[EVENT] Till Death Do Us Part 💍

Tokyo 2024

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    Kensei Kurayami
    Quando Billie aveva detto che ci sarebbero stati tutti i contatti più importanti della loro defunta madre, Kensei non si sarebbe mai immaginato che ci fossero davvero tutti.
    Insomma, nessuna pressione a riguardo. Dopotutto tra gli invitati c'erano personcine delle più importanti organizzazioni criminali di Tokyo, compresa Deep Void.
    Tutte quante stipate in unico solo piccolo e modesto edificio. Un grattacielo dall'attico meraviglioso con piscina.
    Personcine che avrebbero potuto rovinare un simile grande evento con un solo starnuto.
    E lui, assieme a sua sorella Jace, erano stati nominati da Billie in persona come responsabili della sicurezza. Degli invitati, degli sposi, dell’Eden e di tutto lo stramaledetto edificio.
    Ma no, nessuna pressione.
    Alla fine Billie lo aveva traumatizzato così tanto quel giorno in cui si erano incontrati che quando iniziarono ad arrivare gli invitati per la cerimonia riuscì in qualche modo a tenere duro e a non cadere sotto un infarto alla volta.

    Magari erano tutte seppie mentali le sue.
    Considerando la mole di persone e i loro rispettivi guardiani - senza contare i membri della Yakuza e il loro supporto per la sicurezza per tutta la durata del matrimonio - forse quel posto era più sicuro di quanto pensasse.
    Eppure Kensei Kurayami non aveva preso alla leggera il suo compito, era stato costretto stava perfino indossando abiti eleganti per l'occasione!
    Odiava vestirsi a quel modo ma non aveva avuto scelta, o il fioraio avrebbe fatto di lui concime per le sue piante: si era letteralmente arreso sotto quella minaccia celata dietro quel sorriso di cui non riusciva proprio a farne a meno e a cui avrebbe detto sempre sì e si lasciò creare un capo su misura dalla divina Dea Senka del “K9 Clothing”. Una creatura magica che riuscì a produrre un abito di elegante che allo stesso tempo era comodo da vestire e si adattava alla conformazione fisica del nostro Kraken, facendo sentire stranamente a suo agio.
    Un completo color canna di fucile, taglio classico con qualche aggiunta di stile e di raffinatezza unico, come il fiore ricamato all'occhiello del taschino che per l’accuratezza dei dettagli pareva essere quasi vero: il Camedrio Alpino, fiore bianco dai pistilli gialli che rappresentava egli stesso nel grande giardino dell'Eden e il suo paese di nascita.
    Sotto l’elegante giacca che si allargava in vita portava una camicia rosa molto accesa - come il fazzoletto - che si adagiava leggera e morbida sulla sua pelle, chiusa al collo da una cravatta scura come le scarpe.
    L'unico tocco personale che aveva adottato per il suo outfit erano i calzini con stampe di piccoli e pucciosi polpetti rosa.
    I tentacoli scendevano proseguendo il taglio della giacca, aggrappandosi con le punte alla cintura- come se fossero una sorta di accessorio alla moda -: come addetto alla sicurezza, aveva bisogno di avere i propri arti liberi per poter agire prontamente in caso di necessità.
    E cosa poteva mai andare storto considerata tutta quella marea di gente che si trovava lì in quel momento? Un mix chimico letale di organizzazioni rivali, criminali di tutta Tokyo, sconosciuti, curiosi, tutto o quasi il mondo criminale, politico e economico tutti in un solo attico con una piscina.
    Aveva solo un po' di subbuglio di stomaco, a ragion veduta, per l'agitazione.
    Tenere d’occhio così tanta gente era un’impresa folle ma era la sua grande impresa, e non avrebbe permesso a futili pensieri o stati d’animo di fargli abbassare la guardia.
    Con professionalità, nascondendo la sua agitazione dietro un volto impassibile e un portamento composto, riuscì in qualche modo a concentrarsi fino a che il matrimonio non giunse alle battute finali.
    No. NON DEVI. strinse le labbra e si irrigidì nel suo completo nuovo di zecca, comprato appositamente per quell’occasione.
    Il mento tremolò leggermente quando sentì le lacrime di commozione salirgli fino agli occhi.
    Non riusciva a capire perchè, visto che non era proprio stato così felice dell’idea di quell’unione ma… vedere Junko in quell’abito meraviglioso, in quella sala così perfettamente e meravigliosamente addobbata dai fiori più belli che avesse mai visto, su quell'altare, plasmare le fedi simbolo di un’eterna promessa… fu come vivere in prima persona il culmine di una storia d’amore che fino a quel momento aveva solo letto nelle pagine di romanzi.
    Era il primo matrimonio a cui partecipava e non pensava che fosse così carico emotivamente.
    Invano fu il tentativo trattenersi e i suoi occhioni castani divennero lucidi lucidi.
    NON PUOI. NON….Ma …quanto è bella…. oh sì, sua sorella sembrava una Dea in carne e ossa. Era così meravigliosa. Tirò su col naso.
    “Vi dichiaro Madame e Monsieur, finché morte non vi separi.”
    E quelle parole furono l’ultima palla di cannone. Colpito e affondato.
    Lasciò andare un singulto preso dall'emozione e prima che potesse essere troppo tardi estrasse dal taschino della giacca un fazzoletto di seta rosa e cercò di asciugarsi due lacrimucce ed il naso leggermente gocciolante.
    « Maledetta allergia! » bofonchiò per depistare eventuali curiosi, per non essere additato come un esserino emotivo, debole e romanticone - e grazie al cielo le ceneri del bouquet in fiamme in quel momento erano accorse per dargli man forte - .

    Passato il momento si ricompose, infilò il fazzoletto nel taschino in malo modo tornando al suo ruolo.
    Mentre le persone si disperdevano dopo la cerimonia e iniziavano a prendere posto a sedere e ad assalire il mastodontico bouffet… egli iniziò a girare attorno alla sala, prendendosi qualche minuto per osservare o cercare con lo sguardo qualche volto insolito, o qualcuno di familiare talvolta, o chi catturava la sua attenzione.
    Chissà dove potrà essere Emil... in tutta questa folla...si sentirà a suo agio? pensò, fermandosi lontano dal centro del gorgo, pensò a suo nipote e il cuore da Uncle Kenny si strinse pensando che forse avrebbe dovuto cercarlo e assicurarsi che stesse bene.
    Si sistemò la cravatta, senza un motivo, e si tirò indietro i capelli mollicci e rosa che tornarono esattamente nella stessa identica posizione iniziale.
    Sbuffò e con i sensi all'erta tornò alla sua camminata intorno alla sala, come se fosse uno squalo attorno al banco di pesci, finchè non scorse sua sorella da sola.
    « Mh… Momo? » Si avvicinò notando come fosse vestita in quel modo anche fin troppo pesante per una giornata così temperata come quella. Sostava con in mano un telefono e nell'altra il calice e a braccia conserte si portò al suo fianco.
    « Come mai la regina dei rompiscatole se ne sta tutta sola in disparte con così tante vittime a portata di mano? » le si rivolse mettendosi al suo fianco e guardandola di sbieco, sapendo fin troppo bene che le acque chete erano quelle che rovinavano i ponti.
    Stava per caso meditando sulla prima vittima da importunare?
    « Lo sai vero che se fai qualche cavolata posso buttarti fuori e lo farò con molto piacere, neeeeeeeee? » le dette qualche gomitata leggera di scherno sul braccio per non farle rovesciare il calice.
    « Tutto bene?... vuoi una mano a raggiungere il bouffet? » si schiarì la voce. In fondo, era comunque sua sorella e di certo quello non era un posto tranquillo per i non vedenti, con tutte quelle voci e tutta quella gente « Beh, nonostante mi faccia caldo solo a vederti, devo dire che stai molto bene così. E… hai un po’ di cenere ancora in testa. » bugia, tremenda bugia, ma voleva in qualche modo mascherare quella specie di carezza sulla testolina candida della sorella che sembrò in qualche modo rassicurare il cuoricino che batteva all’impazzata.
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    RENA SAKASHIMA

    “In stillness, he and the YIN share a single Virtue;
    in motion, he and the YANG share a single flow.”

    -Zhuangzi, The Complete Works of Chuang Tzu -




    La mia prima interazione con i pilastri di questa città.
    Un tu per tu al matrimonio più in vista della città.
    Circondata dai più pericolosi criminali dell'emisfero.
    Imbucata, in un luogo dove il risaltare mi farebbe immediatamente buttare fuori, nel migliore dei casi.
    A pezzi.
    Dentro ad un cesto.
    Se va bene.
    E io cosa sto facendo?
    Beh, come metterla in maniera cortese?
    Ah sì, sto Fangirlando.
    Assolutamente! E poi quella scelta dell'anello forgiato sul momento?
    Kyaaaaah, super-romantico, spero anche io un giorno di poter fare una cosa del genere...
    E' sempre bello quando il vero amore trionfa.

    Oh, io adoro le storie romantiche.
    Adoro le storie a lieto fine.
    Adoro le storie dove il vero amore trionfa sempre.
    Anche quando è una cosa un po' incestuosa.
    Anzi tanto di cappello, il gusto del proibito aiuta assai.
    Che diamine, il fratello/sorella adottivo è un di quei topo letterari super hot!
    E poi, vicini tra loro sicuramente.
    Un anello di ferro rovente.
    Una marchiatura a fuoco.
    Che cosa poetica...
    Tutto sommato questa nuova Madame mi pare proprio un personaggino interessante.
    Di quelli con cui si può ragionare amabilmente.
    Anzi, direi che sento quasi una certa empatia.
    Dopodichè la simpatia si trasforma in elazione quando non solo accetta il biglietto da visita, ma se lo tiene anche.
    Una vittoria, mi dico.
    Una piccola, ma significativa vittoria.
    Che non fa altro che aumentare quando mi sento persino fare i complimenti.
    Perchè sono complimenti rivolti a me vero?
    Spero proprio di sì.
    Davvero.
    Io adoro i complimenti.
    Porto una mano guantata a coprire un risolino divertito.
    Oh, curioso...
    E' un modo carino per porre la cosa in effetti.
    A differenza di altri paesi, qui in Giappone purtroppo tendono ad essere viste con una accezione un po' più negativa.

    Eppure, sciocca me, non riesco a trattenermi.
    Quell'accento "continentale".
    Il tono della terra di mezzo.
    Chuugoku (中国) "Cina", in Giapponese è scritto con i caratteri di Terra di Mezzo, Tolkien non c'entra niente.

    Mi permetto una punzecchiatura piccola piccola.
    Giusto per far capire che ho capito con chi sto parlando.
    Per dimostrare rispetto, ma anche che non sono certo il tipo che si fa mettere all'angolo facilmente.
    Ma se non sbaglio, c'è una leggenda simile anche sul continente.
    D'altronde, c'è una idea molto radicata da queste parti che le donne che portano catastrofi provengano dalla Cina.
    Nyahahah.

