Late Night Fox Blues

AM di Gruppo ETERNIUM | Delin, DualSlayerBlade, Ace

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    DAISUKE OKADA
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    E la fiducia del corvino era effettivamente riposta nella persona giusta.
    Evelynn aveva un certo fascino, e non si parlava solo del lato carnale della cosa. Il suo modo di fare, che si tratti di parlare o anche solo muoversi, aveva uno charme particolare, che portava le persone a fidarsi e convincersi di qualsiasi cosa stesse dicendo. E come ci era caduto lui, Daisuke immaginava che potessero caderci altre decine su decine di persone. No, non perché si ritenesse particolarmente difficile da convincere, ma semplicemente perché riconosceva il talento particolare della compagna di gruppo. C'era un motivo se aveva la carta degli Amanti poi, anche se non era troppo sicuro fosse quello il significato a dirla tutta. Aveva studiato la sua stessa carta sì, ma quelle degli altri non le aveva considerate poi così tanto.
    Come volevasi dimostrare infatti - dopo qualche minuto dalla "fuga" nel laboratorio del duo - l'americana ritornò vincente dal Folle e dal Carro, comportandosi come un gatto orgoglioso che vuole una ricompensa, e tirando poi fuori da una tasca il fondamentale bigliettino che i due "fidanzatini" le avevano fornito.
    Daisuke lo aveva scrutato profondamente dopo che gli Amanti glielo avevano passato, ma non sembravano esserci poi così tante informazioni. Il posto - un nomignolo in francese che non aveva mai sentito -, data e ora, e l'indirizzo preciso. Erano gli essenziali, ma erano più che abbastanza per farsi un'idea del dove e del quando.
    Certo, la paranoia del corvino avrebbe preferito una miriade di dettagli in più, ma non si può aver tutto dalla vita, doveva accontentarsi di quello che aveva in quel momento. Anzi, doveva fare i complimenti alla ragazza per essere stata così abile nel parlare. Non era scontata come cosa alla fine.
    Certo, magari organizzare una seconda data non era così difficile, ma assicurarsi anche dei posti in più? Quello era incredibilmente più complesso, specialmente con gente meticolosa come quelli con cui si erano appena incontrati.
    "Good job Eve. Spero che non sia stata troppo difficile come cosa" - erano complimenti onesti, visto che Daisuke era abbastanza convinto che gli sarebbe stato impossibile convincere due persone come quelle, in particolar modo il ragazzo, ad una cosa del genere - "Okay comunque, ci penso io a bruciarlo"

    Come da prassi, la fase iniziale di una missione era la progettazione, ed ironicamente era anche una delle fasi preferite del Carro. Raccogliere informazioni, studiare le situazioni e gli elementi stessi della missione, pensare a possibili imprevisti, studiare soluzioni a problemi che nemmeno esistevano. Non è difficile intuire perché a Daisuke piacesse tanto questa fase, vista la quantità di pensieri inutili che andavano fatti. Era il momento perfetto per chi amava rimuginare sulle cose, visto che poteva effettivamente tornare utile.
    Aveva imparato fin dall'adolescenza che non esisteva un'analisi perfetta, era normale che ci fosse almeno qualche errore di pianificazione, visto che quasi nessuno poteva prevedere perfettamente il futuro. Esisteva però, la possibilità di ridurre al minimo la quantità di problemi che potevano fuoriuscire, ed era proprio quello il motivo per cui il corvino ci perdeva tanto tempo sopra.
    Non era nemmeno una cosa che avrebbe condiviso con il resto del "team", spesso e volentieri lo faceva solo per sé stesso, consapevole di quanto inutili quelle cose dovessero sembrare da fuori.
    Si era messo a cercare l'indirizzo su Internet, trovando la zona in cui era e facendosi un'idea del motivo per cui avessero scelto quel posto per il secondo "appuntamento".
    La prima possibilità che gli venne in mente, era una questione di semplice sicurezza ed occultamento. Nascondersi in piena vista in una zona tanto frequentata, specialmente da persone di età simili - perlomeno supponeva - a quelle dei membri della Task Force, era un'idea abbastanza intelligente. Difficilmente lo Stato, che comunque li reputava come criminali, sarebbe andato a cercarli in un posto come quello. E anche se lo avesse fatto, buona fortuna a cercare l'enorme quantità di edifici che erano presenti nel campus. Era come cercare un ago giallo in un pagliaio, anche volendo ci avrebbero messo ore, se non persino giorni. Più che abbastanza tempo per mollare tutto e andarsene da un'altra parte.
    Eve non aveva specificato che doveva trattarsi di un ristorante, quindi il corvino rimase dell'idea che fosse semplicemente un safe spot, magari un luogo che gli universitari usavano per incontrarsi e farsi i cavoli loro, non ne era troppo sicuro, sapeva solo che Internet non lo trovava come ristorante, né come nient'altro, quindi l'idea non gli era nemmeno passata per la testa. D'altro canto, "Chez Moi", l'unica altra informazione rilevante sul bigliettino, si era rivelata significare "La mia casa". O perlomeno così diceva il traduttore che aveva trovato online, non aveva mai imparato il francese, nonostante sembrasse una lingua così bella ed interessante.
    Dubitava fortemente che delle persone tanto meticolose e precise, avessero fornito l'indirizzo privato di uno o più membri del gruppo, quindi il corvino ipotizzava che fosse soltanto un modo di dire, oppure il nomignolo amichevole di una delle opzioni che aveva elencato in precedenza. Non gli era nemmeno passato per la testa che potesse trattarsi del luogo di ritrovo della MTF, un po' come l'ETERNIUM House per loro. La riteneva una cosa molto privata e pericolosa, quindi dubitava che si fidassero così tanto di Eve da dargli l'indirizzo senza pensarci due volte.
    La seconda cosa che Daisuke fece poi, fu cercare informazioni varie sulla Mutant Task Force stessa. Non si era interessato poi così tanto al tempo, ma ora era giunto il momento di farlo. Non che ci fosse poi così tanta copertura mediatica eh. Aveva trovato il caso più famoso, che praticamente tutti conoscevano, ed aveva provato a cercare qualche informazione in più sui membri, fallendo miseramente.
    Sotto un certo punto di vista era meglio così, voleva dire che non erano degli sprovveduti, ma allo stesso tempo era anche una cosa abbastanza spiacevole, metteva il corvino in una situazione di ansia per mancanza di informazioni chiare. Ma vabbè, se ne sarebbe fatto una ragione, non era niente di poi così fondamentale.
    Infine, aveva provato a pensare alle varie problematiche, rendendosi conto che non potevano esserci poi così tanti problemi. Tutti i membri di ETERNIUM erano abbastanza forti, sia individualmente che in gruppo, e nonostante potessero essere un po' arrugginiti, non aveva così tanta paura in caso di scontri tra le due fazioni.
    Nel peggiore dei casi poi, poteva sempre cacciare fuori i suoi due compagni, era abbastanza sicuro di essere in grado di fare almeno quello. Il suo quirk non era più il forte del mondo forse, ma aveva i suoi pregi.
    L'unica cosa che effettivamente lo preoccupava, era la mancanza di sicurezza verso la sua persona. Non era più il Daisuke Okada che lavorava con criminali e malintenzionati, che quindi poteva fregarsene - anzi, forse era meglio - di essere riconosciuto. Ora era il Daisuke Okada che lavorava per un'azienda rispettabile.
    Certo, non era sicuramente l'unico corvino alto sul metro e ottanta che girava per Tokyo, ma questo non voleva dire che la sua identità fosse al sicuro. Il suo peggior incubo, negli ultimi mesi della sua vita, era quello che il suo passato fuoriuscisse pubblicamente per qualche motivo, facendogli perdere tutto quello che aveva duramente guadagnato.
    La stima dei colleghi, il lavoro, le amicizie fatte, il tempo perso a migliorare a livello lavorativo. Tutte cose che non sarebbero più tornate, e che lo avrebbero probabilmente fatto ricadere nel mondo criminale.
    Proprio per questo motivo quindi, scelse di occultarsi al meglio. Quella sera, prima di uscire di casa - che sfortunatamente era abbastanza lontana da Meguro - si vestii con quell'idea in testa. Un pesante cappotto nero, con dell'eco-pelliccia che circondava il cappuccio, rendendolo molto più caldo e nascondendo bene il suo volto. Dei comodi jeans a sigaretta, questi grigio scuro, che terminavano precisi su degli stivali in pelle neri. Sotto la giacca, aveva semplicemente una felpa grigia ed una t-shirt nera, ma non pianificava di togliersi la giacca.
    Infine, la cosa più importante del suo outfit, che avrebbe messo solo poco prima di entrare nel posto segnalato. Una maschera rossa che aveva comprato anni prima in Cina, durante uno dei suoi viaggi. Doveva rappresentare la stilizzazione di un teschio, facendo vedere solo i lati delle guance, che però non aiutavano poi così tanto a riconoscere qualcuno. Anche gli occhi erano abilmente nascosti, visto che del vetro arancione li oscurava da fuori, rendendo però tutto visibile da dentro. Era una bella maschera, gli ricordava un po' i tempi di quando era entrato in Bloody Snake, cioè quando aveva iniziato a prendere in considerazione la sua identità da criminale.
    Sapere poi che anche Ryo - perlomeno da quello che gli aveva scritto sul gruppo - sarebbe venuto mascherato, lo rincuorava non poco. Aveva paura di sembrare l'unica persona strana, così tanto spaventata da mettersi una facciata e nascondersi dietro di essa. Ma perlomeno così, sarebbero stati in due ad essere spaventati e codardi.
    Non che ci fosse nulla di male nell'agire in segreto. Era una cosa che il giovane Daisuke non avrebbe mai capito sì, era così orgoglioso del nome che portava, ma con il senno di poi era anche così stupido. Rischiava solo di finire nei casini per delle vere e proprie stupidate, quando una semplice maschera ed un nome falso sarebbero bastate per evitare problemi.
    Aveva parcheggiato la sua macchina all'esterno del campus, abbastanza lontana da non farsi notare, ma non così tanto da essere difficile da raggiungere in caso di bisogno, ed ancora prima di uscire da essa, aveva indossato la fantomatica maschera. Non l'aveva ancora mai messa, infatti era rimasto piacevolmente stupito dalla forte aderenza che faceva sul suo volto. Era ovviamente legata con due lacci laterali, che si univano sul retro della sua testa, ma sembrava abbastanza stabile da riuscire a rimanere su anche senza lacci, anche se probabilmente così non era. Fortunatamente poi, il retro della sua testa si sarebbe nascosto nel cappuccio del cappotto, quindi solo la maschera sarebbe risultata visibile.
    Fortunatamente poi, era anche stranamente comoda, nonostante il materiale metallico che inizialmente gli sembrava così rigido e fastidioso. Certo, era gelido per colpa della temperatura esterna, ma questo non gli dava poi così tanto fastidio, poteva sopportare un po' di freddo al volto, e poi dentro era rivestita, quindi non lo sentiva nemmeno così tanto.
    Salutò i due compagni con un cenno di mano, a differenza di Ryo, che li colse quasi di sorpresa, visto che non aveva mandato a nessuno dei due quella sua maschera, che un po' lo faceva assomigliare ad un gufo. Era molto bella, doveva essere sincero, sembrava molto più lavorata e studiata della sua, che invece era letteralmente presa a caso. Ma gli andava bene, non era una gara a chi avesse la maschera più bella. Non era una gara punto.
    Quella sarebbe stata la sua seconda "reale" missione per ETERNIUM, faceva strano pensarci. Nella prima, in cui doveva essere da solo, anche Yuya ci era finito in mezzo. In questa, invece, si era ritrovato con le mani in ballo assieme ad altri suoi compagni, e perlomeno doveva fare qualcosa di teoricamente meno pericoloso.
    Nella scorsa si era ritrovato ad "affrontare", se così si vuole dire, un pazzo criminale ricercato dalla polizia, in questa invece, avrebbe solo dovuto incontrare dei criminali, anche se loro non erano scappati di prigione come il Sagrestano.
    Comportandosi come la persona più fredda possibile, sia con i suoi cari amici che con i loro interlocutori, Daisuke cercò di mantenere questa maschera di tranquillità e serietà, come se fosse un cane da guardia pronto ad attaccare in ogni momento. Non era come si comportava normalmente, ma aveva il presentimento che la sua personalità abituale non fosse la più adatta se voleva mantenere la sua identità segreta. Un cenno con il capo alla ragazza dai capelli di cristallo, che sembrava essere la loro "guida", sotto un certo punto di vista. Era andata a prenderli, e li aveva guidati all'interno di quello scrauso appartamento, portandoli direttamente alla sala dell'incontro. Sembrava una ragazza genuinamente tranquilla e carina, ma non si può mai giudicare dalle prime apparenze.
    Una volta che il trio - quartetto, se si vuole considerare anche la rossa - entrò nel soggiorno, lo sguardo nascosto del corvino scrutò tutti i presenti, partendo da Yori e terminando con Lidia, chiaramente la più appariscente lì dentro, anche contando il duo mascherato. Non che fosse colpa sua, la sua pelle dorata bastavano a farla sembrare l'epicentro di quel piccolo soggiorno.
    "Sera" - non aveva nemmeno dato attenzione all'offerta della ragazza, non che volendo potesse mangiare quella pizza, in quel momento era molto più interessante scrutare i loro interlocutori, cercando di cogliere il più possibile da quel loro primo incontro - "Io sono Janus invece."
    Già, il corvino, dopo mesi di inattività, se ne era venuto fuori con un nuovo soprannome, come mai questa scelta? Semplicemente, dopo gli eventi passati, in cui aveva violato gli ordini di Yami e agito di testa sua, si era reso conto che preferiva reputarsi come un'entità separata da ETERNIUM. Sì, era comunque The Chariot di ETERNIUM, ma solo quando agiva assieme a tutto il gruppo, non aveva senso attaccarsi così tanto ad una nomea che praticamente nessun altro - all'interno del gruppo - utilizzava.
    Dopo aver compreso meglio il significato della sua carta, aveva iniziato a tenerci molto più di prima, rendendosi conto che preferiva tenerla nascosta, invece che farla vedere a tutto il mondo con orgoglio.
    Come mai Janus? Era una divinità forse greca, forse romana, non ne era troppo sicuro. Aveva visto un post su Babel a riguardo, era tipo il dio delle porte, dei passaggi e delle transizioni, e gli era piaciuta molto l'assonanza che poteva avere con il suo quirk, quindi lo aveva tenuto in considerazione da quel momento. Poi era la prima volta che lo utilizzava ufficialmente, nonostante ci stesse pensando praticamente da mesi, quindi non era nemmeno qualcosa di così definitivo.
    In ogni caso, dopo essersi presentato, si sarebbe seduto di fianco a Ryo, stando abbastanza rigido e composto. Anche lui avrebbe tenuto le braccia conserte, anche se probabilmente sarebbe finito per prendere una posizione più comoda, mano a mano che la discussione proseguiva.
    Prima ancora che potesse parlare poi, sentì la domanda del pasticcere, che gli tolse la possibilità di iniziare un dialogo. Non sapeva come altro continuare, quindi stette semplicemente in silenzio, ad aspettare una risposta da parte dei quattro - perlomeno sotto un certo punto di vista - sconosciuti.
    Ⅶ I caught insomnia from looking at the moon Ⅶ

