Falling isn't really that bad, if it's for you

Role || Kalyani & Shinjiro

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    Dal finestrino abbassato della sua automobile, Kalya poteva godere del paesaggio della costa di Tokyo, con il suo mare azzurro su cui si specchiava il sole. Il tragitto per raggiungere la spiaggia più turistica regalava uno scorcio sulla baia, a cui ogni tanto la ragazza lanciava uno sguardo incantato, per poi tornare subito dopo a fissare la strada – meglio evitare possibili incidenti, insomma. I suoi capelli si smuovevano con la brezza marina, regalandole una sensazione piacevole, che si poteva vedere anche dal leggero sorriso che le piegava le labbra.
    La sua felicità non era dovuta solo a quel giorno di vacanza che si era concessa, dopo i faticosi giorni di lavoro nella sua azienda, ma anche per la presenza di una persona speciale all’interno della sua automobile. Aveva aspettato con trepidazione l’arrivo di quel giorno, da quando aveva mandato quei fatidici messaggi a Shinjiro, e ora… stavano per passare un’intera giornata insieme, da soli, senza il resto del gruppo a creare tensione.
    Dire che Kalya fosse carica di aspettativa era a dir poco riduttivo.
    Lanciò un’occhiata al navigatore. “Siamo quasi arrivati,” annunciò, sospirando profondamente. Avrebbero potuto anche prendere i mezzi pubblici per raggiungere la spiaggia, ma… Kalya voleva un po’ usare la sua automobile, visto che da quando viveva a Tokyo le uniche occasioni che aveva per guidare si limitavano alle gite fuoriporta. In ogni caso, vedendo le strade iniziare a riempirsi di persone e di bancarelle per il Tanabata, si capiva che erano ormai giunti a destinazione.
    Avevano prenotato una stanza in un albergo a pochi metri dalla spiaggia, in stile un po’ più occidentale – purtroppo era l’unico che avevano trovato, vista la mole di turisti – per poter stare completamente comodi e avere la possibilità di farsi la doccia e cambiarsi per il festival.
    Arrivati alla struttura, parcheggiò la macchina all’interno del cortile dell’hotel, prima di scendere e prendere una boccata d’aria. Quel giorno tirava un piacevole venticello fresco, che smuoveva il suo lungo vestito bianco e i capelli sciolti. Dopo aver recuperato il suo bagaglio, rivolse un sorriso a Shinjiro. “Andiamo, allora. Spero ci abbiano dato delle stanze con vista mare!” Esclamò, presa da un particolare entusiasmo, affiancandosi a lui.
    Gli prese la mano, cosa che ormai era diventata piuttosto naturale per loro – anche se non la fermava dall’arrossire ogni volta – prima di guidarlo alla reception dell’albergo. L’interno era molto luminoso, con motivi bianchi e azzurri che lei apprezzava particolarmente, diverse piante, un acquario e sofà dove mettersi comodi in attesa di ricevere la chiave della propria stanza. All’esterno, alcuni addetti stavano appendendo delle lanterne in occasione del Tanabata.
    “Salve, benvenuti! Avete una prenotazione qui nel nostro albergo?” La ragazza dietro alla reception, dai capelli corvini e dal viso dolce, li accolse con un piccolo inchino, che Kalyani ricambiò.
    “Sì, abbiamo una prenotazione a nome di… Raji e Aragaki.” Un momento di titubanza, considerando che non ricordava se avesse prenotato usando solo il suo cognome. In quel modo, però, sembrava come se fossero marito e moglie in vacanza, e questo la metteva visibilmente in imbarazzo (?).
    “Ah sì, prego! Siete la stanza… 7, sì. Ecco a voi, la troverete al secondo piano!” E la receptionist porse la chiave ai due, con modi di fare allegri e cordiali. Tuttavia, si trattava solo di una chiave, e Kalya era convinta di aver prenotato due stanze singole. La prese in mano, restando qualche secondo in silenzio a fissarla.
    “Ehm… non deve darci la seconda chiave?” Chiese, inclinando la testa di lato, confusa.
    La ragazza sbatté un paio di volte le ciglia, completamente clueless. “Oh, deve esserci un equivoco. Qui è segnata solo una stanza per entrambi.” Rispose ai dubbi della cliente, accennando un’espressione costernata, come a lasciar intendere che non poteva far molto a riguardo se c’era stato un fraintendimento fra la struttura e l’ospite.
    Kalya si gelò sul posto. Poi, il viso iniziò lentamente ad andare in fiamme.
    Lei era sicura al cento per cento di aver prenotato due camere… come era possibile che ora ne era segnata solamente una? Avrebbe dovuto dividerla… e dormire insieme a lui?????
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    A livello puramente narrativo, in questa role Shinjiro ha assunto le medicine sopprimi quirk che gli erano state prescritte nella specializzazione di laboratorio.

    SHINJIRO ARAGAKI
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    Nei giorni precedenti all'appuntamento con Kalyani, Shinjiro si era illuso che, ora che stava assumendo le pillole anti quirk, perlomeno non avrebbe sentito più caldo.
    Ah, ovviamente lo sbalzo iniziale ci era stato: si era di colpo reso conto che sì, l'aria condizionata che teneva dentro casa era davvero intensa, al punto da farlo tremare di freddo per la prima volta dall'anno scorso e alzarsi di notte per spegnerla.
    E sicuramente era molto più gestibile e meno stressante sapere di non essere separato da un colpo di calore solo dal corretto funzionamento della suit... Ma a sudare sudava uguale, anche se non emetteva più calore come una stufa nel farlo.
    Sorpresa sorpresa, tornato a temperatura normale, tornava lentamente normale anche la sua percezione di caldo e freddo.
    E ovviamente, ad accompagnarlo sempre era l'incessante sensazione di... incompletezza che provava. Era difficile da spiegare a parole: era così abituato a quelle minuscole fluttuazioni del suo quirk, quelle brevissime vampate di calore involontarie legate alle sue emozioni, al nervosismo, alla sorpresa nella vita di tutti i giorni, che provare quelle emozioni senza il relativo calore (o almeno, il calore a cui era abituato) era.... Straniante. Sbagliato. Come un piatto a cui di colpo mancava un ingrediente.
    Con Kalyani si erano accordati per vedersi davanti casa sua; dopo essersi accordato con la vicina di casa per dare da mangiare ad Ikiru per quella sera, salì in macchina e partirono, diretti verso l'hotel a cui avrebbero soggiornato per quella notte in modo da fare il check-in per poter lasciare i bagagli e poi dirigersi in spiaggia.
    « Non sapevo avessi un'auto, hai impiegato parecchio ad abituarti a guidare qui in Giappone?» chiese dopo essere salito, alludendo al fatto che in Giappone si guidasse sul lato sinistro della strada... Anche se effettivamente non sapeva da che lato si guidasse in India, realizzò con un momento di ritardo. Era stata una colonia inglese, quindi forse si guidava a sinistra anche lì...? (Spoiler, sì e mi sento stupida per non averlo saputo fino ad ora).
    ... Vabbè, male che andava aveva appena fatto una figuraccia.
    In quanto a lui, aveva in teoria la patente ma non aveva nemmeno una macchina. Lavorava praticamente dietro casa, e per il resto c'erano i mezzi.
    La spiaggia si prospettava affollata già da prima di arrivare, piena di turisti internazionali e non, venuti sia per il mare che per la festa. Gli sarebbe piaciuto riuscire ad avere un posto in un hotel tradizionale (uno in stile occidentale stonava un po' con l'atmosfera del Tanabata), ma immaginava di doversi considerare fortunato che avessero trovato delle stanze libere in generale con così poco preavviso.
    Prese il borsone che aveva preparato con una mano, e Kalyani gli prese l'altra mentre si dirigevano verso l'ingresso. Si limitò a rispondere con un sorrisetto al gesto, ricambiando la stretta seppur con una punta di nervosismo. Si sarebbe resa conto che c'era qualcosa di diverso in lui nel toccarlo? O faceva troppo caldo per farci caso?
    L'ingresso era molto luminoso e arieggiato come ambiente, dall'arredamento semplice ma rilassante... E colori decisamente da "spiaggia", tenui e che vertevano sull'azzurro.
    Il sorrisetto sparì per un attimo sostituito da una espressione stupita (e vagamente imbarazzata) nel sentire che per via di un malinteso in realtà le stanze erano una stanza, al singolare.
    Kalyani era a sua volta avvampata dall'imbarazzo, mentre Shinjiro stava cercando di esaminare la situazione con più calma. Le lanciò una occhiata di sfuggita. Una notte in stanza con lei... Da soli... Prese un profondo respiro e distolse lo sguardo.