    Dai-ji l'imperatrice cinese.
    La volpe a nove code.
    Un personaggio mitologico così rilevante che ha finito per apparire anche nella mitologia Giapponese.
    L'esempio massimo di dissolutezza e caos.
    Sinonimo di catastrofe e della caduta di un impero Millenario.
    Ma sono convinta che siano tutte chiacchiere da malelingue.
    D'altronde siamo ad un matrimonio, i pettegolezzi da comari abbondano.
    Io personalmente sono una di quelle che invece laddove gli altri vedono sfortuna, preferisce vedere opportunità.

    Aggiungo, come a voler spazzare via il tavolo da qualunque malinteso.
    Non sono qui per offendere, non sono qui per farmi nemico nesusno.
    Sono qui per ritagliarmi il mio posto e niente altro.
    E poi, a essere onesti, mi sto pure divertendo.
    C'è qualcosa in questa ragazza bianca come la neve, di disarmante.
    Così puro e gentile.
    Così diverso da quello che mi sarei potuta aspettare.
    Quando poi candidamente ammette che è il suo primo matrimonio, i miei occhi si illuminano.
    Oh allora abbiamo molto in comune.
    Ma subito muoio dentro.
    Quell'epiteto...
    -sama.
    Mi congela.
    Ah...ehm...
    Balbetto per qualche istante.
    Completamente presa in contropiede.
    Io...non sono abituata ad essere apostrofata così.
    Con un titolo così importante.
    Con un tale livello di rispetto.
    No, non ce la posso fare.
    E poi chiamare lei solo con il nome?
    Non il cognome?
    Senza suffissi?
    Come se fossimo amichette del cuore?
    Io...oof.
    Dopo un paio di respiri per recuperare coscienza, riprendo.
    Con un tono decisamente più leggero.
    Grazie, questo mi toglie un peso dal cuore.
    Non sono mai stata brava con le formalità.
    E per favore, lasciamo perdere i suffissi...Ying, puoi chiamarmi semplicemente Fox finchè siamo solo noi due.

    Bene.
    Sono entrata in anonimato.
    E adesso sto dando amabilmente del Tu ad uno degli esponenti del sindacato criminale (forse) più importante di Tokyo.
    Non me lo aspettavo.
    Davvero.
    Se me lo aveste detto prima di cominciare vi avrei probabilmente riso in faccia.
    Adesso invece, beh.
    Non penso proprio di potermi lamentare.
    Comunque mi sembra abbastanza scontato sul perchè vi abbiano invitato.
    D'altronde, la Rosa dell'Eden è più che un semplice simbolo, è una vera e propria dichiarazione di intenti.

    Commento con una punta di allegria.
    Lo sfarzo, il denaro, l'opulenza se preferisci, è tutto parte del messaggio.
    Sono i petali del fiore, brillanti, splendidi, profumati...

    Mi concedo un breve movimento el polso con il bicchiere ancora pieno di champagne.
    Ad indicare tutto quello che è attorno a noi.
    Attendo qualche istante per creare quei secondi di suspance prima di proseguire.
    Ma al contempo la rosa è un fiore terribilmente arrogante.
    Il fiore non è che un ornamento, rispetto alla pianta vera e propria.
    Steli che si arrampicano in ogni direzione, che si stringono attorno ad altre piante soffocandole, coperti di spine per scacciare i predatori.
    Questo è il vero volto di una pianta di rosa.
    Un vegetale arrogante e pieno di se, che vuole essere guardato, ammirato e amato ma non toccato.

    In effetti con la rosa abbiamo abbastanza in comune.
    Beh, a parte la riga di testo su "non essere toccato", quello è un'altra storia.
    Comunque, metafore vegetali a parte, il messaggio è molto chiaro.
    La verità è molto semplice e fa male, purtroppo.
    Ma come abbiamo convenuto prima, i veri protagonisti di un matrimonio sono gli sposi.
    Noi non siamo altro che personaggi di contorno.

    Perchè invitare tutti i personaggi più importanti?
    Perchè Amici e nemici senza esclusione?
    Ovviamente per mostrare che non temono nulla.
    Che i loro nemici non li spaventano, ma soprattutto, che contano ancora qualcosa.
    Non credo di avere visto nessuno rispondere alla descrizione del famigerato capo di Deep void.
    E direi che non passa inosservato.
    Anzi, forse nessuno dei veri head honcho è presente.
    Proprio per togliere importanza a questo evento, forse.
    Perchè lo scopo, è mostrare che Eden esiste ancora.
    E come tutte le entità, continua ad esistere solo se gli altri ne riconoscono l'esistenza.
    Siamo le rose di questo giardino.
    La nostra sola presenza a questo evento, in un certo senso li giustifica.
    Rende credibilità al loro messaggio.

    Già.
    Il messaggio.
    La frase che corre sulle bocche di tutti.
    Che sul deep web si è diffusa come un incendio.
    Bollata come pubblicità, magari come un inganno, o addirittura come una montatura.
    "La rosa è tornata a fiorire, più rigogliosa che mai."
    Questo è il rumor del momento.
    Ma ovviamente, questo è quello che il grande pubblico ritiene.
    Se sia vero o no è ancora tutto da determinare.
    E' per questo che sono qui... e non credo neppure di essere la sola.

    Aggiungo, lanciandomi una occhiata in giro.

    SPEAKING TO:YING YUE WANG
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    Robin Allard
    Si stava sforzando di integrarsi, in quel periodo — rassegnata al fatto che se davvero era bloccata in quel mondo tridimensionale, tanto valeva cercare di farselo piacere. Farsi piacere. Stava cercando si smussare gli angoli. Tenere nascosto un po' il veleno. Narrarsi in terza persona, per sembrare meno strana.

    Come i membri della famiglia ben sapevano, Robin non era una grande amante degli eventi affollati. Era in grado di stare su un palco, ma tendeva a svicolare nei camerini dopo ogni esibizione, lamentando l'eccessiva presenza di musica, luci e gente con cui non ci teneva a socializzare. Quello spettacolo, però, era ben diverso dai soliti trucchi di magia organizzati da Eden, e alla rossa era stato affidato il compito di occuparsi della sicurezza dell'evento. La sua presenza non era opzionale.

    Non si era seduta in prima fila con le sorelle, sia chiaro. D'altronde, sarebbe risultata assai fuori luogo, col suo completo nero a tre pezzi che quasi faceva sfigurare lo sposo. Alla cerimonia se n'era rimasta un po' in disparte, applaudendo e sorridendo dov'era d'obbligo, gli occhi fissi sulla folla più che sugli sposi. Aveva una fluid gun nascosta sotto la giacca e svariati coltelli a premere contro il suo corpo teso, pronti ad essere estratti in caso qualcuno di Deep Void decidesse di fare scherzi. Ma la cerimonia si conccluse senza incidenti, e lei, invece di una lama, si trovò a vagare tra la folla con un bicchiere in mano, circondata da...

    Un vago sorriso nel notare quanti volti familiari, quasi graditi, ci fossero in quel giardino.
    La sua insopportabile, cieca sorella. Kensei. Shion, accompagnato da- arricciò il naso. Quell'uomo non era una presenza gradita. Si trovò a marciare in direzione del pianista, stringendo il suo calice semivuoto come se glielo volesse piantare in un occhio, quando una visione familiare le fece voltare il capo.
    Sbattè le palpebre, vuotò il suo calice, e dopo averlo appoggiato su un tavolo si trovò a rincorrere l'uomo.

    "Yuya~"

    Una visione più unica che rara, quella di Robin Allard che trillava così, un genuino sorriso che le illuminava il volto da orecchio a orecchio.

    "Non pensavo saresti venuto. Stupido non sei, quindi immagino il tuo sia coraggio o arroganza," decretò, piazzandosi accanto a lui e acchiappando un altro bicchiere da un vassoio che le veniva offerto. "Che dice dottore, mi sono ripresa bene dall'operazione? Vuole vedere come si è rimarginata la cicatrice?" domandò con un sorriso, portandosi una mano al bacino per sollevarsi la camicia di qualche centimetro; giusto il necessario per mostrare un lembo di pelle pallida tra il tessuto scuro.
    Il suo sguardo si spostò poi, impassibile, sulla ragazza che accompagnava il suo interlocutore.

    "La fidanzata?" domandò imperturbabile, studiandola con interesse scientifico.
    Pentendosi per un istante di non aver scelto abiti più femminili.

    "Fai le presentazioni, su."

    SPEAKING TO:YUYA YAMI
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    Senka Itou

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    Dapprima girandosi con un breve mugugnio, quella donna aveva risposto in un modo piuttosto sensato alla sua domanda: probabilmente Shion stava sgambettando dappertutto assicurandosi che tutto ciò che aveva organizzato fosse impeccabile, altra prospettiva che rendeva trovare l’uomo in quel casino un impresa lunga e tediosa almeno nella mente di Senka, in qualche modo stava sperando tra se e se che quel fioraio fosse troppo sicuro di se stesso per controllare che tutto andasse per il meglio e che si stesse piuttosto godendo la festa con una qualche conoscenza.
    Dopo questa considerazione, la corvina si sarebbe guardata in torno annuendo con il labbro inferiore stretto tra i denti, affermando che poteva essere una possibilità e che era decisamente meglio non fosse così. Era più che altro la seconda frase detta dal cadavere ad averla presa un po’ alla sprovvista, aveva cominciato a sorridere quando aveva detto di poterla aiutare, ma quando la frase era finita in quel modo bruscamente inaspettato Senka aveva risposto con un attimo di intenso, no, intensissimo silenzio in cui le sue orecchie si erano rizzate e voltate direttamente verso la sua interlocutrice, universale gesto canino per indicare una grande curiosità
    “Oh beh, non rimarrai delusa!” – esordiva con un tono leggermente ridente provando a immaginarsi per un secondo Shion davanti ai suoi occhi, non era proprio il cavaliere più muscoloso del reame ma raggiungeva e forse sforava il metro e ottanta, questo mostrando delle spalle aperte il giusto che serviva per rendere un doppiopetto più adatto di una giacca a fila singola, insomma, una bella forma fisica abbastanza invidiabile.
    Appurato ciò, ci voleva un certo cazzo di coraggio per dire una cosa simile a una perfetta sconosciuta, visto come lo stava cercando Shion poteva benissimo essere suo fratello, il suo ragazzo o addirittura suo marito, questa possibilità non l’aveva fermata e anzi aveva concluso con quel “Sempre se non ti dispiace” che nelle situazioni appena citate sarebbe stato la ciliegina sulla torta perfetta per farsi pugnalare sul posto.
    “Se non hai nient’altro da fare un po’ di compagnia non mi da fastidio” – Diceva, scrollando la tensione che quello sguardo le aveva inizialmente provocato, come aveva presunto si trattava dei suoi istinti che, come al solito, al minimo segno di animale sconosciuto le giocavano brutti scherzi dandole l’impressione di trovarsi davanti a un qualche tipo di predatore… anche se a giudicare da ciò che aveva visto fino a quel momento non sembrava poi così sbagliato dire così
    “Potremmo fare un giro attorno al buffet per cominciare, visto quant’è grande” – diceva affiancando la donna tenendo leggiadramente il cappello davanti a se con entrambe le mani e porgendole il braccetto, camminare con delle scarpe da festa può non essere l’impresa più semplice del mondo soprattutto se si sta provando a stare dietro a qualcuno con delle scarpe più comode, dunque Senka sperava di offrirle un appiglio in questo modo o quanto meno di darle un modo per frenarla nel caso in cui fosse andata troppo veloce
    “La signorina… ?” - chiedeva, ora curiosa di conoscere l’identità di quella… beh, ecco un altro grande interrogativo nella mente di Senka: non riusciva a capire cosa potesse ricordare il suo aspetto fisico, gli occhi e i denti lasciavano pensare a un gatto, ma le code? Anche assumendo che in qualche modo potesse essere un Nekomata non avevano comunque nulla di felino, forse era un qualche tipo di rettile? Esistono razze di gechi con due o tre code.
    “Dunque lei è qui da sola?” - domandava giusto per fare conversazione cominciando ad avviarsi verso il buffet che la donna avesse deciso di afferrarle il braccio o meno, sperando di trovare al più presto il fioraio non solo curiosa di vedere se effettivamente la sua nuova conoscenza si sarebbe complimentata come aveva detto ma anche di assistere allo svolgimento della scena nel caso in cui lo avesse fatto.

