[EVENT] Stand Up to Victory 🥇

Tokyo Olympics 2024

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    Ryo Sasaki
    L'ostilità che Toru aveva mostrato in un primo momento verso Ryo sembrava del tutto svanita, ora che era riuscita ad avere nuovamente il suo panino. Ora che poteva mettere i denti, che adesso che li mostrava si poteva constatare quanto fossero ben affilati, su quello che gli spettava sembrava aver dimenticato in fretta l'incidente capitato al primo Ryuu-chan deluxe. Era una fortuna che si mostrasse così ben disposta ed un sollievo che non aveva alcuna intenzione di mordere chi gli aveva comprato Ryuu-chan deluxe II . Tutto questo ovviamente ignorando la causa del gesto del corvino, ossia l'incidente iniziale, ma finché tutti erano soddisfatti andava bene così. Almeno lo sarebbe stato se Ryo non avesse rimediato una figuraccia con la patatina bollente. La sua reazione gli costò una frecciatina da parte della ragazza procione, che lo paragono ad un gatto per via della lingua sensibile.
    Potresti anche apprezzare il fatto che abbia salvato la tua di lingua...
    La comunicazione di Shoya tuttavia interruppe quello strano dialogo tra i due. Toru sembrò valutare attentamente se seguire o meno Ryo in direzione di Thelema, sicuramente la star del momento. Dato che aveva già palesato poco interesse per quelle cose, il corvino fu davvero stupito di sentirla accettare e dirigersi insieme a lui. Probabilmente ora che aveva finito il suo panino doveva decidere cos'altro fare in quel luogo che offriva solo Hero e gadget di Ryuu-chan.
    In realtà non credo che dovrò fare granché... Ci sono già altri eroi lì a quanto ho capito... Ryo confidava che Yoshito e Shoya fossero perfettamente in grado di risolvere eventuali problemi dovuti alla folla. In qualche modo si immaginava già il biondo compagno di scuola che cercava di istruire i fan di Thelema al corretto comportamento ed alla disciplina per mostrare rispetto alla idol. Onestamente non ci teneva neanche molto a vedere la scena. Scommetto che hanno tutto sotto controllo.
    Neanche il tempo di finire la frase che arrivò una comunicazione da parte di Naru, la tirocinante di Shoya, che comunicava di vedere degli Hero fare qualcosa attorno ad un palo. Ryo impiegò qualche secondo a processare l'informazione, non riuscendo ad immaginare a cosa potesse starsi riferendo la ragazza. Detto così sembrava che stessero facendo qualcosa di indecoroso, ma tutto sommato era ancora fiducioso nei confronti dei suoi colleghi per credere a qualcosa di simile, per cui concluse che doveva trattarsi di qualche strano malinteso ed ignorò inizialmente l'affermazione di Naru. Questo nonostante avesse aggiunto che era molto imbarazzante. D'altra parte Shoya, che doveva essere presente alla scena, comunicò agli altri di star andando in pausa e chiese a Ryo e Yoshito di dare un occhio a Naru. Il fatto che avesse incluso anche il samurai escludeva la possibilità che intendesse letteralmente.
    Eh?! Dovrei badare a qualcuno? Ma se a malapena so io cosa dovrei fare...
    Ryo fece un grosso sospiro, sperando che la giornata sarebbe finita in fretta. Sperò di non suonare troppo distaccato nella risposta, sebbene in realtà già di solito parlava in maniera abbastanza monotona.
    Capito. Narusawa-san, se hai bisogno di qualcosa contattaci pure, vedrò di dare una mano...
    Arrivò infine in vista del gruppo che si era concentrato su Thelema ed in quel momento poté finalmente capire cosa intendeva la sua compagna di squadra. Vicino al folto gruppo di ammiratori, probabilmente raccolto attorno alla Pro Hero idol dato che cantavano quasi tutti anche se da lì era difficile da vedere, alcuni tirocinanti, tra cui alcuni che riconosceva come suoi compagni di scuola, erano radunati attorno ad un palo. Il motivo della loro presenza lì era presto detto, dato che in cima c'erano due individui appesi ad un cartello. Uno di questi, con addosso un grosso zaino di Ryuu-chan, non lo riconosceva e probabilmente non ci teneva affatto a fare la sua conoscenza. L'altro era purtroppo qualcuno a lui noto.
    Visto? Che ti dicevo? Tutto sotto controllo... Ryo si voltò verso Toru, dando momentaneamente le spalle a quanto stava avvenendo a poca distanza da loro. Le rivolse un sorriso tiratissimo e poco convincente. Scusami un attimo...
    Tornò a voltarsi verso ciò che stava avvenendo vicino a Thelema.
    Ishida-senpai e Narusawa-san pensano davvero che così la situazione sia sotto controllo?!
    Bakayoshi.... Che diavolo stai facendo là sopra?! Stai cercando di renderti ridicolo in mondovisione? A differenza di prima, il tono adesso era decisamente concitato e Ryo stava facendo affidamento a tutto il suo autocontrollo per evitare di mettersi ad urlare in mezzo a tutti. E' possibile che non ti si può lasciare due minuti senza trovarti arrampicato da qualche parte?
    SPEAKING TO:TŌRU/TEAM
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    Ryuga Kurowashi
    L'addetto alla sicurezza, che millantava il titolo di eroe nonostante l'asservimento al male, l'aveva infine raggiunto. Non era riuscito a catturarlo con le catene, ma ora era in piedi sulla rete che l'altro malvagio servo del potere aveva creato attorno al palo su cui Ryuga aveva trovato rifugio.

    Quella tremenda lotta tra il bene e il male era cominciata, e l'ultimo eroe era da solo, circondato da nemici. Quel palo era diventato l'ultima roccaforte della giustizia, e Ryuga l'aveva difesa eroicamente finché aveva potuto. Ma ora i nemici l'avevano assediato e non riusciva più a respingerli. Inutile prendersi in giro, nonostante le loro perfide intenzioni, quelli erano quasi dei professionisti - anzi, alcuni forse erano proprio dei professionisti in piena regola - e non si facevano scrupoli a usare il Quirk, che a lui era fatto divieto di usare. E anche qualora non ne avesse avuto il divieto, il suo Quirk era troppo pericoloso in un ambiente come quello.

    Non c'era molto che poteva fare al momento, ora che quello con i capelli biondi lo aveva raggiunto. La mente cercava frenetica e disperata una via d'uscita, quando l'altro gli parlò di nuovo, complimentandosi con lui. Aveva un modo di parlare molto formale, simile a Hitoshi, ma quello che davvero importava all'aspirante eroe, in quel momento, era il contenuto di quelle parole. Si voltò verso il biondo con occhi lucidi e sguardo commosso: - D-dice davvero ? - chiese, non cogliendo affatto il senso dell'ultima parola, che l'altro si era premurato di sottolineare.

    Ma l'emozione per i complimenti ricevuti durò poco, e lo sguardo commosso si spense, facendosi dubbioso e perplesso - O mi sta solo prendendo in giro ? - chiese, assottigliando gli occhi e indurendo il viso. Ora Ryuga era come un gatto col pelo rizzato, pronto a scattare come una molla al primo movimento falso dell'altro. I dubbi e le incertezze erano svaniti: se voleva la guerra, l'avrebbe avuta. Con o senza Quirk.

    Ma di nuovo l'attenzione di Ryuga venne catturata, stavolta dalle parole della stessa Thelema. - SIGNORINA THELEMA !!! - rispose commosso e con le lacrime agli occhi alla chiamata della pop-star. Le parole della donna evidenziarono effettivamente una falla nel piano dell'ultimo vero eroe: certo non poteva pretendere che l'eroina idol di Magic✩Magic si abbassasse a salire su quel palo per fargli l'autografo. - Ma no, no ... certo che no ! - rispose, quasi piangendo. - Aspetti, vengo giù ! Anche io voglio cantare !!! - continuò lasciando la presa e scendendo sulla rete metallica che l'altro addetto alla sicurezza aveva creato attorno al palo.

    E proprio mentre il giovane mollava la presa ecco che il vile schiavo del sistema si mosse, rapido come solo un servo del male poteva essere, approfittando della sua distrazione per avvolgergli una seconda corda attorno alla vita e tirandolo verso di se, cercando di prenderlo in braccio. Ma se pensava che l'ultimo eroe sarebbe caduto senza combattere, si sbagliava di grosso. Non c'era molto che potesse fare, ma per fortuna c'era un altro alleato della giustizia ad aiutarlo: Ryu-chan !

    Puntando i piedi sul cartellone pubblicitario, Ryuga si diede un ulteriore spinta con la gambe, lanciandosi ancor più velocemente contro il biondo. Il grosso zaino rendeva la sua figura troppo ingombrante e questo, unito all'effetto sorpresa di quell'azione repentina, avrebbe reso Ryuga estremamente difficile da afferrare ... o schivare !!!