    « N-non fa niente, anche perché immagino non ce ne siano altre.» rispose, rivolgendosi poi a Kalya.
    « Per ora andiamo a posare le cose in camera e vediamo come è.» propose, dirigendosi poi al numero indicato sulla chiave.
    La stanza era... Per fortuna, nulla di strano. Una comunissima stanza d'albergo alla occidentale, con letto matrimoniale. Fece del suo meglio per ignorarlo come se non ci fosse nulla che non andava, posando il borsone da un lato e tirandone fuori l'asciugamano e un paio di altre cose che sarebbero servite durante la giornata.
    « Per adesso andiamo in spiaggia... Al letto penseremo stasera.» propose.
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    L’automobile di Kalyani non era niente di particolarmente lussuoso, nonostante una persona come lei, figlia dei proprietari di un’azienda ed essa stessa dirigente di una parte dell’impero Raji, non avesse certamente problemi economici. Si trattava di una macchina piccola e comoda per spostarsi in città – senza contare che lei non era il tipo da suv – e la guidava con una precisione millimetrica, rispettando tutti i limiti e i segnali. Infatti ci avevano impiegato più del solito ad arrivare a destinazione.
    “Mh, no. Ho guidato relativamente poco in India… e poi anche lì il volante è a destra.” Rispose alla sua domanda, con una scrollata di spalle. “Preferisco prendere la macchina qui in Giappone che a Mumbai. Le strade lì sono parecchio affollate e trafficate.” E solo questo bastava a farle venire la repulsione a prendere la macchina, ogni volta che tornava nel suo paese natale per le vacanze o impegni vari.
    Passando nuovamente alla questione della camera singola, Kalya si aspettò di sentire una vampata di calore provenire dal suo fianco, considerando che sapeva che Shinjiro tendeva a scaldarsi ogni volta che c’era qualche situazione imbarazzante di mezzo… ma, stranamente, non sentì nessun aumento di temperatura in quella stanza. Gli rivolse un’occhiata veloce, constatando che era effettivamente arrossito, ma… era davvero strano.
    Non ebbe modo di pensarci, in ogni caso, visto che ormai non avevano altre alternative: l’hotel era pieno durante quei giorni, quindi si sarebbero dovuti arrangiare. Sospirò profondamente, cercando di ricomporsi dall’evidente imbarazzo che le colorava il viso. “Sì, andiamo.” Mormorò, ringraziando poi la ragazza alla reception e accettando le sue sentite scuse per il disguido. Di solito Kalya si lamentava parecchio quando accadevano questi problemi, ma… ci passò sopra, considerando che per il Tanabata dovevano avere molti clienti.
    Rimase in silenzio per tutto il tragitto dalla reception fino alla loro camera da letto, cercando di pensare a come si sarebbe dovuta comportare quella sera. Non dormiva in stanza con un ragazzo da… aveva perso letteralmente il conto di quanto tempo fosse passato. Si mise a pensare se avesse portato almeno un pigiama carino e non la solita canotta bianca con pantaloni larghi che indossava a casa, e come avrebbe fatto la mattina successiva a farsi vedere appena sveglia da lui – orrore e raccapriccio, la mattina aveva tutti i capelli spettinati!!
    Sperava almeno che la camera avesse due letti singoli… Aprendo la porta constatò subito che no, il letto era matrimoniale.
    Voleva urlare contro un cuscino.
    Vide Shinjiro sistemarsi come se non fosse minimamente turbato dalla cosa, mentre lei stava letteralmente urlando interiormente in hindi (?), cercando di non morire sul posto per l’imbarazzo. “Io… prendo il lato vicino alla finestra.” Disse, con evidente imbarazzo, prima di posare le sue cose a terra e aprire la borsa in cerca delle infradito. Per fortuna aveva già il costume sotto il vestito bianco.
    Mentre tirava fuori le cose per la spiaggia, sollevò lo sguardo e lanciò un’occhiata curiosa nella borsa di Shinjiro… notando che non c’era la suit. Ora, non voleva impicciarsi delle sue cose personali, ma la cosa era alquanto strana. “Non hai portato la suit?” Gli domandò, un po’ impulsivamente. “Come mai?” Insomma, quei giorni faceva caldo, e se doveva indossarla addirittura in inverno… certo, non se la poteva mettere in spiaggia, ma pensava l’avrebbe indossata almeno la sera sotto lo yukata.
    Intanto, lei era già pronta per scendere in spiaggia: infradito con perline, costume sotto il vestito bianco, borsone in vimini dove aveva messo i suoi averi e il telo da mare e un cappello dall’ampia visiera circolare, con un lungo fiocco azzurro che ricadeva dietro la sua nuca.
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    Ok, figura di merda fatta nel non sapere che anche in India si guidava a destra. Si ritrovò ad arrossire leggermente, felice di poter sfruttare la scusa del guardare fuori dal finestrino per nascondere il volto. Perlomeno... Poteva dire di aver imparato una cosa nuova.
    « Immagino sia parecchio stressante, per preferire Tokyo.» commentò a mezza voce. Anche Tokyo poteva diventare piuttosto intasata, soprattutto nelle ore di punta.
    Una volta arrivati in camera, annuì alla proposta di Kalya di prendere il lato vicino alla finestra, optando per l'altro lato.
    « Certo, fai pure.»
    Per un attimo si chiese se c'era un motivo particolare dietro quella scelta dell'altra, o se banalmente era semplicemente abituata a dormire su quel lato del letto.
    Aprì il borsone cercando di fare in fretta: il condividere una stanza aveva aggiunto l'imprevisto ostacolo di doverle nascondere i suoi bagagli. Non che... Ci fosse un motivo ben preciso per cui voleva tenerle nascosta la questione della suit, era solo che... Non voleva farla preoccupare proprio quel giorno, dovendo spiegare che stava prendendo i farmaci sopprimi quirk. Avrebbe dovuto spiegarle perché lo aveva fatto, e lei si sarebbe preoccupata, magari addirittura sentita in colpa per avergli chiesto quell'appuntamento... Magari poteva nascondere casualmente il borsone sotto il letto...?
    ... Ma ovviamente Kalyani era troppo sveglia per farsi sfuggire una cosa del genere. Era sempre stata piuttosto attenta alla sua suit e alle sue condizioni... Soprattutto da dopo che era passata a ritirarla dopo un controllo di manutenzione insieme a Desmond.
    E dopo ciò che era successo quell'inverno.
    « Oh, beh .... Sai com'è, non potevo certo metterla in spiaggia... E stasera dovrebbe rinfrescare, quindi volevo stare senza almeno per una giornata.» tentò di minimizzare restando sul vago, e affrettandosi a cambiare argomento mentre finiva di tirare fuori asciugamano, crema solare (indispensabile con quel clima e soprattutto con la sua carnagione), una bandana e portafogli prima di chiudere il borsone e rialzarsi.
    Dalla tasca dei pantaloncini corti pescò un elastico per capelli e se li lego' rapidamente in un codino basso, prima di aggiungervi sopra la bandana, ottenendo un look non troppo dissimile da quello che aveva effettivamente in cucina, se si ignorava la mancanza del grembiule.
    « Forza!» esclamò, forse con un po' troppo entusiasmo.
    La spiaggia era, neanche a dirlo, affollata, piena sia di famiglie in vacanza che di coppie o semplicemente gruppi di amici. Il sole picchiava forte e Shinjiro fu immediatamente felice di essersi portato qualcosa con cui coprire in parte la testa.
    Affittarono un ombrellone (per l'ombra, o anche senza quirk dubitava avrebbe retto alle ore più calde della giornata... Il caldo colpiva anche chi aveva passato tutta la vita a temperatura "normale", dopotutto) e sistemarono gli asciugamani, prima di sfilarsi i vestiti per restare in costume, che nel suo caso perlomeno consisteva solo nel togliersi la maglia, che arrotolò e posò sull'asciugamano. Si voltò a lanciare una occhiata a Kalyani mentre lei faceva lo stesso - sforzandosi di non fissarla troppo e optando per l'iniziare a spalmarsi la crema solare.
    Arrivato ovunque tranne che alla schiena, l'ovvio problema divenne palese.
    « Ti spiacerebbe aiutarmi un attimo...?» chiese, ben consapevole che avrebbe poi dovuto fare lo stesso subito dopo, probabilmente.
