Guinea Quirks

AM per Dracon - Sapphire313 - Stan™ - Ð. × Ace - Why Bother.

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    Ayumi Star




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    Narrato - Parlato - pensato



    Ayumi era finita a fare da infermiera per il ragazzo ed il dottore come ordinato prese le forbici ed iniziò a tagliare le garze nella quale poi imbevette nel disinfettante per poi pulire le ferite del ragazzo come le era stato detto. Per poi rivolgersi al ragazzo.

    Questo brucerà un pò ma sempre meglio questo dell'altra alternativa. poi si rivolse ad Evelyn sorpresa anche lei come tutti a giudicare dalle espressioni del loro viso dai metodi da mamma che aveva.Non ti facevo una persona così premurosa verso il prossimo o chi è in difficoltà. Non prenderla come una provocazione lo trovo carino, trovare una persona così diciamo materna nei momenti di crisi o panico come questa, per ora voglio rimandare la conversazione a quando avremo salvato il ragazzo. per poi rivolgersi al medico con uno sguardo determinato sul suo viso. Perché noi salveremo questo ragazzo anche se per farlo dovremmo fare l'impossibile.

    in parte la volontà di Ayumi nell'aiutare il ragazzo serviva realmente a non pensare agli eventi di quella sera sulla sua famiglia, ma le parole dette e la determinazione non venivano dal desiderio di non-pensare, ma anche perché lei non poteva sopportare di vedere qualcuno morire non conosceva il ragazzino, ma comunque odiava il veder qualcuno morire davanti a lei come disse a Risa il giorno in cui entrò all'eden non era pronta a vedere quella luce negli occhi di qualcuno spegnersi. Non era pronta ne voleva esserlo forse solo per la morte dei genitori, ma quello era un altro discorso. Stava disinfettando come poteva le ferite. Però come si poteva vedere i cristalli del suo viso lo stavano uccidendo e non stavano realmente funzionando tutte le operazioni che stavano facendo. Almeno avevano ripreso conoscenza, anche se era preoccupato e come dargli torto e anche solo parlare era uno sforzo enorme.

    Tutto questo per una semplice caduta dalla bicicletta... che cosa terribile.

    Il ragazzo chiese di un'altra dottoressa che lavorava qui prima di PL Ayumi era curiosa di saperne di più, ma c'era un momento ore ogni cosa, ma non ora. Il clown somministrò sotto indicazione del medico un qualcosa per inibire i quirk cosa che Ayumi avrebbe pagato a peso d'oro, ma anche quello ora era in secondo piano anche se quella somministrazione stava creando nella mente della ragazza più domande che altro. Ed anche se i cristalli stavano sparendo il ragazzino non dava segni di riprendere conoscenza. Così si avvicinò prima al medico.

    PL quel farmaco che le ha prescritto ha detto che è sperimentale... non le chiederò dove l'ha preso o come se lo sia procurato... onestamente m'importa veramente poco, però lo sperimentale non riesco a togliermi dalla mente e sopratutto se è sperimentale quali potrebbero essere gli effetti negativi di esso soprattutto relazionati ad un fisico giovane come quello del ragazzo.

    Dopo che il medico avesse risposto alle sue domande e perplessità si avvicinò alla succube. un po timidamente per quello che le aveva detto pochi minuti fa. Non era nulla di grave ovvio per lei. Forse voleva solo diciamo parlarle.

    Eve giusto? Sei stata a dir poco fantastica. Sei stata premurosa verso quel ragazzo forse se a resistito fino ad ora è merito tuo. l'affetto di qualcosa che si avvicina ad una madre aiuta a sopportare le cose peggiori. Come in questo caso, volevo anche dire che dopo quello che visto ora forse hai ragione il mio quirk non è una maledizione non mi ha quasi mai messo in situazioni del genere... però diciamo che ho vissuto più momenti spiacevoli che belli a causa di esso. Poi fece un enorme sospiro.Scusa tendo a parlare troppo avvolte e so anche benissimo che non siamo amiche ne forse lo saremo mai quindi. Prendilo come un grazie per aver alleviato le sofferenze del ragazzo per un pò.

    Era un ringraziamento sincero... odiava l'idea del vederlo morire, ma se fosse successo almeno sarebbe stato in pace e con un affetto materno e non da solo nel dolore. Così poi si avvicinò alla scrivania notando che il colore non stava tornando normale così per rendersi almeno utile e non pensare a cosa potrebbe andare storto la ragazza dal capello cremisi inizio a disinfettare con le bende le piaghe del ragazzo mentre diceva sottovoce a mo di preghiera.

    riprenditi... riprenditi.


    Ayumi Star PG - LIVELLO PG[/URL]

    Forza: 15
    Quirk: 30
    Agilità: 30
    Energia: 100
    Tecniche/Equipaggiamento usato: SOLO TITOLO TECNICA E/O DELL'EQUIPAGGIAMENTO
    Danni: X
    CITAZIONE
    TECNICHE/EQUIP
    ...descrizione della tecnica/equipaggiamento



     
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    [Scheda] [Quirk] Evelynn Harcrow
    « Ooh, are you lonely? I can help. »

    Non...non guardatemi così. Non guardatemi con ammirazione, non guardatemi come si guarda una santa che tende la mano ad un bisognoso: non lo sono. Sto facendo in parte quello che farei a cose normali a lavoro, sto dando sollievo a qualcuno come meglio posso. Non sono una persona da emulare, non sono qualcuno da ammirare, non sono qualcuno a cui fare i complimenti perché quel gesto, quel tentativo di rassicurazione che sto dando al ragazzo è un qualcosa che non fa parte di me, non almeno quel gesto fatto in questo modo.
    Guardatemi, guardatemi per l'amor del cielo! Una con il mio aspetto, con la pelle quasi purpurea, i capelli cinerei, gli occhi gialli, i canini e le unghie affilate, due code in questo modo non può esser trattata altrimenti che come un demone e questo---questo è quello che mi merito. No, non che mi merito: che voglio. E' quello che voglio perché non sono gli angeli che ti danno sostegno, basti pensare a tutti i libri od i racconti: un patto con un demone è qualcosa di pericoloso perché chiede tanto in ritorno, chiede veramente tanto ma per accontentarti fa tutto ciò che è in suo possesso e non è quello che faccio io? Offro sollievo, offro un balsamo momentaneo per lo spirito in cambio di quella considerazione che ti spinge a tornare da me. I miei gesti infettano e come un veleno, come una droga poi ti fanno tornare ed è così che mi procuro da vivere, creando dipendenza da me.
    Dunque non guardatemi così.
    Non gli lasciai la mano a quel ragazzino nemmeno quando lo alzarono perché ne aveva bisogno, anche se non lo diceva era palese dal mio punto di vista: quando una persona sta male fa di tutto per cercare sollievo e lo trova molto spesso nella prima cosa o persona che gli offre un qualcosa. Un momento bello. In questo caso io. Recuperai la giacca, attesi che lo avessero accomodato sulla superficie piana per appoggiargliela sotto la testa e ripresi quella mano. L'altra la riportai sulla sua fronte, avvicinandomi col volto senza cattive intenzioni ma in modo che potesse sentirmi senza aver bisogno di parlare forte.
    « Vedi? Va tutto bene. Il dottore si sta prendendo cura di te e poi ci sono io, senti? » Strinsi appena la mano come per fargli capire che ci fossi. « Tu rilassati e rispondi al dottore. »
    Dunque bastava anche una semplice caduta da bicicletta per ridurlo in quello stato? Mi sembrava tutto il contrario di Shahar: mentre lei con un urto aveva rischiato di rompersi (e l'avevano in parte rotta), lui invece si era solidificato come una sorta di sistema immunitario che cerca di proteggere il corpo dalle ferite. Pericoloso, però, perché bloccare il sangue significava cessare ogni attività interna.
    Non volevo pensarci. Quello che mi aveva spinto era solo la similitudine che avevo trovato tra le due persone ed il fatto che anche con la ragazza, a suo tempo, non avevo fatto altro che tenerle la mano colpita da quella crudeltà che avevo visto ma qui...che c'era stato di crudele? Iniziai a dubitare delle mie ragioni perché mentre mi dicevo che mi ero mossa solo per una somiglianza in potere, ora se provavo a pormi quella domanda non riuscivo a trovar risposta. Era meglio non pensarci. L'importante era che si stesse addormentando dopo aver preso quel farmaco e che la situazione sembrasse migliorata, permettendomi di tirare un sospiro di sollievo. Non prima di avergli sussurrato un debole debole... « Buonanotte. » ...all'orecchio prima che questi cadesse nelle braccia di Morfeo.
    Solo a quel punto avrei tolto più delicatamente possibile la giacca da sotto la testa del ragazzo per infilarmela piano piano, arretrando senza dire molto. Dunque bisognava aspettare ancora un quarto d'ora? Presi dalla borsetta il mio blocco note ed una penna, facendo per scrivere qualcosa quando la ragazzina piena di autocommiserazione mi rivolse la parola: alzai solo gli occhi, avevo ignorato le parole di prima perché semplicemente non era il momento di considerarle.
    « Non lo so nemmeno io perché l'ho fatto, non ringraziarmi. » Non tu perlomeno, non volevo di certo che iniziasse a considerare anche il quirk del ragazzino come una maledizione: giuro che quell'atteggiamento mi aveva dato più fastidio che indifferenza, senza considerare che dei motivi per cui lo definisci così non li voglio nemmeno sapere...oppure li hai già detti e li ho palesemente ignorati perché troppo poco interessanti. Stavo giusto cercando di recuperare un po' me stessa.
    « Tutti cercano sollievo in qualsiasi situazione, soprattutto quando stanno male. » Spostai lo sguardo sul ragazzino che dormiva, rigirandomi la penna tra le dita. « Che tu ci creda o meno, non ho fatto niente di differente di ciò che farei se fossi a lavoro: magari non nello stesso modo, certo, però... » Sorrisi. « Sono sorpresa non si sia spaventato. » Da vicino non ho un'aria rassicurante la prima volta che mi vedi, è dopo che divento quasi irresistibile.
    Anzi, senza il quasi. Guardai la ragazzina ora, quella che mi aveva parlato - ed anche tanto - fino ad ora. « Un consiglio, sweetie: prendi fiato tra una frase e l'altra. » Lo dissi con un po' d'ironia, giusto per sottolineare davvero che quella ragazzina parlava tanto, forse troppo ed aveva bisogno di ponderare e pesare un po' meglio le sue parole. Cavolo, per un ringraziamento ci aveva messo quasi due minuti buoni. Però una cosa buona l'aveva detta: non saremmo mai state amiche.
    Non potevo essere amica di una così negativa. Scrissi qualcosa sul primo foglio in cima al block notes, dunque lo strappai, lo piegai a metà e riposi il tutto al suo posto nella borsetta assieme alla busta con il compenso per la mia piccola analisi sul quirk: ero davvero poco interessata a quel farmaco sperimentale solo perché effettivamente non mi serviva a niente. Lanciai uno sguardo al dottore. « Se ha bisogno di me, sono in sala d'attesa. » Ed è proprio lì che mi sarei diretta passando volutamente - ma con una certa nonchalance, come se semplicemente fosse un passante di fianco a me lungo la strada - di fianco a Daichi per farglielo scivolare un tasca, quel foglietto, dandogli appena una leggera pacca sulla schiena con la coda.
    Era una situazione pesante che mi aveva riportato alla testa una brutta esperienza, avevo bisogno di distrarmi e per respirare mi sarei messa a sedere lì, in sala d'attesa, su una delle sedie rimaste libere.
    Della droga che potenziava o inibiva i Quirk, onestamente, non poteva interessarmi meno di così. Ero contenda della mia abilità e non sentivo il bisogno di alterarla in nessun modo.

    ► Statistiche
    ● Livello: 2.
    ● Peso trasportabile: [4].
    ● Energia: 100.
    ● Forza: 10.
    ● Quirk: 37.
    ● Agilità: 28.
    ● Tecniche usate: //.
     
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    Hisoka Morow

    Tutti uniti a fronte unico con il solo scopo di salvare una vita sconosciuta. Hisoka poteva sapere soltanto dei propri motivi, si chiedeva cosa spingesse gli altri a rimanere. Su cinque individui che strisciavano tra l'illegalità nemmeno uno aveva deciso di intascarsi i soldi e dileguarsi.

    Red e Blank era prevedibile si facessero avanti, essendo certamente le persone più normali lì in mezzo, il che faceva sorgere domande su come fossero immischiati nei circoli particolari dove fosse passato l'annuncio di PL. La bassotta dai capelli rossi in specifico poteva benissimo passare per un'Eroina. E chissà, forse era davvero lì sotto copertura.