    Come detto anche in assenze, scusate tantissimo per il ritardo! Le mie convinzioni sul mal di denti erano totalmente sbagliate. Spero di non aver rallentato troppo i piani temporali del Master
     
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    SHAHAR KYOUKA
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    Per quanto Shahar cercasse di fare finta di niente mantenendo il sorriso sulle labbra, l'imbarazzo era decisamente palpabile. Aveva cercato di sembrare il più normale possibile portando i tre al piano, ma sapeva benissimo che gli altri compagni non sarebbero stati molto contenti di accogliere una parata del circo in casa. Forse era tutto semplicemente un cane rabbioso che si mordeva la coda, ma i due compagni di Evelynn avevano deciso di mascherarsi non fidandosi della poca fiducia mostrata dai due ragazzi e a loro volta la poca fiducia di quei ragazzi sarebbe decisamente stata alimentata dal fatto che i due compagni di Evelynn avevano deciso di andare a quell'incontro mascherati. Per molti di loro l'essere cristallini era tutto: non era un caso che anche a costo di rovinarsi la vita - cosa poi successa - avessero deciso di andare alla manifestazione anti-mutant a volto scoperto. Se vuoi rappresentare qualcosa, se vuoi davvero lottare per quello in cui credi allora devi metterci la faccia e non puoi avere nulla da nascondere. E indossare una maschera, beh, quello sì che è qualcosa da nascondere, da definizione.
    Shahar era comunque una persona comprensiva anche se gli altri la avrebbero chiamata senza dubbi ingenua. Non era la prima volta che avevano a che fare con persone mascherate e probabilmente non sarebbe stata l'ultima, perché moltissimi in quella città adoravano nascondere il proprio volto, persino molti eroi. Il problema era che a quella cena erano invitati Yori e Kiki, loro sì che invece erano diffidenti e soprattutto dei grandi rompiscatole. Voleva davvero fare il possibile per aiutare Evelynn, ma la presenza di quei due tizi mascherati avrebbe reso decisamente le cose più difficili.
    Fortunatamente l'americana aveva cercato di andargli incontro, invitando i due a presentarsi. Purtroppo per loro, quelle presentazioni non avevano risolto un granché. Invece di conoscersi, ora sapevano semplicemente quali termini usare per riferirsi a loro. Era decisamente difficile stabilire un rapporto di fiducia in quel modo. Yori cercò di alzarsi in piedi, molto probabilmente per fare una scenata, ma Shahar lo fermò con un cenno di mano. Era stata lei a organizzare quell'incontro e aveva intenzione di prendersene tutta la responsabilità. Era vero, certamente non era il membro più forte o intelligente del gruppo, ma era stanca di sentirsi trattata come una bambina incapace di gestire le cose.
    Piacere, piacere. - dopo aver passato un trancio di pizza all'amica americana, decise di rispondere alla domanda postale dal ragazzo meno-rosso-dell'altro che si era presentato come "Deathstalker"... o almeno ipotizzava fosse un ragazzo - E' molto semplice. Io sono Capelli Rossi... - gli rispose con un sorriso - Loro sono Capelli Cenere e Capelli Bianchi... - proseguì indicando prima Yori e poi Kiki, per poi concludere posando metaforicamente il dito su Lidia - E lei è... Umh, Riccioli d'Oro. - aggiunse ridacchiando - E' un peccato che non ci sia Ganesh questa sera, probabilmente avreste avuto molto da discutere su... costumi, e il resto. - quella che poteva forse sembrare una frecciatina era in realtà un genuino tentativo di andare loro incontro, sottolineando indirettamente ai suoi compagni che anche tra di loro c'era chi si sentiva maggiormente a proprio agio ad utilizzare nomi finti e tenere il volto coperto. Non necessariamente questo li rendeva persone meno affidabili, ma al contempo non poteva certo fare finta di nulla e rivelare loro le loro vere identità quando era evidente che non ci sarebbe stata fiducia reciproca. Secondo il suo punto di vista era stata lei ad invitarli lì, l'altra mossa di avvicinamento sarebbe dovuta venire dall'altra parte e così non era stato. Per ora preferiva non dire nulla che li avrebbe potuti ricollegare ai loro crimini, giusto per sicurezza.
    Nonostante la bizzarria di quei due tizi, un fatto molto importante non cambiava e si trattava della fiducia che riponeva in Evelynn. E a meno che quell'intero incontro non si fosse svolto per il semplice scopo di presentarglieli, era comunque intenzionata a fare il possibile per ricambiare il favore che la ragazza le aveva fatto salvandole la vita. Difficilmente questo sarebbe cambiato.
    Dove vi siete conosciuti, Eve? - cercò di farle spillare qualche informazione riguardo a quei due, non tanto con fare indagatorio quanto con genuina curiosità. La ragazza aveva sostenuto di volerglieli presentare e loro sembravano così... beh, diversi da lei, era davvero interessata a sapere la loro storia. Sembravano quasi le sue guardie del corpo, vestiti in quel modo - E... se possiamo fare qualsiasi cosa per te chiedi pure. - aggiunse addentando a sua volta un pezzo di pizza. Anche se forse non si sarebbe detto visto il loro fare paranoico, in quegli anni si erano davvero inseriti all'interno del tessuto criminale della città. Non era loro intenzione all'inizio, ma erano riusciti a creare una discreta rete di legami e Shahar ipotizzava Evelynn si trovasse lì proprio per quello, magari per trovare qualcuno o qualcosa. Qualunque cosa fosse, il debito nei suoi confronti era semplicemente troppo grande per avere qualsiasi tipo di remora.
    Siamo in debito con voi. - dopo un lungo sospiro ed un morso di pizza, Lidia decise finalmente di aprire bocca, più che altro per cercare di annientare un po' del malcontento che senza troppi sforzi per nasconderlo tingeva il volto di Yori e Kiki. Nonostante tutto, Lidia era comunque il loro leader e se sembrava accettare Evelynn e i suoi amici non avrebbero potuto fare molto se non accettare quella decisione - Se è nelle nostre possibilità, possiamo aiutarvi in tutto. Ora o in futuro. - aggiunse con un cenno di assenso.
    ❖ I'm a mountain that has been moved I'm a river that is all dried up ❖


    CITAZIONE
    Ci tengo a chiedere scusa anche io per il ritardo che si è accumulato, purtroppo l'avviso del ritardo è avvenuto proprio mentre ero in procinto di partire, altrimenti avrei cercato di mandare comunque avanti il giro. Qualora una situazione simile dovesse riproporsi in futuro farò il possibile per continuare il gioco.
    Ordine: Master, Evelynn, Ryo, Daisuke.
     
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    Evelynn Harcrow
    Forse non mostrare fiducia nei confronti di quel gruppo di fuggiaschi-barra-ricercati troppo cauti non era la mossa migliore, non erano tuttavia stati loro i primi a decidere di non mostrarne troppa a me? A me poi, nonostante potessi dire che se tra le loro fila si trovava ancora quel bel visino dai capelli rossi fosse un bel po' merito mio. Un po' tanto merito mio, direi, ma giocare questa carta non era la migliore delle cose da fare in questa situazione dunque era meglio starsene con le proprie idee, al momento, ed anche un po' al gioco. Devo ammettere però che non mi aspettavo che Ryo e Daisuke si presentassero in maschera, non avevo ancora visto nessuno dei miei compagni all'opera se non per il fatto che uno di loro mi avesse dato una mano con un po' di allenamento personale e la cosa mi lasciò una sensazione strana addosso.
    Da un lato mi sentivo come se non li riconoscessi, dall'altro ero quasi impaziente all'idea di vedere di cosa fossero capaci se mai ce ne fosse stata l'occasione. Capaci per davvero, si intende, e magari sarebbe potuta essere un'occasione per...ma perché sto pensando al caso in cui le cose sarebbero volte per il peggio? Doveva per forza? Non c'era nessuna volontà da parte mia e spero nemmeno da parte di tutte le altre persone presenti in quella stanza dove ci eravamo accomodati.
    Lo scambio anche su come chiamarsi fu anche un pochettino anticlimatico perché mi aspettavo qualcosa di più originale da parte loro. I miei due colleghi avevano almeno dei soprannomi abbastanza insoliti, gli altri invece...
    « Avresti potuto chiamarti Ruby. » Mormorai in direzione di Shahar prima di dare un iniziale morso al trancio passatomi. Non me l'aspettavo e forse poteva essere anche un po' rischioso ma voglio pensare che non ci fosse niente in quel cibo che avevamo davanti e mostrarmi così sicura (o ingenua?) avrebbe potuto alleggerirli un po' dato che sembravano tutti così tesi.
    Però a quanto pare ne mancava uno e non sapendo chi fosse, non potei che pensare se fosse quella la persona che mi aveva contattata telefonicamente. Non potevo di certo riconoscere nessuno dato che qualche giorno fa c'era stato in mezzo l'utilizzo di un sintetizzatore vocale - credo - eppure ci avevo provato.
    Inutile dire che non ci ero minimamente riuscita a dare volto a quell'ammasso di parole. « Se Ganesh è la persona che mi ha contattata, spero sia a fare un po' di pratica sul come stare al telefono con una signora. » Potevo davvero permettermi di fare questi commenti? Non mi sarei sentita bene se non li avessi fatti, sono sincera. Non era solo un modo per alleggerire l'atmosfera, era anche un modo per mostrare così tanta sicurezza da risultare quasi affidabile. Quasi.
    Molto quasi.
    Mi fermo solo quando mi domanda come ho conosciuto quei due, anzi dove. Vorrei poter rispondere onestamente e dire "uno davanti ad una farmacia e l'altro in una pasticceria", mi avrebbe creduto? Forse, il punto però era che in questo momento non eravamo tanto Evelynn, Ryo e Daisuke come individui ma Yami mi aveva dato il permesso, per stavolta, di raccoglierli e muoverci come gruppo. Lanciai uno sguardo ai due rapido ed abbastanza complice, sorridendo loro: gliel'avevo detto che avrei portato con me la carta, no?
    Mossi una mano fin dentro una delle tasche interne della giacca che avevo, cercando quel piccolo pezzetto di cartone. « Dopo averti incontrata. Dentro una cerchia di amici, una cerchia che forse ha un piccolo punto nel quale la sua strada si interseca con la vostra. » Per non destare troppi allarmismi tirai fuori con relativa calma l'arcano, il numero sei. Gli amanti, il mio. Non so come mai fossi talmente tanto affezionata a questa cosa, forse perché mi faceva sentire parte di qualcosa?
    « ETERNIUM, ecco dove. Non so se ne avete mai sentito parlare, in fondo non siamo troppo famosi. » Non penso che gli altri due avrebbero avuto niente in contrario al rivelare che facessimo parte di quel gruppo, di sicuro la TaskForce non sarebbe andata dalla polizia a far la spia su chi fossimo. Ed anche in quel caso, probabilmente i poliziotti avrebbero fatto "ETER-che?".
    Appoggiai la carta in grembo, dando un altro morso alla pizza che mi era stata gentilmente passata: avevo iniziato a dare un'occhiata a tutti quanti giusto per valutarne le reazioni, meglio avere ben chiara la situazione attorno a me in modo da poter elaborare informazioni e poter capire come procedere. Nella mia lingua si diceva essere "cunning", con le "n". « E' stata un'idea del capo quella di farvi conoscere, sia mai che si possa andare d'accordo e trovare qualche punto in comune. » Iniziai ad alternare lo sguardo anche tra Ryo e Daisuke, qui si entrava in un campo nel quale non potevo dire molto dato che all'epoca non ero nemmeno a conoscenza che loro due esistessero. Yami all'epoca mi aveva detto che forse poteva esserci una correlazione tra Homura, il cui diario era stato pubblicato, e quel gruppo dato che l'evento della liberazione era avvenuto in un giorno specifico: era meglio però che fossero loro due a chiedere a riguardo.
    « Com'era quella faccenda per il quale siamo stati citati una volta, ragazzi? »
    E poi mi spiaceva lasciarli da parte e non farli parlare mai, mica erano le mie guardie del corpo o dei soprammobili.
    Stavo prendendo l'iniziativa, certo, ma del gruppo la novellina ero io e le gerarchie in un certo modo vanno rispettate.
    (così avrei potuto anche continuare a mangiare)

    Keep them longing,
    make them plead.