    E al di là del fatto di dover spalmare la crema solare su Kalya (era un adulto e non era certo la prima volta che sfiorava una ragazza), iniziava a dubitare seriamente che il suo piano originale di tenerle nascosto del quirk avrebbe retto a quella giornata.
    Non senza rovinarla anche solo a lui per il nervosismo crescente.
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    La risposta di Shinjiro ai suoi dubbi non la convinse totalmente, nonostante si limitò a rispondere con un semplice “oh, capisco”, senza insistere ulteriormente sulla questione – anche perché lui si affrettò a cambiare discorso e lei venne inevitabilmente distratta dal vederlo legarsi i capelli as usual. Però, nonostante Kalya avesse lasciato cadere il discorso, avvertiva una strana sensazione che faceva aumentare a dismisura la sua confusione e i suoi dubbi, a cui non riusciva a dare risposta.
    Aveva l’impressione che le stesse nascondendo qualcosa, ma non poteva dirlo con certezza. Forse quella sgradevole sensazione che provava era frustrazione.
    In ogni caso, si lasciò sfuggire uno sbuffetto divertito nel vederlo indossare la bandana, che le ricordava la sua mise da cucina, e nel sentirlo spronarla con tanto entusiasmo. Rinsaldò la presa sul borsone, affiancandosi a lui. “Ti vedo entusiasta di passare una giornata al mare,” commentò, con un sorrisetto divertito e felice a sua volta – visto che era stata una sua idea ed era contenta di vederlo così coinvolto – prima di seguirlo fuori dalla stanza. Si sarebbe dimenticata momentaneamente della questione letto matrimoniale, lasciando questo problema alla Kalyani del futuro (?).

    Come c’era d’aspettarsi, la spiaggia era piuttosto affollata, ma Kalya lo aveva già messo in conto e si trattenne dal lamentarsi a riguardo – si limitò semplicemente a lanciare un’occhiata visibilmente infastidita ai bambini che le correvano davanti ai piedi e ai ragazzi che giocavano a pallone. Per fortuna gli ombrelloni erano piuttosto distanti l’uno dall’altro e il loro si trovava praticamente in seconda fila, quindi vicino al bagnasciuga che fortuna.
    Arrivò il momento critico, ovvero quello di mettersi in costume. Anche questo non sarebbe dovuto essere un problema, considerando che lei lo aveva visto con la suit addosso che era aderente – e quindi era come vederlo a petto nudo – ma… rimase comunque a fissarlo mentre si toglieva la maglietta, prima di voltarsi di scatto e dargli le spalle non appena lui sollevò lo sguardo verso di lei. Insomma, antisgamo proprio (?).
    “Certo che oggi fa caldo. Per fortuna tira un po’ di venticello di tanto in tanto…” Per dissimulare l’imbarazzo iniziò a fare della conversazione occasionale, mentre si sbottonava i bottoni del vestito dietro la schiena. “E l’acqua oggi mi sembra pulitissima, ha proprio un bel colore. D’estate passo almeno una giornata qui: nonostante il caos, è… rilassante. Sono contenta di averne avuto l'occasione anche quest'anno.” Confessò, prima di pensare che aveva chiesto apposta a Shinjiro di accompagnarla perché voleva godersi quel momento di pace lontana dai suoi impegni insieme a lui. In fondo, sperava che quel giorno da soli potesse… avvicinarli di nuovo, dopo tutto quello che era successo quell’inverno e le tensioni che si erano create.
    Si sfilò il vestito, riponendolo ordinatamente in borsa, rivelando il suo costume azzurro a due pezzi, con qualche perlina bianca e dorata. Era uno dei suoi bikini più belli – scelto non casualmente, insomma – e sperava vivamente che non ci fosse nessun Joshua selvatico nelle vicinanze pronto a farle cadere nuovamente addosso un gelato e rovinarle l’ennesimo costume (?). Sistemò il cappello sotto l’ombrellone e si spalmò velocemente la crema sul viso e sul corpo, prima di sentire la richiesta di Shinjiro.
    Si voltò, cercando di non arrossire, prima di avvicinarsi a lui. “Certo, ti aiuto io.” Disse, mettendosi alle sue spalle e notando che, ora che lei non indossava i tacchi, si sentiva decisamente più bassa di lui – non che fosse una sensazione sgradevole, tutt’altro, di solito era abituata ad essere troppo alta per la media giapponese. Si lasciò cadere un po’ di lozione sulle mani, prima di sollevare lo sguardo e temporeggiare per qualche istante, colta da un dubbio improvviso.
    La sua pelle sarebbe stata troppo calda al tatto? Già d’inverno lo era, immaginava che d’estate praticamente scottasse, ma… se lui le aveva chiesto quel favore, voleva dire che non bruciava così tanto.
    Poggiò delicatamente entrambe le mani sulla parte alta della sua schiena, aspettandosi di sentirla parecchio calda, ma… insomma, lo era, ma non in modo troppo anomalo – e in effetti anche prima, quando aveva preso la sua mano, non aveva notato una temperatura corporea eccessivamente elevata. Arricciò leggermente le labbra in un’espressione sempre più dubbiosa, prima di rendersi conto che era rimasta ferma per troppo tempo e si decise a spalmare la lozione come le era stato richiesto. Toccare la sua pelle nuda era… diverso dal toccarla attraverso la suit, ma Kalya non sembrava focalizzata troppo su quel pensiero, quanto sui dubbi che si facevano sempre più insistenti nella sua testa.
    In ogni caso, ciò non la distrasse dal spalmare la crema in modo assolutamente preciso, non lasciando nessun punto scoperto. “Te la sto mettendo ovunque, almeno non ti scotti. Nel caso in cui dovesse succedere, in camera ho portato una lozione di aloe.” Fece, mostrando come lei fosse sempre assolutamente preparata a qualsiasi evenienza, soprattutto quando si trattava di andare in gita fuori porta.
    Mentre gliela passava sopra le spalle, si sporse leggermente verso di lui. “Hai caldo?” Gli domandò, guardando il suo profilo, quasi come se lo stesse studiando. “Se vuoi possiamo farci subito il bagno, mi pare che qui l’acqua sia particolarmente fredda. Insomma, se inizi a sentire un colpo di calore, dimmelo… ok?” La sua voce si era abbassata un po’, come se non volesse farsi sentire troppo dalle persone intorno a loro. In realtà avrebbe voluto chiedergli perché la sua pelle non scottava così tanto al tatto, ma… sentiva che era un argomento che avrebbe creato tensione, e già sentiva Shinjiro abbastanza rigido, quindi non voleva insistere. Voleva solo godersi la giornata con lui, in quel momento.
    “Oh, e devo chiederti anche io di darmi una mano con la crema. Se… non è un problema per te.” Mormorò, balbettando leggermente, forse imbarazzata all’idea che dovesse chiedere a lui una cosa del genere e non potesse farlo da sola. Non per qualcosa, solo che... mi avete capito.
    Una volta finito il suo compito, nel caso in cui Shinji le avesse dato una risposta affermativa, Kalya si sarebbe posizionata davanti a lui e gli avrebbe dato le spalle, raccogliendo i lunghissimi capelli e spostandoli di lato per scoprire la schiena. Intanto, sentì formarsi un nodo alla gola e tentò a tutti i costi di non provare troppo imbarazzo.
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    Si aspettava che Kalyani insistette con le domande, invece la ragazza parve ignorare la cosa, o più probabilmente aveva deciso di passare momentaneamente oltre. Che le fosse semplicemente sfuggito che stava nascondendo qualcosa (e nemmeno troppo bene) lo escludeva a priori: era troppo sveglia per non farci caso. Tirò un sospiro di sollievo quasi impercettibile, pur sapendo che sarebbe stato solo momentaneo. Forse doveva davvero smetterla e togliersi il pensiero confessandole tutto, come togliersi un cerotto.
    (... Non che avesse poi tutta quella esperienza con i cerotti visto che la colla tendeva a seccarsi rapidamente a contatto con il suo sangue e si ritrovava a perderli in giro dieci minuti dopo averli appliccati, da piccolo, ma dettagli.)
    Rispose con un leggero sorrisetto al suo commento, un po' imbarazzato.
    « È un po' che non vengo al mare, in generale ho sempre preferito la montagna. Credo che l'ultima volta sia stata... Due anni fa?» che era quando la sua temperatura corporea aveva iniziato ad alzarsi ulteriormente. Da allora anche inconsciamente aveva iniziato a considerare il mare troppo... Stancante, o rischioso. O forse aveva solo brutti ricordi associati a quel Tanabata in particolare, visto cosa era successo subito dopo.