    Nell'offrire aiuto a PL... Il prestigiatore non poteva dire s'aspettasse di fare il ruolo del muscolo. Forse l'altezza impressionante o l'essere così magro da mostrare la definizione muscolare avevano illuso il Dottore che quei muscoli fossero allenati.

    Nulla di più lontano dalla verità.

    Hisoka era uno stecco. Slanciato e agile, certo, ma dalla costituzione di uno stuzzicadenti. Una vita spesa ai tavoli da gioco poteva rifinirti la mente quanto volevi ma senza esercizio frequente i risultati fisici erano ben evidenti. Ringraziava la sua Unicità e la sua tolleranza per il dolore. Senza esse non aveva alcuna chance di sopravvivere in un duello qualsiasi.

    In ogni caso non protestò, andò ad afferrare il ragazzo morente sotto le ascelle, con Kidd che avrebbe dovuto prendersi carico delle caviglie se volevano sollevarlo. Tirarsi indietro sarebbe stato rivelare la propria debolezza di fronte a possibili sfidanti futuri.

    « One... Two... Three ♦ »

    Cercava disperatamente di mantenere il sorriso ma le labbra tremolanti lo tradivano. Solo alzargli la schiena da terra era abbastanza da fargli sentire i muscoli in fiamme... Ma un istante dopo, tutto questo carico s'era fatto come una piuma.

    Kidd doveva fare l'80% del lavoro dalla sua parte anche solo per sollevare il peso. Quella ragazzina in forma e curata aveva la forza di un bue, dalla prospettiva di Hisoka. Ma non era tutta una sua impressione. Era davvero molto più forte di quanto sembrasse. La giovane dalla risata gracchiante era una persona enigmatica, che rivelava sempre più sorprese.

    E gli rivelava anche che doveva assolutamente mettersi in forma.

    ♦ ♣ ♥ ♠

    Signor clown, gli si rivolse Hisahito per dargli il suo prossimo compito.

    « A dire il vero non sarei un clown, ma un jester

    La differenza è sottile ♥ »


    Riempì l'aria vuota con una piccola frecciatina mentre si portava all'altro lato della scrivania e scendeva in squat livellandosi al cassetto. Aprendolo ci trovò un piccolo scrigno bianco, ovale e ad apertura d'ostrica, un portapillole standard. Al suo interno tre singole pillole affiancate l'una all'altra, si chiedeva se un tempo ve ne fossero di più fossero già state impiegate in situazioni simili.

    E poi, le parole chiave. Farmaco sperimentale per l'inibizione totale dei quirk. La combinazione perfetta di sillabe per portare guai in quella giornata quasi positiva.

    Come poteva Hisoka resistere dall'intascarsene almeno una? Era un'occasione unica. Gli utilizzi di un farmaco del genere erano sconfinati, non riusciva nemmeno razionalmente a listarli tutti. In una società così interconnessa con l'esistenza dei Quirk poterne cancellare uno, anche temporaneamente, era un vantaggio non sopravvalutabile.

    Finché un individuo come Hisoka n'era in possesso era una cosa... Ma onestamente preoccupava pensare che PL si stesse concentrando su quella ricerca. Ciò che lui aveva in piano di utilizzare per rendere la vita di alcune persone più semplice poteva ritorcersi contro l'intero ecosistema di Heroes e Villains. Se la formula del medicinale cadesse nelle mani sbagliate e fosse prodotta in massa il risultato sarebbe stato disastroso...

    E in mani sbagliate andavano incluse anche quelle di Hisoka, ovviamente.

    Avesse potuto avrebbe interrotto i progetti di Hinata, dopotutto voleva più Quirk in giro non meno, ma per adesso poteva solo fare la sua parte e tentare di intascarsene almeno una per il futuro.

    Lust e Red sarebbero state concentrate sul ragazzo, Kidd non sembrava mai prestar troppa attenzione ad altri se non il sedicente emofiliaco. Quest'ultimo e il dottore erano i due a cui star attenti se voleva essere un lavoro pulito. Essere colti con le mani nel sacco a sottrarre parte di una ricerca che voleva salvare innumerevoli malati non l'avrebbe portato nelle migliori grazie dei presenti.

    Le mosse che aveva in piano erano semplici... Ma avrebbe dovuto eseguirle alla perfezione e con una naturalezza indubbia. Per quanto riguardava quello specifico sleight of hand doveva comportarsi come se gli occhi di tutti fossero su di lui.

    Era accucciato dietro una scrivania, e il portapillole se guardato dalla giusta prospettiva copriva il contenuto stesso tramite il coperchi. Probabile che, se gli altri si fossero trovati dall'altro lato della scrivania, nessuno avrebbe visto cos'aveva intenzione di fare con le pillole.

    Ma non si è mai troppo sicuri.

    Per darsi una sicurezza in più avrebbe eseguito il grab molto rapidamente, chiudendo il coperchio praticamente mentre le sue dita ne scivolavano fuori. Se fatto abbastanza repentinamente non si sarebbe dovuto notare avesse estratto due pillole invece che una sola. La prima veniva trattenuta tra il pollice e l'indice, l'altra era nascosta dal resto delle dita chiuse. La seconda sarebbe stata posizionata al suo palmo mentre la prima veniva afferrata, trascinandola con il medio per la lunghezza del pollice. Il dorso della mano avrebbe nascosto il tutto.

    Se fosse andato per il verso giusto non rimaneva altro da fare che alzarsi e somministrare.

    « Here comes the airplaaaaane~ ♥ »

    Avrebbe canticchiato l'inquietante uomo infilando le dita in gola ad un ragazzino.

    Imboccata la medicina la mano poteva tornare ad uno stato neutrale. Non sarebbe effettivamente sembrato potesse avere altro. Ciò che sperava i presenti non realizzassero era il suo dito anulare leggermente piegato, giusto abbastanza da non sembrare strano. Lì era dove si nascondeva la pillolina, tenuta dal cadere tra la falange media e il Monte di Apollo. Ritraendo il braccio tenendo il palmo rivolto verso terra sperava che nessuno incrociasse la vista con il farmaco viola e bianco.

    Sarebbe infine andato a cercarsi in tasca per il fedele Deck con cui giochicchiare, e lì avrebbe abbandonato la refurtiva. Questo, ovviamente, se tutto fosse andato secondo le previsioni.

    ♦ ♣ ♥ ♠

    L'emergenza era passata, e adesso avevano una finestra per decomprimersi.

    Era la prima volta che Hisoka faceva da testimone in prima persona a un Nega-Quirk. E pensare che qualcosa di banale come un incidente in bici poteva farti rischiare la pelle... Se quel ragazzino sapeva della sua condizione la colpa sarebbe stata sua per non essere stato abbastanza attento. O come minimo per non aver preso precauzioni nel caso di imprevisti. Al primo segno di difficoltà s'era lasciato andare in lacrime nella speranza qualcuno lo salvasse, non era una maniera efficace di sopravvivere. E soprattutto era noioso e poco interessante.

    Se si voleva parte di persone interessanti lo sguardo si posava su Blank, che con le proprietà curative del suo sangue aveva cementato la voglia del clown di conoscerlo meglio.

    Ma la persona verso cui si diresse non fu lui... Bensì la ragazza che aveva speso buon parte della giornata a squadrarlo. Sull'uomo già aveva preso la sua decisione, mentre lei era ancora un mistero.

    « Hi, there ♣ »

    Non sapeva cosa lo attraesse a lei. Era un puzzle che faticava a risolvere per quanto teneva le carte al petto. Le persone che rivelavano poco di se erano spesso quelle con più da scoprire.

    « Solo a me quella sembra un poliziotto in borghese? ♠ »

    Ridacchiò sottovoce indicando Red, la giovane dal Quirk Maledetto.

    « Mi da l'impressione di una brava persona... Non come noi due ♦

    Io personalmente faccio parte di una certa organizzazione criminale, non mi trovo molto a mio agio con queste discussioni altruistiche ♠ »


    Disponeva di poco con cui attaccar bottone se non cercando di aggrapparsi a certi aspetti della sua personalità che erano emersi nel corso della giornata. Sperava con la sua risposta rivelasse, intenzionalmente o meno, qualcosa di se.

     
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    Ecco, questa era una cosa che ero in grado di fare.
    Sollevare pesi mi veniva naturale, ricordo quando provai a portare via una pila di libri sotto gli occhi esterrefatti di mia madre. E sto parlando di una collana intera delle Waverley Novels con rilegatura pesante. Come fossero bruscolini. Quindi per quella ragione, sollevare un ragazzino non era per nulla un compito gravoso per me.

    Avrei preso il ragazzino da un lato, sorreggendogli il bacino e le gambe, certa che il ... tipo avrebbe fatto del suo per darmi una mano. No, mi sbagliavo - sentivo tutto il peso del ragazzino. Poco male, non mi andava di stare a fare storie, specialmente mentre quei nomi rigiravano nella mia testa. Era possibile che avessi già sentito il nome Iza? Non era un nome così comune in Giappone, ma... mah, probabilmente me lo stavo immaginando.

    « Ce la fai, Archy Armstrong? »

    Dissi, dandogli quel nome che mi era saltato alla mente così, quasi per caso.
    Beh, non gli somigliava in aspetto, ma probabilmente l'atteggiamento era quello.
    La mia mente continuava a cercare risposte che non c'erano, ma non prima di aver poggiato con la dovuta cura e delicatezza il ragazzino dove ci era stato indicato, per evitare che la situazione peggiorasse ulteriormente. Non appena la posizione del paziente fu stabile sulla scrivania, mi sarei allontanata di qualche passo per tirare il fiato. O almeno, fare finta di farlo. Piegai le gambe come per inginocchiarmi, abbassando lo sguardo.

    Stavo puntando qualcosa, ma speravo che nessuno fosse troppo preoccupato di me in quel momento - ma tralaltro non stavo facendo niente di male.
    Volevo intascarmi quanti più cristalli mi sarebbe stato possibile in maniera discreta, per poterli magari portare a Zero. Avrei avuto un encomio. Quel caffè versato in testa di cui parlavo prima kekekekekek.

    Portato a termine quel piccolo misfatto, sarei tornata a prestare attenzione alla situazione. L'uomo dai capelli lunghi sembrava avere delle idee migliori rispetto alle mie, pertanto avrei fatto del mio meglio per assisterlo. Gli scivolai vicino, cercando di assumere un'espressione leggermente più tranquilla. Al contrario del solito, avrei persino provato a mettere su una smorfia rassicurante, lasciando che i miei occhioni violacei lo osservassero a lungo.

    Quello che diceva aveva senso. Se volevo evitare che la polizia ci mettesse in mezzo a un'indagine per omicidio, dovevo seguire quello che diceva.

    « Posso aiutarti io, se vuoi. Kek. »

    Non ero un'infermiera, ma con delle istruzioni precise avrei potuto fare del mio meglio per sopperire al blocco psicologico che avrebbe impedito all'uomo di fare tutto da solo. Ero a sua disposizione per portare a termine quel semplice compito nel migliore dei modi e cercare di salvare il ragazzino.
    Ma tristemente, nonostante il nostro impegno sembrava non bastare.

    ... per fortuna il dottore sembrava avere ancora un asso nella manica.
    Ed era un mazzo di carte intero, a giudicare di cosa si trattava.
    Una pillola capace di cancellare i Quirk? E come se l'era procurata? E soprattutto, perchè ne aveva solo tre? Ero sinceramente preoccupata dal numero di implicazioni che quella storia poteva avere - l'aveva sintetizzata lui? Veniva dalla 30minutes Industries? Se sì, l'aveva rubata? Era stata questa fantomatica Iza-san? Oppure ancora veniva da qualche altro posto?

    Era una scoperta dalla portata incredibile che - a dirla tutta - mi preoccupava non poco.
    Guardai il clown mentre prendeva la pillola. Quanto poteva costare una cosa del genere? Che incredibile valore poteva avere?
    Sentivo il bisogno di farmi queste domande, ma allo stesso tempo non volevo attrarre attenzioni indesiderate su... me, su Zero, su tutti. Kek
    ...
    kek?
    No, non era il momento di ridere.
    La situazione era improvvisamente molto più seria del previsto.

