Araphel: The Beyond

SQ -- Hisoka Morow (Gabriel Daystar)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Villain
    Posts
    13,826

    Status
    Anonymous
    Questa SQ fa da preludio all'apertura di un'organizzazione civile / network vigilante per cui si gettano basi da tipo un anno in tutte queste role: [1] [2] [3] [4] [5] [6]

    Spero non sia un problema se è un po' retrodatata, accadendo temporalmente qualche mese dopo l'inizio della storyline con Kishou, che in origine sarebbe dovuta continuare tramite una role con Akahito, e quindi sarebbe stonante se Gabriel avesse speso troppo tempo a far nulla di rilevante ^^"

    Dovrebbe comunque essere coerente, siccome qui si parla di aprire cose, e nell'interim possiamo dire che si siano "stabilite" così da naturalizzare la loro esistenza nelle role presenti. E ho fatto ben cura di non dire nulla di contraddittorio nelle attività aperte fin ora :stare:

    2yxwvwo
    Peccato, aveva fatto del suo meglio per trovare una busta carina – in carta blu e chiusa da uno sticker rosso a cuoricino – ma per farle passare la buchetta era stato costretto a spingerla di forza, stropicciandola. Era giusto un pelo troppo grassa per entrare con eleganza oltre la porta.

    Gabriel si sporse un'ultima volta alla finestra lì a lato, la casa pareva davvero esser vuota. Prevedibile visti gli orari lavorativi di una e gli impegni scolastici mattinieri dell'altro. Andava a suo favore siccome presentare il pacchetto di persona non avrebbe scaturito lo stesso shock.

    S'allontanò con un balzo, superando i due gradini che riportavano all'asfalto di una larga strada che spezzava a metà quel pacifico quartiere residenziale. Una zona tremendamente noiosa anche solo d'attraversare, l'azzurro non ci avrebbe mai messo piede se non per chi viveva nella piccola e modesta abitazione alle sue spalle.

    Era un luogo monotono, e perciò anche stabile, una location ideale per le famiglie intenzionate a crescere il proprio pargolo al riparo da ogni disturbo... Peggio per loro. Nel bel mezzo di quel placido oceano brontolavano i primi venti di tempesta.

    Se solo avessero saputo che un'innocua casuccia come quella, economica e sciatta, fosse l'epicentro di un vortice ancora senza nome.

    ♦ ♣ ♥ ♠

    Nuovo colloquio, nuovo disagio. Sono seriamente esausto di tutto sto teatrino. Stanco di farmi bello in giacca e cravatta per dieci minuti di sorrisi falsi e risposte robotiche alle stesse domande preconfezionate, che tanto poi se mi richiamano è per avvisarmi d'aver assunto qualcun altro.

    Ricordo i primi inizi, quando ancora ero carico, pieno d'entusiasmo ed ottimismo per cos'avesse in serbo il futuro. Mandavo curriculum solo dove valeva la pena, le aziende allineate alle mie capacità e i miei valori, a cui sapevo di poter offrire qualcosa... Un approccio da stronzo, considerando che sono ancora disoccupato dopo così tanto tempo.

    Quindi ho lanciato all'aria ogni standard e preferenza, con le bollette e i debiti al collo mi andrebbe bene qualsiasi stipendio, sono pronto a lavorare come raschiacessi al benzinaio per cinquecento yen al mese se devo.

    Forse non erano i miei standard il problema, ma i loro. Come se nemmeno i posti più squallidi si abbasserebbero al livello da assumere un reietto come me. Sono stato rimbalzato da posti dove – se mi avessero preso – per la vergogna non avrei manco detto ai miei d'aver trovato lavoro.

    Eppure stavolta ho davvero toccato il fondo.

    Nessuna persona con rispetto di se avrebbe contattato un annuncio così scarno e vago, tanto che nemmeno so ancora che azienda sia o che ruolo cerchino. La mia disperazione è tale che persino la telefonata con quell'inquietante voce spettrale non mi ha dissuaso.

    In tutta probabilità sto per finire in mano ai trafficanti d'organi... Lo penso come battuta, ma si fa tragicamente verosimile quando le indicazioni del loro ufficio mi dirigono ad un palazzo spoglio, privo d'insegna o luci di alcun tipo.

