A Pale-Red Vow

Caccia PNG [Benjamin Miller]

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    Erano da poco passate le ventidue e trenta e l'Eclipse Casinò pullulava di vita; come al solito, sarebbe rimasto aperto tutta la notte, per chiudere verso le cinque di mattina e riaprire poi nel primo pomeriggio. Camerieri indaffarati correvano sui tappeti rossi sotto lo sfavillare dorato dei lampadari e l'onnipresente melodica musica che si udiva nelle sale da gioco - e svaniva solo nei piani superiori per lasciar posto al piatto silenzio dei corridoi più alti dell'hotel - rabboniva gli avventori rendendoli inclini all'azzardo. Una normale serata come tante, all'insegna del lusso, dello sfarzo e del divertimento, resa ancora più magica dall'impeccabile servizio dell'albergo. Era quasi come se l'intero personale si sforzasse di concentrare le proprie energie nella grande casa del gioco per non pensare al resto.
    Per un motivo. Ultimamente fra le fila dell'Albero non era tutto rose e fiori, anzi - forse era un miracolo che ai rami ci fossero le foglie.
    Erano discorsi rari, appena sussurrati, ma dietro le scintillanti mura del loro covo si mormorava che l'Imperatore avesse un problema. Ci sarebbe stato da chiedersi di quale problema si trattasse, ma ancora prima chi fosse questo imperatore. Caso voleva che fosse più facile rispondere alla seconda domanda piuttosto che alla prima.
    Cobra, il Vice-Capo della divisione scientifica, non apprezzava granché i soprannomi - sebbene fosse un dato di cui non tutti fossero a conoscenza -, ma ad essere influenti è quello che ci si guadagna. In più, era naturale che meno si pronunciasse il suo nome in circostanze "pubbliche" più si potesse vivere tranquilli: nessuno avrebbe fatto salti di gioia nello scoprire che un pluriomicida alloggiasse 365 giorni l'anno (o quasi) fra le lussuose stanze del più importante hotel-casinò di Tokyo, d'altronde.
    Nessun mistero: qualche recluta non molto esperta di serpenti doveva aver confuso il Cobra Reale con un esistente Cobra Imperatore e - forse - la circostanza era stata trovata così ilare che il Vice aveva finito per diventare anche l'Imperatore, in aggiunta all'infinita stola di nomi che già possedeva. Con un po' di fortuna, il meme, sarebbe sparito entro un paio di mesi.
    Il problema, invece, era un problema più subdolo e insidioso, un problema di cui nemmeno il Vice in persona sembrava capacitarsi.
    Apparentemente nessuno riusciva a rapire Benjamin Miller.
    Non sembrava un compito difficile, eppure non importava quante forze dispiegasse, tornavano sempre tutti a mani vuote. Il fallimento di tale operazione era tuttavia solo in parte da imputare all'organizzazione, perché se non ci erano riusciti nemmeno Crowley e Teardrop, le cose cominciavano a farsi sospette. In effetti, anche in quell'occasione, a far precipitare tutta l'operazione era stato il Vigilante in Bianco.
    E dire che il Vice non era mai stato molto prono a credere che un singolo uomo potesse rappresentare un problema così grande: di quelle cose, di solito, si occupavano Xander e i suoi sottoposti, Valerio, e occasionalmente Eris.
    Shinya? No, Shinya non si occupava dei vigilantes. Non era affar suo, a malapena ne sapeva qualcosa di quei noiosi affari di mondo, e non gli interessavano. Non gli interessavano loro, né i Pro-Hero; l'unica cosa che gli interessava era proseguire i suoi esperimenti e perfezionare quelli del dottor Takashi.
    Per quello, però, gli serviva Miller.
    Era incerto se la fissazione che aveva sviluppato per quel ragazzo fosse perché lo considerasse davvero insostituibile o perché ormai si fosse convinto che nessun altro avrebbe potuto prendere il suo posto, ma Shinya funzionava così: era come un bambino. Un bambino che pur di mettere le mani sul giocattolo nuovo non si sarebbe fatto alcun tipo di problema a spingere chi lo possedeva di sotto dalle scale. E il fatto che nessuno riuscisse a mettere le mani sul campione di arti marziali lo faceva sbuffare per l'incompetenza.
    Per questo nell'organizzazione non si respirava proprio una buona aria. Era intrattabile. Persino alcuni dei suoi sottoposti più fidati deglutivano passando davanti alla porta della sua suite e non vi si fermavano più tanto spesso, a meno che il Vice non li chiamasse personalmente.
    Xander era intrattabile di base, e se anche il più bonario dei due Capi perdeva il suo flemma c'era proprio da sperare che il grattacielo non si accartocciasse su sé stesso se per errore si incrociavano nei corridoi. Ma finché il palazzo fosse rimasto in piedi nessuno era esente dall'eseguire i propri compiti.
    Erano da poco passate le ventidue e trenta, e Kohaku aveva appena ricevuto comunicazione di esser stato convocato nelle stanze personali di Shinya. Nessun preavviso, niente, forse addirittura un capriccio del suo capo, ma disobbedire non era contemplato. Ultimi piani dell'Eclipse, ove si poteva accedere solo se provvisti di permesso speciale: una grossa porta nera nera chiudeva la suite reale numero sei.
    Non era una grande nuova che il Vice chiamasse Kohaku nei propri alloggi, per lo più quando era annoiato, ma per quanti privilegi potesse avere la piccola Gru, nemmeno lui era esente dal bussare.


    CITAZIONE
    Hello .Sapphire ! Benvenuta (super in ritardo, ma ehi) nella tua Caccia al PNG. Come al solito il primo post è per la maggior parte libero, ti chiedo solo di riportarmi i dati tecnici e il resto dovresti saperlo. Per correttezza lo scrivo, questa role è ambientata DOPO gli eventi che sono attualmente in corso, quindi verso fine ottobre/inizio novembre.

    Spero che il resto sia tutto chiaro, qualora tu avessi domande sai dove trovarmi. :sparks:
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    Quando sullo schermo del suo cellulare compariva un certo numero, a Kohaku non rimaneva che scattare sull'attenti, lasciando a metà qualsiasi cosa stesse facendo: nello specifico, quella sera era a casa tranquillo, chiuso in camera, a studiare il cartamodello di un nuovo cappottino invernale foderato internamente di ecopelliccia, quando il Vice aveva richiesto la sua presenza nei propri appartamenti.
    "Mi tocca scappare, devo assistere nel parto la cagnolina del signor Aoki e non so a che ora tornerò."
    Una scusa ai coinquilini difficile da confutare, non era la prima volta che il veterinario piumato fuggisse da casa nel bel mezzo della serata – non era sempre una bugia per coprire i propri loschi traffici per conto di Aogiri, Kohaku aveva seriamente a cuore i propri pazienti – e una volta presa la valigetta con il necessario medico e lo zainetto con un cambio sacrificabile in modo da rendere credibile la messinscena, era corso alla volta di Shibuya.
    Nell'ultimo periodo la situazione si era fatta tesa, tra i rami dell'albero, il cattivo umore di Shinya aveva raggiunto livelli ragguardevoli e Kohaku aveva il vago sentore che quella chiamata serale avesse in qualche modo a che fare con la situazione, anche se in cuor proprio sperava che l'uomo avesse semplicemente voglia di scopare.
    Gli avrebbe fatto bene e lui si sarebbe evitato qualche ulteriore situazione scomoda, era una vittoria per entrambi.

    Jeans neri, anfibi del medesimo colore e una adorabile camicetta bianca dalle ampie maniche a sbuffo sotto a una giacca blu petrolio che ben poco avevano a che fare con l'ambiente sfarzoso del Casinò, ma quella sera lui non era lì per divertirsi quanto per lavorare; entrò da una porta di servizio per i dipendenti in modo da non disturbare il delicato ambiente di gioco con l'attrezzatura che si portava dietro, ben lontana dalla normalità del luogo, ma soprattutto per sfuggire dagli sguardi degli avventori dati gli abiti non adatti e l'aspetto che pareva ben lontano dalla maggiore età.
    Passi decisi di uno che già conosce la propria destinazione e un cenno col capo ai pochi dipendenti che incrociava sul proprio cammino, poi un profondo respiro una volta giunto davanti alla porta della suite in cui alloggiava Shinya.
    Un bussare leggero e voce non troppo alta dal momento che non aveva poi così bisogno di presentarsi, non erano in molti a bussare a quella porta.
    O insomma, così sperava per la loro incolumità.
    «Signore, ho fatto il prima possibile.»
    Si stampò sul volto il migliore dei propri sorrisi angelici, come sempre sarebbe stato pronto a fronteggiare qualsiasi folle richiesta del Vice.
    « Merciless and tough, never warm enough. A bloody painted love. »
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    Livello: 4
    Energia: 300
    Forza: 45
    Quirk: 130
    Agilità: 100

    • Status: Illeso.
    • Tecniche usate: //



    • Tecniche
    #1: Windrider [Livello 1] [Costo: 15 PE]
    Utilizzo base dell'unicità di Kohaku che consente la movimentazione di masse d'aria più o meno grandi: che sia per attutire una caduta, per sollevarlo da terra consentendogli di fluttuare a mezz'aria, per lanciare e recuperare i coltelli o per diffondere le polveri velenose con cui ama giocare.
    Il volume d'aria spostato e la direzione sono legati alla situazione in cui si trova.
    Costo: 15 PE.
    Danno/Effetto: [Tecnica di Utility]
    #2: Stormeye [Livello 2] [Costo: 30 PE]
    Le correnti vengono modulate e manipolate in modo da dare origine a una tempesta di vento di modeste dimensioni o a un piccolo tornado che investono qualsiasi cosa o persona trovino sul proprio cammino.
    Costo: 30 PE.
    Danno/Effetto: Tecnica offensiva ad ampio raggio [massimo 3 metri] con danni medi.
    #3: Servant of Evil [Livello 2] [Costo: 35 PE + 5 PE]
    Quando si è dei piccoli spiritelli del vento da soli si può fare poco, ma l'unione fa la forza e in tanti si può fare la differenza.
    Kohaku ama dire che sono creature antiche legate al vento piegate al suo volere, ma in realtà non sono che un insieme di polvere, particelle e qualsiasi cosa possa essere portata dalle correnti d'aria da lui controllate e compattate in una forma carina.
    I fantasmini si dissolvono se incassano un danno maggiore di quello che Kohaku può sopportare.
    Costo: 35 PE + 5 PE di mantenimento.
    Danno/Effetto: Tecnica di evocazione [otto spiritelli alla volta: il danno/difesa medio è da considerare collettivo e non singolo].
    #4: The Distortionist [Livello 1] [Costo: 25 PE]
    La spinta data dalle correnti e dall'aria richiamata gli consentono di muoversi molto più rapidamente di quanto non faccia normalmente.
    Costo: 25 PE.
    Danno/Effetto: Tecnica di potenziamento: durata 1 turno + 1 in velocità ogni 10 punti quirk.



