Never need a bitch, I'm what a bitch needs

Social Role| Sakiko Yumeno - Gabriel Daystar

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Villain
    Posts
    13,826

    Status
    Anonymous
    Gabriel Daystar
    YeiFwmw
    Lo sguardo felino che abitava quegli occhi verdi lo portò a chiedersi se avesse commesso un madornale errore intavolando l'argomento musicale. C'era da aspettarsi il peggio, sapendo cosa rendesse la ragazza felice da ubriaca.

    –Un attimo. L'aveva chiamato "Gabbie"?

    « Ti muovi in fretta. Non abbiamo finito il primo appuntamento e già siamo alla fase della relazione dove ci diamo nomignoli ♥ ​»

    Come mai quasi tutte le donne che incrociava sentivano il bisogno di affibbiargli un soprannome? Non tutti innocui come quello di Sachiko, spesso era più un titolo conferitogli per insultarlo, tuttavia rimaneva qualcosa che gli uomini facevano molto più di rado.

    « Allora ti chiamerò... Hmm... Usachi! ​»

    La fusione del suo nome e il termine giapponese per un coniglio. Un gioco di parole che si sarebbe integrato più facilmente se la sillaba "chi" di "Sachiko" avesse un suono consonante più incisivo, ma non poteva cambiare la materia prima.

    ...Il romanticismo di quello scambio doveva averle mandato il cuoricino in overflow, perché l'attimo dopo lei non riuscì più a controllare i suoi impulsi intimi, e gli saltò addosso.

    A dire il vero il primo pensiero dell'azzurro non fu che si fosse persa nel desiderio, ma che stesse per vomitargli un'altra volta sui vestiti. Entrambe le ipotesi comunque si sfaldarono prima che Gabriel potesse reagire.

    « È troppo grosso, non riesco a prenderlo con una sola mano. ​»

    Non che lei si stesse facendo favori nel rendere la cosa meno fraintendibile. Specialmente alle orecchie dell'autista lì davanti, le cui occhiate dallo specchietto retrovisore si facevano sempre più spietate.

    Per dimostrare la sua innocenza Gabriel tenne le mani alzate come in segno di resa, cercando di non toccare. Seppur il contatto fisico non sembrasse gran problema per lei.

    In tale situazione era normale un uomo sentisse il richiamo dei propri impulsi animaleschi, e valeva anche per l'azzurro, ma i suoi istinti erano ben diversi dalla persona media.

    Se prolungava il contatto con qualcuno, solitamente era seguito da una detonazione.

    Quindi... Non aveva idea di come gestirsi, sotto di lei. Raramente si faceva toccare dagli sconosciuti, ed era ancor più raro chiunque volesse toccarlo visto che la reazione di default alla sua presenza fosse diffidenza.

    Eppure Sachiko – così come non sembrava turbata dalla sua compagnia – si fece ben pochi problemi ad entrare nel suo spazio vitale. Era... Inusuale.

    Il momento di riflessione venne interrotto appena realizzò cosa stesse esattamente cercando così freneticamente. Finalmente Gabriel comprese la gravità del suo errore. Doveva immaginarlo, prevederlo, che tirare in ballo la musica con una donna abile nel canto avrebbe portato conseguenze disastrose.

    Le doti canore dell'ex-Villain entravano in gioco soltanto quando canticchiava schernendo gli avversari, per intimidirli o adirarli. In ventisette anni di vita era riuscito a tenersi ben lontano da bar karaoke, o qualsiasi contesto sociale richiedesse strillare dentro un microfono.

    Fino a quella sera.

    Lei armeggiava sullo schermo, lui guardava fisso per strada, volto condito da un filo di tensione. No, il fiume era ancora lontano. Con quel traffico non c'era verso sarebbero arrivati a destinazione in tempo per salvarlo dalle spire crudeli della bionda.

    Aveva l'opzione di aprire lo sportello e buttarsi fuori, però.

    Prima che potesse calcolare quanta forza deflagrante servisse e come direzionarla per atterrare salvo uscendo da un'auto in corsa, lei aveva scelto la traccia.

    Era strano vederla così esuberante, quasi pronta ad esplodere in una supernova di entusiasmo, e pensare che il suo San Valentino sarebbe potuto concludersi in lacrime davanti ad una pozza di vomito. Senza l'intervento di Gabriel, probabilmente non avrebbe ritrovato il sorriso così in fretta.

    Poteva quindi almeno concederle un "pubblico", se desiderava esibirsi. Ma non esisteva via né in cielo né in terra che avrebbe coinvolto anche lui.

    Dalle casse uscirono le prime note mentre lei preparava il fiato e la voce. Portò il gomito al bracciolo della portiera, appoggiò la guancia alle nocche, e le rivolse il suo solito sorriso attendendo l'inizio dello spettacolo.

    La canzone gli era estranea. Coerente, visto il totale disinteresse di Gabriel ai mezzi d'intrattenimento come musica, film, televisione, eccetera. Realizzava che per certi versi ciò lo escludesse dallo zeitgeist popolare, ma erano ben altri i fattori che davvero lo distanziavano dalla massa.

    Vista la sua scarsa cultura in materia non era in grado di giudicare la performance della ragazza, nel bene o nel male. Riconosceva il suo talento, e probabilmente si sarebbe meritata la compagnia di chi era capace di apprezzarlo davvero.

    Tuttavia – ripensando a quanto tragica rischiava di essere altrimenti il resto della sua nottata – forse l'importante era che ci fosse qualcuno disposto a sentirla cantare, anche un orecchio acerbo.

    Trovandosi all'interno di una vettura ben isolata dai suoni esterni, la voce di Sachiko immergeva tutti e tre in una vera e propria bolla sonora. Non esisteva altro suono più importante della sua voce, della sua onnipresente espressione musicale.

    Poi, d'improvviso, la sensazione che l'automobile fosse una fetta di realtà a parte venne amplificata dal buio che si posò su essa. La luce dei lampioni stradali si fermò alle loro spalle, la macchina prese riparo dalla luna dentro un tunnel.

    L'illuminazione dopo poco tornò. Di un intenso arancione, ricopriva il veicolo ad intervalli regolari spezzati da tratti di semiluce, come il mare che avanza e indietreggia sulla spiaggia.

    Era un ritmo quasi ipnotico.

    Chiuse gli occhi. Sul momento non aveva una motivazione razionale al gesto, però sentiva fosse la cosa giusta da fare. Abbandonò la tensione che irrigidiva il suo corpo. In quel modo poteva concentrarsi unicamente sugli odori rosati che lo circondavano, la gentile voce della ragazza al suo fianco, il feedback del motore che raggiungeva i sedili... Era stranamente... Rilassato.

    Lasciarsi al passato la maschera da Giullare aveva ridotto l'adrenalina media delle sue giornate, eppure... Una calma così pura gli era quasi estranea. C'era sempre qualcosa da fare, emozioni da elaborare, piani su cui agire, mille futuri da contemplare per fare le giuste scelte.

    Apprezzava il tempo con Akahito e con altre occasionali compagnie, ma ogni sua relazione era colorata dal suo stile di vita, dagli obiettivi che permeavano tutte le sue decisioni e circostanze. Dimenticarsene era impossibile.

    Sachiko non solo teneva la guardia bassa attorno a lui, ma ne ignorava la natura. Gabriel era libero dai panni e dalle responsabilità di un Vigilante, o dell'amico di un Vigilante. Quel contesto – per quanto breve, destinato a svanire in fretta – lo alleggeriva di un peso che regolarmente scordava di portarsi appresso.

    Sfrecciarono di ritorno sotto le stelle infrangendo il suo piccolo momento zen. Buon tempismo però, siccome lo stereo stava suonando le sue ultime note. E Saki sembrava essersi divertita, seppur inaspettatamente era forse stato Gabriel quello più coinvolto dei due.

    Di fatti l'applauso che le fece stavolta fu più sentito del gesto ironico quand'erano al marciapiede.

    « Quasi mi sento un ladro a godermi uno spettacolo simile gratuitamente ♣ ​»

    Nonostante in tutta probabilità non l'avrebbe assaporato allo stesso modo fosse stato uno dei tanti sotto un palcoscenico, invece che lì al suo fianco sul sedile posteriore.

    « Posso solo immaginare di cosa saresti capace da sobria. Spero tu l'abbia già reso un lavoro, piuttosto che un hobby ♦ ​»

    Il talento scarseggiava, e ancor più raro era sposare le proprie abilità alla propria passione. Per Sachiko ambe le cose venivano naturali, a giudicare da quanto lei stessa si fosse divertita cantando. Sarebbe stato uno spreco lavorare in qualsiasi altro campo.

    ...Poi, purtroppo, l'entusiasmo della bionda fece il passo più lungo della gamba. Arrivò l'inevitabile. Nella sua innocenza porse il microfono a Gabriel, aspettandosi da lui la medesima partecipazione.

    L'azzurro afferrò il dispositivo con scetticismo... E segretamente pianificava la sua via d'uscita. Una strategia che lo salvasse dall'umiliazione preservando comunque l'atmosfera emersa sino a quel momento.

    Voltò il touch-screen al proprio lato, fingendo interesse mentre scorreva a vuoto la tracklist. Teoricamente sarebbe bastata una minuscola carica all'interno dello stereo, abbastanza da disintegrare un componente qualsiasi. La colpa sarebbe ricaduta su una malfunzione tecnica di origine sconosciuta.

    La ragazza non si distraeva. I suoi occhioni verdi stavolta puntavano tutto quell'entusiasmo a lui, come se avessero motivo di vedere qualsiasi speranza riflessa nelle controparti gialle di Gabriel.

    « ...Onestamente, preferirei continuare ad ascoltarti. Hai una voce magnifica ♠ »

    Lo schermo illuminava il volto di entrambi, la cui luce quasi sembrava impazientirsi della sua indecisione... Ci diede un ultimo sguardo, contemplando se avrebbe rimpianto la sua prossima mossa...

    « Non so cantare. ​»

    Sospirò, restituendole il microfono con cui si era dimostrata ben più capace di quanto sarebbe mai stato lui.

    Sfilò invece l'altro microfono dallo stand.

    « Il massimo che ho da offrire è un duetto, almeno puoi coprire i miei versi stonati, e mi godo un altro po' del tuo canto ♥ ​»

    E le concesse nuovamente la selezione di una traccia, che fosse idonea alla loro sacrilega unione.
    Single | Vigilante | Livello IX
    Don't cry because it's over,
    smile because it's someone else's problem now.
    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Air Breather Expert

    Group
    Yuuei Student
    Posts
    720
    Location
    Palermo

    Status
    Offline
    mQisBS0

    Vigilante » Scheda » Quirk


    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Sakiko sbuffò ridacchiando quando Gabriel la punzecchiò ironicamente per avergli già appioppato un nome dopo neanche un ora che si conoscevano. La bionda chiaramente non colse l’ironia che colava visibilmente dalle parole dell’uomo come sciroppo d’acero da una pila di pancakes. Prese ancora una volta il complimento come genuino e rispose con fare baldanzoso «Oh, a me piace dare soprannomi a tutte le persone che mi stanno simpatiche. E tutti ne sembrano sempre cosi contenti…» – asserì con ignara spudoratezza inconsapevole che probabilmente si trattava più che nessuno aveva il coraggio di protestare gli imbarazzanti nomignoli per non offenderla – «…forse sono una sorta di genio dei soprannomi.» – asserì con un espressione di un epifania mistica come se avesse appena realizzato un grande segreto dell’universo.

    «Però nessuno da soprannomi a me…»
    – seguì ad aggiungere con un aria leggermente insoddisfatta – «Beh, quasi nessuno.» – si corresse. «Mo… Momotaro. Si – insomma, la persona che aspettavo stasera, in genere mi chiama Bonnie. È irlandese, sai? Mi ha detto che significa “bella” o “bellezza”, o insomma una cosa del genere…» – spiegò arrossendo con crescente imbarazzo, arricciando nervosamente le dita fra le ciocche di capelli biondi che le ricadevano sulle spalle.
    Una reazione che mostrava ancora una volta quanto la ragazza fosse infatuata.

    Ma la ragazza lasciò da parte il suo imbarazzo per mostrare l’entusiasmo per il nomignolo suggerito dall’uomo e facendo un piccolo applauso esclamò «Oh, è geniale! Super-geniale! Lo adoro!» – ma la sua espressione soddisfatta si corrugò giusto un po’ e la ragazza con fare pensieroso pensò a voce alta – «…però “Usachi” suona un po’ strano… sarebbe meglio “Usaki”, no?» – chiese senza realizzare che la “stonatura” fosse dovuta al fatto che aveva dato il nome fasullo di Sachiko invece che il suo vero nome.




    Dopo questi scambi, strofinamenti casuali e altri momenti di stupidità alcolica che Sakiko potenzialmente avrebbe rammentato casualmente in futuro in circostanze completamente non relazionate giusto per soffrire l’imbarazzo a scoppio ritardato, la ragazza si esibì al karaoke di fronte a quello che era a tutti gli effetti un estraneo appena conosciuto nelle peggiori circostanze possibili.

    Indubbiamente un ricordo che in futuro avrebbe portato la ragazza a cercare di nascondere il volto per la vergogna.