    È un edificio a due piani, lontano dalle vie principali del commercio ad Akihabara ma pur sempre della zona, infatti lo affiancano un negozio di fumetti e un arcade. Raggiungo le larghe vetrine al piano terra per dare un'cchiata all'interno... Solo per accorgermi che mancano i vetri, ancora devono installarli.

    « Oh, there you are~ Ti stavo aspettando, entra pure ♥ ​»

    « Ack! ​»

    Per non attimo non cado sul sedere dallo spavento. La voce conduce ad un'ambigua figura nascosta nell'ombra dell'interno poco illuminato, seduta a quel che sembra un tavolino quadrato.

    « ...Buongiorno. ​»

    Nel momento non ho pensato che forse sembro un idiota ad aver fatto il giro per passare dalla porta quando le finestre ancora non ci sono, ma credo di essere ulteriormente idiota per non aver fatto dietro-front, e invece essermi addentrato più in profondità nella trappola di cemento.

    « Jomei Ageda, giusto? Prego, siediti. ​»

    Gradualmente mi abituo alla semiluce interna, trovando un'altra sedia al lato opposto del tavolo a cui siede l'occidentale uomo dai capelli azzurri.

    « È un piacere essere qui. Grazie mille di questa opportunità! ​»

    Recito a memoria la solita frase d'introduzione, poi l'inchino, poi prendo posto. Ma è in quel momento che noto per la prima volta che la desolazione visibile da fuori non cambia all'interno. Non c'è davvero nulla qua dentro se non le mura, addirittura manca la pavimentazione quindi stiamo camminando sul cemento industriale esposto.

    « Come puoi intuire, io sono Gabriel ♣

    Ci siamo sentiti per telefono ♠ ​»


    Ed è esattamente pallido, inquietante, e malevolmente sorridente quanto me l'immaginavo. Nemmeno si è preso la briga d'indossare una cravatta o quantomeno vestire di colori più sobri, e non si spreca a darmi del "lei" o presentarsi col cognome! In che razza di colloquio sono finito?

    « Vediamo un po'~ ​»

    Porto la mia attenzione al fascicolo chiuso al centro del tavolo, e la mano cicatrizzata che lo va ad aprire. Prima che possa anche solo reagire all'orripilanza di tali ferite, la pagina su cui si apre la cartellina mi ammutolisce.

    « Possessione e consumo di stupefacenti, eh? ♦ ​»

    Lì dentro non c'è il CV su cui ho sbattuto la testa per notti e notti a perfezionare, ma una copia stampata del mio resoconto di precedenti penali. Cazzo. Anche un posto spazzatura come questo e un tizio come lui tengono alla casella che mi tocca crocettare su ogni singolo sito d'annunci.

    Uno viene beccato con qualche canna da adolescente e ancora oggi devo sorbirne il peso.

    Anche i pochi che mi contattano probabilmente hanno già bruciato il mio curriculum prima ancora di vedermi, ma gli tocca chiamare per qualche "fairness policy" interna... Che però non costringe nessuno ad assumermi.

    « Non serve essere nervosi. ​»

    L'uomo, sorridente, ha letto la palese sconfitta dipinta sul mio volto.

    « N–No, non sono affatto nervoso, assolutamente! Anzi non vedo l'ora di poterle dimostrare le mie capacità, spero ci sia un good fit tra quel che posso offrire e ciò di cui voi avete bi– ​»

    « Sì, okay, va bene. ​»

    Spezza brutalmente il flusso della mia risposta programmata, avendo perso gran parte del suo sorriso. Continua a leggere il mio report penale con più attenzione di quanta chiunque altro abbia mai speso sulla mia storia d'impiego.

    « Te la sei cavata solo con qualche mese di lavori socialmente utili, non male. Non tutti sono così fortunati. ​»

    « Esatto, ringrazio il giudice per avermi garantito l'occasione di crescere a contatto con la comunità. Grazie anche all'eccellente lavoro delle forze dell'ordine è ormai più di un decennio che rigo dritto! ​»

    Una frase già tentata innumerevoli volte senza successo. Anche il manager più aperto di mente sa che scelta fare davanti a due candidati simili se uno è "sporco". Magari avrei vita più facile se fossi un individuo eccezionale, dotato di abilità così irresistibili da non aver competizione... Ahimè, sono una mera persona normale.