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    SHION FUJIHARA
    Oh, al suo cieco preferito dispiaceva che avesse legato i capelli? Che carino, senza contare che chi apprezzava direttamente o indirettamente i suoi capelli guadagnava sempre qualche punto simpatia.
    «Posso scioglierli solo per te.»
    Un mormorio deliziato, poi con una mano spostò la folta massa candida in modo che l'altro potesse toccarli con la mano che aveva sulla sua spalla, usandolo come guida.
    «Anche oggi i presenti sono abbagliati dai fiori che ho tra i capelli, ma non ci posso fare nulla, attirare le farfalle e forse qualche insetto fastidioso è nella mia natura.»
    Una capacità che aveva allenato sin da piccolo, facendola diventare un'abitudine legata all'inconscio, alla quotidianità, e a cui ora non poteva più fare a meno, più che a un utilizzo attivo del quirk.
    «E direi proprio che possiamo trovare un posto nella scaletta, non credo che qualcuno avrà da ridire.»
    Non se era il wedding planner in persona a chiederlo.
    «Nulla da togliere ai tuoi amici, ma sono lieto che non ci siano, avrebbero dato un po’ troppo nell’occhio e poi diciamocelo, non sembrano proprio essere l’anima della festa.»
    Oltre al fatto che voleva essere lui al centro delle attenzioni del cieco e— un lieve brivido che l’altro sarebbe stato in grado di percepire chiaramente, che colpo basso toccargli il collo sapendo che non gli fosse del tutto indifferente, l’aveva colpito in uno dei suoi punti deboli.

    Non l’aveva punto con uno di quegli strani aghi che erano parte della sua unicità, vero? No, non aveva sentito dolore, ma soprattutto il pianista non sembrava affatto intenzionato a scegliere le pietanze dal buffet quanto a farsi servire e riverire da lui.
    Eh, che dispiacere, una vera tragedia.
    «No, non ti farei mai la scortesia di lasciarti andare da solo in mezzo a tutta quella gente, sia mai che gli sposi si offendano per una simile mancanza da parte mia… cosa desideri mangiare? Oppure vuoi che sia io a stupirti?»
    Modestamente era bravo a individuare i gusti altrui, solo che con il pianista aveva avuto poco a che fare e soprattutto in un’occasione ben lontana dalla mondanità, era molto più semplice quando si trattava di clienti che passavano dal suo negozio – meglio se più di una volta – a fare due chiacchiere.
    «Mi sembri tipo da piatti semplici, possibilmente legati alla tradizione giapponese, niente di troppo speziato o piccante perché rischierebbe di sovraccaricare i tuoi sensi» L’aveva seguito con lo sguardo quando si era accomodato con una simile tranquillità, come se non si fosse trovato nella tana nel leone, mentre gli parlava «Da bere invece… comincerei con qualcosa di leggero.»
    Avrebbe atteso una sua obiezione o conferma e poi, con una certa soddisfazione dipinta in volto, si sarebbe diretto verso il buffet.
    Era dispiaciuto per essere appena stato eletto a schiavetto personale di Norio? No, decisamente no.

    Volti noti di alcuni dei suoi fratelli, invitati importanti attorno al buffet e, poco lontano dai tavoli colmi di ogni leccornia, una figa stratosferica accanto a Senka.
    Non che la sarta fosse una brutta donna, tutt’altro, ma la persona che aveva accanto era bella anche per uno dagli standard di battona navigata uomo d’esperienza come Shion.
    Si sarebbe fatto calpestare volentieri da lei.
    Ehm.
    Era ora di placare l’ormone.
    «Mia splendida Dea dalle mani d’oro, sono lieto di vederti qui.»
    Aveva approcciato la giovane dalle orecchie canine con un gran sorriso, esibendosi in un profondo inchino.
    «I tuoi abiti stanno riscuotendo un notevole successo perché diciamo le cose come stanno, sono splendidi.»
    Era genuinamente contento del completo che portava, gli stava molto bene e faceva risaltare il colore dei suoi occhi dai toni lilla.
    «Sono Shion, lieto di incontrarla, signorina.»
    Un profondo inchino anche a Eve, chiedendosi se facesse parte di qualche agenzia di modelle dai risvolti poco puliti, se fosse una sorella dell’Eden arrivata da lontano, della concorrenza o una semplice imbucata: qualsiasi fosse la sua provenienza, dal momento che era così bella era sempre la benvenuta.
    SPEAKING TO: Norio, Senka, Eve
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    Non mi odiare se ho modificato un pochino il codice, Ryuko, ma non riuscivo a inserire i nomi di tutti e tre i personaggi con cui ha parlato e questa mi è sembrata l'unica soluzione accettabile </3
     
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    EVELYNN HARCROW
    Questa ragazza era particolare, davvero.
    Dapprima si era avvicinata con fare guardingo entrando poco dopo in una tensione fisica il cui perché non ero riuscita a cogliere con tanta semplicità, tutt'ora non l'avevo fatto, poi si era sorpresa di sé stessa e quasi pareva volersi rimangiare la richiesta dopo aver capito che la persona che cercava non sarebbe stata tanto facile da trovare, poi si era illuminata entrando in uno stato di confidenza che non le avrei mai attributi fino a venti secondi prima, trenta al massimo. Era particolare ed onestamente non male, qui dentro rischiavano di esserci così tante persone impostate e pronte a non sfigurare - tipo me - che una piccola virgola differente come questa non metteva che allegria.
    Almeno a me divertiva. « Hai molta considerazione per lui. » Non potei fare a meno di notarlo: non solo lo stava cercando quasi disperatamente ma aveva alzato l'asticella. Non rimanere delusi dalle persone a questo tipo di evento era difficile: tutti eleganti nel loro vestito impettito e rigido, dalle spalle impostate e forzatamente larghe quando magari nemmeno se lo potevano permettere ma lo facevano per mantenere un determinato personaggio, tanti anche a sentirsi migliori perché magari il vestito era costato un occhio della testa. Difficile trovare qualcosa di differente. Difficile non rimanere delusi a meno che non si guardasse la superficialità ma io, comunque, un po' di mio ce lo volevo mettere. Sorrisi appena verso la ragazza provando a punzecchiarla. « C'è qualcosa che dovrei sapere? »
    Ed addirittura non davo fastidio? Santo cielo, che parole grosse per una persona che fino a poco prima sembrava voler scappare dopo avermi rivolto la parola. Se anche fosse stato il suo compagno non credo ci sarebbero stati grossi problemi, si trattava pur sempre di aiutare una persona a rintracciarne un'altra in una sala stracolma. « Lieta di non essere un impiccio, allora. » Mi lasciai sfuggire una leggera risata quanto più musicale mi potesse uscire mentre iniziavo a dare un'occhiata intorno alla ricerca di una chioma bianca da poter indicare. « Dici che quella potrebbe essere una buona partenza o è solo appetito? » Scherzai. Ma guarda, mi aveva addirittura porta il braccio come se fosse un'amica di vecchia data. Oh beh, perché no? Guardai il braccio, poi lei leggermente sorpresa ma ben presto cambiai espressione a divertita. « Evelynn. » Ed ero sola? Nota dolente. La cosa mi fece sospirare leggermente. « Non proprio, ho accompagnato degli amici ma dato che sono una coppia, bene lasciarli da soli: ai matrimoni, le donne accompagnate diventano sognatrici e non voglio essere lì quando inizierà a farlo anche lei. » Non a caso c'era quasi sempre una guerra per afferrare il bouquet e poter dire al proprio compagno "visto? Ora tocca a noi!".
    Poveretti. « Avrebbero dovuto venire altri amici ma mi hanno lasciata sola. Dovrò fargliela pagare. »
    Il buffet, come potevo immaginare, era davvero fornito per un'occasione del genere ma non ne avrei iniziato ad abusare dato che l'appetito non era ancora ben presente in me: era un ottimo punto di raccolta alla fine dove diverse persone si riunivano e le probabilità di trovare questo Shion erano più alte che in altre parti della sala. Credo che guardarmi intorno qui sarà difficile dato che la concentrazione è abbastanza alta, ma perché non provarci?
    In effetti qualcuno dai capelli bianchi c'è.
    E si sta dirigendo verso di noi.
    Diedi una piccola gomitata alla mia momentanea accompagnatrice per richiamare la sua attenzione, facendo giusto un passo più in là quando questi si rivolse a lei. In silenzio, brava brava, com'ero abituata quando ogni tanto qualcuno richiedeva le mie performance come ragazza da compagnia che non doveva dire una parola. Però mi sorpresi di nuovo: era stata lei a fare gli abiti più importanti? Piegai il capo verso di lei alzando le sopracciglia lasciandomi sfuggire un interno e silenzioso "davvero?", non l'avrei mai detto di aver incontrato alla fine una persona abbastanza importante: per fare quei vestiti dovevi godere di un po' di considerazione ed aver quella di questo tipo di persone era davvero un gran bel merito.
    Avrei dovuto interrogarla o ancor meglio prendere il suo biglietto da visita per farmi fare qualche vestito su misura. Stavo risparmiando un sacco, un vizio me lo potevo anche prendere. Quando il ragazzo si rivolse a me con un profondo e giapponese inchino, quasi mi dispiacque di apprendere che la ricerca era finita ma almeno potevo verificare se le aspettative sarebbero state soddisfatte o meno.
    Con le lunghe dita andai a pizzicare due lembi del vestito, allargandolo appena e rispondendo all'inchino eseguendone uno quasi all'europea, incrociando le code dietro la schiena a formare un visibile cuore senza colpire nessuno. Gli spazi non erano così grandi, meglio non dare nell'occhio. « Evelynn, il piacere è tutto mio. » Sorrisi, era il momento di capire con chi avevo a che fare? Odio la mia curiosità, mi faceva comportare in modi poco appropriati e mi faceva venir voglia di punzecchiare. « Siamo state fortunate, la nostra amica vi stava cercando con così tanta dedizione...Non vi avrei biasimato se vi foste defilato per godervi un po' di pace, mi ha detto che avete organizzato tutto e dev'esser stata una bella impresa. » Diedi una rapida occhiata in giro, salvo poi tornare su Senka e Shion. « Capisco perché vi cercasse, adesso. » Sorrisi.
    Maligna che ero nel lanciare una frase dal significato così aperto proprio ora accompagnata da quell'incurvatura delle labbra così innocua da essere falsa. Era una buona occasione per divertirmi: scatenare reazioni era la cosa che mi intratteneva di più quando non potevo fare niente di più stimolante.
    SPEAKING TO:SENKA, SHION
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    I could be so much worse and I don't get enough credit for that.

