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.La città di Tokyo, durante il periodo natalizio, diventava ancora più vivace. Le strade, già solitamente colorate dalle insegne delle pubblicità e dei locali, brillavano ancora di più con le luminarie poste sugli alberi e sui lampioni, rendendo in questo modo le passeggiate per le vie dello shopping molto più piacevoli. E, in effetti, Kalyani doveva dedicare almeno un giorno all’acquisto dei regali, considerando che presto sarebbe tornata in India almeno per festeggiare il Capodanno e, contemporaneamente, anche il suo compleanno… ma continuava a rimandare, passando invece gran parte della giornata a lavorare nell’azienda della sua famiglia.
E, a proposito di questa, in quel momento si trovava esattamente lì, nel suo ufficio. La Raji Inc. aveva sede a Shinagawa e, nonostante il suo edificio fosse molto più piccolo rispetto a tante altre aziende, aveva una struttura piacevole e lineare: grandi finestre lasciavano entrare la luce mattutina nell’atrio principale, ampio e spazioso, dominato da un bell’albero di Natale - che il vice di Kalyani aveva insistito nel mettere, per rendere l’atmosfera molto più accogliente. L’ambiente aveva tutti colori molto chiari, tanto da sembrare quasi asettico, eccetto per qualche quadro indiano che dava un tocco di colore all’interno - e che ricordava l’origine di quell’azienda. Sempre all’ingresso, si potevano trovare esposte dietro a teche di vetro diversi modelli di equipaggiamenti, quasi come una sorta di vetrina per i visitatori e i possibili acquirenti.
L’edificio era composto da due piani: nel piano terra erano presenti, distaccate dall’atrio principale, diverse officine di produzione degli equipaggiamenti, mentre nel piano superiore si trovavano gli uffici, tra cui quello di Kalya. Era, ovviamente, quello più grande, molto luminoso grazie alla grande vetrata che si affacciava sul cortile, e quello decisamente più ordinato. Non vi era nulla fuori posto lì dentro, neanche una scartoffia, segno che la direttrice dell’azienda fosse una persona molto precisa o, addirittura, una vera e propria perfezionista.
Vi era qualche libreria, qualche macchinario che aveva costruito lei stessa esposto come il più prezioso dei trofei, la sua laurea appesa al muro e qualche foto di lei insieme alla sua famiglia: una da sola con suo padre e un’altra con sua madre e i suoi due fratelli.
Kalyani si trovava nel suo ufficio in quel momento, invece di passare il tempo nelle officine come faceva praticamente sempre, per un motivo ben preciso: stava aspettando un ragazzo per un colloquio di lavoro. Ultimamente aveva notato una carenza per quanto riguardava il personale meccanico, composto da sempre meno persone, e aveva deciso di accettare un incontro con un ragazzo che le aveva mandato un curriculum poco tempo fa, di nome Fumio Masayoshi. Non aveva una laurea, ma a lei poco importava: voleva vedere come se la cavava… e questo significava che gli avrebbe fatto fare subito pratica, perché alla fine aveva bisogno di sapere cosa era in grado di fare, e non poteva avere certezza della sua bravura solo facendo quattro chiacchiere con lui.
Gli aveva mandato dunque una mail, stabilendo l’appuntamento quel giorno alle ore 11 in punto. Non mancava molto all’orario prestabilito e Kalya, nell’attesa dell’arrivo di Masayoshi, cercava di trascorrere il tempo osservando fuori dalla finestra, completamente soprappensiero. Doveva comprare un pensierino di Natale anche agli altri membri del Bloodpact, visto che ormai era entrata ufficialmente in quel gruppo? Ma cosa avrebbe mai potuto regalargli? Conosceva bene solo Shinjiro… anche se pensare a un regalo per lui sarebbe stato altrettanto difficile. Forse doveva optare per qualcosa di legato alla cucina, ma sarebbe stato scontato.
Comunque, in qualunque momento sarebbe arrivato il ragazzo per il colloquio, Kalya sarebbe stata pronta ad accoglierlo. E sperava vivamente che arrivasse puntuale, visto che lei non apprezzava molto le persone ritardatarie.
In ogni caso, per Fumio non sarebbe stato difficile trovare il suo ufficio: come era stato specificato nella mail, sarebbe dovuto rivolgersi alla segretaria che si trovava nell’atrio e lei lo avrebbe accompagnato fino al luogo dell’incontro, annunciando il suo arrivo, prima di lasciarlo da solo con Kalyani.livello 3 ◊ energia: 175 ◊ forza: 32 ◊ quirk: 65 ◊ agilità: 53 ◊ peso: 4
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.Di certo, quando giunse la segretaria ad annunciare l’arrivo del ragazzo, Kalyani rimase piacevolmente sorpresa. Trovare una persona che si presentasse addirittura in anticipo rispetto all’orario prestabilito era cosa da apprezzare, considerando poi la precisione della donna. Ovviamente lei cercava sempre personale competente, perché sua madre le aveva insegnato a circondarsi di persone che sapevano come lavorare… e non voleva assolutamente assumere una persona che faceva ritardo fin dal primo giorno. Quindi, Fumio si era già guadagnato un punto a suo favore.