    Se tutto fosse andato come previsto, il grosso zaino di Ryu-chan avrebbe preso in pieno volto il perfido addetto alla sicurezza - in realtà attutendo l'impatto in modo che non si facesse troppo male - mentre la massa del giovane, unita alla spinta e all'instabilità di trovarsi in piedi su una rete elastica lo avrebbero fatto cadere all'indietro sulla stessa rete, schiacciato da Ryuga - Così impari a metterti tra me il mio autografo !! - fece esultante il giovane.

    SIGNORINA THELEMA !! Aspetti, sto arrivando ! Non cominciate senza di me ! - gridò preoccupato alla pop-star, mentre cercava di rimettersi in piedi e per poi scendere dalla rete.
    SPEAKING TO:Sicurezza
    SCHEDAStudente Yuuei
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    Miyasato Oshima
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    « Dialogo »< Interiore >
    ( Kaworu )
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    Non vorrei dir nulla ai miei colleghi. Probabilmente loro sono più svegli di me, più capaci, più talentuosi... Ma non riesco a togliermi il pensiero che stiano approcciando la situazione nella maniera sbagliata. Troppa aggressività verso circostanze che non dovrebbero per forza finire a mani in faccia.

    Io ho immediatamente creato una rete e provato a legare una corda di sicurezza attorno a Kurowashi, perché l'unica cosa di cui mi importa è che non cada sfracellandosi. Amaterasu e Abel invece sembrano averla presa molto più sul personale, il primo gli scatta addosso per incatenarlo come fosse sotto arresto, il secondo lo riempie di insulti sin da quando si è presentato.

    Mi chiedo se stiamo ancora cercando di portare qualcuno al sicuro, o se il ruolo di un Eroe debba per forza essere "punire i trasgressori".

    Fortunatamente ci pensa proprio il soggetto dell'intera questione – Thelema – a intervenire prima che le cose possano degenerare, giocando al gioco di Kurowashi. Ne capisco il senso, e indubbiamente lei ha ben più esperienza di me nel gestire situazioni del tipo, ma un po' mi chiedo se attenzioni simili non incoraggeranno altri fan a tentare mosse rischiose in futuro. Tutto pur di attirare l'occhio dell'Idol.

    Ma per oggi, almeno, riesco ad esalare un sospiro sollevato. Il ragazzo cade istantaneamente nel fascino ipnotico dell'Eroina, finalmente sembra intenzionato a scend–

    « Amaterasu! Aspetta non è necessa– ​»

    ( Wohoooo! Vai Yoshito, spaccalo! )
    Mi manca il tempo di completare la frase, il biondo è passato ad un secondo tentativo di "arresto". Ora senza più alcuna giustificazione.

    La situazione sarebbe stata tragica e imbarazzante già così, ma Kurowashi contrattacca, strappando un verso sconcertato dal gruppetto di spettatori che ancora ci sta guardando, e immortalando per sempre le loro gesta nelle registrazioni di più di un cellulare.

    Volevamo aiutare un civile in una posizione rischiosa, ed è diventata una rissa.

    « ADESSO BASTA! ENTRAMBI! ​»

    L'urlo, anzi, il rimprovero stupisce anche me. Non ricordo l'ultima volta che ho alzato la voce così, e non saprei dire perché proprio oggi in un frangente così banale abbia deciso di uscire... E oltre alla sgridata involontaria, anche il mio corpo si muove guidato dall'istinto.

    Faccio un passo verso la rete di sicurezza e basta un tocco a rimodellarne la forma. Yoshito ha citato il non aver l'autorizzazione per sfruttare le nostre unicità, ma a meno che non ricordi male tale ammonimento vale solo per chi non è munito di una Licenza.

    Certamente però Banana Split non s'immaginava sarebbero state usate in queste circostanze.

    La rete si avvolge attorno i due a mo' di bozzolo, stringendoli non solo uno al fianco dell'altro, ma attaccandoli al palo stesso come si legavano le vittime al rogo.

    « Che cosa vi passa per la testa!? ​»

    Forse è solo lo stress dell'essere per la prima volta "sul campo" ed essermi subito infilato in un casino che mi ha fatto un po' andare in crisi nevralgica.

    « Kurowashi! Ora hai esagerato! Non t'importa nulla del disturbo che stai causando?! Se fossi caduto dal palo non ti saresti solo rotto le ossa, avresti anche rovinato l'umore e i festeggiamenti di tutti gli altri! Adesso addirittura vuoi azzuffarti con un Eroe?! ​»

    O magari è l'aver già visto troppe volte Hero che del ruolo di Eroismo conoscono soltanto la parte dove si fa a cazzotti.

    « Amaterasu! Ti sembra un comportamento idoneo, questo?! Qualcuno nel nostro ruolo dovrebbe ricorrere alla violenza come ultimissima risorsa! Guarda com'è peggiorata la situazione! ​»

    Parole senza filtri... Purtroppo non per volere mio. Appena tutto ciò esce dalle mie labbra è palese dall'espressione che ho in faccia che ne rimpiango subito ogni frase... Mi è scappato... E non credo riuscirei a intimidire davvero nessuno dei due, siccome le gambe mi stanno tremando totalmente fuori controllo.

    Ora che una cazzata l'abbiamo fatta tutti e tre, non ci rimane altro che fare pace.

    « ...Per favore, vi chiedo di riappacificarvi prima di separarci. Non lo so... Scusatevi a vicenda... O qualcosa del genere... ​»

    Mi avvicino ai due e sfaldo il bozzolo con un tocco, sempre che uno o entrambi non l'abbiano già disfatto prima del mio intervento.

    « E Kurowashi, se non riesci a tranquillizzarti dovremo seriamente portarti fuori a prendere qualche boccata d'aria. Qui nessuno è malvagio... Vogliamo semplicemente goderci la fine delle Olimpiadi. ​»

    Sforzo di tirar fuori il mio miglior sorriso, ignaro di quanto possa essere utile arrivati a questo punto.
    SPEAKING TO:Gruppo Palo
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  4. Lady Seiros™
     
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    Abel Xavier Phantomhive
    Allora, dunque come spiegare la situazione? L’ davanti a tutti si stava verificando una bella situazione di merda effettivamente, certo Abel non aveva partecipato, anche perché anche lui avrebbe preferito che la cosa si risolvesse senza incidenti e che nessuno si facesse male , ma diavolo che che stavano facendo volevano davvero dare un simile spettacolo davanti a tutti, mammamia che situazione “imbarazzante”. In ogni caso da come si stavano mettendo le cose anche Abel avrebbe voluto prendere tutti e due i ragazzi e fargli una bella ramanzina, certo all’inizio pensava che la cosa si sarebbe risolta subito senza conseguenze, ma poi dopo avevano davvero degenerato.
    “Cioè ma stanno prendendo la cosa seriamente? Si vogliono ammazzare? Che cosa diavolo gli è passato in testa? ” Si Abel stava iniziando un po’ a “schifare” tutto ciò non tanto per Yoshito , lui c’era poco da fare faceva il suo dovere però forse poteva evitare di attaccare la seconda volta e il signorino vestito di viola si era messo addirittura a sfidarlo e dal suo discorso gli pareva quasi che volesse sfidare tutta la sicurezza, cioè ma quello li era vero che era della Yuuei? Siamo sicuri che non fosse un piantagrane di qualche scuola rivale?
    Il ogni caso la signorina Thelema era riuscita a far scendere il ragazzo impertinente che si era beccato una bella sgridata da parte di Myasato e aveva ragione su tutti i fronti e forse anche Abel stesso doveva scusarsi senz’altro perché anche se non aveva fatto nulla , magari le sue parole iniziali più che convincere qualcuno a scendere erano risultate poco educate, ma si era lasciato prendere dalla tensione del momento.
    Fece un piccolo sorriso grattandosi la testa .
    “Già ci siamo comportati abbastanza male, faccio pure io le mie più sentite scuse per quello che ho detto prima, ma spero che eventi simili non succedano più, anche perché i modi non saranno stati garbati e non sempre la violenza serve però penso che se proprio vogliamo parlare di sicurezza, allora metta a disagio tutti i presenti vedere qualcuno che si arrampica su un cartellone e grida a squarciagola. Kurowash spero che abbia imparato la lezione . Buon proseguimento e stai più tranquillo, che la signorina Thelema darà autografi a tutti ne sono sicuro.”
    Già perché comunque anche se i modi non erano stati molto garbati allora neanche arrampicarsi come un geco su un cartellone non era intelligente, meno male che c’era Thelema e che aveva pensato a calmare gli animi che aveva iniziato anche la sua esibizione che a proposito Abel andò a sbirciare insieme agli altri, allontanandosi dal gruppo palo, non aveva più voglia di entrare in merito all' accaduto e non gli interessavano più i commenti o parlare di questa storia con gli altri, d'ora in poi sarebbe rimasto fuori dai guai e avrebbe svolto il suo compito da solo come previsto.



