Terra Di Nessuno

[Evento di Trama GdR] Quest per Jojo, exquisite†corpses , Delin, DualSlayerBlade

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    TERRA DI NESSUNO



    PROLOGO



    Tokyo, grande città ricca di meraviglie e piena di eroi sempre pronti a difendere con successo quello splendido luogo dal malvivente di turno. Nemmeno le catastrofi peggiori bastano a spaventare gli abitanti di questa città data la presenza sul territorio di individui del calibro di All Might e dei suoi colleghi più famosi, tra i tanti possiamo citare Lanterna Verde ed Endevour ma sono solo alcuni dei grandi Eroi che si prodigano per la nostra salvaguardia.
    Tutte queste belle parole continuano ancora oggi a rassicurare i più, ma nelle profondità di Tokyo si annidano bestie oscure che tramano, rintanate nei meandri dei loro covi, e purtroppo questi esseri iniziano sempre più a spingersi alla luce del sole beffando non solo le autorità ma addirittura il prestigio degli eroi stessi.
    Che tra i bassifondi non ci sia più quella paura che portava i malvagi a nascondere la testa sottoterra? Che quelle vipere stiano decidendo di non limitarsi più a strisciare nei loro buchi e vogliano qualcosa di più?
    Non è chiaro quale sia stata la causa scatenante ma sono sempre di più le azioni criminali attuate in piena luce, sotto gli occhi di tutti. Omicidi, rapimenti e violenza gratuita sono ogni giorno più frequenti e le autorità hanno sempre meno possibilità di reggere il confronto ora che gli Hero vengono sconfitti anche in casa loro.
    Ciò che pochi sanno è che, celati dalle ombre, i boss di Tokyo hanno iniziato una corsa al potere come mai prima. Dove c’era una sorta di patto di non belligeranza ora vigeva un atmosfera carica di tensione e sospetto. Come se più nessuno di loro si accontentasse dello status delle cose e, spinto da un’ombra misteriosa, volesse puntare al predominio di tutto il territorio, addirittura piccoli gruppetti come può essere quello dell’Ogre iniziano a montarsi la testa e rivaleggiare a spada tratta con i più potenti. Le vere dispute però sono quelle combattute ancora dietro le quinte, in particolare tra i due “Pezzi Grossi” del panorama criminale di Tokyo. La vasta imponenza delle loro organizzazioni permette addirittura di lasciar passare inosservati i loro membri e le loro battaglie anche in pieno giorno, ed è proprio sotto la luce del sole che qualcosa di grosso bolliva in pentola in una giornata che di certo non sarebbe stata come tutte le altre, una giornata che avrebbe di certo cambiato i bilanciamenti di potere che nel corso degli anni si erano andati a creare.




    Tokyo, inverno 2018.
    Soseiji


    Il giovane albino si muoveva a passo deciso nei corridoi del locale, diretto verso l’ufficio del capo, “il vecchio”, come veniva definito da molti, aveva richiesto la sua presenza alla luce degli ultimi accadimenti pocanzi riportati. Ash aveva infatti subito notificato la chiamata ricevuta poco prima dalla sua vecchia conoscenza Yami. La donna, poco tempo prima, aveva abbandonato l’organizzazione insieme a suo fratello ed entrambi erano spariti dalla circolazione. Fu una vera sorpresa quando si scoprì che la ragazza era entrata a far parte proprio dei Blody Snake, Yoshimura in particolare soffrì di ciò temendo che Yami fosse finita con l’inganno tra le spire di quella serpe di Orochimaru.

    *Toc Toc*

    Eccomi!

    Mentre Ash oltrepassava la soglia Yoshimura era intento a controllare svariati rapporti giunti dagli informatori dell’organizzazione

    Prego accomodati… La situazione non è per nulla delle migliori… Da ciò che mi è stato riportato urge un nostro intervento prima che la situazione degeneri ulteriormente… Non può andare avanti così o ben presto potremmo ritrovarci a dover avere a che fare con elementi del calibro di Endevour, Lanterna o peggio All Might…

    Qualche attimo di silenzio pervase la stanza, il vecchio era seriamente preoccupato e questo Ash poteva capirlo molto facilmente visto lo sguardo stanco e pensieroso mostrato in quell’occasione.

    Orochimaru e gli altri stanno tirando troppo la corda, se gli Eroi decidono di reagire con una soluzione imponente ne risentiremmo anche noi… E da quanto ho potuto vedere dai nuovi rapporti, i piani di quella serpe puntano a qualcosa che non potrà passare inosservata in nessun caso… Dobbiamo fermarli prima che ciò accada e tu hai l’occasione di scoprire qualcosa in più, dovrai incontrare Yami e scoprire innanzi tutto cosa l’ha spinta a passare da quella parte e soprattutto cosa è accaduto a suo fratello. Ciò potrebbe portarci anche a saperne di più sul loro piano, sono abbastanza sicuro che questo appuntamento sia un piano di Orochimaru



    Tokyo, inverno 2018. Fabrique


    Proprio mentre Yami e Ryo stavano uscendo dall’ufficio di Orochimaru, un altro ragazzo dai capelli scuri era in attesa di essere ricevuto previa convocazione. Non era da molto che Daisuke era entrato nel gruppo dei Blody Snake e quella era effettivamente la prima volta che si trovava a dover incontrare il capo in persona. Dopo il suo reclutamento era stato contattato un paio di volte da Jenny, la ragazza conosciuta sul campo, ma il tema degli incontri era stato per lo più inerente ad aggiornamenti sull’organizzazione o alla consegna di attrezzature come un cellulare dedicato. Questa volta invece era il momento di intraprendere una nuova missione apparentemente importante se il boss in persona voleva vederlo. Intanto all’interno della stanza Orochimaru si rivolse ad una delle Jenny vicino a lui.

    Daisuke è arrivato?

    Lei prontamente annuì attendendo ordini

    Bene… Fallo entrare e va ad assicurarti che sia tutto pronto per il piano… La società in cui viviamo sta per cambiare radicalmente!



    CITAZIONE
    Ash e Yami
    Dopo aver ricevuto quegli ordini da Yoshimura, Ash si dirige verso il luogo dell'appuntamento come da accordi telefonici con la ragazza che lo sta già aspettando.

    [OFF]Riprende dalla AM La scelta più difficile

    CITAZIONE
    Ryo Tatsuki
    Raggiungi il bancone rivolgendoti a Yoshimura che reagisce in modo strano nel vederti. Quale sarà la causa di tanto stupore?
    [OFF]Riprende dalla AM La scelta più difficile

    CITAZIONE
    Daisuke Okada
    Dopo svariati incontri con Jenny, senza però missioni di alcun tipo, Daisuke viene convocato da Orochimaru in persona
    [OFF]Puoi iniziare da dove vuoi, anche dall'affiliazione completata. Come accennato nel post hai avuto degli incontri con Jenny durante i quali hai ricevuto anche un telefono personale e da quello hai ricevuto la chiamata per un colloquio con Orochimaru in persona che dovrà assegnarti un lavoro importante. Fermati al tuo arrivo sul posto ed all'attesa di essere chiamato dopo che vedi i due andare via

    CITAZIONE

    REGOLAMENTO QUEST D'EVENTO "TERRA DI NESSUNO".



    INIZIO EVENTO ► Venerdì 23/11/2018.

    PARTECIPANTI EVENTO
    Jojo (Ash Roy O'connor) - Livello
    exquisite†corpse (Yami Dodson) - Livello 7
    Delin (Ryo Tatsuki) - Livello 4
    DualSlayerBlade (Daisuke Okada) - Livello 6

    MASTER DELL'EVENTO ► Roy90

    TEMPISTICHE ► 5 giorni di limite massimo. Nel caso il termine non venga rispettato, sarà eventualmente possibile recuperare il turno in coda oppure si salterà il turno (a discrezione del master). E' possibile ricevere una proroga se richiesta prima della scadenza (inviatemi un MP). Ritardi continui e perdite dei turni comportano l'esclusione dalla quest.

    EQUIPAGGIAMENTO ► Dettagli in quest.

    BONUS LIVELLO ► L'eventuale bonus livello ottenuto dalle quest sarà relativo al livello del personaggio nell'evento. L'esperienza invece, è variabile e dipenderà dalla qualità dei vostri post.

    POST ► Minimo 2000 battute/caratteri (come da regolamento role). Siete pregati di utilizzare il format riportato nello spoiler; liberi di usare i colori che preferite. Ciascun post sarà poi oggetto di valutazione in base alla qualità. Per qualità si intende l'insieme di diversi fattori oggettivi: grammatica, sintassi chiara, reazione ai fattori esterni, aspetto emotivo e coerenza con il profilo del PG.

    TURNI ► Jojo, exquisite†corpses , Delin, DualSlayerBlade
    CODICE
    <table width="550px" align="center">

    <tr>
    <td><div style="font-size: 13px; font-family: arial; line-height: 95%; letter-spacing: 0px; text-align: justify; float-justify;">
    [color=black][size=1.5]
    <p align="center"><span style="border-bottom: 1px dotted"><b>[size=10][color=red]NOME PG[/color][/size]</b></span></p>

    [size=3] [color=white]
    <p align="center">Narrato - [color=red]Parlato[/color] - <i>[color=red]Pensato[/color]</i></p>

    Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit...

    <div align="center">[URL=https://LINK%20SCHEDA%20PG]SCHEDA PG - LIVELLO PG[/URL]

    Attacco: X
    Quirk: X
    Agilità: X
    Energia: X
    Tecniche/Equipaggiamento usato
    [QUOTE]
    TECNICHE/EQUIP
    [/QUOTE]</div>
    [/color][/color][/size]
    [/size]</td></div>

    <tr>

    </table>




    NOME PG


    codice IMG Immagine PG


    Narrato - Parlato - Pensato



    Questi sono 2000 caratteri a titolo d'esempio:

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    Donec maximus consectetur purus id euismod. Ut in dui leo. Morbi in turpis dui. In placerat dignissim neque, at faucibus quam pulvinar non. Suspendisse efficitur consectetur nunc a consequat. Nulla molestie mi dui, et ullamcorper lacus condimentum quis. Quisque et eleifend justo. Mauris cursus mauris ut ligula interdum, eu pretium nisl blandit. Donec in dui id lectus posuere mattis eget vitae diam. Aenean suscipit sapien augue, a dictum magna semper vel. Donec ut ornare erat.

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    SCHEDA PG - LIVELLO PG

    Attacco: X
    Quirk: X
    Agilità: X
    Energia: X
    Tecniche/Equipaggiamento usato
    CITAZIONE
    TECNICHE/EQUIP




    Benvenuti exquisite†corpses, Dëlin, cursed_dragon, _JoJo_ al primo Evento del Forum. Un'importante vicenda potrebbe segnare per sempre la trama del GdR, quindi spero che possiate dedicare maggior riguardo ai vostri futuri post.
    Per dubbi MP.

    Buona avventura!
     
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    Roy Ash O'Connor


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    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato Altri -


    Il volto di Ash, riflesso nello specchio del bagno di casa sua, era palesemente preoccupato e ansioso allo stesso tempo. Le guance erano talmente tese che sul suo viso si potevano ben distinguere più che mai il taglio degli zigomi e della mascella. I capelli, come al solito alla rinfusa, di certo non aiutavano nel dargli un aspetto presentabile. I suoi occhi riflessi scrutavano, cercando di indagare su se stesso, sprofondando in ogni angolo della sua mente per trovare un appiglio, uno scoglio in grado di trarlo in salvo da un futuro tempestoso.
    "Che stupido...".
    Aprì il rubinetto e si sciacquò il viso con acqua fredda, sperando che quella temperatura gli desse in qualche modo più lucidità. Non poteva permettersi di mostrarsi vulnerabile, doveva apparire sicuro e deciso agli occhi di Yami. La ragazza svedese, infatti, lo aveva contattato per un incontro informale, un thè tra amici, in un normalissimo locale di quartiere.
    Il motivo di tale incontro, almeno fino a qualche ora prima, avrebbe dovuto essere un chiarimento tra i due, richiesto inizialmente proprio dallo stesso Ash, sul fatto che le loro strade si erano divise: Ash continuava a prestare "servizio" presso il Soseiji, e Yami invece, era passata dalla parte dei Bloody Snake. Il peggio è che le due fazioni erano eterne rivali tra loro e, prima o poi, secondo il parere di Ash, sarebbe arrivato il momento in cui le due fazioni si sarebbero scontrate. Era inevitabile.
    Solo che Ash non credeva che quel momento sarebbe giunto così presto e, se non fosse stato per Yoshimura, capo del Soseiji, sicuramente l'albino - nel pieno della sua ingenuità nei confronti del mondo - non avrebbe neanche fatto caso al fatto che forse quell'incontro era tutta una montatura.
    "Se non avessi detto nulla a Yoshimura, sicuramente adesso non sarei così nervoso... ma se non avessi detto nulla e poi mi fosse accaduto qualcosa, sarebbe stato peggio..."
    Lentamente, quel ragionamento sembrava sortire i suoi effetti perché l'idea di "aver fatto la cosa giusta" prendeva sempre più piede nella sua testa. Coinvolgendo il capo, avrebbe sicuramente evitato di prendere la cosa con leggerezza, così da prepararsi ad una eventuale situazione di pericolo.
    Perché, se c'era una cosa di cui Ash non dubitava, erano proprio le previsioni di Yoshimura; forse l'età, l'esperienza decennale e il fiuto verso il pericolo, rendevano il "vecchio" una persona affidabile e preparata per ogni avversità.
    In quel momento Ash non sapeva più cosa pensare, né di Yami e né della tensione che stava per esplodere tra le fazioni. Per lui, tutte quelle responsabilità, le rivalità tra bande, gli incarichi da completare - uno più rischioso dell'altro - e i vari reclutamenti iniziarono a pesare non poco.
    L'inglese si era trasferito, ormai, da un anno in Giappone per un motivo principale: mettersi sulle tracce di suo padre e, fino a quel momento, unirsi ad una "banda" di criminali lo aveva aiutato con l'anonimato, oltre ad avere la giusta protezione ed una rete di contatti in grado di fornirgli informazioni sempre più precise sui traffici illeciti di tutta Tokyo.
    Proprio qualche tempo prima, infatti, era riuscito a mettersi sulle tracce del figlio di uno dei collaboratori più fidati di suo padre, uno studente della Yuuei, Darius Wild, che avrebbe voluto usare come esca per attirare in trappola il criminale. Purtroppo, però, il piano che aveva elaborato non andò a buon fine, costringendolo ad una fuga improvvisata. Non era di certo finita lì per lui.
    Ad ogni modo, tutta questa faccenda stava diventando troppo grande per lui. Era entrato in un mondo che avrebbe voluto sfruttare per i soli interessi personali ma le vicende che ne conseguirono, una volta affiliatosi al Soseiji, non fecero altro che immergerlo sempre più nel cosiddetto Underworld, costretto a dover prendere parte ad una sempre più probabile guerra tra fazioni. Guerra, in cui in tutta onestà, Ash non avrebbe voluto prendere parte. Non soltanto la sua incolumità, ma la sua immagine rischiava di essere compromessa pubblicamente qualora la rivalità tra bande avesse richiamato l'attenzione dei media e delle forze dell'ordine.
    Ma Ash non era neanche il tipo che si tirava indietro di fronte alle sfide e davanti ad una richiesta di Yoshimura. In quell'anno ne aveva superate tante, fatto passi da gigante; partendo dai suoi problemi relazionali fino alla schizofrenia, era comunque riuscito - grazie anche all'aiuto di Yoshimura - a prendere il controllo di sé, delle sue emozioni e delle sue paure.
    Apparentemente sarebbe sembrata una persona normale ed era già tanto, ma tutto ciò aveva comportato per lui una enorme fatica.
    "Nessun rimpianto per le scelte che ho fatto... nessuno!"
    Si diceva tra sé mentre si accingeva a prepararsi per l'incontro con Yami. Doveva quindi apparire sereno e stabile (mentalmente si intende) e quindi decise di non indossare né la tuta nera da "lavoro" e né l'abito elegante che era solito usare durante gli eventi formali. Quel pomeriggio avrebbe indossato un paio di pantaloni scuri, una maglia rosso granata, un paio di scarpe sportive bianche ed una giacca imbottita color sabbia.
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    Sicuramente non era il massimo ma forse era il meglio che potesse fare per quell'occasione.


    Dopo qualche passo fatto fuori casa sua, si accorse che la temperatura era piuttosto rigida, ma non paragonabile a quella inglese e trovava quasi piacevole quella brezza fredda. Doveva raggiungere il quartiere Roppongi e, da casa sua, nel quartiere di Ota, ci avrebbe messo una buona oretta di viaggio. Per questioni di sicurezza preferiva vivere lontano dal "luogo di lavoro".
    Durante il tragitto, trascorse tutto il tempo a contemplare il suo futuro, le sue idee, la sua vendetta... quasi si dimenticò del suo obiettivo talmente era immerso nei suoi pensieri. Soltanto la fermata di Roppongi lo riportò alla realtà e all'appuntamento fissato con Yami.
    Il signor Yoshimura gli aveva chiesto di indagare sul motivo della sua richiesta di incontro e - forse - sperava che quell'occasione fosse stata dettata da una semplice richiesta di incontri "tra vecchi amici". Amici... Per Ash la parola amico aveva un significato ancora sconosciuto. Di suo, non era per nulla incline ai rapporti sociali e interpersonali. Non si confidava mai con nessuno ed usciva sempre da solo. E, per certi aspetti, si considerava anche asessuato, dato che il sol pensiero di un rapporto carnale lo faceva rabbrividire.
    Ma aveva fatto dei progressi e, almeno con Yami, le cose in passato non andarono male, quindi, la speranza di coltivare un'amicizia non era poi così lontana.
    "Se non fosse che si è schierata con quella serpe... cosa l'avrà convinta a passare dall'altra parte? Lei e suo fratello... "
    Fratello, che Ash aveva visto soltanto in un'occasione quando, assieme a Yami e Sajin, si diedero alla fuga dopo aver svaligiato la Shintoyama Bank.
    Poi, non vi furono altre occasioni di rivederlo né tantomeno di presentarsi di persona.
    Dopo qualche minuto di cammino, l'insegna del locale dell'appuntamento era proprio sopra la sua testa. Fece un sospiro ed entrò all'interno.
    Non ci mise molto a riconoscere Yami, dopotutto, a Tokyo una ragazza svedese dalla folta capigliatura bionda si distingue subito.
    Era seduta ad un tavolino e, dopo essersi fatto notare alzando la mano destra in segno di saluto, si avvicinò deciso alla ragazza.

    Da quanto tempo... Ti vedo diversa... Forse, un nuovo look?
    Dopo essersi seduto, ordinò alla cameriera di passaggio una birra Weiss.

    Volevi vedermi per un motivo preciso, giusto? Sono tutto orecchie...
    Avrebbe, infine, chiesto alla svedese con tono amichevole.