    • Equipaggiamento [Peso: 2/4]
    Anemo [Offensivo]
    01bc99f45a10e6b6e4365647d83b3326
    • Coltelli da lancio
    ► Descrizione: Coltelli da lancio in un polimero ultraleggero che possono essere trasportati dalle correnti d'aria create da Kohaku o, all'occorrenza, essere recuperati con un soffio d'aria se lanciati manualmente.
    La lama è intarsiata in modo tale da sembrare una piuma.
    ► Effetto: Danno Medio-Grave
    ► Peso: [2]
    ► Durata: Permanente.

     
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    "Vuoi essere promosso?"

    Tic-Tac. Tic-Tac. L'orologio batteva il tempo con una cadenza a tratti fastidiosa. Immerso nel silenzio, era l'unico rumore che spezzava la quiete della suite reale numero sei. Preso da un improvviso moto di noia, Shinya lo aveva rotto conficcandovi la punta del suo amato ventaglio e spaccandogli il vetro, ma non era stato abbastanza preciso nel prendere gli ingranaggi e la bestia aveva continuato a ringhiare imperterrita, in mezzo ad un cimitero di cristalli e vetrini sopra il mobile cui era stato poggiato. C'erano giorni che non passavano mai. Giorni in cui lo scorrere del tempo era tanto ozioso e ciclico da diventare asfissiante. Triste era dirlo, a Shinya capitavano più spesso di altri. Poteva sembrare una barzelletta per un criminale pluri-ricercato, ma era la verità: la sua vita non era mai stata così poco rischiosa come da quando godeva della protezione di Aogiri e a volte non riusciva a fare a meno di sentirsi come una principessa segregata nella sua stanza in cima ad una torre.
    La grande porta finestra che dava sul balcone era socchiusa e lasciava entrare una fresca brezza autunnale, mentre le luci della città sotto di essa spendevano di una monotonia unica.
    Si poteva dire che ci fossero molteplici ragioni per cui il Vice avesse deciso di chiamare Kohaku quella sera, ma - sebbene quella sperata dal Caporecluta non fosse da escludere - la verità era di gran lunga meno eccitante.
    Semplicemente, Shinya si stava annoiando, e aveva deciso di fare un test. Aveva pensato a lungo quale dei suoi sottoposti chiamare, e - in verità - Kohaku era stata proprio la sua ultima scelta. Senza cattiveria (o forse sì, ma discorrere della sua presunta cattiveria non è l'argomento hot della discussione di oggi), ma lo riteneva ancora troppo "debole" per potergli affibbiare un compito del genere; si era solo ricordato delle parole che il piccolo pennuto gli aveva rivolto dopo esser stato ridotto a poco più di uno straccio a seguito del suo scontro con Hayato Ono e aveva deciso di tentare. Ah, Hayato.
    Shinya era estremamente grato ad Hayato. Nella sua limitata utilità di pedina era riuscito a fare una cosa in cui persino lui aveva fallito: aveva risvegliato Kohaku dal suo torpore.
    Era risaputo che al Vice piacesse fare favoritismi, era chimica; purtroppo non tutte le persone gli andavano a genio: bastava pensare a quello spocchioso di Xander.
    Kohaku gli era sempre andato a genio. Aveva quella mentalità grigia che non si faceva abbagliare dall'eticamente giusto imposto dalla società e dal moralmente sbagliato che essa condannava. Era la pedina perfetta che obbediva e non faceva domande... o se le faceva erano domande sensate, a cui Aogiri poteva rispondere. Però aveva sempre avuto quel problema... sin da quando era entrato fra le fila dell'Albero non si era mai interessato al fare carriera, e questo a Shinya aveva ovviamente fatto perdere interesse, come tutte le cose statiche. Era davvero un buon pedone, ma i pedoni servivano per arrivare in fondo alla scacchiera e diventare regine, o almeno così la vedeva il Vice.
    Per questo era molto molto grato ad Hayato Ono.

    La porta si schiuse senza emettere un cigolio, varco per una stanza che il caporecluta ormai doveva conoscere come le sue tasche. Carta da parati damascata rossa e parquet nero, l'aria profumava di incenso e mirto, una piccola anticamera con il classico ingresso giapponese per togliersi le scarpe dava sulla suite vera e propria. Shinya non era un grande amante del lusso, il che era ironico, considerato che viveva a tempo pieno in una delle stanze più sfarzose del casinò e forse degli hotel giapponesi in generale. Pernottare lì per una sola notte doveva costare una cifra di svariate migliaia di yen.
    La camera da letto era vasta e aveva un letto a baldacchino con le lenzuola di velluto scarlatto, più indietro una scala chiocciola si arricciava su sé stessa portando ad una libreria su un soppalco superiore; vi era una finestra scorrevole ampia un'intera parete, socchiusa, che dava su un balcone da cui si poteva vedere tutta la Shibuya sottostante, e - separata dalla zona notte - un soggiorno con divani e cuscini in taffetà.
    Alzando lo sguardo, gli occhi verdi di Kohaku si sarebbero riflessi in quelli cremisi del suo superiore che era comparso sulla soglia. Aveva i capelli sciolti, lisci come la seta, neri come il carbone, mentre il suo solito eyeliner gli dipingeva le palpebre degli occhi allungati.
    «Kohaku. Entra. — gli disse Shinya, non appena incontrò lo sguardo del sottoposto, scrutandolo con i suoi languidi occhi rossi. — Ti ho disturbato? Stavi dormendo?»
    Il suo tono era premuroso, come suo solito, nettamente in contrasto con l'espressione glaciale.
    Non era vestito di rosso, ma di grigio e bianco, colori strani per il Vice, ma un'occhiata più approfondita poteva facilmente svelare che quelli fossero abiti da notte; due lunghe vesti una sopra l'altra, uno yukata leggero e un haori più pesante, stretti in vita da una cintura non troppo spessa. Sul petto aperto della veste ciondolavano tre o quattro collane d'argento dalle svariate lunghezze. L'ultima, la più lunga, aveva un ciondolo somigliante ad un artiglio.
    Solo in un secondo momento il Vice parve notare la valigetta che la piccola Gru si era portata appresso.
    «O no, stavi lavorando? Cosa ti sei portato dietro?» rise, mentre si scostava per farlo entrare. Sarebbe stato un vero dramma se avesse causato involontariamente la morte di un qualche coniglio. Esauriti i convenevoli gli volse le spalle e gli fece cenno di seguirlo e chiudere la porta, abbandonando pure le sue cose dove voleva. Come fosse a casa propria.
    Salvo per l'orologio fracassato su una delle cassettiere, la sala era perfettamente in ordine. Shinya si diresse verso il soggiorno e si sedette su uno dei divani, davanti al quale c'era un ampio tavolo nero con una gigantesca zuppiera colma di frutta fresca: per lo più uva, melograno e ribes.
    «Vuoi? Me l'hanno appena portata, ti assicuro che non è avvelenata.» domandò, invitando Kohaku ad accomodarsi.
    Nonostante ciò che si diceva in giro sembrava essere sempre il solito Shinya. Il che poteva essere un bene, o un male: punti di vista.
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    Shinya era splendido e pericoloso, uno di quegli individui da cui dovresti stare alla larga perché l'istinto ti urla di non incrociare il suo sguardo, non attraversare la sua strada e non rivolgergli la parola se vuoi rimanere vivo e per quanto Kohaku ne fosse pienamente consapevole, lui si sentiva una falena e l'uomo era la sua candela.
    «Mio signore.»
    Un inchino carico di devozione e l'aria di chi ha davanti la propria unica motivazione di vita.
    «Nessun disturbo, la macchina da cucire non andrà lontano senza di me.»
    Un lieve sorriso e poi ripose ordinatamente le scarpe che si era tolto, mostrando degli adorabili calzini azzurrini con sopra disegnati dei corgi che sembravano sorridere.
    «Mi serviva un alibi da presentare ai coinquilini, non sono parte dell'Albero e voglio lasciarli fuori dai nostri affari» Era sempre stato bravo a mentire né la cosa gli pesava nonostante il bel legame stretto con i due, semplicemente lavoro e vita privata dovevano rimanere due realtà separate «Ufficialmente sono a casa di un cliente per una visita d'emergenza, mi è successo di stare fuori casa fino a tardi se non tutta la notte per dormire nello studio, non si preoccuperanno per me.»
    Ogni tanto qualche anima pia si impietosiva e gli offriva un futon, soprattutto se si trattava di faccende molto lunghe quali l'assistenza a cuccioli appena nati rimasti senza la mamma o senza la possibilità di essere allattati; quante volte aveva impostato la sveglia ogni due ore per sfamare dei cuccioli con un minuscolo biberon e quante volte l'avevano ritrovato addormentato con le ali a fare da cupola protettiva per i gattini o cagnolini sotto la sua protezione.