    « -- »

    Assorta com'ero nei miei pensieri su quella pillola, su cosa stava succedendo, sulla situazione...
    ... quasi non mi ero accorta che il jester, come voleva farsi chiamare, mi aveva rivolto la parola. Spostai il mio sguardo - che aveva perso per un attimo quella luce strana - verso di lui, cercando di capire cosa stesse intendendo. Cioè, mi aveva appena detto che faceva parte di un'organizzazione criminale? Posizionai le braccia lungo il corpo, prestandogli attenzione. Stava parlando della ragazza dai capelli rossi? Non... non mi sembrava cattiva, ma neanche un poliziotto. Se era un poliziotto, aveva decisamente tanti problemi per far parte di un'arma.

    « --è una ragazza che sta soffrendo molto.
    Se si tratta di un poliziotto, li stanno assumendo veramente giovani. Kek. »


    Avevo ancora qualche difficoltà a comprendere perchè mi aveva detto una frase del genere. E soprattutto, potevo davvero fidarmi di qualcuno che va a dire in giro di... far parte di un'organizzazione a delinquere?

    « ... che c'è di male ad essere una brava persona, Rigoletto? »

    Forse avevo fatto un appunto più cattivo di quanto volessi.
    Ma c'era qualcosa nel modo di fare di... Rigoletto, appunto, che mi infastidiva. Inclinai appena la testa, cercando di capire ancora una volta di che cosa fosse alla ricerca. Feci un'espressione corrucciata a quel punto, accompagnando il tutto con un leggero sospiro.

    « ... e se fai parte di un'organizzazione criminale, non dirlo in giro. La discrezione kekekekek dovrebbe essere la base. »

    Avete mai provato a ridere con un broncio? E' complicatissimo. Ma il fatto che io non controlli le mie risatine non mi ha aiutato negli ultimi anni a mantenere un'espressione per più di qualche secondo.

    Statistiche e Tecniche

    Livello: 2 // Peso Trasportabile: [4]

    Equipaggiamento:
    • Dreamweaver (Costume) - sotto la tuta
    • Diegesis (Maschera Antigas) - in tasca
    • Macbeth (Tirapugni) - in tasca

    Energia: 100 // Forza: 30+10 // Quirk: 15 // Agilità: 30

    Tecniche Usate n/a


    SCHEDA | VILLAIN (Aogiri) | CRONOLOGIA | #LIVELLO 2

    code © edited by Why Bother



    CITAZIONE
    Note - mi sono accordato con Sapph per aiutarla con le provette!
    Siamo un'associazione a delinquere!
     
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    Quirk: 35
    Agilità: 30

    Peso Trasportabile: [4]
    Scheda

    Non avrebbe scommesso mezzo Yen sulla strana compagnia che popolava lo studio medico, eppure eccoli lì, pronti a collaborare per salvare la vita a un perfetto sconosciuto.
    Al clown e alla ragazza in tuta fu dato l'ordine di spostare il paziente – era un'impressione sua o l'uomo stava facendo parecchia fatica? Era felice di sapere che esistevano persone ancora meno atletiche di lui – posizionandolo in piano sulla scrivania, la rossa venne incaricata della pulizia delle ferite mentre Eve doveva continuare con il proprio supporto psicologico, sicuramente non meno importante delle altre operazioni.
    Seguì le operazioni in silenzio, chinandosi a raccogliere un frammento perso dal giovane durante lo spostamento per poi osservarlo accuratamente: era a tutti gli effetti un cristallo, sembrava avere una struttura ordinata, era dotato di estremità aguzze e allo stesso tempo sembrava essere molto fragile. Sollevò lo sguardo sul ragazzo, notando come proprio la rottura dei cristalli portasse ad ulteriore sanguinamento e, di conseguenza, alla formazione di nuovo materiale in grado di fare danno.
    «Potrebbe... non fermarsi mai» Guardare il sangue che colava dalle ferite del giovane lo disgustava, ma allo stesso tempo non riusciva a distogliere lo sguardo da quel visetto pieno di sofferenza «Più i cristalli si diffondono e più ne crescono di nuovi...»
    Era orribile, sinceramente orribile.
    Si concesse un profondo respiro, la presa allo stomaco era ormai più forte che mai, poi tornò a guardare il medico che pareva valutare con attenzione la sua proposta.
    "Perlomeno chiudere quelle del viso sarebbe l'ideale. Faccia pure."
    Bene, ora che aveva il benestare dell'uomo – non avrebbe mai osato utilizzare il proprio Quirk senza permesso, non voleva far danni – non gli rimaneva che prendere le provette riposte non troppo distante da lì, aprirle, versare il sangue sulle ferite del giovane... gli veniva da vomitare al solo pensiero, non ce l'avrebbe mai fatta senza svenire.
    E non era un'esagerazione, sentiva che rischiava di stare male, solo sarebbe stato ridicolo ed umiliante cedere quando in realtà avrebbe dovuto aiutare il ragazzino e-- una presenza accanto a lui e poi le parole che mai si sarebbe aspettato di sentire, parole che lo stavano letteralmente salvando.
    "Posso aiutarti io, se vuoi. Kek."
    Meno male che c'era quella ragazza strana.
    «Hai già fatto tanto, sei molto forte.»
    Un sorriso e quel tono gentile che usava con i suoi nipotini.
    «Se non ti fa schifo, però, puoi aiutare con queste» Si avvicinò al portaprovette, lo prese in mano con un disgusto tale che poteva essere scambiato per estrema accortezza e poi lo porse alla giovane «Basta aprirle e versare il sangue sulle ferite di Hisashi in modo che si chiudano in fretta e senza danneggiarlo ulteriormente.»
    Voleva essere utile e a parte donare il sangue aveva fatto poco, però sarebbe stato alquanto scortese ed infantile non lasciare l'occasione alla giovane, no? Che paraculo Era importante farla sentire parte di quella collaborazione.
    La lasciò fare senza allontanarsi troppo, sembrava seriamente un adulto che ha a cuore l'apprendimento e la partecipazione ad un momento importante di una persona più giovane, ma in realtà era solo sollevato di risparmiarsi quel gravoso incarico. Con lo sguardo posato sul giovane svenuto e senza però focalizzarsi sul sangue, si lasciò scappare uno sbuffo carico di frustrazione notando che il sangue era riuscito a rallentare lo sviluppo dei cristalli, senza però fermarla del tutto.
    Non solo non era in grado di gestire il proprio Quirk, ma il suo sangue che in teoria doveva poter aiutare le persone era... debole.
    Quanto lo odiava.
    Quanto si odiava.
    Il risveglio del giovane lo distolse dai propri pensieri e il breve scambio di parole tra i due gli diede parecchio su cui riflettere: prima di tutto c'era Iza-san, una misteriosa collaboratrice che al momento non era disponibile, poi un'informazione che lo fece gelare sul posto, per un momento.
    Una pillola in grado di inibire i Quirk? Aveva assolutamente senso che un medico che si occupava di Nega-Quirk ne avesse una, ma certo che PL poteva sbottonarsi un po' e rivelargli qualcosa di più al riguardo, quando poco prima gli aveva fatto una domanda al riguardo! Da dove arrivava, quella? Aveva il dubbio che non fosse prodotta dai laboratori 30minutes, figurarsi se si lasciavano scappare dalle mani un prototipo instabile, ma quindi... che PL avesse dei legami con la malavita? Lo faceva per uno scopo nobile, era indubbio, soprattutto se poi si considerava che era stato sintetizzato a partire dal sangue di una nota criminale... troppi pensieri gli affollavano la mente e decisamente non era il momento di perdere di vista l'obiettivo per cui era lì.
    Osservò con apprensione la somministrazione del farmaco e si rese conto che, di nuovo, era totalmente inutile poiché solo il tempo avrebbe detto se il giovane Hisashi, ridotto in quelle condizioni solo perché si era comportato come tutti i ragazzi della sua età, si sarebbe salvato.
    "A dire il vero non sarei un clown, ma un jester"
    Trattenne a stento una risata.
    (You are not a clown. You are the entire circus.)
    Le parole di un famoso avvocato di una nota saga videoludica non erano mai state così vere.
    Quanto era inquietante quell'uomo, non avrebbe mai voluto-- un colpetto sulla schiena lo fece sobbalzare appena e solo dopo qualche secondo si rese conto che Eve gli aveva fatto scivolare in tasca un foglietto.
    Cosa..? Non è che..? Riuscì a resistere all'impulso di leggere ciò che vi era scritto, non era il momento, anche se non era facile.
    Una volta lontano da sguardi indiscreti avrebbe letto il breve messaggio su biglietto, che riportava le seguenti parole: "Non era il momento per continuare a parlare.
    Se volessi rispondere" e poi seguiva un numero di cellulare.
    Quella serata si stava rivelando decisamente piena di eventi.

    TECNICHE & EQUIPAGGIAMENTO [Click!]
    • Tecniche
    #1: King's Gambit [Livello 1]
    Costo: 10
    Danno/Effetto: Guarigione di danni lievi → trasferimento, funziona solo sugli altri.

    #2: Artificial Castling [Livello 1]
    Costo: 10 + 5 di mantenimento.
    Danno/Effetto: Protezione da danno di tipo lieve.

    #3: Queen's Pawn Game [Livello 1]
    Costo: 10
    Danno/Effetto: Tecnica ad ampio raggio [massimo 5 metri] con danno lieve.


    • Equipaggiamento narrativo
    #1. Coltellino multiuso: piccolo e senza troppi accessori, potrebbe tornare utile per procurarsi una ferita e consentire l'attivazione del Quirk.
    #2. Sigari e accendino: già ha la tendenza a essere imprevedibile così, non lasciatelo troppo a lungo senza fumare.
    #3. Quaderno con penna: ci tiene molto, sono regali di una collega inglese.
    #4. Libro: usato in edizione economica, così non si sente in colpa se deve scriverci sopra il significato o la pronuncia dei termini che non conosce.

    CODE © | Only for MHA GDR


    Confermo che io e Why ci siamo messi d'accordo :**:
    E ovviamente è stato Ace a riferirmi il contenuto del massaggio di Eve.
     