    SCHEDA Roy Ash O'Connor - LIVELLO 6

    Forza: 90
    Quirk: 360
    Agilità: 200
    Energia: 675

    CITAZIONE
    TECNICHE

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    ☿ Yami The Witch Dødson ☿





    Narrato - Parlato



    Aspettami qui. - sussurrò la svedese all'orecchio della donna seduta al posto da pilota dell'autovettura, allungandosi dal sedile posteriore dei passeggeri - Se ho bisogno di te, faccio UNO squillo, e allora vieni più veloce che puoi verso il locale. Se invece tutto va bene, ti mando un messaggio quando sto per tornare. - proseguì, guardandola negli occhi dal riflesso dello specchietto retrovisore. Jenny annuì sterile, come se anche lei, come tutte le sue sorelle, non avesse la minima personalità. Come se fosse a conti fatti un robot. Riflettendoci, Yami aveva avanzato l'ipotesi della clonazione visto che aveva visto Orochimaru operare il suo materiale genetico, ma nulla impediva, a conti fatti, che si trattasse di intelligenze artificiali in corpo meccanico o veri e propri cyborg. O forse erano due o tre gemelle che si divertivano a prendere in giro i membri del gruppo criminale. La vita di un malavitoso, in fondo, doveva essere parecchio noiosa. Sorrise e scese dal mezzo.
    Aveva deciso di viaggiare leggero quella sera, pur non disdegnando un po' di sicurezza. Aveva deciso di indossare la sua prima tuta, quella più facile da spacciare come un bizzarro abito civile (perlomeno non uno da civile che si guadagna da vivere noleggiando i suoi organi sessuali), come la sera in cui aveva incontrato Ryo. Quei pantaloni in similpelle e quel busto nello stesso materiale - completamente smanicato - non erano qualcosa di poi troppo bizzarro da vedere nella vita notturna o su una pista da ballo. Era comunque ormai inverno, e per non morire di freddo e per nascondere meglio la parte superiore della tuta aveva deciso di indossare una giacca di pelle come faceva spesso recentemente. Aveva deciso di non portare armi, un po' per fiducia verso O'Connor e un po' per non mostrarsi ostile a sua volta: la loro era una vita difficile, ma chi si sarebbe portato un coltello indiano o una frusta ad un appuntamento serale? La frusta - bianca come i suoi capelli - non poteva neppure essere celata dietro l'apparenza di un giocattolo sessuale per i gusti più strani.
    Un po' per preoccupazione e un po' per curiosità, aveva però organizzato i capelli in quattro grosse trecce, incoronate ognuna da uno di quegli strani oggetti che Orochimaru le aveva consegnato quella mattina. Le trecce davanti portavano la destra la Y, la sinistra la A. Quelle posteriori invece rispettivamente la I e la M. Il suo nome incoronava come un qualche quadrato magico il suo corpo, ora. Da ciò che aveva capito, quegli oggetti servivano in sostanza per focalizzare il suo quirk e permetterle di concentrare il fuoco e disperderlo a distanza come un lanciafiamme. Quanto al meccanismo, le era più che oscuro. L'europea era scappata di casa a tredici anni e le sue nozioni scientifiche andavano poco oltre al basilare, giusto qualche curiosità scoperta di recente su internet. Lo studio era forse la cosa che più le mancava del suo passato, ad esclusione dei suoi genitori. Mentre tutti i suoi coetanei pensavano e speravano un giorno di diventare eroi, Yami era solo interessata alla cultura e ad approfondire le sue conoscenze. Solo di recente aveva iniziato a riprendere in mano qualche libro, ma era innegabile che dopo tanti anni le fosse venuta a mancare la voglia e la concentrazione di un tempo. Un giorno, forse, avrebbe finalmente avuto di nuovo il tempo e la calma necessaria. Per ora, però, era una criminale. Con un sogno.
    Era arrivata qualche minuto in anticipo, quindi scesa dall'auto e chiusa con delicatezza la portiera dell'automobile (non era un'esperta, ma le sembrava parecchio costosa) girò l'angolo e si guardò attorno per cercare di identificare Ash, l'inglese. Aveva fatto parcheggiare Jenny un po' lontana dal locale: quando O'Connor l'aveva contattata un paio di settimane prima, l'aveva fatto attraverso il cellulare di una Jenny. Le conosceva, quindi, e non sembrava essere proprio in ottimi rapporti con Orochimaru e i Bloody Snake in generale. Quanto a lei, conosceva solo sé stessa e Daisuke e di sicuro metà di quelli che conosceva erano certamente insopportabili. A giudicare da come si era comportato con Ryo, comunque, anche lei nutriva i suoi dubbi su Orochimaru e non lo vedeva certo come un uomo infallibile o un modello da seguire. Era semplicemente il suo datore di lavoro, nulla di più. Certamente apprezzava la sua cultura scientifica e ciò che aveva fatto per lei: l'aveva liberata da suo fratello, le aveva dato un quirk o forse permesso di riconoscere finalmente quale fosse il suo (non aveva mai visto quelli dei genitori, per cui tutto poteva essere), le aveva dato una casa, dei soldi, tutto senza chiedere nulla in cambio. Non immediatamente, almeno. L'entità di un dono, però, va commisurata alla disponibilità della persona che lo fa. Era sicuro che tutto quello era solo una monetina perse in un buco in una tasca del cappotto invernale di Orochimaru, che non si fosse privato di un granché per darlo a lei. Per questo, in fondo, tutto quello non aveva un grande valore. Non per innalzarlo su un piedistallo, almeno. Per la svedese, insomma, Orochimaru non era che un grosso sacco pieno di soldi con le gambe. Non le interessava molto di quel che facesse o volesse, era il suo datore di lavoro e poco più. Non si faceva abbindolare dai sogni altrui: per questo, probabilmente, anche se gli ideali del Soseiji erano abbastanza affini ai suoi, aveva deciso di perseguirli da sola. Suo fratello credeva di essere un re, lei non era certamente a questo livello ma sentiva come una sofferenza il dover sottostare agli ordini di qualcun altro per raggiungere un obbiettivo comune. Uomini come Daisuke e forse lo stesso O'Connor si facevano quasi abbindolare dai sogni altrui, tendendo a idealizzare chi si ergeva in una posizione di comando. Yami preferiva avere il controllo. Forse Ash e persino il vecchio pensavano ad un contrasto di ideali, una grossa guerra tra pensieri opposti: non era così. La verità è che alla svedese non importava nulla, così come non le importava nulla della "causa" quando dormiva nello scantinato del Soseiji ancora macchiato dal sangue di Sajin. Yami era un cane randagio: non è poi così difficile immaginarsi che una ragazza a cui toccava sopravvivere da sola da quasi dieci anni pensasse solamente a riempirsi la pancia. Questo la rendeva una mercenaria, forse, ma l'importante era non morire di freddo durante la notte. Non è un caso, in fondo, che la morale si sia sviluppata solo dopo lo sviluppo di una società organizzata e dove la competizione non era più la base della sopravvivenza. Un branco di lupi non sopravvive grazie alla morale. Per quanto si mostrasse come una ragazza normale, dalla bellezza occidentale e gli occhi di ghiaccio, l'istinto era ben radicato alla base del suo pensiero.
    Giunta sul luogo dell'incontro, fece scivolare i suoi occhi azzurri come cubetti di ghiaccio sull'asfalto circostante: del ragazzo nemmeno l'ombra. Aspettò un paio di minuti, poi aprì la borsetta che portava appesa alla spalla destra e diede un'occhiata allo schermo di uno dei due telefoni: erano ormai passati cinque minuti dall'orario pattuito. Era inverno, come detto, e non aveva intenzione di aspettare ulteriormente fuori al freddo. Aveva passato il pomeriggio sotto la pioggia qualche giorno prima, quando aveva incontrato Seishiro (o Shizuka). Non poteva rischiare nuovamente di prendersi un malanno. Nel suo mondo ideale in cui l'utilizzo delle unicità era legalizzato, forse avrebbe potuto accendere i capelli per farsi da stufa da sola. Sorrise al pensiero, per poi voltarsi e aprire la porta del locale.
    Chiese un tavolino per due e - accompagnata dalla cameriera - vi prese posto, tenendo la giacca in pelle addosso ma appendendo la borsetta allo schienale della sedia grazie alla tracolla in eco-pelle. Decise di non ordinare, aspettando il ragazzo per correttezza. Visto il ritardo, iniziò a temere per il peggio: e se non si fosse presentato? Forse Ryo era partito troppo in anticipo? O forse lei aveva fissato l'incontro per troppo tardi? Non poteva essere. Era sicura che se fosse successo qualcosa di inaspettato, allora Orochimaru o una Jenny si sarebbero fatti sentire. E se avessero intuito che si trattava di una trappola e l'avessero fatta andare da sola per impedire i rinforzi? Per fortuna tutti i suoi pensieri si calmarono come un turbine che si disperde nel nulla quando vide l'inglese varcare l'ingresso del locale, vestito in un modo... bizzarro. Lei era vestita con abiti decisamente particolari ma quelli del ragazzo, viceversa, erano fin troppo normali. Non che importasse troppo, in ogni caso.
    Ricambiò il saluto con un cenno della mano anche lei, per poi ascoltare le prime parole dell'inglese dai capelli bianchi. Una frase di circostanza, forse, ma era ovvio che qualcosa fosse cambiato. Molte cose, anzi. Probabilmente più di quante il giovane potesse immaginare. Si tratta forse del solito egocentrismo incavato come un gene in ogni essere umano, ma pensava che nessuno potesse capire cosa avesse provato, che nessun'altro fosse mai passato per quello per cui era passata lei. Accennò un sorriso poco convinto.
    Sarà il trucco o i vestiti. - rispose direttamente, praticamente dimenticandosi di salutare - Ho perso tutto il mio armadio. Voglio dire, è rimasto al bar. - aggiunse tranquillamente. Il suo stile di vestiario, era vero, era cambiato radicalmente negli ultimi tempi. Abbandonati tutti i suoi vestiti di alta fattura e sembianze ottocentesche nel ripostiglio del Soseiji, aveva iniziato a rifornirsi in negozi di fast fashion e in quei negozi vintage che tanto proliferavano a Tokyo, ripiegando poi su un utilizzo pesante di abiti ed inserti in pelle che quella sera, con la tuta, erano certamente i protagonisti del suo outfit. Se qualcuno avesse trovato i suoi vecchi abiti al Soseiji, di contro, avrebbe probabilmente pensato che in qualche serata karaoke si esibisse al locale un gruppo visual kei di stampo gotico o metal.
    L'inglese ordinò una birra: lei disprezzava l'alcool. L'ultima volta in cui era uscita con suo fratello, quest'ultimo aveva ordinato una birra. E poi aveva aggredito due ragazzi. Ironicamente, comunque, decise di ordinare un kombucha. Una via di mezzo, insomma: in fondo lei l'aveva invitato per un the e lui aveva ordinato una birra. Il kombucha è un the fermentato grazie ad una coltura batterica, che era ovviamente la parte che lo rendeva leggermente alcoolico, con una gradazione generalmente inferiore all'un per cento. Il concetto che vi stava dietro era abbastanza schifoso: anche quando pensava al latte o al lievito cercava di ignorare il ruolo dominante svolto da batteri nel primo e l'essere un nugolo di funghi il secondo. Anche qui, bastava ignorare che in quel the avesse fatto il bagno una frittella di milioni di esseri microscopici prima di arrivare al suo tavolo.
    Nulla di particolare, in realtà. - ridacchiò la ragazza alla domanda dell'inglese, massaggiandosi la nuca con la mancina - La verità è che ho pensato che se avessi chiesto di uscire e basta avresti declinato, conoscendoti. - fece una pausa, posando gli occhi sul tavolo - Non mi sei mai sembrato molto interessato alla vita sociale. - Come lei, d'altronde.
    Ho chiesto al ragazzo che mi piace di uscire. - sorrise, quindi, alzando di nuovo lo sguardo - Mi ha dato buca, però. - ridacchiò quindi, quasi imbarazzata - Non ho molti amici e ci eravamo proposti un'uscita, quindi... - lasciò cadere la frase senza completarla, come se l'esito fosse ovvio. Era una bugia, in ogni caso. Non aveva il coraggio di chiedere a quel ragazzo di uscire, ma poteva certamente sfruttarlo come scusa. Era sicura che non si sarebbe offeso, anzi, conoscendolo sarebbe probabilmente stato persino fiero di lei.

    Yami ⛧ 8 ⛧ Dødson

    Attacco: 325 + 45
    Quirk: 450
    Agilità: 250
    Energia: 1100
    Tecniche/Equipaggiamento usato
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    ⛧ Stealth Suit FP333
    ⛧ Deadlocks



     
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    ⟐Ryo Tatsuki⟐




    Narrato - Parlato - Pensato



    Dopo la sua richiesta ci fu un attimo in cui tutto sembrava essere fermo, quegli istanti in cui si fa una domanda particolarmente invadente e non si sa veramente se si riceverà una risposta. Ryo era in effetti abituato che le poche persone con cui interagiva lo fissassero per qualche istante prima di rispondergli, più che altro per il suo aspetto alieno per la zona. Nei pochi momenti che furono necessari al vecchio per avvicinarsi, Ryo ripensò a ciò che gli aveva dato Yami poco prima. Inizialmente gli era sembrato che la svedese volesse fargli vedere un trucco con le carte per sdrammatizzare quella pesante situazione. Quando prese la carta in mano però notò che non fosse da gioco ne per dimensioni ne per soggetto. Da un fondo nero i contorni di una figura decorata e quasi danzante sembrava essere accompagnata da un sole scuro, mentre avanzava verso quello che sembrava uno strapiombo o un mare. Il giovane ragazzo rappresentato sembrava portare il tipico fagotto stereotipato di chi scappa di casa e sopra questa misteriosa scena una "O" od uno zero era inciso, mentre da fondamenta faceva al disegno una parola in inglese che non conosceva, "The Fool". La ragazza gli aveva spiegato che "Il Folle" significava varie cose, come ribellione od ingenuità. Aveva dato un certo peso all'ultimo significato, ovvero "un nuovo ciclo di vita". Era un regalo strano ed effettivamente aveva sospettato che lo stesse prendendo in giro od insultando. Considerato quanto fosse particolare la ragazza, magari era una che credeva nel destino o cose del genere. Ryo aveva accettato quella carta con piacere, tenendola in mano per tutto il tragitto verso casa. Ora era sul tavolo del suo appartamento, lasciata lì per paura di rovinarla o dimenticarla da qualche parte. Chissà, forse se l'avesse portata con se gli avrebbe portato fortuna, ma aveva già perso il prezioso coltello di Yami qualche giorno prima. Non si fidava molto delle sue tasche.
    Il vecchio Yoshimura alzò il viso che era rivolto verso la superficie del bancone bancone, arricciando le labbra in un sorriso gentile. Gli ricordava un po' suo nonno, quando andavano da lui nella regione adiacente al Kanto. Aveva una casetta in campagna in mezzo al riso e nonostante fosse passato quasi un anno dalla sua ultima visita, Ryo aveva dei ricordi piacevoli di quel luogo. Guardandolo da più vicino, si poteva notare come i tratti del vecchio fossero ancora ben definiti, con la mascella squadrata che non cedeva alla pelle rugosa e cadente tipica degli anziani. Tutto sommato si teneva bene, magari da giovane aveva fatto il modello? Ryo aveva risposto con un mezzo sorriso, più che altro aveva assottigliato le labbra cercando di fare una faccia tutto sommato normale, guardandolo negli occhi. Doveva comunque non insospettirlo, anche se non poteva di certo aspettarsi che un cliente a caso lo avrebbe attaccato dal nulla. Probabilmente la riuscita del suo colpo avrebbe dipeso dai riflessi di Yoshimura, che con tutta probabilità erano lenti e pigri a causa dell'età. Non aveva mai ammazzato un vecchio ora che ci pensava. Non gli interessavano molto, solitamente ormai tutto il loro interesse era nei loro soldi o nelle compagnie che frequentavano. L'albino comunque non doveva proprio ucciderlo, ma molto probabilmente le grinfie di Orochimaru non erano il più sicuro dei luoghi.
    Ryo stava aspettando una risposta dal proprietario del locale, ma quella non arrivò mai. Invece il vecchio spalancò gli occhi sottili ed orientali, i quali erano rimasti quasi socchiusi fino a quel momento, rivelando un paio di iridi scure che trasmettevano stupore. Era come se Ryo fosse esploso in mille pezzi davanti a lui. Pure la sua bocca si spalancò ed in quel momento la mente del ragazzo vagò nei pensieri peggiori. Era già stato scoperto? Era improbabile che avesse notato i coltelli e dovette resistere alla tentazione di metterli a posto con le mani. Non sapeva bene come rispondere a quella reazione: dopotutto è come se si entrasse al supermercato ed al momento di passare i prodotti il cassiere si mettesse a fissarti incredulo, come se avesse visto una specie di uomo mai scoperta prima. Ryo guardò dietro di se, alla sua destra, per controllare che non fosse appena entrata una celebrità nel locale, cosa che avrebbe spiegato probabilmente l'espressione di Yoshimura. Non notò nessuno in particolare forse per la fretta, visto che tornò a guardare il vecchio cercando di capire cosa diamine avesse. L'albino tenne il suo sguardo con un'espressione neutra, più simile ad uno stoccafisso, guardando il colore degli occhi dell'uomo cambiare da neri a rosso vivo, come se qualcuno avesse mischiato una quantità abnorme di inchiostro rosso in mezzo alla china.
    Se lo avesse visto da fuori gli avrebbe fatto quasi ridere. Sembrava una di quelle scene nei cartoni animati in cui il protagonista arrabbiato ha delle fiammelle al posto degli occhi. Quelli però sembravano più fuochi fatui, simile a ciò che aveva sognato prima di svegliarsi, i quali seguivano gli impercettibili movimenti del suo viso maturo. Era un po' come guardare il sole all'alba, così accecante da macchiare la retina. Ryo non aveva idea di come comportarsi, più che altro perché l'unica azione di Yoshimura fu quella di guardarlo. Per un istante aveva ragionato sul far uscire la coda all'istante, la sentiva quasi ribollire nel sangue avvelenato che scorreva all'interno del suo corpo. Però...per ora non sembrava armato di cattive intenzioni e di certo non poteva permettersi di far saltare la copertura in quel momento. Decise quindi di giocarsela sulla normalità in quel momento. Doveva negare l'evidenza e far finta che andasse tutto bene. Chissà, magari era solo un effetto secondario del suo quirk? Non poteva rischiare di morire per un'espressione stupita. Per una volta tanto, doveva giocarsela d'astuzia.
    Tutto bene? Inarcò le sopracciglia, rilassando le spalle e guardandolo con attenzione. Cercò di mantenere un tono di voce il più calmo possibile, doveva recitare bene la sua parte. Era un cliente del bar, nulla di più, che si preoccupava per quella reazione. Il suo piano, che già stava cominciando a sfaldarsi nella sua mente, poteva aspettare. Doveva fare come il pescatore con il pesce. Mettere l'esca e tirare la lenza solo al momento giusto.