    Seguì l'altro all'interno della suite e posò in un angolo gli attrezzi del mestiere in modo che non dessero fastidio, poi si accomodò di fronte al proprio superiore con la massima rilassatezza di uno che non sa quanto Shinya sia pericoloso, oppure che ignora volutamente un non così insignificante dettaglio.
    Lo guardò per qualche attimo, beandosi della sua bellezza, lieto della sua presenza in quell'ambiente in qualche modo così familiare, ma soprattutto godendosi quell'attimo di calma.
    Perché lo sapeva, non era lì senza un motivo.
    «Oh, ribes!»
    Un cinguettio deliziato e sinceramente riconoscente di quell'offerta, tanto che si avvicinò piano alla zuppiera prelevando una minima quantità di quelle bacche prelibate ed estremamente costose: sembrava davvero un uccellino alla ricerca del proprio pasto.
    «Anche se fossero avvelenati, credo che potrei morire soddisfatto.»
    Ribes e la compagnia di Shinya, la sua vita poteva terminare in quel momento senza nemmeno sapere cos'aveva in programma per lui il Vice.
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    #1: Windrider [Livello 1] [Costo: 15 PE]
    Utilizzo base dell'unicità di Kohaku che consente la movimentazione di masse d'aria più o meno grandi: che sia per attutire una caduta, per sollevarlo da terra consentendogli di fluttuare a mezz'aria, per lanciare e recuperare i coltelli o per diffondere le polveri velenose con cui ama giocare.
    Il volume d'aria spostato e la direzione sono legati alla situazione in cui si trova.
    Costo: 15 PE.
    Danno/Effetto: [Tecnica di Utility]
    #2: Stormeye [Livello 2] [Costo: 30 PE]
    Le correnti vengono modulate e manipolate in modo da dare origine a una tempesta di vento di modeste dimensioni o a un piccolo tornado che investono qualsiasi cosa o persona trovino sul proprio cammino.
    Costo: 30 PE.
    Danno/Effetto: Tecnica offensiva ad ampio raggio [massimo 3 metri] con danni medi.
    #3: Servant of Evil [Livello 2] [Costo: 35 PE + 5 PE]
    Quando si è dei piccoli spiritelli del vento da soli si può fare poco, ma l'unione fa la forza e in tanti si può fare la differenza.
    Kohaku ama dire che sono creature antiche legate al vento piegate al suo volere, ma in realtà non sono che un insieme di polvere, particelle e qualsiasi cosa possa essere portata dalle correnti d'aria da lui controllate e compattate in una forma carina.
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    #4: The Distortionist [Livello 1] [Costo: 25 PE]
    La spinta data dalle correnti e dall'aria richiamata gli consentono di muoversi molto più rapidamente di quanto non faccia normalmente.
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    • Coltelli da lancio
    ► Descrizione: Coltelli da lancio in un polimero ultraleggero che possono essere trasportati dalle correnti d'aria create da Kohaku o, all'occorrenza, essere recuperati con un soffio d'aria se lanciati manualmente.
    La lama è intarsiata in modo tale da sembrare una piuma.
    ► Effetto: Danno Medio-Grave
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    Che Kohaku fosse una persona con qualche problema ormai era comprovato da ere geologiche. Senza nessuna mancanza di rispetto, ma banalmente parlando - anche fra i sottoposti di Shinya - non erano in molti a presentare quell'atteggiamento di pura venerazione e rispetto che, di solito, era riservato ad Eris. Al Vice faceva piacere vederlo così dedito alla causa: un piccolo pulcino alla ricerca dell'ala che lo avrebbe protetto, era una gemma che andava coltivata con zelo e cura maniacale, esattamente come l'albina che Zero si portava appresso ogni tanto; quelli come loro erano i veri tesori dell'organizzazione. Inutile mettersi le pezze davanti agli occhi, spesso si arrivava ad un tale livello di devozione unicamente quando un rapporto cominciava a coinvolgerti anche nella sfera personale della vita, quando ci entravano di mezzo dei sentimenti o peggio.
    Shinya non era stupido, così come sapeva che Zero era fatta della sua stessa pasta: lo sapeva che le persone stavano loro vicino a causa della forte attrattiva che personalità forti come le loro generavano su quelle altrui. Era una luce per le falene, ma non si sentiva di biasimare chi si avvicinava troppo; lui d'altronde era uguale, ed era così che aveva imparato come fare a non bruciarle.
    «Quindi puoi rimanere. Mi fa molto piacere.» rispose, inoltrandosi nella penombra della suite, dopo aver ascoltato la spiegazione del veterinario. La sala era illuminata solo da dei faretti opachi che gettavano una calda luce arancione da vari punti nel soffitto. Una luce adatta a non stancare troppo gli occhi, ma sufficiente a non sforzarli. L'Ichinose si soffermò un momento a guardare la stanza e poi si diresse verso il divano. Le sue vesti erano abbastanza lunghe da strascicare appena sul pavimento. Quell'invito piovve dal cielo inatteso come la neve d'agosto. Shinya era una persona difficile da inquadrare. Forse era perché non aveva angoli, forse perché non esisteva un modo preciso per capire cosa gli passasse per la testa per più di due secondi consecutivi. Un momento prima poteva essere la persona più amichevole del mondo, il successivo ti poteva aprire lo stomaco senza anestesia. E sarebbe stato eccessivamente crudele da parte sua, visto che un anestetico ce lo aveva incorporato e non doveva neanche cercarlo.
    Come al momento: nonostante il suo presunto umore grigio aveva appena invitato Kohaku a rimanere da lui, sottinteso, per la notte. Al solito, il giovane poteva fare un po' quel che gli pareva, Shinya non lo avrebbe obbligato a farlo, quella era veramente una richiesta e non un ordine.
    Rilassate le spalle sul divano, il Vice rimase a guardare il più piccolo piluccare le bacche rosse in un pallido, tenue silenzio, almeno fin quando quello non se ne uscì con un'esclamazione un po' triste, che finì per incurvargli le labbra in un sorriso, lieve e sinistro.
    «Kohaku-chan. – ecco, di nuovo. Shinya aveva l'abitudine di ripetere i nomi altrui con una certa frequenza quando aveva da dir loro qualcosa, importante o meno che fosse. – Dovresti pensar meglio di te stesso, non credi? Non sarà morendo che diventerai indispensabile, per me.» osservò.
    O che supererai Hayato Ono.
    Non lo disse espressamente, ma Kohaku era intelligente, era certo che avrebbe capito. Forse il veleno non era nella frutta. Quella domanda retorica venne accompagnata da un lieve strusciare di stoffe. Il Vice si alzò, passò attorno al tavolo, e si sedette di nuovo, stavolta al fianco del giovane. Incorniciati dai capelli neri, i suoi occhi scarlatti indugiarono qualche istante sulle bacche di ribes, spostandosi infine sulla esile figura del sottoposto. Shinya non gli chiese il permesso, si accostò e gli carezzò debolmente i capelli corvini, sulla nuca, per poi scendere lungo il collo e lentamente più in basso, sulle scapole, verso l'attaccatura delle sue ali piumate.
    «Novocaine. – gli sussurrò, all'orecchio, con un tono che di buono prometteva poco. Era raro, se non rarissimo, che usasse quel suo alias. – Dimmi. Per cosa pensi di essere qui, stasera? Sai che le belle statuine mi piacciono di più quando sono utili.»
    Era inutile dirlo, di belle statuine che non sapevano muoversi Shinya ne aveva a dozzine. Che a Kohaku piacesse o meno.
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    La richiesta di Shinya venne accolta in modo affermativo da un sorriso ed un lieve rossore a colorare le guance del giovane alato: per quanto fosse conscio che un simile rapporto andava oltre ogni etica personale e lavorativa – si poteva parlare in simili termini, quando fai parte di uno dei più grandi gruppi criminali della città? – ogni volta che il Vice gli consentiva di passare del tempo con lui, Kohaku era sicuro di comprendere il vero significato della felicità.
    "Dovresti pensar meglio di te stesso, non credi? Non sarà morendo che diventerai indispensabile, per me."
    Lo sguardo per un attimo posato sui ribes che si portava alla bocca senza fretta né ingordigia, poi sull'uomo.
    «L'Albero non è ancora pronto a perdere il suo uccellino più bello, ho ancora molto da offrire a chi vuole ascoltare il mio canto» Un attimo di silenzio, lo sguardo di uno che è conscio delle proprie capacità «E dimentichi che sono immune al tuo veleno.»
    Finì quel pasto prelibato con una certa soddisfazione, tralasciando il dettaglio che non era totalmente immune al suo veleno, ma non scherzava quando diceva che sarebbe stato pronto a morire per Shinya, se solo il Vice avesse deciso che quello doveva essere il suo destino.

