Il sorriso di Jun si ampliò nel sentire il complimento di quel ragazzo alla sua preziosa e carinissima borraccia. Di solito, quando si allenava lì in palestra e la sfoggiava in bella vista, non riceveva occhiate di approvazione da parte dei presenti… Insomma, Jun poteva capire che quei delinquenti volevano mantenere la loro aura da
macho, ma potevano farlo benissimo anche bevendo da una borraccia così carina! (Che, per la cronaca, è
questa.)
“L’ho presa in un negozio a Busan, prima che mi trasferissi qui. Ma ho visto che anche a Tokyo ci sono molti negozi che vendono accessori kawaii, sicuramente ne potrai trovare una ancora più carina!” E, da questa informazione, l’
angioletto poteva intuire di trovarsi davanti a uno straniero… sempre che non l’avesse già capito dall’accento un po’ incerto nel suo tono di voce. Però stava pian piano migliorando nella pronuncia, anche grazie al suo lavoro di barman, che gli permetteva di intrattenersi e chiacchierare con moltissimi clienti.
La scrittura era ancora un po’ da migliorare, invece.
«Non sei uno che va per il sottile, mi piaci.»Gli occhi di Jun si dilatarono a quelle parole. Gli piaceva…
in quale senso?Come un possibile
scopamico?
No,
aspetta, non doveva farsi idee strane, quel ragazzo era tanto carino… anche se sembrava essere molto diretto e non si era imbarazzato minimamente a dirgli una cosa del genere, restava comunque incredibilmente adorabile. Non doveva farsi strane idee
le ultime parole famose.
In ogni caso, il suo flusso di pensieri venne interrotto alla notizia che Kohaku, nome con cui il ragazzo si era presentato, aveva bisogno di un personal trainer per rafforzare i muscoli della schiena e per migliorare la sua autodifesa. Si chinò ancora di più verso di lui, poggiando le mani sulle ginocchia, per potersi avvicinare e sentire meglio la sua richiesta.
Non aveva la benché minima idea del perché un ragazzo del genere avesse bisogno di lavorare sulla propria prestanza fisica, ma non si fece molte domande. Jun non era il tipo da riflettere troppo.
Si tirò su e incrociò le braccia al petto, guardandolo con un ghignetto tronfio e sornione.
“Beh, oggi è la tua giornata fortunata, Kohaku. Io posso farti da personal trainer.” D’altronde, quella era un’occasione imperdibile: come faceva a rifiutare di passare un po’ di tempo con quell’angioletto? Anche se la prospettiva di rischiare di fargli del male lo preoccupava.
Ci sarebbe andato leggero, promesso.
“Mi alleno nel combattimento da… mh, non ricordo neanche più quando ho iniziato.” Rifletté, toccandosi il mento. Probabilmente aveva iniziato a colpire il sacco da boxe durante l’adolescenza, quando stava entrando nel mondo criminale e aveva bisogno di saper difendersi e contrattaccare.
“Conosco qualche trucco per sferrare dei pugni piuttosto dolorosi senza possedere eccessiva forza fisica. E oh, anche delle tecniche di autodifesa!” Si vedeva che era piuttosto entusiasta di aiutarlo, sia perché gli piaceva insegnare agli altri quello che aveva appreso lui durante gli anni, sia perché… insomma, era palese che fosse interessato a Kohaku.
L’aveva già detto quanto era terribilmente adorabile?“Spostiamoci dove abbiamo più spazio.” Lo guidò verso una zona della sala dove non erano presenti sacchi da boxe, in modo da avere più spazio di manovra e potersi allenare senza troppi ostacoli. Ormai Jun aveva già dato per scontato che sarebbe stato lui il personal trainer di Kohaku, ma probabilmente quella era una convizione condivisa da entrambi.
Sollevò le braccia davanti al viso, stringendo i pugni e mettendosi nella posizione da guardia.
“Questa è la guardia da combattimento della boxe. So che è diversa di disciplina in disciplina, ma non ho mai praticato altri sport da combattimento. Spero che quello che so possa esserti utile.” Gli spiegò. Sperava di essere chiaro, non era molto bravo a fare da trainer.
“La guardia è importante anche per difenderti dai colpi altrui! Quindi imita la mia posizione, e poi… prova a darmi un pugno.” Gli disse all’improvviso. Voleva che l’altro ragazzo ci mettesse quanta più forza possibile, per testare le sue capacità e avere modo di capire quanto fosse inesperto nel corpo a corpo.
Gli rivolse dunque un sorrisetto, mettendosi anche un po’ chino per permettergli di colpire ad altezza spalle e viso.
Kohaku era così smol, awwww.