Ghosts and Shadows

Fight Role|Sakiko Yumeno - Jason Leroy

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    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Sakiko ascoltò i propri passi rimbombare fra mura abbandonate che la circondavano.
    Una brezza di vento gelida le sferzò impietosamente il viso facendola brevemente rabbrividire e portandola a soffermarsi brevemente per sfregarsi energicamente le spalle disperatamente cercando di instillarsi un po’ di calore nelle ossa. Il freddo di Febbraio ancora attanagliava la metropoli di Tokyo e non sembrava intenzionato a mollare la presa.
    Non aiutava il fatto che l’edificio in cui si trovava Sakiko in quel momento non avesse finestre per schermare l’interno dalle gelide intemperie esterne. D’altro canto non c’era neanche pavimentazione, o porte, o illuminazione – l’edificio era essenzialmente uno scheletro di ferro e cemento.

    Si trattava di un condominio di appartamenti popolari la cui costruzione era stata sospesa a tempo indeterminato. Seppur “sospesa” ormai sembrava un termine ottimista considerando che appariva abbandonata da almeno un paio di anni. Il cantiere e le impalcature circostanti erano in evidente stato di abbandono e l’interno dell’edificio era già stato reclamato dalle gang di ragazzini locali che avevano marcato le mura scarne con murales appariscenti, disegni osceni di varia natura e grandi proclamazioni di amore o forza scarabocchiate con pennarelli o bombolette spray. In alcuni angoli più riparati erano visibili piccoli cantucci improvvisati di cartone e teloni, probabilmente la dimora di qualche senzatetto che aveva fatto del rudere abbandonato la sua dimora.

    In quel momento però sembrava che ci fosse solo lei in quell’edificio. Beh, lei e Jason.
    Era proprio l’americano corvino che l’aveva portata in quel posto in primo luogo. I due si trovavano lì tecnicamente su richiesta di Sakiko. La ragazza infatti da un paio di mesi aveva iniziato ad allenarsi con Jason con l’intento di ritornare attiva come vigilante.
    Dopo il traumatico scontro con Eve, Sakiko aveva deciso di prendersi una sorta di pausa sabatica dal vigilantismo – o quanto meno dalla parte che prevedeva battersi faccia a faccia contro malviventi.
    Aveva deciso di prendersi del tempo per riconsiderare le sue priorità e le sue motivazioni per dedicarsi al vigilantismo in primo luogo. In quel periodo di rivalutazione esistenziale aveva preferito lavorare dietro le quinte, supportando i suoi compagni vigilanti concentrandosi più sulla raccolta di informazioni e il rafforzamento del network. Da questo punto di vista sicuramente era stata aiutata molto da Themis, una vigilante che lavorava come insegnante universitaria. Il loro incontro non era stato dei più piacevoli per Sakiko, specie perché la donna sembrava avere un certo diletto per divertirsi un po’ a sue spese, ma la ragazza aveva avuto abbastanza umiltà e buon senso da ricontattarla per chiederle di darle qualche dritta sull’imparare a muoversi con discrezione e affinare le sue capacità di sotterfugio per ottenere informazioni e allo stesso tempo proteggere le proprie.

    D’altro canto però Sakiko non era stata in grado di arrendersi al suo trauma e rinunciare del tutto a tornare in azione per le strade insieme ai suoi compagni.
    Per questo ha chiesto aiuto a Jason.

    Ok, in realtà inizialmente aveva chiesto aiuto a Castiel, con cui in quegli ultimi mesi aveva legato molto – ma l’angelico ex-idol ha preferito indirizzarla dal cugino Jason asserendo che era ben più adatto di lui ad aiutarla a rimettersi in forma.
    Sakiko ovviamente non aveva mosso alcuna obiezione al riguardo, benché in tutta sincerità, nonostante fosse sicuramente in rapporti amichevoli con il corvino, non aveva avuto ancora l’opportunità di entrare davvero in confidenza con lui e in parte questo era dovuto al fatto che l’americano un po’ la intimoriva.
    Jason dal canto suo aveva comunque accettato di aiutarla, e negli ultimi due mesi le aveva fatto un po’ da coach supervisionando il suo allenamento fisico. Ma senza mai fare effettiva pratica di combattimento – quello era un ostacolo che Sakiko esitava ad affrontare.
    Ma era proprio per quello che si trovavano lì quella sera – era giunto il momento di mettersi alla prova e affrontare il suo trauma.

    Era una sorta di ironica coincidenza che quella stessa mattina aveva affrontato una lotta più figurativa di eguale importanza – aveva comunicato al padre che intendeva ritirarsi dal suo ruolo di idol e continuare a lavorare nello show business con maggiore indipendenza.
    Adesso invece l’affrontava una lotta nel vero senso della parola – quando aveva notato la coincidenza la ragazza si era sforzata di pensarla in maniera positiva, dicendosi che in questo modo avrebbe sconfitto due fantasmi che la tormentavano in una volta sola.

    Ma adesso che lo sparring con Jason sembrava avvicinarsi sentiva i dubbio e incertezza farsi nella sua mente e un senso di esitazione insinuarsi nel suo petto.
    Si scosse schiaffeggiandosi leggermente il volto infreddolito con i palmi delle mani per scuotersi da quei pensieri e puntò i suoi occhi sulla schiena di Jason che camminava un paio di passi davanti a lei.
    Stavano raggiungendo la fine di una seconda rampa di scale e Sakiko intenta a rompere il silenzio per allentare un po’ la tensione che stava sentendo segui a chiedere “Ugh… questo posto puzza come la lettiera del mio coniglio. Non c’era davvero posto migliore per fare questa cosa, Jason-san?”










    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Normale | Peso 0/4 | Energia 300 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90



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    E così, la giovane Sakiko Yumeno faceva a cazzotti con i criminali, proprio come lui. Perché ogni volta che scopriva qualcuno fare una cosa del genere veniva istantaneamente invaso da una esagerata sensazione di indignazione? E non perché lo ritenesse sbagliato, ma per quanto enormemente stupida ritenesse una cosa del genere, salvo poi tornare a farlo come se nulla fosse la sera dopo lui stesso. Era stupido solo se lo facevano gli altri, dunque? No, delle tante cose di cui Jason Leroy poteva macchiarsi, l'arroganza non era decisamente nella lista. Quella vera, perlomeno, quella recitata nella vita di ogni giorno gli riusciva anche fin troppo bene, tanto da convincere a volte persino sé stesso.
    Ma no, non era perché riteneva di essere l'unico in grado di farlo, probabilmente un qualsiasi comportamentalista gli avrebbe detto che aveva più a che fare con quello che Jason pensava di meritare rispetto agli altri, ma il corvino non andava più in terapia da decisamente troppo tempo, ed in parte proprio perché aveva paura di risposte fin troppo semplici ed ovvie come quella.
    Fosse quel che fosse, al vederla così distesa sul lettino dell'ospedale gli mancava il fiato. Non credeva di essersi già affezionato così tanto a lei, ma era costantemente attanagliato dall'ansia come se su quel lettino vi fosse sua sorella, ed ogni volta che l'andava a trovare era una stretta al cuore che metteva in serie difficoltà le sue doti recitative.
    Fortunatamente era un professionista che era abituato a mantenere la compostezza e proseguire a recitare anche se sentiva i leggerissimi pantaloni di scena strapparsi in momenti poco adeguati, e dunque era con una certa fierezza che poteva vantarsi di non aver mai lasciato trasparire nulla di quelle emozioni a Sakiko, perlomeno non esplicitamente, poi il fatto che andasse a trovarla tutto sommato abbastanza spesso probabilmente parlava più di qualsiasi recita.
    Non avevano parlato molto di quello che faceva, era un argomento difficile da affrontare anche in stato di completa privacy, ma dagli scambi che aveva avuto sull'argomento - pochi con Saki ma numerosi con Castiel - aveva presto capito che la bionda non aveva intenzione di smettere. E chi era lui per insistere? Non solo non la conosceva troppo bene e non era nessuno per lei, ma sarebbe anche stato enormemente ipocrita da parte sua. Inoltre, per quanto emanasse quelle vibes da sorellina da proteggere, in realtà si passava pochi anni di differenza con Jason.
    E quindi, sostanzialmente, non sapeva che cosa farci. Questo finché Castiel non gli propose di farle da coach: effettivamente poteva essere utile come cosa, se non poteva fermarla forse almeno poteva assicurarsi che fosse pronta al peggio. Insomma, non che Jason si considerasse al pari di un Pro-hero o roba del genere, ma aveva affrontato la sua dose di scazzottate per poter affermare con tranquillità di sapersela quantomeno cavare, magari una cosa o due poteva insegnarla alla giovane. E anche se non aveva nulla da insegnarle, era comunque una montagna di muscoli con un Quirk più che decente, allenarsi insieme sarebbe stato sicuramente costruttivo, magari anche per entrambi.
    E quindi eccoli lì, dopo un piccolo fast-forward di qualche mese, pronti ad affrontare il loro primo sparring amichevole, dopo essersi più o meno diligentemente allenati per tutto quel tempo.
    -Non ho intenzione di farmi vedere da nessuno mentre picchio una ragazza di trenta centimetri più bassa di me.- Le rispose, sarcastico. -E se la lettiera del tuo coniglio davvero ha questo odore inizierei a preoccuparmi che sia segretamente un signore della droga visto la gente che viene qui di solito.- Il suo tono era il solito, ma ad essere sinceri era piuttosto agitato. Non sapeva nemmeno lui perché, ma stava quasi sudando freddo. E se qualcosa fosse andato storto? Si sentiva un po' stupido a fare una cosa così rischiosa, sebbene i rischi fossero veramente bassissimi, a parte quello di farsi male, ma sinceramente dubitava di lasciarsi andare così tanto da ferire Sakiko abbastanza da considerarlo un "rischio".
    Dopo averla condotta per un paio di corridoi, i due avrebbero raggiunto una sala un po' più ampia, al contempo vuota ma piena di immondizia - fortunatamente non del tipo che puzzava più di tanto, perlopiù mobili spaccati e qualche materasso arrotolato.
    Sakiko Yumeno poteva vantare di essere una delle poche persone ad aver visto Jason Leroy senza la sua giacca o almeno una misera camicia, o qualsiasi cosa che desse una vaga parvenza di eleganza: era vero che il ragazzo vestiva sempre elegante, ma aveva ovviamente anche degli abiti che usava quando andava in palestra (almeno due o tre volte a settimana) o a fare jogging (mai). Quel giorno indossava dei pantaloni in tuta grigi lunghi fino a poco sopra la caviglia e delle scarpe da tennis bianche. Togliendosi il pesante cappotto nero rivelò dapprima una felpa del medesimo colore senza cappuccio, ma Jason ne aprì la cerniera e sfilò anche quella, rimanendo in canottiera: indossava una canotta nera, una di quelle "intere" davanti ma che lasciavano le scapole interamente scoperte dietro, l'ideale per far fuoriuscire le ali senza danneggiare il capo. Il freddo lo fece rabbrividire, mentre distanziava Sakiko di qualche metro e si voltava verso di lei. I suoi capi attillati evidenziavano il suo fisico scolpito, che la ragazza aveva sicuramente già avuto modo di notare.
    -Brrr. D'accordo, facciamo questa cosa. Ricorda, niente colpi in faccia o altri lividi problematici da spiegare, lunedì siamo di nuovo in ufficio.- Inclinò il busto leggermente in avanti, tentando di scrollarsi di dosso quella strana sensazione d'ansia che aveva e rivolgendo a Saki un sorrisetto beffardo mentre un ciuffetto vagamente riccio gli ricadeva sulla fronte sfiorandogli l'occhio destro. -A te la prima mossa.- Concedeva sempre la prima mossa all'avversario, in fondo il suo Quirk era perlopiù difensivo e gli concedeva di fare lo sbruffone gratuitamente una volta in più.
    Non sapeva bene cosa aspettarsi da Saki, conosceva il suo Quirk ma non sapeva bene come lo usava... gli avrebbe lanciato roba addosso?