    SCHEDA | VILLAIN | CRONOLOGIA | #LIVELLO 7

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    Ryo Tatsuki
    Dietro la maschera grigia la sua espressione si fece dubbiosa ed interrogativa in due occasioni. La prima quando Daisuke si presentò con il nome di Janus, visto che non aveva idea da dove venisse quel soprannome. In realtà non gli suggeriva proprio niente, anche perché Ryo faceva schifo con qualsiasi termine straniero. Probabilmente conoscendo Daisuke si trattava di qualcosa che trovava figo e che aveva adottato per quell'occasione. Deathstalker era molto più semplice e minaccioso. In secondo piano la reazione di Yori gli sembrò esagerata e personalmente se da quel lato non si fidavano di loro, neanche l'albino sembrò troppo convinto. Sicuramente i suoi ideali e quelli della MTF cozzavano senza particolare modo di incontrarsi. Loro ci avevano messo la faccia e li ammirava per questo, ma pensava fosse un po' troppo pretendere che tutti agissero come loro.
    Apprezzò la calma di Shahar e pensò che forse aveva veramente recitato quando nella pasticceria si presentava con quell'atteggiamento timido e riservato. Capiva anche lui che la situazione non era proprio delle migliori e fu curioso di ascoltare i nomi in codice della banda di Mutant che aveva davanti. Riccioli d'Oro quasi lo face ridere e si chiese se quella specie di presa in giro riguardo le maschere fosse un modo per smorzare la tensione. Sicuramente Ryo aveva capito che delle persone così sprovvedute da invitare un intero gruppo nella loro base, invito basato sulla fiducia di una singola persona, non avrebbero provato nemmeno a tendere loro una trappola. Forse qualche contromisura ma dubitava che avessero cattive intenzioni verso di loro, almeno per il momento.
    Riccioli d'Oro fu la seconda del gruppo a parlare e si dimostrò se non amichevole, perlomeno disposta a sforzarsi per far incontrare le strade delle due fazioni. Era il loro capo e rispettò che nonostante non fosse molto convinta, aveva provato ad agire. Anche Evelynn era decisamente della stessa idea. Queste situazioni diplomatiche probabilmente non lo favorivano, non poteva negarlo. Se Yami o Eve gli avessero detto di andare in quel luogo e provare a farli tutti a pezzi fino a lasciare un informatore, sarebbe stato tutto molto più semplice. Li squadrò sotto la maschera chiedendosi quanti ne avrebbe potuti fare fuori. La ragazzina sembrava la più gracile tra tutti, di Yori poteva solo intuire che fosse un Mutant di qualche genere. Shahar e Lidia probabilmente sarebbero state fin troppo ostiche considerato che sembravano decisamente resistenti. Non aveva la minima intenzione di fare loro del male, anche perché proprio in quel momento erano sicuramente in tensione quanto lui e non sapeva se dopo tutto quel tempo ne sarebbe stato in grado. Di fronte alla richiesta di Evelynn di spiegare la situazione per cui erano diventati famosi al pubblico, avrebbe lasciato Daisuke parlare per primo considerato che era il diretto interessato. Era meglio prima parlare dei fatti che dei loro ideali, almeno così credeva. Dopo aver ascoltato il corvino mascherato avrebbe aggiunto le sue di parole, forse per provare a togliere l'aria di mistero che si erano messi addosso.
    «Speriamo anche noi di aiutarvi, possibilmente. » Iniziò, piegandosi leggermente in avanti e poggiando i gomiti sulle cosce. «Penso anche io che i gruppi con obiettivi simili dovrebbero collaborare. Noi di ETERNIUM cerchiamo solo la libertà individuale per ogni possessore di Quirk e che ogni individuo sia educato all'utilizzarlo, piuttosto che limitarlo con una licenza. » Ryo tentò di spiegare in poche parole ciò in cui credevano e ciò che Yami era riuscita a fargli credere. Per quanto parlasse come un'idealista, il Folle pensava sempre al peggio e alla soluzione più pratica nelle cose. Per quanto il suo cuore fosse freddo e il suo volto coperto da una maschera, quando parlava in quel modo lui era sincero.
    «E' sicuramente qualcosa di difficile da ottenere, non lo nego. E non posso paragonarmi a voi e alle vostre esperienze...ma non sarei qui a rappresentare una causa se non fossi stato giudicato solo per un Quirk che non potevo controllare.» Avrebbe preferito che gli altri potessero vedere il suo volto e allo stesso tempo ringraziava quella maschera che copriva la sua espressione malinconica. Per quanto il suo fosse un Quirk facilmente nascondibile, per quasi tutta la sua esistenza si era sempre chiesto perché gli altri avessero paura di lui e perché tutti ritenevano che quel suo potere fosse la causa della sua aggressività. Non lo sapeva nemmeno lui se si trattasse della verità o meno - la Serpe aveva provato a convincerlo che era così - ma non gli importava ora. Lui era più della sua Unicità e allo stesso tempo quella era parte integrante della sua persona. Non rifiutava più sé stesso.
    «Siete sicuramente più coraggiosi di me in questo campo. » - Guardò quindi i loro volti scoperti, chiedendosi se erano riusciti a capirsi un minimo. «E spero quindi che questa collaborazione possa aiutare anche voi che avete messo la faccia in questa faccenda, qualunque sia il vostro obiettivo finale.» Terminò, unendo le mani tra di loro. Non sapeva se le sue parole avrebbero sortito effetto. In realtà era possibile che anche solo accostare le loro esperienze lo avrebbe reso la persona più odiosa della stanza. Era però curioso di cosa volessero quei ragazzi che ormai erano ricercati da lungo tempo. Lui si sarebbe stancato dopo poco ad essere ricercato dalla legge. In qualche modo dovevano avvicinarsi, no?
    « ...There's a journey that awaits me. » / Narrato x Parlato x Pensato
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    DAISUKE OKADA
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    Daisuke - cosa non difficile da notare - era paranoico. Tutto sommato lo era sempre stato, fin dai tempi andati. Aveva la fondamentale paura di sbagliare e fallire, e per questo motivo passava le sue giornate a pensare, pensare, e pensare. La sua mancanza di fiducia derivava da questo, era fermamente convinto che essa andasse guadagnata. Ed i colleghi criminali erano partiti con il piede sbagliato.
    Come un Uroboro, loro avevano mostrato poca fiducia, prendendo mille sicurezze e precauzioni - cosa totalmente comprensibile, d'altronde anche Daisuke l'avrebbe fatto al posto loro - e finendo per sembrare quasi sospetti, questo aveva creato nel corvino la necessità di prendere a sua volta precauzioni, onda evitare imprevisti importanti.
    Un ciclo vizioso che aveva portato alla situazione attuale, dove praticamente tutti erano scoperti, tranne la Vecchia Guardia di ETERNIUM. Ma il Carro, a dirla tutta, era anche disposto a scoprirsi, dipendeva solo dal comportamento degli interlocutori. Se si fossero dimostrati onesti e degni di fiducia, non aveva problemi a dimostrare la sua identità. Non era più "famoso" come un tempo, e dubitava il loro agire in malafede, era abbastanza sicuro che non ci avrebbero guadagnato nulla dal compromettere il trio di ETERNIUM.
    L'unica cosa che fece storcere il naso al corvino, fu la reazione di Yori ed un'altra ragazza, al loro essere mascherati. Sembravano alterati dalla loro scelta, come se pretendessero onestà, quando erano stati loro ad invitarli in un posto scelto arbitrariamente da loro, dove poteva esserci qualsiasi cosa. Normalmente le negoziazioni tra pari, avvenivano in un posto neutrale per un motivo, farle in casa metteva molto più "pericolo" sulle spalle degli ospiti.
    Fortunatamente però, la ragazza dai cristallini capelli rossi fu abbastanza repentina nel prendere in mano la situazione, presentando i membri della MTF in modo molto... discutibile. Era chiaro che quei soprannomi fossero stati invitati sul momento, ed erano un misto tra ilarità e presa per i fondelli, ma al Carro non dava troppo fastidio, gli bastava che non ci fosse rancore tra le due parti.
    L'unico con un nome particolare, fu l'ultimo citato, Ganesh. Ciò faceva intuire che probabilmente era anche l'unico ad effettivamente preoccuparsi della sicurezza del gruppo, una cosa che rese parzialmente felice Daisuke. Evidentemente era lui che aveva organizzato tutto in tale sicurezza, un paranoico simile a lui quindi.
    Dopo l'amica di Eve, la prima a parlare fu la ragazza dorata, che sembrava quasi ricoprire un ruolo di autorità sul gruppo, cosa che la rendeva quasi più splendente di quanto già non fosse.
    Seguendo a ruota, anche se stava rispondendo alla domanda di "Capelli Rossi", iniziò a parlare anche Eve, che parlò rapidamente di ETERNIUM e del motivo per cui fossero lì. Punti in comune ne avevano alla fine, ma questo non vuol dire nulla. Tante ideologie son simili, ma non potrebbero mai andare d'accordo.
    "Ci penso io Eve" - dopo aver fatto un respiro profondo, prendendo in balzo l'assist che gli Amanti avevano fatto, Daisuke riprese a parlare - "Noi di ETERNIUM abbiamo potuto assistere alla tragica morte del Sagrestano Brenton, e dopo che lui ci ha affidato le sue confessioni, abbiamo ritenuto lecito farle sapere al mondo, affidandole al Rising Sun News"
    Era stato un evento parecchio importante al tempo, ma il loro nome era a malapena citato. D'altronde erano un gruppo di persone sconosciute, che non avevano mai fatto nulla di troppo significativo. L'unico legame che il giornale aveva segnato, era quello tra Nocturne e loro, una cosa anch'essa di non troppa importanza però.
    "Forse non siamo il più famoso dei gruppi, ma non credo che la fama sia poi così importante. Alcuni di noi hanno potuto constatare quanto marcio sia il mondo, Aiden Brenton è solo una delle tante vittime del sistema che puntiamo a cambiare" - erano sì sconosciuti, ma all'interno avevano membri che avevano vissuto in posizioni quasi centrali della passata criminalità edochiana. I primi membri avevano visto in diretta cose che potevano cambiare radicalmente la città, nonostante fortunatamente non andarono mai a buon fine.