    Scheda Ryo Tatsuki - LIVELLO 5

    Attacco: 45
    Quirk: 175
    Agilità: 150
    Energia: 425/425
    Tecniche/Equipaggiamento usato
    CITAZIONE
    Equipaggiamento:
    Izumi e Kakou (Stato Izumi: Avvelenato)





    P.S Ryo non ha la benda in questa role. Scusate per l'immagine che confonde.
     
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    Daisuke Okada


    hibari_kyoya__katekyo_hitman_reborn_by_notmi-d4pa8hj



    Narrato - Parlato



    Era tarda notte, un orario non preciso, il corvino difatti, non notò l'orario nella sveglia,seppur i lampioni gli irradiassero la casa. Sentiva il corpo pesante, non ricordava molto di quello che era successo prima di quel momento. Era lì, steso sul divano, non sapeva nemmeno il motivo del suo essersi svegliato, il suo braccio sinistro era parecchio dolorante, seppur in quel momento fosse coperto da una fasciatura di qualche tipo. Si ricordava lo scontro con Yami in modo molto vago, non era nemmeno troppo sicuro su quello che fosse successo. Si ricordò che la ragazza albina gli diede una carta, e poi lo rincuorò dicendogli che qualcuno gli avrebbe curato il braccio. In quel momento non era importante, ma Daisuke si stava preoccupando per la figura che aveva fatto, non ricordandosi la maggior parte dei discorsi fatti, forse per il dolore, o magari per la stanchezza. Il pensiero di aver fallito miseramente quell'allenamento lo fece stare male, non era nemmeno stato in grado di colpirla, o per meglio dire, il suo colpo era stato parato in modo eccellente, questo lo faceva sentire un debole, seppur la ragazza fosse un suo superiore.
    Il mafioso era rimasto solamente con la camicia, chissà com'era ridotta la giacca, di sicuro non meglio di quello che aveva addosso, data anche l'ustione dal gomito sinistro fino alla mano. Non riusciva a dormire, seppur la stanchezza fosse tanta, faceva fatica persino a muoversi, però, con tutte le energie che erano rimaste nel suo corpo, andò a vedere la carta ricevuta dalla ragazza. "The Chariot", o per meglio dire "Il Carro", un arcano maggiore, o almeno gli sembrava essere quello, non era mai stato un amante dei tarocchi o di tutte quelle cose che dovrebbero prevedere il futuro, a suo parere era la persona a crearselo, il destino può dare una mano, ma solo quello. Magari la donna era un amante di quel tipo particolare di cose, o magari era una pratica di Bloody Snake, dare una carta, la quale definiva un ruolo, ad ogni membro del gruppo. Chissà, lo avrebbe scoperto solo con il tempo.
    Il mafioso, per sicurezza, prese la carta e la mise nel suo portafogli, il quale, per fortuna divina, era ancora nella tasca destra dei suoi pantaloni, cioè dove doveva stare. Non che dentro avesse poi tanto, qualche carta e qualche tessera, e qualche soldo tenuto lì per caso. Il giovane tastò anche la tasca sinistra, dove di solito teneva il suo smartphone, il suo cuore perse un battito quando non sentii nulla, per fortuna dopo qualche secondo si rese conto della posizione del telefono, il quale era appoggiato sul tavolino di fianco al divano. Lo vedeva, ma non voleva prenderlo, la luce del telefono, a quell'ora della notte lo avrebbe stordito. Quindi, appoggiando il portafogli sul telefono, il corvino si rigirò per dormire, coprendosi e sperando di svegliarsi bene la mattina successiva.
    Così infatti fu. La mattina che seguiva quella notte fu molto tranquilla, seppur accompagnata dal classico rumore di macchine che si poteva udire dalla "casa" del ragazzo.
    Il giovane si alzò dal divano, e si diresse al bagno, il suo spazioso e freddo bagno, durante la notte non l'aveva notato, essendo comunque coperto, ma la temperatura era particolarmente bassa la mattina, e il suo bagno, pieno di spifferi com'era, diventava parecchio gelido. Dopo l'apertura dell'acqua calda, per scaldare leggermente la struttura, il ragazzo si levò i vestiti di dosso, facendo parecchia attenzione a non urtare la ferita. Dopo essersi denudato si tolse anche la garza "protettiva", la quale gli ricopriva in modo leggero l'ustione. Tempo fa aveva letto che era meglio non comprimerle, infatti la garza era messa in modo impeccabile. Ora veniva il problema, lavarsi. Bagnare la ferita con l'acqua gli avrebbe provocato dolore, quindi la prima cosa che gli venne in mente fu quella di legare il braccio con un panno, ma non era molto conveniente, quindi, pensando in fretta, prese un sacchetto del gelo, e ci mise il braccio dentro, forse non era l'azione consigliata dal punto di vista medico, ma legando la parte "aperta" con dello scotch, sarebbe riuscito a non bagnarla.
    La speranza del giovane era di avere ancora delle garze o degli analgesici, così il dolore si sarebbe attenuato, ma per sua sfortuna, il suo kit medico era praticamente vuoto, rimaneva uno sciroppo per la tosse, un paio di antiacidi e dei cerotti sparsi in giro. Quindi dopo la doccia sarebbe dovuto uscire, dato l'orario non avrebbe faticato a trovare una farmacia aperta, gli sarebbe bastato solamente non far notare il braccio. Dopo circa 10 minuti di camminata veloce, con il suo braccio che penzolava malamente, il mafioso arrivò alla farmacia, e provando ad essere il più normale possibile, comprò un pacco di garze e degli analgesici da banco. Il minimo indispensabile per la sua ferita, dato che non voleva spendere una fortuna in medicinali. Ora gli rimaneva solo il posizionamento della garza, non era un medico esperto, quindi non era poi così facile applicare la garza nella maniera corretta, forse sarebbe stato meglio andare da un medico reale, ma non aveva voglia di inventarsi una scusa per l'ustione, e non poteva di certo dire che si era ferito combattendo contro una ragazza, qualunque medico si sarebbe fatto due domande.
    I giorni passavano velocemente, dato il braccio malandato il corvino non faceva molto, si alzava la mattina, faceva il possibile per mantenersi in forma, completava i suoi pasti, e poco altro. Le cose più emozionanti che gli erano capitate erano stati i vari "viaggi" verso la farmacia, per rifornirsi dei medicinali di cui necessitava. Dato il tempo libero si era anche messo a "studiare" la carta che Yami gli aveva dato, era un arcano maggiore come immaginava, aveva letto che rappresentava la scelta nelle interpretazioni, ma rappresentava anche l'onore e la fedeltà. Tra questi significati Daisuke si rivide solo nella fedeltà, una volta formata l'intesa corretta il ragazzo non mollava l'osso, rimaneva fedele anche a costo di ferirsi. Forse un punto a suo sfavore, ma era così fin da piccolo, molto simile ad un animale sotto certi aspetti. Il primo pensiero che venne al ragazzo fu semplice, magari Yami gli aveva dato la carta per via del suo quirk, alla fine il mafioso poteva trasportare la gente, e, seppur in modo diverso, anche il carro lo faceva.
    La carta aveva le scritte e il disegno di colore bianco, mentre lo sfondo era di un nero profondo, la figura era quella di un uomo sopra di un carro, con due cavalli che guardavano in posizioni diverse, come ad indicare l'indecisione ma il bisogno di una scelta, o magari il bisogno di equilibrio? Sopra alla figura troneggiava un 7 scritto in numeri romani, quindi un "VII", un numero particolare, era un numero ritenuto fortunato in molte culture. Ed era anche un numero importante nelle religioni, seppur Daisuke non fosse un grande credente, sapeva grazie al suo patrigno alcuni concetti base della religione Cristiana, ed essendo giapponese sapeva qualche cosa sullo Shintoismo. In entrambe le religioni non era un numero da niente, in una rappresentava il numero dei peccati capitali ed altre cose, nell'altra rappresentava le divinità della felicità. Magari al Carro era assegnato un numero tanto importante perché rappresentava anche il peso di una scelta? Queste cose non erano perfettamente chiare al mafioso, magari avevano anche un significato talmente profondo che era arduo da raggiungere, ma non essendo un grandissimo amante delle predizioni, non si interessò più di tanto.

    Una mattina però, successe qualcosa di particolare, il ragazzo stava sonnecchiando quando una suoneria diversa dal solito lo svegliò di colpo, era la suoneria base di un qualche telefono, veniva dal tavolo grande, quello che era adibito ai pasti. Il corvino, altamente scombussolato e confuso, si rese conto solamente dopo aver risposto, che il telefono che squillava, era quello fornitogli da Jenny per venir contattato da Bloody Snake. Per fortuna nel bel mezzo della chiamata se ne rese conto, evitando figuracce poco piacevoli, la voce dall'altra parte del telefono era della collega dai capelli verdi che gli aveva fornito la maggior parte delle informazioni fino a quel momento. Gli disse una cosa che venne recepita solo dopo, una cosa non da poco, probabilmente la cosa più importante che gli fosse accaduta dopo l'ingresso in Bloody Snake.
    Jenny gli disse che Orochimaru in persona voleva un incontro con lui, doveva assegnargli una missione importante, Daisuke recepì l'importanza solo dopo aver fatto un lamento d'approvazione alla ragazza con cui parlava, e dopo la chiusura stessa della chiamata. Per quale motivo il boss del gruppo voleva lui, un delinquente entrato da poco, per una missione importante? Forse la "missione importante" era una copertura per un altro test? O magari, essendo i quirk di teletrasporto rari, aveva visto qualcosa di utile da fare con il suo quirk. Queste domande si sarebbero risolte solo il giorno dopo, il tempo di incontrare Orochimaru.
    L'appuntamento era per il giorno seguente, durante la mattinata sarebbe dovuto andare al Fabrique, nella zona di Roppongi, a circa 30/40 minuti dalla zona in cui abitava, si sarebbe dovuto preparare a dovere, era una situazione importante per il corvino, e di certo non poteva presentarsi impreparato. Magari sarebbe stato meglio prepararsi un discorso o qualcosa, si sarebbe dovuto allenare sui saluti formali, questo era sicuro. Il mafioso non sapeva come portare le armi, non poteva andare in giro come se nulla fosse, con un numero esagerato d'armi addosso. Doveva sceglierle con cura, e avrebbe dovuto trovare un qualcosa per portarle. Mettendosi a cercare in casa, senza esagerato impegno, riuscì a trovare una valigetta nera, in acciaio, abbastanza formale e comoda, probabilmente era di un qualche lavoro passato, sembrava una di quelle classiche valigette per i soldi che si possono vedere nei film.
    Il corvino non sapeva cosa avrebbe fatto, quindi non sapeva nemmeno cosa fosse corretto portare, magari nella missione che gli sarebbe stata assegnata non gli sarebbe servita nemmeno un arma, nel dubbio però era meglio portare tutto. Mise nella valigetta la sua Beretta silenziata, con un caricatore annesso. Si porto dietro anche l'elsa della sua spada, non era l'oggetto più utile del mondo per le missioni, dato l'uso particolare, ma era effettivamente interessante vedere i nemici abbassare la guardia alla vista di un elsa senza lama. Infine decise di portarsi dietro qualche granata, due fumogene, due narcotiche e due ad urto. Prese unicamente quelle versatili, quindi quei tre tipi, le altre erano estremamente situazionali. E poi non poteva rendere troppo pesante la valigetta, magari si sarebbe rivelata un peso inutile.
    Solo dopo aver organizzato le armi si rese conto del problema maggiore, la sua ferita non era ancora guarita, probabilmente prendendo qualche antidolorifico il dolore sarebbe diventato sopportabile, ma si sarebbe dovuto mettere dei guanti, così poteva oscurare il suo punto debole più visibile, e non rischiava di far brutta figura con il Boss. Per questo motivo il corvino si mise a cercare dei guanti nel suo "guardaroba" il quale era prevalentemente composto da completi o vestiti comodi per lo sport. Solo dopo qualche ora di ricerca trovò un paio di guanti bianchi in cotone, non troppo dissimili da quelli di un cameriere, i quali erano abbastanza lunghi da coprire completamente le bende.
    L'effettiva mattina dell'incontro, il ragazzo si svegliò particolarmente presto, voleva avere tutto il tempo per prepararsi. Si fece una lunga e rilassante doccia calda, nella quale provò anche ad esercitarsi con alcuni saluti, quelli da utilizzare con un superiore, ma essendo parecchio emozionato all'idea di vedere questo fantomatico Orochimaru, faceva fatica anche solo a provare i saluti. Come poteva essere un uomo così potente? Daisuke aveva sempre avuto come modello d'ispirazione il patrigno, era la figura autoritaria per eccellenza nella sua visione delle cose, chissà se quell'uomo che aveva fatto non poco scalpore era più o meno autoritario del padre, il quale, seppur capo di una piccola famiglia, era piacevolmente severo.
    In quel giorno anche la scelta del completo era importante, di solito metteva sempre i soliti tre o quattro abiti, ma quel giorno voleva portare qualcosa di particolare, il mafioso era solito indossare dei completi a due pezzi, composti da camicia e giacca, quel giorno però decise di indossare qualcosa di più elegante, dal suo punto di vista, un completo a tre pezzi, il quale, secondo Daisuke dava parecchia professionalità in più. Un "semplice" completo di colore nero, che faceva un contrasto carino con i guanti che aveva miracolosamente trovato.
    Così, dopo aver inserito anche la maschera, un oggetto abbastanza fragile, all'interno della valigetta, decise di andare verso Roppongi, o più precisamente verso il locale dove avrebbe dovuto incontrare Orochimaru, decise di prendere la metro, così sarebbe arrivato con qualche minuto d'anticipo. La temperatura esterna fu una sorpresa per il ragazzo il quale non pensava fosse così bassa, però la brezza gelida che gli passava sul volto, era quasi piacevole, infatti fece ritornare con la mente sulla terra il mafioso, che si stava già facendo dei viaggi mentali sulle possibili missioni che potevano affidargli.
    Come il mafioso si immaginava il viaggio fu tranquillo, ora gli rimaneva solo il dirigersi al locale. Quella era una delle sue prime occasioni per fare direttamente colpo sul capo, e probabilmente facendo brutta figura sarebbe andato in grossi guai. Dopo pochi minuti di passeggiata arrivo alle porte del Fabrique, una discoteca abbastanza famosa, Daisuke non era tipo da discoteche, però aveva visto qualche volantino in giro per Tokyo, e di certo non pensava fosse anche il nascondiglio di Orochimaru, in effetti aveva senso, le discoteche venivano spesso prese di mira dalla polizia, nessuno andrebbe a cercare il nascondiglio di un criminale dove spesso agiscono le forze dell'ordine. Così, rimanendo a debita distanza dall'edificio, il ragazzo si mise ad aspettare l'orario preciso per l'incontro, essendo arrivato leggermente in anticipo.


    Daisuke Okada | Livello 6

    Attacco: 150
    Quirk: 225
    Agilità: 250
    Energia: 650
    Tecniche/Equipaggiamento usato
    CITAZIONE
    Equipaggiamento:
    - Supporto- Lama Vuota
    Questa "spada", in realtà è costituita unicamente da un elsa, la quale, quando stretta con forza dall'utilizzatore, genera un impulso che fa attivare il quirk, utilizzando dei piccoli aghi posti su di un lato della spada, di fatti, un utilizzo prolungato, oltre ad un affaticamento per via dell'utilizzo del quirk, causa anche un leggero sanguinamento, non doloroso, o perlomeno, poco doloroso. La lama vera e propria però, viene creata dal quirk dell'utilizzatore, nel caso di Daisuke, viene usato Portal Movement, per fare entrare parti del corpo di un avversario, o di qualunque cosa, nel portale, per poi sfruttare l'impulso creato dalla spada, per tagliare, sfruttando una delle peculiarità di Portal Movement, cioè la chiusura a scelta dell' utilizzatore. Questo permette alla spada di essere quasi invisibile, come per l'appunto i portali di Daisuke, e di non avere reale consistenza.

    -Offensivo- Beretta 92FS
    Questa è una semplice arma da fuoco, come potrebbe essere una pistola di servizio di un poliziotto statunitense o di una guardia giurata.
    Avendo un calibro 9 mm con caricatori da 15 proiettile l'uno. E con una canna di 125mm.
    Probabilmente una delle armi più comuni anche tra le varie pistole da cinema e facilmente usabile. Presenta inoltre un silenziatore che attutisce il suono emesso dallo sparo.
    (Con un caricatore)


    -Offensivo- Granata Fumogena (Nebbiogena) (x5)
    Una bomba a mano che crea un grande banco di nebbia per coprire i movimenti in una certa zona, andando a creare parecchi volumi di fumo artificiale.
    -Effetto- Banco di nebbia per 2 turni in un'area 10x10.

    Offensivo- Granata Narcotica (x5)
    E' un particolare tipo di granata fumogena, che non solo crea un grande volume di fumo, ma genera un gas narcotico, il quale, se respirato, farà addormentare il soggetto in giro di poco.
    -Effetto- Dopo 1 turno -5 in riuscita. dopo 2 turni effetto narcotizzante leggero

    - Offensivo- Granata ad urto (x5)
    E' un particolare tipo di Granata a frammentazione, che però non è letale, essendo costituito da due sfere di gomma dura "esterne" e parecchie piccole sfere di gomma dura interne. Producendo dolore ma non rischiando di creare danni letali. Utili per spostare un nemico o farlo rannicchiare per il dolore.
    -Danni- Medi

    Tecniche :
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    TERRA DI NESSUNO






    "Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono"

    Una frase semplice , spesso anche sottovalutata, ma mai come in un giorno del genere poteva essere più vera che mai! Uno di quei giorni in cui le scelte di pochi vanno a smuovere le fondamenta stesse della società indipendentemente dalle azioni dei molti, che il più delle volte sono testimoni ignari di qualcosa che risulta ben più grande di loro. Oppure in alcuni casi, ci sono degli individui che raggiungono una posizione nel mezzo, parte di un piano ben più grande di loro di cui nemmeno sanno l'obbiettivo ultimo, ma da cui dipendono i risvolti che il misterioso futuro riserverà a tutti. Nella fattispecie alcune storie, apparentemente distinte le une dalle altre, avevano luogo in luoghi ed orari diversi ma che ben presto sarebbero finite per intrecciarsi indissolubilmente. Da un lato una giovane svedese intenta a tenere impegnato un ex collega, dall'altro un albino ligio al dovere, pronto a sfruttare ogni appiglio per trarre in salvo ciò che aveva avuto di più simile ad un'amica da un infido boss del crimine. Ma non finiva certo qui, in questo quadrò pieno di inganni e speranze vi era anche un giovane dall'animo tormentato il cui sfogo prediletto era la violenza, invitato a compiere il crudele gesto di rapire un apparentemente indifeso vecchietto; ed infine un giovane mafioso pronto a tutto per dare la giusta impressione di se davanti al suo boss. Come le idee e le azioni di questi individui andranno ad erigere le effigi del nostro futuro?

