Wanderer above the Sea of Blood

AM per Kinshara, Lay, DarkShincu e Ryuko

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    Metà ottobre. Un periodo strano per Tokyo, se bisognava ammettere la verità. Erano ormai passati mesi dall'annuncio fatto su Babel da parte di Hanzo Takashi, minacciando la città intera con un attacco che avrebbe colpito ogni persona e che avrebbe causato la perdita dei Quirk. O peggio, la morte. Era questo che aveva fatto svuotare la città in maniera tale che ormai si poteva girare con abbastanza facilità per la metropoli senza incontrare tutto il traffico che un tempo era parte integrante della capitale giapponese. Molte persone avevano dichiarato che non gli sembrava nemmeno più di vivere nello stesso posto, un cambiamento repentino scattato grazie all'annuncio sul social network. Non c'era via di scampo nel conoscere la verità e i giornali ed i siti di notizie non facevano che parlare di questo. Ed era ancora più strano come la gente cercasse di far riprendere la comunità in quei momenti duri, anche se nessuno sapeva veramente quando e come sarebbe scattato l'assalto del gruppo di farfalle. Numerosi organizzatori, spinti dalla volontà di risollevare i cuori della gente o dalle lacrime del proprio conto in banca, avevano deciso di organizzare un ottobre pieno di eventi per la città, raccogliendo un consenso abbastanza ampio. C'era ancora la paura che quelli che avevano ordito attacchi terroristici in passato fossero ancora per i vicoli più oscuri ad architettare malvagi piani, ma era passato abbastanza tempo da far rilassare i più incauti sulla faccenda. Vivere almeno il mese di Halloween con serenità, mentre ci si preparava all'emergenza. Nelle zone dove i turisti affollavano ancora non era raro vedere quelle che i più anziani definivano come "americanate": decorazioni dai caldi colori arancioni, pipistrelli finti ed anche zucche sembravano decorare ogni negozio. Anche se gli abitanti avevano abbandonato la città, forse proprio il pericolo di un imminente minaccia aveva attratto la parte di vacanzieri più morbosa, in una specie di fenomeno di dark tourism. Le attività locali sembravano promuovere questa iniziativa però, tanto da cambiare ogni ambiente per renderlo "spaventoso" da parte dei privati e con attività culturali basate proprio sulla festività occidentale. Molti musei avevano deciso di raccontare le leggende che provenivano dagli Stati Uniti e dall'Europa, con una certa curiosità da parte dei giapponesi. Le librerie e le biblioteche si erano riempite di argomenti macabri e spesso la sezione Horror era quella più affollata. Nonostante la poca delicatezza degli argomenti, era quasi come se ad unire gli abitanti di Tokyo fosse la possibilità di festeggiare quel festival del terrore.
    Ma tra le varie riscoperte che facevano rabbrividire i curiosi, era avvenuto un miracolo per gli appassionati del mondo dell'arte. Hebenon o Iza Adachi, la serial killer che aveva seminato per le strade della città sculture macabre composte da esseri umani, era stata enormemente apprezzata dopo la sua scomparsa. Non era ancora chiaro se le testimonianze della sua ultima vittima fossero veritiere o meno, ma fatto stava che la donna era scomparsa dalla circolazione e tutti la credevano morta. Il culto della sua figura, una misteriosa ragazza dall'età avanzatissima ma dall'aspetto eternamente giovane, sembrava così ampiamente riconosciuto che qualche imitatore aveva provato ad usare altri materiali organici per scolpire sculture simili alle sue, con poco successo. Queste ultime erano praticamente introvabili e considerate perdute. La maggior parte dei lavori esposti al pubblico erano stati smantellati nel tentativo di dare una degna sepoltura alle vittime, senza successo, mentre era ignoto se esistessero altri lavori simili. Sarebbe stato inoltre estremamente difficile per un museo esporle al pubblico, sia per la legalità della faccenda sia per una questione di manutenzione e spazio. Si trattava pur sempre di cadaveri, dopotutto. Ma a far gioire ogni critico era stato il ritrovamento casuale di una grande quantità di quadri su tela da parte dell'artista scomparsa, analizzati a fondo in sede privata. Il Mori Art Museum non si era lasciato sfuggire l'occasione di poter esporre questo grande complesso artistico assieme a molti altri oggetti venuti a contatto con Villain: l'evento era stato organizzato con cura e tanto di biglietti da comprare online prima che finissero in un batter d'occhio. Tutti sapevano che Hebenon era un'artista, ma quasi nessuno aveva mai visto un quadro firmato Adachi in vita sua, forse a causa della gelosia dell'artista stessa. La mostra era programmata per le 16.00.
    A sapere di quest'occasione più unica che rara non erano solo semplici appassionati però. Forse bisogna specificare che proprio uno dei più grandi appassionati di arte della città aveva messo gli occhi sulle opere di Iza Adachi. Deep Void era passata per lungo tempo inosservata, soprattutto dopo gli scontri avvenuti con l'Eden Rose anni prima. Proprio quando l'organizzazione comandata da Blank sembrava essere arrivata all'apice del proprio potere, i loro territori venivano sempre più spesso invasi da membri di un'organizzazione rivale. La loro forza era infinita grazie ai cloni dell'uomo dalla pelle d'ossidiana, ma non il loro anonimato. Gli avvistamenti di lotte tra bande in cui uomini vestiti di nero lottavano grazie a speciali armi bianche erano aumentati così tanto da costringere Blank ad alleggerire un po' la mano in quella lotta tra organizzazioni. Non poteva di certo mettere in pericolo Ahmya od il suo impero criminale, mandando deboli cloni che spesso venivano sconfitti anche dai membri di Aogiri. Da poco era arrivato uno speciale ospite in casa di Blank, uno che non metteva piede in quella villa da ormai anni, che presto sarebbe apparso all'interno della scena criminale di Tokyo. Era però il momento di Fumio di compiere qualche passo coi suoi piedi per l'organizzazione. Il ragazzo aveva un debito con Deep Void e Blank stesso era piuttosto interessato alle sue vere capacità, considerato quanto amasse circondarsi di persone utili. Una settimana prima della mostra aveva ricevuto un'inaspettata visita a casa. Era mattina presto e forse il ragazzo dormiva ancora, ma alla porta si sarebbe trovato una ragazza bassa e con il broncio stampato sul viso. Seiko era solitamente utilizzata per compiti più importanti di quello, ma ultimamente sembrava che le comunicazioni tra i vari membri di Deep Void fossero affidate a lei. Avrebbe spiegato al ragazzo dai capelli azzurri che doveva prepararsi, visto che di lì ad una settimana avrebbe dovuto mettersi in prima linea per l'organizzazione. Avrebbe messo al corrente Fumio sulla mostra dei quadri di Hebenon, sempre che non lo sapesse già, spiegando che Deep Void era estremamente interessata ad uno dei quadri lì presenti che sembrava essere uno dei capolavori della serial killer. Il suo compito sarebbe stato quello di disattivare gli allarmi e le telecamere grazie a "una qualche diavoleria elettronica" fornita da loro. Più che chiedergli se gli andasse bene Seiko gli aveva chiesto se aveva capito tutto, visto si sarebbe dovuto presentare al McDonald's dietro il Mori Art Museum mezz'ora prima dell'evento per farsi consegnare la merce.
    D'altra parte, una giovane Mutant dedita al crimine era venuta a sapere della mostra tramite mezzi propri, forse in cerca di qualcosa da sgraffignare. Lars sembrava essersi inserita nel mondo del crimine fin da giovane e la sua permanenza a Tokyo sembrava essersi solo fatta più interessante. Il suo contatto con Aogiri sembrava non averle proferito parola da quella festa, ma oltre allo svolgersi dell'evento le era arrivato all'orecchio che qualcosa di speciale sarebbe avvenuto quel pomeriggio. Che si trattasse di qualcosa di positivo o meno stava a lei scoprirlo, forse vinta dalla curiosità o dalla semplice voglia di soldi. Le sarebbe bastato trovare un biglietto online prima che finissero, per partecipare.
    Ryo era fresco di ammissione alla Yuuei, ma era stato contattato dalla segreteria della scuola per proporgli quello che era stato definito un breve stage formativo. Non aveva ancora fatto nulla di notabile agli occhi del pubblico o delle autorità, quindi forse quella scelta sarebbe parsa anche a lui particolare. Era però semplice notare come anche la scuola fosse in fervore a causa di quell'annuncio, con alcuni professori e studenti di anni avanzati che sembravano far parte di un enorme progetto di sicurezza. Alcuni rumors sembravano suggerire che volessero chiudere la Yuuei in un'enorme cupola di ferro in caso di attacco, ma non sembrava particolarmente veritiero. Ciò che contava era che il giovane Sasaki era stato scelto come "responsabile della sicurezza" (forse un titolo gonfiato per renderlo più importante alle orecchie di quanto non fosse) della mostra d'arte riguardante i quadri sanguinari di Hebenon. Conoscere il serial killer era facile considerato come fosse finito su tutti i giornali, non tanto quanto le sue opere d'arte più normali. In ogni caso, doveva semplicemente tenere d'occhio il museo assieme ad un Pro-Hero e controllare che non accadesse nulla di sospetto. Era una figura ormai necessaria quei giorni d'allerta, anche se probabilmente non sarebbe successo nulla di particolare.
    Mirai... probabilmente era la persona più normale tra quelle che sembravano tutte seguire i fili della trama tirati dalla mano ormai fantasma di Iza Adachi. Forse una ragazza della sua età non era così interessata a mostre d'arte raffiguranti quadri ed altri oggetti macabri, ma una persona particolare le aveva chiesto di essere sua accompagnatrice. La ragazza misteriosa con cui aveva stretto amicizia mesi prima, Mira, era di nuovo in visita a Tokyo e sembrava veramente entusiasta di vedere quelle opere d'arte. Aveva insistito molto sulla partecipazione di Mirai all'evento e le aveva pure comprato ed inviato il biglietto in anticipo. Come li avesse trovati con così tanta facilità era un mistero, ma sembrava essere una donna piena di risorse.

    Arrivato il quindici ottobre, ognuno di loro avrebbe intrapreso strade diverse. Fumio doveva trovarsi alle 15.30 al famoso fastfood americano, sedendosi ad un tavolo qualunque. Era così facile riconoscerlo che Seiko non aveva accennato a particolari segnali per farsi trovare, quindi doveva semplicemente aspettare lì. C'era come al solito confusione ed il locale emanava quella strana aura di olio, ma tralasciando le sue difficoltà personali era tutto tranquillo. Lars e Mirai dovevano invece aspettare fuori dal museo, locato all'interno dell'imponente e luccicante Mori Tower. C'era una grande calca di fronte alle porte della struttura, con persone così diverse tra di loro che ci si chiedeva se non fossero tutti presenti per un evento diverso. C'erano eleganti uomini vestiti con abiti che sembravano fatto di ferro da quanto erano rigidi, turisti biondi e con enormi barbe ed occhiali da sole che sembravano usciti da qualche racconto vichingo, tantissimi giornalisti e blogger assieme a persone normali come loro. Mira non si era ancora fatta vedere ed aveva mandato un messaggio a Mirai che il suo treno per Tokyo era in ritardo, invitandola a cominciare ad entrare per il momento. Se le due si sarebbero viste un'altra volta poteva essere detto solo dal destino in sé. Ryo invece era già dentro il museo, anche se non aveva ancora visto bene l'interno, essendo stato condotto molto velocemente all'area riservata allo staff. Anche con un'occhiata veloce avrebbe potuto notare che le opere di Hebenon erano in un'area a sé, probabilmente tenute come pezzo forte della mostra. Aveva notato un sacco di statue inquietanti e oggettini che sembravano appartenere a qualche religione perduta, ma stava aspettando ora come ora l'arrivo di quello che sarebbe stato il suo supervisore. Le lancette dell'orologio scorrevano in fretta ed in meno di mezz'ora avrebbero potuto tutti immergersi nella mente di Iza Adachi.
    WANDERER ABOVE THE SEA OF BLOOD


    CITAZIONE
    Benvenuti alla AM, ragazzi.
    Come descritto ognuno di voi ha una motivazione particolare per essere andato al museo: mentre Lars e Mirai possono essere un po' più libere nelle loro ragioni, Fumio e Ryo dovranno seguire le indicazioni dei loro rispettivi superiori. Potete descrivere come meglio volete le sensazioni del vostro personaggio riguardo la mostra e cercare qualche informazione riguardo Hebenon (le notizie pubbliche sulla sua morte le trovate qui, mentre in questo numero del Rising Sun Magazine qualche informazione sulla sua arte), contando che ricevete la notizia sulla mostra circa una settimana prima di questa. Per Lars e Mirai basta fermarsi di fronte al museo, mentre Fumio e Ryo dovranno semplicemente aspettare l'arrivo dei loro carnefici PNG.
    Ricordo che il limite di postaggio è di 5 giorni tra un post e l'altro, mentre per l'ordine seguiremo quello che si verrà a creare in questo turno. Potranno essere fatti possibili aggiustamenti ma verranno segnalati. Inutile dire che questa AM si svolge prima dell'evento :zizi:.
    Buona scrittura a tutti!


    Edited by Ryuko - 14/2/2021, 19:57
     
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    Era un periodo strano per Ryo. In quei mesi stavano succedendo tante di quelle cose che prima avrebbe stentato totalmente a credere. Lo stesso discorso probabilmente si poteva fare per chiunque risiedesse a Tokyo, dato che dalla pubblicazione del video su Babel tutto era totalmente cambiato in città. Per quanto l'aspirante eroe tendesse spesso ad estraniarsi dal mood generale, era impossibile non notare gli effetti sulla vita di tutti i giorni. Prima di tutto nell'accademia, dove giustamente certe persone non parlavano d'altro. Le voci più disparate avevano iniziato a circolare tra gli studenti, con individui che addirittura affermavano che la Yueei avesse intenzione di isolarsi dal resto della città tramite una gigantesca cupola. Da parte sua Ryo era poco incline a credere alla veridicità di certi racconti, non tanto per le dimensioni colossali richieste dall'opera, che non era del tutto escluso fosse fattibile per l'accademia di eroi, tanto per la lungimiranza dell'azione: a cosa sarebbe servita una simile precauzione se al di fuori dei confini scolastici si fosse scatenata l'apocalisse? Avrebbe avuto senso tenere aperta la scuola?
    In ogni caso, con il passare del tempo l'argomento cominciò a passare di moda, anche se lo si poteva sentire aleggiare nelle teste delle persone. Chi proprio non reggeva la pressione della paura aveva già provveduto a levare le tende, per cui forse chi era rimasto era chi più o meno si era rassegnato. Tutto ciò a quanto pare però non aveva fermato gente da ogni parte del mondo ad interessarsi su quanto stesse succedendo a Tokyo, con turisti che affollavano le strade della città come a prendere il posto di chi aveva tagliato la corda. Veniva da chiedersi se queste persone non tenessero alla loro Unicità o, decisamente peggio, alla loro stessa vita. Tutto ciò porto la città a vivere una sorta di Halloween un po' troppo anticipato, con una morbosa ricerca di sfoggio dell'orrore, forse a volerlo esorcizzare.
    Con questo contorno decisamente particolare, i primi mesi di Ryo nel suo percorso per diventare eroe rimanevano comunque segnati anche dalle difficoltà tipiche delle partenze. Per provare, innanzitutto a sé stesso, che fosse veramente adeguato per andare avanti si era dato da fare per migliorare, sia da un punto di vista fisico che meramente psicologico. Forse per premiare qualche sorta di impegno mostrato o forse perché estratto a sorte in qualche strana lotteria, l'accademia decise di presentare al ragazzo la possibilità di fare una sorta di tirocinio sul campo, sfruttando un particolare evento che si era venuto a creare in quella strana atmosfera di calma prima della tempesta. Infatti, sfruttando la fama di una presunta artista scomparsa da qualche tempo, il Mori Art Museum a Roppongi aveva annunciato una mostra di quadri rinvenuti solo di recente. Un evento apparentemente innocuo che difficilmente avrebbe interessato Ryo, se non fosse che l'artista in questione era la famigerata Hebenon.
    Essendo cresciuto in una famiglia di tutori della legge, il ragazzo aveva già sentito parlare delle inquietanti sculture di carne che la serial killer in questione si lasciava dietro. Ovviamente, nonostante apprezzasse l'arte concettuale e la sua separazione da quella classica, non concepiva che simili abomini fossero minimamente associati all'arte.
    Inizialmente si dimostrò titubante ad accettare la proposta, ancora incerto sul suo reale livello, e la proposta per il ruolo di responsabile della sicurezza di un simile evento lo preoccupava a dir poco. D'altra parte però aveva la consapevolezza che quelle esperienze erano obbligatorie se non voleva rimanere indietro rispetto ai proprio compagni e la presenza di un Pro Hero a supervisionare il tutto, oltre che un buon modo per mettersi in mostra, dava sicuramente spunti per imparare. Confermò quindi ai professori la sua partecipazione allo stage e passò i rimanenti giorni nell'ansia di dover partecipare, assolutamente per la prima volta, a qualcosa di operativo. Nonostante sapesse che probabilmente sarebbe stata solo una noiosa mostra in un museo per turisti, la sua mente non faceva che soffermarsi su tutto ciò che poteva andare storto: ladri, vandali o solo esibizionisti avrebbero potuto funestare il suo debutto.
    Se di giorno non si poteva dire che vivesse bene l'attesa, la notte dove già da tempo faticava ad abbandonarsi al sonno, divento teatro dei peggiori incubi. Steso sul letto a rimuginare, si ritrovò più spesso del dovuto, in maniera così involontaria da rasentare la compulsione, con il cellulare in mano alla ricerca di notizie su Hebenon, come se si aspettasse il fantasma della donna sbucare da un momento all'altro. Con ciò ebbe modo di informarsi brevemente sull'artista, che secondo le descrizioni doveva essere una donna dai capelli bianchi dalla dubbia età, ma nessun motivo tangibile per ciò che l'aveva portata su quel macabro cammino.
    Così il giorno della missione Ryo si svegliò con addosso la solita ansia. Un breve sguardo allo specchiò gli confermò che le solite borse nere sotto agli occhi erano ancora lì presenti e che si sarebbe dovuto presentare in quelle condizioni. Visse la mattinata in maniera distaccata, come se tutto ciò che accadesse lo osservasse semplicemente dall'esterno, mentre nella sua testa ripeteva tutti i ragionamenti preliminari che aveva fatto nei giorni precedenti. Quando finalmente superò l'ora di pranzo, accorse nella sua stanza al dormitorio per recuperare tutto il necessario. All'interno di una valigetta raccolse tutto il necessario, incluso lo scudo che era riuscito ad ottenere come equipaggiamento. Inizialmente era in dubbio se fosse il caso di portarlo, ma tutto sommato non avrebbe di certo potuto nuocere a nessuno. Addobbandosi con i soliti abiti scuri, con una giacca sopra la solita maglietta smanicata, che indossava per evitare impedimenti all'uso della sua Unicità, si legò alla cinta la solita bandana rossa fiammeggiante, unica nota di colore nel suo outfit.
    Fatto ciò, essendo stato istruito a presentarsi prima dell'inizio della mostra, non perse tempo ed uscì dall'accademia per prendere i mezzi pubblici che lo avrebbero portato nella zona di Roppongi. Senza accorgersene, forse già solo perché distratto dai preparativi, l'ansia era svanita ed era stata sostituita dalla concentrazione per il suo compito. Per cui, arrivato di gran carriera al museo, non ebbe alcun timore a presentarsi allo staff del museo, sebbene scelse di presentarsi come lo stagista mandato dall'accademia eroi piuttosto che come "responsabile della sicurezza". Accolto con poche cerimonie, lo fecero entrare all'interno dell'ancora vuoto museo per indirizzarlo verso l'area dello staff. Avrebbe preferito poter fare un sopralluogo approfondito, ma si dovette accontentare di uno sguardo veloce. Per l'occasione, la struttura era stata stipata da svariati manufatti artistici dall'aria inquietante. Nonostante la sua mente era diretta altrove, l'aspirante eroe non poté che notare che i vari oggetti gli trasmettevano un certo senso di inquietudine e disagio.
    Mi chiedo se restassero svegli pure loro la notte, con tutto quest'orrore a riempirgli la testa...
    Per un attimo passò davanti alle opere di Hebenon, il vero motivo che aveva spinto all'organizzazione della mostra. Si poteva intuire l'importanza che le avevano riservato dato che un'intera area era stata riservata solo per la sua arte. Ryo non ebbe modo di analizzarla, ma mentre si allontanava sentì una strana sensazione dietro alla nuca ripensando alle atrocità che aveva commesso.
    Una volta condotto nell'area a loro riservata, Ryo fu invitato ad aspettare lì l'arrivo del suo supervisore. Non volendo farsi trovare impreparato e volendo tenersi impegnato, cominciò i preparativi. Dalla valigetta estrasse il suo scudo, allacciandoselo al braccio destro. Il semplice peso dell'oggetto servì a donargli maggiore sicurezza, sapendo di poter fare affidamento sulla sua protezione in caso di necessità. Successivamente passò alla bandana, che utilizzò al solito per coprire la fronte e tenere i lunghi capelli scuri lontani dagli occhi. Finito di annodarla dietro la testa, Ryo sentì con orgoglio una scarica di adrenalina scorrergli in corpo. E così, cominciò a fremere in attesa dell'arrivo del Pro Hero che lo avrebbe guidato quel pomeriggio.
    Mi chiedo che tipo sia... Speriamo non sia troppo severo...
    NARRATO x PARLATO x PENSATO
    HERO
    Livello:
    2
    Exp:
    150
    Forza:
    028
    Quirk:
    020
    Agilità:
    027
    Peso:
    1/4


    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    ©
    • Status: Illeso.
    • Tecniche usate: //
    • Energia: 100/100

    • Equipaggiamenti:
    » Buckler[Difensivo]: un piccolo scudo circolare, con un diametro massimo di 45 centimetri, peso tra 1 e 1.5 chilogrammi, realizzato in metallo, impugnabile con una maniglia antiscivolo. Per via delle sue piccole dimensioni, è poco adatto a proteggere dai proiettili o quirk ad ampia gittata, ma è molto utile per difendere la mano ed il braccio, parare attacchi in mischia e intrappolare l'arma nemica: è dopotutto uno strumento leggero e maneggevole, peraltro impiegabile anche come una specie di tirapugni (o addirittura un'arma da lancio), benché questo non sia il suo ruolo primario. Il design è personalizzabile.
    Effetto: Protegge da danni lievi (solo armi bianche o provviste di lame).
    Durata: Permanente.
    Peso: [1]