    Dopo aver finito di parlare, il Carro lasciò spazio a Ryo. Il ragazzo era comunque il secondo in comando, nonostante in ETERNIUM non stesserò troppo dietro alle cariche.
    Come una spalla di supporto, il corvino seguì il discorso dell'albino accennando con il capo, come se stesse dicendo solo assolute verità. E così effettivamente era, gli aveva praticamente fornito una descrizione abbastanza chiara di cosa fosse ETERNIUM, di quali fossero i loro obiettivi, e del motivo per cui collaborare non sarebbe stato così stupido. Ora dipendeva tutto dalla risposta che la TaskForce voleva dargli. Esistevano una miriade di alternative alla fine, ed il corvino non era troppo sicuro di quale potesse essere quella più probabile.
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    SHAHAR KYOUKA
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    Shahar ridacchiò alla risposta di Evelynn riguardante Ganesh, accettando il fatto che la sua curiosità non sarebbe stata soddisfatta, o perlomeno non direttamente. Col suo solito atteggiamento leggero cercò di fare del suo meglio perché questo non sollevasse ulteriori dubbi sulle buone intenzioni degli uomini che aveva davanti. La ragazza dai capelli rossi non poteva dire di conoscere bene l'americana, tutt'altro anzi, ma ciò non toglieva comunque che se era ancora viva lo doveva solamente a lei. Forse molto ingenuamente, era convinta che tradire una persona a cui avevi salvato la vita fosse un atto sin troppo barbarico, che chiaramente non poteva confarsi ad una ragazza gentile come l'americana. Altri membri del gruppo, come avevano certamente dimostrato, erano più disillusi di lei. In quel senso, chi si trovava in quella stanza a mangiare con calma una pizza era ben lungi dall'essere l'unico libero quella sera, che aveva deciso di trovarsi lì per una cenetta e conoscere qualcuno di nuovo, tutt'altro: erano semplicemente i membri più adatti a gestire un'eventuale crisi... più Shahar, ovviamente. Lidia era indubbiamente il membro più forte e resistente nel gruppo, e in un combattimento corpo a corpo avrebbe battuto probabilmente una buona metà degli abitanti della città. Yori, al contrario, era perfetto per identificare i punti deboli del nemico dove la forza di Lidia non riusciva a penetrare. Kiki, infine, avrebbe potuto utilizzare tutti i suoi attrezzi velenosi per mettere a riposo eventuali aggressori, quanti che fossero. Con manifesta delusione di questi ultimi due, però, quella conversazione sembrava proseguire tutto sommato su toni civili.
    Ganesh è uno dei pochi nostri amici che sono ancora anonimi... - iniziò a spiegare riprendendosi dalla risata, cercando in quel modo di suggerire perché fosse stato proprio lui a gestire la telefonata - E lo è anche perché non gli piacciono molto le persone. - aggiunse invece per spiegare sue eventuali scortesie. In realtà l'uomo non disprezzava le persone, tutt'altro, la sua cautela veniva piuttosto dall'esserne timoroso. In quel senso, nulla del suo comportamento aveva a che fare con una mancanza di fiducia nei confronti di Evelynn come poteva certamente sembrare alla diretta interessata, anzi. Ganesh indossava sempre vestiti che coprivano interamente il suo corpo e ove possibile girava a volto coperto. In università e negli altri ambienti dove chiaramente era illegale farlo cercava sempre e comunque di occultare la sua immagine con le mani, cosa che gli riusciva abbastanza bene avendone quattro. Tra i membri della Task Force era sempre stato quello che maggiormente odiava il proprio aspetto e mentre quasi tutti i membri del gruppo erano in fondo in fondo orgogliosi di ciò che erano - e anche per questo erano riusciti a fare ciò che avevano fatto - lui era l'unico che si detestava veramente a livello fisico.
    I presenti nella stanza ascoltarono quindi la breve introduzione di Evelynn e le successive parole di Deathstalker e Janus. Al termine del loro racconto si scambiarono un'occhiata sommaria, finché Lidia non mosse una mano verso una fetta di pizza ed iniziò a masticarla coi suoi denti di metallo, ciondolandosi sulla sedia e portando lo sguardo quasi smarrito al soffitto.
    Ammetto che mi aspettavo foste alla ricerca di informazioni, o che aveste bisogno di eliminare qualcuno. - prese parola dopo aver deglutito il boccone - No, non è tra i servizi che offriamo, ma hai salvato Shahar per cui ti dobbiamo un favore. - specificò in modo che non sembrasse avessero preso il ruolo di sicari o qualcos'altro per vendicarsi di quella società che li aveva emarginati, per poi muovere lo sguardo ai due ragazzi mascherati e decisamente poco intenzionati a provare la pizza offerta dalla casa.
    Non so quanto i nostri obbiettivi possano essere simili, Deathstalker. - disse direttamente, riprendendo una parte del discorso del ragazzo ed inclinando il capo verso di lui - A questo punto tutto ciò che vorremmo sarebbe semplicemente tornare indietro. - aggiunse facendo spallucce - Ma suppongo che alla fine le nostre strade si siano già incrociate.
    Per un periodo, tutto ciò che riguardava il Sagrestano Homura era chiaramente stato di loro interesse, per cui Lidia e gli altri avevano ovviamente letto il nome di ETERNIUM nelle pagine di cronaca. A quel tempo, quasi complici della sua evasione e consapevoli di aver fallito in toto la loro operazione, tutto ciò che cercavano era una semplice motivazione per ciò che era accaduto. Il contenuto delle pagine scritte dal pugno del Sagrestano, ammesso ovviamente che non fossero state colpite da un qualche tipo di censura, era stato a suo modo rivelatorio. Assoldando un investigatore privato avevano scoperto che chi aveva organizzato il loro piano e li aveva foraggiati era un agente di polizia, informazione poi contraddetta da un'operazione successiva. La colpa dell'evasione del Sagrestano era però davvero ricaduta su alcuni agenti corrotti che erano ovviamente stati licenziati e puniti. A quel punto, la domanda nella testa della Mutant Task Force rimaneva la stessa: quale era stato il loro ruolo nell'operazione? Perché avevano agito, per impedire davvero l'evasione come gli era stato detto oppure erano stati raggirati e il loro ruolo era stato quello di diversivo per permettere la buona riuscita dell'operazione? Risultava evidente da varie prove che tutto ciò che era successo era stato gestito da una mano superiore, incredibilmente pervasiva, e che loro erano stati solamente una pedina in quella mano per tutte le operazioni.
    Era quella, ovviamente, la consapevolezza da cui nasceva la loro paranoia. Forse era difficile per i tre davanti a loro rendersene conto, ma dato che loro erano pedine tanto quanto il Sagrestano, nulla vietava che un giorno sarebbero venuti a reclamare anche la loro, di vita, qualora si fossero avvicinati troppo alla verità. E, in quel senso, anche la stessa presenza di quei tre in quella stanza poteva rappresentare un pericolo.
    Penso che indipendentemente da cosa possa aver scritto in punto di morte, Aiden Brenton rimanga comunque un bastardo che non merita pietà. - disse poggiando ciò che rimaneva del suo trancio di pizza nel cartone, per poi alzarsi - Ciò non toglie che la sua morte sia anche una nostra responsabilità. - e questo era un dato di fatto, e poteva in questo senso dare ragione a Janus, almeno finché loro stessi rimanevano parte di quel sistema. Perdonare i suoi peccati solo per la presunta corruzione del sistema non lo riteneva plausibile, o così si sarebbe potuto perdonare chiunque, ma questo non era importante al momento, né intendeva discuterne.
    E anche se i nostri obbiettivi possono non coincidere... purtroppo il passato non tornerà mai. - ammise, bollando quindi il loro obbiettivo come irraggiungibile - Finché siamo in ballo, bisogna ballare. E finché il vostro obbiettivo è rendere Tokyo una città migliore e più sicura suppongo che possiamo darci una mano a vicenda. - sebbene Lidia personalmente non ritenesse una necessità l'ampliamento del diritto alla Licenza o una sua diretta abolizione, si riferiva chiaramente in quel caso ai pericoli derivati dalla superstizione, dall'ignoranza, dalla paura, dalla repressione. In quell'ottica, forse, i loro desideri potevano davvero combaciare. Ciò che li aveva fatti muovere in primo luogo era l'odio nato proprio dall'ignoranza. Se però l'intento di ETERNIUM sembrava essere aggressivo, quindi voler modificare l'ordine stabilito per desiderio, nel loro caso si trattava più di un bisogno difensivo, per schermarsi dalle offese e dalle violenze di cui spesso erano vittima. Ne avrebbe comunque discusso con gli altri in separata sede, quello non sembrava il momento adatto a dispute filosofiche.
    Ho una cosa da chiedervi, però. - aggiunse con genuina curiosità - Hai detto che avete assistito alla sua morte, umh... Janus, giusto? - quel particolare aveva ovviamente attirato la sua curiosità - Cosa è successo davvero in quella chiesa? - domandò con voce graffiante, volenterosa poi di spiegare il perché di quella domanda - So che potrà esservi sembrato che il nostro intervento al Corteo fosse per manifestare contro l'odio rappresentato dal Movimento Anti Mutant o qualcosa di simile, ma in verità eravamo stati informati del fatto che qualcuno avrebbe cercato di fare evadere il Sagrestano. Eppure... I colpevoli della sua evasione sono stati arrestati, ed erano tutti poliziotti, non razzisti. - spiegò con un sospiro - E come se non fosse abbastanza, se dobbiamo affidarci alle sue confessioni, sembra quasi sia stato messo sulla piazza per essere ucciso in fretta, non perché volesse davvero fuggire. - iniziò a punzecchiarsi la fronte metallica con l'indice destro, diffondendo nella stanza un rumore simile a quando si picchietta una lattina di birra - C'è... qualcosa che non riusciamo a capire, che ci perseguita da tutto questo tempo. Abbiamo anche assoldato una miriade di investigatori privati e altri vigilantes per fare luce su questa cosa, ma non ci siamo mai riusciti. - il suo volto si incupì quindi pensieroso.
    ❖ I'm a mountain that has been moved I'm a river that is all dried up ❖