    <p align="center"> -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------



    Ryo, nell'assistere alla reazione del vecchio, si trovò spiazzato per qualche breve istante ma riuscì a mantenere il sangue freddo e quindi la sua copertura. Continuò quindi una tutto sommato normale conversazione per non indurre sospetti. Di canto suo Yoshimura tirò un respiro profondo e fece tornare normali i suoi occhi

    Oh... Si... Tutto bene... Scusami, ho notato in te qualcosa di molto raro e familiare... Ad un povero vecchio come me basta poco per emozionarsi... Sai, non sono in molti quelli come noi...

    Gli occhi del vecchio restavano sempre puntati sul ragazzo, come se attendessero qualcosa ed in particolare una reazione a quell'ultima frase pronunciata con maggiore enfasi. Come avrebbe reagito l'albino?

    -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------



    Intanto nel covo di Orochimaru, Daisuke venne chiamato e condotto al cospetto del boss. L'ufficio in cui si trovava era molto elegante e ben arredato, in tono con l'abito di classe che il rettilesco individuo indossava.

    Benvenuto Daisuke... Innanzitutto vorrei congratularmi con te per lo splendido lavoro fatto qualche tempo fa con la mia cara Jenny. In virtù delle tue splendide capacità avrei per te un altro incarico ben più importante, ma non molto diverso da qualcosa che hai già fatto in passato! Se riuscirai, e sono certo che sarà così, sarai lautamente ricompensato e potrai godere dei benefici concessi solo ai più meritevoli del mio gruppo.

    Orochimaru parlava con assoluta tranquillità ma il suo tono e le sue parole lasciavano trasparire una sicurezza quasi fuori dall'ordinario, sembrava come se le sue parole fossero legge. Nel frattempo una seconda Jenny, in tutto e per tutto identica a quella che aveva accolto Daisuke, entrò nella stanza con un cofanetto di quelli che si aprono a scatto e contengono un anello splendente per la più romantica delle occasioni. Solo che questa volta non c'era nessun anello e l'occasione sarebbe stata tutt'altro che romantica. Il cofanetto venne adagiato sulla scrivania ed il boss riprese.

    Dovrai "consegnare" quel cofanetto in un luogo molto particolare, al centro esatto delle Yuuei. So che hai già avuto modo di addentrarti all'interno dei confini di quelle mura ed hai svolto un ottimo lavoro, questa volta sarà anche più facile visto che non dovrai avere a che fare con nessuno in particolare. Dovrai solo effettuare la consegna e scappare il prima possibile. Una volta fuori troverai Jenny ad aspettarti con il motore acceso e le fondamenta di questa società cambieranno radicalmente!

    Il volto di Orochimaru si prodigò in un macabro sorriso di quelli che mettono ansia solo a vederli, ma durò solo qualche istante prima che riprendesse i suoi normali lineamenti, anche quelli abbastanza particolari da mettere comunque soggezione a chiunque.

    Per l'occasione non dovresti trovare nessuna resistenza, nessuno dei professori dovrebbe trovarsi lì. Avranno ben altro a cui pensare, ma nel caso in cui qualche studente curioso dovesse intralciarti, ho un regalo per te...

    Ed ecco comparire un ennesimo cofanetto, questa volta più basso ed allungato, che il boss tirò fuori dalla tasca e porse alla Jenny che era lì fin dall'inizio. Una volta aperto la ragazza mostrò una siringa piena di uno strano liquido blu scuro.

    Questo particolare composto aumenterà le tue capacità rigenerative per ventiquattr'ore... Anche la ferita più grave si rimarginerà in poco tempo. Un recente investimento mi ha permesso di sviluppare questo siero e devo dire che sono stato uno dei miei migliori affari.. Beh mi sembra sia tutto... Se non hai domande Jenny provvederà all'iniezione ed a condurti a destinazione!


    -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------



    In una zona completamente diversa intanto, Yami e Roy si erano incontrati dando inizio al loro apparentemente tranquillo appuntamento, ognuno ignaro che l'altro avesse un secondo fine ben preciso. Chi avrebbe portato a termine i suoi obbiettivi? Solo il tempo avrebbe potuto darci questa risposta, così i due continuarono a chiacchierare mentre la porta del locale si aprì nuovamente lasciando che uno strano individuo entrasse per poi guardarsi intorno come per cercare qualcuno.



    I due, se avessero avuto modo di prestarvi attenzione, avrebbero potuto notare che il tale si sarebbe seduto proprio a due tavoli di distanza da loro, apparentemente indifferente a qualsivoglia stimolo proveniente dall'esterno.


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    Bene, direi che è tutto chiaro :yeah:
    Ryo può continuare con l'approccio che preferisce, libero di cogliere o meno il riferimento di Yoshimura.
    Daisuke può fare le domande che vuole e poi descrivere il viaggio fino al primo approccio per entrare alla Yuuei. Ovviamente ricorda di prendere il cofanetto e farti fare l'iniezione :yeah: Nel primo post c'è stata una piccola incongruenza visto che io avevo descritto il tuo arrivo già nella sala d'attesa e tu sei rimasto fuori invece ma poco male xD
    Yami e Roy, siete liberi di continuare a chiacchierare e, se volete, potete notare il tipo strano che entra nel locale e sis siede ad un tavolino con il suo sguardo vuoto. Ovviamente non avete idea di chi sia e cosa stia facendo salvo che possiede dei tratti "razziali" simili a quelli di Yami :uhuh: Sarà svedese anche lui?

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    Roy Ash O'Connor


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    Dopo essersi accomodato di fronte a lei, ne ebbe la conferma: la ragazza svedese era esteticamente diversa rispetto a come se la ricordava, Ash. All'occhio, balzarono subito i capelli, quattro grandi trecce raccolte attorno a quattro lunghe perline per dreadlocks, apparentemente in ferro. Il colore, inoltre... se li ricordava decisamente più biondi ma, in realtà, da vicino, poté constatare che erano bianchi, forse come i suoi. Decise però di non indagare al riguardo, anche perché non era escluso che la sua memoria gli avesse giocate dei brutti scherzi. Lei comunque avrebbe sicuramente notato lo sguardo di lui, frugare tra le incisioni dei suoi ferma-capelli.
    Ho perso tutto il mio armadio. Voglio dire, è rimasto al bar. Le aveva detto subito, lei.
    I tuoi vestiti sono stati messi all'interno di una scatola e depositati nel garage del Soseiiji. Lo ha fatto il vecchio, sai? Anche il livello sotterraneo del locale, è stato completamente ripulito, ci ha pensato un'impresa di pulizie. Rispose prontamente il ragazzo con un tono sereno.
    Quelle che seguirono subito dopo, furono più che altro delle frasi di circostanza, fino a quando la ragazza non gli confessò di un appuntamento non andato esattamente secondo i suoi piani, un appuntamento con una persona che gli piaceva.
    Non aveva considerato questo aspetto, prima d'ora. Nel senso, non si aspettava che Yami si dedicasse a questo tipo di attività intime. Per quanto naturali e completamente innocue nel loro aspetto, gli appuntamenti "sentimentali" costituivano per lui qualcosa di lontano ed inesplorato.
    Per buona parte dell'infanzia e fino all'adolescenza, aveva vissuto all'interno di un istituto psichiatrico, irrigidendo il suo modo di essere e di comprendere le altre persone.
    Sapeva che questo era un suo limite, però. Sentimentalmente ingenuo ma era in grado di riconoscere ed ammettere che il mondo funzionava in modo diverso e che le persone vivevano in un modo diverso dal suo. Era un pesce fuor d'acqua, ovunque egli andasse. Le relazioni tra amici, tra amanti, tra padre e figlio... tutte cose che non aveva ancora provato. Era questo uno dei suoi più grandi punti deboli. Avrebbe potuto sopportare violenze fisiche, tradimenti e colpi bassi, ma l'idea di condurre una vita costantemente in perfetta solitudine, lentamente lo stava soffocando.
    Un anno trascorso in una metropoli come Tokyo e l'unica persona con cui aveva instaurato un rapporto sociale "decente" - seppur limitato dalla verità su suo padre, che continuava a celare - era il vecchio Yoshimura. Un uomo di cui non aveva mai avuto occasione di vederlo in azione, seppur sapeva chi effettivamente fosse. Tutt'altro che "spaventoso", lo stile e il modo di porsi del vecchio, lo rendevano un uomo saggio e autorevole. Un comunicatore positivista, fiero delle sue opinioni sul mondo che, in gran parte, lo stesso Ash condivideva.
    Ma restava pur sempre una sorta di "seguace", un dipendente, con dei compiti da svolgere per conto suo e che, forse, avrebbe preso parte ad un conflitto aperto con un'altra banda... ed era l'ultima cosa che desiderava.

    Non sapeva come effettivamente rispondere, dopo che Yami ammise di averci provato con qualcuno... un vero inesperto in materia:
    Sembra che questa persona non sia stata proprio corretta... di solito, se uno non può presentarsi ad un appuntamento, avvisa l'altra persona, no?
    Sperava di non aver detto una cavolata, per poi spingere la discussione su qualcosa di più comprensibile.
    In quel momento arrivò una cameriera con il kombucha e la pinta di birra. Giusto in tempo per smorzare un po' quella situazione.
    Ash ne approfittò per dare un bel sorso di birra e nel mentre che sorseggiava, poté riconoscere che la presenza di lei non lo turbava affatto, almeno, non la infastidiva.
    Poi, le vennero in mente le parole di Yoshimura e di nuovo il dubbio lo pervase. Sul suo volto poté trasparire una sorta di inquietudine. Si fece un po' più cupo e quindi, senza troppe remore, decise di andare in fondo:
    Non mi dispiace affatto questo momento e mi dispiacerebbe un po' se un giorno noi due dovessimo ritrovarci l'uno contro l'altro.
    Forse non si era sbilanciato troppo con quella dichiarazione, dopotutto, era stato sincero, aveva detto quello che pensava... l'unica cosa che lo turbava, in quel momento, era che lei facesse finta di nulla o passasse per colei che era all'oscuro dei piani del suo capo.
    Piani che, in tutta onestà, nemmeno Ash poteva sapere. Magari era soltanto la suggestione del vecchio e Orochimaru non aveva alcuna intenzione di innescare alcun conflitto?
    Ma è anche vero che Yoshimura, fino ad ora, non si è mai sbagliato.
    Pensò infine l'inglese, prima di essere attirato dalla presenza di un ragazzo dai lunghi capelli biondi, che si accomodò ad un paio di tavoli accanto a loro. Lo osservò per qualche secondo, aveva lo sguardo perso, come se gli fosse accaduto qualcosa di poco piacevole.
    La sua attenzione, però, ritornò subito su Yami e poi sul suo boccale, per godersi un altro sorso della sua bevanda preferita.



    Roy Ash O'Connor - Livello 6

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    La svedese sorrise quando il ragazzo seduto di fronte a lei le notificò che i suoi vecchi vestiti erano stati raccolti e ammassati in una scatola dal vecchio Yoshimura. Un gesto quantomeno carino, non c'è che dire. Purtroppo, però, quei vestiti non le appartenevano più e da vari punti di vista. Per quanto continuasse ad adorare quello stile, il suo lavoro era decisamente cambiato rispetto a qualche tempo prima. Per ciò che doveva fare e, sì, per la persona che aveva deciso di essere, quei vestiti erano più che inadatti. Per quanto, come aveva anche ripetuto varie volte, abbigliamenti sopra le righe non fossero poi così atipici per le vie di Tokyo, si trattava comunque di un tipo di apparenza che poteva attirare sguardi indiscreti. In passato non se ne preoccupava, anche e soprattutto in balia (e da balia) di quella bomba ad orologeria su gambe. Pensava che il comportamento di suo fratello, violento e rissoso, potesse in qualche modo giustificare la sua bizzarra apparenza. Pensava, in una strana e complessa dicotomia, che il comportamento di suo fratello potesse permetterle di vestirsi come voleva, come se quella emessa da Yama fosse una strana luce oscura, come se le persone fissassero intensamente una torcia e quel potente fascio di luce ponesse in ombra tutto ciò che gli stava dietro ma anche che, al contrario, dovesse caratterizzarsi in un modo particolare e ambiguo proprio allo scopo di superare l'impetuosità sbalorditiva del suo gemello. Pensava (e temeva) che tutti coloro a cui i gemelli si erano presentati potessero ricordarsi solamente del fratello e mettere in ombra lei. Egoisticamente cercava di caratterizzare il suo aspetto in modo che fosse così atipico da non poter essere dimenticato. Persino Ash, probabilmente, si trovava lì solo perchè non aveva mai visto Yama. Il gemello si era presentato - in sua presenza - solo alla guida del camion fuggendo dalla rapina in banca, quell'infausto giorno di qualche tempo prima. Ash, però, non aveva avuto modo di vederlo, non avendo campo visivo favorevole e dovendosi occupare delle pesanti ferite di Saijin. Yami non sapeva che il vecchio barista aveva poi rivelato all'inglese la verità sulla sua unicità ed era sicura che Ash - così come altri - potessero pensare che in passato si trovasse in quella posizione di falso privilegio grazie alle sue forze. La triste verità era che tutto ciò che era riuscita a fare e ad ottenere lo aveva fatto ed ottenuto solo in quanto ricettacolo della volontà e della persona di suo fratello.
    Chi aveva avuto modo di vederlo, difficilmente se lo sarebbe scordato. Alucard aveva perso una gamba scontrandosi con lui, Yuya aveva provato la sua furia più a parole che effettivamente sulla sua pelle, ma lo aveva visto venir trapassato da una motosega senza fiatare una parola, come una divinità discesa dal Cielo. Sapeva che aveva avuto un qualche impatto sul giovane con la coda da diavoletto, sia al loro primo incontro che in quel bizzarro sogno misto a realtà, ed era stupita - inizialmente - che al loro incontro a Disneyland non ne avesse fatto parola. Più tardi, riflettendoci, aveva capito che probabilmente quello che aveva frenato la sua lingua non era scrupolo o dimenticanza, ma solo paura. Paura di evocare quel demone, come un desiderio malriuscito, come il detto "parli del diavolo e ne spuntano le corna". Anche ora che quel diavolo era stato esorcizzato dal suo corpo e non poteva più mettere le mani sulla sua candida pelle nord-europea. Ciononostante, lui l'aveva comunque trattata come un essere umano nonostante sapesse cosa covava nel petto.
    In ogni caso, quel vestiario apparteneva ormai ad un periodo concluso della sua vita. Ora aveva tutto sulle sue spalle, non aveva più nessuno a cui dover fare da babysitter né da carcerata, era invischiata in affari ben più sensibili. Non che tutto quell'utilizzo di pelle nel vestiario non fosse un po' sopra le righe, ma era decisamente più normale. Non poteva permettersi, ora, di attirare gli sguardi come prima. Non più, o forse non ancora. In fondo il suo piano era di essere ben in vista. Doveva aspettare, però. Aspettare il momento giusto, il momento in cui tutto poteva andare nel migliore dei modi. Aveva delle persone che amava e a cui voleva bene, ora. Persone importanti per lei, che non poteva mettere a rischio. Yuya, Ryo, quel buono a nulla di Daisuke e anche il bizzarro Shizuka, di cui ancora non conosceva il vero nome. Tutte queste persone avevano un posto particolare nel suo cuore, dimostrato dal consegnar loro (eccetto al primo) una delle sue carte come un frammento della sua anima. Quanto al resto, attirava già abbastanza sguardi semplicemente esistendo: capelli di quel colore non erano poi così comuni e il fatto che quell'ambiguo studente di nome Raul Garrett l'avesse riconosciuta camminando casualmente per strada era solo la prova del nove. Era una ricercata in fondo, se l'omicidio dei suoi non era caduto in prescrizione.
    Spero che il sangue di Sajin sia andato via, ora. - sorrise, mestamente, quando il ragazzo la informò che un'impresa di pulizie si era occupata di ripulire lo scantinato sotto la botola nascosta dietro al bancone. Non aveva visto più di un paio di volte quel ragazzo e temeva fosse morto, ma aveva sviluppato un particolare attaccamento nei suoi confronti, poi scemato fisiologicamente col passare del tempo. Aveva visto qualcosa di positivo in lui, però. Coraggioso come suo fratello (le duoleva davvero ammetterlo, ma Yama era la persona più temeraria che conoscesse) ma gentile e ingenuo. Non sarebbe probabilmente un'esagerazione dire che, probabilmente, aveva avuto una cotta per lui. Il giorno della rapina, però, quello cotto era stato lui, coprendo il pavimento dello scantinato del Soseiji col suo sangue. Sangue che, per quanto Yami avesse provato a lavare e lavare, non pareva volersene andare, come se dovesse essere un eterno ricordo di un suo fallimento.
    Il ragazzo inglese parve abboccare alla sua bugia, sostenendo che a suo modo di vedere sarebbe stato carino - anzi, obbligatorio - avvertire se non si era più in grado di presentarsi ad un appuntamento. La svedese accennò un sorriso con la parte sinistra del volto, con lo sguardo perso sul motivo legnoso del tavolo. Ash aveva ragione, ma che certezze poteva avere chi viveva come loro? Lo stesso Sajin era sparito nel nulla senza dir nulla e così molte delle persone che aveva incontrato. Forse era morto, forse erano tutti morti. Non era sicura se quello dell'inglese fosse un tentativo di confortarla, una sorta di discorso tipo "è stronzo, non ti merita" o se davvero non si rendesse conto della situazione. La ragazza dai capelli bianchi, è vero, non aveva specificato che si trattasse di un criminale come lei, come loro. Ma non era forse l'unica opportunità? Qualcuno come loro sarebbe mai potuto essere felice con qualcuno ignaro di tutto, qualcuno di innocente, di pulito? Qualcuno sarebbe stato così stupido ed egoista da mettere i propri cari in pericolo, di mettere a rischio qualcuno non in grado di difendersi e soprattutto all'oscuro di doverlo fare? Forse era paranoica, ma l'attacco al Soseiji organizzato da Orochimaru era solo la prova: non poteva esserci pace nella loro vita. Era impossibile, la loro stessa esistenza era ossimorica affiancata alla tranquillità.
    Magari l'hanno ucciso. - ridacchiò tra sé e sé, scuotendo poi la testa per quanto stupida e indelicata fosse quella battuta - Non... - passò la lingua sull'arcata dentale superiore per prendere tempo, come se potesse stimolarle il pensiero - Inomma, se tu non ti fossi presentato l'avrei capito. Nel nostro lavoro non... Non c'è proprio della sicurezza. Può capitare sempre un imprevisto e in quei casi... - sospirò - Suppongo che si pensi a sopravvivere o risolvere i problemi, piuttosto che mandare un messaggino ed essere gentili con gli altri. - concluse, poggiando il gomito sinistro sul tavolo e appoggiando il mento sul dorso della mano, con le dita rivolte verso il proprio collo. Purtroppo quest'idea era più che valida, ed era ciò che temeva. Avrebbe voluto aiutare Ryo in caso di bisogno ma era sicura che, se per caso gli fosse successo qualcosa, non avrebbe certamente trovato il tempo o il modo per avvertirla. Poteva solo aspettare e fidarsi di lui.
    Il servizio era stato eccellente ed in men che non si dica una cameriera arrivò al tavolo portando la birra dell'inglese e il kombucha alla svedese. Come detto, era la prima volta che Yami assaggiava quello che da molti era definito "elisir di lunga vita". Amava il the ma disprezzava l'alcool: era curiosa di sapere come potesse essere il loro ibrido. Prese il bicchiere e lo avvicinò alle labbra: era leggermente frizzante - decisamente atipico per un the - ma tutto sommato abbastanza dolce. La base era del the nero. Nel mentre ascoltò le preoccupazioni del compagno: certamente non poteva dire di averlo invitato lì proprio perchè non voleva che venisse coinvolto nell'attacco al Soseiji. In un certo senso era crudele dover dialogare con una persona ignara di tutto essendo perfettamente a conoscenza di ciò che invece sarebbe accaduto di lì a pochi istanti, soprattutto sapendo di cosa si trattasse. Poggiò il bicchiere sul tavolo, guardando negli occhi violacei l'inglese di fronte a lei.
    Beh, per fortuna Dio ci ha dato il libero arbitrio, no? - sorrise. Una frase più che ambigua, detta da lei e detta in Giappone. Yami, in quanto svedese, era stata cresciuta come luterana. Il libero arbitrio, pertanto, era negato dalla dottrina stessa: l'unica scelta era tra sottoporsi all'arbitrio di Dio o a quello del Diavolo. Ciononostante, il cristianesimo era ben lontano dall'essere la dottrina maggiore lì in Giappone e bisognava accontentarsi, letteralmente, di quello che passava al convento. Sin da piccola Yami era quindi abituata a celebrare una messa cattolica in quanto tale era la Chiesa più comoda per casa sua. Così l'idea del libero arbitrio aveva fatto breccia nella sua spiritualità e nella sua filosofia.
    Solo perchè quelli per cui lavoriamo non sono in buoni rapporti tra di loro non significa che non dobbiamo esserlo anche noi. - spiegò, facendo spallucce - I dipendenti di due ristoranti che si fanno concorrenza mica devono picchiarsi ogni volta che si vedono. - ridacchiò. Ancora una volta quello si confermava per lei un semplice lavoro, nulla di più e nulla di meno. Nessun senso di appartenenza, nessuna ideologia. Forse per Ash non era lo stesso, ma lei non si sentiva null'altro che una mercenaria. Lo scopo lo aveva trovato da sola, era forse così presuntuosa da pensare di non dover sottostare a nessuno per raggiungere il suo obbiettivo o, meglio, il suo sogno. In una guerriglia tra bande era impossibile trovare il giusto: Orochimaru era quanto più lontano possibile dalla legalità, ma davvero il vecchio del Soseiji pensava di potergli fare la predica? Dopo aver dato una posizione di rilievo a suo fratello Yama, dopo aver mandato più e più persone al macello in rapine e aggressioni?
    La verità è che io non ho alcun motivo per volerti fare del male e... Beh, ovviamente spero sia lo stesso per te. - sorrise. Le idee e le ideologie erano marce, ma un dito, un braccio non ha colpa per ciò che fa: l'unico a dover rispondere delle decisioni è il cervello. Non sapeva come si fossero evolute le gerarchie, ma quando se n'era andata Ash era poco più di una mano. Lei, anche ora tra i Bloody Snake, si sentiva ancora tale. Era inutile farsi la guerra, incolparsi, non aveva alcun senso - Un po' come Romeo e Giulietta, no?
    Bevve un altro sorso di kombucha, ignorando completamente la figura dalla pelle chiara e i capelli biondi che si era seduta qualche tavolo più in là dopo aver scrutato il locale con lo sguardo glaciale. Era troppo distratta ed immersa nei suoi pensieri per farci caso. Aveva pensato di poter in qualche modo salvare Ash invitandolo ad andare in quel locale, ma stava iniziando a domandarsi se avesse fatto bene o se non fosse a sua volta caduta in una trappola. Aveva dato per scontato che l'inglese fosse pacifico quanto lei, ma effettivamente non poteva saperlo. Visto che i metodi di Yoshimura non erano poi tanto diversi da quelli di Orochimaru non poteva escludere che l'avesse mandato per ucciderla. Bisognava solo vedere se Ash avesse fatto il cagnolino obbediente o meno. Ringraziò mentalmente di aver scelto un locale pubblico, come se la presenza di altre persone potesse effettivamente schermarla e difenderla da un'aggressione. Avrebbe certamente fatto colpo in prima pagina sui giornali sentir parlare di due aggressioni in due bar, così poco distanti e praticamente nello stesso momento. Sorseggiò il kombucha per poi posare il bicchiere.
    Allora, come va al bar? - sorrise, aggiustandosi una ciocca di capelli dietro all'orecchio destro. Poco prima Ash sembrava aver squadrato con molto interesse i suoi deadlocks - E... raccontami, cosa vi hanno fatto di così imperdonabile i Bloody Snake? - aggiunse, ridacchiando. Già che era lì, tanto valeva ballare. Come detto, non le importavano ideologie o obbiettivi, ma poteva perlomeno essere una discussione interessante. Anche e soprattutto per scoprire qualcosa su Orochimaru visto che, nonostante si fossero visti più di una volta, sapeva decisamente poco di lui e dei suoi affari.