    Un brivido quando si sentì toccare dall'uomo che ora gli si era avvicinato ed un lieve sospiro – Shinya conosceva fin troppo bene le sue debolezze – ad accompagnare quelle mani affusolate tra le sue scapole.
    «Immagino che quel ragazzo debba portartelo vivo» Si protese verso di lui, la sua bocca ad un soffio dall'orecchio dell'altro «Niente mutilazioni né ferite profonde, lo vuoi intero e in grado di sostenere il peso dei tuoi esperimenti.»
    Le malelingue potevano dire quello che volevano su di lui, sulla puttana del capo, ma era innegabile che lo conoscesse meglio di tanti altri e che fosse in linea con il suo modo di vedere il mondo.
    «Ammetto che mi piacerebbe fargli del male» Era geloso di tutte quelle attenzioni nei confronti di un altro, era innegabile «Ma se ciò che desideri è averlo intero, farò il bravo.»
    Kohaku era una creaturina vendicativa e terribile, ma senza dubbio ben addestrata.
    « Merciless and tough, never warm enough. A bloody painted love. »
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    • Tecniche usate: //



    • Tecniche
    #1: Windrider [Livello 1] [Costo: 15 PE]
    Utilizzo base dell'unicità di Kohaku che consente la movimentazione di masse d'aria più o meno grandi: che sia per attutire una caduta, per sollevarlo da terra consentendogli di fluttuare a mezz'aria, per lanciare e recuperare i coltelli o per diffondere le polveri velenose con cui ama giocare.
    Il volume d'aria spostato e la direzione sono legati alla situazione in cui si trova.
    Costo: 15 PE.
    Danno/Effetto: [Tecnica di Utility]
    #2: Stormeye [Livello 2] [Costo: 30 PE]
    Le correnti vengono modulate e manipolate in modo da dare origine a una tempesta di vento di modeste dimensioni o a un piccolo tornado che investono qualsiasi cosa o persona trovino sul proprio cammino.
    Costo: 30 PE.
    Danno/Effetto: Tecnica offensiva ad ampio raggio [massimo 3 metri] con danni medi.
    #3: Servant of Evil [Livello 2] [Costo: 35 PE + 5 PE]
    Quando si è dei piccoli spiritelli del vento da soli si può fare poco, ma l'unione fa la forza e in tanti si può fare la differenza.
    Kohaku ama dire che sono creature antiche legate al vento piegate al suo volere, ma in realtà non sono che un insieme di polvere, particelle e qualsiasi cosa possa essere portata dalle correnti d'aria da lui controllate e compattate in una forma carina.
    I fantasmini si dissolvono se incassano un danno maggiore di quello che Kohaku può sopportare.
    Costo: 35 PE + 5 PE di mantenimento.
    Danno/Effetto: Tecnica di evocazione [otto spiritelli alla volta: il danno/difesa medio è da considerare collettivo e non singolo].
    #4: The Distortionist [Livello 1] [Costo: 25 PE]
    La spinta data dalle correnti e dall'aria richiamata gli consentono di muoversi molto più rapidamente di quanto non faccia normalmente.
    Costo: 25 PE.
    Danno/Effetto: Tecnica di potenziamento: durata 1 turno + 1 in velocità ogni 10 punti quirk.



    • Equipaggiamento [Peso: 2/4]
    Anemo [Offensivo]
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    • Coltelli da lancio
    ► Descrizione: Coltelli da lancio in un polimero ultraleggero che possono essere trasportati dalle correnti d'aria create da Kohaku o, all'occorrenza, essere recuperati con un soffio d'aria se lanciati manualmente.
    La lama è intarsiata in modo tale da sembrare una piuma.
    ► Effetto: Danno Medio-Grave
    ► Peso: [2]
    ► Durata: Permanente.