In piedi di fronte alla finestra del suo ufficio, Kalya si voltò verso la porta per osservare il ragazzo, ringraziando poi la sua segretaria e congedandola. Si concesse qualche istante per studiarlo, senza mostrare troppo la sua sorpresa nel ritrovarsi davanti una chioma luminescente, di un colore molto simile a quello dei costrutti di luce che creava lei stessa. Era una tonalità di blu che attraeva sempre la sua attenzione, inevitabilmente, e anche in quel momento non poté fare a meno di osservarla… senza mostrarsi troppo sbigottita, chiaro.
In fondo era abituata a vedere mutazioni genetiche, avendone una lei stessa.
Rivolse un breve sorriso al ragazzo, cordiale, mentre si avvicinava alla sua scrivania, facendo picchiettare i suoi tacchetti sul pavimento. “Le do il benvenuto alla Raji Inc., Masayoshi.” Fece, composta, prima di piegare leggermente il busto in avanti in un inchino, lasciando ricadere i suoi capelli sciolti lungo le spalle. Ormai aveva imparato che non era usanza giapponese dare la mano.
“Prego, si accomodi pure.” Lo invitò a sedersi davanti a lei, sulla poltroncina di fronte alla sua scrivania, e lei fece lo stesso. Lì, nel suo regno, Kalyani sembrava essere assolutamente a suo agio: vestita di tutto punto, sguardo sicuro, postura dritta e composta, sembrava una vera donna d’affari… cosa che effettivamente era. Ma preferiva passare il tempo nella sua officina, piuttosto che dietro una scrivania.
In ogni caso, anche se era una persona molto rigida, non le piaceva far sentire troppo in soggezione gli altri - a parte quando la facevano arrabbiare. “Mi chiamo Kalyani, sono la direttrice di questa azienda. Come penso lei sappia ci occupiamo della produzione di equipaggiamenti, che vendiamo poi agli eroi. Siamo un’azienda piccola, ma con un importante numero di clienti.” Fece, parlando in maniera assolutamente neutra, come se stesse ripetendo qualcosa che aveva già detto innumerevoli volte.
Ma la sua postura si sciolse, nel prendere in mano una fotocopia del curriculum del ragazzo. “Ho letto la sua domanda di assunzione e… devo dire che sono molto interessata a lei,” ammise, sollevando lo sguardo verso di lui, con un’espressione intrigata. “Volevo chiederle di parlami un po’ della sua passione per la meccanica, come è nata, cosa ha costruito nel corso degli anni… e se c’è qualche obiettivo che vuole raggiungere, non so, per esempio qualche macchinario che ha sempre voluto realizzare e che non ha mai avuto modo, o occasione, di poter dare alla luce.” Gli fece, poggiando i gomiti sulla scrivania e sporgendosi leggermente in avanti verso di lui.
Se c’era un modo per poter capire bene chi avesse davanti, era indagare su cosa lo entusiasmasse tanto dell’ingegneria meccanica. Kalyani era così, tendeva a fare domande più personali ai suoi dipendenti… come se si trovasse di fronte a qualcuno con le sue stesse passioni, con cui condividere insieme idee e progetti. La motivava molto di più a migliorarsi e, al tempo stesso, le dava l’impressione di coinvolgere anche l’altro.
Insomma, era molto meglio di una sterile discussione con le solite domande che avrebbero annoiato entrambi.livello 3 ◊ energia: 175 ◊ forza: 32 ◊ quirk: 65 ◊ agilità: 53 ◊ peso: 4
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.Si poteva dire che Kalyani capisse un po’ lo stato d’animo delle persone che attendevano ai suoi colloqui di lavoro. Non aveva passato la loro stessa esperienza, dal momento che dopo la laurea si era subito ritrovata a dirigere la succursale dell’azienda della sua famiglia… di certo, in questo, era stata molto privilegiata. Però non per questo motivo lei non poteva mettersi nei loro panni – d’altronde, anche se era in una posizione piuttosto importante e sembrava perfettamente a suo agio in quel luogo, anche lei sentiva molta pressione addosso. La paura di sbagliare davanti alle persone che la circondavano, soprattutto la sua famiglia, era costante… e anche in quell’occasione si sentiva nervosa, davanti a quel ragazzo che doveva esaminare. In fondo era importante che capisse chi avesse davanti, senza fare errori di alcun genere.