    Yami ⛧ 8 ⛧ Dødson

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    ⟐Ryo Tatsuki⟐




    Narrato - Parlato - Pensato



    Il viso dell'uomo sembrò tornare normale, soprattutto il colore dei suoi occhi. Le rughe senili che marcavano il suo intero volto vennero scosse da un profondo respiro, come se Ryo gli avesse appena annunciato una grosse delusione con la sua domanda. Onestamente il ragazzo doveva capire ancora il motivo di quella reazione, ma non lo faceva sentire contento dare un dispiacere al vecchio. Alla fin fine lo doveva rapire, forse in quei casi bisognava essere gentili? Ryo continuò con il suo sorriso un po' sgraziato, mentre Yoshimura gli parlava di qualcosa in lui che lo faceva sembrare familiare, poiché quelli come "loro" non erano frequenti. Come faceva sempre quando era nervoso, Ryo si limitò a sorridere ed a socchiudere gli occhi. Non sapeva bene l'origine di quel gesto, forse era un modo inconscio per nascondere la sua espressione, forse un cercare di imitare le persone con cui stava più a contatto. In realtà dentro il ragazzo si stavano cominciando a formare pensieri ancora più vorticosi e densi di prima, come se fosse l'inizio di un uragano interiore. Sul fatto che Yoshimura avesse notato qualcosa di raro nel suo aspetto (per quanto il fatto che gli sembrasse familiare cozzasse con quell'affermazione) non era un grande problema. Dopotutto Ryo era uno strano mix di razze e tratti rari dovuti sia direttamente per le unicità che per i semplici geni che i suoi genitori gli avevano trasmesso. Sua madre aveva i capelli lunghi, lisci e color bianco neve, identici ai suoi in un certo senso se non per la lunghezza. Suo padre invece era scuro di carnagione, poiché i suoi genitori erano immigrati in Giappone qualche generazione prima. Se si dovessero seguire le teorie di Mendel, Ryo aveva ereditato due tratti di cui non c'era una grande probabilità nell'avere entrambi. Suo fratello Nile aveva i capelli neri e la pelle molto simile a quella di sua mamma, mentre Nile aveva i capelli bianchi come i suoi ma era pure lui chiaro di carnagione. Ryo era invece quello che si era beccato le due cose che assieme lo facevano ricordare ai passanti: nonostante trovare qualcuno con i capelli bianchi al giorno d'oggi non fosse raro, era molto difficile e sospetto incontrare un ragazzo di carnagione scura ed albino. Non era nemmeno albinismo il suo, era semplicemente il suo colore di capelli. Da bambino lo prendevano in giro per quel suo strano modo di apparire, ma a Ryo non voleva importare ciò che facevano. Voleva semplicemente stare con loro, non gli costava nulla sopportare un po' di ingiurie per stare con gli altri, no?
    Mentre si perdeva tra ricordi non proprio piacevoli, Ryo appoggiò i gomiti sul tavolo mentre con la mente passava alla prossima questione che il vecchietto gli aveva instillato nel cervello.
    Quelli come noi? Ryo aveva smesso di sorridere ed in quel momento guardava un punto non preciso tra il bancone di legno e il signor Yoshimura. Il ragazzo albino non era un maestro dell'intuizione, ma poteva capire che il suo commento non fosse stato detto per caso, soprattutto dopo quel colore così poco familiare negli occhi del proprietario del Soseiji. C'erano delle possibilità che la sua mente stava andando a creare. Uno, che l'uomo che aveva davanti lo avesse scambiato per un'altra persona. Forse c'era un albino mulatto lì vicino e non lo sapeva? Quest'ipotesi era però molto debole. Lo avrebbe chiamato col nome del suo sosia se fosse stato quello il caso, no? Un'altra spiegazione era che quelli con il suo aspetto fisico venissero associati ad un certo quirk. Erano ormai nel ventunesimo secolo, ma c'era chi ancora sosteneva che certi quirk potessero ad esempio influenzare i tratti del viso. Essere un mutante era normale, quindi ci si aspettava che si avesse un aspetto fisico diverso. Molte persone inoltre ereditavano tratti che non c'entravano nulla coi loro poteri. Aveva visto una volta al circo un uomo con il volto da pastore tedesco sputare fiamme, sembrando più che altro Godzilla. Quegli esempi si potevano vedere in giro camminando per una via affollata. Un'altra corrente, forse un po' "razzista" se si poteva paragonare il colore della pelle con i poteri, sosteneva che certe unicità donassero un aspetto fisico ed un carattere particolare al portatore. Era luogo comune dire che tutti quelli che si trasformavano in draghi avessero i capelli rossi, oppure che chi poteva controllare le esplosioni avesse un carattere irrequieto sin da bambino. I più convinti sostenitori dicevano inoltre che chi aveva un quirk portato a fare del male o a violare la legge (ad esempio il potere di sottrarre gli oggetti di mano alle persone od il potere di aprire buchi in qualsiasi parete) era in automatico portato a compiere crimini ed a sembrare un malvivente. Questo pensiero con l'informazione sempre più ampia della società stava mano a mano scomparendo, ma Ryo ben sapeva che molte persone ci credevano ancora. Ora che ci pensava, Orochimaru sembrava essere un accanito credente di questa teoria considerato come aveva paragonato il suo carattere violento alla sua coda. Ryo si era ripetuto anche prima, mentre era nel covo del serpente, che tutto ciò che aveva fatto lo faceva perché gli andava di farlo. Non c'era nessuna motivazione o scusa che potesse dirgli che era la sua coda a condurlo verso quella strada, anche perché lui non voleva essere scusato o giustificato per i suoi omicidi. Era una persona di merda, punto e basta.
    Sperava che Yoshimura non avesse inteso quello, anche perché sembrava una persona simpatica dopotutto. Era un vecchio e quindi c'era la grande possibilità che avesse questa strana scuola di pensiero, ma a pelle non gli sembrava il tipo. Forse era un semplice proprietario di un bar, con una visione all'antica sulle persone e i quirk. Però...il fatto che avesse paragonato anche se stesso in quel momento faceva sembrare che non fosse quello il caso. Allora cosa diamine intendeva quell'uomo lì davanti a lui, che ad ogni minuto sembrava essere più misterioso? Ryo non riusciva a raccapezzarsi su cosa significassero quelle parole strane, quel suo gesto di prima, il suo voler rassegnarsi come se stesse cercando qualcosa. Si stava martoriando l'indice con l'unghia mangiata del pollice, nascosta all'uomo per evitare che stava cominciando ad innervosirsi. All'albino sarebbe piaciuto fargli vedere il suo occhio, fargli notare come pulsasse sotto l'influsso di quel sangue avvelenato, urlargli in faccia se era questo ciò che cercava. Il tutto mentre il vecchio se ne stava agonizzante a terra, le braccia e le spalle trapassate dalla sua coda, una pozza di sangue che gli macchiava lo splendido completo da barista che aveva.
    Mi spiace, mi deve aver confuso per qualcun altro! Ha proprio un bel locale, sa? Ryo si grattò la testa, mentre i suoi occhi verdi si assottigliavano a causa del suo sorriso che mostrava parte della dentatura. Non aveva neanche guardato il locale ma aveva tenuto lo sguardo fisso su Yoshimura. Cambiare discorso era il modo migliore per evitare impulsi pericolosi per la sua copertura, anche se forse sarebbe sembrato un po' strano da parte sua. Chi se ne fregava. Non aveva voglia di addentrarsi nuovamente in domande strane, voleva solo trapassarlo da parte a parte e poi andarsene via. Doveva stare calmo, seguire il piano che aveva avuto in mente e che gli sembrava piuttosto facile da attuare. Lui era un agente per Orochimaru, l'aveva scelto per il semplice fatto di poter nascondere le proprie armi con facilità.
    Comunque...potrei avere il drink che ho ordinato? Mi hanno detto che qui a fare i mix siete fantastici. Ryo continuò la sua recita cercando di non far trasparire nessuna delle sue emozioni interiori, tentando di mantenere la sua facciata di tranquillità e spensieratezza. Far uscire la coda in quel momento sarebbe stato svantaggioso. Anche se era in grado di raggiungere altezze considerevoli, farla apparire e muoverla verso quello che gli avevano detto essere un temibile avversario sarebbe stato svantaggioso. Alla fine Ryo non era un gigante e il suo potere si manifestava poco sopra il bacino. Probabilmente vedere l'abominio bianco sopra la sua testa avrebbe insospettito il vecchio. L'albino avrebbe aspettato una risposta da parte di Yoshimura ed in caso di esito positivo, avrebbe aspettato davanti al bancone del bar giocherellando con uno stuzzicadenti. L'anziano stava servendo quello che avrebbe permesso a Ryo di avvicinarlo senza particolari problemi, un drink non particolarmente alcolico e quindi in grado di farlo rimanere lucido. Cosa intendeva Yoshimura con quelle parole precedenti ancora non lo capiva, ma se Orochimaru fosse stato generoso magari glie lo avrebbe potuto chiedere.

    Scheda Ryo Tatsuki - LIVELLO 5

    Attacco: 45
    Quirk: 175
    Agilità: 150
    Energia: 425/425
    Tecniche/Equipaggiamento usato
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    Equipaggiamento:
    Izumi e Kakou (Stato Izumi: Avvelenato)



     
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    Daisuke Okada


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    Narrato - Parlato



    Un eleganza straordinaria, questa fu la prima impressione che il corvino ebbe del boss serpentesco che capeggiava Bloody Snake. Quest'eleganza si poteva denotare dall'ufficio in cui il mafioso venne fatto accomodare e dal fantastico vestito che Orochimaru indossava, un vestito degno di nota. Questo diede grande sollievo al giovane ragazzo, il quale riuscì a capire fin da subito la serietà della persona che aveva di fronte, non stava parlando con un uomo stupido o con un delinquente alle prime armi, era davanti ad un boss spaventoso e sicuro dei suoi poteri.
    Orochimaru iniziò a parlare solo dopo che il corvino fu entrato nella stanza, parlando come se niente fosse di quella che era stata la sua "ammissione" in Bloody Snake e dandogli qualche informazione sul lavoro che stava per venirgli affidato. Daisuke si preoccupò non poco però, quando lo senti parlare del suo primo lavoro, non era stato di certo un grande successo, aveva lasciato morire due persone, e per poco, davvero poco, non ha rischiato di lasciarci le penne lui stesso. Ma l'uomo sembrava tranquillo, come se quella volta non fosse accaduto niente di particolare. Poi disse anche che l'incarico era importante, ma non era molto dissimile ad una cosa che aveva fatto tempo prima, parlando anche delle grandi ricompense che il mafioso avrebbe ottenuto completandolo. Daisuke notò solo pochi secondi dopo, che nel mezzo del discorso, Jenny era entrata per posare un cofanetto per anelli sulla scrivania del boss, chissà cos'era, di sicuro non era un anello, però la scatolina lasciava poco spazio all'immaginazione. Poco dopo il rettile ricominciò a parlare.
    Disse al corvino che avrebbe dovuto consegnare il cofanetto al centro esatto della Yuuei, aggiungendo che sapeva della missione in cui Daisuke aveva collaborato con Yuya e Ryo per siringare uno studente. Gli disse che questa volta però, non avrebbe avuto problemi di nessun tipo, nessun ostacolo tra il corvino e il suo obbiettivo. Sembrava quasi una balla, sarebbe stato troppo facile entrare nella Yuuei in quel caso, alla fine i suoi portali erano trasparenti, nessuno li avrebbe notati nemmeno da fuori. Orochimaru gli disse che avrebbe solamente dovuto poggiare il cofanetto e poi sarebbe dovuto scappare il più velocemente possibile, il corvino avrebbe così trovato Jenny per scappare in macchina, questo voleva dire che sapeva i limiti del quirk di Daisuke, cioè la sua mancanza su quel che riguarda le distanze. Però fu l'ultima frase a colpirlo, "le fondamenta di questa società cambieranno radicalmente!", cosa significava questa frase? Qual'era il contenuto del cofanetto? Basandosi su questa frase il corvino poteva aspettarsi un lavoro decisamente più pericoloso e fondamentale degli altri due a cui aveva partecipato, se davvero quel cofanetto avesse avuto il potere di stravolgere le fondamenta di Tokyo non doveva essere niente di carino, magari era un esplosivo molto potente, ma non era forse una pazzia agire direttamente nel centro di "crescita" degli eroi? Di sicuro c'erano luoghi più importanti dove colpire con un esplosivo. Però magari l'obbiettivo di Orochimaru era proprio quello, colpendo la "scuola per eroi" avrebbe fatto capire al popolo Giapponese che forse non erano così imbattibili. Come avrebbero potuto difendere uno stato se non riuscivano a difendere il loro nido? Magari un esplosivo avrebbe scatenato questo pensiero, alla fine non molto tempo prima era uscita sui giornali la notizia del rapimento di due giovani studenti della prestigiosa scuola per eroi, ed uno dei due era stato rapito proprio all'interno dell'istituto. Anche questo fece storcere il naso al corvino, sarebbe stato strano avere controlli minori dopo un fattaccio come quello.
    Daisuke non notò nemmeno l'inquietante faccia che Orochimaru aveva assunto dopo il suo discorso, subito interrotto dal suo parlare, dicendo al mafioso che aveva un particolare regalo per lui, magari un arma? Ma quello che Daisuke vide subito dopo era diverso, il boss tirò fuori da una tasca un particolare cofanetto allungato, che diede direttamente alla Jenny che era nella stanza fin dall'inizio, seppur Daisuke non l'avesse notata. All'inizio il corvino si spavento anche, c'erano due Jenny, ed erano perfettamente identiche, quindi Jenny aveva una gemella così tanto simile a lei? Che cosa particolare, magari avevano anche un carattere simile. Daisuke rimase di stucco, di fatti ci mise qualche secondo a capire che quella in mano alla seconda Jenny era una siringa particolare, al suo interno era presente un liquido blu scuro, forse un qualche tipo di droga? Era questo il regalo che Orochimaru voleva fare al corvino? Una droga per renderlo più forte?
    Il boss si rimise a parlare, dicendogli che era un siero per potenziare le abilità di rigenerazione del mafioso, era effettivamente utile, si poteva far colpire per portare a termine l'obbiettivo, di sicuro qualcosa di raro, ma non era forse uno spreco usarlo su di uno scagnozzo come lui? Di sicuro c'era qualcuno di più meritevole, e seppur fossero prodotte direttamente da Bloody Snake il costo non doveva essere ridotto. Ventiquattro ore di rigenerazione, sembrava quasi un sogno agli occhi del giovane, magari sarebbe guarita anche la ferita che si era procurato nello scontro con Yami.
    La ringrazio per questa opportunità! Avrei quattro domande però: Cosa non devo fare con il cofanetto? Non vorrei rischiare il fallimento di questa missione per una stupidaggine compiuta per sbaglio. In caso di danni fisici molto gravi, il siero farà effetto? Mettiamo caso che qualcuno riesca a staccarmi un braccio, il siero mi farà ricrescere il braccio o semplicemente chiuderà la ferita?
    Vorrei anche chiedere se il siero ha effetti collaterali conosciuti, almeno mi potrò preparare d'evenienza. E, infine, come faccio a sapere di essere perfettamente al centro della scuola? Non è piccola, quindi potrei essere impreciso.
    Dopo aver fatto queste domande, ed aver sentito le risposte, il giovane porse il braccio alla Jenny con la siringa in mano, per potersi far iniettare la sostanza nel corpo, non si ricordava nemmeno l'ultima volta in cui si era infilato un ago nel braccio, forse qualche vaccinazione anni prima? Non aveva mai fatto uso di droghe in endovena, quindi non era proprio abituato alla sensazione dell'ago che buca la pelle e rilascia un qualcosa all'interno del corpo.
    Dopo l'iniezione il corvino prese anche il cofanetto, inserendolo nel taschino della giacca, era il posto più sicuro, non sarebbe mai stato in grado di perderlo così. Dopo prosegui seguendo la ragazza dai capelli acquamarina verso il veicolo che lo avrebbe portato alla Yuuei.
    Un viaggio non troppo lungo, seppur silenzioso. Il corvino non era in vena di parole, si tolse una curiosità, ma disse poco altro oltre a Scusami, non sapevo avessi una sorella gemella, come si chiama lei? sperando di non aver fatto una figura barbina, chiedendo alla sorella di Jenny il nome di Jenny, cosa probabile in realtà, erano perfettamente identiche, non sarebbe stato in grado di distinguerle.
    Per il resto del viaggio Daisuke pensò alla missione, chissà cosa voleva fare Orochimaru con il suo piano, probabilmente qualcosa di pericoloso, ma tutto sommato ci era abituato. Alla fine non era nulla di troppo diverso dalla missione con Yuya e Ryo, Orochimaru aveva detto bene, quella volta erano entrati dentro all'USJ, questa volta era da solo e doveva andare nel centro della scuola, più pericoloso, ma aveva senso, ora doveva far colpo sul boss a tutti i costi, in palio c'era la sua reputazione e il suo onore, cose fin troppo importanti per il corvino, a cui era stato insegnato che per un superiore bisognava dare tutto, persino la vita.
    Dopo quasi un'ora di viaggio, il mezzo si fermo a poca distanza dalle mura della grande scuola, così Daisuke pote fare l'ultimo pezzo a piedi, senza il grande rumore di un motore, il suo piano non era niente di diverso da quello dell'ultima volta in cui era entrato, andare in un punto appartato, creare due portali, e usarli per entrare come se ci fosse stata una porta nel muro. Niente di arduo per lui, lo aveva fatto parecchie volte nella sua vita, però questa volta era speciale. Dopo non più di due minuti di cammino, il giovane si mise a guardare il muro davanti a lui, e con tranquillità apri il primo portale.