    • Lista tecniche:

    » Jigsaw Separation [Livello 1]: Tecnica alla base del funzionamento del proprio quirk. Ryo decide di separare una parte del proprio corpo e di controllarla dalla mediante la propria Unicità. Nonostante ciò rimane comunque connessa al suo corpo, per cui potrà controllarla allo stesso modo in cui lo farebbe normalmente. Questa tecnica può essere attivata più volte contemporaneamente per separare diverse parti del corpo, ma il costo si moltiplica per ogni parte controllata a distanza. Una volta terminato il suo utilizzo, la parte del corpo tornerà attratta verso il punto di separazione e ricongiungendosi disattiverà la tecnica.
    Costo:
    10m= 10 (+5 mantenimento)
    Danno/Effetto: Nessuno

    » Jigsaw Shot [Livello 1]: Ryo utilizza la fase di separazione e la relativa forza repulsiva per lanciare uno dei suoi arti verso l'avversario con l'intento di colpirlo. Effettuato l'attacco, passerà immediatamente alla fase di attrazione dell'arto verso il proprio corpo senza effettuare altre manipolazioni. In questo modo, se anche l'avversario riuscisse a schivare il primo colpo, potrebbe comunque essere colpito nella traiettoria di ritorno dell'arto verso il corpo originale. Mentre l'attacco è in corso, Ryo può muoversi per modificare appunto questa traiettoria di ritorno. L'attacco ha attualmente una portata di 2m.
    Costo: 15
    Danno/Effetto: Danni lievi

    » Jigsaw Speed[Livello 1]: Tecnica che consente a Ryo di spostarsi velocemente da un punto all'altro all'interno del raggio d'azione del quirk. Lancia infatti una parte del corpo verso il punto in cui desidera trovarsi per poi invertire le forze di attrazione/repulsione, lasciando che sia la parte separata ad attrare il resto del corpo e permettendogli di muoversi velocemente verso il punto desiderato. Questa tecnica può essere utilizzata anche per raggiungere punti sopraelevati all'interno del raggio d'azione. Attualmente la tecnica ha una portata di 2m.
    Costo: 15
    Danno/Effetto: + 1 agilità ogni 10 punti quirk

    » Jigsaw Bull[Livello 1]: Ryo utilizza la fase di separazione e la relativa forza repulsiva per lanciare una parte del proprio corpo verso l'avversario con l'intento di colpirlo. Effettuato l'attacco, passerà immediatamente alla fase di attrazione del proprio corpo verso la parte lanciata senza effettuare altre manipolazioni. In questo modo, Ryo utilizza anche la forza di attrattazione per finire l'attacco ed è inoltre in grado di portarsi vicino al proprio bersaglio.
    Costo: 15
    Danno/Effetto: Danni lievi


    Scusate la parte iniziale un po' OT ma non aveva avuto modo da nessun'altra parte di parlare del discorso farfalle :zizi:
     
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    MIRAI ISHIGAMI
    NARRATO x «PARLATO» x PENSATO x LINGUAGGIO DEI SEGNI


    «Arrivederci, e abbia cura di lei! » la giovane Mirai Ishigami salutò con un cenno della mano e un sorriso che avrebbe rallegrato la vecchia signora a cui aveva fatto l’ultima consegna della giornata.
    Otto confezioni di mochi artigianali, di tutti i gusti che avevano a disposizione. La nonnetta non si lasciava sfuggire proprio nulla.
    Direi che ha fatto proprio bene… pensò sospirando e rimettendosi in cammino verso una destinazione alquanto insolita.
    Vestito a maniche lunghe nero bordato di trine bianche e nastri di un verde acceso sopra delle calze pesanti.
    Mirai Ishigami. La spensieratezza fatta persona indossava un abito nero neanche stesse andando ad una festa di Halloween: in effetti era da tanto che non si metteva quel genere di abiti e non sapeva effettivamente perché avesse scelto proprio quell’indumento da portare quel giorno.
    Un colore che odiava, un colore che con il tema di Halloween - e con la mood generale - ci stava a pennello, e l’unico che in effetti si intonava a quello che l’avrebbe attesa quel giorno.
    Prese il cellulare e mandò un messaggio a sua madre, breve, in cui le diceva che la consegna era stata effettuata e che avrebbe passato il resto della giornata assieme ad una sua grande e cara amica in visita a Tokyo – e per la prima volta dopo tanto tempo non stava mentendo. -
    Mise via il telefono prima di poter leggere la sequela di messaggi di risposta di Ame Furuya che in questi ultimi tempi aveva iniziato a preoccuparsi per lei in modo quasi morboso.
    Come darle torto del resto?
    Mirai sospirò pensando a come se la passavano i suoi genitori in quel periodo mentre percorreva la strada per il Mori Art Museum.
    Sua madre aveva davvero paura di quell’Hanzo, di quel suo messaggio, di quello che poteva scatenare e delle conseguenze che avrebbe portato a Tokyo e aveva timore che potesse capitare qualcosa di brutto alla sua unica figlia.
    Erano passati dei giorni, settimane, mesi difficili. Tra litigate e preghiere. Voleva bene a sua madre ma questa cosa le aveva davvero scavato dentro e il fatto che sua figlia era rimasta ferma sulla sua posizione le dava sempre maggior preoccupazione.
    Mirai non avrebbe lasciato Tokyo.
    Non aveva timore di quello che poteva succedere quanto timore di quello che poteva lasciare.
    Persone come quella povera vecchietta a cui aveva consegnato i mochi, persone come Juju-sama l’anziano vicino che non aveva nessuno che l’avrebbe aiutato se fosse arrivata l’Apocalisse.
    Forse erano pensieri stupidi, egoisti o forse folli o eroici: per Mirai si riduceva tutto al fatto che non aveva il cuore di lasciare Tokyo.
    Questo sua madre non poteva capire e non avrebbe compreso mai, forse per il troppo bene che le voleva; che Mirai Ishigami poteva fare la differenza anche se solo per una persona.
    Suo padre invece non sapeva a chi dare ragione. Certo era preoccupato per la figlia ma forse tra i due era quello che più comprendeva lo stato d’animo della giovane.
    Non poteva però schierarsi totalmente con lei, per paura che potesse accaderle qualcosa di male e così… i giorni, le ore e i mesi erano diventati una sorta di altalena su cosa era giusto fare finchè ci fosse stato tempo.
    Non cambierò mai idea. pensò mentre osservava con la coda dell’occhio le vetrine tutte addobbate in tema spettrale e horror, un genere che proprio non le piaceva.
    Nono.
    Odiava Halloween e tutto ciò che ci girava attorno ed era un incubo entrare in questo periodo dell’anno: quando tutto prendeva i toni arancioni, cupi e vibranti della festa americana del terrore.
    Le metteva ansia e inquietudine tutto ciò e pensare che sarebbe andata a vedere quella mostra non migliorava le cose e le dava un certo senso di apprensione…
    Che fosse proprio per questo motivo che avevano scelto di esaltare questo tema in quest'anno cupo? Come combatti la paura se non con la paura stessa? ….aww perché penso a cose così stupide? una sorta di catarsi o una semplice trovata per risollevare almeno un po’ il morale con eventi che cavalcavano l'onda arancione.
    La cosa comunque non cambiava. Mirai odiava Halloween.
    L’atmosfera che si respirava tra le strade, poi, non contribuiva certo a rendere più piacevole la cosa: sembrava tutto a dir poco alieno.
    Erano strade che conosceva abbastanza, erano strade trafficate, piene di vita e di persone, di negozi pronti a venderti l’anima per vederti felice e adesso… tutto si riduceva a cercare di sollevare gli animi delle poche vite che camminavano assieme a lei.
    …Forse dovrei dire a mamma di partire… per una vacanza con papà. Sono sicura che forse… forse starebbe meglio… non aveva poi così tutti i torti potrei… fare un biglietto per una vacanza ad entrambi… non potrebbero rifiutare … mmh … rimuginò su quest’idea che poteva essere davvero una buona opzione se non fosse per il fatto che non gliel’avrebbero fatta passare liscia.
    Era un modo come un altro il suo per evitare di avere brutte e scortesi reazioni ad ogni vetrina.
    Si sistemò il borsone a tracolla sulla spalla un po’ indolenzita per le consegne e si fermò ad un incrocio aspettando la luce verde per non essere investita dalle poche macchine che passavano.
    Tirò fuori dalla tasca esterna della borsa il biglietto per la mostra delle opere di Iza Adachi, detta anche Hebenon.
    Una donna avvolta nel mistero e la cui scia di morte precedeva il suo nome; Mirai conosceva poco la storia dell’eterna giovane, forse perché non si era mai interessata ad una serial killer le cui opere d’arte erano principalmente cadaveri.
    La cosa non le piaceva affatto.
    Non amava tutto quello che girava attorno alla sfera del macabro, e in questo caso Hebenon ne era il centro di gravità.
    Ammetteva che un po' la cosa la incuriosiva, prima della proposta di Mira non ne sapeva quasi nulla di lei e dopo aver fatto ricerche e aver letto un po' di roba poteva dire che sentiva avere opinioni contrastanti nella sua zucca: da una parte era affascinata dalla sua figura misteriosa che si era volatilizzata nel nulla. Dall'altra provava invece un senso di inquietudine non indifferente.
    Come poteva qualcosa di così terribile e così deplorevole risultare arte e bellezza agli occhi di una donna?
    Come poteva esistere qualcuno di così tanto folle da fare una cosa così orrenda e avere il coraggio di chiamarla… arte? per lei tutto ciò non aveva senso E poi…. Sarà davvero scomparsa come dicono? O… è ancora in giro da qualche parte? IIiiikkkk. strinse il biglietto tra le mani facendo una smorfia come se avesse appena addentato un limone acido.
    Fu una gentil signora a farla tornare con i piedi per terra ed indicarle che il segnale luminoso era oramai diventato verde da un po’ e lei era rimasta lì imbambolata come un baccalà.
    Ringraziò e si gettò a corsa dalla parte opposta della strada per poi svoltare su un’altra strada che avrebbe portato proprio al museo.
    Quindi. In tutto questo. Cosa aveva spinto Mirai Ishigami ad andare ad una mostra “sensazionale” e “unica nel suo genere” e “irripetibile” sulle opere su tela di Hebenon con l’aggiunta anche di altri oggetti strani di chissà quale natura?
    Semplice.
    Era stata invitata, pregata -anzi non aveva potuto neanche rifiutarsi- da Mira per farle da accompagnatrice a quella mostra: era così entusiasta che non avrebbe accettato un no dalla ragazzina tanto da comprarle il biglietto in anticipo.
    Mirai si chiese da dove diavolo lo avesse tirato fuori con uno schiocco di dita: forse aveva dei canali speciali per arrivare ad avere delle prevendite? Molto probabile o forse faceva parte del suo lavoro.
    Non le importava molto però di questo. Se Mira era così entusiasta della mostra da voler portarci anche lei, e se ci teneva così tanto come poteva non accontentarla?
    In fondo era da tanto che non la vedeva e da tanto tempo che aveva voglia di uscire con una persona con cui parlare e divertirsi, e confidare le proprie paure e i propri sogni. Insomma un’amica.
    Mira era l’unica amica che aveva.
    Si erano incontrate ad una festa sulla spiaggia e da lì si erano tenute in contatto poiché lei lavorava fuori Tokyo e non sempre riusciva a spostarsi alla grande metropoli per farle un saluto.
    Quella sarebbe stata una delle poche volte – o forse la prima - che si sarebbero viste di nuovo in carne ed ossa e non le importava minimamente della mostra, del museo e dell’inquietudine che tutto questo aveva suscitato nella sua mente.
    Le importava solo di uscire con Mira e divertirsi. Dimenticare per un giorno soltanto Hanzo, i demoni alati chiamati farfalle e le consegne e i suoi genitori.
    «Eccoci qui…» disse fermando i propri passi e osservando l’entrata del Mori Museum di fronte a sé e l’enorme afflusso di gente che si accalcava lì intorno.
    «… questa cosa deve piacere ad un sacco di gente… mah. Che gusti strani… brr…» sentì un brivido salirle lungo la spina dorsale intimandole di continuare ad andare avanti e non fermarsi.
    Non mancava in effetti molto all’apertura delle porte del Museo e Mirai non voleva rimanere certo schiacciata tra la folla, così ebbe modo di farsi strada fin dentro la meravigliosa e lucente Mori Tower: un tocco di freschezza e pura luce che quasi le scaldò il cuore.
    Rimase in un angolo lontano il più possibile da tutte quelle persone che si muovevano come formiche in un formicaio appena stuzzicato: gente di ogni tipo vi era là dentro. Da quelli vestiti in abiti eleganti che avrebbero fatto invidia ad un Gran Galà, a quelli più semplici come lei … a uomini discendenze nordiche con tanto di occhiali da sole e barba lunga cui il cui padre Odino aveva dato loro la sua benedizione e poi ancora fotografi, reporter, qualche blogger e qualche strano influencer, e altri che avevano già iniziato una diretta video nonostante mancasse ancora mezz’ora.
    « Ti prego Mira non mi lasciare qua da sola…» disse con un fil di voce e mentre una mano prendeva il cellulare l’altra iniziava a far dondolare nervosamente la catenella che aveva al collo con la sua campanella.
    « Sul serio? … Ooowww non ci voleva… » dopo aver tolto di mezzo i messaggi di sua mamma e aver risposto con un semplice “ non ti preoccupare, mi divertirò. Ci vediamo stasera” Mirai lesse quello di Mira che la invitava ad entrare senza di lei poiché il suo treno era in ritardo.
    … no aspetta… fammi capire bene… io… dovrei entrare là dentro… da SOLA? Maledetto treno… se non si fosse vergognata di essere in pubblico probabilmente si sarebbe messa a singhiozzare.
    E cosa faccio adesso? sospirò e le scrisse di non preoccuparsi, che sarebbe entrata dentro – con quale coraggio non lo sapeva, forse trascinata dalla folla – e che in caso quando fosse arrivata all’ingresso di dirglielo così le sarebbe corsa incontro. Letteralmente.
    Osservò la sala e le porte ancora chiuse pensando che tutto voleva fare tranne che entrare a vedere quella mostra da sola Lo faccio per te… solo perché ci tieni. si disse tra sé e sé pensando alla ragazza che l’avrebbe raggiunta. Era solo questione di tempo, no?
    Magari… mi sto facendo troppo influenzare da quello che ho sentito e magari… le sue opere dipinte son diverse da quelle… che ha … creato, no? deglutì a vuoto, nervosamente. E… magari potrebbe anche… piacermi? scosse la testa con fare abbattuto e rimase lì in quell’angolo ad osservare la miriade di gente e il suo istinto di auto conservazione le suggerì che forse seguire i figli di Odino poteva essere una buona soluzione in caso fosse svenuta una volta entrata.
    « Mnh? » passò un solo istante alla sua vista. Veloce, evanescente. Una figura che fece scattare una sequenza di ricordi nella giovane ragazza «… No… ho visto male…» pensò a voce alta cercando con lo sguardo in mezzo alla folla quella coda, quelle orecchie, quella figura che – quanto era piccola Tokyo – aveva avuto il “piacere” di conoscere alla stessa festa in cui aveva conosciuto Mira.
    Solo che quella figura era una ladra, una che aveva attaccato una ragazzina indifesa che aveva cercato di farla ragionare per restituire il maltolto che aveva rubato. Non sapeva il suo nome, non sapeva nulla di lei.
    Ma la sua figura l’avrebbe riconosciuta tra un milione di persone.
    Peccato che le era sfuggita alla vista.
    «Mmh…» pensò che forse la vista le aveva giocato un brutto scherzo. Scrollò le spalle e attese osservando le porte del museo che avrebbero di lì a poco accolto la folla nel folle e depravato mondo di Iza Adachi.
    « I Hate Halloween. »
    VIGILANTES
    Livello:
    2
    Exp:
    200
    Forza:
    11
    Quirk:
    37
    Agilità:
    27
    Peso:
    1/4


    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    ©
    Status: Illeso.
    • Tecniche usate: //
    • Energia: 100

    • Equipaggiamenti:
    Silver Bell [Accessorio]:
    ► Descrizione: Una semplice campanella argentata che si è comprata ad un giusto prezzo in un negozio di ninnoli da lolita e che ha deciso di portare sempre al collo su una fine catenina. Pensa che potrebbe esserle utile in molte occasioni e che si sposi molto bene con ogni suo outfit.
    ► Effetto: Emette un pregevole suono tintinnante ad ogni passo. (Dicono...)
    ► Peso: [1]

    • Lista tecniche:
    • Silent Dome [Livello 1]
    Con le cavità nelle sue orecchie, Mirai è in grado di ingoiare ogni suono attorno a sé creando una cupola di silenzio assoluto in cui tutti i suoni in entrata o prodotti al suo interno (come la sua stessa voce) vengono nullificati.
    Le delimitazioni di questa cupola di silenzio corrispondono al suo raggio d’azione e sono invisibili e intangibili ad occhio nudo, tuttavia Mirai riesce a percepirne i limiti - come se fosse un grosso vetro di una finestra sopra cui batte la pioggia di vibrazioni causata dai suoni esterni -.
    Essendo la ragazza il punto centrale da dove si sviluppa la cupola, se essa si sposta anche questa farà lo stesso.
    Chiunque altro varchi quella soglia può percepire chiaramente un netto distacco tra i rumori di sottofondo dell’ambiente circostante e l’annullamento di questi.
    Costo: 10 PE + 5 mantenimento
    Effetto: zona di silenzio assoluto
    Range: 3m

    • Echoes [Livello 1]
    Mirai assorbe un determinato tipo di suono (schiocco di dita, battito di mani o piede) che verrà inglobato in una bolla. Questa prenderà vita sulla punta del corno di Mirai per essere poi sparata via in linea retta in modo da sfruttare le onde sonore compresse all'interno per far danno o per creare un semplice diversivo.
    La bolla /delle dimensioni di una pallina da golf/ esploderà a contatto con qualsiasi superficie solida rilasciando il suo contenuto.
    Costo: 10 PE
    Danno: Lieve
    Range: 2m

    • Sound Shield [Livello 1]
    Assorbendo svariati rumori esterni, il corno crea una bolla più grande del normale (più o meno come può essere uno scudo) di fronte alla ragazza. Essa avrà la pura e semplice funzione di una "barriera" che una volta colpita rilascerà le vibrazioni imbrigliate al suo interno creando un'onda d'urto che respingerà il tentativo di nuocere alla sua persona.
    Costo: 15 PE
    Effetto: Difesa Lieve

    • Jingle Cells [Livello 1]
    Basandosi su studi sperimentali e su tecniche di meditazione che si basano sulla vibrazione delle cellule a scopi curativi, Mirai riesce a creare tramite il suo Quirk una bolla contenente vibrazioni di bassa entità che andranno a stimolare le cellule in un'area circoscritta - in cui questa è applicata - per attivare un rigenerazione lieve delle ferite.
    Questa bolla è più resistente delle altre che emette ma se viene colpita o finisce il suo lavoro scoppia come tutte le altre; il corno deve toccare l'area ferita per applicare la bolla.
    Costo: 10 PE
    Effetto: Cura danno lieve

    • Sonic Boom [Livello 1]
    Con questa tecnica Mirai riesce ad assorbire i suoni circostanti che verranno poi amplificati nel percorso che va dalle sue orecchie fino al suo corno fino ad immagazzinarli in una bolla dal diametro di trenta (30) centimetri. La bolla è molto fragile e, se lanciata verso un bersaglio specifico, esplode al contatto sprigionando le onde sonore amplificate al suo interno.
    Queste sposteranno gli oggetti [fino a 4/5 Kg] dal punto dello scoppio della bolla e stordiranno tutti coloro che sono presenti nell'area attorno a questa.
    Costo: 15
    Effetto: Stordimento [Durata 1 turno]
    Range: 1.5 m