    SPEAKING TO:Gruppo palo Ryuga
    SCHEDAEroe Tirocinante
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    Edited by Lady Seiros™ - 15/11/2022, 03:13
     
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    TŌRU KURIMOTO
    Chiacchierare del più e del meno con qualcuno che -una volta tanto- sembrava non avere doppi fini era un cambio di passo piacevole.
    Sarebbe stato bello farci l'abitudine... Ma Tōru non era abituata ai miracoli. Meglio sfruttare la situazione al meglio che poteva fino a quando entrambi avevano tempo ed energie per quello scambio di battute semiserio.
    Ad ogni modo la cosa era... accettabile. Quasi piacevole insomma.

    « Un vero Hero si vede dalle piccole cose insomma, eh? »

    Nah, avrebbe dovuto impegnarsi di più per un suo ringraziamento sincero. Salvarle la lingua? How cute. Il mezzo sorriso della ragazza procione sottolineò il leggero sarcasmo di quell'affermazione.
    Il ragazzo aveva un lato gentile, quasi sensibile doveva ammetterlo.
    Peccato che le persone sensibili dalle sue parti erano le prime a finire truffate, sfruttate... O di solito sparivano dalla circolazione, accompagnate da "tizi gentili" vestiti di nero o Yakuza se proprio erano sfortunati.
    Nah, essere sensibili non era la migliore ricetta per vivere a lungo.

    « Ah chiaro. »

    Camminando rapidamente in direzione dello stand Sasaki spiegò la situazione alla ragazza, assicurandole che i suoi colleghi avevano tutto sotto controllo.
    Tōru era... quantomeno scettica della cosa. Gli Heroes che aveva conosciuto a Tsukiji erano per lo più cacciatori di fama, interessati più ai Likes e al proprio profilo Babel che alle condizioni di vita di gente come lei.
    Per "sotto controllo" poteva aspettarsi gente a terra, legata e con una quantità non trascurabile di lividi.
    Il tutto ovviamente lontano dagli sguardi della Tokyo-bene.

    « Non ne ho alcun dubbio. »

    Cercando di far suonare quelle parole almeno verosimili la ragazza seguì Sasaki senza aggiungere altro, fino a quando non arrivarono al luogo che era stato indicato allo Hero.
    Non che gli ci fosse voluto tanto, erano in uno stadio non in un quartiere di Tokyo.
    La scena che si parò davanti agli occhi di Tōru fu qualcosa di completamente inaspettato.
    Da una parte l'inconfondibile figura della famosissima Thelema impegnata a cantare, al centro di una piccola folla di persone... impegnate a farle da coro.
    Dall'altra un palo. Con un tizio appiccicato sopra come un geco. Con uno zaino di dimensioni importanti modello Ryuu-chan.
    Un tizio che sbraitava cercando di attirare l'attenzione della Hero/Idol senza apparente successo.
    Sotto di lui attorno al palo svariate figure stavano cercando di farlo scendere, parlandogli... E litigando tra loro?
    A giudicare da quanto vedeva stavano usando o erano in procinto di usare i loro quirk.
    La sensazione era come veder impiegare una katana per tagliare un daikon.
    Se non era una overkill quella, Tōru non avrebbe saputo dire quale.
    Provò a trattenersi, un po' per serietà un po' per non umiliare eccessivamente Sasaki.
    Dopo mezzo secondo capì di avere fallito.

    « Bwahahaha~!!»

    La risata fragorosa in cui Tōru esplose era tutto fuorché contenuta.
    Beh, per lo meno era sincera. Una risata incontrollabile dovuta all'assurdità della situazione.
    Mai, per come aveva avuto modo di conoscere gli Heroes a Tokyo la ragazza-procione si era trovata ad assistere ad uno spettacolo tanto surreale quanto ridicolo.
    Ciò che lo rendeva assurdamente divertente era il fatto che nessuno era realmente in pericolo, in parte perché tutti sembravano preoccuparsi in maniera esagerata della sicurezza dei presenti, in parte perché -sembrava- le persone ci credevano davvero in quello che facevano o dicevano.
    No, surreale neppure cominciava a rendere l'idea di quello scenario così assurdo.

    « T-ti prego... *sniff* dimmi che si tratta uno spettacolo... »

    Tenendosi la pancia con la mano, la ragazza-tanuki si asciugò una lacrima con quella libera. Sembrava uno di quei vecchissimi film americani dove mentre l'inquadratura si concentra sulla scena principale (Thelema, addirittura!) sullo sfondo succedono le cose più assurde tipo gente che si butta dalla finestra, dinosauri impazziti, zombie e cose del genere.
    Ecco, vedere quel tizio con più di una rotella fuori posto sbracciarsi e urlare in direzione della famosissima Hero circondato da tizi in costumi improbabili che ci mancava poco che lo punzecchiassero con dei bastoni appuntiti era... Troppo divertente.
    Unito al fatto di aver finalmente potuto consumare un pasto decente, beh, difficilmente la giornata avrebbe potuto migliorare.
    Poi vide l'espressione dello Hero al suo fianco.
    E ri-scoppiò a ridere.

    « Seriamente?? Era questa la situazione da risolvere?? »

    Avvicinandosi a Sasaki con l'espressione degna del miglior Troll una Tōru che palesemente se la stava spassando si avvicinò al ragazzo per... come dire? Ah ecco. Rigirare il coltello nella piaga.
    Non erano frasi dette con troppa cattiveria, ma non prendere un po' in giro Sasaki come esponente della categoria sarebbe stato quasi irrispettoso dopo avere assistito ad una scena del genere
    Nah, ancora non ce la faceva a crederci. Non esisteva che quella scena così surreale non fosse stata premeditata dagli organizzatori dell'evento!
    Ma dove erano, ad un film comico? E poi il tizio vestito di viola... con quel mega-zaino di Ryuu-chan sulle spalle, da quale manga comedy era uscito???

    « Su su... coraggio! Dovesse andarvi male la carriera da Hero avreste sempre un futuro assicurato nel mondo del cabaret. »

    Senza minimamente trattenere le risate la ragazza cominciò a dare ripetute pacche sulla schiena al ragazzo.
    Pranzo più spettacolo era una combo vincente su questo non c'erano dubbi.
    Era da tanto che non si faceva una risata liberatoria così sincera, le ci voleva proprio: non avrebbe affidato loro il traffico dei pedoni in un parco pubblico ma accidenti se erano in grado di risollevare il morale della gente comune!
    ...forse si stava sbagliando sul conto degli Heroes.