    CITAZIONE
    ENERGIA: 550/550
    FORZA: 250
    QUIRK: 250
    AGILITÀ: 25


    STATUS: Illeso

    CITAZIONE
    Tecniche Disponibili:

    Heavy Feathers [Livello Unico][10 + 5 Mantenimento]
    Questa tecnica, omonima del Quirk stesso, serve come base per tutte le altre. Consiste semplicemente nello sfoderare le ali e mantenerle. Le ali si generano poco sotto le scapole dell'utilizzatore, con l'origine vicino alla spina dorsale. Quando vengono sfoderate, è probabile che strappino il vestito dell'utilizzatore. Una volta sfoderate, possono essere usate in tutto e per tutto come normali arti, salvo ovviamente il non essere prensili.
    EFFETTO: Permette l'utilizzo delle tecniche basate sulle ali

    Relentless Wings [Livello 3] [Costo 50]
    Descrizione: Jason sfodera le sue maestose ali e ne ripiega l'estremità finale, in modo che la parte più sporgente sia la grossa giuntura che la congiunge al penultimo segmento. Produce inoltre, sulla sommità di questa giuntura, uno strato di quarzo. Fatto ciò, sferra una serie di colpi con le ali visivamente simili a pugni, ma essendo portati a compimento con una giuntura dura in realtà più simili a gomitate per chi li riceve. L'attacco dimostra in pieno la grande velocità e versatilità delle ali, che attaccano a raffica senza fermarsi finché non lo decide Jason. Al termine dell'assalto, è probabile che una piccola parte di cristalli di quarzo si sia conficcata nelle superfici colpite dell'avversario.
    DANNO: Medio-Grave

    Morion Fortress [Livello 3] [Costo 55]
    Descrizione: Jason sfodera le ali e le ricopre istantaneamente di uno strato di quarzo nero, si avvolge poi in esse, posizionandole a seconda della direzione da cui sta arrivando l'attacco nemico. In caso di attacchi da più direzioni, le ali sono abbastanza grandi da permettere a Jason di essere protetto quasi completamente, a 360° (salvo alcuni spiragli), specie se si accovaccia.
    EFFETTO: Protezione da danni Medio-Gravi

    Passive Recovery [Livello 2][Costo 35]
    Jason riassorbe un'ala ferita dentro di sé, che ha subito almeno danno [Medio]. Al termine del secondo turno dopo quello di attivazione, Jason potrà ri-estrarre la sua ala (senza nessun costo di attivazione) ed il danno sarà stato ridotto a [Lieve]. Da usare singolarmente per ciascuna ala.
    Effetto: Riduzione danni da Medio a Lieve

    Crystal Shock [Livello 3][Costo 50]*
    Descrizione: Jason intensifica a dismisura la produzione di quarzo nelle sue ali, i cristalli si infittiscono sino ad essere sottoposti ad una pressione tale per cui, tramite il principio della piezoelettricità, viene a generarsi una differenza di potenziale che si quantifica in una forte scossa elettrica, a cui segue una frammentazione esplosiva del quarzo. I frammenti e l'impulso elettrico non sono in alcun modo direzionabili, quindi la tecnica è efficace solamente a raggio estremamente corto. Se invece di far frammentare tutta la superficie alare si concentra la tecnica in un punto più circoscritto, ci vuole meno tempo per il suo "caricamento". Se viene utilizzata immediatamente dopo la tecnica Morion Fortress, la sua efficacia (narrativa) aumenta.
    DANNO: Medio-Grave
    *Per la prima parte di questo combattimento, Jason utilizzerà la versione pre-modifica di questa tecnica, ossia senza elettricità. Entità dei danni ed effetto sono invariati.

    Abilità:
    CITAZIONE
    Abilità 1:
    Le ali di Jason non sono sempre le "stesse", vengono riassorbite e ri-create interamente da zero ogni volta che le estrae. Questo dona ad esse una sorta di effetto rigenerativo: quando subiscono dei danni, se Jason le riassorbe può contare su una rigenerazione passiva e (tramite apposita tecnica) può curare un certo quantitativo di danni in un certo quantitativo di turni.

    CITAZIONE
    Abilità 2:
    Sfruttando la proprietà di piezoelettricità del quarzo, i quarzi di Jason sono in grado, se sottoposti alla giusta pressione, di generare differenze di potenziale che si traducono in brevissime ed incontrollate scosse elettriche. Trattandosi di un fenomeno strettamente legato al minerale che cresce su Jason, egli non ha alcun controllo sull'energia sprigionata e se dovesse capitare in una circostanza sfavorevole rischia di esserne coinvolto tanto quanto i suoi avversari.
     
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    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Sakiko non era sicuramente nota per il suo acume o per la sua perspicacia, ma la ragazza aveva sicuramente un certo talento per captare i stati emotivi altrui.
    Era un effetto collaterale derivato dall’abitudine di osservare ossessivamente le persone che le stavano attorno per studiarne il loro linguaggio del corpo, gli eventuali tic e le loro espressioni. Era un esercizio per la recitazione che aveva imparato ad adoperare sin dagli inizi della sua carriera e l’aveva entusiasmata tanto che era arrivata a farne un processo abitudinario subconscio senza neanche rendersene conto.

    Ormai conosceva Jason da praticamente un anno e lavorando a stretto contatto con lui, ma anche frequentandolo in contesti non lavorativi aveva imparato a riconoscere il modo in cui manifestava tensione e nervosismo.
    Non era molto facile da notare perché il corvino passava la maggior parte del tempo con un espressione tesa e tirata e rendeva difficile capire quale umore si nascondesse dietro quell’espressione. Ma Sakiko era abbastanza sicura che in quel momento Jason fosse nervoso. Lo poteva sentire a pelle come elettricità nell’aria che faceva rizzare i peli sul collo.

    …e inevitabilmente Sakiko poteva percepire la tensione dell’americano riverberare con la propria intensificandosi a vicenda.

    Desiderosa di spezzare il nervosismo e non lasciare la conversazione a stagnare nel silenzio la ragazza rispose prontamente «Hey, sono solo venti centimetri più bassa di te, Jason-san. E se è un problema potrei mettermi un paio di tacchi se vuoi…?» – chiese ironicamente ma con una vena di genuina perplessità nella voce che faceva presumere che una piccola parte della ragazza stesse effettivamente prendendo in considerazione l’idea di combattere su tacchi alti per far sentire più a suo agio il suo compagno di sparring. Lasciando almeno momentaneamente da parte la questione la ragazza aggiunse «…e ovviamente no, il mio piccolo Paku-chan è solo colpevole di essere criminalmente carino e coccoloso. Aaaah~ Solo pensare a quel suo adorabile musetto e il suo pelo super-morbidoso mi fa venire voglia di strapazzarlo~» – dichiarò muovendo freneticamente le dita a palpeggiare l’aria in maniera vagamente equivoca. Senza lasciare spazio per far insinuare momenti di silenzio la ragazza incalzò – «Tu non hai animali, Jason-san?»

    Mentre ragazza interrogava Jason sull’argomento animali da compagnia i due raggiunsero una sala relativamente più ampia che l’americano aveva designato come loro ring. Un ring costellato di rifiuti e ciarpame abbandonato. C’erano perfino un paio di materassi arrotolati che magari sarebbero potuti essere utili per attutire qualche brutta caduta se Sakiko non fosse stata drasticamente più preoccupata da quante malattie avrebbe potuto prendersi entrandovi in contatto.

    Mentre riservava un eloquente occhiata preoccupata ai materassi in questione scorse con la coda dell’occhio Jason svestirsi del cappotto e procedere a posarlo su quello che sembrava una sudicia scrivania sbilenca. «Oh, no, Jason-san!» – squillò allarmata accorrendo a salvare l’indumento dall’orribile mobile sporco con il modo di fare di una madre apprensiva che coglie il proprio pargolo a raccogliere qualcosa da terra per infilarselo in bocca. «Non oso immaginare di quanti funghi o malattie rischi di prendere da quell’affare – finiresti a dover incenerire tutto il tuo guardaroba.» – argomentò con fare risoluto seppur privo di alcun effettivo fondamento scientifico concreto. «Lascia che te lo tenga io piuttosto…»– si offrì con un tono che suggeriva che avrebbe accettato un no ma sarebbe rimasta molto contrariata se avesse rifiutato.
    Se l’americano avrebbe accontentato la ragazza affidandole l’indumento Sakiko avrebbe aspirato la giacca con la sua mano sinistra dove sarebbe rimasta ben custodita e pulita dentro il suo Nexus.

    Dopo questo breve intermezzo sembrava finalmente giunto il momento di iniziare lo sparring e Jason dopo le ultime raccomandazioni invitò Sakiko a fare la prima mossa.

    A quel punto Sakiko sentì la pressione della tensione tornare tutta di colpo come un onda di risacca «Ah – si, giusto… a me la prima m-mossa…» – ripeté con fare esitante guardandosi attorno con fare preoccupato come se aspetttandosi di scorgere qualcosa… o qualcuno.

    Il viso della ragazza s’illuminò di colpo «Ah – beh… penso che p-prima sia il caso di fare un po’ di stretching. S-sai con questo freddo non vorrei certo farmi venire un crampo o qualcosa di simile, eh?» – seguendo a fare una nervosa risatina forzata. Che Jason approvasse o meno la ragazza si sarebbe ostinata a prendersi qualche lungo minuto per fare qualche esercizio di stretching chiaramente dilungando la cosa più possibile per temporeggiare.


    La ragazza si chinò flettendo una gamba alla volta lentamente mostrando comunque una notevole flessibilità.
    Ovviamente anche lei era abbigliata in maniera opportuna per l’occasione con un completo da jogging nero, una giacchetta sportiva arancione e la sua chioma bionda raccolta in una pratica treccia per non essere d’impedimento.
    Eventualmente però per quanto lei, cercasse di dilungare la cosa, terminò gli esercizi di stretching e non riuscendo a pensare altre scuse per temporeggiare non le rimaneva che cominciare lo sparring.


    Con fare incerto seguì quindi ad assumere una posizione di guardia come le era stato insegnato, con braccia alte davanti al busto e gambe molleggianti.

    A questo punto le sorse il dubbio: come esattamente avrebbe dovuto attaccare Jason? Normalmente il suo approccio di combattimento includeva l’uso di mazze e il lancio di palle da bowling. La ragazza non si sentiva esattamente a suo agio ad utilizzarle contro l’amico per quanto lui sembrasse totalmente in grado e ben disposto ad incassare.

    Afflitta da questo dilemma la ragazza optò quindi per procedere inizialmente a mani nude per “testare le acque”. Iniziò la sua manovra d’attacco iniziando a girare attorno a Jason saltellando con le gambe. Completò un intero giro attorno a lui limitandosi giusto a fare un paio di accenni di finta poco convincenti. Poi seguì a completare un secondo giro.

    …e proseguì a girare come se fosse un satellite che orbitava attorno all’avversario chiaramente esitante nel mettere in atto qualsiasi azione concreta d’attacco.










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    Jason alzò entrambe le sopracciglia quando udì Sakiko protestare che era alto solo venti centimetri più di lei, sembrandogli stranamente convinta. Poi tirò in ballo i tacchi e capì che forse lo stava solo prendendo in giro, doveva essere così, sebbene avesse un fare innocente.
    -Sì, bella idea, prossima volta tacchi.- La sfidò, con un sorrisetto. Non che la cosa lo avrebbe fatto sentire particolarmente a suo agio, era giusto per vederla affannarsi sui tacchi. Poi se fosse stata in grado di combattere normalmente tanto di cappello, sarebbe stato egualmente intrigante da osservare.
    L'idea di Sakiko-queen che ballava sui cadaveri dei suoi nemici in tacchi alti (che con il completo da coniglietta forse non erano un ottimo abbinamento) fu rapidamente disintegrato dalla Sakiko in pigiamone che strapazza il suo coniglio, tanta dolcezza da far venire il diabete a Jason, che contrasse il viso in una smorfia. In realtà per quanto odiasse sporcarsi non odiava gli animali, nemmeno i cani nonostante la loro irruenza, ci andava piuttosto d'accordo sebbene non avesse mai avuto un animale domestico. Per nessun motivo in particolare, in realtà, semplicemente non aveva mai avuto l'impulso di voler prendersi cura di un esserino. Cogliendo in qualche modo le sue riflessioni del momento, Sakiko gli chiese se non aveva mai avuto un animale domestico, e le labbra di Jason si mossero praticamente in maniera meccanica.
    -Certo, lo sai che vivo con Cass.- Era colpa sua se gli venivano servite in quel modo? Ovviamente no. Era puro e semplice dovere nei confronti dell'inesistente pubblico a cui rivolgeva costantemente la sua costante performance. Sapendo della vera e propria adorazione che Saki provava per Castiel, fu lesto a sospirare ed aggiungere qualcosa per anticiparla e non sentirla inveire. -Scherzo, colpa tua che me la hai letteralmente servita su un piatto d'argento. Comunque no, non ne ho né ne ho mai avuti. Però non mi dispiacciono comunque.- Mormorò infine, scrollando le spalle. Questo non gli avrebbe impedito di fare battute crudeli anche sul coniglio di Sakiko se questa avesse voluto proseguire il discorso, ma in ogni caso realmente non aveva niente contro la palla di pelo.