    Ma quello era ovviamente un problema per la Sakiko del futuro, mentre la Sakiko del momento era completamente a suo agio nel godersi il momento.
    La ragazza dondolò la testa sorridendo con fare gongolante, crogiolandosi infantilmente nei complimenti che Gabriel gli stava rivolgendo. Quando lui suggerì casualmente che lei avrebbe potuto farne una carriera l’espressione di Sakiko si fece comicamente seria e con un fare cospiratorio allungò l’indice della mano destra sulle proprie labbra e poi lo mosse verso quelle di Gabriel, per poi tornare indietro e rifare lo stesso movimento ripetute volte «Ssssshhhhsssshhshshssh, questo non puoi saperlo… è un segreto, capisci? Shsshhh – lo ammonì finendo a battere l’indice sul proprio naso e poi su quello di lui… e concludere premendo la punta di questo come se fosse un pulsante ed esclamando «Boop!» per poi ridacchiare di gusto come se trovasse la cosa particolarmente esilarante.



    Il buon umore della ragazza s’imbronciò visibilmente quando però Gabriel rifiutò di cantare a sua volta asserendo che avrebbe preferito piuttosto stare ad ascoltare lei «No, no… no. Non è divertente se canto solo io… E non importa cantare bene… Non è quello che conta!» – borbottò con fare animato – «Quello che conta e divertirsi! Capisci!? Quello che conta è cantare con questo…» – e la ragazza allungò la mano per cercare di afferrare quella di Gabriel e tirarla verso il centro del proprio petto– «…il tuo cuore – proclamò con espressione risoluta e stoica. Ma poi abbassò lo sguardo con fare perplesso «No, aspetta…» – e spostò un po’ a destra la mano per cercare di puntarla più correttamente sul cuore – «Nnno… era più a sinistra, giusto?» – si corresse nuovamente con espressione incerta spostando nuovamente la mano.

    Eventualmente sembrò trovare una posizione che ritenne soddisfacente e di proclamò «Ecco, il cuore! Lo senti?! Metti tutte le tue emozioni nella musica cosi non si accumulano tutte nella tua testa, capisci?» – spiegò con un tono grave e sentito che indicava che ad un certo livello quella nozione avesse un fondamento genuino nella mente della ragazza.



    Le proteste di Sakiko si quietarono quando Gabriel propose un duetto come compromesso. Chiaramente cercando di fare la sostenuta la ragazza replicò con malcelato entusiasmo «Va bene! Ma… scelgo io la canzone, ok?» – e senza aspettare un effettivo segno di assenso da parte del suo compagno di karaoke la ragazza tornò a armeggiare con il display del dispositivo finché non iniziarono a risuonare le prime note di “Ain’t no Mountain High Enough” di Marvin Gaye e Tammy Terrell. «Tocca a te iniziare!» – deliberò in maniera lapidaria porgendo enfaticamente il microfono a Gabriel mentre le prime parole iniziavano ad apparire sullo schermo…





    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Normale | Peso 0/4 | Energia 300 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90



    I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Villain
    Posts
    13,826

    Status
    Anonymous
    Gabriel Daystar
    YeiFwmw
    Quando la misteriosa figura di "Momotaro" riemerse nella conversazione, il cui solo pensiero era capace di gettare Sachiko in un rossore infatuato, Gabriel fu messo allerta come un felino dai movimenti regolari di una preda.

    « Evidentemente non ti trova "Bonnie" abbastanza da uscire con te a San Valentino ♥ ​»

    In una sola frase smontò la premessa romantica di quel ricordo. Era facile perdersi nelle belle memorie associate a qualcuno che ti ha deluso. Col tempo resta soltanto l'ologramma di una persona, divorziata dal presente, e capace di sedurti nel concedere il beneficio del dubbio.

    Tuttavia non si sporse più in là dopo tal commento. Il tempo per smantellare sia la bionda che Momotaro c'era, ma prima di poter balzare sulla ragazza doveva metterla nella giusta posizione.

    Si lasciò invece trasportare all'argomento successivo: Il nuovo nomignolo assegnato alla donna e di cui sembrava anche fiera.

    « Forse suonerebbe meglio ma il gioco di parole non funzionerebbe, siccome è un misto col tuo nome. Dovresti chiamarti Sakiko o Sachiki per incastrarla ♠ ​»

    Ormai nemmeno si sorprendeva a sapere che la ragazza faticasse a tener traccia del proprio nome.

    ♦ ♣ ♥ ♠

    L'immagine mentale che Gabriel si era fatto di lei rassomigliava un gattino randagio, sperduto in una notte di pioggia. Eppure in quel momento sentiva fosse lui ad essere trattato come un animale domestico.

    La ragazza gli si rivolgeva in maniera giocosa, parlando con un tono bambinesco e toccandogli liberamente prima le labbra e poi il naso. Non dissimile da come Mirai spupazzava Haley e Dempsey, facendo vocine stupide e costringendoli in posizioni "buffe".

    ...A quanto pare Sachiko voleva imitarne anche la tendenza a stringerseli al seno mentre li abbracciava.

    Onestamente non sapeva chi stesse molestando chi, probabilmente anche Tatsumi ne aveva perso il filo.

    Lei era troppo brilla per realizzare si stesse palpando con una mano altrui, ma tra i due era Gabriel a sentirsi davvero sfruttato, siccome la stretta al polso era inaspettatamente ferrea per una ragazza, specialmente paragonata alle poche forze rimaste nelle braccia dell'azzurro.

    Forse il problema non si poneva in principio, dato che alle dita dell'ex-Villain rimaneva ben poca sensibilità. Ad occhi chiusi non avrebbe distinto le carni di una donna da un cuscino particolarmente sodo. Quindi stava veramente toccando se ne mancava il feedback?

    Anche a mani funzionanti però la sua reazione sarebbe stata la stessa. Non mostrava tracce d'imbarazzo ma nemmeno di goduria, banalmente la squadrava con la medesima incertezza di quando quei seni gli erano alle cosce piuttosto che in mano.

    « Temo il tuo petto sia semplicemente più pieno del mio... Di emozioni, intendo ♣ ​»

    Rispose pavoneggiando un sorriso scaltro e conscio. E finalmente liberò l'arto dall'abbraccio delle sue tette.

    « Se cantare significa proiettare i propri sentimenti, ho fatto bene a tenermene lontano. Non è il mio campo. ​»

    Già sapeva li aspettasse una performance atroce, nonostante Sachiko sembrasse estasiata all'idea di un duetto. Infatti mentre lei sceglieva la prossima traccia, Gabriel faticava anche solo a reggere il microfono, gli era scomodo, nella sua rotondità in qualche modo sembrava rigettare la forma della sua mano.

    Quando – finalmente – le casse diedero voce alle prime note... Gabriel fu attraversato da un fulmine, una scossa che desiderava sia scioglierlo che congelarlo.

    Non era ansia da prestazione, o nervosismo, o anche vergogna. Tali problemi non facevano parte del suo vocabolario. Ma immediatamente capì di essere in territorio ostile.

    Qualcosa che non comprendeva.

    Adorava le sfide e amava superare i propri limiti, però solo in un ambito a lui familiare, che conosceva, in cui era a suo agio. Spesso questo era il confronto con qualcun altro, o una missione personale... Il canto era un mondo inesplorato.

    E se aveva speso più di un decennio nel proprio orticello, era perché odiasse allontanarsi da ciò che lo faceva stare bene. Detestava sentirsi così sperduto, debole, disarmato. Tutto ciò che sapeva e in cui era bravo gli sarebbe stato inutile.

    Prima che potesse temporeggiare, reagire, riflettere o ricredersi– Ecco le parole.

    « ...L– Uh– ​»

    Esitò un attimo di troppo, e si perse il tempismo del "listen baby" con cui aveva inizio la strofa. I versi in contorno blu si riempirono al tempo della musica, ma senza accompagnamento vocale.

    Avvicinò il busto allo schermo e assotigliò gli occhi, pronto a cogliere il prossimo attacco.

    « ...Ain't no mounta–ain... hiiiiigh, ain't no va–– low... ​»

    Che disgrazia.

    Quei suoni erano privi di qualsiasi emozione, ogni molecola del suo corpo rigido era così concentrata a mantenere il tempo da tralasciare quasi totalmente le note a cui doveva attenersi.

    « Ain't no river wiiiiide en–– baby. ​»

    Non che poi quello sforzo si traducesse in successo. Due volte in due versi aveva perso il ritmo, costringendolo a saltare una parola per attaccarsi direttamente alla prossima.

    « If you– ah. ​»

    Erano arrivate le parole in rosa, per Sachiko, ma disorientato da tutto il disagio inizialmente le rubò l'introduzione. La voce di lei, ovviamente, rendeva il duetto quasi comico seguendo a ruota i versacci di Gabriel.

    « Don't worry baby. ​»

    ...Quella parte avrebbe dovuto cantarla, ma leggendola tra parentesi pensò fosse soltanto un commento di background, ergo la lesse, lasciando le note in cui ci sarebbe dovuta essere musica vuote e tristi.

    Dopodiché per quattro misure i loro versi si sovrapposero, il duetto che s'incontrava, e lui che coglieva l'occasione per abbassare la voce nascondendola sotto le corde vocali di Sachiko.

    Lei infatti vantava le stesse abilità mostrate prima anche in assenza di un partner degno. Gabriel avrebbe voluto godersi quel talento senza doverlo anche inseguire. L'esperienza si stava dimostrando più fisicamente e mentalmente pesante del previsto.

    Ma se avesse zittito totalmente i suoi sbiascichi rischiava d'interrompere il ritmo e il flow che aveva preso la ragazza. Sarebbe stato un peccato uccidere prematuramente il suo divertimento. Di fatti il suo entusiasmo non era diminuito rispetto al primo brano, quasi come l'azzurro nemmeno fosse lì, perché il vero interesse di lei era cantare.

    Forse erano compatibili proprio perché a Gabriel era piaciuto ascoltarla... Ma musicalmente di compatibilità non ce n'era.

    Le atrocità proseguirono per ben due minuti e mezzo.

    In un universo più gentile Gabriel avrebbe preso confidenza all'andare, si sarebbe sciolto un po', e l'incuranza di Sachiko verso i suoi fallimenti l'avrebbe messo a suo agio. Purtroppo questo Gabriel non vive in quella timeline.

    Le ultime note sfumarono nel silenzio... Una quiete stavolta sconcertante, tragica, come la tranquillità che cade dopo un bombardamento. L'ex-villain stesso dava l'idea del superstite di un blitz. Gli scesero le braccia, il microfono fu lasciato andare sul fondo della vettura, e Gabriel fissava lo schermo con sguardo perso, sconfitto.

    L'unica consolazione dopo gli orrori di cui fu carnefice era il fiume Meguro ora visibile oltre i vetri, e l'autista che rallentava.
    Single | Vigilante | Livello IX
    Don't cry because it's over,
    smile because it's someone else's problem now.
    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Air Breather Expert

    Group
    Yuuei Student
    Posts
    720
    Location
    Palermo

    Status
    Offline
    mQisBS0

    Vigilante » Scheda » Quirk


    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Gabriel lanciò l’ennesima frecciatina per screditare la latinante “Momotaro” pur non sapendo di chi si trattasse ne quali fossero le ragioni della sua mancata presenza – sembrava quasi che l’uomo fosse più risentito di Sakiko per quel mancato appuntamento. Se fosse stata lucida Sakiko avrebbe probabilmente colto l’astio e l’avversione che Gabriel manifestava cosi apertamente non solo verso l’irlandese che non si era presentata ma per il concetto di amore e romanticismo in generale.

    Era probabile che in quel caso Sakiko si sarebbe anche offesa alle maligne insinuazioni dell’uomo e avrebbe appassionatamente difeso a spada tratta la compagna seppur in cuor suo non poteva negare di nutrire lei stessa dubbi sulla genuinità dei suoi sentimenti.

    La Sakiko presentemente brilla però fortunatamente non colse nulla di ciò e invece interpretò istintivamente le parole dell’uomo come una critica alla sua persona che per come aveva inteso le parole dell’uomo non era “abbastanza bella” da riuscire a tenersi stretta la persona di cui era innamorata. Il che andava a toccare indirettamente un tasto dolente per la ragazza.
    Non avrebbe dovuto sorprendere infatti che la ragazza fosse piuttosto insicura e covasse internamente un piuttosto profondo complesso di inadeguatezza e inferiorità.
    Nella sua mente una delle ragioni per cui Morrigan indugiasse cosi tanto nell’accettare i suoi sentimenti e riconoscesse la legittimità del loro rapporto era perché lei non era abbastanza per soddisfarla.

    Non era abbastanza intelligente.

    Non era abbastanza divertente.

    Non era abbastanza matura.

    Non era abbastanza interessante.

    Ma ad onor del vero era di certo la prima volta che qualcuno le facesse dubitare di non essere neanche abbastanza attraente. Il suo aspetto era una delle poche cose delle quali si sentiva abbastanza sicura – alla fine parte della sua carriera si fondava su di esso.
    In quel momento di vulnerabilità però un filo di dubbio riuscì ad insinuarsi nella mente di Sakiko e ad annodarsi al groviglio di angoscia e insicurezza che stava provando in quel momento.
    Il viso della ragazza si contrassero in una smorfia ferita e titubante con labbra tremolanti e occhi lucidi armati di lacrime e chiaramente più che propensi ad usarle «Pensi davvero che sia il caso? Non trovi che io sia abbastanza bella?» – si portò le mani sulle guancie come a voler constatare se magari non fosse diventata di colpo brutta e deforme senza esserne accorta – «Effettivamente probabilmente adesso avrò un aspetto super-orrendo… forse è davvero meglio che non arrivi e mi veda in questo stato…» – considerò a voce alta indirettamente rivelando la sua segreta ma prevedibile speranza che Morrigan nonostante tutto ancora potesse presentarsi.