    CITAZIONE
    Se volete invertire l'ordine e fare parlare per primo Daisuke, in qualità di unico testimone dell'evento, per me potete farlo liberamente, organizzatevi pure fra di voi. :neko:
     
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    DAISUKE OKADA
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    Era chiaro chi fossero le due persone più interessate al dialogo all'interno della TaskForce, anche se in modo radicalmente diverso. La ragazza che li aveva "invitati" a quella cena sembrava tranquilla e cordiale, probabilmente grazie alla fortuita amicizia con Eve, si fidava molto più che gli altri tre della ragazza. La seconda invece, il chiaro leader del gruppo opposto, era loquace per il suo onore personale.
    Era chiaro che ci tenesse molto ai membri della sua cerchia, abbastanza da mettersi in prima linea per ripagare un debito che uno dei loro membri aveva. Ovvio, quello che gli Amanti avevano fatto non era di poca importanza, ma gli atti della ragazza dorata erano comunque encomiabili. Chissà se Yami avrebbe fatto lo stesso per loro, una parte del cervello del corvino era ciecamente convinta di ciò. Era la parte di lui che si fidava di Yami tanto quanto si fidava del suo patrigno ai tempi, una tratto che purtroppo faceva fatica a perdere. Ma probabilmente anche la straniera si sarebbe impegnata per aiutare i suoi amici con i loro "debiti", qualsiasi essi fossero. O perlomeno così sperava, gli sembrava un tratto importante per un leader.
    In ogni caso, Daisuke non era ben sicuro di cosa Eve volesse chiedergli. Era lei che aveva scelto di organizzare quell'incontro, senza specificare troppo altro. Qualsiasi cosa fosse, sperava che fosse significativa, visto che altrimenti avrebbero semplicemente sprecato una serata. La MTF gli sembrava incredibilmente restia ad agire, probabilmente a causa del caos che avevano causato l'ultima volta che lo avevano fatto. E gli sembravano ancora meno interessati a collaborare, probabilmente - e giustamente - per una mancanza di fiducia verso ETERNIUM. Come biasimarli però, erano sti completi sconosciuti con delle idee quasi fanatiche in testa, e che non erano nemmeno disposti a farsi vedere in faccia. Anche il Carro, al posto loro, si sarebbe mosso con i piedi di piombo.
    Lidia poi, andò a commentare su quello che il corvino aveva portato sul tavolo, quella orribile esperienza in chiesa. E aveva pienamente ragione, era sbagliato perdonare il Sagrestano, questo Daisuke lo sapeva benissimo. Faceva fatica a non farlo però, nei suoi occhi la sua situazione non era poi così tanto diversa. Nessuno aveva mai punito il Corvino per quello che aveva fatto a quel ragazzino, ormai fin troppi anni fa. Aiden era finito in carcere, rifiutato da tutti e demonizzato per il mostro che era. Lui invece? Si era auto-flagellato per tre anni, e poi era tornato alla sua vita, facendo finta di essere una persona completamente normale. Forse un po' eccentrico sì, ma sicuramente non un assassino di ragazzini.
    Cosa avrebbero pensato le persone se quel suo passato fosse venuto fuori? La ragazza dorata lo avrebbe visto come un bastardo infame? Probabilmente sì, è quello che era, ed era giusto vederlo come tale. Però - allo stesso tempo - il Carro era troppo codardo per fare a patti con la realtà, preferiva nascondersi dietro la finta normalità che aveva creato, e nascondere tutta la polvere sotto al tappeto.
    Il cervello del corvino si riaccese solo dopo aver sentito le domande di Lidia. Teoricamente dovevano essere gli Amanti a chiedere cose, ma onestamente non gli pesava così tanto rispondere a quel tipo di richieste. Sembrava genuinamente interessata, e non era nulla di troppo particolare, solo cose che aveva vissuto in prima persona.
    Il Carro però, doveva fare una scelta. Infamare Yuya, che era il reale omicida del Sagrestano, consapevole di quanto male ci fosse rimasto dalla cosa. Oppure mentire, dare la colpa a quel pazzo che sembrava così volenteroso di uccidere Aiden, nonostante alla fine di tutto avesse fallito.
    "Posso fare un breve riassunto se vuoi, però non è che ci sia così tanto da raccontare. Posso capire perché abbiate fatto fatica a trovare informazioni." - alla fine, aveva scelto di tenersi per sé gli atti dell'amico. Gli sembrava poco sensibile come cosa, ed era una vicenda interna ad ETERNIUM - "Il Sagrestano era semplicemente fuori di senno, voleva morire ad ogni costo, probabilmente perché spaventato da qualcuno o qualcosa. Sono convinto che lo volessero morto in ogni caso però, il suo assassino sembrava fermamente intenzionato ad ucciderlo, e non credo fosse un buon samaritano, ma qualcuno assoldato per farlo."
    Non era sicuro di cosa Lidia volesse sapere, anche perché non poteva dire poi così tanto di quel giorno, l'unica cosa effettivamente memorabile era stato ricevere quella bibbia, l'unica "prova" che contestualizzava il Sagrestano, dandogli un'immagine più umana di quella che aveva fino a quel momento.
    "L'unica opzione che mi viene in mente è che il famoso uomo con la maglia di 30MINUTES fosse Hanzo Takashi, e che lui e la sua banda terroristica volessero zittire il Sagrestano. Non è facile agire in segreto quando c'è qualcuno che può rivelare informazioni importanti. E questo avrebbe senso anche con quello che Evelynn ha da chiedervi, d'altronde sono stati dei poliziotti a farlo evadere" - una volta finito di parlare, Daisuke spostò il suo sguardo verso l'americana dai capelli bianchi, come per farla procedere con quello che le interessava. Non ci aveva mai pensato sotto quel punto di vista, ma effettivamente le due informazioni potevano allinearsi molto bene.
    Sperava che la ragazza fosse pronta a spiegare il motivo di quell'incontro però, non avrebbe mai voluto coglierla impreparata. Non amava far fare figuracce ai suoi amici.
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    Evelynn Harcrow
    Iniziare a parlare d'affari, passatemi il termine, così all'improvviso mi aveva fatto uno strano effetto. Non avendo mai partecipato a niente per il quale valesse la pena rimanere nascosti, non sapevo bene cosa aspettarmi da un incontro del genere e credevo quasi che il passaggio tra circostanziale ed affaristico sarebbe stato leggermente più graduale invece bam! Subito così senza dare nemmeno il tempo di prepararmi: non che mi potessi lamentare però, non essendo a conoscenza di determinati dettagli devo dire che quelle fossero informazioni che interessavano parecchio anche a me e per quello rimasi un bel po' in silenzio, almeno fino a quando non finirono sia Daisuke che il rappresentante degli altri dandomi giusto qualche secondo per assimilare qualche informazione.
    « Credo che nessuno qui stia assolvendo il Sagrestano, almeno non io. » Sarò anche una senzacuore tuttavia avevo delle morali pure io. Meglio mettere in chiaro questa cosa, non vorrei che presi dalle loro continue paranoie si ritrovino a sostenere che siamo lì per cercare di dare un po' di luce sulla vita di una persona che forse è stata un po' troppo vittima degli eventi.
    Era un pezzo di fango e basta ed almeno su questo punto in comune tra i due gruppi poteva esserci qualcosa per il quale parlare anche perché, da quel che avevo capito, non eravamo (ero) gli unici con un paio di domande da fare. Anche a loro questa cosa pesava, si vedeva e si poteva capire senza troppe difficoltà dalle cose che avevano detto e dai dubbi che avevano esternato. Quello che mi colpì per un secondo, però, mentre facevo mente locale era che i colpevoli della sua evasione fossero stati rivelati tutti come poliziotti e lo so, forse si sapeva già, ma da bambina americana ignorante quale sono mi ero tenuta fuori dai telegiornali più di tanto concentrandomi solo sul Corteo Nero, rimanendo all'oscuro di questa cosa. Tutti poliziotti?
    Tutti?
    « Che figlio di puttana. » Parte due. La parte uno era avvenuto alla clinica dopo aver sentito che quel poliziotto aveva accusato me e l'altra ragazza di essere le sue assalitrici. Lo pensai, certo, ma presa dai miei pensieri mi era uscito dalla bocca con molta poca eleganza, non a caso dopo mi guardai un po' intorno nemmeno con aria imbarazzata ma curiosa: come avevano preso questa esternazione? « Non ce l'ho con nessuno di voi, ho avuto un'epifania. O meglio, una conferma. »
    Il mio pezzo di pizza l'avevo finito dunque dopo essermi pulita le mani, mi ero messa a braccia conserte e così ero rimasta anche adesso che a quanto pareva toccava a me parlare dato che mi ero infilata nel discorso senza nemmeno passare dal via. Hanzo sembrava aver coperto qualcosa di più grande del semplice poliziotto scontento della propria vita, aveva davvero in mano più persone all'interno della polizia? Che poi uno a caso...era il fratello di una persona famosa anche proprio dentro il reparto: scontentezza ed invidia nei confronti del parente più potente?
    Si era dimostrato bravo con le parole in quella circostanza ed aveva fatto il possibile per salvarsi, ora che ci penso se doveva passare per martire in ogni caso sarebbe stato quasi meglio toglierlo dalla circolazione per davvero in modo che avrei potuto fare una cosa positiva e far sparire uno di quei fastidiosi terroristi che oltretutto mi avevano fatto perdere un sacco di soldi in quel periodo. Iniziai a tamburellare con le dita della destra sul braccio sinistro iniziando a collegare dei puntini: un signor nessuno era passato come il gran samaritano troppo in fretta anche se, da quel che stavo sentendo in giro, non aveva ricevuto alcunché a livello numerico di benefici se non qualche ammiratore in più per il nobile spirito mostrato nel fermare quella macchina infernale.
    Che pagliacciata.
    « Adesso vi racconto la storia della piccola, bellissima Evelynn e del Fantasma di Ginza. Ve lo ricordate? Era uscito sui giornali e sui tg ai tempi dell'attentato terroristico a Tokyo. Purtroppo quella sera ero annoiata ed avevo deciso di andare ad occuparmene di persona, andando sulla cima del Ginza Wako per fare un po' di chiarezza. C'erano una quantità di farfalle impressionante, vi giuro, era una visione quasi raccapricciante: presente quando entrate in un locale e tutti quanti si girano contemporaneamente a guardarti nella più totale immobilità? Ecco, ho avuto la stessa sensazione dato che non era possibile camminare senza pestarne qualcuna. »
    Sì, credo che "raccapricciante" sia il termine più adatto per esprimere quello che avevo sentito oltre ad un profondo ed inequivocabile senso di inquietudine che per tutta la sera, o quasi, mi era aleggiato attorno. Penso di aver avuto quasi un po' più di ribrezzo verso le farfalle come la maggior parte delle persone della città nei mesi successivi. « Ed oltre al famoso macchinario fautore del gas velenoso su quella parte di città, in cima c'era proprio quel fantasma di Ginza che i giornali raccontavano. Prima che vi fermi non c'è stato nessuno scontro perché ha pensato a salvare la sua copertura, ma che quel Fantasma fosse uno dei terroristi della cellula di Hanzo è una cosa sulla quale sono pronta a giurare e scommettere anche la casa. Ora. »
    Ero stata un po' troppo frettolosa nella storia ma di tanti dettagli adesso non c'era un granché bisogno, non in questo momento. Diedi uno sguardo generale alla stanza giusto per vedere le reazioni della MTF: quelle dei miei compagni per forza di cose non potevo, maledette maschere. « Ci sono due alternative alle quali ho pensato ma dipende da qual'è la vostra opinione riguardo quel gruppo terroristico: se pensate che siano delle persone a cui farla pagare per essersi presi gioco di voi, per avervi usati, per essere causa dell'arresto di Mari o per qualsiasi altra motivazione, posso dirvi di chi si tratta il Fantasma e possiamo provare a fargliela pagare. » Sollevai una delle code ad evidenziare il numero uno, sempre a braccia conserte, ovviamente. « Se non vi volete immischiare, ho bisogno che mi aiutiate a cercare una persona e possiamo considerarci pari. »
    Tirai su anche la seconda coda, una per ipotesi. Non che avessi qualcos'altro da dire in questo momento, non sapevo quanto volesse aggiungere Ryo o se avessero bisogno di tempo. Rimane il fatto che io ero sicura di voler andare fino in fondo a questa faccenda, con il loro aiuto o no. Dovevo solo sperare che anche loro non volessero tirarsi indietro perché avevano paura di Hanzo o che non fossero anche loro corrotti in qualche modo anche se avevo buon motivo di pensare che fossero puliti.
    Almeno su questo punto di vista, se lo fossero stati del tutto nessuno di noi sarebbe qui.

    Keep them longing,
    make them plead.