    Le sopracciglia gli si alzarono ancora inevitabilmente quando vide lei gettarglisi praticamente contro e tendere la mano verso di lui come a volersi far consegnare gli indumenti che sarebbero altrimenti stati posati su un qualche mobile spaccato. Il ragazzo non capì subito che cosa voleva da lui e perché sarebbe stato meglio darli a lei rispetto a semplicemente buttarli lì, poi realizzò che forse voleva tenerli dentro quel suo non-luogo o qualsiasi cosa vi fosse collegato a quei bizzarri fori che aveva sui palmi.
    -Oh, come potrei rifiutare. Non sono abituato a girare con un deposito ambulante, sorry.- Si fidava abbastanza da darle le sue cose senza problemi, anche se probabilmente la ragazza stava ingigantendo un po' le cose a parlare delle presunte quantità irragionevoli di malattie e funghi potenzialmente presenti su quell'armadio scassato - insomma era sfondato e posato a terra su un lato, non era coperto di fango e licheni né aveva muffa visibile crescergli addosso. In ogni caso, non aveva veramente alcun motivo per rifiutare una cortesia come quella e non fece obiezioni, anzi, accettò di buon grado.
    L'americano sospirò quando la giovane richiese di fare stretching. Era abbastanza ragionevole come richiesta, ma era palese stesse solo cercando di temporeggiare, mentre lui era più un tipo da strappare via il cerotto tutto d'un botto e tornarsene a casa. D'altro canto aveva già iniziato a stiracchiarsi, quindi decise di fare altrettanto, sebbene il suo stile di combattimento non prevedesse molti movimenti.
    -Mh, okay,- Si piegò un po' sulle ginocchia, rilassò le braccia e fece ruotare la testa ed il collo, poi sollevò le braccia e fece sciogliere un po' i muscoli delle spalle, che assieme agli addominali erano certamente quelli che sforzava di più per tenere su quelle pesantissime ali nere. Il suo ragionevolmente breve stretching terminò molto prima di quello di Sakiko, teatralmente allungato in maniera esagerata per guadagnare quanti più secondi possibile. L'uomo sospirò ed incrociò le braccia, lasciandola finire con uno sguardo un po' impaziente. -Lo sai che prima iniziamo, prima finiamo, vero?- La invitò, seppur con i suoi soliti toni provocatori.
    A quanto pare, finalmente si arrivò al dunque, o perlomeno così credeva Jason: Saki assunse una posizione di guardia un po' traballante ma tutto sommato corretta - non che Jason fosse un esperto in merito e che si potesse permettere osservazioni critiche. Lui si limitò a flettere le ginocchia ed alzare leggermente le braccia, senza tuttavia metterle davanti a sé, anzi, tenendole quasi distese a tre quarti. La ragazza iniziò a girargli intorno come una mosca e... basta. Non fece nient'altro.
    Jason iniziava a spazientirsi, dunque decise di fare la prima mossa: forse sarebbe stata più invogliata ad attaccarlo se avesse avuto qualcosa da attaccare, e Jason decise di darglielo: da un punto vicino le sue scapole iniziarono a gonfiarsi due sporgenze che facevano inizialmente un po' impressione ma che mano a mano si coloravano di un tono via via sempre più scuro ed assumevano contorni più definiti sino a manifestarsi nelle due gigantesche ali nere del giovane, pesanti ed arruffate come sempre. Le ripiegò dunque in maniera asimmetrica, quella destra tesa leggermente in avanti a coprire la maggior parte del corpo di Jason e la sinistra più ripiegata e sporta all'indietro a coprirne la parte posteriore.
    -Non farti problemi, le mie ali non sono sensibili al dolore e si rigenerano. Vacci pure pesante.- Non era sicuro di averlo mai specificato alla giovane, dunque rimediò in quel momento, magari si stava facendo problemi per quello. Ma la verità era che Jason era il partner ideale per uno sparring amichevole con i Quirk, specie per chi voleva fare pratica, era un bersaglio ineguagliabile.


    CITAZIONE
    ENERGIA: 540/550
    FORZA: 250
    QUIRK: 250
    AGILITÀ: 25


    STATUS: Illeso

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    Tecniche Utilizzate: Heavy Feathers [Livello Unico]

    CITAZIONE
    Tecniche Disponibili:

    Heavy Feathers [Livello Unico][10 + 5 Mantenimento]
    Questa tecnica, omonima del Quirk stesso, serve come base per tutte le altre. Consiste semplicemente nello sfoderare le ali e mantenerle. Le ali si generano poco sotto le scapole dell'utilizzatore, con l'origine vicino alla spina dorsale. Quando vengono sfoderate, è probabile che strappino il vestito dell'utilizzatore. Una volta sfoderate, possono essere usate in tutto e per tutto come normali arti, salvo ovviamente il non essere prensili.
    EFFETTO: Permette l'utilizzo delle tecniche basate sulle ali

    Relentless Wings [Livello 3] [Costo 50]
    Descrizione: Jason sfodera le sue maestose ali e ne ripiega l'estremità finale, in modo che la parte più sporgente sia la grossa giuntura che la congiunge al penultimo segmento. Produce inoltre, sulla sommità di questa giuntura, uno strato di quarzo. Fatto ciò, sferra una serie di colpi con le ali visivamente simili a pugni, ma essendo portati a compimento con una giuntura dura in realtà più simili a gomitate per chi li riceve. L'attacco dimostra in pieno la grande velocità e versatilità delle ali, che attaccano a raffica senza fermarsi finché non lo decide Jason. Al termine dell'assalto, è probabile che una piccola parte di cristalli di quarzo si sia conficcata nelle superfici colpite dell'avversario.
    DANNO: Medio-Grave

    Morion Fortress [Livello 3] [Costo 55]
    Descrizione: Jason sfodera le ali e le ricopre istantaneamente di uno strato di quarzo nero, si avvolge poi in esse, posizionandole a seconda della direzione da cui sta arrivando l'attacco nemico. In caso di attacchi da più direzioni, le ali sono abbastanza grandi da permettere a Jason di essere protetto quasi completamente, a 360° (salvo alcuni spiragli), specie se si accovaccia.
    EFFETTO: Protezione da danni Medio-Gravi

    Passive Recovery [Livello 2][Costo 35]
    Jason riassorbe un'ala ferita dentro di sé, che ha subito almeno danno [Medio]. Al termine del secondo turno dopo quello di attivazione, Jason potrà ri-estrarre la sua ala (senza nessun costo di attivazione) ed il danno sarà stato ridotto a [Lieve]. Da usare singolarmente per ciascuna ala.
    Effetto: Riduzione danni da Medio a Lieve

    Crystal Shock [Livello 3][Costo 50]*
    Descrizione: Jason intensifica a dismisura la produzione di quarzo nelle sue ali, i cristalli si infittiscono sino ad essere sottoposti ad una pressione tale per cui, tramite il principio della piezoelettricità, viene a generarsi una differenza di potenziale che si quantifica in una forte scossa elettrica, a cui segue una frammentazione esplosiva del quarzo. I frammenti e l'impulso elettrico non sono in alcun modo direzionabili, quindi la tecnica è efficace solamente a raggio estremamente corto. Se invece di far frammentare tutta la superficie alare si concentra la tecnica in un punto più circoscritto, ci vuole meno tempo per il suo "caricamento". Se viene utilizzata immediatamente dopo la tecnica Morion Fortress, la sua efficacia (narrativa) aumenta.
    DANNO: Medio-Grave
    *Per la prima parte di questo combattimento, Jason utilizzerà la versione pre-modifica di questa tecnica, ossia senza elettricità. Entità dei danni ed effetto sono invariati.

    Abilità:
    CITAZIONE
    Abilità 1:
    Le ali di Jason non sono sempre le "stesse", vengono riassorbite e ri-create interamente da zero ogni volta che le estrae. Questo dona ad esse una sorta di effetto rigenerativo: quando subiscono dei danni, se Jason le riassorbe può contare su una rigenerazione passiva e (tramite apposita tecnica) può curare un certo quantitativo di danni in un certo quantitativo di turni.

    CITAZIONE
    Abilità 2:
    Sfruttando la proprietà di piezoelettricità del quarzo, i quarzi di Jason sono in grado, se sottoposti alla giusta pressione, di generare differenze di potenziale che si traducono in brevissime ed incontrollate scosse elettriche. Trattandosi di un fenomeno strettamente legato al minerale che cresce su Jason, egli non ha alcun controllo sull'energia sprigionata e se dovesse capitare in una circostanza sfavorevole rischia di esserne coinvolto tanto quanto i suoi avversari.
     
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    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    La prima impressione che Sakiko aveva avuto di Jason era che aveva un aria seria e minacciosa. Un po’ gli ricordava suo padre con quella perenne espressione vagamente contrariata in volto come se tutto il mondo che lo circondava, per qualche motivo, non raggiungesse gli standard che desiderava.

    Ma frequentandolo Sakiko aveva scoperto che l’americano aveva un lato caratteriale che non si sarebbe mai aspettata: aveva un pungente senso dell’humor. Più volte infatti Jason l’aveva sorpresa con risposte ironiche e sagaci improvvisate. Jason aveva decisamente un certo talento per pensare a battute e risposte taglienti sul momento apparentemente con totale naturalezza.
    Più volte era riuscito a strapparle a tradimento un sorriso, o una risata con battute scherzose e risposte impertinenti. Le ricordava un po’ il tipo di vena umoristica secca e pungente di Morrigan, anche se lui in genere preferiva prendere di mira suo cugino Castiel. Curiosamente era una cosa che faceva piacere a Sakiko. Jason sembrava trattarla sempre con un occhio di riguardo e appresione la maggior parte del tempo come se una piccola sorellina da tutelare e proteggere, una bambolina di cristallo che si poteva rompere facilmente. La bionda avrebbe voluto che lui si preoccupasse di meno per lei e fargli capire che non era fragile come poteva apparire. Quando la prendeva un pò in giro era uno dei pochi momenti in cui sembrava interagire con lei normalmente senza aver paura che lei si indisponesse o si sentisse a disagio.

    In questa occasione, come spesso accadeva, l’oggetto della sua frecciatina sagace fu Castiel e Sakiko dovette trattenere una piccola risatina sentendosi un po’ in colpa nei confronti dell’amico piumato. Cercò quindi di sforzarsi a mostrare disapprovazione scuotendo la testa con un espressione di disapprovazione poco convincente visto che non riusciva a nascondere del tutto il sorriso tutto sommato divertito e rispose “Ah? Non provarci, Jason-san. Se dovessi evitare di servirti occasioni per lanciare frecciatine a Castiel farei prima a non rivolgerti mai la parola.” – per poi aggiungere – “…e non sottovalutarmi. Ho imparato a camminare sui tacchi da quando avevo sedici anni, sarei perfettamente in grado di cogliere la sfida.” – dichiarò gonfiando il petto con uno strano sfoggio di orgoglio. Giusto un momento dopo un ombra di dubbio trapelò sul suo viso e la ragazza fu costretta a concedere –“…almeno finché non combattiamo su una rampa di scale o una discesa ripida.”

    Avanti veloce, oltre questa breve parentesi amichevole, Sakiko si ritrovò eventualmente a dover fronteggiare Jason nello sparring. Seppur fronteggiare non era esattamente il termine più appropriato visto il suo approccio esitante. Rotare attorno a Jason era per il momento più azzeccato.

    Sakiko era consapevole di quanto fosse stupida e ridicola quella cosa. Erano venuti fin lì per far pratica di combattimento e lei non riusciva nemmeno ad avvicinarsi a lui per colpirlo.
    Ma più esitava più difficile le riusciva liberarsi da quel blocco mentale. La faceva esitare l’idea di colpire Jason… ma non era solo quello. C’era qualcos’altro. Lo sentiva muoversi sul fondo della propria test come una biscia che striscia nell’ombra.