    « Sì, l'acqua sembra proprio bella» rispose, annuendo appena mentre si aggrappava alla conversazione spicciola per evitare di fissarla troppo.
    Quando le chiese di aiutarlo con la crema solare, la senti sporgersi appena verso di lui... E poi eccola, la domanda fatidica. Sentiva distintamente il suo sguardo sul viso, intenta a studiarlo, e si ritrovò ad arrossire leggermente. Lasciò passare qualche secondo di silenzio, fino a rispondere con un
    « Tranquilla, va tutto bene per ora. Te lo farò sapere».
    Era preoccupata per lui... Ma non solo per la situazione in sé, ma propabilmente anche che gli stesse mentendo. Doveva aver per forza notato che c'era qualcosa di strano.
    Prese a sua volta in mano la bottiglietta di crema solare e se mise un po' sulle dita, posandole poi con delicatezza sulla schiena di Kalya. Si bloccò lì per qualche secondo, prima di iniziare a spalmare la crema.
    « Non c'è bisogno che ti preoccupi oggi, davvero.» disse poi all'improvviso. Meglio confessare tutto a inizio giornata e togliere il pensiero. Era questo che si erano ripromessi di fare tutti quanti al ryokan, giusto? Discutere tutti insieme delle cose.
    « ... Ho deciso di prendere le medicine sopprimi quirk che mi erano state prescritte un anno fa. Per stare più tranquillo e... Goderci la giornata in tranquillità. Le sto prendendo da qualche giorno. » confessò, finendo di spalmare la crema e aspettando che si voltasse nuovamente verso di lui.
    « Al momento sono praticamente quirkless... Perciò, se un pazzo decide improvvisamente di fare qualcosa di strano in spiaggia, conto su di te.» aggiunse con un sorrisetto. Certo, il suo quirk non gli era mai stato particolarmente utile nella pura difesa, non poteva creare scudi o barriere come Desmond e Kalya o avere le cose letteralmente rimbalzargli addosso come Masao, ma inconsciamente il poter diventare quasi intoccabile (non senza scottarsi all'istante, perlomeno) lo aveva sempre aiutato a sentirsi un po' più... Al sicuro. Anche se effettivamente funzionava solo a contatto, era una sicurezza puramente psicologica che di colpo gli mancava.
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    Scusa il leggero ritardo!
     
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    Mentre Shinjiro spalmava la crema sulle sue spalle, Kalya non poteva vedere la sua espressione, non poteva capire cosa gli passasse per la testa in quel momento. Era pensierosa, il modo in cui poco prima aveva risposto con titubanza alle sue premure non aveva fatto che accrescere in lei altri dubbi. Non sapeva se parlargliene, chiedergli spiegazioni a riguardo… si sentiva frustrata all’idea che le stesse nascondendo qualcosa, l’ennesimo segreto.
    Al pensiero serrò leggermente le labbra, assumendo un’espressione nervosa e quasi ferita, ricordandosi il perché loro due si erano un po’ allontanati qualche mese prima: il venire a scoprire il suo problema senza che fosse stato lui a dirglielo, e il seguente commento di Desmond a riguardo, avevano lasciato una cicatrice in lei. Piccola, ma che a volte bruciava ancora.
    Prima che lei potesse far crollare la sua facciata, fu Shinjiro a parlare, quasi come se l’avesse letta nel pensiero. E quello che disse… rispondeva esattamente ai suoi dubbi.
    « ... Ho deciso di prendere le medicine sopprimi quirk che mi erano state prescritte un anno fa. »
    Kalya rimase in silenzio, mentre i suoi occhi si spalancavano leggermente e lei assumeva una postura rigida, improvvisamente tesa. Aveva preso dei farmaci per sopprimere il suo quirk, per quel motivo non sentiva caldo, per quel motivo non aveva la suit nella valigia… lo aveva fatto per passare la giornata con lei. Shinjiro non poteva vedere la sua espressione in quel momento, che si contrasse leggermente, in un misto di sorpresa, confusione e quasi mortificazione.
    Ci mise qualche istante più del dovuto a voltarsi verso di lui. Quando incontrò il suo sguardo, l’espressione di Kalya non era cambiata, anzi, era diventata ancora più evidente sul suo viso. “Perché lo hai fatto?” Mormorò, assottigliando leggermente gli occhi – anche se lui aveva già risposto a questa domanda. “Non dovevi arrivare a tanto, potevi dirmi che non volevi andare al mare perché non volevi rischiare di stare male… lo avrei capito, lo sai questo.” La priorità di Kalyani era che lui stesse bene e che non si sentisse costretto a fare qualcosa che non voleva fare. Per essere lì, a passare una semplice giornata al mare, aveva rinunciato temporaneamente a una parte di sé… e lei non poteva neanche immaginare come si sentisse in quel momento. Le faceva strano pensare di vivere per un periodo senza la sua unicità, era come rinunciare a una parte di lei importante, quella che la faceva sentire al sicuro e non debole.
    Poi si portò una mano alla fronte, lasciandosi scappare un sospiro. “Avrei dovuto proporre io di andare da un’altra parte, non ho pensato al tuo benessere…” Abbassò lo sguardo, quasi mortificata. “Potevo proporti di andare in montagna, non qui. Perché non ci ho pensato?” Sembrava parlare più a se stessa che a lui, recriminando le sue azioni impulsive e sconsiderate. Si sentiva in colpa da morire, al punto che in quel momento avrebbe voluto sotterrarsi sotto quella sabbia.
    Sospirò di nuovo e, continuando a tenere lo sguardo basso, si avvicinò a lui. Gli prese entrambe le mani, stringendole leggermente fra le sue. Ricordava di avvertire sempre calore a quel contatto, calore che adesso, invece, mancava. “Scusami.” Mormorò infine, stringendo ancora di più la presa e non avendo il coraggio di alzare lo sguardo, quasi a nascondere il suo viso.
    Avrebbe voluto dire molte altre cose, frasi che in quel momento si ammassavano nella sua testa, ma rimase in silenzio, ignorando gli altri rumori che li circondavano. In quel momento aspettava solo una reazione da parte dell'altro, nella speranza che potesse farle passare quel senso di colpa. Era tuttavia consapevole che, per quanto avrebbe tentato di esiliarlo nel punto più remoto della sua testa, sarebbe comunque rimasto lì... a ricordarle quello che lui aveva sacrificato per un suo capriccio.
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    Sentí Kalyani irrigidirsi sotto le sue dita quandó le confesso delle medicine, e l'altra si voltó lentamente solo dopo qualche secondo. La sua espressione era principalmente sorpresa, ma... non una sorpresa felice, ma piú altro... tristezza? No... sensi di colpa. Subito dopo gli chiese perché lo aveva fatto, sostenendo che avrebbe potuto semplicemente dirle che non voleva andare al mare. Si sentiva in colpa per averlo spinto fino a quel punto, probabilmente addirittura responsabile, giá rimproverandosi per non aver proposto di fare altro.
    Shinjiro prese un lungo respiro e scosse il capo.
    « Non é colpa tua... e non devi certo sentirti in colpa perché volevi semplicemente passare una giornata al mare. Cercare un altro posto insieme, dirti che volevo fare altro... avrei solo continuato ad evitare il problema e rimandarlo all'infinito, rifiutandomi di affrontarlo. » inizió a bassa voce. Voleva assolutamente che lei non si addossasse ora la colpa della cosa.
    « Non... posso continuare a fingere di non avere un problema, e che la soluzione é sempre stata lí, facile e a portata di mano. » in quel momento stava parlando come se volesse convincere prima di tutto sé stesso, un pó a tentoni.
    « Non... mi piace e mi spaventa un pó come soluzione, lo ammetto...» continuó a bassa voce, un pó indeciso.
    Stralci di conversazione avuti con Masao e gli altri membri di Bloodpact nei mesi continuavano a tornargli alla mente. Quando aveva confessato a Desmond che la sua armatura stava aumentando per la prima volta, il ricovero in ospedale, le discussioni con Masao sui rispettivi quirk... e su cosa avrebbe fatto in Bloodpact senza. La paura di diventare inutile agli occhi degli altri, di non essere piú considerato parte del loro gruppo.
    Sfiló delicatamente una delle mani che Kalyani aveva stretto tra le sue, ignorando quanto anche solo quel semplice contatto era per l'altra ora completamente diverso, e le posó la mano sulla guancia, alzandole appena il viso in modo da fissarla di nuovo negli occhi.