    Mi scuso anche io per la prima parte del post. Avevo bisogno di mettere alcune cose che ricollegherò ad una SQ ambientata prima di questa AM in fase di scrittura.
    p.s. Sarà divertente ruolare con voi tutti :<3:
     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    FUMIO MASAYOSHI
    Era un periodo strano. Ed era anche da parecchio che a Fumio non capitava di fare una colossale figura di merda. O meglio, a dire il vero non era raro che si ritrovasse in situazioni paradossali, ma fra una figura di merda ed una colossale figura di merda c'era un abisso. Ultimamente era stato sommerso di lavoro in modo quasi esagerato, tanto che gli era capitato di addormentarsi in officina e svegliarsi direttamente la mattina successiva. A Tokyo era rimasta poca gente, ma quella che era rimasta pareva volersi attrezzare per bene in vista della... fantomatica e preannunciata emergenza che incombeva sopra Tokyo. Tanto lui non poteva comunque andarsene, ed anche potendo non l'avrebbe fatto: non lasciando suo fratello chiuso in una stanza d'ospedale, almeno.
    Fortunatamente, Fumio era una di quelle persone che andava a dormire alle tre di notte e si svegliava alle sette di mattina. Non sapeva con esattezza come faceva a carburare con circa quattro ore di sonno per notte, ma evidentemente era il triste destino di chi non riusciva a dormire. Certo, ogni tanto gli capitava di crollare a letto e dormire ventiquattrore di fila, ma era il suo metabolismo ad essere abbastanza assurdo in linea generale.
    A dispetto di questo, svegliarsi non era sinonimo di alzarsi, e se non doveva andare a lavoro, gli piaceva rimanere a letto senza far nulla, a poltrire, a leggere manga o a scorrere il feed del social di turno.
    Quando quel martedì mattina qualcuno aveva suonato al citofono, infatti, Fumio non stava affatto dormendo. La sera prima aveva fatto tardi dopo aver passato due ore a cercare una chiavetta USB sparita chissà dove e che conteneva il lavoro di tutta la settimana scorsa, ma si era stufato di cercarla dopo aver capito che no, non l'avrebbe trovata spostando a ripetizione i vestiti dalla sedia al letto e viceversa. Era stanco, sì. Più che per la mancanza di sonno, per il pensiero e lo stress di dover ricominciare tutto da capo se quella maledetta non fosse saltata fuori.
    Per cui, al rumore del campanello, ben conscio di non aspettare nessuno, se non il corriere della D&B, si era tirato pigramente fuori dal letto, si era diretto verso la porta ed aveva aperto con tutta la nonchalance del mondo. Il problema?
    Non era il corriere. Era una ragazzina bassa, capelli neri e l'aria imbronciata. Già. La Vice di Blank.
    Uno dei pezzi grossi di Deep Void. A casa sua.
    E lui era scalzo, aria assonnata, aveva i capelli su un altro pianeta perché aveva fatto la doccia il giorno prima ed indossava un pigiama azzurro con sopra dei Corsola. Sì, i pokemon corallo.
    Non si era curato di cambiarsi semplicemente perché il corriere era talmente abituato a dovergli portare le cose che ormai Fumio conosceva gli addetti alle consegne che si alternavano alla porta del suo appartamento talmente bene che spesso e volentieri ci scambiava pure due chiacchiere. E uno di loro gli aveva persino detto che quel pigiama era fantastico.
    Per circa due secondi e mezzo, Fumio aveva avuto l'impulso di sbatterle la porta in faccia e non riaprirle finché non si fosse preparato a dovere, ma purtroppo l'unico super potere che aveva gli faceva crescere del corallo sui capelli; nessuna super-velocità che gli avrebbe permesso di prepararsi in due millisecondi e ripresentarsi sull'uscio perfettamente in ordine come succedeva negli anime, indi per cui aveva accettato l'inevitabile, era rimasto a fissarla con l'aria da pesce lesso e ascoltando cosa volesse da lui, palesemente una delle ultime ruote del carro nell'organizzazione cinese.
    E così aveva scoperto della mostra. E di Hebenon.
    Pseudonimo di Iza Adachi, Hebenon era (stata?) una serial killer molto attiva qualche anno primo. Fumio aveva sentito parlare della sua leggenda, ma credeva fosse, appunto, una leggenda. Come faceva un'artista a ridursi ad una serial killer?
    Una ragazza eternamente giovane di cui non era mai stato ritrovato il corpo e non si sapeva se fosse morta o meno? Aveva sempre guardato la cosa con molto scetticismo, e poi – avendo problemi più legati alla sfera personale – se ne era ovviamente dimenticato.
    Non se ne intendeva molto di arte, ma sapeva che Blank era un collezionista piuttosto... eccentrico. Aveva ascoltato la ragazza senza batter ciglio, e si era sentito persino quasi sollevato quando quella aveva intavolato il suo ordine in modo abbastanza schietto. Per lui l'idea di rubare non era più un problema da parecchio, ma conoscendosi, se gli avessero chiesto di rubare effettivamente un quadro dalla mostra avrebbe finito per rubare quello sbagliato. Ordine perché, sebbene di rifiutare a Fumio non fosse passato nemmeno per l'anticamera del cervello, Seiko non aveva nemmeno contemplato la possibilità che potesse farlo, nel suo discorso.
    Il che in effetti era vero. Da quando era venuto a conoscenza di Deep Void era passato del tempo, ma prima della morte di Eizan, Fumio non si era mai davvero sentito parte di quel reticolo criminale. Era un adolescente con un disperato bisogno di soldi che ancora andava a scuola ed era solo l'apprendista di uno che faceva parte dell'organizzazione. Poi Eizan era morto e Fumio aveva preso il suo posto. Ancora non aveva un decimo delle capacità di quell'uomo, ma aveva iniziato a capire come funzionavano le cose. Ed aveva anche capito perché Deep Void non gli aveva mai chiesto nulla prima, perché c'era Eizan che lo teneva... al sicuro.
    Sostanzialmente quella era la prima volta che Deep Void gli dava un ordine così diretto, e quando Fumio chiuse la porta si sentì un briciolo fiero di sé stesso e se ne tornò in camera sua accartocciandosi nel suo angolo: la sedia davanti al computer.
    Poco importava se quell'ordine era quello di sabotare una mostra e disattivare gli allarmi perché qualcuno doveva portare via un quadro, per Fumio quello era più che un traguardo. Certo, pigiama a parte.

    ---

    Il quindici ottobre, Fumio aveva passato un'intera mattinata a scegliere cosa mettersi, rendendosi conto di non avere la più pallida idea di cosa s'indossasse di solito alle mostre d'arte contemporanea. Aveva impiegato una grossa porzione del suo tempo della scorsa settimana a fare ricerche su internet riguardo alla mostra e ad Hebenon: non si era chiarito le idee, ma almeno adesso poteva dire di essere un pelo più preparato in materia.
    Il suo unico e blando tentativo d'apparire elegante, era sfumato quando, guardandosi allo specchio, si era reso conto di sembrare ridicolo indossando una camicia con giacca e cravatta, considerando anche che Seiko gli aveva detto di presentarsi al McDonald's dietro il Mori Art Museum, quindi Fumio aveva abbandonato i suoi sogni di grandezza optando per una delle sue solite felpe blu scuro con jeans neri e anfibi bassi dello stesso colore, perché in fin dei conti si sentiva molto più a suo agio nei panni di un emo mancato.
    Era partito in anticipo, in modo da avere la scusa per scansare abilmente la metropolitana, visto che per fortuna Roppongi non era lontanissimo da Shinagawa ed adesso era lì, ad aspettare, un vassoio vuoto davanti, mentre tamburellava le dita sulla superficie arancione del tavolo che si era scelto, mentre con l'altra mano scorreva sullo schermo del suo cellulare. Erano le tre ed aveva ancora mezz'ora. I capelli blu a fare da faro, non sapeva se stava davvero aspettando Seiko oppure se sarebbe venuto uno degli uomini in nero a consegnargli quello che doveva ricevere, ma tanto non aveva altra scelta che aspettare. E cercare di ignorare l'invitante profumo di patatine fritte.
    VILLAINschedaDIARYART ©code ©
    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    ©
    LIVELLO: 2 ; FORZA: 12 ; QUIRK: 36 ; AGILITÀ: 27.
    ENERGIA: 100
    STATUS: Illeso.
    TECNICHE USATE: //


    EQUIPAGGIAMENTI: [0/4]


    TECNICHE PERSONALI:
    Scum Debate [Livello 1] [Costo 15 + 5 PE]
    Fumio è in grado di far crescere sulle nocche delle proprie mani degli artigli lunghi circa una ventina di centimetri. Sì, come Wolverine.
    Solitamente lo fa sulla mano destra, sua dominante, ma può farlo anche su entrambe, o solo sulla sinistra. Il corallo che compone gli artigli non è molto resistente, infatti ha bisogno di essere continuamente prodotto, per far in modo che non si rompano immediatamente. Gli artigli sono composti da tre lame dalla forma piuttosto rozza e seghettata, la loro vera funzione sarebbe quella di provocare danno da affondo, ma al momento sono adatti per lo più solo a graffiare.
    A contatto con la pelle provocano irritazione, per cui se usati troppo a lungo e senza guanti, anche Fumio ne risente.
    Danno: Lieve
    Provocano un Danno [Lieve] da ustione all'utilizzatore se usati per più di tre turni consecutivi.
    Renai Circulation [Livello 1] [Costo 10 PE]
    Estraendo l'Altrium dai suoi capelli, Fumio cristallizza tra le sue mani del corallo facendogli assumere la forma di un poliedro a forma di stella, che poi comprime e frantuma in svariate schegge di dimensioni diverse, scagliandole in una specifica direzione.
    Le schegge sono tutte affilatissime, ma - date le dimensioni ridotte del solito (circa una ventina di centimetri) - non risultano essere un pericolo mortale.
    Danni: Lievi
    Raggio: 2 metri
    Komm, Süsser Tod [Livello 1] [Costo 15 PE]
    Entrare in contatto con le tossine del corallo di fuoco è mediamente pericoloso. I primi sintomi che si avvertono sono un forte bruciore e dolore sulla parte di pelle offesa, seguiti da piccole ustioni e possibile febbre alta se la ferita si infetta. Fortunatamente il corallo di Fumio non è esattamente corallo di fuoco, altrimenti è probabile che il primo morto sarebbe lui adesso. Ciò non toglie che l'Altrium sia comunque velenoso e che Fumio lo sappia. Non gli piacciono molto le ustioni sulla pelle, motivo per il quale ha imparato a concentrare il veleno di cui è in possesso in cristallizzazioni anche molto piccole.
    Grazie a questa tecnica crea una specie di bastoncino molto sottile e lungo, simile ad un ago, e lo "spara" verso il bersaglio. Se colpisce non fa male, quasi per niente, a dire il vero la sensazione potrebbe ricordare un po' quella di un'iniezione: difatti, con questa tecnica, Fumio riesce a raggiungere i vasi sanguigni del bersaglio e ad a far diffondere le sue tossine direttamente sottopelle. Al momento, a causa della non purezza del corallo, non pare essere un veleno pericoloso. I sintomi includono difficoltà respiratorie, nausea e vomito.
    Effetto: Avvelenamento [Lieve]
    Raggio: 1.5 metri, ma può funzionare anche a contatto.
    Shangri-La [Livello 1] [Costo 15 PE]
    Nei suoi migliori propositi c'era quello di creare delle catene perché faceva figo. Si è esercitato. Non ci è riuscito. Ha rinunciato, finendo per ripiegare su qualcosa di più vicino alle sue competenze.
    Grazie alle microscopiche alghe che vivono sui suoi capelli, ha imparato a diffondere l'Altrium nell'ambiente circostante in modo che sia pressoché non percepibile: in questo modo può prendere di sorpresa gli avversari facendo crescere, in pochi secondi, da terra proprio addosso al diretto interessato, del corallo dalle numerose ramificazioni, intrappolando il malcapitato in una sorta di gabbia composta da dei rami calcarei e molto resistenti, che possono raggiungere l'altezza di ben quasi due metri. Essendo la superficie molto distesa, il veleno naturale del corallo non pare in grado di danneggiare chi vi rimane intrappolato.
    Raggio: 2 metri
    Effetto: Blocco [1 turno], se il suo quirk è maggiore o uguale alla forza avversaria.
    Mirror Casket [Livello 1] [Costo 15 PE]
    Se qualcuno lo attacca, Fumio può cristallizzare del corallo a contatto con la parte del corpo che deve proteggere. Un po' come un'armatura molto rudimentale e dal colore bluastro. La resistenza è limitata a proteggerlo da un colpo da impatto, difficilmente protegge da danni elementali, a meno che questi ultimi non siano accompagnati da pugni o qualcosa di simile.
    Può proteggersi anche in più punti contemporaneamente, ma questo significa usare molta più energia (ndr: usare più volte la tecnica).
    Resistenza: Danni Lievi
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    Lars Aracne
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    Lars era in camera sua che navigava su siti poco raccomandabili tramite la navigazione in incognito. Durante la sera, prima di andare a dormire era solita a guardare video porno di qualche fetish particolare oppure gif o video molto violenti, prevalentemente gore e rekt.
    Non lo faceva per divertimento, ma per necessità. Aveva bisogno di sentire qualcosa, qualsiasi cosa. Un emozione, che fosse disgusto, piacere, stupore o tristezza, non le importava.
    L'importante è che fosse forte.
    Si rese conto che i film non le bastavano, non quelli facilmente reperibili per lo meno. Per questo aveva divorato già tutti gli snuff movie che passarono sotto il suo radar.
    Il rumore della rotella del mouse alla sua destra e lo strofinio della sua mano che entra ed esce da una confezione di patatine alla sua sinistra erano tutto ciò che si poteva udire da qualche ora.
    Il monitor era l'unica fonte di luce all'interno di quella stanza.
    Inclinando leggermente la testa per snodare un po' il collo indolenzito dal lungo stazionamento, il suo occhio cadde sullo zaino che stava vicino al letto.

    "Voglio provare ... qualcosa. "

    Pensò.
    Dentro quello zaino vi erano due dosi di quel misterioso XSQ.
    Sapeva bene a cosa andava incontro se ne avesse assunta anche solo una, quindi abbandonò subito l'idea.
    Valutò invece l'acquisto di qualche sostanza stupefacente.
    Non aveva mai assunto nulla di simile fino ad ora. Non ne ebbe mai il bisogno. La sua vita era stata semplice fino a qualche mese prima, non aveva mai provato sulla sua pelle la sensazione di disperazione che sentì quel giorno alla festa sulla spiaggia, o tutta l'adrenalina che attraversò il suo corpo quando settimane dopo rubò il cellulare al ragazzo albino Yorumeru.
    Tutte quelle sensazioni, benchè non fossero piacevoli, rimasero impresse nella sua mente e nelle sue carni. Ne sentiva la necessità.
    Era in astinenza da emozioni forti.
    Il suo corpo le richiamava e ciò che più si avvicinava ad emozioni simili erano proprio le droghe.
    Accese la luce, si coprì con un giubotto e uscì di casa. Non era intenzionata a consumarla quella sera stessa, l'importante era averla a disposizione.
    Erano le tre di notte. In tempi in cui la paura e l'ansia erano tangibili per via dell'annuncio di quel Hanzo Takashi, Lars si immaginava che gli spacciatori stessero facendo i salti di gioia. Credeva che in situazioni simili le persone tendessero a consumare più sostanze stupefacenti per calmarsi. Motivo per cui sperava di trovare qualche spacciatore in fretta.
    La figura in questione non la intimoriva, lavorando nella malavita da svariato tempo, aveva avuto modo di conoscere quel mondo anche se non molto nel dettaglio.
    Dopo una ventina di minuti di ricerca senza successo, chiamò una vecchia conoscenza e si diedero appuntamento in un parcheggio desolato.
    Era un suo cliente, Lars era solita a rivendergli alcuni oggetti rubati e sapeva bene che faceva uso di sostanze. Dopo una lunga conversazione notturna, le regalò tre grammi di cannabis e le consigliò di presenziare ad una particolare mostra che si sarebbe tenuta la settimana seguente. Le disse che se ci fosse andata non se ne sarebbe pentita. La rassicurò che avrebbe trovato qualcosa di molto interessante e speciale, senza dare ulteriori informazioni .
    La mutant infilò la droga nella scarpa destra e tornò a casa.

    Passò la settimana seguente senza preoccupazioni. Non sentì il bisogno di consumare ciò che le fu regalato quella sera, forse sapere che quella mostra le avrebbe regalato emozioni forti e simili a quelle che voleva la calmava sotto questo punto di vista. Acquistò il biglietto online appena ne ebbe l'occasione e notò con gioia che la mostra era su opere di Hebenon.
    Le sue creazioni colpirono molto la mutant. Ne era completamente affascinata. Era di quanto più si potesse avvicinare ad un film reale, diverso dalla finzione. Arte che si mischiava con la realtà.
    Quelle sculture erano esseri umani con una loro storia, avevano vissuto una vita prima di essere eternizzati. Sarebbe stato un sogno per lei vederne uno dal vivo. Ma si sarebbe dovuta accontentare dei quadri.

    Ed il quindici Ottobre eccola lì.
    Davanti all'edificio, in mezzo a tutte quelle persone che si muovevano attorno all'ingresso.
    Indossava il suo solito abito, felpa nera a cerniera centrale con cappuccio e tasche interne chiudibili con una zip. Tuta nera con tasche laterali e anteriori, tutte con zip.
    Alle spalle portava il suo solito zaino arancione e nero. Nella sua tasca sinistra teneva un fumogeno per ogni evenienza e in quello destro il suo cellulare e il portafoglio, contenente una versione cartacea del biglietto. Tutto il superfluo restava nello zaino. Qualsiasi momento era buono per attuare una rapina con le giuste condizioni e con il giusto tempismo, non doveva lasciare nulla al caso.
    Guardandosi attorno notò la macedonia di categorie presenti. Vi erano persone eleganti, turisti, giornalisti, blogger, persone comuni, di tutto e di più. Ciò la preoccupava un po', credeva fosse solo una mostra dei quadri. Possibile che ci fosse anche altro? Cosa le sfuggiva? Gli imprevisti di questo tipo sono sconvenienti in orario di "lavoro".
    Siccome si ritrovava costretta ad aspettare che aprissero i portoni, ne approfittò per domandare alle persone presenti
    "Salve. Anche lei è qui per la mostra di Hebenon?"
    Avrebbe rivolto questa domanda ad almeno due persone per ogni frutto della macedonia, quindi a due turisti, due giornalisti, due persone eleganti e così via.
    Se davvero qualcosa di speciale fosse in procinto di accadere, allora era necessario avere quante più informazioni possibili.



    Ho bisogno di un trip ...
    SCHEDA | VILLAIN| CRONOLOGIA | #LIVELLO 2

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    Un po' prima che la mostra iniziasse, il giovane Fumio si era seduto in mezzo alla confusione del fastfood ancora pieno di folla, nonostante il brutto periodo. Il vassoio vuoto forse lo avrebbe fatto sembrare un po' strano a prima occhiata, ma nonostante gli appariscenti capelli a nessuno importava particolarmente di guardare nel piatto degli altri al McDonald's. Poteva sembrare il tipico universitario che mangiava lì prima o dopo un esame, considerato il suo aspetto crucciato. Erano passati poco meno di dieci minuti da quando si era seduto, il corallo che forse veniva inquinato dall'olio fritto come si trovasse accanto ad una petroliera in mare, quando qualcuno sembrò importunarlo. Con la coda dell'occhio avrebbe notato una figura, seguita da una voce femminile.
    Signore, vorrebbe fare una donazione per la nostra causa? E' per il Mori Museum. - Alzando gli occhi Fumio avrebbe notato quella che sembrava essere una dei tanti volontari di associazioni umanitarie, vestita completamente di bianco. Non era strano vederli all'interno del fastfood americano, visto che sembravano aver ereditato dal continente lontano la volontà di "disturbare" i clienti con richieste di donazioni per le categorie più in difficoltà. Questo attaccava di più con i clienti più giovani e con mente più aperta. Ma il membro di Deep Void avrebbe potuto notare che la persona che la persona che gli stava chiedendo di sganciare soldi non sembrava particolarmente normale. Oltre ad indossare una divisa bianca, lei stessa sembrava completamente pallida come un lenzuolo d'ospedale. Portava alla mano quasi eterea un paio di palloncini neri ed una borsa poco voluminosa. I capelli ricci, o più precisamente così scompigliati da legarsi tra di loro come vortici, erano bianchi come se qualcuno avesse deciso di usare un programma grafico per ottenere un bianco perfetto. Un paio di lunghe ciocche arrivavano fino al fianco, come due colonne che facevano da guardia al viso giovanile e delicato. Sembrava più piccola di lui e gli occhi dall'iride bianca lo osservavano contenti, quasi allegri. Un sorrisino infatti si allargava sul suo volto, mentre si piegava in avanti per parlare meglio con lui. In un mondo di Unicità era facile trovare persone dall'aspetto curioso, ma dal modo in cui lo guardava non era decisamente la prima volontaria che passava di lì. I suoi movimenti erano delicati e sinuosi, come se fosse un fantasma che infestava il McDonald's da decenni dopo essere morto nella friggitrice.
    Che strano vestito questa volta. Sei Fumio-chan, vero? - Avrebbe aspettato una risposta dal ragazzo, prima di continuare a parlare. Sperava almeno che lui si mettesse a parlare, visto che segretamente l'albina non aveva idea se fosse la persona giusta ed aveva semplicemente seguito il colore dei capelli. Bene! La ringrazio per la donazione, prenda pure queste spille. E mi raccomando, le dia anche ai gentili signori del museo. - Avrebbe pronunciato in tono normale, mentre tirava fuori dalla borsa una scatola bianca che sembrava a prima vista un portaocchiali. L'albina gliel'avrebbe messa nella mano assieme ad un biglietto per il museo. Aprendo la scatola sembrava in effetti esserci un set di 4 spille, tre nere ed una bianca, grandi meno di un'unghia. Erano lucide e sembravano poggiare su del morbido tessuto.
    Sono adesive. Mettine una...mh. Ah sì. Una dove si accettano i biglietti, una dove vedi da mangiare, una dove ci sono un sacco di sculture e quella bianca dove c'è l'opera che ci interessa. Dovrebbe chiamarsi... "Il viandante" o qualcosa del genere. - La ragazza lo guardò soddisfatta di essersi ricordata tutto, anche se manteneva quell'aria svampita. Si staccò quindi dal tavolo, prima di pronunciare le sue ultime parole al giovane Fumio. Fidati di Deep Void e non avrai nulla da temere dopo. Io e la mia sorellina ti verremo a prendere quando avrai posizionato tutti gli adesivi. Ci vediamo dopo. - La ragazza si sarebbe fermata se Fumio avesse avuto una qualche domanda da farle, ma sembrava andare di fretta, come se fosse uno spirito libero che non poteva stare fermo per troppo tempo. Il ragazzo dai capelli luminescenti l'avrebbe vista trotterellare tra i veri commessi del McDonald's e i clienti, per poi sparire senza lasciare traccia appena il suo occhio si sarebbe staccato da lei. Nonostante la stranezza dell'incontro doveva comunque dirigersi verso il Mori Museum, anche se aveva il tempo dalla sua parte. Si sarebbe unito alla fila, notando così come Lars e Mirai che la "clientela" era talmente varia che ci si chiedeva quanti di questi fossero veramente interessati all'arte e quanti avessero il gusto per il macabro.
    Le due legate da quella serata in spiaggia erano entrambe presenti, ognuna dispersa nella folla e sfortunatamente da sola. Mira mandò un ulteriore messaggio alla giovane Mirai scusandosi del ritardo e che avrebbe sicuro protestato contro l'intero governo di Tokyo appena arrivata lì e di tenere duro contro quegli orribili quadri. Magari anche di mandarle qualche foto se non c'era niente di troppo spaventoso. Tra la gente le era sembrato di notare Lars, che invece raccoglieva informazioni come una novella giornalista. Entrambe in abiti civili, erano solo delle semplici visitatrici. La Mutant venne scambiata dai turisti come una semplice reporter, nonostante l'aspetto curioso, ottenendo varie risposte. I locali erano andati lì curiosi di vedere le opere di Hebenon e tra questi Lars poteva notare degli evidenti nerd dell'horror e di questi aspetti più cruenti. C'erano ben pochi appassionati di arte e per loro era un evento come un altro, anche se tendevano a stare in gruppetti perché si trattava di community specializzate. I turisti provenienti da lontano provarono un po' a comunicare con il loro inglese misto ad un orribile giapponese, probabilmente facendo intendere a Lars che per loro era un'occasione "very cool". I giornalisti erano un po' diffidenti a rilasciare informazioni ad una persona così giovane, forse gelosi della loro attrezzatura che permetteva loro di raccogliere molte più informazioni rispetto ad una dilettante come lei. Riuscì a capire che era un evento molto atteso da tutti coloro che si intendevano un minimo di arte e non c'erano solo televisioni locali, ma moltissimi appassionati che possedevano un blog od altro. Gli uomini e le donne eleganti, che consideravano quell'occasione come una rarità per la loro carriera, facevano parte di studiosi e critici professionisti. Era probabilmente molto difficile che Lars li riconoscesse, considerato quanto estranea fosse all'ambiente. La maggior parte però sembravano contenti di spiegare quel che si sapeva dei quadri di Hebenon, anche se il vero motivo di quella visita era di poter ammirare opere che nessun altro aveva ancora visto. Il viavai di Lars sarebbe stato facilmente notato anche da Mirai e Fumio, visto che la ragazza girava anche tra gli ospiti più influenti.
    Ad attirare l'attenzione di tutti i presenti però fu l'apertura delle porte del museo, facendo confluire il fiume di gente all'ingresso. La fila scorreva abbastanza spedita, visto che chiunque si trovasse lì aveva già il proprio biglietto con sé. Mirai, Fumio e Lars sarebbero stati probabilmente tra i primi, anche se a numerose persone di distanza. Dalle porte in vetro i tre avrebbero già notato un grande bancone in marmo aspettarli per convalidare il loro biglietto. Era piuttosto spesso e si sporgeva verso di loro di numerosi centimetri. Era decisamente molto più grande di quanto servisse per dare una superficie d'appoggio ad una sola addetta, ma era costellata di volantini e locandine di altre mostre. Avrebbero dovuto consegnare il loro biglietto per poi andare avanti e passare ad una curiosa coppia che si era formata poco prima, mettendosi di fronte a quella che sembrava la loro guida per quell'ora da brivido.