    « Infatti come può leggere sul CV ho completato gli studi con ottimi voti e lavorato senza problemi i– ​»

    « Ah, no, non leggo i curriculum~ ​»

    Smonta un'altra volta la mia intera introduzione, senza manco alzare lo sguardo. È pur vero che un sacco di responsabili alle assunzioni non leggono davvero quel che ricevono dai candidati, ma non sono così aperti nell'ammettertelo.

    « Do poco peso a cosa la gente dice di se. Preferisco giudicarle di persona, se metto annunci è solo per portarmi davanti chi ha precedenti penali. ​»

    « E–Eh?! Chi ha precedenti?? ​»

    Finalmente torna a guardami, ora palesemente divertito.

    « Se non vi assumo io chi vi assume? ♥ ​»

    Non... So cosa dire. Lo fisso abbastanza sbigottito e immagino a mascella penzolante, intanto lui porta avanti la sua ispezione, studiandomi dall'alto al basso come stesse valutando l'acquisto di un abito.

    « Ottimo, quando potresti iniziare? ​»

    « Ma– Aspetti un secondo! Nemmeno so di che ruolo si tratti... E lei non sa nulla delle mie esperienze pregresse! ​»

    « Well, cosa sapresti fare? ​»

    Ancora una volta, lo strano uomo riesce a sottrarmi preventivamente ogni parola di bocca, costringendomi a guardarlo confuso.

    Esalo un profondo sospiro massaggiandomi il setto nasale.

    « Mi scusi, proprio non riesco a capire la situazione. Mi sta proponendo una posizione specifica o... Insomma, nemmeno sembra abbia messo in piedi il suo business. ​»

    Dico, gesticolando verso le pareti nude.

    « Abbiamo finalizzato il contratto d'affitto giusto stamattina, nei giorni a venire l'arrederemo per bene, ho un'amica che mi ha aiutato a studiare un floor plan molto carino. ​»

    A pronunciare tali parole si guarda attorno, sorriso imperturbabile, come se mi stesse presentando scaffali che in realtà mancano.

    « Capisco... Ancora non mi è chiaro che ruolo cerchi, però. ​»

    « Hmm, suppongo ci servirà qualcuno alla cassa, qualcun altro che se ne intenda di carte e giochi da tavolo per l'assistenza clienti, un paio in grado di muovere e mantenere l'inventario. Cose di questo genere, per iniziare. ​»

    Sembra stia improvvisando l'intera lista, quasi non l'avesse mai considerata prima e ci stesse ragionando sul momento.

    « Onestamente va bene tutto. Vuoi passare volantini per strada? Se hai la patente posso piazzarti a far consegne domiciliari ♠ ​»

    Improvvisamente mi accorgo che non mi sento stressato e sotto pressione come sarebbe normale ad un colloquio. No, a momenti sono io a star offrendo a lui l'opportunità di assumermi...

    « Suppongo... Abbia esperienza a contatto col cliente. Ho fatto il cameriere e poi il barista per qua– ​»

    « Eccellente! Proprio quel di cui abbiamo bisogno! ​»

    S'alza di scatto e senza ulteriori domande mi porge la mano per una bella stretta conclusiva a fine affare. Ancora fatico a credere non mi stia prendendo per i fondelli, mi aspetto da un momento all'altro scoppi a ridere indicandomi le telecamere.

    « Come ti ho detto puoi cominciare quando vuoi, mi servirebbe giusto un po' per allestire quel che manca. Ah, e mi serve sapere che orari ti farebbero comodo ♥ ​»

    ...Onestamente il pensiero incessante che sia tutto troppo comodo per esser vero viene allontanato sempre più dalla stanchezza degli ultimi mesi. Ho tante, tante domande ancora, ma più di ogni altra cosa, voglio soltanto poter dire di avere un lavoro.

    Timidamente mi alzo, e stringo con decisione la mano di Gabriel. I suoi sfregi più ruvidi di quanto mi aspettassi.