    SPEAKING TO:RYo SASAKI
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    Hitoshi Hayabusa
    Parlato / Narrato / Pensato / Interiore
    "Ahhh, Hitoshi-san ! È venuto a scusarsi per caso ?"
    Una domanda che sinceramente non mi aspettavo affatto e che è riuscito a confondermi tanto. Perché questa domanda? A cosa si riferisce? Perché mi sta... sfidando?
    ...
    Mi sono immobilizzato con la bocca socchiusa a osservare Ryuga reagire agli altri eroi e non capivo nulla: perché non dà retta agli altri eroi? Perché si sta comportando in un modo così infantile? Sto in totale silenzio mentre assisto Oshima preparare la rete, White Knight partire con la cattura e l'inglese... uscirsene con una frase non esattamente diplomatica, ma in parte comprensibile in quanto Ryuga sta facendo il bambino in mezzo a tutti. E la cosa peggiore è che ha pensato pure di sfidare la sicurezza.
    Sta esagerando.
    Rimango con un'espressione severa e glaciale, cercando di nascondere una sensazione piuttosto spiacevole, ossia la rabbia. Normalmente internamente sono nervoso per la paura di star interagendo con qualcuno, ma mai arrabbiato, soprattutto con qualcuno di cui in teoria sono "amico". Il ragazzo viola, lo stesso che l'altro giorno si è mostrato in uno stato di debolezza per dei dubbi che riguardano il suo futuro, sta ora sputando sulle promesse che si è fatto: è così che vuole diventare un'eroe? Vuole davvero farsi riconoscere in una maniera così negativa? L'osservo sfidare il mondo mentre strilla come un bambino il nome della diva che, nel frattempo, si è accorta del casino. Ho messo una mano sulla fronte mentre assisto Thelema cercare di far ragionare quel pazzo incosciente, per poi far partire un concerto a sorpresa. Attirare l'attenzione su di sé per rendere meno evidente Ryuga è stata un'idea veramente buona, ma non riesco ad apprezzarla pienamente perché sono ancora scosso dalla situazione: Ryuga mi sembra simpatico ed ho di recente accettato la sua amicizia, ma la sua condotta va in totale contrasto con le regole e la cosa non mi piace affatto, soprattutto perché è determinato a diventare un grande eroe e, con delle premesse del genere, ho delle brutte sensazioni. Tanto più perché White Knight ha tentato nuovamente la manovra di cattura e in quel momento è arrivato un'altro eroe ancora, un conoscente di White Knight. Possibile che per questa situazione sono necessari tutti questi eroi? Le diverse sezioni del Tokyo Dome lasciate scoperte perché Ryuga non ne vuole sapere di ragionare!?
    Che schifo.
    Quella di Ryuga non è determinazione, è testardaggine e irresponsabilità. Usa pure lo zaino come arma per affrontare il cavaliere e così finiscono entrambi nella rete del mio superiore, che decide saggiamente di bloccare i movimenti di entrambi. Ignoro totalmente le capacità appena mostrate da Ryuga perché sinceramente sono troppo nervoso, soprattutto perché con la frase dell'inizio, sembra che questa situazione sia colpa mia... ma scherziamo?
    Calmati.
    Cerco di rimanere quanto meno professionale e ascolto quindi il discorso di Oshima, facendo però un po' di fatica quando l'inglese parte con quella premessa che mi fa sinceramente innervosire ulteriormente. Io non ho fatto nulla, anzi, ho cercato di sistemare la questione, di mostrarmi disponibile e lui mi ripaga pretendendo delle scuse. Per cosa? Per tutta la durata della ramanzina sono stato a fissare intensamente la mina vagante. Probabilmente tutti gli altri presenti avrebbero notato un semplice sguardo glaciale da parte mia, come se stessi facendo una ramanzina mentale, ma il responsabile di questo disastro avrebbe potuto notare qualcosa di particolare: nel mio sguardo è presente la rabbia, anche se contenuta. Sono veramente arrabbiato con Ryuga e sinceramente non so cosa fare per risolvere la situazione, perché per la domanda di prima ho capito che la questione non è affatto terminata e che si deve sistemare il prima possibile, ma questo non è il momento adatto. Probabilmente appena verrà liberato correrà verso Thelema, ignorando tutto e tutti, e il Tokyo Dome non è la sede adatta per chiarire questa storia delle scuse, soprattutto in mezzo a tutti. Un bambino infantile sotto ogni punto di vista. Sento la rabbia salire e non so come gestirla, non mi capita quasi mai di ritrovarmi in questa condizione e cerco di sfogarla in maniera contenuta. Faccio quindi un sospiro e faccio un semplice commento, tenendo lo stesso sguardo di quando io e Ryuga ci siamo conosciuti in mensa.
    Mi ha veramente deluso, Kurowashi-san.
    Secco e lapidario, avessi avuto il quirk di Todoroki avrei congelato l'intero stadio.
    Riprenditi.
    Dopo qualche istante capisco che mi sto facendo trasportare un po' troppo dalle emozioni e mi sforzo a tornare neutro. Ho bisogno di una pausa e quindi mi giro verso il mio superiore, ho bisogno di una boccata d'aria.
    Data la presenza di tutti questi eroi, posso chiedere il permesso di perlustrare altre zone dello stadio?
    Mi mostro serio e professionale, anche se dallo sguardo si può forse notare che spero in una risposta affermativa da parte sua. Sono decisamente nervoso. Se avesse acconsentito la mia richiesta, avrei risposto con un inchino con la testa mentre indico con l'indice destro l'auricolare nell'orecchio, come a dirgli che sarò subito presente alla prima chiamata. Dopo questo breve chiarimento, mi congedo e cammino in una direzione a caso, lontano dal palo e da Thelema. Tanto ci sono altri eroi in zona e non è una buona idea lasciare scoperte altre zone dello stadio. Mi guardo in giro con aria severa e trovo solo i curiosi che si stanno allontanando dalla zona e altri tirocinanti che stavano controllando la situazione ad una certa distanza, tra cui una vestita da pinguino che vedo con la coda dell'occhio. Cerco di ignorare i costumi più carini e bizzarri in circolazione perché al momento voglio solo concentrarmi a lavorare, ho bisogno di... qualche minuto per tranquillizzarmi.
    Complimenti Ryuga... complimenti.

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    Masao Suzuki
    In tutto quel delirio, nessuno avrebbe notato un biondo ossigenato dall'altezza e fattezze perfettamente nella media che gironzolva tra le bancarelle dello stadio, vero? Perché Masao Suzuki non ci teneva minimamente a farsi notare da qualcuno. Aveva pure un layout verdolino anziché il solito arancione, più in incognito di così. Non aveva chiesto a nessuno dei suoi amichetti soliti di accompagnarlo all'evento, perché di base era lì per comprare figurine, fare file per gli autografi (volevaquellodiBananaSplit) e darsi a comportamenti imbarazzanti per un uomo che aveva passato la trentina da un pezzo.

    Forse avrebbe dovuto farsi meno seghe mentali, come al solito, perché di certo non era l'unico adulto venuto lì a fanboyare. C'era un sacco di casino, eh? Aveva comprato solo la metà delle figurine che gli mancavano, a momenti gli avevano fregato il portafoglio e stava iniziando a sudare duro, sotto quel cappellino scuro messo principalmente per non farsi sgamare. Banana Split ovviamente non l'aveva visto nemmeno di strisc-no eccolo, era lui! No era solo un cosplay-

    "Urgh!"

    E insomma si era distratto, l'avevano sgomitato, e lui era finito con la faccia contro le tette della tipa che gli era passata davanti, in una scena degna di una sgangherata commedia romantica.

    "Miscusimihannospintononl'hofattoapposta..."

    Solo che una volta fatto un passo indietro, aveva constatato che la tipa davanti a lui la conosceva già. Si tirò su la visiera con la mano libera, per farsi meglio riconoscere.
    Non si vedevano da parecchio.

    "Agente Asami."

    O Asami-shinshou come era solito chiamarla una volta, quando lui era solo un wannabe vigilante e lei era quella altrettanto wannabe che però picchiava più forte. Nonostante non sapessero poi molto l'uno dell'altra, l'aveva sempre ritenuta un'alleata, una quasi-amica, una sulla sua stessa linea d'onda... Almeno finché non aveva scoperto che si era portata una ragazzina a stento maggiorenne nelle sue ronde a caccia di criminali, Hana. Avevano litigato di brutto, lui aveva messo il broncio, e avevano finito per perdere i contatti. Era passato più di una volta nel magazzino in cui un tempo si allenavano, ma non l'aveva più rivista fino a quel momento.

    "...Pace?"

    Tirò fuori una scatola di pocky dal taschino della camicia, dove un tempo teneva le sigarette, offrendole un bastoncino cioccolatoso come offerta di pace.
    Perché gli era mancata, l'agente Asami, e non aveva più voglia di bisticciare.