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    GUINEA QUIRKS
    Il piccolo ed innocente stanzino medico era il palco per quelle sette persone. Erano come pianeti che compivano un'orbita attorno alla propria stella, in questo caso lo splendido e allo stesso tempo pietoso ragazzino che generava meravigliosi e mortali cristalli. Andavano avanti ed indietro su quel pavimento asettico, ma anche coi loro pensieri. Cosa potevano fare veramente loro in quella situazione, perché si stavano interessando ad una persona che non avevano mai incontrato? Era veramente l'istinto di aiutare i membri più giovani della propria specie, tipico dei mammiferi e quindi anche degli uomini? Forse era possibile ragionare in quel modo, seguendo l'approccio scientifico che più conveniva ad un dottore.
    « Non abbiamo altre soluzioni. » - Avrebbe risposto brevemente alla ragazza, prima di sospirare stravolto. Il dottore non sembrò invece rispondere ad Hisoka in seguito a quella correzione. Forse non gli importava in quel momento del termine più adatto. Lo vide imboccare la pillola ad Hisashi, seguendone i movimenti con gli occhi verde chiaro. Il dottore non notò entrambi i furti che avvennero dentro quella stanza, considerato che non fece parola di niente né a Shiisa né ad Hisoka. Per quanto si potesse chiamare furto quello della ragazzina, visto che era come raccogliere le croste o i capelli caduti di una persona da terra. Inoltre, anche Desmond aveva provato ad analizzare un cristallo, quindi non erano particolarmente importanti per il medico. Forse PL aveva giudicato fin troppo ingenuo il prestigiatore o lo aveva sottovalutato, tanto da non aspettarsi un furto. « Vada pure. » - Avrebbe detto alla donna mutata, vedendola uscire dalla stanza. L'uomo sembrava guardarla con particolare tristezza mentre usciva, come se provasse pietà per lei. Hisahito rimase fermo su quel muro per un intero quarto d'ora, osservando Hisashi. Ogni tanto chiudeva gli occhi come riposarli, per poi aprirli di nuovo a fatica. Un dottore avrebbe dovuto controllare di più il suo paziente, avrebbe dovuto cercare di controllare le cause di quel pallore. In quel momento però, Hinata si sentiva sconfitto dalle circostanze della vita. Se lo avesse esposto, forse gli altri avrebbero potuto provare a consolarlo. Aveva fatto tutto quello che poteva fare, dopotutto, era l'unico che ne sapesse qualcosa in quella stanza. Le condizioni del ragazzo sembravano ormai quasi stabili, con Ayumi che continuava a disinfettare le ferite.
    Un colpo di tosse riaprì il sipario di quella serata, che sembrava quasi per chiudersi. Era il primo segno di vita da parte di Hisashi da diverso tempo e forse in un'altra occasione sarebbe stato anche qualcosa da celebrare. Ne seguì un altro ed un altro ancora, risuonando nella stanza con violenza. L'ormai scheletrica mano del ragazzo si mosse verso il suo stesso petto, cercando di conficcare le sue dita nella cassa toracica a quanto pare. Hinata rimase a guardare, nessuna espressione nel suo viso. Il viso del ragazzo cominciò a tingersi di un rosso tenute sempre più intenso ad ogni respiro, come quando il pennello ripassa il tratto sulla pittura. Gli occhi si erano spalancati improvvisamente, per poi finire all'indietro. Dal tossire, il ragazzo dai capelli colorati cominciò ad avere veri e propri spasmi in tutto il corpo, come se la sua gola fosse bloccata da una qualche reazione allergica.
    Hisato rimase a guardare ancora, mentre il suo paziente soffocava. Non c'era pietà sul suo viso, non c'era comprensione. Solo rassegnazione, come quello che stava accadendo in quel momento fosse stato già scritto. Era come un fantasma che poteva osservare con malinconia il mondo dei vivi. Hisashi cominciò a sputare sangue misto a saliva, che trasbordava dalla sua bocca pietrificata in una smorfia di dolore mentre il suo corpo era in preda a convulsioni, con le mani che si muovevano e sbattevano contro la scrivania d'ebano. I capelli corvini dell'uomo cadevano sulla sua fronte mentre restituiva agli altri solo silenzio. La scena di Hisashi durò solo un paio di minuti, forse infiniti per chi stava assistendo. Gli altri avrebbero potuto provare a fare qualcosa, a distendere il ragazzo in una posizione diversa, a cercare di non farlo soffocare nella sua stessa saliva. Forse avrebbero chiesto al dottore di collaborare, di dirgli di fare qualcosa. Era un medico e doveva salvare vite, era quello che stava pensando anche lui stesso mentre vedeva quella persona morire di fronte a lui. Ma non si mosse, non fece nulla, finché non fu troppo tardi. La morte non era una cosa che si poteva digerire facilmente. Non c'era modo di descriverla in modo poetico o di renderla qualcosa di romantico nel momento in cui arrivava in una stanza dove si cercava di prevenirla.
    Phantom Limb non rimase più fermo a guardarlo e mosse i suoi primi passi nella stanza. Pesanti, come immersi nel fango ma così echeggianti in quella sala. Si avvicinò al ragazzo finendo di lato alla scrivania, guardandolo come si guarda un cane che è stato soppresso, come quando si guarda un morto all'obitorio che non si riconosce. Era complicato capire se fosse triste o meno, perché nemmeno una lacrima o una smorfia attraversava il suo viso pallido. Era appena morto il ragazzo che aveva promesso di salvare, di cui tutti si erano occupati seppur per poco, ma PL non aveva aggiunto nulla. Aveva avuto senso tutto quello che avevano fatto, quindi? L'uomo provò ad evocare di nuovo le sue braccia fantasma, riuscendo a far apparire una singola mano che si stava già sgretolando e di cui solo tre dita erano integre. Questa non si posò sul suo viso per chiudere perlomeno i suoi occhi che mostravano ancora la bianca e lattiginosa sclera. Levitò piano piano fino al collo, toccandolo sulla carotide ed esercitando una leggera pressione. Avrebbe abbassato il viso per un istante, prima di girarsi nuovamente verso i presenti.
    « Hisashi è morto, come aveva desiderato. Le operazioni di prima erano solo bugie. » - Pronunciò quelle parole amare con voce impastata, prima di prendere un altro respiro profondo e continuare a parlare. « La clinica di Phantom Limb si occupa principalmente di questo. Offro la morte alle persone affette da NegaQuirk che non possono permettersi altro. Anche se probabilmente questo studio medico non esisterà più a breve. » - La mano fantasma scomparve, tornando a non esistere. Quella mano, che poco prima aveva toccato i presenti cercando una soluzione a quei problemi. « Il destino di Hisashi era segnato dal momento in cui è entrato nello studio. Quando ho visto le sue ferite ho capito che non c'era più nulla da fare. » - Il medico avrebbe poi guardato Hisoka per un secondo, serio in volto come se fosse un pezzo di marmo che non poteva provare nulla. Che fosse perché era stato lui ad amministrare la pillola letale o perché avesse notato qualcosa, non fu espresso da Hisahito.
    « Non esiste nessuna cura per i NegaQuirk, nessuna soluzione veloce. Quello era semplicemente veleno. Perdonatemi per avervi coinvolto in tutto ciò, ma avrei solo prolungato le sue sofferenze. » - Guardò di nuovo il ragazzo, che ora riposava sulla scrivania. Cosa avrebbero fatto i presenti? Avrebbero urlato, inveito contro il medico? Avrebbero semplicemente scelto di pensare ai propri affari, visto che una persona era appena morta lì? Erano delusi, amareggiati, si sentivano traditi da quell'uomo che li aveva attirati con tante dolci parole e sorrisi? E perché non aveva espressione ed era come uno spettro che aleggiava in quel luogo ormai maledetto? Phantom Limb, la mano fantasma che aveva promesso a tutti una vita migliore, fu invece una mano di morte sul povero ragazzo. Il palco era ancora aperto su quella tragedia, ma nessuno poteva applaudire.

    ©ART | ©CODE



    Beh, eccoci qui. Credo sia abbastanza chiaro quello che sia appena successo e spero di non avervi traumatizzato troppo e di avervi dato da scrivere per questo turno. Siamo vicini ad una conclusione :zizi:
    Ordine: Master, Dracon, Ace, Stan, Why Bother, Sapphire.
    Come sempre, miei cari, mandatemi pure un MP per qualsiasi dubbio o perplessità. :**:


    Edited by Dëlin - 14/3/2020, 07:04
     
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    i minuti erano di pura attesa mentre la ragazza medicò le ferite come poteva ed al meglio delle sue capacità non voleva che quel ragazzo morisse, ignorò i commenti della succube o le frasi del clown e della finta commessa se era o non era una ragazza cattiva ora la cosa veramente importante era tenersi occupata... occupata nel cercare di medicare il ragazzo che serviva a non pensare realmente alla sua famiglia e alle ipotesi che le avessero mentito tutto, era meglio che pensare per la ragazza dai capelli cremisi quando finì di disinfettare le ferite non gli rimase altro, che l'attesa non che le piacesse, ma ora come ora non aveva molta scelta. Decise di non parlare o avvicinarsi con nessuno sopratutto dopo aver visto che la succube aveva dato un biglietto a Desmond e l'aveva seguito a ruota.

    con la finta commessa non voleva parlare più di tanto anche perché stava vicino al clown e vedendo la pillola che si era intascato l'aveva visto e l'aveva visto tante volte mentre danzava o quando cercava un punto dove esibirsi vai prestigiatori che mettevano in atto il loro dietro le quinte i movimenti non erano dissimili da quello di Hisoka così rimase sola tanto era abituata ad esserlo. Quei quindici minuti erano a dir poco interminabili. Sperando che il farmaco avesse l'effetto sperato.

    Quando poi si ebbe la reazione del ragazzo e non era quella che si aspettava, pensava che dopo la pillola ci potevano essere delle complicazioni, ma che dopo sarebbe stato meglio poi vide le convulsioni del ragazzo la scena che stava assistendo la ragazza era una scena da far gelare il sangue nelle sue vene, era iniziato con dei colpi di tosse poi occhi all'indietro le mani che cercavano di scavare nella sua gabbia toracica per poi continuare con degli spasmi, il ragazzo stava soffocando mentre stava sputando sangue e saliva.

    Dobbiamo fare qualcosa... dottore sta per soffocare lei deve pur sapere cosa fare in queste situazioni!

    Ayumi vide lo sguardo del medico che dava segno di resa era confusa finché non vide il ragazzo che sbatteva le mani contro il tavolo con una smorfia di dolore, per poi arrivare la fine in tutti i sensi il ragazzo era morto Ayumi aveva visto morti in quel manicomio, gli aveva creato un certo disgusto però li era in ballo la sua vita e quella di Aoi e Bef doveva rimanere concentrata per uscire da lì, ma ora era decisamente diverso lei non era ancora pronta a vedere una persona morirgli davanti e in quel momento era quello che stava facendo mentre il viso ormai rosso del ragazzo lentamente vedeva quel barlume di vita abbandonare il corpo. Quando il medico rivelò a tutti la verità di quello a cui serviva realmente la clinica. Si senti un groppo in gola di disgusto che lentamente stava salendo finché non riuscì più a trattenerlo... così facendo la rossa si girò cercando il cestino più vicino emettere un conato di vomito. Finito di vomitare la ragazza si riprese. Per rivolgere uno sguardo di rabbia verso il medico

    Quindi, tutto questo cos'era intendo test e tutto? Se alla fine dei conti questa non è una clinica, ma solo una bottega del suicidio!

    In quel momento stava risalendo in Ayumi tutta la sua rabbia e frustrazione. Tutta la sua infanzia era una bugia o peggio ora era costretta a vivere nel dubbio se fosse tutto vero o tutto falso, ed ora la ragazza dai capelli cremisi scopre che anche questo "medico" gli aveva mentito sulle sue intenzioni e su cos'era davvero quel luogo.

    il nostro destino invece qual'era? Eravamo cavie di cosa? Per la precisazione o meglio un dubbio se io avessi continuato a dire cosa non andava nel mio quirk anche a me avrebbe dato quella pillola spacciandomela come "inibitore di Quirk"... sa non importa se dice no o si tanto come potrei anche solo crederle. Non dica neanche c'è gente che sta peggio... visto che anche io come le altre persone che voi "curate" tempo fa ho cercato di uccidermi! Avevo quindici anni qualche mese dopo che mi abbandonarono tutti "amici" compresi pensavo di essere una disgrazia vivente quindi ero giù pronta a mettere fine alla mia patetica ed insulsa vita. Però io ho deciso anche se con cause esterne di non farlo di non essere una codarda, di non scegliere la via facile. Non si azzardi a dire non è la stessa cosa o che io posso non usarlo perché prima dovrebbe sperimentare sulla sua pelle gli anni della solitudine che ho subito IO! La sua fortuna oggi è solo una che non ho con me chi mi ha salvato, altrimenti glielo avrei ficcato in gola. Prima che dica parole vuote risponda ad un ultima semplice domanda... Perché dovrei crederle? Mi dia una ragione.

    Dette quelle parole uscì dalla stanza pronta anche ad andarsene non ascoltando qualsiasi cosa che il medico dirà ignorando completamente sia Eve che Desmond in quel momento contavano per lei meno del nulla. Mentre la ragazza dai capelli cremisi era intenzionata ad uscire dalla struttura.