    ♦ ♣ ♥ ♠

    Per una mente creativa e visionaria come la sua, lì dentro era tutt'altro che vuoto. Làddove chiunque altro avrebbe visto l'edificio spoglio del presente, lui riusciva a cogliere l'insegna brillante dell'Heart Odyssey viva di luce.

    Dall'angolo alla sua destra – al momento in cemento macchiato da qualche strana sostanza rossa – avrebbe avuto inizio una lunga serie di scaffali colmati da mazzi e pack dei card game più disparati, o kit ed espansioni per qualsiasi gioco da tavolo di strategia sul mercato.

    Tappetini da gioco, componenti di ricambio, poster commemorativi, sarebbero stati omni-forniti, con un occhio alla qualità che soltanto un esperto come lui era in grado di garantire.

    Alla sala vicina invece s'immaginava i banchi da gioco aperti a clienti novellini e campioni, condotti nelle loro giocate da un sorridente e amichevole membro dello staff condannato di molteplici crimini imperdonabili.

    Un sogno. Anzi, una realtà imminente.

    Il battere di un set di nocche sul vetro lo risvegliò, era il turno del prossimo candidato. A passo svelto tornò all'antrone accogliendo la magra figura che attendeva oltre l'entrata.

    « Buongiorno~ Entra pure ♦ ​»

    Era un uomo gracile, a fatica riuscì a raccogliere le forze per spingere la porta. Se la cosa lo metteva in imbarazzo non lo mostrava, così come non mostrava null'altro tramite il suo sguardo assente e perso a metà tra gli occhi di Gabriel e le sue scarpe.

    « Ojiwa Genji, right? ​»

    Lo invita con un cenno a seguirlo verso il tavolo... L'uomo sulla cinquantina annuisce seppur senza ancor rivolgergli la parola, e con lentezza inizia a strisciare le scarpe già stracciate sul cemento. Anche il suo maglione non è in ottime condizioni, oltre alla sporcizia e i buchi è troppo grande per lui, lasciandogli un'intera spalla scoperta e con essa anche diverse chiazze e croste sulla pelle.

    A giudicare dall'overview che offriva il suo fascicolo, poteva intuire l'origine di tali deformazioni.

    « Ti farebbe piacere un bicchier d'acqua? O un po' di tè? ​»

    « No... Grazie... ​»

    Quindi sa parlare, buono. Fece persino lo sforzo di guardare l'azzurro in volto nonostante ancora la sua espressione tradisse una confusione generale sul contesto in cui si trovasse. C'era da chiedersi quanto veramente... Comprendesse. Doveva tuttavia rispettare che stesse visibilmente facendo del proprio meglio per concentrarsi su di lui.

    La lista di arresti e detenzioni non stava in una pagina sola. Un'immagine vale mille parole, ma quel pomeriggio erano le parole stampate sul pezzo di carta ad aver dipinto il quadro che gli si presentava davanti.

    Aveva un passato tragico: possessione e vendita di narcotici pesanti, atti di violenza tra cui rapine e scippi, presumibilmente per mantenere la propria dipendenza o come frutto chimico di essa. Era un circolo vizioso. E dopo decenni doveva avergli fritto il cervello, o peggiorato qualsiasi condizione di cui già soffrisse.

    Per sua fortuna era finito davanti a Gabriel, l'angelo custode dei criminali di tutta Tokyo, il loro Santo Patrono.

    L'Heart Odyssey dopotutto era un mero pretesto, un fronte che potesse legittimizzare i malviventi, uno stipendio e un punto di riferimento stabile li avrebbe aiutati a mettere da parte gli impulsi più autodistruttivi.

    Non solo, come azienda offrivano anche sponsorship a chi volesse affittare un appartamento o aprirsi un conto in banca, necessità basilari che tuttavia erano volentieri negate a chi non fosse "pulito". Gabriel aveva persino assoldato un avvocato che li rappresentasse nel momento del bisogno, affinché il fuoco del passato non bruciasse i loro ponti al futuro.

    A giudicare delle reazioni accumulate fino ad adesso era un'opportunità senza precedente, la metà di chi aveva già assunto ancora pensava li stesse abbindolando, sarebbero stati convinti soltanto al primo vero giorno di lavoro retribuito.