    Daisuke Okada | Livello 6

    Attacco: 150
    Quirk: 225
    Agilità: 250
    Energia: 650-3= 647
    Tecniche/Equipaggiamento usato
    CITAZIONE
    Equipaggiamento:
    - Supporto- Lama Vuota
    Questa "spada", in realtà è costituita unicamente da un elsa, la quale, quando stretta con forza dall'utilizzatore, genera un impulso che fa attivare il quirk, utilizzando dei piccoli aghi posti su di un lato della spada, di fatti, un utilizzo prolungato, oltre ad un affaticamento per via dell'utilizzo del quirk, causa anche un leggero sanguinamento, non doloroso, o perlomeno, poco doloroso. La lama vera e propria però, viene creata dal quirk dell'utilizzatore, nel caso di Daisuke, viene usato Portal Movement, per fare entrare parti del corpo di un avversario, o di qualunque cosa, nel portale, per poi sfruttare l'impulso creato dalla spada, per tagliare, sfruttando una delle peculiarità di Portal Movement, cioè la chiusura a scelta dell' utilizzatore. Questo permette alla spada di essere quasi invisibile, come per l'appunto i portali di Daisuke, e di non avere reale consistenza.

    -Offensivo- Beretta 92FS
    Questa è una semplice arma da fuoco, come potrebbe essere una pistola di servizio di un poliziotto statunitense o di una guardia giurata.
    Avendo un calibro 9 mm con caricatori da 15 proiettile l'uno. E con una canna di 125mm.
    Probabilmente una delle armi più comuni anche tra le varie pistole da cinema e facilmente usabile. Presenta inoltre un silenziatore che attutisce il suono emesso dallo sparo.
    (Con un caricatore)


    -Offensivo- Granata Fumogena (Nebbiogena) (x5)
    Una bomba a mano che crea un grande banco di nebbia per coprire i movimenti in una certa zona, andando a creare parecchi volumi di fumo artificiale.
    -Effetto- Banco di nebbia per 2 turni in un'area 10x10.

    Offensivo- Granata Narcotica (x5)
    E' un particolare tipo di granata fumogena, che non solo crea un grande volume di fumo, ma genera un gas narcotico, il quale, se respirato, farà addormentare il soggetto in giro di poco.
    -Effetto- Dopo 1 turno -5 in riuscita. dopo 2 turni effetto narcotizzante leggero

    - Offensivo- Granata ad urto (x5)
    E' un particolare tipo di Granata a frammentazione, che però non è letale, essendo costituito da due sfere di gomma dura "esterne" e parecchie piccole sfere di gomma dura interne. Producendo dolore ma non rischiando di creare danni letali. Utili per spostare un nemico o farlo rannicchiare per il dolore.
    -Danni- Medi

    Tecniche : NOME TECNICA : Portal Creator Lv.3
    DESCRIZIONE : Daisuke può concentrarsi per creare un portale nel giro di poco più di un secondo, questo portale sarà completamente da lui impostato, la massima distanza dal suo corpo è di 25 metri e con una grandezza complessiva di altezza e lunghezza di 1 metro, la massima quantità di portali creabili è di 16, e quelli creati vengono automaticamente fatti scomparire dopo 24 ore dalla propria creazione
    DANNO : //
    COSTO (in Energia)
    Portali dal 1° al 8°= 3 ( a portale )
    Portali dal 9° al 16°= 5 ( a portale)





    Spero di non aver sbagliato ancora il "momento di stop" come ho fatto con il primo post, anzi mi scuso per quello, non avevo capito dovessi anche procedere verso l'ingresso. Mi scuso anche per il post poco bello, ma l'ho scritto abbastanza in fretta per non rischiare di perdere il turno
     
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    TERRA DI NESSUNO





    Il destino, qualcosa di molto particolare, tanti pensano che sia qualcosa di immutabile ed imprescindibile, altri che sia solo una parola vuota, semplici combinazioni del caso o delle scelte che noi prendiamo ogni giorno. Quale sia la verità non ci è dato saperlo, ma certo è che quella sera, per destino o per caso, una serie di "combinazioni" avrebbe dato vita a qualcosa di sconvolgente.

    -----------------------------------------------------------------------------------------------

    Yoshimura ascoltava con sguardo curioso il ragazzo che, ai suoi occhi, si arrampicava sugli specchi come un bambino che ha appena combinato qualche disastro e cerca di discolparsi. Una scenetta quasi divertente per qualcuno di quella levatura ed esperienza.

    Grazie dei complimenti... Facciamo del nostro meglio...

    Disse il vecchio sorridendo mentre non smetteva per un attimo di buttare l'occhio sulla benda

    Comunque no... Penso proprio di non essermi sbagliato... E penso anche che non sia solo una coincidenza il tuo essere qui oggi... O magari era solo destino che ci incontrassimo...

    Proseguì servendo al ragazzo l'ordinazione e lasciando il bicchiere a pochi centimetri da lui.

    Ecco a te... Mio giovane ghoul!

    E con quelle ultime parole tornò a lucidare dei bicchieri apparentemente distratto ed affaccendato.

    -----------------------------------------------------------------------------------------------

    Intanto, nell'ufficio di Orochimaru, il boss dei Blody Snake stava sorridendo divertito alle domande del mafioso che aveva davanti.

    Ecco perchè mi piaci! Preciso ed attento ai dettagli! Per il cofanetto basterà non farlo agitare troppo, è abbastanza resistente. Per quanto riguarda il siero basterà che non ti stacchino la testa, il resto dovrebbe ricrescerti nel giro di poco. Effetti collaterali non dovrebbero essercene ma non si sa mai, è ancora sperimentale...

    Nel frattempo aprì distrattamente uno dei cassetti della sua scrivania e prese un cellulare per poi iniziare a cercare qualcosa tra i file

    Ecco!

    Esclamò sorridendo a Daisuke

    Ho appena inviato al tuo cellulare l'intera planimetria della Yuuei, con quella non dovresti avere problemi

    A quel punto non rimase che ultimare i preparativi ed in poco tempo il giovane era pronto alla partenza. Il viaggio si rivelò particolarmente tranquillo e silenzioso, se non per un breve scambio di battute tra i due.

    Ne ho diverse... E ci chiamiamo tutte Jenny... Piacere di conoscerti!

    L'allusione finale sembrò essere un modo per specificare che quella era effettivamente la prima volta che si vedessero, ma la donna non sembrò dare molta importanza a ciò. Dava un sentore di freddezza ed indifferenza, molto diversa dalla Jenny che il ragazzo conosceva.

    Eccoci arrivati, ti aspetterò qui!

    A quel punto Daisuke, a passo deciso, si mosse lungo il muro di cinta pronto alla sua seconda irruzione alla Yuuei Grazie alla planimetria potè anche trovare un punto adatto al suo ingresso, tale da poterlo condurre rapidamente ad uno dei corridoi dell'edificio centrale. Da li avrebbe potuto sia dirigersi verso l'interno della scuola, dove avrebbe dovuto trovare l'infermeria, oppure prendere le scale ed eventualmente salire ai piani superiori. Un dettaglio che però non gli sarebbe certo sfuggito era una quasi surreale desolazione. Tutta la zona sembrava completamente deserta, cosa abbastanza insolita per una scuola come la Yuuei dove anche nel week end c'era movimento e baccano. Coincidenza? Destino? O un piano ben organizzato?

    -----------------------------------------------------------------------------------------------

    Due amici appena reincontratisi, intanto stavano chiacchierando amichevolmente mentre il biondo da poco entrato nel locale si apprestò a controllare qualcosa dal suo cellulare ed in seguito osservare con sempre maggiore attenzione Yami. Dopo alcuni secondi, apparentemente convinto delle sue deduzioni, si alzò e con molta tranquillità raggiunse i due sedendosi al tavolo

    Salve, scusate l'intrusione ma avrei urgenza di parlare con la signorina... Il mio nome è Kurapika e vorrei poterle parlare in privato!

    Esordì osservando entrambi e porgendo una busta chiusa alla ragazza.

    Da qui potrai capire i motivi che mi portano qui... Non ho nulla in contrario se vuoi farlo restare, a te la scelta...

    Proseguì rivolgendosi a Yami ma osservando Roy

    Anche se lui avrebbe qualcosa di molto più urgente da fare... Se solo sapesse cosa sta succedendo!

    Se Yami avesse aperto la busta avrebbe potuto vedere svariate foto di lei mentre si apprestava a raggiungere il covo di Orochimaru prima dell'operazione ed alcune dopo. Di seguito una suo foto di famiglia con alcuni articoli di giornale sulla morte dei suoi. Infine un fascicolo del fratello con tanto di foto ed una scritta a caratteri cubitali al centro: "DECEDUTO"

    A primo acchitto sarai certamente confusa... Ma posso spiegarti tutto... Intanto ti dico solo che fino ad ora sei solo stata sfruttata e che il suo vero obbiettivo era sempre stato tuo fratello... Penso potrai capire a chi mi sto riferendo... A te la scelta su cosa dire al tuo amico.

    Restò quindi in silenzio in attesa della decisione presa dalla giovane



    Ed eccoci qui xD sono venuti fuori un pò di intrighi in questo post... a voi le belle cose :shifty: Per dubbi MP... mi scuso se dovessi aver lasciato punti sospesi o poco chiari ma ho postato subito per evitare lunghe attese dei prossimi giorni


     
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    Narrato - Parlato



    Yami bevve un sorso di kombucha aspettando la risposta dell'inglese. Era onestamente curiosa. Poteva forse in qualche modo capire le dinamiche delle lotte per il territorio e della guerra tra bande, ma non capiva come da questo si potesse passare alla rabbia e all'odio personale. L'unica ipotesi che riusciva a sfiorare la sua mente era che i Bloody Snake avessero attaccato direttamente qualcuno del Soseiji, magari un amico di Roy. Cosa che, a dire il vero, stava succedendo in questo preciso istante. Forse ultimamente stava diventando sin troppo cinica, ma le sembrava in un certo senso normale. La guerra esisteva sin da quando l'uomo aveva messo piede sul pianeta, anzi, sin da molto prima. E' nell'istinto animale scontrarsi, cacciare, uccidere, lottare per un territorio. Per quanto potesse essere triste o crudele, era semplicemente il destino degli animali condannati a vivere su quel pianeta. Tutti lo facevano, da sempre, e non avrebbero di certo smesso quel giorno e neanche ad un centinaio di anni da quella serata. La risposta di Roy tardò ad arrivare, forse impegnato a pensare a come formulare la frase o forse restio a parlarne. Fatto sta che quella risposta, probabilmente, non sarebbe mai arrivata.
    Una massa scura invase il campo visivo di Yami, occludendo una parte della sua visione periferica destra. D'istinto mosse di scatto il collo come una molla, mettendo a fuoco ed inquadrando uno strano tizio che si era preso la briga di sedersi al loro tavolo. E proprio questo gesto, misto al pallidume della sua pelle e dal biondo dorato dei suoi capelli, era un buon indizio del suo non essere originario del paese orientale. Chiunque fosse nato lì ci avrebbe pensato cento volte prima di compiere un gesto simile, di invadere la riservatezza di altre due persone. Eppure nessuno a quel tavolo era orientale, e lei era forse l'unica ad essere nata in quel paese: per la prima volta poteva sentirsi la più giapponese di tutti in un contesto sociale. Il tizio dai capelli dorati aveva dei vestiti strani, forse etnici. Ciò che la stupì di più però, oltre al suo presentarsi come "Kurapika", fu la sua precisa intenzione di parlare con lei. Avrebbe potuto pensare che fosse un qualche adepto dei Bloody Snake ma era più che bizzarro che non avessero mandato una Jenny. Certo l'inglese di fronte a lei non pareva avere dei buoni rapporti con quelle donne, quindi forse era saggio non mandare una di loro. La verità però si sarebbe presto rivelata differente. Mentre l'uomo sosteneva che l'inglese sarebbe probabilmente dovuto essere da qualche parte in quel momento, Yami lo fulminò con lo sguardo capendo che si riferiva all'assalto al Soseiji. Nonostante tutto, quella era ancora una missione per Yami. Ma se sapeva della missione allora era davvero stato mandato da Orochimaru? La svedese era decisamente confusa in quel momento.
    Perchè non contattarla direttamente tramite telefono, in fondo? L'uomo le porse una busta di carta, suggerendo di voler parlare con lei in privato ma di poter comunque accettare la presenza di Ash. Come ad un becero programma di televisione spazzatura, la svedese decise di aprire la busta tirandone fuori vari fogli. I primi recavano delle fotografie. Ad occhio e croce, visti i vestiti indossati e la pettinatura, dovevano essere state scattate il giorno della sua operazione o uno dei giorni precedenti. Presentavano lei in prossimità del covo di Orochimaru. Quello iniziava lentamente ad assomigliare sin troppo ad un pessimo poliziesco colmo di ricatti. E la prima idea a solleticare la sua mente fu proprio quella di un'indagine della polizia. Alzò anche lo sguardo a Roy, sospettando che potesse aver fatto una soffiata e che quella birra fosse come il bacio umido di Giuda sulla guancia di Gesù Cristo. Sarebbe stato una pessima mossa, però: volente o nolente, l'inglese era invischiato in cose forse persino peggiori delle sue. La foto successiva era allegata ad un articolo legato alla morte dei suoi genitori, ed era appunto una foto di famiglia. Il suo paffutello volto da bambina coronata da suo padre alla sua destra e la madre alla sinistra. Ignorò l'articolo mentre un mesto sorriso si faceva spazio sul suo volto. Erano tanti anni che non li vedeva, che non vedeva le loro facce. Non le era rimasto nulla di loro dopo che era scappata di casa, oltre a quel kukri che aveva proprio per questo un'importanza simbolica.
    Si trovava spesso a pensare a come sarebbe stata la sua vita se non fosse successo quello che era successo, se non avesse mai avuto un fratello. Probabilmente ora sarebbe stata all'università, un'ottima studiosa con una bella borsa di studio. Magari sarebbe diventata una bravissima dottoressa, oppure una storica. Magari sarebbe finalmente andata in Svezia, a vedere le terre a cui bene o male la sua carne apparteneva. Eppure, nonostante questo, aveva accettato il suo destino. Si può solo vivere nel dolore se non si accetta ciò che la vita ci ha riservato e non si cerca di ricavarne fuori il meglio.
    Successivamente c'era poi un plico che, sfogliandolo, era palesemente riferito a suo fratello. Strinse i denti, vedendolo. Tra la sua foto e i vari dati, si giungeva in un climax ad una scritta in particolare. "Deceduto". Il mesto sorriso sul volto pallido della svedese prese quasi un gusto diverso, come se fosse in realtà compiaciuta di quel fatto. Era ironico. Andava sempre in giro a fare lo spavaldo, credendosi immortale. Il fatto che lui fosse morto e lei calcasse ancora quella terra era piacevolmente ironico. Probabilmente la sua unicità non era di così tanto aiuto quando si trovava fuori dal corpo degli altri. E' obbrobrioso godere della morte altrui ma Yami non poteva fare altrimenti. Quel ragazzo le aveva rovinato la vita. Non c'era molto altro da dire. Era contenta ora non potesse più vessare nessuno.
    Il ragazzo dai capelli d'oro decise di rivelarle poi che era solo stata usata da Orochimaru e che l'uomo era in realtà interessato a suo fratello. Allentando la presa delle sue lunghe e sinuose dita, lasciò scivolare i fogli e le foto sul tavolo davanti a lei, per poi poggiare il gomito sinistro sul tavolo e appoggiare il volto sulla mano, sguardo rivolto al ragazzo fissandolo con volto neutro. Non le importava che Ash vedesse o meno le foto.
    Che scoperta. - ridacchiò tra sé e sé, osservandolo - Credo sia proprio quella la definizione di "lavoro". Di certo non mi aspettavo che mi pagasse per fare i miei interessi. - sospirò. Non riusciva a trovare un buon modo per reagire a quella bizzarra situazione se non ironizzarci su - Per quanto riguarda mio fratello, non che mi stupisca. - alzò un sopracciglio, osservando Ash. Non sapeva che il vecchio Yoshimura gli aveva raccontato tutto, per quel che ne sapeva l'inglese non doveva saper nulla a riguardo di Yama - Tutti sono sempre stati interessati a lui e non a me. Orochimaru, Yoshimura. - sorrise - Non è di certo un mondo adatto ad una ragazzina indifesa. Di sicuro non sarei un buon investimento.
    Fece silenzio per un attimo, per organizzare i pensieri e decidere cosa fare. Poteva accettare di parlare in privato, ma l'inglese sarebbe probabilmente stato sospettoso dopo quella frase del biondo e si sarebbe di sicuro messo in contatto con Yoshimura o forse sarebbe persino tornato al locale. Quelle foto non erano un granché, di sicuro il ragazzo non aveva detto nulla che lei già non sapesse. Non aveva nulla contro Orochimaru di quanto già non ne avesse prima e, soprattutto, lo stava tenendo bloccato non per il bene dei Bloody Snake ma per quello di Ryo. Meno persone c'erano a mettersi in mezzo, più le sue probabilità di successo e sopravvivenza erano maggiori. E sperava che poi si sarebbe allontanato da quel gruppo maledetto, ripagato il suo debito. La risposta corretta le sembrava dunque una sola: non allontanarsi, lasciare che l'inglese si facesse i maledetti fatti suoi pur di prendere tempo per Ryo. Nel peggiore dei casi avrebbe cercato di informarsi su cosa il biondo intendesse, ma lo avrebbe probabilmente fatto anche se si fossero allontanati. Sperava quindi che l'uomo non avrebbe parlato troppo anche se di sicuro non sembrava essere dalla parte dei Bloody Snake. Sospirò, stiracchiandosi.
    Il mio nome è Yami Dødson. - esordì - Lo sanno tutti. E' il nome con cui mi presento. Io... - puntò il dito sull'articolo di giornale che parlava del triste e spietato omicidio dei suoi genitori steso lì sul tavolo - Suppongo di aver perso il diritto alla mia privacy quando avevo tredici anni. - sorrise, ironicamente. Sapeva che non doveva usare quel nome o andarne fiera e che potenzialmente chiunque poteva sapere chi fosse, conoscere quella storia. Ma non le importava - Quindi se hai qualcosa da dire puoi dirlo qui davanti a tutti, visto che sei stato così sgarbato da interrompere un appuntamento.

