propriamente brillante… a meno che non si abbiano abbastanza risorse per fare qualcosa di concreto.” Cosa che loro, ovviamente, non avevano. “Ma… vuoi solo controllare questo Hayato? Oppure vuoi avere l’occasione di incontrarlo e… "saldare i conti"?” Chiese, sollevando il sopracciglio. Forse Starrysky poteva trovare strano il fatto che fosse lei a porre domande del genere a Shinjiro, ma non poteva immaginare che lei ne sapesse quasi quanto lui per certi aspetti.
    A conti fatti, si sentiva ancora abbastanza estranea al Bloodpact, per quanto Shinjiro l’avesse coinvolta in quella situazione… per questo motivo, quando lui disse che il gruppo era composto da tre persone, lei si lasciò involontariamente sfuggire un piccolo sospiro. Beh, sperava che con il passare del tempo le cose si sarebbero un po’ aggiustate.
    Finalmente arrivò il cibo, interrompendo il suo flusso di pensieri. Sentì la domanda che Shinjiro rivolse al suo compagno di gilda e anche lei osservò la sua porzione, prima di riportare lo sguardo su Starrysky. “Oh, se vuoi anche un po’ del mio non fare complimenti.” Disse, stringendosi le spalle e indicando le porzioni che stavano davanti a lei, poggiate su quel tavolino-acquario.
    “Comunque sì, realizzo anche armi. Non spade, ovviamente, ma roba che riesce anche a interagire con il proprio quirk,” spiegò, in maniera molto tranquilla, ignorando l’espressione che le rivolse Shinjiro. Divise le bacchette di legno, mentre prendeva in mano il piattino di takoyaki. “Ovviamente si tratta di un equipaggiamento che devo studiare insieme all’acquirente, per poter essere perfettamente in linea con le sue richieste. È un processo che richiede il suo tempo, ma nulla di troppo eclatante. Se facessi aspettare troppo tempo, perderei molti dei miei clienti.” Aveva un’espressione serissima mentre parlava di questo argomento, mostrando il suo essere pienamente professionale. Non era un atteggiamento che assumeva volontariamente, era semplicemente abituata a comportarsi in quel modo quando si parlava del suo lavoro.
    Prese un takoyaki con le bacchette, portandolo alla bocca. “Me lo chiedi perché hai bisogno del mio aiuto in qualcosa nello specifico?” Domandò a Shinjiro, prima di addentare la polpetta fritta e… “Nhh, scotta--” Iniziò a sveltolarsi la mano davanti alle labbra, mentre deglutiva a fatica quel boccone incandescente.
    Niente, dimenticava sempre che le temperature dei takoyaki rivaleggiavano con quelle di un vulcano attivo.
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    Osservai silenziosamente la foto che mi era stata allungata. Una faccia. E un nome. Presumibilmente finto. Parte di Aogiri.

    Qui si trattava di qualcosa di grosso.
    Avevo immaginato che avesse a che fare con qualche organizzazione criminale, ma qui era Aogiri.

    « Ah, miriamo in basso, vedo. »

    Risposi semplicemente, prendendo la foto e mettendomela in tasca. Quindi cliccai su uno dei numerosi post-it virtuali presenti sul mio schermo per iniziare a buttare giù qualche appunto, non troppo chiaro ai profani, su come affrontare la situazione. Avrei iniziato a rispondere a Shinjiro, ma...

    ... il cibo era appena arrivato.
    Ascoltai quanto Symmetra aveva da dire sull'argomento, facendo un cenno del capo.

    « Assemblare un computer è qualcosa a cui posso arrivare anche io, il problema nasce nel reperire la materia prima. Con tutta la gente che si è messa a fare mining nell'ultimo periodo e la quantità di speidzioni bloccate a causa del caos delle farfalle, il prezzo dei microchip e dei minerali associati è schizzato alle stelle. Quindi qualsiasi aiuto in questo senso è benaccetto. »

    Osservai a quel punto le varie pietanze che erano state portate. Sembrava buona cucina, ma non ero mai stato uno di quelli in grado di apprezzarla. Personalmente mangiavo quello che mi riempiva lo stomaco e non mi toglieva troppo tempo dal lavoro. I noodle istantanei erano probabilmente il 40% del mio menù mensile.