    Ma era davvero solo nella sua testa? Cos’era stato quel rumore dietro di lei? L’aveva immaginato? C’era qualcun altro lì con loro?

    Prima che Sakiko potesse approfondire questa sensazione di paranoia Jason chiaramente spazientito la richiamò alla realtà dispiegando dalla schiena un paio di ali scure e pesanti già a prima vista ben differenti da quelle bianche e soffici di Castiel. Le ali di Jason sembravano decisamente più minacciose e taglienti, come se fossero state scolpite nell’ossidiana. Sakiko sentì la voce di Jason ancora una volta esortarla a colpirlo senza farsi problemi. L’americano sembrava totalmente fiducioso nel fatto di poter incassare qualsiasi attacco di Sakiko senza risentirne.

    Sakiko rammentò che Castiel aveva mostrato una simile sicurezza e si sentì leggermente un po’ punta nell’orgoglio da ciò – appariva cosi incapace ed innocua? Era davvero cosi tanta la differenza fra lei e i suoi compagni vigilanti?

    …era per questo che era stata totalmente incapace di difendersi da Eve?

    Questo pensiero la scosse con rabbia e frustrazione. Abbastanza da aiutarla a superare momentaneamente il blocco mentale che la stava attanagliando. Per enfatizzare questa nuova risoluzione la ragazza sbuffò con espressione motivata e si schiaffeggiò leggermente le guancie intorpidite dal freddo per caricarsi. “Va bene, Jason-san. Farò… del mio peggio.” – dichiarò con un sorriso titubante e uno sguardo non del tutto convinto.
    A questo punto la ragazza smise di girare e si fermò quasi frontalmente a Jason. Aprì il palmo della mano sinistra e ne estrasse fuori la sua fedele mazza demolitrice – Bun Hammer. La bionda fece roteare con fare scenico la mazza fra le dita come una majorette per poi impugnarla con entrambe le mani e finalmente avanzare in una carica frontale contro Jason lanciando un catartico grido di battaglia. Una volta portatasi abbastanza vicina Sakiko caricò la mazza sopra la propria spalla come una mazza da golf e sferrò un colpo obliquo verso il basso mirando dritto all’ala sinistra dell’americano. Un attacco tutto sommato semplice e ben eseguito – eccetto che istintivamente sferrandolo Sakiko serrò gli occhi chiusi come se spaventata dall’idea di vedere quello che stava facendo.









    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Normale | Peso 0/4 | Energia 270 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90



    Deep Pocket/ Bun Hammer
    [Liv.1] [Costo 10]

    Saki richiama dal suo Nexus una pesante mazza da demolizione per usarla come arma contundente contro l'avversario. La mazza ha una testa d'acciaio rinforzata del peso di 10 kili, montata su un asta di acciaio di circa 90 Cm, coperta da un manico di gomma vulcanizzata con effetto anti-scivolo. Saki ha immaganizzato nel suo Nexus un set di queste mazze con diverse variazioni di colore e decorazioni personalizzate dalla stessa Saki.


    Danno/ Effetto: Richiamo (Creazione) di (1) Oggetto "Mazza da demolizione" sul campo di battaglia.


    Eighth Stance: Bunny Swing
    [Liv.2] [Costo 20]

    Saki annulla il peso di un oggetto che può essere usato come arma contundente e bersaglia l'avversario con una potente mazzata.L'oggetto può essere uno degli oggetti richiamati dal Nexus (in genere la "Mazza da demolizione" evocata con la tecnica "Deep Pocket/ Bun Hammer") o uno trovato sul campo di battaglia.

    Danno/ Effetto: Danni Medio da contusione.



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    Jason ridacchiò al sentire la protesta di Sakiko, che gli faceva giustamente notare che se avesse dovuto evitare di dargli pretesti per prendere in giro suo cugino (o chiunque altro in realtà) avrebbe fatto prima a smettere di parlargli: non poteva darle torto, infastidire il suo prossimo era un'occupazione a tempo pieno e qualsiasi cosa poteva essere uno spunto se ci pensava abbastanza.
    All'affermazione sui tacchi, si girò a guardarla con aria curiosa: in effetti non aveva pensato che per la sua carriera di Idol aveva probabilmente dovuto ballarci, sui tacchi, combattere non doveva essere poi troppo diverso. Doveva essere stata una vita parecchio dura, quella, i tacchi erano sicuramente solo uno degli infiniti sacrifici.
    -Mi hai già rivelato un tuo punto debole cruciale allora.- La imbeccò sul suo non poter combattere su scale o discese, non sapendo bene che altro rispondere, non voleva certamente sminuire il suo talento e se affermava di saper combattere sui tacchi Jason le credeva senza problemi. D'altro canto farle degli aperti complimenti era completamente fuori discussione, piuttosto si sarebbe fatto infilare suddetti tacchi giù per la gola.
    Ma i convenevoli lasciarono presto il posto alla fase più seria di quell'incontro: Jason osservò non senza una certa apprensione la sua costosa giacca venire assorbita dal foro nel polso di Sakiko e si ritrovò a chiedersi inconsciamente se l'avrebbe mai rivista - non perché non si fidasse di lei o altro, semplicemente vederla sparire in quel modo innaturale aveva innescato l a risposta istintiva di un cervello non abituato ad assistere a nessun fenomeno simile: probabilmente lo stesso tipo di sorpresa primordiale che avrebbe avuto qualcuno nell'osservargli spuntare quelle maestose ali nere dalla schiena. Era innegabile che i Quirk rendessero ogni singolo essere umano completamente imprevedibile.
    Dopo quello che per gli standard di Jason era un invito più che cortese, vide Sakiko rabbuiarsi leggermente e mutare il suo visino angelico in uno più... beh, no, sempre un visino angelico, ma con un certo cipiglio arrabbiato. Si chiese se qualcosa nel suo atteggiamento l'avesse infastidita, forse si era sentita sminuita? Era apparso troppo sicuro di sé? La verità è che Jason non aveva sinceramente idea del vero potenziale della giovane, per quanto potesse avere delle ipotesi, per quanto ne sapeva poteva anche essere in grado di disintegrargli completamente un'ala con un solo attacco. Ma il punto era proprio quello, non gli importava di quanto e come le sue ali venivano danneggiate, erano insensibili e si rigeneravano completamente, la sua esortazione a Sakiko doveva essere infatti più una rassicurazione che altro, come se la invitasse a trattare le sue ali come un inerte sacco da boxe.
    Ma d'altro canto, perché specificarlo? Se lei si era sentita punzecchiata e questo l'aveva fomentata a tal punto da scatenare finalmente una reazione violenta, in qualche modo Jason aveva avuto l'effetto che desiderava: la piccola Saki finalmente era in posizione di attacco. Notò che anche lei come lui manteneva un certo tipo di personaggio durante i combattimenti, nel suo caso una figura che Jason avrebbe definito playful cheerleader abbastanza coerente con come si comportava nella vita di tutti i giorni. Fece comparire dai fori una grossa mazza da demolizione e se la fece girare fra le mani come il bastone di una majorette, prima di scagliarsi in un attacco frontale un po' telefonato ma decisamente d'effetto, con tanto di urlo di battaglia. Performance perfetta, a parte per gli occhi chiusi prima dell'impatto, cosa da evitare sul campo.
    -Non chiudere gli occhi.- La ammonì l'altro con un sorrisetto beffardo, mentre ricopriva l'ala sinistra di uno spesso strato di cristalli neri. Avvertì una sorta di brivido ed ebbe come l'impressione che la forma del quarzo fosse un po' traballante, ma durò solo qualche istante prima dell'impatto: la testa della mazza da demolizione si infranse sullo strato nero sbriciolandone qualche centimetro e facendone cadere i minuscoli detriti verso il basso in una tintinnante cascata di preziosi, ma senza causare veri e propri danni né all'ala né tantomeno a Jason. Il giovane decise di contrattaccare con la stessa ala colpita, semplicemente spingendola in avanti con veemenza per travolgere la giovane e spingerla a terra. Sperò di non farle troppo male, anche se era verosimile che le punte aguzze dei cristalli - soprattutto quelli rotti - la graffiassero un po'.



    CITAZIONE
    ENERGIA: 480/550
    FORZA: 250
    QUIRK: 250
    AGILITÀ: 25


    STATUS: Illeso

    CITAZIONE
    Tecniche Utilizzate:
    - (Mantenimento) Heavy Feathers [Livello Unico][Costo 5]

    - Morion Fortress [Livello 3] [Costo 55]
    Descrizione: Jason sfodera le ali e le ricopre istantaneamente di uno strato di quarzo nero, si avvolge poi in esse, posizionandole a seconda della direzione da cui sta arrivando l'attacco nemico. In caso di attacchi da più direzioni, le ali sono abbastanza grandi da permettere a Jason di essere protetto quasi completamente, a 360° (salvo alcuni spiragli), specie se si accovaccia.
    EFFETTO: Protezione da danni Medio-Gravi

    CITAZIONE
    Nonostante l'assenza fosse segnalata, chiedo comunque scusa per il ritardo :zizi:
     
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    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Anche con gli occhi chiusi Sakiko fu certa di essere andata a segno quando sentì la sensazione dell’impatto con le dita strette sulla mazza. Il colpo era andato prevedibilmente completamente a pieno ma il riscontro era duro e asciutto come se avesse appena colpito una statua di pietra.
    L’insoddisfacente sensazione era sufficiente a far capire la differenza di forza fra lei e l’americano – istintivamente quel solo colpo le bastò per intuire che anche se avesse passato tutta la notte a picchiare sull’ala di Jason sarebbe stata lei a rimetterci ritrovandosi le mani piene di calli e vesciche.

    Questo senza contemplare la possibilità che l’americano non rimanesse fermo e immobile a farsi colpire e provasse invece a contrattaccare.
    Una possibilità che effettivamente la bionda aveva trascurato quando aveva sferrato il suo attacco maldestro e cosi finì a subire con ingenua sorpresa il piccolo contrattacco di Jason.

    Il colpo per quanto non particolarmente potente colse alla sprovvista la ragazza, prevedibilmente considerando che aveva attaccato con gli occhi chiusi, e trovandosi inutilmente sbilanciata dopo il suo attacco la ragazza ebbe difficoltà a difendersi. Seguendo un impulso istintivo riuscì giusto a frapporre all’ultimo secondo il manico della mazza alzandolo fra se stessa e le piume aguzze dell’ala di Jason. Questo risparmiò che le piume le graffiassero il volto ma riuscirono facilmente a raggiungere le mani e le braccia con cui per riflesso aveva cercato di farsi scudo.

    Già sbilanciata e spiazzata, nel tentativo di sottrarsi all’attacco la ragazza perse l’equilibrio e finì a cadere all’indietro finendo goffamente con il sedere per terra.
    A quel punto sentì qualcuno ridere.

    Pensò inizialmente fosse stato Jason ma realizzò che non era questo il caso. La risata era distintamente femminile e familiare, e non sembrava esserci nessun altro lì a parte loro due.
    Sakiko sentì un istintiva morsa allo stomaco e strinse con urgenza le mani sul manico della mazza guardandosi attorno con espressione apprensiva. Era sempre stato cosi buio quel posto? E quell’ombra non sembrava essersi mossa per un attimo?
    «H-Hai sentito anche tu...?» - chiese istintivamente con espressione apprensiva.

    Ma già un istante dopo Sakiko realizzò da sola che si trattava solo di fantasmi della sua paranoia, ma non poté fare a meno di sentirsi un po’ scossa e turbata. Non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che qualcuno li stesse osservando e poteva sentire la tensione insinuarsi come una lama sotto la sua pelle.
    Cercò di scrollarsi la sensazione di dosso e di concentrarsi sullo sparring con Jason – sforzandosi di razionalizzare che sicuramente nessuno avrebbe rischiato di attaccarla lì insieme all’americano… giusto?
    La ragazza si rialzò da terra raccogliendo la propria mazza e stringendola con fare apprensivo, quasi come se fosse una specie di crocifisso con cui scacciare vampiri.
    Graffi puntati di sangue tracciavano le dita strette sul manico e la ragazza cercò di pensare ad un diverso approccio per attaccare. Continuare a ripetere l’attacco iniziale non avrebbe chiaramente dato risultati molto differenti .

    Dopo aver indugiato qualche secondo ponderando sul da farsi la ragazza eventualmente si rimise in azione avanzando verso l’americano con un espressione risoluta ma visibilmente carica di più tensione di quella che avrebbe dovuto suscitarle un amichevole sparring di allenamento.