    SPEAKING TO:Arabella
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    Kalyani Raji
    « Hai ragione, non ho nulla di cui scusarmi. ​»
    Kalyani dovette far appello a tutte le sue facoltà di autocontrollo per non mandare a monte la facciata diplomatica che aveva assunto nei confronti di Gabriel. Stava cercando di essere matura e di non pretendere delle scuse, ma se lui assumeva quell’atteggiamento, beh, non l’aiutava a mantenere il suo proposito iniziale.
    Per questo motivo il suo sorriso divenne stucchevole, mentre una vena si gonfiava leggermente all’altezza della sua tempia, segno distintivo che si stesse trattenendo fortissimo da lanciargli un insulto. “Una dimostrazione pratica non prevede comportamenti scorretti.” Gli sottolineò, con una voce fintamente gentile, facendo chiaro riferimento al modo in cui lui l’aveva fregata in un paio di occasioni e l’aveva praticamente umiliata… insomma, altro che amichevole.
    In effetti, neanche quella che aveva fatto con il resto del Bloodpact al Ryokan era andata molto bene.
    … forse stava iniziando a smettere di credere nella definizione di amichevole.
    Si lasciò sfuggire uno sbuffetto poi, incrociando le braccia al petto. “Sono molto impegnata con il mio lavoro, non ho sempre il tempo per queste cose. E poi volevo migliorarmi un po’, prima di rivederti di nuovo, almeno non rischio di fare di nuovo una brutta figura.” Le parole di Kalya erano assolutamente sincere, nonostante il tono di voce piatto e quasi tagliente che aveva assunto. Dopo gli ultimi due allenamenti a cui era stata sottoposta, non era più tanto in vena di lasciarsi maciullare dai suoi avversari, sia per questione di orgoglio che per non dover girare ogni giorno con lividi su tutto il corpo – come lo avrebbe poi spiegato sul luogo di lavoro? Non poteva usare sempre la scusa di incidenti con i macchinari.
    La tensione non si allentò alla rivelazione della relazione fra Kalya e Shinji, anzi, sembrò quasi peggiorare. Vide l’espressione di Gabriel tramutarsi in pura confusione in un primo momento, per poi passare a giudicarla con sdegno e scetticismo. Kalyani aggrottò visibilmente le sopracciglia e assottigliò lo sguardo, ritrovandosi improvvisamente a sentire uno strano moto di competitività con quell’uomo a cui non sapeva darsi una spiegazione logica.
    E ignorò volutamente il commento a Desmond, ormai arresa all’idea che un po’ tutti si fossero fatti strane idee sul loro conto compresa lei stessa.
    “Non devo convincere nessuno, Gabriel. Non credo di aver bisogno dell’approvazione di una terza persona per stare insieme a Shinji.” Gli rispose, con un tono di voce un po’ seccato, improvvisamente innervosita dall’atteggiamento che lui stava assumendo nei suoi confronti, soprattutto riguardo la loro relazione.
    Che diamine di rapporto aveva con Shinjiro?
    E a proposito di questo, Kalya trasse un piccolo sospiro di sollievo quando lui le diede man forte, stringendole la mano e definendola la sua ragazza. Faceva sempre un bell’effetto sentirselo dire così apertamente, visto che il cuoco era un uomo di poche parole e, di solito, dimostrava l’affetto tramite i gesti. Gli rivolse un piccolo sorriso, anche se era ancora un po’ pensierosa e nervosa: forse doveva chiedergli altre informazioni riguardo Gabriel e il rapporto che i due avevano.
    Il momento telenovelas (???) fu interrotto dall’arrivo dell’idol Thelema, seguito dal caos dei fan che cercavano a tutti i costi di ottenere un autografo da lei. Kalya rimase a guardare impassibile la scena, prima di assumere un’espressione indignatissima di fronte all’immagine del ragazzo che urlava a squarciagola e si arrampicava sul cartellone per farsi notare. “Che scena patetica.” Commentò sottovoce, più a se stessa che agli altri. D’altro canto, Kalyani non sopportava minimamente le persone chiassose, teatrali e che recavano disturbo alla quiete pubblica. Se fosse stato suo figlio, lo avrebbe fatto scendere prendendolo per le orecchie (?).
    Voleva girare a largo da quella calca, ma i cuginetti di Shinjiro volevano andare proprio lì, e questo non andava affatto bene. Per fortuna il suo ragazzo si voltò a chiederle man forte e lei – ignorando che si era rivolto anche a Gabriel – si schiarì la voce, attirando l’attenzione dei piccolini con fermezza. Si chinò verso di loro, guardandoli con un’espressione gentile. “Facciamo così: se date retta a Shinjiro, un giorno di questi vi invito nella mia azienda e vi faccio vedere gli equipaggiamenti fighissimi che usano gli eroi. Che ne dite?” Non le piaceva l’idea di avere bambini che toccavano le sue preziosissime macchine, ma… era meglio dover affrontare quello, invece di ritrovarsi nel bel mezzo della calca di fan urlanti per chissà quanto tempo.
    Doveva scegliere l’opzione meno peggio.
    Si sollevò in piedi, lanciando un’occhiata a Gabriel e avvicinandosi all’orecchio di Shinji. “Ma mangiamo insieme a lui…?” Domandò sottovoce, con una punta di fastidio. Dopo il momento di tensione di prima, non era tanto convinta che sarebbe riuscita a rilassarsi in quell’appuntamento a tre.
    SPEAKING TO:Gabriel&Shinji
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    CASTIEL LEROY
    «I biscotti sono sempre ben accetti. Soprattutto se senza grassi.» rispose l'ex-idol, dopo aver tranquillizzato Midori sul fatto di non aver bisogno di aiuto. La linea era importante, si sa, ma era anche vero che Castiel non faceva mai regali alla gente aspettandosi di ricevere qualcosa in cambio, ma solo perché gli piaceva fare regali.
    Il Direttore della Mankai Company di eroi non ne sapeva un granché, o meglio, conosceva i loro volti e le loro gesta per la maggior parte, era nel settore più "burocratico" della faccenda che si evidenziavano pesanti lacune.
    «Mmh. - mormorò, quando la giovane eroina dai capelli azzurrini gli chiese se in sua opinione avesse la stoffa per far davvero parte di un'agenzia come Magic☆Magic. - Beh, ti piace cantare e stare in mezzo al pubblico, no? Credevo che conciliasse bene le due cose. Se fossi stato al tuo posto me la sarei cucito da solo la stoffa. E anche il vestito.» rispose quindi, stampandosi una fiera espressione sul viso. Non voleva illudere Midori sul fatto che fosse realmente in grado di farlo accadere, aveva i suoi agganci con il mondo dello spettacolo, meno con quello degli eroi, ma se fosse riuscito a parlare con uno dei loro membri, magari allora forse... un giorno... Loro l'avrebbero trasformata in una perfetta eroina, e al resto ci avrebbe pensato lui. Era senza dubbio una strada che gli sarebbe piaciuto prendere in considerazione.
    «Beh, non che io abbia intenzione di ceder loro i tuoi diritti musicali, chiaro.~»
    In un modo o nell'altro, alla fine, tutti gli eroi diventavano famosi, soprattutto quelli che si affiancavano ad agenzie che avevano già un loro nome e pubblico: Endeavor, Providence, Lifeline, il Dojo Saotome... emergere in mezzo a nomi già così affermati era estremamente difficile. Per quanto poco ne sapesse, Castiel non credeva che ogni eroe sarebbe stato in grado di adattarsi a qualunque agenzia; era un po' come nel campo degli idol alla fine, molti si specializzavano in alcuni campi più di altri e diventavano la loro specialità. Gli eroi erano un riferimento per la popolazione, per questo servivano quelli in grado di difenderla come Providence, tanto quanto servivano le agenzie come quella di Thelema che si occupavano anche dell'intrattenimento. Era un genere di sicurezza che non tutti potevano diffondere. Insomma, c'era un motivo se i bambini volevano fare gli eroi e non i poliziotti, no?
    Fu quello il motivo per cui accolse la comparsa della suddetta eroina con molta più gioia di quanto si sarebbe normalmente concesso.

