I took a sip from my devil's cup

● JUN ● VILLAIN ● LV. 3 ● SCHEDA ● Portfolio ●

Sì, Jun non era una persona molto discreta. Il fatto che facesse parte della mafia coreana doveva averlo forgiato a imparare a tenere la bocca chiusa, ma la sua indole chiacchierona di natura a volte lo portava a parlare un po’ troppo.
Fortuna che non si era lasciato sfuggire niente di compromettente davanti a Masao, oppure avrebbe dovuto dire ciao ciao alla loro amicizia, insieme a tutti gli extra annessi.
E fortuna che Kohaku non era un vigilante o un eroe in borghese, o poteva dire ciao ciao al suo lavoro, e quello sarebbe stato peggio.
In ogni caso, Jun doveva ammettere che quel combattimento-allenamento lo stava divertendo molto. Fino a qualche minuto prima era attanagliato dal nervosismo e dallo stress, a causa delle pressioni che sentiva addosso, mentre ora la presenza di quel piccolo angioletto aveva momentaneamente scacciato le sue preoccupazioni. In fin dei conti Jun era notoriamente una persona monotasking e non riusciva a concentrare i suoi pensieri su più argomenti diversi.
“Immagino siano un po’ scomode, come fai a dormire con quelle?” Gli domandò con sincera curiosità, facendo riferimento alle sue ali. “Però sono molto belle.” Aggiunse poi, con un sorriso, trattenendosi dal dirgli che lo rendevano davvero molto carino. Iniziava a sospettare che forse questo appellativo non gli piacesse poi così tanto, anche se per Jun restava comunque assolutamente adorbs. Un po’ gli dispiaceva azzuffarsi con lui, ma almeno in questo modo aveva la scusa per toccarlo un po’ (*eyes emoji* COFF).
Riuscì nell’intento di atterrarlo, trovando estremamente soddisfacente quella posizione la smetto giuro non bollate questa role come nsfw. Il suo sorrisetto strafottente, però, mutò in un’espressione molto sorpresa e quasi imbarazzata alle parole dell’altro che, per quanto apparentemente innocue, nella mente di Jun avevano assunto una sfumatura molto ambigua. Un po’ quel commento inaspettato, un po’ il movimento delle ali e la spinta sulla sua gamba, Jun alla fine mollò la presa su di lui, portandosi a sbilanciarsi di lato e a cadere di peso su un fianco.
Aveva i capelli vagamente spettinati, forse a causa del vento smosso dalle ali di Kohaku, ma in fin dei conti non erano poi tanto diversi dal normale. “A me sembra che tu sia molto bravo a difenderti.” Gli disse, con un tono di voce tranquillo, senza quell’atteggiamento provocatorio che aveva assunto prima – anche se leggermente dolorante, visto che era caduto un paio di volte a terra da quando era iniziato quell’allenamento.
Si sollevò lentamente in piedi, stiracchiando i muscoli. “Direi di passare all’attacco, allora! Insomma, non puoi sempre fare affidamento sulle tue ali… devi sapere usare anche i muscoli delle braccia. Scommetto che ce li hai, quindi bisogna saperli usare!” Non lo stava canzonando, era sinceramente convinto che, a questo punto, Kohaku fosse il grado di rifilargli un bel destro in faccia e fargli male.
“Ricordati, è importante colpire i punti deboli dell’avversario. Prima hai colpito le mie gambe, che è buono per far perdere l'equilibrio, ma un altro punto strategico è la zona del collo e della mandibola.” Iniziò a spiegargli, assumendo un atteggiamento da professore che gli si addiceva ben poco. “E non serve usare solo i pugni… puoi usare anche i gomiti. Tipo così.” Detto così, piegò il braccio sinistro e mirò a colpire il visetto di Kohaku, per dargli una dimostrazione pratica di ciò che gli aveva spiegato. In realtà lui avrebbe potuto schivarlo molto facilmente, se aveva i riflessi pronti: i movimenti di Jun erano decisamente più lenti rispetto al solito, anche perché non era intenzionato a colpirlo sul serio – non poteva rovinare quel visetto bellissimo!
Ovviamente si aspettava una reazione da Kohaku ma, dopo i risvolti di prima, Jun non era tanto sicuro che avrebbe imitato i suoi movimenti… chissà, magari poteva stupirlo ancora!