    Quando passarono a parlare di soprannomi la ragazza a scoppio ritardato realizzò parzialmente la sua gaffe che l’aveva quasi portata a rivelare il suo vero nome. D’altro canto il soprannome Usaki le piaceva davvero, davvero, davvero e sentì un intenso conflitto interiore fra il suo desiderio infantile e il suo annebbiato senso di preservazione che quasi la portò a rivelarlo a prescindere cosi da poter rivendicare il soprannome che le spettava. Ma riuscì miracolosamente a trattenersi annuendo senza replicare, mentre si mordeva un labbro con espressione risentita e frustrata.

    Dopo giunse un breve intermezzo di cuore a cuore, o meglio di mano a petto, che Gabriel commentò con una battutina la cui ironia volò ben alta sopra la testa di Sakiko che infatti non riuscì a cogliere a pieno il senso delle sue parole e finì ad abbassare lo sguardo sul suddetto petto con espressione perplessa , scrutandolo ebetemente con fare inquisitivo come se stesse cercando di trovare qualcosa senza sapere però cosa.

    Finalmente poi Sakiko riuscì nell’intento di convincere costringere Gabriel a cantare con lei. Malgrado l’evidente disagio l’uomo sembrò genuinamente impegnarsi per dare la migliore performance che le sue inesistenti doti canore erano in grado di offrire.
    Il risultato fu tanto terribile quanto imbarazzante per lui – ma Sakiko invece si mostrò genuinamente entusiasta e accompagnò in duetto con fare spassionato ed euforico, ridendo e battendo energicamente il tempo con una mano sulla gamba. A prescindere dalle stonature e dalle gaffe di Gabriel lei lo seguì tenendo il ritmo, ridendo ed esultando eccitatamente.
    Ma a differenza di lei il sempre più confuso autista Tatsumi-san, non sembrò apprezzare altrettanto quello scempio canoro e benché fosse stato originariamente istruito da Sakiko di seguire una lunga strada panoramica per raggiungere il fiume Meguro, l’uomo esasperato decise invece di prendere la via più breve possibile e cosi al termine della canzone l’auto era arrivata a destinazione.

    Vicino a dove l’auto aveva sostato era visibile il ponte che attraversava il fiume costeggiato da file di alberi scarni di fogliame ma puntellati da migliaia di luci decorative che riflettevano sulla placida superficie del fiume come costellazioni di stelle, creando una luminosa atmosfera romantica.

    Sakiko notando che l’auto si era fermata e riconoscendo il panorama fuori dal finestrino si mostrò comprensibilmente sorpresa e un po’ contrariata «Uh? Siamo già arrivati…? Ma io volevo cantare ancora…» – brontolò con fare capriccioso. Non comprendendo ne lontanamente sospettando che l’arrivo anticipato era stato causato dall’ammutinamento dell’autista la ragazza sospirò con fare rassegnato e ripose malvolentieri il microfono sul sedile «Uff – va bene, sembra che sia già il momento della seconda tappa.» – e senza aggiungere altro aprì lo sportello e fece per uscire quasi capitolando goffamente fuori dall’auto.

    Quando sia lei che Gabriel furono fuori dall’auto e l’autista si allontanò, lanciando prima un ennesima occhiataccia di sospetto a quest’ultimo e di implicita minaccia volta a dissuaderlo dal fare nulla di inappropriato. due si trovarono all’imbocco del ponte che era prevedibilmente giù ghermito da una miriade di coppiette che ovviamente a loro volta avevano pensato di godersi il romantico panorama per il proprio appuntamento di San Valentino.

    Lo sguardo di Sakiko si perse momentaneamente a fissare con espressione imperscrutabile le varie coppiette – difficile capire cosa provasse nel vederle. Invidia? Tristezza? Rabbia?
    Qualsiasi cosa fosse non sembrò dissuadere la ragazza dal volere continuare a seguire il fantomatico “programma”. Anzi sembrò aver nuovamente ritrovato il suo altalenante entusiasmo con il quale si rivolse a Gabriel «Bene… ora che siamo qui direi che c’è ovviamente una sola cosa che possiamo fare…” – suggerì con espressione sospettosamente furbesca.
    Prima di aggiungere altro la ragazza iniziò ad incamminarsi a ritroso verso il ponte iniziando a saltellare maldestramente su un piede alla volta sfilandosi le vistose quanto poco pratiche scarpe con tacco – «Facciamo una gara! Il primo che arriva vince!» – decretò ancora un'altra volta in maniera repentina e arbitraria chiaramente senza prendere in considerazione se Gabriel fosse d’accordo nel partecipare o meno. A prescindere dalla reazione dell’uomo Sakiko riuscì finalmente a sfilarsi entrambe le scarpe e senza ulteriori indugi esclamò «L’ultimo che arriva è un villain – prima di iniziare a correre a piedi scalzi fra le coppiette comprensibilmente sorprese e stranite per portarsi in vantaggio lasciandosi dietro una limpida risata giocosa.






    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Normale | Peso 0/4 | Energia 300 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90



    I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Villain
    Posts
    13,826

    Status
    Anonymous
    Gabriel Daystar
    YeiFwmw
    La portiera aperta di Usachi lasciò che il fresco notturno s'intrufollasse in macchina, riportando Gabriel alla lucidità come uno schiaffo. Dopo l'esperienza traumatica aveva bisogno di sentire il tocco della libertà, anche se arrivata troppo tardi per salvare la sua anima.

    Uscì dall'auto lasciando che l'atmosfera di fuori lo accogliesse sottraendolo all'aria pesante che si era fatta nella vettura. Si concesse d'inspirare profondamente, chiudere gli occhi, ed aprire le braccia rivolgendo il busto alla luna. C'erano stati momenti in cui tornare alla normalità tutto era fuorché garantito, trovandosi nelle spire di quelle note musicali.

    Anche Sachiko sembrava tutto sommato contenta d'esser lì, nonostante fosse stato per lei avrebbero continuato per almeno un altro round. La performance che tanto aveva prosciugato l'azzurro sembrava invece aver riempito lei d'energia... Abbastanza da scioglierle di dosso anche l'apparente sensazione di essere brutta. O quantomeno nasconderle la tristezza viso.

    Gli faceva pena. L'amore portava a dubitare di se stessi pur di sentirsi accettati da qualcun altro, ed era chiaro che quello fosse il primo desiderio della bionda, visto che aveva colto la palla al balzo per distorcere le parole di Gabriel ed impiccarsi con esse.

    Lui stesso era stato vittima delle medesime folie. Pur di piacere a Morrigan si era piegato in ruoli che a ripensarci gli davano solo brividi. Anche Sachiko era in grado di scostarsi quel peso di dosso, realizzando che "perdere" qualcuno era meglio che perdere se stessi.

    L'ex-Villain salutò l'autista piegandosi al suo finestrino, con un sorriso e un cenno amichevole. La positività non fu ricambiata.

    « I have a feeling che non gli stia simpatico ♦ ​»

    Quegli sguardi diffidenti erano il colmo, considerando che per ora l'unico soggetto di abusi era stato lui.

    Si riferiva al karaoke, ovviamente.

    « Comunque non siamo i più originali della serata, a quanto pare ♠ ​»

    Con le mani ai fianchi giudicava aspramente la massa di coppie disgustosamente innamorate che brulicava sopra al fiume come mosche su una carcassa.

    Proprio mentre li squadrava con superiorità, ecco che la donna spuntava con un'altra delle sue frasi ammiccanti, seguita da uno sguardo malandrino. Ormai aveva imparato quelle gesta fossero presagi oscuri.

    Tuttavia ne apprezzava l'imprevedibilità. Della notte fin ora poteva dirne tante, ma non che si fosse annoiato. Anzi... Sentendo la sua proposta, per la prima volta lei riuscì ad attivare i suoi istinti più animaleschi.

    Un noioso uomo medio si sarebbe perso nel brivido quand'erano in contatto fisico, Gabriel invece sentì un coinvolgimento ben più tangibile quando essa lo sfidò.

    « ...Dovrai impegnarti, non sono abbastanza gentiluomo da lasciarti vincere senza sudare ♥ ​»

    Poteva sembrare ridicolo, frivolo, e forse in un periodo più stabile della sua vita se ne sarebbe interessato poco di una banale corsa. Eppure di quei tempi la sua testa era invasa da burocrazia, economia, filosofia, e cento altri fattori da considerare finché voleva costruire e non distruggere.

    Al guanto di sfida di Sachiko, realizzò che gli era mancato smantellare qualcuno senza girarci attorno.

    Per la prima volta incominciò a studiare davvero il corpo e le forme della donna. Non se ne era curato quando l'aveva sulle cosce o in mano, eppure adesso gli serviva giudicare le sue probabili capacità fisiche.

    Gli aveva dimostrato di essere più forte senza manco sforzarsi, e pareva avere gambe e cosce ben allenate, si teneva in forma. Ciò bastò a convincere Gabriel che non l'avrebbe superata in una pura competizione fisica. Lui era tutt'altro che atletico, ogni suo sforzo muscolare in combattimento era accompagnato da Tainted Love... Inutilizzabile in pubblico.

    Sachiko partì all'assalto ridendo, sfrecciando a piedi scalzi tra una folla confusa e imbarazzata, con Gabriel alle spalle che non avrebbe mai colmato il netto svantaggio biologico...

    Se fosse stato un perdente, forse.

    Nessuna vittoria è inarrivabile, nessun ostacolo è insormontabile, per una mente lucida, creativa, e libera da ogni scomoda imposizione sociale. L'intelligenza ammetteva di esser troppo lento, la saggezza comprendeva quella non fosse una gara di velocità.

    Di fatti mentre lei se la rideva, una figura rosa avrebbe invaso la sua visione periferica sfrecciandole al fianco, coronata da una testa blu che s'innalzava sopra ogni altra. Stava mangiando polvere.

    Com'era possibile?

    Elementare: Al contrario di lei, non doveva contendere con alcun ostacolo, non andava in zig-zag tra le persone, non rallentava pur d'evadere lo schianto con qualche spalla, operazioni per lei rese ulteriormente complesse dalla sua scoordinazione alcolica... Lui correva sulla ringhiera. In bilico tra il ponte e il fiume sotto.

    E gli era garantito tutto lo spazio necessario a restare in equilibrio, siccome la folla prendeva un passo di distanza dal "tizio strambo" che non attraversava "come si dovrebbe".

    Gabriel trascurava il giudizio altrui, e grazie a ciò aveva superato ogni limite impostogli dalle sue gambe, in quella sfida.

    Prese abbastanza vantaggio da permettersi un breve istante in cui girarsi, sorridere alla ragazza, e rivolgerle una giocosa linguaccia.
    Single | Vigilante | Livello IX
    Don't cry because it's over,
    smile because it's someone else's problem now.
    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Air Breather Expert

    Group
    Yuuei Student
    Posts
    720
    Location
    Palermo

    Status
    Offline
    mQisBS0

    Vigilante » Scheda » Quirk


    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Sakiko Yumeno, venticinque anni, cantante, attrice e celebrità di discreto livello nazionale, correva scalza e ubriaca ridendo con fare sguaiato mentre faceva una goffa serie di slalom fra le persone attonite.

    Perché mai stava correndo a piedi nudi come un invasata nel bel mezzo di una strada pubblica gremita di gente?

    Insomma quella era una domanda piuttosto carica che avrebbe richiesto tante spiegazioni e magari una paio di sedute di terapia.
    Ma la domanda più fondamentale era: perché stava correndo?

    Sakiko ovviamente non era del tutto conscia della motivazione.

    Sapeva solo che nel momento in cui si era affacciata su quella strada infestata da coppiette amorose aveva sentito come una stretta alla bocca dello stomaco.
    Mentre organizzava il grande piano romantico per quell’appuntamento di San Valentino, Sakiko era stata entusiasta di trovare quella “perfetta” location romantica per passeggiare con Morrigan.

    Ma adesso che si trovava lì senza di lei quella vista le sembrò come di sentire uno squarcio aprirsi nella pancia. Sentì come un buco nero nell’addome che aspirava ansia e tensione dritto nel suo stomaco. Un onda di rancore e rabbia per un secondo la pervase: rabbia nel vedere tutte quelle coppiette felici mentre lei era stata lasciata sola, rabbia contro Morrigan che l’aveva bidonata e rabbia verso se stessa che le aveva permesso di farlo.

    Seguì un senso di pesantezza e nausea… e il viscerale impulso di scappare. Scappare da quella sgradevole sensazione. Scappare da quella umiliante situazione. Scappare da quella… relazione.

    Relazione? L’aveva davvero pensato?

    Un misto di senso di colpa e stupore le strinse il petto. Erano davvero arrivate a quel punto? Insomma, effettivamente non poteva onestamente davvero dire “arrivate”. Morrigan sembrava rimasta sempre stoica sulla sua posizione di partenza. Era lei che aveva progressivamente portato avanti quel miraggio di relazione con compromessi e giustificazioni.
    Quindi era più giusto chiedere se lei era davvero arrivata a quel punto? Aveva raggiunto il suo limite?
    Aveva superato il limite della sopportazione? E cosa significava?
    Che non aveva abbastanza pazienza e forza di volontà per riuscire a far funzionare quel rapporto? O che ne aveva già sprecato troppo per una relazione che sembrava funzionare solo nella sua testa?