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    FUMIO MASAYOSHI
    Fumio s'intirizzì come se qualcuno gli avesse bacchettato un bastone di legno sulla spina dorsale, arrossendo in modo indegno. Al solito, Yorune non aveva torto, ma lui era un po' troppo abituato a stare a casa sua accartocciato davanti al PC. Raddrizzata la schiena tentò anche di lisciarsi il colletto ricamato della giacca, nera come la pece perché figurarsi se Fumio poteva indossare qualcosa che fosse di un colore diverso. Il problema principale restava, tuttavia, la cravatta. Gli stringeva il collo e gli dava la stessa sensazione di un serpente affamato che altro non aspetta che la morte della propria preda. Insomma, non c'era paragone, Yorune avrebbe potuto far invidia allo sposo, lui era già tanto che era riuscito a sistemarsi i capelli per non farli sembrare una foresta amazzonica dopo un temporale. Li aveva legati in una coda bassa, in modo da farla ricadere sulla sinistra del petto e aveva sistemato i ciuffi sul viso con un po' di gel, sperando che reggessero fin quando non sarebbe stato il momento di levare le tende.
    «Ti ho già detto che non importa che tu sia così formale con me.» ribatté, alle parole di Yorune, non sapendo cos'altro dire.
    Fumio e le buone maniere, questi sconosciuti.
    Davvero, davvero. Ultimamente gliene stavano capitando di tutte i colori: tutta quella gente che sosteneva fosse una persona interessante, ma no! Non lo era.
    Né come persona, né come personalità, né come mente, qualunque cosa volesse dire il collega.
    Si guardò intorno. Il piano del grattacielo crepitava di persone. In lontananza gli parve di scorgere Norio insieme ad un figo di tutto rispetto giovane con i capelli bianchi e due donne eleganti, e gli vennero i brividi solo a pensare di poter essere malauguratamente al suo posto. No, no. Assolutamente no. Tre persone su quattro sembravano disastrosamente pericolose (e proprio perché la quarta era Norio). Era meglio starsene con Yorune. Che era strano, ma almeno era di Deep Void e non era pericoloso.
    «In realtà... non molte. Non scordarti che metà del mio lavoro prevede che me ne rimanga nascosto in mezzo a viti e bulloni.» osservò, cercando più che altro di capire cosa potesse aver indotto il moro a formulare quell'ipotesi. Il fatto che logicamente, lavorando a contatto col mercato nero, avrebbe dovuto conoscere i volti di diversi criminali? Forse, ma Fumio faceva sempre in modo di mantenere le distanze e non dare confidenza per ovvi motivi. Insomma, lui un pesce pagliaccio in mezzo al suo anemone.
    «Se vuoi. - aggiunse poi, riferito alla possibilità di prendere da bere. Fumio non aveva granché voglia di mangiare. Di bere meno che mai, non si fidava mica di quelli dell'Eden, il massimo che poteva fare era prendere un bicchiere e far finta di sorseggiarlo. - Andiamo anche a cercare la signorina Wang? Insomma, una delle due.» Frase ansiosa che tradiva il suo bisogno di sentirsi al sicuro e tornarsene alle origini il prima possibile.
    SPEAKING TO:YORUNE
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    ⸻ ♕ ⸻


    YUYA MIROKUJI
    "Carini", non era proprio la definizione che Yuya avrebbe usato per descrivere il convogliare a nozze di due affermati criminali di tale livello, ma non era certo di voler rompere l'idillio della svedese con le sue congetture troppo pratiche: era piuttosto certo che prima dell'amore ci fossero ben altre cose in quel matrimonio. Beh, non era una nuova che Yami si facesse abbindolare da promesse di amore eterno, nelle serie tv che guardavano assieme ci cascava sempre, e Yuya le voleva bene anche per la sua ingenuità in merito all'argomento, dopotutto. «Ehi, vedi di non sporcarmi la giacca a forza di frignare.» sospirò rassegnato, prima di cingerle le spalle con un braccio e lasciarle un bacio sulla tempia. Il matrimonio in stile occidentale esercitava un certo fascino sul paese del sol levante: l'abito della sposa, i fiori, l'altare, le decorazioni, lo scambio delle fedi, i giuramenti finché morte non vi separi... sì, era innegabile, chiunque si sarebbe sentito attratto dallo sfarzo e dalla meraviglia della situazione. Non Yuya però. Anche i suoi genitori si erano sposati così (sua madre era tedesca), e si era visto che fine avevano fatto. Ad ogni modo, non era lì per fare il guastafeste. Semplicemente non gli fregava granché dei matrimoni e basta. Altresì non si poteva dire nemmeno che non si aspettasse una domanda come quella che gli venne rivolta a bruciapelo dalla fidanzata.
    «Sicuramente non al matrimonio di altre persone, è maleducazione.» rispose, quindi, tagliando di netto la possibilità di ricevere ripicche.
    Qual era la questione, dunque? Gli avrebbe davvero fatto la proposta? Oppure no? E se sì, quando? Di certo parlare di un matrimonio al matrimonio di altri era scortese, oggi era la loro giornata: era come fare una proposta di matrimonio lo stesso giorno della laurea o in occasioni ugualmente importanti; sminuiva il successo che si stava festeggiando e metteva a disagio il festeggiato e tutti gli altri invitati. Le proposte di matrimonio andavano fatte agli anniversari, o insomma, giorni che erano già fondamentalmente dedicati alla coppia. «Sei proprio venuta qui per il buffet, eh?» punzecchiò poi, con Yami sempre ben abbarbicata al proprio vestiario. Non che avesse in programma di rifiutare di accompagnarla, d'altronde non era che avesse di meglio da fare. Era una festa, ma non era il tipo di festa che Yuya era abituato a frequentare, c'era la piscina, ma era ancora troppo presto perché venisse voglia di usarla, e - per una volta - conosceva ben poca gente, quindi poteva godersi la giornata con Yami, dato che era effettivamente molto che non passavano del tempo loro due assieme. E come già detto il signor Allard non l'aveva visto e forse era pure meglio cos...

    "Yuya~"

    Come non detto.
    Ironico fosse lui a dirlo, ma parli del diavolo...
    Non avevano neanche fatto venti metri che Yuya udì chiamare il proprio nome con un tono tanto mellifluo che avrebbe fatto rabbrividire una yuki-onna. Il corvino si voltò, arricciando appena la coda che sbucava da sotto lo smoking, e si portò la mano del braccio libero alle labbra, simulando sorpresa.
    Per un momento pensò di salutare con un mai vecchio "chi non muore si rivede", ma si trattenne.
    «Robin~ In ottima in salute, direi. - esordì, lasciando scorrere lo sguardo sullo smoking dello psicologo, prestando particolare attenzione ad un dettaglio che aveva già notato in diverse persone. Ah-ah, quindi era come aveva pensato. Tutti i membri dell'Eden portavano i simboli del proprio fiore da qualche parte sul loro abito. Nice pun, wedding designer. - Anche troppo.»
    In un secondo momento parve ricordarsi di non essere da solo e che Yami gestiva male qualsiasi essere femminile gli si avvicinasse a più di tre metri. Certo, identificare Robin come essere di sesso femminile era un azzardo, tuttavia non si poteva nemmeno dire che farlo fosse scorretto, e non sapeva bene cosa l'albina ci avrebbe visto.
    Il suo sorriso s'incrinò un momento.
    «Oh, sì... - ma non si concesse di vacillare più di un momento, il criminale dagli occhi gialli, e tornò a stirare la sua solita faccia da schiaffi come nulla fosse. - Lei è Yami. Yami, Robin. Ricordi? Il proiettile, eccetera fece, prima di lasciarsi sfuggire una risatina sommessa.
    «Ahah. E non mi faccia passare per un pallone gonfiato, suvvia. Saremo un piccolo gruppo, ma siamo qui a porgere i nostri omaggi all'Eden's Thorn in vece di Eternium. Non è vero?»
    E si voltò a guardare la fidanzata. E, per carità divina, sperò che non rispondesse di no. Perché lo sapeva: ne era capace.
    SPEAKING TO:YAMI, ROBIN
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    Senka Itou