    Ayumi Star PG - LIVELLO PG[/URL]

    Forza: 15
    Quirk: 30
    Agilità: 30
    Energia: 100
    Tecniche/Equipaggiamento usato: SOLO TITOLO TECNICA E/O DELL'EQUIPAGGIAMENTO
    Danni: X
    CITAZIONE
    TECNICHE/EQUIP
    ...descrizione della tecnica/equipaggiamento



     
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    [Scheda] [Quirk] Evelynn Harcrow
    « Ooh, are you lonely? I can help. »

    Nessuno mi seguì in quella saletta e non potei che esserne solo felice, avevo bisogno di prendermi qualche secondo per pensare e sedendomi mi sentii scivolare un po' di stanchezza via dalle gambe. Non che avessi fatto chissà cosa, intendiamoci, solo il vedere quel ragazzo in quelle condizioni e sentire che stava per morire era stato un piccolo shock di cui onestamente non sentivo la necessità come voglio ben pensare che gli altri presenti provassero la mia stessa sensazione, senza contare però che ancora non era finito niente perché la situazione poteva cambiare in un attimo.
    Mi domando, però, cosa mi abbia spinto a comportarmi così quando magari se la sera vedo due persone che litigano in un vicolo o che fanno a botte non muovo un muscolo, anzi mi volto dall'altra parte e proseguo per la mia strada. So che sono contesti diversi, ne sono ben conscia, questa è solo una considerazione sulla mia indole dato che nel mio mondo chiaramente io sono al centro: devo sempre far bella figura, devo sempre esser bellissima e devo avere gli occhi addosso in modo che mi vengano fatti cadere addosso complimenti di ogni sorta. Questo perché come mi hanno detto sono nata così, sono venuta al mondo solo per piacere e far piacere alle persone e per fortuna fino ad ora mi è riuscito bene e...forse è per questo? Perché la mia missione è far star bene in qualche modo ed allora quando mi sono capitati due casi più gravi di fronte agli occhi non ho potuto far altro che pensarli come due clienti che avevano bisogno di sollievo?
    Quando cammini e vedi una persona che trema di paura è facile andare oltre, quando però ce l'hai accanto è tutta un'altra faccenda perché non puoi ignorarla. Quando un ragazzino di appena vent'anni sta per morire e viene in uno studio medico a chiedere aiuto ha bisogno di sentire che andrà tutto bene, ma come lui anche ogni altra persona fosse nella sua situazione.
    Il sollievo, la sensazione di sicurezza, una pacca sulla spalla, il piacere in generale sono delle droghe non dolorose che tutti quanti cercano ed è per questo che io esisto. Era questo dunque il motivo per cui per la seconda volta in poco tempo mi ero spinta a fare qualcosa fuori dal mio orario di lavoro ma che in parte potesse somigliarci? Perché sentivo di dover dare un po' di sollievo a qualcuno che ne aveva bisogno? Inoltre non mi sono mica dimenticata quello che mi ha detto quella ragazzina tanto petulante: non mi ci avrebbe visto nessuno, non se lo aspettava nessuno. Avrà detto tante, tante cose da quando è entrata ma questa è quella più veritiera che le ho sentito uscire dalla bocca.
    Aprii la borsetta alla ricerca di qualcosa senza un obiettivo preciso ed andai a prendere in mano il telefono dei miei appuntamenti, quello che avevo messo sul mio profilo guardando la casella messaggi dove mi arrivavano le richieste dai vari siti a cui ero iscritta: c'era differenza tra loro e quel ragazzino, quella ragazza di qualche settimana fa e me ne rendevo perfettamente conto. Probabilmente avevo accettato quello che era il mio ruolo al mondo in tutte le sue forme e mi usciva naturale, a volte invidio quel potere che si legge nei manga delle succubi che riescono ad entrare nei tuoi sogni per farti vivere qualcosa di magico.
    Quella davvero sarebbe la sublimazione del mio compito. Probabilmente però il fatto che mi pagassero mi classificava in maniera molto peggiore rispetto a quello che pensassi ma ehi, come si fa ad andare contro la propria natura?
    Ora come ora però speravo solo che quel ragazzino migliorasse e...no, quei colpi di tosse non sono segno di miglioramento per niente soprattutto considerando l'insistenza e la violenza con i quali questi si stavano ripetendo e susseguendo. Mi alzai lasciando tutto sul posto e rientrai nella stanza con passo svelto e lievemente preoccupato. « Si è svegliato? Che succede? » Succedeva che stava male, ecco cosa, perché se fosse stata semplice tosse non avrebbe cercato aria. Non si sarebbe quasi conficcato nel petto come per cercare di liberarlo e lasciar entrare ossigeno, non si sarebbe tinto il viso di rosso in un chiaro caso di asfissia: ero ignorante in materia ma questo potevo riconoscerlo. « Do...dottore non può fare qualcosa? » Domandai vagamente preoccupata, facendo qualche passo verso il ragazzo disteso per...per cosa? Cosa potevo fare in una situazione del genere? Non avevo competenze, non avevo conoscenze, non ero niente in una situazione del genere. Stava morendo e non potevo essere di nessun aiuto. Alzai lo sguardo verso PL e perché era rassegnato? Perché aveva quello sguardo? « Dottore! » Lo chiamai come per chiedergli di darsi una svegliata, di fare qualcosa. Avevo appena superato quella spiacevole esperienza con Shahar e me ne capitava un'altra proprio davanti agli occhi adesso? La differenza era che stavolta non avrei potuto far niente, non ero complice, non ero artefice, non ero niente ma per qualche motivo mi sentivo alle strette, mi sentivo...affranta, soprattutto quando capii che PL non avrebbe fatto niente e non riuscii nemmeno a guardare il ragazzo finire di morire. Chiusi gli occhi, mi voltai dall'altra parte a spalle strette ed attesi fino a quando non sentii più nessun rumore provenire da Hisashi. Non sapevo nemmeno se andarmene subito o aspettare qualche parola.
    "Anche se questo studio medico probabilmente non esisterà più a breve." « Lo spero. » Mormorai appena, attendendo che finisse di parlare e dire tutte le cazzate che voleva. Perché mi sentivo arrabbiata? Probabilmente perché mi aveva presa in giro come aveva fatto con tutti gli altri, probabilmente perché grazie a quella bugia avevo solo dato delle false promesse al ragazzo, perché grazie a quelle bugie non ero riuscita a fare ciò che mi riusciva meglio. Se avessi saputo da subito che tipo di posto fosse quello non mi sarei nemmeno sforzata, dal momento in cui Hisashi fosse entrato semplicemente me ne sarei andata ma così...così no.
    Smisi di mordermi il labbro inferiore.
    Non potevo far niente se non una cosa tutto sommato semplice ma che mi sentivo salire dal cuore: avvicinarmi al dottore, dare un ultimo sguardo al ragazzo, fissare il dottore, aprire la mano e...
    "...ho cercato di uccidermi!"
    Fu la fortuna di PL perché la mano si fermò a mezz'aria. Fin'ora avevo ignorato ogni singola parola di quella stupida ragazzina che probabilmente non si rendeva conto di quello che era successo, che non si rendeva conto che - come dicono in un famoso gioco - c'è un tempo ed un luogo per qualsiasi cosa e questo, evidentemente, non era il momento per fare la vittima. Fu un attimo, fu una scintilla e tutto quello che volevo dire o fare al dottore venne messo da parte. Chiusi di nuovo gli occhi come per scacciare un fastidioso pensiero, strinsi le labbra cercando di non muovermele ma quando senti qualcosa di fastidioso devi rimediare.
    Devi fare qualcosa.
    « You fucking ATTENTION WHORE! Nessuno, NESSUNO ti ha chiesto niente! » No, basta. Potevo sopportare il suo sentirsi vittima quando si parlava di quirk, posso capire che si sentisse vittima nel pensare alla propria vita ma che continuasse a fare la bambina protagonista quando era morto un ragazzino questo no, non potevo sopportarlo. Non si tratta di avere cuore, di essere buoni o cattivi.
    Si tratta di avere buonsenso e tutti ce l'hanno, sia che siano le persone migliori di questo mondo, sia che abbiano appena compiuto un genocidio di massa. Mi voltai, non sopportavo quella voce. « A NESSUNO interessa che i tuoi genitori ti abbiano lasciata cadere dal seggiolone troppe volte da piccola, a NESSUNO interessa che i tuoi amici ti abbiano giustamente abbandonata, a NESSUNO interessa che tu abbia cercato di farla finita senza riuscirci. A NESSUNO. Non adesso! » Indicai il povero Hisashi morto sul tavolo.
    Forse era quello che non aveva capito: c'era un morto e lei giocava al "ma io sto male?". Che si fottesse. « Questo ragazzo è morto e tu continui a fare i tuoi discorsi da vittima del mondo? Continua, per favore, continua! Ma di fronte a qualcun altro che ti possa dare aiuto perché tu, sweetie, non hai bisogno di un dottore: hai bisogno di uno bravo che ti rinchiuda e butti via la chiave. Dunque get your shit together e torna ad essere la nullità che dici di essere! »
    Probabilmente sarebbe andata in mezzo alla strada a raccontare al primo barbone di turno cosa le era successo qui o durante tutta la sua vita venendo schifata pure da questo che avrebbe inventato qualsiasi cosa pur di andarsene. Sì, schifata perché questo era tutto ciò che provavo adesso: puro e più semplice disgusto. Disgusto per PL che aveva fatto una cosa spregevole ma soprattutto per lei che fino ad ora si era fatta sopportare, ora che si era messa sul piedistallo aveva solo fatto schifo.
    Che girasse i tacchi offesa, quella stupida bambina, non avevo nemmeno più voglia di schiaffeggiare quel dottore su cui mi ero voltata di nuovo per non aver davanti il volto della maledizione all'esistenza vivente. Ero arrabbiata, sì, ma in qualche modo mi ero sfogata e tutto quello che avevo da dire era--- « Lei come fa a non dormire la notte? » Volevo, dovevo credere che una persona che faceva questo di mestiere non riuscisse a chiudere occhio. Sicuramente si era abituato ma chi veniva qui cercava quel sollievo che non era riuscita a trovare, veniva qui con speranze e non per farla finita.
    Non mi era sfuggita una frase detta da Hisashi. Aveva detto "è successo di nuovo". Di nuovo, ancora una volta.
    Era già venuto qui, si era già fatto curare e forse voleva farlo ancora, voleva provare a vivere. Non ci credo che volesse farla finita, per niente, mi rifiuto di crederlo ma ormai posso farci qualcosa? No, il ragazzino era morto e nessuno avrebbe potuto riportarlo in vita. Mi voltai con tutto il corpo verso Hisashi provando una gran pena per lui, davvero: mi raccolsi nelle spalle e mi abbracciai da sola anche con le code in un piccolo gesto di autoconforto, rivolgendo un'ultima domanda al suddetto "dottore". « Deve dirci altro o possiamo andarcene? »


    ► Statistiche
    ● Livello: 2.
    ● Peso trasportabile: [4].
    ● Energia: 100.
    ● Forza: 10.
    ● Quirk: 37.
    ● Agilità: 28.
    ● Tecniche usate: //.
     
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    Sembrava Hisoka non fosse l'unico con l'abitudine di dar soprannomi alla gente. Archy Armstrong, Rigoletto. Probabilmente c'era una significanza culturale molto divertente che purtroppo andava a perdersi su di lui.

    Le aveva fatto menzione di tre cose: le forze dell'ordine, il concetto di una "brava persona", e le organizzazioni criminali. Solitamente non importava come si tirava fuori un certo argomento, nelle reazioni di qualcuno si potevano intravedere le loro opinioni riguardo certe cose. Non sperava in molto se non magari comprendere un po' meglio quella strana persona.

    Quella ragazza era... Strana. Quando parlava sembrava nascondersi dietro strati e strati di maschere. Al centro di tutte quelle stramberie c'era qualcosa che... Non riusciva a mettere a fuoco. Nessuno viene fuori in quel modo senza essere un bravo attore o possedere una psiche ferita.

    « Nella mia esperienza, quelli che si ritengono buoni sono tali perché hanno avuto il privilegio di non doversi sporcare le mani per sopravvivere ♦

    Chissà poi quante persone buone sono veri paragoni di giustizia a porte chiuse, senza pubblico ♠

    Provo più pena per loro che altro, vivono una vita terribilmente limited ♣ »


    Osservando tutti i presenti durante l'emergenza NegaQuirk, Kidd come lui non sembrava troppo emotivamente colpita dal tutto. Una distanza empatica del genere in quella situazione non ispirava al chiamare qualcuno una brava persona. Eppure eccola a spezzare una lancia in favore dell'essere buoni.

    Che fosse una persona che voleva essere buona nonostante le sue difficoltà? O qualcuno che aveva una certa definizione personale del concetto? Non riusciva a definire nulla con certezza. L'atteggiamento della tipa era una finestra appannata che sfumava l'interno.

    La gente pensava lo stesso del giullare, probabilmente.

    Si chinò leggermente in avanti per sussurrarle.

    « La discrezione è per chi è preoccupato delle conseguenze. Sono i codardi a nascondere la propria natura ♥ »

    Parole infinitamente ironiche quando venivano da lui...

    ♦ ♣ ♥ ♠

    Life comes at you quick, pensò. Qualche minuto prima l'atmosfera era calma, tesa ma sollevata. E ora c'era un cadavere sulla scrivania.

    Hisoka aveva già visto qualcuno morire soffocato... Per mano sua tra l'altro. Certi suoni non sono per nulla da "tosse pesante, ma passerà", la morte si sente. Vedendo PL impassibile e immobile, anche sotto le suppliche disperate dei presenti, non ci voleva troppo a far due più due, anche prima del big reveal.

    Si cacciò la mano sulla bocca, tentando con tutte le sue forze di trattenere le risate che stavano uscendo contro la sua volontà. Il ragazzo non aveva ancora finito di tossire sangue, non era il momento.

    Quando Red iniziò il suo monologo colmo di rabbia ed esasperazione, era troppo anche per lui. Non poteva non ridersela.

    Cominciò trattenuto ma crebbe incontrollabile quando Lust esplose in uno sfogo frustrato a sua volta. Ancora si sentivano le loro parole, ma ci si doveva concentrare se non si voleva essere distratti dai suoni stridenti di Hisoka, che aggiungeva al trambusto e il caos.