    Questi quesiti portavano potenzialmente con se risposte che Sakiko non era disposta a dare o a sentire. Non voleva meditare sulle implicazioni e le conseguenze che ne potevano scaturire. Non la dannata sera di San Valentino.
    Voleva continuare ad evadere la sgradevole realtà e fluttuare il resto della serata sull’onda della propria ebbrezza alcolica.
    Ma purtroppo poteva sentire già gli effetti dell’alcool cominciare ad evaporare per lasciare spazio a sobrietà e lucidità che l’avrebbero costretta ad affrontare con razionalità la propria condizione.
    Sakiko però si aggrappò alla propria ebbrezza come un ragazzino si aggrappa alle proprie coperte nella disperata speranza che nessuno gliele strappi di dosso per mandarlo a scuola.

    Per questo Sakiko iniziò a correre.

    Chiaramente non era particolarmente interessata alla competizione in se – sicuramente non era neanche lontanamente determinata a vincere quella gara improvvisata quanto lo fosse Gabriel.
    Lei voleva solo correre, giocare e divertirsi e far finta che quello fosse tutto ciò che le interessasse nella vita in quel momento.

    Non riflette nemmeno sulla possibilità che Gabriel possa semplicemente ignorare la sua sfida e che lei stia correndo da sola contro il vento.
    Ma rimane decisamente stupefatta quando vede l’uomo dai capelli azzurri fare capolino sul suo fianco… correndo in equilibrio sulla ringhiera del ponte.
    È una vista cosi inaspettata e assurda che persino la sua mente poco lucida non può che rimanerne sbigottita e momentaneamente rapita.

    Cosa che si rivelò un errore, poiché mentre la ragazza teneva lo sguardo sul suo avversario ovviamente non poteva guardare di fronte a se dove avrebbe visto una coppia che camminava a passo lento.
    La ragazza s’avvede troppo tardi dell’ostacolo e non riesce arrestarsi in tempo – ma con una goffa virata dell’ultimo secondo riesce ad evitare l’impatto con due innamorati che neanche s’accorgono di essere stati quasi placcati alle spalle.
    Il maldestro cambio di direzione in corsa però fa ovviamente sbilanciare Sakiko che finisce per ruzzolare e spanciarsi a terra in maniera poco cerimoniosa.

    A quel punto la ragazza si sarebbe potuta fermare lì.
    Ma invece si alzò puntando lo sguardo verso il proprio avversario in corsa con espressione determinata e senza fiatare e tanto meno piagnucolare per la caduta la ragazza si lancia all’inseguimento con più fervore di prima.
    La ragazza non sembra nemmeno notare il sangue che le colava adesso lungo la gamba dal ginocchio destro che si era sbucciata nella caduta. Porta invece una mano dietro la nuca e scioglie la coda di cavallo che legava la sua chioma bionda.

    La ragazza si lancia ad una corsa a perdifiato. Sente l’aria fredda pizzicarle le guancie arrossate. I propri capelli adesso sciolti correrle dietro come una scia dorata. Le piante soffici dei piedi scalzi battere energicamente contro il ruvido e freddo pavimento mattonato.

    E sente squillare una risata sguaiata. La propria.
    Era il suono spregiudicato del divertimento. Un divertimento puro, semplice, senza complicazioni o compromessi. Il tipo di divertimento che normalmente solo i bambini potevano concedersi.

    Perchè stava correndo? Perchè era divertente e voleva correre.

    …ma a prescindere dalla gioiosa epifania e dall’impegno che la ragazza avesse messo per recuperare Gabriel, l’esito della gara era già ovviamente deciso. La ragazza raggiunse l’uomo alla metà prestabilita con il fiatone e si piegò in avanti ansimando.
    «Hai… anf… imbrogliato.» – accusò eventualmente quando riuscì a riprendere abbastanza fiato da poter scandire delle parole. Ma malgrado quella oltraggiosa accusa Sakiko portava sul viso arrossato dallo sforzo un ampio sorriso divertito che suggeriva in maniera abbastanza esplicita che la ragazza non era effettivamente contrariata dalla cosa.

    A prova di ciò incalzò «Adesso… anf… rifacciamo. Ma corro… anf… io sulla ringhiera…» – deliberò in maniera arbitraria e prima che Gabriel potesse formulare alcuna replica la ragazza cercò già di issarsi sulla ringhiera con fare maldestro rimanendo momentaneamente in bilico sulla pancia e scalciando con le gambe a mezz’aria per cercare di darsi una spinta.





    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Normale | Peso 0/4 | Energia 300 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90



    I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpf


    SPOILER (click to view)
    Rinnovo le mie scuse per il mio ritardo prolungato. Grazie per la pazienza e la comprensione . w .
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Villain
    Posts
    13,826

    Status
    Anonymous
    Gabriel Daystar
    YeiFwmw
    Poteva dirsi... Contento? Forse era un aggettivo troppo forte. Però lì in corsa sulla ringhiera, linguaccia estesa in segno di vittoria, era davvero a proprio agio. Vincere era il suo passatempo preferito e si stava divertendo a farlo.

    Per quello fu particolarmente doloroso quando il suo corpo agì di conto proprio, e l'universo provvide a disfare anche i piccoli rari momenti di gloria rimasti a Gabriel.

    Al disastroso tuffo di Sachiko avrebbe dovuto saltare di gioia, celebrare con una sonora risata beffarda, e raggiungere il traguardo in piroetta. In una sfida, nulla fa felici quanto il fallimento dell'avversario.

    E invece vederla crollare gli tolse il sorriso di volto, stavolta che non vi era stato lui a sorreggerla e risparmiarle la botta. Pensò che forse non avrebbe dovuto abbandonare il suo fianco così facilmente e lasciarla in balia delle sue vulnerabilità.

    Per quanto avrebbe voluto approfittarsi della caduta e cementare ulteriormente la propria supremazia... Si fermò lì dov'era, aspettando che la donna confermasse di non essersi sfasciata.

    E come ad aggiungere danno alla beffa, quando lei si alzò, lui realizzò d'aver trattenuto il respiro per qualche momento, esalandolo con sollievo soltanto ora. Che scena disgraziata. Non era il momento di preoccuparsi per il suo avversario, anche in un giochetto banale come quello, aveva reso amaro il divertimento.

    Che razza di priorità sbilanciate stava esprimendo?

    In ogni caso aveva ancora abbastanza buonsenso da infliggerle una devastazione assoluta in quella sfida, riprendendo a correre quando anche lei ripartì, e giungendo al traguardo con un sano balzo dalla ringhiera ben prima della bionda.

    Accolse il suo arrivo con le mani ai fianchi e tanto orgoglio in volto. Si ergeva sopra di lei immacolato e fresco, l'opposto della donna scompigliata e spremuta.

    « Certo che ho imbrogliato~ Dove sarebbe il divertimento sennò? ♥ ​»

    Gabriel era contento anche per lei, probabilmente. Nella sconfitta e nelle circostanze generali della notata, comunque aveva trovato il modo di ridere e divertirsi, sia in quell'assurda sfida che nel tragitto in macchina.

    Doveva renderle merito, la follia dell'amore portava sempre con se l'illusione della delusione, ma lei stava gestendo ciò con più dignità del vecchio Hisoka. Forse c'era speranza per la sua guarigione.


    Anche se non poteva incoraggiare tutto quel che la tua testolina ideava.

    « Woah, woah, woah. Wait a second. ​»

    Sachiko aveva dato dimostrazione di serie lacune riguardo l'equilibrio, mancanze che potevano diventare suicide se le avesse permesso di salire su quella ringhiera. Quindi intervenne, tirandola giù come fosse il genitore di una bambina iperattiva.

    ...Ma al contrario di un padre responsabile, Gabriel non sarebbe mai stato una buona influenza, su nessuno.

    « Se devi farlo almeno facciamolo per bene ♠ ​»

    Con un salto tornò sulla ringhiera. La superficie era piatta e abbastanza larga da accomodare un piede intero, correrci poteva essere ostico per una ragazza nelle sue condizioni, ma camminarci un passo alla volta era fattibile, con qualche aiutino.

    E infatti le pose una mano, invitandola ad issarsi per raggiungerlo lì sopra.

    « Avevi in piano una camminata romantica per il ponte, no? ​»

    Fosse salita sulla ringhiera con lui non avrebbe lasciato andare la sua mano. L'avrebbe stretta con fare delicato, simile alla presa sul proprio compagno di danza. E lì in bilico avrebbero danzato col pericolo.

    « Non so te, ma essere una sardina in mezzo alle coppiette non mi va a genio. Quassù abbiamo tutto lo spazio che vogliamo ♦ ​»

    Seppur magari non la privacy, viste le occhiatacce di chi passava lì vicino e li giudicava aspramente come due rincitrulliti, o magari due imminenti suicidi alla Romeo e Giulietta.

    Ma Sachiko non aveva da temere finché l'avesse tenuto per mano e avesse seguito i suoi movimenti equilibrati. Per ogni suo passo indietro lei avrebbe potuto fare un passo in avanti... Somigliava forse ad un trust exercise.

    Peccato che Gabriel – come già evidenziato – imbrogliava sempre. Aveva impresso alla felpa della ragazza e alle sue carni stesse una carica esplosiva direzionale, pronte a portarla in salvo nel peggiore dei casi.

    Questo però lei non lo sapeva.

    « Di cosa si parla solitamente nelle passeggiate a San Valentino? L'unico appuntamento che abbia mai avuto è stato in una fioreria, dove lei ha speso la maggior parte del tempo a flirtare con un mio amico. Mi manca la tua esperienza, temo ♣ ​»
    Single | Vigilante | Livello IX
    Don't cry because it's over,
    smile because it's someone else's problem now.
    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Air Breather Expert

    Group
    Yuuei Student
    Posts
    720
    Location
    Palermo

    Status
    Offline
    mQisBS0

    Vigilante » Scheda » Quirk


    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Alla sfacciata professione d’impenitenza che Gabriel esibì di fronte all’accusa d’imbroglio, Sakiko replicò con una dotta citazione che avevano adoperato molti altri prima di lei. Altri che si erano trovati come lei beffati nella frustrazione della sconfitta e mancanti di parole più sagaci.

    «Gne gne gne – scimmiottò quindi infantilmente la ragazza accompagnando le somme parole con una solenne pernacchia.
    Sudata e ansimante, Sakiko però si mostrò più che motivata a reclamare la rivincita e riscattare il suo onore di corritrice scalza. Più piena di foga che buon senso la bionda si apprestò ad issarsi sulla ringhiera sulla quale Gabriel stava ancora appollaiato.

    La ragazza sì issò imprudentemente sull’addome scalciando in aria e quasi proiettandosi direttamente dall’altro lato della ringhiera dove l’avrebbe aspettata una breve caduta nel fiume gelato. Fortunatamente Gabriel la bloccò in tempo per risparmiarle il bagno fuori programma.

    Nonostante ciò l’uomo non sembrò intenzionato a scoraggiare la pericolosa iniziativa di Sakiko andando perfino ad offrirle una mano per salire su cosi da limitare il rischio di ribaltamenti.
    La bionda inizialmente indisposta dall’interferenza lanciò prima un occhiataccia a Gabriel nella quale si poteva leggere facilmente il pensiero “Ce la potevo fare da sola” a dispetto della palese realtà dei fatti.
    La ragazza però accettò comunque l’aiuto offerto e aggrappandosi alla mano dell’uomo riuscì finalmente a tirarsi in piedi sulla ringhiera – giusto dondolando leggermente in avanti con il busto per bilanciarsi.

    A quel punto Sakiko avrebbe constatato che chiaramente sarebbe stato difficile correre in due sulla stessa ringhiera e che l’aiuto di Gabriel non era esattamente in linea con la sua idea. Ma prima che lei potesse formulare a voce questa constatazione l’uomo l’anticipo con una controproposta. Invece di correre Gabriel invece le propose semplicemente di passeggiare. Una passeggiata romantica, disse.

    Alla menzione di quella parola il volto di Sakiko si corrugò con un piccola smorfia e improvvisamente tutta la sua foga competitiva si spense. Lo sguardo della ragazza si posò sul fiume di coppie che marciava di fronte a loro. Alcune coppiette palesemente evitando di guardarli, altre più curiose perfino soffermandosi ad osservarli come se pensassero che si trattasse una specie di spettacolino improvvisato.

    Quando Gabriel le rammentò la “passeggiata romantica” che aveva originariamente progettato la ragazza si ritrovò nuovamente a confrontare la realtà che nel breve ebbrezza del gioco aveva, seppur per un breve momento, beatamente dimenticato.
    Di colpo la ragazza sentì la stanchezza della corsa farsi più pesante. Un senso di spossamento e vertigine l’assalì e improvvisamente l’idea di correre sopra una ringhiera non le sembrò più l’idea geniale che le era sembrata qualche momento prima.

    Sakiko sospirò con fare rassegnato e scosse la testa. «Ripensadoci… penso che preferirei sedermi un po’ se non ti dispiace.» – suggerì con tono piatto. Nel suo sguardo, la scintilla fanciullesca alimentata dall’ebbrezza alcolica sembrava essersi spenta. Adesso i suoi occhi apparivano colmi di malinconica lucidità.
    La ragazza quindi, sempre con fare un po’ goffo e maldestro, si accomodò a sedere sulla ringhiera – volgendo il suo sguardo al fiume perché preferiva volgere le spalle a quella parata di romanticismo che stava percorrendo il ponte a dispetto dello strazio che lei portava in cuore.