    Nella mente della ragazza gradualmente si stava formando l’idea che non stava affrontando solo Jason in quello scontro.
    La ragazza caricò ancora una volta frontalmente questa volta senza alcun catartico grido di battaglia. Ma ancora prima di raggiungere la distanza da corpo a corpo la ragazza ruotò su stessa come un lanciatore di martello di olimpionico e poi liberò la presa dalla mazza scaraventandola contro Jason senza badare molto a mirare dove colpire. Improvvisamente la ragazza sembrava meno apprensiva all’idea di poter ferire l’amico americano.

    La sua manovra offensiva però non era terminata qui, perché la ragazza seguì a ruota il lancio della sua mazza lanciandosi adesso frontalmente contro Jason. Prima di impattare però con le mani libere richiamo un altro oggetto: un pesante scudo anti-sommossa che per aspetto e dimensioni sembrava più simile alla portiera di un furgone corazzato.
    Sentendosi protetta dal suo scudo la ragazza optò per utilizzarlo come arma impropria, caricando dritta addosso contro Jason come per volerlo placcare con tutto il suo peso aggiunto a quello dello scudo, con il chiaro intento di far si che fosse l’americano questa volta a trovarsi a terra. E questa volta tenne gli occhi ben aperti, benchè in essi si intravedesse chiaramente lo spettro della paura.








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    Status: Normale | Peso 0/4 | Energia 155 |
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    Deep Pocket/ Bun Hammer
    [Liv.1] [Costo 10]

    Saki richiama dal suo Nexus una pesante mazza da demolizione per usarla come arma contundente contro l'avversario. La mazza ha una testa d'acciaio rinforzata del peso di 10 kili, montata su un asta di acciaio di circa 90 Cm, coperta da un manico di gomma vulcanizzata con effetto anti-scivolo. Saki ha immaganizzato nel suo Nexus un set di queste mazze con diverse variazioni di colore e decorazioni personalizzate dalla stessa Saki.


    Danno/ Effetto: Richiamo (Creazione) di (1) Oggetto "Mazza da demolizione" sul campo di battaglia.

    Bunny Strike
    [Livello 3] [Costo 50]


    Saki richiama una palla da bowling dal suo Nexus e dopo averne annullato il peso con il suo quirk Libra la tira con forza contro un nemico. La palla da bowling può essere eventualmente sostituita con un oggetto di dimensione e forma analoga trovato sul campo di battaglia. La palla da bowling "evocata" da Saki raggiunge un peso di circa 8 kili.
    Raggio: 5 Metri.
    Danno/Effetto: Danno Medio-Grave

    Deep Pocket/ Bunny Shield
    [Livello 3] [Costo 65 + 20 Mantenimento]


    questa tecnica permette a Sakiko di richiamare a se un pesante scudo balistico anti-sommossa. Lo scudo, modello S.O.B. (Special Ops Bunker) di Livello 4 - misura 61 x 121 cm per un peso totale di 40 kg. Lo scudo è composto da una copertura in ossido ceramico di alluminio su una struttura base di aramid e rinforzamenti in kevlar. Lo scudo offre un elevato coeficcente difensivo contro i proiettili e la sua composizione di materiale gli conferisce una discreta resistenza da effetti acidi, temperature elevate e scarsa conduttiblità elettrica. Il peso elevato e la ingonbrante misura dello scudo richiedono che normalmente possa essere portato in giro solo grazie ad un apposito carrellino con ruote - ma il Quirk Libra di Sakiko le permette di farne a meno e maneggiare il pesante scudo con relativa facilità.
    Effetto: Creazione (1) Scudo balistico anti-sommossa sul campo di battaglia che offre Protezione Danni Medio-Gravi



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    SPOILER (click to view)
    Sembra che sia il mio turno di scusarmi di nuovo per il ritardo, seppur ovviamente preavvisato.
     
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    Jason osservò Sakiko venire investita dalla sua ala come da un'onda particolarmente grossa: si protesse istintivamente il viso e si lasciò spazzare via, finendo per cadere con il sedere a terra con le braccia graffiate dai cristalli. Jason si perse per un istante a guardare quanto i cristalli erano stati danneggiati, Vedendo distintamente la sagoma del martello gigante.
    -Niente male, questo spaccava qualche costola, sai...- Si interruppe a metà frase, notando che la bionda aveva preso a guardarsi freneticamente intorno. Immediatamente, da brava persona abituata e consapevole di essere in pieno atteggiamento illegale e potenzialmente su una proprietà privata - per quanto completamente disabitata - anche Jason si mise in allerta. -Shh.- Le fece, in risposta alla sua domanda, tendendo le orecchie al massimo. E... non sentì nulla. Scosse il capo ed attese ancora qualche istante, mentre lei si rimetteva in piedi e raccoglieva la mazza che le era sfuggita di mano durante la caduta. Sembrava turbata, ma in qualche modo più tranquilla riguardo l'eventualità che qualcuno li stesse sentendo. -Credo non ci sia nessuno.- Sentenziò infine Jason - che prevedibilmente non aveva capito benissimo che tipo di pensieri si affollavano nella mente della giovane, aldilà dell'essersi ragionevolmente preoccupato che potesse esserci davvero qualcuno in ascolto. Forse temeva di essere paparazzata? Eppure erano stati entrambi molto attenti a non farsi seguire, chi altri poteva trovarsi lì dentro? Al massimo potevano trovare qualche senzatetto, ma in realtà sembrava non esserci proprio nessuno nessuno.
    La ragazza non si perse in chiacchiere: affrontò in qualche modo i propri demoni interiori e ritornò alla carica senza dire una parola. Jason a dire la verità era vagamente preoccupato, gli era sembrata parecchio turbata e non aveva capito che cosa fosse successo, e questo in qualche modo gli fece mettere in dubbio il proprio comportamento e si chiese se poteva aver in qualche modo fatto qualcosa di male, cosa che di norma lo faceva mettere sulle difensive e lo rendeva ancora più insopportabile ma tentò di contenersi perché... Perché in fondo aveva capito che Sakiko stava affrontando una battaglia interiore completamente personale oltre a quella che stava combattendo con lui, e doveva averne rispetto.
    La mazza venne scagliata come il mitico Mjolnir contro Jason, che stupendosi un po' della violenza dell'attacco rinforzò lo strato di cristallo che gli cresceva sull'ala sinistra e la usò per intercettare il colpo. La mise in obliquo, leggermente inclinata all'indietro, e non appena sentì il violento impatto su di sé la spalancò completamente, facendo volare via il martello alle sue spalle: un'arma di meno, ne rimanevano solo... già, chissà quante centinaia di cose aveva dentro quei buchini sulle mani. Ma qualcosa attirò l'attenzione di Jason: i cristalli avevano crepitato ancora sinistramente com'era successo poc'anzi, e questa volta nell'impatto col martello aveva distintamente visto un lievissimo lampo di luce. Si ritrovò a deglutire, questa volta decisamente allarmato: all'inizio aveva pensato che il suo Quirk stesse iniziando a cedere, ma quella reazione non aveva veramente idea di come interpretarla. E a dirla tutta, non aveva nemmeno il tempo di pensarci troppo, perché Sakiko sembrava aver richiamato dalle sue dolci manine un pezzo dello scafo di un carro armato: Jason non aveva mai visto uno scudo di quel tipo e non l'avrebbe mai riconosciuto come uno scudo ordinario utilizzato dalle forze dell'ordine. Tutto ciò che vedeva era una fortezza di metallo che gli stava correndo incontro a velocità abbastanza elevata. Mosse la seconda ala, la destra, e la frappose fra sé e il blocco di metallo in rotta di collisione. Avrebbe voluto ricoprirla di cristalli, ma non fece semplicemente in tempo a farlo e poté udire il violento impatto di un oggetto pesantissimo che si schiantava su di lui, sbilanciandolo leggermente e spingendolo a porre entrambe le mani dietro l'ala per aiutarla a respingere l'arnese.
    -Ma che diavolo è...?- Balbettò, sforzandosi per spingerlo via. Spinse con tutte le sue forze con le braccia e con l'ala per far indietreggiare la ragazza, ma se ciò non avesse funzionato era già pronto ad utilizzare una delle sue esplosioni di cristallo dall'ala destra per allontanare Sakiko definitivamente. In realtà, il corvino stava esitando perché nella sua mente era tormentato da quello strano bagliore che aveva visto poco prima, nonché spaventato di cosa potesse star succedendo al suo Quirk. Non sapeva nemmeno di cosa aveva paura di preciso, ma sentiva che c'era qualcosa che non andava.
    Ed aveva più che ragione a pensarlo.


    CITAZIONE
    ENERGIA: 420(nice)/550
    FORZA: 250
    QUIRK: 250
    AGILITÀ: 25


    STATUS: Danno lieve ala destra

    CITAZIONE
    Tecniche Utilizzate:
    - (Mantenimento) Heavy Feathers [Livello Unico][Costo 5]

    - Morion Fortress [Livello 3] [Costo 55]
    Descrizione: Jason sfodera le ali e le ricopre istantaneamente di uno strato di quarzo nero, si avvolge poi in esse, posizionandole a seconda della direzione da cui sta arrivando l'attacco nemico. In caso di attacchi da più direzioni, le ali sono abbastanza grandi da permettere a Jason di essere protetto quasi completamente, a 360° (salvo alcuni spiragli), specie se si accovaccia.
    EFFETTO: Protezione da danni Medio-Gravi
     
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    Sakiko Yumeno

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    Per Sakiko l’impressione fu quella di quella d’impattare contro una colonna di granito.
    La ragazza pesava un approssimativamente una sana settantina di kili e con l’aggiunta dei quaranta kili di solido scudo la sua spinta portava letteralmente il peso di più di un quintale.
    Ciò nonostante malgrado l’americano vantasse una solida di quasi cento kili di muscoli le sue pesanti ali d’ebano erano l’elemento portante che controbilanciava pesantemente la spinta di Sakiko.

    Per riuscire a buttare giù tutta quella massa ben piazzata Sakiko avrebbe dovuto prendere molti più metri di rincorsa e possibilmente salire a bordo di un auto per investire Jason.

    Questo risultò purtroppo in momentaneo stallo di forze – dove Sakiko spingeva con tutta anima e corpo per sbilanciare l’avversario senza però avere l’impressione di guadagnare alcun modo terreno o vantaggio.

    Fu solo una questione di tempo prima che fosse infatti Jason a prendere nuovamente il sopravvento con un contrattacco – spingendo via la ragazza questa volta usando le sue braccia forzute oltre che le sue ali. Ancora una volta Sakiko vide la propria offensiva respinta e ancora una volta si trovò nuovamente a barcollare all’indietro per il contraccolpo.

    Ma stavolta prima di cadere la ragazza ancorò violentemente lo scudo contro il terreno per bilanciarsi. Il pesante scudo colpì con forza il cemento del pavimento crepandolo e offrendo alla ragazza un appiglio per non trovarsi nuovamente con il sedere per terra.

    Ciò nonostante un onda di irritazione montò dentro Sakiko e la ragazza rilasciò un respiro pesante di frustrazione.
    «Oh-oh, sembra che tu abbia fatto di nuovo cilecca.» – la canzonò una fastidiosa voce interiore.
    Sakiko strizzò gli occhi nello sforzo di zittire la voce. «Silenzio…» – bisbigliò debolmente la ragazza ma la voce non diede alcun cenno di quietarsi e invece incalzò – «Questo sembra tanto uno di quei de-ja-vù, non è vero… coniglietta

    E inevitabilmente la voce reclamò un viso dalle ombre degli sgradevoli ricordi di Sakiko. Il viso di Evelynn, la causa e la personificazione del suo trauma.
    E la donna vestiva più che bene le vesti di personificazione della paura nella mente della ragazza. Intensi ed inquietanti occhi gialli che la fissavano apparentemente senza mai battere ciglio. Code diavoline che serpeggiavano sinuosamente dietro di lei. Un sorriso aguzzo e beffardo deliziato dalla sua sofferenza.