In ogni caso, Kalya era abituata a vedere le espressioni un po’ smarrite delle persone esaminate, quando rivelava loro di essere la direttrice di quel posto. Aveva deciso di occuparsi lei dei colloqui perché, essendo quella un’azienda piuttosto piccola rispetto a quelle giapponesi, era importante che lei conoscesse fin da subito le persone con cui avrebbe lavorato a stretto contatto. Senza contare che non si fidava a lasciare a qualcun altro il compito di decidere chi fosse idoneo a essere assunto… In questo, come in moltissime altre cose, Kalyani era una persona estremamente rigida e pignola.
Quando Fumio iniziò a rispondere a tutte le sue domande, lo fece in maniera piuttosto impacciata, in un atteggiamento parecchio diverso da quello che aveva assunto la donna. Lei rimase ad ascoltarlo in silenzio, non interrompendolo neanche per un istante e sfoggiando un’espressione genuinamente curiosa. Per lei era sempre interessante capire come altri appassionati della meccanica, proprio come lei, si fossero avvicinati a quella passione: lei lo aveva fatto perché fin da piccina aveva osservato i suoi genitori e i suoi fratelli, Fumio invece lo aveva fatto smontando un cubo di Rubik.
Erano due circostanze diverse, ma li avevano condotti entrambi lì, a confrontarsi sulle proprie esperienze ingegneristiche.
In generale, lui aveva avuto un’esperienza lavorativa piuttosto standard, non aveva lavorato per grandi aziende e non aveva preso parte a progetti importanti… ma questo Kalyani già lo sapeva, dal momento che aveva letto il suo curriculum. In fin dei conti non si aspettava neanche chissà quale esperienza da un ragazzo di ventidue anni… lei neanche aveva finito l’università alla sua età – che poi non era poi così tanto più grande di lui, semplicemente aveva avuto fin da subito molte più possibilità e, al tempo stesso, responsabilità.
Kalya si ritrovò ad annuire alle sue parole, con un leggero sorriso di cortesia a piegarle le labbra scure. “È di certo un proposito molto nobile,” concordò, dopo un lungo silenzio. “E devo dire che si trova perfettamente in linea con quello che pensa la nostra azienda. Realizziamo equipaggiamenti in grado di poter permettere a chiunque di difendersi… e anche di attaccare, nel caso in cui la situazione dovesse degenerare.” Congiunse le mani davanti a sé, sulla scrivania, prima di sporgersi leggermente in avanti.
“Sono convinta che, dopo quello che è successo un anno fa, dobbiamo lavorare ancora più duramente per aiutare gli eroi ad arginare problemi di ingente portata… come quello che abbiamo vissuto.” Sebbene la voce di Kalyani non lasciasse trasparire alcun tipo di emozione, come una macchina che doveva semplicemente svolgere il suo lavoro e presentare la politica dell’azienda a un futuro dipendente, in realtà quelle parole avevano un certo peso su di lei. Prima si limitava a intervenire solo in maniera indiretta, fornendo equipaggiamenti a chi era in grado di lottare e a chi aveva il coraggio per farlo… ora invece era molto più che coinvolta.
Ma, ovviamente, questo Fumio non poteva saperlo… come lei non poteva sapere chi avesse davvero di fronte a sé.
Dopo quel breve momento di riflessione, Kalya parve come risvegliarsi dai suoi pensieri, tanto che i suoi occhi color oro sembrarono come illuminarsi di un pacato entusiasmo. Arrivava la sua parte preferita dei colloqui di lavoro. “Ma, mettendo da parte questo discorso, sono curiosa di vederla all’opera… devo essere sincera. Non tutti si appassionano alla meccanica, soprattutto da piccoli.” E si strinse le spalle, come a sottolineare che per lei fosse una cosa assolutamente strana. Insomma, come non si faceva ad amare quell’arte??
Si alzò in piedi, sistemandosi i pantaloni del suo tailleur, troneggiando letteralmente su di lui. “So che può esserle sembrato un colloquio conoscitivo piuttosto… breve? Ma io sono una persona che preferisce la pratica alle parole e credo che si possa capire molto di un ragazzo come lei dal modo in cui lavora,” iniziò, sorpassando la sua scrivania e affiancandosi a lui, facendogli un breve cenno di seguirla.
“Andremo nell’officina dell’azienda, ora. Potremmo progettare insieme un equipaggiamento per i ragazzi che non posseggono quirk forti… che ne dice?” Propose, con un’espressione apparentemente seria, ma anche piuttosto incoraggiante. Fumio aveva parlato abbastanza di sé, Kalyani aveva letto le cose importanti che c’erano da sapere sul suo CV… ora doveva semplicemente metterlo alla prova.