    In poche parole: Se Ojiwa cercava un nuovo inizio, non avrebbe mai trovato posto migliore... Proprio per quello la sua situazione era così tragica.

    « ...Mi dispiace, abbiamo riempito la posizione vacante proprio con l'ultimo colloquio. La ringraziamo del suo tempo. ​»

    Nonostante il sito di recruiting raccomandato da Sazama non lasciasse a desiderare in merito, Gabriel doveva ancora degnare un singolo curriculum d'attenzione. Si riteneva un ottimo giudice del valore di una persona... Negli occhi dell'uomo che gli stava davanti mancava il fuoco.

    Era sconfitto, rassegnato, la reazione a quel rifiuto così diretto glielo confermò. Vedeva soltanto miseria per se stesso e l'accettazione automatica di un destino senza lieto fine. Come poteva aiutare chi non aveva più la forza di combattere la vita?

    Non lo biasimava né lo condannava per la sua situazione... Avrebbe voluto aiutarlo, avrebbe voluto avere il potere e le risorse di sollevare tutti dal fondo del baratro. Ma sapeva di poter agire soltanto fin dov'era in grado di fare la differenza.

    Non sarebbe caduto per le stesse trappole idealistiche che ingabbiavano gli Eroi.

    ♦ ♣ ♥ ♠

    L'ultimo colloquio della giornata si prospettava indubbiamente il più imprevedibile, proprio per quello era l'ultimo, e ben dopo il precedente. Premura che pagò quando l'individuo in questione si presentò con un largo – presuntuoso – anticipo.

    « Yo! Non ci credo, è davvero my man Hisoka?! ​»

    Esclamò Damian, la familiare figura altissima e muscolatissima che scavalcò senza un momento d'estiazione il buco dove prima o poi ci sarebbe dovuta essere una vetrata.

    « Che ti è successo ai capelli? Strano, ma ti dona. ​»

    S'avvicinò all'ex-giullare giusto un passo di troppo, stringendo quella vicinanza intima con cui provava a stabilirsi come l'alpha. Gabriel non la prese sul personale, lo faceva con tutti, quasi gli veniva da chiedersi se ne fosse conscio.

    « Thank you~ Tu invece non sei cambiato di una virgola ♦

    Continui a cacciarti nei guai? ♣ ​»


    Era una delle rare volte dove l'azzurro alto 1.90 doveva alzare il capo per mantenere il contatto visivo. Non si sprecò ad invitarlo verso il tavolino all'altro capo della stanza, anche perché formalmente Damian di precedenti non ne aveva, un altro dei tanti motivi per cui non avrebbe dovuto invitare quel volto del suo passato all'Heart Odyssey... Ma vinse la curiosità.

    « Hahaha, beh, mi conosci. ​»

    Se solo fosse stato vero. L'unica cosa che davvero conosceva era quello sguardo, l'intento malandrino con cui Damian adocchiava il futuro Heart Odyssey era lo stesso che lo animava mentre sognava di rendere l'Èclipse Casinò la sua preda.

    « Anche tu qui a cercare lavoro? Cosa trami stavolta? ​»

    Chiese, strofinandosi il mento pensieroso una volta avvistate le due sedie.

    « Da un certo punto di vista... Anche se per la precisione cerco il lavoro degli altri, siccome sto assumendo ♥ ​»

    « Ohohoh, wow! Chi se lo sarebbe aspettato. Sai, quando non ti ho più visto all'Èclipse pensavo avessi tirato le cuoia... E invece guarda fin dove sei arrivato. ​»

    L'uomo era più furbo di quanto desse a mostrare. Il sorriso malizioso che gli si era allargato in volto tradiva in egual modo sorpresa e curiosità. Si stava già chiedendo quale tranello ci fosse sotto, e come poteva approfittarsene.

    « Come ci sei finito qui? Non ti facevo un imprenditore, specialmente partendo con uno stipendio da dealer. ​»

    Chissà perché era sempre molto intrigato, quando in ballo c'erano i soldi.

    Ancora ad oggi l'ex-Giullare si chiedeva cosa, o chi, cercasse al Casinò. Era uno dei clienti più abituali, eppure non giocava mai pesante né sembrava dipendente. Stava studiando.