    Urla, rida, tristezza, sangue, morte. Ed era cominciata come una giornata così serena. La morte di Hisashi rivendicava tutto ciò che il mago aveva sostenuto quel giorno. Doveva ammettere si sentisse molto felice ad essere nel giusto.

    Il clown si dovette appoggiare ad un muro e trattenersi lo stomaco, stava ridendo così tanto da renderlo fisicamente debole. E sarebbe stato un gravissimo errore scambiare le lacrime ai suoi occhi per lutto.

    « S-Scusate–HAHAHA~ ♠

    N-Non v–HAAAAAHA~ ♣ »


    Ok, ok. Doveva ricomporsi. Non voleva essere il prossimo ad assaggiare il veleno del Dottore. Prese un respiro profondo e provò a tirar fuori altre sillabe oltre "ha", anche se a fatica. Le sue parole erano traballanti, sforzate dal trattenere ulteriori risate.

    « Avreste dovuto darmi retta, lol

    Questo ragazzino non è morto per colpa del suo NegaQuirk, o per il veleno, ma per la sua stessa debolezza ♠ »


    Quel commento non gli avrebbe guadagnato fan lì in mezzo. Possibile avrebbe beccato un pugno in gola prima anche solo di finir la frase.

    « In questo mondo puoi contare solo su te stesso e le tue abilità. Era consapevole della sua condizione, avesse saputo prendersi cura di se non sarebbe venuto qui, e a quest'ora sarebbe vivo ♦

    Chi vuole negare questo semplice fatto della vita è complice nel decesso ♣

    È questo che succede quando ci si ostina a dare il pesce, piuttosto che insegnare a pescare ♥ »


    In pochi minuti tutte le pretese buoniste di cui prima s'erano vantati avevano dato il loro frutto. Potevano sentirsi persone buone se li aiutava a dormire la notte, ma i risultati del cullare qualcuno erano sempre gli stessi.

    Alzò la mano come uno studentello, rivolgendosi al Dottore senza braccia.

    « Se posso chiedere, quante persone sono passate per questa clinica? ♠ »

    Il numero non gli era di particolare interesse. Era una domanda più per il beneficio degli altri, che li aiutasse a mettere in prospettiva l'impatto di tutto ciò.
     
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    Kekekekek.
    Buffo, sembrava non aver colto la mia simpatica citazione. Strano. Erano alcuni tra i Jester più famosi della storia. Probabilmente non avrei trovato un compagno di merende in lui. Ma poco male, di certo non ero lì per quello.

    « Mi sembra imprudente, Rigoletto. Ogni azione ha delle conseguenze.
    Lo so persino io, kekekekeek. »


    Fu il mio breve commento alla sua linea di pensiero. C'erano dei piccoli elementi che potevo condividero. Era vero che avevo dovuto sporcarmi le mani per sopravvivere e scelsi di inclinare la testa per osservarlo, come per capire dove volesse andare a parlare. Era una questione di ellenismo, quindi? Vivere la vita nella sua pienezza, senza limiti? Sì, era chiaramente quel tipo di discussione.

    Avevo parlato di conseguenze.
    Ed era vero - per un singolo momento di libertà, avevo dato via per sempre le mie ali. Dovevo strisciare, nascondermi, soffrire. Ma ero pronta a rifare tutto da capo, perchè sapevo cosa avevo ottenuto con quello scambio. Kekekekek. Probabilmente non vi interessa, però. Anche perchè poco alla volta stava scoppiando il mondo intorno a noi. Impotente mi ritrovai ad osservare il ragazzino che soffocava, con Hisahito... che.... non faceva niente.

    Sbattèi le palpebre più volte cercando di comprendere.
    Ma come. Era quello che avrebbe dovuto aiutarlo. Lui si era rivolto al medico per cercare protezione, aiuto. Nessuno lo stava ascoltando. E non mi riferivo solo a Hisahito - c'era il mondo intero che l'aveva lasciato indietro. Non era stata solamente l'evoluzione, ma tutto il mondo che aveva deciso che non era abbastanza. Che non meritava di essere aiutato.

    Era comprensibile che il mondo non avesse tempo d'aiutarlo. Del resto, è il mondo.
    E' un posto freddo, privo di affetto, come nelle prime concezioni di natura matrigna. Matrigna?
    Patrigna. Quel ragazzino era stato tradito. E se a mente fredda avrei potuto concepire le motivazioni di Hisahito, le avrei persino potute condividere... qui era un attimo troppo. Un passo in direzione dello storpio.

    Venni preceduta.
    Voci vennero alzate. Reazioni di petto, come quella che stavo per avere io.
    No, non serviva alzare la voce, sbattere i pugni. La realtà della situazione non sarebbe cambiata.

    Beh, sino a quando non aprì nuovamente la bocca lui. Stava ridendo. Stava ridendo di noi - della nostra ingenua speranza, come gli sarebbe magari piaciuto definirla.
    Kek

    MORDILO.
    Kekekekekekek.

    MORDILO.



    KEKEKEKEKEKEKEKEKE
    KEKEKEKEKEK
    EKEKE
    KE
    KEKKEKEKEKEK

    KEEEKEKEEKEKEKEK



    Ride di te, ride di loro
    non è diverso dal poliziotto
    non ti crede, non ti capisce


    UCCIDILO.


    Keekekekekk.
    Un singolo passo verso il clown, per provare a poggiargli una mano sulla spalla e dargli una vigorosa spinta con l'intenzione di buttarlo a terra. Il mio corpo mi diceva di prenderlo, salirgli sopra e iniziare a tempestarlo di pugni fino a quando le mie nocche non avessero iniziato a sanguinare. Prendergli la faccia, strapparla via a morsi, vedere se il suo sangue aveva la stessa faccia tosta o se in quel corpo scorreva fiele putrido.

    Scelsi di non ascoltarlo, fermandomi alla spinta.

    MANGIALO, MANGIALO, MANGIALO



    A prescindere dall'esito delle mie azioni, mi sarei fermata lì. Qualcosa mi avrebbe fatto tirare un respiro, mi avrebbe fatto capire--- no, che capire. Era semplice follia, persino per una come me.

    Come si fa a ridere di una cosa del genere?
    Non stiamo parlando di gente che muore. Non è neanche perchè il ragazzino sia morto.
    Perchè quello fa parte del ciclo della vita, posso capirlo persino io. Ma vedere un braccio teso in direzione dell'aiuto schiaffeggiato in quella maniera. Rimasi ferma in quella posizione, senza aggiungere altro a quanto stava venendo detto.

    Era difficile per me in quel momento formulare dei pensieri validi, infatti sentivo solo un gran bisogno di portare una mano alla testa, cercando di afferrare qualcosa che non c'era. Le mie palpebre venivano sbattute freneticamente, alla ricerca di una risposta di fronte a tanta realtà tutta insieme, tanto verismo.

    George Eliot? No, persino il suo verismo non faceva così male.
    Hardy? No, di che stiamo parlando. Jude the Obscure mi aveva fatto molto meno male.

    A tErra, prendilo, spezzalo, DIVORALO
    Alzai lo sguardo verso Hisahito, gli occhi sbarrati.

    « ... le due pillole rimaste. Dovrebbe provarne una. »

    Riuscii a biascicare, mentre iniziavo ad allontanarmi.
    Era troppo, per me. Sin troppo.
    Stavo facendo del mio meglio per non saltare addosso al clown, al dottore senza braccia, a qualsiasi persona si stesse muovendo in quella stanza. Era come quando avevo buttato papà a terra. Le stesse emozioni, le stesse sensazioni. Erano tornate in superficie, fiammeggianti e dolorose come prima.

    E mi ero dimenticata quanto vivide fossero.
    Inspirai a fondo, cercando di calmarmi.
    Calma, calma, calma.

    Con un altro profondo respiro, iniziai a spostarmi verso una delle sedie nella sala d'aspetto. Era troppo per me.
    Troppo. E non potevo permettermi di perdere la calma.

    Statistiche e Tecniche

    Livello: 2 // Peso Trasportabile: [4]

    Equipaggiamento:
    • Dreamweaver (Costume) - sotto la tuta
    • Diegesis (Maschera Antigas) - in tasca
    • Macbeth (Tirapugni) - in tasca

    Energia: 100 // Forza: 30+10 // Quirk: 15 // Agilità: 30

    Tecniche Usate n/a


    SCHEDA | VILLAIN (Aogiri) | CRONOLOGIA | #LIVELLO 2

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    Livello: 2
    Energia: 100
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    Quirk: 35
    Agilità: 30

    Peso Trasportabile: [4]
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    La pillola aveva sortito il proprio effetto, ma non quello che aveva sperato Desmond.
    Prima un colpo di tosse, poi un altro, il dolore sul viso del ragazzino e poi il sangue.
    Non era un buon segno, non era assolutamente un buon segno, perché il dottor Hisahito non diceva loro cosa fare per aiutarlo? Dovevano girarlo su un fianco, sollevarlo o cosa? Bloccato dalla vista del sangue e dalla paura delle conseguenze – non era un medico, qualsiasi gesto avrebbe solo rischiato di peggiorare la situazione – Desmond rimase immobile, mani tremanti e respiro corto.
    Poi tutto finì.
    Hisashi non si mosse più.
    Oh no, non poteva finire così, la medicina doveva fare effetto, non poteva essere morto, ora PL avrebbe sicuramente preso una nuova pillola e--
    Posò lo sguardo sull'uomo, raggelato dalle sue parole.
    Hisashi era morto.
    Lì davanti a loro, lontano dai propri affetti e circondato da persone che sì, avevano tentato di salvarlo e gli avevano dedicato tutta la propria premura, ma erano comunque sconosciuti.
    Da solo, ammazzato come un animale.
    Se da una parte poteva comprendere la tragedia del non poter vivere come tutti i suoi coetanei – era stata una normale, normalissima caduta dalla bicicletta a ridurlo in quelle condizioni disperate – e che la sua prospettiva di vita sarebbe stata molto breve, costellata da rinunce e dolori, dall'altra una morte simile era... disumana, inaccettabile.
    Lì, immobile davanti al ragazzino senza vita, quella serata interminabile gli concesse un nuovo spettacolo, anche se questa volta decisamente meno tragico, anzi penoso nell'accezione più negativa del termine: la ragazza dai capelli rossi si lanciò in un monologo degno di un flusso di coscienza e carico di egoismo ed egocentrismo ai limiti del patologico.
    Un ragazzo era appena morto davanti ai loro occhi e lei pensava a sé e al proprio dolore, alla propria solitudine? Che persona meschina.
    La reazione di Eve lo sorprese e non poco, era sembrata così gentile e pacata da rendere quasi incredibili simili parole uscite dalla sua bocca, eppure si ritrovò a darle ragione, completamente ragione: la rossa aveva esagerato e non avrebbe sentito la sua mancanza, ora che era andata via.
    L'esistenza, però, non aveva smesso di riservare loro delle sorprese e anche il clown reagì in maniera inaspettata: ridendo, ridendo come la creatura abietta che era e pronunciando parole che non solo rivelavano un'empatia nulla, ma anche un quoziente intellettivo alquanto ridotto.
    «Se lo pesti ancora un po' ti pago la cena, nel caso dovessimo incontrarci ancora.»
    Parole pronunciate con tono neutro a Shiisa, riferendosi chiaramente alo spintone che aveva dato al clown.
    «Ora, mi vogliate scusare.»
    Diede una delicata carezza ai capelli del ragazzino disteso sulla scrivania e, con una mano sullo stomaco ed un colorito cereo, si diresse verso il bagno individuato in precedenza per vomitare anche l'anima.

    Non sapeva quanto tempo fosse passato dal suo misero congedo, ma non che gli importasse più di tanto.
    «Mi perdoni quest'ultima domanda, Phantom Limbs, ma credo di averne il diritto» Voce ferma e inespressiva, aveva volutamente omesso il titolo di medico, oramai ai suoi occhi aveva ben poco di tale ruolo «Perché ci ha proposto il pietoso teatrino del "provate a salvare Hisashi" se sapeva già che il finale di questa tragedia era già deciso? Sadismo, si diverte a torturare i civili che giungono qui con l'intenzione di collaborare? Oppure per condividere con noi il suo senso di impotenza? Richiama persone da tutta Tokyo con la speranza di trovare una cura per coloro che sono dotati di Nega-Quirk, eppure sa che il loro destino è deciso.»
    Lo guardò con espressione indecifrabile.
    «Lei mi fa pena, ma non per la mancanza della braccia.»
    Si portò una mano al volto, sospirando profondamente, poi si sedette sulla sedia che aveva utilizzato in precedenza dal momento che le gambe facevano fatica a reggerlo in piedi.