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    Rispondeva ridacchiando alla considerazione di quella donna e la domanda che l’aveva seguita, decidendo di parlare nel modo meno rivelatorio possibile
    “Nah, nulla di importante” – questo sempre presumendo che, visto il contesto, stesse parlando di una qualche plausibile avventura con il fioraio, non voleva certo rivelare certi gossip a una persona a caso nella folla di un matrimonio, anche se non aveva fatto nulla per far pensare alla corvina che si trattava del tipo di persona che sarebbe andata a spettegolare tutto alle sue amiche non lo aveva nemmeno escluso. C’era da dire una cosa però: il cadavere stava lasciando davvero un ottima prima impressione su Senka, lei adorava le persone che come lei si divertivano a prendere in giro e provocare chiunque capitasse a tiro e soprattutto amava “scambiare colpi” con queste ultime. Normalmente per la K9 era sempre preferibile appurare che le sue vittime non si offendessero troppo facilmente prima di partire all’attacco, ma la sua nuova conoscenza non sembrava avere questo tipo di freno inibitore, forse quello che aveva si era dissipato nella noia delle prime fasi del matrimonio, cosa che sicuramente non dispiaceva.
    “Ammetto che non mi dispiacerebbe provare le ostriche o le tartine col risotto” – Diceva elencando i due piatti che sembravano star riscuotendo più successo tra gli invitati, essendo un matrimonio a tema europeo alcune delle pietanze nel buffet erano abbastanza particolari e apparentemente prelibate, magari trovato il fioraio poteva chiedere di portargliene un po’, questo sempre se non era già occupato a riempire un vassoio per un’altra donna vagamente attraente su cui aveva posato gli occhi.
    “Evelynn… ma che nome interessante” – Chiaramente la donna aveva rivelato un nome che si addiceva ai suoi lineamenti dai tocchi caucasici, sfortunatamente suonava molto meglio pronunciato dalla sua interlocutrice piuttosto che da lei,
    “Il mio nome invece è Senka, ma una discreta fetta di presenti, putroppo, mi chiama ‘La K9’” – diceva accennando quel soprannome a cui ormai bene o male si era abituata, già, Dadi non era l’unica che nel tempo l’aveva chiamata così, anzi, almeno la ragazza era stata abbastanza elegante da metterci un “Miss” davanti. Ascoltava ora la triste storia di come quella povera donna si era trovata ad affrontare l’evento da sola, cose che capitano, chiaramente quando capitano in un evento di questo calibro il dispiacere è doppio, non che la corvina si potesse immedesimare del tutto nella situazione visto che partecipava alla stragrande maggioranza degli eventi a cui veniva invitata direttamente da sola, non per qualche ragione particolare, capitava così
    “Ma come no? Non si perde la parte migliore di un avvenimento del genere?" - chiedeva, per poi proseguire ridacchiando
    "La parte in cui il lui della situazione si arrampica sugli specchi perché non sa cosa dire" - la corvina non aveva potuto assistere a molte scene di quel tipo, ma ciò che aveva visto l'aveva sempre fatta crepare dalle risate, anche se ovviamente davanti alla coppia di poveri malcapitati si sforzava di non mostrare quanto la situazione la divertisse. Era molto divertente anche lo scenario opposto, quello più frequente nelle neo-coppiette in cui il cavaliere di turno sapeva esattamente cosa dire e cominciava a sognare con la sua compagna dicendo le peggio smancerie, questi erano i casi in cui la corvina provava a indovinare quanto presto si sarebbero lasciati dicendo numeri che spesso e volentieri erano spaventosamente vicini alla realtà, non era esattamente la persona più pessimista e iettatrice del mondo, era solo dell'idea che se qualcuno poteva rispondere all'idea di avere un matrimonio così velocemente e a cuor leggero probabilmente non dava il giusto peso al rituale o semplicemente non aveva ancora ponderato abbastanza per darci il giusto significato.
    Quanto a fargliela pagare ai suoi amici invece... era così bello per Senka sentire qualcuno dire esattamente quello che avrebbe detto lei nello stesso contesto, pur senza che la stesse guardando direttamente in faccia sicuramente Evelynn avrebbe potuto scorgere un ghigno complice e malefico sul suo viso,
    "E dire che l'ho pescata a caso tra la folla... dev'essere il mio giorno fortunato" - esordiva dunque senza togliere gli occhi dalla sala in cerca dell'elusivo uomo dai capelli bianchi
    "Sarei quasi curiosa di sapere come attuerà la sua vendetta" - concludeva, provando a far capire a quella donna che essere terribilmente vendicativa anche per le cose più stupide era una qualità che sembravano avere entrambe.
    Una gomitata al fianco attirava l'attenzione di Senka che girandosi vedeva finalmente arrivare Shion verso di se, con quel suo abito splendido, impeccabile e impareggiabile, si era avvicinato con il suo solito modo di fare, così per dire, "da Shion" riferendosi a lei con un simpatico epiteto che nulla aveva di ambiguo ma che, visti i loro trascorsi, la corvina non aveva inizialmente attribuito alla sartoria
    "Shion! Hai fatto proprio un bel lavoro sai? Questa sala ha una luce davvero perfetta" - diceva inchinandosi a sua volta e ascoltando ciò che quell'individuo aveva da dire sui suoi vestiti
    "Oh, ne sono molto felice, soprattutto sono molto grata di tutti i clienti che mi hai portato, caro" - rispondeva umilmente, per quanto il fatto che i suoi clienti fossero soddisfatti non la stupisse per davvero, quando qualcuno chiedeva alla corvina di fare il meglio che poteva con un budget così generoso come quello di quel matrimonio era praticamente sicura che non avrebbe deluso nessuno con i suoi prodotti. E ora lo spettacolo che aveva tanto atteso stava prendendo luogo sotto i suoi occhi, i due si erano incontrati e ora li osservava all'azione: Shion si era solo presentato con la stessa educazione con cui l'aveva fatto con Senka e, al contrario delle sue aspettative per ora il grosso lo aveva fatto Evelynn, narrando della loro epopea di non più di una decina di minuti (a essere ottimisti) e di come trovarlo fosse stata un impresa ardua come se non fosse praticamente stato lui a trovare loro, per non parlare di quella frase conclusiva, che ciliegina sulla torta.
    La corvina, inizialmente, aveva escluso che le sue sembianze alterate potessero appartenere a qualche tipo di felino, ma si sbagliava, sembrava proprio essere una gattamorta. Nella sua mente la K9 non la stava criticando quella donna, anzi, vedendola agire in quel modo si era stampata nella sua mente la frase "Yes bitch, slay!" di quel meme ormai morto da un paio d'anni o poco più, faceva quasi strano che fosse qualcuno a essere partito all'attacco con Shion e non viceversa
    "Fissa bene quest'immagine nella tua testa" - diceva a Evelynn indicando l'aulente fioraio sottolineando con quella frase che in quella scena c'era qualcosa di raro, per poi aggiungere
    "Se andate avanti così non lo vedrai molto spesso con dei vestiti addosso" - non lo diceva con cattiveria, stava solo scherzando un po', immaginava che Shion avrebbe capito che si trattava di una battuta, era invece curiosa di come avrebbe reagito il cadavere.
    "Ora che le circostanze me lo fanno pensare, effettivamente anche lei potrebbe splendere con uno dei miei vestiti, sa?" - Cominciava guardando Evelynn, proseguendo
    "Lui sa che tipo di offerta faccio quando un cliente particolarmente attraente entra nel mio negozio, sono sicura che potrebbe interessare anche a lei, non è nulla di losco, non si preoccupi" - sorrideva calmamente, provando a suscitare l'interesse della signorina che era sicura non fosse facile da catturare, almeno se avevano un portamento tanto simile quanto credeva
    "Ma ti lascio crogiolare nella curiosità, prima di parlartene vado a prendere qualcosa al buffet, puoi aspettarmi qualche istante qui se non vuoi del cibo. Shion, vuoi seguirmi?" -

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    YING YUE WANG
    La ragazza dalla pelle di carta si limitò ad annuire delicatamente quando Fox parlò di amore vero. Non era sicura nemmeno lei se quello celebrato quel giorno potesse essere chiamato vero amore e personalmente non è che fosse così tanto esperta di sentimenti così dolci e profondi. Il suo era un concetto ideale di romanticismo, quello dei film e dei libri che si dimostrava tramite abbracci affettuosi e baci sulle labbra ma non aveva idea di cosa significasse la vita di coppia. L'unico esempio che aveva era Blank con Ahmya ma cercare di trattare la loro relazione o comunque il modo in cui vivevano la loro vita assieme come normale era decisamente azzardato.
    «Magari incontrerà un bel pretendente qui alla festa, è pieno di bei ragazzi.» - Un sorriso più divertito e sincero si fece strada sul suo viso accompagnato da una risatina. Non poteva negare che chiunque, tralasciando la fazione di appartenenza, si era agghindato per essere il più elegante e fare la più bella figura possibile. «E molti sono stranieri, dev'essere fantastico avere un fidanzato europeo super romantico.» - Era strano ma in quel momento era abbastanza a suo agio nello spettegolare in quel modo con una sconosciuta. Forse era la cortesia dimostrata da Rena a farla fidare o forse l'argomento era così sciocco da non dover per forza fare attenzione a quel che diceva.
    Il discorso sulle volpi era partito come un modo di seguire il gioco imposto dalla ragazza dai capelli rosa. Non era sicura quale fosse il suo obiettivo e al momento non le interessava molto, almeno non quanto chi fosse questa misteriosa ospite che parlava di volpi e di leggende. Quando parlò di donne in grado di portare disastri, gli occhi di Ying la fissarono interrogativa. Non era sicura si trattasse di una frecciatina o meno inizialmente e Fox si dimostrò molto veloce a chiarire cosa intendesse di preciso. Portò l'indice sulle labbra, come per pensare.
    «Avrà sentito parlare delle Quattro Bellezze cinesi allora.» - In un certo senso erano figure affascinanti. Al contrario della sorella, che non imparava nulla che non fosse utile e necessario, durante gli anni di scuola aveva appreso molte cose sulla cultura del suo paese e sulla storia in generale. Era una materia affascinante, talvolta triste talvolta emozionante. «Consorti che rovinano dinastie e talvolta anche intere nazioni...ci manca la bellezza sconvolgente ma potremmo rivederci in loro.» - Guardò il liquido del bicchiere facendolo vorticare, prima di tornare su Rena mentre sorrideva appena. Bastava pensare a Yang Guifei per avere un esempio più noto, se si voleva cercare nella storia e non nelle leggende e nella fantasia. A volte si domandava come fosse la vita di una consorte reale che passava tutto il giorno ad invidiare le altre donne e a suonare strumenti musicali. Probabilmente noiosa.
    Era sicuramente più divertente vedere Rena balbettare di fronte a lei. Non si aspettava proprio che potessero entrare in confidenza, uh? Sempre peculiare il modo in cui i giapponesi fossero così stupiti dalla semplice confidenza. Era una cosa che infastidiva parecchio sua sorella perché spesso perdevano tempo in chiacchiere inutili ma lei trovava abbastanza divertente il modo in cui poteva rivolgersi agli altri con enorme rispetto per poi ribaltare le aspettative.
    «Oh! Mi piace molto questo tuo atteggiamento così spensierato. Ma meglio, evitiamo di farci problemi.» - Avrebbe annuito energicamente. Se Rena poco fa aveva chiarito subito che non intendeva offendere Ying con le sue parole, alla ragazza non importò parecchio di chiarire se quella fosse una frecciatina o meno considerato che il modo in cui lo aveva pronunciato era tutt'altro che sarcastico. Tutt'altro, lo aveva detto nel modo più sincero possibile. Il discorso di Rena però catturò Ying come se fosse un pesce nella rete. Adorava le metafore poetiche che per il suo semplice cervello erano come la vera e propria esca. Ed in un certo senso aveva colto nel segno, almeno secondo lei. Rimase ad ascoltarla in silenzio prima di guardare la sala proprio come stava facendo Rena. Si chiedeva in effetti se fosse stata una buona idea andare lì dopotutto. Sua sorella era stata inamovibile e non aveva nemmeno considerato che quella sera poteva sì servire a farla conoscere ma che il primo passo falso avrebbe messo gli occhi di tutti quegli importanti ospiti. E sapeva bene come lei fosse ben più impulsiva della Ying clone o di suo padre.
    «In un certo senso è come se fossimo su un palcoscenico quindi.» - Affermò guardando la sala curiosamente. «Siamo personaggi secondari ma anche il pubblico stesso, uh. Ed immagino che qui molta gente sia venuta non solo come spettatore ma anche per cercare nuove opportunità, vero?» - La guardò, senza alcun tono accusatorio. Non riteneva conoscere gente nuova per lavoro un peccato, considerato che loro erano venute per lo stesso motivo.
    «Non sono un'esperta di politica ma ora che siamo tutti qui la prima brutta figura verrebbe incisa nella mente tra i criminali di Tokyo come un tatuaggio. Forse è per questo che i nostri simpatici amici dell'Eden ci hanno invitato.» - L'avrebbe messa in maniera più negativa, senza levare una certa vivacità al suo tono. «Alle persone qua potrebbe non interessare nulla del matrimonio o potrebbero essere nemici dell'Eden...ma chi si prenderebbe il rischio di risultare maleducato e non presentarsi?» - Avrebbe poi affermato, prima di vedere in lontanza Fumio-chan e Yorune. Avrebbe fatto a loro un gesto della mano per salutarli, considerato che conosceva il primo abbastanza bene e si chiedeva se un tipo strano come lui fosse capace di sopravvivere alla festa. Sperava che la vedessero ma non voleva rinchiuderli a parlare con lei per tutta la sera, le sembravano due tipi in grado di non causare incidenti diplomatici. Si sarebbe poi girata verso Rena, finendo il discorso.
    «Scusa, sono amici. Dicevo, uhm...cerchi qualcosa di particolare a questa festa Fox? O ti piace solo osservare? E' un'attività molto divertente secondo me. » - Finì di parlare poi, passando la parola a Rena.
    SPEAKING TO:RENA
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    RENA SAKASHIMA