    Hisoka lo lasciò fare, sperava di vedere come Aogiri avrebbe gestito un affronto simile. Più di una volta durante le pause pranzo erano scattate brevi conversazioni tra i due, inevitabilmente finite su argomenti illeciti.

    Magari pensava d'aver trovato un aggancio da utilizzare in qualche modo, ma il Jester non gli rivelò mai nulla di compromettente, e dal canto suo anche Damian era troppo sveglio per farsi raggirare. Era divertente giocare un po' con lui ogni tanto, però.

    Anche Gabriel pensava a quest'ora l'altro fosse stato sistemato dall'Albero, ma doveva aver desistito dalle sue imprese una volta realizzato il rischio... O forse aveva avuto successo, chi poteva dirlo.

    Trovarselo tra i normali cittadini in cerca di lavoro fu quindi una sorpresa, in ogni caso.

    « Oh, non sono affatto così importante. Il vero imprenditore è semplicemente troppo pigro per scendere di persona, delegando a me. ​»

    Qualunque documento "ufficiale" in relazione all'Heart Odyssey era e sarebbe sempre stato intestato ad Akahito Mori, l'uomo a cui venivano spedite bollette e costi. Gabriel o Hisoka non apparivano da nessuna parte, teoricamente nemmeno era impiegato se non in nero.

    Tuttavia – è anche troppo ovvio dirlo – sarebbe stato lui il vero gestore dell'attività.

    Si sorprese della facilità con cui riuscì a convincere il cinghiale a imbarcarsi in quell'impresa, anche dopo avergli spiegato che avrebbero solo perso soldi, anno dopo anno. Non c'era negozio nell'universo che potesse coprire stipendi così profumati per la quantità eccessiva di dipendenti che avrebbe impiegato.

    Eppure il coinquilino era determinato ad imbastire l'Heart Odyssey infischiandosene della logistica. Il suo patrimonio familiare era ricco abbastanza da poter incassare un'emorraggia tale senza finire nei disastri finanziari.

    Poi effettivamente era l'unica idea concreta e materiale che uno dei due avesse prodotto da quando si erano dichiarati Vigilanti... E come bonus, si sarebbe levato Gabriel dall'attico per diverse ore al giorno.

    « Adesso che so ne sei coinvolto sono davvero curioso di cosa si tratti, heh. Come posso farmi utile qui dentro? ​»

    Disse, munito di sorriso smagliante.

    Gabriel lo studiò privo di bias, fornendogli esattamente la stessa chance fornita agli altri. L'aveva chiamato appunto perché credeva chiunque si meritasse l'opportunità d'incalzare una via meno tossica.

    Era allettante pensare ad uno come lui tra le loro fila. Al contrario di molti altri criminali di circostanza od opportunità lui era un pro, criminale di carriera, disposto di contatti e fonti parecchio attraenti.

    Il secondo effetto sperato dall'istituzione dell'Heart Odyssey era dopotutto creare un piccolo network di bisbigli e soffiate, conoscenze di conoscenze che potessero tornargli utili.

    Damien sarebbe stata un'eccellente risorsa.

    « Mi dispiace, temo tutti i nostri ruoli siano già stati riempiti. ​»

    Non avrebbe funzionato, non con lui. Era abbastanza sospetto che uno del suo calibro potesse rispondere ad un annuncio simile senza covare qualche idea contorta, la vita da criminale era comoda per chi riusciva a ritagliarsi un angolo di successo.

    « Huh... Non c'è problema. Fatemi sapere se si libera qualcosa. ​»

    Fu il fatto che mantenne il sorriso a preoccupare un filo Gabriel. Ma aveva fatto la scelta giusta.

    Damien doveva ancora essere deluso, distrutto, dalle sue scelte. Era il prerequisito più importante alla riformazione di qualcuno, così come una fenice doveva bruciare prima di risorgere.

    L'Heart Odyssey sarebbe stato l'ospedale dove leccarsi le ferite, non un covo di mascalzoni.

    ♦ ♣ ♥ ♠

    Phew, arrivato appena in tempo. Non poteva perdersi il climax.