    A quel punto Gabriel le condivise la sua sfortunata prima e unica esperienza di appuntamento. Un esperienza che a quanto descriveva doveva essere stata piuttosto deludente per lui e l’uomo sottolineo che non vantava molta esperienza in merito al contrario di lei.

    A questa affermazione Sakiko gli volse un occhiata perplessa e stranita, quasi come per un momento stesse dubitando di essere lei quella ubriaca dei due «Ti sembra davvero che io abbia molta esperienza?» - chiese retoricamente implicando che se fosse in alcun modo esperta in materia probabilmente non in quel momento non si starebbe smaltendo una sbronza, seduta sulla ringhiera di un ponte, scalza e con un ginocchio sanguinante, in compagnia di un estraneo conosciuto al bar la sera di San Valentino.

    La ragazza sbuffò concedendosi una cinica mezza risatina amareggiata «Le uniche storie d’amore di cui sono esperta sono quelle immaginarie che vivono nella mia testa.» – proclamò schiettamente.

    «A dirla tutta, questa doveva essere la prima volta che festeggiavo San Valentino… come una coppia. O almeno avrei voluto – constatò con fare rassegnato – «Per questo mi sono impegnata per cercare di renderlo il più… speciale possibile. Desideravo davvero renderla un esperienza come quella dei film, sai?» – spiegò poi sbuffando scetticamente alla propria ingenuità.

    Sakiko si afflosciò un po’ in avanti puntando lo sguardo ai propri piedi dondolanti, lasciando che la cascata di capelli dorati le coprisse un po’ il volto. Poi volse lo sguardo verso Gabriel, gonfiò le guancie e soffiò via una ciocca per liberarsi la vista. I suoi occhi verdi sembrarono scrutare attentamente la figura di Gabriel come se lo stesse guardando davvero per la prima volta.
    «Quella ragazza… La tizia del fioraio. È lei la persona che ti ha tralasciato e di cui hai voluto vendicarti?» – chiese infine, mostrando che sebbene non fosse in condizione lucida la ragazza aveva comunque assimilato buona parte di ciò che le aveva detto durante la serata.





    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Normale | Peso 0/4 | Energia 300 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90



    I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Villain
    Posts
    13,826

    Status
    Anonymous
    Non ho scuse per questo ritardo :sadbunny:

    Avvisai dell'assenza ma pensavo sarebbe stata molto più breve, poi ho guardato con errore mentre si è protratta fino a sto punto.

    Gabriel Daystar
    YeiFwmw
    Francamente, Gabriel si fidava meno a lasciarla ferma seduta sulla ringhiera piuttosto che in bilico ma sotto la sua guida. Le avrebbe potuto fare da offset all'ubriachezza.

    Ma l'idea di una passeggiatina romantica l'aveva apparentemente contrariata, unito poi all'alcool nel suo sistema che si faceva più passivo, l'azzurro temeva la parte spensierata di quella sera fosse finita lì.

    Ora doveva sorbirsi la sua depressione post-bevuta.

    Non si sarebbe fatto trascinare giù con Sachiko, tuttavia. Lei era crollata d'improvviso in malinconia eppure lui ancora godeva dell'hype dell'inaspettata sfida di prima, era iperattivo, come un bambino a cui era stato dato il dolcetto di troppo e ora non riusciva a stare fermo.

    « È proprio la notte delle prime volte, ora so come ci si senta al rifiuto delle proprie avance ♥ ​»

    Ovviamente era poco serio, si esprimeva con tono spensierato mentre si muoveva a passettini saltellanti avanti e indietro sulla ringhiera, piroettando, dondolandosi, canticchiando. Era davvero a suo agio, ricordava qualche principessa fiabesca in danza tra gli animali del bosco magico... Eccetto che tale tranquillità – per lui – era tratta dall'essere a un passo falso da una rovinosa caduta. La diceva lunga sulle priorità dell'ex-Villain.

    Intanto la bionda si addentrava sempre più in un piccolo nido di melodramma. Gli aveva confessato nemmeno per lei fossero acque navigatissime quelle dell'amore, seppur avesse ben più esperienza di lui.

    Quel che le sfuggiva, però, era che il danno se lo fosse fatto da sola. Tutte quelle ridicole "storie d'amore" da cui prendeva ispirazione le avevano in realtà lavato il cervello.

    « Finché tenti di piegare una situazione per combaciare alle tue aspettative, non sarai mai soddisfatta~ Quel che rende interessanti le nuove esperienze sono proprio le sorprese e gli imprevisti. Sarebbe noioso se tutto andasse secondo i piani ♣ ​»

    Sachiko raccoglieva ciò che aveva seminato. Darsi standard così rigidi, così inverosimili, non faceva altro se non evidenziare le imperfezioni del mondo reale. Chi vive seguendo un sogno studiato a tavolino si perderà sempre le opportunità più inaspettate.

    « ...Anch'io ne sono stato colpevole. Da un certo punto di vista comprendo la "tizia del fioraio". Cercai d'infilarla in un ruolo che non le si addiceva, perché ero io ad averne bisogno. ​»

    Mai con la filosofia sdolcinata della bionda, eppure comprendeva in parte i suoi sentimenti proprio perché c'era caduto lui stesso. Sotto il falso stendardo dell'amore tentò di utilizzare Morrigan per riempire un vuoto dentro se, mentendo a se stesso, poi a lei, pur d'allestire al meglio quella triste recita.

    « Ci saremmo entrambi risparmiati un sacco di problemi se non mi fossi mai illuso che lei potesse vedermi come io vedevo lei. ​»

    Finalmente terminò la performance d'equilibrista, in un paio di passi tornò al fianco di Sachiko e scese al suo livello con uno squat, guardandola negli occhi.

    « Ma soprattutto è noioso sprecare tutte quelle energie verso qualcuno che non fa lo stesso per te ♦ ​»
    Single | Vigilante | Livello IX
    Don't cry because it's over,
    smile because it's someone else's problem now.
    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Air Breather Expert

    Group
    Yuuei Student
    Posts
    720
    Location
    Palermo

    Status
    Offline
    mQisBS0

    Vigilante » Scheda » Quirk


    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Sakiko appariva ormai completamente assorta dal suo nuovo mood da sbornia. Teneva uno sguardo malinconico fisso sull’acqua scura che scorreva in fondo al ponte con espressione meditabonda quasi come se stesse valutando di saltarci dentro o meno. Fra le dita di una mano stringeva la fibbia delle sue eleganti quanto scomode scarpe con il tacco abbastanza lungo da poter essere registrato come arma da corpo a corpo, lasciandole penzolare senza molta cura accanto alle gambe che dondolavano ritmicamente. Dal ginocchio della gamba destra era colato un piccolo rivolo di sangue che era scivolato ormai fino all’altezza del polpaccio dove era ormai si era seccato e indurito come un rivolo di resina scura.

    La ragazza volse gli occhi del color dell’erba appena tagliata verso Gabriel quando questo lamentò ironicamente l’essere stato rifiutato – a suo dire per la prima volta.
    Sakiko lo scrutò con espressione apparentemente seria per qualche secondo, dando l’impressione che stesse prendendo troppo seriamente la battuta dell’uomo. Poi sporse le labbra in avanti come per dare un bacio, ma dalle labbra fece però capolino anche la lingua che subito vibrò rispondendo invece con una sonora pernacchia.

    «Colpa tua che non ascolti. Te l’ho detto che non sono quel tipo di ragazza.” – lo rimproverò in aggiunta per poi incalzare – «E non dovresti fare avances a ragazze sole e affrante la sera di San Valentino. Approfittarne è disdicevole, specie per un angelo.”
    Il tono della sua voce e la riduzione dei biascicamenti davano l’impressione che la ragazza avesse ormai ritrovato la sua ordinaria lucidità, ma dalle sue parole e da una certa luce nel suo sguardo si poteva intuire che in lei bruciava ancora di ebbrezza e disinibizione alcolica che le scioglieva la lingua.

    La bionda seguì comunque ad ascoltare senza interrompere il discorso di Gabriel che presumibilmente doveva fungere in parte da monito in parte da consiglio. Gli prestò la sua quieta attenzione giusto occasionalmente spostando lo sguardo sui propri piedi scalzi dondolanti. Dietro di loro la parata di innamorati continuava a procedere con giusto pochi curiosi che si soffermavano ad osservare la coppia di strambi appollaiata sulla ringhiera del ponte. Era solo questione di tempo prima che qualche curioso con troppo senso civile decidesse di intervenire chiamando la polizia.
    Decisamente non sarebbe stato l’ideale per la giovane celebrità. Sarebbe stato relativamente ironico che si facesse arrestare per ubriachezza molesta dopo aver passato più di un anno ad eludere le autorità durante le sue attività da vigilante.

    Quando Gabriel sembrò concluso il suo discorso basato sulla propria esperienza romantica che sembrava palesemente essere stata piuttosto disfunzionale e insoddisfacente, Sakiko sbuffò con la bocca verso l’alto per spostare una ciocca di capelli biondi che le era scivolata di fronte agli occhi mostrando un espressione indisposta.
    «Io non ho mai cercato di piegare nulla. Non ho mai preteso nulla da… da…» – piccata nella foga indugiò nel rammentare il nome fittizio che aveva inventato – «Da Momotaro. Non sono stata cosi ingenua da aspettarmi che ricambiasse automaticamente allo stesso modo. Non è mai stato questo il problema per me…» – spiegò lamentosamente.
    Si piegò con il busto in avanti quasi come se avesse deciso finalmente di lanciarsi per una gelida nuotata nel fiume, ma si resse con le braccia alla ringhiera cosi da non cadere.

    «Il problema è che io so cosa provo per Momotaro e cosa desidero dal nostro rapporto, ma non ho idea che cosa provi Momotaro e se voglia la stessa cosa che voglio io.» – rivelò con un mormorio sospirato – «So che tiene a me. Ma penso che abbia paura di impegnarsi e rendere ufficiale il nostro rapporto. È come se avesse allergia all’idea di impegnarsi in una relazione seria. Come se la cosa potesse essere una minaccia alla sua libertà.» – considerò ad alta voce.
    Si tirò nuovamente su con il busto reclinandosi all’indietro e alzando la testa verso il cielo «Non direi che sia stato mai noioso per me. Ma è diventato… stancante.» – ammise con riluttanza fissando il cielo. «Sono stanca di vivere con questo senso di bilico continuo. Stanca di essere in costante attesa che mi dia il ben servito o che finalmente decida di rispondere ai miei sentimenti. Stanca di faticare per due per far funzionare una relazione a metà.»
    Inclinò la testa di lato verso Gabriel e il suo sguardo sembrò posarsi su di lui per un momento ma poi si allungò verso la skyline della città alle sue spalle dove qualcosa di specifico attiro la sua attenzione. «È come quella torre.» – disse indicando approssimativamente la torre di Tokyo visibile nel centro della città con un piccolo movimento del mento – «La parte finale del mio programma di stasera prevedeva che andassimo lì e scalassimo insieme i seicento gradini che portano in cima alla torre. Pensavo che sarebbe stato modo simbolico per provare che possiamo superare le difficoltà insieme, insomma…» – spiegò con fare incerto. L’idea sembrava molto più sensata quanto non doveva spiegarla ad alta voce.
    «Momotaro non avrebbe mai scalato quei seicento gradini. A mala pena probabilmente avrebbe accettato di superare la prima rampa probabilmente.» Considerò ad alta voce fissando le luci segnaletiche intermittenti della torre quasi come ipnotizzata per poi continuare – «Ma io ero disposta anche a portarla in braccio fino in cima se fosse stato necessario.»
    Gabriel probabilmente avrebbe pensato che si trattasse di una esagerazione figurativa e non avrebbe potuto immaginare che Sakiko in realtà aveva preso in assolutamente seria considerazione di portare Momo in cima usando il suo Quirk se fosse stato necessario.

    Sakiko spostò lo sguardo dalla torre e lo portò ad incontrare quello di Gabriel «Ma stasera ho realizzato quanto sarebbe stato sbagliato e ironicamente quanto bene simbolizzi la nostra relazione. Potrei benissimo continuare a portare di peso Momotaro per far funzionare la cosa, ma anche se lo facessi non avrebbe alcun valore. Forse avevi ragione… Sto piegando qualcosa per funzionare questa relazione. Non piegavo le aspettative ma me stessa– concluse in un momento di lucidità epifanica.
    «Ho piegato i miei desideri e le mie necessità aspettando di ricevere una qualunque risposta. Ma penso che sia il momento di trovare quella risposta da sola.»
    In quel momento gli occhi verdi della ragazza non avrebbero avuto più il colore di flebile erba tagliata trasportata dal vento. A risplendere nello sguardo della ragazza era il verde lucente da scaglie di drago temprate dal fuoco. Brillanti e impenetrabili.

    Sakiko Yumeno non era una semplice ragazza romantica.
    Sakiko Yumeno era una ragazza risolutamente romantica.

    Sakiko Yumeno credeva nell’amore anche quando questo le causava sofferenza e angoscia.
    Anche quando l’amore che provava la feriva non lo rinnegava ne lo rifuggiva.
    L'amore viveva in lei come il fuoco che vive in una fornace.
    Indomito e incandescente le bruciava nel petto e lei persisteva ad alimentarlo e di ritorno questo alimentava lei.