    “It takes two to Tao.”

    - The Tao of Physical and Spiritual -



    Che dire.
    Se questo è il volto nascosto della città, o almeno una sua metà, non credo di potermi dire terrorizzata.
    Anzi, sono sorpresa.
    Anche troppo.
    Mica me lo aspettavo così QT!!
    Cioè, davvero, mi stupisco perchè la gente abbia dei dubbi.
    Moe is justice, e qui, ce ne è per tutti gli Eroi di Tokyo!
    Ma cioè, l'avete vista?
    Dove altro trovate un boss del crimine che sorride mentre mi augura di trovare un bel ragazzo?
    (O ragazza, mi so adattare).
    A quel suo sorriso così sincero porto una mano alla bocca.
    Oh, sarebbe, tipo, magnifico!
    Dico.
    Cercando di coprire il ghigno sornione che si sta dipingendo sul volto.
    O meglio, che si dipingerebbe se non avessi una certa pratica nel gestire le emozioni.
    Poi per dire, i suoi gusti sono anche in linea con i miei.
    Fidanzati Europei super-romantici?
    Yaba-, sorella, stai assolutamente premendo tutti i trigger.
    Se non fossi una delle persone più potenti in questa sala ci avrei già provato con te e portata a casa.
    Scommetto che saresti meravigliosa in prendisole bianco in una enorme gabbia per canarini...
    Trattenendo la bavetta alla bocca mi riscuoto dalle mie fantasie, assumendo una espressione imbarazzata.
    Hmmmm, sarebbe esotico in effetti...
    Ma le mie esperienze con gli Europei finora non sono esattamente state delle...migliori.
    Temo che lo stereotipo del cavaliere biondo con la splendente armatura sia un po' sopravvalutato di questi tempi.

    Abel.
    Quel babbeo.
    Gunther.
    Quell'insensibile egocentrico finto cavaliere.
    No, decisamente le mie esperienze non sono state un granchè.
    Magari se si esclude Demi-tan, ecco.
    Lui forse è l'unico che può rispondere a quello stereotipo...
    Vena super S e le sue inclinazioni sulla solitudine a parte ovviamente!
    E chiacchiera dopo chiacchiera il discorso si sposta prima sulla storia.
    A donne meravigliose, che hanno avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato con il viso giusto.
    Sarei ben povera cosa nel mio ambiente di lavoro se non mi intendessi anche di letteratura, nyaha!
    Per poi passare a considerazioni ben più terra terra.
    Ed è lì che mi sporgo un poco in avanti, la bocca storta in un broncio di disappunto.
    Così potente eppure così fragile e gentile.
    Che incredibile creatura è questa fanciulla, bianca come la neve.
    Moooou Ying, non dovresti considerarti così poco.
    Dovresti avere un po' più di confidenza nei tuoi "asset" sai?

    Voglio dire...è carina.
    Carinissima.
    Magari non ha tutto quel sex-appeal esagerato come Eve nee-sama.
    Ma c'è qualcuno che apprezza sempre la candida innocenza...
    Tipo me, appunto.
    Dopodichè con la mia migliore imitazione di una damina inglese del tardo Ottocento ad un ballo di gala dell'ammiragliato mormoro.
    La bocca leggermente coperta da un immaginario ventaglio.
    Direi che quello che ci manca per essere consorti non è certo la bellezza...quanto più un marito, non credi?
    Salvo non ci sia già un qualcuno di speciale nella tua vita.
    Ma spero di no, perchè se ci fosse e avesse lasciato un tesoro di ragazza come te da sola qui in giro, dovrei andare a dirgliene quattro!

    Chioso.
    Con una punta di cattiveria.
    Ma davvero.
    Se vengo a scoprire che ha un ragazzo e l'ha piantata in asso così, fosse anche l'erede di Deep Void giuro che lo trifolo.
    E' un crimine contro l'umanità!
    E' un modo di porre la cosa in effetti...
    E sono sicura che di persone venute qui solo per fare gli auguri agli sposi ci siano solo i membri di Eden.
    Chiunque altro ha un motivo aggiuntivo.
    Chi per venire ad ingraziarsi i loro favori.
    Chi a vedere se trova debolezza, come uno squalo che fiuta del sangue nell'acqua...
    O magari chi deve anche solo ripagare un favore.

    Mormoro, osservando a mia volta i presenti.
    Politici, assassini, ladri, criminali e lestofanti.
    La crème de la crème del sottobosco criminale di Tokyo.
    Tutti qui riuniti per una sola occasione, se fossi paranoica direi che è troppo bello per essere vero.
    Ma mi sforzo di ricacciare in basso quella paura irrazionale.
    Andiamo, se anche le cose dovessero mettersi male, sono una esperta a scappare no?
    Agito la mano in aria come a scacciare il pensiero stesso.
    Ti preoccupi troppo.
    Non credo correrebbero il rischio di sacrificare un evento del genere per danneggiare qualche rivale.
    Anzi...

    Faccio per poggiare le labbra al bicchiere, quando poi mi ricordo.
    No, come ho detto, bevo solo quando la conversazione e il mio ospite sono noiosi, e questo non è il caso.
    Quindi sorrido, e invece porto solo un indice guantato alle labbra.
    Se qualcosa dovesse andare storto, sarebbero solo
    "Quelli che non sono riusciti a impedirlo".
    No, tra tutti sono i padroni di casa che vogliono vada tutto per il meglio.

    E in effetti, non è Eden il problema qui.
    Forse Aogiri, se volesse rimettersi sulla scena?
    O Magari la Yakuza?
    Nah, neppure.
    Ad essere onesti, chi avrebbe più da guadagnarci, in questo momento è qui davanti a me.
    La nostra reverie è però interrotta da un gesto.
    Da un saluto veloce.
    E per un secondo il mio cuore si spezza.
    Oh, ma perchè.
    Perchè non sta guardando solo me?
    Perchè non ci sono solo io nei suoi occhi adesso?
    Chi osa...
    Ma il pensiero muore in un istante.
    Soffocato come la fiamma sotto una coltre di cenere.
    Perchè dai...
    Quante erano le possibilità?!
    Hm? Oho! Questa sì che è una gradita coincidenza...
    E sul mio viso si dipinge un sorriso.
    Ma di quelli da gatto del Cheshire.
    Che tipo, dovrei sparire e lasciare solo il sorriso a mezz'aria.
    E sia ben chiaro, io posso farlo.
    Se un certo ragazzo socialmente insicuro, dai capelli blu, potesse vedermi ora, sicuramente sparirebbe immediatamente con la rapidità di un pesce dentro un anemone.
    Mio dio, la Tease energy è a livelli mai visti.
    Ma pazienza Rena.
    Pazienza, prima il lavoro.
    Oh cavolo...ma sto arrossendo?
    A pensare che faccia farebbe?
    Urgh, perchè sento le farfalle nello stomaco?
    Io soprattutto?
    P-possibile che...
    Grazie al cielo, Ying-chan mi salva dall'imbarazzo.
    (Ha appena chiamato Ying Yue Wang, diretta erede di Deep Void, Ying-chan? Almeno l'ha fatto solo nella sua testa? Ommioddio l'ha fatto davvero.)
    Oh?! ah sì.
    Annuisco pensosamente.
    Mentre cerco disperatamente di riguadagnare il controllo delle mie emozioni.
    Principalmente sono qui per conoscere persone nuove.
    D'altronde non si sa mai, chi si può incontrare ad un matrimonio...
    Ma opportunità di lavoro più che altro.

    Ammicco.
    Per poi sbocciare in un sorriso che farebbe arrossire la Vergine Maria.
    Certo, non mi aspettavo certo di trovare qualcuno di così cordiale.
    O quantomeno di poter parlare così liberamente ecco.

    Ma il tono di voce si fa più disinibito, ma allo stesso tempo più basso e più timido.
    Quello di una giovane Universitaria ad un evento anche troppo più grande di lei.
    Confesso che per un buon ammontare di tempo sono stata veramente preoccupata...
    Non amo molto le cose troppo formali; le cerimonie sono un conto, ma il protocollo non dovrebbe sottrarre troppo tempo allo stare insieme.
    Altrimenti si perde tutta la gioia.

    Trillo allegramente.
    Da un lato sperando di non prendermi troppa confidenza.
    Dall'altro invece, prendendone a mani basse, come una casalinga quando la Wagyu beef è a sconto al Konbini al 50%.
    Oh e sì, osservare è una attività che trovo assolutamente necessaria...
    Per quanto anche fare quattro chiacchiere non mi dispiaccia affatto.