    Ryo si era ritrovato di fronte ad una porta aperta, la quale dava su una stanza completamente circondata da scaffali in metallo, che sembravano quasi crollare sotto il peso di infiniti documenti raccolti in cartelline. Il museo era sì esteso nella parte dedicata ai visitatori, ma ciò che veniva celato agli occhi del pubblico era altrettanto grande. Se oltre la porta che aveva alle sue spalle c'era uno dei più grandi esempi di stile ed architettura contemporanea, lì sembrava di essere semplicemente in un ufficio di contabilità. Lungo il corridoio dove lo stavano facendo aspettare numerose figure coperte da un velo bianco sembravano fantasmi di vecchie mostre ed esibizioni, dalle forme più varie. Non c'erano finestre e semplicemente le stanze si alternavano a porte d'emergenza o riservate ai dipendenti. Non avrebbe dovuto aspettare troppo, anche perché la mostra stava per cominciare e un possibile ritardo avrebbe trasformato la folla lì fuori in una massa inferocita di recensioni negative al museo. Lo studente corvino avrebbe sentito dei passi e delle voci che conversavano poco a qualche metro da lui, facendo spuntare due ombre informi sulla porta di vetro smerigliato che nascondeva un'ulteriore zona. Da quella porta sarebbe uscito per primo un giovane Mutant, coperto di pelo dalla testa ai piedi e con l'aspetto simile ad una volpe. Le sue mani sembravano normali e prive della peluria color caramello che invece lo ricopriva uniformemente, tralasciando i capelli castani che accoglievano le sue orecchie canine. Non era particolarmente alto, anche se era difficile valutare la sua età a causa dell'Unicità, ma sembrava ancora più basso accanto all'uomo con cui stava parlando.
    Questo sembrava particolarmente concentrato su quella che sembrava una lunga conversazione. Il Mutant sembrava enumerare all'uomo biondo qualcosa e Ryo avrebbe potuto più o meno intuire che sarebbe stato lui il suo accompagnatore per quella giornata. Sembrava vestito con un abito uscito da un'altra epoca, il quale sarebbe potuto appartenere a qualche nobile della corte di qualche re europeo. Lo studente avrebbe potuto notare che la struttura assomigliava a quella di una delle suit prodotte dalla Yuuei, con numerosi accessori. Gli avambracci e gli stinchi erano coperti da quella che sembrava armatura metallica, pallida quanto i suoi abiti, ma una specie di struttura ad anelli circondava gli armamenti superiori. Sembravano quasi adatta a girare attorno alle sue mani, ma per ora erano inattivi. Nonostante i capelli biondo chiaro era evidentemente giapponese, gli occhi sottili color nocciola che osservavano il Mutant mentre si muovevano. Sembravano quasi socchiusi. Era snello, ma alto un paio di centimetri più dello studente, oltre che con le spalle larghe e ben piazzate. Proprio sul petto avrebbe notato quello che sembrava essere il suo logo: un cerchio bianco sovrastato da uno nero quasi completamente, proprio come in un'eclissi. Il ragazzo più basso avrebbe salutato con un inchino sia l'eroe che lo studente, guardandolo un attimo forse incuriosito dal suo aspetto. Avrebbe poi superato i due con una certa fretta: era quasi ora di andare in scena.
    Hey. - Il biondo si sarebbe rivolto a Ryo con un inchino, gli occhi che sembravano osservarlo tanto quanto restare chiusi. E' la prima volta che mi viene affidato uno studente quindi è un po' complicato sapere cosa dire. Partiamo con le presentazioni. Mi chiamo Asahi Saito. O Syamantaka, per il mercato. - Asahi sembrò sorridere vagamente pronunciando quell'ultima parola, ma aspettò che Ryo si presentasse a lui per continuare a parlare. Quel nome non avrebbe probabilmente suggerito nulla al giovane, probabilmente trattandosi di un Pro-Hero nuovo sulla scena.
    Il nostro amico di prima mi ha chiesto di aiutarlo con la mostra... spero tu sia preparato sull'arte mistica. - Pronunciò serio, aspettando la reazione dello studente. Scherzavo, dovremmo solo tenere d'occhio i visitatori per evitare che facciano qualcosa di strano. Appena vedono un eroe impazziscono. - Lo superò dopo quelle sicure parole, invitandolo a rientrare nell'area dedicata ai visitatori e piazzandosi con lui a qualche metro dall'ingresso dove l'area di accettazione dei biglietti era già in fermento. Poco lontano da loro il Mutant di prima guardava tutti un po' rigido, con dell'evidente ansia che gli gravava sulle spalle.
    Mi piace il tuo stile, comunque. Aiuterà con le operazioni. In effetti... non mi hanno consegnato il tuo report, cosa sai fare meglio? Abbiamo ancora qualche minuto per chiacchierare. - Avrebbe chiesto, mentre già da lì potevano notare una mandria di persone in attesa di entrare. Avevano poco tempo per parlare, ma forse si sarebbero potuto scambiare un paio di parole. Quando sarebbe arrivato il momento di aprire le porte, Symantaka gli avrebbe semplicemente sussurrato qualcosa sottovoce. Su, saluta. Bisogna fargli vedere che ci siamo. - Avrebbe così alzato la mano armata, verso chiunque sarebbe entrato, invitando Ryo a fare lo stesso.
    Mancava pochissimo all'inizio della mostra e quasi tutti gli elementi di una ricca scacchiera in ebano ed avorio erano posizionati.
    WANDERER ABOVE THE SEA OF BLOOD


    CITAZIONE
    Fumio e Ryo possono naturalmente parlare rispettivamente con la ragazza dai capelli bianchi e con Asahi per eventuali domande a cui risponderò il prossimo post. Per Lars, Mirai e Fumio l'importante è farsi accettare il biglietto e mettersi di fronte al Mutant come indicato nel post. Sta a voi decidere se vi notate l'uno con l'altra :zizi:.
    L'ordine può rimanere quello attuale e naturalmente Ryo può aspettarsi di vedere Mirai e gli altri entrare (ho specificato più che altro perché i due si conoscono).
    Ordine: Master, DarkShincu, Kinshara, Ryuko, Lay.
    Buona scrittura!
     
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    ❛❛ RYO SASAKI ❜❜
    Dopo tante aspettative ed ansie per quella giornata, Ryo non sapeva di preciso cosa dovesse fare in quel momento. Di certo non percepiva tanto l'attrattiva dell'arte esposta quel giorno al museo, ma sicuramente avrebbe preferito esaminare le opere esposte che stare in mezzo ad un corridoio spoglio da solo. Lo avevano abbandonato davanti ad una stanza anonima, stipata di scaffali e documenti dall'aspetto decisamente poco artistico.
    Beh, non sarà solo l'arte a mandare avanti questo posto evidentemente
    Avrebbe apprezzato poter almeno ammirare i manufatti che erano stati portati nel retro, ritenuti probabilmente fuori posto per quella giornata quasi quanto lo si ritenesse lui. Invece, sicuramente in via cautelativa, erano state coperte da lunghi lenzuoli bianchi, dando l'impressione di trovarsi circondati da spettri dalla forma grottesca. Forse qualcuno dei visitatori venuti per la mostra avrebbe apprezzato l'atmosfera.
    Controllò per l'ennesima volta l'orario sul proprio cellulare, stupendosi di nuovo per quanto lentamente il tempo stesse passando. Eppure non mancava più molto all'orario di apertura, di lì a poco avrebbero dovuto essere operativi per gestire i visitatori. Finalmente un rumore di passi ruppe il silenzio, anticipando l'apparizione di due ombre attraverso il vetro di una delle porte. Agitato, l'aspirante eroe si mise composto, quasi sull'attenti, per accogliere il suo supervisore.
    Così, vedendo uscire per primo un Mutant coperto di pelo rossiccio dall'aspetto simile ad una volpe, Ryo provò velocemente a ricordare se conoscesse un eroe che corrispondesse. Dopo pochi istanti capì che si stava sbagliando, notando emergere accanto a lui un uomo con un aspetto sia più atletico che appariscente, pur non avendo peli in abbondanza. La tuta era simile ad altre che aveva già visto nell'accademia, ma indubbiamente più accessoriata ed elaborata. Indossava quelli che sembravano dei pezzi di armatura a proteggere gambe e braccia, ma passavano decisamente in secondo piano se paragonati ai singolari anelli che portava alle braccia e sulla cui utilità il ragazzo della Yuuei avrebbe solo potuto speculare. A dire la verità però, ciò che più saltava all'occhio era il suo aspetto molto antico, con un candore ed un'eleganza che, forse anche per via della capigliatura chiara, lo facevano assomigliare ad uno di quei personaggi che Ryo aveva visto nelle illustrazioni sulla rivoluzione francese.
    Speriamo solo che non parli come si veste... Non potrei reggere un altro Yoshito.
    L'attenzione dello studente fu poi attratta dallo strano simbolo che aveva sul petto, che sembrava rappresentare due cerchi, uno bianco ed un nero, sovrapposti a formare una sorta di eclissi. Considerando gli anelli che portava alle braccia, forse quel logo rappresentava in qualche modo l'Unicità dell'eroe.
    Vedendolo lì ad aspettare, i due interruppero la loro conversazione, con l'uomo Mutant che con un piccolo inchinò li salutò e si congedò. Mentre quest'ultimo li superava, Ryo si sentì osservato ma tutto sommato poteva capirlo: probabilmente sembrava più un ragazzino vestito strano che un vero e proprio eroe. D'altra parte lui stesso era curioso di capire che tipo fosse il suo supervisore. Non dovette aspettare molto e per fortuna dello studente no, non parlava in maniera stramba. Presentatosi come Asahi Saito, con il nome di eroe di Syamantaka, risultò un nome del tutto nuovo al ragazzo e probabilmente, come suggerito dal fatto che non aveva mai supervisionato uno stage, aveva cominciato a praticare da poco. Ciò nonostante, essendo un eroe professionista, Ryo sapeva di doverlo trattare con tutto l'onore ed il rispetto che tale carica meritava. Inclinò la testa in forma reverenziale e si presentò.
    E' un piacere per me poter lavorare al suo fianco, Saito-sama. Sono Ryo Sasaki, studente del primo anno della Yuuei. La prego di prendersi cura di me per quest'evento.
    Tutta quella compostezza però veramente poco, dato che Asahi lo colse alla sprovvista chiedendo le sue competenze in fatto di arte.
    Ehm... Io veramente... Non sapevo
    Ryo tirò un vistoso sospiro di sollievo quando capì che stava scherzando, ma era difficile dire se il tuo accompagnatore lo avesse notato dato che nel frattempo aveva cominciato a percorrere il lungo corridoio. Ansioso di essere lasciato indietro, il ragazzo si affrettò a seguirlo e si lasciò condurre davanti all'area di accettazione dei visitatori.
    Almeno so per certo che non è troppo serio...
    Posizionatosi a poca distanza dall'uomo di prima, probabilmente la guida dell'evento, e guardando nervoso la gente accalcarsi all'ingresso, Ryo espose le proprie capacità ad Asahi.
    La mia Unicità mi permette di separare qualsiasi parte del mio corpo e controllarla a distanza. Temo di essere poco efficace in uno scontro frontale ma allontanando certe parti sono in grado di tenere la situazione sott'occhio... Anche letteralmente se serve.
    In mezzo alla folla poté notare svariate categorie di persone che difficilmente avrebbe creduto di poter trovare tutte assieme ad un evento: critici, nervosi giornalisti di vario livello con le loro borse dietro, turisti di passaggio, i classici nerd interessati alle stranezze e gente dall'aspetto gothic con capigliature improbabili. Volendo rompere il silenzio Ryo si rivolse al suo supervisore e, tra tutte le domande sulle procedure da seguire o sui possibili problemi che avrebbe potuto avere, scelse l'argomento più banale.
    Mi dica, Saito-sama, a lei interessa la mostra di oggi?
    Poco dopo le porte finalmente si aprirono e la gente cominciò a sciamare dentro. Symantaka lo invitò a salutare e sorridere al pubblico, facendo rimpiangere a Ryo la richiesta di competenze artistiche. A restare lì in mostra davanti a tutti gli tremavano leggermente le gambe, ma nonostante tutto fece spuntare un sorriso tiratissimo sul suo volto ed alzò la mano per salutare.
    Essere un eroe è spaventoso... Ma chi me lo fa fare?
    Quasi a farlo apposta, in quel momento il suo occhio cadde su un familiare corno dorato, che lo portò a riconoscere in mezzo alla folla la sagoma di Mirai, la ragazza che aveva conosciuto in mezzo al bosco sulle montagne dell'area di Tama.
    Dimmi te se non è proprio l'ultima persona che mi aspettavo di vedere qua...
    La sua presenza però non affievolì l'imbarazzo dell'aspirante eroe. Era lì davanti ad una fila in un museo accanto ad un vero professionista impegnato ad attirare l'attenzione del pubblico. Tuttavia non poteva certo nascondersi, sebbene avesse voluto volentieri farlo. Si limitò quindi ad aspettare che dalla fila di visitatori Mirai lo notasse per fare eventualmente ciao ciao con la mano.
    La prossima volta resterò in accademia ad allenarmi...

    NARRATO x PARLATO x PENSATO
    HERO
    Livello:
    2
    Exp:
    150
    Forza:
    028
    Quirk:
    020
    Agilità:
    027
    Peso:
    1/4


    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    ©
    • Status: Illeso.
    • Tecniche usate: //
    • Energia: 100/100

    • Equipaggiamenti:
    » Buckler[Difensivo]: un piccolo scudo circolare, con un diametro massimo di 45 centimetri, peso tra 1 e 1.5 chilogrammi, realizzato in metallo, impugnabile con una maniglia antiscivolo. Per via delle sue piccole dimensioni, è poco adatto a proteggere dai proiettili o quirk ad ampia gittata, ma è molto utile per difendere la mano ed il braccio, parare attacchi in mischia e intrappolare l'arma nemica: è dopotutto uno strumento leggero e maneggevole, peraltro impiegabile anche come una specie di tirapugni (o addirittura un'arma da lancio), benché questo non sia il suo ruolo primario. Il design è personalizzabile.
    Effetto: Protegge da danni lievi (solo armi bianche o provviste di lame).
    Durata: Permanente.
    Peso: [1]

    • Lista tecniche:

    » Jigsaw Separation [Livello 1]: Tecnica alla base del funzionamento del proprio quirk. Ryo decide di separare una parte del proprio corpo e di controllarla dalla mediante la propria Unicità. Nonostante ciò rimane comunque connessa al suo corpo, per cui potrà controllarla allo stesso modo in cui lo farebbe normalmente. Questa tecnica può essere attivata più volte contemporaneamente per separare diverse parti del corpo, ma il costo si moltiplica per ogni parte controllata a distanza. Una volta terminato il suo utilizzo, la parte del corpo tornerà attratta verso il punto di separazione e ricongiungendosi disattiverà la tecnica.
    Costo:
    10m= 10 (+5 mantenimento)
    Danno/Effetto: Nessuno

    » Jigsaw Shot [Livello 1]: Ryo utilizza la fase di separazione e la relativa forza repulsiva per lanciare uno dei suoi arti verso l'avversario con l'intento di colpirlo. Effettuato l'attacco, passerà immediatamente alla fase di attrazione dell'arto verso il proprio corpo senza effettuare altre manipolazioni. In questo modo, se anche l'avversario riuscisse a schivare il primo colpo, potrebbe comunque essere colpito nella traiettoria di ritorno dell'arto verso il corpo originale. Mentre l'attacco è in corso, Ryo può muoversi per modificare appunto questa traiettoria di ritorno. L'attacco ha attualmente una portata di 2m.
    Costo: 15
    Danno/Effetto: Danni lievi

    » Jigsaw Speed[Livello 1]: Tecnica che consente a Ryo di spostarsi velocemente da un punto all'altro all'interno del raggio d'azione del quirk. Lancia infatti una parte del corpo verso il punto in cui desidera trovarsi per poi invertire le forze di attrazione/repulsione, lasciando che sia la parte separata ad attrare il resto del corpo e permettendogli di muoversi velocemente verso il punto desiderato. Questa tecnica può essere utilizzata anche per raggiungere punti sopraelevati all'interno del raggio d'azione. Attualmente la tecnica ha una portata di 2m.
    Costo: 15
    Danno/Effetto: + 1 agilità ogni 10 punti quirk

    » Jigsaw Bull[Livello 1]: Ryo utilizza la fase di separazione e la relativa forza repulsiva per lanciare una parte del proprio corpo verso l'avversario con l'intento di colpirlo. Effettuato l'attacco, passerà immediatamente alla fase di attrazione del proprio corpo verso la parte lanciata senza effettuare altre manipolazioni. In questo modo, Ryo utilizza anche la forza di attrattazione per finire l'attacco ed è inoltre in grado di portarsi vicino al proprio bersaglio.
    Costo: 15
    Danno/Effetto: Danni lievi
     
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    MIRAI ISHIGAMI
    NARRATO x «PARLATO» x PENSATO x LINGUAGGIO DEI SEGNI


    L’attesa era alquanto snervante, tutti lì che andavano e venivano e si fermavano vicino alla porta come formiche attratte dal miele.
    Si sentiva a disagio, ma nonostante questo era pronta ad aspettare e sperare che Mira potesse arrivare da lei il più in fretta possibile.
    Perché proprio oggi doveva ritardare il treno? … che sfortuna… sbuffò mentre si aggiustava la sciarpa attorno alla testa che aveva iniziato a riscaldarla.
    Spero che ritardino ad aprire quella porta ancora un po’… lo desiderava davvero con tutto il cuore, anche perché non c’era niente di peggio che entrare ad una mostra simile senza nessuno che potesse accompagnarla e magari rassicurarla che no, sono pezzi d’arte e che non fanno male e non si animano così all’improvviso come un film che di recente si era sorbita grazie a suo padre.
    Perché suo padre, a differenza sua, amava i film horror e splatter e per lui Halloween era una festa continua.
    «Sigh… lo sapevo che dovevo leggermi qualche libro invece che vedere quella robaccia…» un film dove ogni personaggio tirato in ballo nella storia viene massacrato in modi creativi e alquanto violenti da opere d’arte di uno strano autore « Ma una piacevole gita a fare shopping… no… ? Ouuu…»
    La fila sembrava crescere ogni minuto di più, e se quelle persone che aveva adocchiato in un primo momento quando si era avvicinata alla porta d’entrata al museo erano strane… quelle che adesso notava lo erano ancora di più.
    Sembrava quasi fossero venuti più ad osservare un parco divertimenti che un museo, alcuni sembravano euforici e quasi impazienti di entrare. Meno male che Mirai non poteva sentire niente di quello che dicevano e non aveva neanche tutta l’intenzione di osservare le loro labbra per capire cosa quegli strani esseri stessero comunicando con i loro simili.
    Era un mondo a cui lei di sicuro non apparteneva, ma cosa si fa per un’uscita con un’amica…?
    Ed eccola.
    Una vibrazione nella sua mano la avvertì di un altro messaggio che lesse con avidità sperando in buone notizie che ovviamente non arrivarono.
    Mira si scusò ancora per il ritardo, ancora non si era smosso nulla e le scrisse che si sarebbe lamentata assolutamente per questa negligenza con l’interno governo di Tokyo – Mirai sorrise a leggere questo perché ce la vedeva in effetti a fare una cosa del genere -.
    Le altre righe di testo la esortavano a tenere duro per quei quadri e che se ci fosse stato qualcosa di poco spaventoso di mandarle delle foto in anteprima.
    Sicuro… se non mi viene un infarto nel farle lo faccio…volentieri. neanche lei sapeva se quello che aveva appena pensato fosse vero o un modo che aveva la sua mente per cercare di risollevarla con del sarcasmo dal suo interno disagio.
    Rinnovò con un altro messaggio quello che le aveva detto in quelli precedenti, invitandola a tranquillizzarsi e cercare di trovare una soluzione, perché aveva bisogno di lei e che senza di lei non ci sarebbe stato alcun divertimento nell’affrontare quella mostra – se ci fosse stata Mira si sarebbe sbellicata ad osservare tutte le reazioni della ragazzina, di sicuro -.
    “ Quindi non preoccuparti. Terrò duro e intanto ti manderò qualche foto…e poi ricordati quando arrivi di mandarmi un messaggio così ti aspetto in una delle sale del museo e ti scrivo quale. Comunque ancora non siamo entrati. In caso ti tengo aggiornata.” Più che un messaggio sembrava un report di una missione di spionaggio ma non badò al caso.
    Inviò e richiuse di nuovo il cellulare mettendolo in tasca.
    Fu in quel momento quando rialzò lo sguardo sulla platea che la notò. Di nuovo.
    Non poteva essere una semplice coincidenza, non poteva essere che la sua mente le avesse giocato di nuovo un brutto scherzo.
    Era lei, non ne era convinta del tutto ma c’era una discreta possibilità che fosse lei.
    « Quindi… non l’hanno presa…» sussurrò sentendosi in qualche modo sollevata da ciò. Era una cosa strana sentirsi così per un ladro che non era stato beccato dalla polizia o dalle guardie della festa, qualcuno che aveva usato il suo Quirk contro di lei che le aveva semplicemente parlato e molto altro ancora ma… in tutto questo si sentiva sollevata.
    Mirai Ishigami era proprio strana.
    Era quasi decisa a cercarla in mezzo a tutta quella folla ma un po’ per paura di perdersi o venirne inglobata un po’ perché le porte del museo si erano aperte in quell’istante, la ragazzina desistette da questo pensiero e si preparò mentalmente a varcare la soglia del Mori Museum.
    Come un torrente, la gente iniziò a muoversi e la fila dove si era messa Mirai (se era l’unica non lo sapeva e in quel momento non le interessava) procedeva alquanto spedita.
    Tutto sembrava funzionare nel migliore dei modi, visto che non c’erano tempi morti di attesa per entrare.
    Tutto si muoveva come un fluido.
    Mirai tenne il biglietto stretto tra le mani e la borsa ancorata a sé pensando che se quella ragazza gatta era lì per rubare ancora… non sarebbe stata la sua mitica borsa da consegne a fare quella fine!
    Così passo dopo passo, col cuore in gola come se entrasse in un luogo di non ritorno, Mirai si apprestò ad arrivare fino alla biglietteria dove un grande bancone in marmo, lungo come una tavolata da non si quante persone che stranamente era usato da una sola povera addetta che era pronta per accogliere tutti i visitatori e convalidare i loro biglietti.
    Pensò che fosse esagerato. Troppo esagerato per una sola donna. O forse, per questo evento non avevano trovato abbastanza personale e avevano lasciato quella povera creatura lì a sbrigare tutto da sola.
    Per fortuna avevano ideato un metodo per non lasciare proprio vuota e desolata tutta la superficie di marmo: volantini e locandine di ogni forma e colore di tante altre mostre presenti nel territorio erano lì alla ricerca di una mano gentile che le avrebbe portate con sé.
    Non certo quella di Mirai. Trovava le mostre noiose, anche perché non aveva mai nessuno con cui andare e certo era che Mira non poteva salire a Tokyo tutte le volte che voleva quindi… per una ragione o per un’altra decise che era meglio lasciar perdere.
    Nonostante questo dette un’occhiata giusto per vedere se tra quei volantini c’era anche una mappa del museo Mmmh… forse dovrei chiedere alla signorina..
    Avere con sé un foglio di carta per sapere dove si trovava e vedere anche dove era tipo il bagno o punti ristoro all’interno del museo le sarebbe servito per farla stare più tranquilla in caso avesse avuto bisogno di staccare il cervello dalla mostra o per segnalare a Mira la sua posizione in caso fosse riuscita ad entrare.
    Non che non si fidasse della guida museale, semplicemente si sarebbe sentita in qualche modo più “sicura”.
    Giunse il suo turno, subito dietro ai due energumeni nordici e consegnò il suo biglietto.
    «Ehem… scusi la domanda… sa se per caso c’è la possibilità di avere una mappa?» chiese con voce bassa come se non volesse arrecare disturbo alla signorina.