    « No, vi ringrazio. Mangerò quello che ho ordinato. Riguardo il lavoro, qualsiasi informazione può essere utile. Il suo vecchio numero di telefono, un suo vecchio contatto email. Non sono il genere di persona che va in giro a fare domande, se raccolgo informazioni lo faccio dal tavolino di un bar o dal mio ufficio. Non credo sia un lavoro difficile, ma è potenzialmente rischioso a seconda della gente che c'è dietro a questo tizio. So che la divisione tecnologica di Aogiri tira fuori delle cose stratosferiche. Ma se è qualcuno che non mastica la tecnologia, avrà fatto qualche errore registrandosi a Babel o registrando il suo numero di telefono. Potremmo risalire a un sacco di cose con relativamente poco lavoro. »

    A quel punto smisi di parlare.
    Avevo parlato anche troppo per i miei standard, volevo lasciare che fossero liberi di dire qualcosa anche loro. Feci per prendere qualcosa da mangiare, ma poi le parole di Shinjiro mi risuonarono in testa. Facevano ronde in giro? Cercavano di aiutare dove potevano? Forse potevano darmi la... forza di gambe che io non avevo. Meglio che pagare qualcuno - se fossi riuscito a farmeli amici.

    Sembravano avere buoni propositi.
    Forse avrei potuto fare in modo di farmi dare una mano per il mio personale tornaconto.
    Per Shiro. Per i miei.
    Feci un piccolo sospiro, sprofondando sul divanetto.
    Salvo poi tirarmi su con un colpo di reni, per ricordarmi che era probabilmente sporco come poche cose al mondo.

    « Accettate anche richieste? »

    Chiesi, mentre iniziavo ad appuntarmi tutte le informazioni che avevo ricevuto.
    Anche l'aiuto di Symmetra sarebbe potuto essere interessante, per quello che avevo in mente.
    Beh, mi mancavano i fondi, però. E FROST era ancora troppo acerba per potermi aiutare in quel senso.