    Sorrido di nuovo.
    Potrei aver trovato un cliente o un patrono addirittura, dopo soli dieci minuti.
    In più è una principessa carinissima.
    E conosce pure Nemo-cchi.
    Ma cos'è qui.
    Un Rate-up per gli incontri che cambiano la vita?
    Che già la mia Gacha del destino era S-tier.
    Adesso si va veramente oltre!

    SPEAKING TO:YING YUE WANG
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    Yami Dødson
    Yami era sempre stata una donna semplice, come molti altri idealisti d'altronde. E quindi la risposta era sì, era andata a quel matrimonio per il cibo. Non solo per il cibo, ma decisamente anche per il cibo. Se cercava di prefigurarsi il proprio matrimonio con Yuya, d'altronde, l'organizzazione del pasto era ciò su cui fantasticava maggiormente. Chissà, forse avrebbero svolto una cerimonia in stile occidentale proprio come quella a cui avevano appena assistito - in fondo anche Yuya aveva origini europee - o forse avrebbero stupito tutti con un rito totalmente orientale. Magari si sarebbero sposati in spiaggia, oppure in un tempio— per ovvi motivi aveva escluso dalla lista la Cattedrale di Tokyo. Quelle erano questioni su cui avrebbero dovuto discutere assieme quando il ragazzo si sarebbe degnato di farle la proposta. Ma il pranzo... su quello poteva fantasticare liberamente, senza alcun tipo di limite. Ovviamente la torta l'avrebbe fatta Ryo, e avrebbe offerto a tutti un'ampia gamma di dolciumi oltre a quella. Il resto del pasto era invece un turbine di possibilità... chiaramente ci sarebbe stato del salmone, visto che piaceva tanto a Yuya.
    Si pietrificò sul posto. Tutti i suoi sogni enogastronomici si infransero come uno specchio che cade a terra sentendo qualcuno chiamare Yuya. Il suo Yuya. Rimase per un paio di secondi con gli occhi spalancati in direzione del buffet, per poi voltarsi. Sapeva che il ragazzo aveva rapporti con l'Eden - molteplici in realtà, era quello il motivo per cui erano lì - ma non si aspettava certo quel tipo di rapporti.
    Osservò con un sorriso tutt'altro che rassicurante sul volto la donna che aveva chiamato il nome del suo fidanzato e che ora si stava riferendo a lui in un modo tutt'altro che gradito. Come osava comandare Yuya a bacchetta? Quello era il suo ruolo. Come osava mostrare la sua ignobile pelle— no, ironicamente quella parte non l'aveva toccata minimamente. Chiunque fosse in buoni rapporti con Yami conosceva il suo rapporto tutt'altro che pudico con la nudità. Infastidita, una scintilla rosso fuoco percorse una ciocca dei capelli, che si trovò ad attorcigliare attorno all'indice destro con molta fretta. Effettivamente lei e la sposa condividevano un certo grado di pericolosità.
    Con un gesto decisamente teatrale, una volta scongiurato il rischio di mandare a fuoco i fiocchetti che aveva nei capelli, si avvinghiò nuovamente al braccio di Yuya, stringendolo a sé come un boa avvolge con amore la propria preda. Con impeto schiaffò la mancina in avanti, porgendola alla donna quasi in tono di sfida. Come al solito si scordava le buone maniere giapponesi, ma d'altronde Robin non sembrava proprio il più autoctono tra i nomi.
    Ciao!!! - le sorrise quasi all'inverosimile - Io sono Yami, piacere di conoscerti. Yuya mi ha parlato molto di te. - aggiunse annuendo. Era vero? Probabilmente sì considerando come il ragazzo aveva introdotto il discorso, ma sperare che Yami se ne ricordasse era tutto un altro paio di maniche. Solitamente quando Yuya le raccontava la propria giornata lei era impegnata a giocare a Heroes Against Evil e in generale alla clinica della dottoressa Omori c'erano così tanti casi bizzarri che ricordarsi di tutti era quasi impossibile. Che poi, parlando della dottoressa, perché Yuya era sempre circondato da donne?
    Complimenti per le nozze. - si facevano i complimenti alla famiglia degli sposi? Beh, non era mai stata ad un matrimonio, quindi chissà - Mi raccomando, risparmiateci dai vostri piani malvagi. - aggiunse condendo poi il tutto con un'acuta risata. Non si sarebbe detto a guardarla, ma effettivamente Yami aveva una grande esperienza per quanto riguardava piani criminali e quel tipo di politica. Per quanto le piacesse atteggiarsi da stupida, e indubbiamente fino ad un certo punto lo era davvero, tutto ciò che l'Eden e Deep Void stavano vivendo lo aveva già vissuto sulla propria pelle a suo tempo. E pochi oltre lei, Ryo e Daisuke erano sopravvissuti per raccontarlo. Proprio per questo, per quanto fosse fondamentalmente una mina vagante, sapeva bene che per quanto le potesse dare fastidio che qualcuno si rivolgesse al suo Yuya in quel modo, quella non fosse l'occasione giusta per dare in escandescenze. Letteralmente.
    SPEAKING TO:yuya
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    Moumoku Hizoku
    Umpf. Che noia....
    Sorseggiando il drink nella sua mano sinistra mentre nella destra il suo cellulare le forniva informazioni importantissime come il meteo del giorno dopo, beh perché non si sa mai, Moumoku rimase ferma a difesa della sua postazione aspettando un qualcosa che non arrivò mai. sì, nemmeno lei sapeva cosa.
    Un incontro, un evento, un qualsiasi cosa sarebbe andata bene per rompere la monotonia del momento... Ma niente. Non ci fu nemmeno la più piccola variazione dal suo arrivo, come se la sua presenza lì fosse sgradita o semplicemente non notata o necessaria...
    Mise il broncio.
    La situazione per lei era così statica che le pareva quasi di esser entrata in una bolla spazio-temporale in cui il tempo non passava; gli sembrava di essere lì da così tanto tempo, quasi un mese stando all'ultimo post, che i capelli le sarebbero diventati bianchi se non lo fossero già stati.
    Brrrbbb~
    no. non è né un rutto, né uno acronimo e né l'onomatopea che si usa quando si ha freddo.
    Fece vibrare tra loro le labbra in segno di disappunto. Nessuno da quand'era arriva l'aveva avvicinata o anche solo calcolata.
    Ma com'è possibile!? Pensò. Com'è concepibile!? Brontolò. Una star come me dovrebbe esser seconda solo alla sposa a livello d'attenzione! nemmeno lei ci crede a 'sta cazzata.
    Un pensiero molto vivido iniziò dunque a materializzarsi nella sua testa. Mi sa tanto che me ne vado.
    Avrebbe fatto probabilmente così se non fosse stato quell'arrivo inaspettato.
    Chi ha mai detto che i polpi son buoni solo quando arricciati, dopo esser stati sbattuti? anche se a questo probabilmente nemmeno gli dispiacere.
    Kensei, Kenny-Boy come lo chiama lei. L'auto-elettosi protettore dell'Eden e nonché suo fratello minore, e che questa sera aveva deciso d'essere l'ancora di salvezza della sorella.
    La punzecchiò, com'erano soliti fare tra loro, ma Momo non replicò; mantenne il broncio ed affossando il viso nello scaldacollo rosso, si limitò ad uno stizzito:
    Urusai!
    ndr: significa "statti zitto!"
    Come se fosse infastidita dal fratello ma in realtà era felice di vederlo. Lo colpì poi al braccio con un buffetto dato di nocche, una roba così "leggera" da lasciare il livido.
    Sono un po' raffreddata, non rompere!
    Nessuna battuta sagace, nessun punzecchiamento se ignoriamo l'abuso fisico, Momo fu molto più concisa e diretta del solito. Normalmente si diletterebbe in sfottò elaborate o allusioni sulla vita sessuale di lui, ma non sembrava questo il caso. Forse era davvero arrabbiata?
    scusi narratore ma perché lo chiede a noi?
    No! Non intenzione di fare nessuna cavolata. No! Non ho bisogno di una mano per raggiungere il buffet. E No! Non ho cenere sulla mia testa! Ho già controllato in bagno tipo dieci volte. no, non scherza.
    La sua voce era adirata ed il suo suonava proprio come un vero e proprio rimprovero, seguito da un secondo "amorevole buffetto" sulla spalla di lui, per giunta nuovamente sullo stesso punto. mi sa che gli vuole davvero lasciare il segno.
    Perché ci ha messo tutto questo tempo...?
    Questa volta il tono era più basso e la sua voce era arrabbiata ma al contempo imbarazzata; il rimprovero suonò quasi ovattato attraverso lo scaldacollo in cui aveva affossato il mento fino a coprirle in naso. Forse per coprire un certo rossore che iniziò ad apparirle in viso?
    guardate che tenera. sta provando a fare la tsunderina!
    SPEAKING TO:KENSEI
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    Momo-TDDUP
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    NORIO TODA
    Il sorrisetto divenne decisamente soddisfatto quando, dopo una breve pausa, l'altro sciolse i capelli solo per farglieli sfiorare. Ma che gentile... e soprattutto, era stato cosí facile? Esercitava davvero tutto questo fascino sull'altro?
    Avrebbe dovuto ricordarsi della cosa, e... tenerne conto, in vista di altri possibili incontri.
    Staccó brevemente la mano dalla spalla dell'altro per far scorrere le dita tra i capelli, godendosene la morbidezza. Dovette resistere alla tentazione dell'attorcigliarsene una ciocca attorno al dito, tornando a posare la mano sulla spalla dell'altro.
    « Sí, temo avrebbero rovinato un pó l'atmosfera.» concordó in risposta alle parole di Kaede sui cloni. Erano molte cose, a modo suo si era stranamente affezionato ai due, ma di sicuro non erano qualcuno con cui si poteva esattamente intavolare una conversazione.
    L'altro rabbrividí distintamente al tocco sul suo collo, e Norio trattenne un altro sorrisetto soddisfatto. Se durante il loro primo incontro era stato l'altro a manipolarlo, ora stava avendo la netta sensazione che stava accadendo il contrario. E lui non doveva usare trucchetti come quei fiori, per farlo.
    Dopo aver preso posto al tavolo inclinó appena il capo di lato alle parole dell'altro.
    « Non so nemmeno quale sia il menú, stupiscimi pure.» commentó in risposta. Restó poi ad ascoltare con una punta di divertimento le congetture del membro di Eden. Onestamente? Ci aveva azzeccato abbastanza. Non gli dispiacevano i sapori forti, ma generalmente come qualcosa da mangiare in solitaria, non in un piatto completo insieme ad altro.
    «... come prima scelta puó andare.» confermó, mettendosi poi comodo in attesa in ritorno dell'altro.
    Quando Kaede tornó con un paio di piatti, prima che si allontanasse nuovamente lo fermó con un ultimo commento.
    « Ah, e per quanta riguarda la tua ultima domanda al nostro primo incontro... sí, posso farlo. Vorresti provare, un'altra volta? » commentó, riferendosi alla domanda dell'altro se fosse in grado di condividere i propri sensi con qualcun altro. Ad essere sinceri al momento era in grado di farlo solo con il dolore, ma solo perché per le altre non aveva trovato una particolare appliccazione pratica. E poi rendere improvvisamente cieco qualcuno che non ci era abituato gli sembrava un pó crudele, e poteva ottenere lo stesso effetto con una Smoke Bomb e meno fatica. Ma preferiva lasciare a Kaede eventuali fantasie che si era fatto a riguardo.
    E lo lasció cosi, prendendo una forchetta e iniziando a tastare cosa c'era nel piatto ignorandolo nemmeno fosse uno dei camerieri invece dei piú importanti invitati, finché non fosse eventualmente tornato.
    SPEAKING TO:Shion
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    imm_evento_n