    Questa realizzazione portò un sorriso placido e sereno sulla bocca della ragazza.

    A quel punto sollevò la mano e la poggiò delicatamente a toccare la guancia di Gabriel. Non un gesto romantico quanto più compassionevole e materno. Anche se l’uomo cercava di ostentare disinvoltura e indifferenza nei confronti della sua delusione amorosa, nelle sue parole Sakiko percepì profondo disappunto e delusione dalla cicatrice che questa gli aveva causato. Una cicatrice che l’uomo si sforzava di ignorare e nascondere, ma che probabilmente l’avrebbe accompagnato per tutta la vita.

    «Mi spiace che tu abbia sofferto seguendo il tuo cuore. Ma non dovresti rinnegare quello che hai provato. A prescindere da come finirà io non rimpiangerò nemmeno un momento che ho amato quella persona. L’amore che ho provato è sempre stato puro e genuino e mi ha portato felicità. Non rinnegherò quello che è stato e non mi priverò di provare quell’emozione per il futuro.»
    – proclamò voce quieta e calma, quasi bisbigliando come se gli stesse rivelando un segreto.

    E quello che aveva detto era essenzialmente vero.
    A prescindere da come sarebbe finita con Morrigan. A prescindere se la relazione si sarebbe salvata o sarebbe andata incontro ad una disastrosa rottura.
    Sakiko non avrebbe avuto rimpianti. Aveva amato Morrigan al meglio che poteva e non provava imbarazzo o pentimento nell’averlo fatto.

    Questo non significava che non avrebbe sofferto.
    No, questo no. La sofferenza faceva parte dell’amore cosi come il sangue faceva parte della nascita di una nuova vita.
    Ci sarebbero eventualmente stati pianti, imprecazioni, grida e magari anche qualche altra sbornia.
    Ma malgrado ciò il fuoco nel petto di Sakiko non si sarebbe spento finché il suo cuore non avrebbe smesso di battere. L’unica cosa che sarebbe cambiata e che avrebbe dovuto trovare qualcun altro con cui condividere quella fiamma.





    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Normale | Peso 0/4 | Energia 300 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90



    I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Villain
    Posts
    13,826

    Status
    Anonymous
    Nel mio fuso orario sono in ritardo solo di due ore :devil:

    Gabriel Daystar
    YeiFwmw
    Un paio di mesi prima – metà per diletto e metà come esperimento – acquistò un piccolo puzzle per gatti. Ne esistevano di vari tipi, con alla base lo stesso principio: risolvere il funzionamento di qualche meccanismo per ottenere lo snack all'interno.

    Al dinamico duo di Haley e Dempsey sottopose un alto tubo di plastica, separato al suo interno in diversi livelli, formanti piattaforme su cui giacevano gli spuntini. La soluzione risiedeva nell'usare le loro zampine per afferrare le maniglie ai lati, estraendo uno ad uno gli ostacoli finché i bocconcini non fossero liberi di uscire dal fondo.

    ...Lì guardò faticare con quel piccolo esercizio per innumerevoli minuti, che tuttavia gli sembrarono ore. Non perché fossero troppo stupidi per approcciare il problema, anzi, se avessero avuto zero speranze di riuscirci sin dall'inizio si sarebbe rassegnato subito. Ciò che rendeva frustrante quella scena era quanto vicini fossero alla risoluzione, senza mai connettere gli ultimi tasselli.

    Alla fine raggiunsero il cibo rovesciando l'intera struttura di prepotenza e disfandola finché non mollò il bottino.

    Il soliloquio tragico di Usachi gli fece lo stesso effetto. Tante volte si avvicinò al punto della questione, senza mai davvero toccarlo. Forse non doveva essere così severo però, erano giusto i passi di un pulcino appena schiuso.

    Proprio come i mici, anche lei raggiunse una soluzione accettabile seppur non risolvendo il quesito di base. Puntò il dito all'incongruenza delle loro personalità, alle circostanze del loro incontro, magari si sarebbe rivelata pure il tipo di donna da incolpare le stelle e i pianeti.

    Ancora non era pronta ad ammettere fosse l'intera questione ad essere marcia, piuttosto che una persona o l'altra.

    « Chissà che al prossimo San Valentino non avrai qualcuno disposto a scalare la Tokyo Tower al tuo fianco, mano nella mano, piuttosto che farsi trascinare controvoglia ♥ ​»

    Le sorrise, rassicurante, con spirito d'incoraggiamento.

    In verità aveva solo abbandonato la speranza che quella sera potesse farle da lezione. Ci avrebbe sbattuto la testa di nuovo. Gabriel poteva solo augurarle di finire in una relazione ideale, trovarsi il partner dei sogni... Così da realizzare che ricreare tale fiaba non le avrebbe dato la completezza che desiderava.

    Buona fortuna a lei, quindi. Così come si lasciava un bimbo toccasse il fornello, imparando una volta per tutte le conseguenze.

    « Basta che prima scarichi quell'altro peso morto. Forse è proprio la gente chiamata "Momo" ad essere problematica, perché sentirti parlare del tuo mi ricorda tristemente anche la mia. La cosa migliore che mi sia successa da quando l'ho incontrata è stata disconoscerla. ​»

    Lui non era annegato così a fondo nelle sdolcinatezze da riferirsi mai a Morrigan con quel soprannome, però l'aggiunta di Momotaro era il secondo data-point di un trend inquietante.

    E mentre fissava anche lui lo scorrere delle acque sotto al ponte – chiedendosi se avesse mai sentito di qualcuno in possesso di un nome simile ma di buon carattere – sentì un ormai familiare tocco al proprio volto.

    Anche tendendo alla sobrietà Sachiko non si era fatta meno manesca. Deduceva fosse semplicemente parte integrante del suo essere, e non colpa degli alcolici.

    « Don't worry~ Con tutto quel che ho da rimpiangere, questa non è tra le mie priorità, evito di sprecarci troppi pensieri ♠ ​»

    E scostò il tocco della donna dalla sua guancia, tranquillo e delicato, in modo da riflettere la calma certezza nelle sue convinzioni.

    Stava cercando di incoraggiarlo? Fargli da esempio, per dimostrare non bisognasse restare vittime d'amore? Agli occhi di Gabriel l'unica dimostrazione che gli stava dando era l'incapacità di certi individui d'imparare dai loro errori.

    « È anche discutibile se l'abbia mai davvero amata. Guardando te, se questo è amore, io stavo giusto provando un free trial ♦ ​»

    S'alzò dallo squat e tornò sulle mattonelle del ponte con un piccolo balzo all'indietro.

    « Quel vuoto che mi portò a lei l'ho riempito da un bel pezzo, con obiettivi e relazioni ben più reali, e indissolubili, finché ci sarò per proteggerli. ​»

    La determinazione negli occhi smeraldi di Sachiko si rifletteva in un'egual energia sul volto dell'azzurro. Anch'essi brillavano di sicurezza, seppur evidentemente i due avessero ritrovato il proprio equilibrio in direzioni opposte.

    Seguì poi una breve pausa. Gabriel si sporse in avanti, poggiò gli avambracci alla ringhiera, e portò lo sguardo dove aveva indicato prima la sua compagna.

    « ...Ora che ci penso, non ho mai salito la torre per i gradini. ​»
    Single | Vigilante | Livello IX
    Don't cry because it's over,
    smile because it's someone else's problem now.
    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Air Breather Expert

    Group
    Yuuei Student
    Posts
    720
    Location
    Palermo

    Status
    Offline
    mQisBS0

    Vigilante » Scheda » Quirk


    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    Per un breve momento, lì sul tortuoso confine fra lucidità ed ebbrezza, tutto sembrò più semplice e sensato. Per un breve momento Sakiko ebbe l’impressione di vedere le cose più chiaramente. Era come se ogni cosa fosse un tassello di un puzzle e lei riuscisse a vederne il quadro completo.

    Eventualmente questa epifanica apparente comprensione del tutto sarebbe evaporata con i postumi della sbornia. Tutta la sua nirvanica risoluzione si sarebbe dissolta nell’aria come la condensa del suo respiro nella cruda e fredda aria di Febbraio.
    Nelle sue offuscate rimembranze del dopo sbornia avrebbe perso il ricordo di quella visione di forza e chiarezza, barattandola per una sgradevole nausea e un atroce mal di testa.

    Ma nonostante ciò, con un po’ di fortuna e un abbondante dose di caffè – avrebbe ricordato la sensazione. Avrebbe ricordato quel brivido di lucidità e il calore della serenità che per un momento aveva stretto fra le sue dita e che come una scarica aveva segnato il suo cuore.

    Il suo cuore avrebbe ricordato ciò che la sua testa avrebbe smarrito.

    In quel momento presente però quella nuova prospettiva di positività quanto meno aiutò la bionda a lasciarsi alle spalle il suo mood malinconico e ritrovare un po’ della sua giovialità alticcia. Abbastanza da farla ridacchiare all’ottimistico scenario che Gabriel le augurò per il prossimo San Valentino.
    “Sembra una cosa molto sdolcinata e ottimistica da dire da parte di uno che non crede nell’amore.” – lo pizzicò mostrando un accenno di acume e sagacia che sarebbe probabilmente apparso inaspettato da parte della bionda svampita.

    La bionda però sussultò leggermente e si fece istintivamente più tesa quando inaspettatamente l’uomo proferì il nome di Momo. Una breve scarica di panico invase per un istante la mente di Sakiko. Si trattava di una semplice coincidenza, no? Insomma sicuramente esistevano decine di ragazze che si facevano chiamare Momo lì a Tokyo. Perfino Sakiko che era sempre stata una schiappa in matematica anche da sobria poteva facilmente calcolare che le possibilità che si trattasse della stessa Momo erano ridicolmente improbabili. Inoltre da come Gabriel parlava della sua Momo sembrava una persona terribile e detestabile che sicuramente non poteva trattarsi della sua Morrigan.

    Ciò nonostante, un improvvisa sensazione di disagio e sospetto si insinuò nella testa della ragazza. Il suo sguardo andò a squadrare con più attenzione il viso di Gabriel e le sembrò di percepire un senso di familiarità. Un senso di deja vu - come se avesse l’impressione di averlo già conosciuto.

    Si scosse e cercò di convincersi che si trattasse solo della sua paranoia. Sentì l’impulso di approfondire la questione, ma sentendo un distinto presentimento a riguardo decise che almeno per quella sera preferiva non andare in cerca di ulteriori complicazioni. Dopo giusto un battito di esitazione alla fine Sakiko rispose rigidamente “Già… davvero una buffa coincidenza. Salvo che io non penso che il mio Momotaro sia una persona cosi orribile da doverla disconoscere. Il nostro rapporto non funziona… ma non penso che Momotaro abbia mai fatto nulla per nuocermi.” – concluse con convinzione, sentendo la necessità di ribadire che non provava alcun rancore verso Morrigan, ne alcun pentimento per quello che avevano passato insieme, nel bene o nel male.
    Gabriel seguì invece a ribadire come in retrospettiva la sua Momo fosse stata un capitolo trascurabile della sua vita che ormai aveva felicemente lasciato alle sue spalle. Sakiko aveva passato con lui solo un paio di ore di cui nemmeno la metà da lucida. Decisamente non abbastanza per poter capire se fosse sincero o se fosse solo qualcosa che diceva nella speranza che la bugia eventualmente diventasse una verità.

    Sakiko in ogni caso faticava già abbastanza a riflettere sulla propria disastrosa vita amorosa per potersi permettere di trarre conclusioni su quella di un tizio appena conosciuto.

    In ogni caso qualsiasi pensiero o ipotesi si fosse formulata nel suo cervello al riguardo, venne subito spazzata via quando l’uomo balzando giù dalla ringhiera si offrì in maniera implicita di accompagnarla lui stesso in cima alla torre.

    Sakiko presa di sorpresa strabuzzò per un momento per poi scoppiare a ridere. Dici sul serio? Per caso gli obbiettivi di cui parlavi includono anche assecondare gli assurdi capricci di una poveraccia ubriaca incontrata in un bar?” – chiese con una nota divertita nella voce – “O è qualcosa che dici a tutte le ragazze?”
    Dopo questo rimbecco scherzoso Sakiko però per un secondo prese in seria considerazione la proposta del suo “angelo soccorritore”. L’ebbrezza alcolica che le aveva permesso di trascinare se stessa e il povero Gabriel attraverso le prime due tappe del suo romantico itinerario senza sentire imbarazzo aveva ormai perso la sua magia. D’altro canto – concludere quella assurda serata in cima alla torre sembrava quel tipo di finale catartico che la ragazza con la passione per tutto ciò che era scenico e teatrale non poteva resistere, sobria o non sobria.

    Seguì ad imitare Gabriel, saltando giù dalla ringhiera a sua volta. Il suo atterraggio fu leggermente più goffo e barcollante ma riuscì a rimanere in piedi. “Ok, va bene! Che la nostra la avventura di San Valentino trovi la sua giusta conclusione sulla torre!” – rispose con fare pomposamente teatrale volto ad imitare quello di un avventuriero fantasy che si appresta ad affrontare l’ultima vetta che fa da ostacolo alla sua onorevole missione. Nella voce della ragazza si poté percepire nuovamente un distinto entusiasmo giocoso.