    TECNICHE & EQUIPAGGIAMENTO [Click!]
    • Tecniche
    #1: King's Gambit [Livello 1]
    Costo: 10
    Danno/Effetto: Guarigione di danni lievi → trasferimento, funziona solo sugli altri.

    #2: Artificial Castling [Livello 1]
    Costo: 10 + 5 di mantenimento.
    Danno/Effetto: Protezione da danno di tipo lieve.

    #3: Queen's Pawn Game [Livello 1]
    Costo: 10
    Danno/Effetto: Tecnica ad ampio raggio [massimo 5 metri] con danno lieve.


    • Equipaggiamento narrativo
    #1. Coltellino multiuso: piccolo e senza troppi accessori, potrebbe tornare utile per procurarsi una ferita e consentire l'attivazione del Quirk.
    #2. Sigari e accendino: già ha la tendenza a essere imprevedibile così, non lasciatelo troppo a lungo senza fumare.
    #3. Quaderno con penna: ci tiene molto, sono regali di una collega inglese.
    #4. Libro: usato in edizione economica, così non si sente in colpa se deve scriverci sopra il significato o la pronuncia dei termini che non conosce.

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    GUINEA QUIRKS
    In quel momento, l'uomo chiamato Hinata Hisahito era in mezzo ad una tempesta che lui stesso aveva creato. Cosa c'era di peggiore nel dare falsa speranza alle persone, dopo aver fatto credere loro che i loro sforzi sarebbero serviti a qualcosa? Il medico dai capelli corvini in quel momento ragionò sul perché quelle persone fossero arrabbiate con lui. Era per la morte di Hisashi? O era per le bugie? Cercava una risposta nella sua mente immobile, pietrificata da quello che doveva essere un sincero pentimento ma era solo un pensiero di aver fatto la cosa giusta. Aveva probabilmente sbagliato nel dare loro una speranza, nel cercare una luce in fondo ad un tunnel che era stato tappato dalle macerie ben prima. Poteva permettersi di essere arrabbiato alle loro parole, che riteneva sbagliate? Poteva biasimarli in fondo, visto che sembrava essere per loro un golem che non aveva più un briciolo di umanità nel cuore?
    Come mai nella sua vita prima d'ora Hisahito desiderava avere delle braccia per zittire quelle persone che stavano litigando all'interno del suo studio. Il suo Quirk era praticamente inutile per combattere, ma erano pur sempre delle braccia che potevano colpire, ferire e strangolare. Quel luogo per lui, per quanto comune e poco sacro, era un santuario che doveva proteggere la volontà delle persone. Era quello il simbolo delle sue fatiche e dei suoi sforzi, il poter donare agli altri una morte che desideravano, potendo scegliere. Ma era sicuro che nessuno potesse capirlo in quella stanza, come non potevano comprendere il suo senso d'impotenza. Come un'ombra che risveglia un antico demone, vide la donna mutata avvicinarsi a lui, con la mano alzata verso il suo viso. Non poteva fare nulla per evitare quel colpo, non aveva braccia per pararlo e chiuse gli occhi per riceverlo, forse meritandolo. Furono le parole della ragazza Emitter a fermare sia il gesto di Evelynn che la neutralità del dottore. Avrebbe voluto dire qualcosa anche lui, unirsi a quella sfuriata e diventare parte di quel litigio tra pazienti. Voleva anche degnare di una risposta la donna, dirle un ultimo ma importante fatto per cercare in qualche modo di spiegarsi. Due cose lo fermarono: il rispetto per Hisashi e la risata di Hisoka. L'uomo rimase sconcertato da quello che stava assistendo. Era appena morta una persona ed una voleva le attenzioni per sé, un altro si era messo a ridere sguaiatamente come una iena pronunciando frasi sulla forza e sulla debolezza delle persone. L'uomo che si era definito un jester in quel momento sembrava solo un orribile demone ai suoi occhi. Solo PL avrebbe sentito il rumore di un vetro spezzarsi, mentre un'orrenda e deforme mano fantasma si materializzava accanto a lui ed un dolore lancinante colpiva le sue tempie. Al corvino non importava essere insultato, disprezzato ed osteggiato. Ma l'unica cosa preziosa che possedeva erano i suoi pazienti, che doveva vedere ogni giorno morire sempre di più e assumendo il ruolo di somministratore della dolce morte. La mano perse forma quando Shiisa spinse Hisoka a terra, facendolo atterrare con le ginocchia e le mani a causa del suo fisico fragile. Forse avrebbe sentito un po' di dolore, ma per fortuna (o sfortuna) non si era fatto niente. L'uomo abbassò il viso, con l'intensa voglia di passarsi una mano sopra di esso per nasconderlo. Doveva fermare quelle persone nel trasformare il suo studio in un'arena.
    « Lei...lei cosa sta dicendo? Una ragione per credermi? Credete che Hisashi non volesse vivere, che non avesse amici o qualcuno che lo amava? » - L'espressione glaciale di Phantom Limb si mutò in una smorfia di disgusto e di turbamento, rivolta verso Ayumi. C'era rabbia nella sua voce, come se volesse seguire la Mutante nel voler ammonire colei che si era dichiarata maledetta. Era la prima volta che mostrava emozioni così forte ai cinque ed il calmo dottore decise di prendere posizione per quella volta sola.
    « Credete che fosse un codardo, quando ha deciso di non poter più andare avanti così? O che fosse debole per una malattia che non poteva controllare? Il veleno che si è intascato se lo può pure mettere in bocca, signor pagliaccio. » - Il suo sguardo andò per un istante su Desmond, che era uscito con un colorito più simile al pavimento di un ospedale che quello di una persona. Avrebbe terminato di parlare con un velo di acidità nella voce. Quello era semplice cianuro, lo poteva pure trovare in farmacia per quanto lo riguardava. Non aveva detto niente perché non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere. Il fatto che la pillola avesse scomposto brevemente i cristalli di Hisashi era solo un effetto secondario del veleno sul sangue. PL provava un fortissimo dolore e pentimento ad ogni parola, ma non per il suo Quirk. Stava morendo dentro perché sentiva che stava mancando di rispetto al ragazzino appena morto, a parlare in quel modo così arrabbiato e immaturo. Si avvicinava ai cinquant'anni ed non era riuscito a mantenere la calma di fronte alla situazione, senza pensare alle conseguenze. Gli insulti che stava ricevendo, il veleno che era stato invitato a provare. Non si poteva dire che non gli facessero male, perché non era la prima volta che riceveva tali parole da una ragazza dai capelli bianchi. C'era un tempo in cui una ragazza albina aveva provato a salvarlo, aveva provato a fare di tutto per restituirgli una vita normale. Ma non era riuscita a reggere l'orrore a cui l'aveva sottoposta, non era riuscita a rimanere al suo fianco. Era andata via insultandolo, invitandolo a morire come avevano fatto morire tutte quelle persone. Shiisa glie la ricordava così tanto che era rimasto spiazzato e confuso quando aveva visto il suo corpo, i suoi modi di fare. Non sapeva cosa dire di fronte a quell'invito e forse fu l'entrata di Desmond a farlo distrarre dalla propria incapacità di affrontare quella persona che fortunatamente se ne stava andando. Altri coltelli che penetravano senza pietà il suo petto, che lo facevano sentire un alieno all'interno di quella che era una sua proprietà. Non sapeva perché le parole dell'archeologo lo colpissero così tanto, forse perché era quello che gli aveva detto le cose in modo più diretto, in faccia. Non aveva braccia per difendersi nemmeno da quei discorsi.
    « Nulla di tutto ciò. » - L'uomo abbassò lo sguardo, come se fosse pentito di quello che era appena successo. Stava cercando di pensare, di trovare le parole giuste. Era un medico abituato a confortare le persone affette da NegaQuirk, ma questa volta era stato lui a causare tutto quello sconforto, quella disperazione. La sua voce spezzata risuonò nella stanza, rialzando gli occhi e tornando ad assumere il suo sguardo neutro e rassegnato.
    « Ho valutato che questa fosse l'opzione migliore per farvi collaborare. Potete giudicarmi crudele, ma quello che è appena successo è stato tutto secondo la volontà di Hisashi. E sicuramente non lo faccio per me. Il governo non offre questa possibilità, le cliniche illegali vogliono solo i soldi della gente. » - Avrebbe pronunciato squadrandolo senza crollare nella tristezza o nella malinconia. Non c'erano altri motivi se non quello di voler aiutare le persone ad avere una scelta nella loro vita. « Ogni momento della mia giornata è dedicato ai pazienti e a cercare una cura. Se fosse così facile, la vedreste in vendita o negli ospedali. » - PL si sarebbe girato nuovamente verso Hisashi, senza cambiare espressione. Non poteva toccargli più i capelli come aveva fatto Desmond o abbracciarlo, o chiudergli gli occhi. Era una solo una macchina che poteva controllare il battito, il respiro ed i riflessi. Per lui era quello essere un dottore. Non era sadico, non era crudele. Era convinto che quella fosse la cosa migliore, una cosa che solo lui poteva fare.
    « Andatevene. Devo occuparmi del corpo e di smantellare questo posto. Spero per voi che non dobbiate rivedere la mia faccia, ma la mia clinica sarà sempre aperta. » - Si sarebbe girato un poco per osservarli con la coda dell'occhio, quasi come se la loro presenza fosse ormai di troppo nella stanza dove un cadavere riposava senza una degna sepoltura.

    ©ART | ©CODE



    Siamo quasi arrivati alla fine e devo dire che ho apprezzato moltissimo i vostri post! Vorrei da voi un ultimo giro di post conclusivo, dove potete andarvene dalla clinica. Se volete parlare ancora con Hisahito me ne occuperò nel mio prossimo post. :zizi:
    Ordine: Master, Dracon, Ace, Stan, Why Bother, Sapphire.
     
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    la situazione in quello studio si era decisamente infiammata la rossa non pensava che le sue parole avessero avuto quegli effetti come essere verbalmente aggredita dalla succube anche la stessa Ayumi stava leggermente male e nauseata dalla risata del clown, ma più di tutto le dava ancora la nausea era il corpo del ragazzo tanto che prima di uscire dopo aver ricevuto le parole furenti del medico il che la sorprese perché non pensava che realmente l'uomo esprimesse emozioni. ma comunque non poté neanche quella sorpresa fermare il secondo conato di vomito che stava riuscendo dalla ragazza tanto che riuscì ad andare in bagno. Si la ragazza ancora non riusciva ad evitare la sua "fobia" dei morti come in questo caso nel manicomio l'aveva gestita bene anche perché doveva sopravvivere qui invece poteva lasciarsi andare e sopratutto calmare la mente le parole del medico e della succube non l'avevano toccata più di tanto forse perché non del tutto insensibile. Così si sciacquò la faccia ed il viso cercando di cancellare dalla sua mente l'immagine del ragazzo sul tavolo e cercare di pensare lucidamente. Non aveva idea di quanto tempo fosse stata in bagno quando ne uscì forse poco più di uno due minuti scarsi. quando uscì torno nella stanza cercando in tutti i modi per evitare di guardare il ragazzo per evitare altri conati.

    chiedo scusa al ragazzo il mio comportamento è stato orribile, più che una mancanza di rispetto a lei PL è stata una cosa orribile per Hisaito e gli chiedo scusa non volevo... prendete queste parole come volete, ho una leggera paura dei morti e quando ho visto lo sguardo morente non ho più pensato lucidamente lasciandomi trasportare dalla paura e dalle emozioni che dal resto pur sapendo che le sensazioni che ho provato che ho avuto non mi giustificano in alcun modo.

    poi lo sguardo si rivolse al medico cercando di fare qualche sospiro per calmarsi e pensare alle parole che doveva dire.

    Lei cerca di convincerci che quello che fa è giusto e riflettendoci... non posso dire ne si ne no, il giusto è sbagliato in questo caso sono cose labili e separati da una piccola linea sottile per come la sto vedendo io e posso sbagliarmi, per dire se è sbagliato o no può dirlo solo chi ha dei nega-quirk da esterni e facile forse troppo facile giudicare. Un ragazzo è morto per sua volontà ci dice purtroppo non credo stia mentendo anche perché parlò di una certa Disa che sapeva cosa fare... poi comunque ha cercato coinvolgendoci di curarlo facendo l'impossibile fino all'ultima spiaggia per lenire le sue sofferenze... se fosse un opera che legge la nostra cara finta commessa si può dire che quella delle vicende del ragazzo è stato solo destino... un crudele terribile destino. Almeno il ragazzo e morto confortato in un qualcosa che ricordava un amore materno magra consolazione, ma suppongo che sia meglio che morire senza affetto... immagino che anche questo sia discutibile. Lei spera di non rivederci credo che il sentimento di tutti qui sia reciproco, ma queste cose non dipendono da noi.