    SCHEDA | VILLAIN | CRONOLOGIA | #LIVELLO 7

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    Ryo Tatsuki
    Gli era sembrato di essere un venditore porta a porta in quel momento considerato che aveva provato ad unire i due gruppi in quel modo. Alla fine della posizione di mediatore si accontentava, sempre ci fosse riuscito. Capì che quello che interessava sia alla MTF che al resto di Eternium fossero risposte concrete, se già non era ovvio. Probabilmente di discorsi così alti come aveva ragionato con Yami non importavano loro granché, tanto che anche loro volevano tornare indietro in qualche modo. L'albino lo trovava assurdo come concetto considerato che voltare le spalle ai loro obiettivi per lui significava voltare le spalle alla sua famiglia e ai suoi amici. Il tono era cambiato e forse era meglio così, non aveva apprezzato molto quando i due gruppi avevano provato ad essere un po' meno formali. Era alquanto difficile ed improbabile che entrando lì dentro avrebbero trovato sedute solo persone con cui potessero andare totalmente d'accordo. E non gli sembrava che le cose stessero andando tanto meglio, o perlomeno fino a quando Daisuke ed Evelynn parlarono.
    Entrambi avevano combattuto in diverse situazioni ed un po' invidiava la loro capacità di entrare in azione così facilmente. Daisuke non avrebbe negato, almeno secondo lui, che aveva fatto tutto perché era la cosa giusta. Sia nel caso del Sagrestano, che l'aveva colpito così tanto mentalmente, sia durante l'attacco del culto. Inizialmente si era arrabbiato molto con lui anche se non lo aveva dato a vedere. Anche lui trovava che fosse una cosa giusta da fare agire, una cosa che avrebbe fatto anche lui e non voleva fermarlo nell'agire come più gli pareva. Erano adulti entrambi adesso ma non poteva fare a meno di preoccuparsi per lui. Non si aspettava che la MTF fosse così impuntata nei confronti di Aiden Brenton ma non poteva biasimarli. Era una cattiva persona anche secondo Ryo e non c'era motivo per cui un essere del genere potesse girare a piede libero, nonostante tutti i pensieri che lo affliggevano. Era decisamente ipocrita da parte sua considerato che era stato praticamente ad un passo dal diventare qualcosa di simile, anche se con motivi molto più futili di quelli che il religioso seguiva. Ma questa era l'opinione anche dei suoi compagni o così gli pareva, così rimase zitto ad ascoltare i due rispondere alle domande di Lidia, limitandosi ad annuire per confermare che nemmeno lui provava particolare pietà per il Sagrestano. Era molto incuriosito dalle idee del Carro su quella faccenda: aveva avuto anche lui a che fare con Hanzo seppur indirettamente e in un'occasione che non poteva confermare con assoluta certezza.
    Vedere Evelynn così sinceramente arrabbiata era una novità. Nonostante non nascondesse i suoi sentimenti di solito, aveva sempre nei riguardi del pasticcere un'aria di cortesia e di finezza quando lo desiderava. In quel momento la donna era concentrata solo sul trovare colui che gli aveva fatto quel torto e che l'aveva resa una ricercata. Certo, non aveva avuto ripercussioni e da quel che stava capendo, era solo un modo per scagionare l'uomo che aveva molto da nascondere. Però gli sembrava ancora più evidente che alla succube non piacesse essere presa in giro in alcun modo e che quella fosse uno dei tanti volti che assumeva quando faceva sul serio, forse quello più vero. Era felice che si arrivasse ad un punto di svolta in quell'indagine ed anche Ryo era interessato a capire se era possibile acciuffare quell'uomo. Era solo una questione di giustizia? Aveva qualcosa in particolare contro Kimura? O forse voleva solo vedere un uomo cadere in basso per pura e mera soddisfazione?
    «Avevamo i nostri sospetti. » - Cominciò ad aggiungere, prima di guardare di farsi tornare alla memoria ciò che li aveva tormentati negli anni passati. « Ci siamo trovati inconsapevolmente sulla strada di Hanzo o dei suoi collaboratori. Sembra abbia avuto le mani in pasta un po' dappertutto negli ultimi anni...collaborò persino con una certe Grande Serpe per testare il suo nuovo farmaco. Lo incontrai ad acquistare Mutant ad aste organizzate per Aogiri. » Girò lo sguardo verso la ragazzina coi capelli di serpente, sperando di non averla offesa. Non voleva pronunciare quel nome direttamente, forse per scaramanzia o per semplice timore personale. Era una figura terribile per lui, nonostante fosse fuori circolazione. Sperava solo che i presenti fossero un minimo familiari con i grandi nomi del crimine di Tokyo.
    « Almeno personalmente, vorrei che la pagasse per ciò che ha fatto alla città. » Terminò, chiedendosi dove si trovasse dietro la mente criminale che aveva organizzato l'attentato. Era sparito nel nulla dopo aver lottato con un suo sottoposto da quel che sapeva e probabilmente stava recuperando le forze. Ryo aveva sempre paura che sarebbe tornato da un giorno all'altro. Probabilmente la città non sarebbe cascata di nuovo nello stesso gioco proposto dal Culto, soprattutto ora che la maggior parte dei suoi membri erano finiti dispersi. Ma cosa fermava Hanzo Takashi dal provarci di nuovo?
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    SHAHAR KYOUKA
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    Pur non disdegnando qualche morso sporadico alla pizza nel frattempo, i membri della Mutant Task Force ascoltarono il resoconto del ragazzo mascherato in rispettoso silenzio. Le informazioni fornite non erano numerose, ma la testimonianza di qualcuno che si era trovato lì negli ultimi momenti di Aiden Brenton valeva comunque molto di più delle varie notizie diffuse dalla stampa e dalle forze dell'ordine, che erano effettivamente giunte sul posto solamente dopo il decesso del Sagrestano. Stando a Janus, qualcuno era stato effettivamente assoldato per uccidere l'uomo, probabilmente la stessa persona che aveva ucciso i poliziotti per avere accesso alla Chiesa. In questi termini, le preoccupazioni dell'americano ormai defunto sembravano essere certamente ben riposte.
    Sempre secondo il mascherato, l'uomo a cui Homura aveva fatto riferimento nelle sue ultime dichiarazioni doveva essere niente di meno che il famoso Professor Takashi, colui che aveva ordito l'attacco a tutta Tokyo avvenuto ormai più di un anno prima. Non era particolarmente difficile credere a quest'idea considerato che erano le stesse affermazioni pubblicamente divulgate da 30MINUTESINDUSTRIES per scrollarsi di dosso la responsabilità delle dichiarazioni del prigioniero fuggitivo. A quel punto però rimaneva comunque un'importante incognita: chi aveva deciso di uccidere quell'uomo e perché? Per quanto infantile era certamente plausibile che il Professor Takashi avesse deciso di presentarsi al famoso orfanotrofio presentandosi come un uomo dell'azienda farmaceutica così da screditarli per avergli impedito di proseguire le sue ricerche, ma in quel caso non avrebbe avuto molto senso eliminarlo, salvo eventuali improbabili ripensamenti. Chi aveva deciso, quindi, di eliminare Aiden Brenton? Vista la mole di lavoro ed influenza necessari ad orchestrare una fasulla evasione solo per disegnargli un mirino sul cranio doveva certamente trattarsi di un pezzo grosso.
    La precisazione di Evelynn sulla propria posizione giunse provvidenziale, ma per quanto Lidia potesse essere dura nell'esprimersi, ovviamente nessuno in quella stanza temeva i tre potessero essere degli apologeti dell'orribile lavoro compiuto dal Reverendo Bolek ed il Sagrestano Homura. Ciò a cui auspicavano i due, l'eliminazione delle unicità, andava in fondo interamente contro quella che i tre avevano definito come la filosofia dietro la misteriosa ETERNIUM. Anche ammesso che stessero mentendo, cadere in contraddizione così facilmente sarebbe semplicemente stato un passo falso da veri novellini.
    Lo stesso rispettoso silenzio si mantenne anche durante il discorso dell'americana. Onestamente, con l'eccezione di Yori che anche grazie alla sua unicità era provvisto di un'ottima memoria, i ricordi riguardanti il Fantasma di Ginza erano decisamente pochi nella mente di tutti. Tra le ovvie preoccupazioni maggiori nei giorni dell'attacco alla città e il fatto che non fossero più uscite a riguardo, quella dell'inquietante figura che presumibilmente infestava la torre dell'orologio di Ginza era in breve tempo stata bollata come l'ennesima creepypasta dalla vita corta presente su internet. Senza essere foraggiata da nuove prove si era iniziato a presumere fosse semplicemente uno dei terroristi, un animale o una semplice allucinazione collettiva e il caso era stato chiuso. Il fatto che i ricordi a riguardo fossero vaghi non inficiava comunque in alcun caso la testimonianza di Evelynn. La ragazza sembrava essere entrata in contatto con uno dei numerosi terroristi, o perlomeno lo presumeva. Il fatto che fosse disposta a giurarlo lasciava intendere non avesse particolari prove a riguardo, ma almeno Shahar era disposta a credere alla sua deduzione. Nel peggiore dei casi era comunque un indizio da cui partire per fare luce su quella storia.
    Il detective Benedict Scott Kimura, immagino. - sospirò Yori, stendendosi sulla sedia e poggiando i piedi sul tavolo. Come detto, il ragazzo aveva un'ottima memoria: da come ne parlava Evelynn, doveva trattarsi di qualcuno che probabilmente avrebbero dovuto conoscere, perlomeno qualcuno che aveva fatto notizia. L'unica altra notizia rilevante riguardante il quartiere di Ginza nel periodo dell'attacco terroristico, oltre alle voci sul suddetto Fantasma di Ginza era l'aggressione subita dal detective da parte di due membri del Culto identificati come Mormon. Dato che stavano parlando di forze dell'ordine, ammesso non si trattasse di rivelazioni da soap opera del calibro di "era Shinichi Matsumoto" o "era il Primo Ministro" gli sembrava abbastanza sicuro dedurre si riferisse proprio al poliziotto aggredito - E quindi tu saresti Mormon... La presunta tale, si intende. - aggiunse alzando lo sguardo al soffitto. Dubitava fortemente ci fosse così tanto movimento a Ginza durante l'attacco terroristico da far sì che il detective avesse ricevuto così tante visite. Stando alle parole dell'americana e dalle notizie diffuse la conclusione logica era che Kimura fosse un membro del Culto ma volendo mantenere la propria copertura avesse fatto ricadere la colpa su qualcun altro, ma non necessariamente la logica portava alla verità. Le successive parole di Evelynn sarebbero quindi state probabilmente fondamentali per fare ulteriore chiarezza su quanto accaduto durante l'attacco.
    Quel nome, quello di Kimura, aveva fatto suonare un campanello nella testa di Shahar, ma non poteva permettersi di parlare in quel momento: farlo avrebbe coinvolto un argomento tabù e tutti si erano accordati di non parlarne più. Ne avrebbe fatto successivamente menzione ad Evelynn accompagnandola alla porta se ne avesse avuta occasione.
    Sebbene sembrasse il più taciturno, il ragazzo dalla maschera quasi aviforme fece forse persino inconsapevolmente menzione di un fatto che quasi più di tutto il resto fece breccia nel cuore dei presenti, ovvero la compravendita di mutant.
    Tsk. - Lidia si lasciò sfuggire un gesto di stizza, scuotendo la testa. Sebbene tutti in quella stanza fossero stati discriminati più o meno gravemente, lei era l'unica ad avere un'esperienza un po' più chiara sull'argomento. Anche se era praticamente cresciuta in Giappone, i suoi genitori avevano raggiunto l'arcipelago proprio fuggendo all'ondata di violenza che si era diffusa nel tempo nell'est Europa. Proprio qui i mutant venivano spesso massacrati o catturati per essere venduti come schiavi o come semplici orpelli per la loro rara bellezza. Ovviamente quella menzione fece sussultare e tremare anche Shahar per ciò che aveva passato, anche se per i membri del Movimento Anti Mutant questi non erano probabilmente validi neppure per essere venduti. Che questo poi fosse un bene o un male era tutta un'altra questione.
    Finché le nostre strade si incrociano, il bagaglio pesa meno se a portarlo sono più persone. - affermò quindi la donna dalla pelle dorata. Se in fin dei conti in tutti quegli avvenimenti sembrava esserci la mano di una parte corrotta e senza pietà della polizia, pur perseguendo ognuno le proprie motivazioni, poteva avere un senso unire le forze per indagare. Era evidente che commercio di umani o meno Hanzo Takashi rappresentasse l'opposto della loro idea: per forza di cose, avevano imparato col tempo ad essere fieri ed orgogliosi della loro unicità che, nonostante tutto, era ciò che li rendeva le persone che erano. Per Shahar non era certo facile vivere con dei capelli di pietre preziose, proprio come Lidia e il suo corpo in metallo facevano fatica in molte situazioni quotidiane. Mari non riusciva a fare quasi nulla normalmente con le sue dita composte da lame e i serpenti dei capelli di Kiki spesso erano ben più ribelli di dei capelli ricci. Yori aveva spesso dei malditesta molto gravi e Ganesh ripudiava interamente il proprio corpo... tutti in un certo senso erano afflitti da dei negaquirk, ma non per questo avrebbero voluto vivere la vita di qualcun altro - Quindi, ha ragione... Capelli Cenere? Parliamo di questo, umh, Kimura? - chiese conferma la donna che, priva della stessa memoria di Yori, ricordava ben poco della faccenda, esitando prima di utilizzare il bizzarro nomignolo partorito dalla compagna. Nonostante tutto molti eroi e poliziotti avevano subito gravi ferite durante l'attacco terroristico, il detective era semplicemente uno dei tanti.
    Umh... Chi stai cercando, Eve? - chiese Shahar cercando di tranquillizzarsi e di cambiare discorso, tentando di accennare un sorriso. Tutte quelle questioni di corruzione e lotta per i propri ideali in un certo senso non facevano per lei. Per quanto ammirasse il coraggio e la determinazione degli altri, non era certa di voler lottare in quel modo per ciò a cui teneva. Cercare qualcuno per aiutare un'amica, però? Quello poteva farlo senza dubbio.
    ❖ I'm a mountain that has been moved I'm a river that is all dried up ❖



    CITAZIONE
    Credo che possiamo recuperare l'ordine precedente, quindi Ace, Delin, Dual. Se però preferite mantenere questo nessun problema per me. :**:
     