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    Alla domanda di "Symmetra" scosse leggermente il capo.
    « Nulla di... "drastico". Voglio innanzitutto parlargli e sapere cosa... non so, ne ha pensato del tempo che ha passato a spiarmi. Che tipo di persona é davvero. E a prescindere da cosa mi risponde, se ottengo qualche prova di suoi crimini o atti illeciti, trovare un modo di consegnarlo alla polizia... anche se con il supporto di Aogiri suppongo sia solo questione di mesi prima che sia di nuovo fuori.» sospiró. Quel punto era sempre un pó scoraggiante, ma... lui cosa poteva farci?
    Passare a metodologie piú drastiche non era certo giustificato solo perché sapeva che probabilmente non sarebbe rimasto in prigione a lungo. Se tutti avessero ragionato cosí, nessuno sarebbe mai diventato poliziotto o Pro-Hero. A meno che... non si riusciva in qualche modo a "togliergli" il supporto di Aogiri... come era successo a Hisoka. Se Aogiri avrebbe iniziato a vedere Hayato come un intralcio piuttosto che un membro fidato, non si sarebbero sprecati a tirarlo fuori di lí... forse?
    Restó ad ascoltare il discorso tra Starrysky e Symmetra mentre rifletteva senza troppa convinzione su quell'idea. Un passo alla volta.
    Dal discorso dei due compagni di gilda capí che bene o male avrebbero potuto aiutarsi a vicenda in caso di bisogno, il che era sempre un bene. Si incupí leggermente al rifiuto di Starrysky di avere un pó del suo ramen mentre iniziava a mangiare, osservandolo ora con occhi nuovi: sembrava... un pó magrolino? E aveva detto che lavorava perlopiú in un ufficio o comunque al chiuso, perció non usciva molto. Stava bene, sí? Anche quel... tentacolo che sembrava usare per collegarsi a dei dispositivi, immaginava fosse stancante? Era comunque parte del suo quirk, no?
    Si addossó inconsciamente la missione di farlo mangiare sano mentre faceva una pausa dai noodles per annuire e trafficare di nuovo con il telefono.
    « Ottimo. Non so quanto sia esperto di tecnologia, quindi quella sará un pó una incognita, ma intanto posso darti tutte le informazioni che ho su di lui.» avrebbe detto, prima di iniziare eventualmente a dettare il vecchio numero di telefono e contatto Babel che aveva ancora nella lista di vecchie chat del telefono, insieme a qualsiasi altro dettaglio poteva venirgli in mente. Peccato che non era a conoscenza del suo quirk, o si sarebbero potute cercare notizie di crimini commessi da gente con quirk che corrispondeva alla descrizione... magari quello poteva essere il passo successivo.
    La domanda dell'altro lo colse un attimo di sorpresa, ma lo osservó per qualche secondo con un certo interesse.
    « Dipende da cosa vuoi che facciamo, come detto niente cose "drastiche"... ma in linea generale sí, certo. Di cosa si tratterebbe?» chiese, interessato.
    Si rivolse poi nuovamente a Symmetra.
    « Non esattamente per me, ma magari in futuro potrebbe servirci il tuo aiuto. Anche se...» esitó un attimo, poi afferró un lembo della felpa che indossava e la sollevó per mostrare la suit sottostante e le powerbank attaccate alla cintura.
    « Questa mi serve per aiutare a tenere sotto controllo il mio Quirk nei giorni in cui... non mi sento troppo bene. L'ha realizzata una compagnia che lavora per la 30MINDUSTRIES, quindi a meno che tu non lavori per loro non so se sarebbe saggio farci mettere mano a qualcun altro, peró... se te la faccio studiare potresti magare realizzare in futuro degli equipaggiamenti che vi interagiscono?» chiese.
    La sua suit era tecnicamente prima di tutto un equipaggiamento per cosí dire "medico", sicuramente non pensato per essere usato nelle sue attivitá da vigilantes... peró nulla gli impediva di farsi costruire altre cose che sfruttavano tutta l'energia generata dalla suit. Per ora al massimo usava le powerbank come caricabatterie del cellulare... che tornava effettivamente comoda come cosa.
     