    Mi sono già abbondantemente scusata in privato, ma ancora scusa </3
     
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    Kohaku era fortunato quella sera Shinya non avesse voglia di discutere, perché di norma un'osservazione simile gli sarebbe costata un braccio. O non proprio un braccio nello specifico, ma gli sarebbe costata cara. Il Vice non sopportava quando si minava la sua autorità in fatto di ciò che fosse capace o non capace di fare. Dato che aveva passato metà della sua intera esistenza a sentirsi dire la seconda, adesso si poteva dire che rasentasse l'arroganza quando se ne parlava.
    Per qualche favorevole allineamento di pianeti, però, la buona stella del veterinario non si era ancora spenta del tutto. Aveva ragione. Shinya non era intenzionato a divorare pulcini utili ad Aogiri prima che diventassero delle bellissime aquile. E aveva altri modi più capricciosi e fantasiosi - che non includevano braccia spezzate - per sfogare le sue manie di controllo. Non era ancora così noioso da non riconoscere l'ironia quando la captava.
    «Quel ragazzo?» udendo i sussurri del più giovane, a Shinya venne spontaneo sottrarsi alla vicinanza da egli ricercata per soffermarsi a guardarlo negli occhi celesti.
    «Oh, stai parlando di Miller. - L'espressione del Vice mutò in una calda maschera di interesse vivo. Ma che bravo, il suo Kohaku! Era stato attento in classe? - Certo, certo. Come ti dicevo le persone morte non mi sono di grande utilità, ma Kohaku caro, se tu gli facessi del male... non potremmo farglielo insieme, dopo.» continuò l'uomo, senza smettere di accarezzare il giovane sulla schiena. Come era ovvio fosse - non c'era prettamente bisogno di dirlo - Shinya non aveva davvero intenzione di coinvolgere Kohaku in... qualsiasi cosa per cui avesse bisogno dell'atleta, ma non era necessario che il giovane lo sapesse. «Siamo piuttosto impazienti, mh?»
    Pronunciate quelle parole, un sorriso mellifluo si aperse sulle labbra del Vice che, si alzò, spari per qualche minuto oltre il profilo del salottino e tornò qualche istante più tardi stringendo un cofanetto nero. Un piccolo scrigno, chiuso, venne posato sul tavolo, vicino alla zuppiera ancora ricolma di frutta.
    «Qui c'è tutto quello che potrebbe servirti per occuparti del signor Miller.» spiegò, non molto esaustivo, ma di certo sintetico, prendendo un piccolo chicco d'uva e portandoselo alle labbra, invitando il più piccolo ad aprire lo scrigno.
    La serratura era d'oro, oltre ciò era così nero che ci sarebbe stato da chiedersi se dentro non ci si trovasse il cuore di una delicata fanciulla. Se Kohaku avesse obbedito, sollevando il coperchio del bauletto dentro vi avrebbe trovato adagiate due fiale: una conteneva un liquido trasparente, l'altra una fine polverina simile al quirk di Shinya, ma grigiastra.
    Il Vice si appoggiò allo schienale del divano con un braccio, la postura rilassata, indicando il contenuto della scatolina con quello opposto. «Questo è un sonnifero. Te lo avrei fornito in forma liquida, ma le polveri sono più comode per te, giusto? - rise, con malizia. - La fiala è per le emergenze, qualora dovesse essere equipaggiato a dovere, mischiale e diventerà liquido. Il resto è a tua discrezione.»
    E con il "resto" Shinya intendeva il modo in cui Kohaku si sarebbe premurato di farla assumere a chi di dovere. Kohaku era un veterinario, procurarsi una siringa non sarebbe stato difficile, ma avesse avuto bisogno di qualcosa la regola era sempre una: finché era nelle possibilità di Aogiri bastava chiedere, e non c'era niente che non fosse nelle possibilità di Aogiri.
    «Immagino tu sappia quanto è difficile avvicinare Miller in questo periodo, si?» continuò Shinya, rubando il secondo chicco d'uva al grappolo che campeggiava nella zuppiera. Chi non sapeva come vivesse perennemente sotto scorta abitava forse su un altro pianeta.
    Dopo il fallimento di Crowley e Teardrop la strenua guardia a cui era sottoposto si era persino intensificata. Ma andava bene. Era tutto brodo che colava dalla pentola. Andava bene finché creava stress.
    «Beh, non lo è. - tagliò corto, per un attimo spogliandosi di quel misticismo che di solito caratterizzava i suoi discorsi. Questo perché i discorsi su Miller ormai facevano perdere la pazienza anche ad uno flemmatico come lui. - Lo sapevi che alle sette di ogni giovedì mattina va a correre assieme a Raiden Mei ai giardini di Hama-rikyu?»
    I giardini di Hama-rikyu a Tsukiji. Il luogo che era stato colpito dalla gelata durante l'attacco del culto. Erano stati riaperti in occasione delle Olimpiadi, per fare una buona impressione sui turisti, ed erano sotto la supervisione di Lifeline.
    Nel territorio di Deep Void.
    Ed era sottintesa la presenza di un ulteriore Pro-Hero, oltre alla costante vigilanza dell'agenzia di Quiet Perfume.
    «Lo attaccherai e lo porterai via quel giorno. Hai circa una settimana per studiarti un piano, che ne dici?»
    Suonava... decisamente difficile.
    Gli occhi rossi del Vice scrutarono la giovane Gru con un lieve luccichio divertito.
    Possibile che il Vice gli stesse nascondendo qualcosa?
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    Oh Shinya, che favolosa idea del cazzo.
    Seriamente doveva rapire un civile in pieno giorno in un parco, vigilato da un numero di Pro-Hero probabilmente superiore a due? Se non fosse stato Shinya, l'uomo di cui era innamorato nonché uno degli individui più pericolosi di tutta Aogiri se non dell'intero Giappone, gli sarebbe scoppiato a ridere in faccia e se ne sarebbe andato, sottolineando come quella fosse proprio un'idea del cazzo.
    E invece gli toccava stare lì, sorriso cristallizzato sul volto e voglia di urlare, le moine del Vice che oramai non facevano più effetto di fronte all'enormità di quella missione che si prospettava borderline con il suicidio.
    Fargli del male assieme, come no, al massimo poteva andarlo a trovare in prigione.
    Un profondo respiro e aprì il cofanetto che l'uomo gli aveva posto davanti, osservando poi con attenzione le due fialette che aveva davanti.
    «Mi è molto più facile utilizzare le polveri, sì, pensi sempre a tutto.»
    Un cinguettio che risultava credibile grazie alla sua naturale capacità di sembrare carino ed adorabile anche nelle situazioni peggiori, un autentico angioletto, ma in realtà l'umore del veterinario era ben lontano dalla letizia dimostrata.
    All'aria aperta le polveri si disperdevano molto più facilmente e il loro effetto aveva durata inferiore, per lui era molto più semplice manipolarle grazie alla propria unicità, ma in casi come quelli rischiava di diventare un'arma a doppio taglio.
    «Se non ho capito male» Aveva capito benissimo, ma aveva bisogno di pronunciare ad alta voce quelle parole e ottenere... delle rassicurazioni? Voleva che Shinya gli dicesse che sarebbe andato tutto bene, o meglio ancora che si trattava di uno scherzo di pessimo gusto «Dovrò attendere che Miller, durante la sua corsetta mattutina, passi in una zona prescelta, neutralizzare Raiden Mei, convincere o costringere il ragazzo a venire con me e portartelo?»
    A costo di sembrare ripetitivo: che idea del cazzo.
    «Quante persone di supporto avrò a disposizione?»
    Perché era impensabile che ce la potesse fare da solo, nonostante gli allenamenti settimanali a cui si sottoponeva con l'aiuto di Jun, erano entrambi fin troppo consapevoli dei limiti del veterinario.
    Era impensabile che potesse affrontare da solo un Pro-Hero e il suo lacchè, pur senza quirk.
    «E mi servirà l'aiuto dei nerd dei computer, ho bisogno di conoscere il loro percorso, quanto è esposta la zona, se ci sono alberi o strade vicino e...» Si portò le mani tra i capelli, spettinandoli più di quanto già non fossero «Qualsiasi cosa.»
    Cominciava a trasparire un filo di angoscia dalla sua voce.
    C'era un motivo se non aveva mai voluto fare carriera, non era un uomo d'azione.
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    Quando si è dei piccoli spiritelli del vento da soli si può fare poco, ma l'unione fa la forza e in tanti si può fare la differenza.
    Kohaku ama dire che sono creature antiche legate al vento piegate al suo volere, ma in realtà non sono che un insieme di polvere, particelle e qualsiasi cosa possa essere portata dalle correnti d'aria da lui controllate e compattate in una forma carina.
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    Era, a tutti gli effetti, una favolosa idea del cazzo.
    Ma c'era davvero da sorprendersi? Quando mai Shinya aveva dimostrato di possedere capacità strategiche superiori alla media? Si poteva senz'altro affermare che lo scienziato fosse un genio in moltissimi campi: aveva aiutato Hanzo Takashi a sommergere e affogare una metropoli grossa come Tokyo in una nebbia venefica che aveva tolto la luce del sole dal cielo per giorni; era il creatore dei DISQ, XSQ, NAROXEL e di tante eguali droghe e farmaci che influenzavano il fattore quirk di un individuo in maniera imprevista e sorprendente. Ed era anche l'unico a conoscere le ricette di tali intrugli. Solo una persona altamente intelligente avrebbe potuto possedere una tempra tale da imporsi di sfidare i limiti imposti dalla natura e tornare indietro incolume. E in effetti, Shinya era intelligente, ma era - fondamentalmente - anche un miserabile adulto del cazzo che si faceva guidare dall'umore del momento per decidere quale fosse la decisione giusta da prendere. La stessa persona che aveva fallito in prima persona a catturare quel ragazzo che tanto desiderava, perché quel giorno al Palazzo Imperiale, al posto di portarsi dietro Valerio - come avrebbe dovuto fare - aveva scelto di prendere con sé Hayato, perché gli era andato di fare così. Nulla da togliere alla recluta, ma ovviamente il caporegime Wagner si era preparato per mesi all'operazione, e se gli eventi fossero andati come stabilito forse adesso il Vice non sarebbe stato a piangersi addosso.
    E invece no, aveva dovuto fare il capriccioso e, oltre a non esser riuscito a mettere le mani su Miller, ci aveva rimesso due litri di sangue per colpa di una farfalla troppo cresciuta e un'infermiera di Tsukiji.
    Insomma, davvero, non era sorprendente.
    «Nessuno.» rispose, alle domande del sottoposto, sorridente come se avesse pronunciato le parole più normali del mondo. «Sarai completamente da solo.» ribadì, nel caso prima non fosse stato chiaro. Zero supporto da parte di Aogiri. Kohaku avrebbe dovuto occuparsi di quella faccenda per i fatti suoi. Era uno scherzo, vero? Doveva esserlo. Forse il Vice non lo voleva affatto promuovere alla fine della fiera, lo voleva solo morto e stava facendo del suo meglio per liberarsi di lui.
    «Vedi, Kohaku-chan. Di recente ogni volta che ho informato i miei rami, qualcosa è sempre andato storto.» si lamentò, afflitto. Qualcosa, c'era qualcosa che si metteva sempre fra lui e il giovane atleta. Valeva a dire, 12th Division.
    Vero. Shinya aveva tante idee del cazzo, ma ancora stupido non era. «Chiunque comincerebbe a sospettare ci siano dei pezzi del puzzle che non si incastrano al posto che gli è stato assegnato.» continuò, quasi arricciando le labbra in un lieve broncio insoddisfatto. Shinya pensava di aver eliminato tutti i traditori quel giorno ad Asakusa, ma era evidente che qualcuno fosse comunque riuscito a sfuggirgli. E credeva di avere qualche vaga idea di chi si stesse parlando, ma era ancora troppo presto per gridare "al lupo, al lupo". Gli mancavano le prove e aveva bisogno di accertarsi che il lupo ci fosse davvero.
    «Questa volta non l'ho detto a nessuno. Solamente io e te siamo a conoscenza di questa operazione. Capisci?»
    Gli occhi del vice si fissarono su quelli del piccolo uccellino. Vuoti, ipnotici, prepotenti. D'improvviso una mano gli sfiorò i capelli sulla nuca e poi si strinse mordace sul retro del collo del giovane, serrandosi come una tagliola, come se avesse potuto tranciarglielo di netto solo con un briciolo di forza in più. «Perché so che posso fidarmi di te, non è vero?»
    Il Vice si ricompose rapidamente e dopo un istante allentò la presa, lasciandolo andare. Ah. Ops. Gli era scivolata la mano. Dov'era Mikazuki? Il suo tessen era un ottimo giocattolino in quelle situazioni, non voleva far del male al piccolo Kohaku. Non ancora. Sorrise.
    «Ma hai ragione. Penso sempre a tutto.» mormorò, serrando la mano a pugno e portandosela a coprire le labbra. Era ovvio che ci pensasse, Shinya - dopotutto - ci teneva ai suoi sottoposti. Non era come Xander. Quel pallone gonfiato avrebbe fatto arrangiare chiunque. La divisione operativa era così abituata ad obbedire agli ordini assurdi di quel damerino dai capelli blu che quando che quando venivano chiamati da Shinya strabuzzavano gli occhi per tutto ciò che lo scienziato era prono a concedere. Shinya amava esasperare le anime altrui, chi era abituato a Xander non batteva quasi ciglio, ma Kohaku... oh, Kohaku era delizioso.
    «Deep Void ha deciso di prestarci alcuni dei suoi soldati per questa operazione. Avrai trentacinque uomini in nero a tua disposizione. - A Shinya non piaceva negare aiuto, ma quella era una situazione peculiare, e aveva deciso di agire in quel modo, appoggiandosi a Deep Void. Se non fosse stato per Eris che gli aveva assolutamente vietato un azzardo simile ci sarebbe andato in prima persona, ma per fortuna gli obiettivi delle due organizzazioni si erano allineati in una serie di coincidenze che li aveva resi buoni alleati. Conoscere Sigma era stato un vero colpo di fortuna. - Dovrebbero bastare per separarli e tenere impegnata Raiden Mei e altri imprevisti per qualche minuto. Sono equipaggiati con ANCHOR, un DISQ di Teletrasporto. Tuttavia, hanno un obiettivo e portato a termine quello, gli è stato impartito l'ordine di riportarti indietro, qui da me. Il tuo compito è rapire Miller in questo lasso di tempo. Potresti essere fortunato e non aver bisogno di combattere. Ho già studiato il percorso e ci penserò io a guidarti. Tutto chiaro? Da qualcuno pronto a morire mi aspetto questo e altro.» concluse la sua spiegazione con un sorriso serafico. La spina della rosa aveva bucato il cuore all'usignolo, ma lui aveva continuato a cantare fino alla sua inesorabile fine.
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    "Sarai completamente da solo."
    Un lungo, lunghissimo momento di silenzio.
    Era disposto a morire per Shinya? Sì. Era disposto a morire per Shinya per un suo stupido capriccio? Decisamente no.
    Anche se forse... forse non era solo una scelta irrazionale data dal leggendario umore instabile del Vice.
    «Un traditore.»
    Ora comprendeva il perché di quel piano in apparenza insensato e, in qualche modo, l'idea di essere considerato un suo uomo di fiducia lo riempiva d'orgoglio.
    Shinya si fidava di lui.
    Shinya sapeva che non l'avrebbe mai tradito.
    Ricambiò lo sguardo dell'uomo, espressione imperturbabile di uno che non ha niente da nascondere, anche se si irrigidì appena sentendo la salda presa dell'altro sul collo.
    Era un bene che lo avesse lasciato andare così in fretta, rischiava di farsi piacere un simile trattamento.
    «Non ti tradirò mai.»
    Non aveva vacillato né ceduto.
    «...Deep Void?»
    La magia del momento si era infranta in due parole, la perplessità mista a sdegno oramai palese sul suo volto.
    «Possiamo davvero fidarci di quei topi d'appartamento? Perché mai dovremmo affidarci a loro e non ai nostri compagni?»
    Parole frettolose che non volevano mettere in dubbio le decisioni di Shinya, solo che... era assurdo! Era la prima volta che sentiva di una simile alleanza e la cosa gli sembrava di quanto più sbagliato ed innaturale la mente umana potesse concepire.
    C'era la prospettiva di un tarlo che rodeva l'albero dall'interno, certo, ma la prospettiva di un aiuto esterno... no, non era proprio concepibile.
    «Trentacinque... fantocci in supporto.»
    Non era certo della natura dei leggendari uomini in nero, ma era abbastanza sicuro non fossero totalmente umani.
    Un profondo sospiro.
    «Posso conoscere il loro obiettivo in modo da regolarmi con... le loro azioni?»
    Non gli piaceva la prospettiva di andare allo scoperto alla cieca, circondato da un'orda di potenziali avversari, senza sapere niente e nulla di ciò che lo avrebbe potuto riportare da Shinya forse a mani nude o forse morto.
    Un nuovo sospiro.
    «Tutto chiaro. Tornerò da te vivo e con il ragazzo.»
    Era una promessa.
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    Shinya era paranoico. E su quello non c'era alcun dubbio.
    Ma il fatto che il giovane caporecluta avesse capito al volo ciò che il suo Vice stesse insinuando, pur con un discorso vago come quello, gli fece guadagnare - sulla carta - qualche altro punto simpatia. Oh, ma che bravo il suo uccellino.
    Così, non lo avrebbe mai tradito eh? E si sarebbe mancato altro. Solo chi aveva del marchio nel cuore poteva pensare di tradire chi ti lasciava il mangime in gabbia. Mh, sì. Più o meno quelli come lui. Le labbra dell'uomo si piegarono in un sorriso contorto. Eppure, poteva dire di provare rimorso per ciò che aveva fatto ad Hanzo? Per aver morso la mano che lo aveva nutrito per tutti quegli anni? No, Hanzo era stato troppo buono con lui, aveva lasciato la porta della gabbia aperta, gli aveva concesso di starsene appollaiato sulla propria scrivania e per fare una cosa del genere... prima bisognava spezzare le ali ai propri piccoli, altrimenti prima o poi abbandonavano il nido.
    «Topi... d'appartamento?»
    Preso un attimo in contropiede dal buffo suono dell'aggettivo utilizzato da Kohaku, le sopracciglia del Vice si sollevarono in un'espressione... stupita.
    «Pfff-...»
    Quello era lo sbuffo di una risata, sì.
    Cristallino, incrociando gli occhi scarlatti di Shinya, Kohaku vi avrebbe potuto scorgere un sorriso obliquo completamente rivolto a lui. Sentire Shinya ridere - e non di scherno - era una cosa abbastanza rara, ma... eh, considerava divertenti le cose più strane senza apparente logica dietro.
    «Mmh... Suppongo perché ai topi interessa solo stare nel tuo appartamento, mentre a volte a poterti volere cacciare di casa sono... i tuoi coinquilini...?» si ritrovò a riflettere, pensieroso, riprendendo distrattamente ad accarezzare collo e nuca del sottoposto.
    Non poteva - di fatto - portare prove concrete, Shinya aveva vissuto con tante persone diverse nel corso degli anni, ma non aveva mai avuto dei "coinquilini" veri e propri. E non era nemmeno nichilista, quando si trattava di fidarsi di qualcuno tuttavia... tanti saluti e buona fortuna. Il merito del fatto che stesse parlando così tranquillamente della questione era perché ad occuparsi delle relazioni diplomatiche era Xander e, per quanto assurdo, l'unica dote positiva di quell'uomo era convincere gli altri a fare quello che voleva: con le buone o con le cattive che fosse; il suo carisma era secondo solo alla Boss.
    Fosse stato per lui probabilmente avrebbe mandato a puttane qualsiasi accordo ancora prima che potesse cominciare.
    «Non ti preoccupare. Nascondono delle menti più brillanti del previsto, fra le loro fila. Sto collaborando con un certo Sigma, uno dei loro scienziati, per dotare quei "fantocci" di quirk, con i nostri DISQ. È un buon progetto.» spiegò.
    Shinya amava parlare di tali faccende, sarebbe stato in grado di andare avanti a commentarne i dettagli per ore intere, ma per il bene di Kohaku e dell'operazione si trattenne, passando a questioni più pertinenti.
    «Il loro obiettivo è l'eroina. Raiden Mei. Qualche tempo fa, Phantom ha distrutto uno dei loro terminali più affidabili. A quanto pare era stato generato a partire dal suo DNA prima che diventasse una pro-hero. È comprensibile che lo rivogliano indietro, non credi?» osservò, dovendo di resistere alla tentazione di mangiarsi le unghie.
    Il non avere una precisa idea di come facessero a farlo gli faceva prudere le membra: l'unicità del loro capo era piena di segreti persino per lui. Gli sarebbe piaciuto dissezionarlo, o tentare di replicare un DISQ a partire dal suo DNA, ma a volte era necessario che tenesse le mani al proprio posto.
    «Insomma, non devi temere. Non se ne andranno fino a che non saranno riusciti a recuperare qualcosa da cui estrarre del DNA. Con ogni probabilità del sangue, ma parlando di ferire una pro-hero... avrai tutto il tempo del mondo.» reiterò, il Vice, ancora una volta. In più, a dispetto di come si era comportato fin'ora, Shinya davvero non amava buttare le vite dei propri fedeli sottoposti al vento: se le cose si fossero messe male, avessero preso una piega non prevista, non avrebbe esitato a mandare qualcuno a recuperare Kohaku in un battito di ciglia. E quello, credeva, concludeva la questione. A meno che Kohaku non avesse altre domande.
    Si alzò, dal divano, lasciando strascicare i lembi del suo lungo kimono grigio sul pavimento e gli diede velocemente le spalle, cominciando a dirigersi verso la camera da letto, dimentico di strani scrigni, zuppiere di frutta e quant'altro.
    «Vieni o c'è altro?»
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    CITAZIONE
    Here we go, direi che con questo possiamo concludere questa fase per passare al vivo delle cose *si sfrega le mani*
    Il prossimo post è per lo più libero, puoi reagire a quanto detto qua, ma non è necessario, poi facciamo un breve timeskip, quindi l'importante è che Kohaku si prepari psicologicamente e si rechi il giorno x all'ora x nei famosi giardini menzionati da Shinya. Ovviamente ci penserò io a descrivere la situazione, quindi l'importante è che si fermi nei paraggi. Avrà ricevuto un auricolare con il quale tenersi in contatto con Shinya, quindi si raccomanda di indossarlo. E niente, buona fortuna? Se ci sono domande o altro, sai come contattarmi.
    A seconda delle disponibilità di peso trasportabile di Kohaku, gli è concesso ritirare uno o più equipaggiamenti fra questa lista (le descrizioni sono le medesime che in laboratorio, livello di potenziamento - se presente - massimo):
    ► FLUID GUN
    ► ISOMER 75 - NAROXEL / TYPE II
    ► XSQ
    ► SHURIKEN
    ► BAGWORM
    ► SMOKE BOMBS
    ► ENERGY PILLS
    ► KODACHI
    Nel caso è sufficiente specificarlo in QUOTE.
    NB: Il siero ricevuto nei post precedenti è da considerarsi privo di peso.
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    Quanto tempo era passato dall'ultima volta che aveva sentito Shinya ridere? Nemmeno ricordava quando era accaduto in precedenza e vederlo così, per una volta decisamente più umano del freddo e terribile individuo provo di scrupoli che sapeva essere, gli scaldò il cuore.
    Era stato in grado di aprirsi solo perché era con lui, ne era certo.
    Ascoltò attento le sue parole, impassibile di fronte alla bizzarra continuazione della sua metafora, beandosi delle carezze dell'uomo.
    «Dotare quegli esseri di quirk con i nostri DISQ...» Alzò lo sguardo cercando quello dell'altro, palesemente interessato alle implicazioni di simili parole «Credi che possano essere utilizzati come soggetti sperimentali? Sarebbe rivoluzionario poter testare eventuali eventuali effetti secondari su di loro prima di immettere sul mercato nuove caramelle.»
    Non che tenesse particolarmente alla salute dei consumatori, ma meno gente muore e più torna a rifornirsi da Aogiri.
    «Insomma dovrei avere tempo.»
    La cosa lo consolava.
    Molto vagamente.
    Ma meglio di niente, che fossero i fantocci di Deep Void a tenere occupata la Pro-Hero mentre lui si occupava del sottoposto.
    Aveva senza dubbio parecchio a cui pensare, per quella sera, Shinya gli aveva fornito parecchie informazioni e ancora di più grattacapi, doveva assolutamente elaborare un buon piano e—
    "Vieni o c'è altro?"
    Lo guardò alzarsi dal divano e dirigersi verso la camera da letto, languido e splendido come solo lui sapeva essere.
    «Nulla che non possa attendere domani.»
    Si alzò a sua volta, per quella sera poteva smettere di pensare.