    Tornò sui suoi passi e mentre stava per raggiungere la guida che aveva già radunato attorno a sé un po’ di persone, come una chioccia con i suoi pulcini, Mirai si avvicinò ad uno strano duo…ma il primo, quello che sembrava essere uscito da un’epoca lontana di cavalieri del re, passò inosservato agli occhi di Mirai che si fermarono sulla seconda figura. Un volto familiare… molto familiare
    «Oh… » si fermò a pochi passi e lo notò salutarla con la manina, chiaramente in imbarazzo ma di certo non si sarebbe aspettato la sua di reazione.
    «Se…» quasi le vennero le lacrime agli occhi nel vederlo, lì, tutto impettito che salutava i visitatori e quasi un moto di orgoglio la prese nel profondo e più di questo la felicità.
    La stessa felicità che coglie l’animo provato di un naufrago che osserva all’orizzonte una nave e sa di essere salvo, sa di non essere solo e che questa la riporterà a casa.
    Una gioia pura che lei non riuscì a contenere, tanto quanto il suo tono di voce – non sentendoci ha parecchi problemi a modularlo -.
    « Waaaaaaah Seeeenseeeei!!! Quanto è bello vederti!! » esclamò quasi urlando, anzi senza il quasi. Iniziò ad ondeggiare come una bandierina al vento arrivando fino a lui e salutando l’altro con una mano senza dargli troppa attenzione.
    «Non mi avevi detto che avevi un lavoro… Baaaka! Ma sono così felice di vederti qui!! Ora sì che mi sento più tranquilla… ehehe. Oh…forse è bene che vada… sì. Se iniziano senza di me potrei perdermi…» avrebbe voluto tipo saltargli addosso e abbracciarlo per quanto era felice, sia che fosse lì sia che avesse a quanto pare trovato un lavoro, ma si trattenne perché pensava che forse lo avrebbe messo troppo in imbarazzo con il biondino che gli stava accanto. Biondino carino a dirla tutta.
    « Io vado allora. Aww Sensei. E’ davvero bello rivederti… sì. Ci vediamo dopo! Quando ho finito la gita torno a salutarti! » disse per poi sventolare la mano in segno di saluto ad entrambi e si rimise in cammino per arrivare fino al punto in cui tutti aspettavano con fermento l’inizio di quella tortura visita guidata.
    Lì vi era un Mutant dalle sembianze di volpe, Mirai osservò la sua pelliccia e osservò il suo volto in attesa che proferisse qualche parola che non uscì. Sarebbe stato lui la loro guida per partire alla volta della scoperta del museo e magari illustrare a tutti i presenti i capolavori di Hebenon?
    Molto probabilmente sì ma Mirai in quel momento aveva la testa un po’ altrove.
    Si era sentita rinvigorita, adesso aveva un sorriso sul volto che avrebbe illuminato tutte le stanze di quel museo e iniziò a farle caldo, tanto, e difatti si abbassò la sciarpa e lasciò che questa penzolasse dal collo.
    Si risistemò un po’ alla bene e meglio i capelli arruffati.
    Ora sì che mi sento tranquilla… una faccia familiare… awwww e quanto è carino vestito così… sembra… sembra quasi cresciuto dall’ultima volta che ci siamo visti. Quanto mi fa piacere… pensò crogiolandosi in quella sensazione di ritrovata pace e tranquillità emotiva.
    Ci voleva proprio.
    Sapere che non era proprio del tutto sola in quel posto la faceva sentire in qualche modo più “protetta” e al sicuro.
    Ora poteva dire di essere pronta ad affrontare quella giornata.
    L’aria vicino a lei venne invasa inaspettatamente da un odore familiare che le fece quasi brontolare lo stomaco. Il suo fiuto non la tradiva mai.
    Fritto, fast food, cibo.
    Come trasportata da quell’odore, la ragazza – o meglio il naso – si voltò per un attimo in direzione di uno strano tipo/tipa? dai capelli blu che intravedeva a qualche passo più in là di lei.
    Lo osservava, era alto, e poi…no, del resto non gliene importava nulla ma quei capelli…
    Un blu così abbagliante e così luminescente che sembrava un’autentica opera d’arte di mano divina.
    Rimase incantata un poco ad osservare la sua figura, imbambolata a bearsi di quei magici capelli così meravigliosi …e quanto desiderava poggiarci un ditino sopra come una lucciola attirata dalla luce di una lanterna.
    Per poco non le venne in mente di gironzolargli intorno e provarci davvero, cercando di non essere vista ma desistette velocemente.
    Ma se lo faccio mi prenderà per pazza se mi sgama… e poi che gli racconto? No no no lascia perdere Mirai… già la giornata almeno un po’ si è risollevata, non farla cadere nella disperazione di una figuraccia … però… sono così… così beeeelli!! sbuffò anche se la tentazione era davvero, davvero forte.
    Qualcosa però attirò la sua attenzione, in quel momento, ancora di più della bluastra chioma.
    E quel qualcosa portava coda e orecchie da gatto.
    Stavolta era così chiara e limpida la sua forma che le era impossibile dar colpa alle illusioni della sua mente.
    Era lì, intenta a fare chissà cosa, forse ad aspettare anche lei? Forse…
    Mirai si ritrovò così a perdere interesse per lo strano tipo e a focalizzarsi su di lei. Sarebbe stato meglio lasciarla stare, pensò sulle prime, ma di sicuro l’avrebbe notata prima o poi. Difficile non scorgere il suo corno sulla fronte e non ricondurlo a quella ragazza che aveva visto sulla spiaggia.
    Che dovrei fare… ? si mise a pensare un attimo e poi prese il coraggio a due mani e si avvicinò lentamente.
    Neanche sapeva il suo nome, come l’avrebbe chiamata? Gatta ladra? O semplicemente gatta?...o forse non l’avrebbe chiamata per nulla…?
    Si avvicinò ancora e se l’avesse notata, Mirai avrebbe alzato la mano in segno di saluto e con un lieve sorriso sulle labbra l’avrebbe semplicemente salutata con un « Ciao, non mi aspettavo di vederti qui…Ti ricordi di me? » era la prima volta che non sapeva cosa altro dire per l’imbarazzo della situazione.
    Non che le fosse piaciuta quella sera, e non avrebbe neanche voluto più vederla ma… in qualche modo forse, in quel momento, si sentiva attratta da quel volto familiare… in fondo aveva così tante domande da farle e poi lo ammetteva. Adesso che l’aveva vista e sapeva che era lei, l’avrebbe voluta tenere un po’ d’occhio e magari farsi anche quattro chiacchere in maniera civile, visto che l’ultima volta non era proprio andata così bene.

    « Something familiar. »
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    ► Descrizione: Una semplice campanella argentata che si è comprata ad un giusto prezzo in un negozio di ninnoli da lolita e che ha deciso di portare sempre al collo su una fine catenina. Pensa che potrebbe esserle utile in molte occasioni e che si sposi molto bene con ogni suo outfit.
    ► Effetto: Emette un pregevole suono tintinnante ad ogni passo. (Dicono...)
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    FUMIO MASAYOSHI
    Fumio non era una persona particolarmente altruista, ma era anche quel tipo di ragazzo che trovava molto difficile il rifiutare come concetto. Per questo odiava un po' quelle persone che giravano per le strade o si acquattavano con un banchino davanti ai negozi più disparati usando la scusa di brandire la bandiera della carità per spillarti dei soldi. Si sentiva in colpa a dire di no, ma al tempo stesso credeva che non servissero ad un bel niente, e ciò lo metteva a disagio. Se avesse davvero voluto fare una donazione per qualcosa se la sarebbe andato a cercare su internet, no?
    Sentendo, infatti, una voce domandargli se per caso non si sentisse abbastanza generoso da partecipare alla causa del Mori Museum, Fumio aggrottò appena le sopracciglia e sbuffò mentalmente, già pronto ad inventarsi dodici scuse come l'aver finito i soldi con il pranzo o il non avere la carta di credito.
    «Veramente io non...» cominciò a dire, sollevando lo sguardo, ma il ritrovarsi di fronte quasi letteralmente un fantasma lo lasciò talmente stordito ed interdetto dal fargli dimenticare come mettere in fila una frase di senso compiuto.
    A parlare era stata una ragazza che di normale aveva ben poco; Fumio la fissò sbalordito: lui si era sempre visto come un individuo pallido e privo di colore, ma si ricredette in quell'istante, perché quella persona lo batteva su tutti i fronti. Era bianca come un lenzuolo steso al sole, la carnagione nivea, tale da far invidia ad una bambola di porcellana, le iridi argentee ed i capelli fatti di nuvole. Era bella ed esercitava lo stesso fascino di una gemma, lucida e scintillante, eppure... non trasmetteva nessuna sensazione di tranquillità e Fumio si sentì inquietato solo a guardarla. Tanto che quando pronunciò il suo nome si trovò a sgranare gli occhi, prima di realizzare – un istante dopo – d'aver probabilmente davanti l'intermediario di Deep Void.
    «Ah--! Io... sì.» si corresse, bloccando lo schermo del cellulare e poggiandolo a faccia in giù sulla superficie del tavolo, chiedendosi frattanto cosa avesse che non andava la sua felpa.
    Era strana, in che senso?
    A lui pareva normale, a meno che...
    Seiko mica gli aveva raccontato di averlo beccato in pigiama, vero? Vero?
    Non sapeva nemmeno se erano amiche, compagne o colleghe, ma considerando la mole di esseri umani in carne ed ossa presenti in Deep Void, beh... forse?
    Il solo pensiero lo fece vergognare enormemente, e Fumio, conscio che non lo avrebbe mai saputo, si ritrovo a congiungere le dita fra loro in un disperato tentativo di dimenticarsi quello che aveva appena pensato, prendendo a scrutare ad intervalli alterni la giovane davanti a lui. Non si ricordava di aver mai incontrato nessuno del genere prima. Certo, non era stato alla villa di Blank così spesso da potersene vantare, anche perché quella magione enorme lo metteva più in ansia che altro, quasi dovesse temere di entrarci e non uscirci più, ma Deep Void era composta principalmente dagli uomini in nero, insomma, diciamo che qualcuno che non era uno di loro te lo ricordavi piuttosto bene. Tipo Seiko. Poteva comprendere però che mandare uno degli uomini in nero in mezzo ad un fast food non fosse l'idea più geniale del mondo, considerando la fama che si portavano dietro a Tokyo, quindi immaginò che dovessero esseri arrangiati mandandogli il completo opposto di un uomo in nero. Una ragazza bianca.
    Sperava solo che non fosse anche lei prodotto di un quirk, perché sarebbe stato parecchio deprimente.
    Non appena confermato di essere lui la persona che stava cercando, la giovane gli porse una scatolina bianca con delle piccole spille all'interno. Fumio la ascoltò con attenzione, non staccandole gli occhi di dosso. Aveva un'aria un po' distratta, e si muoveva con la stessa grazia di una persona priva di peso, tanto che il ragazzo dai capelli blu si ritrovò – senza volerlo – a lanciare, preoccupato, una rapida occhiata attorno a sé, quasi volesse chiedersi se le altre persone all'interno del fast food la vedessero, perché gli stavano venendo i dubbi che fosse sul serio un fantasma. Le spille erano minuscole, non più grandi di un'unghia: tonde e lucide, tre nere ed una bianca; a sentire la spiegazione, probabilmente non vere spille, ma la diavoleria elettronica che doveva disattivare gli allarmi.
    A sentire il nome di Deep Void un brivido gli percorse la schiena. Staccò lo sguardo dalle spille e lo riportò sulla ragazza. «G-Grazie a lei. – mormorò, cercando di non farsi vedere intimorito e, con ogni probabilità, fallendo miseramente. – Ah. Uhm, devo... farvelo sapere?» domandò, distogliendo subito lo sguardo perché non ce la faceva proprio a fissare quelle iridi bianche. Non sapeva come essere più chiaro senza fare domande sospette, e quindi sperò che l'albina capisse: si riferiva al fatto che non sapeva se avrebbe dovuto far sapere loro quando aveva sistemato tutte le spille oppure non c'era necessità, ed in caso la risposta fosse stata affermativa chiedeva come.
    Quando la giovane si allontanò, Fumio tirò un sospiro di sollievo, rendendosi conto di esser stato con fiato sospeso fino a quel momento. Era normale, si disse, insomma... era vero, non aveva problemi a rubare, ma tutto quello che aveva rubato fino a quel momento erano portafogli e qualche braccialetto, il che era ben diverso dall'infiltrarsi ad una mostra piena di telecamere e allarmi ed essere complici della rapina di un quadro di un'artista famosa.
    Tamburellò un attimo le dita sul tavolo, poi prese le spille dalla scatola, se le infilò nelle tasche della felpa, mettendo le tre nere in una e quella bianca nell'altra, mise il loro contenitore sul vassoio del McDonald's assieme ai resti del suo pranzo, si alzò, vuotò il vassoio nel cestino dell'indifferenziato ed uscì dal fast food. Peccato perché la scatola era carina, ma era ingombrante, non voleva portarsela dietro e non aveva bisogno di un portagioie.
    L'entrata del museo era ghermita di persone, Fumio ci arrivò dopo aver camminato qualche minuto e stranamente si tranquillizzò quasi subito, diluendo in mezzo alla folla quella sensazione d'ansia che gli attanagliava lo stomaco da quando aveva ricevuto le spille. Solo il fatto di scorgere un paio di mutant e persone dai capelli colorati lo fecero sentire meglio, perché odiava sentirsi come il classico protagonista degli anime che è l'unico ad avere i capelli colorati in mezzo ad una classe di persone anonime, perché se c'era una cosa che non era quello era sicuramente un protagonista. Sembrava esserci chiunque in attesa di entrare a quella mostra, da semplici turisti a persone più eleganti, forse anche qualche critico d'arte o chissà che altro. Fumio sospirò, si infilò le mani in tasca e passò le dita sulle spille, come se fosse un antistress. Beh, almeno ora si sentiva un po' meglio riguardo all'essersi presentato lì con jeans e felpa.
    Era arrivato abbastanza in anticipo alla fine; mescolato alla folla, mentre aspettava, ad un certo punto, gli si presentò davanti una ragazza con due bizzarre orecchie da gatto ed una coda. Bianca. Di nuovo. Spero di non aver di nuovo davanti una tizia casuale di Deep Void che non conosceva, ma la ragazza gli domandò solo se fosse lì per la mostra di Hebenon e Fumio la fissò come se avesse detto la cosa più illogica del mondo. Perché se ne sarebbe stato in piedi davanti all'entrata dal museo altrimenti.
    «Beh, sì. Che altro?» rispose, ma quando la vide allontanarsi per i fatti suoi e ripetere la domanda ad altre due persone poco più avanti immaginò fosse una sottospecie di reporter e tornò a farsi i fatti suoi.
    Quando aprirono le porte, Fumio fu uno dei primi a mettersi in fila, ed attese pazientemente il suo turno. Ora che ci pensava, non aveva la più pallida idea di come si attaccassero quelle spille, non vi aveva sentito nessun adesivo, quindi sperò che gli bastasse farle aderire ad una superficie per farcele rimanere incollate o sarebbe stato fregato. Le sue iridi dorate slittarono verso il bancone d'ingresso a pochi metri. Beh, tanto valeva provare, alla peggio poteva far finta che gli fosse caduta una moneta. Arrivato il suo turno, Fumio tirò fuori il portafoglio che aveva tenuto in tasca dei jeans e consegnò il biglietto all'addetta. Il bancone era di marmo, sporgeva verso l'esterno di diversi centimetri ed era ricoperto di volantini e locandine di altre mostre. Fumio ne prese uno, se lo rigirò fra le mani qualche istante, scrutandolo con attenzione, lo piegò e se lo mise in tasca. Nel farlo prese una delle spille nere, e quando l'addetta fece scivolare di nuovo il biglietto convalidato in sua direzione, Fumio fece scivolare la mano sulla superficie in marmo, il pollice ripiegato verso il palmo, tirando verso di sé il biglietto. Arrivato al bordo, fece scivolare il dito sotto il bancone, premendo un secondo e ci attaccò la spilla (sperando che rimanesse attaccata), e poi fece slittare il biglietto direttamente di nuovo nel portafogli. Ringraziò l'addetta e passò oltre, tirando di nuovo fuori il volantino che aveva preso prima. Se la spilla fosse, malauguratamente caduta, si sarebbe giocato la carta della moneta, scusandosi e raccogliendo la spilla eventualmente caduta a terra. Estremamente naturale e tranquillo, nonostante dentro di sé dire che sentisse il cuore rimbombargli nel petto era dire poco.
    Proseguendo, Fumio passò davanti ad una coppia di eroi, ma li ignorò quasi totalmente, preferendo il suo volantino. Non li conosceva, ma d'altronde non era un fanatico di quel mondo ed a stento li sopportava. Probabilmente la sua era invidia, inconsapevole e covata negli anni, ma non era il momento che s'interrogasse sulla questione.
    Nell'atrio si era formato un piccolo gruppo, erano raccolti davanti ad un Muntant dalle sembianze di una volpe, probabilmente la guida, e Fumio si aggiunse a loro, scrutando le persone attorno a sé, ignaro di esser stato targhettato dagli occhi di Mirai solo perché era rimasto troppo all'interno del fast food e probabilmente metà dei suoi vestiti sapevano di cibo. Una ragazza dai capelli verdi, un ragazzo biondo, una turista bardata con dodici macchine fotografiche, una ragazza con i capelli rosa ed un corno sulla testa, un tipo con un elegante cravatta al collo e... la reporter con le orecchie da gatto. Curioso, ma Fumio non conosceva nessuno e si guardò bene dal rivolgere la parola a chiunque. Era lì per lavorare, dopotutto.
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    Tecniche, Equipaggiamento & Status
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    LIVELLO: 2 ; FORZA: 12 ; QUIRK: 36 ; AGILITÀ: 27.
    ENERGIA: 100
    STATUS: Illeso.
    TECNICHE USATE: //


    EQUIPAGGIAMENTI: [0/4]