    Guardò il punto all'orizzonte farsi più umanoide man mano che si avvicinava a casa propria, quatto quatto appollaiato sul tetto di una casetta all'altro lato della strada.

    Per un ragazzo già pallido, in qualche modo Ailen era riuscito a sbiancare ulteriormente negli ultimi mesi. Finire in detenzione non giovava alla salute, come Gabriel purtroppo ben sapeva.

    Sperava la sorpresa di quel giorno gli avrebbe rialzato un po' l'umore.

    Mentre l'adolescente frugava nelle tasche in cerca delle chiavi di casa, Gabriel teneva lo sguardo fisso su di lui con lo stesso entusiasmo agitato di un bambino a Natale, e manco era il suo di regalo.

    Finalmente, l'uscio si aprì, e distratto il ragazzo quasi pestò la busta che l'azzurro tanto aveva curato per lui. Ora che ci pensava forse era fraintendibile che lasciasse pacchi adornati di cuoricini in casa di un bimbo appena maggiorenne... Specialmente quando i contenuti nulla avevano da invidiare allo stipendio medio del salaryman giapponese.

    Appena viste le banconote a grosso taglio all'interno Ailen sì girò di cent'ottanta gradi, subito in cerca dell'unico individuo capace di intrufolarsi così pesantemente nella sua vita. E lo trovò, prima che il Vigilante avesse tempo di nascondersi dietro le mattonelle della tettoia.

    Gli sorrise, e lui rispose soltanto col terrore. Corse dentro, sbatté la porta... Sì, probabilmente non l'aveva ancora perdonato. E come dargli torto? Un brutto ceffo avrebbe usato quei soldi per convincerlo a fargli nuovamente da fornitore, piuttosto che un dono di scuse.

    Ma avrebbe sistemato le cose. Gliel'aveva promesso.

    Era stato difficile anche per Kishou garantirgli quella libertà condizionale in attesa del processo, adesso stava a Gabriel assicurarsi il ragazzo non avesse mai visto l'interno di un tribunale.

    Se per farlo avrebbe dovuto dichiarare guerra ad Aogiri stessa, sperava quantomeno di portare Hayato nell'oblio con se.
    « This time around, I'll trust myself. Please everybody else but myself.
    All else fails, I was myself. Outdone fear, outdone myself. ​»
    CODICE ROLE © dominionpf
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    a pile of "goo"

    Group
    Administrator
    Posts
    1,390

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Ciao Stan.

    siamo sicuri che ti ricordi ancora benissimo il caso della tua serie di SQ Planting Seeds, e che quindi non ci sia bisogno di spenderci troppe parole, ma ricordiamo che non è possibile creare png troppo particolari o importanti che siano motore di sottotrame complesse per il personaggio - o in questo caso per la sua organizzazione: ti è stato concesso di farlo con Aileen e la situazione sta correntemente venendo gestita, ma ti preghiamo di non continuare a farlo.
    Quindi va benissimo l'aneddoto di Damien, lo prendiamo come un'esemplificazione sotto forma di aneddoto dei motivi per cui Hisoka potrebbe decidere di non far entrare una persona nell'organizzazione, ma chiaramente sarà meglio che non si faccia mai più vedere e che non diventi un nemico fisso dell'organizzazione o qualcuno per essa importante in qualsiasi modo.
    Ricordo inoltre che i dipendenti dell'Eclipse, ex o correnti, sono o sono stati tutti membri di Aogiri, quindi per potersi giocare chiunque di loro come png serve l'autorizzazione dello staff.
    Ultimo piccolo appunto, come sempre è bene evitare troppi cambi di prospettiva - in questo caso si è trattato appunto di un breve colloquio dal pov di un png che per quanto innocuo non ha nemmeno particolare motivo di essere narrato dal png in prima persona - il narratore onnisciente della terza persona avrebbe potuto veicolare gli stessi identici messaggi senza incasinare le cose.

    Fine, andate in pace, e lasciate allo staff l'onere di intrattenervi con png e trama.

    Hisoka: +25exp

    Chiudo :sparks:
     
    .
1 replies since 22/9/2022, 20:14   106 views
  Share  
.
Top
Top