Forse lo stava cogliendo un po’ troppo di sorpresa quel giorno, ma pazienza.livello 3 ◊ energia: 175 ◊ forza: 32 ◊ quirk: 65 ◊ agilità: 53 ◊ peso: 4
SPOILER (clicca per visualizzare)Ho avvertito del ritardo in pvt, ma da adesso in poi torno operativa. -
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.Di certo, parlare di quello che era successo poco più di un anno prima non metteva solo a disagio Fumio. Come già detto diverse volte, anche per Kalya era stato un periodo molto delicato, che non aveva vissuto in prima persona ma che aveva avuto grosse conseguenze su di lei e sulla strada che aveva scelto di percorrere. Senza quell’evento, probabilmente, non si sarebbe mai resa conto di quanto in realtà volesse dimostrare a sé stessa e a sua madre di essere una persona che sapeva fare qualcosa di concreto per aiutare gli altri.
Non poteva sapere cosa lui avesse davvero provato in quel periodo, ma Kalyani non avrebbe detto altro a riguardo. Certo, probabilmente avrebbe passato le ore a parlare di quanto volesse poter studiare da vicino i robot che avevano ripulito Shinjuku, ma lo avrebbe fatto in un altro momento. Ora doveva pensare al colloquio di Fumio.
Come sospettava, lo aveva colto di sorpresa, ma la cosa che le fece provare più soddisfazione fu vedere lo sguardo timoroso di quel ragazzo illuminarsi alla prospettiva di passare subito all’azione. Questo per lei era un indizio piuttosto palese del fatto che gli piacesse davvero lavorare in quel settore, e non fosse lì solo e unicamente in cerca di uno stipendio buono.
La consapevolezza di ciò non solo la rassicurò, ma permise a Fumio di guadagnare altri punti in suo favore, che stavano contribuendo a rendere quel colloquio di lavoro più che positivo.
“Lo ammetto, questa prassi che sto seguendo non è molto convenzionale, ma… penso di aver già capito abbastanza del suo percorso da questi pochi minuti in cui abbiamo parlato.” Gli disse, stringendosi leggermente le spalle. “Inoltre penso che sia molto più stimolante per lei mettersi subito all’opera e farmi vedere cosa sa fare nel concreto, piuttosto che parlare per ore in questa stanza.” Lei stessa ci passava pochissimo tempo, sempre impegnata a dare una mano in officina, a progettare nuovi macchinari, a parlare con i clienti e a realizzare nuovi progetti. In un certo senso, era l’elemento più dinamico di quell’azienda e i dipendenti restavano sempre parecchio sorpresi nel vederla affiancarsi a loro durante il lavoro.
C’è da dire che molti ci avevano fatto l’abitudine, ormai.
Entrambi uscirono dunque dal suo ufficio, incamminandosi verso l’ingresso dell’officina, che si trovava al piano inferiore. Alla domanda di Fumio, Kalya arricciò leggermente le labbra con fare pensieroso, cercando di dargli un piccolo spunto da cui partire. “Stiamo parlando di un equipaggiamento… Ma, dal momento che si tratta di una sorta di prova, direi di iniziare da qualcosa di piuttosto semplice e inoffensivo.” Insomma, non si sarebbero mica messi a costruire una pistola a raggi laser.
Quello magari più avanti.
“Pensavo di realizzare uno strumento difensivo.” Decretò, annuendo con una certa sicurezza. In quel preciso istante, Kalyani e Fumio varcarono l’ingresso dell’officina: si trattava di un ambiente molto spazioso, dai colori chiari, con diverse postazioni da lavoro e il personale che camminava da una parte all’altra della stanza, tenendo fogli e strumenti in mano, alcuni trasportando anche diversi macchinari incompleti. Non regnava il silenzio come nell’ufficio della direttrice, ma era un rumore piuttosto sopportabile, o almeno lo era per Kalya che c’era abituata da parecchi anni.
Si voltò verso il ragazzo, rivolgendogli un’espressione luminosa e sorridente, assolutamente rara sul suo viso. Insomma, era chiaro che quel posto fosse il vero regno di Kalyani e che ne fosse assolutamente orgogliosa. Anche se non rivaleggiava con l’officina della sede principale dell’azienda di famiglia, a Mumbai, era comunque perfettamente funzionale e permetteva a tutto lo staff di lavorare serenamente.
“Venga con me, la porto alla nostra postazione.” In realtà si trattava di quella di Kalya, come si poteva intuire dal fatto che fosse più grande delle altre, che avesse una lavagnetta di sughero dove erano attaccati tantissime bozze di progetti incompiuti, e che fosse estremamente ordinata. Lei non lasciava mai il lavoro senza non aver messo al proprio posto tutto quello che aveva utilizzato durante il giorno.