    TECNICHE PERSONALI:
    Scum Debate [Livello 1] [Costo 15 + 5 PE]
    Fumio è in grado di far crescere sulle nocche delle proprie mani degli artigli lunghi circa una ventina di centimetri. Sì, come Wolverine.
    Solitamente lo fa sulla mano destra, sua dominante, ma può farlo anche su entrambe, o solo sulla sinistra. Il corallo che compone gli artigli non è molto resistente, infatti ha bisogno di essere continuamente prodotto, per far in modo che non si rompano immediatamente. Gli artigli sono composti da tre lame dalla forma piuttosto rozza e seghettata, la loro vera funzione sarebbe quella di provocare danno da affondo, ma al momento sono adatti per lo più solo a graffiare.
    A contatto con la pelle provocano irritazione, per cui se usati troppo a lungo e senza guanti, anche Fumio ne risente.
    Danno: Lieve
    Provocano un Danno [Lieve] da ustione all'utilizzatore se usati per più di tre turni consecutivi.
    Renai Circulation [Livello 1] [Costo 10 PE]
    Estraendo l'Altrium dai suoi capelli, Fumio cristallizza tra le sue mani del corallo facendogli assumere la forma di un poliedro a forma di stella, che poi comprime e frantuma in svariate schegge di dimensioni diverse, scagliandole in una specifica direzione.
    Le schegge sono tutte affilatissime, ma - date le dimensioni ridotte del solito (circa una ventina di centimetri) - non risultano essere un pericolo mortale.
    Danni: Lievi
    Raggio: 2 metri
    Komm, Süsser Tod [Livello 1] [Costo 15 PE]
    Entrare in contatto con le tossine del corallo di fuoco è mediamente pericoloso. I primi sintomi che si avvertono sono un forte bruciore e dolore sulla parte di pelle offesa, seguiti da piccole ustioni e possibile febbre alta se la ferita si infetta. Fortunatamente il corallo di Fumio non è esattamente corallo di fuoco, altrimenti è probabile che il primo morto sarebbe lui adesso. Ciò non toglie che l'Altrium sia comunque velenoso e che Fumio lo sappia. Non gli piacciono molto le ustioni sulla pelle, motivo per il quale ha imparato a concentrare il veleno di cui è in possesso in cristallizzazioni anche molto piccole.
    Grazie a questa tecnica crea una specie di bastoncino molto sottile e lungo, simile ad un ago, e lo "spara" verso il bersaglio. Se colpisce non fa male, quasi per niente, a dire il vero la sensazione potrebbe ricordare un po' quella di un'iniezione: difatti, con questa tecnica, Fumio riesce a raggiungere i vasi sanguigni del bersaglio e ad a far diffondere le sue tossine direttamente sottopelle. Al momento, a causa della non purezza del corallo, non pare essere un veleno pericoloso. I sintomi includono difficoltà respiratorie, nausea e vomito.
    Effetto: Avvelenamento [Lieve]
    Raggio: 1.5 metri, ma può funzionare anche a contatto.
    Shangri-La [Livello 1] [Costo 15 PE]
    Nei suoi migliori propositi c'era quello di creare delle catene perché faceva figo. Si è esercitato. Non ci è riuscito. Ha rinunciato, finendo per ripiegare su qualcosa di più vicino alle sue competenze.
    Grazie alle microscopiche alghe che vivono sui suoi capelli, ha imparato a diffondere l'Altrium nell'ambiente circostante in modo che sia pressoché non percepibile: in questo modo può prendere di sorpresa gli avversari facendo crescere, in pochi secondi, da terra proprio addosso al diretto interessato, del corallo dalle numerose ramificazioni, intrappolando il malcapitato in una sorta di gabbia composta da dei rami calcarei e molto resistenti, che possono raggiungere l'altezza di ben quasi due metri. Essendo la superficie molto distesa, il veleno naturale del corallo non pare in grado di danneggiare chi vi rimane intrappolato.
    Raggio: 2 metri
    Effetto: Blocco [1 turno], se il suo quirk è maggiore o uguale alla forza avversaria.
    Mirror Casket [Livello 1] [Costo 15 PE]
    Se qualcuno lo attacca, Fumio può cristallizzare del corallo a contatto con la parte del corpo che deve proteggere. Un po' come un'armatura molto rudimentale e dal colore bluastro. La resistenza è limitata a proteggerlo da un colpo da impatto, difficilmente protegge da danni elementali, a meno che questi ultimi non siano accompagnati da pugni o qualcosa di simile.
    Può proteggersi anche in più punti contemporaneamente, ma questo significa usare molta più energia (ndr: usare più volte la tecnica).
    Resistenza: Danni Lievi

    CITAZIONE
    Ho dato per assunto di aver incrociato Lars, spero non ci siano particolari problemi.~
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    Lars Aracne
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    Tra la folla vi erano svariate tipologie di persone. La sua ricerca le confermò che oltre a quello che aveva trovato online non vi era davvero null'altro. Si interfacciò con molte persone, alcune delle quali rilasciarono informazioni bene o male utili, altre invece, come quel ragazzo dai capelli blu e dagli occhi dorati, le fecero perdere tempo. "I tipi strambi dovrei evitarli ..."
    Arrivò quindi alla conclusione che fosse il tipo di arte ad avere un target molto ampio. Sarà stato forse per il modo di porsi, ma sentì come se l'avessero scambiata per una sorta di giovane giornalista in cerca di qualche informazione o qualche scoop. La cosa non le dava fastidio, ma più che altro si chiedeva se potesse esserle utile in qualche modo o meno. Alcune richieste vengono esaudite più facilmente quando si è in veste professionali in determinate situaizioni.
    Durante la maratona di domande, Lars aveva notato una figura familiare. Quasi sepolta tra la folla, notò dapprima una punta dorata e poi, scostandosi leggermente, rivelò una faccia conosciuta.
    Quel corno che quasi rendeva quella bambina alta quanto la ladra era una caratteristica abbastanza singolare.
    " ... non ci credo ..."
    Era la ragazzina della spiaggia. Quella che tra tutte le persone presenti in quella festa, ebbe una vista abbastanza arguta da coglierla in fragrante mentre compiva il suo dovere.
    Lo sguardo della infame si discostò dalla bamboccia e si perse per una decina di secondi nel vuoto mentre la mente si smarriva tra i peggiori scenari.
    Con la sua presenza, avrebbe dovuto fare molta più attenzione alle sue azioni. Pensò che con tutta probabilità, dopo tutto quel via vai che aveva fatto per chiedere informazioni, fosse già stata notata dalla ragazzina e, considerato come si erano conosciute l'ultima volta, avrebbe avuto i suoi occhi puntati addosso durante tutto l'evento o peggio, avesse notificato alle guardie o di tenere sott'occhio una ragazza con le sembianze di un gatto.
    "Cazzo ... Mi sono già fatta notare troppo e ora che ho pure questa alle calcagna mi sarà impossibile fare alcunchè... "
    Poco dopo le porte vennero aperte e i presenti iniziarono a fluire verso l'edificio.
    Non ebbe il tempo di decidere il da farsi che si ritrovò in mezzo ad una fila ordinata.
    La fila scorreva veloce, i biglietti di ingresso preordinati adempivano al loro dovere.
    Più si avvicinava all'ingresso, più il tavolo adoperato come postazione di controllo biglietti le sembrava grande.
    Il controllo del biglietto durava pochi secondi. Si chiedeva se fosse possibile falsificarlo in qualche modo. Nel caso non avessero fatto un controllo elettronico per validarne l'univocità, forse con una fotocopiatrice e un minimo di manodopera sarebbe riuscita a contraffarlo e a crearne altri due che avrebbe potuto vendere a qualche sprovveduto. Non è insolito da parte degli addetti ai musei ritirare dei biglietti e non fare i dovuti controlli. Ma per un evento come questo era molto improbabile che qualcosa di simile potesse accadere.
    Sopra quell'enorme tavolo vi erano molti volantini e locandine che sembravano essere lì disposte per occupare spazio utile.
    Quando la ladra fu abbastanza vicina cercò un volantino che contenesse una mappa della struttura.
    Era il suo turno.
    Porse il biglietto e in caso non avesse trovato quello che cercava tra gli innumerevoli volantini lì presenti, avrebbe chiesto:
    "Scusatemi, potreste darmi la piantina della struttura? A che ora chiudete l'accesso al pubblico? Un amico potrebbe arrivare in ritardo e non vorrei non gli sia consentito l'accesso."
    Era importante conoscere eventuali uscite di sicurezza così da poter fuggire inosservata in caso fosse riuscita a rubare qualcosa di valore. Se fosse stato troppo difficile muoversi indisturbata per via dei troppi visitatori, l'intenzione era di nascondersi in una stanza poco frequentata e attendere l'orario di chiusura dell'edificio per sgattagliolare fuori una volta che tutti se ne fossero andati.
    Una volta finito il controllo del biglietto e ricevute le risposte alle sue domande, proseguì verso l'interno dove vi trovò due personaggi che avevano l'aria di essere degli hero.
    "... Di male in peggio ... Ma d'altronde che mi aspettavo da una mostra di Hebenon ...
    Se mi faccio beccare da questi sono fottuta, non me la caverò con un fumogeno come l'ultima volta."

    Cercò di non incrociare il loro sguardo e avanzò confondendosi tra il gruppetto di persone raccolte davanti ad un Mutant dalle sembianze di una volpe. Diede un occhiata ai presenti e vide nuovamente la ragazzina cornuta. Fece finta di non averla vista e rimase in attesa dell'inizio della mostra.
    Dopo poco tempo, con la coda dell'occhio la vide avvicinarsi. Sembrava andare proprio verso di lei e dai passi incerti pareva proprio stesse cercando di farsi coraggio per arrivarle in prossimità.
    "Che avrà mai da dirmi? Mi vorrà minacciare? O forse è diventata una ladra anche lei e vuole chiedere una collaborazione? Nha, impossibile. "
    Lo sguardo della ladra cercò di non fermarsi mai su di lei, doveva sembrare tutto fortuito. Quando la ragazzina fu abbastanza vicina :
    « Ciao, non mi aspettavo di vederti qui…Ti ricordi di me? »
    In quel momento Lars ebbe le idee chiare su come comportarsi.
    I suoi occhi scarlatti scivolarono verso quelli ambrati e un sorriso si materializzò sul suo volto.
    "Ehi! Ciao! E come potrei dimenticarmi?"
    Cercò di mostrarsi tranquilla e non turbata dalla sua presenza. D'altronde per quello che poteva saperne lei, la ladra era stata portata via dalle guardie della festa in spiaggia e forse nulla più. Quindi avrebbe potuto mentire a suo piacimento, sperando di essere più convincente dell'ultima volta.
    "Ti chiedo scusa per come mi sono comportata l'ultima volta. Spero di non averti rovinato troppo la serata"
    Ciò che le sembrò più strano fu la presenza di una ragazzina all'apparenza così dolce e sensibile ad una mostra di orrore e morte come quella, per di più da sola.
    "Sei per caso una fan di Hebenon?"
    Doveva comportarsi normalmente se voleva non avere i suoi occhi puntati addosso. Se l'avesse tranquillizzata sulle sue intenzioni magari l'avrebbe lasciata stare.


    Speriamo la mostra sia interessante
    SCHEDA | VILLAIN| CRONOLOGIA | #LIVELLO 2

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    Il fantasma albino sembrava piuttosto contenta di come Fumio si stesse comportando. Almeno agli occhi del ragazzo la sua espressione sembrava addolcirsi ogni volta che pronunciava quelle poche parole in difficoltà. Considerato che sembrava osservare sia lui che il resto del locale con la curiosità di un gatto, c'era da chiedersi se per lei non fosse una nuova specie di corallo da osservare. I suoi capelli blu quasi coloravano la sua figura ora che erano così vicini, tanto che il membro di Deep Void avrebbe potuto notare che in seguito al ringraziamento le sottili sopracciglia della ragazza si erano alzate come stupite.
    Nah. Ci manderanno un segnale quando le avrai posizionate tutte. Per fortuna sei così luminoso che non rischieremo di colpirti per sbaglio! - Annunciò entusiasta, prima di dileguarsi come annunciato in precedenza. Superato quello strano incontro, l'ulteriore prova che lo attendeva era quella che gli era stata appena assegnata. Fu uno dei primi ad entrare e dopo aver rubato velocemente uno dei volantini dal bancone, lo scambio dei biglietti fu unito alla manovra per appoggiare la spilla. Prendendola dalla tasca avrebbe semplicemente avvertito che il piccolo gadget elettronico rimaneva attaccato al marmo. Nonostante l'ansia la ragazza al bancone non sembrava essersi accolta di ciò che aveva appena fatto e l'unica reazione che ebbe nei confronti di Fumio fu uno sguardo che gli metteva parecchia fretta considerata la fila che si stava creando. Lars e Mirai entrarono senza problemi facendosi accettare il biglietto senza problemi, ma la commessa avrebbe semplicemente indicato che la mappa del museo era proprio lì accanto ai volantini o che potevano più semplicemente scaricare l'applicazione del museo per controllarla se volevano. Controllando la mappa, avrebbero potuto accertarsi di trovarsi al punto di informazioni, constatando che il museo seguiva una struttura circolare con varie stanze quadrate. Mentre convalidava il biglietto Mirai avrebbe ricevuto come risposta da Mira una semplice emoji di un pollice in su, tornando dopodiché offline.
    Questa è l'ultima mostra della giornata, chiuderemo verso le 17. Dovrebbe sbrigarsi per non perdersi la guida. - L'addetta avrebbe liquidato così Lars, prima di continuare con la fila. Il volantino di Fumio illustrava che la settimana prossima in contemporanea alla mostra di Hebenon si sarebbe svolto un evento dedicato alle invenzioni dei grandi geni europei. Avrebbe riconosciuto quelli che sembravano schemi di antiche macchine tutte composte da cingoli e teli, ma la maggior parte dello spazio era dedicato a quella mostra dell'orrore che stava per iniziare.
    Poco prima, il Pro-Hero aveva sorriso amichevole alla presentazione rispettosa di Ryo ed aveva anche fatto uscire una risata nel vederlo così in difficoltà per quell'istante. Sperando di non essersi giocato troppo il rispetto dello studente aveva chiesto in effetti quali fossero le sue abilità, anche se non ce n'era particolare bisogno. Odiava il silenzio imbarazzante che si creava quando due parti non si conoscevano al meglio, quindi preferiva passare quel tempo in compagnia di una conversazione che a fissare statue che nemmeno lui comprendeva.
    Non ti preoccupare, non credo che dovremmo affrontare nessuno oggi, se non qualche critico d'arte che sviene per l'emozione. Staccare parti del tuo corpo è comunque un potere piuttosto inconsueto, credo potrebbe esserci d'aiuto. Se ne avrò l'occasione ti farò vedere il mio in azione. - Syamantaka ovviamente scherzava, ma preferiva mantenere il segreto sul proprio Quirk fino a quando poteva. Gli piaceva sorprendere le persone, oppure era semplicemente più facile che ci fossero già telecamere. Dopo quella breve pausa, il biondo avrebbe rivolto lo sguardo verso l'alto come per pensare alla domanda di Ryo.
    Mmmmh. Non sono mai stato appassionato di arte, anche se il tipetto di prima me ne ha parlato un po'. Hanno avuto tanti problemi per esporre queste opere... per quanto le azioni di Hebenon fossero orrende, se i quadri sono belli ci si può fare qualcosa? - Con occhi semichiusi sorrise quasi imbarazzato allo studente per quella sua opinione. Arrivata la gente, si sarebbe messo a salutare gli uomini e le donne che gli parevano più rispettabili, venendo a volte ricambiato. Lo studente era quasi strano accanto ad un eroe già formato, gli sguardi curiosi della gente che si chiedevano perché una persona così giovane aiutasse una tale figura. Anche se non poteva leggere i loro pensieri, Ryo avrebbe notato che alcuni visitatori - soprattutto i più anziani - gli sorridevano per qualche motivo. Se da una parte Fumio e Lars stavano cercando di non attirare l'attenzione, il primo con un po' più di difficoltà, avrebbero ricevuto un involontario aiuto da parte di Mirai che si era piazzata di fronte a Syamantaka ed il corvino.
    Mh. E' una tua compagna di classe? Siete davvero precoci alla Yuuei... - Il Pro-Hero aveva semplicemente alzato un sopracciglio, senza nemmeno girarsi verso il Sasaki ma semplicemente commentando quello che aveva visto. Il suo tono non sembrava particolarmente irritato, ma sembrava molto sorpreso di vedere quel giovane con dei fan che lo seguivano in giro. Più disturbati sembravano gli altri visitatori, soprattutto i pomposi uomini che guardavano Mirai come se si trovassero al cinema con un bambino che piange. Non le avrebbero detto che se ne doveva andare, ma molti di loro l'avrebbero fulminata con lo sguardo. L'attenzione sarebbe rimasta un po' su di lei, anche mentre parlava con Lars, ma poco dopo la fine della loro breve conversazione un tossire ben mirato avrebbe fatto girare gli occhi dei presenti sulla fonte di quel suono.

    « Ahem... benvenuti a tutti, signore e signori. Sono Yosuke Kabayama e sarò la vostra guida per oggi. » - Il Mutant rivolse la fronte al pavimento con un profondo inchino, il pubblico che si era quasi completamente zittito. Alcune persone lo guardavano con morbosa curiosità, forse per il suo aspetto che lo rendeva adorabile sotto certi punti di vista, mentre altri sembravano quasi diffidenti di fronte ad una persona così giovane che gestiva una mostra di tale importanza. Anche Ryo e Syamantaka potevano ascoltarla, anche se erano a debita distanza dal pubblico che si era raccolto quasi autonomamente.
    « Credo sia inutile spiegarvi chi sia Hebenon, l'alias di Iza Adachi. Molti l'hanno definita un genio e creatrice di una nuova ondata d'arte basata sulle Unicità. Altri hanno cercato di distruggere tutte le sue opere. Proprio a causa di questo dibattito sarete i primi ad osservare il percorso artistico di Hebenon, dalle prime opere ritrovate con fatica alle nuove scoperte. » - Prese per un attimo fiato, prima di continuare. « La prima parte della mostra tratterà di alcune opere d'arte collegate con i più disparati criminali. Vi chiedo di portare pazienza e di non usare il flash per le vostre foto. Incamminiamoci. » - Il gruppo di persone era abbastanza contenuto da poter permettere di muoversi in maniera più o meno agevole, ma il brusio generato dall'annuncio non era certo leggero. Nel museo risuonava solo la voce del ragazzo tra le sale vuote, rendendo ogni passo di quella marcia decisamente rumoroso. Avrebbero quindi cominciato il loro giro in senso antiorario del museo, superando un corridoio che separava l'esterno dalla mostra dal resto della struttura. Il Pro-Hero avrebbe fatto cenno a Ryo di seguirlo, mettendosi in fondo alla fila e controllando la situazione da lì.
    La luce divenne più soffusa, le pareti erano state coperte da pannelli neri in modo da ridurre il più possibile la luce. Numerose lampade color arancione spento fornivano una discreta luce dal soffitto per camminare tra le ombre come candele, ma faretti ben più intensi lasciavano che l'occhio dello spettatore si concentrasse sulle opere. Queste erano quasi tutte elevate da dei pilastri neri, a prima vista composti di pietra lucida, racchiuse in piccole vetrine in base alla loro stazza. Al centro di questa prima grande sala c'era una grande esposizione di piccoli oggettini dentro un'ulteriore gabbia di vetro. Naturalmente anche quella base era colorata di scuro. Il gioco di ombre e luci sembrava essere stato creato appositamente per proiettare quante più ombre possibili, come per occupare la coda dell'occhio in maniera costante. Syamantaka si sarebbe lasciato scappare un sospiro vedendo la stanza al buio, ma non disse altro.
    « Qui possiamo osservare un'opera dalla provenienza curiosa. A quanto pare questa statua... » - Il Mutant attirò subito l'attenzione del pubblico, indicando alle proprie spalle una figura di marmo quasi completamente nuda dietro un vetro. Forse ai giapponesi meno abituati a quei canoni estetici - considerato che quella figura non era di sicuro orientale - avrebbe fatto un po' storcere il naso, anche perché a parte il braccio destro ed il piede sinistro rotti non sembrava esserci nulla di interessante. A metà discorso però Yosuke sembrò azionare qualcosa, perché la statua venne colpita da una luce blu che rivelò su tutta la superficie di essa una serie di impronte. « ... era stata quasi rubata da un Villain che sembrava più che altro interessato a toccarla, come potete vedere. Era stato un caso molto strano per la sezione eroi, visto che una studentessa aveva provato a fermare questo criminale. Considerato l'accadimento i proprietari non l'hanno più voluta, ma ha girato numerosi proprietari perché sembra rompersi inevitabilmente per i motivi più strani. Se avete qualche domanda, fate pure. » - Yosuke avrebbe terminato la sua spiegazione, lasciando per qualche minuto i visitatori curiosare tra le varie opere o tempestarlo di domande. Sembravano esserci gli articoli più disparati, alcuni accompagnati da una spiegazione ed altri con un semplice titolo a loro fianco. Dalle manette che avevano ancora il sangue di Headsmasher addosso ad una collezione di statue a forma di uovo dalle espressioni umane grottesche, sembrava essere un luogo dove stavano per compiere un rito mistico. Da un'altra parte ancora una serie di maschere oni guardavano severe chi passava sotto di loro, seguite da delle bamboline usate da un Villain che nel secolo scorso si faceva chiamare in maniera poco originale "Vodooo-man". Finite le domande rivolte alla guida, sarebbe stata proprio lei a porre una domanda ai visitatori, guidandoli di fronte ad una tenda nera che nascondeva la prossima area.
    « Bene... stiamo per addentrarci nelle prime opere di Hebenon, la serial killer. Secondo voi, quali potrebbero essere stati i suoi primi soggetti? » - Avrebbe chiesto, attendendo una risposta di chi si trovava davanti. Forse uno dei ragazzi che girava lì avrebbe provato ad intuirlo?

    WANDERER ABOVE THE SEA OF BLOOD


    CITAZIONE
    Spero sia tutto chiaro dal post. Per questo turno, potete descrivere come meglio preferite le opere che vedete e i vostri pensieri a riguardo. Potete fermarvi alla domanda di Yosuke, sempre vogliate rispondere :zizi:.
    Ordine: Master, DarkShincu, Kinshara, Ryuko, Lay.
    Per qualsiasi dubbio mandatemi un MP!
     