    “Ma… prima penso sia il caso mettermi delle scarpe adeguate.” – aggiunse puntando il suo sguardo v verso i propri piedi scalzi – “…e niente più chiacchiere sull’amore, romanticismo o affini.” – stabilì arbitrariamente come condizione. “Parliamo di roba più interessante… tipo qual è il tuo film preferito?”

    E da quella domanda ne sarebbe scaturita un'altra, e poi un'altra, e poi un'altra ancora, continuando ad oltranza. Dopo una breve sosta per indossare delle scarpe comode, Sakiko avrebbe piacevolmente passeggiato con Gabriel chiacchierando frivolamente di tutto e di niente ed eventualmente i due avrebbero raggiunto la cima della fatidica torre.





    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Normale | Peso 0/4 | Energia 300 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90



    I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpf


    SPOILER (click to view)
    Chiedo venia per il piccolo ritardo.
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Villain
    Posts
    13,826

    Status
    Anonymous
    Gabriel Daystar
    YeiFwmw
    Da quand'era sopravvissuto alle coltellate di Shinya e il tradimento di Hayato, gli sembrava che ogni conversazione, ogni incrocio con sconosciuti o volti noti, fossero solo nuovi modi per l'universo di metterlo sotto pressione. Era una pecorella smarrita che doveva imparare a tornare un lupo, e quelle erano le sue Fatiche.

    Però di recente cominciava a sentirsi più sicuro della propria identità. Prendeva decisioni pensando ad un chiaro traguardo, aveva lasciato alle proprie spalle i dubbi intrusivi di certe tentazioni maligne.

    L'incontro con Sachiko gliene aveva fatto prendere coscienza. Uno come lui non si sarebbe mai fatto trovare immischiato in una situazione "normale", eppure per i suoi standard si era goduto scambi interessanti con lei. Senza dover filosofeggiare sulla giustizia o difendere il proprio diritto d'esistere dall'impotenza altrui.

    Si sentiva tranquillo.

    « Hmmm~

    Non sono un appassionato dei film, se dovessi cercare un preferito, sarebbe uno tra i documentari di animali visti col mio coinquilino ♣ ​»


    Per questo le lasciò aperta l'opportunità di spendere ancora un po' di serata assieme. Chissà se un'atmosfera così inusuale e rilassata gli sarebbe mai ricapitata in quella forma, non gli sarebbe dispiaciuto prolungarla fino a che non gli avesse dato tutto ciò che poteva, piuttosto che tagliare corto il divertimento.

    « Ma probabilmente mi piacciono proprio per via della compagnia che avevo guardandoli. Se ripenso a certe scene, le affianco alle sue reazioni buffe o trash ♦ ​»

    Camminando le raccontò della stramba relazione tra lui e Akahito, e si finì pure a discutere dei suoi gatti, argomento su cui entrambi per la prima volta mostrarono lo stesso entusiasmo. Apprezzare i felini più dei miserabili cani era la via rapida per entrare nelle grazie dell'azzurro.

    Gli hobby più ampi della bionda erano distanti dal solito orticello di Gabriel. Musica ovviamente, ma anche cinematografia, fumetti, e il più ampio mondo "otaku". Consumare passivamente dell'intrattenimento non era mai stato nelle corde dell'ex-Villain, sentiva il bisogno di essere proattivo.

    Piuttosto le raccontò della sua lunga carriera da illusionista in una troupe internazionale, dove spesso s'improvvisava anche presentatore. Forse però avrebbero trovato nuovo territorio in comune quando le avrebbe detto che era uscito vincitore da dozzine di tornei nelle più svariate discipline: Scacchi, poker, mahjong, go, e ben altro, tra cui un paio di card-game più "nerd" di cui indubbiamente aveva sentito.

    Avrebbe voluto dire che si fossero trovati in cima senza manco accorgersene... Ma quegli scalini si fecero sentire quando manco erano ad un terzo della torre. L'aveva battuta in gara ma evidentemente Usachi era infinitamente più atletica e sprizzante di stamina in paragone a Gabriel. Le chiese se avesse alle spalle un background sportivo, o se stesse soltando pavoneggiando il proprio genoma superiore.

    L'azzurro era sicuro di poter stendere anche il campione nazionale di Yu-Gi-Oh al tavolo da gioco, ma nei cento metri avrebbe mangiato polvere anche contro l'ultimo classificato delle regionali scolastiche. O almeno, se avessero proibito le unicità.

    « Pheeeew~ Siamo sopravvissuti. Well, io sono sopravvissuto, tu non suderesti nemmeno se mi avessi portato su in braccio. ​»

    La skyline lì sopra era sporcata dalle teste di innumerevoli altre coppie che ebbero la stessa idea, così come ogni altra location romantica per tutta la città. Alla vera cima non poteva arrivare nessuno, perciò si facevano bastare l'osservatorio al chiuso, uno stanzone a mezza-luna dotato di un'intera parete vetrata su cui gli innamorati potevano spalmarsi e far selfie.

    Come prevedibile, Gabriel non sapeva cosa farne di se in un luogo talmente privo di stimoli, dalla sua prospettiva. L'unica utilità era il pretesto che gli aveva garantito del tempo con Sachiko raggiungendolo.

    « Congratulations, adventurer. You've fulfilled your quest ♠ ​»

    S'inchinò come un antico cavaliere, imitando l'intonazione fantasy assunta da lei alla partenza.

    « Suppongo le nostre strade si dividano qui. Spero di essere stato un buon sostituto di San Valentino. ​»

    Si aprì un piccolo gap davanti alle vetrata, dentro il quale i due potessero imbucarsi per affacciarsi alla città notturna senza gente tra i piedi.

    « ...A meno che tu non abbia voglia di rivederci prima o poi. Una serata con meno vomito, magari. ​»
    Single | Vigilante | Livello IX
    Don't cry because it's over,
    smile because it's someone else's problem now.
    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Air Breather Expert

    Group
    Yuuei Student
    Posts
    720
    Location
    Palermo

    Status
    Offline
    mQisBS0

    Vigilante » Scheda » Quirk


    Sakiko Yumeno

    Narrato - «Parlato»





    La passeggiata e la conseguente scalata della torre misero a giusta prova la endurance fisica di Sakiko – specie trovandosi in una condizione fisica non esattamente ottimale. Ma come notò anche Gabriel il suo corpo allenato e tenuto diligentemente in forma sormontò la stanchezza e la spossatezza di quella serata e riuscì a portarla alla meta con relativa facilità.
    I seicento scalini erano stati senza dubbio una sfida estenuante. La fronte della ragazza si era perlata di sudore e alcune delle sue ciocche di capelli biondi vi erano rimaste intrappolate.
    L’aspetto con Sakiko raggiunse la cima della torre al termine di quello che sarebbe dovuto essere un appuntamento romantico era drasticamente differente da quello con cui l’aveva cominciato.
    I capelli slegati, scompigliati. Ombre di trucco sbavato dal pianto ancora attorno agli occhi. Il suo bel vestito nero scollato adesso sporco e sgualcito. Sul ginocchio portava ancora i rivoletti di sangue ormai seccati. Le sue eleganti quanto scomode scarpe con il tacco rimpiazzate da comode scarpe da tennis viola.

    Le parole ironiche con cui Gabriel l’aveva accolta in cima alla torre forse erano più azzeccate di quel che sembrava. Più che una ragazza al termine di una romantica serata di San Valentino sembrava essere sopravvissuta a qualche epica avventura.
    Sakiko a posteriori non era sicura se la cosa avrebbe dovuta rattristarla o meno.

    Sicuramente la ragazza era sicuramente grata di essersi imbattuta in Gabriel. Quell’inusuale sconosciuto – che da bravo “angelo” si era preso la briga di prestarle supporto emotivo e accompagnarla fino all’ultima tappa del suo itinerario. Perfino scalando la masochistica quantità di scalini per arrivare in cima alla torre. Sakiko gli aveva detto che lui avrebbe anche potuto limitarsi a prendere l’ascensore e che apprezzava comunque il pensiero, ma l’uomo invece aveva perseverato ad arrancare con lei fino all’ultimo gradino.

    C’era probabilmente una qualche ironia simbolica nel pensare che Morrigan invece probabilmente si sarebbe rifiutata di andare oltre la prima rampa di scale.

    Sakiko si volse verso Gabriel con espressione giocosamente baldanzosa poggiando le mani sui fianchi in una posizione vagamente stoica “Ah! Te l’ho detto che sarei stata in grado di salire anche portandoti in braccio!” – e per enfatizzare la cosa alzò il braccio lateralmente piegandolo ad “L” per ostentare il bicipite non particolarmente impressionante, specie considerando che la ragazza sarebbe stata in grado di farlo solo grazie al suo quirk e non ai suoi muscoli.
    “A saperlo magari avrei fatto meglio a sfidarti per avere la mia rivincita. Ma forse è stato meglio cosi. Non penso che sarebbe il caso rischiare che tu ti mettessi a correre sulle ringhiere della torre.” – aggiunse in tono di scherzosa ripicca, ma dalla sua espressione si poteva scorgere un filo di effettiva preoccupazione. Istintivamente dal poco che aveva conosciuto del suo compagno di avventura aveva l’impressione che sarebbe stato più che capace di arrampicarsi per davvero sulle pareti della torre per vincere.
    Sakiko poi sbuffò quando Gabriel menzionò il futuro prossimo San Valentino “Sai, con tutte queste allusioni che fai potrei sospettare che tu ci stia davvero provando con me.” – lo punzecchiò con fare vagamente provocatorio. Anche se in parte pensava che sicuramente avrebbe avuto tutto più senso se lui si fosse preso la briga di assecondarla tutta la serata se il suo intento fosse stato quello di portarsela a letto. Seppure dubitava che nessuno con un minimo di buon senso avrebbe faticato e sopportato cosi tanto per quanto potesse essere disperato per una scopata.
    Il che rendeva più difficile capire cosa avesse motivato Gabriel a spingersi cosi tanto per una sconosciuta ubriaca. Si trattava solo di una semplice sindrome da buon samaritano? O forse c’era qualche motivazione che non riusciva a scorgere?


    La ragazza sospirò e si girò per dirigersi sulla balconata della torre che offriva una splendida vista sulla città di Tokyo. Un oceano di luci e stelle si diramava sotto di loro. Nelle strade e più popolate meglio illuminate era perfino possibile scorgere fiumi di persone che come formiche anche a quell’ora tarda ancora brulicavano in giro.
    Durante la scalata la ragazza aveva smaltito le ultime tracce di sbornia e aveva ritrovato a tutti gli effetti la sua piena lucidità. Fortunatamente a ciò non era seguito la sopraffazione di tristezza e malinconia che aveva temuto. La sua mente era a dispetto di tutto limpida e serena.
    In parte in merito alla compagnia di Gabriel che l’aveva intrattenuta per tutta il tutto tragitto conversando di tutto e di niente, spaziando fra vari argomenti nonostante i due non sembrassero avere molto in comune. Perfino mentre arrancava ansimando sui gradini della torre l’uomo aveva continuato a fare battute e scambiare botta e risposta con lei – riuscendo almeno in parte a distrarla e non farle pensare a Morrigan.

    Ma adesso di fronte a quel panorama nella mente di Sakiko emerse il volto della irlandese. Guardando la città dall’alto Sakiko non poté fare a meno di chiedersi se Morrigan fosse lì sotto da qualche parte. Se anche la stesse pensando come lei stava facendo adesso. Se sentisse rimorso o senso di colpa per non essersi presentata all’appuntamento. Se magari stesse guardando quella torre desiderando di essere lì con lei adesso.

    Ma la ragazza si scosse e respinse rancorosamente questi pensieri. Perché nessuno di questi pensieri valeva niente di fronte al semplice fatto che Morrigan non era lì con lei. Qualsiasi circostanza, motivazione o scusa potesse esserne la causa non avrebbe cambiato le cose. Tutto questo itinerario, tutto questo piano romantico che Sakiko si era impegnata a realizzare – avrebbe anche tranquillamente rinunciato a tutto ciò se Morrigan glil’avesse chiesto. Se le avesse chiesto di passare una placida serata a guardare pigramente qualche film in pigiama piuttosto, lei avrebbe acconsentito senza esitazione. Perché la cosa più importante sarebbe stata passare quella serata insieme.

    Ma Morrigan non aveva fatto nulla del genere. Non le aveva proposto nulla in alternativa.
    E alla fine l’aveva lasciata sola. Aveva scelto di lasciarla da sola.
    Morrigan aveva fatto la sua scelta. E forse era tempo che anche Sakiko facesse la sua.

    Sakiko aprì il palmo della mano e ancora una volta la voglia a forma di cuore su di esso si aprì e ne emerse un paio di braccialetti. Si tratta di braccialetti pregiati dall’aspetto sobrio ma elegante. Erano braccialetti ideati per essere indossati da una coppia in coordinato – un braccialetto per partner.
    Il piano originario di Sakiko voleva che qui in cima alla torre, al climax della loro serata romantica,
    avrebbe offerto uno dei braccialetti a Morrigan e tenere il gemello per se.

    Aveva pensato che sarebbe stato un modo romantico per suggellare l’impegno di entrambe per quella relazione. Sakiko aveva evitato di scegliere degli anelli perché sapeva che sarebbero sembrati troppo vincolanti per i gusti di Morrigan, ma in retrospettiva probabilmente agli occhi della irlandese anche quei braccialetti non sarebbero stati altro che un paio di manette.