    Dopo i primi momenti, tuttavia, l'apparizione di Thelema generò un po' di confusione imprevista, tanto che l'eroina dovette allontanarsi da chi le stava chiedendo gli autografi e intervenire per quietare la situazione. In mezzo alla folla, Castiel rimase a scrutare la scena perplesso, intuendo - dalle loro parole - che fossero tirocinanti eroi e decise di inclinare appena il viso verso Midori. «Psst. Midoricchi. Sono tuoi compagni di scuola questi?» sussurrò, a debita distanza dalla scena del crimine. Poi estrasse dalla tasca il proprio cellulare e iniziò a riprendere: un attimo dopo era in diretta sul suo profilo ufficiale di Babel. «Sono molto agitati.» aggiunse, ricaricandosi sulle spalle lo zainetto firmato. Comprendeva il panico, ma non poté fare a meno di pensare che gli eroi si scaldassero davvero in fretta. Castiel aveva visto di molto peggio nel corso della sua vita. Non erano mai stati ad un meet&greet post-concerto? Lanciò una preghierina mentale al ragazzo del palo, e poi disse addio anche ai suoi sogni di gloria: di quel passo non solo Thelema lo avrebbe considerato meno di zero, ma non avrebbe avuto nemmeno la possibilità di parlargli di Midori. «Sigh, non so se ci conviene rimanere nei paraggi. - mormorò, di nuovo rivolto alla sua accompagnatrice. C'era troppa confusione, e anche se gli sarebbe piaciuto aggiungersi al coro temeva che la situazione potesse peggiorare. Niente, magari avrebbe cercato di fissare un incontro appropriato con i manager delle idol di Magic☆Magic, così per tentare di strappare loro qualcosa per la futura carriera della ragazza. Ormai aveva le sue idee, e buona fortuna a spostarlo di lì. - Cosa vuoi fare?»
    SPEAKING TO:midori
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    TOBI FUKUDA
    Udì Shoya comunicare alla sua squadra ufficialmente che si metteva in pausa, sentendolo poi fare l'appello e comunicare ai due tirocinanti più anziani - un certo Ryo ed uno Yoshito - di prendersi cura di una certa Naru in quanto elemento più giovane e senza esperienza. Quel Yoshito doveva essere Amaterasu, o perlomeno questa era la lampadina che si era accesa sulla testa di Tobi sentendo quel nome e collegandolo alla figura che aveva visto prima aggirarsi fra le bancarelle.
    Shoya avvicinò il suo sguardo alla tesserina ancora nuova fiammante il poco che gli bastò per capire di cosa si trattava, dopodiché il suo volto fu pervaso da una serie di evidenti emozioni fra cui Tobi fu sicuro di leggere anche una vena di spirito competitivo - ma che perlopiù sembravano di positiva sorpresa. Seguirono, infatti, dei complimenti che parsero sentiti, Shoya disse di sapere benissimo come ci si sentiva dopo aver raggiunto un traguardo del genere e di essere felice che Tobi fosse arrivato alla fine del tunnel. Aggiunse, inoltre, che gli eroi della nuova generazione erano merce rara e che ora come non mai c'era bisogno di loro. Tobi non capì troppo bene a cosa si riferisse Shoya, era vero che c'era stato un pericoloso calo di richiesta per le scuole di eroismo dopo gli ultimi eventi, ma di lì a definirli merce rara... no, probabilmente intendeva qualcos'altro, probabilmente aveva più a che fare con la qualità delle persone, forse intendeva semplicemente che era ormai raro trovare heroes con sani principi e senza manie di onnipotenza o di ambizione. Tobi poteva essere parzialmente d'accordo su questo, in fin dei conti molti dei suoi idoli attuali appartenevano almeno ad una generazione indietro, non c'erano molti eroi suoi più-o-meno coetanei di cui aveva molta stima. D'altro canto, le voci stonate erano sempre le più rumorose, pertanto non si sentiva di accusare un'intera categoria per le sue personali esperienze. Shoya faceva questo mestiere da un po' ormai, quindi non se la sentiva di sminuire completamente la sua opinione. Nel dubbio, decise di farne una questione di responsabilità per rispondergli adeguatamente.
    -Sì. Abbiamo una grande responsabilità sulle spalle. Dobbiamo imparare molto dai vecchi. E metterci del nostro.- Concluse, in maniera forse un po' più solenne di quanto avrebbe voluto, trattandosi di un discorso informale. Ma era vero, in fondo quel tesserino non significava che "aveva finito", significava anzi che iniziava ora. E che da ora in poi sarebbe stato interamente responsabile per qualsiasi cosa fatta in servizio, con la sua faccia e con le sue azioni, aveva spiccato il volo dal nido ed ora il cielo si apriva dinanzi a lui, ed era una grande libertà ma anche un'enorme incertezza, e faceva paura. Ma da qualche parte bisognava pure iniziare.
    Il discorso si spostò su Shoya e sulla sua agenzia, a dire il vero Tobi era sempre stato un po' spaventato dall'evidente sete di conquista che Shoya aveva sempre dimostrato anche durante la scuola, ma alla fine era riuscito a sfondare e a fare a modo suo, e sembrava piuttosto serio e responsabile. L'agenzia iniziava, a dire suo, a contare dei primi tirocinanti e dei primi collaboratori, il che era un risultato eccellente, soprattutto i tirocinanti perché significava che Ishida era riuscito ad ottenere la fiducia della Yuuei e di altre scuole, cosa affatto scontata e che non era concessa proprio a chiunque. Si chiese se quei tre che aveva citato prima, Ryo, Yoshito e Naru, fossero tutti i suoi tirocinanti o ne avesse addirittura altri, sebbene tre tirocinanti fosse già un numero incredibile per un'agenzia così piccola e nuova.
    Lo ascoltò con piacere e con un sorriso cortese stampato sulle labbra, poi si vide allungare un biglietto da visita, unito all'offerta di ricambiare il caffè se fosse passato a trovarlo, in sede.
    -Come potrei rifiutare. Passerò di sicuro, prima o poi.- Gli impegni erano tanti, specie ora, e non sapeva dargli già da ora una data precisa, ma l'intenzione c'era. -Mi fa davvero piacere comunque, è ammirevole e so per certo che non è stato facile. Le mie congratulazioni più sentite. Ti auguro di continuare sempre in salita.- Rivolse dunque il suo augurio ad Ishida, con un vago inchino. Poi arrivarono le domande riguardo ai suoi amici, che al momento sfortunatamente risvegliavano un argomento non troppo piacevole per il ragazzo.
    -Ah, ecco... beh eravamo chiaramente tutti amici ma tecnicamente ero il loro senpai, sono entrati più tardi e sono ovviamente più indietro con i corsi. Shinso-kun al momento è in tirocinio, e non credo gli manchi poi molto per prendere la licenza.- Sebbene per il momento stesse passando un brutto periodo e fosse doveroso per lui concentrarsi sulla propria salute mentale, anche rallentando i suoi risultati accademici, ma in fondo erano questioni private di Yumeru e Tobi non era un pettegolo. Sospirò, poi, pensando agli altri due cognomi presenti nella lista di Shoya. -Murakami-san e Tanaka-san, invece, purtroppo si sono entrambe ritirate dalla scuola. P-per il momento in maniera temporanea, ma purtroppo abbiamo perso i contatti. Spero si rifaranno vive, erano due grandi promesse.- Ne parlò solo dal punto di vista professionale poiché Shoya gli chiedeva di quello, ma era evidente che il suo desiderio che tornassero era anche altamente personale. Anche Hamuko, l'acquisto più recente, alla fine si era presa una pausa, sebbene Shoya non sapesse di lei e non avesse di conseguenza chiesto. Gli mancavano, gli mancava il gruppo, ma erano rimasti solo lui e Yumeru, gli unici duri a morire.
    -Ormai sei in classifica, ti tocca aspettare che ti veniamo a sfidare per la posizione.- Scherzò Tobi, in risposta al fatto di non aver mai "incrociato i pugni" con Shoya. A dire il vero vista l'enorme esperienza di Ishida sul campo e sulla differenza abissale fra i loro Quirk, probabilmente c'era ben poco da incrociare. Chissà come avrebbe reagito la gelatina di Shinso con gli ioni, invece.
    Ma dopo diversi minuti di piacevole dialogo, la situazione del tizio-appeso-al-cartello era degenerata a tal punto che ignorarla sarebbe stato impossibile, ed uno dei due protagonisti del disastro pareva essere proprio Amaterasu, che si stava fondamentalmente scontrando con tanto di Quirk con un civile per catturarlo, il tutto mentre un altro ragazzo che in mezzo al casino Tobi non riusciva a distinguere, tentava di catturarli in una rete o qualcosa del genere - ovviamente anch'essa generata con il Quirk per non farsi mancare nulla. Ora, era pieno di altra gente sul posto, ma Shoya non stava seguendo la situazione e probabilmente se davvero il "suo Yoshito" era Yoshito Amaterasu, era il caso che se ne rendesse conto, dunque Tobi sospirò.
    -Prima hai parlato di uno Yoshito-kun nella tua squadra. Stiamo parlando di Yoshito Amaterasu della Yuuei?- Domandò, dunque, per escludere ogni possibilità. Ad una risposta affermativa, avrebbe indicato con il dito indice la situazione ridicola al palo, ora Thelema aveva anche iniziato a cantare per trascinare la folla, il che era ovviamente una mossa perfettamente adeguata per non far sì che troppi si rendessero conto del disastro che stava avvenendo a pochi metri da loro, l'attenzione focalizzata sull'idol, ma accidenti se non rendeva la situazione ancora più delirante. Musica e spettacolo, come si suol dire. -Odio interrompere la tua pausa, ma probabilmente dovresti dirgli qualcosa. Se vuoi ti accompagno.- Propose infine Tobi, attendendo comunque il responso di Ishida per fare qualsiasi cosa ed eventualmente seguendolo qualora avesse voluto occuparsi del suo tirocinante.
    SPEAKING TO:SHOYA
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    REI OKAZAKI
    In quel momento consolare il ragazzo di ghiaccio era chiaramente l'ultimo dei suoi interessi. Per essere del tutto onesti, difficilmente lo sarebbe mai stato in ogni caso. Non era molto brava a consolare le persone e lo era ancora meno nel capire quando queste lo volessero essere. Soprattutto, il fatto che fortunatamente Naru se ne fosse andata senza degnare di uno sguardo il ladruncolo andava tutto a suo vantaggio, quindi non riuscì proprio a percepire lo scotto subito dal ragazzo dai capelli bianchi.
    Hah! - sbottò quasi in una risata, stranendosi immediatamente da sola della propria reazione e abbassando il tono - No-non mi sembra che tu-tu ti sia fatto chissà qua-quali problemi nel ru-rubare a ME! - "e io sono un'eroina", quello era il fulcro del suo discorso. Dopo aver sbattuto per un paio di secondi le palpebre nella direzione del ragazzo, si mosse velocemente a rovistare nel proprio orecchio tirando fuori l'auricolare della sicurezza. Se n'era dimenticata? Sì. Qualcuno aveva origliato quel discorso? Per la poca dimestichezza che aveva con quegli affari se la sentiva di cassare quell'eventualità come improbabile. Detto questo, era meglio evitare il rischio. Lì per lì non riusciva neppure lei a capire se lo avesse fatto per proteggere il ragazzo oppure la propria reputazione, d'altronde uno dei principali motivi per cui non aveva riferito a nessuno quella storia era il fatto che fosse semplicemente troppo imbarazzante. Sperava solo che non ci sarebbe stata un'emergenza mentre non aveva l'auricolare indosso, ma d'altronde come aveva detto Izusu quel posto brulicava di eroi talmente tanto che lei sarebbe probabilmente stata inutile in ogni caso. Anzi, in una parte ben recondita della sua coscienza quella era probabilmente la distrazione che aspettava per potersi sollevare dai propri impegni senza sentirsi in colpa. Il che, considerando che in fin dei conti era anche una scusa inutile, la diceva lunga sulla sua bussola morale.
    Mh. E' buono. - commentò il dolcetto lapidaria, sperando di riuscire così a stemperare l'imbarazzo. Tentativo fallito, considerando che il ragazzo riprese a parlare del suo costume. Izusu aveva una specie di dono innato nel riuscire a darle sui nervi, persino di più degli altri ragazzi! Aveva ripensato al loro primo incontro più volte ed era giunta alla conclusione che probabilmente se letteralmente chiunque altro fosse stato al suo posto ci sarebbe andata decisamente più piano.
    U-umpf. - borbottò - So-sono in servizio, m-ma è più una cosa di ra-rappresentanza che altro. - aggiunse annuendo, guardando poi i suoi compagni darsi decisamente da fare, sicuramente più di lei. D'altro canto però, proprio il loro essere così zelanti le permetteva di battere la fiacca senza sentirsi in colpa - A-aspetta, stai solo cercando di ru-rubarmi informazioni pe-per rubare qualcosa! - lo accusò nuovamente, puntandogli il dito addosso. Estremamente improbabile in realtà, da quel poco che conosceva il ragazzo le sembrava decisamente un sempliciotto, forse aveva rischiato di darle più idee così lei di quante effettivamente popolassero la sua testa vuota.
    Va-vabbé, non importa. - aggiunse scuotendo la testa - M-ma ricorda che se ti becco a rubare la-la prigione sarà l'ultimo dei tuoi problemi. - una minaccia decisamente grossa, ma considerando come erano andate le cose al loro primo incontro forse il ragazzo non avrebbe avuto problemi a crederci. Finito il dolcetto sfregò le mani una contro l'altra - con l'auricolare immancabilmente in mezzo - portandole poi ai fianchi, abbassando lo sguardo sul proprio corpo.
    U-umh. - sospirò - Lo... lo ha fatto mia madre. - aggrottò le sopracciglia, spostando poi lo sguardo sul ragazzo - I-io volevo un kimono, m-ma lei ha detto che non avrebbe ve-venduto abbastanza. - forse era il primo a cui raccontava quella storia, forse no, ma tant'è. Era molto probabile che quelle parole dipingessero la signora Okazaki come un mostro che vuole costringere la propria figlia a perseguire una carriera contro i suoi desideri, una di quelle tante madri che vogliono brillare di luce riflessa obbligando i propri figli a perseguire il proprio sogno. In realtà non era minimamente così: la signora Okazaki era una donna decisamente supportiva, il suo problema era forse esserlo sin troppo, sicuramente fino al punto di forzare la propria visione delle cose sulla figlia, questo era indubbiamente vero. Ma la principale differenza tra madre e figlia era che la prima sapeva come divertirsi, forse anche troppo, mentre la seconda decisamente no.
    SPEAKING TO:IZUSU
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    Ryuga Kurowashi
    L'azione di Ryuga (e del fedele aiutante Ryu-chan) era andata incredibilmente in porto. Il grosso zaino prese l'addetto alla sicurezza in pieno volto, schiacciandolo nella rete metallica. Non che si fosse fatto nulla, ovviamente, con lo zaino da campeggio extra large che gli aveva fatto da cuscino, ma l'essere sfuggito alla cattura ancora una volta sembrava aver compiaciuto non poco Ryuga - Questa è stata una delle mie mosse più geniali ... forse dovrei brevettarla, darle un nome ! Proiettile-Umano Ryuga ! Anzi no, Ryuga-Bomb !!! Siiii, suona benissimo ! - pensava tra se il giovane tutto contento, mentre cercava di rimettersi in piedi.