    Era arrivato il grande giorno.
    I giardini di Hama-rikyu a Tsukiji erano dinnanzi ai suoi occhi e per quanto il giovane sembrasse impassibile, freddo nella propria convinzione di portare a termine il lavoro che gli era stato assegnato, in realtà Kohaku era ben lontano dalla serenità.
    «Fa freddo.»
    Un mormorio rivolto più a se stesso che a Shinya dall'altra parte dell'auricolare, rabbrividendo vistosamente e gonfiando le penne delle ali richiuse dietro di sé, nel vano tentativo di trattenere un po' di calore in quell'autunnale freddo mattutino.
    Quale persona sana di mente poteva davvero avere voglia di svegliarsi presto per andare a correre e prendere umidità?
    I ciuffi più lunghi dei capelli erano legati in una piccola coda nascosta sotto al cappuccio bordato di finta pelliccia di un parka verde foresta, lo stesso che indossavano un numero imprecisato di ragazzini alla moda: statura e corporatura lo facevano facilmente identificare come tale e, a quell'ora del mattino, poteva essere scambiato per uno spacciatore oppure un adescatore di uomini più anziani in grado di pagargli bei vestiti o la ricarica del cellulare.
    Non che la cosa lo preoccupasse più di tanto, sempre meglio che sembrare un emissario di Aogiri.
    Un'occhiata ai dintorni, attento ai rumori, facendo attenzione a rimanere parzialmente nascosto dai tronchi di un paio di alberi, in attesa della sua preda: le due fluid gun gentilmente prestate dall'Albero erano in due diverse fondine sui fianchi, nascoste da un chip in dotazione, mentre i fedeli coltelli erano a portata di mano alla cintura, nascosti dal parka.
    Era spaventato, ma allo stesso modo l'adrenalina lo teneva ben vigile e cominciava a sentire l'eccitazione della caccia.
    « Merciless and tough, never warm enough. A bloody painted love. »
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    Livello: 4
    Energia: 300
    Forza: 45
    Quirk: 130
    Agilità: 100