    Yami ⛧ 8 ⛧ Dødson

    Attacco: 325 + 45
    Quirk: 450
    Agilità: 250
    Energia: 1100
    Tecniche/Equipaggiamento usato
    CITAZIONE
    ⛧ Stealth Suit FP333
    ⛧ Deadlocks



     
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    ⟐Ryo Tatsuki⟐




    Narrato - Parlato - Pensato


    Parole ed ancora parole, fluivano in quella conversazione che cominciava ad assumere un gusto disgustosamente falso. Era tutta una farsa alla fine quella dell'albino, che cercava ancora di essere amichevole con Yoshimura. Alla fine era per la copertura e doveva mantenere la calma, per quanto potesse essere difficile in quel momento. Le sue mani facevano tip tap sul bancone mentre un sorriso rimaneva incollato sulla sua faccia, cementato dal ringraziamento del vecchio che gli mostrava pure lui una faccia sorridente, forse in modo innocente. Colui che doveva rapire aprì gli occhi socchiusi e buttò le iridi scure verso di lui, verso l'occhio che solitamente veniva coperto dalla benda, lasciando il suo sguardo sul suo viso senza ritegno.
    Mi sta prendendo per il culo? Gli angoli della bocca di Ryo si abbassarono ed un leggero fastidio apparse sul suo viso. Si chiedeva cosa ci fosse di divertente nel guardargli l'orbita, considerato che non portava nemmeno qualcosa per coprire quel difetto. I canini nella sua bocca sfregarono tra di loro, mentre il ragazzo cercava di capire cosa significasse quel gesto. Forse era paranoico, forse era troppo fissato su questi dettagli, ma quello sguardo gli aveva fatto ribollire il sangue nelle vene. Ryo pensò che magari Orochimaru aveva ragione. Non erano molte le situazioni che lo facevano scattare di rabbia, che lo rendevano furioso rispetto agli altri, ma quelle occhiate che la gente gli rivolgevano erano insopportabili. Le mani dell'albino erano già incrociate tra di loro e istintivamente le strinse fino a sbiancare le nocche scure. Una gran voglia di buttare l'aria fuori dal naso, come se fosse una pentola a pressione pronta ad esplodere, venne trattenuta solo dalla sua voglia di portare a termine quella missione. Quel Yoshimura per Ryo era una di quelle persone che credevano di far del bene oppure di avere il diritto di giudicarlo solo per l'età. Cominciarono a frullargli pensieri per la testa, gli stessi che aveva provato quando qualche sera fa Saito lo aveva sfidato a vedere chi fosse il più forte. Chi fosse il dominatore era chiaro. Ryo lo aveva quasi dissanguato, era quasi riuscito a sfogare tutta la sua rabbia sul suo corpo. Tutti i fendenti che aveva tirato erano carichi di rabbia, di odio. Forse non proprio verso quel motociclista che se la era presa con la persona sbagliata al momento sbagliato. Per Ryo ferire quell'uomo non era la soluzione al suo perpetuo stato di disperazione interiore. Era una preda piccola che gli aveva dato soddisfazione, se non fosse per il fatto che era finito per essere un parafulmine per quello studente.
    Yoshimura si girò, armeggiando con i vari alcolici e sciroppi necessari per la creazione del drink. A distrarlo dai quei pensieri fu il ricordo di quando chiese ad un barista la ricetta, una sera che provò ad uscire in discoteca. Gli era rimasto in testa per qualche motivo la lista di alcolici necessari. Vodka, Gin, Rum, Soda, Sweet Sour e soprattutto il Midori, con il suo tipico colore verde e aroma di melone. Era l'unica cosa a rendere quella bevanda bevibile al suo palato, visto che per lui i mix con solo i superalcolici sapevano di antibiotico. L'alcol era un metodo per nascondere la propria tristezza, per annegare i propri pensieri come avrebbe voluto fare lui. L'albino si chiese come non fosse già sprofondato nell'alcolismo, come non fosse già caduto in qualche dipendenza. Forse la violenza era la sua droga, che gli permetteva di non impazzire completamente. Gli sembrò di sentire il profumo del liquore mentre questo veniva preparato, la sua dolcezza entrargli nelle narici e ricordargli dell'estate, e nel frattempo il vecchio ricominciò a parlare. Alle sue parole, Ryo inclinò prima la testa di lato, guardando il capo di Yoshimura destreggiarsi tra il mixer e il cercare di parlare con lui. Oltre al fastidio, un'onda di sospetto cominciò a fargli fremere le carni infreddolite. Sapeva in qualche modo che Ryo era lì per un motivo? Agli occhi dell'albino non sembrava messo in qualche posa rigida tipica di chi sta sull'attenti, come un felino pronto a balzare sulla preda, i muscoli di Yoshimura erano rilassati e si contraevano solo per eseguire il suo lavoro ripetitivo. Forse era uno di quei tizi che credevano nel destino o sciocchezze del genere, che pensavano che tutto fosse un piano ben strutturato nell'ordine dell'universo. Credeva veramente che fossero collegati? Se voleva chiedergli se fosse il figlio perso da neonato e abbandonato per motivi a lui superiori, poteva farlo subito. Ryo era impaziente di andarsene da lì, visto che ogni secondo che passava il vecchio sembrava prendersi gioco di lui. Questa sua teoria paranoica fu rinforzata quando gli servì finalmente ciò che aveva ordinato, additandolo come "ghoul". Se il ragazzo stava cominciando già da prima ad accumulare rabbia pronta a scoppiare, quel suo chiamarlo con quella strana parola fu la goccia che fece traboccare il vaso. Innanzitutto, cosa diamine era un ghoul? Ryo fu visibilmente stupito in faccia per qualche secondo prima di nascondere quelle sue emozioni lasciando solo le sopracciglia distese, mentre faceva mente locale su quella parola che di giapponese non aveva nulla. Sfortunatamente non aveva mai studiato molto e la sua conoscenza era limitata ai videogiochi e ai libri per ragazzi, non era un gran lettore ne un appassionato di cultura straniera. Però gli sembrava leggermente familiare quel suono, forse pronunciato in diverso modo da quanto lui conosceva, facendogli venire in mente certe immagini di quando era nella sua stanza, quando era a casa con la sua famiglia. Scandagliando le sue memorie come un mafioso in cerca di informazioni, si ricordò di un libro che gli avevano comprato quando era in pratica un ragazzino. Parlava di vampiri ed altre creature simili, si presentava come un catalogo ben dettagliato di tutte le loro caratteristiche. Alla voce "Ghoul" il disegno di quello che sembrava più un cadavere che un essere vivente copriva interamente la pagina. Ricordò i capelli lunghi ed unti e la pelle bianchissima di quell'essere, mentre la descrizione diceva qualcosa circa la loro passione per il sangue umano. Magari si ricordava male o erano solo ricordi fabbricati per sostenere la propria tesi e magari quella creatura era qualcosa di completamente differente, ma gli sembrava proprio che Yoshimura lo stesse insultando accostandolo ad un essere tanto orribile. Paragonarlo ad un mostro del genere non gli sembrava particolarmente carino ne adatto ad una situazione del genere, considerato che non erano nemmeno in rapporti stretti. Cioè, non si sarebbe mai fatto chiamare mostro neanche da Yami o Daisuke, però che si permettesse di anche solo provare a catalogarlo cambiava completamente l'opinione che l'albino aveva di lui. Era da tutta la sera che stava provando a convincerlo che lo conosceva, che non era un caso che fosse lì, che si fossero già visti. Non poteva semplicemente starsene zitto e farsi trapassare da una parte all'altra come tutti? Aveva avuto in mente una specie di piano prima di arrivare lì, uno che richiedesse pazienza, che richiedesse un minimo di recitazione e meticolosità da parte di Ryo. Ma di pazienza non ne aveva più, tutto il suo corpo e la sua coda volevano solo far stare zitto quell'uomo. Zittirlo, vedere la sua faccia distrutta e ridotta ad un cumulo di sangue e cartilagine. Doveva limitarsi, poiché Orochimaru aveva chiesto che Yoshimura fosse vivo. Che dovesse spiaccicarlo dopo su un tavolo da laboratorio e poi giocare coi suoi organi non gli importava, doveva avere almeno la soddisfazione di sfogare la sua rabbia su di lui. Ryo lo sapeva benissimo che non ce l'aveva con Yoshimura, almeno non del tutto. I suoi insulti e le sue affermazioni lo avevano infastidito, ma dietro quella voglia di fargli del male c'era tutto il nervoso accumulatosi in quelle ore. Voleva gridare fino a farsi sanguinare la gola ed avere la voce rauca, voleva piangere e far scendere le lacrime sul suo viso e sentirne il sapore salato. Orochimaru aveva sperimentato su di lui, aveva giocato col suo corpo come se fossero mattoncini da costruzione e ciò aveva già messo un profondo senso di inquietudine che provava ogni volta che ci pensava. Aveva insultato Yami l'altro giorno e come al solito era riuscito ad allontanare chiunque volesse essere gentile con lui, si sentiva in colpa per averla costretta a sorridere prima. Erano tutte cose che si erano accumulate in quel breve periodo di tempo, gli era stato tutto sbattuto in faccia e tutti si erano aspettati che lui mandasse giù le innumerevoli sensazioni che gli avevano appioppato. Ma pure Ryo sapeva che non era in grado di gestire quello stress, non era in grado di controllare tutte quelle cose. Doveva trovare una valvola di sfogo o sarebbe impazzito totalmente.
    Grazie. Ryo diede una risposta secca all'uomo, guardando il drink di colore verde intenso piuttosto che lui. Strinse il vetro quasi congelato ed utilizzando la cannuccia rossa che era già stata inserita tirò su con forza una buona parte della bevanda alcolica sentendone il sapore dolce, ma in quel momento qualsiasi cosa ingerita lo avrebbe nauseato ancora di più. Staccò le labbra prima di guardare nuovamente l'uomo senza una particolare espressione, tenendo gli occhi fissi su di lui mentre sembrava pulire i bicchieri. Come poteva tornare a quell'attività dopo avergli parlato in quel modo? Agli occhi dell'albino era un'ulteriore presa in giro.
    Vecchiaccio. Appena ti giri ti ammazzo. Ryo tornò a sorseggiare il suo drink, vedendo il suo riflesso verdognolo nel bicchiere e ricordandogli che in quel momento aveva un tipo di veleno debilitante che gli scorreva nel sangue. Per quanto avrebbe voluto porre fine alla vita di Yoshimura in quel momento, non era sicuro di esserne in grado. Ryo non conosceva l'unicità del vecchio, ne quanto fosse veramente forte. Era il capo di un'organizzazione, ma non si poteva giudicare la forza di un individuo solo dalle pure capacità combattive, ma anche dall'influenza che aveva sugli altri. Magari i suoi sottoposti erano pronti a suicidarsi per lui? Tanto meglio per l'albino, più carne al macello. Erano passati circa 5 minuti da quando Yoshimura aveva lasciato la bevanda sul tavolo. Questo continuava a pulire i bicchieri con gesti lenti e curati e non sembrava particolarmente propenso a girarsi. Non gli restava che sfruttare il fattore sorpresa. Ryo raddrizzò un po' la schiena, ruotando le spalle come se questa gli facesse male dopo una giornata di lavoro. Doveva concentrarsi, anche perché aveva una sola occasione per colpire senza che Yoshimura potesse reagire. Avrebbe usato il pagamento della bevanda come scusa per attaccare. Gli bastava una distrazione per mettere a segno un unico colpo, glie ne bastava uno e sarebbe tutto filato liscio come l'olio.
    Uh, dovrei pagare un Japanese Ice Tea. L'albino fece qualche passo sulla sua destra, mettendo la mano in tasca e rivolgendo il suo sguardo verso il basso fingendo di cercare i soldi nei pantaloni. Probabilmente la camicia si sarebbe strappata, ma pazienza. La loro distanza era minima, la sua coda a meno di strane modifiche non citate da Orochimaru l'avrebbe raggiunto senza problemi. Era come se dovesse lanciare la palla più importante alla finale di una partita di baseball. Doveva solo decidere come manifestare la sua coda. Aveva pensato di generare più tentacoli per avere più possibilità di colpirlo ma in caso il suo avversario avesse avuto un quirk potenziante non avrebbe potuto scalfire un'eventuale armatura con quelli. La coda spinata era troppo pesante ed imprecisa per essere affidabile in quella situazione e quella forma nuova...non aveva idea di cosa sarebbe successo utilizzandola ed il rischio di trovarsi dissanguato era troppo alto per provarci. Occorreva andare per il classico ed utilizzare l'aspetto che bilanciava raggio con la potenza. Ryo avrebbe quindi camminato verso la cassa, trovandosi diagonalmente opposto a Yoshimura se questo fosse rimasto fermo. Gli sudavano le mani ed il suo cuore batteva all'impazzata mentre faceva fremere tutto il suo corpo per manifestare la sua coda. Mentre camminava avrebbe infatti attivato delicatamente la Scorpion Tail, tenendola inizialmente bassa e tentando di utilizzare il bancone come mezzo per oscurarne momentaneamente la presenza. La sensazione però fu diversa questa volta. Gli bastava volerlo per farla apparire da sopra il bacino e tralasciando una leggera tachicardia solitamente sentiva solo la pelle occupata da quell'arto in più, ma in tutta la schiena ed il ventre avvertì qualcosa scorrere. Era come se qualcuno gli avesse iniettato un freddo farmaco e potesse sentirlo muoversi tra i suoi vasi sanguigni, mentre tutto il sangue si raccoglieva per creare un abominio bianco. La coda era del solito colore bianco smunto, ma a segnalare la presenza del veleno c'era diverse striature violacee che sembravano pulsare, quasi delle crepe che accoglievano il liquido estraneo al suo corpo. Ryo non sarebbe stato molto a guardare, anche perché di sicuro da un momento all'altro chiunque avrebbe visto che aveva attivato il suo quirk. Piantando solide le gambe sul terreno per evitare di essere spostato dalla forza della sua stessa coda, Ryo avrebbe fatto compiere alla sua unicità un arco che partendo dal basso avrebbe acquisito forza fino a superare il bancone e per tentare di colpire con un affondo la spalla destra di Yoshimura, con una traiettoria che partiva da in basso a destra fino ad arrivare in alto. Non era sicuro che un colpo di striscio avrebbe applicato il veleno e quindi avrebbe provato ad andare sul sicuro colpendo come uno scorpione. In quel colpo mise tutta la frustrazione che si era accumulata in quelle ore. Avrebbe finito quel lavoro in fretta, si sarebbe fatto togliere quella melma e sarebbe ritornato...a casa. Era pronto a combattere quel vecchio se avesse schivato, non c'erano problemi. Aveva solo voglia di far uscire fuori tutta quella rabbia.

    Scheda Ryo Tatsuki - LIVELLO 5

    Attacco: 45
    Quirk: 175 262
    Agilità: 150
    Energia: 401/425
    Tecniche utilizzate:
    CITAZIONE
    Veleno
    +50% del valore Quirk, con coda attivata, in caso di Attacco Quirk.
    +50% dell'Agilità, con coda attivata, in caso di Azioni Difensive.
    +20% dell'Energia da aggiungere al Costo della tecnica usata.