    « Ma l'ho fatto perché non rifiutarti questa semplice giornata per me era piú importante del mio quirk. Tu sei piú importante.» concluse in un soffio.
    Come aveva deciso di impulso di assumere quei farmaci quella sera qualche giorno prima, decise di impulso di muoversi in quel momento. Si chinó leggermente in avanti, attirando contemporaneamente a sé Kalya, e rapido, prima di poterci ripensare, venire preso dai dubbi e farsi altri mille castelli mentali e trovare motivi futili per non farlo, premette le labbra sulle sue.
    Duró solo una manciata di secondi: si scostó quasi immediatamente, rosso in viso, per paura che lei reagisse male a quel gesto improvviso, e attese la sua reazione.
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    Kalyani già sapeva che lui avrebbe tentato di non farle portare il peso del senso di colpa, dicendole che quella scelta era dipesa unicamente da lui e da nessun altro, ma ciò non servì a farle passare quella spiacevole sensazione che si era somatizzata all’altezza dello stomaco. Da quando aveva saputo del problema di Shinjiro, e soprattutto dopo quello che era successo quell’inverno, si era ripromessa che avrebbe fatto di tutto affinché lui non si fosse più ritrovato in situazioni così stressanti… e, invece di ragionare su quanto poteva essere pericoloso passare una giornata sotto al sole, aveva dato per scontato che sarebbe riuscito a gestire la sua temperatura senza problemi.
    Si sentiva sciocca. Lei voleva sempre programmare tutto nei minimi dettagli, per evitare di incappare in problemi, ma… non ci era riuscita neanche questa volta.
    Non si sentiva sciocca, si sentiva frustrata.
    Sospirò, socchiudendo gli occhi. “Lo so, però… ne potevamo discutere insieme, arrivare a una soluzione meno drastica,” mormorò, mordendosi fugacemente il labbro inferiore. “Non voglio prendere le decisioni per te, chiaro, ma… te l’ho detto, mi sembra di averti messo in una condizione in cui ti sei sentito costretto a prendere quelle medicine e–” Kalya aveva iniziato a parlare a manetta, presa dall’ansia, ma un gesto di Shinjiro le fece morire le parole in gola.
    Tenendo lo sguardo basso, non si accorse della mano dell’altro che si era sollevata verso il suo viso, fino a quando non avvertì il suo tocco delicato all’altezza della guancia. Colta alla sprovvista, Kalya si ritrovò istintivamente a seguire il movimento del suo polso e a sollevare il viso verso di lui, incontrando quello sguardo che aveva fuggito fino a quel momento. Rimase a guardarlo, occhi luminosi e colmi di aspettativa, mentre avvertiva il calore irradiarsi sulle sue gote, che assunsero una tonalità sempre più rossa.
    «Tu sei piú importante.»
    Quella frase colpì un punto di Kalyani che nessuno era mai riuscito a raggiungere, neanche solo a sfiorare. Era bastato poco a Shinjiro per lasciarla completamente senza parole, labbra leggermente dischiuse e fiato sospeso, quasi come se stesse aspettando solo che lui si chinasse verso di lei e colmasse la breve distanza che li separava.
    E Shinjiro lo fece.
    Kalya lo sentì premere dolcemente le labbra contro le sue, in un bacio a stampo, in una maniera così improvvisa e inaspettata che lei non ebbe neanche tempo di realizzare tutto ciò. Rimase immobile, occhi ancora aperti e gote scarlatte, e si rese conto di quello che era successo solo quando lo vide allontanarsi dal suo viso, con le guance altrettanto rosse d’imbarazzo. Si lasciò sfuggire un sospiro spezzato, rendendosi conto di aver trattenuto il fiato fino a quel momento.
    L’aveva baciata. L’aveva baciata.
    Si portò le dita a sfiorarsi le labbra, avvertendo ancora la sensazione di quel bacio su di esse, quasi come se volesse accertarsi che fosse avvenuto davvero. Rimase in silenzio un lunghissimo istante, pensando che fino a quel momento aveva sempre avuto paura di esprimere a Shinjiro i suoi sentimenti per paura di un rifiuto… e poi era stato lui a fare il primo passo. Consapevole di ciò, sentì il cuore aumentare così tanto il battito che le sembrava di avvertire il suo suono sovrastare quello delle onde del mare.
    Dopo qualche istante interminabile di silenzio, Kalya riuscì finalmente a trovare il coraggio di parlare. “Io…” Iniziò, prima di deglutire. “Nessuno mi ha mai detto una cosa del genere,” confessò infine, mentre il suo viso si piegava in un’espressione emozionata. Era la verità, non si era mai sentita importante per qualcuno, al punto da poter compiere gesti del genere unicamente per lei. Shinjiro le stava dimostrando quanto ci tenesse a lei, distruggendo in un istante le barriere di protezione che Kalya aveva eretto intorno a se stessa nel corso degli anni e rivelando la sua parte più morbida, bisognosa di affetto e amore.
    Si avvicinò di nuovo a lui, prendendogli il viso fra entrambe le mani, prima di rivolgergli un sorriso dolce e sincero, carico di gratitudine. “Anche tu sei importante per me. Non sai quanto.” Gli sussurrò, prima di sollevarsi leggermente sulle punte dei piedi per potergli dare un altro bacio, dimostrando lei questa volta quello che provava per lui.
    Pochi centimetri li separavano, quando… sentì delle risantine alla sua sinistra. Si bloccò istintivamente, spostando lo sguardo verso la fonte di quel suono, prima di inquadrare due ragazzine – avranno fatto al massimo le medie – che li osservavano curiose, mentre mangiavano entrambe un ghiacciolo, quasi come se stessero guardando una puntata del loro shoujo preferito. Nel rendersi conto di essere state scoperte, si defilarono di lì in un batter d'occhio, continuando a ridacchiare fra di loro.
    Kalya avvampò come una fragola matura, allontanandosi da Shinji con profondo imbarazzo. “Forse… qui non è il posto ideale per queste cose.” Fece, passandosi una mano sul collo, prima di sollevare il viso e rivolgergli un sorriso impacciato.
    Non solo si sentiva sotterrare dalla vergogna, ma era anche insoddisfatta per quel secondo bacio mancato. Si sarebbe rifatta dopo, quando sarebbero stati da soli.
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    Non sapeva bene quale reazione si aspettava da Kalya, e soprattutto quale tra quelle che stava immaginando in quegli interminabili istanti gli faceva piú paura: si sarebbe tirata indietro? Ritratta? L'aveva forse messa a disagio? Non si sarebbe mai perdonato l'averle imposto quel bacio se lei in realtá non voleva... la ragazza, invece, sembrava essere rimasta momentaneamente senza parole.
    ... non che lui fosse da meno in quel momento, in effetti.
    Alle parole dell'altra fu il suo turno di sgranare leggermente gli occhi.
    « D... davvero?» chiese dopo un attimo, sentendosi arrossire un altro pó. Sapeva che Kalyani era piuttosto timida e riservata, ma una parte di sé aveva sempre... dato per scontato, per qualche motivo, che prima di venire in Giappone l'altra avesse giá avuto parecchia esperienza, in ambito di relazioni. Inconsciamente, continuava sempre a sentirsi nettamente inferiore a lei, e non poteva fare a meno di sentirsi in difetto paragonandosi all'altra, quasi come se la rovinasse o la facesse sfigurare solo nello starle affianco.
    Insomma, Kalyani era... brillante, una sua intera azienda che dirigeva, un lavoro in un campo innovativo, veniva dall'estero, parlava almeno due lingue mentre lui era... era solo un normalissimo cuoco con un normalissimo localino in un angolo sperduto di Ueno, Tokyo, come ce n'erano dozzine di altri solo nello stesso quartiere.
    Si erano conosciuti per puro caso e scoperto interessi in comune e condividevano delle... circostanze particolari, chiamiamole cosí, eppure anche ora, ogni tanto, si scopriva a pensare "Ma cosa posso offrirle io?".
    Fu anche per quello che la risposta dell'altra lo colpí particolarmente. Sospiró leggermente al tocco delicato dell'altra sul viso, mentre alzava l'altra mano a posargliela su una spalla. La sentí alzarsi in punta di piedi per raggiungerlo (cosa che trovó stranamente adorabile) e si chinó appena in avanti, piegando impercettibilmente le ginocchia per avvicinarsi... solo per poi bloccarsi nel sentire le risatine delle ragazzine che li stavano osservando.
    Se Kalyani aveva reagito con imbarazzo, Shinjiro restó dapprima sorpreso, poi le fulminó con lo sguardo finché non furono sparite alla vista.