Prese un foglio, una matita e una gomma, insieme a delle righe e delle squadre, e li mise al centro del tavolo, poggiandocisi poi con i gomiti. “Allora… ha costruito già in passato qualche strumento difensivo? Anche un semplice scudo di metallo richiudibile automaticamente.” Si voltò a guardare Fumio, con un piglio curioso. “Ha per caso qualche idea di base in particolare per un progetto da realizzare brevemente?” Forse doveva suggerirgli lei cosa fare, ma… voleva vedere se possedeva non solo le abilità necessarie per lavorare, ma anche l’ispirazione giusta per ideare qualcosa da solo.
Se avesse avuto difficoltà, ovviamente, lo avrebbe aiutato volentieri… anche perché lei aveva già qualche idea in mente, ma voleva prima vedere se anche lui in quel momento si sentisse ispirato allo stesso modo.livello 3 ◊ energia: 175 ◊ forza: 32 ◊ quirk: 65 ◊ agilità: 53 ◊ peso: 4
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CITAZIONEFirst of all mi scuso per il ritardo, ho avvisato in assenze, ma faccio comunque schifo D:
Side notes:
1) metà delle tecnologie menzionate non esistono irl però esistono nel laboratorio yuuei quindi passiamole.
2) non so se hai visto il film di Dune, ma Fumio sta parlando di una cosa simile a questo tipo di scudo.. -
.Ora che aveva avuto modo di poter passare un po’ più di tempo con quel ragazzo, Kalya aveva avuto modo di constatare che fosse una persona quasi… timida, se così si poteva definire. Aveva un atteggiamento riservato, appariva quasi timoroso, ma ciò non la sorprendeva affatto: come aveva avuto modo di leggere sul suo curriculum, Fumio non aveva avuto molte esperienze lavorative. Le veniva facile pensare che quello potesse essere uno dei suoi primi colloqui, quindi aveva cercato di non essere troppo cattiva con lui.
Era strano dirlo, ma Kalya non era una dirigente così tanto severa… o meglio, lo era e pretendeva tanto da tutti, ma possedeva anche quella giusta quantità di umanità da farle capire quando doveva abbandonare il pugno di ferro. Stava comunque mettendo alla prova quel ragazzo e lo stava studiando attentamente, ma non si stava lasciando sfuggire i suoi soliti commentini freddi e duri, perlomeno.
Senza contare che trovarsi nell’officina l’aiutava anche ad apparire molto più sciolta e rilassata del normale.
Si voltò a guardare Fumio, notando che aveva sbattuto le palpebre di fronte a quell’ambiente così tanto luminoso. “In questa azienda non esistono posti immersi nel buio, devo avvertirla,” iniziò, sollevando un sopracciglio, quasi come se l’avesse letto nel pensiero. “Sono convinta che lavorare con tanta luce possa aiutare ad avere prestazioni migliori… oltre che a dare un po’ più di carica ai meccanici. E poi diciamo che, beh, quest’azienda è molto legata al concetto di luce.” In fondo, era l’unicità che regnava sovrana nella sua famiglia… e, in più, Kalya odiava il buio. Si sentiva estremamente vulnerabile negli spazi privi di luce, quindi quel posto doveva rappresentare un luogo dove lei si sentisse perfettamente a suo agio.
Mettendo da parte ciò, Kalyani si focalizzò totalmente sul ragazzo, curiosa di sapere che cosa avrebbe proposto di costruire. Quando lui le disse che aveva esperienza con la costruzione di buckler, lei si limitò ad annuire. “Sì, ho presente,” aggiunse, con un tono di voce poco sorpreso. Realizzavano modelli del genere anche nella sua azienda, considerando che lavoravano con gli Eroi… quindi lei conosceva molto bene i tipi di equipaggiamenti più diffusi e richiesti.
Rimase ad osservarlo mentre disegnava sul foglio quello scudo deflettore, restando in silenzio… e notando che il modello a cui lui aveva pensato non lo convinceva moltissimo. Beh, era abbastanza basic, non che le dispiacesse mettersi a progettare qualcosa del genere… probabilmente, visto che si trattava di un colloquio e Fumio voleva fare una buona impressione, voleva cercare di pensare a qualcosa che fosse effettivamente particolare e originale.
“Di certo maneggiare uno scudo potrebbe risultare scomodo, soprattutto di grandi dimensioni…” Commentò, picchiettando le unghie sul tavolo da lavoro, con un’espressione pensierosa. Lei non aveva avuto problemi di quel genere perché, beh, poteva crearsi scudi usando il suo quirk… ma poteva perfettamente immaginare la difficoltà nel maneggiare un equipaggiamento del genere. Il ragazzo, comunque, sembrava aver pensato a una soluzione per ovviare il problema.