    Nel frattempo si era completamente scordato dalla corda di Yoshito, che ancora teneva avvolta attorno alla vita, e preso dall'entusiasmo non si era accorto nemmeno che la rete aveva cominciato a deformarsi. Almeno finché ... non si ritrovò legato al palo come un salame. Dopo qualche secondo di panico in cui il giovane si agitò cercando - inutilmente - di liberarsi, quasi trasalì quando delle grida si levarono sopra la confusione della folla - e le canzoni di Thelema.

    A gridare era l'addetto alla sicurezza, lo stesso che lo aveva catturato. Aveva detto cose giuste, sia a lui che all'altro addetto alla sicurezza ... anche se forse non era il caso di gridare in quel modo. Se qualcuno avesse potuto sentire quel pensiero nella testa di Ryuga, avrebbe di certo avuto da ridire sulla sua coerenza, ma per fortuna la testa del giovane era inaccessibile e imperscrutabile.

    Poco dopo anche il tipo con i capelli strani e gli occhiali si scusò per quanto aveva detto. In quel momento, a guardarlo bene, Ryuga ebbe l'impressione di averlo già visto. Sicuramente alla Yuuei. Del resto se faceva parte della sicurezza doveva essere o un Pro-Hero o un aspirante tale, e se lo aveva già visto doveva essere di sicuro li. Poi lo sguardo si spostò su Hitoshi e ... che aveva ?

    All'espressione glaciale ci era abituato, ma questa volta era diverso. Era ... arrabbiato ? Le parole che disse ebbero il loro effetto. Se dopo la cattura Ryuga si stava calmando quelle parole riaccesero il fuoco. Gli avevano fatto male e Ryuga non sapeva gestire i problemi emotivi. Come un animale ferito, anziché calmarsi e riflettere, Ryuga contrattaccava: - Eh ? Guarda che sono io quello arrabbiato con te ! - fece, quasi urlando.

    Quando poi l'altro si voltò per andarsene, una venuzza si rigonfiò sulle tempie del giovane: - Ehi dove vai ? Guarda che sto parlando con te ! - il cuore aveva preso a battere. Molto forte. E le vibrazioni accumulate cominciavano a essere eccessive. La vista si appannava e sudava copiosamente. Cercò di mettere a fuoco su Hitoshi, ma il mondo non voleva smetterla di girargli intorno. Chiuse gli occhi con forza e scrollò la testa, riuscendo almeno in parte a ritrovare Hitoshi. - Ecco si, bravo ! Vattene ! Abbandonami di nuovo ! Bell'amico !.

    Ormai era evidente che qualcosa non andasse: anche senza contare i sintomi fisici, che pure erano abbastanza evidenti, il palo a cui era legata aveva preso a tremare visibilmente. Ci volle un pò perché anche Ryuga si accorgesse di quello che stava succedendo: - Signore ! - chiamò, cercando inutilmente con lo sguardo quello che lo aveva legato. - Signore, mi deve sciogliere subito ! Devo ... uscire subito da qui ! - fece, cercando di contenere la nausea e la voglia di vomitare. - Portatemi fuori, per favore ! - fece, di colpo vulnerabile e supplichevole.


    NOTA: chiedo perdono a Red se posto senza dargli effettivamente la possibilità di difendersi dal mio attacco, ma o posto adesso o se ne parla minimo tra una settimana. E poi anche gli altri nel frattempo hanno già postato considerando la mia azione andata in porto. Comunque, in caso la cosa crei problemi, avvisatemi che mi salvo il post e lo rimuovo.