    ... probabilmente avrebbe fatto lo stesso vedendo delle manifestazioni d'affetto in pubblico a 13 o 14 anni, in realtá, ma non poteva fare a meno di essere comunque piuttosto seccato.
    Ma l'altra aveva ragione, non era il posto ideale.
    « N-no, decisamente no...» sospiró, scostandosi leggermente dall'altra, ma continuando a tenerla per mano. Non era esattamente cosí che aveva immaginato iniziasse quella giornata al mare, e il pensiero di avere tutta la giornata davanti sembrava di colpo lunghissimo.... in compenso peró, la stanza matrimoniale non sembrava piú una prospettiva cosí terribile.
    Anzi.
    Li sarebbero sicuramente stati da soli... senza possibilitá di venire disturbati da nessuno...
    « Vogliamo andare a fare un bagno in acqua?» propose, avviandosi in caso affermativo.
    « E comunque, la storia del quirk... ha anche i suoi lati positivi. Posso finalmente mangiare tutto il gelato che voglio senza che si sciolga in due minuti solo tenendolo in mano.» aggiunse, cercando di cambiare argomento che non fosse il continuare a pensare a quel bacio. O all'espressione di Kalyani e alle sue labbra morbidissime e...
    Entró in acqua piuttosto velocemente, sovrappensiero, e se ne pentí immediatamente non appena l'acqua gli arrivó alla cintola, venendo schizzato da un'onda di passaggio.
    « É fredda esclamó, suonando decisamente piú sorpreso di quanto avrebbe dovuto esserlo qualcuno per una cosa cosí normale.
    Ovvio che era fredda, si sentiva un idiota a stupirsi per una cosa del genere, ma gli sbalzi termici completamente diversi da quelli a cui era stato abituato per piú di 20 anni continuavano a prenderlo impreparato in mille modi diversi.
    Ora capiva i suoi amici e ex compagni di classe che strillavano quando li schizzava gettandosi in acqua di colpo, e si sentí un pó in colpa.
    Represse un brivido di freddo, sentendo giá la pelle d'oca farsi strada sulla parte ancora asciutta del corpo, poi lanció un'occhiata a Kalyani.
    « La cosa migliore é entrare in acqua tutto in una volta, vero...?» chiese quasi per conferma.
    Poi sorrise leggermente, lo sguardo che si abbassava lentamente sulla mano che ancora le teneva stretta... prima di lasciarsi cadere all'indietro, trascinandola in acqua con sé.
    Desmond e Masao potevano anche definirlo serioso, irremovibile, per certi versi noioso e "vecchio dentro", ma... non voleva dire che non sapeva divertirsi. Era vero che era maturato in fretta - forse troppo in fretta-, ed i momenti in cui poteva atteggiarsi un pó al ragazzo che era erano pochi, sia per il suo carattere che per i suoi impegni e lo stile di vita che conduceva... ma quei pochi momenti c'erano, ed erano preziosi. In quel momento voleva solo godersi quella giornata con Kalyani, e nient'altro.
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    Kalyani non aveva la minima idea che Shinjiro si sentisse inferiore rispetto a lei, perché se lo avesse saputo, gli avrebbe rivolto l’espressione più confusa e oltraggiata della storia. Per quanto apparisse perfetta agli occhi di molti e alcune volte addirittura invidiata, lei non pensava di essere così tanto fortunata, né superiore ad alcune persone a cui teneva profondamente – come lui, in primo luogo.
    Shinji era una persona dall’animo buono, aveva un carattere che, nonostante l’apparente durezza, era riuscito nell’impresa di oltrepassare le difese invalicabili che Kalya aveva eretto intorno a sé, quelle che quasi nessuno si era sforzato di buttare giù. Aveva esposto un lato della donna più vulnerabile, lato che lei a volte aveva addirittura dimenticato di avere, o che aveva represso nel corso degli anni.
    Questo era un chiaro segno di come lui contasse tanto per lei, di come fosse stato assolutamente inevitabile per Kalya innamorarsi di lui, dopo più di un anno di conoscenza… in cui aveva avuto modo di conoscere tutte le sfaccettature che caratterizzavano quel ragazzo e che lo rendevano, a differenza di quanto credesse, speciale.
    Avrebbe voluto dirgli tutte queste cose ma, purtroppo, non era brava con le parole, quindi voleva dimostrarglielo con quel bacio… che era stato interrotto. Si sentiva parecchio frustrata al pensiero che lì fossero sotto lo sguardo di troppe persone, considerando che era molto discreta, ma allo stesso modo di Shinjiro anche il suo pensiero andò alla conclusione di quella giornata. C’era il Tanabata, certo, ma… ora quella camera da letto aveva un’importanza ancora più grande rispetto a prima. E non poté fare a meno di pensare che quella sera sarebbero stati lì, da soli.
    Avvampò all’improvviso, inclinando il viso di lato per non farsi vedere da Shinjiro.
    Nel sentire la sua proposta, Kalya abbandonò le sue fantasie mentali da romanzo harmony (???) per rivolgergli un sorriso. “Certo, in fondo siamo qui per questo,” rispose, annuendo con sicurezza. “E… quando usciamo ci prendiamo anche il gelato.” Questa volta il suo tono di voce si ammorbidì, sebbene le fosse tornato alla mente ciò che Shinji aveva fatto per uscire con lei quel giorno. Era preoccupata per lui, ovviamente, e sentiva il peso della responsabilità nel doverlo difendere nel caso in cui fosse successo qualcosa… La sua ansia aumentava al pensiero che lei non fosse così brava a gestire il suo quirk, visto come erano finiti gli ultimi allenamenti a cui aveva preso parte.
    Ma, al tempo stesso, si sentiva anche… sollevata all’idea di vederlo in quel modo. Quando Shinji esclamò “è fredda!” con quel tono di voce così sorpreso, come un bambino che scopre qualcosa di nuovo, Kalya non riuscì a trattenersi dal guardare il suo profilo con un sorriso intenerito, stringendo un po’ di più la sua mano. Forse poteva sentirsi meno in colpa, sapendo che, nonostante tutto, lui quel giorno stesse bene… che non avesse paura di collassare da un momento all’altro, che non dovesse preoccuparsi di stare all’ombra tutto il tempo e che potesse godersi una giornata con lei.
    Forse non era così sbagliato.
    Era così immersa nei suoi pensieri che non ascoltò realmente la domanda di Shinjiro, ritrovandosi a lasciarsi scappare un piccolo “Eh?” prima di cacciare un urletto e finire improvvisamente in acqua, senza avere neanche modo di opporre resistenza. Ed entrare tutto insieme fu traumatico (?) anche per lei, visto che quell’acqua era davvero fredda.
    Riemerse qualche secondo dopo, con il viso completamente coperto dai lunghissimi capelli e un’espressione sconvolta sotto di essi, ritrovandosi a tossicchiare un po’ di acqua che aveva bevuto nel tuffo improvviso. “Ma… ma è gelata!!” Esclamò, rabbrividendo leggermente e passandosi le mani sulle braccia, dove aveva la pelle d’oca.
    Aprì poi la tenda di capelli (?) che le copriva il viso, rivolgendo a Shinjiro un’espressione serissima, con gli occhi dorati che brillavano di una luce quasi inquietante. “Questo è stato sleale, un colpo bassissimo. La considererò una dichiarazione di guerra, allora.” Sibilò, avvicinandosi di qualche passo a lui, il tutto mantenendo quel piglio un po’ troppo serio per poter ipotizzare che si trattasse di uno scherzo. Ma questa facciata durò ben poco perché, prima del previsto, Kalya si lasciò sfuggire un sorrisetto divertito e sollevò una discreta quantità d’acqua verso di lui, colpendolo con essa in pieno viso.
    Una volta che Shinji avrebbe riaperto gli occhi, avrebbe visto l’altra guardarlo con un sorriso vittorioso, e con le braccia incrociate al petto, orgogliosissima del suo contrattacco. Nonostante il suo atteggiamento, si vedeva che Kalya stesse giocando, cosa rarissima per lei.
    Si sentiva tornare quasi bambina. Anzi… neanche quando era piccola si era sentita così spensierata.
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    Onestamente, aveva detto all'altra che in caso fosse successo qualcosa avrebbe dovuto pensare lei a difenderli, intendendola come nient'altro che una semplice battuta. Non si aspettava che succedesse sul serio qualcosa in quella giornata d'estate, o perlomeno nulla che richiedesse il loro intervento e non quello delle vere forze dell'ordine. Erano su una spiaggia affollata e non uno dei tanti vicoletti a caso dove potevamo avvenire i tanti piccoli crimini invisibili in una metropoli come Tokyo, c'era sicuramente qualcuno di decisamente piú qualificato di loro. Perció se avesse saputo che aveva innavvertitamente fatto scattare un pó di ansia nell'altra, magari avrebbe evitato di fare quella battuta.