    • Status: Illeso.
    • Tecniche usate: //



    • Tecniche
    #1: Windrider [Livello 1] [Costo: 15 PE]
    Utilizzo base dell'unicità di Kohaku che consente la movimentazione di masse d'aria più o meno grandi: che sia per attutire una caduta, per sollevarlo da terra consentendogli di fluttuare a mezz'aria, per lanciare e recuperare i coltelli o per diffondere le polveri velenose con cui ama giocare.
    Il volume d'aria spostato e la direzione sono legati alla situazione in cui si trova.
    Costo: 15 PE.
    Danno/Effetto: [Tecnica di Utility]
    #2: Stormeye [Livello 2] [Costo: 30 PE]
    Le correnti vengono modulate e manipolate in modo da dare origine a una tempesta di vento di modeste dimensioni o a un piccolo tornado che investono qualsiasi cosa o persona trovino sul proprio cammino.
    Costo: 30 PE.
    Danno/Effetto: Tecnica offensiva ad ampio raggio [massimo 3 metri] con danni medi.
    #3: Servant of Evil [Livello 2] [Costo: 35 PE + 5 PE]
    Quando si è dei piccoli spiritelli del vento da soli si può fare poco, ma l'unione fa la forza e in tanti si può fare la differenza.
    Kohaku ama dire che sono creature antiche legate al vento piegate al suo volere, ma in realtà non sono che un insieme di polvere, particelle e qualsiasi cosa possa essere portata dalle correnti d'aria da lui controllate e compattate in una forma carina.
    I fantasmini si dissolvono se incassano un danno maggiore di quello che Kohaku può sopportare.
    Costo: 35 PE + 5 PE di mantenimento.
    Danno/Effetto: Tecnica di evocazione [otto spiritelli alla volta: il danno/difesa medio è da considerare collettivo e non singolo].
    #4: The Distortionist [Livello 1] [Costo: 25 PE]
    La spinta data dalle correnti e dall'aria richiamata gli consentono di muoversi molto più rapidamente di quanto non faccia normalmente.
    Costo: 25 PE.
    Danno/Effetto: Tecnica di potenziamento: durata 1 turno + 1 in velocità ogni 10 punti quirk.



    • Equipaggiamento [Peso: 2/4]
    Anemo [Offensivo]
    01bc99f45a10e6b6e4365647d83b3326
    • Coltelli da lancio
    ► Descrizione: Coltelli da lancio in un polimero ultraleggero che possono essere trasportati dalle correnti d'aria create da Kohaku o, all'occorrenza, essere recuperati con un soffio d'aria se lanciati manualmente.
    La lama è intarsiata in modo tale da sembrare una piuma.
    ► Effetto: Danno Medio-Grave
    ► Peso: [2]
    ► Durata: Permanente.



    CITAZIONE
    Equipaggiamento:
    - Anemo [2/4] - Offensivo, danni Medio-Gravi
    -Fluid gun [2/4] - Blocco + danni Medio-Gravi [3/3 colpi fluid gun #1]; [3/3 colpi fluid gun #2]
    - Auricolare [0/4] - Supporto morale (forse)
    - Siero [0/4] - Sonnifero

    Totale: [4/4]
     
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    Un'oasi di calma, venticinque ettari di verde in mezzo al tetro grigio della circoscrizione di Chūō-ku: i giardini di Hama-rikyū; ecco il luogo in cui attualmente si trovava Kohaku. Un grosso quadrato sospeso sulla baia di Tokyo, circondati dall'acqua su quattro lati, il posto ideale per estraniarsi dalla frenesia della metropoli... se non pioveva, certo.
    In primavera doveva essere un paradiso, con i ciliegi e i pruni in fiore, peccato fosse autunno. E il cielo minacciasse pioggia da diverse ore. Nello specifico da quando l'alba, timida, aveva cominciato a fare capolino dietro i palazzoni e i grattacieli che si specchiavano nel laghetto in mezzo al parco.
    Se cominciava a piovere c'era una buona probabilità che la pro-hero e il suo pupillo non si facessero proprio vedere e che tutto il piano andasse a monte. Insomma, oltre all'umidità, al freddo e la sveglia presto, c'erano diverse cose che potevano andare storte. Poteva essere stato tutto inutile.
    «Mh-mh. - la voce insonnolita di Shinya gli rispose molto lievemente dall'altro capo dell'auricolare. - Guardati attorno, dovrebbe esserci il nostro emissario di Deep Void.»
    Beh, d'altronde Kohaku non era l'unico ad essersi svegliato presto, anche se... sentire il Vice con quel tono di voce doveva essere abbastanza comune, per lui.
    Come gli era stato spiegato qualche giorno addietro, sebbene il suo obiettivo rimanesse sostanzialmente uno, il giovane di Aogiri avrebbe avuto la possibilità di vedere e testare in prima persona l'opera di ciò che le moderne tecnologie quirk erano in grado di creare; il connubio fra la scienza di Aogiri e Deep Void: gli uomini in nero dotati di quirk.
    Al contrario di Aogiri Tree, un'organizzazione in qualche modo portata ad espandersi, di cui si sapeva poco, ma il poco che si sapeva era indubbiamente corretto, le informazioni su Deep Void erano così rare e scarse che se non fosse stato per la presenza degli uomini in nero si sarebbe persino potuto dubitare della sua esistenza. Era proprio come diceva il nome: un vuoto profondo. Sostanzialmente si credeva che gestissero la maggior parte dei traffici sul mercato nero, principale motivo per cui Aogiri potesse averci contatti (caramelle e polverine non si vendevano mica da sole), ma i loro interessi... erano un mistero. L'ultima apparizione davanti alle forze dell'ordine era stata quasi tre anni addietro durante una mostra di una ex-serial killer, fattore che aveva portato ad ipotizzare che Iza Adachi, in arte Hebenon, avesse fatto parte dei loro ranghi e - in tutta risposta - avessero considerato l'intera faccenda un affronto al suo ricordo.
    Ad ogni modo, non erano fatti che riguardavano Kohaku. Shinya gli aveva più che esaustivamente spiegato che non lo stava mandando a fare un test, quanto più un collaudo di un prodotto che era già stato ampiamente testato da lui e quel misterioso scienziato conosciuto come "Sigma". Era normale non fidarsi del tutto, probabilmente a parti invertite - avesse fatto parte dei ranghi di Deep Void - non si sarebbe fidato del misterioso scienziato conosciuto come "Cobra".
    Eppure, a quanto diceva il Vice, sembrava una collaborazione destinata a durare, quindi era meglio abituarsi all'idea.
    Il contatto di cui stava parlando il suo capo era la persona che lo avrebbe aiutato a impartire gli ordini agli uomini in nero, del resto erano conosciuti per essere alquanto imprevedibili. Non vi era garanzia alcuna che obbedissero alla prima persona che gli si palesava davanti, no?
    «Ciao pettirosso.» invero Kohaku non dovette affatto attendere, e nemmeno guardarsi intorno. Pochi attimi dopo la confessione di Shinya una voce alle sue spalle lo appellò con un tono trasognante e nomignolo decisamente infelice.
    Pettirosso? Perché? Per le ali? Perché il rosso era un colore generalmente associato ad Aogiri? Un misto fra le due? Qualunque fosse il motivo, spostando gli occhi alle proprie spalle, il ragazzo avrebbe notato una giovane che a pelle sembrava apparsa dal nulla. Era vestita di bianco e sembrava una volontaria di una qualche associazione umanitaria, di quelle che piazzavano i loro banchini nei parchi per spillare soldi di dubbia destinazione alle vecchiette o ai giovani dalla mentalità più aperta. Ma il membro di Aogiri avrebbe potuto notare all'istante come la persona che gli stava chiedendo di sganciare soldi non sembrasse particolarmente normale: teneva le mani intrecciate dietro la schiena, era pallida come un lenzuolo d'ospedale, quasi eterea, e portava un paio di palloncini neri decisamente non adatti alla stagione, uniti ad una camicetta bianca con un cravattino. I capelli ricci, erano così scompigliati da legarsi tra di loro come vortici, anch'essi bianchi come se qualcuno li avesse lavati con la candeggina, e facevano ombra ad viso giovanile e delicato.
    Età incomprensibile e occhi dall'iride di un inquieto grigio lo osservavano contenti, quasi allegri, al di sopra di un sorriso dalle sfumature vacue, come se la giovane fosse un fantasma che infestava il parco da decenni dopo esser morto impiccato.
    «Sei Novocaine-chan, vero? Deep Void. Molto piacere. Sei pronto?»
    Degli uomini in nero, nessuna traccia.
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    KOHAKU KAMIYA
    Uno scatto delle mani ai coltelli, pronto a sfoderarli e lanciarli con l'aiuto del proprio quirk, quando sentì una voce dietro di sé.
    Soprattutto perché non era il caso che qualcuno in grado di ideare un soprannome del genere rimanesse in vita.
    Muscoli in tensione, ali pronte ad accelerare i coltelli in caso di necessità e quel minimo di autocontrollo per cercare di capire se l'individuo che era apparso così all'improvviso fosse il suo contatto prima di farlo diventare un cadavere: per fortuna il nuovo arrivato aveva avuto la prontezza di pronunciare le due parole magiche Deep Void, oppure, per il solo fatto di averlo chiamato con quel vezzeggiativo che un perfetto sconosciuto di certo non poteva permettersi, aveva rischiato un'altra volta di finire cadavere.
    Un profondo respiro prima di lasciare la presa sui coltelli e stamparsi in faccia il migliore dei propri sorrisi da bravo ragazzo, voltandosi infine verso il tanto atteso contatto con l'organizzazione... alleata? Collaborante? Nonostante le parole di Shinya, odiava la prospettiva di dover collaborare con loro.
    «Sono io.»
    Tono forse un po' troppo brusco, si chiedeva chi altri, secondo quella nuova presenza, potesse decidere di stare volontariamente in quel parco a prendere umidità se non per una missione suicida decisa dal proprio superiore.
    «Con chi ho l'onore di parlare?»
    Non era palese sul suo viso, ma ritrovarsi davanti una ragazza tanto fuori luogo in qualche modo l'aveva sorpreso: forse per qualche pregiudizio suo o forse perché non si aspettava una controparte similmente sembro-del-tutto-innocente da parte dell'altra organizzazione ma... credeva di dover incontrare un uomo.
    Grande e grosso.
    Vestito di nero.
    Forse era una questione di pregiudizi, sì.
    «Sono pronto e gradirei aggiornamenti sullo stato degli obiettivi.»
    Non sapeva se sperare che Benjamin e la sua pericolosa guardia del corpo avessero rinunciato alla corsetta mattutina in modo da potersi allontanare dal pericolo e da quella ragazza strana oppure che si stessero avvicinando in fretta, stanco di stare lì immobile a prendersi umidità.
    «Azioni previste al loro arrivo?»
    Era stanco del silenzio di Shinya ed era stanco di aspettare, se non era lui a fornire chiarimenti era pronto a chiederli a quella tipa bizzarra.
    E sarebbe stato controproducente per la loro futura collaborazione rifiutarsi di fornire informazioni, no? Dovevano lavorare assieme in modo da raggiungere un obiettivo che magari poteva non essere definito comune, ma quantomeno dalla strada da percorrere in parallelo.
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    #1: Windrider [Livello 1] [Costo: 15 PE]
    Utilizzo base dell'unicità di Kohaku che consente la movimentazione di masse d'aria più o meno grandi: che sia per attutire una caduta, per sollevarlo da terra consentendogli di fluttuare a mezz'aria, per lanciare e recuperare i coltelli o per diffondere le polveri velenose con cui ama giocare.
    Il volume d'aria spostato e la direzione sono legati alla situazione in cui si trova.
    Costo: 15 PE.
    Danno/Effetto: [Tecnica di Utility]
    #2: Stormeye [Livello 2] [Costo: 30 PE]
    Le correnti vengono modulate e manipolate in modo da dare origine a una tempesta di vento di modeste dimensioni o a un piccolo tornado che investono qualsiasi cosa o persona trovino sul proprio cammino.
    Costo: 30 PE.
    Danno/Effetto: Tecnica offensiva ad ampio raggio [massimo 3 metri] con danni medi.
    #3: Servant of Evil [Livello 2] [Costo: 35 PE + 5 PE]
    Quando si è dei piccoli spiritelli del vento da soli si può fare poco, ma l'unione fa la forza e in tanti si può fare la differenza.
    Kohaku ama dire che sono creature antiche legate al vento piegate al suo volere, ma in realtà non sono che un insieme di polvere, particelle e qualsiasi cosa possa essere portata dalle correnti d'aria da lui controllate e compattate in una forma carina.
    I fantasmini si dissolvono se incassano un danno maggiore di quello che Kohaku può sopportare.
    Costo: 35 PE + 5 PE di mantenimento.
    Danno/Effetto: Tecnica di evocazione [otto spiritelli alla volta: il danno/difesa medio è da considerare collettivo e non singolo].
    #4: The Distortionist [Livello 1] [Costo: 25 PE]
    La spinta data dalle correnti e dall'aria richiamata gli consentono di muoversi molto più rapidamente di quanto non faccia normalmente.
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    ► Descrizione: Coltelli da lancio in un polimero ultraleggero che possono essere trasportati dalle correnti d'aria create da Kohaku o, all'occorrenza, essere recuperati con un soffio d'aria se lanciati manualmente.
    La lama è intarsiata in modo tale da sembrare una piuma.
    ► Effetto: Danno Medio-Grave
    ► Peso: [2]
    ► Durata: Permanente.