    A questo punto ci metterò un pò prima di postare di nuovo, però sentitevi liberi di essere autoconclusivi e portare fuori Ryuga.
    SPEAKING TO:Sicurezza
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    IZUSU MORIKAWA
    Il suo momento di sconforto fu completamente ignorato, ma la cosa non lo turbò più di tanto, in fondo si era ripreso istantaneamente e quasi se n'era già dimenticato. Udì Rei quasi deriderlo quando disse che non voleva rischiare le mani e gli occhi gli si assottigliarono, seppure stesse solo fingendo indignazione. Era difficile arrabbiarsi realmente con Rei, per qualche motivo.
    -Huh!? E mica lo sapevo quando ti ho rubato la borsa!- Sbottò, rendendosi conto solo in un secondo momento di cosa aveva appena detto ad alta voce e dunque tappandosi la bocca con le mani. -Quando l'ho scoperto ero già compromesso ormai. Se avessi saputo che eri un cazzutissima hero spara-inchiostro mi sarei ben guardato dal farlo.- Concluse, solennemente, sorvolando sul fatto che una volta messo di fronte al cartellino della licenza di Rei aveva istantaneamente provato a rubarglielo e tentando piuttosto di buttarla sulle lusinghe - perché quello secondo lui era un ovvio complimento.
    La vide levarsi un piccolo auricolare nero, in realtà non lo sfiorò nemmeno il fatto che potesse essere in comunicazione con qualcuno e che questo qualcuno potesse aver sentito il loro dialogo iper-compromettente. Pensò semplicemente che se lo levasse per comodità e perché ora stava parlando con lui e non con la sua squadra (aveva una squadra probabilmente, no?).
    Rei concesse che il taiyaki era buono con un mugugno, ed Izusu si sciolse in un sorriso a trentadue denti vagamente soddisfatto, quasi come se lo avesse fatto lui. Ce n'era ancora un altro nella bustina di carta ma per ora non gli andava, dunque la richiuse arrotolandone l'estremità aperta e lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi. Più che altro era sollevato, perché quella piccola ammissione in qualche modo per lui era stata la conferma finale che la sua presenza non era sgradita, almeno non completamente.
    Izusu annuì assorto ascoltando la spiegazione sul suo essere tecnicamente "in servizio" ma che il massiccio spiegamento di forze aveva perlopiù una funzione rappresentativa. In effetti visto quanti ce n'erano non poteva essere in risposta ad un rischio reale, perché avrebbe significato come minimo che si aspettavano un attacco terroristico su larga scala e quindi probabilmente sarebbero stati un po' più restii a lasciar accedere così tanti civili senza nemmeno perquisirli.
    -Umpf! Ma quali informazioni.- Protestò, iniziando a chiedersi che tipo di considerazione avesse di lui, per ricondurre qualsiasi suo tentativo di dialogo alla malavita. -Guarda che sono una persona normale anch'io.- Incrociò le braccia e si finse offeso, per poi scuotersi in pochi istanti e ritornare su quanto detto dalla giovane Okazaki. -Capisco, comunque. In effetti sembra quasi una parata.- Ridacchiò, immaginandosi per un istante file di eroi marciare sincronizzati, ma tutti con i loro costumi diversi. Compresa Rei in bikini, ovviamente in prima fila.
    -Non ti preoccupare, farò il bravo volente o nolente.- La rassicurò, specificando ancora una volta che in quella specifica situazione aveva ben poca scelta. Sollevò anche una mano come a voler fare un giuramento solenne. Riguardo al contenuto della minaccia in sé non aveva nulla da dire, sapeva che Rei aveva la mano parecchio pesante e non gli sembrava il caso di invocare i suoi diritti umani in una situazione come quella, era palesemente una speedrun per farsi picchiare di nuovo.
    La osservò finire il dolcetto e sfregarsi le mani presumibilmente per pulirsi dalle briciole, approfittando magari del movimento per lanciare un'altra discretissima occhiata al fisico della ragazza, dopodiché la udì riprendere il discorso sul suo costume. Izusu pensò di essere stato di nuovo colto in flagrante visto l'argomento dunque si affrettò a spostare lo sguardo verso il basso e fingere di frugarsi nelle tasche per controllare l'ora sul suo smartphone.
    A quanto pare l'idea del costume non era stata sua, lei aveva chiesto un normale kimono ma sua madre le aveva creato quella suit imbarazzante. Che, ad osservarla meglio, in effetti aveva le parvenze di un kimono, anche se l'impressione finale era di una persona che si stava sfilando il kimono per andare a fare il bagno al mare.
    -Oh, io, uhm... capisco.- Borbottò, incerto su cosa rispondere, non era molto esperto di marketing o moda ovviamente. -Gli heroes devono preoccuparsi anche di questo, huh?- Domandò in maniera quasi retorica. senza rivolgersi esplicitamente a Rei. Era un po' strano pensare di avere un comparto di forze dell'ordine che doveva preoccuparsi di che pubblicità si facevano, ma la cosa non lo turbava più di tanto, non aveva opinioni particolarmente forti riguardo i pro-hero. -Senti, ma... non potevate trovare un punto d'incontro? O per tua madre qualsiasi costume sarebbe stato automaticamente peggiore della versione sexy dello stesso costume?- Non che potesse dare torto a quella che nella sua mente aveva già guadagnato nomea di donna estremamente saggia, ma non era quello il punto. -Eppure non è che tutte le heroes siano vestite succinte. Guarda la tua amica-pinguino per esempio.- Il suo costume era adorabile, sicuramente, a modo suo probabilmente poteva essere appetibile per il pubblico.
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    Per molti aspetti, Gabriel era esattamente come Gesù Cristo di Nazareth. Entrambi avevano dedicato la vita all'aiutare il prossimo, crocifissi poi da chi era incapace di comprendere il loro verbo.

    Kalyani addirittura ricevette complimenti su tenacia e furbizia, venne incoraggiata a coltivare quel potenziale, e nonostante tutto decise di disseminare menzogne, punendo l'azzurro per il peccato di possedere un cuore troppo grande e generoso.

    A Shinjiro lanciò un intero albero e lui non protestò troppo. Un animo forte come il suo non poteva essere affiancato dal carattere debole di quella donna, colei il cui orgoglio veniva ammaccato da qualche leggera esplosione di riscaldamento.

    Dicevano quella relazione non fossero affari suoi, ma quale dovere più grande aveva un amico che salvaguardare il benessere degli amici? È facile perdere di vista ciò che sia meglio per se, in quei momenti dev'esserci qualcuno di onesto nella tua vita, pronto a dirti le cose come stanno e salvarti dai tuoi stessi errori.

    Proprio come faceva Gesù Cristo.

    Tuttavia Gabriel fu sincero quando disse che le avrebbe concesso il beneficio del dubbio e la possibilità di rivelarsi degna... Non era un'impresa facile, se lei lavorava a stretto contatto con la feccia della società.

    « ...È un'eroina? ​»

    Chiese al cuoco dopo aver sentito la promessa della donna ai ragazzi. Il suo sopracciglio alzato trasudava scetticismo e pregiudizio. L'unico partner peggiore di un Hero sarebbe stato un membro di Aogiri, e non di tanto margine.

    « Anywaaays, anch'io ho fame~ Che ne dite se offro io? Così potete prendere tutto quel che volete senza dipendere dal braccino corto del vostro cuginone ♠ ​»

    Rispose alla silenziosa richiesta d'aiuto di Aragaki, proponendo ai giovani qualcosa di ben più allettante che qualsiasi stupido equipaggiamento per poliziotti corrotti.

    « Per la scelta del posto ci affidiamo al giudizio dello chef ♥ ​»

    Si avvicinò a Shinjiro mettendosi al lato opposto di dove stava la ragazza, un po' come se avesse un angioletto e un diavolo posati sulle spalle. Quindi era anche alla mano opposta rispetto a quella stretta da Kalya, e per completare la simmetria decise anche lui d'intrecciare le sue dita a quelle dell'uomo.
    SPEAKING TO:Shinji & Kalya
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    Si ritrovó ad aggrottare le sopracciglia e lanciare un'occhiata un pó contrariata a Kalya nel sentirla proporre di "volersi migliorare prima di incontrarlo di nuovo". Assolutamente no. Non dopo quello che era successo durante il loro scontro. Dai lividi che aveva riportato Kalya gli era ormai ovvio a posteriori che Gabriel si era trattenuto, e molto, ma non voleva comunque dire che approvasse l'idea che Kalya si facesse esplodere di nuovo contro di lui.
    Grazie al cielo, i due bambini sembrarono venire distratti dalla proposta dell'altra, reagendo piú o meno come qualsiasi bambino appassionato di Pro-Hero a cui veniva fatta una proposta del genere: cioé piú o meno come un bambino che entrava in un negozio di giocattoli.
    « Sul serio?! Lavori per i Pro-Hero?!»
    « Che equipaggiamenti hai fatto?»
    Shinjiro rivolse un sorrisetto grato all'altra per essere riuscita a catturare la loro attenzione, per poi girarsi verso Gabriel alla sua domanda, il sorriso svanito di colpo.
    «... no, che domande sono. Ti pare chiese, con l'aria un pó rassegnata.
    « Non... non ho il braccino corto...» borbottó, ma non si oppose alla proposta dell'altro di offrire - proposta che l'aveva onestamente sorpreso un pó, visto che lo aveva visto scroccare praticamente tutto fin'ora, dai suoi nigiri all'appartamento in cui sembrava vivere.
    ... probabilmente anche quei soldi venivano dal conquilino, ma visto che l'altro lo aveva insultato personalmente e non sembrava certo essere costretto a sganciare soldi a Gabriel, non avrebbe detto nulla.
    Si sarebbe avviato conducendo il gruppetto inizialmente solo lontano dalla calca, poi iniziando a scrutare gli stand. Niente takoyaki e altri snack, meglio qualcosa di piú sostanzioso.
    « Prendiamo del donbur-.» inizió adocchiando uno stand con dei tavolini da cui si alzava un nuvola di vapore e un ottimo profumo, per poi sussultare e voltarsi a fissare Gabriel.
    Che gli aveva preso la mano, intrecciando le dita alle sue.
    Aveva sempre preso come una battuta l'idea di Desmond che Gabriel/Hisoka fosse follemente innamorato di lui, ma ora si trovó a considerarla seriamente.
    Con un verso spazientito e uno strattone staccó la mano da quella di Gabriel, infilandola nella tasca della giacca, fuori portata.
    « Che stai facendo?» sibiló spazientito, prima di bloccarsi. L'immagine del cagnolino abbandonato sul ciglio della strada tornó a riafforare prepotentemente.
    « Io e lei stiamo insieme, ok? Fine della storia, mi spiace. Sto... cercando di trattarti come un... normale conoscente, qui. Un amico... quasi, forse, eventualmente. Vuoi bruciarti anche questa possibilitá?» chiese retoricamente, stringendo un pó piú forte la mano di Kalya per rafforzare il concetto.
    Grazie al cielo dovettero staccarsi per prendere posto al tavolo di legno con due panche. Ora peró c'era un altro problema: i posti.
    Gabriel vicino ai cugini no, vicino a Kalya nemmeno, per tutti e cinque da un lato con lui a fare da spartiacque non c'era posto... restava solo un'opzione.
    Kalya e i bimbi da un lato e lui e Gabriel dall'altro.
    Si sedette truce.
    « Io prendo un tekkadon. Molto piccante.» borbottó a mó di ordine.
    SPEAKING TO:Kalyani & Gabriel
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