    CITAZIONE
    Aspetto magari qualche altro giro di post prima di fare l'esibizione al pianoforte (e pensare a cosa suonare)
     
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    SHION FUJIHARA
    Che quella donna splendida, Evelynn, fosse un'amica di vecchia data di Senka? Sembravano essere piuttosto affiatate.
    "Capisco perché vi cercasse, adesso."
    Un sorriso ed un nuovo inchino alla donna, anche se questa volta meno profondo e decisamente più giocoso.
    «I complimenti fatti da belle donne valgono ancora di più.»
    Non l'ombra di falsa modestia né di imbarazzo, sarebbe stato alquanto ipocrita da parte di un egocentrico del suo calibro, senza contare che pensava davvero fosse una bella donna e dai, come resistere a quelle codine che si muovevano formando un cuore quando si presentava.
    «Ammetto che ogni tanto la tentazione di sparire ignorando le responsabilità è forte, ma no, preferisco accertarmi di persona che tutto vada per meglio» Se lo sparire includeva l'imboscarsi con una come lei, era disposto a correre il rischio di lasciare qualche avventore senza assistenza immediata «Chiaramente non posso essere ovunque né avere occhi in ogni luogo, ma faccio il possibile.»
    Era seriamente un maniaco del controllo, quando si trattava di faccende che lo riguardavano in prima persona, e mai come durante quel matrimonio sentiva di dover fare la propria parte per il bene della famiglia.
    Del proprio ego.
    "Se andate avanti così non lo vedrai molto spesso con dei vestiti addosso."
    Un'occhiata fintamente scandalizzata alla sarta, incrociando le braccia al petto come se l'avesse colpito nel vivo, quasi intaccando il suo onore.
    «Così che idea si faranno di me gli ospiti?»
    Un'idea corrispondente alla realtà.
    «Diciamo che sono uno che cerca di godersi la vita e il buffet è un ottimo modo per cominciare» Le parole di Senka riguardanti le sue intenzioni di avvicinarsi al cibo gli avevano concesso di cogliere la palla al balzo e cambiare discorso.
    «Un ospite mi ha chiesto il piacere di portargli qualcosa da mangiare, avendo qualche difficoltà a muoversi nella folla, sarò ben lieto di seguirti.»
    Un cenno del capo a Eve, invitandola a seguirli, per poi indirizzarsi verso Norio una volta selezionati dei piatti di suo interesse.
    Le due potevano avvicinarsi al cieco seduto al tavolino verso cui si sarebbe indirizzato il fioraio, non le avrebbe di certo mandate via.

    Affascinante ed incredibilmente eccitante per la situazione di pericolo che rappresentava, Norio era come un giocattolo nuovo tra le mani di un individuo volubile.
    Per il momento, però, Shion sembrava disposto a giocare con lui e assecondare le sue richieste era un piacevole diversivo.
    «Perdonami il ritardo, ho incontrato un paio di amiche» Norio non era il solo a poter godere della sua presenza, in quella sala «E comunque ho cambiato idea, niente cibo giapponese.»
    Con l'attenzione di un cameriere d'alta classe, gli posò davanti un grande piatto contenente cinque assaggi di risotti di vario tipo, scelti in modo da lasciargli davanti una certa scelta e tentare di comprendere quali fossero i suoi gusti in fatti di cibo.
    «Da bere, vino rosato d'importazione, direttamente dalle cantine italiane solo per i fortunati ospiti di questa serata.»
    Gli si avvicinò in un fruscio di capelli, avvicinandosi al suo orecchio, dal volto imperscrutabile come se fosse stato davvero un cameriere che sta prendendo le ultime ordinazioni.
    «Mi piacerebbe provare, sì, sono onestamente incuriosito dalle tue peculiari abilità.»
    E non era per motivi legati alle due fazioni opposte a cui appartenevano, era chiaro.
    SPEAKING TO: Norio, Senka, Eve
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    YING YUE WANG
    «Aw, davvero? Pensavo fossero meglio di così. » - Ying mise quasi il broncio al sentire della verità. Ovviamente non poteva conoscere Rena in tutte le sue sfaccettature ma intuiva che la ragazza fosse molto più impostata dal punto di vista femminile. In un certo senso voleva sentire quella storia, sempre sperando che la ragazza in rosa volesse raccontarlo. Magari era proprio il fatto che il principe azzurro non poteva di certo essere una cosa da adulti come Fox, ma solo una fantasia per ragazzine. Stava imparando molto in quella festa dalla sua gradita compagna di conversazione. In effetti sembrava davvero una corte di un qualche imperatore cinese, dove si divertivano a spettegolare sui vari generali e sulle altre consorti.
    Anche se, doveva dire la verità, era molto strano parlare di una possibile relazione con qualcuno e del fatto che fosse carina. Non ci aveva mai pensato ad avere un ragazzo od altro, l'unico interesse che aveva nella vita era aiutare sua sorella ed andare d'accordo con chiunque lei conoscesse. Le faceva ovviamente piacere poter chiacchierare amabilmente con gli altri membri di Deep Void ma questo alla fine era naturale, doveva "viverci" tutti i giorni assieme. Era una situazione complicata da spiegare . Non le interessava essere riconosciuta come una persona ma ora che aveva praticamente fatto amicizia con Fox...avrebbe dovuto dirle che lei era un clone? Che la bellezza che lei riconosceva alla fine era artificiale, non esisteva veramente? Sentiva che in un certo senso era dovuto spiegarle che lei sarebbe probabilmente scomparsa per ore dopo quella serata e che non avrebbe mai avuto il tempo di fare altre chiacchiere in futuro, tanto meno di conoscere un ragazzo alla festa. Letteralmente.
    «Uhm...no, non c'è nessuno. Sai, sono sempre impegnata con il lavoro e mia sorella... » - Era decisamente imbarazzata e se avesse potuto arrossire, sicuramente ora sarebbe rossa come un peperone. Avrebbe solo distolto lo sguardo da Rena con un sorrisetto per concentrarsi su quanto fosse trasparente il vino che aveva tra le mani, che si stava praticamente scaldando da quanto lo teneva tra i palmi. Non che potesse sentire così tanto il freddo, alla fine. « Pensi che io sia così carina? Sono più stupita che tu sia venuta qui sola... » - Tentò di sviare la conversazione con un argomento che probabilmente poteva far gonfiare l'ego della ragazza, tecnica che le avevano insegnato diverse interazioni con gli altri. Meglio parlare di politica o piuttosto della ragazza dai capelli rosa se proprio dovevano. E si trattava di un discorso interessante alla fine, forse un po' malizioso. Probabilmente rovinare la festa avrebbe scatenato un disastro a livello diplomatico se si fosse scoperto il responsabile. Ma dopotutto lei avrebbe tranquillamente potuto fare il bello ed il cattivo tempo sempre lo avesse voluto. Bastava comparire in qualche luogo lontano da lì, infiltrarsi ed avvelenare un bicchiere, distruggere una scultura, ferire un ospite. Per poi scomparire nel nulla, bastava un pensiero di colei che possedeva il Quirk. Erano pensieri spaventosi e si sentiva in colpa ad averli ripensando ai visi splendidi degli sposi. Dopotutto, quel Billie che suo padre aveva tanto citato non le aveva fatto nulla, né la signora Junko né la Madame. Era quasi triste per loro, visto che probabilmente il loro matrimonio sarebbe stato pieno di questi problemi.
    «Oh? Lo conosci per caso? » - Chiese la cinese nella maniera più dolce possibile affacciandosi sulla finestra piena di fiori e rose su cui stava Rena in quel momento. Si era piegata leggermente trattenendo una risatina, non pensando di vedere la ragazza di fronte a sé arrossire di fronte a qualcuno come Fumio.
    « E' un mio sottoposto. » - Iniziò, pronunciando quelle parole nel modo più fiero possibile. « Se vuoi posso mettere una buona parola per te con lui. E' un po' strambo ma è veramente gentile ed è tipo un inventore bravissimo. » - Nascose il fatto che volesse anche aiutare Fumio a trovare una ragazza perché le sembrava il tipo che non l'avrebbe mai trovata da solo, voleva fargli fare bella figura con Rena. L'unico motivo per cui non le scappò il nome fu perché sua sorella le aveva vietato tassativamente di rivelare qualcosa sui membri lì presenti.
    Avrebbero probabilmente parlato un po' di quella faccenda prima di passare al resto, visto che alla fine si trattava sempre di una serata formale e di lavoro. Anche lei trovava Rena molto carina ed innocente, nonostante avesse chiaramente altri fini più professionali dietro. Forse era quella che si chiamava una professionista? Considerato che non ne aveva mai sentito parlare di Fox non credeva fosse particolarmente nel giro ma una nuova stella nascente nel cielo del crimine. Molto più poetico così che pensare che probabilmente tutte le persone lì dentro facevano parte della feccia di Tokyo e si atteggiavano a grandi signori. Forse era questo il motivo per cui la vecchia Madame era così odiata, si ritrovò a pensare.
    « Oh beh, secondo me stai andando benissimo. » - Cioè, credeva stesse andando bene. In realtà il bene per gli standard di Ying erano molto bassi. « Ma capisco comunque. Devo dire, non mi occupo personalmente di queste cose...ma mi sembri in gamba. Se vuoi posso parlare di te con mia sorella Ying. E' una che riconosce il talento a colpo d'occhio. E' quella ragazza al tavolo che sta parlando con quei signori. » - Avrebbe indicato con l'indice la figlia di Blank dalla pelle d'ossidiana, la quale si stava brevemente intrattenendo con degli uomini adulti, forse conoscenti del padre. Anche Rena avrebbe notato la loro somiglianza incredibile, tralasciando il colore della pelle. « Non ti assicuro niente, è veramente testarda...non so se hai fratelli o sorelle Fox, ma sono sempre quelli che ti fanno disperare di più quando si mettono nei guai... » - Avrebbe concluso, mentre la Ying originale gettò loro un singolo sguardo da lontano.
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    Edited by Dëlin - 21/11/2022, 19:36
     
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