    Il primo impatto con l'acqua fu piuttosto intenso, ma giá dopo pochi secondi, il tempo di bagnarsi completamente, e giá non parve piú cosí fredda; immerse per un attimo completamente la testa per bagnare i capelli, assicurandosi che il codino non si fosse disfatto, poi si lasció sfuggire una risata nel vedere Kalyani riemergere sputacchiando con una cortina di capelli davanti al viso a coprirlo completamente. Con i capelli neri a quel modo davanti al viso, non fosse stata per la carnagione piú scura, sarebbe potuta sembrare Sadako(?)
    « Vero?» chiese quasi allegro, ridacchiando. Di solito il suo commento era... quasi lo stesso, un "uh, davvero?", ma detto in tono molto piú interrogativo e perplesso, avendo una scala di riferimento completamente diversa.
    Per una volta sentire freddo era... beh, non esattamente piacevole, ma per lui era comunque... una novitá, in un certo senso.
    Un attimo dopo il sorriso esitó leggermente vedendo l'espressione cosí seria dell'altra; non se l'era presa, vero?
    Ma no, era stato solo uno scherzo idiota (per una volta che ne faceva uno, insomma).
    Si beccó uno schizzo d'acqua dritto in faccia, e fu il suo turno questa volta di annaspare.
    « Sicura di volerla davvero, questa guerra?» ribatté, ricambiando lo schizzo d'acqua con entrambe le mani, per poi allontanarsi appena per evitare un eventuale "contrattacco" (e schizzando solo altra acqua, perlopiú), puntando al punto dove l'acqua era un pó piú profonda in modo da restare completamente immersi e poter nuotare un pó.
    « Ora che ci penso, é passato un sacco di tempo da quando ho fatto una nuotata al mare come si deve. Prima ci fu l'attacco a Tokyo, poi non si era certi se l'acqua fosse o meno sicura, e poi... ho un pó evitato le spiagge in generale.» commentó, iniziando a muovere qualche bracciata. L'acqua era fredda ma limpida, e permetteva di vedere piuttosto chiaramente il fondale sabbioso con qualche alga, sassi e raramente piccoli pesci.
    « Come te la cavi a nuotare? Vogliamo arrivare fino a lí?» chiese, indicando un punto ad una cinquantina di metri di distanza, un pó piú al largo, e in caso affermativo iniziando a nuotare in quella direzione.
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    Scusate per il ritardo, avevo comunque avvisato in privato.
     
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    Kalya era di natura una perfezionista, non solo per quanto concerneva il suo lavoro, ma anche il suo atteggiamento di fronte alle altre persone: difficilmente si scomponeva davanti a qualcuno e tendeva sempre a mantenere una fredda compostezza, che a tratti poteva farla risultare non solo scorbutica, ma anche robotica.
    Nell’anno che era appena trascorso, aveva sempre cercato di evitare a tutti i costi di fare brutte figure davanti a Shinjiro, proprio per fare bella impressione su di lui: sentendolo ridere così spontaneamente di fronte a una Kalya molto più goffa e umana, le provocò il solito imbarazzo che tendeva ad arrossarle le guance, ma… al tempo stesso la faceva sentire più libera di poter essere se stessa. Se a lui piaceva anche la Kalya meno perfetta, allora non doveva preoccuparsi di mantenere sempre quella facciata.
    Poteva non avere la costante paura di perderlo a un minimo momento di debolezza.
    E con questo pensiero si mise a giocare con lui in acqua, molto più spensierata del solito, libera dai blocchi che si era imposta anni fa. Avrebbe continuato a gettargli acqua addosso, presa dallo spirito di competizione, se lui non si fosse allontanato e se non le fosse finito sul braccio un pezzo di alga. Schizzinosa com’era, assunse un’espressione inorridita, togliendo la piantina in questione e gettandola in più lontano possibile da lei. “Ew.” Fu il suo unico commento a riguardo, prima di seguire con lo sguardo Shinji che andava un po’ più a largo.
    Lo raggiunse, arrivando a un punto dove lui toccava, mentre lei riusciva a malapena a tenere la testa fuori dall’acqua poggiandosi sulle punte dei piedi. Istintivamente, si aggrappò al suo braccio. “Me la cavo discretamente, non sono una nuotatrice provetta, ma quando ero piccola mia madre mi ha fatto seguire le lezioni di nuoto insieme ai miei fratelli,” commentò, ricordandosi del fatto Madhavi le aveva fatto fare molti sport, perché convinta erroneamente che sua figlia dovesse essere brava in molte discipline. Kalya scacciò questo pensiero. “Quindi so stare a galla.” Anche se, a conti fatti, si stava aggrappando a lui per non affaticarsi. Ma questa era solo una scusa per stargli un po’ addosso (?).
    Si immerse prima lei in acqua, iniziando a nuotare verso la direzione che lui le aveva indicato. La zona in questione era vicina a una distesa di scogli, la sabbia era di un colore candido e l’acqua molto limpida, di un bel colore azzurro quasi tropicale. Prese il polso di Shinjiro, guidandolo al di sotto dello specchio d’acqua per poter osservare da vicino i pesciolini. La fauna marina era straordinariamente ricca, con piccoli banchi di pesce dalle scaglie luminose, con alghe e crostacei che si nascondevano tra i pertugi degli scogli, e conchiglie colorate e di varie dimensioni.
    Kalya rimase a lungo sott’acqua, riemergendo di tanto in tanto per prendere una boccata d’aria, prima di tornare in superficie con un ansito, stavolta tirandosi indietro i capelli per non sembrare di nuovo Sadako versione Bollywood (?). “Non pensavo ci fossero tutti questi pesci qui! Quest’anno l’acqua è molto più pulita dell’anno scorso.” Commentò, avvicinandosi di nuovo a Shinjiro per aggrapparsi nuovamente a lui sempre una scusa per stargli addosso.
    Rimase a guardarlo per qualche istante, ripensando al fatto che per lui era la prima volta dopo un po’ di tempo che tornava a godersi il mare estivo, come aveva detto poco fa. Le sembrava più felice del solito e non sapeva se questo dipendeva da lei, oppure se fosse dovuto principalmente al fatto che non dovesse preoccuparsi delle conseguenze del suo quirk.
    Non voleva riportare fuori quell’argomento, ma… “Sei felice di essere qui oggi, quindi? Nonostante tutto?” Sì, Shinjiro aveva già risposto a questa domanda, ma Kalya era una persona che aveva bisogno di continue conferme nella sua vita. Il timore che qualcuno potesse cambiare idea da un momento all’altro era una costante per lei. “Perché per me l’importante è questo, che tu stia bene. Anche se prima ti ho dato l’impressione di essermi innervosita perché non mi hai detto nulla delle medicine, l’ho fatto perché…” Si morse il labbro. Era un argomento che la premeva molto, quello, perché se lo portava dentro da tanti mesi… da quando era andata a ritirare la suit di Shinjiro da Kardama. Da quando aveva parlato con Desmond del problema del loro amico.
    Sospirò. “Ok, lo ammetto, per un momento mi sono un po’ risentita del fatto che tu mi stessi nascondendo qualcosa. Mi ero già sentita così quando ho scoperto che il tuo quirk ti faceva stare male, ma… in realtà non te ne faccio una colpa. Ora capisco che non volevi farmi preoccupare.” La sua voce era ridotta a un mormorio, come se non volesse farsi sentire da nessuno. Ma erano soli lì, lontani dalla costa, cullati dalle onde e dal rumore del mare. Era forse quell’improvvisa solitudine ad aver fatto riemergere la fragilità e i pensieri più intimi di Kalya.
    Si avvicinò a lui, abbracciandolo. “Scusami, mi ero ripromessa di non parlarne più per oggi. Ma… volevo che sapessi questo, mi sembrava corretto dirtelo.” Confessò, affondando il viso nell’incavo del suo collo e sentendo il sapore della salsedine sulla sua pelle. “Ma ora che te l’ho detto, mi sento meglio.” Era sincera, ora che Shinji le aveva fatto capire che lei era importante per lui, poteva dirgli cosa aveva provato durante quei mesi. Poteva essere limpida con lui riguardo i suoi sentimenti.