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    ❛❛ RYO SASAKI ❜❜
    Tutto sommato poteva dire che le cose stessero andando bene, nonostante il disagio di sentirsi osservato Ryo non doveva fare granché al momento. Poi, quando vide Mirai voltarsi verso di lui e stupirsi di vederlo lì, un sorriso amichevole si formò spontaneo sulla suo volto. Quantomeno poteva constatare anche lei che il ragazzo si stava impegnando per mantenere la promessa che le aveva fatto di lavorare per diventare un vero eroe. Il sorriso però duro realmente poco, sostituito da un'espressione di smarrimento quando fu il turno di Mirai prenderlo di sorpresa. Difatti, se lui aveva cercato di salutarla in maniera contenuta, lo stesso non si poteva dire per la reazione della ragazza, che rispose con un urlo udibile chiaramente da chiunque in sala. In quel momento, a Ryo parve sentire il cuore fermarsi per un momento mentre si rendeva conto che la sua prima apparizione da eroe stava forse per diventare l'evento più imbarazzante della sua vita.
    Il siparietto non sarebbe però certo finito là dato che, ignorando il Pro Hero al fianco del corvino ed ondeggiando in maniera innaturalmente esagerata, Mirai si allontanò dalla folla per avvicinarsi a conversare.
    Devo fermarla, così non faranno altro che guardarci tutti e pensare che non prendo sul serio l'evento. Mi preparo mentalmente da giorni per questo, non posso farmi fregare così...
    Ehm...
    Ma la ragazza in quel momento era un fiume in piena e dopo avergli fatto i complimenti per aver trovato lavoro, ignara che fosse solo un evento unico patrocinato dall'accademia, lo apostrofò con un baka davanti a tutti.
    E' un disastro, devo assolutamente riprendere il controllo della situazione. Va bene l'amicizia, ma questo è mettermi nei guai senza alcun rispetto. C'è un limite a tutto!
    Ecco...
    Ancora una volta non riuscì a fermare Mirai, che non percependo gli sguardi astiosi di alcuni dei visitatori più formali dell'evento si ripromise di passare in seguito alla mostra e lo salutò con la mano prima di rimettersi in fila.
    Basta, la mia carriera è ormai rovinata. Altro che Hebenon, le ragazze esuberanti sono davvero terrificanti
    Oh... Ok
    Non riuscendo a reggere l'atmosfera che si era creata nella fila in seguito a questo breve ma intenso spettacolo, Ryo prese a guardarsi i piedi domandandosi come facesse la ragazza ad ignorare la situazione che aveva creato. Soprattutto, stava evitando di voltarsi verso Syamantaka preoccupato dalla probabile richiesta di chiarimento. Infatti essa arrivò, anche se in maniera molto discreta e senza forma di rimprovero. Fu un sollievo per Ryo, che cominciava a provare stima per il suo supervisore per il modo disinvolto e sicuro in cui stava gestendo la cosa. Si limitò a guardarlo con la coda dell'occhio, prima di rispondergli.
    Più che altro è un'amica che tende ad essere entusiasta. Tutto sommato, voleva solo essere d'aiuto... Chiedo scusa per quanto successo, non mi aspettavo di trovarla qui.
    Menomale che non mi ha chiesto perchè mi chiama Sensei, sarebbe stato più problematico da spiegare...
    Tornò a girarsi verso la fila per accertarsi che la ragazza dai capelli ramati fosse ancora al suo posto in fila e tirò un sospiro di sollievo vedendola avvicinare un'altra delle persone presenti nella sala, una ragazza con le fattezze di un gatto che a prima vista sembrava una reporter. Ryo sentì istintivamente una certa empatia nei suoi confronti.
    Mi raccomando, tieni duro... Sei la mia eroina
    Un colpo di tosse attirò la sua attenzione, così come quella di tutti i presenti, verso il Mutant impellicciato che aveva fino ad ora atteso davanti alla fila. Si presentò quindi come la loro guida e cominciò ad introdurre il tema principale della mostra: l'arte di Iza Adachi. Né parlò in modo totalmente neutrale, come giustamente si confaceva al suo ruolo, ma Ryo non poteva non stupirsi nuovamente da come si riuscisse a parlare di forma d'arte quando si compivano certe azioni. Forse vedendo esposto al museo qualcosa di più consueto avrebbe potuto farsi un'idea delle reali intenzioni di Hebenon e magari avrebbe pure potuto comprenderla, ma di certo mai giustificarla o peggio elogiarla. In ogni caso non era comunque lì per guardare le opere, per cui eventuali riflessioni le avrebbe dovute rimandare a fine mostra.
    Con la guida in testa al gruppo, tutta la comitiva cominciò a muoversi verso la prima parte della mostra. Ryo si affrettò a seguire il proprio supervisore in fondo alla fila, una posizione decisamente più apprezzata rispetto al fare accoglienza. Da lì poteva osservare senza essere osservato, il che lo aiutava a rilassarsi. Furono condotti quindi attraverso un primo corridoio per finire in una sala palesemente arredata in modo lugubre, sicuramente per creare atmosfera. Attraverso un gioco di luci soffuse e mobilio dal colore scuro, avevano fatto in modo da dare risalto solamente alle opere della mostra, lasciando il resto della stanza in una penombra che di certo non aiutava a tenere tutti sott'occhio. La cosa di certo non fece piacere a Syamantaka, che stupì l'aspirante eroe con un sospiro sommesso.
    Non è tranquillo come vorrebbe far credere. E' solo bravo a nascondere le sue preoccupazioni quindi...
    Ryo poteva ben capirlo, ma d'altro canto al buio con il suo abbigliamento sarebbe di certo risaltato molto meno, soprattutto se paragonato al ragazzo dai capelli blu: al buio la sua strana capigliatura sembrava emettere luce propria, che in quell'atmosfera non poteva certo passare inosservata. Sostarono quindi in quella sala, dove la guida prese nuovamente la parole per illustrare la storia della scultura che aveva alle sue spalle. A prima vista sembrava semplicemente un'opera di stampo occidentale classico, niente di particolare a parte qualche parte mancante e soprattutto fuori tema con il resto. Il mistero della sua presenza lì fu svelato in fretta quando una diversa luce permise agli spettatori di notare una serie di impronte lungo tutta la superfice dell'opera. Secondo le parole di Yosuke erano state lasciate da un Villain che si era dilettato a toccarla, apparentemente fino a quando una studente non gli aveva impedito di perpetrare quello strano feticismo. In ogni caso, la storia non suscitò particolare interesse nella mente dell'aspirante eroe, che nella sua mente si limitò ad attribuire le fatture al normalmente deterioramento della scultura.
    Se finire a pezzi fosse tanto interessante allora dovrei esserci io al centro della mostra.
    Diede un occhiata veloce al resto degli oggetti esposti, prendendo mentalmente nota di ciò che vedeva. Come pensava non era certamente il tipo di mostra che incontrava i suoi gusti, trovando solamente di pessimo gusto statuette con espressioni grottesche o improbabile bambole voodoo. Forse conoscendo le storie che c'erano dietro sarebbe riuscito ad interessarsi a questi oggetti, ma era lì per acculturarsi per cui lasciò perdere. Discorso a parte erano le maschere da Oni appese al muro che sembravano tenerlo sott'occhio: forse era solo dovuto all'ansia di evitare l'attenzione altrui, eppure aveva come la sensazione di essere giudicato da persone dall'espressione spaventosa.
    Per fortuna il tempo a loro disposizione in quella sala fu decisamente breve e Yosuke li riunì presto dietro ad una tenda nera che nascondeva quella che sarebbe stata l'area successiva. Nonostante non avesse intenzione di partecipare all'indovinello, Ryo provò a ricordare quello che aveva visto quando era arrivato nel museo, non riuscendo però a ricordare precisamente cosa aveva visto passando davanti all'area dedicata a Hebenon.
    Beh, se dovessi tirare ad indovinare direi natura morta...
    Attese però silenziosamente che furono gli altri a proporre le loro idee, probabilmente qualcuno era arrivato già preparato ed avrebbe avuto la risposta pronta.

    NARRATO x PARLATO x PENSATO
    HERO
    Livello:
    2
    Exp:
    150
    Forza:
    028
    Quirk:
    020
    Agilità:
    027
    Peso:
    1/4


    Tecniche, Equipaggiamento & Status
    ©
    • Status: Illeso.
    • Tecniche usate: //
    • Energia: 100/100

    • Equipaggiamenti:
    » Buckler[Difensivo]: un piccolo scudo circolare, con un diametro massimo di 45 centimetri, peso tra 1 e 1.5 chilogrammi, realizzato in metallo, impugnabile con una maniglia antiscivolo. Per via delle sue piccole dimensioni, è poco adatto a proteggere dai proiettili o quirk ad ampia gittata, ma è molto utile per difendere la mano ed il braccio, parare attacchi in mischia e intrappolare l'arma nemica: è dopotutto uno strumento leggero e maneggevole, peraltro impiegabile anche come una specie di tirapugni (o addirittura un'arma da lancio), benché questo non sia il suo ruolo primario. Il design è personalizzabile.
    Effetto: Protegge da danni lievi (solo armi bianche o provviste di lame).
    Durata: Permanente.
    Peso: [1]

    • Lista tecniche:

    » Jigsaw Separation [Livello 1]: Tecnica alla base del funzionamento del proprio quirk. Ryo decide di separare una parte del proprio corpo e di controllarla dalla mediante la propria Unicità. Nonostante ciò rimane comunque connessa al suo corpo, per cui potrà controllarla allo stesso modo in cui lo farebbe normalmente. Questa tecnica può essere attivata più volte contemporaneamente per separare diverse parti del corpo, ma il costo si moltiplica per ogni parte controllata a distanza. Una volta terminato il suo utilizzo, la parte del corpo tornerà attratta verso il punto di separazione e ricongiungendosi disattiverà la tecnica.
    Costo:
    10m= 10 (+5 mantenimento)
    Danno/Effetto: Nessuno

    » Jigsaw Shot [Livello 1]: Ryo utilizza la fase di separazione e la relativa forza repulsiva per lanciare uno dei suoi arti verso l'avversario con l'intento di colpirlo. Effettuato l'attacco, passerà immediatamente alla fase di attrazione dell'arto verso il proprio corpo senza effettuare altre manipolazioni. In questo modo, se anche l'avversario riuscisse a schivare il primo colpo, potrebbe comunque essere colpito nella traiettoria di ritorno dell'arto verso il corpo originale. Mentre l'attacco è in corso, Ryo può muoversi per modificare appunto questa traiettoria di ritorno. L'attacco ha attualmente una portata di 2m.
    Costo: 15
    Danno/Effetto: Danni lievi

    » Jigsaw Speed[Livello 1]: Tecnica che consente a Ryo di spostarsi velocemente da un punto all'altro all'interno del raggio d'azione del quirk. Lancia infatti una parte del corpo verso il punto in cui desidera trovarsi per poi invertire le forze di attrazione/repulsione, lasciando che sia la parte separata ad attrare il resto del corpo e permettendogli di muoversi velocemente verso il punto desiderato. Questa tecnica può essere utilizzata anche per raggiungere punti sopraelevati all'interno del raggio d'azione. Attualmente la tecnica ha una portata di 2m.
    Costo: 15
    Danno/Effetto: + 1 agilità ogni 10 punti quirk

    » Jigsaw Bull[Livello 1]: Ryo utilizza la fase di separazione e la relativa forza repulsiva per lanciare una parte del proprio corpo verso l'avversario con l'intento di colpirlo. Effettuato l'attacco, passerà immediatamente alla fase di attrazione del proprio corpo verso la parte lanciata senza effettuare altre manipolazioni. In questo modo, Ryo utilizza anche la forza di attrattazione per finire l'attacco ed è inoltre in grado di portarsi vicino al proprio bersaglio.
    Costo: 15
    Danno/Effetto: Danni lievi
     
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    MIRAI ISHIGAMI
    NARRATO x «PARLATO» x PENSATO x LINGUAGGIO DEI SEGNI


    Si era fatta tanti problemi per nulla.
    Era riuscita ad entrare senza troppi problemi all’interno del Mori Museum, era riuscita a recuperare una mappa dal bancone dei volantini, che non aveva proprio visto e per questo si era scusata più e più volte con la gentile signorina che convalidava i biglietti.
    In teoria c’era anche una valida app che poteva essere sfruttata come mappa, ma Mirai preferiva sempre il cartaceo.
    Stringendo quindi la mappa in una mano e riuscendo seguire la fila senza intoppi, scorse il suo sensei che pareva lavorare come guardia o custode del museo, una cosa per lei inaspettata ma che le riempì il cuore di così tanta gioia che ogni timore che aveva nei confronti di possibili immagini/cose/statue che avrebbero potuto turbarla.
    Si era sentita sollevata e questo la mise un po’ di buon umore, sapere che c’era lui a “vegliare” rappresentava per lei una grande sicurezza.
    Fu così che quasi saltellando – no, non si era minimamente accorta degli sguardi che aveva attirato su di sé - si era portata vicino al gruppo delle persone che aspettavano in trepidante attesa l’inizio di quel tour.
    E fu proprio in mezzo a quella folla che Mirai scorse quella ragazza che aveva trovato in spiaggia: dapprima non sapeva cosa fare, non voleva essere invadente o suscitare brutti ricordi o altro.
    Voleva solo cercare di trovare quel tempo per parlare che non avevano avuto quella sera… non che forse ne avevano parecchio lì a quella mostra ma, era sempre meglio di nulla.
    Nonostante l’imbarazzo, Mirai si buttò, e giunse nei pressi della ragazza facendole dimenticare i capelli divini di uno strano tipo.
    «Ahah- Eggià…» disse mentre le sue mani si serrarono sulla carta lucida della mappa che scricchiolò sotto le sue dita sottili.
    «AH- N-non importa. Tr-Tranquilla.» esordì sventolando le mani e la cartina davanti a sé a destra e a sinistra per tranquillizzarla « No… alla fine è stata una serata… particolare e mi sono divertita. Sì. Spero anche io di non averti rovinato troppo la serata.» voleva farle mille domande, dove era andata a finire, se davvero quella fosse la borsa appartenente alla sua famiglia, se qualcuno le avesse fatto una ramanzina o se fosse riuscita a fuggire indenne dal malfatto, se davvero fosse stato necessario usare il suo Quirk contro di lei che voleva semplicemente parlarle e se…
    AAAAHhhhhh Acqua passata. Basta. Quello che è stato fatto è fatto. Non che mi convinca particolarmente ma … alla fine son contenta che stia bene… pensò bloccando il suo flusso di domande che sembrava diventare infinito distogliendola dalla conversazione e dal presente.
    Non la convinceva molto, ma lo ammetteva.
    In fondo al suo cuoricino era sollevata e quasi felice che fosse lì e che stesse bene.
    «Sono felice di vedere che stai bene… sì… Ah-Oh… giusto. » la ragazzina dai capelli ramati si schiarì la voce e fece un piccolo inchino portando le mani giunte al petto assieme a quella povera cartina che oramai presentava così tanti segni di accartocciamento che era diventata quasi un origami.
    «Mirai Ishigami. » alzò lo sguardo alla ragazzina e un immenso sorriso le solcò il volto raggiante «L’altra volta non abbiamo avuto molto tempo per presentarci. Ne? »

    « Beh ecco… io… » era davvero così palese e così ovvio che Mirai fosse un pesce fuor d’acqua in mezzo a quella gente e a guardare quella mostra? Sì. Lo era. E la domanda della ragazza gatta non fece altro che renderlo palese visto che non ci credeva neanche lei che fosse lì per “piacere personale”. Mirai glielo leggeva sul volto.
    « Ti ricordi a quella festa sulla spiaggia? Ho fatto la conoscenza con questa ragazza – prima che … insomma, prima del nostro incontro – e ci siamo tenute in contatto. Sì. E lei mi ha invitato ad accompagnarla a questa mostra. Non ci vediamo molto spesso perché non lavora qui a Tokyo quindi, ogni occasione è buona per trovarci e stare un po’ insieme. Solo che… il suo treno è in ritardissimo e mi ha chiesto di entrare senza di lei e iniziare a fare delle foto perché non sa quando potrà arrivare… eh--» finì con un’aria piuttosto sconsolata «Sinceramente... questa mostra mi inquieta un po’. E tu invece? Sei qui per… la mostra vero? Ti va se la guardiamo assieme? » disse per poi notare con la coda dell’occhio che tutte le persone presenti si erano voltate verso un punto preciso che non riusciva a scorgere da dove era ma che probabilmente aveva come fulcro il mutant che sembrava essere la loro guida.
    «Oh… sta dicendo qualcosa? » chiese a Lars cercando con lo sguardo, e alzandosi sulle punte dei piedini per poter scavalcare la schiena di quei nordici che aveva proprio di fronte.
    «Awww—» mugulò sconsolata non riuscendo a scorgere cosa diceva per poi voltarsi versi la ragazza gatto e con ulteriore e immenso imbarazzo le parlò grattandosi la guancia destra «I-I-o da qui non riesco a… leggere le sue labbra…Quindi...» disse balbettando un pochino, sapendo di non riuscire a scavalcare tutte quelle persone, e che magari la cosa sarebbe stata più semplice una volta che si sarebbero mossi.
    «S-Sai.. o forse no… io s-s-ono… sorda. » sospirò facendo tintinnare i suoi paraorecchie metallici con la punta di un dito.
    Non amava molto esporsi così tanto con quella che considerava comunque non proprio un’amica o una persona fidata ma non potè farne a meno in quel momento, aveva bisogno che la ragazza gatto le facesse un mini riassunto.

    Passarono forse pochi minuti? Mirai non lo sapeva, ascoltò le parole dalla gatta e finalmente il gruppo iniziò a muoversi con suo immenso stupore.
    «Oh! Ecco… perfetto… vieni! » non disse come, non disse perché, non aggiunse niente « Apro io la strada! » sorrise determinata nel suo infallibile piano alzando il pollice della mano che teneva la cartina su al cielo.
    Tentò di prendere la mano della ragazza e di trascinarla con sé, muovendosi tra la gente e cercando qualche via di fuga tra corpo e corpo, per intrufolarsi, aggirare, sguisciare, e arrivare fino ad un punto buono delle prime fila per poter finalmente osservare con i suoi occhi il volto del mutant e le sue labbra «Permesso- permesso- scusate- permesso- scusate- ho bisogno di passare grazie! Sono s-s-orda- per favore… » disse facendo a zig zag tra le persone chiedendo scusa, perdono e permesso a chiunque trovasse di fronte ammettendo con imbarazzo di essere non udente.
    Un achievement sbloccato per Mirai che per la prima volta aveva detto a un sacco di estranei che era disabile.

    Quando risbucò più o meno in prima fila, Mirai non aveva la più pallida idea di dove erano finiti.
    «ooh- » sussurrò mentre osservava il posto in cui si trovava: non si era minimamente accorta del cambio di luci e di ambiente.
    Sembrava che fosse passata attraverso un gate e che fosse comparsa in un altro mondo totalmente oscuro. Quella sala del museo, se ancora erano nel museo, ai suoi occhi sembrava quasi una cripta.
    Luci soffuse di uno strano e languido colore arancione, pareti completamente nere come la pece per ridurre il più possibile la luminosità del luogo.
    Mirai rimase stranamente affascinata da come avevano sapientemente posto le luci in modo che potessero apprezzare le opere esposte nelle teche di vetro.
    « OOh… » chiese mentre il suo sguardo non riusciva a restare fisso su una sola di quelle vetrine sopraelevate su pilastri neri e lucidi finchè il suo sguardo non tornò a guardare la figura della guida poco distante.
    Una statua fu la protagonista del suo racconto: una statua che Mirai trovò stupenda.
    Se fosse stata tutta così la mostra su Hebenon poteva dire che le sarebbe anche piaciuta in fin dei conti, eppure aveva la strana sensazione che quello non era niente in confronto a ciò che aspettava il gruppo.
    Un corpo perfetto se non fosse stato per la mancanza di un piede e di un braccio, una figura esteticamente bella: pensò che fosse strana e affascinante allo stesso modo.
    Le dava strane sensazioni.
    In un certo senso percepiva un certo disagio nell’osservare lo scempio su quella creatura marmorea: quasi tristezza, inquietudine e meraviglia allo stesso tempo.
    «…» rimase a bocca aperta prima di venire riscossa da una luce blu che inondò la statua mettendo in mostra un’infinità di impronte digitali « Hai visto che roba? » domandò alla ragazza gatto vicino a lei, a cui aveva momentaneamente lasciato la mano.
    Osservando con la coda dell’occhio un movimento sulle labbra della guida, la ragazza dallo strano corno distolse per poco lo sguardo dalla statua e lesse come quest’opera fosse stata un caso strano: era stata rubata da qualcuno che sembrava essere interessato solo a toccarla piuttosto che a guadagnarci sopra e che sembrava sgretolarsi in modo irreparabile per strani motivi.
    Aveva avuto tanti proprietari prima di finire in quel posto.
    Mirai estrasse di tasca il cellulare e mandò un messaggino a Mira parlandole della statua per poi cercare di fare una foto alla stessa senza l’uso del flash: non era venuta proprio bene per colpa della luce, e per tutti quei segni di impronte ma evitò di farne altre perché si sentiva quasi in imbarazzo.
    Mirai alzò la mano lentamente come per non voler disturbare e chiese a bassa voce « Ehm, mi scusi. V-volevo sapere… è molto antica come statua? E… ha continuato a rompersi anche dentro la teca? »

    Aspettò che la guida le rispondesse per poi rivolgersi a Lars, in quei pochi minuti che avevano lasciato al gruppo per curiosare in giro « T-Tu vuoi vedere cosa c’è in quelle teche? Non so- a me fanno uno strano effetto… » sentì i peli della schiena rizzarsi con un brivido per poi aggrapparsi al suo braccio e seguirla ovunque l’avrebbe portata per non rimanere da sola.
    « Lars... tu che ci trovi di interessante in .... tutto questo? »
    Manette insanguinate, strane statue grottesche di teste (?) a uovo, maschere Oni che Mirai tentò di evitare come la peste – se Lars ci sarebbe passata accanto avrebbe chiuso gli occhi per non vederle proprio – e molto altro ancora che sembrava quasi rivivere quella serata sulla spiaggia hawaiana ma versione horror.
    Mirai iniziò a tremare come una foglia mentre cercava di non farsi prendere dal panico e cercando di rassicurarsi che le stanze dopo sarebbero state molto più tranquille – anche se sapeva che non era affatto così –
    «Ques-questo posto mi mette i brividi… » cercò di fare altre foto per Mira ma inutile dire che di quelle che le aveva mandato solo poche non erano tremolanti e sfocate.
    Ci scrisse come sottotitolo: “apprezza lo sforzo :<3: e ti prego dammi notizie.”

    E poi giunse il momento del sipario nero. Un velo spesso che separava il museo e le opere di Hebenon.
    Mirai deglutì a vuoto e si sentì sempre più piccina e indifesa sapendo di essere in procinto di varcare quella soglia senza sapere cosa ci fosse al di là di quella minacciosa tenda nera.
    Fa che sia qualcosa di carino, qualcosa di carino e coccoloso, qualcosa di carino! pregò mentalmente alla domanda della guida su quali fossero i soggetti della mostra rivolgendosi poi a Lars a bassavoce « Se svengo… mi porti via da qui? » mugulò.
    Mirai era così, una sera parti come una ladra che usa il Quirk per impedirle di fare la cosa giusta, qualche mese dopo diventi un’amica e un’accompagnatrice in un museo.
    Era sempre fatta così. Mirai era unica per questo.
    Nessuno si sarebbe mai comportato come lei, nessuno avrebbe insabbiato le azioni della gatta e avrebbe scelto di pensare che fosse cambiata.
    Nessuno tranne lei.
    Alzò la manina, di nuovo, un po’ tremolante, sapendo forse di attirare altri sguardi che non poteva vedere? Ma ci provò lo stesso a tentare una risposta… più per una rassicurazione personale, o per sapere cosa avrebbe atteso il gruppo al di là del Rubicone « Magari…potrebbero essere dei f-fiori? »
    « Nice to meet you, again. »
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    ► Descrizione: Una semplice campanella argentata che si è comprata ad un giusto prezzo in un negozio di ninnoli da lolita e che ha deciso di portare sempre al collo su una fine catenina. Pensa che potrebbe esserle utile in molte occasioni e che si sposi molto bene con ogni suo outfit.
    ► Effetto: Emette un pregevole suono tintinnante ad ogni passo. (Dicono...)
    ► Peso: [1]


    CITAZIONE
    Per le scenette con Lars, ci siamo messi d'accordo in pvt io e Lay. Spero che la cosa non dispiaccia.
     