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    Evelynn Harcrow
    Aver ascoltato le informazioni che Daisuke aveva fornito, mi aveva aperto un piccolo mondo dove un sacco di cose iniziavano a tornarmi. Non volevo credere che un solo membro della polizia, che fino ad allora oltretutto stava vivendo un po' nell'anonimato per qualsiasi motivo che potesse venirmi in mente, avesse organizzato senza essere notato da nessuno una cosa del genere sul tetto del Ginza Wako o - ancora meglio - che nessuno delle forze dell'ordine si fosse accorto di qualche tipo di macchinazione. Nonostante fosse magari un poliziotto abbastanza ignoto, credo, aveva sempre un cognome pesante sulle spalle e quelli con un qualcosa del genere tendevano sempre ad avere un occhio addosso. Magari nell'ombra veniva tenuto anche d'occhio per evitare che gli succedesse qualcosa, poteva essere uno di quelli che prima della serata di Ginza non aveva una buona reputazione? Mi sembra di ricordare che avesse detto una cosa del genere...
    CIò non cambiava il fatto che adesso aveva un nome, aveva fatto qualcosa, si era dimostrato all'altezza del cognome che aveva ed era diventato un mezzo eroe per quelli della zona quando magari in realtà era stato solo un poliziotto che aveva fatto il suo dovere a metà, lasciandoci andare quando avrebbe dovuto provare a prenderci. Non dico riuscirci, almeno provarci. Poi la storia dell'aggressione lo aveva tradito ma chi mi avrebbe creduto? Si sarebbe trattato della parola di una ragazza poco raccomandabile contro quella di un agente delle forze dell'ordine, dunque avrei potuto prendere addirittura una querela per diffamazione. Che bel modo sarebbe stato per avere la fedina penale sporca, una stupida querela.
    Se proprio dovevo, meglio provare a fare qualcosa di un po' più grosso tipo smascherarlo o addirittura trovarmi a confrontarlo per toglierlo definitivamente dalla scena, così avrei avuto tutta la polizia alle calcagna per una buona ragione. Il pensiero di adesso di vagliare l'opportunità di toglierlo di mezzo mi era uscito così naturale che mi aveva fatto quasi capire che i dubbi che avevo avuto nelle settimane precedenti stavano iniziando a scemare, lasciando spazio a quella che era una linea mentale più marcata e...la cosa non mi dava nemmeno fastidio, speravo solo di non pentirmene troppo dopo.
    « Se fai spoiler in questo modo però mi rovini la storia. » Sbuffai falsamente annoiata, almeno avevano colto subito di chi stavo parlando. Se qualcuno aveva una piccola dose di materia grigia non era difficile arrivarci, la notizia di un poliziotto aggredito già è rara, figuriamoci poi in una sera come quella della notte delle farfalle che la gente ricordava ancora. Puntai però il dito contro Yori con fare ammonitorio ed abbastanza seccato, odiavo quel soprannome: perché usare qualcosa che gli altri mi avevano affibbiato quando quello che avevo scelto io era molto, molto più bello e simbolico? « Non usare quel soprannome, è orribile e non sa di niente. Preferisco usare Lilith. »
    « Ma in ogni caso... » Feci spallucce poco dopo, lasciando che l'eco di quell'orribile nomignolo svanisse nel nulla sperando che se lo dimenticassero tutti quanti lanciando un'occhiata un po' più lunga su tutti quanti i membri della MTF che mi stavano davanti ed al momento niente mi faceva pensare che ci fosse qualcosa di non detto o se sì, non ero ancora in grado di empatizzare bene, leggere nella mente o chissà cos'altro dunque poteva essere tutto regolare e le facce delle persone che avevo di fronte erano di analisi e valutazione di ciò che stava venendo detto loro.
    Stavo addirittura trovando strano che ci stessero credendo con così tanta facilità ma questo probabilmente era perché c'ero io e Shahar aveva una considerazione di me molto più elevata forse di quanta non ne avessero Ryo e Daisuke: loro con me non avevano un debito così grande, alla fine. « Avrei voluto esser stata io a farlo, a questo punto, ma non l'ho assalito. Quando me ne sono andata, il detective stava sulle sue gambe ed era in perfetta salute. » Ed era fastidioso che non si ricordasse nemmeno il mio nome, la tipa dalla pelle d'oro, ma potevo soprassedere dato che io non avevo memorizzato il suo: far presa di nuovi nomi è sempre difficile ed alla fine si usano sempre appellativi tipo "grande", "caro", "stella", "coso" e roba del genere, almeno non mi aveva detto che ero brutta o strana: le sarei saltata alla gola senza troppi giri di parole e non sto scherzando. Ricordo sempre di aver preso a calci nelle palle in un vicolo un tizio che prima aveva fatto un commento poco carino sul mio essere mezza-mutant e poi avermi chiesto addirittura di uscire, figuriamoci con un'accusa diretta.
    Per fortuna non era successa.
    La voce di Shahar arrivò come un piccolo punticino bianco in mezzo al nero, non sapevo perché ma mi dava l'idea di essere probabilmente qui dentro perché non aveva scelta e quella meno disposta a questo tipo di cose. Sarà perché forse aveva avuto un'esperienza un po' traumatica? Sono convinta, però, che tutti qui dentro l'avessero avuta a modo loro, probabilmente era solo il modo di reagire che era diverso per tutti quanti.
    « Ricordi quante persone secondo la stampa hanno aggredito Kimura? » So che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, non credo se ne avrà a male. « All'entrata del Ginza Wako ho trovato un'altra ragazza: non ci siamo presentate, abbiamo solo fatto un piccolo accordo. Eravamo lì per indagare e capire, finché non ci fossimo date fastidio sarebbe andato tutto bene. E' lei che ha buttato giù dall'edificio il diffusore di gas con un pugno, io ho solo parlato con il detective cercando di fargli fare un passo falso. »
    Senza riuscirci purtroppo. Sospirai.
    « Di lei so che è molto forte, che con l'aiuto del suo quirk ha scardinato una porta facendola... » Feci mente locale. « ...vibrare intensamente e che ha una tuta dal corpetto nero e bianco ed una visiera rossa fluo. Ho cercato di rintracciarla da sola ma oltre ad aver incrociato una vigilante coniglietta molto debole - » Scusa Saki. « - non ho trovato niente: ho anche pensato a come spargere rapidamente la voce che la stia cercando ma non ho niente di efficace in testa, se voi conosceste qualcuno con quell'abilità sarebbe già più semplice. »
    Ma era abbastanza difficile di per sé, ecco. So che era una descrizione un po' generica ma per agire in quel modo al Corteo Nero, magari qualcuno li poteva aver aiutati ad organizzare. Anche più di qualcuno e potevano avere qualche conoscenza in più in materia.
    « Avrei anche pensato di attirare il detective da qualche parte da solo e poi pensarci da me, senza però conoscere molto sul suo conto mi è parsa una pessima idea. » Va bene essere impazienti o avere poco intelletto, quella però era solo una stupidità che mi avrebbe portato nel migliore dei peggiori casi, dietro le sbarre.

    Keep them longing,
    make them plead.

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    Ryo Tatsuki
    Che i dubbi di Evelynn fossero fondati non stupì molto il giovane Tatsuki, fu più il fatto che anche la MTF fosse a conoscenza di tali informazioni con tale semplicità. No, magari ancora un po' sperava che una carica abbastanza importante all'interno della polizia non fosse veramente immischiata in quegli affari. Aveva fiducia nella donna che li aveva accompagnati lì? Gli Amanti si erano dimostrati capricciosi ma allo stesso tempo tra i più decisi di ETERNIUM e non poteva negare che si era lasciato trasportare in questa piccola crociata contro Benedict. Di lei si fidava abbastanza per tornare a scandagliare il fondo di Tokyo in cerca di tesori. Ma allo stesso tempo Ryo era fin troppo abituato alla sua vita normale per dare la sua fiducia a persone che non conoscesse ed immischiate in quegli affari. Anche quella maschera che lo proteggeva gli sembrava ridicola ora che aveva capito che quei ragazzi avevano sia le informazioni che cercavano e che nei loro sguardi erano stampate le loro idee come marchiate a fuoco. Gli sarebbe piaciuto toglierla ma probabilmente sarebbe parso più ridicolo dopo tutta quella segretezza. Magari un'altra volta ci fosse stata l'occasione, anche se sarebbe stato comunque imbarazzante rivelarsi a Yori e Shahar in quel modo. Probabilmente avrebbe dovuto mettere subito in chiaro chi fosse già dalla pasticceria. Il ragazzo sembrava decisamente la mente del gruppo e nonostante il caratteraccio, ricordava alla perfezione quella storia, quando anche Ryo si era dimenticato il nomignolo che avevano affidato ad Evelynn.
    « E se non è stata Eve... » Mormorò, lasciando in sospeso la frase. Era possibile che così tanta gente volesse fare del male a Kimura? O che dopo aver perso quelli che erano i punti focali del piano del Culto, fosse rimasto lì così tanto? Magari era stata una punizione per il fallimento? No, in tal caso probabilmente lo avrebbero ucciso. Od almeno così ragionava lui, non aveva senso tenere in vita traditori non necessari. Da quel che sapeva l'altro poliziotto arrestato facente parte del Culto aveva confessato parecchie cose od almeno così aveva sentito nelle chiacchiere mattutine alla pasticceria. Era strano che ormai quella storia paresse un incubo lontano nonostante le conseguenze rimaste fino ad oggi. Era contento che le sue parole avessero fatto breccia, anche se decisamente in modo brusco. Non gli importava molto di sembrare poco sensibile e sapeva che avrebbe potuto scatenare reazioni contrastanti. Non si riteneva una persona particolarmente subdola o pianificatrice ma se un approccio aveva più possibilità di funzionare, perché non usarlo? Gli sarebbe piaciuto avere una di quelle maschere a LED che potevano cambiare espressione, probabilmente in quel momento avrebbe messo una faccina di comprensione.
    Ascoltò quindi in silenzio ciò che Eve sapeva sia su quell'uomo sia sulla donna che stava cercando. Nonostante avesse più o meno a mente le sue caratteristiche, passò un'altra volta a cercare qualcuno che poteva corrisponderle. Tristemente nessuno del genere sembrava corrispondere ai ricordi dell'albino e quindi semplicemente fece girare gli ingranaggi del suo cervello a vuoto. Il Quirk era decisamente comune e non era nemmeno una Mutant con tutta probabilità, cosa che avrebbe dimezzato il tempo di ricerca. L'idea della donna di affrontare il detective da solo non gli piaceva molto e si girò quasi costernato verso la collega. Non sembrava particolarmente avvezzo al combattimento ma era pur sempre un poliziotto che probabilmente non era così stupido da girare da solo con il primo contatto che gli diceva di incontrarsi. Poi ovviamente poteva intendere ben altro con incontro ma anche lì, era difficile.
    « Penso che sia troppo in allerta per accettare una cosa del genere, tristemente. » Cercò di collegarsi un attimo al discorso. « E non pensavo di vivere in una città così corrotta. » Terminò lì, chiedendosi a cosa avrebbe portato quella serata alla fine. Stavano per entrare nell'argomento per cui avevano fatto tanti giri dopotutto.
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    DAISUKE OKADA
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    Le speranze del covino erano ben riposte. Nonostante un po' di goffaggine iniziale - probabilmente perché la ragazza non si aspettava di essere tirata in ballo così bruscamente - Evelynn era stata molto brava a raccontare la sua esperienza, entrando nei dettagli di quello che aveva fatto in quella ormai lontana serata.
    I membri di ETERNIUM, specialmente il duo lì presente, l'avevano già sentita svariate volte. D'altronde prima di partire per una missione di quel tipo, era necessario scambiarsi le informazioni che già si hanno, tutto serviva tranne che confusione interna durante la negoziazione.
    E facendo perfettamente il suo lavoro, Eve si ritrovo anche a porre il quesito definitivo ai membri della MTF. Puntare al fuoricampo o accontentarsi del minimo. Redimere la propria "fama" o fare gli aiutanti misteriosi. Ad essere totalmente sincero Daisuke approvava entrambe le opzioni, non li avrebbe biasimati nel caso in cui non volessero immischiarsi in quel casino, d'altronde non erano - non direttamente almeno - cazzi loro. Ma sicuramente non avrebbe disdegnato il loro supporto diretto, una volta diventato un lavoratore onesto infatti, aveva scoperto che non era mai troppo saggio rifiutare una mano in più, cosa che in passato avrebbe fatto volontariamente. Non gli era mai piaciuto lavorare con qualcuno di cui non si fidava molto, aveva la costante paura di essere tradito.
    Una cosa che lo stupì fu la velocità di ragionamento di Yori, che dopo pochissimo tempo era riuscito a trovare l'identità misteriosa che gli Amanti avevano "nascosto". Il detective Kimura, una persona più famosa di nome che di fatto, d'altronde non era l'unico membro della famiglia a lavorare in polizia. A livello pratico però, non aveva mai avuto modo di farsi un nome importante sulle spalle, che non fosse il cognome stesso. Forse era quello il suo gioco. Sfruttare l'interezza della situazione a suo favore, fare il doppiogioco tra polizia e culto e guadagnarci in fama. Era un eroe che ha difeso la sua patria, e forse l'evasione del sagrestano gli serviva per essere l'eroe che metteva in gabbia il culto, accusandoli di omicidi ed usando quello del Sagrestano come punto di partenza. Chissà, qualunque fosse il caso non lo avrebbero scoperto con la sola deduzione.
    Quando Ryo nominò il nome della Grande Serpe, un brivido di freddo e paura si mosse sulla schiena del corvino. Non parlava di quella persona da mesi, se non anni. Non in modo così esplicito perlomeno, era una di quelle cose che aveva preferito seppellire, piuttosto che mettere in bella mostra. E pensare che per l'albino era stato anche più traumatico, il Carro era solo un lavoratore che stava seguendo gli ordini alla fine.
    "Credo che tutti vorremmo fargliela pagare, sì" - pensare al capo del Culto lo aveva aiutato a distogliere i pensieri da quegli altri brutti ricordi, meno ci pensava meglio era. Ma poi era la verità, c'era un motivo se quella notte era uscito di casa nonostante la richiesta di Yami. Il suo senso del dovere aveva suonato per la prima volta in anni, e - forse sbagliando - aveva preferito dargli ascolto.
    In ogni caso, in modo molto furbo, i vari membri della Mutant Task Force scelsero di intraprendere percorsi diversi. La ragazza dorata si interessò a Kimura, mentre la ragazza dai capelli cremisi preferì interessarsi alla persona con cui Evelynn aveva collaborato. Due strade diverse, ma che avrebbero entrambe portato a risultati importanti.
    Gli Amanti quindi, iniziarono il loro discorso sul famigerato aiutante misterioso, che si rivelò essere una ragazza abbastanza comune, senza troppi dettagli che la facevano saltare subito all'occhio. Il suo quirk non era una novità, e dal suo vestiario si poteva cogliere poco. D'altronde non tutti agivano con il proprio nome stampato sulle spalle, come molti eroi invece facevano, quasi per alimentare il proprio culto della personalità.
    La seconda idea che Eve aveva proposto un po' in sordina, era più un pensiero intrusivo che altro. O almeno così Daisuke sperava. Agire in solitaria era la peggiore delle opzioni, si finiva solo per fare casini troppo grandi per essere risolti da soli. Ed il corvino non era sicuro quanti membri di ETERNIUM sarebbero stati disposti ad aiutare in una situazione così pericolosa.
    "Non sarebbe nemmeno così pessima, è solo troppo rischiosa per valere il tentativo" - alla fine agire frontalmente non era così stupida come cosa, solo quando si era ben preparati ed in gruppo però. Farlo in solitaria voleva dire suicidarsi.
    Chissà se i membri della MTF avevano le informazioni che cercavano però, lo sperava vivamente. Alla fine era quella la motivazione dietro alla loro visita, sarebbe stato deprimente se si fosse rivelata semi-inutile.
    Ⅶ I caught insomnia from looking at the moon Ⅶ
     