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    Per Kalya non era nulla di assolutamente sconvolgente sapere che Starrysky fosse in grado di assemblare un computer: molti appassionati in merito erano in grado di farlo, tanto che non ci voleva una laurea per potersi costruire un PC da zero. Certo, la qualità migliorava con una maggiore conoscenza degli strumenti che si utilizzavano, oltre che alla scelta dei dispositivi tecnologici che vi si inserivano… e in questo lei si poteva definire migliore di qualunque altro appassionato amatoriale. “Beh, se il problema riguarda la materia prima, si può vedere. Insomma, la uso anch'io e so dove reperire cose di qualità e a un prezzo non troppo elevato.” E si strinse leggermente le spalle. Insomma, se c’era una persona che poteva aiutare in maniera concreta il suo compagno di gilda, quella era lei. Un conto era aiutarlo a sconfiggere un boss mentre giocavano online, un conto era farlo nella vita vera per questioni molto più serie.
    Comunque, proprio come aveva sospettato, Shinjiro non era intenzionato a compiere azioni drastiche contro Hayato, ma voleva semplicemente controllarlo. Kalya si limitò ad annuire, dandogli ragione: era ormai chiaro che condividevano una morale molto simile, che era poi quella che si trovava alla base del suo network, e per questo motivo lei si sentiva sempre più disposta a farne parte attivamente. Probabilmente non avrebbe trovato altro gruppo così affine a lei, oltre al fatto che ormai conosceva abbastanza bene uno dei due leader e si poteva dire che si fidasse di lui.
    In ogni caso, Starrysky poteva davvero aiutarlo nella sua ricerca, e lei rimase completamente affascinata di fronte alle possibilità che l’hacking poteva offrire per risolvere molti problemi, come conoscere persone sospette di cui non si sapeva la vera identità. Non era molto legale, ma… neanche quello che facevano loro lo era, pazienza.
    Dopo essersi ripresa dal takoyaki incandescente (?), Kalyani ascoltò la risposta di Shinjiro alle sue parole e lui, sollevandosi leggermente la felpa, le mostrò la suit che portava sotto. Gli occhi della ragazza parvero improvvisamente illuminarsi di curiosità, mentre assorbiva le informazioni che le stava dando il suo collega e cercava di capire in che modo funzionasse quell’equipaggiamento... anche se le interessava principalmente sapere in che modo fosse stato progettato, ma quello non poteva di certo capirlo osservandone solo una piccolissima parte.
    “Posso dare un’occhiata alla tua suit, dopo?” Gli domandò all’improvviso, diretta, continuando a sfoggiare quell’espressione curiosa e vispa. Normalmente si sarebbe fatta problemi a chiedere una cosa del genere, ma era un’occasione che non poteva assolutamente perdere. “Vorrei capire come è stata costruita. Giuro che non la modifico.” Promise solennemente, visto che le aveva detto che era di una compagnia che lavorava per le 30MINDUSTRIES… Insomma, era meglio non metterci le mani.
    “Senza contare che, poi, se riesco a capire come funziona potrei anche pensare a qualcosa che sa interagirci…” Ipotizzò, con un sorrisetto, facendosi già progetti nella sua testa. Come già ribadito più volte, per lei era estremamente divertente lavorare su idee nuove, dal momento che le dava l’impressione di migliorarsi sempre di più.
    Era comunque curiosa di sapere quale fosse la richiesta che Starrysky voleva rivolgere a Shinjiro o, più genericamente, al suo gruppo. Alla fine quello si poteva trattare di un vero e proprio scambio di favori… anche se non erano propriamente favori, visto che c’entravano sempre i soldi. Kalyani rimase in silenzio ad ascoltare la sua possibile risposta, portando un altro takoyaki - questa volta lasciato freddare - alla bocca… In quel momento, casualmente, l’occhio le cadde sul livido che si espandeva dal suo polso fino al gomito e le parole del suo compagno di gilda le tornarono alla mente.
    Potremmo risalire a un sacco di cose con relativamente poco lavoro.
    “Scusate se torno al discorso di prima, ma… quindi potrebbe bastare anche solo il contatto Qmail?” Domandò all’improvviso, sollevando gli occhi verso l’altro ragazzo. “Perché in realtà vorrei cercare anche io delle informazioni su una persona…” Annunciò infine, assumendo un’espressione improvvisamente seria.
    In realtà non era sicura se ne valesse davvero la pena, dal momento che Gabriel non aveva fatto nulla di particolarmente sospetto… Però erano giorni che continuava a domandarsi su come sentirsi nei suoi confronti, se continuare a ignorarlo o cercare di capire se si potesse davvero fidare di lui e di quello che le aveva detto. Aveva bisogno di qualche conferma esterna, visto che ormai aveva capito che quel ragazzo non si facesse molti problemi a mentire.
    Iniziò a cercare il suo smartphone nella borsetta. “Una decina di giorni fa mi sono scontrata con un tipo… strano. Mi ha detto che non era un criminale, ma… vorrei accertarmene.” Spiegò, mentre sbloccava lo schermo del suo cellulare e andava alle sue Note. Aveva segnato velocemente il suo nickname lì sopra, visto che altrimenti rischiava di dimenticarlo. “Voglio solo sapere se è un criminale oppure no… e il suo vero nome, nel caso in cui me ne abbia dato uno falso.” Come ho fatto io, ma vabbè. “Non c’è nessuna fretta, sono solo io che ho bisogno di togliermi questo dubbio.” E si strinse le spalle, mettendo la sua richiesta in secondo piano rispetto a quella di Shinjiro.
    Recuperò infine il file dove aveva appuntato il nickname. “Il suo contatto su qmail è @fallen_angel. Il trattino è basso.” Disse infine, dopo quel momento di suspense (?), prima di rimettere il telefono in borsa, con un’espressione apparentemente neutra. Non aveva la più pallida idea che la persona che stava cercando aveva delle conoscenze in comune lì dentro (?).
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    Se aveva a che fare con Aogiri, probabilmente scavando troppo a fondo saremmo incappati nel loro settore informatico - mi rifiutavo di credere che al giorno d'oggi non avessero un settore informatico degno di nota. Ma con un pochino di fortuna, concentrandoci sul lato personale e strettamente sul lato personale, avremmo potuto spuntarla senza vederci assassini che ci spuntavano in casa.