Kalyani lo ascoltò in silenzio, senza interromperlo nemmeno una volta e rivolgendogli un’espressione attenta. Effettivamente… era un progetto molto interessante, qualcosa a cui potevano lavorare insieme e che aveva una certa complessità. Insomma, altro che scudo semplice da difesa, era qualcosa che potevano davvero pensare di brevettare. “No, continui pure, prego,” si affrettò a dire, quando lo vide fermarsi dal continuare a spiegare la sua idea. “Trovo che possa essere qualcosa di molto interessante da costruire insieme, sa? Ho già lavorato con parecchi scudi deflettori, ma… applicarli proprio a tutta una suit è qualcosa che non ho mai realizzato, devo essere sincera.” Le costava ammettere questa mancanza, ma era effettivamente così.
Si allontanò per qualche istante, per poi tornare subito dopo tenendo quello che sembrava un pezzo di stoffa in mano: si trattava effettivamente di una suit, con la stoffa elastica e piuttosto resistente, di colore blu scuro, ma nonostante ciò si vedeva che era incompleta – a un primo sguardo, poteva sembrare una calzamaglia. “Ho questa suit da parte… era un work in progress, ancora non sapevo come lavorarci… ma possiamo utilizzarla per testare la sua idea.” E gli rivolse un piccolo sorriso incoraggiante.
Kalyani era così, quando si trattava di sperimentare cose nuove a lavoro, tornava ad essere una bambina curiosa. Non si sarebbe mai detto di una come lei, sempre così rigida, sempre pronta a nascondere le sue vere emozioni… Fumio aveva già avuto modo di conoscere un lato di lei piuttosto segreto, in un certo senso.
Posò la suit sul tavolo, aprendo la cerniera e indicando la zona interna all’altezza della nuca. “Potremmo applicare la batteria qui… e creare una sorta di sistema nervoso al suo interno, che copre ogni zona e si attiva in caso di rilevamento di oggetti ad alta velocità. In questo modo sarebbe come una seconda pelle… proprio come diceva lei.” Sollevò lo sguardo verso Fumio, cercando di studiare la sua reazione. Insomma, ormai Kalya era completamente coinvolta in quell’idea ed era assolutamente intenzionata a lavorarci su.
Si poggiò con un braccio sul tavolo da lavoro, continuando a sfoggiare un piccolo sorriso incoraggiante. “Allora, le va di iniziare a lavorarci insieme già da adesso?” Gli domandò, anche se era probabilmente una domanda retorica: le percentuali che lui accettasse, beh, erano piuttosto alte. Senza contare che era appena mattina e avevano tuuutto il giorno per fare i nerd insieme (?).livello 3 ◊ energia: 175 ◊ forza: 32 ◊ quirk: 65 ◊ agilità: 53 ◊ peso: 4
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.Fumio sembrava essere piuttosto sorpreso che lei fosse rimasta affascinata dalla sua idea. Kalyani si voltò a guardarlo, ritrovandosi a sollevare istintivamente un sopracciglio, in un’espressione un po’ sorpresa e abbastanza perplessa. Era insicuro a riguardo, per caso? O magari gli sembrava strano che lei, la direttrice di quell’azienda, si fosse mostrava attivamente interessata al progetto di un ragazzo con poca esperienza.
“Dico sul serio, non è male come idea. Magari una persona alle prime armi potrebbe avere difficoltà a metterla in pratica, ma…” Kalya si guardò intorno, osservando i suoi dipendenti lavorare, tutti con lo stesso impegno e con la stessa voglia di portare a termine il proprio lavoro. “Qui potremmo davvero sperimentarla, fare in modo che funzioni. Mi ritengo una perfezionista, quindi ci vorrà un po’ per dare alla luce la tua idea, ma… tentar non nuoce, no?” Gli domandò, ricambiando il suo sguardo, con un barlume di determinazione nei suoi occhi.
Nonostante Kalyani fosse genericamente una persona piuttosto rigida, che vedeva il mondo attraverso la sua lente e tendeva un po’ a imporre i suoi pensieri agli altri, quando si trattava della meccanica e, nello specifico, del suo lavoro, le piaceva osservare le idee degli altri, scoprire cose nuove, osare un po’non troppo ovviamente. “In fondo, quello che facciamo non è sperimentare? Se restassimo sempre fermi sugli stessi tipi di progetti, come potremmo stare al passo con quello che ci capita intorno?” Un discorso a tratti quasi filosofico sulla loro disciplina, ma Kalya si sentiva sempre particolarmente ispirata, quando si parlava di queste cose.
Tornando all’aspetto tecnico quella prova, la donna annuì leggermente, quando Fumio le chiese se stesse alludendo a dei sensori quando parlava di sistema nervoso. “Esattamente. Devono essere molto sottili e molto sensibili al movimento, quindi ci vorrà un po’ per progettarli e per vedere quest’opera conclusa…” Ma Kalya, fortunatamente, era una persona paziente: le piaceva finire presto il suo lavoro, ma non voleva di certo accelerare le cose e avere un margine di errore molto più alto. Sperava che anche per Fumio fosse così.