    L’immaginazione della ragazza aveva dipinto la villain con un aspetto ben più terrificante e demoniaco dell’originale.
    L’orribile figura immaginaria troneggiava dritto di fronte a lei guardandola dall’alto in basso impietosamente con aria divertita, nascondendo Jason dietro di lei agli occhi di Sakiko.
    «Puoi nasconderti dietro il tuo prezioso scudo quanto vuoi, ma sai già che neanche questo è sufficiente a proteggerti davvero. Sicuramente non ti ha aiutato contro di me, ricordi?» - rammentò sghignazzando malignamente - «Cosi come il tuo amico lì non può davvero aiutarti perchè…» - la donna immaginaria si chinò verso di lei attraversando la superficie dello scudo come un fantasma e portandosi faccia a faccia con Sakiko forzandola a fronteggiare un grottesco ghigno beffardo – «…sei debole e patetica. E rimarrai sempre debole, patetica… e spaventata

    «SHUT UP!» – ruggì di botto Sakiko con fare esasperato e sferzò l’aria sollevando rabbiosamente il pesante scudo come a voler colpire l’odioso fantasma che si dissipò nel nulla con un eco di risata beffarda lasciando Sakiko a fronteggiare di nuovo Jason con uno sguardo spiritato e un espressione provata.


    La ragazza non diede tempo a Jason di chiedere spiegazioni per quel bizzarro sfogo – ancora una volta si lanciò in un offensiva questa volta carica di rabbia e frustrazione.
    Questa volta Sakiko optò per seguire la famosa massima “la difesa è il miglior attacco”. Afferrò il pesante scudo da entrambi i lati e lo brandì come un arma impropria, usandolo per sferrare furiosamente due colpi ripetuti dall’alto verso il basso contro l’americano.







    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Danni Lievi Generali | Peso 0/4 | Energia 85 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90



    Bunny Swing
    [Livello 3] [Costo 50]


    Saki annulla il peso di un oggetto che può essere usato come arma contundente e bersaglia l'avversario con una potente mazzata.L'oggetto può essere uno degli oggetti richiamati dal Nexus (in genere la "Mazza da demolizione" evocata con la tecnica "Deep Pocket/ Bun Hammer") o uno trovato sul campo di battaglia.
    Danno/Effetto: Danno Medio-Grave

    Deep Pocket/ Bunny Shield
    [Livello 3] [Costo 65 + 20 Mantenimento]


    questa tecnica permette a Sakiko di richiamare a se un pesante scudo balistico anti-sommossa. Lo scudo, modello S.O.B. (Special Ops Bunker) di Livello 4 - misura 61 x 121 cm per un peso totale di 40 kg. Lo scudo è composto da una copertura in ossido ceramico di alluminio su una struttura base di aramid e rinforzamenti in kevlar. Lo scudo offre un elevato coeficcente difensivo contro i proiettili e la sua composizione di materiale gli conferisce una discreta resistenza da effetti acidi, temperature elevate e scarsa conduttiblità elettrica. Il peso elevato e la ingonbrante misura dello scudo richiedono che normalmente possa essere portato in giro solo grazie ad un apposito carrellino con ruote - ma il Quirk Libra di Sakiko le permette di farne a meno e maneggiare il pesante scudo con relativa facilità.
    Effetto: Creazione (1) Scudo balistico anti-sommossa sul campo di battaglia che offre Protezione Danni Medio-Gravi



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    Dopo un inaspettato, almeno iniziale pareggio di forze, Jason riuscì a prevalere una seconda volta su Sakiko e la respinse, questa volta tuttavia senza farla cadere. Jason fu per invitarla a farsi nuovamente sotto, ma stavolta anche nonostante le sue scarse doti empatiche non riuscì a non notare l'evidente tentennamento della ragazza dinanzi a sé. Questo perché nel concitato atto di una battaglia, ogni istante era prezioso, ed ogni momento di tregua era speso per analizzare le prossime mosse e il proprio avversario, e sebbene solamente per pochi istanti Sakiko gli sembrò letteralmente paralizzata dall'orrore. Aveva lo sguardo di una persona che sapeva di aver commesso un errore fatale che le sarebbe costato caro, ma Jason dubitava di essere la causa del suo dramma. Insomma, chiaramente per il momento non aveva avuto molte aperture ma aveva letteralmente sferrato due attacchi. Non si poteva decretare assolutamente nulla a quel punto, la partita era ancora tutta da giocare. Forse potevano essere le stesse interruzioni che l'avevano distratta anche poco prima? Ci poteva davvero essere qualcuno in agguato? Eppure Jason era sicuro di non essere stato seguito, e l'edificio doveva essere sgombro. Questa storia stava iniziando a far venire l'ansia anche a lui, ad essere sinceri, perché non aveva la minima intenzione di farsi beccare in una situazione così idiota. Aveva anche già dei precedenti, al contrario di Sakiko.
    Ma la ragazza improvvisamente sbraitò un inaspettato SHUT UP e si avventò nuovamente su Jason come se fosse il suo mortale nemico, sventolando quel tremendo scudo e sbattendolo con violenza sull'ala di Jason, con la stessa leggerezza con cui l'uomo avrebbe usato una rivista per spiaccicare uno scarafaggio, senza il minimo sforzo apparente: certamente era dotata di un Quirk veramente incredibile.
    Tenne sollevata la sua ala, quella con cui aveva parato poco prima, ed intensificò la produzione di cristalli per creare quanto più strato solido possibile fra sé stesso e lo scudo utilizzato come arma impropria.
    -S-Saki...?- Borbottò, incerto su cosa avesse causato quella reazione. Riusciva a capire che c'era qualcosa di strano e sbagliato in quell'impeto di violenza. Non sembrava la Sakiko con cui era abituato a trattare, ma per chiederle se c'era qualcosa che non andava doveva quantomeno prima contrastare il suo attacco ed aspettare che la smettesse di martellarlo con quella gigantesca lastra metallica. Ogni colpo si faceva sentire più del precedente, dunque si affrettò a concentrare una gran quantità di cristallo sull'ala, ricordandosi solo in un secondo momento della nuova, sopravvenuta apparente instabilità di questi ultimi.
    Successe in un lampo. No, letteralmente, c'era stato un lampo. Quasi fu il turno di Jason di pensare di essere stati paparazzati, perché era semplicemente molto più semplice di credere che quel lampo fosse venuto da lui. Eppure la saettante luce bianca si era propagata davanti ai suoi occhi nella forma di una moderata scossa che aveva avvolto per un istante la sua ala, accompagnando una forte esplosione di cristalli che spararono i loro frammenti bruciacchiati con quasi più violenza del solito. Sì, creare una delle sue solite esplosioni di cristallo era ciò che aveva in mente per respingere Saki e raffreddare per qualche minuto i suoi bollenti spiriti, ma non si aspettava certamente di fulminarla. Eppure ora la sua ala si frapponeva fra sé e Saki, quasi completamente priva dei cristalli che ormai riempivano il pavimento, fumante e bruciacchiata a sua volta e dal piumaggio rovinato. -Cosa...?- Balbettò, incredulo e completamente senza spiegazioni. Era stato il suo Quirk a farlo? Il suo Quirk non era doppio ma triplo? Il primo caso documentato? C'era qualche Quirk elettrico in famiglia da cui ereditare? No, nessuno che gli venisse in mente, tutti pennuti o sassi di varie texture e colori. -Stai... stai bene? Sc...- Non era una parola molto semplice da pronunciare per uno come lui, ma aveva rischiato di folgorare la sua amica ed era a sua volta abbastanza scosso (heh) dalla cosa, quindi si sforzò di completare con le poche sillabe che mancavano. -Scusa. Non... so cosa sia successo. Se vuoi fermarti io... non c'è problema.- Mormorò, sporgendosi verso di lei e tentando di capire se le serviva aiuto per... qualsiasi cosa. -Ma che ti è preso prima, a proposito?- Domandò poi, colto da un improvviso dubbio ed approfittandosi della situazione per raccogliere un momento anche i propri pensieri, pur senza richiudere le ali e rimanendo con la guardia alzata almeno a metà.
    Era per quello che i cristalli erano così instabili quel giorno, dunque? In realtà non faceva a botte da un po' e quindi chissà, forse era una "modifica" pronta ad avvenire già da un po'. Aveva sentito della possibilità per alcuni Quirk di "maturare", ma non aveva mai considerato il proprio come uno di quelli che ne potesse essere in grado, era così semplice e diretto che non aveva mai immaginato alcun modo in cui potesse svilupparsi ulteriormente. Un improvviso fastidio alla faccia, sotto lo zigomo destro, lo informò del fatto che del quarzo gli era cresciuto addosso, dunque si passò una mano sotto l'occhio interessato e tastò con sommo disappunto ben tre piccole puntine nere. Nel farlo, sentì inoltre altri piccoli quarzi formatiglisi sul trapezio tirare un po' al movimento del muscolo.
    Magnifico, gli toccava anche chiedere a Cass di aiutarlo a toglierseli, ora, anche se adesso aveva il seppur irrazionale terrore di poter folgorare chiunque da un momento all'altro senza preavviso - perché aveva intuito che venisse dai cristalli ma non aveva certamente capito il modo in cui il potenziale elettrico si produceva. Lo emettevano semplicemente? Era una qualche reazione? Chissà, era qualcosa da chiedere a qualcuno di un po' più studiato di lui.


    CITAZIONE
    ENERGIA: 365/550
    FORZA: 250
    QUIRK: 250
    AGILITÀ: 25


    STATUS: Danno medio ala destra

    CITAZIONE
    Tecniche Utilizzate:
    - (Mantenimento) Heavy Feathers [Livello Unico][Costo 5]

    - Crystal Burst Shock [Livello 3][Costo 50]*
    Descrizione: Jason intensifica a dismisura la produzione di quarzo nelle sue ali, i cristalli si infittiscono sino ad essere sottoposti ad una pressione tale per cui, tramite il principio della piezoelettricità, viene a generarsi una differenza di potenziale che si quantifica in una forte scossa elettrica, a cui segue una frammentazione esplosiva del quarzo. I frammenti e l'impulso elettrico non sono in alcun modo direzionabili, quindi la tecnica è efficace solamente a raggio estremamente corto. Se invece di far frammentare tutta la superficie alare si concentra la tecnica in un punto più circoscritto, ci vuole meno tempo per il suo "caricamento". Se viene utilizzata immediatamente dopo la tecnica Morion Fortress, la sua efficacia (narrativa) aumenta.
    DANNO: Medio-Grave
    *Primo utilizzo della versione post-update con l'elettricità.
     
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    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»




    In un istante un doloroso lampo di luce esplose l’esistenza di Sakiko in un black-out di colore bianco.
    Un momento prima stava sfuriando colpi contro le ali di Jason, un secondo all’ennesimo impatto scaturì una scintilla che esplose in una inaspettata quanto dolorosa scossa elettrica. Lo scudo fortunatamente assorbi parte della scossa ma l’elettricità raggiunse comunque la ragazza prima avvinghiandosi sulle sue braccia come un serpente per poi percorrere tutto il suo corpo. L’esplosione che seguì divelse lo scudo dalle mani ormai prive di forza della ragazza scaraventandolo via e travolgendo la ragazza che per la terza volta in quello scontro finì a terra.

    Curiosamente la prima cosa che si impresse nella mente stordita della ragazza fu il flash. Le ricordò quello più familiare delle macchine fotografiche. Durante la sua vita migliaia di flash avevano colpito il suo sguardo.


    Flash.

    Dammi un sorriso, cara.

    Flash.

    Dammi un po’ di energia, tesoro.

    Flash.

    Dammi un po’ di sex-appeal, dolcezza.

    Flash.


    Dammi un po’ di persistente disadattamento sociale, piccola.

    Flash.

    Dammi un po’ di escapismo disfunzionale come meccanismo di compensazione, bambola.

    Flash.

    Dammi un po’ di sofferenza, coniglietta.

    Flash.




    La mente di Saki riprese conoscenza trasalendo.
    La ragazza si trovò in uno stato confusionale. Sentiva il duro e freddo pavimento premuto contro la sua faccia. Questo la rese vagamente consapevole di essere finita riversa a terra.

    Non era sicura di come. Per dirla tutta in quel momento non riusciva neanche a rammentare dove si trovasse o cosa stesse facendo. Aprì gli occhi giusto per vedere il mondo vorticare attorno a se.

    Lì richiuse sentendo un forte spasmo di dolore alla testa come se fosse stata trafitta da uno spiedo arroventato.
    Provò a girarsi giusto per scoprire di non sentirsi più molto le braccia. Il suo intero corpo sembrava formicolare e pizzicare mentre allo stesso tempo appariva inerte e intorpidito.
    Riuscì goffamente a girarsi per mettersi a gattoni. Fu a questo punto che notò una figura avvicinarsi a lei. La ragazza aveva difficoltà a mettere a fuoco lo sguardo cosi come i pensieri.
    La persona sembrava le stesse parlando ma la voce arrivava distante e ovattata alle orecchie di Sakiko, sommersa dal persistente fischio atono che le rimbombava nel cervello.