    Non voleva più nascondergli nulla, da quel momento in poi.
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    SHINJIRO ARAGAKI
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    Si sarebbe messo a ridere di nuovo nel vedere Kalyani inorridire improvvisamente e lanciare via un pezzetto di alga che le era finito sul braccio.
    « Aw, ma no, non c'è bisogno di essere così schizzinosi, non si butta il cibo.» una piccola pausa per godersi la sua espressione (probabilmente orripilata all'idea che un'alga qualsiasi potesse essere presa e usata in cucina, soprattutto la sua cucina) e poi scoppiò di nuovo a ridere.
    « Ovviamente scherzo, ormai vengono tutte da allevamenti appositi.» si affrettò a chiarire, riprendendo a nuotare. Arrivarono in un punto dove l'acqua iniziava ad essere abbastanza alta, o perlomeno abbastanza da non ritrovarsi subito in piedi appena provava a distendere un po' le gambe. Per Kalya, più bassa, doveva già essere arrivato il punto oltre cui faceva fatica a toccare. Non si spostò quando lei si aggrappò al suo braccio, limitandosi a muovere le braccia per restare a galla.
    « Una cosa simile anche io, anche se da me ci hanno dato lezioni di nuoto durante le ore di ginnastica a scuola.» commentò.
    Kalya lo sorprese prendendolo per il polso e immergendosi, portandolo un po' a doverla rapidamente seguire. Prese una boccata d'aria e si immerse a sua volta, impiegando qualche secondo ad aprire gli occhi e ad abituarsi al leggero pizzicore dell'acqua salata.
    Più lontano dalla riva e dalla calca il numero di pesci era sensibilmente aumentato, e con la limpidezza dell'acqua era facilissimo vederli guizzare da una parte e dall'altra, passando vicinissimo a entrambi.
    Riemerse con una grande respiro, voltandosi verso l'altra.
    « Sì, è vero! Hanno fatto un buon lavoro nel ripulire tutta la città.» commentò in risposta, prima di assumere un'aria leggermente pensierosa.
    « Con le Olimpiadi quest'anno in effetti avranno voluto riuscirci a tutti i costi per non doverle spostare altrove... È una questione di immagine e di affidabilità.» aggiunse dopo un attimo.
    Si voltò nuovamente verso Kalyani, e lo sguardo del cuoco si oscurò un attimo alle parole dell'altra. Sì, aveva immaginato che si fosse indispettita non appena avesse intuito che stava provando a tenerglielo nascosto, e per quello era felice di essersi tolto subito il pensiero e averglielo confessato, però... Era evidente che all'altra quel pensiero era pesato molto.
    « Sì, sono felice, tranquilla.» si affrettò a rassicurarla, appoggiandosi cautamente ad uno degli scogli che affioravano dall'acqua. Un piccolo granchio si affrettò ad allontanarsi, sparendo in un anfratto.
    « Ovviamente è... Strano. Mi sento sempre come se mi mancasse qualcosa. Un po' come quando ti tagli i capelli e per qualche giorno continui a essere certo di averli più lunghi...» un'occhiata alla chioma dell'altra per realizzare che forse non era l'esempio migliore.
    « Solo che è.... dentro, ovunque. Non... So bene come spiegarlo.» ribatté con una smorfia. Restò un attimo sorpreso al suo abbraccio ma lo ricambiò rapidamente, stringendola a sé con entrambe le braccia. Rimase qualche attimo in silenzio, chiudendo gli occhi.
    « Ma ha anche dei lati positivi... Sei calda, è... Piacevole.» mormorò dopo qualche secondo, riaprendo gli occhi.
    « ... Non me ne ero mai accorto, prima. » aggiunse, con una punta di imbarazzo. Era un'altra di quelle cose che erano cosi ovvie da essere banali, ma era sempre stato lui quello a cui gli altri si appiccicavano addosso, dai compagni di classe ai suoi cuginetti. Provò una punta di nostalgia pensando a tutti i capodanni dove nella vecchia casa dei nonni in montagna gli si erano stretti vicino sotto una coperta mentre fissavano la neve fuori dalla finestra.
    ... Non aveva ancora detto nulla a nessuno della sua famiglia, o a nessun altro in realtà. Come la avrebbero presa?
    « ... Sei la prima a cui l'ho detto. Dovrò... Avvisare anche gli altri della situazione, perlomeno per il periodo estivo. .... Spero solo per quello estivo.»
    Non poteva non dire nulla, si erano promessi di dirsi tutto ed evitare il ripetersi dei loro... Problemi di comunicazione avuti nei mesi precedenti.
    « Scriverò sul gruppo più tardi.» aggiunse, prima di reprimere un brivido. Ah... Quello era il segnale di dover iniziare a uscire dall'acqua, giusto?
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    … Passiamo oltre l’espressione assolutamente orripilata di Kalya nel sentire il commento di Shinji sull’alga – avrebbe seriamente smesso di mangiare al suo izakaya per una cosa del genere (?). Per fortuna lui si accinse a specificare che quello era semplicemente uno scherzo, portando la donna a sospirare profondamente, sollevata al pensiero che fino a quel momento aveva mangiato delle alghe di allevamento.
    Doveva dire che l’idea di Shinjiro di allontanarsi un po’ dalla spiaggia e dalla calca era stata l’ideale in quel momento. Prima, quando lui le aveva dato quel bacio, si era sentita esposta allo sguardo altrui, aveva lasciato trapelare la vulnerabilità che, solitamente, mostrava solo a coloro di cui lei si fidava ciecamente. Ora che erano lì in mare, da soli, circondati da piccoli pesciolini e cullati dalle onde del mare, sentiva che poteva mostrarsi fragile, senza l’angoscia che qualche sconosciuto potesse osservarla.
    Ascoltò la risposta di Shinji in silenzio, stretta a lui, cercando di rilassarsi a quel contatto, nonostante l’argomento che stessero affrontando fosse piuttosto delicato e spinoso. Si lasciò sfuggire un piccolo sospiro, nel sentirlo ricambiare il suo abbraccio. “La tua unicità, per quanto ti abbia fatto stare male nell’ultimo periodo, non verrà mai cancellata del tutto. È parte di te, come dici tu… è qui dentro.” Mormorò, socchiudendo gli occhi e poggiando una mano sul suo torace. “Averla messa in stand-by non ti rende diverso da noi. Per me sarai sempre Shinji, il cuoco che mi ha accolta nel suo gruppo e mi ha fatto innamorare perdutamente della cucina giapponese.” E non solo, ma arrossì al pensiero di dirlo ad alta voce. A volte Kalya voleva essere più cristallina per quanto riguardava i suoi sentimenti, voleva esprimerli senza provare imbarazzo, ma ancora non ci riusciva.
    Forse, con il tempo, sarebbe cresciuta anche su quel fronte.
    « Sei calda, è... Piacevole. Non me ne ero mai accorto, prima. »
    Kalya sorrise contro la sua spalla. “Beh… non ci siamo mai abbracciati prima di oggi.” Si lasciò sfuggire una risatina, staccandosi da lui per guardarlo negli occhi. “In effetti, non ho mai approfittato del tuo calore durante i mesi invernali. Potevo usarti come copertina termica!” Esclamò, scherzosa. Avrebbe potuto farlo, questo era vero, ma non avevano ancora quel livello di confidenza per questo tipo di gesti. L’unica volta in cui lui l’aveva scaldata era stato quando le aveva preso le mani, durante la Vigilia di Natale.
    L’esplosione al ryokan non conta.
    Al suo commento riguardo il riferirlo agli altri, Kalya si incupì leggermente. “Hai paura che possano prenderla male?” Domandò, arricciando le labbra in un’espressione dubbiosa. “Io penso che possano capire la situazione… o almeno, lo spero.” Sollevò un sopracciglio, ripensando all’atteggiamento infantile di Masao e a quello di drama queen di Desmond. Sperava che con Shinjiro si comportassero in maniera un po’ più decente rispetto a come si comportavano con lei – anche se le cose, all’interno nel gruppo, erano migliorate rispetto a quell’inverno.
    Nel sentire anche lei quel brividino di freddo, gli sorrise. “Magari ne parliamo meglio di fronte a un gelato. E stavolta offro io.” Disse, categorica (?) e memore di tutte le volte in cui lui le aveva offerto da mangiare, a partire dalla fatidica Vigilia di cui parlavamo poco prima. In base alla risposta di Shinji, Kalya si sarebbe immersa nuovamente in acqua, nuotando verso la riva.
    Looking at you
    it's my golden hour
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    Kalya Raji
     
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