    Sakiko rimase a guardare i due costosi braccialetti sul palmo della sua mano. Poi senza preavviso in uno scatto di rabbia, frustrazione e disappunto la scaraventò già con un potente lancio. Gli occhi smeraldini della ragazza seguirono i due braccialetti che scintillarono brevemente in volo prima di precipitare in qualche angolo buio e ignoto della città sottostante.

    A quel punto il petto della ragazza si gonfiò d’aria, Sakiko si piegò in avanti quasi come se si volesse scavalcare la ringhiera e lanciarsi di sotto appresso ai due braccialetti ma invece si aggrappò saldamente con le mani e a pieni polmoni urlò “FANCULO MOMO! SEI UNA STUPIDA E UNA CODARDA! STUPIDA! CODARDA!”
    Gli insulti echeggiarono per un attimo nell’aria prima di disperdersi nel brusio notturno della città sottostante. Sakiko rimase per qualche secondo immobile, ansimante, con la faccia riversa verso il basso nascosta dalla chioma bionda.

    Eventualmente si riprese da quello sfogo catartico e si volse verso Gabriel. Gli occhi lucidi ma il volto teso nello sforzo di contenersi e cercare di mostrarsi ancora serena e composta “Scusa per… lo sfogo. Non era come avevo programmato di finire questa serata ma ne avevo bisogno.” – la ragazza si sforzò di sorridere istintivamente per mostrare a Garbriel e forse anche a se stesse che nonostante tutto sarebbe stata bene. “Penso che sia il momento per questa Cenerentola di tornare a casa. La mia zucca probabilmente sta aspettando giù.” – aggiunse infine per comunicare che per lei era finalmente giunta l’ora di concludere la serata.

    Si sarebbero risparmiati le scale per il ritorno, optando invece per la più comoda e veloce discesa in ascensore. Durante la discesa Sakiko sarebbe stata piuttosto quieta e taciturna, chiaramente non più dell’umore per scambiare chiacchiere e frivolezze.

    Giunti al pianterreno, di fronte all’uscita della torre avrebbero trovato la zucca di Sakiko come lei aveva previsto. Ovviamente la zucca in questione era l’auto che li aveva già accompagnati al ponteggio e seguendo il programma originario adesso era qui per riportare Sakiko a casa. L’autista stava attendendo fuori dall’auto e vedendo i due arrivare si apprestò ad aprire il portello per far accomodare Sakiko.

    La ragazza però si soffermò per parlare con Gabriel. “Posso offrirti un passaggio a casa? Prometto che non ti costringo a fare altro karaoke.” – aggiunse scherzosamente per tranquillizzarlo e sdrammatizzare un po’ la situazione.

    Se Gabriel avesse accettato i due sarebbero saliti in macchina insieme e l’autista avrebbe fatto strada fino all’indirizzo indicatogli da Gabriel. Sakiko avrebbe continuato a rimanere piuttosto quieta, limitandosi per la maggior parte del tempo a fissare fuori dal finestrino con espressione stanca.

    Arrivati alla meta designata sarebbe quindi giunto il momento di congedarsi. Sakiko sarebbe uscita dall’auto insieme a Gabriel per porgergli l’ultimo saluto.

    Il viso della ragazza sarebbe apparso provato da tutte le vicende e le emozioni di quella serata. Ma a discapito di ciò la ragazza avrebbe rivolto a Gabriel un espressione di genuina gratitudine. E anche un filo d’imbarazzo ora che abbastanza lucida da realizzare cosa effettivamente l’uomo aveva dovuto sopportare per lei.
    Gli offrì un timido sorriso “Grazie… di tutto. Questa serata sarebbe stata molto più orribile se tu non mi avessi soccorso. Ti sono davvero grata per quello che hai fatto per me stasera…” – e per enfatizzare la sua gratitudine la ragazza sporse verso di lui e senza indugio lo strinse in un abbraccio. Prima di liberarlo dall’abbraccio Sakiko gli porse anche un piccolo e delicato bacio sulla guancia per poi ritrarsi.
    “Ecco… io vorrei che tu avessi questa.”- disse porgendogli una carta con entrambe le mani e facendo istintivamente un piccolo un cenno d’inchino con il capo – “Semmai ti andasse di scambiare ancora un paio di chiacchiere, ti servisse aiuto per qualcosa o… fare un uscita insieme dove non ti vomito addosso.” – sottolineò ironicamente con sorriso imbarazzato – “E chissà… magari potrò aver ancora bisogno di te per il mio prossimo San Valentino.” – aggiunse per voltarsi e dirigersi verso l’auto.

    Prima di sparire dietro il portello dell’auto Sakiko si soffermò per salutare Gabriel un ultima volta con un cenno della mano “Bye, bye, Gabbie.”

    Dopo di ciò l’auto si allontanò silenziosamente per la sua strada e Sakiko poté finalmente tornare a casa e piangere la sua delusione amorosa.

    La carta che Sakiko aveva dato a Gabriel non era altro che la sua business card - sul quale l'uomo avrebbe trovato stampato "Sakiko Yumeno - Singer, Actress, Model" con il suo numero e i suoi contatti personali.



    Combat & Status Data



    Liv. 4 | Exp 570| Età 25 | 👗 | |
    Status: Normale | Peso 0/4 | Energia 300 |
    Forza 75 | Quirk 110 | Agilità 90



    I enjoy killing trasgressors. Be WARNED. | CODICE ROLE © dominionpf


    SPOILER (click to view)
    Thank you for the role :sparks:
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Villain
    Posts
    13,826

    Status
    Anonymous
    Io e Leo abbiamo preso atto della contraddizione tra il turno di Gabriel e quello di Saki. Uno dice che l'osservatorio sia al chiuso (come IRL), l'altra che sia sotto le stelle. Dobbiamo concludere uno dei due PG abbia avuto un attimo di infarto violento che ha distorto la sua percezione della realtà. Quale dei due sia, però, è aperto all'interpretazione del lettore.

    Gabriel Daystar
    YeiFwmw
    Sarà andato a smorzare l'intensità del momento Hear Me Roar di Sachiko, ma davanti alla scenetta Gabriel non riuscì proprio a trattenersi un paio di risatine incisive.

    « Hahahaa~ Se è così che "non porti rancore", sarei curioso di vedere come tratti i tuoi nemici. ​»

    Sul ponte provò a mettere il fiocco sulla discussione di Momotaro atteggiandosi da persona matura, capace di lasciarsi le scottature d'amore alle spalle in maniera adulta. L'azzurro nella sua apparente immaturità però non sprecò mai così tanta voce maledicendo Morrigan al cielo.

    L'altra uscita inaspettata fu scoprire che la delusione della bionda fosse venuta da una ragazza, stranamente chiamata Momotaro? Oppure aveva dato uno pseudonimo per tenere privato questo dettaglio? Effettivamente in Giappone non si poteva essere troppo aperti su certe predisposizioni.

    Fatto sta che a mancanza d'identità, l'unico placeholder che gli venne in mente da posizionare al fianco di Usachi fu proprio l'altra Momo. Ce l'avrebbe vista bene a sbattere il due di picche in faccia a qualcuno proprio la sera di San Valentino, tuttavia non riusciva ad immaginarsela in una relazione con quella ragazza. La rosa era una donna da bad boy, non geek girl.

    « "Scusa per… Lo sfogo. ​»

    « No worries

    Avresti dovuto sfogarti con gli insulti sin dall'inizio, magari a quest'ora sarei ancora nel vecchio maglione ♦ ​»


    Piuttosto che indignarsi il meccanismo di difesa fu piangersi addosso e affogarsi negli alcolici fino a disastrarsi l'intestino. Eppure era stato il primo domino nella catena di eventi che li portò assieme in cima alla torre, forse mai avrebbe avuto il fegato di tirarsi fuori tali parole decise senza l'intervento dell'ex-Villain.

    Nella lunga discesa di ritorno al piano terra, entrambi accordati la serata fosse agli sgoccioli, Gabriel realizzò che tutto sommato non avevano speso troppo tempo assieme. Ciò nonostante sembrò un periodo ben più lungo, tanto da esser strano pensare che tra poco si sarebbero separati.

    Non per grandi motivi sentimentali... Più come quando sei tormentato da un rumoraccio irritante, ma appena svanisce il silenzio pare alieno e innaturale.

    Quando incontrarono Tatsumi all'entrata, esso si soffermò per primo sulla ragazza, poi accusatorio su Gabriel. Gliel'aveva consegnata a grandi linee sana, ora invece la stava ritrovando disfatta, sudata, ed esausta.

    « Posso offrirti un passaggio a casa? Prometto che non ti costringo a fare altro karaoke. ​»

    L'azzurro si prese un attimo, giusto per gustarsi appieno il disappunto dell'autista e rispondere con un malevolo sorriso.

    « Well, solo perché me lo prometti ♥ ​»

    E la seguì in macchina, fierissimo, lasciando all'uomo una terrificante ambiguità su cosa fosse successo fuori dalla sua giuristizione che l'avesse conciata in quel modo. Non c'era nulla che lui potesse farci al riguardo. Gabriel l'avrebbe fatta franca.

    Come indirizzo fornì strada e numero civico di una palazzina che non era il suo grattacielo, il resto poteva farlo a piedi. I due avranno anche aver passato una serata piacevole assieme, ma i suoi istinti Villain lo fermarono dal fidarsi senza qualche precauzione, o rivelare troppo di se.

    Dopotutto, se oggi era così cinico sugli argomenti affrontati, era proprio per essersi aperto troppo in fretta nei confronti di una ragazza dopo un appuntamento "romantico" (non bastano tutte le virgolette del mondo attorno a questo termine).

    S'intrattenne con questi pensieri durante il tragitto verso la sua zona, anche perché Sachiko era scesa in uno stanco silenzio. O forse era semplicemente una persona quieta di suo, e l'esuberanza emergeva soltanto da brilla.

    Probabilmente conosceva uno slice molto circostanziale della sua personalità, avendola accompagnata solo da ubriaca e col cuore infranto. Chissà quanto sarebbe stato differente incrociarla in una situazione più normale.

    Suonava divertente, ma le chance di un secondo incontro erano poche.

    « Qui va benissimo, thanks~ ♠ ​»

    L'uomo al volante non se lo fece ripetere due volte, era più che lieto di scaricarlo finalmente al marciapiede di quella stradina poco frequentata. A sorpresa di entrambi, però, la bionda lo seguì a ruota sotto la luce del lampione.

    "Grazie."

    In mezzo alle mille situazioni cruente, violente, e surreali in cui Gabriel si era immischiato nel corso della sua vita, quelle restavano le più difficili da gestire. La riconoscenza non faceva ancora parte del suo vocabolario, specialmente quand'era così... Sincera.

    Detestava le risposte preconfezionate tipo "prego" o "non c'è di che", ma al contempo la sua sagacia falliva puntualmente quando veniva preso in contropiede dalle premure di un altro essere umano. Quindi restò zitto, a scrutarle il volto in cerca di qualche frase intelligente.

    Quel che accadde dopo gli svuotò totalmente una testa già arida di idee.

    Non era la prima volta quella sera che il suo spazio personale venne invaso, ma le molestie erano tollerabili, specialmente se accadevano inavvertitamente. Ma la bionda era sobria, quel gesto fu ponderato, voluto.

    Quand'era l'ultima volta che qualcuno l'aveva abbracciato di sua volontà? Forse non era mai successo, non in maniera talmente intima.

    Si dice che il primo pugno ricevuto sia il peggiore, perché più del dolore ciò che ti butta a terra è lo shock di un'esperienza così viscerale. E la realizzazione che sia stato un altro essere umano a infliggertela.

    Per Gabriel quello fu un momento simile... Restò imbambolato, inerme nella stretta di lei come un pesce in una rete. Fissando il vuoto in confusione dopo un attimo pensò che magari avrebbe dovuto ricambiare, piuttosto che starsene a braccia penzolanti a ricevere come un bodypillow. Ma prima che potesse farlo, fu investito da una nuova onda di sensazioni.

    Stavolta, purtroppo, erano più ricordi che scoperte.

    Al contatto delle labbra della donna con la sua guancia vide il flash di una telecamera accendersi davanti a lui. Per giusto un istante, quel bacetto apparteneva a Morrigan, il suo ultimo saluto che lo costrinse ad accettare l'amasse.

    A differenza di quella notte, Gabriel non avrebbe lacrimato.

    « ...Prego, non c'è di che. ​»

    Costrinse un sorriso ad uscire, che distogliesse l'attenzione dal suo disagio. Accettò il pezzo di carta rigida da Sachiko praticamente in autopilota senza davvero comprendere cos'avesse per le mani, ancora scosso dall granata che la ragazza con gli occhi verdi aveva deciso di lasciargli nel taschino.

    Quando realizzò che inaspettatamente lei non sembrasse opposta all'idea di rivedersi, ormai era sparita dietro la portiera, e a lui rimase giusto una breve occasione per ricambiare il cenno della mano.

    « See you... later. ​»

    Solo una volta che i fanali posteriori dell'auto di lusso svanirono dietro un angolo spostò le proprie attenzioni a cosa avesse effettivamente ricevuto in regalo, oltre alla felpa Love Queen.

    « ...Huh. Avevo ragione, Usaki suona molto meglio. ​»
    Single | Vigilante | Livello IX
    Don't cry because it's over,
    smile because it's someone else's problem now.
    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
30 replies since 13/2/2022, 00:00   859 views
  Share  
.
Top
Top