I took a sip from my devil's cup

● JUN ● VILLAIN ● LV. 3 ● SCHEDA ● Portfolio ●

Oltre a non essere una persona discreta, Jun era anche amante delle cose carine. Nonostante sembrasse la mascolinità fatta uomo (?), si scioglieva tantissimo di fronte a scene tenere, come ad esempio l’immagine di Kohaku che dormiva con le sue ali chiuse intorno a sé quando faceva troppo freddo. Gli occhi di Jun si illuminarono e le sue labbra si piegarono in una smorfia intenerita, come se fosse sul punto di emettere un sonoro awwwwwwwww da esse. Si trattenne solo per non ricevere un’altra alata (???) dal piccoletto.
Ora però gli venne un dubbio: come faceva a dormire insieme a qualcun altro nel letto? E soprattutto… perché Jun ci stava pensando? Ma, effettivamente, non c’era bisogno di porsi questa domanda, visto che il coreano aveva già deciso che avrebbe provato ad approfondire un po’ il rapporto con Kohaku… quindi l’idea che sarebbe finito fra le sue coperte non era poi così remota.
Anche perché stavano chiaramente flirtando.
Tornando alla lezione di autodifesa, Jun aveva provato a passare a un attacco diretto per dare dimostrazione all’altro di come muoversi, ma… il suo avversario non la prese poi così bene. Sfiorò con il gomito le sue ali, prima di piegare la testa di lato di fronte alla reazione di Kohaku, soprattutto quando lo minacciò di non attaccarlo più in quel modo senza avvertirlo. Normalmente Jun si sarebbe un po’ spaventato di fronte a quell’atteggiamento, ma ormai era abituato alla convivenza con Anya: sia lei che Kohaku erano minacciosi tanto quanto un gattino arrabbiato, e lui doveva fare uno sforzo enorme per prenderli effettivamente sul serio.
Forse con Anya gli risultava più semplice farlo.
“Oh, ma non devi spaventarti! Non ero mica intenzionato a colpirti… mi stavo muovendo piano apposta,” specificò, mettendo le mani avanti e facendo una risata per stemperare la tensione. “Volevo solo farti vedere come muoverti. Non mi azzarderei mai a procurarti un livido su quel bel faccino.” Aggiunse, questa volta con un sorrisetto, tornando a flirtare con lui e ignorando volutamente la sua aura minacciosissima (?).
Interruppero dunque quella sessione di allenamento, come richiesto da Kohaku. Jun sospirò, prendendo un abbondante sorso d’acqua dalla sua borraccia, prima di passarsi l’asciugamano sul collo. “Non preoccuparti, non bisogna esagerare quando ci si allena! Passo molto tempo in questa palestra, quindi possiamo vederci quando vuoi. Magari puoi avvertirmi su Qmail.” E così si faceva dare pure il contatto per messaggiare. Che giocatore (?).
Era palese ormai che vi fosse dell’interesse fra i due, come aveva confermato anche Kohaku, e averne la certezza diede a Jun il pretesto per passare al vero attacco. “Però voglio farmi perdonare per prima…” Si avvicinò a lui di qualche passo, abbassando il tono di voce. “Se non hai nulla da fare stasera, ti andrebbe di prendere qualcosa da bere? Conosco un sacco di locali qui a Tokyo, potremmo divertirci un po’.” Era sfacciato? Sì, e ne andava pure orgoglioso.
Si chinò verso di lui, con quel suo classico sorrisetto sornione che lo contraddistingueva. “Che ne dici? Ti va?” Qualcosa gli diceva che a Kohaku andava… e questo, oltre a renderlo ovviamente soddisfatto dei possibili risvolti della serata, lo rassicurava. Aveva bisogno di qualcosa in grado di distrarlo quella sera.