    Ancora una volta la ragazza aveva parlato troppo, sperando che queste fossero le parole giuste da dire in un momento del genere ed anche in una situazione del genere nel mentre intanto,la ragazza andò alla porta sperando di essersi scusata con il ragazzo per la scenata di prima non era insensibile solo spaventata, infatti dette quelle parole la ragazza sarebbe andata alla porta per aprirla per poi andarsene pronta a tornare a casa.

    Uhm ora a casa, io ed il mio stocco dobbiamo fare una lunga chiacchierata. Sugli eventi riguardanti i miei genitori.


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    La situazione era letteralmente rivoltante per tanti motivi e quello meno disgustoso, paradossalmente, era il cadavere di un ragazzo ancora caldo sdraiato sul bancone con alla bocca ancora sputi di sangue e fili di bava. No, davvero non era la cosa più disgustosa secondo il mio punto di vista ma la metà delle altre reazioni alle circostanze a partire dalla ragazza contro la quale ero esplosa per terminare con quel clown che se non ci fosse stato il dottore, sicuramente si sarebbe preso tutto l'odio di tutta la stanza.
    Non riuscivo a capacitarmi che esistessero delle persone così malate di mente come quella bambina e quel pagliaccio, non ce la facevo e sì ritenevo che anche l'altra fosse malata per diversi motivi: uno, parlava davvero troppo e sono pochissime le persone al mondo capaci di annoiarti o farti rabbia con qualsiasi cosa che dicano, per forza doveva essere una malattia da affrontare e curare quella. Se non fosse stata così egocentrica, così vittima del mondo magari sarebbe stata anche una persona accettabile e normale ma per pensare una cosa cattiva, potevo capire adesso perché tutte le persone più care la abbandonassero in quel modo. Com'era stato possibile in una situazione del genere mettersi a parlare delle proprie esperienze traumatiche e dei propri pensieri passati? Quanto dovevi essere fuori di testa?
    Come doveva essere letteralmente fuori di testa anche quel clown che aveva tirato fuori un discorso capace quasi di farmi vomitare: se l'era andata a cercare? Davvero? Come se si fosse scelto lui quel potere. Forse avrebbe potuto fare altre cose, avrebbe potuto lavorare duramente per cercare di mantenere il controllo o padroneggiare meglio la sua unicità ma arrivare a dire una cosa del genere significava non avere niente in testa che funzionasse al modo giusto. Forse le persone che si dovevano far controllare da uno bravo erano effettivamente due.
    Volevo credere che la crudeltà delle persone si fermasse solo alle distinzioni razziali, alla questione della pelle e dei Mutant ma a quanto pareva esisteva anche qualcosa che faceva impazzire gli individui per spingerli a questo punto. Era...non incredibile, non imbarazzante ma come detto in precedenza era solo disgustoso. Persi qualsiasi forza, qualsiasi energia e persi persino la voglia di ribattere a tutto quello che avevo sentito limitandomi solo ad osservare con sdegno sia quella che era tornata indietro per scusarsi e parlareparlareparlareparlareparlareparlareparlareparlareparlareparlare, sia quel pagliaccio che stava ridendo.
    Nemmeno le parole di PL riuscivano a farmi rinsavire o farmi cambiare l'opinione che gli ultimi minuti avevano creato su di lui, ovvero che fosse solo una persona manipolatrice e che non pensava interamente al bene dei suoi pazienti: no, un dottore non si comporta così ed anche se sa che non ci sono speranze ci prova davvero fino a quando spontaneamente non hai fatto il tuo ultimo respiro o finché un familiare non ti dice basta nel caso in cui questo sia incapace di decidere da sé. Ecco cosa fa un vero medico, un vero dottore che non si contraddiceva da solo.
    Come poteva dire che il ragazzo avesse ancora voglia di vivere quando pochi attimi prima aveva affermato il contrario? Come può guardarci con il dolore negli occhi per quello che era successo quando avrebbe potuto semplicemente dire no o consigliarlo ad una struttura più attrezzata? Non ci credo che non l'accettassero un caso del genere, mi dispiace. Non ci credo e non ci crederò mai perché andrebbero contro a quello che ho sentito chiamare il giuramento di Ippocrate, andrebbero contro al motivo per cui sono diventati medici, dottori, infermieri. Andrebbero contro il loro lavoro. Tutto questo era solo paradossale e non vedevo l'ora di andarmene via nonostante avessi ancora voglia di sentire quali fossero le ultime parole di tutti quanti.
    Ma quella continuava a parlare.
    E continuava.
    E continuava.
    That is enough.
    « Per favore, chiudi quella bocca. »
    Conclusi a voce bassa, prima di girare i tacchi. Davvero non rimanevo a far niente lì dentro ed ogni cosa avrebbe solo aumentato il mio gran mal di testa o il mio forte senso di nausea e repulsione alle persone - almeno parte - che avevo avuto davanti fino ad ora. Scossi il capo passando di fianco al clown come per ribadire che una persona del genere non meritasse risposta e che il metodo migliore per fargli uno sgarbo fosse effettivamente il dono dell'ignoranza: un clown vive per ottenere le attenzioni, per far ridere o creare qualche sentimento nella gente ed arriva a fallire nel momento in cui non riesce a raggiungere nessun risultato. Un clown che non ottiene reazioni è un clown patetico, miserabile e fallito.
    Era senza ombra di dubbio il metodo migliore per trattare un individuo del genere. Incredibile, chi avrebbe mai potuto anche solo pensare di concludere una serata iniziata con quella premessa in questo modo? Ma quella clinica era nata con l'intento di aiutare chi la società non avrebbe aiutato perché non poteva né voleva, non sono tipa da fare la rivoluzionaria né voglio farla la rivoluzione.
    Voglio pensare però che se non ci fossero state tutte queste restrizioni sui quirk la faccenda di Hisahito sarebbe finita ed andata in modo assolutamente diverso. Avevo bisogno adesso di rilassarmi come meglio potevo, avevo bisogno di fare qualcosa che mi facesse passare questo disprezzo che mi era salito per poche, pochissime persone e mi sarei recata in uno dei locali di mia conoscenza. Avevo necessità di dimenticare tutto quello che era successo, era anche per questo che me n'ero andata senza dire una parola: quello che dovevo esprimere l'avevo già espresso, non c'era più niente che io dovessi fare lì dentro.
    Né che volessi.
    Mi serviva l'abbraccio che la vita di notte, la mia vita poteva darmi. Senza clown, ragazzine maledette o dottori senza braccia da disprezzare.


    ► Statistiche
    ● Livello: 2.
    ● Peso trasportabile: [4].
    ● Energia: 100.
    ● Forza: 10.
    ● Quirk: 37.
    ● Agilità: 28.
    ● Tecniche usate: //.
     
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    Hisoka Morow

    Sguardi colmi d'odio lo pugnalavano da ogni angolo dell'ufficio. Odio codardo, dato fiamma dall'ipocrisia dietro quale si nascondevano disperatamente. Lo detestavano così da non dover ammettere le proprie colpe. Era lui il cattivo, loro avevano fatto tutto il possibile, s'illudevano.

    Non l'avevano avvelenato loro, ciò era vero. Ma il suo decesso era risultato di un tentativo di salvarlo. Si fosse seguita la filosofia di Hisoka, che avrebbe costretto il ragazzino ad imparare a farsi fardello di se stesso, forse non si sarebbe mai presentato al mattatoio.

    Oppure non sarebbe cambiato nulla, poco importava. Gente come Hisashi non gli era d'interesse.

    Tutti i presenti esternavano disappunto verso il giullare in maniere diverse, rappresentanti della varietà di strambi personaggi raggruppati quel giorno. Possibile l'unica a non odiarlo troppo profondamente fosse Red... Che sembrava così immersa nei propri sproloqui da non dargli troppo peso.

    Fu lo spintone di Kidd a sorprenderlo. Se non fosse stato appoggiato al muro si sarebbe trovato a schiena orizzontale con la forza della bracciata ricevuta, invece di dar solo una forte spallata indietro. Tanta frustrazione per qualcuno che poco prima era più preoccupata a raccogliere cristalli che una vita in pericolo.

    Che diamine succedeva in quella testa? Chi era la ragazza, cosa voleva?

    Le tensioni avevano raggiunto il loro picco, e con l'invito di PL ad andarsene lentamente il tutto sarebbe andato appiattendosi. Il divertimento era finito per quel pomeriggio. Sicuramente s'era rivelata un'esperienza curiosa e piena di sorprese, era stato tempo ben impiegato. Non c'era che sentirsi arricchiti. E non solo per gli 800 yen.

    Due delle tre donne non avevano esitato a girare i tacchi. Sembrava fosse arrivato il momento anche per Hisoka di congedarsi...

    S'incamminò per un paio di passi all'uscita, affiancando la scrivania su cui giaceva il corpo in eterno riposo... Ma esitò. Prima di andarsene si sarebbe girato e chinato leggermente dando uno sguardo al volto sanguigno del ragazzo. Il pagliaccio che aveva sorriso ininterrotto dalla sua entrata in segna sarebbe stato... Serio. Anzi, esplicitamente e chiaramente affranto. E più scioccante ancora si sarebbe potuta scorgere una singola, sottile lacrima rigargli la guancia sinistra.

    Avrebbe voluto lacrimare di più. Purtroppo i pianti fasulli non erano il suo forte. Per simulare emozioni aiutava ancorarsi a delle proprie esperienze vissute, e Hisoka non aveva mai genuinamente pianto né provato vera tristezza.

    « Doctor... »

    Modulando la propria voce come chi voleva mascherare un umore avvilito. Anche le sue cadenze e il suo timbro sarebbero mutate, esprimendosi in maniera simile ad un cadetto militare. E avvolto in un outfit ancora circense offriva a tutti un'inquietante dissonanza.

    « La prego di perdonarmi. Non avrei mai voluto mancare di rispetto a questo giovane. So che non merito assoluzione, ma mi permetta di offrire il mio pieno rimorso. »

    E si inchinò a ben novanta gradi, in pieno stile giapponese. Un inchino così profondo mostrava enorme rispetto e, in quel contesto, pentimento.

    Il solo immaginarsi cos'avrebbero potuto pensare gli altri tre presenti in quella stanza d'innanzi a quella scena... Rischiava di fargli scappare un'altra risata.

    « Le azioni di oggi mi rincresce dire siano frutto della mia copertura. L'organizzazione di cui faccio parte mi ha assegnato come bersaglio la pericolosa criminale Lust, la donna violacea appena uscita. O meglio, una sua seconda personalità assassina.

    Il ruolo di giullare che sto indossando è il migliore a lungo termine per questa missione. Sono consapevole di aver provocato rabbia e dolore reagendo in tal modo... Ma spero possa consolarvi il fatto che quando rimuoveremo Lust dalle strade, bambini innocenti smetteranno di essere mutilati senza motivo. »


    Che fosse una storia bizzarra il giusto da risultare credibile? Erano tutti individui abbastanza fuori norma lì in mezzo. Hisoka, ancora serio e asciugatosi della sua singola lacrima, si avvicinò al medico.

    « Non si preoccupi, non sono un poliziotto o un Hero. Il gruppo di cui faccio parte è come lei, agisce fuori dai canoni della legge per far ciò che è inequivocabilmente giusto. E il suo operato è giusto e nobile, Dottore.

    La imploro di lasciare che la assista nella gestione del corpo e lo smaltimento dell'ufficio. È il minimo che possa fare dopo tutti i problemi che le ho causato. »


    E sì inchinò nuovamente.

    Non sapeva di preciso cosa l'avesse portato in quel teatrino. Magari l'orgoglio ammaccato di essersi trovato sotto attacco dall'intera stanza voleva farsi beffa di loro, sotto i loro stessi nasi, per ridere sia bene che ultimo tra se e se. Oppure, sapendo che tra poco non avrebbe in tutta probabilità mai reincontrato PL, voleva spremere quanto più tempo possibile dal loro appuntamento.

    E chissà, magari anche ottenere qualche indizio sui prossimi piani della sua clinica. Ciò di cui si occupavano era interessante, da un certo punto di vista.
     
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