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    - Anemo [2/4] - Offensivo, danni Medio-Gravi
    -Fluid gun [2/4] - Blocco + danni Medio-Gravi [3/3 colpi fluid gun #1]; [3/3 colpi fluid gun #2]
    - Auricolare [0/4] - Supporto morale (forse)
    - Siero [0/4] - Sonnifero

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    «Chiamami Ying. - rispose la gracilina ragazza con un sorriso mellifluo, presentandosi come nulla fosse con il nome di solito attribuito al comando di Deep Void. Di bene in meglio. - Vieni, facciamo un giro nel parco, così ti spiego tutto.» continuò, senza togliere le mani da dietro la schiena, come se avesse chissà cosa da nascondere. Ma non aveva niente, e quando si volse per procedere Kohaku lungo i viottoli del grande parco, il giovane villain avrebbe potuto constatarlo con i suoi occhi: c'erano solo delle bellissime unghie smaltate di nero. «Se te ne rimani qui tutto solo soletto rischi di sembrare sospetto.»

    [...]

    Quella mattina, Benjamin Miller si era svegliato stanco. Aveva già ipotizzato che sarebbe successo: il giorno prima si era allenato fino a tarda sera perché non aveva niente da fare, fino a quando Kiyo non lo aveva cacciato fuori dal Dojo a calci urlando che se ci stava dell'altro avrebbe finito per consumare il tatami. Motivo per il quale, quando la sveglia irruppe nel suo sonno, per un lungo momento ebbe la tentazione di girarsi dall'altra parte e tornare a dormire beato. Ma era giovedì.
    Il che significava libertà. Da quando viveva sotto scorta uscire dalla magione di Saeko gli era praticamente proibito e quello era uno dei pochi momenti che la sensei si era ritagliata per lui per poterlo accompagnare fuori. Non avrebbe rinunciato alla sua ora d'aria, in barba al brutto tempo e agli allenamenti di troppo, per cui quando la pro-hero venne a chiamarlo, saltò giù dal letto e corse a prepararsi. Dio solo sapeva quanto avrebbe rimpianto quella decisione un paio d'ore più tardi.

    [...]

    E Ying gli spiegò davvero tutto. Molto più di quanto gli aveva spiegato Shinya, che dall'altro capo dell'auricolare era caduto silente, e molto più di quanto sembrava ci si potesse aspettare da una ragazza con l'aria svampita come lei.
    Eroina e studente avrebbero raggiunto il giardino per mezzo del tokyo water-bus, dal quartiere di Asakusa, linea del fiume sumidagawa; attaccarli prima che raggiungessero il parco era fuori discussione, per quanto Aogiri avesse avuto la fama di essere spettacolare nelle sue operazioni, agli uomini in nero piaceva usare discrezione quando possibile: la situazione era troppo delicata per coinvolgere civili. In ogni caso, i due inviati si trovavano ora quasi all'entrata opposta, non c'era pericolo, con ogni probabilità erano già arrivati e loro gli avrebbero teso un'imboscata non prima della metà del tragitto, sul lungo ponte o-tsutai-bashi, 118 metri che collegavano due isolotti in mezzo ai laghetti centrali dei giardini, perfetto per minare le capacità dei due maestri di arti marziali.
    Gli uomini in nero erano già stati inviati alle loro postazioni, ci avrebbe pensato lei a comandarli, poteva separarli e tenere impegnata la pro-hero per ben quattro minuti e quarantanove secondi! Nel migliore dei casi. Il che non era una cifra chissà quanto impressionante, fino a quando non ci si ricordava che Raiden Mei, dal ritiro di Endeavor, era diventata la seconda eroina più famosa di Tokyo... quindi forse era impressionante.
    Ovviamente avevano obiettivi diversi, quindi non lo avrebbe aiutato più di quanto stabilito, sarebbe stata molto impegnata a tenere Saeko Saotome nella sua scatola nera, per il resto Kohaku avrebbe dovuto arrangiarsi, ma confidava nelle sue capacità perché... insomma, se falliva non erano affari suoi.

    [...]

    «Vado a dare da mangiare alle anatre.» mormorò la giovane con aria annoiata, arrivati nei pressi del suddetto ponte, e tirò fuori dalla sua stramba divisa bianca un sacchettino con del mangime: impossibile dire se lo avesse comprato o fatto lei.
    I suoi occhi trasparenti si posarono sulla curiosa silhouette del membro di Aogiri, specie sulle morbide ali ripiegate contro la schiena. «Ne vuoi un po' anche tu?»
    Impossibile dire se glielo stesse offrendo in quanto spuntino da volatile o lo stesse invitando a fargli compagnia. Forse Kohaku aveva ragione a non farsi piacere Deep Void.
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