    Si sforzò di concentrare lo sguardo sul volto della persona. Ah – era Jason. No, erano due Jason. Tre? Cinque? Ugh – era difficile contarli mentre continuavano a girare.
    Cosa stava cercando di dirle? Cosa stavano facendo? Qualcuno aveva per caso riso? Oh, giusto stavano lottando. Era stata colpita? Non rammentava. Ricordava solo che era molto importante per lei batterlo perché…? Perché? Perché doveva essere forte? A cosa le serviva essere forte?
    A non essere più debole. Chiaro. Semplice.


    «Non posso… non posso… non posso essere debole…»– farfugliò con voce roca sollevandosi forzatamente in piedi con fare scomposto in una maniera che ricordava molto quella di uno zombie che si risolleva per l’ennesima volta malgrado i colpi ricevuti. A rinforzare quell’inquietante impressione era lo sguardo della ragazza che appariva vacuo e spiritato. Era evidente che la ragazza si stava muovendo sotto shock e non era più lucida.

    La ragazza avanzò barcollando leggermente verso Jason e senza preavviso o segno di indugio andò a sferrargli un pugno mirato dritto al volto – colpendo però solo l’aria. Aveva mirato al Jason sbagliato.
    Ma la ragazza non demorse e senza indugiare lanciò un secondo pugno questa volta puntando avventatamente contro una delle ali – un impatto che avrebbe sicuramente danneggiato solo la sua mano.






    Combat & Status Data



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    SPOILER (click to view)
    Chiedo di nuovo venia per il ritardo preavvisato . w .
     
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    Quando vide la ragazza perdere l'equilibrio e cadere, quasi inerme, dopo essere stata attraversata dalla scossa elettrica, tutti i numerosi pensieri che stava facendo su come fosse stata possibile o su era stato davvero lui si interruppero, sostituiti da uno molto più pressante. L'ho ammazzata. Poteva davvero averla uccisa? Certo che l'elettricità poteva uccidere, ma era davvero possibile che - se davvero era stato lui a farlo - la prima maledetta scossa uscita dal suo corpo avesse fulminato una persona? C'erano chissà quante persone dotate di Quirk elettrici che non ammazzavano nessuno nel corso della loro vita, perché a lui doveva essere toccata una sfortuna del genere? Avrebbe dovuto dirlo a Castiel o meglio semplicemente fuggire? No, chi prendiamo in giro, non aveva le forze di fuggire, se davvero aveva appena ammazzato una persona, perdipiù una persona a cui teneva lui- oh, si stava muovendo, grazie a Dio.
    -Saki, stai bene? Saki.- La chiamò un paio di volte, perché gli sembrava molto rintronata, ed infatti non dette il minimo cenno di averlo sentito. Iniziò a farfugliare frasi sconnesse - e subito il terrore di averla uccisa venne ravvivato, trasformato però nell'orrore di averle fritto il cervello ed averla trasformata in una specie di vegetale.
    Non posso essere debole, aveva finalmente capito cosa stava cercando di dire. Se non altro era una frase di senso compiuto, appropriata per la situazione e perfettamente coerente con l'ipotesi che Jason aveva fatto prima, ossia che oltre al combattimento che stava affrontando lì ed ora ne stesse affrontando anche un altro ben più intimo nella sua testa. Ora era leggermente meno preoccupato di averle fritto il cervello. Solo leggermente.
    -Sakiko. Snap out of it.- La richiamò, usando un inglesismo perché sul momento gli venne più semplice dirlo nella sua lingua natale, che era comunque perfettamente compresa da una bilingue Sakiko. Lei non dette il minimo cenno di essersi accorta che le aveva rivolto delle parole, si limitò a dare un pugno al nulla di fronte a sé (ecco tornare la paura di averle causato danni cerebrali), barcollare nel nulla e poi rivolgersi verso l'americano - quello vero, stavolta. -Saki.- La richiamò, ancora una volta, senza indietreggiare. Vide che lei stava caricando un pugno con discreta forza mirato alla sua ala, ancora frastagliata di cristalli: si sarebbe probabilmente sfregiata le nocche e a seconda di quanto forte avesse colpito poteva anche slogarsi il polso - e Jason lo sapeva benissimo visto che una volta in adolescenza aveva tirato un pugno al muro per rabbia ed il suo polso non era mai più stato lo stesso nonostante glielo avessero steccato: anche a distanza di anni, sebbene le sue funzioni fossero pressoché tornate a posto muovendolo scricchiolava molto più dell'altro. In una frazione di secondo decise che aveva già causato abbastanza danni a quella poveretta e spalancò l'ala verso l'alto, levandogliela da davanti: come diretto risultato dell'azione, il pugno di Saki era ora diretto a Jason stesso, che aveva semplicemente deciso di incassarlo per farla avvicinare e poi... e poi? Il suo istinto gli suggeriva una cosa, ma la sua mente razionale ancora non se ne rendeva conto, e forse era meglio così.
    Il pugno di Sakiko gli arrivò dunque sul petto e prima che potesse rendersene conto gli venne semplicemente naturale porle le braccia intorno al corpo e provare ad abbracciarla, tentando di ottenere il duplice risultato di bloccarla per un momento finché non avesse riacquisito il senno e tranquillizzarla. Sakiko poteva ufficialmente vantare di essere una delle {5} cinque persone ad essere state abbracciate o ad aver abbracciato Jason fuori da un qualsiasi ruolo teatrale - la lista è unica perché sono comunque solo cinque in tutto. Jason stesso si rese conto di starla abbracciando solo a fatto compiuto e quasi iniziò a tremare come un pulcino. Come si faceva in quella situazione aiuto e soprattutto perché il cervello doveva sempre spegnersi in momenti in cui gli serviva come quello? Come avrebbe dovuto sapere che cosa fanno i normali Esseri Umani durante il loro rito sociale noto come Abbraccio? Doveva fare pat pat? Doveva fare pat pat? Il cervello si accese un solo istante per dirgli che no, non doveva fare pat pat, e poi si spense nuovamente. Improvvisamente al posto di Sakiko c'era Desmond, in qualche modo, e Jason ricordò di quella volta che l'inglese - uno dei {5} cinque di cui prima, per inciso - lo aveva abbracciato e lui se n'era rimasto lì rigido come un baccalà in completo tilt. Ricordò la delusione ed il rammarico letti nei suoi occhi che lo avevano sinceramente fatto stare male per giorni. Deglutì, la scena fu uno scossone emotivo sufficiente a scuoterlo dal suo torpore emotivo e fargli capire cosa avrebbe dovuto fare. Cosa avrebbe voluto fare, quella volta davanti a quella cartolibreria dove avevano comprato i colori per i ragazzi dell'ospedale. Non sapeva se era ancora in grado di farlo, ma decise di provare a spingere leggermente le spalle in avanti e stringere il corpo di Sakiko - che probabilmente a quel punto (sempre che fosse riuscito a prenderla) si dimenava ancora un po' - al proprio, incrociandole le proprie, grandi braccia dietro le scapole.
    Wow, era venuto così naturale. Forse era uno di quei gesti come andare in bicicletta, che una vola imparato non ci si dimenticava mai, oppure semplicemente faceva parte della rosa dei gesti più primitivi e primordiali dell'essere umano. Gesti che chiunque avrebbe saputo replicare date le circostanze, radicati forse quasi nel DNA umano.
    -Sakiko. Ora fermati, basta.- Le mormorò, col tono più dolce che gli riuscì. -Va... va tutto bene.- Concluse, banalmente, ma convincendosi che la ragazza era così fuori di testa che il tono delle sue parole era probabilmente più importante del loro contenuto, in quel momento.
    Anche le sue enormi ali si ripiegarono e racchiusero la giovane bionda quasi completamente, proteggendola così dal mondo esterno per qualche minuto.


    CITAZIONE
    ENERGIA: 360/550
    FORZA: 250
    QUIRK: 250
    AGILITÀ: 25


    STATUS: Danno medio ala destra, lieve al petto

    CITAZIONE
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    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Sakiko sentiva una voce continuava a chiamarla. Ma era distante e rimbombava nella testa della ragazza in maniera distorta come un eco dentro che arrivava dal fondo di una caverna.
    Suonava familiare eppure allo stesso tempo estranea. Sakiko la ignorò e proseguì a sferrare il suo pugno.
    La mano sfrecciò davanti a lei dritta in linea di collisione con l’ala d’ebano affilata di Jason. Una collisione che probabilmente avrebbe lasciato la mano in uno stato che nessuna quantità di manicure avrebbero mai potuto davvero risolvere del tutto.

    Misericordiosamente Jason consapevole di ciò decise di graziare Sakiko, la sua mano e la sua capacità di poter reggere le bacchette per mangiare. L’americano sollevò l’ala sottraendola al colpo di Sakiko che invece andò ad impattare contro il petto di Jason. Il colpo seppure relativamente potente non era particolarmente ben impostato e l’impatto con il petto muscolosamente marmoreo dell’uomo probabilmente sarebbe risultato innocuo – al punto che ci si sarebbe potuti chiedere se l’uso dell’ala per proteggersi fosse necessario in primo luogo.

    Il fatto che il suo colpo fosse andato a segno non sembrò suscitare alcuna reazione da Sakiko, ancora visibilmente stordita dallo shock ricevuto e subito fece per caricare un altro colpo come se fosse un automa costretto a ripetere lo stesso ciclo di azioni programmate a prescindere dal risultato.
    Ma prima che potesse lanciare un secondo pugno la ragazza si trovò avvolta in un abbraccio piumato. Le braccia forzute di Jason si strinsero delicatamente ma fermamente attorno a lei immobilizzandola.
    La reazione iniziale della ragazza ancora priva della propria lucidità fu quella di cercare di fuggire quell’abbraccio – con le braccia strette fra il proprio petto e quello di Jason cercò di assestare qualche pugno di protesa contro di lui ma i colpi arrivavano prevedibilmente sempre più deboli e incerti.
    La spiritata risoluzione battagliera che l’aveva posseduta si assopì gradualmente fino ad estinguersi del tutto lasciando solo una ragazza confusa e tremante fra le braccia di Jason.

    Giunse quindi la sensazione di dolore. Quel dolore che lo shock aveva momentaneamente soppresso e che la investì come un onda che riverberò attraverso tutto il corpo della ragazza come una seconda scossa. Ma non si trattava solo del dolore fisico dovuto a quella sfortunata colluttazione.

    L’effetto dello shock subito in combinazione con lo spossamento del trauma che stava già logorando la mente della ragazza inibirono le ultime barriere mentali della ragazza che cedettero come gli argini di un fiume in piena lasciando che le angosce e le emozioni represse inondassero tutto.

    Sakiko sentì con odio e frustrazione le lacrime iniziare a scenderle lungo le guancie. Odiava l’idea di star di piangendo di nuovo e si sentiva frustrata dalla propria incapacità di fermarsi . Era troppo stanca e provata e non riusciva più a contenersi. Il pianto iniziò in ostinato silenzio, ma gradualmente la ragazza smise di combatterlo e divenne un sonoro lamento gemente.

    Angoscia e frustrazione fluirono liberamente dalla bocca della ragazza in un pianto informe senza parole, intervallato unicamente da sporadici singhiozzi.
    Solo verso la fine la ragazza premette la fronte contro il petto di Jason nascondendo il volto e bofonchiando in maniera a malapena comprensibile «Mi spiace… Mi spiace di essere cosi debole… Mi spiace di aver cosi tanta paura…»
    Era difficile capire se la ragazza si sentisse in colpa con Jason o semplicemente verso se stessa per la sua incapacità di riuscire a lasciarsi alle spalle il trauma che aveva subito.
    Si era impegnata duramente per cercare di mostrarsi forte, ottimista e positiva a dispetto di quello che aveva subito. Si era sforzata di mostrarsi sempre sicura e serena con i suoi amici e suo padre. Voleva mostrare che quello che l’aggressione che aveva subito non l’aveva scalfita, che la sua mente e il suo spirito si erano ripresi facilmente come il suo corpo.
    Sperava che forse recitando in quel modo eventualmente sarebbe diventato reale.