    Ogni informazione che ... Joule mi dava, veniva rigorosamente riportata su un file di appunti che stavo compilando. Avevo abbastatnza informazioni da compilare una scheda abbastanza fornita, tutto sommato. Avevo trovato cose più complesse con meno informazioni. C'era il punto di Aogiri che... beh, non mi faceva proprio stare tranquillo. Ma ero sicuro che sarebbe andato tutto per il verso giusto, con il tempo di fare le cose con calma.

    « Credo sia sufficiente. Posso garantire di trovare qualcosa, non so dire per le tempistiche. Dipende da una serie di fattori, come quando Symmetra mi fornirà il necessario. Che potrebbe anche non servire, se questo... Hayato è abbastanza stupido. »

    Detto questo, pensavo il mio lavoro fosse finito. Avevo ricevuto quello che mi serviva, potevo anche alzarmi e andarmene. Ma per fortuna, sembrava che Symmetra si stesse preoccupando di come avrei fatto a pagare le bollette questo mese. Certo, c'era sempre l'opzione di iniziare a fare Phishing con il sito della banca nazionale del Giappone, ma non volevo andare così tanto nell'illegale.

    « Alla stessa maniera, Symmetra dipende da una serie di fattori. Ma se si vogliono utilizzare servizi internet, è impossibile non lasciare tracce di sè. Numeri di telefono, email, prima o poi saranno sempre ricollegati a qualcosa di reale e tangibile. Che sia un indirizzo IP, un indirizzo di fatturazione o qualsiasi cosa, alla lunga e con un pochino di pazienza si arriva ovunque. »

    Tamburellai sul tavolo con le dita.
    Non mi interessava cosa dovevo fare, al momento, finché c'erano dei soldi dietro. No, non avevo lo spirito del buon samaritano.
    Infatti, loro potevano aiutarmi con qualcosa che ... beh, era il motivo per cui facevo tutto quello che facevo.

    « Sto cercando una persona scomparsa, un familiare. Ma possiamo parlarne con calma. E' scomparsa da sette anni, può aspettare qualche giorno perché costruiamo un pochino di fiducia reciproca. »

    Non ero il genere di persona da dare fiducia. Per nulla.
    Ma visto che erano anni che non cavavo un ragno dal buco, una mano avrebbe potuto farmi comodo.
    Sospirai lieve, a quel punto. Se si erano rivolti a me... vuol dire che le loro competenze informatiche facevano acqua da tutte le parti. Quindi, stavo parlando con dei morti che camminavano. E non mi piacciono nemmeno i giochi di zombie.

    «Perdonatemi se mi faccio i fatti vostri. Questa cosa che vi ho detto, come vi fa sentire? Una persona molto meno brava di me potrebbe trovare dove abitate, con chi andate in giro, semplicemente collegando due puntini online. E ripeto, una persona molto meno brava di me sarebbe in grado di farla. Non oso pensare a cosa sarebbero in grado di fare gli informatici di Aogiri. »

    Era il momento di attaccare il pezzo da venditore. Avevo un servizio che potevo offrire e avevo bisogno di venderlo. E ad occhio, sembrava che queste persone avessero un gran bisogno di sicurezza informatica, di sparire un pochino dai radar e non farsi tracciare nel caso in cui tutto andasse a quel paese. Facevano ronde, o almeno, Joule e i suoi compagni facevano ronde. Avevano praticamente un enorme bersaglio in testa con dieci cecchini pronti a bruciare loro il negozio.

    Potevo farmi pagare per offrire loro protezione informatica.
    Chiusi il portatile, spostando l'unico occhio scoperto dai capelli prima verso Joule e poi verso Symmetra.
    Sentivo che potevo risolvere una serie di problemi, aiutando sia uno che l'altra.

    | Vigilante | #Livello 4 | 23 anni | © |
    Energia: 300 | Forza: 040 | Quirk: 135 | Agilità: 100
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    Scheda: Link.


    EDIT: Aggiunto robe
     
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