“E riguardo quel problema, potremmo mettere un rivelatore di energia qui, all’altezza del polso. Ho pensato di posizionare la batteria dietro alla nuca perché di solito è la zona che riceve meno urti durante uno scontro, così c’è meno probabilità che venga danneggiata.” Gli spiegò, praticamente monopolizzando il discorso, a differenza di quanto avveniva quando parlava del più e del meno con amici e conoscenti – lì era raro che parlasse così tanto.
All’affermazione di Fumio riguardo il fatto che egli non avesse altra scelta, Kalyani si ritrovò a fare un piccolo sbuffetto divertito, sollevando un sopracciglio. “Effettivamente no, non ha proprio scelta.” Rispose, in maniera quasi scherzosa, prima di prendere un nuovo foglio e iniziare davvero a lavorare.
Era passato un bel po’, ormai l’ora di pranzo era passata da un pochino, e Kalyani si sollevò di colpo dal bancone su cui era stata incurvata a lavorare fino a quel momento. C’era… beh, il vero e proprio caos, fra fogli, cartacce, fili, bulloni e quella suit, praticamente inutilizzabile per quanto era stata maneggiata, tirata e aperta. Kalya non sopportava vedere tutto quel casino, tant’è che si ritrovò a fare una smorfia contrariata e a raccogliere qualche pezzo di carta, per buttarlo nel cestino ai suoi piedi. “Beh… direi che per oggi può bastare.” Annunciò, voltandosi a guardare quel ragazzo.
Non avevano costruito niente di definitivo, avevano fatto delle prove riguardo la batteria, avevano pensato a come ricaricarla e farla funzionare… Insomma, quelle ore erano state più di brainstorming che di lavoro vero e proprio. Ma, in fin dei conti, si iniziava sempre da qualcosa. “Mi dispiace averti trattenuto così tanto, ma una volta che inizio a lavorare, fermarmi è piuttosto difficile.” Si rivolse al ragazzo, stringendosi le spalle – e abbandonando le formalità, visto che le veniva naturale dopo aver lavorato insieme per tutto quel tempo.
Si voltò verso di lui, incrociando le braccia sotto al seno, con fare quasi autoritario. “Non abbiamo fatto molto, questa suit è ben lontana dal vedere il suo completamento, ma…” Il suo sguardo si ammorbidì leggermente. “Proprio per questo motivo vorrei che tu tornassi qui per lavorarci… come meccanico della Raji.Inc.” Gli annunciò, restando poi in silenzio per osservare la sua reazione a quella notizia. Alla fine si era convinta ad assumerlo, in fondo le aveva fatto una buona impressione, nonostante le premesse non sembravano essere delle più promettenti.
Ma quel ragazzo la incuriosiva molto. Era certa che, in un ambiente stimolante come quello, fosse in grado di migliorare moltissimo… e lei era assolutamente disposta a seguirlo in quel percorso.livello 3 ◊ energia: 175 ◊ forza: 32 ◊ quirk: 65 ◊ agilità: 53 ◊ peso: 4
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.Kalyani, a volte, doveva darsi davvero un freno. Era una stacanovista in tutto e per tutto e, quando nutriva entusiasmo per qualche progetto in particolare, era molto difficile per lei prendere delle pause in maniera volontaria. Di solito era il suo corpo, insieme alla sua testa, a dirle di smettere… per non rischiare di svenire per davvero sul tavolo di lavoro. Le piaceva essere così, ma al tempo stesso si rendeva conto che spingersi troppo oltre le sue capacità fisiche non le avrebbe fatto per niente bene. Se lo ripeteva innumerevoli volte, ma non imparava mai la lezione… almeno, la presenza di Fumio le aveva fatto avere qualche riguardo in più.
“Posso capire, ma… consiglio sempre di fare una pausa pranzo e di non prendere esempio da me.” Disse, con un tono di voce che poteva sembrare un po’ piatto, ma che aveva un pizzico – decisamente minuscolo – di apprensione. Insomma, lei pretendeva tanto dai suoi dipendenti, ma farli lavorare troppo era solo controproducente e basta.
In ogni caso, vedere gli occhi di quel ragazzo brillare nel venire a sapere che lei era disposta ad assumerlo, la portò ad accennare un sorriso soddisfatto. Magari si sbagliava, e sperava vivamente di no, ma sembrava davvero entusiasta di poter lavorare lì… e questo significava che anche lei e l’azienda della sua famiglia gli avevano lasciato, in un certo senso, una buona impressione. Oppure poteva semplicemente essere felice perché era disoccupato e aveva necessariamente bisogno di quel lavoro, ma… cercò di non pensare troppo male.