    Solo con Morrigan fino a quel momento aveva lasciato trasparire il suo vero stato d’animo e le sue angosce. Ma adesso lì con Jason, costretta a confrontarsi con le sue paure, la sua maschera era andata in pezzi.

    Apparentemente ritrovato un minimo di coscienza di se la ragazza strinse le spalle e affondò ulteriormente il volto contro il petto di Jason quasi come se stesse cercando di farsi il più piccola possibile e sparire. «Mi spiace, Jason-san. Mi spiace che tu mi abbia dovuta vedere in questo stato… Non… non sarei dovuta venire qui. Non sono abbastanza forte…»







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    Cosa sto facendo. Era l'unica frase che rimbombava nella testa vuotata dell'americano in quei momenti. Se qualcuno gli avesse fatto una TAC in quel momento ne avrebbero probabilmente dichiarato la morte cerebrale ed avrebbero contattato Castiel per sapere se voleva attaccarlo ad un macchinario o se voleva donare gli organi e lasciar perdere - un momento, in Giappone la facevano quella cosa? Ad essere sinceri non era nemmeno troppo sicuro lo facessero in America, se n'era andato da troppo giovane quando ancora non pensava cose del genere potessero essere un suo problema. Probabilmente variava da stato a stato, come ogni singola cosa in quel paese infernale a stelle e strisce.
    Cosa sto facendo. Sakiko si dimenava fra le sue braccia, e lui non aveva idea di come reagire - forse doveva lasciarla andare? Le stava facendo una specie di violenza in quel modo? Però voleva perlomeno aspettare che sembrasse in sé, al momento non dava l'impressione di avere grande lucidità, ma sinceramente il motivo per cui Jason non la lasciò andare fu semplice inerzia mentre decideva se farlo o meno, che fece passare quel poco tempo necessario perché gli sforzi della ragazza iniziassero ad affievolirsi. E poi arrivarono le lacrime - e Jason più o meno si aspettava che sarebbe successo ma dovette resistere alla tentazione di lanciarla via e scappare, non era affatto bravo ad avere a che fare con le persone che piangevano, forse poteva farcela con i bambini se esposto per pochi minuti ma un adulto che piangeva toccava tutti i suoi bottoni e scatenava quasi una sorta di PTSD e poi sentiva che veniva da piangere anche a lui e voleva solo-
    Ok Jason, calmati, è tutto ok, tu stai bene e sembra che anche Sakiko stia bene, hai voluto essere la sua spalla su cui piangere e ora devi effettivamente fare i conti con la cosa. Ce la puoi fare, non è molto peggio che farsi picchiare da un tizio fortissimo con un Quirk elettrico o che gli fa controllare la polvere. Forse. Forse doveva provare a farle qualche carezza? Non esageriamo, situazioni critiche come quelle andavano affrontate con molta calma e senza mosse azzardate, un passo falso poteva finire in tragedia. Jason Leroy abbraccia una persona, sette feriti uno grave.
    Non era un pianto composto quello della ragazza, era un pianto brutto, gutturale, profondo, primordiale, scosse Jason molto più di quel che pensava e a dire il vero riuscì a distrarlo anche dai propri demoni. Era difficile avere paura di qualcuno in quello stato, gli faceva sinceramente male al cuore vederla così e prima che se ne rendesse conto era concentrato su di lei ed abbracciarla gli sembrava la cosa più naturale del mondo. Dopo minuti di pianto ininterrotto, sentì la giovane fare pressione sul suo petto con la fronte ed abbassò lo sguardo verso di lei, ascoltando le poche parole che aveva da dire.
    -Grazie a Dio stai bene. Non hai niente di cui scusarti. Va tutto bene.- Mormorò, stringendola quel poco di più sufficiente a farle capire che era lì per lei se ne aveva bisogno, finalmente rincuorato con certezza del suo stato di salute. Sapeva di non essere la persona migliore da avere accanto in momenti come quello, ma non aveva certo intenzione di voltarle le spalle. Certo se solo ci fosse stato Castiel... Ma no, anzi, Castiel in fondo era uno degli idoli di Sakiko nonché probabilmente una delle persone per cui si era repressa, per non sfigurarvi di fronte. Forse era giusto che questo peso ricadesse su Jason, il cugino imperfetto, quello con tutti i difetti e il carattere di merda. E non diceva ciò con risentimento, non pensava seriamente a Castiel come una divina creatura priva di difetti, solamente... capiva molto bene il desiderio di Sakiko di non deluderlo, era una persona a cui volevi sempre mostrare il tuo lato migliore. Certo, non per avere la presunzione che lui e Castiel fossero le uniche persone nell'orbita personale di Sakiko, ma non voleva attribuire lo sfogo della ragazza solamente all'essere stata folgorata, dai.
    Il pianto fu via via più tenue, la ragazza si sfogò per bene fra le braccia di Jason, dopodiché sembrò voler sotterrare la faccia nei pettorali di Jason, che fece di tutto per tenerli rilassati: lei poteva certamente sentire il cuore del ragazzo che, in agitazione, batteva molto più rapidamente del solito.
    -Ma quale stato?- Fece l'uomo, con aria quasi divertita. -Credimi, ho visto molto di peggio.- E si riferiva perlopiù a sé stesso, in realtà. Il periodo subito dopo la morte di Ken era un grumo di carne a malapena umana, figurarsi se un pianto liberatorio gli sarebbe bastato per riacquisire sé stesso ai tempi. -Guarda che non è successo niente di male. Stai tranquilla. Anzi, ora che ci siamo fermati dovrei scusarmi io con te. Non so cosa sia successo di preciso, sinceramente ero piuttosto preoccupato di averti ferito gravemente.- Borbottò, tirando un sospiro di sollievo, e realizzando infine quanto poco era da lui quella frase - doveva pensarci anche in un momento come quello? A quanto pare sì, bastava che la situazione si distendesse un attimo per tornare alle vecchie abitudini. -Ahem, insomma, non voglio sentire tuo padre poi.- Aggiunse, distogliendo lo sguardo. -Non so che cosa ti stia succedendo di preciso, ma avere paura è normale.- Riprese, più dolcemente. -Senti, so che non sono proprio la persona ideale che uno vorrebbe vicino durante un breakdown, ma se ne vuoi parlare parliamone. E poi ci beviamo qualcosa per dimenticare tutto.- Ma Saki beveva? -Se bevi.-


    CITAZIONE
    ENERGIA: 355/550
    FORZA: 250
    QUIRK: 250
    AGILITÀ: 25


    STATUS: Danno medio ala destra, lieve al petto

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    - (Mantenimento) Heavy Feathers [Livello Unico][Costo 5]
     
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    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Sakiko stava gradualmente riacquisendo la propria lucidità – il torpore e lo spossamento della scossa ricevuta stavano scorrendo via come le sue lacrime. La testa le doleva e le rimbombava ma non era sicura se fosse per via dello shock elettrico subito o dell’intenso pianto.

    Con la testa infossata fra le braccia di Jason e il viso nascosto sul petto realizzò la presenza di un costante battito a ritmo accelerato nelle sue orecchie. Inizialmente pensò che fosse una conseguenza dello shock, ma poi comprese che il suono non era nella sua testa ma proveniva dal petto di Jason. La ragazza istintivamente intuì che certamente non si trattava di un batticuore di natura romantica – perciò il batticuore era dovuto ad uno stato agitato dell’americano.

    Sakiko discostò un po’ il viso dal petto dell’uomo per alzare lo sguardo verso il suo viso e notò la sua allarmata, scomposta e… un po’ goffa? Era un espressione che non aveva mai visto su Jason normalmente cosi stoico e serio. L’americano sembrava faticare a cercare le parole giuste per consolarla e tranquillizzarla mentre allo stesso tempo cercava di calmarla con gesti di conforto in maniera rigida e maldestra.
    L’americano in genere aveva sempre un aria marmorea come una statua immortalata con un espressione vagamente seccata. Aveva l’aria di chi avesse sempre tutto sotto controllo. Perciò quella vista stranì e sorprese un po’ la ragazza – ma allo stesso tempo le suscitò una sensazione di familiarità.
    Ebbe come l’impressione di aver già vissuto una scena simile – per quanto assurdo potesse sembrare.


    Nella sua mente emerse subito il ricordo di suo padre.

    Era stato quando aveva dieci anni? Forse di meno. Non ricordava bene. Ricordava che si trovavano all’aperto, nella vecchia casa fuori Tokyo. Il padre stava cercando di insegnare a Sakiko ad andare in bici senza l’ausilio delle rotelle. Ricordava l’incessante canto estivo delle cicale e l’afa appiccicosa sulla pelle.
    Lei era a terra – per l’ennesima volta – con la sua bici. Stava piangendo a dirotto in maniera poco differente dal presente. Non si era fatta male seriamente, ma ricordava che si sentiva frustrata ed esasperata dai suoi continui fallimenti. E poi c’era suo padre che indossava la stessa espressione di Jason: confusa, preoccupata e colma di panico.

    Normalmente quando Sakiko piangeva era la madre che accorreva per prima a consolarla e confortarla. Il padre non sembra altrettanto pratico con quel tipo di interazione e in genere lasciava che fosse la moglie a consolare la figlia in quelle situazioni. Ma in quel momento la madre non era lì e l’uomo era costretto ad affrontare quell’emergenza da solo.

    Come Jason il padre era un uomo dall’aria sempre seria e composta – ma in quel momento sembrava più confuso e ansioso che mai. Aveva l’aria di un uomo che doveva disinnescare una bomba senza istruzioni e dove tutti i fili erano di colore rosso.
    Il padre non vedendo alcuna ferita visibile e non riuscendo a comprendere la ragione del pianto finì per tentare di consolarla stringendola in un abbraccio incerto e accarezzandole la piccola testolina bionda.
    Fu un tentativo abbastanza maldestro e la Sakiko bambina continuò a piangere fino all’arrivo delle madre con grande costernazione e allo stesso tempo sollievo del padre.
    Ma adesso lì nel presente – quel ricordo, quel senso di familiarità nell’abbraccio di Jason, le suscitò una sensazione di calore e calma che la tranquillizzò.

    …e in maniera repentina e inaspettata Sakiko scoppiò a ridere. Era una risata inizialmente roca e intervallata da singhiozzi gli strascichi del pianto ma divenne gradualmente più limpida e prorompente – la ragazza si portò una mano alla bocca cercando di sopprimerla e scuotendo la testa cercò di scusarsi «Mi spiace… Non so perché sto ridendo. Ma sei cosi impacciato… e hai un espressione buffa. Non… non sei molto pratico di queste cose vero? Mi hai ricordato un po’ mio padre…» – confessò in maniera totalmente onesta lasciandosi sfuggire un ultimo colpo di ridarella.

    A quel punto si scostò dall’abbraccio dell’americano cercando di ricomporsi. Si sfregò distrattamente la manica della felpa sul viso annacquato dal pianto «Non c’è bisogno che tu scusi. In realtà non ho capito granchè di cosa sia successo. Ma… m-mi spiace averti messo a disagio… Non so cosa mi sia preso…» – confidò ma si soffermò con espressione incerta per poi correggersi – «…beh, in realtà so cosa mi sia preso. Evidentemente non ero ancora pronta per questa prova…» – disse con evidente rammarico e imbarazzo. Sospirò con espressione abbattuta e dopo un momento – «La verità è che da quando sono stata aggredita vivo nella paura costante… e sono sempre in paranoia. Non riesco neanche più a rilassarmi a casa… Mi spaventa ogni ombra… al p-punto che non riesco neanche più a dormire senza una luce accesa.” – confidò con chiaro imbarazzo arrossendo in volto – «…non dirlo a nessuno però, per favore.»

    A quel punto la ragazza pausò considerando l’offerta di Jason mentre il suo sguardo scrutava ancora una volta con fare apprensivo le ombre minacciose che li circondavano. Infine si strinse le braccia e annuì timidamente – «Si… direi che non mi spiacerebbe bere qualcosa di caldo… e preferirei allontanarmi il prima possibile da qui.» – rispose mostrando apertamente il suo disagio.





    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Danni Medi Generali, Stordimento | Peso 0/4 | Energia 85 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90





    I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpf


    SPOILER (click to view)
    Yes, un altro ritardo preavvisato. Farò harakiri al termine della role in segno di pentimento. Gomenasorry . w .
     
    .
16 replies since 2/2/2022, 23:41   316 views
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