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    FUMIO MASAYOSHI
    Sebbene la spilla pesasse complessivamente meno di un grammo, non appena Fumio riuscì ad allontanarsi dalla biglietteria si sentì sulle spalle un grosso peso in meno e si ricordò perché rubacchiare portafogli sugli autobus non gli mancasse per niente. Ci aveva messo meno di un paio di secondi, eppure gli era sembrata un'eternità racchiusa in un battito di ciglia. Aveva la strana dote di riuscire ad evitare di mostrarsi ansioso in quasi ogni circostanza, probabilmente il suo viso pallido e scolorito lo faceva sembrare più un apatico depresso che altro, ma quello non lo rendeva affatto immune a tutte le normali preoccupazioni umane che era naturale avere. L'agitazione del poter essere colto con le mani nel sacco a fare qualcosa che non doveva fare era onnipresente, così come quell'angoscia che aveva percepito incontrando lo sguardo severo della signorina al bancone. Non aveva fatto niente di male, difficilmente attaccare un specie di adesivo sotto una tavolata di marmo sarebbe stato visto come un atto sospetto, però lui era cosciente che - nell'eventualità che tutto fosse filato liscio - quelle spille potessero essere la causa di qualcos'altro. Quindi aveva sempre fatto un'azione non prettamente legale.
    Come quando rubava portafogli, appunto.
    Eppure, c'era una piccola, piccolissima, differenza e se ne rese conto soltanto quando, arrivato di fronte al Mutant, che pareva essere la loro guida, gli sfuggì un lieve sospiro di sollievo, ma si ritrovò l'accenno di un sorriso sul viso: una minuscola parte di lui lo aveva trovato elettrizzante. Ora non aveva nulla da temere del resto, a casa non c'era più suo fratello in precario equilibrio fra la vita e la morte per la mancanza di medicine e la consapevolezza che ora stava facendo una cosa per Deep Void, perché voleva farlo, era una sensazione molto diversa dal fare qualcosa perché ne avevi bisogno. Diversa in senso positivo.
    Quello faceva forse di lui una persona cattiva? Chissà, Fumio non sapeva nemmeno cosa stava facendo di preciso, eppure...
    Il giovane dai capelli blu si mise ad ascoltare la volpe in silenzio, come tutti gli altri, e cercò di concentrarsi sul suo discorso, dato che in quel momento doveva ammettere a sé stesso di essere vagamente distratto. Non riusciva a smettere di pensare a quella stramba ragazza albina, alla sua espressione felina, e mentre il mutant si presentava come Yosuke nella mente del ragazzo si sovrapposero due pensieri: i kanji con cui probabilmente era scritto il nome appena udito ("fare affidamento", "assistente") ed il fatto che non sapeva il nome della ragazza con i capelli bianchi. Si chiese anche come sarebbe stata ritratta in un quadro, poi si rese conto che fosse un pensiero stupido e tornò ad ascoltare la volpe. Non sapeva cosa pensare della mostra, lui era ignorante in fatto d'arte, e senza Deep Void come intermezzo non gli sarebbe mai nemmeno venuto in mente di metter piede nel museo. Però il biglietto ormai l'aveva pagato, tanto valeva finire di approfittarsene. A dire il vero gli sembrava quasi di essere in gita scolastica e non gli dispiaceva affatto, perché Fumio aveva delle enormi lacune sotto quel punto di vista. Non aveva mai avuto i soldi per potersi permettere una gita scolastica dopo che erano morti i suoi genitori e le poche volte che li aveva avuti aveva preferito darli a suo fratello. Non aveva mai visitato Tokyo in gita scolastica, e nel paesino dove era nato non c'erano più di due musei in croce che non si ricordava nemmeno bene. Aveva imparato presto a falsificare la firma dello zio, ma fra quello e l'andare in gita scolastica ci passavano due fiumi in piena.
    Il mutant disse di non utilizzare il flash per le foto e Fumio che non aveva intenzione di farle, ficcò le mani in tasca, dove stavano le spille rimaste ed il volantino stropicciato che aveva preso all'info point, e si lasciò trascinare dalla folla lungo il percorso prestabilito dalla guida. All'inizio non ci fece troppo caso, ma quando la luce cominciò ad affievolirsi una smorfia gli si dipinse in automatico sul viso. Si lasciò sfuggire un sospiro rassegnato e optò per rallentare e rimanere in fondo al gruppo. Avevano coperto le pareti di nero in modo da ridurre la luce il più possibile, lasciando solo fioche lampade arancioni a pendere dal soffitto per creare atmosfera, ricercati giochi di luci ed ombre e... niente, poi c'era lui: la lampada a neon.
    Fumio lo sapeva di essere "luminoso", si dava fastidio da solo a dormire, solo che di giorno non si notava così tanto e viveva tranquillo. Di notte... beh, no, non era certo un faro, l'insegna sgargiante di un negozio e non era nemmeno fosforescente, era come tenere lo schermo di un cellulare acceso in una stanza al buio. Quel leggero alone luminoso che lo circondava lo avrebbe accompagnato sempre. Solo che un cellulare aveva uno schermo di sei-sette pollici al massimo, mentre lui aveva quasi un metro e mezzo di capelli. E lui non voleva essere fastidioso.
    Il gruppo si fermò, raggruppandosi di nuovo attorno a Yosuke, e Fumio si mise in disparte. Si tolse la felpa, rimanendo solo con la maglia a righe blu e nere che portava sotto per qualche attimo, si lasciò ricadere i capelli sulla schiena e, sbuffando appena, si rimise la felpa sopra, cercando di coprirne la maggior parte lì sotto. Di norma si sarebbe messo anche il cappuccio, ma al momento gli sembrava un gesto più scortese che cortese, quindi evitò. E... poi la ragazza dai capelli sbiaditi gli aveva detto che era un bene che fosse luminoso, almeno non avrebbero rischiato di colpirlo per sbaglio. Non ne sapeva niente, ma qualunque cosa volesse dire non suonava troppo pacifico.
    La spiegazione sulla statua non lo scosse più di tanto: passava tonnellate di tempo su internet e aveva sentito di fetish più strani, tuttavia qualche domanda provenne lo stesso dal pubblico. Posando lo sguardo su chi aveva posto la domanda, Fumio riconobbe la ragazzina con il corno ed i capelli rosa accompagnata dalla reporter-gatto che aveva visto all'entrata. Non prestò molta attenzione, preferendo invece guardarsi intorno. Non credeva fosse particolarmente antica come statua, probabilmente era stata commissionata e continuava a rompersi solo perché era stata fatta con materiali di seconda mano. La sua attenzione venne invece attirata prima da una fila di maschere da oni con gli sguardi cupi, poi da un agglomerato di statue tondeggianti che di artistico, secondo lui, non avevano nulla, e non appena il mutant li lasciò liberi di girovagare qualche minuto ci si avvicinò. Nella sua mente era abituato a pensare che l'arte dovesse essere qualcosa di bello, affascinante o qualcosa in grado di suscitare delle emozioni positive, ma quelle erano semplicemente grottesche ed inquietanti.
    Forse anche quella era un'emozione da tenere in conto, ma prima che potesse interrogarsi troppo sulla questione, un pensiero più invadente scacciò gli altri.
    "Una dove ci sono un sacco di sculture."
    Fumio fissò le statue. Possibile? Ma erano appena entrati. Potevano esserci un sacco di altre sculture all'interno del museo per quanto ne sapeva. Doveva lasciare lì una spilla oppure no? Forse? Forse no?
    Forse avrebbe fatto meglio a chiedere alla guida, ecco cosa. Il giovane dai capelli azzurro fluo lasciò perdere le statue e tornò verso Yosuke, che era rimasto lì a disposizione dei visitatori, in caso qualcuno avesse auto domande o curiosità da porre. Non aveva visto se qualcun'altro aveva chiesto qualcosa dopo la ragazzina dai capelli rosa, ma già quello fu sufficiente a non farlo vergognare di essere il primo.
    «M-Mi scusi. Vedremo altre statue all'interno del museo? Quelle... cioè, di quelle si sa qualcosa? Cosa dovrebbero rappresentare?» avrebbe domandato un po' titubante, indicando quell'agglomerato per nulla rassicurante di uova umane. Da una parte era curioso sul serio, dall'altra solo un po' schifato e doveva fare un lavoro. Ultimo, ma non meno importante stava anche ignorando l'impulso di chiedere al mutant se potesse accarezzarlo perché a trovarselo davanti sembrava... uhm, soffice? Ed era sicuro che solo quel pensiero lo rendesse un depravato, non voleva mica essere ricordato per uno a cui piacevano i furry.
    Avrebbe valutato mentalmente il da farsi a risposta ricevuta, ringraziando ed allontanandosi per lasciare eventualmente posto ad altre persone. Alla domanda successiva tanto non avrebbe risposto in ogni caso, figurarsi. Era già un notevole ignorante di base, e se gli standard degli artisti-criminali erano tipo ciò che vedeva in quella stanza avrebbe detto che quella Hebenon se ne sarebbe andata in giro alla ricerca di cadaveri, altro che fiori. Non era una risposta etica da fornire però, probabilmente.
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    Tecniche, Equipaggiamento & Status
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    LIVELLO: 2 ; FORZA: 12 ; QUIRK: 36 ; AGILITÀ: 27.
    ENERGIA: 100
    STATUS: Illeso.
    TECNICHE USATE: //


    EQUIPAGGIAMENTI: [0/4]


    TECNICHE PERSONALI:
    Scum Debate [Livello 1] [Costo 15 + 5 PE]
    Fumio è in grado di far crescere sulle nocche delle proprie mani degli artigli lunghi circa una ventina di centimetri. Sì, come Wolverine.
    Solitamente lo fa sulla mano destra, sua dominante, ma può farlo anche su entrambe, o solo sulla sinistra. Il corallo che compone gli artigli non è molto resistente, infatti ha bisogno di essere continuamente prodotto, per far in modo che non si rompano immediatamente. Gli artigli sono composti da tre lame dalla forma piuttosto rozza e seghettata, la loro vera funzione sarebbe quella di provocare danno da affondo, ma al momento sono adatti per lo più solo a graffiare.
    A contatto con la pelle provocano irritazione, per cui se usati troppo a lungo e senza guanti, anche Fumio ne risente.
    Danno: Lieve
    Provocano un Danno [Lieve] da ustione all'utilizzatore se usati per più di tre turni consecutivi.
    Renai Circulation [Livello 1] [Costo 10 PE]
    Estraendo l'Altrium dai suoi capelli, Fumio cristallizza tra le sue mani del corallo facendogli assumere la forma di un poliedro a forma di stella, che poi comprime e frantuma in svariate schegge di dimensioni diverse, scagliandole in una specifica direzione.
    Le schegge sono tutte affilatissime, ma - date le dimensioni ridotte del solito (circa una ventina di centimetri) - non risultano essere un pericolo mortale.
    Danni: Lievi
    Raggio: 2 metri
    Komm, Süsser Tod [Livello 1] [Costo 15 PE]
    Entrare in contatto con le tossine del corallo di fuoco è mediamente pericoloso. I primi sintomi che si avvertono sono un forte bruciore e dolore sulla parte di pelle offesa, seguiti da piccole ustioni e possibile febbre alta se la ferita si infetta. Fortunatamente il corallo di Fumio non è esattamente corallo di fuoco, altrimenti è probabile che il primo morto sarebbe lui adesso. Ciò non toglie che l'Altrium sia comunque velenoso e che Fumio lo sappia. Non gli piacciono molto le ustioni sulla pelle, motivo per il quale ha imparato a concentrare il veleno di cui è in possesso in cristallizzazioni anche molto piccole.
    Grazie a questa tecnica crea una specie di bastoncino molto sottile e lungo, simile ad un ago, e lo "spara" verso il bersaglio. Se colpisce non fa male, quasi per niente, a dire il vero la sensazione potrebbe ricordare un po' quella di un'iniezione: difatti, con questa tecnica, Fumio riesce a raggiungere i vasi sanguigni del bersaglio e ad a far diffondere le sue tossine direttamente sottopelle. Al momento, a causa della non purezza del corallo, non pare essere un veleno pericoloso. I sintomi includono difficoltà respiratorie, nausea e vomito.
    Effetto: Avvelenamento [Lieve]
    Raggio: 1.5 metri, ma può funzionare anche a contatto.
    Shangri-La [Livello 1] [Costo 15 PE]
    Nei suoi migliori propositi c'era quello di creare delle catene perché faceva figo. Si è esercitato. Non ci è riuscito. Ha rinunciato, finendo per ripiegare su qualcosa di più vicino alle sue competenze.
    Grazie alle microscopiche alghe che vivono sui suoi capelli, ha imparato a diffondere l'Altrium nell'ambiente circostante in modo che sia pressoché non percepibile: in questo modo può prendere di sorpresa gli avversari facendo crescere, in pochi secondi, da terra proprio addosso al diretto interessato, del corallo dalle numerose ramificazioni, intrappolando il malcapitato in una sorta di gabbia composta da dei rami calcarei e molto resistenti, che possono raggiungere l'altezza di ben quasi due metri. Essendo la superficie molto distesa, il veleno naturale del corallo non pare in grado di danneggiare chi vi rimane intrappolato.
    Raggio: 2 metri
    Effetto: Blocco [1 turno], se il suo quirk è maggiore o uguale alla forza avversaria.
    Mirror Casket [Livello 1] [Costo 15 PE]
    Se qualcuno lo attacca, Fumio può cristallizzare del corallo a contatto con la parte del corpo che deve proteggere. Un po' come un'armatura molto rudimentale e dal colore bluastro. La resistenza è limitata a proteggerlo da un colpo da impatto, difficilmente protegge da danni elementali, a meno che questi ultimi non siano accompagnati da pugni o qualcosa di simile.
    Può proteggersi anche in più punti contemporaneamente, ma questo significa usare molta più energia (ndr: usare più volte la tecnica).
    Resistenza: Danni Lievi
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    Lars Aracne
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    Lars ricevette le informazioni richieste.
    "Alle 17.
    Non sarebbe neanche un attesa molto lunga."

    Dal tavolino prese il volantino con la mappa del luogo e lo esaminò molto attentamente.
    Si scaricò anche l'applicazione per assicurarsi che ambo le piantine rilasciassero le stesse informazioni.
    Dopo essere entrata ed essere stata approcciata dalla ragazzina iniziò a intrattenere un discorso con lei. La ladra si mostrò amichevole e disinvolta, comportandosi quasi come se il loro ultimo incontro fosse stato amichevole.
    Ciò che più la sorprese era il fatto che avesse deciso di parlarle di sua spontanea volontà, quasi come se desiderasse avere un rapporto di amicizia.
    Ovviamente iniziò a dubitare.
    Le sembrò troppo strano il suo comportamento e non riuscì a identificare il vero motivo per cui stessero parlando.
    Pensò a fondo su quali potessero essere le motivazioni e dopo poco lo capì.
    " ... è tutta una finzione.
    Tu non sei affatto innocente e carina come dai a vedere."

    Pensò l'infame, mentre esternamente appariva con un sorriso amorevole e guardava con occhi pieni di curiosità la ragazzina che si stava inchinando e presentando.
    "Sei furba e intelligente. Ci sono quasi cascata ... Capirò cosa vuoi da me e a quel punto sarò io a fotterti ... Mirai Ishigami. "
    Lars era convinta che l'incarnazione dell'innocenza che si ritrovava dinnanzi stesse complottando qualcosa alle sue spalle.
    Ora doveva presentarsi. Cercando d'imitare la ragazzina, portò le mani al petto e iniziò a inchinarsi.
    Per un attimo le balenò sulla testa di dire il suo vero nome e cognome, ma poi si ricordò il motivo per cui si trovava in quel posto.
    Era lì per rubare, per arricchirsi. Se fosse riuscita nel suo intento e fosse riuscita ad appropriarsi di qualcosa di valore, sarebbero venuti a cercarla.
    Fu in quel momento che si accorse di aver commesso un grosso errore.
    "Ho comprato il biglietto online usando il mio conto bancario ..."
    La prima strada che avrebbe percorso un detective sarebbe stata probabilmente quella di rintracciare i clienti attraverso i biglietti ove possibile. Se avesse comprato il biglietto cartaceo, magari non nominativo, lei per chiunque avesse provato a cercarla sarebbe stata semplicemente "la reporter con le orecchie da gatto".
    Ora invece tra i presenti vi erano sia la reporter, sia Lars Aracne. Il problema di un eventuale detective sarebbe stato solo quello di associare il volto al nome.
    "... Come ho potuto fare un errore simile?"
    Tutto questo ragionamento avvenne in pochi attimi, mentre stava mandando a compimento l'inchino.
    "Mi chiamo Yorgos Lanthimos, puoi chiamarmi Yorgy ! "
    Una cinefila come lei, che porta il nome di un regista, non poteva che presentarsi con il nome di un altro tra i suoi preferiti.
    Non avrebbe fornito ulteriori indizi riguardo alla sua persona. Non avrebbe commesso un altro errore.
    Il suo corpo acquisì nuovamente la posizione eretta e ascoltò le parole della complottara.
    Sorrideva e annuiva, ma non riusciva a credere neanche a una singola parola di ciò che sentiva.
    "Certo che mi va di guardare la mostra assieme a te Mirai !
    Te lo stavo per chiedere io stessa!"

    Fu proprio in quel momento che il mutant si schiarì la voce e iniziò a parlare.
    La ragazzina si voltò verso di lei chiedendo se stesse dicendo qualcosa.
    Lars tra se e se pensò
    "Per forza non ci senti, copri le orecchie con quei così dorati. Chissà quanto ci guadagnerei se li vendessi assieme a quel corno. Sembrano di valore."
    Disse poi di essere sorda e ciò la sorprese abbastanza.
    La fissò per qualche secondo, cercando di capire se stesse scherzando o meno. Poi ricordò che effettivamente alla festa fu l'unica ad accorgersi di Lars che, in mezzo a tutto quel rumore e a quelle persone, rubava quella borsa.
    "Quindi è proprio vero che perdere un senso rende acuti gli altri. La perdita dell'udito ha reso la tua vista più aguzza. Ecco perché mi hai beccata."
    Pensò, cercando di trovare una motivazione logica per mascherare la sua semplice incompetenza nell'arte della truffa.
    Le raccontò ciò che la guida aveva detto poc'anzi.
    Per assicurarsi che non stesse mentendo, stette comunque molto attenta ai movimenti di Mirai. Se l'avesse vista reagire in seguito a un rumore forte o a un richiamo all'attenzione prima delle persone circostanti, allora avrebbe appurato che essa era una bugiarda.
    Lars è solita a passare abbastanza inosservata negli eventi in cui potenzialmente poteva rubare qualcosa di valore, e così avrebbe fatto in circostanze normali. Quando la massa di persone si muove, lei si mimetizza tra loro, unendosi allo sciame diventando una tra molti. Ma il suo modus operandi venne completamente stravolto quando si ritrovò trascinata a forza dalla ragazzina, attirando lo sguardo della gente circostante su entrambe.
    Come poteva proseguire il suo lavoro in questo modo?
    L'anonimato era svanito. Ormai chiunque tra i presenti l'avrebbe riconosciuta e avrebbe potuto fare un identikit abbastanza dettagliato del suo volto se fosse stato necessario.
    Era bruciata.
    Non poteva più rubare nulla. Se avesse preso qualcosa e fosse sparita, sicuramente qualcuno se ne sarebbe accorto.
    "Che sia questo il tuo piano? Rendermi riconoscibile da chiunque, identificabile e sotto i riflettori così da impedirmi di rubare?"Come se non bastasse venne trascinata proprio in prima fila, in bella vista da chiunque.
    Il tema della location si inscurì e le pochi luci rimaste rendevano l'atmosfera più inquietante.
    Seguì poi la presentazione di una semplice statua dagli arti spezzati. La ladra rimase impassibile, fino a quando non venne azionato l'interruttore che rivelò le impronte. Questo accese leggermente la sua curiosità che, con scarso successo, cercò di saziare andando a osservare assieme a Mirai le altre opere.
    "Certo, le voglio vedere tutte le teche, dai andiamo assieme."
    Manette insanguinate, Oni, statue e piccoli oggetti maledetti, questo tipo di attrazioni non la interessavano minimamente, non erano in grado di smuoverla.
    C'era ancora troppo poco dolore e disperazione.
    Alla domanda della presunta bugiarda, rispose:
    "Proprio niente, per adesso." Disse con fare annoiato. Dopotutto erano le prime opere, non poteva aspettarsi troppo.
    Gli occhi scarlatti della ladra tuttavia videro due cose di suo interesse:
    Primo, Mirai pareva essere terrorizzata, addirittura tremava.
    Secondo, il suo cellulare. Fece attenzione alla tasca in cui lo avrebbe messo.
    La ladra aveva una regola da seguire in occasioni simili: "Da un evento pieno di persone, devo uscire più pesante di quanto lo ero all'entrata."
    Forse oggi sarebbe uscita da quella struttura più pesante di qualche centinaio di grammi, quanto il peso del cellulare di Mirai, o del suo portafoglio.
    Finita l'esplorazione vennero trasportati dinnanzi a un grande telo nero e venne posta loro una domanda.
    Mirai rispose in modo talmente innocente che Lars iniziò a dubitare sui suoi dubbi.
    "Fiori ... Davvero sarebbe in grado di complottare qualcosa alle mie spalle?"

    Giunta al punto in cui ormai tutti l'avevano vista in volto, non aveva più senso cercare di passare inosservata.
    Quindi decise di partecipare e di rispondere alla domanda.

    "Piccoli animali come cani e gatti, oppure bambini.
    Tutti vivi ovviamente."


    Lo disse con occhi pieni di desiderio. Sperava davvero che dietro a quel telo si nascondesse qualcosa di talmente orrendo da smuovere quel suo cuore di ghiaccio.


    Troppa gente in sto museo!
    E guardo la cronologia del suo cellulare

    SCHEDA | VILLAIN| CRONOLOGIA | #LIVELLO 2

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50 replies since 6/11/2020, 19:13   2219 views
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