Si lasciò sfuggire uno sbuffetto divertito, nel vederlo inchinarsi in quel modo, ma non lo stava certamente prendendo in giro. Era semplicemente contenta che fosse emozionato a tal punto… in un certo senso, rendeva orgogliosa anche lei del suo operato.
Trovarsi a gestire un’azienda del genere poteva essere molto stressante, ma le permetteva di prendere quelle decisioni.
Alle domande di Fumio, Kalya incrociò le braccia al petto. “Per stabilire gli orari di lavoro e tutto il resto, ne parleremo bene domani, a mente lucida,” disse, visto che in quel momento avevano decisamente bisogno di una pausa. “Puoi presentarti qui alle nove di mattina in punto… sempre che tu non abbia impegni.” Sollevò leggermente un sopracciglio. Sperava che fosse libero, perché anche se aveva rimandato quel discorso al giorno successivo, non le piaceva affatto procrastinare. Ma poteva chiudere un occhio, almeno per quella volta, visto che quel ragazzo aveva letteralmente appena iniziato a lavorare per lei.
Riguardo la sua seconda domanda, Kalyani portò nuovamente lo sguardo sulla scrivania, arricciando le labbra in una leggera smorfia. “Non preoccuparti, preferisco sistemare io.” Disse semplicemente, non accettando obiezioni. Quando si trattava del suo banco da lavoro, preferiva metterci lei le mani e dare l’ordine che la faceva sentire più a suo agio – infatti, erano in pochi a usare quella postazione e Fumio, involontariamente, aveva ricevuto quell’onore.
D’un tratto si voltò per chiamare qualcuno con un cenno di mano, prima di rivolgersi nuovamente a lui. “Ti anticipo che per ora sarò io a seguirti, ma lavorerai insieme a una tua collega…” La ragazza in questione, infatti, si palesò in un attimo davanti a Fumio, guardandolo con occhietti curiosi. Doveva essere poco più grande di lui, con dei graziosi capelli a caschetto color cioccolata e occhioni da cerbiatto, e teneva in mano una pila di pezzi meccanici e bulloni. Kalya la indicò con il palmo della mano aperto. “Lei è Chiyo Nishimura, si occupa della realizzazione di equipaggiamenti di supporto. Le darai una mano a completare diversi progetti che sono stati già avviati… nei momenti in cui non lavorerai al nostro, ovviamente.” Decretò, prima di presentare alla ragazza in questione il suo nuovo collega.
Chiyo si lasciò sfuggire un piccolo oh!, prima di voltarsi verso di lui e fare un energico inchino, per poi sollevare il busto e guardarlo con un sorrisone che sembrava sprigionare luce propria (?). “Sono felicissima di conoscerti, sono certa che andremo super d’accordo!!” Esclamò, a voce parecchio alta, avvicinandosi a Fumio senza il minimo imbarazzo. Kalya la trovava una ragazza un po’ troppo esuberante e, guardandola, pochi avrebbero mai creduto di trovarsi di fronte a un ingegnere meccanico… ma Chiyo era una ragazza molto in gamba, e questo lei lo sapeva bene.
Certo, era decisamente molto più estroversa di quel ragazzo, ma potevano bilanciarsi.
E così, mentre la ragazza se ne tornava a portare avanti le sue mansioni, Kalyani sospirò profondamente, poggiando una mano sul fianco. “Bene, allora di tutti i dettagli ne parleremo domani.” Fece, con il chiaro intento di mettere ufficialmente fine a quel colloquio. Il suo sguardo, però, si ammorbidì leggermente d’un tratto. “Sono certa che ti troverai bene qui e che… beh, potremmo lavorare molto bene insieme.” Il suo tono di voce, per quanto potesse apparire freddo, era comunque assolutamente sincero. Non per mettere pressione a quel ragazzo, ma nutriva un po’ di aspettativa nei suoi confronti, soprattutto dopo aver lavorato insieme a lui per tutte quelle ore.
Rendendosi conto dell’espressione che gli stava rivolgendo, Kalyani si affrettò a fare un piccolo inchino di congedo. “Se non hai altre domande, puoi tornare a casa. Riprenderemo domani, come già detto.” Si voltò verso la scrivania, riprendendo a metterla in ordine e nascondendosi così alla sua vista. Doveva mantenere sempre e comunque la sua professionalità, insomma.
In ogni caso, se Fumio si fosse allontanato di lì, lei non lo avrebbe fermato. Per quel giorno lo aveva già trattenuto troppo a lungo.livello 3 ◊ energia: 175 ◊ forza: 32 ◊ quirk: 65 ◊ agilità: 53 ◊ peso: 4
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I could be so much worse and I don't get enough credit for that.
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.CITAZIONEHenlo,
Nulla da segnalare direi, tutto fondamentalmente corretto.
Kalya: +50exp
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Chiudo!.