    CITAZIONE
    Scorpion Tail LV2
    Ryo risveglia il suo quirk in forma base, ovvero quella di scorpione. Qui la coda è lunga circa 3 metri, divisa in vari segmenti che partono dall'osso sacro e che terminano in uno più affilato. La forma base non è particolarmente potente, ma è comunque una versatile arma per combattere.
    Danni: Medi
    Costo in energia: 2024, mantenimento 5

    CITAZIONE
    Equipaggiamento:
    Izumi e Kakou (Stato Izumi: Avvelenato)





    Ho elencato tra le tecniche i bonus ed i malus ottenuti da Ryo nella AM, giusto per comodità. Inoltre solo una piccola nota, in questa role Ryo non ha la benda ^^ (scusate per l'immagine che fa confondere, ma non ne ho trovate migliori).


    Edited by Dëlin - 9/1/2019, 20:39
     
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    Daisuke Okada


    hibari_kyoya__katekyo_hitman_reborn_by_notmi-d4pa8hj



    Narrato - Parlato



    La figura serpentesca si era complimentata con Daisuke, data la sua precisione e attenzione nei dettagli, una bella botta per il mafioso, il quale non avrebbe mai osato pensare ad una cosa del genere, non se lo sarebbe mai aspettato. Ma doveva rimanere concentrato, solo rimanendo serio avrebbe portato a termine la missione in modo corretto, seppur non sembrasse niente di difficile, dato ciò che gli era stato detto dal Boss.
    Il corvino ottenne anche le risposte alle sue domande, i suoi dubbi aumentavano a dismisura ma allo stesso tempo aumentava anche la sua sicurezza, ovviamente non gli avrebbe dato fastidio scoprire l'interno del cofanetto, magari una bomba o forse un arma chimica, però sapere che sarebbe bastato stare attenti a non farlo muovere troppo gli dava la sicurezza che non gli sarebbe esploso addosso. Riuscì anche a scoprire che la droga che gli sarebbe stata iniettata in corpo era davvero potente, come poteva immaginare. Ovvio perdere un braccio lo avrebbe fatto soffrire come un cane, ma sapere che non sarebbe stato un danno permanente lo tranquillizzava, dato che gli dava accesso a tattiche più folli, bastava non perdere la testa alla fine, ma non avrebbe comunque rischiato ferite in zone delicate del corpo, come potrebbe essere la parte alta del tronco.
    La sua speranza era anche quella dell'assenza degli effetti collaterali, ma il loro verificarsi era possibile, non probabile, ma essendo quella, una "sostanza" sperimentale, possibile. A Daisuke sarebbe bastato non avere dei rigetti da parte delle zone ricresciute, per il resto qualunque altro effetto sarebbe stato passabile. Orochimaru passò al mafioso anche una mappa della scuola, era facilmente accessibile dal telefono che il corvino teneva nella tasca dei pantaloni, gli sarebbe certamente tornata utile, poteva già iniziare a calcolare la strada meno lunga per andare e quella meno lunga per tornare, il suo buon senso gli diceva di evitare le zone abitualmente affollate, seppur il boss gli avesse detto che non avrebbe incontrato nessun tipo di ostacolo. Probabilmente lo faceva per una sua tranquillità mentale, rischiare tanto in una missione molto importante non era nelle possibilità, il ragazzo doveva compiere la missione senza rischiare nulla, e nel minor tempo possibile. Magari avrebbe ricevuto un aumento o un cambio di posizione, chissà, lo avrebbe scoperto solo dopo averla portata a termine.
    A seguito delle risposte di Orochimaru, a Daisuke venne iniettata la sostanza rigenerativa, il corvino non usava molto spesso aghi, però voleva cercare la massima serietà, quindi non disse nulla. Cercò di mantenere la serietà anche durante il viaggio con Jenny, difatti i due si dissero solo un paio di frasi, una domanda da parte del corvino ed una risposta dalla guidatrice. Una risposta inaspettata e che lasciò il mafioso in uno stato di curiosità e stranezza estreme, infatti la ragazza gli disse che aveva diverse sorelle gemelle, e che tutte si chiamavano Jenny, era per caso un brutto scherzo da parte dei genitori? Avere parecchie figlie gemelle e donargli lo stesso nome? E' una cosa divertente e inquietante allo stesso tempo, soprattutto per il fatto che, probabilmente, tutte hanno un carattere unico, come la ragazza che stava accompagnando Daisuke, la quale era completamente diversa dalla sorella, la prima fredda, indifferente e seria, mentre la seconda era solare, allegra e particolare, però, probabilmente entrambe avevano aspetti positivi e negativi. Questa cosa lasciò parecchia curiosità nella mente di Daisuke, che aveva quasi voglia di parlare con la Jenny che lo aveva fatto accedere nel gruppo, così da capire un po' di più la sua situazione famigliare.
    Durante il viaggio, il mafioso si rese conto anche di una cosa particolare, cioè che il suo braccio era apparentemente guarito, non aveva controllato la ferita per vedere se lo fosse effettivamente, però non gli faceva più male, e anche premendolo stava bene, che la sostanza avesse già fatto effetto? Probabile, ma ormai era ora di lasciare il veicolo, stava per entrare nella scuola.
    Il corvino aveva scelto una posizione precisa per entrare, una parte del muro di cinta, appartata e comoda per l'ingresso nell'ambiente scolastico, seguendo la planimetria che aveva sul telefono aveva notato che da quel punto era possibile entrare all'interno della scuola,sia procedendo verso l'infermeria, sia salendo delle scale per andare nei piani superiori. Due opzioni erano meglio di una singola, quindi trovo in quella zona un ingresso perfetto.
    Però ci fu una cosa a lasciarlo di sasso, la situazione all'interno della Yuuei, la quale era vuota, non si vedeva nessuno. Professori, studenti, personale scolastico, non c'era un'anima viva, era una visione surreale, essendo la Yuuei una scuola famosa e piena di studenti. Era praticamente impossibile che in un giorno come un altro la scuola fosse totalmente deserta, che fosse per le notizie che il ragazzo aveva letto sui giornali? Magari i genitori degli studenti erano scandalizzati da ciò che era successo e li avevano costretti a tornare a casa? Ma era davvero possibile come cosa? Alla fine qualcuno sarebbe comunque rimasto, quindi probabilmente non era per quel motivo. Che fosse opera di Orochimaru? Era davvero un uomo così potente? Non erano tanti i gruppi criminali in grado di tanto, e soprattutto, come ci era riuscito? Aveva corrotto qualcuno? Aveva minacciato la scuola in qualche modo? Era riuscito a farli cadere in qualche tranello? Ma in questo caso, dove terminava il potere di Bloody Snake?
    E se per caso fosse stata una trappola? Magari la scuola aveva ricevuto una soffiata e si era preparata per non mettere nel mezzo gli studenti, quindi il corvino si sarebbe ritrovato a combattere da solo contro tutti gli insegnanti e magari anche gli studenti migliori. Ma era davvero possibile? Questo avrebbe potuto dire due cose, o era presente un traditore interno, oppure Bloody Snake aveva dei nemici potenti, addirittura più potenti del gruppo stesso.
    Mille domande sorgevano e venivano fatte tramontare nella mente di Daisuke, era sempre stato così, nei momenti di panico ha bisogno di risposte, e seppur non lo dia a vedere, è una persona in costante bisogno di aiuti, data la sua abitudine a perdersi in un bicchiere d'acqua e non poterne uscire. Forse questa era una conseguenza del suo essere un eterno secondo, un comandato invece che un comandante, questa sua abitudine, la quale cresceva a pari passo con l'età, lo aveva portato ad un costante bisogno di un capo che lo guidasse e lo scortasse nelle situazioni burrascose. Ma questo non faceva di lui una zecca? Proprio ciò da cui il corvino voleva distaccarsi, lui voleva essere un aiuto per le persone superiori a lui, non un peso e tanto meno una difficoltà.
    Dopo oltre un minuto di caos mentale, Daisuke riuscì a farsi una mezza idea di come fare, doveva salire sui tetti, da lì si poteva spostare velocemente, e avrebbe potuto guardare la situazione dall'alto, in caso di nemici gli sarebbe bastato far di tutto per raggiungere il centro dell'edificio, rilasciare il cofanetto per terra, e scappare riusando i suoi portali, altrimenti, usando i tetti sarebbe potuto arrivare alla zona scelta senza troppi problemi, evitando stanze e corridoi. Ovviamente sperava con tutto se stesso che la situazione fosse la seconda, ma doveva essere preparato a tutto, l'impreparazione lo avrebbe portato ad una morte prematura.
    Quindi, seguendo questa sua logica, decise di correre verso le scale per salire verso i piani superiori, era la soluzione migliore, in caso di presenza degli eroi, sarebbe stato trovato prima, sì, ma lo avrebbero comunque trovato prima o poi, in caso contrario, sarebbe stato tutto semplicemente più veloce.


    Daisuke Okada | Livello 6

    Attacco: 150
    Quirk: 225
    Agilità: 250
    Energia: 647-3=644
    Tecniche/Equipaggiamento usato
    CITAZIONE
    Equipaggiamento:
    - Supporto- Lama Vuota
    Questa "spada", in realtà è costituita unicamente da un elsa, la quale, quando stretta con forza dall'utilizzatore, genera un impulso che fa attivare il quirk, utilizzando dei piccoli aghi posti su di un lato della spada, di fatti, un utilizzo prolungato, oltre ad un affaticamento per via dell'utilizzo del quirk, causa anche un leggero sanguinamento, non doloroso, o perlomeno, poco doloroso. La lama vera e propria però, viene creata dal quirk dell'utilizzatore, nel caso di Daisuke, viene usato Portal Movement, per fare entrare parti del corpo di un avversario, o di qualunque cosa, nel portale, per poi sfruttare l'impulso creato dalla spada, per tagliare, sfruttando una delle peculiarità di Portal Movement, cioè la chiusura a scelta dell' utilizzatore. Questo permette alla spada di essere quasi invisibile, come per l'appunto i portali di Daisuke, e di non avere reale consistenza.

    -Offensivo- Beretta 92FS
    Questa è una semplice arma da fuoco, come potrebbe essere una pistola di servizio di un poliziotto statunitense o di una guardia giurata.
    Avendo un calibro 9 mm con caricatori da 15 proiettile l'uno. E con una canna di 125mm.
    Probabilmente una delle armi più comuni anche tra le varie pistole da cinema e facilmente usabile. Presenta inoltre un silenziatore che attutisce il suono emesso dallo sparo.
    (Con un caricatore)


    -Offensivo- Granata Fumogena (Nebbiogena) (x5)
    Una bomba a mano che crea un grande banco di nebbia per coprire i movimenti in una certa zona, andando a creare parecchi volumi di fumo artificiale.
    -Effetto- Banco di nebbia per 2 turni in un'area 10x10.

    Offensivo- Granata Narcotica (x5)
    E' un particolare tipo di granata fumogena, che non solo crea un grande volume di fumo, ma genera un gas narcotico, il quale, se respirato, farà addormentare il soggetto in giro di poco.
    -Effetto- Dopo 1 turno -5 in riuscita. dopo 2 turni effetto narcotizzante leggero

    - Offensivo- Granata ad urto (x5)
    E' un particolare tipo di Granata a frammentazione, che però non è letale, essendo costituito da due sfere di gomma dura "esterne" e parecchie piccole sfere di gomma dura interne. Producendo dolore ma non rischiando di creare danni letali. Utili per spostare un nemico o farlo rannicchiare per il dolore.
    -Danni- Medi

    CITAZIONE
    Tecniche : NOME TECNICA : Portal Creator Lv.3
    DESCRIZIONE : Daisuke può concentrarsi per creare un portale nel giro di poco più di un secondo, questo portale sarà completamente da lui impostato, la massima distanza dal suo corpo è di 25 metri e con una grandezza complessiva di altezza e lunghezza di 1 metro, la massima quantità di portali creabili è di 16, e quelli creati vengono automaticamente fatti scomparire dopo 24 ore dalla propria creazione
    DANNO : //
    COSTO (in Energia)
    Portali dal 1° al 8°= 3 ( a portale )
    Portali dal 9° al 16°= 5 ( a portale)



     
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    Roy Ash O'Connor


    Ghk5vxK



    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato Altri -


    L'incontro tra i due stava proseguendo piuttosto bene, se così lo si poteva definire. Malgrado i sospetti e i timori di Ash, la ragazza svedese era di buona conversazione e probabilmente sapeva come trattare con lui. Dopotutto, Ash non si sentiva in imbarazzo e non avvertiva alcun tipo di imbarazzo, il che la diceva lunga, considerato li suo pessimo modo di fare con il gentil sesso!
    Tutto liscio quindi, fino a quando Yami non citò Romeo e Giulietta. Essendo di origini inglesi, non avrebbe potuto non conoscere una delle opere più famose di William Shakespeare. Sentirsi paragonati alla tragedia di due amanti e vittime allo stesso tempo, lo mandarono in confusione.
    Sapeva che quella era una mera citazione di circostanza e che la faccenda sentimentale non aveva nulla a che fare con loro, eppure, avvertì una certa ansia in quel momento.
    S-si dice che quello di Romeo e Giulietta sia l'esempio puro di come l'amore conduca l'essere umano alla follia. Due ragazzini, inesperti, ingenui, impreparati e privi di alcun quirk, sfidano le proprie sorti rivoltandosi contro le proprie famiglie potenti ed in lotta tra loro. Disposti ad andare in contro alla morte pur di garantirsi un luogo in cui stare in pace, da soli. Due ragazzini che altro non pensano che a stare insieme... Sai... N-non sono mai riuscito a capirla fino in fondo, quella tragedia. Perché arrivare a così tanto? Perché morire pur di amare?
    Dopo quelle parole, Ash sarebbe apparso un po' più cupo rispetto a qualche attimo prima. Il motivo era legato al fatto che tutto ciò che aveva a che vedere con le sue origini, gli rammentavano la madre e la sorella. Anche loro sfidarono la famiglia richiamando Roy dall'ospedale psichiatrico e andando a vivere lontano da suo padre. Una scelta che il tempo, poi, ripagò soltanto con una tragica morte di sua madre e di sua sorella, e lui come capro espiatorio.
    Forse, Yami aveva intuito che qualcosa iniziava a non funzionare nella testa dell'albino e così decise di riprendere il discorso iniziale chiedendo lumi in merito al bar Soseiji.
    Al bar direi tutto bene e se non fosse per quella serpe di Orochimaru le cose sarebbero potute andare ancora meglio. Purtroppo, alcuni suoi scagnozzi hanno iniziato a reclamare li controllo di alcuni territori protetti dal Soseiji. In più, sembra che si sia dato da fare per organizzare qualcosa di grosso ai danni nostri...

    Il suo discorso, però, fu interrotto dall'entrata in scena dello strano tizio biondo che Ash aveva notato all'ingresso. Con molta disinvoltura, quel ragazzo si accomodò al tavolo, accanto a Yami ed Ash.
    Dopo essersi presentato, Kurapika, consegnò a Yami una busta. Dopodiché chiese alla ragazza di avere un colloquio privato ma Yami non sembrava volerlo accontentare.
    Di cosa dovrei preoccuparmi?
    Rispose francamente Ash, non appena si sentì provocare dal ragazzo biondo.
    La faccenda, però, riguardava Yami, così mantenne i nervi saldi e lasciò che la ragazza chiudesse quanto prima con quello scocciatore.
    Fratello? Allora è vero... Yoshimura mi disse che suo fratello era un tipo piuttosto "indomabile" e che non amava stare a contatto con la gente...
    I sospetti di Ash si rivolsero, così, al nuovo entrato. Yami era stata colta di sorpresa, peciò non poteva essere tutta una montatura organizzata.
    Probabilmente era stata seguita; non poteva avere altre spiegazioni logiche.
    Assistette, così, allo scambio di parole tra i due, finché, personaggi come Orochimaru e lo stesso Yoshimura, vennero citati da Yami con molta leggerezza. Quasi si pietrificò nel sentirla parlare liberamente di quei due, in un locale pubblico.
    Se fosse venuta qui per tentare di fregarmi, non penso che avrebbe parlato del suo capo in quel modo... Non stava mentendo allora...
    Pensò l'albino, nel mentre che cercava di capire di cosa stessero parlando i due.
    La svedese, infine, lasciò cadere di proposito le foto e i documenti contenuti nella busta, come se di tutti quei documenti a lei non importasse nulla.
    Eppure, i contenuti erano a dir poco inquietanti... alcune immagini raffiguravano lei, in strada. La stavano seguendo... ma chi? Che fosse invischiata con qualche altra fazione?
    Poi, il suo occhio cadde su un articolo di giornale... non riuscì a leggere bene ma nel sottotitolo aveva letto "Dodson" ed una foto di famiglia accompagnava il testo dell'articolo. La sua mente iniziò a elaborare il tutto. Sicuramente, lì c'era il passato di Yami e quel ragazzo, probabilmente, era lì per... ricattarla?
    Yami, dal canto suo, non ebbe alcun problema nel rivelare il suo nome di origine, così come non si fece nessun problema nel fargli notare l'articolo che Ash aveva puntato con la coda dell'occhio. Poteva leggere il titolo e le prime battute: parlavano di un uomo ed una donna, "i Dodson", genitori altolocati di una bambina di tredici anni, massacrati brutalmente dalla loro figlia.
    A quel punto, Ash rabbrividì.
    Sembrava, per certi aspetti, una falsa riga della sua storia, soltanto che quella di Yami aveva avuto dei risvolti ancora più complicati.
    Yami ha ucciso i suoi genitori? E il fratello allora? Non ci sto capendo più nulla.

    Prese dalla tasca della sua giacca il suo cellulare ed inviò velocemente un messaggio di testo al vecchio Yoshimura: "come va?".
    Non voleva sembrare sgarbato, così preferì inviare un messaggio, piuttosto che chiamarlo al telefono, alla presenza di Yami e dello sconosciuto.
    La sua attenzione ritornò poi, sulla ragazza, la quale non sembrava affatto in difficoltà. Era abile nel parlare con la gente ma Ash poteva avvertire un certo risentimento. Per quel poco che la conosceva, nonostante sembrasse calma e con i piedi per terra, poteva però avvertire un sentimento di repulsione... lo stesso che avvertiva anche lui nei confronti del ragazzo biondo.
    Magari era soltanto una brutta impressione e, chissà, magari quel ragazzo non aveva cattive intenzioni ma... cosa ci si può aspettare da una persona che piomba nel bel mezzo di un appuntamento, spiattellandoti contro documenti che provano il tuo triste passato, assieme a delle fotografie che dimostrano di essere seguito?
    I suoi gravitoni cominciavano già a bollirgli dentro.

    Roy Ash O'Connor - Livello 6

    Forza: 90
    Quirk: 360
    Agilità: 200
    Energia: 675

    CITAZIONE
    TECNICHE

    CITAZIONE
    EQUIPAGGIAMENTO
    Nessuno

    Off: Ciao, rieccomi qui e buon inizio 2019 a tutti. Chiedo umilmente scusa per questa mia latitanza, ne ho discusso già con lo staff, ma ci tenevo a scusarmi con tutti gli altri partecipanti alla quest. Farò di tutto affinché non capiti più.



     
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70 replies since 23/11/2018, 15:10   1593 views
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