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    Nonostante un forse poco celato principio di antipatia reciproco Yori si trovò a ridacchiare alla reazione di Evelynn, sinceramente divertito e senza alcuna nota di malizia. Rovinare i discorsi altrui grazie alla sua memoria era quasi il suo lavoro nella Mutant Task Force ma nessuno aveva mai reagito in modo così divertente. Alzò le mani in segno di resa sentendosi correggere sul nomignolo utilizzato: non aveva alcun problema ad utilizzare la nuova notazione considerando che sin dall'inizio aveva utilizzato quel nome come provocazione. Era evidente che, sempre ammesso quanto detto da Lilith fosse vero, il nome Mormon fosse o completamente inventato oppure il nome affibiato allo stesso Kimura nell'operazione di "cura" della città di Tokyo. La sua liceità o meno, logicamente, doveva derivare da chi lo aveva menzionato: se era stato lo stesso Kimura allora era probabile fosse semplicemente inventato, utilizzare il proprio vero nome per nascondersi sarebbe stato estremamente stupido e in ogni caso avrebbe dovuto dare spiegazioni su come fosse venuto a conoscenza del nome dei suoi aggressori rischiando di cadere in contraddizione. Se invece a menzionarlo era stato quel famoso testimone chiave che aveva permesso di smantellare l'operazione allora era probabile che il nome fosse vero o quantomeno verosimile ma fosse comunque stato utilizzato per celare l'identità del detective durante le indagini. Quale che fosse la verità, in tutta onestà, era un'informazione totalmente inutile al momento e la stessa ricerca della risposta poteva nascere solamente nella mente eccessivamente analitica del ragazzo dai capelli color cenere.
    Oi oi... - si ritrovò a borbottare Shahar, riflettendo sulle informazioni date dall'americana. In quel momento i suoi pensieri erano più o meno sintonizzati con quelli del ragazzo dalla maschera aviforme, riflettendo sul fatto che qualora le informazioni di Evelynn si fossero rivelate veritiere avrebbe significato il vivere in una città davvero pericolosa. Eppure il fatto che qualche poliziotto potesse essere corrotto non significava certo che tutti i poliziotti fossero cattivi o cose del genere, e lei più degli altri in quella stanza lo sapeva molto bene.
    Tutti rimasero in silenzio ascoltando il racconto dell'americana, anche i suoi stessi compagni. Ciò che trasmettevano le sue parole era una forte voglia di rivalsa, ma anche un enorme astio... forse un po' troppo per riuscire a ragionare lucidamente e non prendere le cose sul personale. Veniva forse da chiedersi, ad un certo punto, se si trattasse di una battaglia per la giustizia o di un semplice conflitto personale. Almeno fino a quel punto però discerne tra le due non era nell'interesse della Task Force e in ogni caso la ragazza sembrava avere dei compagni decisamente giudiziosi. Ad eccezione del fatto di essersi diretti lì mascherati.
    Negativo. - sbottò Lidia con le braccia conserte. Sebbene il suo modo di esprimersi sembrasse quasi voler esprimere un ordine, in realtà stava per pronunciare un semplice consiglio - Come dicono i tuoi compagni, confrontarlo senza prove non servirebbe a niente. - aggiunse - Se ci fosse anche solo una microscopica possibilità che si tratti di un fraintendimento, saresti nei guai. - proseguì - E anche se tu fossi corretta al cento per cento, senza vere prove non ci metterebbe nulla a farti apparire nel torto. Lui è il poliziotto e la polizia crederà a lui, non a te. - concluse memore di quanto accaduto alla Manifestazione. Se aveva un rimpianto era certamente quello di non essere stata più chiara con gli eroi che avevano servito come vigilanza durante il Corteo. Cosa sarebbe cambiato in quel caso? Forse sarebbero davvero riusciti a prevenire l'evasione del Sagrestano, forse riflettendo sulle loro parole quegli eroi avrebbero capito prima che qualcosa non andava nel corpo di polizia... erano tutte semplici esercitazioni mentali, ma ciò non toglieva il fatto che la sua voglia di fare qualcosa di giusto la aveva accecata ed era stato proprio quel fuoco che le ardeva dentro a non farla ragionare correttamente e a rovinare tutto. Nelle parole di Evelynn rivedeva quello stesso spirito che, per quanto giusto e necessario, nel momento fatidico andava necessariamente messo a bada.
    Aaaaaaah!!! - Shahar era stata zitta per tutto il tempo, riflettendo sulle parole di Evelynn, e ora aveva forse trovato una risposta - E' lei, no? Miss... umh... - sbottò picchiettando con la mano destra il braccio di Yori, che si ritrovò a sussultare stupito ed infastidito. A quel punto, proprio come accaduto prima, non gli ci volle molto per fare due più due e dovette solo scavare nella propria memoria per trovare le informazioni a cui Shahar stava facendo riferimento.
    Beh... - sussurrò schiarendosi la voce - Non aveva la visiera rossa, ma la sua maschera sembrava decisamente raffazzonata, potrebbe certamente averla cambiata, in fondo ne è passato di tempo... - esordì quasi come stesse semplicemente ragionando tra sé e sé - In ogni caso abbiamo conosciuto questa donna che sembrerebbe calzare la descrizione... Si è presentata come Miss Richter Scale o Tremors... - proseguì nella sua spiegazione - Sì, ha utilizzato due nomi ed erano uno peggio dell'altro, ma comunque. - un inutile inciso, semplicemente perché a volte non era in grado di tenere per sé la propria opinione - La sua unicità le permette di controllare le vibrazioni, o almeno è quello che ci ha detto. Lavora per Druid, credo faccia da investigatrice per la sua agenzia chiamata Möbius... - un paio di secondi di silenzio - Ok, forse questo non avrei dovuto dirlo. - si accasciò tra le proprie spalle: a volte il suo bisogno di mettersi in mostra gli faceva sfuggire informazioni un po' inadeguate. Sebbene sembrassero essere tutti dalla stessa parte, forse rivelare la copertura legale di una delle più importanti organizzazioni di vigilantes della città non era molto carino. Si vedeva che mancava all'appello l'uomo che aveva diretto le "operazioni" da dietro la cornetta telefonica, forse l'unico in grado di mantenere un barlume di segretezza in quello sgangherato gruppo di persone. Kiki, che era rimasta zitta per tutto l'incontro, si lasciò sfuggire una risata. Shahar gli diede una pacca di consolazione sulla spalla, mostrandogli un sorriso: era lei quella più collegata a 12th e se lei pareva perdonarlo forse in fondo andava tutto bene.
    Tutti e tre i presenti avevano probabilmente sentito parlare del leggendario Druid, ma Ryo e Daisuke probabilmente ne avevano un'idea più viva dell'americana avendolo incontrato personalmente durante l'assalto alla Yuuei. Il fatto che la donna cercata da Evelynn - ammesso fosse lei - fosse un membro di 12th Division forse avrebbe potuto dare al gruppo una rinnovata speranza: era decisamente probabile che un gruppo simile avesse accesso ad una miriade di informazioni a loro precluse... ma rimaneva da vedere se si trattasse davvero della stessa donna e se fossero stati disposti a collaborare con loro. Chissà se, nonostante gli anni passati, Druid si sarebbe ricordato dei due ragazzi.
    Nella speranza sia la donna che cercate, se dovesse servirvi qualcosa per, umh, ETERNIUM fateci sapere. - aggiunse Lidia, con quello che sembrava in fondo un tentativo di congedo. Qualora gli ospiti avessero avuto ancora qualcosa da aggiungere i membri della Task Force sarebbero stati ad ascoltarli, altrimenti Shahar avrebbe approfittato per accompagnarli alla porta... e dire loro ciò che si era tenuta dentro tutto quel tempo, riguardo a chi poteva avere le informazioni che cercavano riguardo quel signore che stavano cercando, il detective Kimura.
    ❖ I'm a mountain that has been moved I'm a river that is all dried up ❖



    CITAZIONE
    Come si può forse evincere dal ritardo di Dual e dalla mia celere risposta, per questo turno ho deciso di concedere i miei cinque giorni di tempo a Dual così che potesse postare nonostante i suoi impegni scolastici ma la role non subisse ritardi sul piano generale. Lo esplicito per correttezza verso gli utenti in attesa.
     
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    Forse non sarei dovuta essere così rilassata in un posto che pullulava di persone ricercate, e per persone ricercate intendevo i membri della MTF. Il nome del nostro gruppo, alla fine, non era ancora così noto e di certo non eravamo in cima alla lista dei desideri delle forze dell'ordine quanto potevano essere quelli che avevamo di fronte, il fatto però che si trattasse di smascherare proprio una delle autorità che oltretutto portava un cognome importante poteva contribuire alla crescita del nostro nome, del nostro brand.
    Forse in maniera leggermente più positiva del previsto, non che però fosse importante: a me non interessava più di tanto farmi un buon nome od una cattiva reputazione, quello che intanto mi premeva era correggerla perché se mai avessi dovuto entrare in un'ipotetica lista ricercati, volevo entrarci almeno per cose che avevo fatto ed il togliere di mezzo un poliziotto poteva essere un buon biglietto da visita che però avrebbe avuto effetti collaterali differenti a seconda del modus operandi: smascherarlo significava fargli fare una pessima figura e gettare anche fango sulla polizia intera - più di quanto magari non ce ne fosse già stato tempi addietro - mentre farlo senza rivelare niente sarebbe significato accrescere la sua immagine come martire della causa che era stato tolto di mezzo dai terroristi perché aveva rovinato il loro piano ed erano tornati a finire l'opera iniziata quella sera di tempo fa sul Ginza Wako.
    Era passato talmente tanto tempo che forse non ne valeva nemmeno la pena, si diceva una piccola parte di me, eppure sentivo di doverlo fare anche per far sì di dare il via a qualcosa che avrebbe potuto muovere Yami dal suo stallo ed il suo silenzio che dopo le premesse, faceva più rumore per me di quanto in realtà non ne facesse. « Sì lo so, è rischioso e non sono americana fino a questo punto da mettermi in gioco senza niente. Il fatto però che non conosca il mio volto ma io il suo mi ha dato tanto di quel pensare che non riesco a capire come sfruttare questo vantaggio. »
    Piegai appena la testa di lato, volgendo la mia attenzione verso Lidia che aveva parlato di mettere a confronto le due parole: la mia e quella del detective. Era un'espressione abbastanza sorpresa in realtà, nonostante in testa mia la direzione fosse chiara sembrava che qualcuno stesse ponderando la soluzione pacifica mentre io in questo caso ero davvero propensa al credere che "peace was never an option". « La polizia crederebbe a prescindere a lui, il suo cognome pesa molto ed ho idea che per difenderlo, farebbero davvero carte false. Credi davvero che sia possibile un confronto civile tra me e loro? Solo per essere stata lassù, mi arresterebbero. » Evidentemente il mio concetto di "prendersi cura del detective" era differente da quello che avevano in mente loro, però almeno erano a conoscenza di qualcuno che sembrava corrispondere alla descrizione della ragazza che cercavo: magari lei avrebbe avuto qualche cosa in mente, anche se l'urlo rivelatorio di Shahar mi aveva fatto sussultare presa dalla sorpresa. Rimasi in silenzio finché non venne fuori un nome ed una descrizione sommaria, anche se molto, molto meno sommaria della mia di fronte alla quale alzai le sopracciglia e sorrisi. « Lo sapevo che avreste saputo qualcosa. » Sospirai anche, dunque faceva parte di una piccola agenzia? Tanto meglio, avrei saputo dove e come rintracciarla con un po' di impegno e...anzi, perché impegnarmi?
    « Se aveste un indirizzo mi fareste molto, molto felice e... » Sospirai, rilassandomi un pochino per poi girarmi verso Shahar. Da quando l'avevo vista, avevo avuto sempre una voglia matta di chiederle come fosse stata, come fosse guarita, se era sempre in condizione di fare le sue cose oppure se il panico l'avesse presa, perché era stata presa, come si era cacciata in quella situazione.
    Mi ci ero affezionata troppo per quel poco che avevo fatto e non riuscivo a capire perché. Riuscivo ad immaginarmelo, ma non era ancora così cristallino nella mia testa. Non avevo idea che aveva ancora qualcosa da dirmi, però c'era qualcosa che volevo chiederle io dunque... « ...posso parlarti un minuto, tesoro? » Dissi alla rossa intendendo che avessi intenzione di parlarle faccia a faccia. Niente di grave, spero si capisse anche dal fatto che in volto sembravo il riflesso della calma.
    « Se poi voi due avete qualcosa da aggiungere, fra che un punto di raccordo sembrate averlo, potete approfittarne. » Questo rivolto a Ryo e Daisuke che mi erano accanto. Mi sentivo terribilmente in colpa per loro dato che per determinati tratti mi erano sembrati dei pesci fuor d'acqua, trascinati dalla corrente in un evento nel quale avevano poco a che fare e che era tanto un mio capriccio personale: avrei dovuto farmi perdonare in qualche modo.
    Magari quelli della MTF avevano qualche richiesta particolare dato che andavamo a trattare di cose della polizia.
    Mi sarei dovuta di sicuro far perdonare, su questo non ci pioveva.

    Keep them longing,
    make them plead.

    SCHEDA | VILLAIN | CRONOLOGIA | #LIVELLO 7

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